I Luoghi Della Formazione Ai Saperi

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I luoghi della formazione ai saperi Noi frequentiamo le gallerie non per amore dei pittori ma per amore di noi stessi. J. Burckhardt

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I luoghi della formazione ai saperi

Noi frequentiamo le gallerie non per amore dei pittori ma per amore di noi stessi.

J. Burckhardt

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I luoghi della formazione ai saperi

Cultura e suoi artefatti = elementi che mediano la nostra relazione con il mondo e, a mezzo dell’intervento

educativo, la nostra formazione.

Assumono forme, confini e funzioni a seconda dei contesti nei quali licollochiamo.

- museo - biblioteca - scuola

Condividono una natura intenzionale come istituzioni tese a realizzare una progettualità educativa, sebbene

espressa diversamente…idea di sistema formativo integrato

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I luoghi della formazione ai saperiIl Sistema formativo integrato: sistema formale

sistema non formale sistema informale

Sistema formale – La Scuola

Ritardi nella qualità delle conoscenze anche a causa di: . dispersione scolastica. analfabetismo linguistico. cultura in pillole degli alfabeti elettronici

Sistema non–formale – Agenzie extrascolastiche intenzionalmente formative

Museo, Biblioteche…Famiglia, Enti locali, Associazionismo, Chiese, Mondo del lavoro, Reteeducativa tradita e delegittimata dalle politiche di investimento del nostroPaese, Macchina tenuta a motore spento, Volontariato: grazie a questo hamantenuto credibilità educativa

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I luoghi della formazione ai saperiIl Sistema formativo integrato: sistema formale

sistema non formale sistema informale

3) Sistema informale – Mercato self service dei consumi culturali

. Mare massmediologico ed elettronico smisurato

. Nube che avvolge il fruitore 24 ore su 24

Frabboni ci dice che

Sistema formativo → si presenta come un triangolo scaleno

Lati diseguali : il lato più esteso è quello informale.

Privo di angoli : i lati si presentano slacciati tra loro, separati, non comunicanti.

Lati autarchici, autosufficienti ed autoreferenziali, che danno vita a

modelli cognitivi monoculturali.

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I luoghi della formazione ai saperiIl Sistema formativo integrato: sistema formale

sistema non formale sistema informale

A questo si aggiunge che…

Lato formale = lato mediano .Pochi spazi di libertà e autonomia .Massima esposizione temporale

Lato non-formale = lato minor .Molti spazi di libertà e autonomia .Bassa esposizione temporale

Lato informale = lato maior .Non ha limiti di libertà e autonomia .Esposizione temporale non

pronosticabile!

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I luoghi della formazione ai saperiIl Sistema formativo integrato: sistema formale

sistema non formale sistema informale

Necessità di un patto pedagogico, di una grandealleanza pedagogica! ↓1) Negoziazione tra sistema formale e non formale.

Scambio scuola – territorio.

2) Inserimento del sistema informale, a patto cheaccetti le sane regole dell’educazione.

↓Per una CITTA’ EDUCATIVA

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Museo si occupa di “saperi”

• Li colleziona, li studia, li espone…

• Musei disciplinari, storico artistici, scientifici, della matematica, …

Saperi che si occupano di musei

Museologia, museografia, didattica museale,

discipline del patrimonio culturale,…

Ogni riflessione sul museo si configura come un discorso di secondo livello sul

sapere…

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Il Museo“un’istituzione permanente senza scopo di lucro, al servizio della società e del suosviluppo, aperta al pubblico e che effettua ricerche sulle testimonianze materiali eimmateriali dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, le comunica especificamente le espone per scopi di studio, educazione e diletto”, Il Consiglio internazionale dei musei (ICOM)

Def. Descrittiva Def. FunzionaleIstituzione permanente Azioni e scopi:Svolge un servizio pubblico conservazioneRappresenta la cultura, la storia.. ricerca

comunicazione

Carattere pubblico del museo è dato dall’effetto congiunto e sinergico di queste tre attività

E’ quindi un’istituzione culturale che porta con sé (trasmette e costruisce) leepistemologie dei saperi del suo tempo.

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Il MuseoLa storia del museo può essere ricostruita proprio a partire dalla storiadel modo in cui sono stati concepiti gli oggetti del sapere:testimonianze di cui nel tempo ha definito implicitamente il valore e lefunzioni.

Nel Cinquecento valore degli oggetti di tipo politico ed economico

Le pratiche della loro acquisizione e conservazione erano legate al lavoro degliaffaristi, mercanti, nobili, le cui collezioni erano rappresentative del loro statussociale.

Epoca illuminista e positivista l’oggetto culturale assume valore conoscitivo

Se osservato empiricamente, infatti, esso disvela la realtà ultima delle cose.Nascono i musei universitari e i primi musei pubblici.

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Il MuseoParallelamente a queste tipologie di valore (economico, politico,conoscitivo), gli oggetti sono stati rivestiti di un valore in sé di tipoassoluto legato alla loro rilevanza come prodotti della creatività umana.

Per ragioni estetiche, museo come luogotecniche, di originalità sacro della cultura.delle idee.

Tra Otto e Novecento tendenza alla specializzazione disciplinare che consuma la separazione tra cultura artistica e cultura scientifica e la

frammentazione delle collezioni sino a quel momento esistenti e perdita di importanza degli

aspetti dinamici di studio e ricerca rispetto a quelli statici dicatalogazione esposizione conservazione.

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Il MuseoInfine gli oggetti hanno anche un valore testuale, ossia possono essere

interpretati come documenti, come risorsa di informazione: ci dicono chi siamo

stati, chi siamo e chi potremo essere.

Valore economico, politico, conoscitivo, testuale e FORMATIVO…

Non nel senso del disvelamento della verità, bensì al suo opposto, del pungolo

del dubbio che l’oggetto inesorabilmente solleva, o dell’errore che il progredire

della conoscenza nel tempo ha mascherato.

Economico politico = museo come luogo di collezioni di

“rappresentanza”

Conoscitivo e assoluto = museo come luogo sacro della cultura

Testuale e documentario = museo come luogo di studio e ricerca

Formativo = museo come luogo di educazione

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La funzione educativa del Museo

“La comunicazione è intrinseca all’opera d’arte; quest’ultima si realizza,

infatti, in modo proprio, e cioè secondo la natura dell’atto che l’ha

generata, solo quando l’atto comunicativo viene contemplato, e cioè

raggiunge con successo i suoi destinatari”, Antinucci.

In questo senso la funzione educativa diventa funzione comunicativa.

Comunicare è lo scopo e la natura stessa degli oggetti che il museo contiene.

L’oggetto culturale davanti al quale indugiamo trattiene in sè un

elemento di conoscenza, in senso lato un “messaggio”, è un segno che

denota un significato…

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La funzione educativa del Museo

L’oggetto e il suo significato sono inseparabili.

Porci davanti ad un’opera significa fare esperienzadi quel significato.

Pb: il Museo rende possibile tutto questo?

Il Museo trasmette cultura? Il Museo rende comprensibili agli

spettatori le sue opere?

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La funzione educativa del Museo“Oggi come oggi, per quello che oggettivamente è, per come è offerto

al pubblico, per il tipo di educazione che caratterizza la gran parte dei

suoi fruitori, mi sembra difficile che il museo possa trasmettere

cultura alle grandi masse che lo frequentano” (sovraintendente in

carica, già ministro dei Beni culturali).

“I musei odierni (...) non rispondono in generale a quella che dovrebbe

essere la loro esigenza fondamentale o primaria, di essere strumenti di

comprensione delle opere d'arte, cioè non svolgono la loro funzione

educativa di carattere pubblico” (Carlo Ludovico Ragghianti, 1974).

“Le belle opere d'Arte (...) sono quelle che perdono di più ad essere

condannate al ruolo inattivo che le attende nei musei (...) in quel luogo

dove nessun sentimento accessorio prepara l'anima e le dispone alle

affezioni corrispondenti all'opera” (Quatremère de Quincy, archeologo,

1815).

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Quale il problema alla base di queste denunce?Dipende solamente dal tipo di educazione, dal livello d'istruzione che ha oggi il pubblico? In parte sì, ma il problema è più vasto.

Trasmettere cultura = trasmettere conoscenze e valori, in

un particolare contesto e con particolari modalità.

COMUNICAZIONE

“Il museo dovrebbe essere, e non è, il

luogo principe della comunicazione dell'arte” (Ragghianti).

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Opere d’arte e teoria della comunicazione

Che cos’è un’opera d’arte?

Un’opera d’arte è un oggetto creato dall’uomo quindi, adifferenza degli oggetti della natura, ha in sé un’intenzione

lo scopo che il suo creatore/

autore/ fattore si prefigge

quindi un oggetto d’arte è un oggetto comunicativo e se non svolge

questa funzione cessa ipso facto di essere un’opera d’arte e passa nella

categoria degli oggetti d’uso. Se non sappiamo leggere un libro questo cessa di essere un libro e diviene solo un blocco di carta…

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Esporre per comunicare

Se le opere d’arte sono segniche, allora è ovvio che il

museo deve rispettare e rispecchiare questa loro natura

ha il compito di promuovere

l’atto comunicativo che è alla base della loro

generazione e costituzione

se non avviene le opere d’arte decadono ad oggetti d’uso

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Opera d’arte segno visivo

la comunicazione avviene solonell’incontro visivo con il pubblico

esposizioneQuindi se il compito primario del museo è la comunicazione, è l’esposizione che deve assolverlo.

Primario significa:a) assolvere questo compito ha la precedenza su altri compiti che

l’esposizione si può prefiggere, e dunqueb) ha la precedenza nel determinare caratteristiche e modalità

dell’esposizione quando queste influiscono su di esso, e dunque ancora - per fare chiarezza –

c) che caratteristiche e modalità così determinate prevalgono in caso di eventuali conflitti

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La comunicazione: significante, significato, codice

Che cos’è la comunicazione?È un atto in situazione dove qualcuno comunica qualcosa a

qualcun altro

trasmette conoscenze a chi non le ha

Conoscenze = sono elaborazioni e depositi mentali, stati interni, rappresentati in qualche modo nel cervello.

Ma come trasmetterle dal cervello di un essere umano ad un altro?Occorre perseguire una via indiretta devo trasformare questi

contenuti interni in una formache possa essere percepita dai nostri sensi, dato che solo attraverso i sensi abbiamoaccesso al mondo esterno a noi.

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La funzione educativa del MuseoLa possibilità del museo di assolvere alla propria funzione

educativa di acquisizione della conoscenza è di rendere intellegibile il

messaggio che le opere e i sistemi integrati di opere intendono

trasmettere.

Questo implica la consapevolezza pedagogica della complessità del

processo di costruzione dei significati e la gestione delle condizioni per

un’integrazione feconda tra significati personali, culturali e sociali.

Ciò reclama un’analisi critica della pratica museale alla quale la

pedagogia dei saperi può dare un contributo, contemperando le istanze

dell’oggetto e del soggetto.

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La Biblioteca

È un luogo estraneo, oggi, alla è strumento di

maggior parte della popolazione? Vs democrazia

cognitiva?

doppio status

Tempio sacro del sapere, luogo Funzione di raccolta e

chiuso, difficilmente accessibile divulgazione del sapere

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La BibliotecaLa definiamo come un’istituzione culturale che deve:

1. collezionare e proteggere ciò che è stato scritto;2. garantirne l’accesso e la divulgazione nelle forme che esso assume

nel tempo.

questo luogo, infatti, più di altre istituzioni culturali, porta in sé i segnidelle trasformazioni che le forme del sapere hanno subito nel tempo,nonché le tecnologie che ne hanno sostenuto la trasmissione.

La biblioteca non raccoglie solo il sapere, ma il sapere nelle sue proprie

forme.

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La Biblioteca: conservare il sapere e le sue forme

Oggi, nello specifico, si richiede alla biblioteca di adattarsi alle esigenze

dei vari àmbiti disciplinari.

Sono state così istituite vere e proprie biblioteche digitali:

1. biblioteca come zona di controllo;2. biblioteca come insieme di sistemi e servizi;3. biblioteca come catalizzatore.

Biblioteca come zona di controlloTraspone al digitale le funzioni normalmente esercitate sui media tradizionali:acquisizione, conservazione, gestione, nonché elaborazione dei metadati. In questo caso i contenuti digitali sono portati nell’ambiente della biblioteca laquale media la relazione tra editore e utente.Zona protetta e regolata, distinta concettualmente e tecnicamente dalla zona acircolazione libera di internet. Garantisce qualità e accessibilità agli oggetti delsapere.

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La Biblioteca: conservare il sapere e le sue forme

Biblioteca come insieme di sistemi e serviziÈ un’evoluzione della precedente, in quanto sposta la sua attenzione dallagestione dei prodotti digitali alla comprensione del contenuto e all’uso di questoda parte degli utenti. Selezione del contenuto e sua messa in relazione con altri(il web raccoglie metadati, costruisce relazioni tra termini e oggetti digitali,ecc).

Biblioteca come catalizzatoreRaccolgono contenuti distribuiti, organizzazioni, strumenti di comunicazione(forum, mailing list) e di analisi utili agli utenti di una particolare comunità. La biblioteca assume, in questo senso, un preciso ruolo sociale: far convergereintorno a tali comunità di informazioni persone che hanno un interesse comunein una certa area tematica.Si fa, così, agente del cambiamento che agisce sui prodotti (come nei duecasi precedenti) ma anche all’interno dei processi della loro produzione etrasmissione…..

…nuova creazione e trasmissione dei saperi…

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La Biblioteca: luogo di apprendimento

La biblioteca esercita il suo ruolo di mediazione culturale e contribuiscead assolvere alla sua funzione educativa, attraverso l’attività direperimento, conservazione ed organizzazione del sapere al fine direnderlo accessibile ed utilizzabile.

Attività di reference strumenti informativi e bibliografici,(livello concettuale e tecnico) servizi di consulenza e assistenza,

orientamento personalizzato.

La biblioteca, così, è davvero “istituto di apprendimento” che istruisce isingoli utenti, indipendentemente dal loro status sociale e culturale.

Libro come rappresentante del sapere e come mezzo per la suaacquisizione.

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La scuola: saperi come elementi componenti il percorso formativo

Formuliamo un’ipotesi metodologia di progettazione curricolare, seppur

limitatamente alla componente “esplicita” del curricolo.

individuazione e organizzazione dei saperi

Sfondo TEORICO della nostra ipotesi: PROBLEMATICISMO DIDATTICO

Formazione

istanza dialettica e in divenire, conciliazione ed integrazione del

momento eterocentrico (oggetto) e di quello puerocentrico (soggetto).

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La scuola: saperi come elementi componenti il percorso formativo

Curricolo dispositivo progettuale in grado di realizzare la conciliazione tra oggetto e soggetto.

A patto che le scelte su che cosa insegnare, come e in funzione di qualiobiettivi, rispondano tanto a

ragioni epistemologiche quanto a ragioni pedagogiche

. Fatte valere dai saperi . Fatte valere dal soggetto

. Si fanno carico dell’istanza eterocentrica . Istanza puerocentrica

. Principio di vigilanza epistemologica che richiede . Condizioni dell’apprendimento di interrogarsi sulle forme didattiche dei saperi in base a fattori di contesto e in rapporto alle loro forme scientifiche individuali.. Occorre progettazione curricolare epistemologicamente scelte culturali e adeguata che salvi dal “tradimento” i saperi didattiche

articolate intorno a MODELLI

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La scuola: saperi come elementi componenti il percorso formativo

Modello didattico schema concettuale teorico e metodologico che articola fini e mezzi secondo alcune

opzioni dominanti

si ricorre a processi di unificazione che garantiscano pari opportunità formative a tutti gli allievi

. Modello delle competenze di base individualizzazione

. Modello dei talenti personali personalizzazione

. Modello dei processi cognitivi superiori

. Modello dell’arricchimento culturale

La progettazione curricolare dei saperi è un processo selettivo che si inscrive in

quello più ampio e articolato di trasposizione didattica dal sapere esperto alsapere da insegnare scelte consapevoli sia in ordine ai saperi sia in ordine alle pratiche di

insegnamento/apprendimento.

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Criteri per l’individuazione dei saperiDevo scegliere che cosa insegnare

Devo fare salve le ragioni dell’oggetto e del soggetto

adesione ad un’opzione epistemologica + rispetto delle condizioni di

possibilità dell’apprendimento

equivale ad interrogare i saperi in ciò implica individuare contesti

chiave epistemologica: quali sono formativi capaci di dare senso

gli elementi che ne costituiscono alle conoscenze in essi

lo scheletro e la struttura, ecc…? Implicite e tali da permettere

l’esercizio di specifiche forme

di pensiero da parte dell’allievo

Come procedere metodologicamente?

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Criteri per l’individuazione dei saperiOccorre ricondurre questi principi a criteri procedurali che nepermettano la traduzione operativa.

hanno funzione regolativa e selettiva non essendo né univoci né esaustivi

1. criterio di essenzializzazione2. criterio problematizzazione dei saperi3. criterio di storicizzazione

Dal punto di vista della progettazione curricolare, significa procedere adun’analisi che individui gli elementi essenziali della disciplina e costruiscaintorno ad essi situazioni problematiche e approfondimenti storici.

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Criteri per l’individuazione dei saperi1. Criterio di essenzializzazionePermette l’esplicitazione degli oggetti o delle strutture tipiche della disciplina,

ma anche dei metodi di indagine e dei suoi linguaggi specifici.

statuto della disciplina

Correlato delle sue componenti epistemolgiche

2. Criterio di problematizzazioneConsente di circoscrivere intorno a situazioni problematiche lo specifico modo

di pensare e di agire della disciplina

Tali situazioni si danno come contesti semantici, assimilabili a campi

di attività e d’esperienza nei quali possono essere collocati gli elementi

essenziali della disciplina attraverso processi di “genesi artificiale” del sapere.

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Criteri per l’individuazione dei saperi

3. Criterio di storicizzazioneApre la via ad un’immagine antidogmatica dei saperi e allo sviluppo diuna mente critica che pensa e giudica sapendo che le conoscenze scientificheche sostengono il pensiero e il giudizio sono qualche cosa di costruitostoricamente e socialmente.

Mostra quei problemi che hanno originato certe teorie

Messa in forma didattica della disciplina Essenzializzazione Problematizzazione

Storicizzazione

Criterio metodologicamente sovraordinato agli altri dueinfatti è intorno agli elementi essenziali che si costruisce il percorso curricolare come insieme di Sdad un tempo

rappresentative dei saperi e significative per l’apprendimento

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Criteri per l’individuazione dei saperi

Essenzializzazione che cosa insegnare

Storicizzazione

come insegnare

Problematizzazione

…all’interno di una medesima opzione teorica che aderisce in senso

epistemologico e pedagogico ad una concezione dei saperi come

sistemi organizzati e formali di conoscenze, ma anche come contesti di

elaborazione di significati.

Opzione teorica e metodologica per la progettazione curricolare

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L’analisi disciplinare

compiuta sul criterio di essenzializzazione

dispositivo metodologico

di programmazione didattica

Per ogni sapere disciplinare (Sd) si tratta di individuare degli elementi essenziali

(Ei , i=1, …, n)

sui quali costruire situazioni problematiche, ciauscuna delle quali

sia in funzione di tali elementi

P(Ei, Ej, …i, j =1, …, n)

e tali che eventualmente riproducano la genesi storica

dei saperi St[P(Ei, Ej, …i, j =1, …, n)]