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ARACNE I principali riflessi del metodo semiprobabilistico agli stati limite nel progetto dei solai latero–cementizi Liborio Cavaleri

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ARACNE

I principali riflessi del metodosemiprobabilistico agli statilimite nel progetto dei solai

latero–cementizi

Liborio Cavaleri

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(06) 93781065

ISBN 978–88–548–1710–4

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I edizione: aprile 2008

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INDICE

1. Generalità........................................................................................................................................ 1

2. Principali prescrizioni normative ................................................................................................... 5

3. Criteri di progetto............................................................................................................................ 7

3.1 Schemi di calcolo ..................................................................................................................... 9

3.2 Progetto dell’altezza ............................................................................................................... 11

3.3 Inviluppo dei momenti ........................................................................................................... 15

3.4 Verifica delle sezioni di estremità e fascia piena.................................................................... 17

3.5 Verifica a taglio...................................................................................................................... 19

4. Esempio numerico ........................................................................................................................ 20

4.1 Analisi dei carichi................................................................................................................... 21

4.2 Schemi di calcolo ................................................................................................................... 24

4.3 Verifica dell’altezza e progetto dell’armatura ........................................................................ 27

4.4 Progetto dell’armatura superiore nella sezione C della campata CD ..................................... 31

4.5 Progetto dell’armatura superiore nella sezione D................................................................... 33

4.6 Progetto dell’armatura superiore nella sezione C della campata BC...................................... 35

4.7 Progetto dell’armatura superiore nelle sezioni A e B della campata AB ............................... 36

4.8 Diagrammi dei momenti resistenti e dei momenti di calcolo ................................................. 37

4.9 Verifica a taglio e verifica ad effetto arco-tirante................................................................... 38

4.10 Lunghezze di ancoraggio...................................................................................................... 41

4.11 Distinta dei ferri di armatura ................................................................................................ 42

Allegato – Tabelle per il progetto/verifica di sezioni rettangolari inflesse ....................................... 43

Bibliografia

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Principali Riflessi del Metodo Semi Probabilistico agli Stati Limite nel Progetto dei Solai Latero-Cementizi

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1 Generalità

I solai costituiscono una delle unità tecnologiche cosiddette di “partizione

interna orizzontale”. Essi hanno la funzione di assicurare una separazione

orizzontale degli ambienti dal punto di vista fisico, ottico, acustico e termico in

base alle diverse destinazioni d’uso, e di garantire l’equilibrio statico tramite

l’apparecchiatura costruttiva e consentire l’installazione di impianti utili allo

svolgimento delle attività d’utenza.

Dal punto di vista strutturale, il solaio deve assolvere le seguenti funzioni:

sostegno del peso proprio e di quello dei carichi di esercizio ed

accidentali;

supporto del soffitto che può essere aderente o appeso;

collegamento ed incatenamento dei muri perimetrali (o dei telai

perimetrali), in modo da costituire un insieme scatolare in grado di

resistere meglio alla spinta del vento e delle azioni sismiche.

Dal punto di vista del comfort ambientale il solaio deve:

assicurare una coibenza acustica soddisfacente, soprattutto per i solai

intermedi di edifici multipiano;

assicurare una buona coibenza termica, soprattutto per i solai di

copertura;

Infine il solaio deve avere un’adeguata resistenza in caso d’incendio.

I primi solai furono in legno (Fig. 1). Una soluzione costruttivamente facile, ma

che generalmente prevedeva spessori utili elevati, alta deformabilità meccanica,

facilità di usura per effetto di agenti esterni, scarse caratteristiche di isolamento

termico ed acustico, facilità di incendio.

I solai in legno hanno una scarsa capacità di collegamento con la restante

struttura portante e ciò li rende poco adatti per costruzioni in zona sismica.

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Figura 1 – Solaio in legno: a) intradosso; b) schema strutturale.

Questi solai, usati fin dall’antichità, hanno lasciato il posto nei primi anni del

Novecento a quelli costituiti da travi metalliche e laterizi e poco dopo a quelli in

latero-cemento costituiti da c.a. normale o precompresso e blocchi forati in

laterizio.

Lo schema costruttivo di questo tipo di solai è molto simile a quello dei solai

in legno, dove le travi principali sono sostituite dai travetti in c.a. gettati in opera

o prefabbricati e il tavolato e le travi secondarie, su cui viene posata la

pavimentazione, sono sostituiti da una soletta in c.a.

Il vuoto che restava tra le travi, nei solai in legno, è riempito da elementi di

laterizio che così garantiscono la uniformità dell’intradosso.

In relazione alla modalità d’esecuzione distinguiamo due tipi di solai latero-

cementizi:

Solai gettati in opera:

I blocchi di laterizio ed il c.a. vengono posizionati su un impalcato di

sostegno provvisorio (Fig. 2) che viene smontato non appena il

conglomerato ha raggiunto una resistenza meccanica sufficiente (comunque

non prima di 28 giorni). Dopo aver sistemato tutti i blocchi e prima di

procedere con il getto di completamento di calcestruzzo, si posizionano i

Tavolato

Travi principali

Travi secondarie

a) b)

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Principali Riflessi del Metodo Semi Probabilistico agli Stati Limite nel Progetto dei Solai Latero-Cementizi

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ferri di armatura ricorrendo all’uso di distanziatori o di sistemi equivalenti in

modo da assicurare che, nella fase di getto stesso, i ferri mantengano una

corretta disposizione.

Solai con travetti prefabbricati:

L’onere maggiore, nella realizzazione di un solaio totalmente gettato in

opera è la carpenteria, cioè la costruzione dell’impalcato ligneo provvisorio.

Per ovviare a questo inconveniente sono stati ideati i solai con travetti

prefabbricati in cemento armato o cemento armato precompresso (Fig. 3). I

travetti, a seconda delle loro caratteristiche, hanno capacità portanti più o

meno elevate e sono in grado, quindi, di sostenere da soli il peso dei laterizi

e del getto di completamento in calcestruzzo, aiutati solo da elementi

provvisionali rompitratta situati ad intervalli regolari. Rispetto al solaio

gettato in opera, conservano comunque una discreta flessibilità di

adattamento anche a fabbricati di pianta complessa.

Figura 2 – Solaio misto in c.a. e laterizio gettato in opera.

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Figura 3 – Solai con travetti prefabbricati a traliccio (a) e precompressi (b).

In base alla funzione assolta dai laterizi si distinguono solai con blocchi di

laterizio collaboranti e solai con blocchi di laterizio non collaboranti. In Fig 4 si

riporta un esempio di tali tipologie.

Figura 4 – Esempio di blocchi collaboranti (a) e blocchi non collaboranti (b).

In Fig. 5 è riportato un diagramma a blocchi che sintetizza la classificazione

prima effettuata:

Figura 5 – Classificazione dei solai latero-cementizi.

a) b)

a) b)

con blocchi collaboranti e non

con blocchi collaboranti e non

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Nel seguito verranno trattati i solai gettati in opera o con travetti non

precompressi e blocchi non collaboranti.

2 Principali prescrizioni normative

Il D. M. LL. PP. del 9 gennaio del 1996 che recita “norme tecniche per il

calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale

e precompresso e per le strutture metalliche”, e il D. M. II. TT. 14 settembre

2005 che recita “norme tecniche per le costruzioni”, riportano norme

complementari relative ai solai. In esse sono contenute indicazioni sulle

caratteristiche geometriche minime che devono avere i solai. Tali indicazioni

sono il frutto dell’esperienza acquisita nel corso dei decenni e consentono di

definire le condizioni limite per un proporzionamento ottimale.

Per una più semplice lettura si faccia riferimento alla Fig. 6 che consente la

identificazione delle caratteristiche geometriche in questione.

h

i

b

a

Af

s

i

Figura 6 – Sezione di solaio in latero-cemento

Spessore minimo dei solai:

Lo spessore dei solai a portata unidirezionale che non siano di semplice

copertura non deve essere minore di 1/25 della luce di calcolo (l) ed in

nessun caso inferiore a 12 cm. Detto h tale spessore deve dunque verificarsi:

1h l 12

25cm

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Spessore minimo della soletta:

Lo spessore minimo del calcestruzzo della soletta di conglomerato non deve

essere minore di 4 cm. Detto s tale spessore deve dunque verificarsi:

4s cm

Larghezza e interasse delle nervature:

La larghezza (b) minima delle nervature in calcestruzzo per solai con

nervature gettate o completate in opera non deve essere minore di 1/8

dell’interasse (i) e comunque non inferiore a 8 cm. Dunque:

881

ib cm

L’interasse (i) delle nervature non deve in ogni caso essere maggiore di 15

volte lo spessore medio della soletta, cioè:

si 15

Inoltre il blocco interposto deve avere dimensione massima inferiore a 52

cm.

Armatura trasversale:

Per i solai con una luce superiore a 4,5 metri bisogna prevedere un’adeguata

armatura trasversale pari alla maggiore tra 3 6 al metro ed al 20% di quella

longitudinale nell’intradosso del solaio. Inoltre è opportuno, per luci elevate,

inserire degli elementi di distribuzione chiamati “travetti rompi tratto”. Per

solai ordinari tali elementi possono avere larghezza di 25 cm, con armatura

longitudinale costituita da 4 12 e con staffe 6 disposte ogni 25 cm.

Armatura longitudinale:

L’armatura longitudinale (tesa) deve essere maggiore di 0,07·h cm²/m ove h

è l’altezza del solaio espressa in cm. Detta Af tale armatura dovrà verificarsi

per ogni metro di larghezza di solaio valutata in direzione ortogonale alle

nervature:

fA 0,07h cm²/m

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Protezione delle armature:

L’armatura deve avere un copriferro non minore di 5 mm e il copriferro

laterale, per armatura nella nervatura, deve essere non minore di 8 mm

(Fig. 7). Inoltre l’interferro deve essere non inferiore ad 1 cm.

> 5 mm

> 8 mm

> 5 mm.i

Figura 7 – Limiti minimi del copriferro delle armature

3 Criteri di progetto

Ai fini del calcolo, un solaio può essere considerato come una trave continua

che si interrompe ogni qual volta cambia l’orditura, individuata dalla direzione

dei travetti. La sezione di tale trave e quella di una T avente per larghezza

inferiore quella della nervatura e per larghezza superiore l’interasse tra le

nervature. In tal modo di individua una unità strutturale dalla ripetizione della

quale si ottiene il solaio nella sua interezza.

L’orditura del solaio è rappresentata graficamente da un segmento con frecce

alle estremità come in Fig. 8.

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Figura 8 – Due possibili distribuzioni delle orditure dei solai di un edificio ordinario.

L’orditura dipende dalla volontà/possibilità di caricare maggiormente alcune

travi piuttosto che altre, ma anche dalla possibilità di ottenere momenti ridotti

sul solaio stesso (orditura lungo la luce minore). In Fig. 9 si mostrano le orditure

di quattro campi di solaio obbligate, nella direzione della luce maggiore, dalla

presenza di due travi piatte (a ridotte capacità di prestazione).

trave piattatrave piatta

Figura 9 – Esempio di orditura di solai in presenza di travi piatte.

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3.1 Schemi di calcolo

Come prima accennato, lo schema di calcolo è quello di una trave continua, in

cui i vincoli di estremità devono essere opportunamente definiti.

Se le travi di estremità, cui è vincolato il solaio, sono molto rigide dal punto

di vista torsionale, i vincoli di estremità si possono considerare come incastri

(Fig. 10).

Figura 10 – Schema di calcolo per solaio a tre campate con vincoli di incastro all’estremità.

Se invece le travi di estremità sono poco rigide dal punto di vista torsionale,

allora tali vincoli si possono considerare come appoggi (Fig. 11).

Figura 11 – Schema di calcolo per solaio a tre campate con vincoli di appoggio all’estremità.

Laddove la rigidezza torsionale delle travi di estremità fosse intermedia,

bisognerebbe predisporre opportuni vincoli di rigidezza intermedia fra incastro e

appoggio (semincastri).

Gli appoggi intermedi simulano la presenza delle travi intermedie. Tali travi,

a causa della presenza di campi di solaio su entrambi i lati, in via

approssimativa, non subiscono torsione e quindi non trasferiscono coppie

concentrate. Per tale ragione vengono modellate attraverso vincoli di appoggio.

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Si osservi che gli schemi in Fig. 10 ed in Fig.11 potrebbero essere

rappresentativi del comportamento di un solaio come quello rappresentato nella

seconda delle piante riportate in Fig. 8.

Ai fini della definizione delle azioni per le verifiche ed il progetto, si

considerano solo i carichi verticali (allo stato limite ultimo in fase di progetto ed

allo stato limite di esercizio per le verifiche), dati dalla somma dei carichi

permanenti (compreso il peso proprio) e dei carichi accidentali, non

considerandosi i solai, differentemente dalle travi, resistenti agli effetti

flessionali prodotti dalle azioni sismiche orizzontali (tali effetti si suppone

vengano interamente assorbito dalle travi).

Le azioni devono essere cumulate in modo da determinare condizioni di carico

tali da risultare più sfavorevoli ai fini delle singole verifiche, tenendo conto della

probabilità ridotta di intervento simultaneo di tutte le azioni con i rispettivi

valori più sfavorevoli.

carico perm.

carico acc.

carico perm.

carico acc.

carico perm.

carico acc.

carico perm.

carico acc.

sezione critica sezione critica

Figura 12 – Schemi di carico con corrispondenti sezioni critiche.