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L’ULTIMA MASCHERA DEL RIBELLE DEPP: MORTDECAI BIG JOHNNY DA ALIEN A EXODUS : IL CINEMA DI RIDLEY SCOTT IL CARTONE HOME - A CASA I NOSTRI CONSIGLI DEL MESE HUMANDROID - WILD IL CLASSICO POINT BREAK HOME

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L’ULTIMA MASCHERA DEL RIBELLE DEPP: MORTDECAI

BIG JOHNNY

DA ALIEN A EXODUS : IL CINEMA DI RIDLEY SCOTT

IL CARTONEHOME - A CASA

I NOSTRI CONSIGLI DEL MESEHUMANDROID - WILD

IL CLASSICOPOINT BREAK

HOME

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PRIME VISIONI

Tracey Jacobs è stata una don-na molto paziente. E piena di fiducia. Per oltre dieci anni ha

seguito la carriera di Johnny Depp senza imporre scelte o consigli. Lo ha visto rifiutare blockbuster come Speed, Matrix e Proposta indecente, finendo per raccogliere il 10% della sua quota di agente su magre cifre ricevute dalle apparizioni in pellicole come Prima che sia notte o L’uomo che pianse. Alla fine però ha dovuto dare ragione al suo cliente: grazie all’ascesa del pirata Jack Sparrow il cachet di Johnny Depp negli ulti-

mi dieci anni è schizzato alle stelle facendogli guadagnare addirittura cinquanta milioni di dollari per la firma sul quarto capitolo di Pirati dei Caraibi. Lontani i tempi di 21 Jump Street, un periodo in cui «Depp non era altro che l’Ashton Kutcher del pe-riodo» come ha ricordato il Time di recente celebrandone la grandezza, oggi Depp è è una sorta di sopravvi-suto attorniato da una sorta di alone mistico: ribelle senza speranza, ex icona grunge determinata a non farsi ingoiare dal sistema hollywoodiano, negli anni Novanta sembrava de-

stinato a sparire tra film d’essai e scommesse sbagliate e invece alla fine ha costretto i grandi Studios a inchinarsi a lui. Senza il minimo compromesso. Dopo il colpo di ma-no dei primi tre capitoli dei Pirati dei Caraibi, in cui ha espropriato il film ai legittimi proprietari, Orlando Bloom e Keira Knightley diventando la prin-cipale attrazione delle pellicolem, oggi Depp ha un potere contrattuale senza pari a Hollywood. Niente ma-le per un tizio che sfasciava stanze d’hotel e infilava un flop dietro l’altro e veniva considerato dalla Holywood che contava un pericolo nonchè il prossimo martire sulla strada del-la celebrità. E invece le cose sono andate diversamente e rivedendo il suo percorso in prospettiva, pos-siamo dire che in questi anni Depp è stato molto più di un attore, è ri-uscito a essere un modo di essere, uno stato mentale, addirittura un

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PERCHÉ VEDERLO: Sì, è vero, la trama ha dei passaggi a vuoto e la pellicola a volte si incarta, ma in fondo non importa molto, perché il film in realtà è già lui, Johnny, con baffetti finti e sguardo sornione.

. POKER DI DEPPDa Prima che sia notte a Donnie Brasco, tra Cuba e Londra: quattro volti di Johnny assolutamente da riscoprire

Un uomo come tanti su un treno per Venezia. Una don-na dal passato oscuro. E una spia. Per la prima volta Depp fa coppia con Angelina Jolie. E fa centro.

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Fasciato in un abito, parruc-ca bionda e nastro rosa in testa. Ma anche militare con baffetti, inflessibile e per-fido. Per il film di Julian Schnabel, Depp si sdoppia e dimostra tutto il suo ta-lento.2

Buio, assenzio, paura, dolore e una Londra mai così cupa. Sottovalutato quando uscì, un film cupo in cui Depp è un magnifico loser che cerca un lampo di verità.

LA VERA STORIA DI JACK LO SQUARTATORE

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Alle prese con una leggenda vivente, Al Pacino, Depp tie-ne testa al mito e riesce a creare uno dei duetti più belli visti negli anni Novanta al cinema. Film invecchiato benissimo.

DONNIE BRASCO

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UN RIBELLE A HOLLYWOOD

Dai film d’autore ai blockbuster, dalla nicchia allo stardom, da icona grunge a divo amato anche dei bambini: lo strano percorso di John-ny Depp, alla sua ennesima trasformazione con Mortdecaidi andrea morandi

idea di cinema che sottintendeva uno stile di vita, sempre sincero e sponteaneo, sempre a seguire l’istinto, che lo portasse a diventa-re un trans cubano per Schnabel o a fare un cameo per Yvan Attal. E allora, rimettendo a posto fotografie e cer-cando di ridare senso a una vita, a ventisei anni dalla prima vol-ta che ci apparì sullo schermo in Edward mani di forbice, tra anelli, tatuaggi e amici scomparsi per sempre (River Phoenix e Heath Ledger) ci accorgiamo che Depp, nonostan-te i suoi arabeschi esistenziali, in fondo è rimasto dove è sem-pre stato: nell’esatto punto di mezzo tra una follia irresponsabile e la lucida precisione di chi sa quello che fa, un passo prima del

punto di rottura, un attimo prima che la stabilità diventi insicurezza e l’esperienza si trasformni in rischio inutile. Attento che la sua ambizione non superasse mai il suo talento in questi anni Depp si è lasciato scri-vere addosso dalle visioni di autori come Kusturica, Gilliam e Jarmusch, alternando cult movies e botteghi-no, e scegliendo anche di sbagliare. Mortdecai, che arriva su CHILI dal 2 luglio, fa parte delle folli intuizioni di Johnny, un film in cui lui diventa uno strampalato personaggio a metà via tra l’ispettore Closeau e James Bond.

MORTDECAIDISPONIBILE DAL 2 LUGLIO

PRIMA CHE SIA NOTTE

THE TOURIST

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Forse non c’è momento mi-gliore di questo, in cui sta iniziando a circolare il primo

trailer del reboot girato da Eric-son Core tra polemiche e rimpianti, per tornare indietro nel tempo, a quel 1991 in cui Kathryn Bigelow ancora non aveva vinto l’Oscar, Keanu Reeves era una delle star più promettenti di Hollywood e il povero Patrick Swayze era ancora vivo. Insieme diedero vita – qua-si casualmente, partendo da un soggetto di Rick King e W. Peter Iliff - a uno dei cult assoluti degli anni Novanta, un film sul surf che in realtà era – ed è – una profonda riflessione sulla società, sullo stato dell’umanità e sull’abbruttimento

dell’uomo. «Noi non ci battiamo per i soldi, noi ci battiamo contro il sistema, quel sistema che uccide lo spirito dell’uomo. Noi siamo l’e-sempio per quei morti viventi che strisciano sulle autostrade nelle

loro infuocate bare di metallo, noi dimostriamo con la nostra opera che lo spirito dell’uomo è anco-ra vivo», dice Bodhi, un Patrick

Swayze al suo apice, in uno dei monologhi chiave del film. Chi è il bene? E dove sta il male? Rimarrà schiacciato da questa questione morale anche il giovane, ambizioso, poliziotto Johnny Utah (Keanu Ree-ves), che vedrà le proprie sicurezze andare in frantumi. Nel cast, oltre a Gary Busey che omaggia il suo ruolo in altro film culto del surf, Un mercoledì da leoni, si vede anche Anthony Kiedis, leader dei Red Hot Chili Peppers.

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ONDE SELVAGGE

IL CLASSICO

«NOI NON CI BATTIAMO PER I SOLDI, NOI CI BATTIAMO CONTRO IL SISTEMA, QUEL SISTEMA CHE UCCIDE LO SPIRITO DELL’UOMO» PATRICK SWAYZE

POINT BREAKDAL 10 LUGLIO A PARTIRE DA 1,99 €

Due uomini, una sfida e il surf: per combattere il caldo, niente di meglio che tuffarsi nell’oceano di Point Break con Patrick Swayze e Keanu Reeves.di andrea morandi Era la bionda svampita de

La rivincita delle bionde, una delle molte divette di Hol-

lywood che sembravano destinate a finire nel dimenticatoio dopo il repentino successo alla fine degli anni Novanta. Il suo destino? Pro-babilmente simile a quello di Alicia Silverstone e Liv Tyler, neodive mai arrivate alla consacrazione. E inve-ce Reese Witherspoone non solo è andata a vincere un Oscar come miglior attrice non protagonista per Quando l’amore brucia l’anima, ma ora è diventata anche una produt-trice capace di mettere in cantiere due dei film più importanti della

scorsa stagione: Gone Girl con Ben Affleck e questo magnifico Wild che la stessa attrice ha voluto in-terpretare. Tratto dal bestseller autobiografico Wild - Una storia selvaggia di avventura e rinasci-ta di Cheryl Strayed e diretto da Jean-Marc Vallée, regi-sta di Dallas Buyers Club, Wild è il racconto di Cheryl che dopo la fine traumatica del suo ma-

trimonio e la morte della madre, decide di partire alla ricerca di sé stessa, in un lungo e solitario viag-gio attraverso il Pacific Crest Trail, in California. Sarà un’esperienza che le cambierà per sempre la vita.

A PARTIRE DA 2,99 €

QUANDO L’AMORE BRUCIA L’ANIMASe siete fan della Wi-therspoone su CHILI a partire da 2,99€ trovate anche Quando l’amore brucia l’anima, Come l’acqua per gli elefanti e Fino a prova contraria. Noi però vi songiliamo il brillante Come lo Sai (foto a fianco) con Paul Rudd e Jack Nicholson.

Da La rivincita delle bionde alla rivincita della bionda: dimenticate la svampita ragazzina di Hollywood, perché oggi Reese Witherspoon è (anche) un’affermata produttrice.di ilaria amato

IL PERSONAGGIO

WILDDISPONIBILE DAL 16 LUGLIO

PERCHÉ VEDERLO: se avete amato Into the Wild di Sean Penn, questo è un altro inno alla libertà assoluta. Un film che è anche un punto di domanda: dove siamo disposti a spingerci per riuscire a essere liberi?

GIRL POWER

PERCHÉ VEDERLO: Semplicemente perché è un cult assoluto, invecchiato benissimo e ancora molto attuale. E poi la coppia Swayze & Reeves vale il prezzo del biglietto.

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UN ROBOT PER AMICO

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Da Hugh Jackman al bizzarro robot Chappie: #5motivi per vedere l’ulti-mo, sottovalutato, film di Neill Blomkampdi andrea morandi

1 STEPHEN KING. Non c’entra nulla il gran-de scrittore americano con la produzione di Humandroid, ma appena uscito il film su

Twitter non ha esitato a lodarlo, definendolo “una storia per bambini scritta da un psico-patico estremamente talentuoso” e posizio-nando il film di Blomkamp tra le cose migliori viste nella scorsa stagione.

2CHAPPIE. In originale il robot protagoni-sta del film, Chappie, dava anche il titolo alla pellicola, mentre in Italia si è scelta

un’altra via. Al di là dei nomi, il punto di forza di Humandroid è proprio il goffo Chappie, bambinone dal corpo metallico. La scena dell’addestramento è da cineteca.

3HUGH JACKMAN. Abituati a vederlo nei panni di un eroe buono o dalla parte del bene, qui troviamo il buon Hugh nei panni

del perfido Vincent Moore con una pettinatura assurda quanto i suoi vestiti, in una notevole prova recitativa segnata dal forte accento australiano.

4 IL REGISTA. Ritmo incalzante, mai un passaggio a vuoto, e poi ottime animazio-ni e qualche gag visiva che lascia intuire

che, tra remake, reboot e registi mediocri, in Blomkamp brilla un talento purissimo che deve ritrovarsi dopo essere stato travolto dalla fama avuta con District 9. Non a caso Humandroid è la versione lunga del suo corto Tetra Vaal del 2004.

5LA COLONNA SONORA. Oltre allo score inedito di Hans Zimmer, molte canzoni del film sono del folle trio hip hop suda-

fricano Die Antwoord, che appare anche nel film nei panni di Ninja e Yolandi. Scopriteli: sono gli unici ad aver detto no a Lady Gaga, che li voleva in tour con lei.

NUOVI CULT

HUMANDROIDDISPONIBILE DAL 22 LUGLIO

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D a La sirenetta a Alla ricerca di Nemo, da SpongeBob a Shark Tale, il mare e le sue acque da sempre sono teatro di molti grandi

cartoni animati, soprattutto negli ultimi anni. Quasi sempre però i film che vediamo arrivano dagli Stati Uniti e hanno per protagonisti pesci, mentre questa volta la novità è che abbiamo a che fare con delle tartarughe e per di più provenienti dal Belgio. Le avventure di Sammy e Sammy 2 - La grande fuga sono infatti due film d’animazione usciti tra il 2010 e il 2010 prodotti in lingua francese e poi esportati in tutto il mondo. Nel primo film, farete così la conoscenza di Sammy, un’anziana tartaruga marina che racconta la sua vita a partire dall’origine. Poco dopo essere

nato, incontra l’amore della sua vita, Shelly, ma le circostanze separano le due tartarughe che si perdono di vista. Sammy compirà il suo viaggio a bordo di una zattera insieme a Ray, un’altra tartaruga nata nello stesso giorno. Numerose avventure porteranno la giovane tartaruga a conoscere i pericoli del mondo. Nel secondo episodio, ritroveremo invece Sammy, Ray e i loro nipotini Ella e Ricky catturati da un peschereccio. Ella e Ricky riescono a scappare, mentre Sammy e Ray arrivano, insieme all’aragosta Lulu e al pesce Jimbo, in un grande acquario sottomarino di Dubai, il cui capo è il cavalluccio Big D. Ce la faranno a fuggire? Intelligente e mai noioso.

IN FONDO AL MARE

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FAMILYPRIME VISIONI

PERCHÉ VEDERLO: Due cartoon molto intelligenti, che oltre a intrattenere riescono anche a far riflettere sulla necessità di non inquinare e convivere con tutte le specie del pianeta. Ecologico.

DISPONIBILE DAL 9 LUGLIO

HOME

U n alieno per amico. O quasi. Tip è una ragazza adolescente che abita con sua madre Lucy e il suo gatto Pig. Un giorno

però un popolo alieno scende sulla terra e deporta

tutti gli umani in un luogo lontani, compresa la mamma di Tip. Rimasta sola, la bambina si imbatterà in Oh, un alieno appartenente alla tribù dei Boov, una specie extraterrestre che cerca soltanto di trovare un pianeta su cui rifugiarsi per non venire distrutti dal potente Smek. Inizialmente molto diffidente, Tip imparerà a fidarsi e i due andranno insieme alla ricerca della madre. All’origine c’era un libro, The True Meaning of Smekday, scritto da Adam Rex nel 2007, poi la DreamWorks ha deciso di farne un cartoon, cambiando alcune cose. Il risultato? Una favola per bambini dai 4 anni in su, pacifica e pacifista, con molte gag divertenti e una sceneggiatura non banale, una sorta di strano incrocio tra E.T, Corto circuito e Wall-E. Attenzione alla colonna sonora: è firmata da Rihanna, che ha anche scritto dieci pezzi appositamente per la pellicola. Non solo, il personaggio di Tip si ispira proprio a lei da bambina.

Cosa succede se uno strampalato alieno incontra una bambina? Nascerà un rappor-to tanto strano quanto unico. L’ultimo cartoon della DreamWorks? Una favola per grandi e piccoli

AMICIZIE STELLARI

DA 2,99 EURO

LE AVVENTURE DI SAMMY

PERCHÉ VEDERLO: Perché Oh, la creatura aliena, è davvero divertente, e poi perché il film contiene una morale molto educativa. Vedere per credere.

Volete conoscere Sammy, Ray e i loro nipotini Ella e Ricky? Allora è il momento di salpare e vedere Le avventure di Sammy e Sammy 2 - La grande fuga

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L ucifero è preoccupato, il sistema dei gironi presenta falle vistose. Dove mettere

nuovi peccatori come gli hacker o gli stalker? Dio, iperteso, impasticcato e attaccato alla bottiglia, cui sottopone il problema, non gli è d’aiuto. Però convoca il parlamentino del Paradiso; lì Sant’Ambrogio ruba un’idea a San Francesco: «Perché non mandiamo giù Dante di nuovo, gli facciamo fare un giro e poi torna facendo un resoconto di nuovi peccati e peccatori?». Dio si illumina e accetta, i Santi tripudiano («Portaci, portaci, portaci in Europa, Sant’Ambrogio portaci in Europa!»). Il divin poeta piomba così sulla Terra e

con l’aiuto di uno svaccato Virgilio (di cognome) gira per la metropol i osservando, annotando e commentando in versi l’assurdo “inferno” che scontiamo ogni giorno. Allegramente iconoclasta e divertente da morire. Il terzo Biggio e Mandelli movie è il migliore, anzi: è proprio un gran bel film, dal punto di vista delle idee, della realizzazione scenica finalmente accurata e non trasandata, della recitazione sorvegliata e persin raffinata in qualche punto (ma sì) da parte di tutto il cast, in cui spiccano Gianmarco Tognazzi e una Tea Falco gustosa caratterista. Fabrizio Biggio e Francesco

Mandelli qui si ricompattano (ma un bel lavoro deve anche aver fatto il terzo comodo in sceneggiatura e regia, Martino Ferro). Dei comici veri (quelli che siam soliti definire grandi) hanno il gusto per l’osservazione antropologica, lo sguardo partecipe e cattivo verso il sociale che li circonda: il traffico, il supermercato, i gadget dei telefonini come droga, la pubblicità, la banca, l’happy hour, l’intontimento alcolico serale, l’istupidimento giovanile nei confronti delle tragedie, da filtrare con i video per YouTube.

Cosa succede se una donna si arrabbia e decide di vendicarsi? Diventa come Micaela Ramazzotti nel perfido Ho ucciso Napoleone di elisa grando

LADY VENDETTAAmbiziosa, intelligente,

antipatica e con un pessimo rapporto con la sua famiglia

di origine, Anita sta toccando l’apice della sua carriera di manager quando il destino le si rivolta contro. Rimane incinta del suo amante, Paride, ovvero l’amministratore delegato della farmaceutica Fanelli (già maritato e padre), e viene licenziata il giorno dopo dell’agognato traguardo. Perché l’hanno eliminata alla vigilia del lancio di un nuovo prodotto che promette i l dimagrimento senza controindicazioni? Furibonda,

conosce in un parco un gruppo di scombiccherate signore più o meno alla deriva e decide di utilizzarle per la sua vendetta. Dopo la bad comedy Amiche da morire, Giorgia Farina varia sui suoi temi prediletti (la famiglia, il rapporto tra uomo e donna, la commedia mescolata alla storia criminale) e conferma alcune delle sue qualità di autrice che la pongono in primo piano tra i cineasti su cui contare, all’interno della nuova generazione nazionale mainstream. Ovvero innanzitutto la sua capacità di “conduttrice di orchestra”. Assemblato un cast

molto stimolante per diversità di provenienza, è riuscita a farli interagire con un gusto del sapido senza esagerare nel farsesco e Micaela Ramazzotti si conferma attrice completa che naviga senza imbarazzi nelle acque spesso infide della commedia di caratteri e situazioni.

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PRIME VISIONI PRIME VISIONI

DISPONIBILE DAL 2 LUGLIO

LA SOLITA COMMEDIA – INFERNO LA STRANA COPPIADopo il successo de I Soliti Idioti, Biggio e Mandelli puntano ancora più in alto e rivedono addirittura Dante. Tra intuizioni geniali e gag blasfemedi massimo lastrucci

PERCHÉ VEDERLO: Se avete amato I soliti idioti, allora non serve nemmeno avere un motivo per vederlo. Ma se avete sempre mal sopportato i due comici, allora qui vi ricrederete.

HO UCCISO NAPOLEONE DISPONIBILE DAL 9 LUGLIO

PERCHÉ VEDERLO: Per Micaela Ramazzotti, sempre un film nel film, ma anche per il cast di contorno, da una sorprendente Elena Sofia Ricci a Adriano Giannini.

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VACANZE BOLLENTI D uncan (Liam James), un ado-

lescente timido e insicuro, parte per le vacanze estive insieme alla madre Pam (Toni Colette) e al nuovo compagno di lei, Trent (Ste-ve Carell), spocchioso e arrogante verso il ragazzo. Giunti nella picco-la città di Cape Code, nel Massa-chusetts, Duncan, ritrovandosi a disagio in un mondo lontano dalla sua personalità, fa amicizia con Owen (Sam Rockwell), il bizzarro, ma dal cuore d’oro, custode del Water Wizz, storico parco acqua-tico della cittadina. Presentato e applaudito al Sundance di due anni fa, C’era una Volta un’Estate, in ori-

ginale The Way Way Back, è il rac-conto di chi sceglie – obbligato dall’arroganza di una certa realtà – a vivere in quel posto (in)dietro a tutto (e tutti), osservando le cose per ultimi e in silenzio, in attesa che arrivi il momento della ribalta. Scrit-to e diretto dalla coppia premio Oscar Nat Faxon e Jim Rash, il film è un piccolo gioiellino, intimo e co-lorato, che brilla grazie alla storia di un quattordicenne sognatore e incompreso, ma anche per merito delle interpretazioni di Sam Rockwell – esplosivo e divertente – e Steve Carell – altezzoso e bo-rioso – . Quasi diviso a metà, con il

parallelismo della grigia routine contrapposta ad un parco giochi che ‘’vive’’ due mesi all’anno, re-stando poi malinconicamente in attesa del prossimo sole, C’era una Volta un’Estate, ha il sapore della favola che riesce a conquistare fin dall’incipit, capace di rispolverare, anche nei più paurosi, il coraggio di cambiare e guardare (da)avanti.

SECOND LIFE

C’ERA UNA VOLTA UN’ESTATE

G angster movie e fantascienza, cult movie e passi falsi, epici

peplum e film epocali: non si può dire che a settantasette anni Ridley Scott non abbia toccato tutti i generi possibili dentro una carriera tanto trasversale quanto inetichettabile, dal primo film di-retto nel 1977 – I duellanti, fonda-mentale – all’ultimo uscito in sala lo scorso gennaio, ovvero Exodus – Dei e re, storia di Mosè reinter-pretato dall’ex Batman Christian Bale. Nel mezzo, e in attesa del nuovo Sopravvissuto – The Martian con Matt Damon, in uscita a no-vembre, ci sono venti film e una vita intera fatta di cinema con al-cuni passaggi fondamentali per la storia del genere. Su tutti, oltre proprio a Exodus, ve ne consiglia-mo tre assolutamente da rivede-re su CHILI: si parte da Alien, 1979,

secondo film e prima pietra milia-re, con una Sigourney Weaver sexy e persa in mezzo allo spazio. Subito dopo, ecco Blade Runner – Director’s Cut, altra opera fonda-mentale, del 1982, con Harrison Ford a caccia di replicanti nella Los Angeles del 2019 e un cast che mescola Sean Young, Rutger Hauer e Daryl Hannah. Poi, inevi-tabilmente, ecco Il gladiatore, con cui nel 2000, Scott rilesse l’antica Roma e i suoi miti spedendo Rus-sell Crowe nella storia di Hollywo-od. «Fare il regista? Un lavoro piuttosto complicato, perché tut-to deve passare dalle mie mani. E viene un momento in cui si deve gridare, picchiare il pugno sul ta-volo e farsi carico di tutto quello che accadrà». E non si può dire che lui non lo abbia fatto.

di ilaria amato

Da Blade Runner e Alien a American Gangster e Exodus: viaggio nel cinema di Ridley Scott, l’uomo dalle molte facce

Un parco acquatico, il coraggio e la voglia di guarda-re avanti: C’era una volta un’estate, piccolo gioiello poco conosciuto con Sam Rockwell e Steve Carell

EXODUS – DEI E REDISPONIBILE DA 3,99 EURO

L’AUTORE DEL MESE

RIDLEY IL GRANDE

Piccolo consiglio estivo: tra la filmografia di Scott andate a riscoprire anche un piccolo thriller dimenticato e girato a fine anni Ottanta come Chi protegge il testimone con Tom Berenger, Mimi Rogers e un’attrazione fatale. Lui è un poliziotto, lei una testimone oculare che dev’essere protetta. Ma non tutto andrà come deve. Molto sottovalutato, un film invec-chiato bene.

CHI PROTEGGE IL TESTIMONE

di elisa grando

PERCHÉ VEDERLO:Per la voglia di libertà che riesce a trasmettere e per Sam Rockwell, brillante e lievemente malinconico, messo di fronte ad uno Steve Carell mai così meschino (escluso Foxcatcher, ovvio).

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CINESPORT

LOTTA CONTINUA LA TRAMA: Una casa in New Jersey e una bellissima famiglia. Mike Flaherty (Paul Giamatti) sembra aver tut-to ma la sua attività di avvocato sembra vacillare e, nel tempo libero, allena una squadra locale di lotta libera, non propriamente brillante. Le cose cambiano quando decide di far da tutore a Leo, un anziano assistito, così da incassare l’assegno di 1500 dollari. Trasferendolo in una casa di riposo, alla porta della casa bussa Kyle (Alex Shaffer), nipote di Leo (Burt Young), in fuga da una madre alcolizzata. Mike decide così di ospitarlo, scoprendo in lui un eccellente talento per la lotta. LO SPORT: Per capire il concetto di Mosse Vincenti, scritto e diretto da Thomas McCarthy, bisogna far riferimento al titolo originale: Win Win, che tradotto vuol dire ‘’vincono tutti’’. Già perché nel film interpre-tato da un bravo Paul Giamatti (e contornato da un affiatato cast, su tutti Bobby Cannavale) la vittoria più importante sta nel collettivo, nel gruppo, capace di rendere fondamentale ogni singolo elemento, così come nella lotta. E il film, con sincero sentimento, riesce a trasmettere proprio il senso dell’unione, importante nello sport ma ancor più importante per inseguire uno scopo nobile ed emozionale come quello che fa da connessione agli eventi della storia. Storia semplice ma estremamente calda, adatta a tutti e in grado di mettere in luce le poche ma essenziali peculiarità della vita. Sconfitta compresa.

MOSSE VINCENTI

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Sincero, semplice, divertente e inedito in Italia: riscoprite Mosse Vincenti, con un grande Paul Giamatti alle prese con la lotta libera. E le imprevedibilità della vita.di damiano panattoni

PERCHÉ VEDERLO:Per Paul Giamatti, perfetto anche quando non indossa una maschera scontrosa e schizzata, e per le numerose e divertenti citazioni di Star Wars, che fanno da carica motivazionale ai protagonisti.

DA 2,99 EURO