I MANIFESTI DI PROPAGANDA BELLICA 1914-1920 · Dante Albanesi Otto anni dopo l’invenzione del...

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3° IPAV - UDA anno scolastico 2017-18 I MANIFESTI DI PROPAGANDA BELLICA 1914-1920 Percorso iconografico

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3° IPAV - UDA anno scolastico 2017-18

I MANIFESTI DI PROPAGANDA BELLICA

1914-1920

Percorso iconografico

Dante Albanesi http://cinemaescuola.wordpress.com

Otto anni dopo l’invenzione del cinematografo (Fratelli Lumiere, 1895), i film

sono ancora girati come degli spettacoli teatrali. Gli attori sono filmati da

lontano, in campo medio o lungo, le inquadrature sono molto dilatate e le scene

sono riprese nella loro totalità. Fa eccezione The Great Train Robbery di Edwin S.

Porter (1903), considerato il primo film western.

Il film mostra 14 inquadrature, quasi tutte fisse e in campo medio.

Nel finale Porter infrange le regole. Il capo dei banditi (interpretato da Justus

Barnes) viene ucciso dalla polizia. Ma nell’ultima inquadratura ricompare

inaspettatamente in mezzo primo piano, guarda dritto in macchina e punta la

pistola verso di noi, scaricando tutti i suoi sei colpi.

L’inquadratura viene imitata nel finale di Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese (1990).

Henry immagina che il suo nemico Tommy torni in vita per ucciderlo.

3. SGUARDO IN MACCHINA

LE 3 INNOVAZIONI DI PORTER

2. ARMA puntata allo spettatore

1. BRACCIO puntato allo spettatore

Otto anni dopo l’invenzione del cinematografo (Fratelli Lumiere, 1895), i film

sono ancora girati come degli spettacoli teatrali. Gli attori sono filmati da

lontano, in campo medio o lungo, le inquadrature sono molto dilatate e le

scene sono riprese nella loro totalità. Fa eccezione The Great Train Robbery di

Edwin S. Porter (1903), considerato il primo film western.

Il film mostra 14 inquadrature, quasi tutte fisse e in campo medio.

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ARTE MEDIEVALE Santo guerriero: mostra un’ARMA

verso lo spettatore

MANIFESTI ‘800 Criminale ricercato:

SGUARDO fisso verso lo spettatore

ARTE CLASSICA ROMANA Imperatore: punta il BRACCIO e

il dito verso lo spettatore

Ogni immagine deriva da un’altra immagine.

Quali sono i punti in comune tra le 3 innovazioni di Porter

e l’arte del passato?

The Great Train Robbery rappresenta

l’anello di congiunzione di

3 diverse tradizioni iconografiche

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1° tipologia: Scena XI della Colonna di Traiano

Il bassorilievo mostra l’oratore insieme al pubblico sottostante. Dall’alto di una tribuna,

l’imperatore Traiano, accompagnato da due alti ufficiali, tiene l’adlocutio ai suoi

legionari.

2° tipologia: Augusto di Prima Porta o Augusto Ioricato

La statua tridimensionale, a differenza del bassorilievo, mostra soltanto

l’oratore. Qui il braccio, la mano e l’indice sono rivolti verso un pubblico

virtuale, che non esiste. Sembra quindi che Augusto si rivolga ad ogni

spettatore che si ponga davanti a lui.

BRACCIO TESO

PUBBLICO VIRTUALE

PUBBLICO REALE

1 In alcune sculture della Roma antica, il personaggio indirizzava il braccio e

il dito indice verso l’esterno. Questo gesto deriva da una pratica chiamata

adlocutio, ovvero l’usanza di imperatori, generali e consoli di tenere un

discorso solenne alle truppe, per incitarli ad un’impresa militare. Queste

sculture presentano due differenti tipologie.

BRACCIO rivolto al pubblico

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.

2 l bandito di Porter è l’imprevedibile evoluzione della millenaria iconografia dei “santi guerrieri”, figure solenni che

abbinano lo sguardo verso lo spettatore all’esposizione di un’arma, di forma sottile e allungata.

Nella lunga serie dei santi guerrieri, abbiamo: l’Arcangelo

Michele (lo spirito armato per eccellenza), San Giorgio, San

Demetrio di Tessalonica, San Floriano di Lorch, San Teodoro

di Amasea, San Maurizio, Sant’Ignazio di Loyola con in mano

una lancia; Sant’Adriano di Nicomedia, San Crescentino di

Città di Castello, Sant’Alfredo il Grande, Sant’Eustachio

Placido, San Mercurio di Cesarea e Santa Giovanna d’Arco

con una spada; San Mena d’Egitto con un’alabarda; e infine

due santi con attributi che non sono armi, ma che ad esse

sembrano alludere: San Martino di Tours con un bastone

pastorale e Sant’Acacio con un ramo di acacia.

Qual è la differenza con l’inquadratura di Justus Barnes?

Il bandito punta la pistola verso l’esterno, mentre le armi dei

santi-guerrieri appaiono sempre in posizione verticale, legate

all’armatura o puntate a terra in posizione di riposo.

Nella pittura occidentale esiste forse un unico esempio in cui

il personaggio rivolge le mani verso lo spettatore e sembra

porgergli un oggetto: il Sacro Cuore di Gesù.

Si tratta di una tradizione tarda, che appare per la prima volta

nel dipinto di Pompeo Batoni (1760), esposto nella Chiesa del

Gesù di Roma.

oggetto in posizione VERTICALE

oggetto rivolto verso

il pubblico

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L’immagine di Justus Barnes che guarda minaccioso verso lo spettatore è l’equivalente cinematografico di quei manifesti

che nel West America dell’800 riproducevano il ritratto frontale del bandito da catturare. Il manifesto era

accompagnato da due inequivocabili scritte: “Wanted” e “Dead or Alive”.

3

SGUARDO IN MACCHINA

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Alfred Leete (1914)

Horatio Kitchener (Segretario di Stato per la

guerra in Gran Bretagna) punta il dito indice

verso il lettore, accompagnato dalla scritta

“Britons - wants you”.

L’immagine ha un grande successo e unisce

una coppia di segni che caratterizzerà un

decennio di manifesti:

SGUARDO

+

INDICE

Leete scrive il testo in terza persona (“wants

you”) e lo pone inutilmente tra virgolette.

L’immagine va dunque letta come un rebus,

dove il volto del generale si trova al posto

del suo nome: “Lord Kitchener wants you”.

1914-18: Prima Guerra Mondiale

In questo periodo storico, la creazione di manifesti di propaganda politica ha un eccezionale sviluppo. Ogni nazione cerca di

convincere l’opinione pubblica della “necessità” della guerra, del bisogno di convogliare il denaro pubblico verso le fabbricazione

di armi e il finanziamento degli eserciti.

A partire dal 1914 si diffonde dunque a livello internazionale un nuovo stile di manifesti che ha molti punti in comune sia con il

bandito di The Great Train Robbery, sia con i manifesti “Wanted / Dead or Alive”.

SGUARDO verso lo

spettatore

WANTED / WANTS

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James Montgomery Flagg (1917)

Flagg imita chiaramente il manifesto di

Leete, sostituendo Kitchener con lo Zio

Sam, personificazione degli Stati Uniti. Il

manifesto ha un successo irripetibile

(quattro milioni di esemplari) e diviene il

più famoso della storia.

La composizione di Flagg è nettamente più

esperta: il testo è in prima persona, è più

stringato e occupa armoniosamente

l’intero rettangolo.

Leete invece cambia carattere ad ogni

parola e riduce il “wants” fin quasi a farlo

sparire.

SGUARDO +

INDICE

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autore sconosciuto (1917)

John Bull assume la stessa posa dello Zio

Sam, ma in un più neutro campo medio. Per

la prima volta, appaiono delle immagini di

guerra, alcuni soldati sull’attenti e le

fiamme remote di un incendio. Bull ci indica

severo e domanda: “Who’s absent? Is it

You?”.

Creato dallo scrittore John Arbuthnot nel

1712 e già apparso in varie pubblicità e

vignette, Bull è l’incarnazione del

gentiluomo inglese di campagna: paffuto e

dall’aspetto bonario, indossa cilindro,

giacca, pantaloni alla zuava e panciotto

decorato con la bandiera britannica.

La figura non ha l’autorità dello Zio Sam e di

Kitchener. Ma la sua bonarietà è solo

apparente, poiché nella mano sinistra Bull

stringe un bastone che è il chiaro sostituto

di un’arma, appoggiandolo a terra nella

stessa posa di un santo guerriero.

John Bull è in campo medio / Zio Sam è in piano medio

Il bastone è il sostituto di un’arma. Le vere armi

appaiono solo sullo sfondo.

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Achille Mauzan (1917)

Rispetto a Leete e Flagg, Mauzan disegna

una figura intera fortemente debitrice

dell’arte classica, sebbene esista anche

una meno famosa versione in primo piano.

Varianti significative: l’uomo punta il

braccio sinistro invece del destro; viene

usata la seconda persona plurale,

rivolgendosi dunque non al singolo, ma

alla collettività.

Mentre Leete e Flagg disegnano una scena

astratta, qui lo l’immagine è

completamente immersa nella guerra:

fucili, divise, truppe, esplosioni

all’orizzonte. Il fucile non è più relegato

sullo sfondo (come in John Bull) ma è in

mano al soldato. Inoltre, la canna è rivolta

verso l’alto, come la spada sguainata di

San Michele.

SGUARDO +

INDICE

Guerra mostrata

esplicitamente

2° persona plurale

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Bartolomè Esteban Murillo (1617) Luca Giordano (1666)

Il manifesto di Mauzan imita palesemente l’arte barocca del ‘600: nel contesto bellico, nella posa plastica della gamba sollevata, nello sfondo di nuvole in chiaroscuro,

nell’angolazione dal basso. In tal modo, Mauzan trasforma il suo soldato in un angelo. Tuttavia, si tratta di un angelo molto “terreno”: non un condottiero, né una

figura simbolica, ma un soldato che scavalca una trincea.

Zio Sam e Lord Kitchener impartiscono ordini da uno sfondo bianco e incontaminato; John Bull nasconde la sua truppa in campo lungo. Il soldato italiano, invece,

conquista il proscenio e domanda semplicemente aiuto. Mentre l’americano e i due inglesi ordinano di partire, l’italiano chiede di raggiungerlo: sebbene tutti e

quattro i manifesti siano affetti dalla stessa malata retorica militaresca, in Mauzan sopravvive ancora una debole, ma resistente, idea di “uguaglianza”.

ARMA IN PUGNO

GAMBA SOLLEVATA

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Il manifesto “I want you”: un genere internazionale

Al di là dei differenti risultati politici ed estetici, nell’arco del decennio ogni nazione avrà il suo “I want you” personale. L’accoppiata di segni

“SGUARDO + INDICE” diviene uno stile internazionale: paesi divisi su tutto alimentano l’odio reciproco usando un linguaggio comune.

Il mondo è colpito da un bombardamento visivo di immagini, simile ad una guerra vera e propria. Una guerra di carta che imita in tutto le strategie

militari, con altri mezzi, ma per gli stessi fini.

In Italia, nel primo ‘900, le affissioni erano ancora riservate ad un pubblico d’élite, per proclami ufficiali e annunci di spettacoli teatrali. Ma la Grande

Guerra espande la comunicazione a tutto il popolo, con testi e illustrazioni dal profondo impatto. Tutto ciò segna l’ingresso in una nuova era della

comunicazione: l’immagine vince sulla parola. Il manifesto conquista definitivamente il paesaggio urbano del ‘900.

Julius Ussy Engelhard (Germania, 1919) Dmitry Moor (Russia, 1920) anonimo (Irlanda, 1916)

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Howard Chandler Christy (1917)

Tutti i manifesti finora analizzati hanno un

elemento in comune: mostrano

esclusivamente uomini.

Ma nell’unica versione femminile di “I want

you”, la struttura visiva cambia

completamente. Si tratta di un palese

esempio di come il semplice cambio di

sesso possa sconvolgere i segni di un

canone consolidato.

La scritta è visivamente spezzata in due

parti: “I want you … for the navy”.

In tal modo, “I want you” non sembra un

reclutamento militare, ma un

appuntamento galante.

Invece del primo piano, viene disegnata in

piano medio, rendendo il suo sguardo molto

meno dominante.

Il volto non è frontale, ma quasi a tre quarti,

depotenziando l’autorità del personaggio.

La donna non punta l’indice, ma ha

entrambe le mani in tasca. È una posa

rilassata: non sembra un soldato, ma una

ragazza in crociera.

Lo sguardo non è fisso, accigliato, con le

pupille dilatate, come Lord Kitchener, lo Zio

Sam o il soldato di Mauzan. La ragazza di

Christy ha gli occhi socchiusi, trasmettendo

una sensazione di pace e sensualità.

La presenza del mare viene evocata dal

vento che scompiglia i capelli e la divisa

della ragazza. Con geniale inventiva grafica,

il vento agita anche la scritta, rendendo

ondulati i caratteri.

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Edward J. Kealey (1915)

Al di fuori della tradizione “I want you”, il

manifesto “Women of Britain say ‘GO!’”

accentua il depotenziamento della figura

femminile: qui lo sguardo della donna è

addirittura rivolto all’indietro.

Kealey esprime una visione esplicitamente

sessista, una società nella quale ogni sesso

ha il proprio habitat naturale:

alle donne gli interni domestici,

agli uomini le imprese eroiche del mondo.

La madre e la figlia (?), in figura quasi

intera, si affacciano alla finestra,

abbracciate, mentre sulla strada i soldati

marciano verso il fronte.

Con timore, il fratellino si attacca alla gonna

della sorella: è l’unico uomo a cui è ancora

concesso di restare a casa.

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Com’è facile notare, nella maggior parte dei manifesti fin

qui citati la guerra viene visivamente negata: è

dichiarata nelle parole, ma non compare nelle immagini.

Lord Kitchener e Zio Sam occupano uno scenario

completamente vuoto.

Engelhard ci concede soltanto un elmetto.

I primi soldati appaiono in campo lungo alle spalle di

John Bull (il quale ha tra le mani solo un bastone da

passeggio) e nel manifesto di Kealey.

Mauzan è l’unico autore che ha il coraggio di ritrarre

una battaglia nel suo crudo e disperato realismo.

Siamo insomma di fronte ad un colossale processo di

occultamento della verità, del quale lo sguardo in

macchina e l’indice puntato verso lo spettatore

costituiscono le colonne portanti.

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I MANIFESTI DI

PROPAGANDA BELLICA

(1914-1920)

Ogni immagine deriva da

un’altra immagine