i mercati e il voto Volatilità di breve periodo a Piazza ... · Volatilità e utili dei settori a...
Transcript of i mercati e il voto Volatilità di breve periodo a Piazza ... · Volatilità e utili dei settori a...
N. 740 | SABATO 26 NOVEMBRE 2016 Plus24 - Il Sole 24 Ore | 7
i mercati e il voto
Volatilità di breve periodo a Piazza AffariGli investitori si sono giàmessi corti sull’ipotesiche il “no” esca vincentema l’esito referendarionon sarà destabilizzante
Laura Magna
+ Il referendum italiano apre una nuova stagione di incertezza politica per l’Europa e per Piazza Affari. «Si tratta — dice a Plus24 Marco Aboav, head of asset allocation di Moneyfarm — di un bivio per gli investitori inter-nazionali: in sintesi, la vittoria del sì verrebbe associata a stabilità politica ed economica, non è un caso che il Ft-se Mib nell’ultimo mese sia diventatoparticolarmente correlato al movi-mento dello spread, lasciando sul ter-reno oltre il 3% da quando i sondaggi hanno iniziato a confermare che il“no” ha un discreto vantaggio. Il “no”senza riconferma di Renzi è lo scena-rio più incerto che potrebbe avere conseguenze negative anche a dop-pia cifra su tutti i settori dell’indice».
Piazza Affari e BTp sono in fibrilla-zione seguendo i sondaggi. «Ma la partita non è chiusa — precisa Marco Piersimoni, senior portfolio managerdi Pictet Asset Management —: alla
scarsa vena dei sondaggisti negli eventi più recenti (Brexit, elezioniUsa), occorre aggiungere la nutritaschiera degli indecisi. Intanto Ftse/Mib e Btp hanno costituito un premioal rischio politico evidente nello spread BTp-Bund a 175 punti base e negli oltre 15 punti percentuali di sottoperformance del listino italiano ri-spetto all’EuroStoxx. Poiché sulle ob-bligazioni esiste un QE (e volendo an-che uno scudo anti-spread, le Outrightmonetary transactions - Omt -), men-tre le azioni sono prive di protezioni, èpossibile che una parte importantedei movimenti di mercato il caso di“no” sia già stata fatta, mentre in casodi “sì” i movimenti rialzisti di brevepotrebbero essere interessanti».
Che sia “sì” o “no”, il potenziale rally innescato dal primo o la volatilitàscaturita dal secondo avranno breve respiro. Quello che è già successo, ca-lo della Borsa e rialzo dei rendimenti dei BTp, è «il segnale — spiega Massi-mo Gionso, consigliere delegato di Cfo Sim — che gli investitori, soprat-tutto esteri, si sono posizionati sulla vittoria del “no”, non andando short ma vendendo tutta l’Italia in portafo-glio: così il rendimento del decennaleè passato da 1,1 a 2%, peraltro in un movimento iniziato a settembre in tutta Europa e che continuerà, anche se più graduale. A catena, banche e utility, i settori più impattati dal rialzo
dei tassi, sono colati a picco». Ma niente paura: l’eventuale “no” nonsarà la Brexit dell’Italia. «Un po’ per-ché i prezzi già incorporano questaipotesi, un po’ perché l’8 dicembre c’èuna riunione della Bce che non può permettersi che l’Italia si destabiliz-zi», afferma Gionso. «Se vince il “sì”, invece, è probabile che chi ha vendutoriprenda le proprie posizioni sull’Ita-lia, in un mercato che magari non faràil rally di Natale ma recupererà gra-dualmente».
Inoltre, per gli investitori interna-zionali l’eventuale vittoria del “no” «ènemica di qualsiasi riforma fiscale, ma anche potenzialmente portatrice di uno spostamento della politica ita-liana su posizioni anti-europeiste epopuliste — sostiene Marco Palaci-no, managing director per l’Italia di Bny Mellon Investment Manage-ment —. Pertanto, l’euro sarebbe unadelle valvole di sfogo della volatilitàfinanziaria, indebolendosi contro il dollaro e altre valute globali». Con be-neficio delle aziende che hanno forte export. «Anche in questo scenario — conclude Palacino — la volatilità dibreve periodo riserverebbe buone occasioni di investimento a valuta-zioni scontate sui settori difensivi(farmaceutico, telecomunicazioni, utility) e sulle azioni con fondamen-tali solidi e flussi di cassa positivi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Volatilità e utili dei settori a Piazza Affari
140
120
80
23/1101/1103/1001/09
fonte: elaborazione Plus24 su dati Thomson Reuters
100
132,43
l’andamento della volatilità a piazza affariIndice sulle opzioni FtMibAtmiv.MI. Base 1° settembre 2016 = 100
16 ultimo mese 17 ultimo mese 16 da inizio anno 17 da inizio anno
Ftse Mib 0,5 1,0 16,6 12,7
Ftse Mib ex energy 0,5 0,9 11,9 7,4
Titoli esp. Italia 0,3 0,8 12,0 8,6
Titoli esp. estero 2,2 3,4 26,1 18,7
Esp. estero ex energy 2,5 1,1 11,5 4,4
Asset management 1,7 2,3 9,4 11,9
Banche 0,3 0,1 31,7 19,7
Consumi 0,6 0,5 4,4 5,0
Energetici 1,9 9,9 81,0 37,6
Finanziari & immobiliari 13,3 6,2 0,9 1,2
Industriali 4,5 2,2 14,4 5,1
Assicurativi 0,2 0,4 18,8 20,7
Media 26,0 1,6 69,3 25,3
Telecom 7,2 2,4 9,2 12,1
Utilities 3,3 1,5 0,0 2,7
fonte: Intermonte
le attese sugli utili delle società quotate a milano
(Var. % stime utili settori Borsa Italiana su 2016 e 2017, nell’ultimo mese e da inizio anno)
Settori, chi vincecon il “sì” o il “no”
+ Finanziari, utility e business lega-ti al mercato domestico da un lato.Settori difensivi, ma anche aziendeindustriali e vocate all’internazio-nalità dall’altro. Ecco, dal punto divista borsistico, gli schieramenti pro“sì” e pro “no”. C’è da dire che il Ftse/Mib da inizio anno ha perso pocomeno di un quarto del suo valore e il4% da inizio novembre: molto, dun-que, è già nei prezzi.
«Innanzitutto, il risultato del re-ferendum potrebbe condizionarel’esito delle ricapitalizzazioni ban-carie previste a ridosso dell’evento — dice Massimo Saitta, direttore in-vestimenti di Intermonte advisory egestione, divisione di Intermonte Sim che si occupa di risparmio gesti-to —. L’eventuale prevalere del “no”renderebbe ancora più complicata lagià problematica ricapitalizzazionedi Mps e UniCredit con un effetto contagio sugli altri istituti». In casodi vittoria del “sì”, invece, l’attualeposizionamento del mercato moltosbilanciato sul “no” «lascerebbespazio per un rally al rialzo dei setto-ri che hanno sofferto: in promisi proprio il bancario/finanziario, chesarebbe favorito dalla chiusura dellospread — continua Saitta — e dallamaggiore probabilità di trovare in-
vestitori disposti a comperare quotesignificative delle banche che ricapi-talizzano o vendono asset. La chiu-sura dello spread BTp/Bund aiute-rebbe anche i cosiddetti interest sensitive stocks», le azioni sensibili ai tassi come le utility. «Che ne godreb-bero in quanto legate al destino delPaese — aggiunge Umberto Borghe-si, gestore fondo Atlante Target Italyspecializzato su titoli azionari italia-ni di Albemarle Am —. I titoli sottoaumento di capitale come UniCredt,Mps e Ubi sarebbero i più favoriti,come anche Enel e Telecom. Questoalmeno nel breve termine. Se vin-cesse il “no” il settore finanziario sa-rebbe il più colpito mentre il settoreindustriale sarebbe il meno toccato eprobabilmente si salverebbe da un’ondata di vendite. In questo casotitoli come Fca, Cnh, Biesse e altri amedio/piccola capitalizzazione sa-rebbero i più favoriti».
«Con una visione più ragionata— continua Borghesi — penso che,sia in caso di vittoria del “sì” che del“no”, non cambierebbe molto. Que-sto perché i prezzi sono già scesi esono a livelli competitivi. Penso chela Borsa Italiana abbia un insieme diaziende che possano attirare gli in-vestitori indipendentemente dallapolitica. Politica, che poi al di là delreferendum, deve forzatamenteproseguire nella strada delle riformesoprattutto per quello che riguarda la spesa pubblica e di conseguenza illivello di tassazione». — L. M.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Titoli bancari e utilitiessarebbero beneficiatida stabilità e bassi tassi