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Mensile di prodotti, tecniche, applicazioni, trattamento e normative dell’aria compressa APRILE 2010 AriaCompressa Iquadernidell’ Dossier Carta&Stampa Applicazioni Dalla prestampa alla cartotecnica Prodotti Soluzioni nuove a problemi irrisolti Gestione Il partner giusto al posto giusto Poste Italiane SpA Sped. Abb. Post. - d.l. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n°46) Art.1 Comma 1 - dcb Milano EMME.CI. sas - Anno XV - n. 4 Aprile 2010 - Euro 4,50

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Mensile di prodotti, tecniche, applicazioni, trattamento e normative dell’aria compressa

A P R I L E 2 0 1 0

AriaCompressaI quaderni dell’

DossierCarta&Stampa

ApplicazioniDalla prestampaalla cartotecnica

ProdottiSoluzioni nuove

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I QUADERNI DELL’ARIA COMPRESSA • aprile 201016

Quello della carta - al di là della nostra perso-nale passione di “costruire” ogni mese que-

sta rivista (madre anche della versione in rete) -si rivela un mondo pieno di fascino: una sensa-zione che ci viene confermata dalla visita a unadelle quattro unità produttive localizzate in Italiadel Gruppo statunitense International Paper.

Da Memphis a Bellusco Ci riferiamo all’unità produttiva di Bellusco (Mi),nata a metà degli anni Sessanta e, dopo esserepassata in diverse mani, agli inizi degli anni Set-tanta entrata nel Gruppo “stelle e strisce” appenarichiamato, presente in Italia, come detto, conquattro stabilimenti: quello, appunto, di Bellusco egli altri tre a San Felice sul Panaro (Modena), Po-mezia (Roma) e Catania. Una realtà multinazionale complessa, quella dellaCasa americana con sede a Memphis, che in Euro-pa opera in 5 Paesi con 24 unità produttive e carat-terizzata da un core business inizialmente coinci-

dente con l’intero mondo di carta, cartone, cellulo-sa e legno e che si è poi focalizzato, nel tempo, indue precisi ambiti produttivi: carta e cartone on-dulato. Lo stabilimento di Bellusco opera proprioin questo secondo segmento, producendo, appun-to, imballaggi di cartone ondulato. La materia prima è la carta, per il 20% fibra verginedi cellulosa proveniente dagli Stati Uniti e dal Nor-deuropa, per il restante 80% carta riciclata da car-tiere italiane. Quanto ai principali clienti, questi appartengono avari settori: detergenza, alimentare e bevande, or-tofrutta, carte igienica, pulizia della casa. Insom-ma, ovunque possa servire una scatola. L’azienda,in un anno, trasforma 70.000 tonnellate di cartacon 130 dipendenti. In Italia, il gruppo conta quasi500 persone, mentre sono circa 70.000 quelle oc-cupate in tutto il mondo, risultando uno dei piùgrandi gruppi internazionali produttori di carta ecartone. Ma come funziona il “tassello” Bellusco della mul-

TECNOLOGIA PNEUMATICA DOC PER RIDURRE I CONSUMI D’ENERGIA

Dove il cartoneesce ONDULATO

CART

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AMPA

Benigno Melzi d’Eril

Dossier APPLICAZIONI

L’aria compressa è altrettanto indispensabile quanto la materia prima,considerando che lo stabilimento è ad alta automazione e, di questa,il 95% è legato all’energia pneumatica. Questa l’anima tecnologicadello stabilimento di Bellusco (Mi) della multinazionale UsaInternational Paper: una delle quattro unità presenti in Italiae specializzata nella produzione di cartone ondulato per imballaggio.E l’aria compressa, in questo caso, si chiama Mattei.

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tinazionale Usa? Per saperlo siano andati a visitar-lo accompagnati da Umberto Besana, direttore diproduzione, che, con passione e competenza, ci hamostrato, tra l’altro, come l’aria sostenga - quasiun cuscino - il prodotto nel suo percorso di lavora-zione. E non solo.

Tipologie di prodotti“Un primo reparto - inizia Besana - produce il car-tone ondulato utilizzando carta da 95 a 180 gram-mi in bobine, con particolari caratteristiche fisichee meccaniche, idonee a fornire solidità alla scatoladi cartone. Un foglio di cartone ondulato si fa con3 o 5 carte: le due esterne più quella ondulata nelmezzo, oppure le due esterne e due ondulate nelmezzo separate da un quinto foglio, che fa da col-lante, quest’ultimo tipo è indicato per imballi cherichiedano una particolare resistenza. Il secondoreparto, utilizzando l’ondulato, lo stampa, lo tagliae lo piega per farlo diventare un imballo”. Una tipologia diversificata, quella degli imballi…“Gli imballi possono essere di due tipi differenti:uno steso, denominato fustellato, l’altro incollato,sempre, comunque, piegato e chiamato in gergo‘scatola americana’. Quest’ultimo è pronto per es-sere montato, ulteriormente incollato e riempitodalle macchine del cliente e questo succede nel95% dei casi. Degli imballi fustellati fanno parte ivassoi, i cestelli per l’ortofrutta, gli automontanti,piuttosto che un espositore per il punto vendita,generalmente molto colorato, con funzione nonsolo di contenitore, ma anche di strumento di co-municazione”.

Quali lavorazioniPassiamo alle lavorazioni… “Nello stabilimento -prosegue Besana - sono presenti: un ondulatore,ovvero la macchina per la produzione del cartoneondulato, mentre per la trasformazione, o ‘conver-ting’ come si usa dire, ci sono 6 linee che stampa-no il foglio di cartone, lo tagliano e lo incollano serichiesto, personalizzandolo secondo le necessitàdel cliente”.Una bella metamorfosi… “La trasformazione iniziacon un foglio di ondulato neutro colore bianco oavana, tagliato nelle dimensioni specificate incommessa. Il foglio viene quindi stampato col pro-cedimento flessografico nei colori richiesti. Nello

stesso passaggio avviene la fustellatura, che dà laforma al foglio; se deve essere incollato, passa allapiega, una fase abbastanza lunga, dove, tramitedei ‘bracci piega’, le alette della scatola vengono ri-piegate, sovrapposte e incollate tra loro. In una so-la sequenza, che dura qualche secondo, si passa daun foglio di cartone ondulato neutro a un imballocompletamente personalizzato e pronto per esse-re legato e confezionato per la spedizione al clien-te. Il procedimento avviene, nella quasi totalità, inmodo automatizzato”.

Aria compressa…Ovviamente, anche in questo processo produttivoc’è lo zampino dell’aria compressa…”Andiamo conordine. Le materie prime essenziali per produrre ilcartone sono la carta e il calore: l’ondulatore lavo-ra a caldo con una temperatura variabile tra 150 e190 °C, perché la colla usata per accoppiare le car-te, essendo un prodotto naturale a base di amidodi mais, ha effetto incollante solo in presenza dicalore alla temperatura indicata; ma non solo, ilcalore serve anche a correggere eventuali difettidella carta. Non va dimenticato che la carta è viva,è una spugna che risente di temperatura e umi-dità ambientali”. Quanto all’aria? “L’aria compressa è altrettanto in-dispensabile quanto la materia prima, sia per laproduzione dell’ondulato, sia nel ‘converting’, datoche lo stabilimento è ad alta automazione e, diquesta, il 95% è legato all’energia pneumatica”.Colpo grosso… “Da quando le bobine di carta ven-gono prelevate dal magazzi-no a quando il bancale delprodotto finito viene stivatonel magazzino dedicato, tut-ta la movimentazione inter-na e il funzionamento dellemacchine avvengono in au-tomatico”. Possiamo entrare più nelmerito… “Moltissimi sono icongegni all’interno dellemacchine alimentati dall’ariacompressa, dove i cilindri, levalvole, gli attuatori sono pneumatici. Al di fuoridelle macchine per la trasformazione, tutte le rul-liere che servono per movimentare il prodotto, le

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Dossier APPLICAZIONI

17aprile 2010 • I QUADERNI DELL’ARIA COMPRESSA

Scambiatore a 90 gradi.

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16.000 l/min, affiancato da una macchina a velo-cità variabile da 10.900 l/min, una Mattei Optima60 da 55 kW per i momenti di maggior consumo.L’azienda decise di effettuare questo rinnovamen-to in sala compressori in due momenti: due anni

fa, la macchina di base, che avrebbe fornito unvantaggio immediato previsto del 28/30% e, suc-cessivamente, la macchina di punta, apparecchioche sta per essere consegnato in questi giorni eche prelude alla dismissione di un’altra vecchiamacchina da 100 kW.Una volta installato il Maxima 75, l’azienda hachiesto nuovamente di effettuare i controlli suiconsumi, che confermavano il risparmio previsto.In un prossimo futuro, con l’avvento del compres-sore Optima, si preannuncia un ulteriore rispar-mio del 20%”. Un chiodo fisso, quello del risparmio energetico.Con risultati più che soddisfacenti: “Tra poco - con-clude Besana - lo stabilimento, che consuma24.000 l/min con picchi di 26.000, si prevede chesoddisferà le sue esigenze con le due nuove mac-chine, con una potenza installata di 130 kW invecedi 300 kW, come in precedenza. Ma non basta: conil kit Mattei di recupero del calore, con l’acqua diraffreddamento del compressore Maxima vengo-no riscaldati gli spogliatoi del personale e l’acquasanitaria, eliminando, così, tutti gli scaldabagni ele stufe elettriche pari a un totale di una ventina dikW/ora installati. Insomma, questo rinnovamentodell’impianto di produzione dell’aria compressa èstato un vero successo”.

Dossier

I QUADERNI DELL’ARIA COMPRESSA • aprile 201018

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E ora alla spedizione.

Il compressore Mattei.

APPLICAZIONI

macchine che servono per caricare il cartone sullelinee, i pallettizzatori sono mossi da componenti-stica pneumatica. L’aria compressa alimenta an-che il cosiddetto ‘scambiatore a 90 gradi’ per mo-vimentare le file dei cartoni semilavorati: si trattadi una rulliera con incrociato a 90 gradi un dispo-sitivo di cinghie plastiche che consente di spostareil materiale in direzione perpendicolare alla rullie-ra stessa, sollevandolo tramite rotocamere ad aria.Non va dimenticata, poi, la funzione di regolazionee comando dei vari stadi di lavorazione che avvie-ne, anch’essa, pneumaticamente.L’aria compressa alimenta anche le pompe per iltrasporto della colla nella produzione dell’ondula-to. Ad aria sono anche le pompe che veicolano levernici e le paste dai serbatoi alla macchina cheproduce i colori, detta ‘cucina colori’, che ne doseràcon grande precisione la quantità necessaria a ot-tenere la tonalità voluta”.

…e risparmio d’energiaMa c’è dell’altro, come ci spiega Umberto Besana:“L’aria compressa che alimenta tutte le utenze del-lo stabilimento veniva prodotta da una unica sta-zione di compressione costituita da tre compres-sori da 100 kW ciascuno. Due anni fa, l’azienda do-vette sostituirne uno per obsolescenza, che tenevaper coprire le punte di consumo. L’orientamentogenerale volto al contenimento dei consumi ener-getici spinse l’azienda alla ricerca di una macchinadi base ad alto rendimento. Veniva chiesto ad AirEcos di Agrate Brianza di effettuare una analisi deireali consumi aziendali, operazione effettuata colsoftware Miem di Mattei. E da quella analisi emer-se che una soluzione ottimale sarebbe stata l’inse-rimento di un compressore Maxima 75 da 75 kW abasso numero di giri, con una produzione d’aria di

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pre è la più cara, economi-camente parlando). Con ilsenno di poi, si immagina-

no mille soluzioni che ormaidiventano difficilmente percor-

ribili (a meno di non ammettere ilnostro “errore di valutazione” e rimet-tere mano al portafoglio, cosa checertamente a molti non piacerà).Una volta fatto il lavoro, ci si sforza digiustificare il risultato e non si pensaneanche di apporre delle correzioni(sempre che la legislazione vigentenon ci obblighi a farlo).

Un esempio classicoUn esempio classico è costituito dallamanutenzione dei componenti dellelinee di aria compressa (i più comuni).L’intervento spesso si fa in casa (sosti-tuzione dei filtri dell’olio e dell’aria,cambio dell’olio o rabbocco a livellodello stesso…), si effettua una puliziagenerale e… si chiama il tecnico spe-

cializzato solamente nel caso in cuivengano rilevate anomalie di funzio-namento, “rumori” strani, o se il ren-dimento della macchina non rag-giunge le performance ottimali, se simisurano cadute di pressione ecc.A quel punto, il tecnico specializzato(per fortuna che c’è) esce, revisiona lamacchina e, in genere, ci risolve il pro-blema. A volte, il lavoro finisce qui, con costipiù o meno accettabili e ridotte perdi-te di tempo.Altre volte, se l’interlocutore (sempreil tecnico) è anche un po’ “commercia-le”, ci propone delle soluzioni alterna-tive (sostituiamo la valvola, il regola-tore, l’essiccatore), oppure - ed è la so-luzione migliore - facciamo un con-tratto periodico di assistenza: opzionia volte poco gradite, ma sempre vali-de ed efficienti.Altre volte, infine, è sempre lo stessotecnico a metterci in allarme, segna-landoci che le normative sono cam-biate, che le macchine non sono piùidonee e non rispettano le leggi vi-genti (ad esempio, le regole sui serba-toi in pressione). La domanda che, però, sorge sponta-nea in questi casi è: ma se non l’avessichiamato, se non avessi avuto la ne-cessità di quell’intervento, avrei co-munque avuto le informazioni che misono arrivate dopo? Se fosse uscitoun controllo nei giorni precedenti l’ar-rivo del tecnico, come mi sarei com-portato e come avrei affrontato la si-tuazione? Ma è, poi, tutto vero quelloche mi è stato comunicato, o era soloun sistema per costringermi a sotto-scrivere quel contratto? Come posso“addestrare” il personale interno perevitare di farmi trovare impreparatoin un futuro o, meglio ancora, per tro-vare soluzioni veramente efficienti edefficaci senza perdere ulteriormentetempo e denaro?

L’importanza di unpartner affidabile

è un concetto misura-bi le e quantif icabi lequotidianamente. E non èsempre facile trovare l’interlo-cutore giusto, sempre pronto a sup-portare la nostra azienda a trecento-sessanta gradi. Il “tuttologo” non esi-ste, ma avvicinarsi a tale concetto èpossibile. Come cerchiamo di spiegarein queste righe.

Quante volte…Quante volte ci è capitato di effettua-re un intervento di manutenzione suun macchinario e scoprire, dopo aver-lo realizzato, che si poteva fare me-glio, che quanto abbiamo fatto nonrisponde al 100% alle normative vi-genti (perché non le conoscevamo enessuno ce ne aveva parlato prima),che potevamo risparmiare affidando-ci a un’azienda esterna (che non sem-

Aiutare le aziende a trovare il partner migliore,per ottimizzare tempi e risorse, ridurre i costi, collaborarecon società specifiche per l’attività richiesta. E’ quanto fa

Sol.Man., offrendo anche una gamma di servizi completa:dalle normative al supporto di società di consulenza, da

centri di formazione a specialisti del risparmio energetico,dalle bonifiche alla manutenzione delle linee complete,

fino alla progettazione impianti e analisi costi.

29aprile 2010 • I QUADERNI DELL’ARIA COMPRESSA

GestioneUNA SOLUZIONE PER LA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI PNEUMATICI

Il PARTNER giusto al posto giusto

A cura di Sol.Man.

Soluzioni per la Manutenzione

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I QUADERNI DELL’ARIA COMPRESSA • aprile 201030

Normative sconosciuteOvviamente, l’esempio citato èabbastanza estremizzato, maneanche poi tanto.Un rapido sondaggio presso leaziende che hanno un impian-to di aria compressa per verifi-care quante di loro conosconole normative e scopriamo chela situazione non è così tran-quilla. Non cerchiamo le causedi tale mancanza nella recentecrisi e nelle conseguenze chene sono derivate (tagli del per-sonale, riduzione degli investi-menti, prepensionamenti, am-mortizzatori sociali vari), chenon consentono di fare “terrori-smo gratuito”.E’ altresì vero, però, che, cometutti sappiamo, la legge nonammette ignoranza e, soprat-tutto, la sicurezza degli opera-tori deve essere sempre postain primo piano e richiede lamassima attenzione da partedi tutti gli organi preposti a ga-rantirla.Ed è a questo punto che entrano ingioco le figure esterne che, forti dellaloro specializzazione e del loro know-how, possono supportare le squadre

di manutenzione interne e fornirequel (possiamo chiamarlo così) “valo-re aggiunto” che, anche se non gene-ra fatturato come una strategia dimarketing o di vendite, ci può assicu-rare un livello di qualità, sicurezza egaranzia che, al pari dell’affidabilitàdelle macchine su cui si opera, per-mette all’imprenditore di:• ridurre i rischi di fermo macchina;• eliminare (o, per lo meno, ridurre) le

situazioni di pericolo per i propri col-laboratori;

• mantenersi informato sulle norma-tive e sugli sviluppi e/o modifichedelle stesse;

• incrementare il livello di formazioneinterna del personale;

• evitare spiacevoli situazioni nel casodi visite ispettive.

Servizio completoLa ricerca di un partner per tut-to ciò non è sicuramente facilee l’investimento (in termini ditempo e di risorse) non è indif-ferente: basti pensare al tempoinvestito per ricercare su inter-net un fornitore (nel caso in cuinon ne avessimo già uno, oppu-re per verificare che il rapportoqualità/prezzo del servizio checi viene erogato sia in linea conil mercato), al rischio di affidar-si più a un commerciale che aun tecnico, alle telefonate, altempo di attesa: consideriamo,poi, che si tratta del lavoro diback office, svolto per la mag-gior parte da personale di se-greteria, per cui non è semprepossibile attendersi competen-ze tecniche tali da scaricare sudi loro la corretta selezione delfornitore.La nostra realtà si propone diaiutare le aziende a trovare ilpartner migliore, con l’obietti-vo di:

- ottimizzare tempi e risorse;- ridurre i costi;- collaborare con società specificheper l’attività richiesta.Una attenzione al cliente, quella diSol.Man., che va ad affiancarsi a unagamma di servizi completa, che spa-zia dalle normative al supporto di so-cietà di consulenza, da centri di for-mazione a specialisti del risparmioenergetico, dalle bonifiche alla manu-tenzione delle linee complete, fino al-la progettazione di impianti e analisidei costi. Con un compito impegnati-vo: creare quel valore del servizio chedeve superare le barriere del soloaspetto commerciale, proponendosiquale partner in cui riconoscere l’affi-dabilità e la professionalità garantitedai selezionati fornitori proposti.

Quantodi meglio c’è

In collaborazione con i migliori specialisti dellesingole realtà della manutenzione industriale,

Sol.Man. (sol-man.it), con sede a San Giuliano Mi-lanese (Mi), offre alle aziende una soluzione com-pleta, tempestiva e di elevata qualità per la riso-luzione dei problemi legati alla manutenzione, alfine di soddisfare le esigenze del mercato, ridu-cendo tempi e costi.Esperienza, qualità e professionalità, unite allatempestività negli interventi, sono le caratteristi-che che Sol.Man. propone ai propri clienti, attraversouna selezione attenta e accorta dei fornitori. Solo realtà consolidate, certificate, di comprovataesperienza, ma, soprattutto, specifiche del settoredi competenza tecnica, hanno le caratteristicheper operare per conto di Sol.Man., che non è una so-cietà multi-service che effettua direttamente lamanutenzione, ma si affida alle migliori societàpresenti sul mercato per poter offrire il top allapropria clientela. Ed è proprio quest’ultima a de-cretare, attraverso una valutazione “oggettiva”, lapermanenza o meno nel team Sol.Man. delle azien-de fornitrici. Insomma, una garanzia in più.

Gestione

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BURSTERvetrina

Amplificatoridi misura

Decisamente aumentata la richiesta diamplificatori di misura multicanale, low

cost e di facile utilizzi, dispositivi impiegatiper condizionare il segnale standard di usci-ta dai ponti estensimetrici (come celle di ca-rico, trasduttori di pressione, torsiometri ecc.)che, spesso, devono essere installati vicino alsensore per superare il problema di cavi lun-ghi per il collegamento con l’elettronica di va-lutazione.

Soluzioni flessibiliLa nuova serie di amplificatori di misura 9236 bur-ster (burster.it) fornisce un range di soluzioniflessibili per questo tipo di applicazioni. Questiamplificatori di misura multicanale (max 4 canaliper modulo) vengono usati in tutte quelle ap-plicazioni in cui il segnale di uscita di sensori astrain gauge deve essere convertito in un se-gnale di tensione amplificato.Una volta che il segnale è stato condizionatodall’amplificatore, esso può essere, quindi, re-golato e processato da un’adeguata elettronicadi controllo. Applicazioni tipiche di utilizzo in-cludono, per esempio, sistemi automatici di pro-duzione, misure in laboratorio e in campo. Laversione senza custodia, solo circuit board, puòessere integrata nei moduli del cliente. Lo statodell’arte dell’elettronica dà la possibilità all’uti-lizzatore di scegliere liberamente il range di ten-sione di ingresso, rendendo, così, estremamentefacile il collegamento di sensori strain gaugecon sensibilità da 0,5 a 30 mV/V. La tensioned’uscita può essere scelta tra 5 e 10 V. Con un ele-vato range di frequenza di 1 kHz, l’amplificatorepuò anche essere utilizzatoper acquisizioni dinamichedi misure con veloci tempidi salita e discesa. Per l’ali-mentazione sono richiesti15-30 V.

Versione multicanaleNella versione multicana-le, possono essere imple-

mentati fino a 4 canali in un’unica custodia. Il mo-dello standard è disegnato per il montaggio a gui-da Din nell’ambiente industriale, ad esempionelle cabine di controllo o direttamente vicino alsensore.Per le installazioni in ambienti difficili, all’ester-no delle cabine di controllo è disponibile, perl’integrazione nelle applicazioni dell’utilizzatore,la versione IP 67 a singolo canale disegnata co-me un amplificatore in linea.L’amplificatore viene anche prodotto nella ver-sione singola circuit board, che può essere inse-rita nella custodia con dimensioni definite dalcliente.L’amplificatore mod. 9236 lavora praticamente contutti i sensori straing gauge prodotti da Burstere, su richiesta, può essere tarato per l’utilizzocon un sensore specifico. Inoltre, è disponibile, surichiesta, un certificato di calibrazione della ca-tena di misura rilasciato da Burster o Dkd, equi-valente Sit.

TESTOvetrina

Nuovetermocamere

Le nuove termocamere Testo (testo.it) so-no in grado di offrire - precisa l’azienda

- la migliore sensibilità termica nella clas-se 160x120 pixel. Grazie a una risoluzione < 0,05 °C ( testo 881) e < 0,08 °C (testo 875),garantiscono una qualità delle immaginisenza precedenti. Testo 881 - precisa sem-pre l ’azienda - è attualmente la termoca-mera con la migliore sensibi l ità termicanella sua fascia di prezzo.

Sovrapposizione…Grazie alla funzione TwinPix, il software per Pc IR-Soft di Testo è in grado di eseguire un’ulterioreanalisi durante l’elaborazione delle immagini.Le termocamere con fotocamera digitale inte-grata memorizzano simultaneamente un’im-magine reale e una a infrarossi. Grazie alla nuo-va funzione denominata TwinPix, le due imma-gini possono essere sovrapposte nel softwareper PC. Le informazioni contenute nell’immagi-ne termica e in quella reale vengono quindi vi-sualizzate insieme in un’unica immagine.

Vetrina

I QUADERNI DELL’ARIA COMPRESSA • aprile 201036

Il nuovo amplificatoredi misura Burster.

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Impostando i punti di riferi-mento corrispondenti nell’im-magine reale e in quella a in-frarossi, le immagini vengonoperfettamente sovrapposte.Grazie alla funzione TwinPix, èpossibile integrare senza pro-blemi anche scene con ogget-ti misurati a distanze diverse evisualizzare tutto simultanea-mente in un’unica immagine.

…delle immaginiUtilizzando la funzione di so-vrapposizione delle immagini,l’utente può orientarsi meglioall’interno di esse, localizzandoin modo molto più preciso i danni durante l’a-nalisi.Inoltre, sempre grazie alla funzione TwinPix, iclienti riescono a comprendere meglio l’analisitermografica.Un certificatore energetico, un consulente ter-mografico o un tecnico di manutenzione è ingrado, quindi, di spiegare meglio la diagnosi ter-mografica al proprio cliente, mostrandogli chia-ramente, ad esempio, i punti deboli dell’edificionell’immagine reale.

ASCO NUMATICSvetrina

Moduli intelligenti

Per far parte dei moderni sistemi di auto-mazione, oggi sempre più complessi, i com-

ponenti pneumatici devono essere dotati dinumerose risorse intelligenti. Così, per faredei propri componenti pneumatici i più intel-ligenti del blocco di I/O, Asco Numatics (ascojou-comatic.it) ha rinnovato la sua linea di modu-li di comunicazione elettronici.

Nuova piattaformaLa nuova piattaforma G3 offre un’intelligenzaaumentata in forma di nuove funzioni di dia-gnostica e capacità plug-and-play migliorateper ogni singolo modulo. E, per la prima volta,Asco Numatics ha aggiunto un display grafico alposto dei consueti indicatori Led.

V e t r i n a

37aprile 2010 • I QUADERNI DELL’ARIA COMPRESSA

La nuovatermocamera Testo.

La nuova piattaforma G3proposto da Asco.

Questo display supporta un linguaggio sempli-ce e chiaro per le informazioni diagnostiche siaa livello del modulo sia a livello del nodo di co-municazione e mostra, inoltre, le informazioni sultracciamento della configurazione e della ver-sione. Come la precedente piattaforma G2, la G3 è unsistema modulare che permette di distribuire inodi di rete del comando valvola e dei moduli I/Osu una macchina di produzione. "Ma la G3 offreuna modularità diversa, in grado di equilibraremeglio i costi e i benefici”, dice Fabrizio Colom-bo, responsabile Marketing Italia dell’azienda. "La modularità ha un costo intrinseco - spiega Co-lombo -. Questo costo è in parte legato alla pro-gettazione meccanica, come, per esempio, quel-lo relativo alla tenuta e al collegamento fisico deicomponenti elettronici modulari. Ulteriori costiderivano dalla configurazione delle comunica-zioni man mano che i sistemi distribuiti vengo-no ampliati”.

Nuovo algoritmoLa piattaforma G3 è in grado di indirizzare am-bedue le voci di costo. Sempre secondo Colom-bo, G3 utilizza un nuovo algoritmo autoindiriz-zante e una subnetwork modulo-modulo checonsentono agli utenti di aggiungere o elimi-nare singoli moduli da un nodo, senza doverli con-figurare manualmente. Questa capacità plug-and-play è implementatadalla progettazione meccanica della piattaformaG3, progettazione che consente di aggiungere oeliminare dei moduli senza per questo dover ri-muovere il nodo. G3 possiede, inoltre, una maggiore densità diI/O e flessibilità e supporta fino a 16 moduli pernodo di comunicazione, fino a 512 punti I/O e 32elettrovalvole.

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Con un massimo di 6 moduli per nodo, G2 sup-portava fino a 192 punti di uscita discreti, 96 in-gressi per nodo di comunicazione e 32 elettro-valvole. Per quanto riguarda la flessibilità, G3 utilizza glistessi moduli per gestire gli I/O, le valvole o am-bedue le funzioni.Con G2, i moduli distribuiti potevano gestire o levalvole o gli I/O, ma non ambedue le funzioni. "Inpassato, erano reciprocamente esclusivi - preci-sa ancora Colombo -. Ora, sarà più facile distri-buire i componenti pneumatici sulle grandi mac-chine”.

ATLAS COPCOvetrina

Soffiantiecologiche

Da Atlas Copco (atlascopco.it), la tecno-logia a vite per la compressione di aria a

bassissime pressioni: la soffiante a vite ZS. Ri-spetto alle soffianti a lobi, la tecnologia a vi-te Atlas Copco consente di risparmiare finoal 30% di energia elettrica, partendo dallaconvinzione che la tecnologia a lobi, oggi lapiù diffusa, non sia più adatta alla richiestadell’ambiente di ridurre al massimo le emis-sioni di anidride carbonica. Sostituendo latradizionale tecnologia a lobi con quella a vi-te, molti settori industriali,nelle diverse applicazioni -quali il trattamento delle ac-que reflue, il trasporto pneu-matico, l’industria alimenta-re e quella delle bevande,l'industria farmaceutica, chi-mica, cartaria, tessile, del ce-mento e manifatturiera ingenerale - potranno benefi-ciare dei vantaggi economiciconseguenti a l r isparmioenergetico.

Pro ambienteSecondo l'Epa (United States EnvironmentalProtection Agency), ad esempio, "circa 56 mi-liardi di kilowattora (kWh) sono consumati peri servizi legati all'acqua potabile e alle acquereflue. Se pensiamo che nel Paese vengono uti-

lizzate diverse fonti per produrre energia, que-sto significa che circa 45 milioni di tonnellate digas serra sono immesse nell'atmosfera. Baste-rebbe soltanto il 10% in meno di energia elettricautilizzata in questo settore per ottenere un ri-sparmio complessivo annuo di circa 400 milio-ni di dollari”. In un tipico impianto per il trattamento delle ac-que reflue, il sistema di aerazione a soffiantiincide sul consumo di energia elettrica fino al70%. La maggior parte di questi impianti utiliz-za la poco efficiente tecnologia a lobi, rimasta adoggi praticamente invariata sin dalla sua intro-duzione, avvenuta alla fine del secolo scorso.Riducendo la quantità di energia elettrica as-sorbita dalle soffianti, gli stabilimenti potrannolimitare i costi a essa associati e, allo stessotempo, proseguire la loro attività con un mino-re impatto ambientale.

Risparmio d’energiaMolti settori industriali utilizzano le soffiantinei loro processi produttivi e, scegliendo la tec-nologia a vite, potranno beneficiare di notevolivantaggi in termini di risparmio energetico. Gliimpianti per il trattamento delle acque reflue -quelli municipali come quelli industriali - po-tranno beneficiare di questa innovativa tecno-logia: infatti, le soffianti rappresentano, di soli-to, fino al 70% dei costi totali di energia elettri-ca consumata in tale settore. In siti come questi,milioni di batteri si nutrono dei rifiuti organici,producendo anidride carbonica, azoto e acqua.Poiché ai batteri occorre ossigeno per consenti-re lo svolgimento del processo, nelle vasche di ae-razione vengono convogliate grandi quantità diaria a bassa pressione.

Prestazioni superioriLe prestazioni della nuova soffiante a vite ZS so-no state testate dall'ente indipendente tedescoTechnische Überwachungs-Verein (Istituto te-desco per l’ispezione tecnica o Tüv) e confronta-te con una soffiante a tre lobi, secondo le nor-mative internazionali Iso 1217, ediz. 4. Tali testhanno certificato che la soffiante ZS garantisceun'efficienza energetica del 23,8% superiore aquella fornita da una soffiante a tre lobi a 0,5bar(e)/7 psig, e del 39,7% a 0,9 bar(e)/13 psig:prestazioni di classe superiore, da attribuire al-l'eccellente tecnologia della vite. Altre impor-

Vetrina

I QUADERNI DELL’ARIA COMPRESSA • aprile 201038

La nuovasoffiante a vite ZS

di Atlas Copco.

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tanti caratteristiche, che assicurano più elevateefficienza e affidabilità: scatola ingranaggi in-tegrata nel blocco motore, sistema di lubrifica-zione forzato e innovativa progettazione. Tutti isingoli componenti sono stati assemblati inun'unica soluzione, per ottenere una fornitura ilpiù flessibile possibile, fino alla classica solu-zione Atlas Copco "plug-and-play".

SMCvetrina

Due novitàin primo piano

Innovazione è, ormai, la parola d’ordine univer-salmente riconosciuta per rimanere in un mer-

cato sempre più selettivo. Come mostrano duenuovi prodotti firmati Smc (smcitalia.it).

Thermo-chiller prestanteLe richieste espresse dall'industria per un ther-mo-chiller piccolo, leggero e dalle alte prestazionisono state esaudite con il lancio del nuovo thermo-chiller serie Hrs da parte di Smc.Progettata per l'uso in moltissime applicazioni in-dustriali, questa nuova serie, aggiunta alla gammadi thermo-chiller Smc in continua espansione, èideale quando lo spazio di installazione e il flussodi ventilazione sono limitati ma è richiesto un raf-freddamento costante. Con un peso di soli 43 kg, Hrs è stata progettata perfunzionare con temperature del fluido di circola-zione comprese tra 5 e 40 ºC e il controllo Pid as-sicura variazioni regolari della temperatura e unastabilità eccellente di ±0.1 ºC. Disponibile sia con raffreddamento ad aria checon raffreddamento ad acqua e tre capacità di raf-freddamento fino a 2.500 W, la serie Hrs è com-patibile per l'uso con tutte le comuni alimentazionimonofase: AC100V, AC100-115V e AC200-230V.Nel pieno rispetto delle norme europee CE, UL eRoHS, la gamma di thermo-chiller della serie Hrsrispetta l'ambiente con un funzionamento a 60dB(A) e il refrigerante R407C non dannoso per l’o-zono.

Tubo controllo umiditàI problemi causati dalla condensa e dall'umiditàprodotte nello scarico dei piccoli attuatori e nel-le valvole ad azionamento pneumatico sono sta-

V e t r i n a

39aprile 2010 • I QUADERNI DELL’ARIA COMPRESSA

Il nuovo thermo-chillerserie Hrs di Smc.

Il nuovo tubodi controllo dell’umidità

della serie Idk di Smc.

ti risolti con il lancio di unnuovo e innovativo tubo dicontrollo dell'umidità dellaserie Idk da parte degli esper-ti Smc nel settore della pneu-matica. Prestazioni ridotte edifetti di funzionamento do-vuti alla condensazione han-no a lungo preoccupato i co-struttori di macchine e gli in-gegneri addetti alla manu-tenzione. Nei precedenti ten-tativi di risolvere tale proble-ma, sono state provate diver-se tecnologie, compresa la ri-duzione del punto di rugia-da, ma questa soluzione nonha fatto che creare altri pro-

blemi, quali l'essiccazione del grasso e l'aumentodell'ozono. Ora, invece di abbassare il punto di rugiada, il nuo-vo tubo Idk in resina fluorurata di Smc elimina lacondensa attraverso un metodo di diffusione cherimuove l'umidità supersatura e la condensa, tra-sferendole dalle zone a umidità elevata, indivi-duate all’interno dell'attuatore, verso le superficia umidità più bassa presenti all'esterno.Questi i vantaggi: allunga la vita dell'attuatore,previene la riduzione del tempo unitario di pro-duzione e i difetti di funzionamento in tutti i pic-coli attuatori e pinze.Disponibile per l'uso con diametri esterni del tubodi 2, 4 e 6 mm e in lunghezze del tubo di 100 o 200mm, la serie Idk è facile e veloce da installare at-traverso il raccordo istantaneo di Smc, posto accantoall'attuatore o alla valvola ad azionamento pneu-matico.

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Aprile è il mese in cui si comincia a ve-dere all’orizzonte il traguardo del giro

di boa annuale e in cui le prime considera-zioni sul periodo appena trascorso fannocapolino tra le percentuali statistiche cheornano bellamente i fogli dei bilanci sullescrivanie.Animac non fa eccezione e si guarda in-dietro. Anzi, si guarderebbe indietro sesolo ne avesse il tempo. Abbiamo dei ri-tardi, ebbene sì. Abbiamo dei progetti: èvero, tanti e ambiziosi (forse qualche vol-ta è stata diversa la risposta?).

Riferimento di settoreAbbiamo delle new entry: uomini e don-ne, professionisti che operano nell’om-bra e che non appaiono nelle passerellema che, grazie al loro intenso e impor-tante lavoro, si riempiono le pagine diformule, consigli, telefonate, dettagli,

DOPO UN 2009 RICCO DI INIZIATIVE AL SERVIZIO DEL SETTORE

Quest’annosi parte in QUARTAAbbiamo delle new entry: professionisti, uomini e donne,che costituiscono una fucina di idee. Abbiamo nuovi contatti:installatori, aziende, addetti al settore che ci contattanoesponendoci un nuovo problema da risolvere. Abbiamoambizioni: quella di essere un riferimento nel settore.Abbiamo la stravaganza di un paio di architetti che compensala “rigidità” di altrettanti ingegneri. Questo il nostro approccioal prossimo giro di boa. E tanta è la carne al fuoco.

Ing. Massimo Rivaltapresidente Animac

dietro ci sono l’idea, le bozze dello Statu-to, la scelta della squadra del Direttivo(presidente, vice presidente, segretario etesoriere) tra un gruppo di amici profes-sionisti fidati, la partenza in sordina e lacrescita esponenziale mai fermatasi. Oggi, Animac è più forte, solca le ondesenza la paura degli inizi, naviga tra i ma-rosi mantenendo saldi i riferimenti dellerotte e degli obiettivi da seguire, ha ac-quisito quell’esperienza che le permettedi essere un riferimento nel panoramanazionale. Animac è stata innovatrice.Non soltanto nel settore dell’aria com-pressa, ma anche verso nuovi e lontaniorizzonti, portando addirittura a ideare,proporre e realizzare corsi di formazionepresso la Fondazione dell’Ordine degli In-gegneri della Provincia di Torino. Ed è sta-ta la prima volta dalla nascita della Fon-dazione dell’Ordine in cui è stato propo-

idee, perché non è uno solo a pensare,ma siamo in tanti. Abbiamo dei nuovicontatti: installatori, aziende, addetti alsettore che ci contattano esponendociun nuovo problema da risolvere. Abbia-mo ambizioni: quella di essere un riferi-mento nella categoria, nel settore. Siamostravaganti. Per l’approccio al problema,per il coinvolgimento personale, perchénel gruppo ci devono essere armonia efluidità. E la stravaganza di un paio di ar-chitetti compensa la “rigidità” di altret-tanti ingegneri. Questo è il nostro ap-proccio al prossimo giro di boa… Per que-sto, se guardassimo indietro, perderem-mo la rotta e la programmazione tempo-rale dei nostri itinerari. Il vento ci è favore-vole, boliniamo con rotte lunghe, planan-do fra le onde che s’infrangono sulloscafo virtuale di un’idea vincente da farconoscere. Rapidamente, voltandoci in-

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I QUADERNI DELL’ARIA COMPRESSA • aprile 201032

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sto un corso (tenuto da chi scrive questenote, in qualità di presidente Animac)sull’argomento specifico delle attrezza-ture in pressione (titolo del Corso “Ped eDM 329/04”). E che, a quanto pare, non èpresente in tutte le omologhe sedi di ca-tegoria. Bene, sia concesso allora un tri-buto di merito al team tecnico e organiz-zativo di Animac: Elena, Diego, Alessio…che coordinano, costruiscono, modifica-no, realizzano, progettano e formalizza-no le idee che nascono dallo sforzo di unpresidente il cui tempo, suddiviso tra i va-ri impegni istituzionali e professionali, siporta via ogni santo giorno dell’anno(stavo per dire 25 ore al giorno…).

Idee e progettiCome promesso, uno dei progetti è quel-lo di realizzare la pubblicazione di “Indi-cazioni tecniche per l’impianto perfetto”.Ma, nel futuro, non c’è solo la divulgazio-ne editoriale, bensì sorge forte l’esigenzadi organizzarsi e creare momenti di ag-gregazione per la formazione. Ecco, quin-di, l’idea, nata da un’esigenza reale su ri-chiesta, di una serie di Convegni su scalanazionale. E, poi, l’introduzione di con-venzioni - di cui qualcosa è già stato di-scusso - che, ormai, sono vere e propriefucine di modelli e archetipi di come daun semplice pensiero si possa sviluppareun interessante punto di osservazione,che potrebbe chiamarsi Centro Servizi edessere rappresentato, ad esempio, da unConsorzio di Imprese formato da un nu-mero minimo di installatori ben inseritinell’ambito del tessuto strutturale dell’e-conomia territoriale di riferimento. Nel caso specifico, i servizi offerti potreb-bero essere illustrati dalle seguenti vociprincipali:• formazione e aggiornamento;• adempimento degli obblighi di legge

per tutti gli impianti installati;• aggiornamento normativo periodico;• analisi e valutazione delle offerte di

concorrenti non aderenti al Consorzio;• ricerca di finanziamenti per formazione

e consulenze specifiche; • visibilità del Consorzio nel mercato;• centralizzazione acquisti; • consulenze specifiche (legale, tecnica…)

a pagamento.La conduzione potrebbe essere affidata aun Consiglio di amministrazione compo-sto in modo tale da garantire la rappre-sentanza delle imprese aderenti al Con-sorzio stesso. Tra le attività da non sotto-valutare, quella di una potenziale centra-lizzazione degli acquisti. Naturalmente,tutte idee, queste, ancora allo stato em-brionale, da architettare in forma sinteti-ca, sistematica e organizzata. A

NIM

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33aprile 2010 • I QUADERNI DELL’ARIA COMPRESSA

Ma Animac sta approntando anche larealizzazione di una Rete nazionale di so-ci (meglio se certificati) per rispondere al-le esigenze di future collaborazioni e con-venzioni con società nel settore dei servi-zi e delle manutenzioni a trecentoses-santa gradi, le cui regole guida sono stategià impostate. E una parte di Rete asso-ciativa risulta già funzionante nel territo-rio nazionale: Torino, Novara, Asti, Lecco,Milano, Piacenza, Bari. Altre aree verran-no coperte presto. E’ questo il caso dellastretta collaborazione nata tra Animac eSol.Man., Soluzioni per la Manutenzione(www.sol-man.it), azienda giovane, bril-

Il Convegno si presenta come una Giornatadi incontro, aggiornamento, informazione,

caratterizzata dalla trattazione di ben precisitemi per dare risposte esaurienti alle proble-matiche sul tappeto.

Aggiornamento normativo- Aria compressa: PED- Aria compressa: DM 329/04- Sicurezza: DM 81/08 - Dichiarazione di conformità: DM 37/08.

Cosa fare per essere a posto• Modulistica necessaria- Relazione tecnica- Dichiarazione di conformità secondo il DM

329/04- Certificazione di conformità secondo i Vv.Ff.- Dichiarazione di conformità secondo i Vv.Ff.- Obblighi dell’utilizzatore:a) verifica obbligatoria di primo impianto, ov-vero di controllo di messa in servizio (art. 4), ameno che non si abbiano i requisiti per l’esclu-sione del controllo di messa in servizio;b) dichiarazione di messa in servizio (art. 6);c) verifica periodica obbligatoria, ovvero di ri-qualificazione periodica (art. 8);d) elenco attrezzature con i valori richiesti;e) relazione tecnica con schema d’impianto;f) dichiarazione di conformità d’installazione;

g) verbale di verifica di primo impianto oveprescritta.

• Verifiche periodiche- Verifiche di Integrità (art. 12)- Verifiche di Funzionamento (art. 13).

• Cosa deve fare l’utilizzatore finale (o cosa si può fare per aiutarlo)L’installatore, per fidelizzare e consigliare ilcliente, deve renderlo edotto circa i propri ob-blighi normativi: quindi, all’utilizzatore finalebisogna trasmettere un modello in cui possaprendere conoscenza delle attività di propriacompetenza, vale a dire:- sottoporre a categorizzazione le Apparec-

chiature in pressione secondo All. II Ped;- costituire e mantenere aggiornato il Data

base delle Attrezzature in Pressione dei pro-pri impianti;

- redigere uno scadenziario di dettaglio se-condo nuove periodicità;

- richiedere l’esecuzione delle Verifiche diMessa in Servizio;

- presentare le Dichiarazioni di Denuncia diMessa in Servizio;

- richiedere l’esecuzione delle Visite Perio-diche;

- formalizzare le Messe Fuori Servizio e iRiavvii.

CONVEGNO NAZIONALE ANIMAC

Giornata di formazione:programma tipo M. R.

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lante e dinamica, con cui sono stati di-scussi e approfonditi i principali puntidella reciproca collaborazione, per quan-to riguarda il settore delle attrezzature inpressione (non solo aria compressa),quali, ad esempio:- vincolare tutti i potenziali nuovi soci di

Sol.Man., operanti nel settore della ma-nutenzione dell'aria compressa, allasottoscrizione della quota associativaAnimac: in caso contrario, non verran-no abilitati alla manutenzione citata;

- disponibilità a considerare uno sconto(da concordare insieme) per i Soci Ani-mac che vorranno essere inseriti nelleliste del portale Sol.Man.

E questa ulteriore novità non può far al-tro che arricchire professionalmente en-trambe le parti costituenti il protocollo diintesa, con l’aggiunta di avere a disposi-zione dei Soci Animac tutte le convenzio-ni già stipulate da Sol.Man. (alberghi, no-leggi ecc.).

Tanti ci chiedono…Forse, è proprio il caso di dirlo: Animac s’èdesta! Ed ecco che arrivano in continua-zione domande su come gestire le pro-blematiche legate all’attività dell’instal-latore. Domande tipo:- Buongiorno ingegnere, avremmo biso-

gno di avere informazioni sulla norma-tiva riferita ai serbatoi dei compressorie delle valvole di sicurezza. Nello speci-fico, cosa bisogna fare se il serbatoio hadieci anni?;

- I tubi di alluminio sono soggetti a Ped?Devono essere certificati?;

- Sarebbe possibile fare una sorta di ab-bonamento con i nostri clienti dove, co-me servizio aggiunto, si potessero for-nire maggiori ragguagli normativi circale operazioni da eseguirsi per gli appa-recchi a pressione?;

- Per gli elettrocompressori, per tutte levarie accezioni di carattere manutenti-vo esiste una guida da Voi preparata inmerito?;

- Quando c’è l’Arpa in azienda o altro en-

Sono previsti sponsor (contattare diretta-mente l’ing. Rivalta per le necessarieinformazioni al riguardo).A fine convegno, verrà consegnato un at-testato di frequenza alla giornata forma-tiva. Il costo della giornata è di euro150,00 + Iva, ma sono previsti particolaripacchetti e convenzioni per partecipazio-ni multiaziendali. Il periodo previsto delConvegno potrebbe essere tra giugno-lu-glio e ottobre-novembre e, comunque,entro l’anno: inizialmente con una unicatappa per poi proporre la giornata su al-meno tre tappe annuali.

• Il Consorzio:ipotesi di organizzazionea) Contributo oggettivo: pagamentoquota associativa.b) Piano economico: si può prevedere, aregime (a cominciare da circa 30 consor-ziati), un piano economico organizzato,tenendo presente che una strutturatroppo pesante inciderebbe in manierapoco conveniente sui costi.Animac offrirebbe al Consorzio le se-guenti attività e servizi:• tutti i servizi offerti da Animac in tema

di informazione tecnica e normativa; • preparazione pratiche Ped e DM 329 in-

cluse nella quota associativa (da valu-tarsi costi e quantità);

• giorni di presenza per consulenze e for-mazione in loco.

Come primo approccio, l’iniziativa si ren-de interessante per i due seguenti motivi:1) motivo “economico” del Consorzio: laquota forfetaria per consorziarsi sarà piùconveniente dell’associazione singola adAnimac, fermi restando i servizi offerti einclusi nella quota;2) motivo “immagine e visibilità”: la pre-senza di un consorzio sul territorio ponele basi per una distinzione fra quanti so-no al suo interno e quanti, invece, nonaderiscono. Ciò farebbe finalmente la dif-ferenza tra gli uni e gli altri, di fronte aiterzi, in termini di qualità del servizio of-ferto e dei costi proposti.

te ispettivo (Ispesl, Asl), come ci si devecomportare?

Ma non basta. Infatti, l’attivazione di unservizio di tutela legale interno, ormaifunzionante già da qualche mese, con-sente di affrontare con maggiore sicurez-za gli aspetti collegati alle problematichedi carattere legale.Dopo aver descritto le attività in cui Ani-mac si propone come attore protagoni-sta e con cui l’Associazione sta crescendoe l’aver annunciato l’arrivo di una giorna-ta dedicata al Convegno Nazionale (vediapposito riquadro), ci aspettiamo di rice-vere sempre più numerose le richieste diassociarvisi.

Due progetti, due esempi • Prima giornata di Formazione nazionale AnimacIn un’ottica di crescente specializzazionee crescita, Animac propone la Prima gior-nata di formazione da organizzarsi sulterritorio nazionale (struttura dei conte-nuti nel riquadro citato).L’incontro è dedicato sia ai Soci Animac,per un maggiore approfondimento, sia ainon Soci, per comprendere la realtà lavo-rativa con i rischi che comporta il non es-sere a posto con la vigente legislazione.Il corso è aperto a operatori del settore(installatori, distributori ecc.), ai Rsppaziendali e, in generale, a tutti quanti de-siderino un approfondimento in materiadi apparecchiature a pressione e di infor-mazione normativa.Il corso si riterrà avviato al raggiungimen-to del minimo numero di partecipanti.

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I QUADERNI DELL’ARIA COMPRESSA • aprile 201034

Ci allarghiamo!

Animac sta ricercando realtà, or-ganizzate e da organizzare, da in-

serire nell’ampliamento della propriastruttura tecnio-commerciale pre-sente capillarmente sul territorio na-zionale.Questa nuova esigenza nasce danuove collaborazioni introdotte direcente nel quadro di attività del-l’Associazione.