I libri del Fondo sociale europeo - labeleuropeolingue.it · LA POLITICA DI COMUNICAZIONE...
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I l i b r i d e l F o n d o s o c i a l e e u r o p e o
ISSN 1590-0002
L’Isfol, Istituto per lo sviluppo della formazioneprofessionale dei lavoratori, è stato istituito con D.P.R.
n. 478 de 30 giugno 1973, e riconosciuto Ente diricerca con Decreto legislativo n. 419 del 29 ottobre
1999; ha sede in Roma ed è sottoposto alla vigilanzadel Ministero del lavoro e della previdenza sociale.
L’Istituto opera in base al nuovo Statuto approvato conD.P.C.M. del 19 marzo 2003 ed al nuovo assetto
organizzativo approvato con delibera del Consiglio diAmministrazione n. 12 del 6.10.2004.
Svolge attività di studio, ricerca, sperimentazione,documentazione, informazione e valutazione nel campo
della formazione, delle politiche sociali e del lavoro, al fine di contribuire alla crescita dell’occupazione, al miglioramento delle risorse umane, all’inclusionesociale ed allo sviluppo locale. Fornisce consulenza
tecnico-scientifica al Ministero del lavoro e dellaprevidenza sociale e ad altri Ministeri, alle Regioni,
Province autonome e agli Enti locali, alle Istituzioni nazionali pubbliche e private. Svolge incarichi che gli vengono attribuiti dal
Parlamento e fa parte del Sistema statistico nazionale.Svolge anche il ruolo di struttura di assistenza tecnica
per le azioni di sistema del Fondo sociale europeo, è Agenzia Nazionale LLP - Programma settoriale
Leonardo da Vinci, Centro Nazionale Europass, Strutturanazionale di supporto all’iniziativa comunitaria Equal.
PresidenteSergio TrevisanatoDirettore generale
Giovanni Principe
La CollanaI libri del Fondo sociale europeoI libri del Fondo sociale europeo
è curata da Isabella Pitoni responsabile Ufficio Comunicazione Istituzionale Isfol.
La CollanaI libri del Fondo sociale europeoI libri del Fondo sociale europeo
raccoglie i risultati tecnico-scientificiconseguiti nell’ambito del Piano di attività ISFOL
per la programmazione di FSE 2000-2006 “Progetti operativi: Azioni per
l’attuazione del Programma OperativoNazionale Ob. 3 Azioni di sistema” e del
Programma Operativo Nazionale Ob. 1“Assistenza tecnica e azioni di sistema”.
I FONDI STRUTTURALI
NEL WEB: METODI D ’USO
E VALUTAZIONE
ISFOL
UNIONE EUROPEAFondo sociale europeo
I libri del Fondo sociale europeo
Coordinamento editoriale della collanaI libri del Fondo sociale europeoI libri del Fondo sociale europeo:
Aurelia Tirelli e Piero Buccione.Collaborazione di Paola Piras.
Il volume raccoglie i risultati di una ricercacurata dal Progetto Informazione e pubblicità
dell’Isfol, diretto da Isabella Pitoni, nell’ambitodel Piano di attività Informazione e pubblicità,
Ob. 1 Asse 1 Misura 1.4
Il volume è a cura di Chiara Carluccie Isabella Pitoni.
Sono autori del volume:Chiara Carlucci (cap. 2, par. 2.3)
Valeria Cioccolo (Bibliografia)Giuseppina Di Iorio (cap. 1)
Titti Paderi (par. 2.1, 2.2, 2.4)Paola Piras (Appendice)
Isabella Pitoni (Introduzione).
| INDICE 5
INDICE
Introduzione 7
1 La PA e l’innovazione tecnologica 151.1 L’amministrazione in rete: l’applicazione dell’e-governement 181.2 Linee strategiche di e-government 211.3 I canali di accesso ai servizi 271.4 Le nuove tecnologie e l’Unione europea 29
2 I Fondi strutturali on line 312.1 Informazione e pubblicità sugli interventi dei Fondi strutturali: il sito web 342.2 Internet e trasparenza sui Fondi strutturali 362.3 Il metodo ISFOL 38
2.3.1 FOCUS ON … 722.4 Il metodo ASPO: uno strumento di analisi dei siti web 102
2.4.1 Il gruppo di lavoro ASPO 1032.4.2 Caratteristiche e struttura 1052.4.3 L’applicazione di ASPO 108
Sezione normativa 115
Bibliografia 123
Appendice 131
INTRODUZIONE
LA POLITICA DI COMUNICAZIONE DELL’UNIONE EUROPEA
La comunicazione per il Fondo sociale europeo nella prossima programmazioneè il risultato tangibile e significativo di una confluenza tra le recenti politichecomunitarie per la comunicazione e la governance istituzionale con la filosofiagenerale della riforma dei Fondi strutturali per la programmazione 2007/2013.Per quanto attiene il primo aspetto, è opportuno citare1 il percorso sviluppatosinegli ultimi anni e segnato da alcune tappe fondamentali rappresentate dal PianoD per la Democrazia, Dialogo e Dibattito2, dal Libro bianco per una politica euro-pea di comunicazione3 e, più concretamente, dal Libro verde sull’iniziativa euro-pea per la trasparenza4.In estrema sintesi le politiche generali dell’UE per la comunicazione intendonogarantire e sostenere una concreta governance comunitaria, basata sulla parte-cipazione consapevole dei cittadini al funzionamento delle istituzioni e sulla tute-la dei loro diritti di accesso e fruizione democratica delle opportunità offerte. Inquesto quadro, il processo comunicativo a livello comunitario prevede un vastoed articolato processo “multilivello e multimediale” di gestione delle informazio-ni e di pervasiva trasmissione delle conoscenze di base sulle politiche attive del-l’Unione a tutti i cittadini, considerati unitariamente come soggetti potenzialmen-te beneficiari. Da tale base, la comunicazione come strategia a sostegno dellagovernance europea ha segnato un’ulteriore rilevante evoluzione in diretta con-nessione con il processo di allargamento dell’UE a 27 Stati membri e con la crisisubita dal processo di ratifica del Trattato costituzionale, la cui conseguente
| INTRODUZIONE 7
1 Per un’analisi approfondita, vedi al riguardo La politica dell’informazione e della comunicazione nel-l’Unione europea in La comunicazione per l’Europa: politiche, prodotti e strumenti (I Libri del FSE),Roma, Isfol, 2006.
2 COM (2005) 494 del 13.10.05.
3 COM (2006) 35 del 1.2.2006.
4 COM (2006) 194 del 3.5.2006.
| INTRODUZIONE8
“pausa di riflessione” ha messo in luce l’enorme gap informativo e comunicativoche pesa sulle diverse comunità dei Paesi UE. In tale scenario, si è andato recen-temente sviluppando un approccio delle politiche comunitarie per la comunica-zione che considera la trasparenza dei sistemi informativi e la conoscibilità di datie procedure di utilizzo delle risorse comunitarie come uno dei nuovi, fondamen-tali diritti di cittadinanza nell’Unione allargata, protesa al raggiungimento dellesempre più ardue sfide di Lisbona. Il dibattito sulla trasparenza5 avviato dallaCommisione UE ed esplicitamente connesso alla gestione dei Fondi comunitari,viene pertanto recepito nel processo di formulazione dei nuovi Regolamenti2007-2013 dei Fondi strutturali. Uno dei punti di collegamento più significativiche rendono particolarmente evidente il nesso tra informazione e governancedemocratica, è certamente individuabile nel nuovo ruolo e spazio attribuito allacomunicazione nel processo di gestione dei Fondi strutturali, con particolare rife-rimento al Fondo sociale europeo.I nuovi regolamenti dei Fondi strutturali per il periodo 2007-2013 definisconocompiti e ruoli più ampi ed articolati per l’informazione e la comunicazione aidiversi livelli comunitario, nazionale e regionale. La funzione della comunicazio-ne si articola infatti in modo funzionale e coerente a sostegno della nuova archi-tettura dei Fondi strutturali lungo tutto il suo processo di gestione, dalla program-mazione alla valutazione finale.Il contesto normativo di riferimento in cui si colloca la comunicazione per il nuovoFondo sociale europeo si fonda su una nuova strategia programmatoria piùlineare, flessibile e meno procedurizzata che prevede tre livelli strategici logica-mente coerenti: un primo livello comunitario in cui il Consiglio definisce gli “orien-tamenti strategici comunitari” che individuano le grandi filiere di obiettivi da per-seguire attraverso le azioni da cofinanziare; un secondo livello nazionale in cui gliStati membri traducono tali obiettivi in un Quadro strategico nazionale che espri-me la strategia di sviluppo generale e gli obiettivi operativi da perseguire a livel-lo nazionale; un terzo fondamentale livello locale che prevede la configurazione(coerente con il QSN) dei singoli Quadri strategici regionali e la loro articolazionein Programmi operativi regionali monofondo. Coerentemente, la comunicazioneper la programmazione 2007-2013 sostiene ed accompagna l’approccio allaflessibilità ed il decentramento gestionale del Fondo, il nuovo obbligo di traspa-renza e visibilità di risorse erogare e beneficiari, l’applicazione intensiva delle tec-nologie dedicate (ICT e web), la presenza attiva lungo tutto il processo gestiona-le attraverso l’introduzione del Piano di Comunicazione governato dall’Autorità digestione del Piano.In tale quadro, i nuovi obblighi in materia di informazione e pubblicità sono con-siderabili a più livelli. In primo luogo, va osservato quanto disposto dall’art. 68 delRegolamento del Consiglio n° 1083/06 del 11 luglio 2006 recante disposizioni
Introduzione
5 SEC (2005) 985 def. del 20.7.2005.
| INTRODUZIONE 9
generali sul Fondo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondodi coesione e che abroga il Regolamento 1260/996.L’articolo 68 stabilisce sinteticamente i parametri identificativi delle politiche diinformazione e comunicazione dei nuovi Fondi strutturali, ovvero “chi lo gestirà,a favore di chi, con quali obiettivi strategici.”Il primo parametro (“chi”) è rappresentato al più alto livello dagli Stati membri chedovranno fornire informazioni e pubblicizzare i programmi e le operazioni cofi-nanziate. A livello attuativo, le Autorità di gestione dei singoli programmi opera-tivi saranno responsabili delle funzioni di pubblicità ed informazione secondoquanto previsto dallo specifico Regolamento della Commissione.Anche i destinatari (“a favore di chi”) delle politiche di informazione e pubblicità sonoindividuati a due livelli: uno più ampio rappresentato dalla totalità dei cittadini euro-pei ed uno più specifico rappresentato dai beneficiari delle azioni cofinanziate.Gli “obiettivi strategici” generali sono infine esplicitamente legati alle nuove prio-rità della governance comunitaria, ovvero conoscibilità delle funzioni espletatedalle istituzioni comunitarie preposte e trasparenza dei processi decisionali egestionali. Obiettivi strategici delle politiche dell’informazione saranno quindi -secondo il Regolamento generale - la valorizzazione del ruolo della Commissio-ne ed il supporto tecnico alla trasparenza dell’utilizzo dei Fondi. Secondo quan-to previsto nello stesso articolo 68 del Regolamento (adozione della proceduradi cui all’art. 103 paragrafo 3) le modalità di applicazione di questi principi gene-rali sono state sviluppare e descritte nel successivo Regolamento attuativo (CE)n° 1828/2006 emanato dalla Commissione7.Questo documento rappresenta il più avanzato contributo normativo alle politi-che comunitarie per l’informazione sui fondi strutturali. L’attenzione data al temaè del resto evidente sin dai 30 consideranda iniziali molti dei quali sono dedicatia focalizzare aspetti cruciali a vario modo connessi al ruolo della comunicazionee dei suoi diversi mezzi espressivi.Il Regolamento destina un’intera sezione al tema (Capitolo II Modalità di applica-zione del regolamento CE n° 1083/2006. Sezione I ° Informazione e pubblicità) incui si struttura la materia attraverso nove articoli che focalizzano sostanzialmen-te tre aspetti-chiave:• Il Piano di Comunicazione (artt. 2-4)• Le misure di informazione e pubblicità (artt. 5-9)• Il networking (art. 10).
Il Piano di Comunicazione (PdC)La funzione del Piano di Comunicazione come strumento cardine di lavoro èstata motivata dalla seconda e terza considerazione iniziale:
Introduzione
6 GU L 210 del 31.7.2006
7 GU L 371 del 27.12.2006.
| INTRODUZIONE10
(2) “L’esperienza ha mostrato che i cittadini dell’UE non sono sufficientemente consapevo-
li del ruolo svolto dalla Comunità europea nel finanziamento dei programmi destinati a
potenziare la competitività economica, a creare posti di lavoro ed a rafforzare la coesione
interna. È pertanto opportuno provvedere all’elaborazione di un Piano di Comunicazione in
cui siano indicati con precisione gli interventi informativi e pubblicitari che occorrono per
colmare questa lacuna nella comunicazione e nell’informazione. Allo stesso fine è neces-
sario indicare le responsabilità e le funzioni che andrebbero svolte da ciascuna delle parti
in causa”.
(3) “Per garantire che le informazioni sulle possibilità di finanziamento siano ampiamente
diffuse nonché per motivi di trasparenza, è opportuno definire il contenuto minimo degli
interventi informativi necessari per informare i potenziali beneficiari sulle possibilità di finan-
ziamento offerte congiuntamente dalla Comunità e dagli Stati membri, così come l’obbligo
di pubblicare le disposizioni che i potenziali beneficiari devono seguire ed i criteri di sele-
zione da applicare”.
Secondo quanto previsto dal Regolamento attuativo (sezione 1. art. 2 Prepara-zione del PdC) il Piano deve essere redatto dall’Autorità di gestione del PO (cofi-nanziato sia da FERS che FSE o Fondo di coesione) o direttamente dallo Statomembro se riferito a diversi od a tutti i PO cofinanziati. I contenuti essenziali delpiano debbono esplicitare gli obiettivi ed i gruppi target (potenziali beneficiari,beneficiari, pubblici di riferimento); la strategia ed il contenuto degli interventi edelle azioni prioritarie di I&P; il bilancio previsionale necessario alla loro attuazio-ne; i Dipartimenti o gli organismi amministrativi responsabili dell’attuazione delPdC; indicazioni in merito a criteri di valutazione dei risultati conseguiti dall’attua-zione del PdC.Altro rilevante aspetto regolamentato (art. 3 Esame della compatibilità del PdC)riguarda le procedure di presentazione e validazione del Piano da parte dellaCommissione. La valutazione di conformità da parte della Commissione sibaserà sull’aderenza del Piano presentato ai criteri previsti al succitato art. 2 par.2. Ciò significa che la Commissione attende dall’AdG non un semplice interven-to informativo di tipo burocratico, bensì un PdC redatto sulla base del modelloteorico-metodologico proprio della più moderna e consolidata disciplina dellacomunicazione pubblica. In conseguenza di ciò, il periodo necessario alla valu-tazione di conformità del Piano da parte della Commissione potrà dilatarsi in fun-zione delle eventuali revisioni necessarie8. Tuttavia, lo Stato membro o l’AdGhanno comunque l’obbligo di avviare le attività relative allo “standard minimo diI&P” anche in assenza della versione definitiva del Piano. La soglia minima di
Introduzione
8 L’AdG o lo Stato membro presenteranno alla Commissione il Piano di Comunicazione entro quattromesi dall’adozione del PO (o a decorrere dall’ultima data di adozione in caso di due o più PO). Se nonpervengono rilievi entro due mesi il Piano è considerato compatibile con i requisiti. In caso di rilie-vi, l’AdG o lo SM hanno altri due mesi di tempo per ripresentare il Piano revisionato. Se non si invia-no ulteriori rilievi nei due mesi successivi, il Piano sarà approvato ed operativo.
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performance, più ampia di quella attesa nella precedente programmazione 2000-2006, riguarda gli interventi informativi previsti dagli art. 5-7, ovvero le Informa-zioni destinate ai potenziali beneficiari, ai beneficiari, al grande pubblico. Propriol’art. 7 indica il salto di qualità degli “adempimenti di base” attesi dagli SM in fun-zione del raggiungimento dei nuovi obiettivi strategici di trasparenza: al punto d)infatti si introduce l’obbligo della pubblicazione (elettronica o meno) dell’elencodei beneficiari, delle operazioni cofinanziate e dei relativi finanziamenti pubbliciad esse destinate.La trasparenza dell’uso dei Fondi strutturali qui normata è ovviamente coerentecon il principio di tutela delle persone fisiche in relazione al trattamento dei datipersonali da parte di istituzioni comunitarie9. L’art. 7 precisa pertanto che, conesplicito riferimento alle operazioni di FSE, andranno omessi i nomi dei parteci-panti alle attività formative e varrà quanto previsto dalla normativa in materia percui (come richiamato nella considerazione 21 del regolamento attuativo) “gli SMdovranno vietare qualsiasi accesso non autorizzato a dati personali nonché ognidivulgazione illecita degli stessi e determinare le finalità per le quali la Commis-sione e gli SM possono trattare tali dati”.Importante anche quanto previsto per l’attuazione e la sorveglianza del PdC (art.4) poiché l’AdG deve dare progressivamente conto in modo articolato al Comi-tato di sorveglianza dei PdC relativi ai vari PO, includendo dettagliate relazioninei rapporti annuali di esecuzione e nel rapporto finale di esecuzione dei PO,anche sotto il profilo esemplificativo di buone pratiche. Inoltre, il rapporto di valu-tazione dei risultati delle misure di I&P sarà incluso nel rapporto di medio termi-ne 2010 e nel rapporto finale. Molto importante anche il riferimento alla propor-zionalità che dovrà intercorrere tra mezzi e risorse destinati all’attuazio-ne,monitoraggio e valutazione del PO con quelli riservati agli interventi indicatinel PdC.
Le Misure di I&PLe misure si rivolgono a tre tipologie di beneficiari:• potenziali beneficiari;• beneficiari;• grande pubblico.
L’informazione rivolta ai potenziali beneficiari dovrà garantire essenzialmente laconoscibilità dei contenuti del PO (con particolare riferimento alle risorse finan-ziarie disponibili); le modalità di acceso ai finanziamenti e le condizioni di ammis-sibilità e selezione; la reperibilità di persone di riferimento a livello nazionale,
Introduzione
9 Vedi in proposito: la Direttiva 95/46/CE del Parlamento e del Consiglio del 24 ottobre 1995 ineren-te il trattamento dati personali (pubblicata in GU L 281 del 23.11.1995), modificata dal regolamen-to CE n 1882 /2003 (pubblicato in GU L 284 del 31.10.2003); Regolamento CE n 45/2001 del Parla-mento e del Consiglio del 18 dicembre 2000 (pubblicato in GU L 8 del 12.1.2001).
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regionale e locale per l’accesso alle informazioni sui PO. Al fine di potenziare lapervasività e l’efficacia delle azioni di I&P il regolamento (art. 5) prevede chel’AdG o lo SM possa operare in raccordo funzionale con diversi organismi pub-blici od Associazioni quali punti di riferimento qualificati capaci di demoltiplicarele informazioni e fare da supporto attuativo del PdC.L’informazione rivolta ai beneficiari dei finanziamenti (i quali saranno inclusi neglielenchi pubblici di cui all’art. 7) concerne invece le procedure di accesso ai finan-ziamenti (condizioni di eligibilità, modalità di redazione dei progetti, criteri di sele-zione, punti di contatto per il supporto tecnico, ecc.).L’informazione e pubblicità destinata al grande pubblico è assicurata dall’AdGattraverso un insieme di interventi previsti dal PdC in funzione della più appro-priata copertura territoriale e della più ampia copertura mediatica.Data la vastità e complessità di questo ultimo ambito, il Regolamento utilizza (art.7) il citato criterio degli interventi di I&P di standard minimo concernenti azioniinformative essenziali, che rappresentano gli adempimenti di base da cui partiree che riguardano almeno la pubblicizzazione dell’avvio del PO ed un’iniziativainformativa l’anno che ne pubblicizza i risultati. Da sottolineare infine che obbli-ghi e responsabilità precise sono attribuite ai beneficiari delle azioni, consideratiquali testimoni privilegiati dei benefici e del valore aggiunto conseguibile conl’acceso ai Fondi strutturali comunitari.Va inoltre osservato, da un punto di vista più generale, che l’introduzione del cri-terio di requisiti minimi potrà avare un ruolo fondamentale anche sotto il profilodel futuro benchmarking delle politiche attuative di I&P (a livello di SM e Regioni)che la Commissione attuerà.
Il networkingInteressante ed innovativo il riferimento alla costruzione di reti di persone (e diorganismi) di riferimento responsabili dell’attuazione del PdC a livello di PO e/o alivello nazionale. Tali soggetti vengono designati dall’AdG e/o dallo Stato membroe segnalati alla Commissione, la quale avvierà e coordinerà il (o diversi) network/scomposti dai soggetti suindicati. Obiettivo peculiare di questo ambiziosonetworking comunitario sarà lo scambio di esperienze e di buone pratiche diattuazione dei PdC e dei rispettivi risultati. Specifiche iniziative organizzate discambi di esperienze in tema di I&P potranno essere finanziate mediantel’assistenza tecnica prevista dall’art. 45 del Regolamento. Viene così per la primavolta formalmente prevista e regolamentata la funzione di networking comunitariotra esperti ed attuatori delle azioni di informazione, che sinora è stata rappresen-tata da gruppi di lavoro informali, quali lo SFIT (Structural Funds Informal Team)promosso dalla Direzione generale per la Politica regionale della Commissione,con l’obiettivo di favorire gli scambi di esperienze tra gli SM e condividere meto-dologie e strumenti di lavoro capaci di aumentare la trasparenza sui contenuti el’utilizzo dei Fondi strutturali. A seguito di questi nuovi orientamenti, è stata recen-temente annunciata dalla DG Regio la nascita del Gruppo INFORM - che sosti-
Introduzione
| INTRODUZIONE 13
tuirà l’attuale Gruppo SFIT - e che prevedrà la partecipazione dei responsabili deiPiani di comunicazione dei programmi Operativi 2007/2013 dei 27 SM. Obiettividella Rete saranno la condivisone di esperienze, l’identificazione di nuovi metodiper il miglioramento della qualità delle attività di comunicazione, l’aumento dellaconsapevolezza sui benefici degli interventi cofinanziati. La nuova rete INFORMlavorerà in modo integrato con le altre DG Comunicazione ed Occupazione edAffari Sociali le quali hanno da tempo avviato l’analoga iniziativa di networkingINIO.
Il contesto nazionaleQuesta sommaria panoramica sulle politiche di comunicazione ed informazioneche accompagneranno la programmazione 2007-2013 non può concludersisenza un accenno a quanto definito a livello nazionale. Il principale riferimento èal momento individuabile nel Quadro strategico nazionale per la politica regiona-le di sviluppo 2007-2013, che riserva un sintetico ma esplicito riferimento (VI. 2.5)al tema dell’informazione e comunicazione. Si prevede anzitutto che“L’attuazione del Quadro dovrà essere accompagnata in ogni sua fase da unaforte azione di comunicazione rivolta all’opinione pubblica, al partenariato socio-economico, ai potenziali beneficiari, agli attuatori degli interventi cofinanziati”.Tuttavia, l’accenno all’importante ruolo e funzioni dell’ informazione e comunica-zione nella nuova programmazione è significativamente preceduto da un giudi-zio critico dell’esperienza maturata in Italia nella precedente programmazione.L’esperienza acquisita, sulla base del Regolamento 1159/2000, ha infatti mostra-to il prevalere di un approccio procedurale e burocratico nell’adempimento dellefunzioni di comunicazione da parte delle AdG, a causa di molteplici fattori10. Traquesti va citato il problema dell’integrazione di competenze - in tutte le Ammini-strazioni centrali e regionali interessate ai Fondi strutturali - tra esperti di proces-so e di gestione dei Fondi con esperti di comunicazione pubblica. Tale integra-zione è apparsa debole e non sistematica, con conseguente frammentazione edispersone delle azioni di I&P.Il nuovo Regolamento presuppone invece chiaramente un rilevante salto di qua-lità delle performance specialistiche da assicurare in modo diffuso e decentratoa livello regionale e locale. Una delle prime esigenze da soddisfare per avviareefficacemente la nuova programmazione 2007/2013 sarà pertanto il reperimen-to, la (eventuale) formazione e l’integrazione organizzativa di esperti di comuni-cazione con i gestori dei PO.In questo scenario si inquadra l’indagine qui presentata che rappresenta il piùrecente risultato della filiera di ricerca condotta dall’Isfol sulle metodologie di
Introduzione
10 Per contributi in merito vedi Informazione e pubblicità del FSE: dall’analisi dei Piani di comunicazio-ne ad una proposta di indicatori per il monitoraggio e la valutazione, (I libri del FSE), Roma, Isfol,2003, La comunicazione nelle azioni di sistema e nel mainstreaming per la società dell’informazione:un modello di analisi e valutazione, (I libri del FSE), Roma, Isfol, 2004.
L’ingresso delle nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione (ICT)ha provocato anche nel settore pubblico una rivoluzione organizzativa. A partiredalla fine degli anni Novanta in Italia sono stati avviati numerosi progetti di infor-matizzazione della pubblica amministrazione, con una serie di sperimentazioniavviate al fine di inseguire l’innovazione, un’innovazione i cui valori positivi sonostati subito colti, ma alla quale non sono immediatamente seguite adeguate poli-tiche di governance dell’innovazione stessa in grado di definire la cornice meto-dologica entro cui avviare le sperimentazioni. La situazione complessiva è anda-ta poi stabilizzandosi prima con la legge n. 150 del 2000 e poi con l’istituzionedel Ministero dell’Innovazione e delle Tecnologie nel 200111.Oggi con l’avvio di programmi nazionali di e-Governement, conl’adeguamento della normativa ai processi innovativi in corso, con la diffusio-ne dei concetti di usabilità ed accessibilità anche nei siti web della PA12, siassiste al tentativo di definire un modello di innovazione organico. Un model-lo che segue un nuovo approccio, il cui concetto cardine è quello di e-gover-nance inteso come insieme di regole, relazioni, metodologie volte a governa-re i processi dell’innovazione, ma anche di strumento di controllo e stimolo delcambiamento in atto e di interazione e scambio tra i diversi sistemi, attori ofruitori dell’innovazione.L’e-governement identifica il ripensamento complessivo del funzionamento degliorganismi di uno Stato e delle sue realtà territoriali, alla luce dei bisogni dei cit-tadini e delle sue imprese, utilizzando le opportunità offerte da una diffusa ecapillare adozione dell’ICT. Esso diviene uno strumento strategico di sviluppo perun Paese, di ammodernamento, rinnovamento dei servizi, di incremento dell’ef-
| 1 LA PA E L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA 15
capitolo 1
LA PA E L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA
11 Alessandro Papini, La PA alle prese con l’innovazione tecnologica, in Rivista italiana di comunicazionedi pubblica, n. 21 (2004), pp. 54-59.
12 Legge 4 del 9 gennaio 2004, Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti infor-matici; Decreto ministeriale 8 luglio 2005 Requisiti tecnici e i diversi livelli per l’accessibilità agli stru-menti informatici.
| 1 LA PA E L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA16
ficacia e competitività complessiva del territorio e degli enti e imprese che ope-rano su di esso13.Quindi, i programmi di e-governement sono risultati particolarmente utili14 per-ché, rispetto ai più tradizionali interventi di riforma prevalentemente incentratisugli aspetti normativi, hanno consentito una considerazione maggiore dellemodalità concrete di interazione tra amministrazione e società.È dagli stessi piani di comunicazione delle Pubbliche Amministrazioni che emer-ge la crescente sensibilità verso il cittadino, deducibile anche dalla presenzaormai frequente dell’ICT. Diversi piani prevedono la costruzione di siti internet, larealizzazione di call center e lo sviluppo di varie soluzioni tecnologiche per scam-biare informazioni e attivare relazioni, sia all’interno delle Amministrazioni, sia coni cittadini.Ancora sporadico è invece il fatto che le amministrazioni abbiano compresoappieno, a livello sistemico, il ruolo e le funzioni che l’ICT può svolgere nellacomunicazione interna ed esterna15.Ciò per due motivi fondamentali:• perché storicamente l’ICT è stata adottata dalle Amministrazioni (e non solo
per la comunicazione esterna) un po’ per accumulo e un po’ sulla spinta dinecessità contingenti, in genere senza un’adeguata riflessione sul ruolo siste-mico-strategico che queste tecnologie possono giocare in ambito comunica-tivo e organizzativo. Da qui, una loro stratificazione spesso disorganica che nerende doppiamente necessaria la pianificazione (e in qualche caso la riproget-tazione), anche nel quadro della più generale pianificazione della comunica-zione;
• perché l’ICT è utilizzata dalle Amministrazioni in misura crescente, ma spessosottovalutando le implicazioni culturali e comunicative di queste tecnologie,considerate prevalentemente nel loro aspetto strumentale e non in quellocomunicativo, rispetto al quale è necessario acquisire conoscenze e compe-tenze specifiche.
Opportunamente inserita nei diversi contesti organizzativi, l’ICT può aumentarefortemente l’efficienza, l’efficacia e la qualità relazionale delle transazioni interneed esterne; può avere un ruolo rilevante nell’aumentare la coesione organizzati-va, anche in quelle azioni non necessariamente centrate sull’adozione ol’utilizzazione dell’ICT stessa (per esempio: creazione di contenuti con la colla-borazione di più strutture interne; diffusione di informazioni ad altre Amministra-
13 Manuale del web. Tecnologie, normative e management, a cura di Antonio Cilli, Milano, FrancoAngeli,2004.
14 CNIPA, Elementi per lo sviluppo di un modello di pubblica amministrazione digitale, a cura di MicheleMorciano, 2003.
15 Dipartimento della funzione pubblica. Ufficio per l’innovazione delle pubbliche amministrazioni, Ilpiano di comunicazione nelle amministrazioni pubbliche, a cura di Nicoletta Levi, Napoli, EdizioniScientifiche Italiane, 2004.
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zioni e ai cittadini; gestione delle informazioni destinate all’utenza da parte del-l’Amministrazione, ecc.).A tal proposito importante sarà la scelta degli strumenti più opportuni dell’ICT.Essa sarà determinata dall’analisi di scenario e dalla disamina del quadro norma-tivo, correlate agli assetti organizzativi, alle diverse forme di pianificazione, agliobiettivi generali della P.A., alle culture d’uso dell’Amministrazione e dei pubblicidi riferimento, alle risorse disponibili. Nell’integrare l’ICT occorre tener presenteil fatto che le nuove tecnologie non si sostituiscono a quelle già adottate, ma leaffiancano; anche questo è un complesso processo culturale di adozione e,eventualmente, di sostituzione di tecnologia a tecnologia.Quindi, l’integrazione dell’ICT alle azioni di comunicazione dovrebbe tener contodelle rilevanti trasformazioni in corso del quadro normativo, e del ruolo assegnatoal canale digitale-spazio virtuale per lo sviluppo di relazioni più efficienti, efficaci esoddisfacenti tra amministrazione e cittadino e tra le diverse amministrazioni.
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1.1 L’AMMINISTRAZIONE IN RETE: L’APPLICAZIONEDELL’E-GOVERNEMENT
Lo sviluppo dell’e-governement non tocca solo ambiti tecnologici e informativi,ma coinvolge in modo ampio questioni di carattere organizzativo e di progetta-zione strategica dei servizi. Il livello di informatizzazione è diventato un metro diparagone per stabilire il grado di competitività di nazioni e territori16, perché iprocessi di globalizzazione hanno sicuramente posto i temi del governo elettro-nico e digitale su scala mondiale.Un sondaggio annuale della società internazionale di ricerche Taylor NelsonSofres (Tns), diffuso in Italia da Abacus, che aveva come obiettivo il monitorag-gio evolutivo dell’e-governement, il grado di utilizzo dei servizi digitali e le even-tuali resistenze delle persone nel fornire dati e informazioni personali on line, inun panel di trentuno paesi nel mondo, evidenzia per l’Italia un aumento del nume-ro di persone che hanno utilizzato servizi on line passando dal 20% del 2002 al24% del 2003. La ricerca ha inoltre evidenziato che, nei paesi analizzati, il 70%dei cittadini non utilizza ancora, di fatto, servizi di e-government e che le tipolo-gie di operazioni più frequenti riguardano il livello informativo, attività che nonimplica forme di interazione e comunicazione.È evidente che negli ultimi anni si sono fatti passi avanti nella pubblica ammini-strazione ed i servizi on line conoscono un crescente sviluppo, in futuro gli indi-catori di eccellenza digitale della pubblica amministrazione saranno valutati concrescente attenzione. Intanto è oggettivamente cresciuto il numero dei cittadiniche presentano la dichiarazione dei redditi telematica, così come sono aumenta-ti i contratti d’affitto registrati via web, i pagamenti on line delle imposte di regi-stro per gli atti di compravendita, le dichiarazioni previdenziali delle aziende enelle amministrazioni pubbliche locali la spinta alla progettazione di siti informa-tici è ancora più marcata. La spesa per le tecnologie digitali è in costante aumen-to soprattutto tra i comuni che, tra gli enti locali, si caratterizzano per l’impegnoprofuso nella individuazione dei servizi da erogare on line, mentre minore atten-zione è manifestata da regioni e province.Gli anni 2001-2004 hanno rappresentato per l’Italia la prima fase della digitaliz-zazione della Pubblica Amministrazione, nella quale l’impegno è stato rivoltosoprattutto al riorientamento dei servizi, allo sviluppo delle infrastrutture di base,alla diffusione di competenze informatiche e di una crescente familiarità da partedei dipendenti con gli stessi strumenti informatici. Solo nel periodo più recente siè passati ad una maggiore diffusione dell’uso delle ICT con l’attivazione di sitiweb utilizzati in quanto canali di informazione e non più solo come vetrine ed inalcuni casi come strumento di erogazione di servizi on line agli utenti17.
16 Marino Cavallo, La comunicazione pubblica tra globalizzazione e nuovi media, Milano, FrancoAngeli, 2005.
17 Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha realizzato molti interventi che hanno riguardato il ser-vizio di documentazione economica e tributaria, al fine di rendere più agevole e flessibile l’accesso
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In particolare come concretizzazione delle ICT sono stati disciplinati singoli stru-menti e specifici istituti che connotano la digitalizzazione dell’Amministrazione(firma digitale, protocollo informatico, posta elettronica certificata, Carta di iden-tità elettronica e Carta nazionale dei servizi, ecc.).Secondo la Relazione annuale 2005 del CNIPA attualmente tutte le amministra-zioni hanno un sito istituzionale, per un numero complessivo di 952 siti, il nume-ro di visite medie del sito gestito è pari a 385.000; attualmente però solo 38amministrazioni erogano 243 servizi on line (205 nel 2004), di questi 66 (56 nel2004) sono fruibili solo attraverso intermediari (come commercialisti, notai, cen-tri autorizzati di assistenza fiscale CAAF). Sempre a livello di macro considera-zioni i siti più visitati sono quelli dell’Istruzione (circa 93 milioni di visite) e delConsiglio di Stato (circa 70 milioni di visite), le principali aree tematiche su cuiinsistono i servizi sono la sicurezza sociale e le risorse economiche.
Le principali novità normativeSulla base delle esperienze maturate in materia di ICT in Italia ha preso corpo ladefinizione di una cornice normativa che induce le amministrazioni a non adotta-re gli strumenti offerti dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazionequali elementi aggiuntivi dell’azione amministrativa, ma a sostituire gli strumentie le modalità tradizionali di rapporto con gli utenti e di svolgimento delle attivitàinterne.Il 2005 è stato un anno di importanti innovazioni nella normativa relativa all’utiliz-zo delle tecnologie informatiche nella PA.L’11 febbraio 2005 è stato approvato il DPR n. 68 che disciplina la Posta elettro-nica certificata (PEC) che, come noto, è un sistema di posta elettronica nel qualeè fornita al mittente documentazione elettronica, con valenza legale, attestantel’invio e la consegna di documenti informatici.Il decreto legislativo del 28 febbraio 2005, n. 42 ha istituito il Sistema pubblico diconnettività e cooperazione (SPC) e la Rete internazionale della pubblica ammi-nistrazione (RIPA). L’SPC, che costituisce l’evoluzione dell’attuale Rete Unitariadelle Pubbliche Amministrazioni (RUPA), prevede l’erogazione dei servizi da partedi più fornitori, tra loro interconnessi tramite un sistema denominato QXN.Il decreto legislativo del 7 marzo 2005, n. 82, il Codice dell’amministrazione digi-tale sancisce i diritti dei cittadini della moderna società della conoscenza erichiede alle amministrazioni di adoperarsi per il rispetto di questi diritti, rimuo-vendo gli ostacoli alla piena adozione di modalità operative telematiche snelle,efficaci, orientate al cittadino ed alle sue esigenze. Il Codice, che è entrato invigore il 1° gennaio 2006, non ha avuto evidentemente ancora effetti diretti, macostituirà il riferimento principale delle azioni delle amministrazioni nei prossimianni.
1.1L’amministrazionein rete:l’applicazionedell’e-governement
alle informazioni, i servizi di assistenza al contribuente attraverso gli aggiornamenti in materia dimodulistica, software, circolari e risoluzioni emanati.
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Sono stati sempre approvati nel 2005, i due provvedimenti previsti dalla legge n.4/2004 sull’accessibilità. Il primo, il Regolamento di attuazione, stabilisce i “cri-teri operativi e i principi operativi e organizzativi generali per l’accessibilità” edetta disposizioni relative alla verifica dell’accessibilità, il secondo provvedimen-to riguarda i Requisiti tecnici e i diversi livelli per l’accessibilità agli strumenti infor-matici con l’istituzione di un elenco dei valutatori per il quale si sta provvedendoalle iscrizioni. Infine, tra i provvedimenti orientati al miglioramento della qualitàdei servizi resi tramite le ICT, va ricordata la direttiva del 27 luglio 2005 del Mini-stero per l’innovazione e le tecnologie relativa alla qualità dei sevizi on line, basa-ta sulla misurazione della soddisfazione degli utenti.
1.1L’amministrazione
in rete:l’applicazione
dell’e-governement
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1.2 LINEE STRATEGICHE DI E-GOVERNMENT
Le politiche italiane in materia di e-government derivano direttamente da quelleeuropee, delle quali costituiscono l’attuazione a livello nazionale. L’attuale qua-dro è stato determinato nel 2000 dal Consiglio europeo, riunito a Lisbona, che hafissato l’obiettivo strategico dell’Unione per i successivi dieci anni: “diventarel’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo”.Esso si è successivamente tradotto nel Piano d’azione eEurope 2002, poi nelPiano eEurope 2005 ed infine nella Strategia “i2010”, che ne costituisce una revi-sione, anche se, facendo riferimento ad essa, si continua a parlare di “obiettivi diLisbona”: realizzare uno spazio unico europeo dell’informazione; rafforzarel’innovazione e gli investimenti nella ricerca sulle ICT; realizzare una società del-l’informazione e dei media basata sull’inclusione. L’e-government rientra tra isotto-obiettivi del terzo punto, assieme all’inclusione sociale, all’accessibilità deiservizi, allo sviluppo della banda larga, alla digitalizzazione del patrimonio cultu-rale ed alle tecnologie per lo sviluppo sostenibile.Sulla tale scia ha dunque preso forma nel 2000 il Piano d’azione per la Societàdell’informazione italiano, comprendente, tra i diversi settori di intervento, l’e-government, che è stato anche quello su cui sono stati impegnati i maggiori sfor-zi negli anni successivi - grazie ai proventi derivanti alla vendita di licenze dellatelefonia UMTS - concretizzatisi nel Piano nazionale di e-government.L’attuazione di tale piano è stata caratterizzata da una forte collaborazione tracentro e periferia, consentendo, in una prima fase, il co-finanziamento di 134progetti proposti da Regioni ed Enti locali, aventi come obiettivo la realizzazionedi servizi on line - rivolti sia ai cittadini che alle imprese - oltre chel’implementazione di servizi di tipo infrastrutturale.La seconda fase del piano prevedeva in gran parte il potenziamento e l’estensioneterritoriale delle esperienze già avviate nella prima fase ed alcune nuove iniziative,come ad esempio l’avviamento di progetti per lo sviluppo della “cittadinanza digita-le” (e-democracy). Un passaggio importante di tale fase è stata l’approvazione - inconferenza unificata Stato-Regioni, Città e Autonomie Locali - del documento L’e-government per un federalismo efficiente. Una visione condivisa, una realizzazio-ne cooperativa, che ha posto le basi per uno sviluppo coerente e sostenibile del-l’e-government nella pubblica amministrazione italiana, avviata verso un sistemafederale.Nel frattempo, la Commissione europea ha aggiornato le proprie politiche inmateria, approvando il documento i2010 eGovernment Action Plan, che fissacinque obiettivi prioritari, dal 2006 al 2010:1 non lasciare indietro nessun cittadino;2 fare dell’efficienza e dell’efficacia una realtà;3 sviluppare servizi chiave ad alto impatto;4 rendere disponibili gli strumenti abilitanti;5 rafforzare la partecipazione democratica.
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Il contestuale cambiamento del quadro politico italiano impone oggi un adegua-mento coerente delle politiche in materia di e-government, alla luce soprattuttodell’accorpamento, sotto un’unica regia politica, della funzione pubblica e dell’in-novazione tecnologica. Tale quadro costituisce un’opportunità inedita di incide-re maggiormente sui meccanismi che possono rendere più efficace l’azione del-l’amministrazione pubblica.Contributi determinanti all’affermazione di questa nuova dimensione sono scatu-riti dalle più recenti politiche governative, le quali hanno inteso elevare a livello disistema nazionale questi nuovi approcci innovativi.In particolare è opportuno ricordare due provvedimenti della Funzione Pubblica:la Direttiva del Ministro pro tempore Baccini18 del 17 febbraio 2006 “sulla Ren-dicontazione sociale nelle Amministrazioni Pubbliche” ed il recentissimo Pro-gramma Ministeriale dell’attuale Ministro Nicolais concernente le Linee strategi-che per la costituzione del sistema nazionale di e-goverment19.Lo scopo della Direttiva sul bilancio sociale era “promuovere, diffondere e sviluppa-re nelle Amministrazioni pubbliche un orientamento teso a rendere accessibi-le,trasparente e valutabile il loro operato da parte dei cittadini, mediante l’adozionedel bilancio sociale, definibile come il documento,da realizzare con cadenza perio-dica, nel quale l’amministrazione riferisce, a beneficio di tutti i suoi interlocutori pri-vati e pubblici, le scelte operate, le attività svolte ed i servizi resi…”. Le linee guidaper la redazione del bilancio sociale accluse alla Direttiva stessa hanno consentitoinoltre di sviluppare ulteriormente il programma “Rendere conto ai cittadini. Il bilan-cio delle amministrazioni pubbliche” già avviato precedentemente dal Dipartimentodella Funzione pubblica nell’ambito del Programma Cantieri.Le Linee strategiche sull’e-government presentate all’inizio del 2007 dal ministroper le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione, Luigi Nicolais - e acui ha fatto seguito la Direttiva Innovazione - conducono al rafforzamento del con-cetto centrale della strategia di Lisbona: la costruzione di una società basata sullaconoscenza, dove il settore pubblico non deve rinunciare al proprio ruolo abilitan-te, per rendere l’Italia più competitiva. La chiave per ripensare l’organizzazionedella Pubblica Amministrazione dovrà essere la centralità del cittadino, proprioperché le nuove tecnologie favoriscono un decentramento di potere che, aumen-tando la partecipazione dei singoli, impone profonde trasformazioni alle PA.La realizzazione dell’e-government dovrà concentrarsi più sul back-office, cioèsulla revisione dei processi di lavoro. Ma la chiave per ripensare l’organizzazionedella PA dovrà essere la centralità del cittadino, proprio perché le nuove tecno-logie favoriscono un decentramento di potere che, aumentando la partecipazio-ne dei singoli, impone profonde trasformazioni alle Pubbliche Amministrazioni.
1.2 Lineestrategiche di e-
government
18 Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Funzione Pubblica, Direttiva del Ministro dellaFunzione Pubblica sulla Rendicontazione sociale nelle Amministrazioni Pubbliche del 17 febbraio 2006.
19 Presidenza del Consiglio dei Ministri. Direttiva del Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pub-blica Amministrazione, Verso il sistema nazionale di e-goverment. Linee strategiche, marzo 2007.
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Il modello prevede infatti il coinvolgimento prioritario del Sistema delle Autono-mie locali, attraverso l’applicazione di processi di cooperazione e standard ope-rativi condivisi. Tra i vasti obiettivi strategici ed indirizzi programmatici individua-ti dal documento, si trovano sollecitazioni importanti collegabili allo sviluppo delruolo della comunicazione istituzionale “di risultato”, ad esempio attraversol’obiettivo strategico di “Aprire le banche dati della PA alla più ampia diffusione”,trasformando in vantaggio sociale la fruizione ampia e diffusa e- soprattutto lariutilizzabilità - delle informazioni e delle conoscenze in esse contenute.Di seguito, la sintesi del documento Verso il sistema nazionale di e-government.Linee strategiche.
Gli obiettivi strategiciIl quadro generale di indirizzi programmatici illustrato, delinea un insieme di gran-di ed impegnativi obiettivi strategici; per proiettare il Paese verso questi obiettiviutilizzando a pieno tutte le leve della società dell’informazione e della conoscen-za, si assumono in via prioritaria le direttive di intervento di seguito indicate.
Obiettivo 1: Migliorare l’efficienza della Pubblica Amministrazione• Innovare i processi nella PA
L’innovazione è un processo che deve integrare tutte le leve disponibili (siste-ma normativo, tecnologie, riorganizzazione dei processi, capitale umano), in uncontesto di forte coordinamento tra Amministrazioni centrali e locali, al fine disemplificare e ridurre tempi e costi dei procedimenti. In tal senso deve legger-si la recente Direttiva sulla qualità.Attuare il codice della PA digitale per realizzare e semplificare i procedimentiamministrativi.Per la piena attuazione del codice sono stati attivati tavoli di lavoro perl’emanazione delle regole tecniche, al fine di dare completa attuazione alla nor-mativa vigente e dare avvio a iniziative progettuali di impatto significativo in ter-mini di riorganizzazione e automazione dei processi.
• Formazione on line per la qualificazione del personale della PAPer garantire in modo sostenibile la formazione continua al personale pubbli-co, si utilizzeranno in modo mirato e ben ponderato le metodologie e gli stru-menti dell’e-learning, garantendo al contempo una costante e qualificata pro-duzione di contenuti digitali e realizzando una rete per la loro condivisone.
Obiettivo 2: Realizzare l’interoperabilità e la piena cooperazione fra le ammini-strazioni• Definire un modello cooperativo per la PA
La semplificazione guidata dalle tecnologie ICT richiede una revisione com-plessiva dei processi di lavoro delle PA, basata sulla messa a punto di unmodello cooperativo, nel quale siano chiaramente definiti i servizi e le presta-zioni forniti da ciascuna amministrazione.
1.2 Lineestrategiche di e-government
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La piena interoperabilità tra le Amministrazioni sarà completata attraverso ilconsolidamento degli strumenti e delle infrastrutture di base: Sistema Pubbli-co di Connettività e Cooperazione; gestione dei flussi documentali; sistemi diautenticazione; firma digitale; archiviazione digitale.
• Integrare le banche dati nazionaliLe banche dati delle Amministrazioni saranno rese disponibili, per l’accessoreciproco, in base a regole d’accesso condivise, in modalità standard e condescrizioni dei dati e dei servizi che siano omogenee, esaustive e rigorose(“ontologie”).
• Integrare i registri pubbliciSaranno avviate collaborazioni tra le Amministrazioni che consentano unagestione integrata delle informazioni presenti in alcuni importanti registri pub-blici quali ad esempio il Catasto, nel passaggio di gestione dall’Agenzia delTerritorio ai Comuni; il Registro delle Imprese, per gli Sportelli unici; la Moto-rizzazione civile e il Pubblico Registro Automobilistico, per i passaggi di pro-prietà.
Obiettivo 3: Migliorare la trasparenza della spesa pubblica• Utilizzare l’informatica al servizio della finanza pubblica
Sarà pienamente attuata l’informatizzazione dei pagamenti, della PA e verso laPA, per un effettivo monitoraggio dei conti pubblici.Con la Legge Finanziaria 2007 sono state introdotte innovazioni di processo invari ambiti (sanità, lavoro, contabilità economica, fisco) che consentiranno, conmaggiore efficacia, di contenere la spesa pubblica e controllare le entrate.
• Accrescere l’uso della rete per l’acquisto di beni e serviziSaranno resi trasparenti i processi di acquisizione di beni e servizi della PAattraverso l’incremento significativo dell’utilizzo degli strumenti elettronici diacquisto di beni e servizi da parte delle Amministrazioni (e-procurement).
Obiettivo 4: Costruire la cittadinanza digitale• Realizzare l’e-democracy
L’e-democracy costituisce un importante strumento per rivalutare e accresce-re la partecipazione alla vita pubblica. Il primo passo per realizzarla è il supe-ramento del “divario digitale”, sia per quanto riguarda le infrastrutture di bandalarga - per le quali il settore pubblico deve svolgere un ruolo attivo, non lascian-do che il mercato faccia da solo - sia rispetto alle differenze socio-culturali egenerazionali, per le quali va attuata una più attenta progettazione dei servizied una loro diffusione su canali differenziati.
• Rendere semplice e sicuro l’accesso ai servizi in retePer consentire ai cittadini di usufruire dei servizi on line delle PA, occorre unsistema nazionale di identificazione in rete che possa supportare, ad un tempo,le esigenze della sicurezza e quelle della modernizzazione, garantendo la con-tinuità dei sistemi già in uso.
1.2 Lineestrategiche di e-
government
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• Implementare le modalità dei pagamenti on lineGestire in modalità telematica i rapporti con le imprese e consentire ai cittadini dicompletare on line le procedure che prevedono l’effettuazione di pagamenti.
• Garantire qualità e accessibilità a portali nazionali e siti della PAL’integrazione e la qualità dei portali nazionali e dei siti della PA, si raggiungeràrazionalizzando gli investimenti e favorendo un ruolo più attivo delle Ammini-strazioni nello sviluppo di contenuti e servizi interattivi. Sarà garantital’accessibilità dei siti ai cittadini diversamente abili, colmando il divario tra lanormativa esistente e la sua applicazione effettiva, mediante l’introduzione dimisure incentivanti e sanzionatorie.
Obiettivo 5: Un approccio sistemico per la qualità e l’efficienza nella PA• Monitorare le iniziative della PA per misurarne l’efficienza
Ogni azione della PA sarà valutata sia in termini qualitativi sia quantitativi, conun approccio multilivello ed integrato (approccio sistemico), con riferimentoalle fasi di “Pianificazione - Attuazione - Monitoraggio - Miglioramento”.
• Costruire la rete delle eccellenze e degli innovatoriSarà creata una rete di competenze scientifiche, tecnologiche e amministrati-ve attraverso il coinvolgimento anche di Università, Centri di eccellenza, centridi competenza e di ricerca, finalizzata a consentire che le singole “eccellenze”producano un miglioramento generale della PA “mettendo a sistema” le miglio-ri pratiche.
Obiettivo 6: Favorire la competitività delle imprese e la crescita dell’industria ICT• Rendere le Amministrazioni promotrici dello sviluppo
La PA deve creare un ambiente favorevole all’innovazione e diventare driver dimercato, mediante la committenza di prodotti e servizi avanzati. In tale otticasarà attivato un “tavolo per l’innovazione” con la partecipazione delle impreseallo scopo di acquisire suggerimenti e proposte recepibili in fase di program-mazione.
• Sostenere lo sviluppo di softwareLo sviluppo del software, incentrata sulla promozione, incentivazione e soste-gno all’innovazione di prodotto, anche attraverso la qualificazione delladomanda e l’integrazione tra la rete delle conoscenze e il mondo produttivo èuna chiave di sviluppo del Paese. In tale contesto, vanno sostenuti ancheapprocci di tipo Open Source, promuovendo iniziative di gestione, scambio diesperienze e sviluppo collaborativo tra PA, centrali e locali.
Obiettivo 7: Rendere l’Italia protagonista del processo di innovazione ammini-strativa in Europa• Rafforzare la presenza italiana nello scenario internazionale
Il Paese deve rafforzare il proprio impegno a livello internazionale, sia per inte-grare più strettamente il Sistema di e-government nazionale con quello euro-
1.2 Lineestrategiche di e-government
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peo, sia per svolgere un ruolo più attivo e propositivo sui temi della società del-l’informazione.
• Attuare le strategie UE di LisbonaLa Strategia di Lisbona dell’UE per la crescita e l’occupazione si sta attuandomediante quattro obiettivi prioritari: modernizzare la PA; innovare settori stra-tegici come la scuola, la sanità, il turismo, l’infomobilità e il riconoscimentoelettronico; favorire l’innovazione tecnologica nell’industria; ridurre il digitaldivide.
1.2 Lineestrategiche di e-
government
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1.3 I CANALI DI ACCESSO AI SERVIZI
La pubblica amministrazione, nella logica della semplificazione dei rapporti con icittadini e le imprese, sta adeguando i propri canali di comunicazione alla nume-rosità e specificità dell’utenza, al grado di complessità dei servizi richiesti e airequisiti di accessibilità previsti per i siti pubblici.Così allo sportello tradizionale si stanno affiancando il telefono, il web e la postaelettronica, ma anche gli SMS e la televisione digitale. La validità giuridica deglistrumenti utilizzati per gli scambi di informazione in via telematica consentono diprevedere un’ulteriore crescita dell’uso dei nuovi canali. La loro diffusione dipen-derà anche dalla capacità della pubblica amministrazione di informare sullecaratteristiche di questi strumenti20.Intanto le amministrazione hanno sviluppato nuovi servizi erogati attraverso icanali innovativi, di seguito analizzati.
Canale web
Portali• Il portale nazionale del cittadino - Italia. gov.it
Il portale, attivo dal 2002, è il punto unitario di accesso per il cittadino alle infor-mazioni e ai servizi on line della Pubblica Amministrazione. Offre una visioneorganica delle competenze istituzionali, interpretata dal punto di vista dell’u-tente. Il portale sta allargando gli obiettivi iniziali, attraverso la costruzione dinuove sezioni e servizi.
• Il portale per i servizi integrati alle imprese - Impresa gov.itAvviato nel marzo del 2005 su tutto il territorio nazionale, è il punto di accessoa tutte le informazioni e servizi on line per le imprese. L’utente può effettuare etrasmettere richieste di servizio di competenza di più destinatari, ricevere gliesiti delle pratiche.
• Il portale NormeinreteOffre gratuitamente accesso alla normativa italiana ed europea pubblicata neisiti istituzionale delle amministrazioni aderenti al progetto Normeinrete. Il pro-getto svolto dal Ministero della giustizia e il CNIPA, facilita l’accesso alle normee offre supporto alle amministrazioni per la produzione, divulgazione e pubbli-cazione, attraverso Internet, dei documenti di interesse giuridico.
20 CNIPA, Relazione annuale 2005.
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Siti istituzionaliTutte le amministrazioni hanno un sito istituzionale e molte di esse hanno creatositi o portali tematici per specifici utenti o mirati all’approfondimento di tematichespecifiche21.
Servizi on lineNel 2005 38 amministrazioni hanno erogato servizi on line, sono state effettuatecirca 160 milioni di transazioni, rilevante è il numero di quelle per i settori del fiscoe della previdenza. Le stesse amministrazioni, che utilizzano il canale on line,hanno sviluppato diversi canali di interazione con gli utenti.
Contact centerIl telefono rimane lo strumento più diffuso per comunicare, le amministrazionipubbliche continuano quindi ad investire nella realizzazione di un Contact centercome punto di contatto sia per erogare servizi tramite il canale telefonico che perfornire supporto informativo attraverso altri canali. Tuttavia, le strutture che pos-sono definirsi realmente Contact center è ancora piuttosto basso, molte ammini-strazioni, infatti, dispongono solamente di centralini telefonici che forniscono unaprima risposta ai quesiti dei cittadini e provvedono eventualmente al loro smista-mento verso altre forme di servizio.Interessante in tal senso è l’esperienza condivisa del Contact center INPS/INAILche è nato dall’unione, sotto un solo numero, dei rispettivi call center, realizzan-do così un unico punto di contatto per pensionati e imprese sui temi della previ-denza e della sicurezza sul lavoro.
Altri canali
Chioschi telematiciTerminali utilizzabili in modalità self service che sono dislocati, all’interno degliuffici, in luoghi frequentati dal pubblico (ASL, stazioni, circoscrizioni, uffici comu-nali, ecc.).
Telefono cellulareSi tratta di uno strumento, tramite i canali WAP e SMS, utilizzato dalle ammini-strazioni ancora in modo limitato.L’INPDAP, attraverso telefoni abilitati ai servizi WAP e tramite SMS, offre un ser-vizio di ricerca delle proprie sedi e di news sulle proprie attività.
1.3 I canali diaccesso ai servizi
21 Il sito de FAI gestito dall’ACI per gli appassionati di automobilismo, il Portale cartografico naziona-le del Minstero dell’ambiente e della tutela del territorio per la diffusione di informazioni ambienta-li e territoriali, il Portale per la prevenzione dell’INAIL per la sicurezza sul lavoro.
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1.4 LE NUOVE TECNOLOGIE E L’UNIONE EUROPEA
La Direzione generale della Ricerca è l’organo dell’UE che si occupa fattivamen-te, in ambito comunitario, di incentivare la crescita dello Spazio europeo dellaricerca (SER), persegue lo sviluppo della politica dell’Unione nel settore dellaricerca e dello sviluppo tecnologico, il coordinamento delle attività di ricercaeuropee con quelle svolte dagli stati membri, garantisce il sostegno delle politi-che dell’unione in altri ambiti quali ambiente, sanità, energia, sviluppo regionalee promuove, a livello europeo, la comprensione e l’incentivazione del dibattitopubblico su tematiche di ricerca.La R&S interagisce direttamente con Information & Communication Teechnology(ICT) e con tutte le applicazioni di Internet.Dal Consiglio straordinario di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000, nel corso delquale si è ribadita la volontà di costruire politiche pubbliche comuni in favoredella crescita di una Società dell’informazione inclusiva e costruita sull’innova-zione, emerse la volontà dell’Unione di intervenire direttamente nei settori dellaricerca e tecnologia. Nel giugno del 2000 si è raggiunto un accordo sul piano diazione europeo denominato eEurope 2002 - Una Società dell’informazione pertutti basato principalmente su tre obiettivi: 1) accesso più economico, rapido esicuro a Internet; 2) investire in risorse umane e formazione diretta all’apprendi-mento delle nuove tecnologie; 3) promuovere l’utilizzo di Internet.Nel marzo del 2001 viene presentata una Comunicazione al Consiglio europeo diStoccolma dal nome eEurope 2002. Impact and Priorities, dove vengono analizza-ti la modernizzazione delle amministrazioni pubbliche nell’Unione, il grado di diffu-sione delle tecnologie digitali e la penetrazione di Internet tra i cittadini europei.Nel giugno 2002 viene introdotto dal consiglio europeo di Siviglia il pianod’azione eEurope 2005: una Società dell’informazione per tutti, il quale è suben-trato al precedente. Il piano si fonda attualmente su: la diffusione della disponi-bilità e dell’uso delle reti a banda larga in tutta l’Unione entro il 2005 e lo svilup-po del protocollo di Internet Ipv6, la sicurezza delle reti e dell’informazione, l’e-Governement, l’e-Learning, l’e-Healt e l’e-Businness.
Da tutte queste iniziative, è emerso come per poter generare una crescita posi-tiva del mercato sia necessario che le connessioni ad Internet si traducano inattività economiche. Su tali prospettive, si fonderà eEurope 2005, stimolando iservizi, le applicazioni e i contenuti in grado di creare nuovi mercati ed incentiva-re il rapporto tra R&S e ICT.
Con questo secondo volume dedicato alla comunicazione effettuata attraverso ilweb dei Fondi strutturali si è voluto estendere la ricerca Il FSE nel Web, già pub-blicata nel 2002, ad i siti delle Regioni italiane ob. 1, siti che sono stati analizza-ti per la sezione relativa ai POR (Programmi operativi regionali). L’analisi è stataeffettuata servendosi degli indicatori ISFOL già utilizzati nel 2002, con alcunenecessarie integrazioni concentrate nella sezione dedicata ai servizi offerti in reteed alcuni spunti metodologici relativi all’analisi parametrica. Il risultato è statol’ampliamento a 48 indicatori, sempre divisi su tre indici tematici, ed il completa-mento delle schede regionali con le rappresentazioni grafiche frutto dell’applica-zione dell’analisi parametrica. Per quanto riguarda le Regioni ob. 3 viene propo-sto l’aggiornamento della sinossi presentata nel 2002; inoltre come già avvenu-to nel primo volume, si propone anche una sinossi delle schede relative allasezione dedicata ai Fondi strutturali dei siti europei. La rilevazione è stata fattacon una scansione trimestrale, da un gruppo composto da quattro diverse per-sone in un arco di tempo compreso tra aprile e dicembre 2006; in questa sede siriportano i dati relativi all’ultima rilevazione (dicembre). A quattro anni di distanzadalla prima ricognizione, un lasso di tempo che in termini tecnologici rappresen-ta un secolo, si sono riscontrate alcune situazioni comunicative e progettuali giàverificatesi nel 2002 ed alcuni problemi segnalati allora non hanno ancora trova-to una soluzione.Il ruolo di Internet è andato specificandosi ed il suo peso è ovviamente cresciu-to anche se, per come evidenziano i recenti dati di Eurobarometro22, il divario trachi si rivolge alla rete e chi ad altri media per la ricerca delle informazioni relati-vamente all’Europa ed al suo universo è rimasto quello del 2002.
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capitolo 2
I FONDI STRUTTURALI ON LINE
22 Eurobarometro 65.2. Opinione pubblica nell’Unione europea, primavera 2006, rapporto nazionale Ita-lia, Bruxelles, 2006.
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Valgono quindi ancora le considerazioni già fatte relativamente al corretto utiliz-zo della rete “…l’utilizzo della rete a fini comunicativi non è immediato né sem-plice, essendo necessario conoscere gli strumenti ed i mezzi opportuni per svi-luppare in modo adeguato la comunicazione dei concetti da trasmettere e deipercorsi più diretti per giungere alle informazioni concretamente utili; inoltre, esi-ste il rischio di escludere alcune fasce di popolazione a causa delle scelte media-li operate”.Gli italiani continuano a rivolgersi soprattutto alla televisione per avere informa-zioni sull’Unione europea, televisione che considerano essere il mezzod’informazione più esaustivo ed obiettivo nel parlare dell’UE.Si conferma che in Italia la conoscenza dell’Ue resta al di sotto della soglia di suf-ficienza, anche se l’auto-valutazione della conoscenza dell’Ue da parte del cam-pione è in aumento. A questo va aggiunto che la maggioranza del campione ita-liano non ritiene di comprendere il funzionamento dell’Unione europea e nonpensa che la propria voce conti nell’Unione europea. L’insufficiente conoscenzadelle tematiche europee in Italia è confermata dai deludenti risultati del breve testdi conoscenza. Emerge con chiarezza la necessità di campagne di informazioneche permettano al pubblico più vasto di avere accesso ai dati basilari sulle istiti-tuzioni e sulle politiche. In merito alle fonti di informazione, la Tv continua a nonavere rivali tra i media come mezzo per fornire agli italiani informazioni sulletematiche europee e i dati suggeriscono che è da considerare come il veicoloprincipale per diffondere tali informazioni, dato che ormai è diventato anche, agliocchi degli italiani, il mezzo d’informazione più oggettivo nel riferire informazionidi carattere europeo.
Da un punto di vista normativo dal 2002 ad oggi le innovazioni più importanti dicontesto, cui vale la pena accennare anche solo citandole perché rappresenta-no i perimetri logici dei ragionamenti di seguito sviluppati, sono state analizzatenel cap. La PA e l’innovazione tecnologica.
Tavola 26Le principali fonti
che gli italianiutilizzano per
ottenereinformazioni
sull’Unioneeuropea
Media Italia Media Ue
Televisione 68% 70%
Quotidiani 36% 41%
Altri giornali, periodici 12% 15%
Discussione con amici, colleghi e parenti 20% 23%
Radio 14% 31%
Internet 11% 23%
Libri, brochure e opuscoli 11% 11%
Non cerco questo tipo di informazioni, non mi interessano 9% 11%
Fonte: Eurobarometro 65.2
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Tavola 25Livello diconoscenza delletematicheeuropee in Italiae nell’Ue (daticumulati)
Fonte: Eurobarometro 65.2
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Da 1 a 5 Da 5 a 10 Non so
Italia Media Ue
68
76
3023
3 1
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2.1 INFORMAZIONE E PUBBLICITÀ SUGLI INTERVENTI DEIFONDI STRUTTURALI: IL SITO WEB
Il 15 febbraio 2007 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione euro-pea il corrigendum al regolamento 1828/2006 della Commissione europea, chestabilisce le regole di attuazione del regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consi-glio recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sulFondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del regolamento (CE) n.1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo europeo disviluppo regionale. Il nuovo regolamento di applicazione sui Fondi strutturali pre-vede che l’autorità di gestione assicuri che gli interventi informativi e pubblicita-ri siano realizzati conformemente al piano di comunicazione, che mira alla mas-sima copertura mediatica, utilizzando diverse forme e metodi di comunicazioneal pertinente livello territoriale. Una delle più importanti novità dei nuovi regola-menti rispetto al periodo 2000-2006, è costituita dall’obbligo per l’autorità digestione di pubblicare, in forma elettronica o in altro modo, l’elenco dei benefi-ciari, le denominazioni delle operazioni e l’importo del finanziamento pubblicodestinato alle operazioni stesse.Nella nuova programmazione sarà emanato un unico pacchetto di norme e sidarà maggiore spazio alle attività di informazione e comunicazione, di audit e dicontrollo, che potranno essere affidate anche ad organismi nazionali e in confor-mità di norme nazionali. Resta da vedere cosa si proporrà in queste nuove normea favore dell’informazione e della comunicazione: ci si aspetta un ruolo diversoattribuito al web sia perché la sua importanza in termini comunicativi richiedemaggiore specificità rispetto al 2000, sia perché è entrato a far parte dei mezzidi comunicazione di massa, sia ancora perché ormai un sessennio di esperienzespecifiche sul tema Fondi strutturali ha evidenziato problematiche e posto inter-rogativi ai quali non si può derogare.Il precedente in tema di obblighi di informazione e pubblicità per gli Stati mem-bri relativamente agli interventi dei Fondi strutturali è rappresentato dall’articolo46 del regolamento (CE) n. 1260/1999, recante disposizioni generali sui Fondistrutturali23, e dal Regolamento 1159/2000 della Commissione, relativo alle azio-ni informative e pubblicitarie a cura degli Stati membri sugli interventi dei Fondistrutturali24. Il regolamento, nell’indicare i materiali di informazione e comunica-zione, citava anche il sito web che non era tuttavia previsto ed indicato tra glistrumenti obbligatori (come invece i cartelloni e le targhe commemorative dainstallare obbligatoriamente nei luoghi in cui sono realizzati i progetti di investi-menti infrastrutturali), ma tra quelli opzionali e consigliati, come i materiali comu-nicati per via elettronica (sito web, banca di dati ad uso dei potenziali beneficia-ri) e i materiali audiovisivi, in quanto facilitano il dialogo con il grande pubblico e
23 Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee, serie L 161 del 26.6.1999.
24 Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee, serie L 130 del 31.05.2000.
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permettono una diffusione rapida ed efficace delle informazioni. In particolare,per il sito web il citato Regolamento prevedeva di:�menzionare il contributo dell’Unione europea ed eventualmente del Fondo inte-
ressato almeno sulla home page;�creare un hyperlink verso i siti web della Commissione dedicati ai vari Fondi
strutturali.
Poche indicazioni concrete quindi - peraltro largamente disattese - ed ampi spaziagli Stati membri nel definire ed organizzare i contenuti dei siti istituzionali dedi-cati all’informazione sui Fondi strutturali. Ciò, da un lato, ha permesso alle Auto-rità di gestione di realizzare in totale autonomia l’organizzazione dei contenuti sulsito web, permettendo così di adattarla alle esigenze di standard e di strategiadella comunicazione istituzionale on line - come i risultati pubblicati in questovolume evidenziano - ma dall’altro ha determinato un certo disorientamento e haportato a difformità sostanziali nella realizzazione delle azioni di informazione epubblicità attraverso Internet, sia all’interno di uno stesso Stato membro, sia alivello comunitario.Si è cercato quindi, a livello comunitario, di elaborare delle indicazioni comuni econdivise per colmare la “lacuna” del regolamento. Questo lavoro è stato porta-to avanti principalmente attraverso SFIT (Structural Funds Information Team), ilgruppo di lavoro informale costituito dai responsabili delle azioni di informazionee pubblicità sui Fondi strutturali negli Stati membri e da esperti del settore, pro-mosso dalla Direzione Generale per la Politica regionale della Commissione euro-pea per l’attuazione del regolamento comunitario 1159/200025. Con il supportodello SFIT26, la DG per la Politica regionale ha quindi elaborato una Guida prati-ca alla comunicazione sui Fondi strutturali27. La Guida definisce il sito web unostrumento di comunicazione “essenziale” e complementare rispetto agli altri pre-visti da un piano di comunicazione. I beneficiari finali vengono indicati come iprincipali utilizzatori e produttori/diffusori dell’informazione presente sul sito. Ilsito, pur non essendo ancora uno strumento per il grande pubblico, è il mezzoideale per fornire i dettagli sull’utilizzo delle risorse di un programma e per ren-dere disponibili esempi di progetti realizzati. Esso, inoltre, facilita l’accesso aidocumenti anche per i “non iniziati” e permette la creazione di uno spazio dedi-cato alla stampa, contenente informazioni “su misura” per i cosiddetti “moltipli-catori dell’informazione”.
2.1 Informazionee pubblicità sugliinterventi deiFondi strutturali:il sito web
25 È lo stesso regolamento 1159 a prevedere che la Commissione europea incoraggi gli scambi di espe-rienze sull’applicazione dell’articolo 46 del regolamento (CE) n. 1260/1999 e organizzi reti informa-li tra responsabili dell’informazione.
26 Il 5 dicembre 2006 a Bruxelles è stata annunciata la nascita del gruppo INFORM che sostituiràl’attuale gruppo SFIT e che prevede la partecipazione dei responsabili dei Piani di Comunicazione deiProgrammi Operativi 2007-2013.
27 La Guida è disponibile sul sito della DG per la Politica regionale alla pagina <http://ec.europa.eu/regional_policy /country/commu/guide_it.htm>
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2.2 INTERNET E TRASPARENZA SUI FONDI STRUTTURALI
Come può essere utilizzato il sito web per garantire la trasparenza delle informa-zioni?Nel mese di marzo 2005 il Vice-Presidente della Commissione europea, Siim Kal-las, ha lanciato il dibattito sull’Iniziativa europea sulla trasparenza (ETI)28, che laCommissione ha poi varato nel novembre successivo.La trasparenza nella pubblica amministrazione, sosteneva Kallas, è un requisitoessenziale dell’integrità e della credibilità delle istituzioni - a livello locale, nazio-nale e internazionale - e deve essere pertanto parte integrante della politica. Ciòin quanto l’80% del bilancio dell’Unione europea finanzia la politica agricola e lapolitica di coesione e in entrambi i casi gli Stati membri sono corresponsabili del-l’allocazione e della spesa delle risorse finanziarie. Pertanto, soprattutto in que-sti due ambiti bisognerebbe aumentare la trasparenza. Ad esempio, permetten-do l’accesso pubblico alle informazioni sui beneficiari finali dei Fondi europei.Accade infatti che in molti Stati membri i dati sui beneficiari finali non sianodisponibili per il pubblico. In particolare, è nel settore dei Fondi strutturali che siriscontra tale gap informativo: l’informazione al grande pubblico sugli interventirealizzati con i Fondi strutturali viene spesso realizzata semplicemente attraver-so cartelli e targhe in loco, come previsto dal regolamento 1159/2000 della Com-missione europea, ma raramente si prevede una verifica della qualità e della realeefficacia delle azioni di informazione. La Commissione europea e gli Stati mem-bri dovrebbero invece migliorare il livello di trasparenza dei Fondi strutturali,soprattutto in vista del nuovo periodo di programmazione 2007-2013. Tra le solu-zione identificate, Kallas ha proposto anche di creare un collegamento tra il por-tale web dell’UE e l’informazione fornita sui siti istituzionali degli Stati membri; insecondo luogo egli ha proposto l’introduzione di un obbligo normativo per lapubblicazione dell’informazione sui progetti e sui beneficiari finali.Il principio in base al quale i cittadini europei hanno il diritto di pretendere istitu-zioni pubbliche efficienti, trasparenti e improntate ad una cultura di servizio e diesigere che le risorse e i poteri affidati agli organi politici e pubblici siano utiliz-zati con cura e non formino l’oggetto di abusi per interessi personali, è stato riba-dito nel Libro Verde sull’Iniziativa europea per la trasparenza29. Nel documento sisostiene, in particolare, che un alto grado di trasparenza costituisca parte inte-grante della legittimità di ogni amministrazione moderna e che, a tal fine, la divul-gazione delle informazioni sui beneficiari dei fondi comunitari erogati nell’ambitodella gestione concorrente (principalmente Fondi strutturali e PAC) debba esse-re obbligatoria. Le informazioni sui beneficiari finali dei Fondi comunitari spesi incollaborazione con gli Stati membri vengono attualmente gestite da questi ultimi
28 Le informazioni sull’Iniziativa europea sulla trasparenza (ETI) sono disponibili sul sito web del Com-missario Kallas: <http://ec.europa.eu/commission_barroso/kallas/transparency_it.htm>
29 COM (2006) 194 del 3.5.2006, pag. 14.
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e l’eventuale pubblicazione delle informazioni a tale riguardo viene decisa adiscrezione degli Stati membri. La misura in cui le informazioni vengono resepubbliche varia notevolmente da Paese a Paese. Per i Fondi strutturali, i dati suibeneficiari vengono raccolti dagli Stati membri, senza tuttavia essere centraliz-zati e resi disponibili al pubblico. In assenza di un obbligo generale a livello UE,è ovviamente difficile definire un quadro completo dell’esatta situazione per cia-scun programma o progetto nei singoli Stati membri. Inoltre, l’approccio restrit-tivo adottato da alcuni Stati membri sul fronte della pubblicità si basa spesso suleggi o prassi nazionali riguardanti la protezione dei dati, le quali variano da Statoa Stato, vanno al di là dei requisiti minimi fissati a livello UE30, e sono spesso ilfrutto di tradizioni, culture e sensibilità diverse. Per garantire una politica omoge-nea nei confronti di tutti i beneficiari dei Fondi comunitari, l’istituzione di un obbli-go generale coerente per l’insieme dei Paesi dell’Unione dovrebbe pertantobasarsi su un nuovo quadro giuridico a livello UE direttamente applicabile a tuttigli Stati membri31.Tali orientamenti sono stati accolti dal regolamento di attuazione sui Fondi strut-turali per il periodo 2007-2013, per quanto riguarda le disposizioni in materia diinformazione e pubblicità. Come già nel paragrafo precedente, tra i nuovi obblighidell’Autorità di gestione vi è quello relativo alla pubblicazione dell’elenco dei bene-ficiari, del nome dell’operazione finanziata e dell’ammontare del finanziamentopubblico destinato a quella operazione. Secondo questa logica, accettare il finan-ziamento significherebbe quindi essere inclusi nell’elenco da pubblicare; natural-mente, l’AdG dovrà informare il beneficiario di tale obbligo di pubblicità.
2.2 Internet etrasparenza suiFondi strutturali
30 Direttiva 95/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 1995, relativa alla tuteladelle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione ditali dati (GU L 281 del 23.11.1995, pagg. 31-50).
31 Libro Verde, cit.
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2.3 IL METODO ISFOL
La necessità di ragionare sull’adeguatezza e funzionalità dei siti regionali relati-vamente alle sezioni dedicate ai Fondi strutturali ha dato luogo ad un’analisi spe-cifica, con indicatori appositamente predisposti al monitoraggio i cui risultati, cisi augura, possano essere utili per utilizzare al meglio gli strumenti offerti dallenuove tecnologie in tema di comunicazione pubblica. I Fondi strutturali si rivol-gono ad un target definito e definibile anche se indubbiamente ampio e sfaccet-tato: utenti finali, gestori del sistema, pubblica opinione. La forte caratterizzazio-ne potrebbe apparire un vantaggio in termini comunicativi, rispetto all’indetermi-natezza di cui soffre in genere l’informazione in rete; in realtà, un elemento di dif-ficoltà risiede nei due livelli di cui si compone il target - gestori e fruitori - poichéper ognuno di essi esistono determinate informazioni e tipologie di documenta-zione da offrire, servizi da attivare, assistenza da garantire: lo sforzo, quindi, èquello di prevedere azioni diversificate e mirate per distinguere opportunamentemezzi e contenuti. Il metodo alla base di tale indagine è stato molto empirico (eper questo certo passibile di errore) ma concreto e reale: ricreare il percorso cheil cittadino effettua al momento del collegamento con il sito della propria regio-ne, qualora volesse conoscere le iniziative promosse e finanziate dai Fondi strut-turali. Una buona comunicazione, infatti, rappresenta il necessario presuppostoad un corretto utilizzo di questi strumenti. L’oggetto dell’indagine è stata la sezio-ne del sito dedicata al POR, ma per alcuni indicatori il livello di analisi è statonecessariamente spostato al livello di sito regionale. Questo spostamento, adesempio, è avvenuto in genere per gli indicatori 1 e 2 perché informazioni di livel-lo organizzativo complessivo sono quasi sempre presenti sulla home page piut-tosto che all’interno di specifiche sezioni. Il lavoro è stato effettuato attraversouna check-list strutturata in tre principali indici tematici: A. Trasparenza ammini-strativa B. Disponibilità di servizi C. Caratterizzazione istituzionale.Gli indici sono derivati dalle aree previste dal metodo ARPA- L (Analisi delle Retidelle Pubbliche Amministrazioni)32; rispetto ad esse - ed accogliendo quindil’invito fatto dagli stessi estensori del metodo - si è deciso di adattare gli indica-tori all’oggetto dell’indagine, privilegiando quelli a carattere contenutistico estrettamente connessi all’architettura complessiva del sito, e rinunciando - per ilmomento - a quelli più legati alla qualità tecnologica, stilistica e grafica. Unaprima ricognizione relativamente a questi aspetti - in attesa di integrare con nuoviindicatori - è stata comunque effettuata e i risultati sono al p. 57 del presentevolume.
32 ARPA-L è il metodo di indagine utilizzato per “Città Digitali”, oltre 120 indicatori, rinnovati e attua-lizzati di anno in anno, che contribuiscono in vario modo alla formazione di sei indici settoriali.L’indagine viene condotta con il metodo dell’analisi diretta sui siti Internet istituzionali, condotta daun gruppo di esperti della materia. L’universo di riferimento per l’indagine sulle “Città Digitali in Ita-lia” è costituito dalle Regioni, dalle Province e da tutti i comuni italiani con più di 5.000 abitanti.
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Gli indicatori sono stati integrati ed aggiornati ed il metodo reimpostato in baseall’analisi parametrica per come spiegato al § 2.4.2.
Indicatori ISFOL
Indice A. Trasparenza amministrativa delle informazioniSi tratta di una serie di indicatori che rivestono una particolare importanza per-
ché esemplificativi del rapporto che le istituzioni pubbliche vogliono attivarecon i cittadini. Non è quindi un caso che, pur essendo la presente ricercaestremamente specialistica, si sia voluto intraprendere il discorso rilevazionecon una categoria così ampia di indicatori.
1 Informazioni sulla struttura dell’organizzazioneIdentifica l’emittente del messaggio: «l’interlocutore ha […] il diritto di averecognizione precisa di come è strutturato (quali sono cioè le diverse unità ope-rative) l’ente al quale si rapporta e di quali sono i meccanismi del suo funzio-namento». I cittadini on line vogliono vedere moltiplicate, intensificate, masoprattutto accelerate le modalità di accesso alle informazioni. Vogliono tuttoe subito, e facilmente. Per questo sulle home page dei siti si giocaun’importante scommessa su quale contenuto debba godere della massimavisibilità e quali elementi di comunicazione immediata saranno graditi agliutenti.
2 Informazioni sui vertici politici e sulle loro competenzeSi tratta di un aspetto da non sottovalutare, anche se forse di primo livello,perché l’intersecarsi di livelli di governo e competenze mette spesso i cittadi-ni di fronte a una molteplicità di soggetti con cui operare e di fatto rende dif-ficile l’orientamento. “L’immediatezza del contatto con l’amministrazione èfavorita dalla presentazione in home page di un numero telefonico (in più del40% degli enti) e dalla possibilità di invio di messaggi e richieste tramite formon line” (Città digitali, cit.)
3 Testi completi delle direttive della regione e/o dei documenti programmatoriProdotto concreto di trasparenza ed accessibilità, due dei principi ispiratoridella riforma della PA.
4 Disponibilità di informazione sulla nuova programmazione 2007-2013Per quanto riguarda la presenza della documentazione di base relativa allaprogrammazione 2007-2013 la potremmo ricondurre ai principi della “chia-rezza ed immediatezza” - come la presenza dei loghi ad esempio, ma anchela possibilità di ripercorrere il percorso logico tra le pagine.
5 Indicazione dei soggetti di riferimento per i Fondi strutturali della regionePersonalizzano il rapporto con l’istituzione.
6 Disponibilità di e-mail, numero telefonico o fax ed orari di eventuale ricevimentoper vari responsabili Fondi strutturaliLa posta è il canale preferito dagli italiani per ricevere informazioni dalla P.A.Trattasi di un tipo di servizio che crea aspettative, se non altro di risposta, e che
2.3 Il metodoISFOL
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viene sopravvalutato in ottica di offerta (come se la presenza della casella pre-figurasse l’effettivo servizio), ma sottovalutato gestionalmente e quindi a rischiodi fallimento per problemi organizzativi, mancanza di responsabilizzazione degliimpiegati etc. Si va diffondendo anche la consuetudine degli sms.
7 Disponibilità di contenuti e/o servizi in altre lingueSpesso limitata alla home page del sito, conferisce una dimensione interna-zionale ai contributi ed agevola i cittadini stranieri.
8 Accesso a partire dall’home pageConsente di percepire il peso specifico dato al tema in oggetto da parte del pro-gettista del sito (partendo dall’home page del sito), e di quantificare il numerodi pagine che contengono al loro interno contenuti inerenti il tema stesso.
9 Disponibilità e buon funzionamento di un motore di ricerca interno10 Keywords nella pagina principale della sezione Fondi strutturali con trascrizione
In generale i motori di ricerca, che rimangono il modo più veloce per accede-re alla rete escludendo il caso in cui si conosca direttamente la URL di undocumento, utilizzano, per indicizzare le risorse in linea, dei metatag come lekeywords che rappresentano da una parte delle chiavi di indicizzazione, dal-l’altra di ricerca.
11 Presenza di una mappa della sezione Fondi strutturali dalla quale si evinca ilposizionamento logico e fisico dei contenutiStrumento di contestualizzazione logica per il quale non è stato assodatoancora se aiuti effettivamente gli utenti a navigare; deve essere incluso solose si hanno significative risorse da dedicare al suo sviluppo e solo dopo chevenga testato adeguatamente.
12 Target cui ci si rivolgeLa definizione del target è il presupposto per una corretta progettazione non-ché uno degli elementi chiave dell’usabilità «è importante che vi sia uno sfor-zo per immaginare come il web sarà visto e usato dai suoi utenti una voltarealizzato, tenendo conto della varietà delle caratteristiche personali, sociali eculturali dei cittadini. A rendere usabile la navigazione all’interno del sito gio-cano a favore i sistemi di profilazione dell’utente, dai più semplici, basati sumacrocategorie di utenza, fino ai più articolati. La profilazione viene praticatasoprattutto dai comuni capoluogo: è qui che si sono affermati maggiormentei percorsi di navigazione ad eventi della vita (presenti complessivamente nel29,1% dei comuni) o per tipologie di utenza (Città digitali, cit.).
13 Chiara definizione dei contenuti corrispondenti a ciascuna voce del menùAnche se è un indicatore legato più ad un’etichetta che ai contenuti sottesi,rappresenta la spia di un fenomeno purtroppo diffuso, ovvero quello dellacreazione di voci di menù appeling, che ignorano la dimensione informativadel web a scapito di una commistione pubblicistica. Il web è un contesto piùtradizionale di quanto non si creda da questo punto di vista, giustamenteNielsen fa notare che «ogni volta che costringete gli utenti a fermarsi a pen-sare per comprendere una frase, rischiate di giocarvi la loro attenzione e
2.3 Il metodoISFOL
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE 41
disponibilità. Gli utenti si spazientiscono rapidamente quando sono costrettia cliccare sui link per capire cosa significano» (J. Nielsen e M. Tahir, Homepa-ge usability, cit.). Di particolare importanza l’appropriatezza del testo checostitutisce il link e la dichiarazione esplicita, quando non si tratti di un purocollegamento ad una pagina, sull’azione che il link attiva.
14 Presenza di link diretti a servizi o pagine di particolare interesse o uso frequenteEsplicita meglio la struttura del sito ed il rilievo dato ai contenuti da parte del-l’autore del sito.
15 Ricorrenza di elementi uguali e/o riconoscibili in tutte le pagineCrea un ambiente di navigazione familiare, importante a fini comunicativi.
16 Percorso logico indicato in ogni paginaElemento ormai indispensabile data la dimensione, spesso esagerata in ter-mini di pagine/schermate, dei siti; a maggior ragione nel caso di un temapoco conosciuto dai più, perché crea un contesto semantico di riferimento.
17 Visibilità dei link attivi e/o visitatiEspediente legato alla cronistoria dei movimenti effettuati in un’unica sessio-ne di lavoro che agevola nella misura in cui traccia il percorso seguito e per-mette di ripercorrerlo logicamente. Scelta stilistica che rientra all’interno del-l’usabilità33 insieme alla rigidità delle impaginazioni (mancata possibilità diridimensionare i caratteri di schermo o la pagina nella sua interezza) o alla dif-ficoltà nel gestire la complessità (menu eccessivamente lunghi). Nel comples-so, i siti istituzionali adottano modelli di impaginazione oramai simili tra loroche si distinguono per qualità, più che altro nella scelta di loghi creati ad hoce vesti grafiche spesso rinnovate, meno per risultati efficaci sotto il profilo del-l’usabilità e accessibilità. Scomparse oramai da tempo le inopportune pagineintroduttive “splash”, anche i frame lasciano posto a siti più uniformi, più chia-ri e coerenti. Alcuni passi in avanti sono da segnalare: nel 2002 oltre il 40%dei siti non utilizzava i fogli di stile per la pubblicazione delle pagine, mentreoggi sono correttamente in uso nei siti di 19 regioni su 20, nel 75,5% dei sitiprovinciali e nel 77,7% dei siti dei comuni capoluogo (Città digitali, cit.).
18 Link alla pagina principale della sezione in ogni pagina internaElemento strutturale che conferisce un aspetto di insieme al sito e rappresen-ta un eventuale possibilità di uscita rapida anche da livelli sommersi del sito
2.3 Il metodoISFOL
33 Una definizione generica dell’usabilità è quella data dalla norma ISO 9241 che la definisce come«l’efficacia e la soddisfazione con cui specifici utenti raggiungono specifici ambienti». Evidentemen-te, il valore aggiunto di una definizione così sintetica è tutto nell’aggettivo specifico che identificaimmediatamente una situazione della rete da avere ben presente sia quando si progetta sia - a mag-gior ragione - quando si consulta un sito web: il web non si offre indistintamente a chiunque, e nondeve fuorviare il fatto che si possa accedere a qualunque risorsa informativa alla sola condizione cheessa sia presente all’interno dell’ipertesto chiamato WWW. Esistono specificità nella richiesta infor-mativa per le quali si deve essere preparati con altrettanta attenzione: redazionale, dei testi e docu-menti che si offrono in rete; progettuale, ripercorrendo le associazioni che lo specifico utente si pre-sume compia consultando un sito; multimediale. Questo richiede alcuni servizi interattivi, come i ser-vizi di accesso ai procedimenti amministrativi, i concorsi, le gare, gli appalti.
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stesso.19 Quantità di link non funzionanti contenuti nelle prime cinque pagine della
sezioneIndicatore grezzo dell’aggiornamento del sito, comunque utile perché un sitoaggiornato è di fatto più autorevole ed affidabile «le informazioni obsoletesono inutili e danneggiano la reputazione del sito web, oltre che dell’ammini-strazione che lo gestisce34»; l’aggiornamento consiste non solo nel restylingdelle pagine, ma anche nella modifica dei contenuti, e tra questi anchel’aggiornamento dei link esterni.
Indice B. Disponibilità di serviziTra i campi di applicazione delle nuove tecnologie vi è la possibilità di interagirecon l’ente pubblico tramite il proprio sito; infatti l’integrazione tra il sistema infor-mativo e l’interfaccia web permette alle amministrazioni di offrire servizi innova-tivi a tutti gli interlocutori.20 Disponibilità modulistica scaricabile
Non è un servizio particolarmente multimediale, anche se molto concreto,perché non sfrutta appieno le capacità del web, ed in genere prevede unaprocedura che si conclude con strumenti altri dal web quali posta e fax.
21 Moduli on lineSi è inteso come modulo on line quello che deve essere compilato ed inviatoall’interno dello stesso sito, in genere tramite un generico bottone invio. Sonopertanto esclusi quelli che prevedono l’utilizzo, anche automatico, della postaelettronica per gestire l’invio, piuttosto che quelli che possono essere riempi-ti e stampati. I risultati ottenuti sono in linea con la tendenza generale in atto:pur essendo la modulistica la sezione del sito che concretizza parte delladimensione on line dello stesso, di fatto la comunicazione rimane rivolta alpubblico in maniera unidirezionale ed a un basso livello di interattività.
22 Moduli on line: chiarezza (possibilità di compilare senza ricorrere a spiegazioniulteriori)
23 Moduli on line: disponibilità di un aiuto on line24 Moduli on line: messaggio di invio avvenuto con successo25 Moduli on line: indicazioni chiare sulla possibilità o meno di una risposta da
parte dell’Ente26 Moduli on line: sicurezza adeguata per la protezione della privacy27 Moduli on line: dichiarazione esplicita circa il trattamento dei dati personali28 Possibilità di inviare un proprio feedback all’amministrazione
In genere si esprime attraverso la posta elettronica. In questo indicatorepotrebbe rientrare la customer satisfaction. La direttiva pubblicata dal Mini-
2.3 Il metodoISFOL
34 Presidenza del Consiglio dei Ministri, Linee guida per l’organizzazione, l’usabilità e l’accessibilità deisiti web delle pubbliche amministrazioni (GU n. 65 del 19/03/2001).
35 Cit.
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stro per l’Innovazione e le Tecnologie nel luglio 200535 sui servizi on line indi-vidua nella misurazione della soddisfazione degli utenti un elemento strategi-co per favorire la diffusione e l’efficacia dei servizi on line.
29 Copertura cronologica dei documenti offerti30 Aggiornamento31 Prenotazione di servizi (per consulenza, assistenza, numero verde…)
Indicatore nuovo. Il settore è importante da monitorare per come è emerso siain occasione dell’indagine Censis pubblicata nel Rapporto Città digitali chenel Rapporto eGovernment in Italy, September 2006, IDABC eGovernmentobservatory, European Communities 2006. Quest’ultimo in particolare, oltre acodificare 12 servizi basilari per i cittadini, li analizza in relazione a quattrodiversi livelli: Livello 1 - Informazione: il sito fornisce informazioni sul servizioe/o sulle modalità di erogazione; Livello 2 - Interazione ad una via: si realizzatale interazione quando un sito permette di ottenere on line i moduli per larichiesta di erogazione del servizio che dovrà poi essere inoltrata per canalitradizionali (ad es. Modulo di variazione residenza o moduli autocertificazio-ne); Livello 3 - Interazione a due vie: si parla di interazione a due vie quandoè possibile avviare on line la procedura di erogazione del servizio, come unmodulo da riempire e inviare on line, ma viene garantita solo la presa in cari-co dei dati e non la loro elaborazione; Livello 4 - Transazione: il livello più ele-vato di interazione si realizza quando il sito permette all’utente di fruire di unservizio interamente on line, incluso l’eventuale pagamento del suo costo.Questo descritto è stato il metodo ripreso anche dal CNIPA nella propriaRelazione annuale36. Fondamentale per contestualizzare correttamente la let-tura di questo indicatore n. 31 è tenere presente la situazione complessivaitaliana in relazione ai servizi on line. La tabella seguente mostra la divisionedei 243 servizi disponibili per livello di interazione ed a seconda se richieda-
2.3 Il metodoISFOL
36 CNIPA, Relazione annuale 2005: lo stato dell’informatizzazione nella Pubblica amministrazione, Roma, 2006.
Tabella 4Servizi on lineper livello diinterazione, anno2005
Livello di interazioneNumero di
servizi erogatiDi cui con
intermediario
Livelli 1 e 2 111 7
Livello 3 103 43
Livello 4 29 16
Totali 243 66
no o meno un intermediario.
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE44
Tabella 2Presenza di
servizi on line alcittadino e alle
imprese.Informazioni emodulistica online. Confronto
dati 2002-2006(v.a. e val. %)
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| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE 45
Guardando al grado di interattività dei servizi offerti, in generale, sui siti istitu-zionali italiani, attualmente sono ancora i servizi informativi e accompagnatida modulistica on line (i primi due livelli di servizio) i più disponibili (tab. 2).Laddove comunque sono nati nuovi servizi transattivi on line, si tratta di pro-getti più complessi che in passato, orientati a target specifici e a più altoimpatto rispetto ai classici servizi di pagamento telematico oramai disponibi-li da qualche anno in parte degli enti. Si tratta dei nuovi servizi in tema disanità, lavoro, urbanistica. Interessanti, per tutte le tipologie di enti, le inizia-tive sul fronte della formazione professionale, come i corsi on line rivolti ai cit-tadini: spazi telematici concessi a gruppi di cittadini, dipendenti pubblici, o atutti gli utenti indistintamente con l’accesso a materiali, lezioni on line, contat-to con docenti qualificati e strumenti di comunicazione. L’esitazione da partedelle amministrazioni a proporre nuovi servizi trova sicuramente base anchenel basso uso che ne fanno (o si pensa che ne farebbero) i cittadini.L’evoluzione dei servizi pienamente digitalizzati deve dunque indirizzarsi aiservizi più utili e alle modalità di fruizione più semplici e gradite dagli utenti.La tavola 13 della Relazione annuale del Cnipa37 - che censisce i servizi offer-ti on line dai siti delle amministrazioni centrali - su un campione di 244 siti in29 casi verifica la presenza di un servizio con le caratteristiche della transa-zione, in 103 casi riscontra un’interazione a due vie, in 112 casi la presenzadi un livello di servizio limitato all’offerta di informazioni. Solo nel 35 dei casiè stata riscontrata la presenza di strumenti orientati alla customer satisfaction,strumenti che in realtà dovrebbero essere sempre presenti nei casi in cui sieroghino servizi, indipendentemente dalla modalità con cui essi venganoofferti.
32 Forme di e-democracy (forum, chat, sondaggi…)33 Informazioni su gare e appalti34 Informazioni dettagliate sullo svolgimento delle gare35 Bandi e gare telematici36 Informazioni su corsi cofinanziati dai Fondi strutturali37 Iniziative cofinanziate dai Fondi strutturali38 Previsto rilascio password per accesso ai servizi
Indice C. Caratterizzazione istituzionaleSi tratta di indicatori interessanti perché direttamente connessi alla credibilitàdelle informazioni offerte da un sito, aspetto sul quale è stata prodotta ultima-mente molta letteratura.39 Loghi dei Fondi strutturali ben visibile nella sezione
La visibilità, che riguarda il posizionamento effettivo del logo sulla pagina, èdiscrezionale (a differenza della presenza effettiva). Il logo è un elemento diimportanza cruciale per il quale alcune linee guida di progettazione per il web
2.3 Il metodoISFOL
37 Lo stato dell’informatizzazione nella Pubblica amministrazione, Roma, 2006.
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE46
prevedono anche una posizione specifica (l’angolo superiore sinistro dellapagina per il caso delle lingue che si leggono da sinistra a destra).
40 Link ai siti dei gestori dei PON Ministero del lavoroCrea un legame con il contesto generale di riferimento.
41 Presenza di link ai siti delle istituzioni comunitarieRecupera il terzo vertice del triangolo di competenze per il FSE (Euro-pa/Italia/Regioni) ed adempie al Regolamento comunitario.
42 Presenza di link ai siti delle altre istituzioni nazionaliAllarga lo scenario, sempre con garanzia di credibilità ed autorevolezza; insie-me agli indicatori 40-41 posiziona l’informazione e le conferisce dei connota-ti nei confronti del target.
43 Collegamento esplicito all’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP)In una dimensione orientata al dialogo effettivo con il cittadino, il collegamen-to ad un servizio del genere amplierebbe di fatto la possibilità di muoversiall’interno del sito, in un’ottica di assoluta complementarietà con il contestoregionale tout court. Questo indicatore è uno di quelli che concretizzano lamulticanalità, intesa come offerta complementare di diversi canali informativiche attivino anche diversi livelli di servizio.
44 Riconoscibilità dell’ URL e uniformità rispetto alle URL delle altre istituzioniLa URL di un sito è un elemento importante non solo perché identifica inmaniera univoca la posizione presso la quale si trova il sito stesso (intesocome l’insieme delle pagine web tra loro correlate aventi un unico autore), maanche perché, nella misura in cui riesce ad essere intuitiva ed immediatamen-te associabile, crea la possibilità concreta per l’utente di reperire il sito corri-spondente, non passando necessariamente attraverso motori di ricerca o altristrumenti di reperimento dell’informazione in rete.
45 Presenza dei loghi dei Fondi strutturali in ogni pagina in cui si parla degli stessiAdempimento formale previsto dal Regolamento comunitario sulle azioniinformative e pubblicitarie: «Nei siti web sui Fondi strutturali sarebbe oppor-tuno: menzionare il contributo dell’Unione europea ed eventualmente delFondo interessato quanto meno sulla pagina iniziale […]» (Regolamento (CE)n. 1159/2000 della Commissione del 30 maggio 2000 relativo alle azioni infor-mative e pubblicitarie a cura degli Stati membri sugli interventi dei Fondi strut-turali (GUCE serie L n. 30 del 31.5.2000).
46 Presenza di autore e data47 Data pubblicazione.
Le tabelle sinottiche attraverso le quali si presentano i risultati derivanti dall’inda-gine sintetizzano e visualizzano i dati riportati in modalità estesa offrendol’innegabile vantaggio di una lettura trasversale e parallela dei valori38. Tendenzial-
2.3 Il metodoISFOL
38 In appendice le schede sinottiche dei siti delle Regioni ob. 3.
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE 47
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mente le tabelle accolgono valori positivi/negativi; qualora l’indicatore non aves-se permesso una risposta netta e immediata, si è ricorsi ad un’ulteriore specificaed esplicitazione, come nel caso della ricostruzione dei percorsi attraverso i qualisi arriva alle informazioni relative ai Fondi strutturali.
2.3 Il metodoISFOL
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE54
Alcune considerazioni specifiche sugli indicatori…• In un solo caso manca la disponibilità di documentazione relazione alla Pro-
grammazione 2007-2013, si potrebbe pensare che un caso su sette conside-rati sia un dato accettabile, ma vista l’importanza dei documenti di program-mazione, la data della rilevazione e soprattutto il fatto che in rete si trovinoormai ovunque questi documenti, almeno un link verso un contenitore struttu-rato che li contenesse sarebbe stato comunque opportuno prevederlo.
• Prevalenza di download (indicatore 3) in formato proprietario in controtenden-za con quanto avviene a livello nazionale “Per quel che riguarda il download deidocumenti cominciano ad essere presenti siti che pubblicano documenti in for-mato non proprietario (24,3% dei comuni capoluogo, 4 regioni su 20) accantoa quelli in formato proprietario” (Città digitali, cit.).
• Per quanto riguarda l’acceso a partire dall’home page (Indicatore 8) che inparte rappresenta se la garanzia di immediata reperibilità delle pagine per benquattro volte passa attraverso un acronimo (POR) che come tutte le forme con-tratte (Piano Operativo Regionale) non risulta di immediata lettura se non pergli addetti ai lavori o a quanti siano comunque ad un certo livello di conoscen-za della materia; nei restanti casi il messaggio è ancora più criptico perché vei-colato da riferimenti all’Europa (Sportello Europa, Europa, Euroinfo) che nonsono univoci ma associati a tipi di servizi diversi informativi diversi (basti pen-sare che in relazione alla voce Sportello Europa inserita in un motore di ricercache gestisce i risultati della ricerca in relazione alla rilevanza dei siti i primi diecirisultati riportano anche servizi informativi gestiti dai comuni sull’ampio e varie-gato universo Europa e siti giornalistici dedicati all’Europa).
• In un solo caso sono presenti le keywords di autoindicizzazione del sito (Indi-catore 10), mentre invece come già segnalato nel 2002 non dovrebbe esseresottovalutato il fatto che i motori di ricerca sono strumenti di difficile implemen-tazione e mantenimento basati su: corretta indicizzazione delle pagine, inter-faccia ad elevata comprensibilità, presentazione efficace e logica dei risultatidella ricerca.
• Assoluta mancanza di contenuti in altre lingue (Indicatore 7). Sarebbe auspica-bile che fossero previste almeno delle pagine introduttive in una lingua comu-nitaria, come ad esempio l’inglese, anche in considerazione del principio dellamobilità sul territorio dell’Unione dei cittadini europei, che renderebbe neces-saria una trasparenza linguistica delle informazioni. Anche a livello nazionale(Città digitali, cit.) “non vince l’opzione di tradurre il sito o parte di esso in lin-gua straniera. Persino le sezioni rivolte al turista, che in passato sono statedefinite come il volano ideale di questo tipo di pratica non sono neanche in unterzo dei casi tradotte in lingua straniera. Il multilinguismo è uno degli obiettiviprioritari per amministrazioni intenzionate a superare, attraverso il digitale, imolti ostacoli comunicazionali della vita cittadina …”.
• In nessun caso si è ritenuto utile predisporre una mappa concettuale che posi-zionasse i contenuti della sezione dedicata ai Fondi strutturali (Indicatore 11):
2.3 Il metodoISFOL
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la mappa è un elemento in genere presente a livello di sito in generale; si trat-ta di uno specchio dell’architettura complessiva del sito (al di là di quello chesuggeriscono i link principali) e quindi da prevedere sempre. Come indicatore,è legato alla facilità di reperimento delle informazioni, inoltre come il motore diricerca, richiede anch’esso l’aggiornamento costante ed organizzazione ragio-nata dei contenuti.
• Ancora in due casi mancano elementi riconoscibili in ogni pagina della stessasezione del sito (Indicatore 15) che rappresenta garanzia formale ma fonda-mentale di coerenza tematica, soprattutto in considerazione del fatto che lanavigazione in rete è una navigazione per pagine di sito che non salvaguardal’insieme.
• Solo in tre casi il percorso logico è indicato in ogni pagina (Indicatore 16).• In nessun caso la visibilità dei link attivi e/o visitati (Indicatore 17).• Ancora in un caso manca il link alla pagina principale della sezione in ogni pagi-
na interna (Indicatore 18).• In prevalenza quasi assoluta la possibilità di poter scaricare modulistica on line• Assoluta mancanza di interazione anche semplicemente tramite la modalità
della modulistica on line (Indicatori 21-28) in triste allineamento con quantorileva anche la relazione del CNIPA.
• In due casi è possibile prenotare servizi (Indicatore 31).• In un solo caso forme di e-democracy (Indicatore 32).• In un solo caso mancano informazione su gare ed appalti (Indicatore 33).• Mancanza assoluta di gestione trasparente di gare (Indicatori 34-35).• Solo in tre casi sono presenti informazioni sui corsi cofinanziati.• In due casi è previsto il rilascio di password per accedere ai servizi (Indicatore 38).• Ancora problemi con la gestione dei loghi, sia a livello comunitario che nazio-
nale (Indicatori 39, 45). I loghi sono poco presenti e non sempre nella forma cor-retta; spesso ci si affida a quelli dei singoli documenti programmatori presentisul sito, piuttosto che ad una cornice di autorevolezza complessiva. Quando sene è rilevata la presenza, si è verificata anche forma e successione corretta e,rispetto alla regola generale, le situazioni sono risultate largamente difformi. Illogo potrebbe svolgere comodamente una funzione unificante e costituire unpuntatore, univoco a livello nazionale, a partire dal quale si attivi il percorso che,sui siti delle diverse regioni, conduce all’informazione relativa al FSE.
• In quattro casi vi è un collegamento esplicito all’URP.• In un solo caso si riscontra Riconoscibilità dell’ URL e uniformità rispetto alle URL
delle altre istituzioni (Indicatore 44). Le sezioni che ospitano le informazioni sulFSE sono sempre all’interno del sito della Regione e quindi la URL, se riconosci-bile, lo è nella sua lettura integrale e mai immediatamente. Nella maggioranzadelle situazioni, la sezione presso la quale è ospitata una pagina o singole infor-mazioni relative al FSE è alternativamente o quella del lavoro o quella della for-mazione (nella minoranza dei casi risulta presente una sottodirectory dedicata alFSE). In linea generale, è possibile quindi affermare che esiste una scarsa rico-
2.3 Il metodoISFOL
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noscibilità della URL relativa alla sezione del FSE, e che sarebbe preferibile pre-vedere sempre una sottodirectory esplicitamente ed esclusivamente dedicata,alla quale in fase di navigazione dovrebbe corrispondere un collegamento attivoa partire dalla home page, per sollevare l’utente dall’incertezza in merito al posi-zionamento delle notizie nella sezione Lavoro o nella sezione Formazione, secon-do la tendenza prevalente. In questo modo, il cittadino italiano sarebbe in grado,come già sottolineato per il livello europeo, di anticipare la URL dei diversi sitiregionali, o meglio di poter prevedere in quale sezione dei siti delle diverse regio-ni si posizionano le informazioni relative al FSE a livello locale.
… e generali sugli indici
1 Trasparenza amministrativa delle informazioni• Buon funzionamento del sito regionale: condizione necessaria per veicolare
qualsiasi comunicazione multimediale, essa non costituisce, d’altra parte,condizione sufficiente. Si può, in altre parole, presentare il caso di un sito chefunzioni molto bene, ma nel quale l’informazione e la pubblicità dei Fondistrutturali siano poco efficaci, mentre è più difficile, ma non impossibile, chesi verifichi il contrario.
• Informazioni relative alla disponibilità di notizie su: vertici politici, testi di pro-grammazione, soggetti di riferimento (recapito telefonico, e-mail, ecc.), pre-senza di una mappa, target di riferimento. Quelle che si deducono dall’ana-lisi fatta attraverso questi indicatori, risultano utili per verificare la completez-za delle informazioni essenziali (possibilità di reperire le fonti e di individuarei referenti, ad esempio). Tutte le sezioni o sottosezioni dedicate risultano benstrutturate sotto questo profilo.
• Struttura della sezione (disponibilità di contenuti e/o servizi in altre lingue;keywords nella pagina principale della sezione; chiara definizione dei conte-nuti corrispondenti a ciascuna voce del menu; ricorrenza di elementi ugualie/o riconoscibili in tutte le pagine; percorso logico indicato in ogni paginaecc.): sotto questo aspetto il panorama emerso dai siti è variegato. Sarebbeauspicabile che le sezioni dedicate ai Fondi strutturali fossero strutturate inmodo da prevedere sempre nelle pagine il pulsante di ritorno al menu di rife-rimento; che fossero disponibili servizi e contenuti almeno in un’altra linguacomunitaria (viviamo in una società della comunicazione, sempre più multiet-nica, in cui intercultura è ormai divenuta una parola chiave); che, in pocheparole, le architettura dei siti fossero il più possibile lineari ed accessibili.
• Presenza di una mappa: è, questo, un elemento importante, perché rappre-senta la struttura organizzativa del sito stesso.
2 Disponibilità di servizi• Modulistica: le notizie che si evincono sono piuttosto specifiche e il panora-
ma che emerge è variegato. È importante avere la possibilità di un aiuto on
2.3 Il metodoISFOL
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line alla compilazione degli stessi; la modulistica reperibile e quasi mai com-pilabile on line e non sempre contraddistinta in maniera visibile.
• Feedback con l’amministrazione: è quasi sempre possibile spedire un mes-saggio di posta elettronica per commenti, conferme o domande ed è, anchequesto, un elemento importante per stimolare il processo della comunica-zione.
3 Caratterizzazione istituzionale• Presenza del logo: si tratta di un elemento imprescindibile, immediatamen-
te identificativo anche perché nella maggioranza delle situazioni considera-te, i Fondi strutturali non si sono dimostrati immediatamente fruibili a colo-ro che ne ignorassero l’esistenza: il reperimento di informazioni ad essi rela-tive sui siti web delle regioni esaminate, al momento, si basa su un insiemedi preconoscenze - circoscritto ma strutturato - che l’utente deve possede-re: circoscritto perché comunque si tratta di una realtà definita e definibile;strutturato perché bisogna conoscere gli argomenti - se non proprio i pila-stri - per poter reperire informazioni: parte delle attività finanziate dai Fondistrutturali rientrano in una area tematica ampia ed articolata come quella dellavoro tout court, parte nell’altrettanto vasto e strutturato settore della for-mazione. Al contrario, per l’utente che sia già in possesso di determinatepreconoscenze, i siti considerati dalla presente indagine, chi più chi meno,offrono sicuramente ampie possibilità di approfondimento e completamen-to dell’informazione.
• Link ai siti nazionali e comunitari: il panorama è omogeneo, i link sono pre-senti in tutti i casi analizzati.
• Collegamento esplicito all’Ufficio Relazioni con il Pubblico: si tratta di un ele-mento importante che è stato possibile riscontrare nella quasi totalità deicasi a livello di sito generale.
• Riconoscibilità dell’URL: le URL riflettono il panorama variegato e non uniforme.• Rimane un problema generale relativo ai documenti di riferimento (che sono
comunque documenti ufficiali), e la tentazione di riempire senza criterio unanon meglio definibile sezione Documentazione. Inoltre non è sempre stretta-mente necessario che su ogni sito vengano riproposti tutti i documenti diprogrammazione (sarebbero sufficienti quelli di interesse locale, delegando irestanti a dei link autorevoli). Dovrebbe essere invece più diffusol’atteggiamento di collocare la documentazione di settore nella relativa sezio-ne, altrimenti il problema di come organizzarla si riproporrebbe all’interno delmacrocontenitore Documentazione, caso che si verifica non solo in molti sitia livello locale ma anche centrale. Questo riscontro, nei fatti, riconferma leposizioni di quanti ritengono che su alcuni temi il canale comunicativo Inter-
2.3 Il metodoISFOL
39 Si tratta nello specifico di Watchfire Webxact attivabile dal sito <webxact.watchfire.com>
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net sia sempre complementare - mai sostitutivo - rispetto ad altri canali infor-mativi (stampa, radio, televisione) e comunque attivo ad un livello diversorispetto a quello di prima informazione ed impatto (cos’è), un livello diapprofondimento (di cosa si occupa), agevolato e favorito anche dalla capa-cità di offrire documenti relazionandoli tra loro attraverso la struttura iperte-stuale. Le regioni continuano a sfruttare le potenzialità delle rete, più che peraspetti relazionali, come strumento per promuovere documenti cartacei(quindi è preferita la versione in pdf della modulistica inerente il FSE che nonla possibilità reale di attivare comunicazione).
A completezza dell’analisi effettuata utilizzando gli indicatori appositamente predi-sposti e per supplire al contempo alla mancanza di specifici indicatori tecnologiciè stato sperimentato sui siti delle Regioni Ob. 1 un software che analizza le perfor-mances dei siti web39. Le tendenze che si sono riscontrate sono le seguenti:• scarso utilizzo delle potenzialità di autoindicizzazione e autorappresentazione
contenutistica offerta dai metadata, in particolare in relazione ad author,description e keywords (situazione peraltro già emersa dall’utilizzo del nostroindicatore specifico n. 8);
• errato utilizzo di strumenti di strutturazione logica dei contenuti della paginaweb - come tabelle ed elenchi puntati/numerati - che vengono utilizzati per for-mattare i testi e non per organizzare le informazioni contenute nelle pagine,spostando quindi l’attenzione più sulla forma della pagina che non sulla suastruttura e dimenticando così che il linguaggio delle pagine web è nato fonda-mentalmente per etichettare i singoli testi in relazione alla loro funzione; in par-ticolare nella maggioranza dei casi le tabelle non vengono usate correttamen-te perché non si rispettano le loro peculiari finalità e caratteristiche di prestar-si ad esprimere collegamenti gerarchici e relazionali;
• progettazioni ancora troppo visive, che non prevedono alternative testuali percolori o immagini - soprattutto iconografiche - che da soli veicolino informazio-ni importanti;
• mancata informazione all’utente dell’apertura di un’altra pagina quando si atti-va un link;
• mancata calibratura del contrasto tra caratteri e sfondi, mancanza di equilibrioche rende devastante la lettura a video già di per sé complessa e difficile;
• mancata applicazione del protocollo P3P (Platform for Privacy Preferences). Sitratta di una nuova tecnologia per la gestione della privacy sviluppata dal con-
2.3 Il metodoISFOL
40 RUR, Ministero per le riforme e l’innovazione nella Pubblica amministrazione, Censis, 9° Rapporto, Lecittà digitali in Italia, Roma, giugno 2006.
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2.3 Il metodoISFOL
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2.3 Il metodoISFOL
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istituzionale
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ServiziCaratterizzazione
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2.3 Il metodoISFOL
Puglia
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ServiziCaratterizzazioneistituzionale
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| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE72
2.3 Il metodoISFOL
Sicilia
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50
55 Trasparenza
ServiziCaratterizzazione
istituzionale
2.3.1 FOCUS ON …Per completare il discorso generale fin qui condotto si offre alla riflessione comuneun’ulteriore analisi di siti web a livello europeo focalizzata su Francia e Gran Breta-gna (questo perché in questi due Stati membri l’articolazione di competenze e difunzioni nell’attuazione degli interventi del Fondo sociale europeo non è troppodiversa da quella italiana) ed una disamina dei siti presenti su Inforegio segnalatidagli informatori comunitari che cooperano con il gruppo di lavoro SFIT41.
… Francia e Gran BretagnaPer quanto riguarda il primo spunto si tratta di quattro esempi di siti web che permotivi diversi e tra loro complementari risultano particolarmente interessanti, siaper ragioni tecniche che per ragioni di articolazione dei contenuti e soluzioni tra-sferibili. I siti che sono stati scelti sono due francesi e due inglesi. In particolaresi tratta per ogni Stato di una pubblica amministrazione locale/regionale e di unorganismo specializzato in assistenza tecnica per l’attuazione degli interventiFSE. Le amministrazioni individuate sono:- per la Francia:
• Direction régionale du travail, de l’emploi et de la formation professionnellede Bretagne, regione francese che gestisce ed assegna a livello locale ifinanziamenti FSE;
41 La Direzione generale per la Politica regionale promuove lo scambio di informazioni tra i respon-sabili delle azioni di informazione e comunicazione sugli interventi dei Fondi strutturali negli Statimembri animando il gruppo di lavoro Structural Funds Information Team (SFIT) <http://ec.europa.eu/regional_policy/country/commu/outils_it.htm#site>. Per l’evoluzione del gruppo di lavorocfr. ivi p.35, nota 26.
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE 73
• RACINE - Réseau d’appui et de la capitalisation des innovations européen-nes, società di consulenza che ha gestito e gestisce l’assistenza tecnica peril FSE in più periodi di programmazione;
- per la Gran Bretagna:• GOL - Government Office for London, amministrazione regionale inglese;• LVSTC - London Voluntary Sector Training Consortium, che supporta il Lon-
don European Programmes Committee42, per l’utilizzazione dei Fondi strut-turali da parete dei settori del volontariato sociale.
Per analizzare i siti sono stati utilizzati gli stessi indicatori più volte applicati nelcorso del volume alle diverse realtà interessate dallo studio complessivo sullacomunicazione on line dei Fondi strutturali. La descrizione dei siti è sempreaccompagnata da una riflessione di tipo valutativo che, da un lato, identifica ele-menti positivi di possibile riproducibilità e, dall’altro, interpreta il sito stessosecondo una ipotesi di classificazione delle potenzialità dei siti istituzionali di ser-vizio43, basata sulle seguenti categorie: siti vetrina nei quali si proponel’immagine dell’amministrazione e dei vertici politici; i gestori del sito hanno inquesto caso l’obiettivo principale di comunicare chi siamo e cosa vogliamo; sitibanca dati che mettono a disposizione documenti ed informazioni utili in generecostruiti con la preoccupazione di sapere chi sono e cosa vogliono gli utenti; sitiinterattivi che consentono una comunicazione bidirezionale, l’erogazione di ser-vizi o eventualmente l’espletamento di pratiche, si tratta di siti che comunicanoal navigatore cosa possiamo fare insieme di utile.In particolare:• l’analisi è stata rivolta agli aspetti di informazione dei Fondi strutturali (politiche,
programmazione, interventi) all’interno di siti che sono stati realizzati a cura diamministrazioni, o organizzazioni, per i quali i Fondi strutturali costituisconosolo una parte delle attività di interesse;
• nella analisi dei siti è inevitabile una interazione forte tra gli aspetti di “conte-nuto” in termini di informazioni fornite e di servizi offerti e di “facilità d’uso”ovvero di modalità di offerta delle informazioni e dei servizi in relazione allastruttura ed alle caratteristiche tecniche del sito stesso.
2.3 Il metodoISFOL
42 Responsabile dei Fondi strutturali per il Government Office for London.
43 G. Fornari, Principi organizzativi e potenzialità di un sito istituzionale di servizio, in “Teoria e tecni-che della comunicazione pubblica” a cura di Stefano Rolando, Milano 2001.
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE74
2.3 Il metodoISFOL
In Francia le modalità di attuazione degli interventi cofinanziati nell’ambito dell’Ob.3 hanno
come riferimento normativo il sistema francese di attribuzione delle responsabilità istituziona-
li e legislative in tema di occupazione, formazione ed inserimento lavorativo. Tali responsabi-
lità sono articolate a più livelli: centrale (sono interessati due Ministeri, Lavoro e Solidarietà ed
Educazione Nazionale, ricerca e tecnologia), regionale (tutte le regioni francesi ed anche i
Départements d’Outre Mer), e dipartimentale, per alcune competenze specifiche. Si tratta
quindi di un sistema molto articolato che comporta modalità di programmazione, gestione e
monitoraggio condivise, seppur a diversi livelli delle azioni realizzate nell’ambito del FSE.
Autorità di gestione del FSE è il Ministère de l’emploi et de la solidarité, attraverso il Dépar-
tement Fonds social européen. Lo stesso Ministero assicura il pilotaggio dell’utilizzo dei
Fondi e cioè il monitoraggio, la valutazione e la comunicazione, in relazione al programma
nazionale dell’Ob.3, oltre ad una funzione di supporto e consulenza per i servizi decentrati.
Il documento di programmazione degli interventi è il DOCUP, nazionale per l’Ob.3 e regiona-
le (uno per ogni regione) per gli Obiettivi 1 e 2. Ai DOCUP fanno riferimento i relativi Comple-
menti di programmazione e sono previsti dei complementi di Programmazione regionali in
relazione al DOCUP Ob.3.
Lo Stato centrale mantiene competenze di indirizzo e valutazione in tutti i settori, interviene
inoltre direttamente in materia di occupazione, di lotta all’esclusione, di formazione per i disoc-
cupati di lunga durata e di interventi mirati a pubblici particolari (detenuti, handicappati, ecc.).
Le Regioni invece hanno il compito di assicurare la coerenza degli interventi di formazione
professionale realizzati nella Regione, programmare e realizzare gli interventi di apprendista-
to, formazione professionale e formazione continua destinata ai giovani dai 16 ai 25 anni ed
agli adulti. Le competenze in materia di formazione professionale si collegano, a livello regio-
nale, con quelle in tema di sviluppo economico e di gestione del territorio.
Ai Dipartimenti sono attribuite competenze, e finanziamenti, per l’inserimento dei beneficiari
del RMI (Revenu minimum d’insertion) e per lo sviluppo dei Piani locali di inserimento.
Riferimenti:Ministère de l’Emploi et de la solidarité
Département FSE et des programmes communautaires
7, Square Max Hymans
F-75741 Paris Cedex 15
Tel.: +(33-1) 44 38 38 38
Fax: +(33-1) 44 38 33 00
Ministère de l’Emploi et de la solidarité: www.travail.gouv.fr/
Fonds social européen en France: www.travail.gouv.fr/FSE/ri del RMI (Revenu minimum
d’insertion) e per lo sviluppo dei Piani locali di inserimento.
Francia
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE 75
2.3 Il metodoISFOL
Il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord comprende l’isola maggiore dell’arci-
pelago britannico, suddivisa in Inghilterra, Scozia, e Galles, Irlanda del Nord, numerosissi-
me isole minori e Gibilterra. Dal 1997 la Scozia ed il Galles hanno raggiunto l’autonomia ed
hanno Parlamenti autonomi. Più complessa la situazione dell’Irlanda del Nord che ha,
comunque, un parlamento autonomo dal 1998. sia l’Inghilterra, che l’Irlanda del Nord, la
Scozia ed il Galles hanno un’articolazione amministrativa interna, seppur con diverse deno-
minazioni. L’Inghilterra, il cui parlamento è quello dell’intero Regno unito, è suddivisa in 9
regioni, in cui operano i Government Office. Il sistema formativo inglese lascia ampio spa-
zio alle autonomie locali, ed anche a quelle dei singoli istituti di formazione. Per analogia
operano i sistemi di Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Anche le competenze in materia di
occupazione, lavoro e formazione professionale hanno una articolazione in parte diversifi-
cata all’interno del Regno unito.
Le autorità di gestione per il Fondo sociale europeo nel Regno unito sono
diverse e distinte per le diverse nazioni costituenti: per Inghilterra e Gibilterra è il Depart-
ment for Work and Pensions, in Scozia, Galles e Irlanda del Nord l’autorità è invece rap-
presentata rispettivamente dallo Scottish Executive, dal Welsh Assembly Government e
dal Department for Employment and Learning.
Inghilterra e Gibilterra
Il Department for Work and Pensions è una delle più grandi organizzazioni governative bri-
tanniche; sviluppa le politiche del governo in tema di occupazione e di sistemi di ammor-
tizzazione sociale, servendo un target di utenza di circa 24 milioni di persone. L’ufficio che
si occupa specificamente di Fondo sociale è la European Social Fund Division: essa forni-
sce consulenza sui problemi relativi all’FSE nell’ambito del Regno unito lavorando in part-
nership con la Commissione europea ed i principali attori nazionali e locali nell’amministra-
zione dei Programmi dell’Obiettivo 3 e di EQUAL.
Riferimenti:Department for Work and Pensions
European Social Fund Division
Level N2
Moorfoot UK-Sheffield S1 4PQ
Tel: +44-114 267 7290
Fax: +44-114 267 7295
www.esf.gov.uk
Gran Bretagna
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE76
Scozia
Lo Scottish Executive Development Department (SEDD) amministra moltemplici ambiti di
governo fra i quali l’inclusione e la giustizia sociale, l’accoglienza, la pianificazione urbani-
stica e l’espansione edilizia. Il Dipartimento fornisce inoltre indicazioni in campo economi-
co e statistico. L’agenzia lavora attraverso una rete di uffici, autorità locali e partners pre-
senti ed attivi sul territorio.
Riferimenti:Scottish Executive Development Department
European Structural Funds Division
Victoria Quay East
UK - Edinburgh EH6 6QQ
Tel. +44-131-244 0720
Fax. +44-131- 244 0718
www.objective3.org
Galles
Il Welsh European Founding Office (WEFO) fa parte del Welsh Assembly Government’s
Enterprise, Innovation and Networks Department ed ha la responsabilità dell’amministra-
zione dei Fondi strutturali in Galles. In particolare la sua attività consiste nel promuovere
nuove iniziative del settore, valutare e prendere decisioni in merito all’utitlizzo dei Fondi,
erogare i Fondi e vigilare sul loro corretto recepimento ed utilizzo da parte dei beneficiari.
Ha inoltre l’incarico di rendere noti i risultati e gli effetti dei Fondi in Galles.
Riferimenti:National Assembly for Wales
Cathays Park
Cardiff
Tel: +44-1222-825111
Fax: +44-1222-823257
www.wefo.wales.gov.uk
Irlanda del Nord
La Training and Employment Agency si occupa della gestione di tutti i servizi all’occupa-
zione e alla formazione facilitando l’accesso all’intero sistema di formazione professionale.
Riferimenti:Training & Employment Agency (T&EA) Headquarters,
39-49 Adelaide Street Belfast BT2 8FD
Tel.: +44 (0)28 90257777
Fax: +44 (0)28 90257778
www.delni.gov.uk
2.3 Il metodoISFOL
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE 77
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| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE84
Riguardo ai casi francesi possono essere evidenziate come buone prassi:• l’esaustività delle informazioni sugli uffici decentrati, ed anche la funzionalità
dei link di collegamento, che sembrerebbe consentire una facilità di passaggiotra centro e periferia sia ai cittadini che agli operatori;
• la presenza di informazioni significative su organizzazione e gestione del mer-cato del lavoro in più lingue europee.
Pochi invece gli elementi, anche iconografici, che legano le tematiche conside-rate alla dimensione europea, mancano per esempio link a siti europei, e l’interarelazione con il portale Europa ed i siti satellite, le versioni multilingue ed i servi-zi più avanzati, come quelli h24, sono a livello di amministrazione centrale.Il sito della Direzione regionale del lavoro, dell’occupazione e della formazioneprofessionale della Bretagna si caratterizza soprattutto come sito banca dati, inquanto mette a disposizione degli utenti, in particolare attuatori di interventicofinanziati, le informazioni, la modulistica e gli strumenti necessari, che sonoindubbiamente molti, presenti in diverse parti del sito e soprattutto immediata-mente utilizzabili per gestire le pratiche comuni legate in particolare alla gestio-ne del FSE.
Il sito di Racine, struttura di assistenza tecnica di numerose amministrazioni pub-bliche francesi per la gestione di programmi cofinanziati dall’UE, rappresenta unesempio abbastanza esaustivo ma non ridondante di sito vetrina, ma si caratte-rizza soprattutto come sito banca dati, in quanto mette a disposizione degli uten-ti una gran massa di informazioni utili anche attraverso efficaci collegamenti coni siti ufficiali delle stesse Amministrazioni e della Commissione. Il sito è anche,almeno in parte, interattivo, presenta infatti la possibilità di richiesta di informa-zioni via posta elettronica ed una sezione Intranet. Molto interessante la parte didocumentazione sulle precedenti esperienze della struttura in tema di supportoalla gestione e valutazione di Fondi strutturali. Del sito in generale possono esse-re evidenziate come buone prassi:• l’uso significativo di efficaci link ad altre istituzioni che, oltre ad evitare duplica-
zioni, si configura come una messa in rete delle conoscenze e degli strumenti;avviene del resto anche il contrario, il sito del Ministero del Lavoro francese rin-via, su alcuni temi, a Racine;
• la facilità di navigazione grazie alla presenza fissa dei menu sulla pagina in uso.
Per quanto riguarda i casi inglesi possono essere evidenziate come buone prassi:• l’attenzione al pubblico e alla presentazione dei servizi informativi (alcuni on
line) o delle procedure per usufruirne (anche in modo interattivo con la compi-lazione on line di moduli);
• l’attenzione alle diverse categorie potenziali di pubblico e alle diversità lingui-stiche;
• la possibilità di inviare un feedback sulle singole pagine del sito;
2.3 Il metodoISFOL
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE 85
• la ricchezza di collegamenti ad altre istituzioni legate al Department for workand pensions.
Il sito del Government Office for London è un sito informativo di qualità certifica-to W3C. Non si notano particolari caratteristiche di interattività, anche se il sitofornisce ai potenziali attuatori di interventi cofinanziati le informazioni necessarieper muoversi all’interno della rete segnalando siti potenzialmente utili o serviziper ottenere consulenza.Si può considerare una buona prassi del sito:• la presenza di una sezione interna European Structural Funds con specifiche
informazioni sui progetti co-finanziati nell’ambito dell’Ob. 3 e sulle organizza-zioni coinvolte;
• la presenza di una sezione con casi di progetti co-finanziati considerati “buoneprassi”;
• non presentare link interni al testo ma averli articolati ed organizzati tutti allafine della parte testuale della pagina;
• offrire una navigazione A-Z che suggerisce un approccio forse “antico”, model-lo pagine gialle, ma al tempo stesso utile perché consente una visualizzazioneimmediata delle parole con cui vengono indicizzati i contenuti del sito.
Anche il sito del London Voluntary Sector Training Consortium, appare abbastanzafunzionale. In riferimento alle categorie di analisi individuate (sito vetrina, sito bancadati, sito interattivo) è un sito informativo, ma è semplice, leggibile e facilmente navi-gabile e questi aspetti sempre più nel web rappresentano dei valori condivisibili.
Complessivamente l’analisi dei siti individuati come rappresentativi di comunica-zione FSE sul web a livello europeo ha permesso di rilevare come il panoramaeuropeo dell’utilizzo del web per la comunicazione FSE si presenti ancora moltovariegato, con elementi di eccellenza, sia a livello di contenuti presentati che difacilità di uso complessiva, che si accompagnano a visibili inadeguatezze comela mancanza dei loghi, dei documenti della nuova programmazione e di estremicronologici di aggiornamento dei contenuti.In particolare in relazione ai quattro siti individuati come rappresentativi è statopossibile raccogliere in maniera strutturata alcune indicazioni:• il livello di fruibilità della home page dei siti presi in esame è apparso comples-
sivamente adeguato, se non addirittura buono. In compenso non in tutte lehome page è presente un riferimento visibile ai Fondi strutturali. Il percorsoverso le informazioni specifiche da parte delle Amministrazioni locali e degliorganismi di assistenza tecnica, ai quali si rivolgono, però, pubblici presumibil-mente più specialistici, è facile;
• il livello di trasparenza amministrativa e istituzionale si presenta complessiva-mente positivo: sono disponibili indirizzi e numeri di telefono degli Uffici centra-li e periferici che si occupano di FSE, e, ove possibile è previsto un link diretto;
2.3 Il metodoISFOL
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE86
• la disponibilità di servizi nelle pagine FSE è complessivamente adeguata,ovviamente più ampia e mirata nei siti nazionali FSE, ai quali i può accedereattraverso i link segnalati, e nei siti delle amministrazioni locali che riportanoanche, seppur in maniera diversificata, i risultati dei bandi;
• resta ancora abbastanza limitata l’interattività dei siti. La presenza di indirizzi diposta elettronica o di forum non accompagnata da procedure codificate dicomunicazione bilaterale non sembra fornire segnali troppo positivi da partedelle amministrazioni;
• la funzionalità dei siti è apparsa anch’essa idonea ad una fruizione agevole,anche se rimane, in particolare per i siti delle amministrazioni centrali, una diffi-coltà nella lettura dei testi non ancora del tutto finalizzati ad una lettura on line.
L’analisi degli stessi siti ha inoltre consentito di individuare alcuni casi di buoneprassi riproducibili anche in altri contesti e quindi anche a livello nazionale.In particolare:• una buona informazione sugli uffici decentrati ed anche la funzionalità dei link
di collegamento tra centro e periferia che sembrano consentire una facilità dipassaggio tra i diversi livelli sia ai cittadini che agli operatori;
• la disponibilità di informazioni in altre lingue, sia per raggiungere cittadini didiversa lingua (Gran Bretagna) sia per favorire la conoscenza della strutturanazionale del mercato del lavoro (Francia);
• un riferimento visibile ai Fondi strutturali nella home page;• la presenza di una sezione con casi di progetti co-finanziati considerati buone
prassi;• l’utilizzo di link ad altre istituzioni che evita un’inutile duplicazione delle infor-
mazioni e favorisce la messa in rete delle conoscenze e degli strumenti.
… EuropePer quanto riguarda il secondo spunto (disamina dei siti presenti su Inforegiosegnalati dagli informatori comunitari che cooperano con il gruppo di lavoroSFIT), si presentano a seguire le tabelle dei siti europei considerati, precedute dasintetiche schede paese.
2.3 Il metodoISFOL
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE 87
Forma di governo: Monarchia costituzionale
Il Belgio è una monarchia costituzionale e uno Stato federale. A livello federale esiste una
Camera dei rappresentati che conta 150 deputati eletti direttamente attraverso un sistema
proporzionale. Vi è poi un Senato, composto da 71 membri, 40 dei quali eletti direttamen-
te e gli altri 31 indirettamente o “cooptati” dai Parlamenti delle Comunità.
Struttura amministrativa
Oltre al governo federale esistono una pluralità di entità governative. In Belgio è presente
una suddivisione in base alla lingua parlata dalle comunità: francofona, fiamminga e ger-
manofona; e un’altra suddivisione in regioni: Regione Vallone, Regione Fiamminga e Regio-
ne di Bruxelles-Capitale. La comunità fiamminga e la regione fiamminga si sono unite per
formare un unico governo, le Fiandre. Ogni entità provinciale (compresa la Regione di
Bruxelles-Capitale) è ulteriormente suddivisa in municipalità. In particolare:
il Governo Federale è competente in materia di giurisdizione sulle questioni di interesse
nazionale (ovvero Affari Esteri, Difesa/Esercito, economia, welfare, previdenza pubblica,
trasporti, telecomunicazioni, ecc.);
i Governi Comunitari sono competenti per lingua, cultura ed educazione. (ovvero scuole,
biblioteche, teatri, ecc.);
i Governi Regionali per questioni legate a territorio e proprietà all’interno dell’area specifi-
ca (economia regionale, lottizzazione, abitazioni, trasporti, ecc.).
In Belgio, considerata la ripartizione delle competenze in materia
d’occupazione, la gestione del Fondo sociale europeo è garantita da cinque unità che
dipendono dalle autorità seguenti: Stato federale, Comunità francese, Regione della Vallo-
nia, Regione di Bruxelles capitale, Comunità fiamminga, Comunità tedesca. Il Servizio pub-
blico federale per l’occupazione, lavoro e concertazione sociale beneficia del sostegno del
Fondo sociale europeo, ai sensi della decisione della Commissione C(2000)2084 del 4
ottobre 2000, recante approvazione del documento unico di programmazione (DOCUP)
per gli interventi strutturali comunitari che rientrano nell’obiettivo 3.
Riferimenti:Federale Administratie / Administration fédérale / Föderale Verwaltung
Ministère de l’Emploi et du Travail / Ministerie van Tewerkstelling en Arbeid / Ministerium der
Beschäftigung und der Arbeit
Rue Belliard, 53 / Belliardstraat, 53
B-1040 Bruxelles - B-1040 Brussel
Tel.: +(32-2) 233 40 23
Fax: +(32-2) 233 44 88
http://meta.fgov.be/
2.3 Il metodoISFOL
Belgio
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE88
Vlaamse Gemeenschap
Ministerie van de Vlaamse Gemeenschap
Afdeling Europa Werkgelegenheid
Markiesstraat, 1
B-1000 Brussel
Tel.: +(32-2) 546 22 11
Fax: +(32-2) 546 22 40
www.esf-agentschap.be
Communauté française
Ministère de la Communauté Française
Agence Fonds social europen
Rue de la Loi, 15
B-1040 Bruxelles
Tel.: +(32-2) 234 39 40
Fax: +(32-2) 234 39 96
www.fse.be
http://europe.wallonie.be
Région Bruxelles-Capitale / Brussels Hoofdstedelijk Gewest
ORBEM - Service FSE / BGDA - Dienst ESF
Boulevard Anspach, 65 / Anspachlaan, 65
B-1000 Bruxelles / 1000 Brussel
Tel.: +(32-2) 505 14 11
Fax: +(32-2) 511 30 52
www.orbem.be
Deutschsprachige Gemeinschaft
Ministerium der Deutschsprachigen Gemeinschaft
ESF-Koordinationsbüro
Gosperstrasse 1
B-4700 Eupen
Tel.: +(32-87) 78 96 21
Fax: +(32-87) 59 64 10
www.dglive.be/europa/esf/
2.3 Il metodoISFOL
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE 89
Forma di governo: Monarchia costituzionale
La Danimarca è una monarchia costituzionale parlamentare democratica. Il monarca ha
funzioni prevalentemente di rappresentanza. Il potere legislativo è affidato al Parlamento
monocamerale, composto da 179 membri. La legislatura dura quattro anni ed il sistema
elettorale è di tipo proporzionale.
Struttura amministrativa
La Danimarca è divisa in 13 contee e 275 comuni. La prossima Riforma comunale danese
rimpiazzerà le contee con cinque nuove regioni e ridurrà il numero di comuni a 98. I nuovi
comuni assumeranno le competenze delle precedenti contee. La riforma sarà attuata il
primo gennaio 2007.
L’autorità di gestione del Fondo sociale europeo per la Danimar-
ca è una delle nove Agenzie facenti parte del Ministry of Economic and Business Affairs
ovvero la National Agency for Enterprise and Construction. Ha cambiato il suo nome nel
2004, in precedenza era denominata National Agency for Enterprise and Housing e, con-
seguentemente, le attività connesse al rilancio urbano e alle politiche sociali furono trasfe-
rite al Ministry of Social Affairs.
L’Agenzia è responsabile per le politiche di sviluppo delle imprese e delle costruzioni e opera
in sinergia con attori pubblici ed enti del settore nonché con associazioni di impresa.
Riferimenti:The National Agency for Enterprise and Construction,
Dahlerups Pakhus,
Langelinie Allé 17,
DK-2100 Copenhagen Ø
Tel: +45 3546 6000
Fax: +45 3546 6001
www.socialfonden.dk
2.3 Il metodoISFOL
Danimarca
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE90
2.3 Il metodoISFOL
Forma di governo: Repubblica parlamentare
Sulla base della nuova Costituzione (1992) l’Estonia è una Repubblica parlamentare con un
presidente eletto ogni 5 anni dal Parlamento unicamerale. Qui siedono 101 deputati eletti
ogni 4 anni con sistema proporzionale.
Struttura amministrativa
L’Estonia è suddivisa in 15 contee e 241 municipalità.
L’autorità di gestione per i Fondi strutturali in Estonia è il Ministry of Finance.
Riferimenti:Il riferimento per reperire informazioni è www.sm.ee/esf. Altre informazioni su
www.struktuurifondid.ee.
Estonia
Forma di governo: Repubblica parlamentare
La Grecia è una Repubblica parlamentare dal dicembre 1974, quando un referendum abolì
la monarchia. Il Parlamento greco è composto da 300 membri.
Struttura amministrativa
Amministrativamente la Grecia è suddivisa in 13 perifereies, nove sulla terraferma e 4 con-
sistenti in gruppi di isole. Le periferie sono a loro volta divise in 51 prefetture.
L’autorità di gestione del Fondo sociale europeo in Grecia è il Ministry of
Labour and Social Affaire. (Non è disponibile una versione inglese del sito).
Riferimenti:Ministry of Labour and Social Affairs
ESF Mission
Pireos Street, 40 GR-10182 Athens
Tel.: +(30-1) 524 98 63
Fax: +(30-1) 524 19 77
Hellenic Ministry of Labour: www.ypakp.gr
National Labour Institute: www.paep.org.gr
Community Support Framework: www.hellaskps.gr
Grecia
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE 91
2.3 Il metodoISFOL
Forma di governo: Repubblica
La Lettonia è una Repubblica parlamentare. Il presidente viene eletto dal Parlamento ogni
4 anni. Il Parlamento unicamerale è composto da 100 deputati eletti ogni 4 anni a suffra-
gio universale con il sistema proporzionale.
Struttura amministrativa
Amministrativamente la Lettonia è suddivisa in 26 distretti e 70 consigli cittadini. In aggiun-
ta a questo per la pianificazione economica, il Governo ha diviso il territorio in cinque
Regioni principali, corrispondenti alle suddivisioni storiche e culturali del Paese.
L’autorità di gestione del Fondo sociale europeo in Lettonia è il Ministry
of Finance.
Riferimenti:Il riferimento per reperire informazioni è www.esflatvija.lv. Non è attualmente disponibile
una versione inglese del sito. Altre informazioni su http://www.esfondi.lv.
Lettonia
Forma di governo: Monarchia costituzionale
Con la Costituzione del 1978 la Spagna si è dotata di un sistema fortemente decentraliz-
zato con regioni autonome - dette Comunità - a cui è riconosciuto l’autogoverno negli affa-
ri locali. Le Comunità eleggono propri parlamenti che, a loro volta, nominano i governi loca-
li. La Spagna è una monarchia costituzionale ereditaria, il re è il Capo dello Stato. Il potere
legislativo è esercitato dalle Cortes (Camera dei deputati, 350 membri eletti con sistema
proporzionale, e il Senato, 256 membri, dei quali 48 rappresentanti regionali).
Struttura amministrativa
La Spagna è suddivisa in 17 regioni autonome che sono ulteriormente suddivise in 50 pro-
vince, più due città autonome (Ceuta e Melilla). Entro i limiti della Costituzione, alle Comu-
nità Autonome è lasciato un ampio margine di libertà, che consente ad ognuna di adotta-
re le competenze ritenute necessarie. Sono, quindi, riservate allo Stato, tutte quelle mate-
rie che non siano state assunte espressamente da ognuna delle Comunità autonome nel
proprio Statuto di Autonomia. In ogni Comunità autonoma esiste un Organo esecutivo, o
Governo, ed un Parlamento autonomo, che legifera nelle materie che siano state trasferite
dal governo centrale a quello regionale. In aggiunta alle diciassette comunità autonome, la
Spagna
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE92
Spagna è divisa in cinquanta province, a loro volta costituite da municipi (o comuni), che
rappresentano l’unità amministrativa locale primaria.
La Unidad Administradora del Fondo Social Europeo (UAFSE) amministra
in Spagna le risorse del Fondo sociale europeo.
È un ufficio della Secretaría General de Empleo, Dirección General de la Economía Social,
del Trabajo Autónomo y del FSE del Ministerio de Trabajo y Asuntos Sociales e gestisce la
distribuzione del denaro del FSE per il periodo 2000-2006 tra le Comunità autonome e gli
organismi di gestione della Administración General del Estrado, canalizzando le risorse
verso i Programmi operativi, i Documenti unici di programmazione e le Iniziative comunita-
rie. Esercita inoltre le funzion di Vigilanza e controllo e Informazione e pubblicità.
Riferimenti:Ministerio de Trabajo y Asuntos Sociales
Unidad Administradora del Fondo Social Europeo (UAFSE)
c/ Pío Baroja 6
E-28009 Madrid
Tel.: + (34) 91 363 18 00
Fax.: + (34) 91 363 20 36
[email protected] y [email protected]
www.mtas.es/uafse
2.3 Il metodoISFOL
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE 93
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BELGIO<http://objectif1hainaut. wallo-
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DANIMARCANational Agency for enterprise
and costructions<www.naec.dk>
ESTONIA<www.struktuurifondid.ee>
GRECIARegional OperationalProgramme of Central
Macedonia<www.pepkm.gr>
LETTONIA<www.esfondi.lv>
SPAGNA Consejeria de Economía yHacienda della Junta de Andalucia
<www.juntadeandalu cia.es/ economiayha cien-da/fondos/poia_interreg/poia_interreg.htm>
UK(Cornovaglia) Objective One Partner-
ship for Cornwall and the Isles of Scilly
<www.objectiveone.com/ index.htm>
UK(Irlanda del Nord)
Department of Finance and Personel del Northern Ireland Government
<www.dfpni.gov.uk/index/finance/ euro-pean-funding.htm>
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2.4 IL METODO ASPO: UNO STRUMENTO DI ANALISI DEI SITIWEB
È in considerazione del contesto descritto nei paragrafi 2.1 e 2.2 che il progettoWeb EuroPA 2006 del Ministero Riforme e Innovazioni nella Pubblica Amministra-zione della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha realizzato un’attività di sup-porto e affiancamento alle Autorità di gestione (AdG) dei POR Obiettivo 1, voltaall’elaborazione di strumenti di lavoro per l’attività di gestione e diffusione delleinformazioni on line sui POR. Web EuroPA 2006, progetto finanziato nell'ambitodella Misura II.2 "Sviluppo ed adeguamento delle strutture e del personale impe-gnati, con funzioni diverse, nelle attività di programmazione, coordinamento,gestione, sorveglianza e controllo dei programmi dei Fondi strutturali" del PON"Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema", è stato realizzato dal Formez nel perio-do settembre 2004-marzo 200744.Web EuroPA 2006 ha inteso supportare lo sviluppo e l'adeguamento, nelleRegioni del Mezzogiorno, di strutture organizzative e professionalità in grado diadempiere gli obblighi di informazione e trasparenza sui Fondi strutturali previ-sti dal regolamento comunitario n. 1159/2000. L’attività di informazione ecomunicazione per il periodo 2000-2006 implica, infatti, per le Autorità digestione degli interventi cofinanziati dai Fondi strutturali sia un accurato lavoropreparatorio (definizione dello scenario di riferimento, individuazione degliobiettivi e del pubblico da raggiungere, scelta dei contenuti della comunicazio-ne, pianificazione delle attività, ascolto e misurazione dei risultati), che unaccompagnamento costante di tutte le fasi del ciclo di vita del programma cofi-nanziato dai Fondi strutturali. Di fronte alla complessità e all’impegno derivantidal rispetto degli adempimenti previsti dal regolamento e alla non sempre ade-guata esperienza in materia di comunicazione istituzionale degli operatori pub-blici responsabili della sua attuazione, alcune amministrazioni regionali hannoaffidato all’esterno l’attuazione dei Piani di comunicazione dei Programmi Ope-rativi Regionali (POR), mentre altre hanno invece scelto di dedicare all’attuazio-ne del regolamento specifiche strutture organizzative interne e di lavorare per ilpotenziamento delle risorse umane coinvolte affidando all’esterno, attraversospecifiche gare di appalto, solo le attività più complesse e/o specialistiche(immagine coordinata, pubblicità, produzione editoriale e audiovisiva). Inentrambi i casi si è reso necessario riqualificare il personale coinvolto in questeattività e adeguare le strutture ad esse dedicate affinché le amministrazionipotessero autonomamente pianificare, monitorare, valutare e orientare il pro-cesso di comunicazione attivato.È in tale contesto che è stata avviata l'attività di supporto e affiancamento alleAdG, volta allo sviluppo di azioni di sistema per il supporto all’operatività dei
44 Informazioni su Web EuroPA 2006 possono essere reperite sul sito web <http://europa. for-mez.it/index.html>.
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2.4 Il metodoASPO: unostrumento dianalisi dei sitiweb
Piani di comunicazione previsti dal Regolamento (CE) 1159/2000. L'attività èstata realizzata principalmente attraverso:• gli scambi di esperienze tra AdG su approcci e modalità innovative relative
alle attività di informazione e pubblicità degli interventi cofinanziati dai Fondistrutturali;
• l'elaborazione di strumenti di lavoro a supporto dell’attività di gestione e diffu-sione delle informazioni sui POR.
Per quanto riguarda l'ultimo punto, si è scelto di lavorare sull'informazione on lineattraverso i siti istituzionali regionali dedicati ai POR, con l'obiettivo di accompa-gnare il processo di sviluppo dei contenuti e servizi sul web sui Fondi strutturalie indicare i correttivi per il miglioramento qualitativo degli stessi. Il risultato di taleattività ha portato all'elaborazione di un prodotto, finalizzato a effettuareun'analisi della sezione dedicata al POR e ai Fondi strutturali del sito istituziona-le regionale, descritta sulla base degli aspetti positivi, eventualmente da perfe-zionare o potenziare, ma anche sulla base delle possibili carenze informative efunzionali rilevate, a partire dalle quali localizzare le criticità e stabilire i margini dimiglioramento. L’analisi fornisce quindi una fotografia della sezione dedicata alPOR e ai Fondi strutturali del sito istituzionale, ipotizzando i correttivi da applica-re. Nella realizzazione di tale strumento, denominato poi ASPO (Analisi dei Sitiweb dei Programmi Operativi), sono stati coinvolti, oltre ai vari esperti del For-mez, anche gli stessi responsabili delle azioni di informazione e pubblicità deiPOR.
2.4.1 Il gruppo di lavoro ASPOL’attività per lo sviluppo di uno strumento di autovalutazione dei siti web è stataavviata dal progetto Web EuroPA Obiettivo 1 nel maggio 2004, conl’organizzazione di un incontro in presenza al quale sono stati invitati i responsa-bili dei Piani di comunicazione dei POR e dei PON Obiettivo 1. In occasione del-l’incontro fu presentata una check-list di rilevazione dei contenuti dei siti web isti-tuzionali sui Fondi strutturali, elaborata da un gruppo di lavoro Formez costituitoda esperti di contenuti in tema di Fondi strutturali ed esperti di metodologie divalutazione dei siti web. La check-list si articolava in una selezione di domande,volte a verificare la presenza o assenza di determinate informazioni sul sito web,identificate attraverso le previsioni delle norme del Regolamento 1159/2000, leindicazioni della Guida pratica alla comunicazione sui Fondi strutturali45 el’esperienza dello staff del progetto Web EuroPA nella gestione dell’informazioneon line sui Fondi strutturali, realizzata attraverso il canale tematico EuroPA(http://europa.for-mez.it) del sito web del Formez. Obiettivo della check-list eraverificare se, e in che misura, le sezioni informative sui Fondi strutturali dei siti
45 Cit. ivi pag. 35.
istituzionali analizzati, contenevano le informazioni per i due grandi target identi-ficati del regolamento comunitario, ossia, per i “potenziali beneficiari finali”, leindicazioni sulle opportunità offerte dai fondi strutturali e, per il “grande pubbli-co”, le informazioni sul ruolo dell’UE e degli Stati membri negli interventi cofinan-ziati dai Fondi e sui risultati realizzati con questi ultimi. Lo strumento di analisiteneva inoltre conto di un altro destinatario dell’informazione, non previsto dallanormativa, ma considerato di particolare importanza ai fini della diffusione del-l’informazione al grande pubblico, i cosiddetti “moltiplicatori dell’informazione”.Tra costoro, rientravano giornalisti, informatori comunitari, tutti coloro che aveva-no il compito di “moltiplicare” l’informazione diffondendola sul territorio, adattan-dola alle esigenze specifiche del target considerato.La proposta fatta da Web EuroPA in occasione del primo incontro sul tema del-l’analisi dei siti web consisteva perciò nella costituzione di un gruppo di lavoroformato dagli esperti del Formez e dagli stessi destinatari dell’attività del proget-to, ossia i responsabili dei Piani di comunicazione, con lo scopo di giungere, par-tendo dalla check-list elaborata dal Formez, alla definizione di uno strumentocondiviso di autovalutazione delle sezioni dedicate ai Fondi strutturali dei siti webistituzionali regionali. Il lavoro da portare avanti prevedeva, da un lato, una rifles-sione sugli aspetti contenutistici, quindi che tipo di informazioni dovevano esse-re presenti sul sito web, dall’altro, aspetti riguardanti le modalità di organizzazio-ne dei contenuti, la disponibilità di servizi on line e l’usabilità del sito web.L’interesse mostrato dai destinatari nei confronti dell’attività era giustificatosoprattutto dal fatto che tutti i Piani di comunicazione dei POR Ob. 1 avevanoprevisto azioni da realizzare attraverso il sito web istituzionale, ma appunto,come è già stato sottolineato nel paragrafo 2, non erano disponibili orientamen-ti e linee guida comuni per l’organizzazione dei contenuti informativi sui program-mi e, più in generale, sui Fondi strutturali.Le attività del gruppo di lavoro sono proseguite sia a distanza sia in presenza; gliincontri tra i vari responsabili dei Piani di comunicazione e gli esperti Formez ave-vano l’obiettivo di favorire il confronto sul lavoro realizzato sino a quel momento,al fine di raccogliere le eventuali indicazioni di integrazione e modifica dellacheck-list. Il lavoro di perfezionamento proseguiva poi a distanza, dove si proce-deva contestualmente al test dello strumento sui siti web istituzionali, per verifi-carne la funzionalità e adeguarne di conseguenza struttura e contenuti.Il prodotto finale ha assunto una struttura molto differente rispetto alla prima ver-sione della check-list. Innanzitutto, è scomparsa l’articolazione per destinataridell’informazione ed è stata scelta una struttura per macrotemi, o “indici temati-ci”: front-office; sviluppo territoriale; servizi per i destinatari; relazionalità e parte-
46 Il prodotto finale, ASPO, è stato presentato in occasione dell’incontro organizzato nel settembre 2005a Roma da Web EuroPA, in collaborazione con il Dipartimento Politiche di Sviluppo del MEF, dal tito-lo Metodologie e strumenti di analisi per migliorare la qualità e l’efficacia dell’informazione istituzio-nale on line sui fondi strutturali.
| 2 I FONDI STRUTTURALI ON LINE104
2.4 Il metodoASPO: uno
strumento dianalisi dei siti
web
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2.4 Il metodoASPO: unostrumento dianalisi dei sitiweb
nariato; usabilità, accessibilità, dispositivi tecnologici46. Secondariamente, sonostati elaborati degli indicatori per ciascun indice tematico, ai quali è stato attri-buito un valore derivante dal tipo di informazione presente sul sito e dalle moda-lità in cui essa veniva messa a disposizione. Sono stati inseriti quindi degli ele-menti di parametrizzazione che hanno permesso di dare un valore all’analisi e dicompararne i risultati.
2.4.2 Caratteristiche e strutturaASPO è uno strumento di analisi delle sezioni dei siti istituzionali delle Regio-ni Obiettivo 1 dedicate ai Programmi operativi cofinanziati dai Fondi struttura-li. Esso è nato principalmente come strumento di autovalutazione, in quantoutilizzabile dagli stessi responsabili dell’informazione on line sul POR sia perverificare la completezza delle informazioni sui Fondi strutturali presenti sulsito web regionale, in linea con le previsioni del Regolamento 1159/2000 dellaCommissione europea, sia per rilevare eventuali carenze relative ai servizi ealla funzionalità del sito, sulla base delle quali è possibile identificare le criti-cità e stabilire i margini di miglioramento. Obiettivo dell’analisi è, quindi,accompagnare il processo di sviluppo dei contenuti e dei servizi sul web rela-tivi ai Fondi strutturali e indicare i correttivi per il miglioramento qualitativodegli stessi.ASPO può essere utilizzato sia in una fase di realizzazione della sezione POR delsito istituzionale regionale, sia nei momenti di revisione della stessa. L’idea èinfatti quella di offrire, attraverso uno strumento che fornisce indicazioni sugli ele-menti qualitativi di un sito web sui Fondi strutturali, delle “buone regole” condi-vise da tutte le Regioni italiane dell’Obiettivo 1 per l’organizzazione dei contenu-ti della sezione POR del sito istituzionale. ASPO può quindi, allo stesso tempo,sia orientare le scelte dell’amministrazione regionale nell’organizzare al megliol’informazione on line sui Fondi strutturali, sia facilitare la convergenza dei sitiPOR Obiettivo 1 verso un modello “ideale”, ossia approvato e condiviso da tuttele Regioni Ob. 1.Di non secondaria importanza è poi l’utilizzo dello strumento da parte di un “valu-tatore esterno”. ASPO può, infatti, essere applicato anche per effettuareun’analisi comparata dei siti web dedicati ai POR Ob. 1. Attraverso l’analisi para-metrica, che permette di comparare i risultati sulla base di valori numerici, è pos-sibile confrontare le singole esperienze e favorire, di conseguenza, la consape-volezza circa i risultati ottenuti e le eventuali criticità sviluppate. L’ottica miglioredi una valutazione è, infatti, quella che parte, arriva o passa attraverso il confron-to con esperienze simili. Come punto di partenza, confrontarsi aiuta a fare teso-ro delle esperienze e delle intuizioni altrui, mentre, l’analisi della propria realtà in
47 8° Rapporto Le città digitali in Italia 2003-2004, pag. 39 (reperibile su <http://www.rur.it/>).
paragone alle altre mostra dove si è stati più efficaci e dove meno47.Obiettivo di ASPO è valutare gli aspetti qualificanti di un sito istituzionale per rica-varne valori sintetici capaci di esprimerne i caratteri fondamentali e la qualitàcomplessiva. Lo strumento si articola in cinque indici tematici, identificati in basea quelli che sono state considerati, dal gruppo di lavoro, gli aspetti più importan-ti che devono caratterizzare la qualità di un sito web dedicato ad un ProgrammaOperativo Regionale per l’Obiettivo 1. Ciascuno degli indici rappresenta unadimensione che un sito POR istituzionale dovrebbe sviluppare per essere com-pleto e funzionale.Gli indici tematici tengono conto degli elementi dai quali si è ritenuto che non sipossa prescindere nella realizzazione di un sito di qualità:a fornire un servizio di “prima accoglienza”, ossia un primo livello di contatto e
di orientamento ai servizi informativi POR (Indice “Front-office”);b evidenziare tutte le opportunità di finanziamento previste dai programmi di
politica regionale UE e nazionale, illustrando la strategia di sviluppo territorialeper garantire trasparenza dell’azione amministrativa e dare visibilità ai progettirealizzati (Indice “Sviluppo territoriale”);
c rendere disponibili le informazioni sulle procedure, la modulistica on line, e for-nire eventualmente i servizi a livello interattivo, garantendo la trasparenza neiconfronti dei potenziali “beneficiari finali” identificati dal Reg. 1159/200 (Indice“Servizi per i destinatari”);
d dedicare uno spazio on line al Comitato di Sorveglianza e alla rete locale deisoggetti presenti sul territorio, come il partenariato istituzionale, economico esociale e il partenariato della comunicazione, favorendo forme e opportunità direlazione e comunicazione (Indice “Relazionalità e partenariato”);
e rendere le pagine web utilizzabili e accessibili per qualsiasi tipologia di utenzae garantire un’elevata qualità tecnologica (Indice “Usabilità, accessibilità, di -spo sitivi tecnologici”).
Gli indici sono determinati dai relativi indicatori, che sono complessivamente 58.Ciascuno degli indicatori, inseriti in una griglia di rilevazione, contribuisce a for-mare il punteggio finale dell’indice di riferimento. Ogni indicatore è ponderato inbase alla sua importanza relativa attraverso l’uso di un moltiplicatore. La sceltadegli indicatori è particolarmente importante, in quanto orientata a fornireun’immagine quanto più precisa e puntuale delle dimensioni caratterizzanti i sitiistituzionali sul POR. L’obiettivo è consentire di fornire un’analisi completa edapprofondita e garantire un alto grado di affidabilità dei risultati.Può essere utile, per capirne meglio la funzione, esaminare la tipologia di indica-tori scelti per ciascun indice:A Front-office
L’indice identifica la presenza/assenza di informazioni relative al servizio diinformazione previsto dal Piano di Comunicazione del POR, quali gli obiettividel piano di comunicazione, i recapiti del responsabile del piano e dell’AdG, i
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2.4 Il metodoASPO: uno
strumento dianalisi dei siti
web
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2.4 Il metodoASPO: unostrumento dianalisi dei sitiweb
servizi di informazione al cittadino (es. call center, help-desk, ecc.).Esso identifica sostanzialmente gli elementi di “prima accoglienza” (front-offi-ce) del servizio informativo. Contempla inoltre la presenza o assenza degli ele-menti identificati dal Regolamento 1159/2000 relativi a: l’indicazione del cofi-nanziamento UE - Stato membro, le informazioni sulla missione e gli obiettividi ciascun Fondo, la presenza di link alle sezioni del portale Europa dell’UEdedicate ai Fondi strutturali. Tra gli altri indicatori di prima accoglienza sonostati inoltre previsti: presenza di collegamenti verso le pagine web del QCSObiettivo 1 (sito del Dipartimento politiche di sviluppo del MEF); presenza dibrochure o altri materiali di prima informazione sul POR e sui Fondi strutturali;presenza di news/comunicati stampa; possibilità di iscrizione ad una newslet-ter informativa sul POR, ecc.
B Sviluppo territorialeL’indice mira a rilevare la presenza o assenza delle informazioni relative aidocumenti di programmazione cofinanziati dai Fondi strutturali approvati per laRegione analizzata (es. POR, Interreg III A, Leader +) e dei principali documen-ti di programmazione a livello nazionale e regionale (Accordi di programmaQuadro, Intese di programma, ecc.). Rientrano nell’indice Sviluppo territorialeanche le informazioni sui progetti integrati territoriali e sugli altri progetti finan-ziati dai programmi cofinanziati dai Fondi strutturali, oltre all’informazione suiprogetti realizzati e sullo stato di attuazione dei programmi. Per completare ilquadro informativo sulla programmazione regionale, è stato inserito anche unindicatore relativo alla presenza di informazioni sullo scenario regionale per laprogrammazione 2007-2013.
C Servizi per i destinatariL’indice identifica quei servizi volti a garantire la trasparenza nei confrontidei potenziali beneficiari finali, informandoli sulle possibilità offerte dagliinterventi e agevolando l’accesso ai finanziamenti. L’indice intende misura-re non solo il numero di servizi offerti per i beneficiari finali, ma anche il livel-lo di interattività raggiunto dagli stessi (livelli di interattività: 1 - informazio-ni, 2 - one way (es. download modulistica), 3 - two ways (es. possibilità diavviare on line la procedura), 4 - transazione on line dell’intera procedura).Gli indicatori tengono conto di una descrizione “usabile” degli interventi(data base, percorso guidato); l’informazione sui bandi/avvisi e sulle gradua-torie; l’informazione sui referenti di Misura e per l’attuazione; ulteriori stru-menti e servizi per facilitare l’utente (glossario, FAQ, servizio di informazio-ne on line).
D Relazionalità e partenariatoQuesto indice mira a rilevare l’esistenza di spazi riservati all’interazione con larete locale dei soggetti presenti sul territorio, come il partenariato istituzionale,economico e sociale e della comunicazione. La cooperazione tra i vari sogget-ti operanti sul territorio trova, infatti, sul sito istituzionale, uno spazio di coope-razione innovativo. In questo modo la comunità reale si costituisce anche in
rete diventando una comunità virtuale (community on line). Lo spazio virtualediventa perciò un vero e proprio spazio di lavoro che può comprendere un’areainformazioni (contenente, ad esempio, le novità, i nomi e i recapiti dei compo-nenti il gruppo, ecc.), un’area discussione (strumenti di interazione sincrona e/oasincrona), un’area collaborazione (strumenti per condividere documenti elavorare a distanza).Le aree dedicate a questi soggetti dovrebbero prevedere anche una parte pub-blica, come quella relativa al Comitato di Sorveglianza del POR, sul qualedovrebbero essere presenti quantomeno le informazioni sul ruolo, la composi-zione, le riunioni e i relativi verbali.
E Usabilità, accessibilità, dispositivi tecnologici (facilitare il reperimento delleinformazioni per qualsiasi tipologia di utenza)Questo indice prende in considerazione: la presenza o assenza di link allahome page della sezione POR in ogni pagina interna, di elementi uguali e rico-noscibili in tutte le pagine, di un motore di ricerca interno; la riconoscibilità del-l’URL; il rispetto dei criteri minimi di accessibilità; l’effettivo funzionamento deilink, il controllo del codice HTML, la compatibilità con i browser presenti sulmercato, la velocità di caricamento delle pagine.
2.4.3 L’applicazione di ASPOL’analisi condotta mediante ASPO si basa su un set di 58 indicatori, divisi incinque indici settoriali. Ogni indicatore contribuisce con un proprio valore alpunteggio complessivo del rispettivo indice, calcolato con il metodo dell’ana-lisi parametrica. La media dei punteggi di tutti gli indici determina i risultatifinali.Per ciascun indicatore occorre valutare la presenza e, in molti casi, la qualitàdella presenza, attraverso un punteggio compreso tra 0 e 4. L’attribuzione deipunteggi alle diverse opzioni di risposta è stato il risultato del confronto continuotra i componenti del gruppo di lavoro nonché del ragionamento conseguenteall’applicazione dello strumento sui siti web dedicati ai POR Ob. 1. Il lavoro diselezione degli indicatori e delle relative opzioni di risposta tiene cioè conto, daun lato, della necessità di convergere verso un modello ideale di sito web POR,rispondente sia alle esigenze di trasparenza e pubblicità identificate dalla norma-tiva comunitaria, sia di funzionalità e qualità dei servizi on line, dall’altro, dell’o-biettivo di fornire una fotografia dell’esistente, che permetta di ipotizzare i corret-tivi da applicare nel breve periodo e le strategie di miglioramento a medio e lungotermine.
Di seguito si fornisce un esempio relativo all’indice “Front-office”:
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2.4 Il metodoASPO: uno
strumento dianalisi dei siti
web
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2.4 Il metodoASPO: unostrumento dianalisi dei sitiweb
Indicatori Opzioni Valori
A5 Sono presenti informazioni sul servizio diinformazione al cittadino?
Assente 0
Presente, conl'indicazione di unnumero telefonico delservizio
1
Presente, conl'indicazione di unindirizzo di postaelettronica del servizio
2
Presente, conl'informazionesull'ubicazione fisica delservizio
3
Presente, coninformazioni sugli oraridi apertura al pubblicodel servizio
4
Va detto che le informazioni sono considerate presenti soltanto se accessibilidirettamente dalla sezione analizzata (la sezione POR del sito istituzionale regio-nale). Se le informazioni sono disponibili in un’altra area informativa del sito e nonsono raggiungibili direttamente attraverso un link, non sono considerate presen-ti (punteggio 0). Le risposte per ciascun indicatore vanno interpretate nel modoseguente: ciascuna opzione successiva comprende la precedente. Quindi, nel-l’esempio precedente, la risposta “presente, con informazioni sugli orari di aper-tura al pubblico del servizio”, significa che sul sito sono presenti, oltre alla rispo-sta selezionata, anche le informazioni relative all’ubicazione fisica del servizio,all’indicazione di un indirizzo di posta elettronica e di un numero telefonico delservizio. All’indicatore verrà perciò attribuito valore 4.Nel calcolo del punteggio va considerato, inoltre, il valore del moltiplicatore (com-preso tra un valore minimo di 1 e uno massimo di 3) che aumenta il punteggioottenuto dall’indicatore a seconda della sua maggiore o minore rilevanza relativa.La scelta del moltiplicatore è stata effettuata in considerazione dell’importanza diciascun indicatore rispetto agli obblighi di informazione e pubblicità dei Fondistrutturali previsti dalla normativa comunitaria. Pertanto, quanto più un indicatoreè stato ritenuto rilevante, tanto più elevato sarà il moltiplicatore che gli è statoattribuito, e tanto maggiore sarà il suo peso nel computo del risultato finale.
A titolo di esempio, di seguito si presenta una selezione di indicatori relativi all’in-dice “Sviluppo territoriale”:
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2.4 Il metodoASPO: uno
strumento dianalisi dei siti
webIndicatori Opzioni Valori Moltiplicatore
B10 Sono disponibili le informazioni suiprogetti finanziati?
assente 0
3
presente, in formadi comunicatistampa
3
presente in forma dischede progetto
4
B12 È presente l’informazione sullo statodi attuazione del programma?
assente 0
2
presente il rapportodi valutazioneintermedia
3
presenti i rapportidi esecuzioneannuale
4
B14 Sono disponibili informazioni inlingua straniera?
assente 01
presente 4
In sintesi, come viene effettuato il calcolo che determina il punteggio finale? Que-sti gli step necessari:1 Il risultato per ogni indicatore è dato dal punteggio (0-4) moltiplicato per il suo
moltiplicatore;2 I risultati ottenuti per ciascun indicatore vengono sommati indice per indice, in
modo da ottenere un punteggio per ciascun indice;3 Il valore ottenuto per ogni singolo indice viene rapportato a 100 (valore ponde-
rato), ottenendo così dei valori confrontabili tra loro;4 La media dei valori ponderati degli indici forniscono l’indice sintetico finale, che
rappresenta la prestazione complessiva del sito analizzato.
Esempio di calcolo del valore ponderato per ciascun indice:
Sito 1 Indice A Indice C
Valore assoluto 49 34
Valore ponderato(valore assoluto/valore assoluto massimo*100)
45(49/108*100)
57(34/60*100)
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2.4 Il metodoASPO: unostrumento dianalisi dei sitiweb
Esempio di calcolo dell’indice sintetico:
INDICE DI SETTORE Sito 2 Sito 3
A Front Office 50 68
B Sviluppo territoriale 63 63
C Servizi per i destinatari 60 47
D Relazionalità e partenariato 53 76
E Usabilità, accessibilità e dispositivitecnologici
67 50
INDICE SINTETICO ASPO 58 61
È possibile mostrare anche graficamente la performance di ciascun sito analizza-to, attraverso il “pentagono della qualità”. Il risultato sarà dato da due elementi:• l’ampiezza del pentagono, che indica il livello raggiunto rispetto alle singole
dimensioni;• l’equilibrio delle dimensioni del pentagono, dove un più o meno armonico svi-
luppo mostra quanto le scelte dell’amministrazione sono state tese a valoriz-zare quali aspetti rispetto ad altri.
Esempi:
Sito 2
0255075
100
Front Office
Sviluppo territoriale
Servizi peri destinatari
Relazionalitàe partenariato
Usabilità, accessibilitàe dispositivi tecnologici
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2.4 Il metodoASPO: uno
strumento dianalisi dei siti
web
In questo caso il sito analizzato non ha ottenuto un indice sintetico eccezionale,ma presenta un discreto equilibrio tra le diverse dimensioni considerate.
Sito 3
0255075
100
Front Office
Sviluppo territoriale
Servizi per i destinatariRelazionalità e partenariato
Usabilità, accessibilitàe dispositivi tecnologici
Anche in questo caso il risultato complessivo non è molto elevato, ma è aggra-vato dalla disomogeneità degli indici. Il sito analizzato mostra una scelta moltoorientata allo sviluppo di aree riservate, ma, allo stesso tempo denota una certacarenza dal punto di vista dell’usabilità, accessibilità, e dispositivi tecnologici.Il primo test effettuato con ASPO sulle sezioni POR dei siti web istituzionali delleRegioni Obiettivo 1 è stato eseguito dagli esperti del Formez nel settembre 2005.L’approccio è stato perciò quello del “valutatore esterno”, anche se in più casi si èmanifestata l’esigenza della collaborazione con gli stessi destinatari dell’analisi. Si èoptato per la valutazione esterna, piuttosto che per l’autovalutazione, per poteravere le certezza dell’interpretazione univoca delle domande contenute in ASPO.Il risultato dell’analisi ha fornito indicazioni, ai responsabili e referenti per le azio-ni di informazione e pubblicità presso le Regioni dell’Obiettivo 1, riguardo i cor-rettivi per il miglioramento qualitativo dei contenuti e dei servizi web sui Fondistrutturali. I risultati sono stati diffusi unicamente presso i destinatari dell’attivitàdel progetto Web EuroPA 2006, ossia i responsabili dei Piani di Comunicazionedei POR, con l’obiettivo di fornire loro un supporto concreto all’attività di gestio-ne e diffusione dell’informazione sui POR.Diverse Regioni hanno effettivamente utilizzato le indicazioni provenienti daASPO per apportare le necessarie modifiche al proprio sito web, cercando sia disviluppare quei servizi che, a seguito dell’analisi, risultavano essere critici, sia dipotenziare gli aspetti positivi. Complessivamente, nel 2005 il dato meno positivoera quello relativo all’indice “Relazionalità e partenariato”, che presentava un
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2.4 Il metodoASPO: unostrumento dianalisi dei sitiweb
valore medio per l’intero Obiettivo 1 inferiore al 50% del valore massimo previstoper ciascun indice (vedi tabella “Confronto della media degli Indici 2005-2006”).Il test è stato ripetuto a distanza di circa un anno, nel mese di luglio 2006, e hadimostrato un miglioramento complessivo. Come è rilevabile dalla tabella, nonchédal grafico che mostra il confronto tra i dati del 2005 e quelli del 2006, le Regionidell’Obiettivo 1 hanno investito soprattutto nel potenziamento degli indici: “Rela-zionalità e partenariato” e “Usabilità, accessibilità e dispositivi tecnologici”. Impor-tanti passi in avanti sono stati fatti anche per quanto riguarda “Front Office” e “Ser-vizi per i destinatari”, mentre su “Sviluppo territoriale” si è registrato un incremen-to inferiore, ma sicuramente dovuto al fatto che l’anno precedente risultava esse-re l’indice con il punteggio più alto e quindi meno critico rispetto agli altri.
Confronto dellamedia degliIndici 2005-2006
INDICE DI SETTORE media 2006 media 2005
A Front Office 70 60
B Sviluppo territoriale 70 62
C Servizi per i destinatari 70 60
D Relazionalità e partenariato 59 46
E Usabilità, accessibilità e dispositivitecnologici
69 57
INDICE SINTETICO 68 57
Confronto indici 2005-2006
2006 2005
70
60
70
62
70
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sezione normativa europea e nazionale
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Commissione delle Comunità europee, Comunicazione della Commissione alParlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeoe al Comitato delle Regioni - Valutazione finale dei risultati ottenuti grazieall’attuazione del programma comunitario pluriennale inteso ad incentivare losviluppo e l’utilizzo dei contenuti digitali europei nelle reti globali e a promuo-vere la diversità linguistica nella società dell’informazione (eContent)COM(2007) 29 def. del 29/01/2007.
Comitato economico e sociale europeo, Parere del Comitato economico e socia-le europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio, alParlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comita-to delle Regioni - Il piano d’azione eGovernment per l’iniziativa i2010: accele-rare l’ eGovernment in Europa a vantaggio di tutti, COM(2006) 173 def.,G.U.U.E. C 325 del 30/12/2006, pp. 78-81.
Comitato delle Regioni, Parere del Comitato delle Regioni in merito alla Comuni-cazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitatoeconomico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni i2010 - Una societàeuropea dell’informazione per la crescita e l’occupazione, G.U.U.E. C 192 del16/08/2006, pp. 21-24.
Parlamento europeo, Risoluzione del Parlamento europeo sulla società dell’infor-mazione (2004/2204(INI)), G.U.U.E. C 133E dell’ 08/06/2006, pp. 140-144.
Commissione delle Comunità europee, Comunicazione della Commissione alConsiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e Sociale europeoe al Comitato delle Regioni. Il piano d’azione eGovernment per l’iniziativai2010: accelerare l’eGovernment in Europa a vantaggio di tutti{SEC(2006)511}, COM(2006) 173 def. del 25/04/2006.
Parlamento europeo, Risoluzione del Parlamento europeo sulla società dell’infor-mazione (2004/2204(INI)), G.U.U.E. C 133E del 08/06/2006, pp. 140-144.
Commissione delle Comunità europee, Comunicazione della Commissione alConsiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeoe al Comitato delle Regioni sul riesame del quadro normativo comunitario perle reti ed i servizi di comunicazione elettronica {SEC(2006) 816}{SEC(2006)817, COM(2006) 334 def. del 29/06/2006.
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Commissione delle Comunità europee, Comunicazione della Commissione al Con-siglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e alComitato delle Regioni, i2010. Una società europea dell’informazione per la cre-scita e l’occupazione, {SEC(2005) 717}, COM(2005) 229 def. del 1.6.2005.
Commissione delle Comunità europee, Comunicazione della Commissione alConsiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeoe al Comitato delle Regioni. Il contributo della Commissione al periodo diriflessione e oltre: un Piano D per la democrazia, il dialogo e il dibattito,COM(2005) 494 def. del 13/10/2005.
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Commissione delle Comunità europee, Comunicazione della Commissione alConsiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeoe al Comitato delle Regioni. Le sfide per la società dell’informazione europeaoltre il 2005, COM(2004) 757 def. del 19/11/2004.
Comitato economico e sociale europeo, Parere del Comitato economico e socia-le europeo in merito alla Proposta di decisione del Parlamento europeo e delConsiglio che adotta un programma comunitario pluriennale inteso a rendere icontenuti digitali europei più accessibili, utilizzabili e sfruttabili (COM(2004) 96def. - 2004/0025 (COD), Gazzetta ufficiale C 117 del 30/04/2004 pp. 49 51.
Commissione delle Comunità europee, Comunicazione della Commissione alConsiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeoe al Comitato delle Regioni, i2010. Una società europea dell’informazione perla crescita e l’occupazione” COM(2005) 229 def.
Commissione delle Comunità europee, Comunicazione della Commissione alConsiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeoe al Comitato delle Regioni, COM(2005) 425 def.
Commissione delle Comunità europee, Comunicazione della Commissione alParlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeoe al Comitato delle Regioni, i2010: le biblioteche digitali, G.U.U.E. C n. 229 del22.09.2006 pp.51-52.
Commissione delle Comunità europee, Comunicazione della Commissione alConsiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeoe al Comitato delle Regioni, eAccessibilità - [SEC(2005) 1095].
Commissione delle Comunità europee, Parere della Commissione a norma del-l’articolo 251, paragrafo 2, terzo comma, lettera c) del trattato CE, sull’emen-damento del Parlamento europeo alla posizione comune del Consiglio riguar-dante la proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio cheistituisce un programma comunitario pluriennale inteso a rendere i contenutidigitali europei più accessibili, utilizzabili e sfruttabili recante modifica dellaproposta della Commissione in applicazione dell’articolo 250, paragrafo 2 deltrattato CE, COM/2005/70 def.
Consiglio dell’Unione europea, Parlamento dell’Unione europea, Decisione n.2113/2005/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 dicembre 2005,recante modifica della decisione n. 2256/2003/CE al fine di prorogare a tutto il2006 il programma per la diffusione delle buone prassi e il monitoraggio dell’a-dozione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) (Testo rile-vante ai fini del SEE), Gazzetta ufficiale L 344 del 27/12/2005 pp. 34-37.
Consiglio dell’Unione europea, Conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti deigoverni degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio sul ruolo dello sviluppodelle capacità e delle competenze nella realizzazione degli obiettivi di Lisbo-na, G.U.U.E. C 292 del 24/11/2005 pp. 3-4.
Parlamento dell’Unione europea, Risoluzione legislativa del Parlamento europeosulla posizione comune del Consiglio in vista dell’adozione della decisione del
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Parlamento europeo e del Consiglio che adotta un programma comunitariopluriennale inteso a rendere i contenuti digitali europei più accessibili, utilizza-bili e sfruttabili, Gazzetta ufficiale C 253 E del 13/10/2005 pp. 28 - 35.
Commissione delle Comunità europee, Regolamento (CE) n. 1099/2005 dellaCommissione, del 13 luglio 2005, che applica il regolamento (CE) n. 808/2004del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle statistiche comunitariesulla società dell’informazione (Testo rilevante ai fini del SEE), G.U.U.E. L 183del 14/07/2005 pp. 47 - 62.
Consiglio dell’Unione europea, Parlamento dell’Unione europea, Decisione n.456/2005/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 2005, cheadotta un programma comunitario pluriennale inteso a rendere i contenutidigitali europei più accessibili, utilizzabili e sfruttabili (Testo rilevante ai fini delSEE COM(2005) 347 def., G.U.U.E L 79 del 24/03/2005 pp. 1 - 8.
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Direttiva del Ministro della Funzione pubblica del 9 febbraio 2005, Misure finaliz-zate all’attuazione nelle pubbliche amministrazioni delle disposizioni contenu-te nel decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, recante Codice in materia diprotezione dei dati personali, con particolare riguardo alla gestione delle risor-se umane.
D.P.R. 11 febbraio 2005, n. 68, Regolamento recante disposizioni per l’utilizzodella posta elettronica certificata, a norma dell’articolo 27 della legge 16 gen-naio 2003, n. 3.
Direttiva del Ministro dell’Innovazione e Tecnologie del 4 gennaio 2005, Lineeguida in materia di digitalizzazione dell’Amministrazione.
Direttiva del Ministero della Funzione pubblica del 24 marzo 2004, Direttiva sullarilevazione della qualità percepita dai cittadini.
Direttiva dei Ministri dell’Innovazione e della Funzione pubblica del 27 novembre2003, Direttiva per l’impiego della posta elettronica nelle pubbliche ammini-strazioni.
Decreto del Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie del 14 ottobre 2003,Approvazione delle linee guida per l’adozione del protocollo informatico e peril trattamento informatico dei procedimenti amministrativi.
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Direttiva P.C.M. 7 febbraio 2002, Attività di comunicazione delle pubbliche ammi-nistrazioni.
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Legge 31 dicembre 1996, n. 675, Tutela delle persone e di altri soggetti rispettoal trattamento dei dati personali.
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• siti europei
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1 Informazionisulla strutturadell’organizza -zione
SI(Ministerodell’eco-nomia edel lavo-ro)
SI (Serviziopubblicofederaleperl’impiego,il lavoro eil dialogosociale)
SI(Agenzianazionaleperl’impresae lecostruzio-ni)
SI(Ministerodel lavo-ro)
SI(Ministerodel lavo-ro)
SI(Ministerodell’impie-go, dellavoro edella coe-sionesociale)
SI(Diparti -mentodell’impre-sa delcommer-cio e del-l’impiego)
SI(Ministerodel Lavoroe dellepolitichesociali)
SI Si(Ministerodella sicu-rezzasociale edel lavo-ro)
2 Informazioni suivertici politici esulle loro com-petenze
SI SI SI NO SI SI SI SI SIanche senon moltoesaurienti:spesso c’èsolo ladenomina-zionedellastruttura
SI
3 Testi completidelle direttivedella Regionee/o dei docu-menti program-matori Fondistrutturali
SI SI NO SIma solonella ver-sione inlinguaestone
NO SI SI SI SIma nellasezioneinglesealcunesottose -zioni dellapartededicataai fonda -mentinormativisono incostru -zione
SI(alcunidocu mentinazionalisono soloin litua-no)
4 Disponibilitàsulla nuova pro-grammazione2007-2013
NO NO SI NO NO SI NO NO SI
5 Indicazione deisoggetti di rife-rimento per iFondi strutturalidella Regione
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SI(Ministerodel lavoroe dell’im-piego)
SI(Ministerodella fami-glia e dellasolidarietàsociale)
SI(Sito dell’A-gentschapSZW partedel Mini-stero degliaffairsociali edell’impie-go)
SI(Ministerodegli affarieconomicie del lavo-ro)
SI(Istitutoper lagestionedel FondosocialeeuropeoIMEFS)
SI NO SI(il sito èquello deiServizi perl’impiegoin Slove-nia)
SI(Ministerodel lavoroe degliaffarisociali)
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SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI
Sono ripor-tati i riferi-menti delleleggi sianazionaliche dell’U-nione, maper acce-dere aitesti com-pleti ci sicollega adei linkesterni
NO NO Nella ver-sioneinglese delsito sonoriportati iriferimentima non itesti com-pleti
NO NO SI NO SI NO SI
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| APPENDICE144
segue B Siti europei sui Fondi strutturali Sinossi degli indicatoriIn
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6 Disponibilità die-mail, numerotelefonico o faxed orari di even-tuale ricevimentoper vari respon-sabili Fondistrutturali
SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI
7 Disponibilità dicontenuti e/oservizi in altrelingue
SI(inglese)
SI(oltre chefranceseanchetedesco einglese maquest’ulti-ma èincomple-ta)
SI(inglesema in que-st’ultima siriportanosolo indi-cazionigenerali)
SI(inglese erusso)
SI(inglese esvedese)
SI(inglese,ma sitonon com-pleto)
NO SI(inglese)
SI(inglese)
SI(inglese)
8 Accesso a partiredall’home page
Sito dedicatoal FSE
Homepage>Metagui-de>Index>Fondssocialeuropéen
Sito dedicatoal FSE
Sito dedicatoal FSE
Sito dedicatoal FSE
Sito dedicatoal FSE
Sito dedicatoal FSE
Homepage>Europalavoro
Sito dedicatoal FSE
Sito dedicatoal FSE
| APPENDICE 145
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SI SI SI SI NO(sono ripor-tati solo iriferimentigeneralidell’ente)
SI SI SI SI SI SI
NO(solo infrancese)
NO(solo ingle-se)
SI(inglese,ma la tra-duzionenon è com-pletissima)
SI(inglese)
SI(inglese)
NO SI(inglese)
SIinglese mala tale ver-sione sem-bra incom-pleta esenza alcunriferimentoesplicito alFSE
SI(inglese efrancese)
SI(inglese,francese etedesco, male versioniin questelingue sonomeno com-plete e nonaggiornate)
SI(inglese,francese etedesco)
Sito dedicato al FSE
Sito dedicato al FSE
Sito dedicato al FSE
Homepage> Euro-pean socialfund
Sito dedicato al FSE
Sito dedicato al FSE
Sito dedi-cato aiFondi strut-turali
Sito dedicato al FSE
Homepage>Empleo>Pàgina webdel FondoSocial Euro-peo
NOnon èmolto chia-ro l’accessoalle paginededicate alFSE. Peral-tro non c’èuna sezio-ne specifi-ca del sitosul Fondo,ma ce n’èuna suEqual. Perarrivare allepagine sipuò usareil motore diricerca oaccederedallamappa (cheperò nonriportal’indicazione di unasezionespecificaper ilFondo)
Home> Isti-tuzioni>Commissio-ne euro-pea> Politi-che dell’U-nione euro-pea> Occu-pazione eaffari socia-li> Fondosocialeeuropeo
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9 Disponibilità ebuon funziona-mento di unmotore di ricer-ca interno
SI SI SI SI NO NO SI SI NO SI
10 Keywords nellapagina principa-le della sezioneFondi strutturalicon trascrizione
SI<esf, Euro-peanSocialFund,Austria,develope-ment,chances,employ-ment>
NO SI<ESF, DenEuropæiske Social -fond,socialfon-den,arbejd-smarked,efterud-dannelse,aktivering,kompeten-ceudvik-ling,projekter,regionaludvikling,Mål 3, Mål2, EQUAL,iværksæt-teri,beskæfti-gelse, ledi-ge>
NO NO SI<fondssocialeuropéen,promotiondel'emploi,finance-menteuropéen deprojets,améliorationdes condi-tions devie, sub-ventioneuropéenne,FSE, tra-vail>
NO NO NO SI<Ministry,Social,Security,Labour,EQUAL,European,Social,Fund,ESF,Single,Program-ming,Document,SPD,EU,Structural,Funds,Lithuania,Measure,Develop-ment, eco-nomic,infrastruc-ture,Human,resources,producti-ve, sector,Rural,fisheries,develop-ment,Technical,assistan-ce>
11 Presenza di unamappa dellasezione Fondistrutturali dallaquale si evincail posiziona-mento logico efisico dei conte-nuti
SI NO NO SI SI SI SI Esiste, maal momen-to dellarilevazionelink adessa nonfunzionan-te
NO SI(non èperò pre-sente ladiciturasite mapbensì unsimbolo:
)
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SI SI SIma i risul-tati sonoin olandese
SI SI SI SIma partedei risultatisono inlingua ceca
SI NO SI SI
SI<Luxem-bourg,objectif 3,equal, aide,emploi,insertion,chômage,formation,employabi-lité, inno-vation,egalité,prévention,apprentis-sage,reconver-sion,embauche,intégration,développe-ment, han-dicap,discrimina-tion,demandeurd'empoi,chômeur>
SI<malta,ministry,family,social, soli-darity,socialpolicy,social soli-darity,pensions,elderly,msp, mfss>
NO NO NO NO NO NO NO NO SI<employ-ment, DGEMPL, dgempl,health, esf,disability,europeansocialfund,socialaffairs, job,jobs, euro-pean com-mission,europeansocialpolicy,europe>
NO SIma inolandase
SIma solo inpolacco
SI SI SIma solo inlingua ceca
NO SI Sima nonmoltostrutturata
NO
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12 Target cui ci sirivolge
Operatori,destinata-ri del FSE,autoritànazionali,regionali elocali
Operatori,destinata-ri del FSE,autoritànazionali,regionali elocali
Operatori,destinata-ri del FSE,autoritànazionali,regionali elocali
Operatori,destinata-ri del FSE,autoritànazionali,regionali elocali
Operatori,destinata-ri del FSE,autoritànazionali,regionali elocali
Operatori,destinata-ri del FSE,autoritànazionali,regionali elocali
Operatori,destinata-ri del FSE,autoritànazionali,regionali elocali
Operatori,destinataridel FSE,autoritànazionali,regionali elocali. Esi-stono duesezionidedicatespecifica-mente erispettiva-mente aglioperatorie ai citta-dini congli stessicontenutidisposti inmanieradiversa
Operatori,destinata-ri del FSE,autoritànazionali,regionali elocali
Operatori,destinata-ri del FSE,autoritànazionali,regionali elocali
13 Chiara definizio-ne dei contenuticorrispondenti aciascuna vocedel menu
SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI
14 Presenza di linkdiretti a servizio pagine di par-ticolare interes-se o uso fre-quente
SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI
15 Ricorrenza dielementi ugualie/o riconoscibiliin tutte le pagi-ne
SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI
16 Percorso logicoindicato in ognipagina
SI NO NO SI SI SI NO SI SI SI
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Operatori,destinataridel FSE,autoritànazionali,regionali elocali
Operatori,destinataridel FSE,autoritànazionali,regionali elocali
Operatori,destinataridel FSE,autoritànazionali,regionali elocali
Operatori,destinataridel FSE,autoritànazionali,regionali elocali
Operatori,destinataridel FSE,autoritànazionali,regionali elocali
Operatori,destinataridel FSE,autoritànazionali,regionali elocali
Operatori,destinataridel FSE,autoritànazionali,regionali elocali
Operatori,destinataridel FSE,autoritànazionali,regionali elocali
Operatori,destinataridel FSE,autoritànazionali,regionali elocali
Operatori,destinataridel FSE,autoritànazionali,regionali elocali
Operatori,destinataridel FSE,autoritànazionali,regionali elocali
SI SI SI SI SI SI SI SI SI Non sem-pre
SI
SI(la dicituraperò èIndex)
SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI
SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI
SI SI NO SI NO SI SI NO NO SI SI(ma solodalla paginainiziale diEuropa. Nonè invece indi-cato per lanavigazioneall’internodella sezionedel FSE)
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17 Visibilità deilink attivi e/ovisitati
SI SI NO NO NO SI SI NO NO NO
18 Link alla paginaprincipale dellasezione in ognipagina interna
SI NO SI SI SI SI SI SI SI SI
19 Quantità di linknon funzionanticontenuti nelleprime cinquepagine dellasezione
0 0 0 0 0 Sonoancorapresentialcuni linkversopaginenon piùesistenti
Alcuni linknellasezioneFreedomof infor-mation
Collega-mentidallasezioneEuropala-voro a“mappa”,“cerca” e“guida”.Gli stessisono fun-zionantidallahome diwel-far.gov.it
0 Almomentodella rile-vazione,non sipotevaaccederealla sezio-ne pubbli-cazioni.La stessasezionenella ver-sionelituana èinveceaccessibi-le. Anchela sezionelink avevaqualchecollega-mentonon attivo
20 Disponibilitàmodulistica sca-ricabile
NO SI NO SI SI SI SI SI NO NO
21 Moduli on line NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO
22 Moduli on line:chiarezza (pos-sibilità di com-pilare senzaricorrere a spie-gazioni ulterio-ri)
NO NO NO NO NO NO NO / / NO
23 Moduli on line:disponibilità diun aiuto on line
NO NO NO NO NO NO NO / / NO
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SI NO NO SI NO SI NO SI SI SI NO
SI SI SIma riman-da alla ver-sione olan-dese
SI SI SIdal percor-so logico
SI SI SI SIdal percor-so logico
SIdal percor-so logico
0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
SI NO NO SI NO SI SIma solonella ver-sione ceca
NO NO NO NO
NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO
NO / / / / / NO / / NO /
NO / / / / / NO / / NO /
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24 Moduli on line:messaggio diinvio avvenutocon successo
NO NO NO NO NO NO NO / / NO
25 Moduli on line:indicazionichiare sullapossibilità omeno di unarisposta daparte dell'Ente
NO NO NO NO NO NO NO / / NO
26 Moduli on line:sicurezza ade-guata per laprotezione dellaprivacy
NO NO NO NO NO NO NO / / NO
27 Moduli on line:dichiarazioneesplicita circail trattamentodei dati perso-nali
NO NO NO NO NO NO NO / / NO
28 Possibilità diinviare un pro-prio feedbackall'amministra-zione
NO SI SI SI SI SI SI SI SI SI
29 Copertura crono-logica dei docu-menti offerti
2006> 2006> 2006> Non desu-mibile.Sono pre-sentidocumentidella pro-gramma-zione2000-2006
Non èdesumibi-le è pre-sente ladocumen-tazionegeneralerelativaalla pro-gramma-zione2000-2006
Non desu-mibile.Sono pre-sentidocumentidella pro-gramma-zione2000-2006
Sono pre-sentidocumentidel 2004,il riferi-mentoall’ultimoevento dicomunica-zione èinvecedell’aprile2005
2006> Non desu-mibile
Documentirelativialla pro-gramma-zione2000-2006 edocumentirelativialla ripro-gramma-zione2004-2006
30 Aggiornamento 21.12.2006 21.12.2006 2006 2006 2006 / / 2006 2006
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NO / / / / / NO / / NO /
NO / / / / / NO / / NO /
NO / / / / / NO / / NO /
NO / / / / / NO / / NO /
SI SI SI SI NO SI(è anchedichiaratoche rispon-derannoentro 5giornilavorativi)
NO NO SI SI NO
Program-mazione2000-2006,anche condocumentirelativi alleriprogram-mazioni del2005
Luglio2005> Idocumentisono relati-vi alla pro-gramma-zione2000-2006
Sono pre-senti soloalcunevalutazionidi mediotermine del2003
È presentela docu-mentazionerelativaalla pro-gramma-zione2000-2006e allariprogram-mazione2004-2006
Sono pre-senti docu-menti dellaprogram-mazione2000-2006
gen-06 <2005 2004> Sono pre-senti docu-menti dellaprogram-mazione2000-2006
2006 <2006
2006 2006 2006 NO 2006 2006 2006 NO 2006 2006 2006
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31 Prenotazione diservizi (per con-sulenza, assi-stenza, numeroverde…)
NO NO NO NO NO NO NO SI(numeroverde perassisten-za)
Possibilitàdi manda-re doman-de tramiteunamascherapredefinita
NO
32 Forme di e-democracy(forum, chat,sondaggi…)
NO NO NO NO NO SI(forum suiprogettidei dueobiettivi)
NO NO NO NO
33 Informazioni sugare e appalti
NO NO NO NO NO NO NO SI NO NO
34 Informazionidettagliate sullosvolgimentodelle gare
NO NO NO NO NO NO NO SI NO NO
35 Bandi e garetelematici
NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO
36 Informazioni sucorsi cofinanzia-ti dai Fondistrutturali
NO NO NO NO NO NO NO SI NO NO
37 Iniziative cofi-nanziate daiFondi strutturali
NO NO SI NO SI SI SI SI SI SI
38 Previsto rilasciopassword peraccesso ai servi-zi
NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO
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SI SI NO NO NO SI NO NO SI NO NO
Si(questiona-rio relativoalla valuta-zione delsito)
Si(forum)
NO SI(forum)
NO NO NO NO NO NO NO
NO SI(si dà noti-zia delleiniziative)
NO NO NO NO NO NO NO NO NO
NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO
NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO
NO NO NO SI(tramitelink che rin-via al sitodella Polishagency forenterprisedevelop-ment<www.koszefs.pl>)
NO NO NO NO NO NO NO
SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI
NO SI(è possibileregistrarsial sistemaelettronicodel governomaltese erichiedereassistenzapersonaliz-zata)
NO NO NO NO NO NO NO NO NO
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39 Loghi dei Fondistrutturali benvisibile nellasezione
SI NO NO SI SI SI SI SI SI SI
40 Link ai siti deigestori dei PONMinistero dellavoro
SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI
41 Presenza di linkai siti delle isti-tuzioni comuni-tarie
SI SI SI NO SI SI SI SI NO SI(link nonfunzio-nante)
42 Presenza di linkai siti delle altreistituzioninazionali
SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI
43 omissis
44 Riconoscibilitàdell’URL euniformitàrispetto alleURL delle altreistituzioni
SI<www.esf.at/start.html>
NO<meta.fgov.be/pa/paa/framesetfr-ce00.htm>
SI<www.socialfon-den.dk>
SI<www.sm.ee/esf>
SI<www.esr.fi>
SI<www.travail.gouv.fr/FSE/index.html>
SI<www.esf.ie>
NO<www.welfare.gov.it/Europala-voro/default.htm>
SI<www.esflatvija.lv>
SI<http://www.socmin.lt/?-896352176>
45 Presenza dei loghidei Fondi struttu-rali in ogni paginain cui si parladegli stessi
SI NO NO SI SI SI SI SI SI SI
46 Autore SI SI SI SI SI SI(ma nonsempre, inparticolareno inalcunebrochure)
SI SI /
47 Data pubblicazione SI SI SI SI SI SI SI SI /
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SI NO SI NO NO SI NO NO NO NO NO
SI SI SI SI SI(dai loghiin fondoalle pagine)
SI SI Non èchiaro chisia l’Adg
SI Siamo giàsul sito delMinisterodel lavoro
SI
SI SI SI SI NO SI SI SI NO NO SI
SI SI SI SI SI SI SI SI NO SI
SI<www.fse.lu>
SI<www.esf.gov.mt>
NO<agent-schap.szw.nl/>
SI<www.efs.gov.pl>
SI<www.igfse.pt>
SI<www.esf.gov.uk>
NO<www.struktural-ni-fondy.cz/>
NO<www.ess.gov.si/slo/ESS/ess.htm>
NO<www.mtas.es/UAFSE>
SIper quelche riguar-da il sitodedicato alFSE chenon haperò tradu-zione inaltre lingue<www.esf.hu>. NO peril sitopreso inesame<www.fmm.gov.hu>
SI<euro-pa.eu.int/comm/employment_social/esf2000/index_en.html>
SI NO SI NO Logo perrimandareal sito UEin fondoalle pagine
SI NO NO NO NO NO
NO SI / SI NO(è peròdichiaratoche le pub-blicazionisono rea-lizzate dal-l’IMEFS
SI SI SI / SI SI
NO SI / SI NO SI SI SI / SI SI
1 I termini della formazione. Il controllo terminologico come strumento per la ricerca, ottobre 2002
2 Compendio normativo del FSE. Manuale 2000-2006, 1a edizione dicembre 2002, 2a edizione aggiornata
dicembre 2003
3 Compendio normativo del FSE. Guida operativa, 1a edizione ed. dicembre 2002, 2a edizione aggiornata
dicembre 2003
4 Il FSE nel web. Analisi della comunicazione attraverso Internet, dicembre 2002
5 Informazione e pubblicità del FSE: dall’analisi dei piani di comunicazione ad una proposta di indicatori per il moni-toraggio e la valutazione, luglio 2003
6 Politiche regionali per la formazione permanente. Primo rapporto nazionale, luglio 2003
7 Sviluppo del territorio nella new e net economy, luglio 2003
8 Le campagne di informazione pubblica: un’esperienza nazionale sulla formazione e le politiche attive del lavoro,
settembre 2003
9 L’attuazione dell’obbligo formativo. Terzo rapporto di monitoraggio, settembre 2003
10 Manuale per il tutor dell’obbligo formativo. Manuale operativo e percorsi di formazione, settembre 2003
11 Secondo rapporto sull’offerta di formazione professionale in Italia. Anno formativo 2000-2001, settembre 2003
12 Fondo sociale europeo: strategie europee e mainstreaming per lo sviluppo dell’occupazione, ottobre 2003
13 Il Centro di Documentazione: gestione e diffusione dell’informazione, ottobre 2003
14 I contenuti per l’apprendistato, ottobre 2003
15 Formazione continua e politiche di sostegno per le micro-imprese, dicembre 2003
16 L’apprendimento organizzativo e la formazione continua on the job, dicembre 2003
17 L’offerta di formazione permanente in Italia. Primo rapporto nazionale, dicembre 2003
18 Formazione permanente: chi partecipa e chi ne è escluso. Primo rapporto nazionale sulla domanda, dicem-
bre 2003
19 La qualità dell’e-learning nella formazione continua, dicembre 2003
20 Linee guida per la valutazione del software didattico nell’e-learning, dicembre 2003
21 Apprendimento in età adulta. Modelli e strumenti, marzo 2004
22 Il monitoraggio e la valutazione dei Piani di comunicazione regionali: prima fase applicativa del modello di indica-tori, aprile 2004
23 La comunicazione nelle azioni di sistema e nel mainstreaming per la società dell’informazione: un modello di ana-lisi e valutazione, aprile 2004
Collana editoriale I libri del Fondo sociale europeo
I file pdf dei volumi della collana sono disponibili nella sezione Europalavoro del sito del Ministero del Lavoro edella Previdenza Sociale (area "Prodotti editoriali", http://www.lavoro.gov.it/Lavoro/Europalavoro/SezioneEuropaLavoro/DGPOF/ProdottiEditoriali/CollaneEditoriali/LibriFSE/).
24 La formazione continua nella contrattazione collettiva, maggio 2004
25 Definizione di un modello di valutazione ex-ante della qualità degli interventi fad/e-learning cofinanziati dal FSE(volume + cd rom), maggio 2004
26 Appunti sull’impresa sociale, maggio 2004
27 Adult education - Supply, demand and lifelong learning policies. Synthesis report, maggio 2004
28 Formazione continua e grandi imprese (volume + cd rom), maggio 2004
29 Guida al mentoring. Istruzioni per l’uso, giugno 2004
30 Gli appalti pubblici di servizi e il FSE. Guida operativa, giugno 2004
31 La filiera IFTS: tra sperimentazione e sistema. Terzo rapporto nazionale di monitoraggio e valutazione dei
percorsi IFTS, giugno 2004
32 Una lente sull'apprendistato: i protagonisti ed i processi della formazione, giugno 2004
33 Tecnici al lavoro. Secondo rapporto nazionale sugli esiti formativi ed occupazionali dei corsi IFTS, giu-
gno 2004
34 Approcci gestionali e soluzioni organizzative nei servizi per l'impiego, giugno 2004
35 Indagine campionaria sul funzionamento dei centri per l'impiego, giugno 2004
36 Indirizzi operativi per l'attuazione delle linee guida V.I.S.P.O. Indicazioni per il Fondo sociale europeo, luglio
2004
37 L'attuazione dell'obbligo formativo. Quarto rapporto di monitoraggio, luglio 2004
38 Terzo rapporto sull’offerta di formazione professionale in Italia, settembre 2004
39 Accreditamento delle sedi orientative (8 volumi in cofanetto), settembre 2004
40 Trasferimento di buone pratiche: analisi dell’attuazione, ottobre 2004
41 Trasferimento di buone pratiche: schede di sintesi, ottobre 2004
42 Guida al mentoring in carcere, novembre 2004
43 Applicazione del modello di valutazione della qualità dei sistemi. Prima sperimentazione nell’area Obiettivo 3,
novembre 2004
44 Certificazione delle competenze e life long learning. Scenari e cambiamenti in Italia ed in Europa, dicembre
2004
45 Fondo sociale europeo: politiche dell’occupazione, dicembre 2004
46 Le campagne di informazione e comunicazione della pubblica amministrazione, dicembre 2004
47 Le azioni di sistema nazionali: tra conoscenza, qualificazione e innovazione (volume + cd rom), gennaio 2005
48 L’analisi dei fabbisogni nella programmazione FSE 2000-2006: stato di attuazione al termine del primo triennio,
gennaio 2005
49 I profili professionali nei servizi per l’impiego in Italia ed in Europa, gennaio 2005
50 Le strategie di sviluppo delle risorse umane del Centro-nord. Un’analisi dei bandi di gara ed avvisi pubblici in
obiettivo 3 2000-2003, gennaio 2005
51 La rete, i confini, le prospettive. Rapporto apprendistato 2004, febbraio 2005
52 La spesa per la formazione professionale in Italia, febbraio 2005
53 La riprogrammazione del Fondo sociale europeo nel nuovo orizzonte comunitario (volume + cd rom), marzo
2005
54 Informare per scegliere. Strumenti e documentazione a supporto dell’orientamento al lavoro e alle pro-
fessioni, aprile 2005
55 Conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare. Integrazione delle politiche a problemi di valutazione, aprile
2005
56 Modelli e servizi per la qualificazione dei giovani. V rapporto di monitoraggio dell’obbligo formativo, maggio
2005
57 La simulazione nella formazione a distanza: modelli di apprendimento nella Knowledge society (volume + cd
rom), giugno 2005
58 La domanda di lavoro qualificato. Le inserzioni a “modulo” nel 2003, giugno 2005
59 La formazione continua nelle piccole e medie imprese del Veneto. Atteggiamenti, comportamenti, ruolo del
territorio, settembre 2005
60 La moltiplicazione del tutor. Fra funzione diffusa e nuovi ruoli professionali, settembre 2005
61 Quarto rapporto sull’offerta di formazione professionale in Italia. Anno formativo 2002-2003, settembre 2005
62 La Ricerca di lavoro. Patrimonio formativo, caratteristiche premianti, attitudini e propensioni dell’offerta di
lavoro in Italia, settembre 2005
63 I formatori della formazione professionale. Come (e perché) cambia una professione, ottobre 2005
64 I sistemi regionali di certificazione: monografie, ottobre 2005
65 Il Fondo Sociale Europeo nella programmazione 2000-2006: risultati e prospettive. Atti dell’Incontro Annuale
QCS Ob3. Roma, 31 gennaio-1 febbraio 2005, ottobre 2005
66 Trasferimento di buone pratiche: case study. Terzo volume, ottobre 2005
67 Applicazione del modello di valutazione della qualità dei sistemi formativi in obiettivo 1. Seconda sperimenta-
zione in ambito regionale, novembre 2005
68 L’accompagnamento per contrastare la dispersione universitaria. Mentoring e tutoring a sostegno degli studenti,novembre 2005
69 Analisi dei meccanismi di governance nell’ambito della programmazione regionale FSE 2000-2006, dicembre
2005
70 La valutazione degli interventi del Fondo sociale europeo 2000-2006 a sostegno dell’occupazione. Indagini pla-
cement Obiettivo 3, gennaio 2006
71 Aspettative e comportamenti di individui e aziende in tema di invecchiamento della popolazione e della forza lavo-ro. I risultatidi due indagini, febbraio 2006
72 La domanda di lavoro qualificato: le inserzioni “a modulo” nel 2004, febbraio 2006
73 Insegnare agli adulti: una professione in formazione, marzo 2006
74 Il governo locale dell’obbligo formativo. Indagine sulle attività svolte dalle Province per la costruzione del
sistema di obbligo formativo, marzo 2006
75 Dipendenze e Mentoring. Prevenzione del disagio giovanile e sostegno alla famiglia, maggio 2006
76 Guida all'Autovalutazione per le strutture scolastiche e formative. Versione italiana della Guida preparata dal
Technical Working Group on Quality con il supporto del Cedefop, giugno 2006
77 Modelli e metodologie per la formazione continua nelle Azioni di Sistema. I progetti degli Avvisi 6 e 9 del 2001
del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, giugno 2006
78 Esiti dell'applicazione della politica delle pari opportunità e del mainstreaming di genere negli interventi di FSE. Le
azioni rivolte alle persone e le azioni rivolte all'accompagnamento lette secondo il genere, giugno 2006
79 La transizione dall’apprendistato agli apprendistati. Monitoraggio 2004-2005, giugno 2006
80 Plus Partecipation Labour Unemployment Survey. Indagine campionaria nazionale sulle caratteristiche e le
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81 Valutazione finale del Quadro comunitario di sostegno dell'Obiettivo 3 2000-2006. The 2000-2006 Objective 3Community Support Framework Final Evaluation. Executive Summary, luglio 2006
82 La comunicazione per l'Europa: politiche, prodotti e strumenti, luglio 2006
83 Le Azioni Innovative del FSE in Italia 2000-2006. Sostegno alla diffusione e al trasferimento dell'innovazio-
ne. Complementarità tra il FSE e le Azioni Innovative (ex art. 6 FSE), novembre 2006
84 Organizzazione Apprendimento Competenze. Indagine sulle competenze nelle imprese industriali e di servi-
zi in Italia, dicembre 2006
85 L'offerta regionale di formazione permanente. Rilevazione delle attività cofinanziate dal Fondo Sociale Euro-
peo, febbraio 2007
86 La valutazione di efficacia delle azioni di sistema nazionali: le ricadute sui sistemi regionali del Centro Nord Italia,
marzo 2007
87 Il Glossario e-learning per gli operatori del sistema formativo integrato. Uno strumento per l'apprendimento in rete,
marzo 2007
88 Verso il successo formativo. Sesto rapporto di monitoraggio dell'obbligo formativo, aprile 2007
89 xformare.it Sistema Permanente di Formazione on line. Catalogo dei percorsi di formazione continua per gli
operatori del Sistema Formativo Integrato. Verso un quadro europeo delle qualificazioni, aprile 2007
90 Impiego delle risorse finanziarie in chiave di genere nelle politiche cofinanziate dal FSE. Le province di Geno-
va, Modena e Siena, settembre 2007
91 I Fondi strutturali nel web: metodi d’uso e valutazione, settembre 2007
Finito di stampare nel mese di settembre 2007dalla Rubbettino Industrie Grafiche ed Editoriali
88049 Soveria Mannelli (Catanzaro)