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I pronomi relativi I pronomi relativi sostituiscono i nomi e, contemporaneamente, congiungono tra loro due frasi. I pronomi relativi sono : il quale/la quale/ i quali/le quali, che ,cui ,dove . Esaminiamo le caratteristiche e l’ utilizzo dei pronomi relativi : IL QUALE, variabile nel genere e nel numero, può svolgere la funzione di soggetto sia di complemento indiretto. CHE, invariabile, è il pronome relativo maggiormente utilizzato e svolge le funzioni di soggetto e di complemento oggetto. CUI, invariabile, svolge unicamente la funzione di complemento indiretto, preceduto da una preposizione, quando ha valore di complemento di termine, quando significa «al quale/alla quale», «ai/alle quali», può indifferentemente essere preceduto oppure no dalla preposizione a . DOVE : avverbio di luogo, diventa pronome relativo quando assume il significato di «nel quale», «in cui». I pronomi relativi misti I pronomi relativi misti uniscono in sé la funzione di un pronome relativo e di uno o più pronomi di altro tipo. 1. CHI (invariabile) = dimostrativo + relativo | «colui il quale/che» , «colei la quale/che» | 2. QUANTO (invariabile) = dimostrativo + relativo | «ciò che» | 3. QUANTI/QUANTE = dimostrativo + relativo | «quelli che, quelle che» | 4. CHIUNQUE (invariabile) = indefinito + relativo | «qualunque persona che, qualsiasi persona che, ogni persona che» | 5. DOVUNQUE/OVUNQUE = indefinito + relativo | in qualunque luogo in cui, in qualsiasi luogo in cui» |

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I pronomi relativi I pronomi relativi sostituiscono i nomi e, contemporaneamente, congiungono tra loro due frasi. I pronomi relativi sono : il quale/la quale/ i quali/le quali, che ,cui ,dove . Esaminiamo le caratteristiche e l’ utilizzo dei pronomi relativi : • IL QUALE, variabile nel genere e nel numero, può svolgere la funzione di soggetto sia di complemento indiretto. • CHE, invariabile, è il pronome relativo maggiormente utilizzato e svolge le funzioni di soggetto e di complemento oggetto. • CUI, invariabile, svolge unicamente la funzione di complemento indiretto, preceduto da una preposizione, quando ha

valore di complemento di termine, quando significa «al quale/alla quale», «ai/alle quali», può indifferentemente essere preceduto oppure no dalla preposizione a .

• DOVE : avverbio di luogo, diventa pronome relativo quando assume il significato di «nel quale», «in cui».

I pronomi relativi misti I pronomi relativi misti uniscono in sé la funzione di un pronome relativo e di uno o più pronomi di altro tipo. 1. CHI (invariabile) = dimostrativo + relativo | «colui il quale/che» , «colei la quale/che» | 2. QUANTO (invariabile) = dimostrativo + relativo | «ciò che» | 3. QUANTI/QUANTE = dimostrativo + relativo | «quelli che, quelle che» | 4. CHIUNQUE (invariabile) = indefinito + relativo | «qualunque persona che, qualsiasi persona che, ogni persona che» | 5. DOVUNQUE/OVUNQUE = indefinito + relativo | in qualunque luogo in cui, in qualsiasi luogo in cui» |

L’ avverbio

L’ avverbio è la parte variabile del discorso che accompagna verbi , aggettivi, altri avverbi e intere frasi per modificarne e precisarne il significato. A seconda della loro forma gli avverbi posso essere suddivisi in quattro categorie : 1. SEMPLICI : ( hanno una forma propria e dunque non

derivante da ulteriori parole). ES : Bene 2. COMPOSTI : ( sono formati da un’unica parola derivante

dall’ unione di due o più parole). ES : Intanto 3. DERIVATI : (derivano da aggettivi, verbi o nomi e aggiungono

un suffisso). ES : Bocconi 4. LOCUZIONI AVVERBIALI : (gruppi di parole che svolgono la

funzione di avverbio). ES : Una volta E a seconda del significato in otto categorie :

1. MODO

2. LUOGO

3. INTERROGATIVO

4. ESCLAMATIVO

7. QUANTITA’

L’ avverbio di modo o qualificativo Gli avverbi di modo o qualificativi indicano il modo in cui si svolge un’ azione oppure aggiungono un elemento che contribuisce a qualificare la parola a cui si riferiscono. Gli avverbi di modo rispondono alla domande : in che modo? In che maniera ? Appartengono alla categoria degli avverbi di modo o qualificativi : • Alcuni avverbi DERIVATI DAL LATINO come bene, male, volentieri, invano : ES : Non vorrei che aveste interpretato male le mie parole. • Gli avverbi formati da un AGGETTIVO + il suffisso –MENTE come correttamente, debolmente, incredibilmente : ES : Le onde lambivano dolcemente la spiaggia dorata. • Gli avverbi formati da un NOME o un VERBO + il suffisso –ONI come cavalcioni, tentoni, tastoni, ginocchioni, bocconi : ES : Il ragazzo si muoveva tastoni nella stanza buia. • Gli AGGETTIVI QUALIFICATIVI maschili singolari usati in funzione avverbiale : ES : Il treno correva rapido nella vasta pianura. • Alcune LOCUZIONI AVVERBIALI come di corsa, a poco a poco, all’ improvviso, a vanvera, in fretta, a squarciagola, alla rinfusa : ES : Dobbiamo ritornare in fretta, in quanto abbiamo un orario da rispettare.

L’ avverbio di luogo Gli avverbi di luogo indicano il luogo in cui si svolge un’ azione oppure in cui si trova qualcuno o qualcosa e rispondono alla domanda : dove ? Ecco alcuni degli avverbi e delle locuzioni avverbiali di luogo di uso più frequente : • Avverbi : qui, qua , là, quaggiù, laggiù, fuori, dentro, davanti, dinanzi, dietro, sotto, sopra, oltre, intorno, accanto, giù,

dappertutto, altrove, vicino, lontano, dovunque, ovunque. • Locuzioni avverbiali : di sopra, di sotto, per di qua, per di là, a destra, a sinistra, da vicino, da lontano, all’ indietro, di

fianco, nei paraggi, nei dintorni.

Sono avverbi di luogo anche ci, vi ,ne quando significano «qui», «là», «in questo/quel luogo», «da questo/quel luogo». ES : Io vado al cinema , perchè non ci vieni anche tu ?

Gli avverbi interrogativi, esclamativi e presentativi

Gli avverbi interrogativi introducono una domanda riguardante il modo, il luogo, il tempo, la quantità o la causa di un azione.

Gli avverbi esclamativi introducono un’ esclamazione riguardante il modo, il luogo, il tempo, la quantità o la causa di un azione.

Ecco alcuni degli avverbi e delle locuzioni avverbiali interrogativi ed esclamativi di uso più frequente : • AVVERBI : come ?, quanto?, quando?, dove?, perché?, come!, quanto! • LOCUZIONI AVVERBIALI : come mai?, da quando?, da quanto!, da dove!

Gli avverbi presentativi indicano, annunciano qualcuno o qualcosa.

Appartiene alla categoria degli avverbi presentativi esclusivamente l’ avverbio «ecco», talvolta unito alle particelle pronominali mi ,ti ,ci ,vi ,lo ,la ,ne .

L’ avverbio di tempo Gli avverbi di tempo indicano il momento in cui si svolge un’ azione o si verifica una circostanza e rispondono alla domanda : quando ? Ecco alcuni degli avverbi e delle locuzioni avverbiali di tempo di uso più frequente: • AVVERBI : adesso, ora, prima, poi, dopo, subito, presto, tardi , sempre, spesso, talvolta, mai, ieri, oggi, domani, allora, già,

recentemente, successivamente. • LOCUZIONI AVVERBIALI : una volta, un giorno, di tanto in tanto, di quando in quando, prima o poi, al più presto, tra poco,

poco fa, di buon’ ora, di giorno, di notte, in men che non si dica.

La parola mai, oltre che essere avverbio di tempo, può assumere, a seconda del contesto, tre differenti significati che ora andremo ad esaminare : 1. Può rafforzare il significato di una frase, sia positiva sia negativa : ES : Che dici mai ? 2. Può equivalere a una negazione : ES : «Ti arrendi?» «Mai!» 3. Può assumere un significato positivo : ES : Se mai cambiassi idea, dimmelo.

L’ avverbio di quantità Gli avverbi di quantità indicano in maniera indefinita la quantità o la misura di quanto è espresso da un verbo, da un aggettivo o da un avverbio e rispondono alla domande : quanto ? In quale misura ? Ecco alcuni degli avverbi e delle locuzioni avverbiali di quantità di uso più frequente : • AVVERBI : poco, molto, tanto, assai, abbastanza, alquanto, troppo, parecchio, piuttosto, più, meno, altrettanto, quasi,

almeno, minimamente, interamente, eccessivamente, appena, affatto. • LOCUZIONI AVVERBIALI : press’ a poco, all’ incirca, più o meno, a bizzeffe, di più, di meno, un poco, del tutto, fin

troppo, di gran lunga, su per giù.

ATTENZIONE !

Attenzione a non confondere il valore delle parole molto, tanto, troppo, poco, parecchio, altrettanto, che possono essere aggettivi o pronomi indefiniti oppure avverbi di quantità. Nel primo caso accompagnano un nome; nel secondo lo sostituiscono; nel terzo si riferiscono a un verbo, a un aggettivo o a un altro avverbio. Ricorda , inoltre, che quando sono aggettivi o pronomi possono variare nel genere e nel numero, mentre se sono avverbi sono invariabili.

L’ avverbio di giudizio o valutazione Gli avverbi di valutazione o di giudizio affermano, negano o mettono in dubbio il verificarsi dell’ azione o della condizione espressa dal verbo. A loro volta gli avverbi di valutazione o di giudizio si suddividono in tre categorie :

AVVERBI • AFFERMAZIONE : sì, certo, certamente, sicuro, sicuramente, indubbiamente, ovviamente, proprio, davvero. • NEGAZIONE : no, non, mai, nemmeno, neanche, neppure, mica ( solo nel linguaggio familiare). • DUBBIO : forse, probabilmente, eventualmente, possibilmente, magari.

LOCUZIONI AVVERBIALI • AFFERMAZIONE : senza dubbio, di certo, di sicuro, per l’ appunto, per davvero. • NEGAZIONE : niente affatto, per niente, neanche per idea, neanche per sogno, in nessun modo. • DUBBIO : se mai, quasi quasi, caso mai.

I gradi e l’ alterazione dell’ avverbio Gli avverbi possono esprimere il loro significato secondo tre diversi gradi d’ intensità:

1. GRADO POSITIVO : ES : Questa volta ho superato brillantemente l’ esame. 2. GRADO COMPARATIVO : ES : Questa volto ho superato l’ esame più/meno/come brillantemente della volta scorsa. 3. GRADO SUPERLATIVO : ES : Questa volta ho superato l’ esame molto/il più brillantemente (possibile). Non tutti gli avverbi però possiedono il comparativo e il superlativo. Sono invece declinabili secondo questi gradi : La maggior parte degli avverbi di modo; Gli avverbi di luogo lontano e vicino; Gli avverbi di tempo presto, tardi e spesso;

Inoltre è da sottolineare che gli avverbi di quantità poco e molto, insieme ad alcuni altri avverbi (derivati da aggettivi), conservano per il comparativo di maggioranza e il superlativo assoluto forme speciali di derivazione latina :

POSITIVO COMP. DI MAGGIORANZA SUPERLATIVO ASSOLUTO

Bene Meglio Benissimo/molto bene/ottimamente

Male Peggio Malissimo/molto male/pessimamente

Molto Più Moltissimo

Poco Meno Pochissimo/molto poco/minimamente

Grandemente Maggiormente Massimamente

Oltre che espressi secondo gradazioni, gli avverbi possono essere anche alterati , proprio come accade negli aggettivi e nomi.

La preposizione

La preposizione è la parte variabile del discorso che si pone dinanzi a un nome, un pronome, un avverbio o un verbo di modo infinito per collegare tra loro due parole o due frasi. Le preposizioni consentono dunque la relazione fra due elementi, nella quale il secondo si trova sempre in una posizione di dipendenza dal primo, in quanto senza di esso non avrebbe senso compiuto. In particolare quando una preposizione precede un nome, un pronome o un avverbio, e collega due parole, introduce i complementi indiretti. Quando invece la preposizione precede un verbo al modo infinito, collegando due frasi, introduce una frase dipendente dalla prima , definita subordinata. Secondo la forma le preposizioni possono essere distinte in tre categorie :

• PROPRIE • IMPROPRIE

• LOCUZIONI PREPOSITIVE

La preposizione propria Le preposizioni proprie a loro volta vengono distinte in due categorie : Costituite da una sola parola Costituite da una preposizione semplice + un articolo determinativo

IL LO LA L’ I GLI LE

DI Del Dello Della Dell’ Dei Degli Delle

A Al Allo Alla All’ Ai Agli Alle

DA Dal Dallo Dalla Dall’ Dai Dagli Dalle

IN Nel Nello Nella Nell’ Nei Negli Nelle

CON Col - - - Coi - -

SU Sul Sullo Sulla Sull’ Sui Sugli Sulle

PREPOSIZIONI SEMPLICI

DI, A, DA, IN, CON, SU, PER, TRA, FRA

PREPOSIZIONI ARTCOLATE

Per quanto concerne l’ uso della preposizione , ricorda che : • Le preposizioni articolate collo, colla, cogli, colle non sono più utilizzate, sostituite da con lo, con la…; anche per le forme col e

coi è preferibile servirsi della grafia separata : con il, con i ; • La preposizione A, qualora venga a trovarsi davanti a una parola che inizia con la stessa lettere; può prendere una «d eufonica»

finalizzata a ottenere un piacevole effetto sonoro; • Tra e fra hanno lo stesso significato e la scelta tra l’ una e l’ altra è legata a ragioni di eufonia ; • Le preposizioni articolate del, dello, della, dei, degli, delle possono anche svolgere la funzione di articoli partitivi ;

La preposizione impropria

Le preposizioni improprie vengono definite tali in quanto svolgono la funzione di preposizione, pur essendo aggettivi, avverbi e verbi espressi al modo participio. Ecco alcune delle preposizioni improprie di uso più frequente : • AGGETTIVI : secondo, lungo, salvo, vicino, lontano. • AVVERBI : avanti, davanti, innanzi, dietro, dopo, prima, dentro, fuori, sopra, sotto, accanto, contro, senza, oltre, intorno,

insieme. • VERBI : ( participio presente o passato ) durante, mediante, stante, rasente, nonostante, eccetto, escluso, dato.

Alcune preposizioni improprie si uniscono direttamente alla parola che segue , altre richiedono una preposizione propria, semplice o articolata.

RICORDA !

La locuzione prepositiva Le locuzioni prepositive sono costituite da più parole che insieme svolgono la funzione di preposizione, generalmente composte da : • Preposizioni proprie + avverbi : limitatamente a, al di fuori di… • Preposizioni proprie + nomi/verbi : per mezzo di , in base a, a prescindere da … Ecco un elenco delle locuzioni prepositive di uso più frequente : a fianco di ; a dispetto di ; a somiglianza di ; a proposito di ; limitatamente a ; di qua da ; al di fuori di ; a causa di ; a proposito di ; per opera di ; per mezzo di ; in quanto a ; in mezzo a; a favore di ; al cospetto di ; da parte di ; di fronte a ; in presenza di ; in compagnia di …

Il significato della preposizione Per quanto concerne il significato, occorre fare una distinzione tra PREPOSIZIONI PROPRIE e IMPROPRIE. Quest’ ultime pertanto possiedono un solo e preciso significato, uguale in qualsiasi contesto mentre le preposizioni proprie sono polivalenti e possono dunque assumere differenti significati , circa dodici : 1. SPECIFICAZIONE : 7. MEZZO : 2. MATERIA : 8. CAUSA : 3. POSIZIONE, DIREZIONE, PROVENIENZA : 9. COMPAGNIA : 4. TEMPO : 10. ARGOMENTO : 5. ETA’ : 11. PARAGONE : 6. MODO : 12. QUANTITA’ :

La congiunzione

La congiunzione è la parte variabile del discorso che unisce secondo un criterio logico due parole o due frasi. In base alla forma la congiunzione può essere distinta in tre categorie : 1. SEMPLICI (sono formate da una sola parola) 2. COMPOSTE (sono formate da una parola che deriva dall’

unione di due o più parole) 3. LOCUZIONI CONGIUNTIVE ( insieme di parole che svolge la

funzione di congiunzione) In base alla funzione può invece essere distinta in due categorie : 1. CORDINANTE : collega due parole o due frasi ponendole su

un piano di parità. 2. SUBORDINANTE : collega due frasi stabilendo tra di esse un

rapporto di dipendenza.

La congiunzione coordinante Esistono circa sei differenti categorie di congiunzioni coordinanti che si differenziano tra loro per il tipo di legame logico che instaurano tra le parole o le frasi che collegano.

CONGIUNZIONI COORDINANTI LEGAME LOGICO ESEMPI

Copulative : e, anche ,inoltre ,pure ,né, neanche ,nemmeno , neppure.

Collegano due elementi semplicemente accostandoli.

Vado e torno.

Disgiuntive : o, oppure, ovvero, altrimenti.

Collegano due elementi ponendoli in alternativa o escludendone uno.

Mi accompagni o resti a casa ?

Avversative : ma, tuttavia, però, eppure, invece, anzi, nondimeno, bensì

Uniscono due elementi in contrapposizione tra loro.

Dovevamo incontrarci alle cinque, invece, sei giunto alle sei.

Esplicative o Dichiarative : infatti, difatti, invero, cioè, vale a dire, ossia.

Introducono una precisazione o spiegazione di quanto si è già detto.

Il tuo ragionamento è incoerente, cioè privo di logica.

Conclusive : dunque, perciò, quindi, pertanto, allora, insomma, sicchè.

Collegano due frasi di cui la seconda rappresenta la conseguenza o la logica della prima.

Non sopporto il caldo torrido, perciò d’ estate vado in montagna.

Correlative : e…e, o…o, né…né, sia…sia, non solo…ma anche, ora…ora.

Collegano due elementi ponendoli in corrispondenza tra loro.

Domani andremo in gita in ogni caso, sia che faccia bel tempo sia che piova.

La congiunzione subordinante Le congiunzioni subordinanti si differenziano in circa quattordici categorie in base al tipo di subordinata che introducono.

CONGIUNZIONI SUBORDINANTI INTRODUCONO UNA SUBORDINATA ESEMPI

1. Dichiarative : che , come 2. Casuali : poiché, perché, siccome… 3. Finali : affinchè, perché, al fine di … 4. Consecutive : così…che, tanto…che… 5. Temporali : quando, mentre, appena 6. Concessive : anche se, sebbene… 7. Condizionali : se,qualora, a patto che

8. Modali : come se, nel modo che… 9. Avversative : anzichè, laddove… 10. Comparative : più…che, cos…come… 11. Interrogative e dubitative : come, se 12. Eccettuative : fuorchè, tranne che… 13. Esclusive : senza, senza che… 14. Limitative : per quanto, in quanto a…

Spiega il significato di quanto è espresso nella reggente. Indica la causa di quanto è espresso nella reggente. Indica la causa di quanto è espresso nella reggente. Indica la conseguenza di quanto è espresso nella reggente. Indica il momento in cui si verifica quanto espresso dalla reggente. Indica la circostanza nonostante la quale si verifica quanto espresso nella reggente. Indica la condizione necessaria perchè si verifichi quanto espresso nella reggente. Indica il modo in cui si verifica quanto è espresso nella reggente. Indica un evento contrario a quello espresso nella reggente. Indica un confronto con quanto è espresso nella reggente. Esprimono una domanda indiretta o un dubbio. Indica un’ eccezione rispetto a quanto espresso nella reggente. Indica un evento escluso da quello espresso nella reggente. Indica una limitazione rispetto a quanto espresso nella reggente.

Ho il dubbio che non ti ricordi più di me. Siccome non c’ era la pioggia, uscimmo. Telefonerò alla polizia affinchè mi aiuti. Sono così felice che abbraccerei tutti. Discuteremo di ciò appena avrò tempo. Ti aiuterò anche se non lo meriti. Non diresti nulla se mi amassi davvero. Mi guardava, come se già mi conoscesse Mangi a sazietà anziché essere a dieta. Ella è più da compatire che da punire. Mi chiedo come tu abbia potuto farlo. Mi sarei aspettato tutto, fuorchè questo. Ha accolto la mia idea senza opporsi. Per quanto ne so, il libro è un successo !

L’ interiezione

L’ interiezione o esclamazione è la parte variabile del discorso o un’ espressione che esprime sensazioni ed emozioni improvvise, spontanee. In base alla forma le interiezioni si distinguono in tre categorie : 1. PROPRIE : svolgono esclusivamente questa funzione,

alcune variano di significato dato il contesto e il tono di pronuncia, altre invece hanno un significato specifico.

2. IMPROPRIE : ulteriori parti del discorso quali nomi, aggettivi, verbi e avverbi che in determinate circostanze svolgono la funzione di interiezione.

3. LOCUZIONI ESCLAMATIVE : insieme di parole o brevi frasi che svolgono la funzione di interiezione.

Le onomatopee : parole o suoni ? L’ onomatopea è una parola o un’ espressione la cui funzione non è quella di trasmettere un significato, ma quella di imitare e riprodurre un suono, un rumore o il verso di un animale.

Le onomatopee, pur diverse dalle interiezioni, possono essere accostate a queste ultime per essere costituite da parole che non possiedono in sé un significato. Spesso le onomatopee sono precedute dall’ articolo e svolgono la funzione di sostantivi. Esistono poi parole che sono contemporaneamente portatrici di significato e di suono. Sono le parole onomatopeiche, che, derivate da particolari versi e suoni, hanno però una precisa identità grammaticale, essendo sostantivi, aggettivi e verbi. Inoltre è da evidenziare che le onomatopee si dividono in due categorie : • PRIMARIE : suono ( ES : MIAO ! ) • SECONDARIE : suono espresso mediante una parola ( ES : MIAGOLIO ! )