I MOVIMENTI INVECE DEI PARTITI: LA FALLIMENTARE ILLUSIONE DELLA SINISTRA

6
Estratto dal sito www.ilfuturomigliore.org I MOVIMENTI INVECE DEI PARTITI: LA FALLIMENTARE ILLUSIONE DELLA SINISTRA sergio benassai 1. L’insuccesso elettorale della sinistra Una doverosa premessa: come semplificazione linguistica, ho scelto di definire come “sinistra” ciò che si colloca (o dice di collocarsi) alla sinistra del PD. Alle elezioni europee del 13 giugno 2014 la sinistra, con la lista “L'altra Europa con Tsipras” ha preso 1.103.203 voti, pari al 4,03% dei voti validi, ma pari solo al 2,24% del complesso delle/degli elettrici/ori 1 . Un risultato (per la sinistra) che, come appare evidente dalla seguente tabella, è il peggiore di questo secolo. Elezi oni Elettric i/ori Voti validi Liste di sinistra Liste Voti % su elettrici/ori 2001 Polit 49.256.2 95 37.122. 776 Rifond. Com. + 2.494. 762 5,06 1 Per LE Europee il riferimento utilizzato è stato quello della circoscrizione Italia, con esclusione dell’estero (ma il risultato non cambia molto se includiamo anche i voti delle/gli italiane/i all’estero)

description

Alle elezioni europee la lista “L'altra Europa con Tsipras” è stata votata solo dal 2,24% del complesso delle/degli elettrici/ori (il risultato peggiore di questo secolo). In questa fase l’elettorato italiano ha bisogno di un riferimento unificante e credibile, sia esso rappresentato da un partito e/o da un leader e di un programma credibile. Per questo l’idea di presentarsi alle elezioni come un insieme dei movimenti di opposizione è dunque e comunque perdente. Anche se la sinistra, almeno ancora per molti anni, non potrà essere egemone, è comunque necessaria una forma organizzativa dove ci si confronta, ma poi si decide, tutte/i insieme, e dove si elegge una/un leader che rappresenta non se stessa/o, ma tutte/i. Centralismo democratico ? No: semplicemente democrazia.

Transcript of I MOVIMENTI INVECE DEI PARTITI: LA FALLIMENTARE ILLUSIONE DELLA SINISTRA

Page 1: I MOVIMENTI INVECE DEI PARTITI:  LA FALLIMENTARE ILLUSIONE DELLA SINISTRA

Estratto dal sito

www.ilfuturomigliore.org

I MOVIMENTI INVECE DEI PARTITI:

LA FALLIMENTARE ILLUSIONE DELLA SINISTRA

sergio benassai

1. L’insuccesso elettorale della sinistra

Una doverosa premessa: come semplificazione linguistica, ho scelto di definire come “sinistra” ciò che si colloca (o dice di collocarsi) alla sinistra del PD.

Alle elezioni europee del 13 giugno 2014 la sinistra, con la lista “L'altra Europa con Tsipras” ha preso 1.103.203 voti, pari al 4,03% dei voti validi, ma pari solo al 2,24% del complesso delle/degli elettrici/ori1.

Un risultato (per la sinistra) che, come appare evidente dalla seguente tabella, è il peggiore di questo secolo.

Elezioni Elettrici/ori Voti validi Liste di sinistra

Liste Voti % su elettrici/ori2001 Politiche

49.256.295 37.122.776 Rifond. Com. + Com. Ital. + Comunismo

2.494.762

5,06

2004 Europee

48.705.645 32.410.575 Rifond. Com. 1.964.347

4,03

2006 Politiche

46.997.601 38.153.343 Rifond. Com. + Com. Ital.

3.113.591

6,62

2008 Politich

47.041.814 36.457.254 La sinistra arcobaleno +

1.293.214

2,75

1 Per LE Europee il riferimento utilizzato è stato quello della circoscrizione Italia, con esclusione dell’estero (ma il risultato non cambia molto se includiamo anche i voti delle/gli italiane/i all’estero)

Page 2: I MOVIMENTI INVECE DEI PARTITI:  LA FALLIMENTARE ILLUSIONE DELLA SINISTRA

e Sinistra critica

2009 Europee

49.135.080 30.540.434 Rif. Com. + Com.Ital. + Sin.eur. + Sin. e libertà

1.986.457

4,04

2013 Politiche

46.905.154 34.005.755 SEL + Rivoluzione civile + P.Com.deiLav. + P.diAltern.Com.

1.949.259

4,15

2014 Europee

49.256.169 27.371.747 L’altra Europa con Tsipras

1.103.203

2,24

2. Le ragioni dell’insuccesso

Quando si tratta di elezioni, almeno in questi ultimi anni, un elemento fondamentale che ha attratto le/gli elettrici/ori è una presenza “forte”, ben caratterizzata, che, una volta, si esprimeva nella forma del “partito”, e che adesso si esprime, anche e soprattutto, tendenzialmente nella forma del “leader”.

Non è dunque un caso l’affermazione del PD, col suo 40,81% dei voti validi (che però, non dimentichiamolo, significa 11.172.861 voti, pari solo al 22,68% del corpo elettorale: un numero di voti inferiore, ad esempio, rispetto ai 12.095.306 voti ottenuti alle politiche del 2008). Un’affermazione che trova infatti le sue ragioni nell’essersi presentato, il PD, come presenza “forte”, nella duplice forma di un “partito” comunque ancora più o meno organizzato e di un “leader” come Renzi; e “forte” anche nel delineare un programma di governo “credibile” e, soprattutto, ritenuto fattibile nel breve temine.

La conclusione sembra dunque questa: l’elettorato, almeno in questa fase, ha bisogno di un riferimento unificante e credibile, sia esso rappresentato da un partito e/o da un leader e di un programma credibile.

Quindi: un partito e/o un leader e un programma.

Ma la sinistra è andata, e va, in un’altra direzione:- ha messo e continua a mettere in discussione la forma partito- non vuole affidarsi (o non trova) un leader (stendiamo un velo pietoso sulla vicenda Ingroia e Rivoluzione Civile)- persegue (giustamente) l’obiettivo di una società non governata dal capitale, ma non riesce a coniugare tale obiettivo con una strategia capace di distinguere la necessaria opposizione dai pur ragionevoli compromessi ottenibili che garantiscano comunque qualche passo in avanti in tale direzione

3. La “curiosa” scelta della sinistra per le elezioni europee 2014

Page 3: I MOVIMENTI INVECE DEI PARTITI:  LA FALLIMENTARE ILLUSIONE DELLA SINISTRA

La scelta della sinistra di presentarsi alle elezioni europee nella forma della lista “L’altra Europa con Tsipras” e le modalità con le quali ha affrontato e gestito le vicende elettorali sono quantomeno “curiose”. Infatti:- il giustissimo riferimento all’Europa è stato legato ad un impossibile traguardo: la candidatura di Tsipras alla Presidenza della Commissione Europea (forse per giustificare, magari inconsapevolmente, la mancanza di un leader nazionale)- la/i promotrice/ori della lista (Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Luciano Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinelli, Guido Viale) sono sicuramente persone di grande esperienza (hanno, rispettivamente: 89, 70, 87, 67, 68 e 71 anni), ma forse, in epoca di rottamazione, qualche promotrice/ore di più verde età non ci sarebbe stata/o male- non si sono fatte primarie (o comunque consultazioni partecipate) per la composizione delle liste, così che, tra l’altro, a marzo (due mesi dopo la promozione della lista) due dei promotori (Camilleri e Flores d’Arcais) si sono tirati fuori dal comitato dei garanti per dissensi sulle liste- una e un candidata/o in testa alla lista nelle circoscrizioni Nord-Occidentale e Centro (Moni Ovadia e Barbara Spinelli) hanno affermato che, se eletto/a, avrebbero rinunciato al seggio. Ma allora perché mettersi in lista, addirittura in testa alla lista ? Specchietto per le allodole (diciamolo più gentilmente: punto di attrazione anche per chi non condivida del tutto le idee di sinistra della lista) ?- come ciliegina sulla torta arriva poi Barbara Spinelli che, eletta, non rinuncia al seggio (e, tanto per creare ulteriori discussioni, lancia segnali di apertura al Movimento5stelle)

Ma, non va dimenticato, la scelta di base è stata quella di escludere ogni legame con gli esistenti partiti di sinistra, da SEL a Rifondazione Comunista, ai quali è stato semplicemente richiesto di supportare la lista (e i partiti hanno accettato), prendendo invece come riferimento gli esistenti movimenti (senza tener conto che molte persone di sinistra possono essere d’accordo con “i beni comuni” e non con i “NoTAV”, essere d’accordo con “Libertà e Giustizia” e non con i “disobbedienti” di Luca Casarini, ecc.).Insomma una specie di tanti Movimento5stelle, ognuno con la sua contestazione di qualcosa, ma, si presume, di sinistra.

Se dunque, come sopra accennato, in questa fase l’elettorato italiano ha bisogno di un riferimento unificante e credibile, sia esso rappresentato da un partito e/o da un leader e di un programma credibile, si è scelta la strada sbagliata.D’altra parte l’idea di presentarsi alle elezioni come un insieme dei movimenti di opposizione è dunque e comunque perdente. Per tre ragioni:- molte persone possono, come detto, riconoscersi nelle istanze di alcuni movimenti, ma non in quelle di altri- un progetto di governo richiede l’indicazione di scelte che vanno ben al di là delle istanze dei singoli movimenti - le indicazioni programmatiche non possono essere solo l’indicazione di tendenze più o meno utopiche, ma devono essere plausibili nel contesto dato

E il risultato è stato quello sopra delineato.

Tutto quanto sopra detto è la personale (mia) opinione di una persona che tra l’altro (pur se con poca convinzione, ma fedele alla logica che è meglio il meno peggio) ha votato la lista “L’altra Europa con Tsipras”.

4. Una proposta

Page 4: I MOVIMENTI INVECE DEI PARTITI:  LA FALLIMENTARE ILLUSIONE DELLA SINISTRA

Secondo quanto detto, almeno nella fase attuale, se la sinistra vuole affermarsi nelle competizioni elettorali, deve strutturarsi come un partito e/o trovare un leader, proponendo allo stesso tempo un programma di governo realistico su alcuni punti essenziali.

Naturalmente si può optare per una scelta diversa (non presentarsi alle elezioni) e puntare alla crescita dei movimenti di opposizione. Il che però significa rinunciare a “pesare” elettoralmente in questa fase e, soprattutto, assumersi la responsabilità di affermare che solo in un non definito futuro la sinistra potrà tentare di essere egemone o almeno rilevante a livello parlamentare (scelta peraltro tutt’altro che irragionevole). Per non tener poi conto del fatto che, come detto, non è facile trovare un punto comune fra tanti movimenti. E comunque, anche in questo caso (quello di rinunciare alla presenza elettorale), la sinistra deve trovare una forma organizzativa (che va benissimo che cresca dal basso, ma … qualcuna/o deve organizzare quello che viene dal basso .. o no ?)

Personalmente ho sempre pensato che la sinistra (una parola che oggi interpreto alla “Bobbio”, vale a dire come l’aspirazione e la volontà di arrivare ad una effettiva “eguaglianza”) è da sempre minoritaria in Italia (e non solo). E quindi che la sinistra, almeno ancora per molti anni, non potrà essere egemone.

Ritengo però che, per chi crede nella sinistra, sia doveroso, da una parte, affermare, ribadire, diffondere, sostenere, l’idea e la pratica dell’eguaglianza e, dall’altra, con la consapevolezza di essere una piccola minoranza, rinunciare all’illusione di poter essere determinante a livello politico: il che non significa necessariamente rinunciare a presentarsi alle elezioni, ma significa, nel caso si decida per una presentazione, essere consapevole che il suo ruolo sarà essenzialmente quello di una “testimonianza”. Con l’aggiunta, comunque, che un buon risultato elettorale (l’elezione di un numero anche molto ridotto di parlamentari “testimonianti”) richiede che l’eventuale lista sia espressione di un partito e/o di un leader (che, ovviamente, non può essere un qualunque Ingroia) e, soprattutto, abbia una chiara caratterizzazione. Una caratterizzazione comunque che non può essere di sola critica all’esistente e alle altre forze politiche (per questo il Movimento 5 stelle basta e avanza), ma che deve avere un suo nucleo forte di proposte, anche radicalmente alternative, ma chiare.Con la consapevolezza che comunque si otterrà ben poco di quello che si vorrebbe ottenere e che, per questo, fatta salva la testimonianza, a livello parlamentare, e non solo, conviene comunque appoggiare, quando necessario (ad esempio quando il voto della sinistra può essere determinante), un compromesso piuttosto che far passare il peggio.

Quindi è necessario un partito (se poi la parola “partito” genera l’orticaria, chiamiamolo pure “movimento” o “associazione”): cioè una forma organizzativa dove ci si confronta, ma poi si decide, tutte/i insieme, e dove si elegge una/un leader che rappresenta non se stessa/o, ma tutte/i.Centralismo democratico ? No: semplicemente democrazia.

Un esempio al contrario ? La lista “L’altra Europa con Tsipras”. Non era una forma organizzata: hanno deciso in sei (la/i promotrice/ori della lista), poi solo in quattro, e infine poi ha deciso da sola la Spinelli.Sicure/i che sia questa la strada giusta ?