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SulMonte CAI - SEZIONE “MARIO FANTIN” BOLOGNA - NOTIZIARIO AI SOCI n° 3/2013 Tariffa R.O.C.: Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB - Bologna. Quota di abbonamento della pubblicazione euro 1,00 corrisposta dai destinatari con il rinnovo all’Associazione per l’anno in corso. ARRAMPICARE IN PARADISO? Kalymnos, maggio 2013 L’ORSIGNA E TERZANI Scopriamo che anche gli alberi hanno gli occhi STRADA FACENDO

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SulMonteCAI - SEZIONE “MARIO FANTIN” BOLOGNA - NOTIZIARIO AI SOCI n° 3/2013

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ARRAMPICAREIN PARADISO?Kalymnos,maggio 2013

L’ORSIGNAE TERZANIScopriamo cheanche gli alberihanno gli occhi

STRADAFACENDO

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SUL MONTENotiziario ai soci n. 2/2013 Club Alpino ItalianoSez. Mario Fantin, Bologna

Direttore ResponsabileLuca Calzolari

In redazionevia Stalingrado 105tel. 051 234856

Ezio AlbertazziStefania CaputoClara CassanelliStefano ChiorriBarbara StacciariElena Vincenzi

Progetto grafico e impaginazioneClara CassanelliBarbara StacciariElena Vincenzi

Foto di copertina:Eric MazzaPer articoli, foto, segnalazioni:[email protected]

StampaGrafiche A&BVia del Paleotto 9/a - [email protected]. 051 471666

Registrazionec/o Tribunale di Bolognan° 4227 del 1972

CLUB ALPINO ITALIANOSezione Mario Fantin - BolognaVia Stalingrado, 105tel/fax: 051 234856e-mail: [email protected]/fax: 051 234856Martedì ore 9-13Mercoledì, Giovedì,Venerdì ore 16-19

Chiuso in redazioneil 15/11/2013

COMUNICAZIONI AI SOCI

PUNTI RINNOVO TESSERA ANNUALE

ELEZIONI DEL CONSIGLIO DIRETTIVOIl Consiglio Direttivo della sezione CAI di Bologna Mario Fantin decadrà nel Marzo del prossimo anno. Occorre pertanto procedere a nuove elezioni che avranno luogo nel Gennaio prossimo, con modalità lievemente modificate, su richiesta della Regione E. R. per le associazioni no-profit. Ciò comporterà l’impossibilità di spedire le schede con apposte le preferenze, per posta od e-mail. Per meglio chiarire le nuove modalità, sarà possibile contattare la segreteria negli orari d’apertura (martedì dalle 9 alle 13 e mercoledì, giovedì, venerdì dalle 16 alle 19), inoltre di seguito, inseriamo la delibera del Comitato Elettorale, stralcio del Regolamento Elettorale e dello Statuto sezionale, oltre come d’obbligo, l’elenco dei candidati.

Da “Regolamento Elettorale”4– Entro il mese di novembre il Comitato elettorale pubblicherà in sede, nella sottosezione, nel Notiziario e negli altri modi ritenuti opportuni, i nominativi dei soci proposti e di quelli resisi disponibili, escludendo quelli non eleggibili. 5- La votazione è segreta per urna sigillata. Il voto è comunque libero: ogni socio elettore può destinarlo anche a soci estranei alle liste. Ogni elettore potrà esprimere un numero di preferenze pari al numero di eleggibili per ogni carica.6 – La votazione avrà luogo presso la sede della sezione e presso la sede della sottosezione nel mese di gennaio, alla presenza degli scrutatori, secondo il calendario deciso e comunicato entro il mese di novembre dal Comitato elettorale.7- Tutte le schede chiudibili, siglate da almeno uno scrutatore, opportunamente gommate per garanzie di segretezza, avranno un talloncino staccabile, ove il socio apporrà il proprio nome con sottoscrizione autografa. Prima dell’immissione nell’urna saranno effettuati appositi controlli sulla regolarità dei nominativi dei votanti. 8- Il Comitato elettorale deciderà se tali schede verranno preventivamente inviate ai soci o consegnate al momento della votazione.

prosegue a pagina 6

CERCASI REDATTORIContinua la ricerca di soci disponibili a collaborare alla redazione del notiziario e alla cura del sito www.caibo.it.Non importa essere esperti grafici e giornalisti: occorre un pò di capacità comunicativa e la disponibilità ad imparare un programma di impaginazione di semplicissimo utilizzo.Chiunque abbia voglia di collaborare, può contattare la [email protected]

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Dalla presidente

Cari soci e socie,

come ben sapete siamo alla fine del mandato delle cariche sociali, da rinnovare per il prossimo triennio 2014- 2017, con le elezioni che si terranno nel mese di gennaio, secondo il calendario pubblicato in questo notiziario.

Troverete l’elenco dei candidati da votare ma potrete comunque votare anche altri soci estranei alle liste.

Come presidente uscente vi volevo ringraziare per la disponibilità e l’affetto dimostrato in questi mesi di “reggenza”. Il periodo è stato molto impegnativo e turbolento dovendo affrontare, tra le tante scadenze, l’improcrastinabile trasferimento della sede. Abbiamo perfezionato i contratti con gli attuali gestori dei due nostri rifugi e affrontato importanti lavori di ristrutturazione e miglioramento del rifugio Duca degli Abruzzi e del Bivacco Musiani, su al Corno alle scale. Sono state rinnovate le convenzioni per la percorribilità e la manutenzione dei sentieri cittadini che partono dalla città e salgono sui nostri colli bolognesi. La rassegna cinematografica “Le vie dei monti” al Lumiere del maggio scorso ha avuto un gran successo e stiamo già organizzando la nuova rassegna per il 2014. Le scuole di alpinismo, scialpinismo ed escursionismo hanno proposto e realizzato numerosi corsi, garantendo come sempre un’offerta formativa di alta specializzazione.

Tutto questo è stato possibile grazie alla partecipazione, all’entusiasmo e alla generosità dei soci, che sono riusciti a trovare il tempo necessario per seguire le iniziative, mettendo a disposizione le varie professionalità (architetti, ingegneri, imprenditori, falegnami, elettricisti, idraulici, giuristi, contabili, bibliotecari, creativi, “ciappinari”…) per la riuscita al meglio dell’impresa.

Al brindisi di inaugurazione del 10 ottobre scorso ci siamo così ritrovati per una pausa piacevole e festeggiare i nuovi spazi. Anche il nostro Coro ha trovato il tempo per dedicarci qualche aria.

La nuova sede è stata pensata per garantire ambienti comodi e accoglienti per tutte le attività sociali, comprese le serate semplici in compagnia, per scambiarsi le esperienze vissute e programmare le future.

Bene, vi aspettiamo numerosi e buona lettura! Maria Barbara Benvenuti

IN QUESTO NUMERO5 Vita di sezione

PRESENTAZIONE CORSIa cura di Barbara Stacciari

14 ArrampicataSOSPESI NEL BLUPaola Santambrogio

CiclocaiINVITO ALLA FESTA!a cura di Patrizia Montanari

19 Un passo dopo l’altro L’INCANTO DELL’APPENNINOMarco Tamarri

7 Dietro la foto ALBA ESTIVA AL PASSODEL VALLONEMarco Albertini

8 TrekkingI SEGRETI DELLA VAL D’ORSIGNALuana CanestriTrekking sulla Costiera AmalfitanaGiorgio T.UNA SETTIMANA SULLE ALTE VIE DELLA VALLE D’AOSTAErica Mazza

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Vita di sezioneVOLONTASSOCIATE 2013Mario Romiti

RicordoSULLA VIA DI ROBERTOGiacinto CiminoIsabella Calistri

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CORSO DI ALPINISMO BASE – A1 Inizio previsto Aprile 2014Il corso A1 è un corso di livello base rivolto a principianti, ossia a tutti coloro che per la prima volta affrontano la montagna per praticare attività alpinistica. I partecipanti non hanno in genere esperienza alpinistica di montagna né estiva né invernale e possono provenire dall’escursionismo. Il corso prevede l’insegnamento, attraverso lezioni sia teoriche che pratiche ed uscite sul terreno, delle nozioni e tecniche fondamentali per poter svolgere con ragionevole sicurezza le seguenti attività: arrampicata su roccia di II e III con eventuali passaggi di IV grado UIAA, progressione lungo vie ferrate con difficoltà massima D, frequentazione di pendii ripidi innevati, attraversamento di ghiacciai oppure di tratti su neve compatta, salite in alta montagna lungo vie normali di roccia e terreno misto con difficoltà medio/basse, realizzazione di semplici manovre di autosoccorso. Considerato il livello propedeutico del corso, non viene prevista l’attività da primo di cordata da parte dell’allievo

CORSO DI GHIACCIOPERFEZIONAMENTO - AG2Inizio previsto Febbraio 2014Il Corso AG2 è un corso specialistico, rivolto a persone già in possesso di una esperienza alpinistica simile a quella impartita in corsi avanzati come AG1 o A2. I partecipanti hanno già una esperienza alpinistica di montagna, in particolare invernale, e hanno già effettuato ascensioni di bassa difficoltà su ghiaccio da capo cordata. Il corso prevede l’insegnamento,

attraverso lezioni teoriche e uscite pratiche sul terreno, delle tecniche fondamentali e avanzate per poter svolgere con ragionevole sicurezza le seguenti attività: progressione su pendii ripidi di ghiaccio con eventuali tratti di misto, con difficoltà massima AD-D, attraversamento di ghiacciai e realizzazione di manovre di autosoccorso. Si trattano anche le tematiche di neve e valanghe, lettura dei bollettini meteo e dei bollettini valanghe e autosoccorso con ARTVA.

CORSO DI ARRAMPICATA LIBERABASE - AL1Inizio previsto Maggio 2014Il corso AL1 è un corso base, rivolto a neofiti o a quanti hanno già arrampicato, ma ancora manifestano evidenti incertezze nelle tecniche fondamentali di arrampicata. Il corso prevede l’insegnamento, attraverso lezioni ed uscite sul terreno, delle nozioni fondamentali per svolgere in ragionevole sicurezza l’arrampicata indoor e in falesia su difficoltà massime di 6a della scala francese. Il Corso può prevedere la percorrenza di brevi itinerari a più tiri attrezzati per l’arrampicata sportiva caratterizzati da protezioni vicine e sicure e presenza di soste attrezzate. Sono inserite nel programma del corso alcune serate infrasettimanali per l’approfondimento di specifiche aree tecnico-pratiche (arrampicata, allenamento, manovre). Considerato il livello propedeutico del corso ma valutato anche l’elevato grado di proteggibilità che può offrire un itinerario di arrampicata sportiva il direttore del corso ha la facoltà di poter far condurre un allievo da primo di cordata su monotiri.

Presentazione corsi Corsi organizzati dalla sezione M.Fantin per l’anno 2013-2014

Per maggiori informazioni sui corsi e sui loro programmi visitate il sito: http://www.caibo.it

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CORSO DI SCIALPINISMO BASE - SA1 Inizio previsto Gennaio 2014Il corso SA1 è un corso di livello base rivolto a tutti coloro che per la prima volta affrontano la montagna invernale per praticare l’attivit{ scialpinistica. I partecipanti non hanno in genere esperienza di montagna ne estiva ne invernale, provengono dallo sci da pista e sono dotati di sufficienti abilità sciatorie. Il corso prevede l’insegnamento, attraverso lezioni sia teoriche che pratiche ed uscite sul terreno delle nozioni fondamentali per poter svolgere con ragionevole sicurezza l’attivit{ scialpinistica su itinerari non impegnativi. Particolare attenzione sarà dedicata alle tematiche relative alla montagna invernale e alla prevenzione del pericolo valanghe: cartografia e orientamento, neve e valanghe, lettura dei bollettini meteo e dei bollettini valanghe e autosoccorso con ARTVA. Possono partecipare al corso sia scialpinisti, sia sciescursionisti, sia allievi che utilizzano per la salita le racchette da neve e per la discesa la tavola da snowboard; in tali casi saranno organizzate all’interno del corso squadre omogenee per tipo di attrezzo.

CORSO DI SCIALPINISMO AVANZATO - SA2 Inizio previsto Aprile 2014Il corso SA2 è un corso di livello avanzato rivolto a persone già in possesso di un minimo di esperienza scialpinistica. I partecipanti hanno frequentato un corso SA1 oppure posseggono una esperienza equivalente e desiderano approfondire la conoscenza dell’alta montagna attraverso l’attivit{ scialpinistica. Il corso prevede l’insegnamento, attraverso lezioni sia teoriche che pratiche ed uscite sul terreno, delle nozioni fondamentali per poter svolgere con ragionevole sicurezza l’attivit{ di scialpinismo in ambiente di alta montagna e su ghiacciaio. Si effettua la progressione su terreni misti, creste, ghiacciai e vengono svolte semplici manovre di autosoccorso su terreno alpinistico. Particolare attenzione viene dedicata alle tematiche relative alla montagna invernale e alla prevenzione del pericolo valanghe: cartografia e orientamento, neve e valanghe, lettura dei bollettini meteo e dei bollettini valanghe, preparazione e condotta di gita e autosoccorso con ARTVA. Oltre a scialpinisti possono partecipare al corso allievi che utilizzano per la salita le racchette da neve e per la discesa la tavola da snowboard; in tali casi saranno organizzate all’interno del corso squadre omogenee

CORSO DI ESCURSIONISMOINVERNALE - EAI Inizio previsto Gennaio 2014Le ciaspole sono un antico strumento, riscoperto a livello turistico da oramai qualche tempo a questa parte e anno dopo anno riscuotono sempre più una maggiore richiesta nel campo escursionistico. Utili per spostamenti su immacolati manti nevosi, ma anche per conoscere da vicino la natura, per ammirare scorci che altrimenti non potrebbero essere scoperti e gustati. Non utilizziamo impianti meccanici di risalita che portano in cima ad una montagna,per poi ridiscenderla velocemente lungo i suoi pendii, offrendo a malapena il tempo per osservare ciò che ci circonda. Con le ciaspole, che si voglia o no bisogna faticare e sudare, ma ciò nonostante abbiamo la possibilità di ascoltare il rumore del vento e lo strusciare delle racchette sulla neve, il silenzio o qualche parola con i compagni di escursione e perché no…assaporare un bicchiere di thè caldo…arrivando a sera stanchi ma felici con il cuore pieno di immagini speciali e nuovi amici con cui condividere future escursioni. Luoghi che a differenza della veste estiva, vedono trasformate enormi pietraie in semplici pendii, folti boschi in paesaggi fiabeschi dopo una fitta nevicata, ma anche semplici percorsi estivi in possibili trappole. Una maggiore richiesta, uguale a maggiore frequentazione in ambiente e pertanto maggiore necessità di cultura e consapevolezza sulle norme di comportamento e scelta dell’itinerario. Il Corso pone la sicurezza, l’osservazione e il rispetto dell’ambiente come suoi scopi principali.

PROGRAMMA CORSO GRUPPO NATURALISTICO CAI BOLOGNA 2014In collaborazione con il Comitato Scientifico Regionale ER verrà organizzato il corso di formazione per Operatori Naturalistici Sezionali e per Operatori Tutela Ambiente Montano a livello della regione Emilia Romagna.Il corso è organizzato in 6 giornate, suddivise tra due sabati e due fine settimana. Nell’ultimo fine settimana, oltre ai temi specialistici, ci saranno il test finale (che verterà sugli argomenti affrontati nei precedenti incontri) e un’uscita in ambiente con un esempio di conduzione naturalistica e culturale. Le date proposte sono: sabato 22 Marzo, sabato 5 Aprile, 24-25 maggio, 7-8 giugno. Il programma dettagliato verrà pubblicizzato in tutte le Sezioni CAI dell’ER.

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DELIBERA DEL COMITATO ELETTORALELe votazioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo della Sezione e per il Collegio dei Revisori dei Conti sono programmate dal giorno 8 al 31 gennaio 2014 presso i due punti di raccolta:- sezione CAI M. Fantin via Stalingrado, 105 Bologna, nelle ore di apertura della segreteria oltre al lunedì e mercoledì sera dopo le ore 21- sede della sottosezione di Castiglione dei Pepoli (per i soci della sottosezione ) nelle ore di apertura della sedeL’elenco dei candidati sarà pubblicato sul notiziario sezionale di prossima spedizione (il presente notiziario n.d.r.) oltre che nei due punti sopra menzionati. Hanno diritto al voto tutti i soci ordinari e familiari in regola con il rinnovo della tessera. I soci dovranno richiedere la scheda alle persone appositamente incaricate per verifica dati dei soci stessi, persone decise nell’ultima Assemblea, i cui nominativi saranno esposti nelle rispettive sedi. Dopo la votazione le schede devono essere consegnate sigillate alle stesse persone incaricate e quindi introdotte nell’apposita urna sigillata. Non è consentito l’invio di schede recanti le preferenze, per posta.

Il Comitato elettoraleZacchini, Gardini, Motta

CONSIGLIO DIRETTIVOCariche istituzionali ricoperte in sezione Professione

ALBERTAZZI EZIO cons.sez.uscente Acc.re Escursionismo - resp. Sede ex impiegato poste - pensionatoBENVENUTI MARIA BARBARA pres.sez.uscente presidente avvocatoCALZOLARI FRANCESCO architettoCANNATARO EUGENIO responsabile biblioteca ex funzionario ind. privata - pensionatoDAL POZZO SANDRO istruttore di alpinismo commercianteFOSSATI LORENZO impiegato azienda telefonicaMONTI ANTONELLA cons.sez.uscente tesoriera commercialistaOSTI STEFANO ex dirigente compagnia assicurazioni - pensionatoPATICCHIA VITO funzionario pubblico (Regione E.R.)PINI MAURO ex cons.sez.e resp.gr.esc.-vd scuola esc. impiegato nella grande distribuzioneRANI ALESSANDRO operaioROMITI (GNEO) MARIO istruttore di alpinismo ex impiegato azienda telefonica - pensionatoROSA GABRIELE cons.sez.uscente ispettore rifugi funzionario pubblicoVINCENZI ELENA cons.sez.uscente vicepresidente architetto

COLLEGIO REVISORI DEI CONTI

GIANCARLO CARAVITA pres.c.r.c.uscente dirigente pubblico - pensionatoDONATI KATIA commercialistaGERI ALESSANDRO sind.usc. past-president ex ricercatore - pensionato

ELENCO DEI CANDIDATI

Comunicazioni di soci - prosegue da seconda di copertinaDa art. 18 Statuto SezionaleLe cariche Sociali sono elettive e a titolo gratuito. Per la designazione e per l’elezione alle cariche Sociali il voto è libero, in quanto l’elettore ha diritto di esprimere il proprio voto a favore di qualsiasi Socio eleggibile, anche se non indicato ufficialmente come candidato alla carica. La designazione va espressa su scheda segreta: è escluso pertanto dal procedimento di designazione o di elezione ogni altro tipo di votazione, …omissis... A parità di voti è eletto il Socio con maggiore anzianità di iscrizione al CAI.Sono esclusi dal computo i voti di astensione. Nessun Socio può trovarsi eletto contemporaneamente a più di una carica Sociale.

CORSO di ESCURSIONISMO BASE 2014Il corso si prefigge di fornire gli elementi base per una frequentazione consapevole dell’ambiente montano, per l’impatto ambientale derivato ma soprattutto per la sicurezza personale, onde raggiungere lo scopo di una fruizione piacevole e priva di ansietà di luoghi meravigliosi.Il corso, previsto per soli soci CAI, si rivolge a tutti, a partire dai 16 anni di età (per i minori di 18 è necessaria l’autorizzazione firmata di chi esercita

la patria potestà), si svolgerà tra fine Marzo e metà Maggio e sarà articolato su 7 lezioni teoriche e 6 uscite pratiche in ambiente di cui l’ultima di 2 giorni.Maggiori informazioni e chiarimenti potranno essere richiesti al 347 9001462. Sarà possibile una preiscrizione presso la segreteria della sezione. Le quote di partecipazione ed ulteriori iscrizioni, verranno raccolte nel corso della serata di presentazione il 28 marzo.

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PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESIAlberi, alberi e ancora alberi… altissimi, imponenti, maestosi. E’ questo lo scenario che accoglie e accompagna chiunque visiti e percorra i sentieri di questo importante Parco Nazionale a cavallo tra Emilia Romagna e Toscana. Ambiente veramente suggestivo, a tratti molto selvaggio, che in ogni stagione dell’anno regala forti emozioni a chi è disposto a viverle. Ho scattato questa foto durante un’escursione autunnale presso la “Buca delle Fate”, un grotta naturale vicino a Badia Prataglia.

DIETRO LA FOTO

Corpo macchina: Canon IXUS 310 HSObiettivo: Canon 4.3-18.8 mm (equivalente a 24-105 mm su formato pieno) 1:2.0-5.8 ISDiaframma: f/5.6Tempo di scatto: 1/125 s Sensibilità ISO: 100Compensazione esposizione: -1Lunghezza focale: 4.3 mmBilanciamento del bianco: nuvolosoScatto a mano libera No flash

Nebbia e nuvole basse sono molto affascinanti perché rendono suggestivo e affascinante anche un paesaggio, per così dire, normale, avvolgendolo di sottile velo di mistero. E il sole che filtra a fatica tra i rami dei faggi dà l’impressione di un saluto divino, che dall’alto delle chiome scende verso terra, seguendo le silhouette dei tronchi. Proprio per questo, non potevo che eseguire uno scatto in verticale per trasmettere il saluto-delle-fate! Ho sottoesposto di 1 stop per non “bruciare” le alte luci e fare risaltare il nero dei tronchi, tenendo la fotocamera rasoterra per dare maggiore slancio agli alberi, sfruttando le proprietà dell’ottica grandangolare alla massima apertura di diaframma f/2.

Dati Di scatto

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Chi viene nella valle dell’Orsigna tanto amata da Tiziano Terzani provando a vedere con i suoi occhi attenti, cerca subito con lo sguardo i fili d’erba che racchiudono il segreto del tempo: “gli orsignani con un filo d’erba in bocca stavano per ore in cima a un colle a guardare il gregge con tutto l’agio di pensare e di tacere”. Chi non si è ancora accostato a questi luoghi li percorre con il desiderio di carpirne i segreti che hanno portato Terzani a ritrovare qui l’armonia dell’Universo, divenendo Anam. A dirigere quello che all’inizio sembra un concerto improvvisato, in cui ognuno arriva come solista e man mano si trova ad essere parte di un’orchestra che suona la stessa partitura, è Sergio Gardini, che del luogo ha forte consapevolezza e lo presenta come farebbe un padre orgoglioso. Solo al termine dei due giorni, tra stupore e fierezza, il gruppo apprenderà di aver percorso almeno 25 Km, con un dislivello di 2000 metri. Lasciata la stazione di Pracchia il gruppo si addentra nella boscaglia e conosce il senso della fatica e la gioia delle piccole soste, con le informazioni generose della guida sui sentieri, la flora e la fauna tipiche del territorio. Lungo il fiume Orsigna e seguendo la voce narrante che ne spiega l’etimologia (catturando

Tra i segreti della Val d’Orsignadi Luana Canestri

l’attenzione riferendo di una principessa e di particolari guardie, che si rivelano delle Amazzoni), si giunge in un luogo che Pier Paolo Pasolini ha definito “sacro”: un campo da calcio, in una conca circondata dai monti.Ci si siede a riflettere: il tema è il senso del camminare in una società in cui l’uomo è “seduto”, come spinta per una fortificazione più che fisica, morale. Il desiderio di arrivare alla meta, “La Selva” in località Case Sandrella, spinge tutti a riprendere il cammino. Una sosta al mulino di Giamba e poi su, fino ai morbidi prati punteggiati dal giallo delle giunchiglie. Il cane Frodo ci fa compagnia lungo il percorso per giungere all’Albero con gli

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occhi, un ciliegio divenuto tempio. Qui, disposti a semicerchio ascoltiamo Sara che ne sintetizza così il significato: “arriva il 28 luglio 2004, si spegne Anam, il senza nome, circondato dall’affetto dei suoi cari, anche i nipoti ai quali ricorda che anche le piante sono esseri viventi: applica ad un albero degli occhi indiani per mostrare la loro capacità di vedere come gli uomini, che troppo spesso però risultano ciechi davanti alla Vita”. Guidati dal fedelissimo Frodo “La Selva” accoglie i viandanti con gentilezza e cura.È piacevole ritrovarsi a sera tutti insieme nel calore di una stanza, in cui il grande camino è spento, ma accese sono le voci dei commensali. I ragazzi hanno ancora il riflesso del sole sul viso. Come direbbe Terzani: “più che felici sono contenti”. A Case Lavacchini la signora Rita saluta: “quanta bella gioventù! “ col sorriso, esce da un lungo e faticoso inverno, ma la gente di montagna non si perde d’animo e con pazienza risistema, pulisce, ristabilisce un equilibrio. Giunti al fiume il guado pare ostico, ma possibile, Sergio raccoglie intorno a sé il gruppo e lo esorta a mettersi alla prova. Superato l’Orsigna la meta è il Rombiciaio, a 1350 metri di altezza e la salita appare subito impegnativa.Si scorge la casetta rossa di Terzani, sul versante opposto. Si sale e il gruppo si sgrana, mentre attraversa letti di muschio e lingue di neve. Sergio osserva soddisfatto il gruppo e propone

una sosta: ricorda che un tempo quei luoghi erano frequentati da contrabbandieri, ma che stiamo anche percorrendo la strada dei carbonai, di cui racconta il faticoso lavoro. Sul passo due escursionisti giocano a carte ed offrono con generosità chiacchiere e buon vino rosso. Prima di riprendere il cammino gli studenti assecondano la professoressa e si mettono a cantare “Dove vola l’avvoltoio”, un testo scritto da Italo Calvino e musicato da Sergio Liberovici sull’assurdità della guerra e che invita a ripudiarla. Molti dei ragazzi sono seduti sul terreno; Sergio, Giovanni e Luana si rivedono in loro, giovani, pieni di speranze; gli sembrano come i bucaneve appena spuntati dal terreno. Per loro ci saranno giorni di sole, ma cadrà anche la pioggia e si augurano che siano forti e pronti a contrastare le intemperie. Lasciando il Rombiciaio per la stazione di Pracchia, il pensiero torna a Terzani “Siamo anche le storie che abbiamo sentito, le favole con cui ci siamo addormentati da bambini, i libri letti, la musica che abbiamo ascoltato” e viene naturale aggiungere “il fiume che abbiamo attraversato, il monte che abbiamo scalato...” Scendere è meno impegnativo. Qualcuno canticchia ancora. Nel percorso si alternano abetaie e radure. Nei pressi del borgo tre daini sbucano all’improvviso e altrettanto velocemente scompaiono alla vista. Rimane lo stupore misto a gioia per un regalo inaspettato. Un vivo ringraziamento a al CAI di Bologna e a Sergio

Gardini.

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Pullman fino a RAVELLO e visita alle due ville

importanti della città: Villa CIMBRONE, sorta

sulle rovine di una villa romana residenza di

nobili famiglie locali e acquistata 1904 dal nobile

viaggiatore inglese Lord Grimthorne con la

determinazione di farne uno stupendo gioiello e

villa RUFOLO, complesso di costruzioni risalenti

alla seconda metà del Duecento, edificata da

quella che era la più ricca famiglia della cittadina.

Poi via verso la lunga valle delle Ferriere con

sali e scendi attraverso vecchi camminamenti e

sobborghi, panorami indescrivibili ed esplosioni

di orchidee. Nell’Oasi integrale nel cuore della

valle si nasconde un tesoro: vivaci torrenti che si

lanciano in salti e cascate e una vegetazione quasi

tropicale s’intreccia con la macchia mediterranea

nostrana. Esemplari unici come la Woodwardia

radicans, una felce gigante che si trova solo in

questo posto e che è protetta dal WWF. Rientro

a piedi fino ad AMALFI attraverso la storia di

vecchie ferriere e cartiere abbandonate.

III TAPPA: AMALFI – Marina di Furore – BOMERANOTappa tutta a piedi decisamente lunga, su un

sentiero che a volte è interrotto da tratti asfaltati

ma rinfrescata dalla possibilità di un bagno in mare

e accompagnato dalla bella discesa attraverso

il sentiero dei pipistrelli alla baia di Marina di

Furore. Abbiamo camminato per quasi sei ore

Io credo che possiamo dire con assoluta tranquillità e certezza che è stata una fantastica esperienza. Sette giorni di sole, mare, distese di limoneti nel pieno della loro esplosione gialla, con sorprese paesaggistiche impensabili e belle cittadine da visitare.

I TAPPA: VIETRI SUL MARE – Monte Avvocata – Santuario dell’Avvocata - MAIORITappa domenicale, nella prima giornata di sole

sulla costa, dopo tanta pioggia. Pullman da

Amalfi siamo arrivati a VIETRI da dove ci siamo

avviati verso monte dell’Avvocata (sentiero CAI

300) punto veramente panoramico dove è stata

una gioia consumare le nostre mozzarelle di

bufala acquistate ad Amalfi. Da qui siamo scesi

all’importante e omonimo santuario, dove il

lunedì di Pentecoste si svolge il pellegrinaggio

alla Madonna dell’Avvocata: in quell’occasione

fedeli di tutta la Campania si radunano per

salire fino in cima al santuario accompagnati

dal ritmo delle tammorre (una sorta di grande

tamburello, strumento tipico della musica

popolare campana). La discesa dal Santuario è

stata un esercizio impegnativo, lungo un piccolo

stradello fatto principalmente di scalini. All’arrivo

la bella spiaggia di MAIORI ci ha accolto e offerto

un momento di relax.II TAPPA: RAVELLO – testata Valle delle Ferriere – cascata oasi integrale – AMALFI

Trekking sulla Costiera Amalfitanapiccolo diario di un’esperienza

di Giorgio T.

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I dati generali Altezza massima: m. 1014; Altezza minima: 0 (livello del mare); dislivello totale circa +/- m. 5500; lunghezza totale del trekking circa km. 90 che abbiamo percorso in circa 31 ore di cammino effettivo (soste escluse).

ed un dislivello di 800 metri in mezzo a boschi e

l’ultimo tratto è stato decisamente impegnativo

in quanto tutto in salita ed oppressi da un caldo

estivo. Nelle vicinanze di BOMERANO bella la

grotta di Santa Barbara dove è possibile ammirare

le formazioni calcaree a foglia nelle pareti.

IV TAPPA: BOMERANO - Sentiero degli DEI - NOCELLE - POSITANO - S. Maria del CastelloPartenza alla mattina per seguire il famosissimo

Sentiero degli DEI con incredibili viste su

terrazzamenti coltivati e ruderi di antiche

abitazioni, tratti boscosi e belvedere sospesi

sulla costa con successione di pareti e grotte.

La discesa su POSITANO viene accorciata da

un PULMINO locale che ci permette una bella

sosta di due ore nella caratteristica cittadina. Da

POSITANO nuovo pullman e poi l’Alta Via dei

Monti LATTARI e sentiero CAI 33 che si arrampica

fino a Santa Maria del Castello. Cena fantastica

all’agriturismo la GINESTRA di Santa Maria del

Castello con un tramonto con vista sul golfo di

Napoli, sulle isole di ISCHIA, PROCIDA e NISIDA.

V TAPPA: S. Maria del Castello – Sant’Agata sui due GolfiAppena svegli subito una bella salita impegnativa.

Arrivo dopo un’oretta su monte Vico Alvano (642

metri), dove troneggia una grande croce di ferro,

con vista decisamente fantastica sui due golfi.

Abbiamo proseguito con diversi sali e scendi lungo

il percorso che infine si è dimostrato decisamente

impegnativo. Arrivati alla sera, provati e stanchi,

siamo a Sant’Agata dei due Golfi.

VI TAPPA: Marina di Cantone – Baia di Reccomone - Baia di Jeranto - Monte s. Costanzo - Punta Campanella – TERMINI

Pullman e arrivo a Marina di CANTONE. Piccola puntata a visitare la baia di RECCOMONE attraverso un suggestivo sentiero. Da qui in cammino verso JERANTO attraverso i limoneti. La baia di JERANTO è un area protetta famosa in parte di proprietà del FAI. Poi di nuovo salita fino a Monte San Costanzo (490 metri) per la sosta di mezzogiorno presso la cappella che sorge in cima con un’alta vista sulla costa e da qui discesa verso Punta Campanelle (45 metri quasi in riva mare). La giornata non è ancora finita e occorre arrivare a TERMINI che si trova a 325 metri per cui si risale lungo il tratturo usato dai locali per andare al mare. L’indomani viaggio verso SORRENTO per la visita della città e poi il rientro a Bologna.

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Valnontey è il punto di partenza del nostro trekking. In diciotto, guidati da Mauro e Mauro, partiamo alla volta di Valgrisanche, che raggiungeremo dopo essere passati per la Valsavarenche e la Val di Rhêmes percorrendo alcuni tratti dell’Alta Via numero Due e della Haute Route du Glaciers.

1° giorno. Iniziamo a risalire la stradina reale che ci porterà al rifugio Sella. Percorriamo un bel sentiero all’interno del bosco di conifere, ogni tanto interrotto da una piccola cascata; appena usciti dal bosco sul prato ci appare un camoscio, il primo di una serie di avvistamenti. Siamo infatti all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso, istituito nel 1922 a partire dalla riserva reale di caccia dei Savoia. Il sentiero prosegue poi ripido fino al rifugio V. Sella m. 2584, costeggiato dal Torrent de Grand Loson) dalle acque freddissime.2° giorno. Ci aspetta la salita fino a Col Lauson (m. 3296) e poi la discesa fino a Eaux Rousses (m. 1658). Il sentiero subito si inerpica verso il passo, e dopo un’ora di cammino alla nostra destra appare un branco di stambecchi. Accanto ai nostri piedi scorrono miriadi di fiori colorati: botton d’oro, ranuncoli, sassifraghe, semprevivi, genziane. Attraversando una sassaia, alcuni nevai e un tratto di sentiero attrezzato arriviamo al passo: alle nostre spalle si può ammirare il Gran Paradiso, di fronte si apre la Valsavarenche, sul fondo la nostra meta. Intanto ci raggiungono

due skyrunner valdostani, che facevano “una passeggiata”: andata e ritorno in giornata da Valnontey a Eaux Rousses. Valicato il passo, vicino al bordo del sentiero appare una famigliola di marmotte: un paio controllano il territorio, mentre i piccoli si rincorrono sul prato a pochi passi da noi! Più tardi incontriamo il casotto dei guardiaparco (Levionaz, quota 2289) e rientriamo nel bosco di larici. Raggiungiamo l’Hostellerie du Paradis, comodo alberghetto dove pernottiamo.3° giorno. Piove! Le previsioni meteo non sono buone, così decidiamo di variare il percorso e di partire più tardi. Prendiamo il bus fino a Pont, da dove saliamo, sotto la pioggia, lungo una mulattiera nel bosco; più in alto il bosco finisce e le cime delle montagne appaiono a tratti tra le nubi. Incontriamo i laghi del Nivolet e finalmente arriviamo al rifugio Città di Chivasso (m. 2904): non c’è acqua calda, ma è fornitissimo di libri di montagna, e poco prima di cena ci ritroviamo tutti attorno al tavolo con un libro tra le mani.4° giorno. Il vento forte della notte ha spazzato via la pioggia, e continua a soffiare per tutta la giornata, regalandoci un bel sole per tutto il resto del viaggio. Ricominciamo la salita nei prati, tra fioriture di margherite, genziane e stelle alpine; con marmotte che ogni tanto facevano capolino dalla tana, un cielo azzurrissimo che si rispecchiava nei laghetti cristallini e il Gran Paradiso in lontananza. Arriviamo a Col Rosset (m. 3023), e alcuni si arrampicano sulle roccette fino a giungere sotto la Pointe du Leynir (m. 3142) da cui si dominano i laghetti del Nivolet da una parte e la Val di Rhêmes dall’altra. Scendiamo per una traccia tra i sassi; dopo un paio d’ore, camminando tra i rododendri, arriviamo a una terrazza naturale che domina la valle. Risalendo ancora per un po’ lo scenario è dominato dalla Granta Parei (m. 3386), ai cui piedi si trova il rifugio Benevolo (m. 2285): è il più spartano di tutti, ma ne è valsa la pena!5° giorno. Ripartiamo sul sentiero, ripido

Una settimana sulle Alte Vie della Valle d’Aostadalla Valnontey alla Valgrisenchedi Erica Mazza

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fin dai primi passi, verso il rifugio Bezzi. Dopo un’ora di salita raggiungiamo il lago di Goletta (m. 2699), da cui possiamo vedere una cordata di alpinisti che risale il ghiacciaio di Goletta verso il Col de Tsanteleina. Proseguiamo il cammino fino al Col Bassac Deré (m. 3083). Sul passo, una placca di metallo indica i nomi delle montagne che possiamo vedere. Alcuni salgono fino alla Becca di Traversiere (m. 3334), eccezionale punto panoramico a 360°, da qui si vedono in successione: il Gran Paradiso, la Grivola, il Monte Rosa, il Cervino, il Gran Combin, la Grand Jorasses, il Monte Bianco, la parte francese della Val d’Isere e del Parco del Vanoise. Scendiamo nel canalone che costeggia il ghiacciaio di Glairetta, e raggiungiamo infine il rifugio Bezzi (m. 2284).6° giorno. Tappa più corta delle altre, ma non defaticante: di fronte a noi vediamo il ghiacciaio di Glairetta; in poco tempo risaliamo il versante, poi una lunga serie di saliscendi in mezzo ai prati ci porta al rifugio Chalet de l’Epée (m. 2370). Torrenti e cascate continuano ad accompagnarci per tutto il percorso, con il sentiero che corre tra prati pieni di fiori; su una sella vicino a Becca Refreita (m. 2611) ci fermiamo ad ammirare il panorama sulla Valgrisanche e sull’arco alpino. Al rifugio alleggeriamo gli zaini e un gruppo d’instancabili sale fino a Col Fenetre (m. 2840) in 55 minuti, i più veloci, da cui si può vedere un’ultima volta la Val di Rhêmes.7° giorno. Comincia la lunga discesa verso casa. Sotto di noi il lago di Beauregard. Attraversiamo Rocher, un borgo di case di sasso, e passiamo vicino ad alcune malghe. In fondovalle costeggiamo la diga di Beauregard, che stanno abbassando di 52 metri a causa di problemi di stabilità del terreno; sul muro della diga è stata addirittura allestita una palestra di arrampicata! Arriviamo a Valgrisanche, dove, salendo su un bus diretto ad Aosta, termina il nostro trekking. Una bellissima esperienza che sicuramente ricorderemo per molto tempo!

Il 22 settembre il CAI ha partecipato alla manifestazione VOLONTASSOCIATE ai Giardini Margherita. Pubblichiamo le riflessioni di Mario Gneo Romiti, che ha organizzato la cosa nonostante il breve preavviso, “dimostrando che con l’impegno deciso di alcuni di noi le cose si riescono anche a fare.”La manifestazione ha dato la possibilità al CAI di presentarsi alla cittadinanza e di spiegare ai tanti cittadini, che camminano per i sentieri e che si sono fermati al nostro banchetto, che lo possono fare grazie al CAI, che mantiene puliti e segnalati i sentieri. In questa occasione sarebbe stato bello che al nostro banchetto fosse stato presente un rappresentante della Provincia di Bologna per spiegare ai Cittadini che, se il “Trekking col treno” ha un alto gradimento, questo lo si deve agli accompagnatori del CAI che si fanno carico di questa iniziativa, nel senso che accompagnano i cittadini e sottolineo i cittadini, in quanto, molti di questi, partecipano alle uscite ma non sono neppure iscritti al CAI e, come già sopra detto, percorrono quei sentieri che con fatica (sia fisica che economica) il CAI segnala e mantiene puliti. Della serie: il CAI lavora per la cittadinanza e non solo per i propri soci, ma che ritorni e che riconoscimenti ha ( economici e di immagine) da parte delle amministrazioni locali? Ai posteri l’ardua sentenza! Come alpinista posso dire che c’è stata della curiosità da parte di molte persone che si fermavano a guardare la “griglia” che avevo preparato con del materiale alpinistico. Per chiudere, menziono i soci che turnandosi al banchetto durante la giornata hanno reso possibile la nostra presenza (CAI) ai Giardini Margherita: Geri, Volponi, Roberta, Ghini, Tonelli, Orsoni, Giovanni (il lungo) e il sottoscritto. Gneo

VOLONTASSOCIATE 2013

VITA DI SEZIONE

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di Paola Santambrogio

Odorosa macchia mediterranea, fioriture dai colori esplosivi, il tempo scandito da suoni e ritmi dimenticati, l’affidabile calcare delle falesie. Tutto questo è Kalymnos. Difficile immaginare scenario migliore per un corso di arrampicata.A cavallo di motorini e sapientemente seguiti dai nostri attenti istruttori, abbiamo scorrazzato in lungo e in largo per l’isola arrampicando ma non solo: godendo sole, mare, sapori e soprattutto l’ottima compagnia. Nemmeno il vento fortissimo dei primi due giorni ci ha scoraggiato, al motto “non si fanno prigionieri” abbiamo arrampicato resistendo tenacemente alle raffiche e alle improbabili condizioni meteo. La giornata tipo cominciava con una ricca colazione autogestita che aveva luogo su panoramiche terrazze prospicienti un mare limpidissimo nonché la splendida isola di Telendos. Continuava intensamente in falesia fino al primo pomeriggio. Successivamente, dopo un breve spuntino, ci si dedicava alla tintarella e ai primi bagni decisamente tonificanti in calette da sogno. A seguire la cena, sempre abbondante e conveniente, talvolta anticipata da “leggere” merende a sorpresa preparate dai nostri gentilissimi ospiti, a base di moussaka o di pastitsio. Impossibile seguire diete dimagranti a Kalymnos! Non ci siamo nemmeno fatti mancare una memorabile cena in riva al mare, un facile trek che ci ha condotto alla incantevole caletta di

Sikati e l’ultimo giorno persino un giro in battello per raggiungere le falesie della vicina Telendos.Insomma una vacanza completa nel corso della quale nessuno si è risparmiato: tali erano l’entusiasmo e la passione trasmessi dagli istruttori, che abbiamo arrampicato a oltranza 6 giorni su 6! Agli istruttori, alla loro professionalità, dedizione e cordialità, ai loro consigli e agli esercizi che pazientemente ci proponevano, devo

Corso di Arrampicata Libera a Kalymnos - Maggio 2013

Sospesi nel blu

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Kalymnos è un’isola greca (111 km²) del mar Egeo, facente parte del Dodecaneso, nel gruppo delle Sporadi Meridionali, tra l’isola di Lero, a N, e quella di Coo, a S. Prevalentemente montuosa (678 m), ha coste frastagliate e basse, ricoperte da uliveti e agrumeti. È famosa per l’abilità dei suoi abitanti nel pescare le spugne e per essere un piccolo paradiso dell’arrampicata libera.

La mitologia racconta che Kalymnos ebbe il nome dal titano Kalydnos, che era il figlio di Gaea (“ Terra”) ed Uranus (“ Cielo”).

L’arrampicata su Kalymnos iniziò tardi, dopo che Andrea Di Bari passando da quelle parti in vacanza ne scoprì il potenziale davvero immenso. L’anno successivo iniziò la chiodatura, e fu così che dal 1997 questa piccola isola divenne un luogo di ritrovo per gli arrampicatori, ed ogni anno si svolge un meeting d’arrampicata durante il quale vengono chiodate nuove vie e falesie. In precedenza le rocce erano viste male dagli isolani, che descrivono il boom arrampicatorio ancora in modo incredulo: “Quando Dio creò la terra lanciò soltanto sassi nella direzione di Kalymnos. E’ difficile credere che quello che in precedenza noi credevamo fosse una maledizione, si diventato ora una benedizione…” La popolazione si e’ velocemente adeguata alle richieste dei nuovi turisti e nell’alta stagione il piccolo paesino di Masuti, situato sulla costa ovest, si trasforma in una mecca dell’arrampicata internazionale.

L’attuale guida di Aris Theodoropoulos (2010) elenca più di 1700 vie, la maggior parte delle quali ha grado medio (ci sono più di 100 vie attorno al 6a/6a+) ma esistono vie di altissimo livello che attraversano gli immensi strapiombi. Arhi, Grande Grotta, Odissey, Spartacus, Panorama…sono tutti settori a cinque stelle che rendono l’arrampicata su quest’isola assolutamente unica.

VIAGGIO

Kalymnos: l’isola dei climbersil raggiungimento di risultati inattesi come salire per la prima volta da prima, o meglio da “uno”, come dicevano scherzosamente loro. Devo, anche e soprattutto, l’aver “gettato il cuore oltre l’ostacolo”, riuscendo a salire monotiri lunghi, sebbene facili, cominciando finalmente a reagire alla paura del vuoto. Non posso non ringraziare anche i miei compagni di avventura, corsisti e aggregati, con cui ho condiviso, quasi 24 ore su 24 per una intera settimana, fifa, fatica e risate. Ognuno di noi, a seconda del livello e della audacia, ha avuto la possibilità di cimentarsi con le proprie capacità e i propri limiti, sviluppando le proprie potenzialità su salite di grado diverso e addirittura (i più bravi!) su vie di più tiri. Sia il corso che le falesie dell’isola si adattano davvero ai gusti e alle aspettative di tutti, principianti e non.Da Kalymnos sono tornata col ricordo di posti magnifici e di persone generose, col tramonto infuocato dell’ultima sera negli occhi e con arcani misteri ancora da svelare: lo special chease, il white fish, la corda verde che spariva e riappariva… E per svelarli, occorrerà farvi presto ritorno!Con me c’erano:

Istruttori: Roberto Bertozzi, Lorenzo Finotti, Fabio Melloni e Nadia Orsini.Corsisti: Anna Brasolin, Federica Massari, Gabriele e Fabio Musolesi, Alice Nicolucci, Filippo Temporin e Fabrizio Testoni.Aggregati: Aris, Lucia Cappelli, Piero Dalla, Franca Dozza, Alberto Veduti

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D- Com’è nata l’idea dell’escursione sul Monte Bianco?R- Dopo la morte di Roberto, avevamo smesso di “fare” dell’alta montagna, ma è da pochi anni che ho ripreso ad andare, molto tempo dopo l’incidente che ci ha tolto la sua presenza. Si è trattato di una prima uscita in preparazione del decennale che ricorrerà nel 2015.D- Hai deciso da solo o è stata un’idea condivisa?R- Abbiamo deciso insieme io e il socio Beppe Beccaglia, entrambi compagni di cordata di Roberto.D- Ripercorrere quelle vie e quei luoghi a distanza di anni, quali pensieri ha richiamato alla memoria?R- Mi ha fatto ricordare il 2002: è stata l’ultima volta in cui siamo saliti insieme dalla via normale italiana al Bianco, passando dal rifugio Gonella e portando in vetta i nostri giovani ragazzi della sottosezione. Eravamo in dodici e mi sono rimaste impresse la sua pazienza e la sua professionalità nel curare la sicurezza dei nostri

giovani escursionisti.D- Quale emozione ti ha trasmesso il paesaggio?R- È stata forte la commozione di essere di nuovo sulla cima più alta d’Europa e avere la fortuna di poter ammirare ancora una volta questa meravigliosa montagna che fa del Bianco il nostro Everest, senza bisogno di allontanarsi troppo. Da lassù, in cima, i colori appaio diversi, più nitidi, e il cielo , ad esempio, è di un altro blu. E i ghiacciai sono di una bellezza immensa.D- Durante quest’uscita, voi due avete avuto modo di incontrare altri alpinisti?R- Nel rifugio Beppe ed io eravamo gli unici ospiti, mentre nel ricovero invernale c’erano alcuni stranieri, di cui non ricordo la nazionalità, di ritorno dal Bianco, due spagnoli invece si erano attendati all’inizio del ghiacciaio.D- E dopo?R- Sveglia a mezzanotte, partenza all’una, salita un po’ desolante: oltre alle nostre due lampade frontali, non c’era nessun’altra presenza nel buio

Giacinto Cimino intervista Pier Luigi Poli

SULLA VIA DI ROBERTO

L’andare in montagna, come sappiamo noi del Cai, crea legami ed amicizie che vanno oltre lo scopo o le modalità per cui sono sorte. La natura, il silenzio, il contatto umano sono emozioni e momenti difficilmente replicabili altrove, presi dalle difficoltà e dalle frenesie a cui il nostro quotidiano ci ha abituato. È in questo contesto che nasce la storia che vi raccontiamo, nata da un colloquio con Pier Luigi Poli, socio della Sottosezione “Roberto Venturi” di Castiglione dei Pepoli.

Un’escursione sul Bianco,pensando a un amico scomparso

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del ghiacciaio. All’alba eravamo fuori dalla zona dei crepacci del Dome, siamo saliti sulle creste e siamo arrivati alla capanna Vallot, poi però non abbiamo potuto proseguire verso la vetta e abbiamo dovuto ripiegare sulla via francese del Gouter per l’arrivo del brutto tempo. Siamo passati dal rifugio omonimo, siamo scesi fino Le Nid d’Aigle e siamo saliti sul trenino a cremagliera che arriva a Saint Gervais Lesbain, rientrando poi in Italia con i mezzi pubblici attraverso il traforo.D- Quindi il programma che pensavate di fare, non siete riusciti a rispettarlo?R – No, avremmo voluto salire al rifugio Monzino e andare al bivacco Eccless dove Roberto ha avuto l’incidente per visionare il luogo in vista della preparazione del decennale. Il brutto tempo ci ha impedito di continuare, ma di sicuro ritorneremo per ricordarlo in modo appropriato, anche se il nostro amico è sempre con noi.

Roberto Venturi, classe 1943Siamo sotto la cima della Punta Parrot, giugno 1999, più o meno Ci siamo arrivati per la via degli Italiani, selvaggia direi. In cima c’è nebbia, guardo i rondoni che giocano col vento, non si vede ad un passo; guardo Roberto, sorride, gli chiedo: ma secondo te da che parte è il Margherita? Indichiamo due direzioni opposte...perfetto! Ridiamo, poi una ventata e vediamo la traccia, giù in basso, a posto dunque. Avevamo visto la via sul giornalino del CAI: bella, guarda che panorama, andiamo?Così si andava in montagna con Roberto, il giro si vedeva sui libri o sulle riviste e si organizzava. Compagno di cordata sicuro e tranquillo, sempre disponibile e con la parola giusta, la sua schiettezza arrivava dritta al cuore e la montagna era la sua seconda casa; se ero preoccupata di non fare il passaggio, lui mi diceva: e vedrai, che problema sarà, se hai una presa buona in mano non ti si staccherà mica il braccio! Ottimista e sereno, anche quando il temporale c’ha beccato sulla cresta del Badile o sulla Marletgrat: il suo chiodo in quest’ultima occasione è stato provvidenziale, per non dire indispensabile...Efficace ed istintivo nell’arrampicata, non l’ho mai visto in difficoltà, non gli ho mai sentito dire blocca! E così, il 6b sembrava un quarto, il VII da proteggere non lo intimidiva. Organizzava gite per la Sottosezione, come è tradizione per questo gruppo che mira soprattutto ad avvicinare la gente alla montagna; non sempre le gite erano convenzionali, ma grazie al suo spirito di iniziativa abbiamo salito la normale al Monte Rosa e la normale al Bianco con dieci, dodici persone, fra cui gente mai stata così in alto. Chi arrivava su, chi tornava indietro, lui era vicino a tutti, per tutti aveva una parola, acqua, cibo, coraggio.E poi il Bernina e l’Adamello, sempre con la Sottosezione, la lunga traversata del Cristallo in inverno con Beppe Beccaglia e la figlia Chiara, le salite con l’amico Pierluigi Poli. Ed ancora per il CAI pulizia sentieri, arrampicata dei bambini, a 58 anni diventa istruttore sezionale della Scuola Nando-Stagni di Bologna ed istruttore FASI. Fra le tante altre cose, era mio compagno di cordata, in un certo senso si può quasi dire che abbiamo iniziato ad andare in montagna insieme; di sicuro, io ho iniziato con lui. Certo, Roberto aveva già lunga esperienza di vie normali, e di compagni di cordata ne aveva anche altri, ma forse in quel momento ha avuto voglia di modificare un po’ il suo contatto con la montagna. A partire dal 1999 fino al 2005, alla non più tenera età di 56 anni e dopo aver salito per anni la normale all’Adamello ed al Bianco, decide di cambiare strada e così:spigolo della Tournette al Bianco - via degli Italiani alla Parrot - cresta Signal alla punta Gnifetti - parete Nord del Gran Paradiso - spigolo Nord del Badile - via Cassin alla nord-est del Badile - parete nord dell’Ortles - cresta Marlet all’Ortles - via Tissi alla Torre Venezia - via Tissi alla Torre Trieste ... e tante altre vie.Ed era ancora in crescita, gli anni non sembravano sfiorarlo, il suo spirito era giovane e forte come il suo corpo: progettava la nord del Civetta, la sud della Marmolada, i piloni del Freney, lo sperone della Brenva. E la cresta dell’Innominata al Bianco.La seconda volta che tentiamo questa via, ai bivacchi Eccles, un’incidente gli ha impedito di realizzare tutti i suoi sogni; così una parte di lui è rimasta lì, in montagna, dove il suo cuore l’ha spesso portato.Il giorno del suo funerale, fra le tante persone, gli amici della montagna, gente che con Roberto aveva salito solo una via, gente che ne aveva salite tante e gente che non ne aveva salita nessuna. L’anno succuessivo gli è stata intitolata la Sottosezione.Faccio un po’ fatica a ricordare quando cade l’anno del decennale della sua scomparsa, perchè Roberto c’è ancora.

Isabella Calistri

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CICLOCAI

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L’INCANTO DELL’ APPENNINODomenica 27 ottobre sono partito dalla mia casa di Monteacuto e sono andato prima alla Donna Morta, poi ho continuato la mia passeggiata arrivando al pian del Rombicciaio, pian dello Stellaio, Madonna del Faggio, chiudendo il mio giro risalendo a Monte Acuto. Un giretto semplice e adatto a qualsiasi gamba, però di una bellezza unica e straordinaria. E ancora una volta è riemersa la mia malattia per il nostro Appennino, una malattia contratta da molti anni e diventata ormai, per fortuna, cronica. Ho sentito la necessità di scrivere qualcosa di casa nostra, perché le nostre montagne ogni volta sanno stupirci ed emozionarci, e quindi vi parlerò ancora della montagna bolognese, che riesce sempre a presentare aspetti e suggestioni impreviste, obbligandomi a fare e rifare gli stessi sentieri decine di volte, rinnovando ogni volta l’amore per queste cime, per questi sentieri, e per questi boschi.Ritorniamo alla passeggiata di domenica, sicuramente vi ricorderete il bel film di Pupi Avati “Gita scolastica” girato proprio nelle nostre montagne, e vi ricorderete quando all’inizio il maestro, interpretato magistralmente da Carlo Delle Piane, ferma la passeggiata perché i ragazzi possano sentire quello che nel film viene definito “l’incanto”, un vento particolare improvviso, avvolgente; anche la mia passeggiata è iniziata con l’incanto, un turbine di vento e foglie variopinte che come una carezza hanno accompagnato il mio cammino. Lo stupore e le sorprese non finiscono qui, ad un certo punto ho incontrato la maestosa cascata dell’acqua caduta, oltre 40 metri di impetuose acque che scendono a precipizio dalla montagna, mescolando i colori dell’autunno con il grigio della roccia e il verde dei muschi. Questa cascata, non da

di Marco Tamarri

UN PASSO DOPO L’ALTRO

tutti conosciuta, in inverno diventa un luogo ideale per coloro che praticano le scalate su ghiaccio. Continuando a camminare sono giunto al Santuario di Madonna del Faggio aperto grazie al devozione e al generosità del suo custode Wiliam Zanardi che cura questo maestoso edificio con amore e competenza, permettendo ai viandanti di trovarlo aperto praticamente sempre d’estate e in molti fine settimane in autunno e inverno.Quale soddisfazione mangiare il panino portato nello zaino bevendo l’acqua della fontana del Santuario, da poco restaurata e tornata all’antico splendore.Le sorprese continuano sceso al mulino della Squaglia, vecchio opificio un tempo punto di riferimento per il duro lavoro dei montanari , qui si macinavano quintali di castagne, sento un intenso odore di legna, il mulino è aperto, negli ultimi anni l’avevo sempre visto chiuso, anzi qualcuno, forse i nuovi proprietari, stanno pranzando con il camino acceso !!!Infine arrivo a Monte Acuto, paesino delizioso, dove la saggezza dei suoi abitanti ha fatto si che invece di allargare le strade per permettere il passaggio delle auto, negli anni 60’ si è preferito sistemare le vecchie vie, ed ora, senza il rumore delle auto, gli unici suoni che si avvertono sono quelli dei “rugletti” degli abitanti che fanno due chiacchere, il tutto avvolto dal vento che sembra proprio ricordarmi quanto è bello e affascinante il nostro Appennino.

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