I L n°5 maggio 2009 A I R T S U D o port - CSAIn · 1954. Del resto, secondo lo stile dello sport,...

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% /ROMA/AUT.N.102/2008 - RIVISTA DELLO C.S.A.IN. CENTRI SPORTIVI AZIENDALI E INDUSTRIALI port n°5 maggio 2009 Tempo Lo CSAIN guarda al Futuro: è nato il nuovo Consiglio, il Presidente è Luigi Fortuna

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portn°5 maggio 2009

Tempo

Lo CSAIN guarda al Futuro: è nato il nuovo Consiglio,il Presidente è Luigi Fortuna

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D'accordo con il Presidente RegionaleAbruzzo CSAIN e UDACE, Sante Volpe, èstato attivato un apposito conto corrente ban-cario presso Banca Popolare di Lanciano eSulmona S.p.A. Filiale di Avezzano con leseguenti coordinate IBAN: IT 22 S 05550 40440 000000540299 CAUSALE: raccolta fondi pro terremotati 6aprile AbruzzoOvviamente, a tempo debito, il PresidenteCav. Sante Volpe, di concerto con laSegreteria Nazionale, relazionerà pubblica-mente su quanto pervenuto e disposto favoredelle diverse entità. Grazie per la sensibilità

La Segreteria Generale CSAIN

di Valerio BianchiniCarissimi Amici, la notizia del tremendo terremoto che ha col-pito L'Aquila, con tutte le dolorose conse-guenze di morti e di sfollati, ha portato, allamente, anche a me come a tutti, penso, alcu-ne riflessioni. Anche se oggi, grazie all'effi-ciente organizzazione della Protezione Civile,una nostra presenza non bene organizzatadarebbe più fastidio che utilità, certo qualco-sa dobbiamo fare. Anzitutto riflettere, e poivedere cosa ciascuno può fare in concreto:ogni disponibilità può essere preziosa.Intanto ringrazio i nostri Soci e Dirigentiabruzzesi che si sono già messi a disposizio-ne e invito tutti ad attivarsi, con raccolte diofferte per venire incontro anche dopo, pas-sata l'emozione di questi giorni, ai Fratelli cheper tanto tempo avranno bisogno di aiuto.

LO CSAIN PER L’ABRUZZO

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2 La nostra storia,il nostro futuro

di Luigi Fortuna

3 Garantire la continuità di un’idea

di Giacomo Crosa

4 Un nuovo CSAINper un nuovo domani

di Paolo Germano

7 Festa di famigliadi Paolo Germano

9 Lazio e Sicilia, derby sottorete

10 In gara con noi e per noidi Giacomo Crosa

14 Acqua e fuocodi Giacomo Crosa

18 Il guascone non molladi Alessio Crosa

21 Ha perso la testadi Marisa Muzio

24 Mamma, dove hai messo lo slip?

di M. Faina e D. Dalla Vedova

27 E’ un colpo da kodi Renato Manno

30 Una forza d’uomodi Livio Toschi

33 Solo tecnici docA cura del CTE e CSAIN

Equitazione

34 La palestra della mentedi Bruna Germano

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RIVISTA DELLO CSAINCentri SportiviAziendali e IndustrialiDIRETTORELuigi FortunaDIRETTORE RESPONSABILEGiacomo CrosaVICE DIRETTORESandro AquariCOORD. REDAZIONEPaolo Germano PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONEAmbra AquariSEGRETERIA DI REDAZIONEMaria Grazia BiancofioreSilvano MorraSimonetta SgrignaSEDE E SEGRETERIA Viale dell'Astronomia, 3000144 RomaTel. 06.5903526 / 06.5925637Fax. 06.5903242 / [email protected] web: www.csain.itStampa: Grafica Giorgetti, Via di Cervara, 10 – 00155 Roma (tel. 06-2294336)Iscrizione Tribunale di Roman.187/08 del 02/05/2008Numero chiuso in redazione il 7 maggioLa riproduzione parziale o totale degli articoli è consentita solocitando la fonteFoto di copertina di VinicioScortegagna

36 Il cibo degli deidi Santino Morabito

38 Mi manda papàdi Roberto Minnetti

40 Mondo CSAIN

46 Organigramma CSAIN

48 Berruti? Con che squadra giocava?di Sandro Aquari

Anche quest’anno sarà possibile devolvere nella dichiarazionedei redditi il 5 per mille a favore di società ed enti sportivi

dilettantistici, compreso lo CSAIN, il cui codice fiscale è96135840583

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I l p r e s i d e n t e

di Luigi Fortuna

LA NOSTRA STORIA, IL NOSTRO FUTUROtative. Questo sarà la premessa per agire e faresecondo un progetto comunitario condiviso, percrescere assieme, senza incertezze su qualità edefficacia dell’azione dell’Ente; senza aree isolate;soprattutto, senza farsi lasciare indietro, nélasciando indietro le nostre risorse, che sono ilfuturo. Con umiltà ma anche con impegno, vogliamoriprendere alcune idee per il programma dei pros-simi quattro anni.A) Tour delle Regioni, in ascolto del territorio, percondividere insieme: modernizzazione, tessera-mento on line con trasmissione informatica, indi-rizzario e software di gestione, uniformità, sensodi appartenenza, rispetto delle regole;B) Sviluppo Impiantistica sportiva di base e pro-grammazione sedi associative, almeno regionali;C) Calendarizzare la Formazione tecnico-giuridi-ca-fiscale-sociale per i quadri dirigenti, per gliaddetti di segreteria e tecnici; formazione di for-matori;D) Sviluppo del turismo sociale e di quello rivoltoalla conoscenza e protezione dell’ambiente edella natura;E) Valorizzazione dell’impegno organizzativo,consulenziale e di specifici gruppi di lavoro perl’utilizzazione delle risorse Ministeriali e dell’UE,dopo il recente trattato di Lisbona;F) Servizi reali quindi, per le Organizzazioni affi-liate alla “famiglia” CSAIN e per i soci: convenzio-ni, nuova carta associativa;G) E, non ultima l’Attività, per Tutti, sportiva, ludi-ca, sociale e culturale, che cercheremo di omoge-neizzare sul territorio con il sostegno, se necessa-rio, dello CSAIN Centrale. l

gnuno è la sua storia: noi CSAIN ne abbiamouna forte, intensa e complessa, che ci impe-gna al rinnovamento come espressioneessenziale, naturale e permanente di quel

che siamo. L’abbiamo fatto sempre, sarà così ilfuturo: nuove vie per qualificare il tempo liberodelle nostre famiglie, dei nostri giovani, dei nostrianziani, intuendo, anzi anticipando le esigenze eaffrontando il cambiamento. Andare avanti, nelsolco di una tradizione che abbiamo celebrato collavoro, nel nostro percorso quotidiano, dalla fon-dazione dell’Ente, cinquantacinque anni fa, nel1954. Del resto, secondo lo stile dello sport,secondo lo stile d’impresa, abbiamo sempre lavo-rato e fatto, con tutti i nostri soci, dai grandi ai pic-coli campioni, dagli uomini di base a chi ha avutol’onore e la responsabilità della dirigenza. Poche volte invece, come capita a chi lavorasodo, ci siamo fermati a parlare di noi stessi: l’ab-biamo fatto per i trenta, per i quaranta e per i cin-quant’anni, nel modo più sobrio, raccontando delnostro impegno, con le nostre riviste e coi nostrilibri. Cose essenziali, utili però per capire meglionoi stessi e per farci capire dagli altri.Questa premessa contiene le ragioni del nostroprogetto per i prossimi quattro anni: il seguito diun percorso che ognuno di noi conosce, condivi-de e partecipa. Di che si tratta, in concreto?Di riprendere e valorizzare le nostre buone abitu-dini: quelle che ci hanno fatto crescere, hannodato fiducia in noi stessi e, dopo, la stima deglialtri. Prima di tutto, quindi, vogliamo andare versola nostra base, ascoltandone le idee, analizzan-done le iniziative, valutandone necessità e aspet-

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portTempo

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i l d i r e t t o r e r e s p o n s a b i l e

di Giacomo Crosa

GARANTIRE LA CONTINUITÀ DI UN’IDEA

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Sono Andrea Manna, Vicepresidente e l’exPresidente Antonio Mauri. Il primo ha sempreinterpretato con dedizione e spirito di corpo il met-tere in campo la sua grande esperienza soprattut-to nei momenti di difficoltà dello CSAIN, il secon-do dando, con la sua figura di gentiluomo un indi-scusso prestigio all’Ente, un prestigio non soloestetico, costruito attraverso professionalità edentusiasmo. Il fatto che sia stato deciso di elevar-li al rango di Presidenti Onorari, mettendoli al fian-co di Grandi Padri dello CSAIN come EugenioKorwin e Fiorenzo Magni vuol dire certamentericonoscenza ma anche voglia di non perdere illoro contributo per quelli che saranno i passi futu-ri. Luigi Fortuna è il nuovo Presidente. E’ arrivatoalla carica da Segretario Generale. Evidente lacontinuità di un progetto. Il consenso da lui ottenu-to non consente repliche sul suo valore. Ora ver-ranno i tempi dell’agire. Tutti, non solo a Fiuggi, sisono resi conto del suo entusiasmo e del suoamore per uno CSAIN che lo ha visto sempre inprima linea. Sono convinto che non sarà mailasciato solo, e per trovare conforto di ciò bastascorrere i nomi che rappresentano la qualità divice-presidente e Consiglio Nazionale. E’ unmondo complesso e delicato quello in cui si muo-vono gli Enti di Promozione Sportiva, ma ècomunque forte la sensazione che questo CSAINsarà capace di essere un protagonista assoluto.Lo sarà anche nei rapporti con il CONI al cui ver-tice è stato eletto per un nuovo mandato GianniPetrucci. Anche questo, nella sostanza, un segnodi continuità. Se uno non ha gli occhi bendati sache il problema dei problemi dello sport italiano èil reclutamento.Auguri di buon lavoro a GianniPetrucci ed al Segretario Generale, RaffaelePagnozzi. Non mancherà loro l’occasione diascoltare la nostra voce. La voce dello CSAIN. l

è sempre la tentazione di sottovalutare ilsignificato di un momento elettorale. Quasiche l’abitudine al vivere democratico aves-se ridotto la potenza culturale e sociale del-

l’evento. Personalmente mi intriga tutto quel fer-mento di opinioni che è possibile rilevare.Mi piace raccogliere e archiviare dichiarazionipubbliche, mi piace raccogliere confidenze, indi-screzioni, diciamo informazioni riservate.Considero un buon esercizio per la mente, il cre-arsi uno scenario a priori. Il vincere o perdere inuna contesa elettorale è arte politica dove la qua-lità del programma proposto si fonde con la capa-cità dei protagonisti di trovare e coagulare con-senso intorno a delle idee. Senza gridare alloscandalo sono fisiologiche tutte quelle azioni rivol-te al creare alleanze, tutte quelle operazioni che diquesti tempi si volgarizzano nel concetto di “ crea-re la squadra che poi possa governare”. Sia il puzzle del “nostro prima” che “la fotografiadel dopo”, immagine della realtà manifesta e vin-cente, sono strumenti che debitamente tarati,danno a ciascuno di noi la straordinaria possibilitàdi valutare le persone: la loro credibilità, la lorosincerità, la loro affidabilità.Son passati pochi giorni dalle elezioni CSAIN diFiuggi. Il responso è stato molto chiaro. Quelloche personalmente mi sembra di aver rilevatonelle decisioni della Famiglia CSAIN, è stata lavoglia di cambiamento nel suo passo. Ma atten-zione, nessun cambiamento di andatura dettatoda impulsi irrazionali, ma da una proiezione quasinaturale verso un futuro di traguardi ambiziosicostruita su basi di straordinaria credibilità. Unacredibilità che all’Ente è stata data negli ultimi annida due persone sulla cui qualità, per quella chepuò essere la mia esperienza, sono pronto a daretestimonianza diretta.

C’

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di Paolo Germano

Un nuovo CSAINper un nuovo domani

Il 26 aprile a Fiuggi si é svolta la XXI Assemblea nazionale elettiva

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Sono le 14,28 di domenica 26aprile quando a Fiuggi l'avvoca-to Carmelo Pace, presidentedella XXI Assemblea nazionaleordinaria elettiva CSAIN, finiscedi leggere i risultati delle vota-zioni: si chiude un'assemblea, siaprire un nuovo, importanteciclo nella vita di tutto lo CSAIN.I 133 delegati presenti, rispettoai 183 aventi diritto, hannonominato democraticamente ein piena libertà, coloro che lirappresenteranno per i prossimiquattro anni. E’ il siciliano LuigiFortuna a essereeletto quintoPresidente dell’Ente. I tre Vicesono inveceBiagio Saccoccio,Salvatore Sca-rantino e FrancoCacelli.Il lavoro di prepa-razione di que-s t ’ a t t e s i s s i m aassemblea erainiziato mesiorsono con leconvocazioni el' individuazionedella sede. Allafine Fiuggi e le

agli ultimi ritocchi organizzativi:alla verifica poteri, ma soprattut-to agli ultimi accordi elettorali ealla “conta” dei probabili voti afavore dell’uno o dell’altro schie-ramento.I candidati alla carica di presi-dente erano tre: il presidenteuscente Antonio Mauri, il segre-tario generale uscente LuigiFortuna e Alfonso Rossi, un exvice presidente CSAIN, attualePresidente del circolo CanottieriLazio. Per la carica dei vice pre-sidenti i candidati erano invece

sue strutture sono apparse lascelta logistica migliore. Gli arri-vi si erano concentrati nellagiornata di sabato, anche se il“comitato organizzatore”, guida-to dall’efficiente Silvano Morra,e buona parte dell’esecutivoerano giunti sin dal giovedì perpreparare il tutto e controllareanche i minimi dettagli.Sabato mattina si era svolta lariunione dell’assemblea ridottauscente, tema del giorno:approvazione del bilancio. Ilresto della giornata era dedicato

Biagio Saccoccio (a sinistra), Salvatore Scarantino e Franco Cacelli (a destra), i tre nuovivice-presidenti, insieme a Cristiana Torre, l’unica donna entrata in Consiglio

Luigi Fortuna guiderà l’Ente per il prossimo quadriennio

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cinque: Salvatore Scarantino,Franco Cacelli, BiagioSaccoccio, Michele Matarrese eAndrea Manna. Quest’ultimo,non presente a Fiuggi, la seraprima attraverso una e-mailannunciava il ritiro della propriacandidatura. Restavano quindiquattro nominativi per tre posti. Domenica mattina la commis-sione elettorale s'insediavacomunicando al Presidenteuscente la presenza dei delega-ti e dichiarando l’assemblea“validamente costituita”: il primoatto ufficiale era compiuto,seguito dalla nomina di unPresidente dell’assemblea, diun segretario e degli scrutatori.Ad aprire i lavori erano quindi gliinterventi programmati. Primo a

prendere la parola era MaurizioRomano, direttore generale“Territorio e Sport” del CONI, inrappresentanza proprio delComitato olimpico. Dopo di lui ilPresidente Antonio Mauri legge-va la relazione tecnica e moralesull’operato dell’Ente sotto lasua presidenza. L’intervento di Mauri era precisoed essenziale, ricordava i suoiinizi nello CSAIN, chiamato pro-prio da Luigi Fortuna circa ven-ticinque anni fa, fino al suo inca-rico a Presidente e concludevaannunciando il ritiro della pro-pria candida-tura: «Ho ca-pito che itempi sonomaturi per uncambiamen-to e che stainiziando unanuova eraper l’Ente».Dopo Mauriera la volta diB i a g i oSaccocc io ,vice presi-dente nazio-nale UDACE,a intervenireproponendoproprio lostesso Maurie AndreaManna comeP r e s i d e n t i

Onorari. Seguivano gli interven-ti di Michele Matarrese, cheavendo probabilmente percepi-to il sentore della sconfitta,comunicava il ritiro della propriacandidatura a vice Presidenteadducendo varie motivazioni, edi Alfonso Rossi che da unaparte elogiava la guida CSAINnel quadriennio passato e dal-l’altra proponeva la sua candi-datura perché “lo CSAIN habisogno di una guida forte chefino ad oggi non ha avuto”. Il successivo delegato salito sulpalco, Tonino Di Dio, replicava

Luigi Fortuna nuovo presidente CSAIN

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Il presidente uscente Antonio Mauri (al centro) legge la sua relazione. Alla sua destra, il rappresentante del Coni Maurizio Romano; alla sua sinistra Silvano Morra, responsabile organizzativo dell’assemblea

Il NUOVO PRESIDENTE, DA 25 ANNINELLA FAMIGLIA CSAINLuigi Fortuna, 61 anni, è discendente (quarta generazione) daun’antica famiglia di imprenditori catanesi. Diploma di geome-tra, lavora nei settori della etichettatura e degli imballaggi, del-l’assistenza sanitaria privata, della gestione degli impianti spor-tivi. Da presidente del Gruppo Giovani industriali della Siciliapartecipò alla fondazione, nell’Isola, dell’Ente di PromozioneSportiva CSAIN (1984). Avviò a Catania l’attività di numerosediscipline sportive e già nei primi dieci anni i soci furono più di25.000, con circa 400 associazioni affiliate. Presidente CSAINCatania nell’84, divenne presidente regionale nell’87, consiglie-re nazionale nel '92 e Vice Presidente nazionale dal '94 con inca-richi di sviluppo e promozione, ultimo quello dei rapporti ester-ni istituzionali. Eclettico nello sport, è stato schermidore, tenni-sta, canottiere, subacqueo, pallavolista. Dal 1989 è componentedella Consulta regionale dello sport. Dal 2005 è componentedella Giunta regionale del Coni.

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presidente UFI.Si andava alla votazione conben nove schede da compilare.Infatti, era necessario dare lapropria preferenza per eleggerela Commissione nazionaled’Appello (sei membri effettivipiù tre supplenti), il Consiglio

ai precedenti interventi, ricor-dando che ogni elezione si com-pie in democrazia nel pienorispetto delle regole e che ogniproposta costruttiva è beneaccetta, se non va a denigrare illavoro altrui. Infine concludevagli interventi Maurizio Negro,

Una foto dei delegati presenti a Fiuggi

nazionale di Giustizia (treeffettivi più tre supplenti),un Procuratore nazionale, ilPresidente del collegio deirevisori dei conti, i suoimembri (due effettivi piùdue supplenti), i ventunmembri dell’Assemblearidotta, i quindici membri delConsiglio, i tre vicePresidenti e il Presidente.Sarà poi il neo consiglio,nella sua prima riunione, anominare i membri diGiunta, mentre il Presidentestesso assegnerà l'incaricodi Segretario Generale. Lo spoglio delle schedeprocedeva con accuratezzae, visto l’alto numero dellepreferenze da controllare, itempi di attesa erano

necessariamente lunghi. Infinel’avvocato Pace prendeva ilmicrofono, richiamava l’atten-zione di tutti e annunciava chelo spoglio era terminato. Ultimepiccole verifiche e venivanocomunicati i risultati. Il nuovoCSAIN era nato. l

PRESIDENTI ONORARIAndrea MANNAAntonio MAURI

PRESIDENTELuigi FORTUNA

VICE PRESIDENTIFranco CACELLIBiagio SACCOCCIOSalvatore SCARANTINO

CONSIGLIERIAldo BOMBONATILivio BORRELLILuigi CAVALIEREAntonio CELONANevio CIPRIANISergio CORRADIGiovanni DESSI'Rosario FATUZZOEugenio FERRARIRaffaello GERMINIEnea GOLDONIPiercarlo IACOPINIMaurizio NEGRO

Fabrizio SCARAMUZZI Cristiana TORRE

MEMBRI DELL’ASSEMBLEARIDOTTASilvio CAMPANIFranco CATTANEOMaria Cristina CIRILLOSauro CORRADIFernando DELLE LUCCHERaffaele DI GIOVANNIRocco FATIBENERaffaele MARCOCCIOMauro MIONLoris ORLANDOGiovanni ORSINIG.Domenico PALUMBOMassimo PATITIAldo PEROFrancesco PUGLISIPaolo QUAGLIAGianfranco RAUGEIEugenio SAMBATIGiorgio SANNAGiuseppe SANNAVincenzo SILLUZIO

COLLEGIO REVISORI DEI CONTIRoberto SELCI (presidente)Domenico CORSINI Salvatore SPINELLA Tiziano DANIELI (supplente)Anna Laura LAURETTI (supplente)

PROCURATORE NAZIONALEGianpaolo PAGLIA

CONSIGLIO NAZIONALE DI GIUSTIZIAMario ALA Piervaldo BARIDON Emanuele CAMPAGNA

COMMISSIONE NAZIONALEDI APPELLOFrancesco CUCCOVILLO Umberto Giuseppe ILARDOEdoardo LONGORiccardoSPADAGiuseppe TAMBURO

GLI ELETTI ALL'ASSEMBLEA DI FIUGGI

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di Paolo Germano

Non solo Assemblea. Fiuggi2009 per lo CSAIN ha rappre-sentato un appuntamento daricordare anche per le finalinazionali di step, aerobica e hiphop. L’evento ginnico organiz-zato al Palafiuggi, ha seguito diun giorno l’Hip Hop Internationalopen d’Italia, cCampionato ita-liano valevole per le qualifica-zioni al Campionato del mondodi fine luglio a Las Vegas e quin-di ha potuto sfruttare pienamen-

te la location e le sinergie tra idue eventi, fino al punto cheben sei gruppi CSAIN hannopartecipato alle selezioni: quat-tro hanno conquistato la finale euno di questi, gli Happy Hoursdella Fitness Line diS.Margherita di Savoia (Fg),giungendo terzo nella categoriajunior, è stato addirittura sele-zionato per partecipare ai mon-diali americani. «Ottima edizio-ne - commenta Italia Bianchi

A Fiuggi non solo l’Assemblea. Si è svolto anche il campionatodi hip hop, step e aerobica. Sul palco giovanissimi e over 40.

E c’è anche chi ha conquistato l’America…

FESTA di famigliar e s p o n s a b i l enazionale del set-tore - Sono moltosoddisfatta, èbello potersi con-centrare solo sulproprio lavorosenza doversioccupare dellequestioni organiz-zative. E’ andatotutto per il meglio,i ragazzi sono feli-ci e si sono diverti-ti e anche dalpunto di vista tec-nico si sono vistedelle esibizioniconvincenti conbelle coreogra-f ie».Part icolarecuriosità, e ancheforse un pizzicod’invidia, ha susci-tato nella plateamolto nutrita, fatta

di mamme in apprensione, dipapà orgogliosi, di amici, fidan-zati, parenti e appassionati vari,l’esibizione delle “ragazze”dell’ASD Judo Preneste diRoma. Per la prima volta, infatti,hanno partecipato due gruppi diover 40 guidati con passione dalloro coach Roberta Di Francia.«E’ stato divertente, ci si senteal centro dell’attenzione», com-menta Angela, una delle entu-siaste partecipanti. «Per noi

Il gruppo siciliano dei B Side, vincitore tra gli over 18

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mamme è uno dei pochimomenti di socializzazione e celo teniamo tutto per noi. Anche inostri figli sono qui a gareggia-re, ma è molto diverso palpitareper la loro esibizione o viverla inprima persona sul palco. Cheemozione! Ci dispiace solo perle nostre amiche che non sonopotute venire». Delle tre squa-dre presenti, due over 40 e unadi step senior, facevano parteanche tre maschi. Enrico classe1942 era uno di questi: «Sonodiciotto anni che pratico questabellissima attività, tutta colpa diRoberta (il coach, ndr), daquando l’ho incontrata non fac-cio altro che ballare. Ci allenia-mo tre volte la settimana e perpreparare questa coreografia ciabbiamo messo circa un mesee mezzo».Erano ventidue le squadre ingara in queste finali nazionali inrappresentanza di quattro regio-ni, Sicilia, Puglia, Campania eLazio, e suddivise in quattrocategorie, junior, junior varsity,varsity e over 18. Nella catego-ria junior al primo posto un parimerito “siciliano” tra i FriklyWackeez dello Sport Life diAugusta e i Little Boys dellaUniverse Dance di

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Coco Pops,terzi i DaNouthy.Tra gli over 18hanno spopo-lano i B Sidedello SportingSan Paolo diG r a v i n a(Catania), chehanno vinto laloro categoria,il premio per lamiglior coreo-grafia, sonostati invitatialla selezionespagnola diBarcellona perpartecipare aimondiali ame-ricani e, infine,sono stati scel-ti dalla respon-sabile della

Promozione Danza Lazio perpartecipare a fine luglio allamanifestazione “A passi didanza”. Secondi gli Alter Ego eterzi i Bonus Track. Moltoapprezzata da pubblico e daigiudici l'esibizione di ginnasticaritmica della squadradell'Espression Dance diCatania. l

Misterbianco, terzi i Lollypop.Nella categoria junior varsity, alprimo posto i pugliesi dellaHappy Meal che hanno vintoanche il premio per la coreogra-fia più originale; secondi gliSmarties, sempre pugliesi, eterzi i laziali della Fonte NuovaDance. Nella categoria varsity iMusicology hanno prevalso sui

L’applauditissimo gruppo over 40 dell’ASD Judo Preneste di Roma

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re che gioco a pallavolo - confi-da Lorenzo - I miei genitori mihanno portato in palestra perfarmi fare sport e la pallavoloera lo sport in realtà più “como-do”, ma mi ha appassionato dasubito. Non vedevo l’ora di par-tecipare a questo torneo».Lorenzo è un allievo della scuo-la media Toscanini diMonteverde ed è allenato dalprof. Baccari che come estrazio-ne proviene dalla ginnasticaartistica, ma è stato coinvoltodalla passione per la pallavolo elo si capisce da come riesce atrasmetterla ai suoi ragazzi. Perquanto riguarda i risultati è statauna partita a due tra Lazio e

Lazio e Sicilia,

DERBYsottorete

Fiuggi 2009 è stata anche pal-lavolo. La cittadina termale ha,infatti, ospitato gli atleti chehanno partecipato al torneoCSAIN e le prime gare del saba-to riservate agli under 16 mix,cioè ragazzi e ragazze assieme,nella palestra della scuolamedia “Leonardo Da Vinci”. Ilcampo di gioco lasciava un po’ adesiderare ma i ragazzi si sonocomunque adattati e hannodisputato le gare con entusia-smo e il giusto agonismo. Ladomenica, invece, è stato ilpalazzetto di Tecchiena (Alatri)a ospitare le partite e l'impiantosi è dimostrato funzionale. Qui asfidarsi all’ultima schiacciatasono state le squadre dellacategoria under 16 maschile eopen mix. Tra gli under 16, dopoil minitorneo a eliminazione, asfidarsi per il titolo sono stati iragazzi della Nissan Volley diCatania contro i coetanei dellaGreen Hill di Roma.Proprio a quest’ultima societàappartiene il più piccolo dellacomitiva, Lorenzo Corbelli di 14anni non ancora compiuti,numero 13 sulla maglia eocchialini da bravo ragazzo stu-dioso. «E’ dalla prima elementa-

In concomitanza con l’Assemblea si è svolto anche il torneo di pallavolo under 16 e open mix. È stata sfida soprattutto tra due regioni

Sicilia. La categoria under 16mix è stata vinta dalla squadraLazio A, seconda la Sicilia, terzaLazio B. Negli under 16 maschi-li ha vinto la Sicilia e secondo ilLazio, risultato speculare inquello femminile, dove la Siciliaha prevalso sul Lazio.Stessa classifica in quello openmix, sempre gli isolani davantiai laziali. Miglior giocatrice deltorneo la siciliana ChiaraMessina, miglior giocatore ilromano Matteo Zavagnini. Unringraziamento doveroso aiquattro arbitri CSAIN provenien-ti dal Comitato regionale FIPAVsiciliano, che hanno gestito iltutto con grande sicurezza. l

I siciliani della Nissan Volley vincitori dell’Open mix

I romani della Green Hill. All’estrema destra Massimo Scibetta, responsabilevolley dello CSAIN

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Vantaggio non solo per gli atletima anche per la medicina ingenerale per la quale ha rappre-sentato un’opportunità di svilup-po incredibile. Mi limito a citaredue campi: ortopedia e cardiolo-gia. Pensate solo alla riabilita-zione, sia muscolare sia artico-lare e sia cardiologica. Valesempre l’esempio della Ferrarirapportata alle auto di serie. Ungrande e alcune volte esaspera-to momento agonistico, ha per-messo lo studio e la ricerca i cuirisultati si sono nel tempo tra-sferiti sulle auto che noi guidia-mo. La medicina dello sport, inquesto caso, ha una forte valen-za sociale. Nei confronti degliatleti ha invece rappresentatoun contributo importante almiglioramento del rapporto traefficienza della macchinaumana e il risultato, per non par-lare della prevenzione. La tuteladella loro salute – spiega ilPresidente - è poi un puntofermo. Penso al caso diDomenico Fioravanti, eclatanteperché aveva vinto due meda-

La Federazione medici sportivi rappresenta un supporto fondamentale pertutto lo sport italiano, ma la sua attività ha ripercussioni anche nel sociale.Dal 2005 la dirige Maurizio Casasco, un medico lombardo con un passato

nel mondo del calcio e con la voglia di lanciarsi in nuove sfide

esperienze professionali.Incuriosisce la sua figura carat-terizzata da ricci capelli bianchicon qualche sfumatura nera.Incuriosiscono soprattutto i suoiinseparabili occhiali gialli: «Daquando mi hanno detto cheassomiglio a Giulio Tremonti elui portava gli occhiali di questocolore, questi ultimi sono diven-tati i miei compagni di vista.Ovviamente inseparabili e losono diventati ancor di più daquando mi è capitato, in giro peril mondo, di essere fermato escambiato per il Ministro.Qualcuno mi ha chiesto anchel’autografo. Il fatto mi onoramolto. Mi diverte la mattina,quando leggo il giornale emagari c’è la foto di Tremonti.La guardo e i mi dico…teh, c’èla mia foto. E’ un buon modod’iniziare la giornata».Ottant'anni di storia dellamedicina dello sport attraver-sando due secoli: dal 1929 aoggi cosa si può dire essercambiato?«Molto e grazie alla ricerca.

Quella dei Medici Sportivi sipuò definire una Federazionemedico scientifica al serviziodelle Federazioni sportive. Gliuomini e le donne che la com-pongono si possono immagina-re come ombre che accompa-gnano il corpo dell’atleta e del-l’allenatore nella loro quotidianaattività. Il loro Presidente, appe-na riconfermato nella carica, sichiama Maurizio Casasco. E’ un lombardo di 55 anni checon la parola si trova a proprioagio. Dinamico anche nelle

di Giacomo Crosa

In GARAcon noi e per noi

Maurizio Casasco

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glie d’oro nel nuoto ai Giochi diSidney, e che, nel suo interessedi uomo, abbiamo fermato;penso, d’altro canto, ai casi deidue calciatori, Kanu e Fatigà, danoi giudicati non idonei alla pra-tica agonistica invece a questaautorizzati da altri paesi. E’ lanostra Federazione che inItalia,per legge, ha l’autorità diconcessione della patente allapratica agonistica. Mi piace poiricordare che l’Italia è stato ilprimo paese al mondo, nel1957, con il Prof. Margaria, afondare la prima Scuola di spe-cializzazione in Medicina delloSport. Oggi in Europa, altri undi-ci paesi hanno seguito il nostroesempio».Come si diventa medici dellosport?«Con una specializzazione uni-versitaria della durata di cinqueanni dopo la laurea in Medicina.Una specializzazione che ha lastessa valenza di quella in chi-rurgia, in cardiologia, ortopediaetc. Per la sua completa forma-zione poi ci vogliono dei masterdi campo, delle esperienze acontatto di allenatori e atleti. E’

Maurizio Casasco con Rita Levi-Montalcini, membro onorario della Fims

ciò che organizziamo noi comeFederazione sul territorio ed èquel qualcosa in più che ogginon sono in grado di fare lenostre Università». E’ una coincidenza che qua-ranta anni dopo si uniscanole cariche diP r e s i d e n t edella Fmsi edi Responsa-bile dell’Is-tituto diScienza eM e d i c i n adello Sportdel Coni?Allora il pro-fessor An-tonio Vene-rando, cuiproprio re-centemente èstato intitola-to l’Istituto, eoggi Lei. «E’ una coinci-denza che mifa molto onore.E’ una coinci-denza volutadal Presidente

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Petrucci e che nei fatti dà lapossibilità pratica d'interscam-bio di esperienze tra i 5.000medici specialisti dello sport,nostri associati, distribuiti sulterritorio e l’eccellenza dellaricerca che si attua nell’Istituto.E’ bene sottolineare - tiene aprecisare - l’importanza dellafigura del Prof. Venerando. Lui èstato il primo a creare la medici-na dello sport come competen-za multidisciplinare, dalla fisiolo-gia all’ortopedia, dalla psicolo-gia alla radiologia, alla cardiolo-gia. Una grande intuizione chedava la possibilità di valutare

l’uomo e l’atle-ta in tutte lesue compo-nenti. Io,i m m o d e s t a -mente, sto cer-cando di svi-luppare questiconcetti nellaricerca specia-listica, stimo-larla nei giova-

ni medici. Per quest'operazionesono importanti i rapporti inter-nazionali e in quest'ottica è digrande valore l’accordo di coo-perazione con l’AmericanCollege for Medicine, la piùgrande organizzazione mondia-

Il presidente Casasco con Antonio Rossi

“Lo sport è come un farmaco, va prescritto da chi ha la competenza specifica. Il doping? Oggi gestiamo un laboratorio che è all’avanguardia nel mondo”

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le di medicina sportiva. Con loroabbiamo firmato una serie diprotocolli di ricerca. Cito, poi, ilcodice etico che americani e ita-liani hanno stilato e che saràannunciato nel loro congressodi fine maggio a Seattle e pro-posto a tutti i medici sportivi delmondo. Il nostro dinamismo èanche riconosciuto dal fatto chenel 2012 ci è stata affidata l’or-ganizzazione del CongressoMondiale. Lo faremo a Roma. Il2012 è l’anno dei GiochiOlimpici di Londra e noi, proprioLondra abbiamo battuto comecittà organizzatrice. Il presiden-te inglese mi ha fatto compli-menti. Io ho detto a lui che era-vamo in tempo per fare il cam-bio delle manifestazioni. Mi harisposto con un sorriso».Cosa chiede di più alla figuradel medico specialista dellosport che sta sul territorio eche nella realtà ha spesso dif-ficoltà operative?«Chiedo soprattutto più aggior-namento. Più personalità. Piùvolontà di migliorare le proprieconoscenze. Ed è in questosenso che noi comeFederazione stiamo organiz-zando masters. Nello stessotempo chiedo allo Stato unaumento del numero delleborse di studio: ora sono trenta-sei, dedicate ai medici dellosport ed anche il riconoscimen-to per legge dell’esclusività delmedico specialista dello sportnella prescrizione dell’eserciziofisico».

Recentemente ha propriodefinito lo sport come un far-maco!«Certo. Nella realtà sociale, pro-prio per la specificità della pre-scrizione, questa deve essereaffidata a chi ha competenza inmerito, e non come - lo dicosenza polemica - alcuneRegioni stanno facendo affidan-do ciò al medico generico.Proprio come diceva il prof.Margaria già nel 1957, l’eserci-zio fisico può fare molto bene,ma può fare anche molto male.La differenza è che mentre ilmedico generico stabilisce lostato di salute della persona, lospecialista in medicina dellosport stabilisce l’efficienza dellamacchina umana, che è cosaben diversa. Deve quindi miglio-rare la cultura della gente anchequando si parla di attività fisicagenerale e non solo agonistica,imparando a indirizzarsi dallapersona giusta. Nello stessotempo deve ridursi l’invadenzadei medici generici pur utili inaltri campi. Lo sport come far-maco non è quindi uno slogan,ma un obiettivo difficile da com-prendere e da raggiungere. Noisiamo pronti alla sfida». Sulla linea della tutela dellasalute la Fmsi e il Coni hannofondato una società di cui leiè Presidente e che si preoc-cupa degli impianti dedicatiallo sport e all’attività fisica,la cosiddetta QIS, acronimo diQualità impianti sportivi…«Esatto. Oltre ai parametri strut-

turali e tecnici che spettano alConi, sono identificati ancheparametri rivolti alla salute conl’intervento di medici che hannofatto dei corsi presso di noi. Iocredo che questa potrebbeessere anche una novità univer-sitaria. Stiamo lavorando per-ché la certificazione QIS diventiobbligatoria per legge. Sarebbeun fatto importante per la salutedei cittadini. Mi spiego con unesempio. Una persona asmati-ca può ricevere l’idoneità all’atti-vità fisica, ma non sappiamoqual è l'idoneità dell’impiantodove la stessa persona va afare attività fisica, lo stato dellepolveri, l’illuminazione, il gradodi umidità, la temperatura, laqualità dei materiali utilizzati perla pulizia, la qualità degli attrez-zi. Noi, insieme ai medici dellavoro abbiamo stabilito deiparametri che dovrebberodiventare obbligatori.Prendiamo poi un campo di cal-

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La cerimonia con cui l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del Coni èstato dedicato ad Antonio Venerando

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volti nella definizione deimomenti nei quali effettuare icontrolli e non solo al momentodel prelievo. Deve migliorare lacultura degli atleti, ma anchequella di molti dirigenti checonoscono poco o niente deimeccanismi dell’antidoping emagari poi protestano stupida-mente. Non dimentichiamo poiche la cosiddetta lotta deveessere anche praticata più ingenerale anche contro l'abusodei farmaci».Le sue esperienze sportivesul campo sono legate moltoal calcio.«Ho cominciato nel 1983 con ilMonza ho chiuso con il Genoanel 1996, attraverso Brescia,Torino e Fiorentina. Promozionidalla B alla A. Grandi campiona-ti nella massima serie. Esperienze come DirettoreGenerale e Amministratoredelegato. Anni di formazionedirigenziale e di grandi soddi-sfazioni. Al Monza il sig. Adriano Gallianimi ha praticamente inventatocome manager sportivo. Loconsidero un maestro, indegna-mente mi definisco suo allievo.Poi mi diverte ricordare gli annidel Torino, quando l’AvvocatoAgnelli con il quale avevo unottimo rapporto, preferiva maga-ri venire a vedere il gioco deimiei granata invece che quellodella Juventus».A proposito di calcio e antido-ping mi spiega dove sta laspecificità del gioco del pallo-ne come sostiene la Fifa?«Semplifico la risposta. Proprioperché conosco bene il mondodel calcio non condivido questapresunta specificità del calcio».Chiudiamo in leggerezza. Inomi di due calciatori che lepiace ricordare.«Da tifoso del Torino GigiMeroni. Poi, anche da medicodello sport, Marco Van Basten,straordinario atleta condizionatodagli infortuni».Andando oltre al calcio?«L’esempio che per i giovanirappresentano due straordinaripersonaggi come Antonio Rossie Josefa Idem». l

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cio o di rugby. La loro concima-zione. E’ importante conoscere icomponenti di questi prodotti,quale tempo di esposizionehanno gli atleti, dopo quantotempo dalla concimazione gliatleti vanno ad allenarsi.Tornando alla palestra, che èl’esempio più semplice, mi pia-cerebbe vedere la responsabili-tà del medico che controlla laqualità della struttura e anche ilcarico e scarico degli integratorivenduti e la loro qualità, il regi-stro degli infortuni. Mi farò cari-co di presentare al Governo unaproposta che possa permettere,a chi facesse dei lavori per otte-nere una certificazione QIS, diavere vantaggi fiscali pari aquella della ristrutturazionedella prima casa. Otterremmonello stesso tempo: tutela dellasalute delle persone che vannoin palestra, miglioramento degliimpianti, eliminazione quasitotale del “nero”, incentivazionealla ristrutturazione e quindiaumento del lavoro. Ritengo siauna proposta che possa esseregradita sia al Presidente delConsiglio sia al Ministrodell’Economia».Mi permetto di dire che tutto

questo mi sembra profumaredi utopia.«Forse è così, ma io ci credo.Sono entusiasta. Io penso cheprima o poi le proposte intelli-genti, e mi auguro che questa losia, possano essere utili al mioPaese. Ciascuno di noi, nel suopiccolo o grande ruolo cheoccupa, ha questo dovere».La tutela alla salute richiamasempre il doping.«Dire che la battaglia controquesto fenomeno non è facile èscontato. Non passa giorno chela cronaca non ci metta di frontealla realtà, l’ultimo caso è quellodel ciclista Rebellin, medagliad’argento ai Giochi di Pechino,ne è la prova. L’organizzazionesportiva, con la WADA (AgenziaMondiale Antidoping, ndr), stafacendo molto per armonizzare icontrolli. Si può ancora migliora-re. Da parte nostra siamo orgo-gliosi del nostro laboratorio anti-doping che è considerato un’ec-cellenza tra i trentaquattro labo-ratori riconosciuti nel mondocon i suoi circa 15.000 controllieffettuati in un anno. Mi piace-rebbe che in futuro i medici spe-cialisti dello sport, soprattutto insede WADA, fossero più coin-

Prima di Pechino 2008 una spedizione di alpinisti, supportata dalla Fims, èsalita in cima all’Everest: e sul tetto del mondo è sventolato anche il vessillodella Federmedici e dell’Istituto di medicina

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di Giacomo Crosa

che sono tanti. Basta guardare ilmercato nautico. Ci sono can-tieri che aprono e chiudono nelgiro di due anni. Forse siamo gliunici, dopo così tanto tempo, aessere fondatori e ancora pro-prietari del nostro marchio,orgogliosi del nostro cantiere aMarina di Ravenna».All’origine del tuttotuo padre Giancarloche ora ha 73 anni.«Storia di un amoreparticolare per unoche non è nato in rivaal mare, ma aSavignano sulRubicone. Un amorenato quando da gio-vane falegname andòa lavorare presso glistorici CantieriLugaresi di Bellaria.Come spesso gli hosentito raccontares'innamorò a primavista di quelle piccolebarche che solcavanoil mare. Nello stessotempo capì quello chesarebbe stato il suofuturo, che cosaavrebbe fatto dagrande. Il tempo didiventare maestrod’ascia, quindi ladecisione di diventareimprenditore di se

stesso».Aveva passioni sportive tuopapà?«Neanche una briciola. Da pic-colo doveva lavorare per man-giare altro che sport, ma capìsubito che per pubblicizzare lesue prime barche lo sport era

Sta per festeggiare i 50 anni di attività il cantiere navale Dellapasqua,un’azienda di qualità che ha dato vita ai mitici DC. Da papà Giancarlo al

figlio Mirco, quest’ultimo sostenuto anche da una passione sportiva che l’haportato a successi importanti, prima nel windsurf poi nella motonautica

Acqua e FUOCONel tempo passato abbiamoincontrato imprenditori italianiche hanno con lo sport un rap-porto particolare: Andrea DellaValle, Gilberto Benetton, NerioAlessandri, tanto per ricordarnequalcuno.Imprenditori definiti di staturainternazionale per l’impattodella loro attività. In quest'occa-sione andiamo a conoscere ilprotagonista di una dimensionepiù familiare ma non per questomeno importante. MircoDellapasqua è un rappresentan-te di quella che nel nostro paesesi definisce piccola-mediaimpresa. Quell’elemento che ilmondo economico e finanziarioconsidera di fondamentaleimportanza nello sviluppo dellarealtà italiana. Mirco, diplomatocostruttore navale, è uno sporti-vo ed è per questo che diventaanche un personaggio curioso.L’incontro avviene proprio nelmomento in cui sta preparandola grande festa dei cinquantaanni del suo cantiere checostruisce i mitici DC. Si defini-scono i dettagli sotto le bandie-re e cimeli sportivi di un ristoran-te bolognese, “da Silvio”, chetrasuda entusiasmo per la cuci-na, per l’arte, per il mare.Cinquant’anni sono tanti opochi per un cantiere?«Cinquant’anni di attività direi Mirco Dellapasqua (a sin.) con papà Giancarlo

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fondamentale. E allora eccolocon la sua prima nata, il DC4,uno scafo di quattro metri, par-tecipare e vincere alle piùimportanti gare motonautichedel periodo: la Cento miglia delLario, la 6 ore di Milano, laMaratona dell’Adriatico, il circui-to del Po a Torino. L’intuizione,che fece scalpore e che lo resepiù veloce e vincente tra i tantiequipaggi, era la carena Hunt,adottata per la prima volta inItalia su uno scafo fuoribordo,una carena che aveva visto suuna barca entrobordo che par-tecipava alla Miami-Nassau.Senza entrare troppo nei detta-gli, il suo scafo non aveva piùuna carena piatta nella suaparte terminale, ma a V di circa20° con delle piccole sporgenzelongitudinali e orizzontali chesono i cosiddetti pattini. Sonoproprio i pattini a dare le caratte-ristiche marine e tecniche del-l'imbarcazione».La storia del tuo cantiere èanche la storia di un padre edi un figlio che si ritrovano afare lo stesso lavoro. C’èanche per te la stessa passio-ne o è un dovere di famiglia.«No, la passione è la stessa. Iopraticamente sono nato in can-tiere. Già da quando avevo cin-que anni lavoravo con le mac-chine del cantiere e mi costruivodei modellini. E così fino ai diecianni. Mi piacevano i velieri.Cercavo i disegni più belli e liriproducevo. Provavo anche apartecipare a gare ma non eroaccettato, dicevano che eranotroppo belli perché fossi io, così

piccolo, l’autore. La volta che mihanno accettato e ho vinto. Erala mostra di Trieste. Usavo mac-chine professionali per tagliare illegno di 2 mm di spessore ed hoancora tutte le dita, e non èpoco. A quattordici anni – prose-gue nei ricordi - mi sono costrui-to una barca a vela. Mio padremi considerava uno spericolatoperché uscivo in mare quandotutti restavano in banchina. Perquesto non mi volle comprareun fly junior di cui ero innamora-to. Ho risolto da solo. Mi sonofatto una Jole ok di quattro metrie mezzo e ho cominciato adandare a fare le regate. Nel1979 è uscito il windsurf. Hovisto questo aggeggio che gal-leggiava e che era più facile datrasportare, vela, boma e tavolasul tetto della macchina e via.Me ne sono innamorato. Alprimo campionato italiano sonoarrivato quarto. Ho regatato perquindici anni. Ho vinto più di 300gare, e spesso con tavole da

me progettate ecostruite. Ho par-tecipato anche aiMondiali. Un gior-no per coronarela mia vita di surfi-sta mi sono detto"voglio andare dilà, voglio attraver-sare da costa acosta quel mareAdriatico che erastato il compagnodella mia vita". Un atleta romano,Fabio Balini,

aveva il record della Pola-Cervia con diciotto ore. Io decisi di attaccare quelrecord, sulla stessa distanza,ma lungo la rotta Marina diRavenna–Rovigno, la stessarotta che avevo già seguito il 13agosto del 1989, con il monoscìimpiegandoci due ore. Quelgiorno, il 22 agosto 1993, con lamia tavola Mistral in carbonio,stecche in carbonio, deriva incarbonio e vela di undici mq,con il solo ausilio di una busso-la di plastica attaccata alla pruadella tavola con il silicone e unpennarello a segnare la rotta,impiegai per la traversata setteore e venti minuti. Nessuno haancora fatto meglio andando avela». Lì si chiuse la tua storia divelista. L’inverno a partecipa-re a gare di sci alpino, poi ine-vitabilmente, lo stimolo che tiha fatto tornare, sportivamen-te parlando, all’origine dellafamiglia, alla motonautica.

Il DC4, il primo nato…

Il DC7 elite con il motore Ferrari

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«Un mio cliente m'invitò a parte-cipare alla Venezia-Montecarlocon la sua barca. Mio padre misollecitò, dicendomi di non pre-occuparmi del tempo perso allavoro. Era il 1998. Accettai lasfida, ma a modo mio. Nessunoaveva mai percorso 1.700miglia con un’imbarcazione di 7metri e mezzo e con un solomotore. Mi piaceva l’idea di con-frontarmi con i mostri dell’offshore di undici, quindici, ventimetri spinti anche da quattromotori da 850 cavalli. Così, digiorno lavoravo e di nottecostruivo il mio DC 7 elite cheintanto avevo progettato. LaVolvo mi diede un motore di 430cv e nello stesso tempo lapatente di matto. Il bottino fuuna vittoria di tappa, primo negliscafi fino a 11 metri e terzoassoluto in velocità, più unaschiena mezza rotta. Navigarein mezzo alle onde a 65 nodicon un guscio come il mio DC 7,voleva dire esser sempre peraria. Sono arrivato a Montecarloin forma ma con le mani quasibucate a forza di stringere inquelle condizioni la manetta e ilvolante. Il grande AdrianoPanatta, su una barca più gran-

de della mia, die-tro e distrutto.Comunque unagran bella soddi-sfazione che l’an-no dopo si ripetécon il titolo italia-no e il titolo euro-peo endurance».La velocità nellegare che cosarappresenta perte?«Relax e concen-trazione».La paura?«Non sono maiarrivato a cono-scere il limitedella paura.Dovendo lavora-re e avendo fattosport solo nelpoco tempo libe-ro, non sono maiarrivato ai mieilimiti fisici e men-

tali. Ora, che lavoro solamente,ho una nostalgia matta del-l’adrenalina delle gare». Comunque talmente amantedella velocità che l’unicomotore Ferrari, montato su diuna barca, è su un DC7 elite.«E’ stato uno dei miei tanti sognirealizzati con il contributo di uningegnere della Ferrari, MarioVincenti. Lui si è preoccupatodella marinizzazione di un 12cilindri boxer, io di tutto il resto.Rigorosamentetutto al colorrosso». Non pochi per-sonaggi dellosport sonotuoi clienti otuoi amici.«Per me e permio padre è unonore. Penso almitico EdoardoMangiarotti conil suo DC15,penso a Fran-cesco Damiani,a Loris Capi-rossi, con il suoDC13 elite, tan-to per fare qual-che esempio di

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Mirco Dellapasqua in gara con il suo amato windsurf

amici e clienti. Poi penso concommozione al “Pirata”, alpovero Marco Pantani che nonera avaro di visite».Non mancano poi uomini dicultura…«E' un fatto che mi fa piacere.Poi, essendo io un appassiona-to collezionista di arte moderna,sono amici anche protagonisti diquesto mondo. Tra i tanti mi piace ricordare,Umberto Mariani, BrunoCeccobelli e l’austriacoHermann Nitsch». Perché arte moderna?«Perché anche in questo caso èuna sfida. E’ una sfida a capire,a entrare nell’anima dell’auto-re».Le tue barche, dai 7 ai 18metri, navigano molti mari,dal Kuwait, all’Irlanda, dallaFrancia alla Germania. DaCuba a Capo Verde. Esistequella ideale per te?«Nel mio cantiere c’è la curadell’artigiano perciò quella idea-le è sempre l’ultima che disegnocon la mia matita. Mai con ilcomputer, lo evito».A quarantotto anni e fisicoreggendo, c’è ancora unasfida sportiva che ti piacereb-be vivere?«Mi è capitato di pensare alrecord del giro del mondo insolitario in barca a vela. Forse ètempo che mi metta a progetta-re un bel trimarano». l

Foto di gruppo al cantiere. Da sinistra: Damiani, Cassani,il compianto Pantani, Crosa, Dellapasqua e Capirossi

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di Alessio Crosa

Coppa del Mondo ad Atene e aTunisi. Due vittorie che hannovalore particolare, perché neicinque anni precedenti solo cin-que erano state quelle messe inbacheca. Ora è appena tornatoda un periodo di allenamento inCina alla scuola del suo allenato-re di fiducia Bauer, l’uomo per ilquale recentemente, in piena rot-tura con le indicazioni federali,aveva minacciato di chiudere lacarriera, se non addirittura cam-biar bandiera e mettersi a tirareper gli Emirati Arabi.«Se decidi di smettere, cerca difarlo senza portarti dentro ilsenso del rimpianto», così avevadetto papà Mario Aldo al figlio,dopo che questi era stato straor-dinario negli assalti che avevanodato all’Italia il bronzo a squa-dre, dando lezione al russo, cin-que volte Campione del mondo,Pozdnyakov; un bronzo che avevain parte narcotizzato la delusionedell’individuale. Parole che devo-no essersi scolpite più di altrenella testa di Aldo. I giochiOlimpici di Londra non sono poi

così lontani e, anche se già hacominciato il suo lavoro diapprendista in cantiere, sta dimo-strando di esserci ancora comeatleta. Con buona pace di quantinon hanno mai visto di buonocchio la “vita spericolata” dellosciabolatore dal capello selvag-gio che per primo si è concesso aun reality, che ha riempito lepagine del gossip, che ha scolpitoi poster con i suoi pettorali eaddominali in rilievo. Con buona pace di quanti, maga-ri per banale invidia, hanno diffi-dato dell’atleta che ha fatto e fastrage di cuori femminili. Primala sua storia con Manuela Arcuri,oggi il rapporto con AntonellaMosetti. Un rapporto che vede Aldo tal-mente preso da fargli dire d’esserpronto al ruolo di padre. Un figlio insomma tra i suoi desi-deri di questi tempi, un figlio ilche significa rigorosamente l’es-ser maschio, il che significa rigo-rosamente di nome Mario Aldo, ilche significa rigorosamente scia-bolatore.

Aldo Montano junior è, proba-bilmente, il Commendatore piùscapigliato della storia dellaRepubblica. Il suo talento di scia-bolatore è qualcosa di geneticoche si perde nel tempo di unosport glorioso come la scherma edi una famiglia che ha appenafesteggiato, lo scorso anno, ilcentenario di un cantiere nauticofondato nel 1908 in quel diLivorno da Tommaso Montano.Dopo il capostipite, una serie diMario, di Aldo, di Mario Aldo dafar perdere la bussola genealogi-ca. La sciabola come ideale stem-ma di famiglia. Aldo Montanosenior, due medaglie d’argentoolimpiche a squadre, Berlino 36 eLondra 48.Suo figlio, Mario Aldo detto “Mauzzino”, oro a squadre aMonaco 72, argento a Montreal76 e Mosca 80. Poi lui, Aldo ilbello, figlio di Mario Aldo, oronell’individuale ad Atene 2004 ebronzo a squadre a Pechino 2008.Di lui qui si parla nel ritrovarloatleta più competitivo che mai,per i due recenti successi in

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Il GUASCONEnon molla

Cento domande ad Aldo Montano, lo spadaccino d’orodi Atene che sulla strada per Londra è tornato vincente

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soldi del monopoli42) Essere innamorati:riempe la vita 43) Il passare degli anni:et la vie

le preferenze44) Ora: 1745) Giorno: venerdì46) Mese: giugno47) Stagione: primavera/estate48) Numero: tre49) Lettera: A50) Vacanza: Maldive51) Città italiana: Livorno52) Città straniera: Miami53) Nazione: Italia tutta la vita

il palato54) Aperitivo: Negroni55) Antipasto: Tartare di tonno56) Primo piatto:spaghetti alle vongole57) Carne: filetto alla griglia58) Pesce: orata al forno59) Formaggio:nessuno, sono allergico. Se lomangio muoi, peggio della crip-tonite per superman

aver sempre ragione18) Desideri:poter correre con una F119) Complesso:perché ne dovrei avere?20) Superstizione: se nonvesto uguale alle gare portamale21) Modo di vestire: fico22) Mezzo di locomozione:viva la macchina23) Ora della sveglia: dipende24) Ora del sonno: dipende

curriculum25) Prima gara vista: l'ultimagara del mio babbo26) Prima gara disputata: campionato provinciale 198527) Prima soddisfazione: primo campionato italiano dicategoria 199028) Prima maglia azzurra:1994, coppa del mondo 17°29) Prima maglia tricolore: 199030) Primo mondiale: assoluto2002 31) Prima Olimpiade: 200432) Prima medaglia d'oro: dove? In coppa 200333) Gara più spettacolare:olimpiadi 200434) Emozione più grande: olimpiadi 2004 35) Delusione più grande: tutte le gare perse: le sconfitteservono a costruire una vittoria

che effetto fa36) Essere un personaggio: mi diverte e mi arricchisce 37) Il dolore fisico: male!? 38) Un complimento vero: emozione, soprattutto se dettoda qualcuno che stimi39) Un complimento falso:sti cavoli!40) Vivere in quest’epoca:è molto difficile per i giovani41) Il denaro:buono! Basta che non siano

chi sei?1) Nome e cognome: Aldo Montano2) Data e luogo di nascita: 18/11/78 Livorno3) Segno zodiacale:Scorpione4) Altezza: 184 cm5) Peso: 82 kg6) Numero di scarpe: 437) Capelli: castani8) Occhi: verde/marroni, pernon dire marroni9) Stato di famiglia: celibe10) Domicilio: Livorno, Roma,Pechino, boh!11) Studi: superiori, qualcheesame di economia e commercio12) Lingue straniere: inglese,spagnolo, francese, livornese

profilo13) Carattere: socievole14) Qualità dominante: allegria15) Difetto dominante:sono un permaloso 16) Hobby: tutto ciò che ha ache fare con il mare17) Mania:

Montano con il tatuaggio dannunziano

Montano fa conoscere al mondo il prefisso di Livorno (foto GMT/Mezzelani)

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95) Vittoria più bella:la mia96) Sconfitta più incredibile: Hamilton ultimo gran premiodue anni fa97) Avvenimento privato:se è privato non si può dire

per concludere98) Chi sono stati i tuoi allenatori: Culetto italiano,Sydik russo, Bauer francese99) Qual è il tuo motto prefe-rito: memento audere semper100) Definisciti in pocheparole: dopo che mi avete fattostare due ore davanti al com-puter traete le vostre conclusio-ni, no!?…. Che ho risposto afare sennò?! Vale la pena dilottare solo per le cose senzale quali non vale la pena divivere. E. Che Guevara l

78) L'attore straniero:Al Pacino79) Il presentatore:Jerry Scotti

i ricordi d’infanzia80) La favola: barbapapà81) Il gioco: lanciare i cachidal terrazzo ai passanti82) Il disegno:non so disegnare, cavolo!83) I genitori: vacanza a Lipari84) Il buio: paura bestiale85) La scuola: un peso86) Gli insegnanti:forai quattro gomme ad unaprof stronza87) L'età decisiva: ventidue

il meglio di sempre88) Il libro: Dracula89) Il film: Il gladiatore90) Il disco: raccolta di Vasco91) Lo show televisivo:le iene92) Avvenimento sportivo:Olimpiadi93) Campione italiano:mio babbo94) Campione straniero:Cassius Clay

60) Frutta: cocomero61) Dolce: meringato62) Vino: solaia (Bolgheri)63) Liquore:non gradisco pre-ferisco continuare a vino

la cultura64) Lo scrittore: Paulo Coelho65) Il fumetto:non mi sono mai piaciuti66) Il poeta: Dante67) Il pittore: Fattori68) La musica:un po’ di tutto69) Lo scienziato:Albert Einstein70) L'uomo politico:Winston Churchill71) La scienza:medica72) Il quotidiano:Il Tirreno

gli svaghi73) Il cantante: Vasco74) L'attrice italiana:Margherita Buy75) L'attore italiano:Carlo Verdone76) Il comico italiano:Benigni77) L'attrice straniera:Angelina Joile

Spade, donne e motori…

Esultanza targata Montano

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di Marisa Muzio

La letteratura scientifica dimo-stra non solo una relazionepositiva e diretta tra la presta-zione agonistica e le abilitàmentali, ma anche la loro alle-nabilità. Presupposti da cui partono gliatleti più evoluti, che da anniricorrono, per ottimizzare lerisorse psicofisiche, a tecnichedi preparazione mentale. Sonoin grado di porre precisedomande alla psicologia: si con-frontano con termini quali goalsetting (pianificazione a breve,medio, lungo, termine), impara-no il self talk (linguaggio inter-no), o ricorrono, guidati, all’usodell’imagery. Più scettico l’am-biente, non sempre disponibilea un coinvolgimento diretto.Eppure, restano parecchi i“casi” di sportivi di alto livelloche scoprono il valore dellatesta e la sua capacità di fare ladifferenza.

Asafa PowellHa firmato quattro record,migliorando il primato mondialesui 100 m tra il 2005 e il 2007.Ma non ha mai vinto nèOlimpiadi nè Mondiali. Da sem-pre è considerato la “promessa”della velocità, eppure nelle gareche contano c’è sempre qualcu-no più bravo di lui.Asafa Powell ci ha ormai abitua-to ad alti e bassi del genere: vit-

torie contro il tempo e sconfittebrucianti proprio quando c’è inpalio la medaglia. Il dubbio che il fattore “testa” siadeterminante sorge ai Mondialidi atletica di Osaka nel 2007. Ilsuo rivale numero uno, nell’oc-casione, è Tyson Gay. Powell losoffre, non regge la pressionedel confronto, arriva al traguar-do addirittura terzo. Otto giorni dopo, al meeting diRieti, Powell stabilisce il nuovorecord del mondo: 9’’74. Unarinascita difficile da spiegare,parlando esclusivamente in ter-mini tecnici.La storia si ripete a Pechino:alle Olimpiadi la grande sfidaannunciata sui 100 metri è quel-la tra Powell e Bolt. Cambia l’av-versario di turno, resta la pres-sione psicologica, che Powellnon regge, finendo addiritturaquinto. Neanche sul podio.Passano due settimane, GrandPrix di Losanna: Powell rinascenuovamente, fissando il suonuovo record personale, 9’’72,secondo miglior tempo di sem-pre.

Federica PellegriniQuella di Federica Pellegrini èuna vicenda analoga. Storiarecente che affonda le sue radi-ci nel passato. Venerdì 6 marzo2009, batterie mattutine dei 400sl: la Pellegrini è già sui blocchidi partenza quando abbandona

Spesso non basta allenare muscoli e tecnica per riuscire a vincere.Marisa Muzio, nota psicologa dello sport, spiega l’importanza della

mente e come spesso sia questa a fare la differenza anche tra i campioni

Ha perso laTESTA

Marisa Muzio, già azzurra di nuoto,è psicologa, formatore in ambitosportivo e aziendale, counselor disquadre nazionali e di atleti di altolivello. Presidente di Psicosport Srl eResponsabile Scientifico del CentroStudi e Formazione in Psicologiadello Sport, ha ideato il primoMaster in Italia in Psicologia delloSport, oggi alla sedicesima edizione.Ha di recente vinto il Premio“Psicologo dell’anno 2008” (OPL),per meriti acquisiti nell’ambito dellaPsicologia dello Sport

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sport.Se questo èlo scenariodello sportdi alto livel-lo, il mondodilettantisti-co e giova-nile occupaquotidiana-mente lepagine deigiornali coni suoi “pic-coli” casi.Dal “farwest” diTerracina,dove ungenitore siè presenta-to armatoalla partitadi calcio delfiglio, alcoach diD a l l a saccusato diaver spro-nato le sueg i o c a t r i c isedicenni aumiliare leavversarie.Per nonparlare di quei genitori, in Cina,che fanno correre o nuotare ifigli in condizioni disumane,nella speranza di allevare incasa i futuri campioni olimpici.Un mondo dello sport da rico-struire, una cultura di sport dadiffondere partendo dalle basi.Dall’educazione degli educatori.Premesse da cui è nata, aMilano, l’iniziativa di Parents’School promossa daPsicosport: cicli di incontri sera-li, sul modello americano, dedi-cati a genitori, allenatori, istrut-tori. A coloro che, per lavoro oper passione, insegnano losport ai ragazzi. Si chiama“Scuola dei Genitori”, e negliStati Uniti è già una realtà: inalcuni campionati, addirittura, iragazzi non vengono convocatidall’allenatore se i loro genitorinon hanno presenziato agliincontri. Modelli positivi da

la vasca per un malessere, si par-lerà di attacco di panico. È la terzavolta in quattro mesi, dopo i ritiri diGenova e Viterbo. Il giorno dopo, sabato 7 marzo2009, completamente recuperata,disputa le batterie e la finale dei100 sl: li domina in 53’’55, il nuovorecord italiano. Prestazioni eccel-lenti e controprestazioni: era giàsuccesso alle Olimpiadi diPechino. Partita da favorita nellafinale dei 400 sl, era arrivata soloquinta. Due giorni dopo, il 13 ago-sto 2008, stabilì il record delmondo sui 200 e vinse l’oro.

***Le storie di Asafa Powell e diFederica Pellegrini sono prove diquanto la testa possa influenzarela performance sportiva: capacitàdi concentrarsi, di gestire lo stresse la pressione della gara. Ma nonsolo: si parla anche di attenzione,motivazione, controllo delle pro-prie risorse emotivo-cognitive. Unatleta che decide di allenareanche la testa acquisisce unbagaglio enorme di abilità che,ancora oggi, sono ai più scono-sciute.

Due esempi di teste vincentiPurtroppo si tende a chiamare incausa il fattore mentale soltantoquando emergono casi come que-sti. Ma il mondo dello sport èaltrettanto ricco di esempi “positi-vi”. Due recentissimi.22 marzo 2009, Valentina Vezzaliraggiunge la 63ª vittoria in Coppadel Mondo, nell’anno post-olimpi-co: alle spalle – lei dichiarerà –impegni extrasportivi e un allena-mento non del tutto adeguato. 23 marzo 2009, Rafael Nadal siaggiudica il Masters di IndianWells, tredicesimo successo dellasua straordinaria carriera. Vincecontro Murray e contro le condi-zioni atmosferiche poco favorevo-li. Sono due vittorie anche dellatesta, di atleti capaci di nonaccontentarsi mai, di fissare pianidi goal setting con obiettivi sem-pre più ambiziosi, di trovare moti-vazioni e dimostrare durezzamentale.Genitori e allenatori a scuola di

importare e imitare.A Milano, questa speciale catte-dra è stata affidata a SandroGamba, un “professore” delbasket (per anni CT dellaNazionale Italiana, dopo unastrepitosa carriera da giocatorenell’Olimpia; oggi Hall of Famedel basket e Testimonial diMilano Capitale Europea delloSport 2009) impegnato nellapromozione dei valori sani dellosport, come mezzo di educazio-ne e integrazione. A stretto con-tatto con la realtà statunitense(è anche selezionatore dellaRappresentativa Under 20 –Resto del Mondo, che ognianno sfida i migliori talenti USAnell’Hoop Summit), coachGamba ha portato in Italia unmodello che ha affascinato diri-genti e allenatori di società lun-gimiranti. Anche questo è inve-stire nello sport.

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Il Bollino AzzurroProprio dalla risposta degliaddetti ai lavori è nata l’idea del“Bollino Azzurro”, una certifica-zione che dia credito a quellesocietà che si impegnano a dif-fondere la cultura di sport. Nonsolo a parole, ma anche con ifatti. Perché il Bollino Azzurroviene rilasciato soltanto se lasocietà sportiva aderisce aduna speciale “Carta dei Valori”che riporta i principali comanda-menti del corretto comporta-mento genitoriale.“Incoraggiatelo, ma non allena-telo. Per quello c’è già il coach”;“Non opprimetelo con il vostropassato sportivo”; “Non diteglimai che vincere è l’unicacosa”… alcuni spunti da cui par-tire.Tante le società sportive chehanno compreso l’importanza diinvestire sull’educazione, maanche sul benessere psicologi-co dei loro ragazzi. Di fronte allosbocciare di giovani promesse,lavorano per riconoscerle, cre-scerle, fornire loro mezzi e con-

testo ideale per esprimersi almeglio. Emblematica l’attività di ricercadel nostro Centro Studi che haattuato uno studio presso il set-tore giovanile dell’Inter, per indi-viduare le caratteristiche psico-

logiche, oltre a quelle tecniche emotorie, che rendono “speciale”un piccolo campione. Le pre-messe da cui partire, lavorandocon interventi mirati e incontriformativi che coinvolgono anchegli istruttori e le famiglie. l

l

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IL MASTER IN PSICOLOGIA DELLO SPORTSedici anni di esperienza fanno del Master in Psicologia dello Sportdi Psicosport lo strumento ideale per acquisire competenze psicolo-giche in campo sportivo.

Rivolto a psicologi, laureandi in psicologia, allenatori, preparatoriatletici, medici, dirigenti e atleti, affronta tematiche quali la gestionedello spogliatoio e le dinamiche di squadra, dal settore giovanile alprofessionismo.

E ancora: motivazione dei giocatori, tecniche di mental training, lea-dership e team building, recupero dell’atleta infortunato, handicap esport, flow e intelligenza emotiva.

Un programma che si sviluppa in aula e sul campo, attraverso labo-ratori permanenti, osservazioni guidate di allenamenti ed eventi spor-tivi, o grazie alle docenze di Marisa Muzio, psicologa e counselor diatleti di alto livello, e di Sandro Gamba, coach della nazionale dibasket, argento olimpico nel 1980, oro agli Europei di Nantes del1983, Hall of Fame 2006. Con loro, un team selezionato di psicologi,esperti e testimonial sportivi d’eccezione, per una formazione inten-sa in metodi, tempi e contenuti.

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Valentina Vezzali, una testa supervincente come quella di Rafael Nadal (fotosopra). Invece per Asafa Powell (pagina precedente) record sì, vittorie no

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di Marcello Faina e Dario Dalla Vedova

costumi supertecnologici,supergalleggianti, superscivolo-si, superstringenti. E supervelo-ci. Così titolavano i giornali ditutto il mondo più o meno unanno fa, a poche settimanedalla cerimonia di aperturadell’Olimpiade dei record diPechino. Mentre nel nuoto crol-lavano record dopo record eatleti e federazioni nazionaliprendevano posizione pro ocontro, tecnici e scienziati s'in-terrogavano su come potesseavvenire il prodigio. IntantoSteve Wilkinson, papà di que-st’oggetto misterioso e ingegne-re della Nasa, dichiarava chedietro a quei pochi, magici, cen-timetri quadrati capaci di regala-re risultati eccezionali c’eranodecine e decine di materiali e ditest fatti su lastre d'alluminionella galleria del vento a bassavelocità e rivoluzionava così persempre uno degli ultimi sport incui il fattore tecnologico eradecisamente secondario rispet-to a quello umano e atletico. Maper quale motivo l’uomo non rie-sce a ottenere con la sua pelle,quella che gli ha fatto madrenatura, gli stessi risultati?Perché deve rivestirsi di unacorazza sintetica per nuotarepiù veloce? Perché non va più

bene il vecchio e semplicecostume a slip? Poco tessuto,pochi secondi per indossarlo,poco prezzo e vinca il migliore.Invece no: ora servono materia-li sofisticati, ricerche al limitedella fantascienza, decine diminuti per indossare un oggettoche tutto sembra tranne che uncostume e che, dopo una deci-na di utilizzi, perde quelle suemagiche qualità. Per capire la rivoluzione che si èrecentemente compiuta nelnuoto, perché tanti soldi sonostati investiti in quella che allafine è divenuta una vera e pro-pria guerra tecnologica oltre checommerciale, bisogna primacapire come fa un uomo a muo-versi nell’acqua, cosa succedequando nuota. La prima cosa danotare è che se ci sdraiamo sul-l’acqua e facciamo “il morto”,non affondiamo. Archimede, ilgrande scienziato siracusano,capì il perché oltre duemila annifa: un corpo immerso in un liqui-do riceve una spinta dal bassoverso l’alto pari al peso del volu-me di acqua spostato. Poiché ilpeso del nostro corpo è inferiorea quello di un pari volume diacqua (in altri termini siamo piùleggeri dell’acqua e ci compor-tiamo sull’acqua come fa l’olio)

I supercostumi al poliuretano hanno rivoluzionato il nuoto, ridimensionandoil fattore umano: i primati cadono a centinaia. Ma il segreto dov’è?

I nostri esperti ce lo spiegano analizzando quello che avviene quando un atleta si muove sulla superficie dell’acqua

Pelle di squalo, strato limite,micro bolle d’aria, numeri diReynolds, regime turbolento,principio di Archimede, dopingtecnologico, nanotecnologie,poliuretani, tessuti pannellati,resistenze d’attrito e resistenzedi forma, termosaldature, super-

Marcello Faina è Specialista inMedicina dello Sport ed in Malattiedell’apparato respiratorio. E' respon-sabile dell’Unità di Scienza delloSport dell’Istituto di Medicina eScienza dello Sport di CONI Servizi.Tra gli altri incarichi più significativi:professore incaricato di “Valutazionefunzionale dell’atleta” nelle Scuole diSpecializzazione in Medicina delloSport della Università Statale diRoma, dell’Università Cattolica diRoma, della II Università di Roma,Tor Vergata e dell’Universitàdell’Aquila.

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Mamma, dove hai messo lo

SLIP?

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scire a scavalcare l’onda e aplanarci sopra (ma questo èun’altra storia), si naviga sem-pre in salita.Esistono formule e simulazioniche mettono in precisa correla-zione matematica la lunghezzaal galleggiamento di uno scafo,o di un corpo, con la massimavelocità ottenibile tra l’onda diprua e quella di poppa.Sfortunatamente nel caso di uncorpo umano possiamo peròfare ben poco per migliorarequesti fattori. Infatti, la pelle èl’organo umano di dimensionimaggiori e mediamente ha unasuperficie di circa 1,5 – 2 m2.Anche sulla forma possiamoagire poco: testa, tronco, gambee braccia non possono cambia-re, così come le onde che sigenerano dietro e ai lati. Certoun corpo lungo e affusolatopotrebbe avere qualche vantag-gio per quanto riguarda le onde,come i polinesiani hanno capitoda tempo immemorabilecostruendo le loro canoe; levelunghe potrebbero essere utiliper trasferire meglio la forzaall’acqua, ma un corpo siffatto èanche magro e il grasso, si sa,galleggia meglio e quindipotrebbe garantire qualche van-taggio. Braccia e gambe poi,essendo il prodotto di milioni dianni di evoluzione finalizzata almoto terrestre, non sono certo

sioni intorno al corpo stesso,ecc. Il nuoto poi si pratica in unodi quei posti strani e interessan-ti da studiare che è la zona diseparazione tra due fluidi concaratteristiche molto diverse traloro: l’aria e l’acqua. Infatti, laseconda è circa venti volte piùdensa della prima ed è impossi-bile muoversi sulla sua superfi-cie senza generare onde, cioèquel fenomeno che la Fisicaspiega come trasferimento dienergia. Una nave che si muovein acqua, e un nuotatore non faeccezione, genera un’ondadavanti alla sua prua ed unadietro alla sua poppa. Dal puntodi vista pratico questo significache, a meno di non avere cosìtanta potenza disponibile da riu-

siamo spinti verso l’alto. InNatura però nulla è gratis: il flui-do che ci sorregge “frenando”l’azione della gravità per lo stes-so motivo ci rallenta anchequando vogliamo muoverci.Però mentre l’effetto finale diquesto fenomeno è esperienzacomune a tutti e facile da verifi-care, basti pensare a quanto èfaticoso correre nell’acqua, ilmotivo per cui tutto ciò accade èmolto più complesso da analiz-zare e comprendere. Infatti, laFisica insegna che esistonotanti tipi di resistenza all’avanza-mento, attriti, freni che vanifica-no parte dei nostri sforzi quandovogliamo muoverci trasforman-doli in calore e vortici. Nel caso del nuoto dobbiamoanzitutto ricordare la resistenzadi superficie e quella di forma.La prima è abbastanza intuitiva:quanto più grande è una super-ficie bagnata dall’acqua, tantomaggiore sarà la resistenza chequesta incontrerà nel muoversi. Ormai, soprattutto grazie almondo dell’automobile, abbia-mo familiarità anche con il con-cetto di resistenza di forma, cioèdi corpo aerodinamico (nel casodell’acqua, idrodinamico). Unsolido fatto a forma di gocciasarà meno frenato nel suo motorispetto a uno a forma di cuboed anche il tipo di superficie,liscia o rugosa per esempio, puòalterare la resistenza “aero edidrodinamica”. Anche qui i moti-vi sono tanti e complessi evanno dalla forma e la dimen-sione della scia che si crea, alladistribuzione di velocità e pres-

Filippo Magnini sogna il tris mondiale con il costume high-tech

Michael Phelps con il suo “costumone” Speedo

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gli organi più efficaci per trasfe-rire la forza muscolare all’ac-qua: basta provare un paio dipinne per capire la differenza.Inoltre, quando nuotiamo, nonsiamo paragonabili a una naveche è un corpo rigido, ma anzimodifichiamo continuamente lageometria del nostro corpo ren-dendo, se possibile, il tuttoancora più complicato da com-prendere.Dunque, dove e come si puòagire dall’esterno, cioè sopra lapelle umana, per ridurre, mentresi nuota, la resistenza all’avan-zamento in acqua? Cosa puòaver cambiato il nuovo costumeper far fare in un mese un balzoin avanti nei tempi di gara pari aquelli compiuti negli ultimi 20anni (per lo meno nei 100 msl)? I ricercatori di tutto il mondo, etra questi anche quelli dellaFederazione Italiana Nuoto edel CONI, fin dalle settimaneprima dei Giochi di Pechino,hanno cominciato a studiare e acercare di capire.Il nuovo costume cambia lasuperficie bagnata, migliorandola galleggiabilità del nuotatore?In realtà l’ipotesi che il costumefosse più leggero è stata subito

consistenza del costume abbiaun effetto sul funzionamento deimuscoli. Infatti, quando i musco-li sono compressi, potrebberisultare facilitato il ritorno delsangue al cuore con conse-guente maggiore efficacia delcircolo sanguigno sotto sforzo(fenomeno possibile nella corsa,quando le gambe sono a unlivello più basso del cuore,meno importante nel nuoto dovegambe e cuore sono alla stessaaltezza).Quale che sia la ragione, essa ècertamente legata alle caratteri-stiche meccaniche del tessuto,perché questi costumi duranopoco, nel senso che dopo esse-re stati indossati una decina divolte perdono molti dei loropoteri magici tanto da non esse-re più conveniente utilizzarli ingara. Un’ultima nota curiosa cheforse pochi conoscono: in que-sta guerra tecnologica c’è moltaItalia. Infatti, allo stato attuale ilprimato di velocità in acqua èconteso tra due aziende, una èitaliana di Vigevano (Pavia) chefino a poco più di un anno fa sioccupava di tutt’altro. Poi lalunga competenza nella lavora-zione del poliuretano e moltapassione hanno fatto il resto.L’altra azienda è una multinazio-nale con filiali in tutto il mondoche per i suoi costumi di eleva-tissime prestazioni si avvaledella collaborazione di una dittadi Erba (Como) con una lungastoria di innovazioni e successinel mondo dello sport.Entrambe hanno dichiarato diavere ancora molte novità dapresentare da qui a Londra2012, e la sfida continua… l

scartata, così come èconsiderato poco proba-bile che il costume, perla sua forte aderenza,intrappoli delle bolled’aria tra la pelle e il tes-suto rendendo l’atletapiù “leggero”.Dov’è il allora il vantag-

gio, forse nella forma,cioè nell’idrodinamica?A questo proposito èinteressante notare cheil medesimo costumenon ha lo stesso effettosu atleti diversi, su stilidiversi, su lunghezze digara diverse. Più le garesono brevi e veloci emeglio funziona. Ciò fapensare che l’effettomaggiore sia rappresen-tato proprio dalle carat-teristiche idrodinamiche,cioè dalla capacità delcostume di ridurre l’attri-to che l’acqua crea scor-

rendo lungo il corpo umano.Infatti, alle velocità maggiori taleattrito è più forte e una sua ridu-zione avrebbe effetti più sensibi-li. Ma anche in questo caso,cosa cambia? Non certo laforma del corpo umano, comeabbiamo detto in precedenza:Per la verità qualcuno ha pensa-to che i nuovi costumi, essendopiù rigidi, possano renderemeno flessibile il corpo umanoe, dunque, “cambiare” la suaforma avvicinandolo a quello diun siluro (per capire il concetto,basti pensare a come risulta piùschiacciato il seno delle ragazzecon il nuovo costume rispetto aquelli della vecchia generazio-ne). Ma anche questa ipotesiappare un po’ “forza-ta”.Dunque, il maggioresospettato è il tipo disuperficie, che facilite-rebbe lo scorrimentodell’acqua o che ridur-rebbe la scia che ilnuotatore crea ed èper lo più su questaipotesi che stannocontinuando gli studi elo sviluppo. Per terminare, si èanche pensato che la

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il francese Bousquet, siluro mondiale nei 50 sl ,con il costume italiano Jaked

Federica Pellegrini ha scelto il costume dellaMizuno

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di Renato Manno

funzionare. Ma esistono, nellavita di ogni giorno e negli sport,notevoli differenze secondo ilcontesto in cui un movimento èrealizzato. Ad esempio, rag-giungere un luogo in uno spaziotranquillo comporta un'operazio-ne in cui la parte più importanteè l'inizio stesso del movimento.Invece, in una situazioneambientale più complessa, l'im-portanza del movimento, anchese gli elementi base sono glistessi, può cambiare notevol-mente. Immaginiamo che perraggiungere un luogo si debbaessere costretti ad attraversareuna strada trafficata: il problemapiù importante diventa non solo“cosa fare”, ma “quando” perevitare un'autovettura in arrivo.Il “quando” comporta quindi unadecisione, un lavoro mentaleche diventa sempre più com-plesso. In molti casi, come ad esempioquando giocando a calcio ci sitrova dentro l'area di rigore osottocanestro nel basket, oppu-re ci si confronta con un altrojudoka o lottatore o karateka, lasituazione è complessa e il"cosa" e il "quando" diventanodue elementi necessariamentecollegati.Quando l’ambiente in cui agia-mo non è facilmente prevedibi-le, cambiano alcune componen-

ti e le abilità che abbiamodescritto nel precedente articolosi articolano in due grandi fami-glie, abilità aperte, come quelleprima descritte, e abilità chiusequando l’ambiente è stabile,dall’inglese “open skill" e "clo-sed skill”.Negli sport di combattimento,che sono "open skill" per eccel-lenza, la situazione si caratteriz-za per una marcata incertezza,e in essi normalmente prevalel’atleta che crea la maggior diffi-coltà situazionale all’antagoni-sta. Inoltre il confronto è diretto,la mutevolezza della situazioneè determinata dall’interazionemotoria oppositiva tra i due atle-ti che attivano comportamenti(attacchi, combinazioni, difese,finte) finalizzati al conseguimen-to della supremazia.Nei giochi sportivi il problema sipone negli stessi termini: il livel-lo d'incertezza è, come neglisport di combattimento, accen-tuato anche qui dalle finte degliavversari e dal fatto che è ungioco di squadra, il che non puòche far aumentare la complessi-tà. In questo caso il patrimoniotecnico-tattico di ogni atleta sicollega con la sua squadra epuò diventare collettivo comenegli schemi tecnico-tattici diuna formazione.Quando le abilità sono "open",

Il professor Manno completa l’analisi sull’apprendimento dei gesti tecnici, illustrando le difficoltà che si hanno negli sport di squadra e

soprattutto in quelli da combattimento, dove è necessario muoversi velocemente in spazi ridotti. Allora entra in gioco anche la tattica

E’ un COLPO da ko

Il prof. Renato Manno è docente diMetodologia dell'allenamentoall'Università Cattolica di Roma eall'Università dell'Aquila e pressol’istituto di Medicina dello Sport diRoma dove è anche responsabile della formazione

Abbiamo visto nel numeroprecedente che cosa è la tecni-ca sportiva in termini generali ecome avvengono i processi delsuo apprendimento e qualisistemi la regolano o la fanno

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essere automatizzati, ma poi-ché l'imprevedibilità di questisport è elevata, è necessarioche fin dall'avviamento a ungioco sportivo come può esserela pallavolo, il giovane atleta vaabituato a trovare una soluzionea ogni risposta o fondamentale,battuta a parte. Lui applicheràsempre, in modo relativamenteinatteso, un bagher o unaschiacciata. Va poi costruitaun'arborizzazione di ogni tecni-ca di base, applicando una pro-gressione di difficoltà, aggiun-gendo elementi di complessità,di velocità, d'incertezza in modopressoché ininterrotto fino all’al-lenamento di massimo livello. Nel movimento degli sport disituazione, ancor di più chenegli sport ad abilità chiusa, letappe della prestazione nel suocomplesso o azione motoria sipossono identificare in tremomenti:1) La finalità del movimento;

si possono definire anche abilitàtattiche e fanno parte dellagrande esperienza dell’atleta,ma anche dell’allenatore.Le differenze che si possonoidentificare fra sport individuali a"open skill", come gli sport dicombattimento, e gli sport disquadra è lo spazio che neiprimi è più limitato: la velocità incui le azioni e reazioni avvengo-no è più alta e le due cose sonocollegate. I pugili ad esempiosono estremamente ravvicinatie i loro colpi devono essere i piùrapidi possibili; non solo, madevono sopprimere i movimentipreparatori per evitare di “telefo-nare” all’avversario le loro inten-zioni, le loro velocità di reazionesono le più elevate anche di unagamma inferiore ad altri sport dicombattimento come il judo o ilkarate.Nei giochi sportivi, come adesempio a centrocampo nel cal-cio, i tempi delle azioni possonoessere molto più lunghi, i tempidelle operazioni cognitive sonomolto più lenti; gli spazi dellapallavolo invece sono più ridottie in altri momenti, negli stessigiochi sportivi, vi sono fasi assairavvicinate ed estremamenteveloci, come in area di rigoreper il calcio o sottocanestro nelbasket.Si è già specificato che la ripeti-zione del movimento è il mezzopiù importante per l’apprendi-mento motorio, ma quando glisport richiedono situazionivariabili e imprevedibili, bisognaarricchire la tecnica delle ripeti-zioni in situazioni reattive evariate, cioè bisogna ambienta-re la tecnica in una situazione diattacco o risposta, o combina-zione delle due, secondo oppor-tune metodiche che vanno dalsemplice al complesso, dal faci-le al difficile, dal conosciuto alnon conosciuto, molte dellequali determinanti ai fini dellaformazione tecnico-tattica del-l’atleta e quindi delle possibilitàdi vittoria.Nell’allenamento di tali sport latecnica e tattica si saldano, ifondamentali tecnici devono

2) Il programma di movimento;3) L’esecuzione del movimento.La finalità del movimento è deci-sa dopo l’analisi dell’ambiente:in una situazione variabile,come nei giochi sportivi o neglisport di combattimento, la velo-cità con cui si riconosce unasituazione tecnica scatenanteun attacco è determinante edipende anche da quanto l’atle-ta è stato allenato a essere abilein questa fase. Nella pratica èpossibile pensare che esista unallenamento specifico situazio-nale da sviluppare molto preco-cemente. Il primo punto da deci-dere è cosa ottenere, poi èdeterminante decidere “cosafare” in base a ciò che l’atleta haimparato nell’allenamento diret-tamente dalla finalità; l’esecu-zione del programma di movi-mento cioè della tecnica giàappresa, quale terza fase è con-seguenza della scelta, l'esecu-zione della tecnica dipende dal

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livello di maestria raggiunto, maanche dal livello di efficienzadelle capacità condizionali, lavelocità e la forza per la rapiditàdel colpo e la resistenza nelnumero delle volte di applicazio-ne delle tecniche e della forza eprecisione nelle diverse fasi.

Le tappe dell’apprendimentotecnicoL’apprendimento tecnico evolvein modo graduale, il padroneg-giamento della tecnica cresce infunzione della pratica, quindidelle ripetizioni totali realizzatenelle condizioni di allenamentoe di gara. Secondo il classicoschema di Meinel Schnabel(1984) vi sono tre tappe:a) La prima: fondamentale ogrossolanab) La seconda: finec) La terza: disponibilità variabi-le. Tali tappe si raggiungono conuna velocità che varia secondoil bagaglio motorio dell’atleta,del suo talento e del suo impe-gno.

La prima tappa ècaratterizzata dallacomprensione edesecuzione dellastruttura base dellatecnica; tale tappadeve essere aiutatada una forte com-ponente esplicativae dimostrativa;deve essere moti-vante, ciò avvieneoltre che con unclima pedagogicoopportuno, anchecon proposte tecni-che che sianoaccessibili dall’allie-vo, sia con le suecapacità di forzache di coordinazio-ne, in tale tappal’atleta riesce a ese-guire l’insieme del-l'abilità in modosostanz ia lmentecorretto. La seconda tappa èla fase in cui sicomincia ad assimi-lare il movimento

attraverso un affinamento e unadifferenziazione delle variecomponenti tali da considerarela tecnica automatizzata; ilmovimento però può perdere divelocità e di precisione sedisturbato da fenomeni internied esterni (fatica, tensione emo-

tiva, agonistica, intensità parti-colarmente elevate).La terza tappa prevede una taleautomatizzazione da rimanereefficace anche in condizioni ditensione, di fatica, mantenendoun'elevata capacità di utilizzareal meglio le energie anche infase di stanchezza marcata. Il principale scopo è la riuscita eil raggiungimento dell’obiettivoanche in condizioni fortementevariate, o nuove, è definitodisponibilità variabile.

Le tecnica negli sport di situa-zione e di combattimentoLe tappe descritte sono genera-li e sono comuni a tutte le attivi-tà sportive; negli sport di situa-zione e negli sport di combatti-mento è necessario dare il gran-de valore alla fase interpretati-va, che è una fase cognitiva, dicomprensione o “intuizione”,l’ambiente di combattimento èaltamente variabile e necessitadi una continua analisi che per-metta una reazione adeguata.E' chiaro che tale visione hadiverse eccezioni, per esempiol’apprendimento spontaneo cheva usato dall’allenatore, il talen-to che non è possibile definirese non a posteriori e la fortuna,nessuna di queste va trascura-ta, ma una buona preparazioneè la cosa più certa. BuonLavoro! l

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Avendo trionfato in tanti difficiliincontri, nel 1907 si sente prontoa tentare la grande impresa: vin-cere il campionato del mondo,organizzato al Casino di Parigidal quotidiano Les Sports. Il 16dicembre sconfigge in finale ilfortissimo francese Laurent leBeaucairois e conquista il presti-gioso titolo. Gli spettatori italianiimpazziscono di gioia e nel tripu-dio l’orchestra intona la MarciaReale. Appena si libera dal sof-focante abbraccio degli ammira-tori, Raicevich telegrafa al diret-tore della Gazzetta dello Sport,Eugenio Camillo Costamagna (ilcelebre Magno): «Vittoria! Oralieta trionfo abbracciovi pensan-do adorata Italia, mia Trieste».Sono gli anni migliori della lottaprofessionistica e il successo haun’eco notevole, suscitandoentusiasmo incontenibile nelnostro paese. La Gazzetta delloSport apre una pubblica sotto-scrizione per donargli una bellamedaglia d’oro (opera dello scul-tore Giuseppe Cantù) e unacasa automobilistica di Torino gliregala una Junior, sulla qualeGiovanni scorrazza a “folle”

austriaco. Il professionismo glispalanca le braccia e il giovane,allenato e guidato paternamenteda Emilio, comprende che que-sta è la sua strada.Nel gennaio 1902, adAlessandria, si fregia del titoloitaliano dei professionisti, poiraccoglie allori in tutto il mondocreandosi la fama d’“invincibile”.Il 19 febbraio 1905, per esem-pio, si aggiudica a Liegi un tor-neo valido quale campionatod’Europa “schienando” nell’in-contro decisivo il gigantescoserbo Antonich, che lo supera diquasi 40 cm in altezza e di quasi40 kg nel peso.Nel 1906 muore la sorella Bice.Giovanni, considerato un diser-tore per essersi sottratto al servi-zio militare nell’esercito asburgi-co, non può tornare a Trieste;chiede quindi un permesso diquarantotto ore per darle l’ultimosaluto. Gli viene risposto che èaddirittura pronta la grazia, qua-lora accetti di battersi per la glo-ria dell’Austria nei futuri tornei dilotta. Raicevich rifiuta sdegnato,perché mai potrebbe tradire lasua vera patria.

di Livio Toschi

Agli inizi del Novecento Giovanni Raicevich, formidabile lottatore professionista, divenne personaggio popolarissimo. Una notorietà che

gli aprì anche le porte per un’intensa carriera cinematografica

Livio Toschi, architetto, è consulenteartistico e storico della Federazioneitaliana juido, lotta, karate,arti marziali

Una forza

d’UOMOLa FIJLKAM ha intitolato aGiovanni Raicevich il prossimocampionato assoluto di lottagreco-romana per celebrare ilcentenario del suo secondo tito-lo mondiale tra i professionisti.Della carriera sportiva di questoformidabile lottatore si è scrittotantissimo; molto meno della vitaprivata, in particolare delle vel-leità di attore cinematografico.Giovanni nasce il 10 giugno1881 nell’ancora “irredenta”Trieste. Sulle orme dei fratelliEmilio (1873-1924) e Massimo(1879-1915) dedica tutto iltempo libero alla lotta e i risultatinon si fanno attendere: appenasedicenne, infatti, conquista aVienna il titolo di campione

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velocità, procu-randosi guai inserie. Rischiapersino di travol-gere il maratone-ta carpigianoDorando Pietri,fresco reducedal l ’Ol impiadelondinese.In forma strepito-sa, il 16 febbraio1909 vince aMilano un altrotitolo mondiale,prevalendo nellafinale al teatroDal Verme sul“mitico” PaulPons dopo qua-rantasette minutidi lotta spettaco-lare. Il franceseha 44 anni, ma èancora validissi-mo. La longevità agonistica,comunque, non è rara negli atle-ti del tempo, che sembrano fattid’inossidabile acciaio.Il trionfo su Pons consacraRaicevich come il più grande lot-tatore dell’epoca, dotato di forzaeccezionale e tecnica sopraffi-na: ormai è lui l’uomo da battere.Negli anni seguenti, inoltre, sta-bilisce diversi primati mondiali disollevamento pesi “in ponte”; nelsettembre 1913 arriva a cinquealzate consecutive di 153 kg.Smanioso di liberare la suaTrieste, allo scoppio della guerramondiale rinuncia ai ricchi con-tratti per una tournée inArgentina, dove vanta innume-revoli estimatori. Ottenuta la cit-tadinanza italiana, si arruola conil fratello Emilio nel CorpoNazionale Volontari CiclistiAutomobilisti, ben sapendo chesul suo capo pende l’accusa dialto tradimento nei confrontidell’Austria. Prima di partire peril fronte con il grado di sottote-nente, dona alla patria il suo ric-chissimo medagliere, quindisposa la nipote Bice (figlia diEmilio). Ma la sua felicità durapoco, poiché una tragica notizialo raggiunge: Massimo, residen-te in Germania, arrestato mentresi accingeva a rientrare in Italia

per unirsi ai fratelli, è misteriosa-mente deceduto nell’ospedalemilitare di Salisburgo.Giovanni combatte intrepido suimonti Podgora e Sabotino, nelTrentino, sull’Isonzo e sul Piave,ricevendo anche un encomiosolenne alla presa di Gorizia. Indicembre è promosso tenentee il 22 febbraio 1917 è nomi-nato Cavaliere dellaCorona d’Italia.Quando giunge l’or-dine di allontanare gliirredenti dalla lineadelle operazioni,chiede di rimanere alsuo posto e ottienelo scopo grazie alla“raccomandazione”di Badoglio. In otto-bre scampa miraco-losamente alla mortedurante la tragica riti-rata di Caporetto, mal’anno seguente siavvera il sogno dellasua vita: il 3 novem-bre 1918 a Trieste,finalmente liberata,sventola il tricolore.Nel dopoguerra deci-de di riposare suimoltissimi allori spor-tivi conquistati, ma ilcinema lo tenta e lui

Giovanni Raicevich mostra i superbicipiti

Raicevich in veste di attore

non si fa pregare. Nel decennioche va dalla fine del conflittoall’invenzione del sonoro la pro-duzione italiana subisce un tra-collo. Uno dei pochi filoni rimastivitali è quello “atletico-acrobati-co”, come l'ha definito MarioVerdone.Molti campioni dello sport sicimentano con la macchina da

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presa nel cosiddetto “cinemadegli uomini forti”. Tutto ha iniziocon il romanzo Quo vadis?,scritto dal polacco HenrykSienkiewicz alla finedell’Ottocento. Portato per laprima volta sullo schermo nel1913 da Enrico Guazzoni per laCines di Roma, dà vita al pos-sente Ursus, interpretato dalpesista romano Bruto Castellani.Al film Cabiria (1914), diGiovanni Pastrone per l’Itala diTorino, dobbiamo la nascita diMaciste, impersonato dal“camallo” genovese BartolomeoPagano. Ma come dimenticareLuciano Albertini, AlfredoBoccolini, Domenico Gambino,Mario Guaita, la misteriosaAstrea e, soprattutto, il grandeRaicevich?Già nel 1915 Giovanni è statoprotagonista di un documentarioa scopo didattico dal titolo Lottagreco-romana. Nel 1919 gira perla Cines il suo primo film: Il leonemansueto. Viene poi scritturatocon un contratto favoloso dallaLombardo Film di Napoli perinterpretare Il re della forza, Ilcolosso vendicatore, Il pugnodel gigante, Il cavaliere dallalieta figura, L’uomo della foresta(tutti sotto la regia di UbaldoMaria del Colle) e Il club deglistravaganti.Nel film L’uomo della foresta(1922), girato a Capri, Raicevich

di troppi incontri truccati, ma ilnome di Raicevich attira semprela folla delle grandi occasioni.Giovanni non tradisce le attesee vince il Torneo di Roma alSalone Margherita. Il pubblico èin delirio per il campione ritrova-to.Dopo il rientro nel mondo dellalotta Giovanni ed Emilio sotto-scrivono un vantaggioso contrat-to per una lunga tournée inArgentina, che li risolleverebbedal dissesto subito con il cine-ma. Ma nel settembre 1924, inseguito a un banale incidenteoccorsogli in combattimento,Emilio muore a Buenos Aires.Affranto dal dolore, Giovanni ècostretto al ritiro nella finale deltorneo che sta disputando alCasino. Tornato in Italia, nonpuò tuttavia lasciare invendicatala sconfitta contro il possenteHans Kavan: nella rivincitaall’Adriano di Roma, infatti, il 18dicembre 1925 ha ragione deldegno avversario in 57’. Il ducestesso lo riceve in udienza percongratularsi, sebbene nel gen-naio 1926 la sua vittoria vengainspiegabilmente annullata dallaFederazione internazionale deilottatori professionisti, con sedea Berlino. Quasi per risarcirlo del“furto” subito, è nominatoCommendatore.In attesa di affrontare nuova-mente Kavan, Giovanni atterra

come birilli tutti gli avversa-ri che gli si oppongono.Finalmente arriva il giornodella “vendetta”: il 15 otto-bre 1928, ancora al teatroAdriano, in 37’ ottiene unastrepitosa vittoria sulboemo. Raicevich ha 47anni! Poi viene chiamatoad allenare la Nazionale dilotta in vista delleOlimpiadi di Los Angeles1932. Il successo dei nostriatleti gli vale la nomina aCommissario Tecnico, checonserva fino al 1943.Nel 1941 riceve dal duce laStella al Merito Sportivo enel dopoguerra il CONI gliassegna la Medaglia d’oroal Valore Atletico. Muore aRoma il 1° novembre1957. l

impersona Buono, un selvaggiomite, ma dotato d’una forzapoderosa; una specie di Tarzan,insomma. La scena clou lo vedetenere testa a due coppie di toriche dovrebbero squartarlo tiran-do in opposte direzioni le cordealle quali i “cattivi” gli hannolegato braccia e gambe. Il filmriscuote un notevole successopopolare.Il mondo della celluloide affasci-na i due fratelli, che nel 1922decidono addirittura di costituirela Raicevich Film e di aprire aRoma uno stabilimento proprio.La produzione dei primi due film(Il trionfo di Ercole e Un viaggionell’impossibile), però, si risolvein un disastro finanziario, che licostringe a vendere lo stabili-mento e a rinunciare a qualsiasivelleità nel settore.Nel pieno della sua carriera diattore, Giovanni vuol dimostrarea tutti che l’antico vigore non si èspento nonostante i molti annid’inattività. Così motivato, nelfebbraio 1921 stabilisce a Romail record mondiale di spostamen-to da terra con un braccio, solle-vando fino al ginocchio in cro-chetage (ossia con il pollice ade-rente alla sbarra, sotto le altredita) un bilanciere di 207,800 kg.Il 15 febbraio 1924, quasi43enne, torna sul tappeto. Lalotta professionistica è in gravedecadenza, soprattutto a causa

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Raicevich mostrava la sua forza anche nel sollevamento pesi. A 43 anni, dopola parentesi cinematografica, tornò a combattere

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rale. Il tutto senzacontare le giornatededicate alla tesi.La competenza ela costanza deitecnici MartinoGelmini e GianPaolo Peri, e lapassione e tenaciadimostrata da tutti icorsisti, hannoportato questi ulti-mi a sostenere unesame molto al disopra delle com-petenze richiestedal titolo acquisito.La prova scritta èiniziata alle 9,00:composta da quat-tro prove differen-ziate di diecidomande a rispo-sta multipla e duea risposta aperta,è stata completata in pochissi-mo tempo. Dimostrazione evi-dente della preparazione deiragazzi.A seguire i dodici partecipanti alcorso hanno sostenuto unaprova pratica, costituita da untest montato e dalla prova diconduzione di una ripresa.Senza interruzione si è passatial colloquio orale: davanti aduna commissione di tre tecnici,quattro partecipanti alla voltahanno sostenuto un’interroga-zione di 15' ciascuno. Ma nonera ancora finita!Il grande impegno ha portatoalla stesura di una tesi sullacostituzione di un Centro di

Concluso l’impegnativo corso di Chiari per istruttori di Equiturismo CSAIN. Alta preparazione, esito scontato:tutti promossi i dodici partecipanti

A CURA DELLA CONFEDERAZIONE TECNICI EQUESTRI E CSAIN EQUITAZIONE

Equitazione di Campagna, dallaprogettazione alla scelta deicavalli, all’organizzazione ditrekking e lezioni, con una pre-sentazione in Power Point el’esposizione da parte di tutti ipartecipanti (scaricabile dopo laregistrazione sul sito www.csai-nequitazione.it).Tutti gli aspiranti tecnici hannosuperato a pieni voti la sessioned’esame, dimostrando non solocompetenza e passione, maanche un grande spirito di squa-dra. Auguriamo quindi a tuttiloro di continuare su questastrada, consapevoli che lo sportè prima di tutto aggregazione espirito di collaborazione. l

Più si va avanti, più la prepa-razione dei partecipanti ai corsidi formazione organizzati daCSAIN Settore Equitazione saledi qualità. Il 26 aprile si è concluso il Corsoper Tecnici di EquiturismoCSAIN presso le strutture delCentro Ippico CTE Lombardia diChiari, Brescia. Questo corso si è svoltoseguendo un rigido programmache si è sviluppato attraversosette intensi giorni, dalle 8,30 dimattina alle 19 di sera. Il corsoera così strutturato:1° giorno (28 marzo) - Test scrit-to e montato per valutare lecapacità dei partecipanti (esclu-si gli accompagnatori); il CONI,gli Enti di Promozione, la FISE;il tecnico, responsabilità, profes-sionalità; regolamenti.2°giorno (29 marzo) - Organiz-zazione di una passeggiata(test montato); Tecnica Eque-stre.3°giorno (30 marzo) - Topogra-fia e Orientamento.4°giorno (18 aprile) - Condu-zione di una ripresa (test monta-to); morfologia del cavallo;segnalamento e mantelli delcavallo; le patologie più fre-quenti del cavallo.5°giorno (19 aprile) - Condu-zione di una ripresa (test monta-to); Mascalcia principi generali;morfologia del piede.6° giorno (20 aprile) - Il compor-tamento equino.7° giorno (25 aprile) - Lavoro inmaneggio; conduzione; ripasso;tecnica equestre; ripasso gene-

Nella foto: da sinistra a destra partendo dalla fila inalto: Paola Gigola, Nancy Maggini, Francesca Corona,Cesarina Ciocchi, Carola Vischioni, Martina Chizzoli,Francesco Franzoni. Al centro: Silvia Onnis, FabioZanardini, Massimo Garavini (Presidente CSAINEquitazione), Pietro Monforte, Marcello Biava(Componente di Commissione);. In basso: CristinaGhidini, Gian Paolo Peri (Direttore del Corso), MartinoGelmini (Direttore del Corso), Alfredo Merletti.

Solo tecnici DOC

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Renè Descartes (Cartesio)nacque in Francia il 31 marzo1506, in un’epoca in cuil’Europa era in preda alla guer-ra, tra le ansie di una ricostru-zione religiosa e politica. Da unpunto di vista intellettuale, inve-ce, il secolo di Cartesio è statouno dei periodi più brillanti dellastoria della civiltà. Per citaresolo qualche personalità, la cuivita coincise in parte con quelladi Cartesio, ricordiamo cheShakespeare morì, quandoCartesio aveva venti anni;Cartesio sopravvisse a Galileodi sette anni, Newton ne aveva

Bruna Germano è docente di AnalisiMatematica presso la facoltàd'Ingegneria dell'università di Roma"La Sapienza". Da giovanissima è stata un'atleta di buon livello:nazionale juniores di salto in alto,ha detenuto la migliore prestazionenella categoria allieve per l'altoe il triathlon

LA PALESTRA DELLA MENTELa matematica tra storia e giochi a cura di Bruna Germano

“Per creare una sana filosofia voipotete rinunciare alla metafisica,ma siate un buon matematico”

Bertrand Russel, 1935

otto alla morte di Cartesio.Renato Cartesio discendeva danobile famiglia. Non era propria-mente un bambino precoce. Lasua salute delicata l’obbligava asfogare la sua vitalità in curiosi-tà intellettuali. Fu educato aglistudi nel collegio dei Gesuitidella Flèche. Il rettore, PadreCharlet, si affezionò a quel bam-bino pallido e comprendendoche sembrava avere bisogno diriposo più degli altri, gli permisedi rimanere a letto la mattinaquanto voleva e di raggiungerein classe i suoi compagni quan-do ne sentiva il desiderio. In etàmatura, quando ricordava il suosoggiorno al collegio, Cartesioaffermava che quelle lunghe epiacevoli mattinate di meditazio-ne silenziosa, erano state lavera sorgente della sua filosofiae della sua matematica.Quando nell’agosto del 1612, adiciassette anni, Cartesio lasciòla scuola aveva nel PadreCharlet un amico sincero. Ilgrande talento di Cartesio si eramanifestato molto tempo primache egli lasciasse la scuola. Giàa quattordici anni, nelle medita-zioni mattutine, aveva comincia-to a sospettare che le cose chestudiava erano relativamentesterili di insegnamenti umani enon certo in grado di far com-prendere agli uomini ciò che licirconda e dirige il loro destino.

Cominciò a pensare che, para-gonate alle dimostrazioni mate-matiche, quelle della filosofia,dell’etica,della morale, gli face-vano l’effetto di ciarlatanerie. Siconvinse che per trovare qual-che cosa di vero, l’unica stradafosse il metodo scientifico, il rigi-do ragionamento matematicoapplicato alle esperienze. Cosatrasse Cartesio da questo suoscetticismo razionale? Un’unicaverità “Cogito ergo sum” (Pensodunque esisto).Cartesio passò parte della suavita come militare al servizio diquesta o quella guerra. Questosuo vivere in accampamentimilitari appare in realtà stranoper un uomo che diceva di sè“Io desidero unicamente la tran-quillità e il riposo”, un uomo alquale era riservata la gloria diavviare la matematica versonuove strade e di modificare ilcorso della storia delle scienze.Fino al 1628 Cartesio peregrinòper mezza Europa, quindi si sta-bilì in Olanda dove nella suaquiete cominciò a lavorare alsuo primo trattato di fisica: LeMonde. Nel 1634 il trattato erapraticamente finito, Cartesioconosceva le ricerche astrono-miche di Galileo e la sua arditaadesione al sistema diCopernico, attendeva quindi dileggere l’ultimo lavoro di Galileoprima di dare alle stampe il pro-

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IL NUMISMATICOUn numismatico dice di possedere una monetamolto antica con la dicitura 42 a.c.Può essere vero?

DUE ATLETIDue atleti, con la passione degli indovinelli mate-matici, si incontrano ad una manifestazionedopo molti anni. Il primo dice: - Quanti figli hai? - Tre. Un maschio e due femmine. - E quanti anni hanno? - Considerando le loro età come numeri interi, illoro prodotto è 36 e la somma è uguale al nume-ro di pettorale del concorrente in terza corsia. L'amico pensa un pò e poi sbotta: - Non mi hai dato abbastanza elementi! E il secondo ribatte: - E' vero: la ragazza più grande fa gare di atleti-ca leggera. Quale sono le età dei tre figli?

prio. Fu però atterrito dalla noti-zia che, a settanta anni, Galileoera dovuto comparire davanti alTribunale dell’Inquisizione edobbligato ad abiurare la dottrinadi Copernico secondo la qualela terra girava intorno al sole.Nel Le Monde Cartesio avevaesposto il sistema di Copernicocome una cosa semplicissimaed era tanto convinto della veri-tà di tale sistema quanto dellapropria esistenza. Solo il timoredell’inquisizione impedì aCartesio di pubblicare LeMonde. Il lavoro fu pubblicatodopo la sua morte che avvennel’11 Febbraio del 1650. Cartesioin realtà era restio a pubblicarequalunque sua opera, solo dopoinsistenze nel 1637, a quarantu-no anni, autorizzò la stampa delsuo lavoro principale: Discorsosul metodo con l’incluso saggiointitolato Geometria.Era l’8 giugno 1637, data in cuila Geometria Cartesiana(Analitica) fu elargita al mondo.Cartesio criticava la geometriagreca. Le indagini geometricheerano svolte dagli antichi conprocedimenti diversi, facendo

uso di apprezzabili artifici, varia-bili però da un caso all'altro enon di rado oscuri e ambigui. Sirestava quindi disarmati di fron-te a un qualsiasi problemanuovo, dovendo procedere pertentativi, senza alcuna guidasicura. Cartesio cerca e trovauna guida sicura, un metodogenerale che è in grado di tra-durre in equazioni, curve giàdefinite geometricamente, vice-versa è in grado di definire alge-bricamente curve sempre piùcomplicate e generali.L’idea base, così come tutte lecose grandi in matematica, è diuna semplicità disarmante.Tracciamo due rette (asse x easse y) che si intersecano adangolo retto. Dato un punto nelpiano è così possibile determi-nare in modo univoco la suaposizione rispetto alla coppia diassi specificando la distanza delpunto da ciascuno di essi. Lacoppia di numeri ordinati (x,y)che esprimono tali distanzeprendono il nome di coordinatecartesiane del punto, in partico-lare si chiama ascissa la distan-za dall’asse verticale y e ordina-

ta la distanza dall’asse orizzon-tale x. Qual è l’idea grandiosa?Quella di sostituire le relazionigeometriche tra i punti con rela-zioni algebriche, ci si serve cioèdell’algebra per studiare pro-prietà geometriche.Per i più curiosi facciamo unsemplice esempio, gli altri pos-sono non leggerlo.Come è noto dalla geometria

elementare, si definisce circon-ferenza il luogo dei punti equidi-stanti da un punto dato dettocentro. Con l’uso degli assi car-tesiani siamo in grado di scrive-re l’equazione della circonferen-za. Sia C(0,0) il centro della cir-conferenza coincidente conl’origine delle coordinate e r ilraggio. Un punto P(x,y) appar-tiene alla circonferenza asse-gnata se ha da C distanza r cioèse x2 + y2 = r2 (teorema diPitagora) ovvero x2 + y2 - r2 = 0;ecco l’equazione della circonfe-renza cercata, tutte le soluzionirappresentano le coordinatecartesiane di punti della circon-ferenza e viceversa. Cartesio non ha “rivisitato” lageometria, l’ha creata! l

LA DIAGONALE DEL RETTANGOLOUn rettangolo è inscritto in un quadrante di cer-chio, come mostrato in figura. Determinate conesattezza la lunghezza della diagonale AC,sapendo che il cerchio ha raggio unitario.

I QUIZ

Le soluzioni dei tre quiz sono pubblicate sul sito dello CSAIN (www.Csain.it)

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Proviamo a farci aiutare daBrillat-Savarin, giurista ma sicu-ramente buongustaio, diventatofamoso per un saggio, pubblica-to nel 1825, " Fisiologia delgusto": “Chiunque abbia troppoaccostato alle labbra il calicedella voluttà; chiunque abbiaoccupato nel lavoro gran partedel tempo destinato al sonno;chiunque, essendo uomo intelli-gente, si sente momentanea-mente svanito; chiunque sia tor-mentato da un’idea fissa che glitoglie la libertà di pensare: tutticostoro si prendano un buonmezzo litro di cioccolata ambra-ta".Allora il cioccolato era ancorauna bevanda, poi arrivarono itentativi di solidificazione degliinglesi, degli austriaci e infinedegli svizzeri con il latte con-densato, a creare quella barret-ta “da mangiare” fatta da polve-re di cacao, burro di cacao, zuc-chero, e aromi vari. Un prodottocompletamente diverso, checonserva le vecchie proprietà esi arricchisce di nuove. Proviamo a fare una genericaclassificazione del cioccolato:- Cioccolato bianco, contienesolo burro di cacao, latte, zuc-

giabile! Infine provò a immerge-re i frammenti dei semi in ungrosso vaso pieno d’acqua.Ogni tanto lo scuoteva per faci-litarne la solubilizzazione: scio-coatl, sciocoatl, era il rumoreche faceva questo compostobattendo contro le pareti delvaso e xocoatl (cioccolato) fuchiamato questo succo denso eamaro che fu aromatizzato conpolvere di peperoncino.I Maya prima e gli Aztechi dopoda essa ricavavano benesseredel corpo e della mente, capaci-tà di resistere alla fatica e forseanche eccitazione. Divenneverosimilmente la bevanda uffi-ciale che offrivano agli ospiti, traquesti anche CristoforoColombo che portò i semi inEuropa insieme agli altri alimen-ti del Nuovo Mondo. FuHernando Cortez a capire ilpotere energetico del cacao: loimportò in Spagna e da lì si dif-fuse lentamente in tutta l’aristo-crazia e il clero del VecchioMondo. Certo, tentativo dopotentativo, il gusto è cambiato,via il peperoncino, dentro can-nella poi vaniglia e soprattuttotanto zucchero, ma restaronointatte le sue proprietà. Quali?

di Santino Morabito (Specialista in Scienza del’Alimentazione)

Theobroma cacao, con que-sto nome nel 1734 il naturalistasvedese, italianizzato CarloLinneo, classificò per la primavolta la pianta del cacao.Letteralmente Theobroma signi-fica “bevanda di Dio” e il nomesembra veramente appropriato.L’albero del cacao è una piantasempreverde che cresce in climicaldo-umidi dei tropici e i cuifrutti, o meglio i semi, comincia-rono a essere utilizzati a scopoalimentare almeno 1500 annia.C. nei bassopiani del sud delMessico.E’ veramente strabiliante comenella storia dell’uomo la fameabbia portato a incredibili sco-perte. Solo la disperazione puòaver indotto un uomo precolom-biano a ritornare su ciò che erarimasto di un frutto raccolto,spaccato e buttato, perchéimmangiabile, in un angolo vici-no alla capanna. Dopo che la scarsa polpa si eramacerata e poi seccata al sole,erano rimasti al suolo tanti semidella grandezza di una mandor-la. Ha rotto il guscio cercandoqualcosa di buono all’interno e,non trovando niente, provò adarrostirli. Ancora niente, imman-

Altro che brufoli e rischio carie, il cacao (e quindi il cioccolato) è un alimento

straordinario non solo per un fatto di gusto. Il prof. Morabito ci ricorda le sue origini e soprattutto ci elenca i benefici che può

arrecare a chi ne fa un uso moderato

Il cibo degli DEI

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chero: 550 calorie per 100grammi di prodotto;- Cioccolato al latte, contiene inmedia il 30% di polvere dicacao, latte condensato e zuc-chero: 550 calorie per 100grammi di prodotto;- Cioccolato fondente, contieneuna percentuale di cacao supe-riore al 30%, 45% l’extrafonden-te, ma può arrivare quasi al100%, riducendo la quantità dizucchero. Si modifica la compo-sizione ma le calorie restanoinvariate perché diminuendo glizuccheri aumentano i grassi:490 calorie per 100 grammi diprodotto. Come dire 100 gram-mi di spaghetti al pomodoro conun cucchiaio d’olio e una bellaspolverata di parmigiano.E' innegabile che il cioccolatoapporta una considerevolequota di energia e nutrienti chepuò andare bene per uno spor-tivo, che può sostituire con unquadratino di 30 grammi unamerenda, ma non ha certo lostesso significato nutrizionaledella pasta o della carne.A parte alcune condizioni chelimitano enormemente il consu-mo di cioccolato (gastriti ed eso-fagiti, calcolosi della colecisti,emicrania), lasciandoci allespalle luoghi comuni difficili dasradicare (brufoli, carie…) sihanno tanti vantaggi da unmoderato consumo di cioccola-to. Il nero cibo degli dei contie-ne alcuni flavonoidi, sostanzecon un effetto antiossidante checi difendono dai radicali liberi.Il nostro metabolismo produceinevitabilmente delle scorie, ècome gli operai in casa chementre aggiustano qualcosa dirotto sporcano in giro ed ènecessario che passi poi qual-cuno a pulire. Questi collabora-tori domestici si chiamano flavo-noli, polifenoli, cianidine, hannoazione vasodilatatrice, inibisco-no l’aggregazione delle piastri-ne e le reazioni infiammatoriecome fa l’aspirina, miglioranoquindi la pressione arteriosa eriducono il rischio cardiovasco-lare anche per un effetto direttosul colesterolo cattivo. La pro-cianidina inoltre pare possa pro-teggere le cellule dalla degene-razione tumorale in particolare

in due varietà dicancro dell’inte-stino.Il cioccolatofondente noncontiene cole-sterolo, solop i c c o l i s s i m equantità quelloal latte; contie-ne invece ele-vate quantità disteroli vegetali,sostanze checompetono conl’assorbimentointestinale delc o l e s t e r o l o .Inoltre, i suoigrassi saturisono tra i menocattivi per lenostre arterieed è alto il con-tenuto in grassimonoinsaturi,per intenderci,come quelli chesi trovano nel-l’olio d’oliva ilcui effetto protettivo sulla salutecardiovascolare è ormai noto atutti. Le metixantine, sostanzedefinite nervine, perché aumen-tano lo stato di veglia e di atten-zione, sono rappresentate dapochissima caffeina e, diecivolte in più, da teobromina cheha un effetto diuretico e bronco-dilatore.La feniletilamina è un neurotra-smettitore che si trova anche inaltri alimenti che hanno subitofermentazione microbica, comei formaggi, e determina unostato di eccitazione, di piacere edi ottimismo. Anche noi siamo ingrado di produrla in particolaricondizioni: è stato definito l’or-mone del “colpo di fulmine”, del-l’amore a prima vista; peccatoche il suo effetto, almeno sull’ot-timismo, in quell’occasione èstato di breve durata.Le anandamidi, infine, il cuinome dal sanscrito significa feli-cità, sono delle sostanze che sitrovano anche nel latte maternoe vengono chiamate anche“endocannabinoidi” perché silegano nel cervello agli stessirecettori della marijuana.Gran parte di queste sostanze

hanno effetto tonico e anti-stress, agiscono sull’umore eoffrono una migliore resistenzaalla fatica. Questo ha fatto rico-noscere nei secoli al cacao uneffetto afrodisiaco. In verità oggiè quasi chiaro anche questomeccanismo: il cacao aumentanel nostro organismo la disponi-bilità di “ossido nitrico”, unpotente vasodilatatore chemigliora l’afflusso di sangue invari organi e tessuti. I farmaciche dilatano le coronarie in casodi angina e l’ormai famosa “pil-lolina blu” svolgono il loro effettoproprio aumentando la disponi-bilità di questa sostanza. Inoltre,la primitiva formula che aroma-tizzava l’amaro succo dei semicon il peperoncino lo arricchivadi vitamina PP, che dilata i capil-lari e facilita la formazione dellaserotonina, e di vitamina E, lavitamina della fecondità, stimo-lando, inoltre, la liberazione alivello intestinale di una sostan-za vasoattiva. Vuoi vedere che già 3500 annifa esisteva ed era usato il proto-tipo della “pillola blu”, alla facciadello stress e di tutte le difficoltàdel “Vecchio Mondo”! l

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Roberto Minnetti, è proprietarioe chef di “Poggio Antico”

a Montalcino. Da poco è tornatoanche nella sua Roma dove a Via Garibaldi ha aperto, insieme alla sua deliziosa figlia Sharon,il ristorante Minnetti in Trastevere

di Roberto Minnetti

LE RICETTE DEI CAMPIONI

Ospite a Montalcino del nostro chef Minnetti la bella Tania Cagnotto, reduce dal tris europeo

dal trampolino. Per lei, figlia d’arte, un menu da festa, anche se ammette che il sacrificio più

grande che deve fare è stare a dieta…

Tania speriamo dinon crearle pro-blemi sulla stradaverso i Mondiali diRoma dove troverà ben altreavversarie, soprattutto le, imbat-tibili cinesi. Tania Cagnotto i tuffi li ha nelsangue: per prima cosa è figliad'arte. Papà Cagnotto che l'alle-na e trepida per lei («Quando èlì in alto, io soffro come unabestia…», confessa) ha forma-to con Klaus Di Biasi, negli anniSettanta, la coppia d'oro deituffi. E se l'oro lo prendevaquasi sempre Di Biasi, per

Un po' d'impegno extra nelpreparare per Tania Cagnottoun menu speciale. Questa bellaragazza di ventiquattro anni ilnostro invito virtuale lo meritatutto, dopo il magnifico tris d'ororealizzato ai primi di aprile, agliEuropei di tuffi di Torino, nelletre prove dal trampolino. Tra letante cose dette e scritte su dilei nei giorni dell'abbuffata (dimedaglie), non c'è sfuggita unasua dichiarazione: «Il sacrificiopiù grande? Stare a dieta. Iosono una golosa: mangereipizza e dolci in continuazione».Nell'ideare il menu dedicato a

Cagnotto quattro medaglie olim-piche, una mondiale e cinqueeuropee (ma qui brilla pure unoro) rappresentano comunqueun pedigree da vero campione.Non va neppure dimenticatoche Tania è nata a Bolzano per-ché è lì che Giorgio, torinese, sitrasferì, stregato da CarmenCasteiner, la migliore piattafor-mista italiana di allora. Si sposa-

rono nel1984 e

Mi manda

PAPÀ

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delle riviere liguri potrebbeessere il degno compagno d'ini-zio viaggio. A seguire una tagliatella impa-stata con i fiori del rosmarino,dal colore violaceo e il profumointenso del fiore, condita con unParmigiano Reggiano e il dop-pio burro delle Malghe. Qui per il vino rimarrei nellezone dell’alto Tirreno, direi unVermentino più o meno intenso.Nell’evolversi del tuffo pensan-do all’entrata in acqua di Tania,vedrei un conchiglione all’ama-triciana di mare, con broccolisiciliani, pesce e pecorino roma-no; qui il vino si tinge di rosso,un grande Trebbiano d’Abruzzodi annata, quella giusta, caldoelegante e potente. Per l’entratain acqua vedrei bene il Lomitoaccompagnato da verdure pic-canti. Il Lomito e cos’è? Diràsubito il “Direttore”. Ed allora, ilLomito, specialità di maiale ibe-rico, prodotto solo nei mesi dagennaio a marzo, cotto comeuna Tagliata, dato il colore rossosangue, può assomigliare ad unvitellone adulto, è pezzo straor-dinario del maiale iberico (daprovare per credere). Il vino ungrande Rosso spaziando per ilmondo e per il proprio piacere.Nella liberazione della presta-zione all’uscita del tuffo vincen-te la torta millefoglie con cremadi fiori di lavanda e miele caldoal rosmarino, uno Chateau d’Yquemes come augurio di unagrande prestazione ai Mondialie alle Olimpiadi di Londra. l

il 15 maggio del-l'anno dopo nac-que Tania. Ma ènel 1987 cheTania stessadecise il suo futu-ro sportivo (igenitori puntava-no, in prospetti-va, sul tennis osullo sci): a dueanni scivolò nellavasca dei pescirossi del centros p o r t i v odell'Acqua Ace-tosa. Si divertì"come unamatta" (parolesue) e a sei anniil primo tuffo veroin piscina leparve la cosa piùnaturale e belladel mon-do. Ilresto è una storiafatta di voli pienidi grazia e di armonia e cheama interrompere solo, lascian-do in un angolo il suo autocon-trollo, quando si scatena nelballo, la passione di riserva.

Dopo aver detto no alla Carlucciper l'edizione di quest'anno di"Ballando con le stelle", sperache venga richiamata dopo iMondiali di Roma, magari anco-

ra più stella…Intanto si vaverso la prima-vera inoltrata, ètempo di lavan-da e il glicine eil rosmarinosono in fiore,nella quiete diMontalcino que-sti profumi tiinebriano e tiriconducono asensazioni eodori antichi.Per Taniavedrei un’entra-ta di trippette dibaccalà conpeperoni albasilico, piattoforte comeimpatto ma deli-catissimo nelsuo essere, unbuon Pigato

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Lo stile di Tania. A destra con papà Giorgio

Tania ormai ha puntato tutto sul trampolino

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CSAIN

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Nel monastero di Huy, ma contemporaneamente anche in altri 67 paesi, si è svolto il 25 aprile il primo stage del 2009

di Taiji Quan con il gruppo CSAIN

IL MONDO

presenti, degli insegnanti edegli organizzatori nel parteci-pare a un appuntamento cosìimportante e singolare che uni-sce simbolicamente i praticantie simpatizzanti di Taiji Quan ditutto il mondo, lanciando unmessaggio di pace e serenità,di spiritualità e di benesserefisico. Il luogo pieno di mistici-smo, all'aperto e sul prato, hafacilitato il lavoro degli inse-gnanti nei due giorni di pratica,nei diversi stili e livelli. La dire-zione, come sempre, è stataaffidata al maestro NelloMauro, che è stato coadiuvatodagli allenatori Salvo Reale eRita Caruso. l

VICINI e lontani

Il primo dei sei appuntamenti programmati perquest'anno presso il monastero tibetano di Huy, inBelgio, ha registrato, il 25 e 26 aprile, la presenzadi numerosi nuovi appassionati al Taiji Quan, que-sta speciale arte marziale interna che trae le sueorigini dal Taoismo e ancora oggi è praticata neimonti "sacri" del Wudang, ma ormai si è diffusa intutto il mondo. Alcuni venivano dalla vicina Francia, Olanda,Germania, Lussemburgo e da tutto il territoriobelga. Così sia i neofiti sia gli assidui praticanti(coloro che seguono lo stage da quattro anni con-secutivi) hanno partecipato il 25 all'evento, in con-temporanea in tutto il mondo. "World taiji e QiGong Day 2009", giunta all'undicesima edizione,coinvolge sessantasette nazioni nei diversi conti-nenti ogni ultimo sabato del mese di Aprile, dalleore 10,00 alle 12,00. Molta emozione da parte dei Un momento dello stage diretto dal Maestro Nello Mauro

Foto di gruppo CSAIN dal monastero di Huy

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QUI FRIULIA TRIESTE UN LIBRO SUL WUSHUMANDA LO SPORT IN CATTEDRA

Si è svolta a Trieste, nella sala della StazioneCentrale, la presentazione del libro "Il wushu,avvicinamento e specializzazione". L'iniziativa,promossa dallo CSAIN Trieste, in collaborazionecon la libreria Svevo, è stata occasione per gliinterventi della psicoterapeuta Francesca Perini,che ha parlato del lungo viaggio degli adolescen-ti nella fase più delicata della loro crescita, e dellapsicologa Annapaola Prestìa, che ha intitolato ilproprio intervento "Mente sana in corpo sano, losport nutre il cervello", occasione per parlare dialcune ricerche che dimostrano come lo sportritardi l'invecchiamento cerebrale. L'autore dellibro Gino Battista, professore in Scienze mate-matiche, ha invece presentato una ricerca sulleforze in gioco nel corso dell'esecuzione delle tec-niche in volo, evoluzione di uno studio che fu resonoto negli anni 90 alla conferenza mondiale sulwushu tenutasi a Roma. l

QUI TOSCANABASKET A MONTECATINI, STAMURAE PALOCCO SI PRENDONO IL POSTO

Ormai da quattro anni l’accoppiata vincente èCSAIN – As Eurobasket; per il quarto anno con-

secutivo infatti, lo CSAIN si avvale della collabo-razione del club oltrepadano per il coordinamentodella propria attività di pallacanestro, un vero eproprio campionato costituito da singoli torneiinternazionali open, al termine dei quali le squa-dre italiane affiliate allo CSAIN meglio classificatesi affronteranno nelle finali CSAIN previste a set-tembre. Il campionato 2009 ha preso il via con i

consueti tornei di Montecatini Terme edi Lloret de mar (Spagna), ai qualihanno partecipato ben 111 squadreprovenienti da Italia, Spagna,Finlandia, Portogallo, Serbia, Sveziae Venezuela.La manifestazione di Montecatini cheha visto competere sessantanovesquadre tra maschili e femminili, èstato sicuramente uno dei più granditornei a livello internazionale organiz-zato in Italia nella settimana diPasqua, ricevendo il riconoscimentosia dalla Federazione italiana pallaca-nestro sia dalla Fiba Europe.Nellacategoria M92 la Stamura Ancona si ègarantita l’accesso alle finali, mentrenella categoria M94 sarà la formazio-ne del Basket Palocco a disputare le

finali contro i pari categoria il prossimo settembre.A Lloret de mar sono state invece quarantadue lesquadre a contendersi la vittoria nelle varie cate-gorie femminili e maschili, che hanno visto il domi-nio delle squadre venezuelane e serbe. Sono staticinque giorni d'intenso basket per tutti, organizza-tori, giocatori, arbitri e tutti coloro che hanno resopossibile lo svolgimento di oltre 250 partite in cosìpoco tempo. E’ stata un'occasione di confronto e

Gino Battista, autore del libro sul wushu, con le due relatrici

A Montecatini tutti assieme per la foto finale

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I giovanissimi cultori della breakdance

inserito la breakdance, al pari degli altri stili edelle altre tecniche, nell’ambito del suo program-ma formativo e culturale.“I will be” è stato il titolo della manifestazione, unagara molto innovativa, esclusivamente dedicata aibboy più giovani; basti pensare che si sono sfida-ti anche bambini dai sei anni di età fino ai ragazzidi diciassette anni.Ravenna, Frosinone, Vicenza e Bari sono state lecittà, con le rispettive scuole, che si sono fronteg-giate. Le città sono state capitanate da BboyFoglia break the funk (Ravenna), Bboy Rux D&D(Frosinone), Bboy Nick ritmo metropolitano(Vicenza), Bboy Slyma todabeat (Bari). La gara,con la musica vibrante diretta dai DJ Yellow eFlavour, era suddivisa in Baby Breahers, da 6 a12 anni 2vs2, e Beginners Breakers, da 13 a 17anni 2vs2 brakin’ stages."I will be" si è dimostrata molto più di una sempli-ce gara: in una splendida giornata si sono condi-vise emozioni, cultura, amicizia, tutto intorno almondo dell’hip hop. I promotori dell’evento eranofelici di essere riusciti a coinvolgere, oltre ai bam-bini e ragazzi, anche giovani bboy di Roma, Terni,Poggio Mirteto, Ladispoli e Vicenza, insieme a unnutrito pubblico. Al termine delle gare si sonosvolte le premiazioni dettate da una giuria d’ecce-zione composta da bboy di livello nazionale qualiFoglia, Rux, Slyma e Nick, unitamente al presi-dente provinciale CSAIN Massimo Anniballi, allaprofessoressa Lorella Porzio Bodolo, al dott.Marcello Russo. Appuntamento al 2010. Per ulte-riori informazioni sull'evento si può consultare ilsito www.csainfrosinone.it e cliccare alla vocedove appare il logo della danza e ginnastica.(Alessio Cormio) l

LE GINNASTE LAZIALI VANNOALLA CONQUISTA DELLA SICILIA

Ultimo weekend di aprile dedicato alle FinaliRegionali di Ginnastica Artistica: gare valevoli perla qualificazione alla Finale Nazionale CSAIN incalendario dal 30 maggio al 2 giugno a Catania.Le Finali Regionali si sono svolte in due giornate:la prima, il 25 aprile, a Roma presso l’impiantodell’Eschilo 1 per la Serie B e tutte le categorieMaschili e la seconda, domenica 26 aprile, pres-so il palazzetto dello sport di Santa Marinella peril settore PrimoCSAIN (Individuale e Team).Risultati: Primocsain (Team) - Seniores: 1-Città

di socializzazione per i quasi millecinquecentoatleti che hanno potuto fare rientro nella propriacittà festeggiando il risultato ottenuto, indipenden-temente da quale esso sia stato, consapevoli dinon dimenticare facilmente questa nuova espe-rienza appena trascorsa. Per informazioni si puòvisitare il sito ufficiale di questo campionatowww.sportevents.it. (Marco Ciampini) l

QUI LAZIOFROSINONE, FESTA DI BREAKDANCEDEDICATA AI GIOVANISSIMI

Presso la scuola "Danza e Danza" di Frosinone,diretta dalla professoressa Lorella Porzio Bodolo,si è svolta un’avvincente gara nazionale di break-dance. Oltre alla scuola l'organizzazione si èavvalsa della collaborazione dello CSAIN provin-ciale, rappresentato dal suo presidente MassimoAnniballi.Artefice dell’evento nazionale il noto ballerino einsegnante di hip hop e breakdance MarcoRusso, presente nei maggiori eventi italiani diurban dance, unitamente a Marco Ghiani, in artebboy Foglia, bboy di fama internazionale e giudi-ce nelle più importanti competizioni italiane.L’evento, come detto, è stato ospitato dalla diret-trice artistica di "Danza e Danza", struttura che ha

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Futura1 p.91.40, 2 -Città Futura2 p.84.00.Juniores: 1-Valsugana2 p.95.90, 2-Gym Pointp.95.10, 3-Valsugana1 p.91.50. Promesse: 1-Castelverde p.88.50, 2-Pol. Damaso p.88.10, 3-Borgo Prati p.85.30. Allieve: 1-Astrolabio p.96.20,2-La Pallacorda p.96.10, 3-Valsugana2 p.94.20.(G.P.) - Seniores: 1-Romano C. p.38.00, 2-Cogliano A. p.36.80, 3-Ferlito M. C. p.35.90,Juniores: 1-Gabriele S. p.37.80, 2-Lanna M.p.37.50, 3-Liberatore I. p.36.90. Allieve: 1-EmiliM. p.37.10, 2-Milia G. p.36.60, 3-Patrone S.p.36.30. Promesse: 1-Cirisano N. p.36.80, 2-Parra G. A. p.36.10, 3-D’Amario I. p.35.50. PlayGym - Juniores: 1-Mater Carmeli p.76.40, 2-CittàFutura1 p.75.45, 3-Delfino p.73.70. Allieve: 1-Valsugana p.76.95, 2-Astrolabio p.76.60, 3-Delfino p.74.65. Promesse: 1-Valsugana p.76.90,2-Astrolabio p.74.55, 3-Mater Carmeli p.73.70.Serie B Femm. - Seniores: 1-Pasciuti R., 2-RonciA., 3-Cicchetti G.. Juniores:1-Colacicchi M., 2-Franchini M., 3-Basile C.. Allieve:1-Cecconi S., 2-Cocchi M., 3-Mascalchi E.. Promesse: 1-Bouffetteau C., 2-Faures M.. Maschile - Junior:1-Martini F. p.34.50, 2-De Cadillac A. p.34.30, 3-Cristofani D. p.34.00. Allievi:1-Luciani A. p.35.50,2-Locurto F. p.35.20, 3-Dalla Torre G. p.33.60.Leprotti:1-D’Acuti A. p.34.40, 2-Schina A. p.33.60,3-Epifano d. p.33.00. Allievi Serie B: 1-LunguDaniel l

ALLA GARBATELLA PER UN GIORNOIL TAIJI SFRATTA I CESARONI…

Sabato 25 aprile abbiamo connesso i radar perso-nali e allora collegamento con il Maestro NelloMauro dal Belgio, precisamente dall'IstitutoTibetano di Huy, con il M° Carmelo Scaletta, alParco Monteserra di Viagrande (Ct), con Dario

Tre finaliste nazionali

Vespa dal parco "Tashunka Wikto" (che significa"Cavallo Pazzo" nella lingua degli Indianid'America), ovvero uno dei parchi-giardino nellosplendido, e ormai famosissimo, quartiere roma-no della Garbatella, e quant'altri in giro per ilmondo. Tutti abbiamo dato vita all'11ª edizionedella giornata mondiale di Taiji Quan e Qi Gongcon l'intento di inviare un messaggio di pace nelmondo. Non sappiamo quanti abbiano recepito,ma noi c'eravamo! E c'erano anche degli attentiosservatori: gli abitanti di Garbatella. Molti hannoassistito in panchina, seduti tutto il tempo, altrisbirciando mentre spingevano l'altalena con i pro-pri pargoli, ma altri ancora, con sorpresa di tuttinoi, hanno chiesto di "provare". Per chi è comple-tamente a digiuno di Taiji e Qi Gong è stato "unassaggio" importante. Non è stato un assaggioinvece per la signora Laura: venuta da Milano,dove pratica Taiji da 15 anni, a trovare amiciromani, non ci ha pensato due volte ad unirsi algruppo. Un rinforzo di energia di cui siamo grati!In Garbatella una giornata diversa: non solo"Cesaroni!". (La solita allieva Laura Colombo) l

QUI MARCHEIL TENNIS CLUB MATELICA IN CAMPOPER LO CSAIN ALL'EUROFESTIVAL

Anche per il 2009 il Tennis Club Matelica, con lasquadra dello CSAIN, si sta preparando ad affron-tare una nuova esperienza all’estero e precisa-mente a Roviny (Croazia), dove avrà luogo allametà di giugno l’Eurofestival, importante manife-stazione per tutti gli sport e tutte le nazioni euro-pee con una partecipazione prevista di oltre 5000

Un momento dell’esercitazione di Taiji Quan alla Garbatella

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Un momento dei lavori del corso di formazione di Molfetta

della Scuola Regionale dello Sport CONI Pugliache attraverso il suo presidente, prof. MicheleBarbone, ha messo a disposizione una parte deirelatori. L’iniziativa è stata patrocinata dallaRegione Puglia, dal Comune di Molfetta e dallaConfindustria Puglia ed ha visto la collaborazionedel 1° Circolo Didattico “A. Manzoni”, della dire-zione ASL BA2 e medica del presidio ospedalierodi Molfetta, dell’ADPC “Atletica Molfetta DonTonino Bello” e del SER Molfetta. Circa 120 par-tecipanti hanno seguito la due giorni del corsoprovenienti da tutta la Puglia e in rappresentanzaoltre che delle associazioni CSAIN anche dellefederazioni Figc, Fidal, Figilkam, Fipav, Fip; signi-ficativa è stata la presenza (oltre quindici) di pre-sidenti e dirigenti delle associazioni onlus e circo-li di promozione sociale. Sono intervenuti per ilsaluto ai convenuti e per testimoniare la validitàdel corso di formazione oltre a Domenico deCandia, l’ing. Eustacchio Lionetti, presidente delcomitato provinciale del CONI di Bari, l’ing. NicolaDe Bartolomeo, presidente della ConfindustriaPuglia, dell’ing. Cav. Lav. Michele Matarrese, pre-sidente regionale CSAIN Puglia e componentedella giunta esecutiva nazionale CSAIN, il prof.Michele Laudadio, dirigente scolastico 1° C.D.Manzoni e il prof. Guglielmo Minervini, assessoreper le politiche giovanili e lo sport della RegionePuglia. Primo relatore è stato il dott. NicolaCainazzo, presidente del comitato provincialeCONI di Brindisi e vice presidente della Scuolaregionale dello Sport CONI Puglia, che ha parlatodi CONI, federazioni sportive, enti di promozione

atleti. Il Tc Matelica tiene in modo particolare aquesto evento per tenere alto il nome del propriocircolo e dello stesso CSAIN. L'obiettivo è poterconfermare, o addirittura migliorare, la bella pre-stazione ottenuta nel 2008 a Eindhoven (Olanda).Purtroppo, per una serie di motivi, il Tc. Matelica quest’anno, con rammarico, non potràpartecipare ai campionati italiani di tennis che sisvolgeranno a Catania per difendere il titolo italia-no a squadre conquistato a Lignano Sabbiadorolo scorso anno. Il motivo principale è dato dall'in-trecciarsi delle date dei campionati italiani edell'Eurofestival, quest'ultimo peraltro già pro-grammato da tempo. E' evidente che atleti dilet-tanti non possono permettersi di affrontare duetrasferte cosi importanti nel giro di soli quindicigiorni, togliendo spazio alle proprie attività profes-sionali. (Luciano Mosciatti) l

QUI PUGLIA

MOLFETTA, GRANDE SUCCESSODEL CORSO DI FORMAZIONE

Organizzato dallo CSAIN Provinciale di Bari e for-temente voluto dal suo presidente Domenico deCandia, si è tenuto, a Molfetta, il corso di forma-zione CSAIN gratuito per dirigenti di associazioni,tecnici, direttori sportivi, giornalisti e addetti ailavori dal tema: "Normative CONI, SIAE, aspettifiscali, giuridici, e responsabilità dei dirigenti delleassociazioni sportive, circoli e onlus". Il corso si èpotuto tenere grazie alla fattiva collaborazione

La squadra del Tennis Club Matelica

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sportiva, discipline associate e benemerite, edelle funzioni demandate dallo Stato e soprattuttodel censimento dell’intero movimento sportivo inItalia.E’ seguita la relazione del dott. EugenioAlessandro Sajeva, neo presidente revisore deiconti del CSAIN Puglia e revisore contabile anchedella Milano Sport spa, che ha esposto l’associa-zionismo onlus nelle sue funzioni e scopi sociali.In forma inedita è stato possibile assistere allatrattazione di argomenti riguardanti le responsabi-lità civili, penali e sportive dei dirigenti sportivi.Tutto ciò grazie alle chiare relazioni dell'avv. PieroAugusto De Nicolo, componente della commissio-ne nazionale tesseramenti professionisti e dilet-tanti FIGC, e dell'avv. Manuela Magistro, docentedella Scuola Regionale dello Sport CONI Puglia.Per la SIAE hanno relazionato il dott. AlessandroPasqualicchio e il rag. Pietro Fortunato rispettiva-mente vice direttore interregionale di Puglia eBasilicata della SIAE e responsabile ispettorati-contenzioso SIAE per la Puglia e Basilicata; essihanno esposto le norme sugli spettacoli, sui dirittid’autore e tutti gli aspetti operativi a esse connes-si, la legge n° 398/91, e la convenzione naziona-le in agevolazione per le associazioni tra la SIAEe il CSAIN.La dott.ssa Claudia Buonpensiere, fiscalista edesperta della Scuola Regionale dello Sport CONIPuglia, ha trattato in maniera esaustiva gli aspettigiuridici, civilisti e tributari delle associazioni spor-tive, circoli e onlus; distri-buendo il suo intervento neidue giorni del corso haavuto modo di rispondereagli oltre trenta quesiti postidagli iscritti al corso, affron-tando la casistica che ognidirigente sportivo deveconoscere per la propriacorretta gestione ammini-strativa e contabile, siaessa di natura commercialeo no. A corollario della con-ferenza è stato possibileassistere all’intervento deldott. Cosimo SalvatoreCorsa, presidente del comi-tato provinciale CSAIN diBrindisi e revisore dei contidel comitato regionale FIGCdella lega nazionale dilet-tanti della Puglia, che ha

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Due giovani protagonisti di “Sport per la vita” svoltosi a Ragusa

trattato in maniera chiara e con esemplificazionioperative “il regime dei compensi e dei rimborsispese agli sportivi”, “il modello 770” e gli “obblighidelle associazioni sportive come sostituto. l

QUI SICILIA

"SPORT PER LA VITA", A RAGUSASPAZIO A GINNASTICA E DANZA

Si è svolta a Ragusa, presso il Palapadua di viaZama, la manifestazione “Lo Sport per la Vita”(Sport e solidarietà CSAIN 2009). L’evento è statoorganizzato dal Comitato Provinciale CSAIN diRagusa in collaborazione con l’Asd Centro StudiArte Danza. Si sono esibiti atleti delle categorie diginnastica e di danza sportiva, settore promozio-nale 1°, 2° e 3° livello. Presenti 180 atleti, in rap-presentanza di otto associazioni. La manifesta-zione ha visto sul podio, per i balli in coppia, alprimo posto l’Asd Roxan Dance e al secondoposto l’Asd Let’s Dance Serradifalco - Cl; per ledanze a squadra al primo posto l’Asd RoxanDance, al secondo l’Asd Mooving Dance Studio eal terzo l’Asd Centro Studi Arte Danza. Sono statidistribuiti otto premi di rappresentanza e sonostati premiati 150 atleti. Numeroso il pubblico pre-sente. l

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ZIONA

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VALLE D’AOSTAtel. e fax 0165.1825170 [email protected]: Ruggiero MichielettoPIEMONTEcell. 335/8099671fax 015/[email protected]: Pierfranco GilardinoLOMBARDIAcell. [email protected] Vitale MontiTRENTINO ALTO ADIGE(tel. e fax 0461/983894)Presidente: Paolo MontresorVENETOtel. 045/7153017 [email protected]: Eugenio FerrariFRIULI VENEZIA GIULIAtel. 0432/851560 [email protected]: Nevio CiprianiLIGURIAtel. e fax 010/317751,[email protected]: Sergio Corradi

EMILIA ROMAGNAtel.e fax 051.802710 338.8966679email: [email protected]: Franco VignoliTOSCANAtel. 0586.807646 fax 0586.229274 cell. 329.9889628 email: [email protected]: Gianfranco RaugeiUMBRIAtel. 075/5004591 fax 075/[email protected]: Andrea MannaMARCHEtel. 071.7590610 tel.e fax 071.7592005cell. 329.3817007Presidente: Antonio RomagnoliLAZIOtel [email protected] Marcello PaceABRUZZOtel. e fax 0863/509346Presidente: Sante VolpeMOLISE

tel. e fax 0865/955159Presidente: Carlo De LisiCAMPANIAtel. 089/[email protected]: Gerardo Dino TorrePUGLIAtel. 080/5503679 fax 080/[email protected].: Michele MatarreseBASILICATAtel. e fax 0975/383186Presidente: Giuseppe PascaleCALABRIAtel. 0981/56103Presidente: Antonio FaillaceSICILIATel. 095.397040 fax [email protected]: Luigi FortunaSARDEGNAtel. 070-4818839 fax 070/41492 cell. 339-3668898Presidente: Giorgio Sanna

PRESIDENTI ONORARI

Fiorenzo MAGNIAndrea MANNAAntonio MAURIEugenio KORWIN

PRESIDENTE

Luigi FORTUNA

VICE PRESIDENTE

Franco CACELLIBiagio SACCOCCIOSalvatore SCARANTINO

CONSIGLIERI

Aldo BOMBONATILivio BORRELLILuigi CAVALIEREAntonio CELONANevio CIPRIANISergio CORRADIGiovanni DESSI'Rosario FATUZZOEugenio FERRARIRaffaello GERMINIEnea GOLDONIPiercarlo IACOPINIMaurizio NEGROFabrizio SCARAMUZZI Cristiana TORRE

RESP. NAZIONALE SPORT

Salvatore SCARANTINO

COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

Roberto SELCI (presidente)

Domenico CORSINI (effettivo)Salvatore SPINELLA (effettivo)Tiziano DANIELI (supplente)Anna Laura LAURETTI (supplente)

il consiglio nazionale

i comitati regionali

ICOM

ITATI

REGIO

NALI

L’ ORGANIGRAMMA

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ATLETICA LEGGERAGiovanni Di Nucci [email protected] SOCCERPaola Di Martino 06.5903526BOCCE ALLA VENETAEnea Goldoni 329-290372CALCIO A 5Pierluigi D’Incà 330-537609 [email protected] CALCIO A 11Pierfranco Gilardino335-8099671 [email protected] Saccoccio [email protected] (PROMOZIONE) Vincenzo Silluzio [email protected] ABILICarlo De Nicola [email protected] Caserta [email protected]

GINNASTICA ARTISTICAGiulia Ciaccia [email protected] AEROBICAItalia Bianchi [email protected] KARATEMauro Mion [email protected] Tamburo [email protected] JITSUCosimo Costa [email protected] LOTTAM.Cristina Cirillo [email protected] NUOTO/PALLANUOTOGiancarlo Toppi [email protected] PALLACANESTROMaurizio Vortici [email protected]

Massimo Scibetta [email protected] PESCAEugenio Ferrari [email protected] Macchi [email protected] Iacopini [email protected] EQUESTRIMassimo Garavini 340-3771660TAEKWONDOVitale Monti [email protected] Celestini 338.3679091tel. 0761.352601 fax 0761.346255TIRO AL PIATTELLOGiuseppe Curatolo 339.3722870WUSHUSebastiano Mauro [email protected]

ALFA Accordo Libero Federativo tra Associazioni Via Giardino, 8 - 30175 VeneziaPresidente: Carlo Tosetti (333.4156851) tel. fax 041-5344209 [email protected]

ANFE Associazione Nazionale Federativa Circoli Via Verga, 3 - 58100 Grosseto Presidente: Gabriele Martinuzzi tel. 348-8805237 fax 0572-901660

ARBAV Associazione Regionale Bocce alla Veneta c/o Maniero Giorgio (segr. gen.) Via Brentasecca, 52 - 35020 Saonara PD tel. fax 049-644060 Presidente: Enea Goldoni

CIAS Centro Intern. Amici della Scuola Via dei Coronari, 181 - 00186 Roma tel. fax 06-68309516 e-mail:[email protected],sito: www.ciasonline.it Presidente: Edmondo Coccia Segretario Generale: Pina Gentili

ENALCACCIA P.T. Enalcaccia Pesca e Tiro Via La Spezia, 35 - 00182 Roma tel. 06-77201467-68-69 fax 06-77201456Presidente: Lamberto Cardia. Segretario Generale: Giuseppe Tarullo e-mail: [email protected]

FABI Federazione Autonoma Birillistica Italiana Via Generale Pennella, 12 - 31100 Trevisotel. fax 0422-304200 336-422003 ab. 0422-451870 Presidente: Giuliano Fantin

FDT Italia - Federazione Dilettantistica Taekwondo Italia Via XX Settembre 4/6 21013 Gallarate (VA) Te. 0331-245850 fax 0331-708517 Presidente Vitale Monti [email protected]

FIAS Federazione Italiana Attività Subacquee Viale Andrea Doria, 8 - 20124 Milano Tel. 02.6705005 340-9305274 Fax 02.67077302 e mail: [email protected] Presidente: Bruno Galli

FIGF Federazione Italiana Gioco Freccette Via Generale Pennella,12 - 31100 Treviso [email protected], [email protected] www.FIGF_ITALIA.IT tel. fax 0422-307209 Presidente: Luciano Caserta Segretario: Maurizio Vitari

FITA Federazione Italiana Teatro Amatori Via di Villa Patrizi, 10 - 00161 Roma tel. fax 06-44235178 Presidente: Carmelo Pace. Segretario Generale: Giovanni D’Aliesio (tel. 019-821950) [email protected] - [email protected]

UDACE-CSAIN Unione degli Amatori del Ciclismo Europeo Via G. Govone, 100 - 20131 Milano tel. 02.33611591 fax 02.34531458Presidente: Franco Barberis, via degli Zuavi, 28 - 13100 Vercelli ([email protected]). Segretario nazionale: Giovanni Stagni [email protected]

UFI Unione Folclorica Italiana Piazza Duomo Palazzo Bassi - 33081 Aviano PN [email protected] Presidente: Maurizio Negro tel. fax 0481.391078/329.4196789 [email protected] Segretario: Luciano Romano Via Pal Piccolo, 22 - 33029 Villasantina UD tel. fax 0433.759004 [email protected]

coordinatori di sezione

le sezioni specialistiche

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“Quando si parla dell'amore per il passato, bisogna fare attenzione:si tratta dell'amore per la vita; la vita è molto più al passato che al

presente…Quando si ama la vita, si ama il passato perché esso è il presentequal è sopravvissuto nella memoria umana” (Marguerite Yourcenar)

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può diventare bravi giornalisti di musica e di tele-visione anche ignorando chi sia Berruti e cosaabbia fatto nella sua carriera di atleta. Ma ignora-re lui e l'impresa che lo portò alla medaglia d'oroolimpica sui 200 metri a Roma 1960, significaignorare la stessa olimpiade romana, cosa rap-presentò per l'Italia, non solo sportiva, quell'even-to, sia in termini d'immagine, sia di crescita tecni-ca e strutturale. Se oggi, quasi cinquanta annidopo, i Mondiali di nuoto si svolgeranno nellostesso impianto di allora, se il rugby del Sei

Nazioni si gioca al Flaminio, seil prossimo anno Roma ospite-rà la finale dei mondiali di palla-volo al Palalottomatica cheallora si chiamava Palaeur oPalanervi, qualcosa significa,nel bene o nel male, a secondai punti di vista, ma non puòessere ignorato per capire ilpresente e gli anni trascorsi daquel periodo. E parlando diBerruti e del suo modo di vive-re l'atletica, in maniera certa-mente meno maniacale, si puòriuscire a comprendere come siè evoluto il costume, lo sport ingenere. Anche allora si cercò dicondire l'impresa del nostroamico Livio costruendo unastoria d'amore con la gazzellanera Wilma Rudolph. Era unbel gioco, lo sapevano tutti ecome tale era vissuto. Il gossip,

tanto per essere chiari, non è una malattia, iericome oggi, l'importante è che poi non diventi ilcentro dell'evento. Il passato è il presente, ci ricor-da Marguerite Yourcenar, che d'altronde precisache non necessariamente il passato va conside-rato un'età d'oro e migliore del presente; ma percapire, giudicare e soprattutto guardare avantinon lo si può ignorare. l

di Sandro Aquari

Da quando questa rivista, ormai oltre un annofa, ha ripreso le sue pubblicazioni, si è cercatosempre di dare spazio a personaggi, a società, aeventi legati al passato sportivo del nostro paesee non solo. Chi, come il sottoscritto, per alcunidecenni ha vissuto dentro un grande quotidianogeneralista, peraltro con la fortuna di capitare inuna testata che a lungo ebbe un'attenzione per losport a 360°, sa bene quanto il guardare troppoindietro, sia considerata un'operazione, talvoltaobbligata, ma non sempre gradita da parte di chisovrintende all'impostazionegenerale del giornale. Questo è avvenuto in particola-re negli ultimi anni, quando l'in-formazione sportiva, conl'esplosione di internet e di unacopertura televisiva sempre piùglobalizzata e massiccia (apagamento o meno che sia), hamodificato radicalmente il mododi approcciarsi allo sport. Di unevento non c'era più molto daraccontare, se non cercandod'investigare su ciò che eraavvenuto dietro le quinte,magari pescando un po' nelgossip, oppure interpretandouna banale frase come unadichiarazione di guerra, a que-sto o a quello. Figuriamocicome poteva essere visto ilpassato, se non come un fattonostalgico che, all'interno diuna redazione, era salvaguardato e propostosoprattutto da coloro che avevano una prepara-zione culturale e sportiva profonda. Qualche annofa siamo rimasti stupefatti scoprendo che unnostro bravo e giovane collega che si occupava dispettacoli, ma che aveva verso taluni sport atten-zione e passione, fosse all'oscuro dell'esistenzadi un atleta come Livio Berruti. E' chiaro che si

Sbagli&Abbagli

BERRUTI? IN CHE SQUADRA GIOCAVA?

Livio Berruti con Wilma Rudolph

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