I L A n°2 febbraio 2011 I R T S U D o port · tuite migliora o peggiora il senso...

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% /ROMA/AUT.N.102/2008 - RIVISTA DELLO C.S.A.IN. CENTRI SPORTIVI AZIENDALI E INDUSTRIALI port Tempo n°2 febbraio 2011 Si celebrano i 150 anni dell'Italia. Uno storico ci racconta come nacque l'unità dello sport Lo sport nella scuola è andato in crisi. La storia di un matrimonio fallito e le sue cause Il golf italiano sta vivendo il suo momento più felice. Il presidente Chimenti illustra le ragioni

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n°2 febbraio 2011

Si celebrano i 150 annidell'Italia. Uno storicoci racconta comenacque l'unità dello sport

Lo sport nella scuola èandato in crisi. La storiadi un matrimonio fallitoe le sue cause

Il golf italiano sta vivendoil suo momento più felice.Il presidente Chimentiillustra le ragioni

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2 Riconoscimento e sostegno del CONI...

di Luigi Fortuna

3 Per la maglia azzurra nessuna "festa"...di Giacomo Crosa

4 Il golf è finito in bucadi Giacomo Crosa

8 Lo Sport non va più a Scuoladi Luciano Barra

14 E lo sport scoprì l'Italiadi Gianfranco Colasante

18 Il futuro finisce in retedi Rosario Sorbello

24 Danza Capitale

26 E' l'ora di scendere in campoa cura della FMSI

29 Tutti a casadi Michele Gasparetto per l'Ufi

30 A tavola una sfilata di piattidi Santino Morabito

32 Psicoterapeutaa quattro zampe

di Francesca Festa per CTE e CSAIn Equitazione

36 C'è la Formula Giovania cura di Aci Csai

38 Mondo CSAIn

46 Organigramma CSAIn

N°2F

EBBR

AIO20

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s o m m a r i o

RIVISTA DELLO CSAINCentri SportiviAziendali e Industriali

DIRETTORELuigi FortunaDIRETTORE RESPONSABILEGiacomo CrosaVICE DIRETTORESandro AquariCOORD. REDAZIONEPaolo Germano PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONEAmbra AquariSEGRETERIA DI REDAZIONEMaria Grazia BiancofioreSilvano MorraSimonetta SgrignaSEDE E SEGRETERIA Viale dell'Astronomia, 3000144 RomaTel. 06.54221580 / 06.591890006/54220602Fax 06.5903242 / [email protected] web: www.csain.itStampa: Grafica Giorgetti, Via di Cervara, 10 – 00155 Roma (tel. 06-2294336)Iscrizione Tribunale di Roman.187/08 del 02/05/2008Numero chiuso in redazione il 3 febbraio La riproduzione parziale o totale degli articoli è consentita solocitando la fonte

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I l p r e s i d e n t e

di Luigi Fortuna

RICONOSCIMENTO E SOSTEGNO DEL CONIPER L'ATTIVITÀ CSAIN IN GRANDE CRESCITA

Incremento di ASD, di associati, di attività, di qualifica-ta comunicazione degli eventi, di una formazione dialta qualità, di ulteriore selezione di nuovi strumenti perla promozione dello sport, ci hanno consentito di poteraspirare al conseguente riconoscimento sociale e isti-tuzionale, che, riteniamo, ci siano stati dati: anche diquesto siamo soddisfatti.Il riconoscimento e il sostegno del CONI (anche colcontributo alle attività di CSAIn) ci rende, com’è logicoe come sempre, particolarmente orgogliosi.Per questo, e per quello che stiamo facendo per conti-nuare nel sentiero scelto, riteniamo molto utile l’incon-tro istituzionale prossimo che ci consenta di valutare leulteriori opportunità che, come sempre, sulla basedelle direttrici del CONI, vogliamo conseguire.Solo una domanda: distribuire affiliazioni e tessere gra-tuite migliora o peggiora il senso dell’appartenenza, edancora, si ha pari dignità con chi ha pagato la propriatessera? Sarebbe interessante iniziare a parlarne. l

el 2010 siamo stati ancora una volta lieti di poterrappresentare al CONI ed alla sua dirigenza isti-tuzionale, i risultati che il nostro Ente ha conse-guito nelle attività amatoriali sportive delle trenta-

quattro discipline in cui i nostri associati si sono saputiimpegnare. La manifestazione di Riccione (dal 4 al 13giugno 2010) con la partecipazione di oltre 4000 atleti(impegnati in 27 discipline), molti accompagnati dallefamiglie, ha avuto un grande successo di opinione,attenzione di stampa e radiotelevisione, che sono statiregistrati dalla nostra rivista “TempoSport”, che è oggi,grazie al lavoro del suo Direttore e dei suoiCollaboratori, un successo editoriale del quale siamoorgogliosi. Frattanto, e di questo siamo ancora piùorgogliosi, siamo passati da 3446 ASD associate (nel2009) a 4663 (nel 2010), con un incremento proporzio-nale di iscritti e un alto impegno d’iniziative sportive intutto il territorio nazionale (che sono culminate nel“Festival dello Sport” di Riccione, in giugno).

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i l d i r e t t o r e r e s p o n s a b i l e

di Giacomo Crosa

PER LA MAGLIA AZZURRA NESSUNA "FESTA"MA ORA LO SPORT ONORI I NOSTRI 150 ANNI

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Italiano. Ho visto e partecipato ad anniversari di sportche dovrebbero impallidire al cospetto del simbolo diogni squadra nazionale e di ogni atleta italiano, anni-versari promossi e celebrati con dovizia di iniziative edi enfasi, il più delle volte esagerate. Per i 100 annidella maglia azzurra veramente poco. Qualche accen-no di sfuggita ma nulla più. Come minimo, in questoanno, si sarebbe dovuto elevare quel 6 gennaio a festanazionale dello sport italiano. Forse fra altri cento anni,qualcuno avrà pensieri più riconoscenti. Argomentonella speranza di essermi distratto nel giorno di quellaricorrenza e quindi di esagerare nella mia amarezza. Inogni caso, qui voglio tornare a quel 6 gennaio 1911,nell’Arena napoleonica di Milano, quando per la primavolta 11 atleti calciatori italiani si schierarono a centro-campo, vestiti d'azzurro. Persero 1 a 0 con l’Ungheria,ma senza rendersene conto diedero inizio ad un'emo-zione che mi auguro infinita. Voglio ancora elencarequei nomi: De Simoni, Binaschi, De Vecchi R., Ara,Milano I, Leone, Debernardi, Cevenini I, Berardo,Rampini I, Corna. Immagino il loro giocare e penso che sarebbe belloessere un Leopardi, un Pascoli, un Gabrieled'Annunzio per utilizzare una figura retorica come l'ipo-tipòsi per rappresentarli.Così non è ed allora mi limito, nel salutare, ad invitarvia gustare con attenzione (dovreste farlo sempre) leproposte e le notizie di questo TempoSport. In partico-lare sul tema sport e scuola è aperta la discussione.Non ci sono barriere. Non ci sono remore. Aspettiamole vostre considerazioni. l

i avvicina il 17 marzo. Si avvicina il giorno che leIstituzioni hanno deciso di dedicare all'Unitàd’Italia nell'anno che racchiude i suoi 150 annistoria. Sarà, mi auguro, un giorno d'identificazio-

ne nazionale per tutti noi. Nel mio giardino di casa nonmancherò di esporre una bandiera, il nostro tricolore.Con tanto orgoglio e niente retorica, da cittadino che sisente terribilmente italiano. Quel giorno non mi saràdifficile ricordare anche quella gita che da ragazzettofeci a Torino nel 1961 in quei giorni dell’Expo(Esposizione internazionale del Lavoro), che celebravai cento anni della nostra recente storia paese: mostre,l'ovovia che collegava, sorvolando il Po, il Parco delValentino con la collina, la monorotaia, il circarama,ovverosia la proiezione cinematografica a 360 gradipresentata da Walt Disney. Oggi quelle meravigliedella tecnologia fanno sorridere ma allora facevanosognare il futuro, non solo ai miei occhi infantili.Seguendo questi ragionamenti, da atleta o meglio daex atleta, ripenso a quell'altra ricorrenza che curiosa-mente questo 2011 ha voluto regalarci, i cento annidella maglia azzurra: 6 gennaio, il giorno. Ne avevoparlato, con un accenno nei miei pensieri dello scorsomese qui su TempoSport. Ho avuto la possibilità di par-larne ampiamente e con piacevoli ritorni di audience,nel "mio" TG 5. Ora, io sarò anche un fanatico dellamaglia azzurra per tutte quelle emozioni ed i valori chemi ha dato, ma ancora oggi a distanza di un mese epoco più, provo ancora amarezza e sorpresa per comequesto centenario è passato quasi in silenzio: organi diinformazione, ma soprattutto Istituzioni dello sport

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Zorzi, sono l’espressione di unmovimento culturale diverso, sonola conseguenza di un progetto tec-nico e di promozione che, comeper qualsiasi altro sport, non pote-va prima o poi che portare a risulta-ti importanti ed evidenti.Intanto si è allargata la base deipraticanti: la recente operazione“Tesseramento Libero” è stato lostrumento magico più recente.Molti più giovani protagonisti, èaumentato il numero di campi digioco e campi pratica. Si sonoabbattuti i costi d’ingresso e di fre-quentazione, è stata migliorata lastruttura tecnica federale, si ègenerato più dinamismo nei circoli.Ciascuno di noi nella propria cittàha la possibilità di “ sentire” questocambiamento.Il popolo del golf sta prendendospessore e tutti, giovani o vecchi,aspiranti professionisti e amateurpuri, giocatori giornalieri o predonidel weekend, principianti o posses-sori di buon handicap, portano den-tro di sé la stessa filosofia.Non è sbagliato dire che il gioco delgolf è nella sua essenza l’inesauri-

E' stato uno degli sport di punta della scorsa stagione grazie ai livelli internazionali raggiunti dai fratelli Molinari e dal giovanissimo Manassero.

Ma il presidente federale Franco Chimenti ricorda anche come questa disciplina,una volta elitaria, abbia superato i centomila tesserati mentre cresce il numero

dei campi. E nel 2016 tornerà dopo oltre un secolo alle Olimpiadi

bile tentativo di realizzare unsogno, è la spasmodica ricerca diquella perfezione a volte fortunatache prima o poi ti porterà a nonconsiderare un caso una bucachiusa in par, che prima o poi non tifarà considerare un birdy l’occasio-ne per brindare a champagne.Prima o poi. Prima o poi è il ritornel-lo della speranza, dei desideri delgolfista. Prima o poi quel colpo per-fetto immaginato, elaborato dallapropria mente migliaia di volte riu-scirà e ti farà dimenticare i mille fal-limenti. Dice a se stesso il bravogolfista: «Prima o poi il mio drivesarà più lungo e sempre in centrofireway, prima o poi il mio ferro cin-que sarà una spada, il mio wagesarà preciso negli approcci comeun calibro, prima o poi i buncher disabbia non saranno più una trappo-la che solo a pensarci mi crea pani-co, prima o poi il put per imbucaresarà ispirato da ogni distanza: tren-ta centimetri, uno, tre, cinque, diecimetri…ed anche di più, ma soprat-tutto il mio swing sarà tutto armo-nia…Prima o poi…».Parlando dei giocatori di punta ita-

di Giacomo Crosa

Il golf è finito in

BUCAc’è un gioco, che solo da pocotempo in Italia è assurto alla digni-tà di sport e di nome fa “Golf”.Neanche tanto tempo fa, diciamovent’anni fa, era un gioco ancoradistante dalla gente comune, gentecome quasi tutti noi. Pochi circoli,club house riservate ed elitarie,spesso roccaforti di un mondo anti-co ed esclusivo nello stesso tempo.Costi proibitivi per praticarlo. Sequalche giocatore professionistariusciva a emergere era semprerappresentazione della solita sto-ria: un caddy (per chi non lo sapes-se ancora, è colui che a pagamen-to porta a spalla la sacca con lemazze al “nobile giocatore” e dàconsigli), che a forza di guardare edi tirar mazzate nel campo praticaera riuscito ad amalgamare rabbiae talento per diventare un nome.Ne cito due per rappresentare epo-che diverse e distante: il romanoRoberto Bernardini ed il bergama-sco Costantino Rocca.Oggi è diverso, giocatori come i fra-telli Edoardo e Francesco Molinari,come il giovanissimo Manassero,giocatrici come Luna, Sergas e

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E’ NATO NEGLI USA, È STATO UOMO 5

contributo allo sviluppo mondialedel golf; questa di americani, alle-natori di college, che manifestano illoro apprezzamento per la qualitàdella scuola tecnica italiana…Impensabile fino a poco tempo fa.Non ci filava nessuno. Ora tutto ècambiato, i rapporti sono cambia-ti».Curiosità. Quando è entrato ilgolf nella sua vita?«Fine anni Ottanta. Alcuni amici,già giocatori di golf, mi convinseroa comprare insieme con loro dellequote del nuovo circolo “ LeQuerce” di Sutri, vicino a Roma,sede anche del nuovo centro tecni-co della Federazione. Un campobellissimo. A quel tempo il presi-dente del Circolo era Aldo Stacchi,già presidente della Lega Calcio,un personaggio di grande spessoreed un’autorità nel campo dellosport. Dopo qualche tempo, luidecise di abdicare e pensarono ame come Presidente, in parte per-ché ero stato Presidente dellaLazio Calcio, in parte per la miafigura professionale, in parte per lamia conoscenza del mondo dellosport in generale. Così è iniziata lamia avventura».

liani di questo periodo, questoprima o poi è indubbiamente diven-tato meno casuale.Passeggiando per le emozioni ed irisultati dello sport dello scorsoanno, la Federazione Italiana Golfè sicuramente una tra quelle pocheche hanno potuto brindare. Con lanuova stagione agonistica che ingiro per i cinque continenti si èappena iniziata era quasi doverosoper lo CSAIn e per TempoSportfare visita a Franco Chimenti, ilPresidente protagonista diretto edindiretto, sintesi di tutte quelle com-ponenti che hanno reso possibilequesto balzo in avanti del golf ita-liano.Palazzo delle Federazioni bis, inViale Tiziano a Roma. Quintopiano. Atmosfera soft. Sulla scriva-nia del Presidente, tante cartellecon documenti da firmare, altre conlettere provenienti da tutta Italia edal mondo.«Gliene faccio vedere alcune…Questa, appena arrivata, è delPresidente della FederazioneInternazionale, Peter Dawson, giànume tutelare del mitico Royal andAncient Golf Club di St. Andrews,che si complimenta per il nostro

Franco Chimenti è nato a Napoli il7 agosto 1939, risiede a Roma. E’sposato con la signora Anna Francae ha tre figli. Laureato in chimica ein farmacia, è preside della Facoltàdi Farmacia presso La Sapienza diRoma. Nel 1996 viene eletto consi-gliere della Federazione italianagolf e nominato vicepresidente.Dopo essere stato rieletto nel 2000,nel 2002 viene nominato per laprima volta presidente. Il 29 set-tembre è rieletto al vertice federaleper la terza volta. Dal 2004 al 2008è stato membro di Giunta Coni.Nel febbraio 1986 diviene presi-dente della Lazio Calcio, quando ilsuo gruppo finanziario acquista ilpacchetto azionario di maggioranzadalla FinLazio di GiorgioChinaglia. Il 25 luglio dello stesso anno locede al gruppo formato dai fratelliCalleri e da Renato Bocchi. l

CHIMENTIE’ STATO ANCHE PRESIDENTEDELLA LAZIOCALCIO

Il veneto Matteo Manassero, grande promessa del golf mondiale: è passato pro-fessionista a soli 17 anni

Franco Chimenti

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diale del golffarebbe bene adassimilare deimondi a lei vici-ni?«Non voglio appa-rire presuntuoso,ma credo che glialtri sport, di questitempi, debbanoprendere esempiodal golf. A comin-ciare dalla preci-sione e dal rigoredelle sue regole digioco e di come,quando sbagliano,i grandi giocatoriaccettino le conse-guenze di loroerrori, errori maga-ri solo procedura-li».Lei è appenaentrato nel suodecimo anno da

numero 1 del golf italiano. Puòricordarmi i pensieri o qualcheparola della sua prima investitu-ra che avvenne nel gennaio del2001?«Intanto voglio ricordare che entraiin federazione nel 1995 come con-sigliere e vicepresidente diLivraghi. Mi dimisi, diciamo a metàlegislatura, perché non condividevole linee operative promozionali. Lacoerenza, credo, sia una mia quali-tà. Nel 1999 rientrai sempre comevicepresidente portando allaPresidenza Giorgio Fossa. Quandoper motivi di opportunità e di sensi-bilità, a seguito della tragedia sullapista dell’aeroporto di Linate,Giorgio, allora Presidente dellaSEA, si dimise, io gli subentrai edeccomi ancora qui.«Ricordo benissimo le parole chepronunciai in assemblea. Ricordobenissimo lo slogan che proposicome intento di lavoro: “Io nonvoglio portare la gente al golf,voglio portare il golf tra la gente”.Per quanto mi riguarda avevo edho idee chiare e poi, con le buoneidee ho buoni collaboratori, buonasquadra, tanto entusiasmo. Sonoorgoglioso di tutto ciò che in questianni è stato fatto. Quando ho preso

il comando della Federazione, i tes-serati erano cinquantanovemila,ora siamo oltre i centomila, unnumero magico che premia i nostrisforzi, la nostra politica del tessera-mento libero, dell’apertura dei cir-coli ai giovani. Ora in Italia ci sono378 campi. Abbiamo fatto molto ecredo che tutto il mondo del golf ita-liano abbia le motivazioni per impe-gnarsi nell’ancora tanto che possia-mo e dobbiamo fare».I suoi tre gioielli del momentosono i fratelli Molinari e MatteoManassero. In questo momentotra i migliori e rispettati giocatorial mondo, un mondo dove emer-gere è di una difficoltà inaudita.Visti da vicino, visti daPresidente?«Francesco Molinari è la regolaritàtecnica, è la regolarità di gioco ele-vata a nobiltà espressiva. EdoardoMolinari potrei dire essere la capa-cità di improvvisare il grande colpo,quando serve per la grande impre-sa. Matteo Manassero, il diciasset-tenne veronese che tutto il mondoci invidia, si può considerare lagenialità allo stato puro». Nei fatti, il golf è uno dei pochi inquesto momento storico per losport italiano in cui gli uomini siesprimono ad un livello agonisti-co e di risultati superiore a quel-lo delle donne.«In effetti, è così, ma anche conDiana Luna, con Giulia Sergas eVeronica Zorzi non sfiguriamo.Loro sono protagoniste del Tourstatunitense e di quello europeo.Stiamo creando i presupposti perdiventare grandissimi anche alfemminile».Qualcos’altro da dire sui suoiatleti?«Tutto il golf italiano deve esseregrato, ed io per primo, a questi gio-catori professionisti, che sin da pic-coli, da dilettanti sono stati abituatiad indossare la maglia azzurra eda portare il tricolore sul braccio osul petto. Tra i concetti che hoavuto sempre chiari c’è quello cherecita come la miglior pubblicità peruno sport ed il suo reclutamentosiano gli atleti stessi, con le loroimprese, con le loro storie. Proprioper questo, tra i primi atti della mia

Ha citato quella che è stata lasua esperienza “ forte”, la presi-denza della Lazio. Pensando aquel periodo le viene da dire?«Ricordi belli sino ad un certopunto. Ero entrato nella Lazio nel1983 come vice Presidente,Presidente era Giorgio Chinaglia.Ho vissuto tutto il periodo diChinaglia. Sono succeduto a lui nel1986, in un periodo tempestosodella società. Dico come minimo,tempestoso e praticamente, oggi,posso vantarmi di aver contribuito ache la Lazio non scomparisse.Dopo vennero Calleri e Bocchi».Torniamo al golf. Quando diven-ne Presidente del circolo leQuerce, che visione aveva delgolf, appunto.«Quella che avevano un po’ tutti inquel tempo. Quella di un magnificopassatempo, di un gioco diverten-te. Non tanto di uno sport.Frequentandolo più da vicino, èstato il golf stesso a farmi cambiareidea. Radicalmente».Lei è obiettivamente un appas-sionato di sport, oltre al calcio èfrequentatore assiduo delmondo del basket, del tennis e dialtri ancora, c’è qualcosa chel’organizzazione italiana e mon-

Franco Chimenti, napoletano, è diventatopresidente della Federgolf nel 2002

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Edoardo e Francesco Molinari, i fratelli torinesi vanto del golf italiano

del 2016. Un grande traguardoraggiunto…«Il golf ai Giochi è sempre stato neimiei sogni e devo dire che c’èmolto di italiano in questa decisionedel CIO. A parte il contributo diFranco Carraro, golfista praticantee presidente della CommissioneProgramma, il personaggio che tratutti i campioni presenti, chiamati asostenere la causa del golf, haottenuto il successo più evidente èstato il nostro Matteo Manassero.Lui era stato scelto dalla

Federazione Internazionale comevolto e testimonianza giovane, unaproiezione nel futuro del nostrosport. In quei giorni aveva compiu-to da non molto i 16 anni. Nel suointervento davanti ai membri delCIO, pronunciato in un inglese per-fetto e fluido, con parole vive, sin-cere e passionali, ha conquistatotutti. Poche volte mi è capitato disentirmi orgoglioso di essere italia-no come in quell’occasione e nonsolo come presidente della suaFederazione. Sono sicuro che aRio, in quei giorni che faranno lastoria del nostro sport, come acca-de già nel basket con gli americanidell’Nba, nel tennis con Federer eNadal, nel calcio, il meglio delnostro sport farà una passerellastraordinaria con i suoi migliori gio-catori e sono sicuro ci sarannoanche atleti italiani. Se devo pro-prio essere sincero, sogno ancheuna medaglia italiana».Prima dei Giochi di Rio, c’è anco-ra un desiderio da Presidenteche vorrebbe vedere esaudito?«Ancora un desiderio? Un italianoche, magari già quest’anno, vinceun Major. Il British Open o l’USOpen o il Master di Augusta o ilPGA Championship. Non ho prefe-renze».Ci mancherebbe altro, Presidente. lDiana Luna, romana, è la golfista di punta nel settore femminile

presidenza c’è stato il potenzia-mento della struttura che dovevaseguire i giocatori professionisti,della struttura che si doveva preoc-cupare della qualificazione dei gio-vani giocatori dilettanti, della strut-tura che doveva formare una nuovagenerazione di allenatori cercandomolto anche tra atleti che avevanopredisposizione per il ruolo e cheavevano avuto esperienze agoni-stiche importanti sui vari circuiti deiprofessionisti. Grazie a questedirettive che hanno avuto feliceattuazione, oggi posso definirmitranquillo per il futuro del golf italia-no. Dietro ai nomi che abbiamocitato ci sono ragazzi e ragazze ditalento che si stanno formandosotto una buona guida tecnico-comportamentale».Vale la pena ricordare che nelleprime edizioni dei GiochiOlimpici il golf faceva parte siadel programma delle gare riser-vate agli uomini sia di quellodelle donne. Parliamo di Parigi1900 e St Louis 1904. Poi l’autoi-solamento. Nell’ottobre 2009 aCopenaghen, il Comitato Olimpi-co Internazionale ha accolto lasua domanda di riammissione.Con una formula di qualificazio-ne dei giocatori ancora da defini-re nei dettagli, il meglio degliatleti di questa disciplina si potràapplaudire in Brasile, a Rio deJaneiro nell’edizione dei Giochi

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è stato più volte evidenziato.Spesso viene toccato quandoserve a giustificare insuccessisportivi, a mio avviso a torto.Il CONI ha di recente intrapresouna serie di iniziative che sono cul-minate con un accordo con ilMinistro Gelmini per l’attività moto-ria nella scuola primaria. E’ unprimo passo importantissimo mache prima o poi dovrà prevedernealtri.Oggi non è pensabile presentareuna nuova proposta senza dedica-re una pur sintetica analisi a quan-to è accaduto negli ultimi 50 annianalizzando gli aspetti positivi enegativi, soprattutto per evitare glierrori commessi.Chi scrive si sente giustificato a unintervento così delicato per unlungo percorso personale. Ci sen-tiamo figli di quello Sport nellaScuola lanciato nel 1953 dall’accor-do Zauli-Visco che fece nascere iCampionati Studenteschi in tuttaItalia. Li abbiamo vissuti come atle-ta per tre anni e soprattutto neglianni successivi abbiamo avutomodo di organizzare leve scolasti-che per decine di migliaia di stu-denti e, successivamente, di vivere

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In attesa di nuove proposte l'analisi del decadimento degli Studenteschi, nati consuccesso nel 1953, e dei Giochi della Gioventù, istituiti dal CONI nel 1968.

Una crisi iniziata a metà degli Anni 80 per evidenti errori strategici. Tuttaviauna larga base non assicura necessariamente allo sport italiano vittorie di vertice

Lo Sport non va più a

SCUOLA

In questi ultimi anni, soprattutto almomento del rinnovo delle carichee delle diverse assise sportivenazionali, il tema dell’inadeguatez-za dello sport nella scuola in Italia

Luciano Barra è stato uno dei piùimportanti dirigenti sportivi degliultimi decenni. Ha ricoperto l’incarico di Segretario generale della Fidal dal 1969 al 1988. Perquindici anni ha agito all’internodella Iaaf come assistente onorario di Primo Nebiolo. Dal 1993 al 2003 è stato dirigente generale del Conicon responsabilità nel settore dellapreparazione olimpica.

in diversi ruoli dirigenziali, sia pres-so la FIDAL sia presso il CONI,l’evolversi del fenomeno.Il problema è di tale vastità socialeche richiederebbe, per essereaffrontato nella giusta maniera, unmomento di riflessione ed appro-fondimento da parte di professioni-sti ed esperti di pedagogia, sociolo-gia, psicologia, comunicazione,finanza, fisco, marketing ed anchesport. Grave sarebbe di pensare disapere già tutto e produrre propo-ste che avessero il solo scopo disoddisfare le richieste delleFederazioni Sportive e non quellepiù vaste della nostra gioventù.

L’ACCORDO ZAULI-VISCO

Merita una riflessione il fatto che ilcitato accordo Zauli-Visco, atto fon-damentale per la rinascita dellosport italiano del Dopoguerra,fosse stato firmato unicamente dalSegretario generale del CONI e daun ispettore del Ministero dellaPubblica Istruzione.Senza togliere alcun merito agliispiratori, quell’accordo trovò terre-no fertile in un momento particolaredel Paese. A meno di dieci anni

di Luciano Barra

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Sono passati quasi quarant’anni machi era presente quel giorno ricordaancora bene l’impressione che fecequella bimba vicentina che vinse abraccia alte i 1000 metri nella fina-le dei Giochi della Gioventù 1971,Roma, Stadio dei Marmi. Si era giàfatta notare nell’inverno quandonella pineta di Castelfusano, adOstia, aveva dominato, praticamen-te esordiente, la prima edizionedella corsa campestre degli Enti dipropaganda.«E’ una nuova Pigni», aveva ipotiz-zato qualcuno con un po’ di pudorevisto il paragone. Quella bambina, ormai donna, 13anni dopo vinceva la medagliad’oro olimpica nei 1500 a LosAngeles, dopo essere passata perun esordio in nazionale a 15 anni,per un sesto posto, a 19 anni, aiGiochi di Montreal 1976 e per unquarto posto, sempre nei 1500, aMosca 1980, e per tanti successi epiazzamenti di assoluto valoreinternazionale, stracciando i recorditaliani: quelli degli 800 e dei 1500resistono rispettivamente da 30 e28 anni! Oggi Gabriella Dorio, signoraSpigarolo, è una sorta di tutor deigiovani per conto dellaFederazione. Ha due figli che

I GIOCHI INDIMENTICABILI DIGABRIELLA DORIO

amano l’atletica: Anna Chiara, alle-nata dalla mamma, si dedica almezzofondo di cui era un’autenticapromessa, prima di essere frenatada problemi al piede; Davide, piùgiovane, ama il salto in alto e leprove multiple.Nell’intervista pubblicata sul libroscritto da Roberto Corsi “Stellesenza polvere” (una serie di incon-tri con i grandi atleti del passato),uscito lo scorso anno, Gabriella

Dorio non ha avutodubbi: «…Ho par-tecipato a tutte legare importanti, maquella che ricordocon più piacereresta la vittoria aiGiochi dellaGioventù. L’ho vis-suta bene: era unagara importante, lostadio dei Marmiera pieno di gente ecorrevo contro atle-te che si allenavanoda tempo. Io invece venivo daappena due mesi diattività».(TempoSport) l

E' il 1971, Gabriella Dorio vince iGiochi della Gioventù

dalla fine della guerra i giovani, masoprattutto i loro genitori, cercava-no nuovi stimoli e nuovi prospettivedi vita. Oggi la situazione è bendiversaLo sport Italiano, grazie alla promo-zione provocata da Giulio Onesti,con due edizioni dei Giochi olimpiciconsecutivi in Italia (1956 Cortina,1960 Roma), ebbe dall’attivitàsportiva in ambito scolastico unaspinta fondamentale, producendocampioni (un nome su tutti è quel-lo di Livio Berruti) ma anche diri-genti e tecnici.Un altro aspetto importante di queitempi, oggi non più possibile, era ilfatto che fosse sufficiente una cir-colare ministeriale per mettere inmoto meccanismi complicati e pro-durre attività che coinvolgevanonumeri rilevanti di studenti. I cam-pionati studenteschi erano il volanooperativo dell’accordo CONI-MPIma riguardava esclusivamente glistudenti fra i 17 e 19 anni.

I GIOCHI DELLA GIOVENTÙ

La leggenda dice che Giulio Onesti,prevenendo il fallimento della spe-dizione olimpica azzurra ai Giochidi Messico 1968, volle anticipare itempi lanciando l’iniziativa deiGiochi della Gioventù, una manife-stazione che si rivolgeva agli stu-denti di 14/16 anni.Il bilancio della spedizione azzurraa Città del Messico giustificò quelleche erano le preoccupazioni diOnesti: l’Italia vinse 16 medagliecontro le 36 di Roma 1960 e le 34di Tokyo 1964 e nel medaglieregenerale si passò dal 3° e 4° postodelle precedenti due edizioni addi-rittura al 13°.I Giochi della Gioventù crearono ungrande entusiasmo e una grandespinta alla promozione sportiva nelPaese, coinvolgendo grandi nume-ri di partecipanti ma anche campio-ni.Il successo della manifestazione èdato in primis dai numeri: i dati sta-tistici parlano di 3-4 milioni di parte-cipanti, con oltre un milione solonella corsa campestre. Il successofu anche legato – come era natura-le che fosse – al momento in cui i

E' il 1984, Gabriella Dorio vince i 1500 ai Giochiolimpici di Los Angeles

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significativi: 35 medaglie ad Atlanta1996 (6° posto nel medagliere), 34a Sydney 2000 (7° posto), 32 adAtene 2004 (8° posto) e 27 aPechino 2008 (9° posto). I risultatidelle ultime quattro edizioni deiGiochi sono stati raggiunti in anni incui il CONI ha avuto minori disponi-bilità finanziarie rispetto ai periodiprecedenti.Bisogna dunque sfatare la leggen-da che i risultati di vertice dellefederazioni nazionali siano legati almancato apporto della Scuola: unmilione di praticanti non garantiscepiù medaglie. Lo dimostra lo stesso calcio, ilnostro sport più popolare da cui igiovani sono fortemente attratti.Nonostante in Italia ci siano centi-naia di migliaia di giovani iscritti alleScuole Calcio le stesse non produ-cono quei talenti in grado di non farrimpiangere i campioni del passatoe soprattutto frenare l’invasionedegli stranieri. E’ solo vero che la quantità di prati-canti garantisce, invece, la crescitadi una sana gioventù, di una giustacultura sportiva e di cittadini miglio-ri. Il che, comunque, non è poco.

SI ROMPE IL GIO…CATTOLO

Come già anticipato fu a metà deglianni 80 che il giocattolo si ruppe e iGiochi della Gioventù e iCampionati Studenteschi vissero illoro inesorabile decadimento.Il motivo principale è legato all’in-troduzione dell’autonomia scolasti-ca sancita con i Decreti Delegati edall’abolizione dell’Ispettorato diEducazione Fisica. Ma la luna dimiele fra CONI ed Ispettorato diEducazione Fisica si era già inter-rotta per una serie di puerili gelosieche il sottoscritto ebbe modo divivere in prima persona, essendo aquei tempi il Segretario dellaCommissione Sport nella Scuoladel CONI. Ma su questa crisi incisero anchemolte colpe da attribuirsi al movi-mento sportivo (CONI eFederazioni Sportive). Alcune decisioni incisero non poconel rapporto tra CONI e Ministero.La principale fu quella di inserirenel programma dei Giochi ben tren-ta discipline sportive per la fascia dietà 14/16 anni, bloccando invece ilprogramma dei Campionati

Giochi della Gioventù si vennero acollocare. Lo sport veniva indicato,nei diversi studi e analisi, come lapriorità numero uno dei giovani. Sipoteva girare con le scarpette diginnastica e la tuta e le mammenon avevano più timore che i lorofigli tornassero a casa sudati.Inutile dire che il CONI investi inquesta operazioni importantissimerisorse: in euro circa 3 milioni, unacifra che allora aveva un peso eco-nomico assai più rilevante e di cuioggi è impossibile popter disporre.Ma un’attenta lettura dei dati olim-pici dimostra che il successo deiGiochi della Gioventù ben pocoebbe a influire sui risultati dell’Italia.Infatti, ai Giochi di Monaco 1972,furono vinte 18 medaglie (10° postonel medagliere); a quelli diMontreal 1976 solo 13 (14° posto);a Seoul 1988 14 (10° posto) ed aBarcellona 1992 19 (12° p osto). Inmezzo a queste edizioni ci furono iGiochi di Mosca (15 medaglie e 5°posto) e Los Angeles 1984 (32medaglie con il 5° posto), ma sitrattò di due Olimpiadi boicottate ele assenze di paesi al top influironofortemente sui risultati globali.Tutto ciòserve adimostrareche non esi-ste un rap-porto direttofra quantitàe qualità. IGiochi dellaG i o v e n t ùprodusseroin queitempi milionidi praticantima succes-sivamente,nonostanteil mancatoa p p o r t odella Scuoladopo lametà deglianni 80, losport italia-no ha rag-giunto risul-tati in ambi-to olimpicoben più

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Scolastici asole ottodiscipline.La Scuolasosteneva ilcontrario e idati in segui-to rilevatidimostraronoche avevar a g i o n e .Come avvie-ne in Europa,nelle fasce dietà piùbasse, cioèquelle inte-ressate aiGiochi dellaG i o v e n t ù ,sono previstesolo le disci-pline di basee solo suc-cessivamen-te il program-ma tecnicopuò essereampliato. Allora la Commissionedel CONI era favorevole a tenerenei Giochi della Gioventù solo quel-le che potevano essere considera-te discipline di base: atletica, nuoto,ginnastica, scherma, pallacane-stro, calcio, pallavolo, pallamano,oltre a sci, pattinaggio su ghiaccioe corsa campestre per l’attivitàInvernale.Ma le pressioni dei PresidentiFederali sui vertici del CONI ebbe-ro il sopravvento: si sosteneva cheper trovare i campioni bisognavainiziare molto presto a praticareogni singola disciplina. La politicaebbe il sopravvento sulla logica efu un errore grave: trenta disciplinenei Giochi della Gioventù e otto neiCampionati Studenteschi! Dovevaessere l’opposto. Anche a causa di ciò il contrastocon la Scuola si accentuò alimenta-to da un esasperato agonismo figliodei programmi elaborati da ogniFederazione, il tutto in contrastocon le vere necessità di sviluppomotorio richieste da giovani di quel-la età.Sintomatica fu una ricerca fattadalla Scuola dello Sport del CONI ametà degli anni 90: risultò non solo

che lo sport non era più al primoposto nell’interesse dei giovani, mache era sceso addirittura al quinto.Un calo che in buona parte potevaanche essere giustificato da fattorisociali, ma restava in evidenza unaspetto più grave: la grande mag-gioranza dei giovani che avevanoiniziato un’attività sportiva a 12/14anni l’abbandonavano intorno ai 16anni saturi di un agonismo troppoesasperato.Qui può essere identificato il puntofinale della luna di miele fra lo Sporte la Scuola. La frattura si è ovviamente rafforza-ta con l’altro elemento che hasegnato la fine di un progetto con-diviso: l’autonomia scolastica. Nonbastava più un accordo di verticeed una circolare ministeriale perrimettere in moto un meccanismoed un matrimonio durato tantotempo ma mal consumato. Serviva, e forse serve, ben altroper far scoccare la scintilla di unnuovo idillio.

COSA ACCADE INVECE IN EUROPA

Gianni Petrucci, il nostro Presi-

dente del CONI, che ha il merito diaver traghettato lo Sport Italiano acavallo del millennio da una situa-zione politica ed economica moltodifficile, disse una frase ben condi-visibile in conclusione dei Giochi diPechino: “Lo Sport nella Scuola cisepara ancora dall’Europa”. Eppure avevamo battuto (solo permedaglie d’oro) la Francia il Paeseche può contare il miglior sistemasport/scuola di tutto il Continente!Ancora una conferma che la quan-tità poco ha a che fare con la quali-tà.Nel maggio 1994 il CONI organizzòuna Conferenza Nazionale sullaPratica Sportiva Giovanile. Merita, per chi ne ha voglia (edanche l’umiltà…), di andare a leg-gere le centinaia di pagine delleconclusioni. Sintetizzo alcuni punti fondamenta-li che si evincono anche da un’af-frettata lettura:1) Lo sport è veicolato nella scuolasoprattutto come fattore educativoe non forzatamente agonistico.2) Poche discipline sportive alprimo livello e qualcuna di più inseguito (In Germania tre le discipli-ne sportive al primo livello con cin-

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UN NUOVO PROGETTO

Un nuovo progetto non può nasce-re solo dalla testa dei dirigenti spor-tivi per quanto essi siano qualifica-ti. Merita ripetere il concetto giàespresso in apertura: “Il problema èdi tale vastità sociale che richiede-rebbe per essere affrontato nellagiusta maniera, un momento diriflessione ed approfondimento daparte di professionisti ed esperti dipedagogia, sociologia, psicologia,comunicazione, finanza, fisco, mar-keting ed anche sport. Gravesarebbe di pensare di sapere giàtutto e produrre proposte che aves-sero il solo scopo di soddisfare lerichieste delle Federazioni Sportivee non quelle più vaste della nostragioventù”.Se si pensasse di mettere tuttosotto l’egida del CONI e delleFederazioni Sportive Nazionali ilprogetto nascerebbe abortito. Averletto lo scorso anno che unaFederazione così importante comequella del canottaggio ha aperto iltesseramento a giovani di 6 e 7anni, fa rabbrividire.

Lo sport italiano ha dimostrato chesenza la Scuola è riuscita a soppe-rire in maniera intelligente e congrande successo alla scoperta dinuovi talenti e di nuovi campioni. Ilnuoto e la ginnastica sono unesempio tipico di come il travasodai centri di avviamento gestiti dallesocietà alle Federazioni sia possi-bile. Lo stesso dicasi per moltealtre discipline sportive i cui risulta-ti agonistici sono stati migliori chenel periodo in cui lo Sport nellaScuola ed i Giochi della Gioventùerano all’apice. E se esiste una dif-ficoltà di ricambio, una crisi deglisport di squadra, le motivazionivanno ricercate altrove e non certonella mancanza di un progetto perlo Sport nella Scuola.Quindi ben venga un nuovo proget-to per rilanciare lo Sport nellaScuola ma fuori dalle grinfie delleFederazioni Nazionali che nehanno già causato la sua morte.D’altronde le Federazioni Nazionalinon hanno le strutture e le risorseper gestire tale attività. Lo stessoCONI quando gestiva direttamentequeste attività aveva direttamentee tramite le proprie strutture territo-riale risorse (uomini e mezzi) cheoggi non ha più. Le Federazionidevono ottimizzare quanto a loroperviene tramite le SocietàSportive, che grazie allo Sport nellaScuola potranno migliorare il lororeclutamento. Ma le FederazioniSportive devono solo garantire chele loro strutture tecniche ed i loroprogrammi agonistici siano all’al-tezza per far maturare quanto pro-dotto dalle Società Sportive.

CONCLUSIONE

Si parla tanto in questo momento diFederalismo e di FederalismoFiscale. Perché lo Sport dellaScuola non deve far parte di questacompetenza anche con le opportu-ne risorse finanziare. Non è quantoavviene con successo in Francia eGermania? Ovviamente bisognaavere solo la preveggenza di guar-dare al futuro e l’umiltà di perderqualche piccolo potere. Ma sulFederalismo nel modello SportivoItaliano tornerò nel prossimo nume-ro. ([email protected]) l

que milioni di partecipanti e tredicial livello successivo con circa unmilioni di partecipanti).3) L’anello di congiunzione fra loSport nella Scuola e lo SportAgonistico sono le strutture territo-riali con le proprie società sportive.4) In tutti i Paesi europei lo Sportnella Scuola, soprattutto quelloagonistico, è organizzato attraver-so diverse tipologie di Federazionidello Sport Scolastico. Classico l’esempio della Franciadove lo Sport Scolastico è gestitodalla UNSS (1 milione di tesserati,20 mila giovani dirigenti, 10 milaAssociazioni Sportive Scolastichee 130 mila dirigenti eletti). L’UNSS così come l’ASSU (SportUniversitario) fa parte con diritto divoto del Comitato OlimpicoNazionale e Sportivo Francese.5) Nei più importanti Paesi Europei(Germania e Francia su tutti, ma inparte anche Gran Bretagna) loSport nella Scuola è soprattuttopermeato sul territorio grazie alfederalismo politico ma anchesportivo in cui le loro organizzazio-ni sono permeate.

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Le batterie italiane aprirono ilfuoco di buon mattino e, pocoprima che le campane battesserole dieci di quel 20 settembre 1870,la breccia di Porta Pia poteva rite-nersi aperta. Negli scontri che neseguirono, più scaramucce chevere battaglie, rimasero sul terrenoalcune diecine di uomini. A prezzodi quell’ultimo sacrificio poteva rite-nersi concluso il tormentato percor-so dell’unità nazionale avviato nel1848 con la prima delle guerre d’in-dipendenza e sfociato, nel febbraio1861, nella proclamazione unitariadel Regno d’Italia. Una decina di giorni più tardi, unreferendum dagli esiti sin tropposcontati riconsegnò Roma all’Italia.Quei cannoni dalla breve gittata liaveva comandati un generalesavoiardo, Luigi Girolamo Pellouxche all’epoca aveva poco più ditrent’anni e che amava esprimersi,sia nei salotti che in Piazza d’Armi,più in francese che nella linguadella sua nuova Patria. E che, tra lapaciosa indifferenza del popolo

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1/TempoSport partecipa ai 150 anni della nascita della nostra nazione con una serie di articoli di un storico illustre che ci ricorda i primi decenni

del movimento sportivo italiano. Una crescita difficile, con pochi impianti e poche risorse economiche. Fu il tiro a segno, patrocinato da Garibaldi,

insieme a ginnastica e scherma, a dare un primo impulso

E lo sport scoprì

l'ITALIAGianfranco Colasante, giornalista escrittore, si è occupato per oltre qua-rant’anni della comunicazione nelCONI. Specialista di sportdell’Ottocento e dell’Olimpismo, hascritto numerosi libri di approfondi-mento. In particolare: Lo sport inItalia (1977, edito dalla Presidenzadel Consiglio); Momenti di Gloria(1993, Premio Bancarella); La nasci-ta del Movimento Olimpico in Italia(1996, per il Centenario dei Giochiindetto dal CIO); Alle radicidell’Olimpismo Italiano (2006, editodal TOROC per i Giochi di Torino).Su incarico del Ministero per i Beni ele Attività culturali nel biennio 2003-04 ha redatto i percorsi del “MuseoNazionale dello Sport”. Per contodell’Istituto Treccani ha diretto la“Enciclopedia dello Sport” il cui set-timo volume ha visto la luce nel 2005.

romano, riusciva dove avevano fal-lito i denari di Cavour e, per ben trevolte, l’impeto di Garibaldi.Militare di carriera, ambizioso econservatore, il savoiardo Pelloux[1839-1924] avrebbe in seguitopercorso le tappe di un’importantecarriera politica toccando l’apice,una trentina d’anni più tardi, con lanomina a ministro della Guerra e,quindi, a presidente del Consiglio,alla testa di uno dei più conservato-ri governi del Regno. Come mini-stro, nel marzo 1896 si trovò a fron-teggiare l’indignazione popolaresollevata dalla sconfitta di Adua,atto conclusivo e tragico della guer-ra di conquista etiopica. L’eco della sconfitta nel Tigré, eancor più delle barbare evirazioniche ne seguirono per centinaia dimilitari fatti prigionieri, soffocò qua-lunque interesse in Italia per leprime Olimpiadi indette dal baronede Coubertin che, di lì a poco, sisarebbero aperte in Grecia (e che,per la verità, quasi nessun riscontrotrovarono neppure sulla

di Gianfranco Colasante

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“Gazzetta”, i cui primi numeri appa-rivano in edicola proprio in questigiorni).Se a Pelloux va riservato un dove-roso spazio sui libri di storia, moltomeno appariscenti sono le traccelasciate dalle sue azioni sulle bal-bettanti origini dello sport naziona-le. Eppure al suo nome vannoascritte alcune significative iniziati-ve, in specie nell’ambito del tiro asegno e della ginnastica, le primedue discipline ad essersi date undecente embrione di organizzazio-ne. Per il tiro a segno, sicuramenteattività più consona al suo rango,

quand’era ancora tenente colon-nello aveva accettato l’incarico diresponsabile della sezione di tiroall’atto della costituzione – avvenu-ta il 10 luglio 1877 – della “SocietàNazionale di Ginnastica, Schermae Tiro a Segno”, atto siglato pressola Sala della Società Geografica alCollegio Romano, sede odierna delMinistero dei Beni culturali. A presiedere la “Nazionale” erastato designato il deputato AntonioAllievi, mentre le altre due sezionifurono affidate alle cure del ducaLeopoldo Torlonia per la ginnasticae al tenente generale Filippo

Il manifesto che simboleggia la nascita del Tiro a segno nazionale

I partecipanti a una gara nazionale di tiro svoltasi a Roma

Cerroti per lascherma.Quest’ultimo,f i o r e t t i s t aprovetto chepreferiva tira-re con ilbraccio sini-stro, avevaretto il Mini-stero dellaGuerra du-rante il triun-virato roma-no del 1849e s’era inseguito di-stinto comei n g e g n e r e

militare e ferroviario. La societàvenne ospitata in alcuni locali inter-ni al n. 18 di via dei Cesarini (l’at-tuale Corso Vittorio Emanuele), nelpalazzo dei conti Giannelli, diven-tando centro di fervido proseliti-smo, sportivo e patriottico.Nell’ambito dello sport italianodell’Ottocento, la “Società” romanariveste una rimarchevole importan-za non soltanto perché essa getta-va il seme di una vocazione, comesi direbbe oggi, multidisciplinare,ma perché indicava – nella suastessa intestazione – le tre attivitàsportive nel tempo degne di mag-gior riguardo. Il suggerimento cheportò alla costituzione della societàpoté prendere corpo solo negli annipost-unitari e dopo che, nel 1876,vi s’era tenuto il settimo Congressodella Federazione Ginnastica. Proprio per potere degnamenteospitare quel Congresso era stataapprontata all’Orto Botanico, “afianco dei ruderi dell’AcquedottoClaudio”, la prima palestra romana,anche se non eretta in muratura,ma assemblata con assi di legno.Questa la descrizione, primigenioesempio di impiantistica sportiva,ripresa dal giornale “L’Opinione” eriportata da Fortunato Ballerini nelsuo libro sull’origine della ginnasti-ca in Italia:“[…] La palestra è una grande areascoperta; entro quest’area sorgonol’antico casino e la nuova salacoperta; la grande sala in legname

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ridotta all’osso,nel tentativo diriequilibrare ilbilancio. Sitagliò dovun-que fosse pos-sibile tagliare.Fu istituita per-fino la famige-rata tassa sulmacinato, subi-to ribattezzata‘la tassa sulpane’, che col-piva i poveri esuscitò tumultie sollevazioni.Fu ceduto aiprivati il mono-polio dei tabac-chi per ricavare180 milioni,necessari inquel momentocome l’acqua achi muore disete.”1

Per queste con-dizioni, va dato

maggior merito a Pelloux di averproposto qualche anno dopo, nel1882, la legge che istituiva il Tiro aSegno Nazionale, portando in talmodo a compimento legislativo ilvagheggiato disegno patriottico diGaribaldi. La necessaria premessastorica parte dal 1848 quandoCarlo Alberto, dopo tentennamentie rinvii, aveva concesso ai sudditipiemontesi lo Statuto. Un gesto che

aveva infiammato la penisola espinto i milanesi ad alzare le barri-cate delle Cinque Giornate. Quellostesso anno Agostino Depetris, ungiovane deputato di sinistra chegodeva dell’incondizionata fiduciadi Garibaldi, era stato il più pronto alanciare l’idea di aprire a Torino unasocietà di tiro al bersaglio.Dopo la sconfitta di Novara e il con-seguente esilio di Carlo Alberto, ilmaneggio delle armi per tutti i citta-dini appariva, infatti, più un obbligoche una necessità. Nasceva, e sidiffondeva rapidamente, il concettodella nazione armata. Si trattò di unprocesso articolato che solo undecennio più tardi, all’indomani del-l’armistizio di Villafranca, ripreseslancio. Negli anni immediatamen-te successivi all’impresa dei Mille,fu lo stesso Garibaldi a sollecitarnela realizzazione, rivolgendosi agliitaliani con un proclama di fuoco:2

“Agli Italiani. […] Accettate dunqueda me un consiglio. Confidate solonella concordia e nelle armi vostreche non ingannano mai. Tutte leclassi dei cittadini si diano la mano.I ricchi facciano le spese, i poveri siaddestrino alle armi per rivendicaree difendere insieme coi ricchi lacosa comune. Ogni Municipioabbia il suo Tiro al bersaglio.Bando al lusso ed alle spesesuperflue. Una tavola ed un riparodi terra bastano. Chi sarà più pre-sto in grado di mandare all’Esercitoed ai Volontari maggiori numero ditiratori e i migliori avrà ben meritato

misura m. 16 di larghezza per 34 dilunghezza, ed è formata da un’os-satura di travi di legname, tuttacoperta a tetto con tavolato a stratidi feltro asfaltato e paglia. La parteinferiore è racchiusa da fusti forma-ti con tavole; nel piano dove sitrova la chiusura, si è ricavata ingiro, un palchettone interno, da ser-vire per gli spettatori; a questo pal-chettone si accede per una grandescala rustica esterna; nel pianogenerale è sistemata la palestracon i giuochi al coperto; la fronteprincipale della nuova costruzionepresenta l’aspetto di una capannarustica con un avancorpo nel cen-tro, dove è sistemato l’ingressoprincipale al salone. […] La parteesterna è destinata ai giuochi ginni-ci all’aperto. La palestra è fornitadegli accessori, spogliatoi, acquamarcia, ecc.”Erano, quelli, tempi molto difficiliper il Paese. L’euforia generale perla raggiunta unità, faceva stridentecontrasto con una mortificantesituazione economica. “Le casseerano vuote e il governo avevaimposto una politica di economie Una prova di ginnastica svoltasi all’Arena di Milano nel 1880

Fu Giuseppe Garibaldi a "sponsorizzare", come si direbbe oggi,la nascita di un Tiro a segno nazionale

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alla Patria”. Un appello che noncadde nel vuoto. Nel biennio 1861-62, quasi ultimata l’unità dellanazione, alcuni interventi parla-mentari finanziarono la costituzionein ogni comune di una società ditiro, “anche a carattere privato”. I ministri che si alternarono sullapoltrona degli Interni si superarononelle elargizioni di contributi: MarcoMinghetti stanziò 100.000 lire,Urbano Rattazzi aumentò il gettitoa 150.000 lire. I frutti si videro pre-sto: le società di tiro sorsero comefunghi. La prima gara nazionale,indetta a Milano dal 21 al 27 giugnodel 1863, poteva contare su unadotazione di premi per centomilalire, “in contanti oltre i doni in armied in oggetti”, come recitava ilmanifesto che venne affisso sullepiazze d’Italia. L’esercizio del tiro asegno, con l’alibi di contribuire alladifesa del giovane regno, veniva agodere di mezzi pubblici considere-voli. Una condizione di privilegioche non mancò di suscitare uncerto risentimento da parte dellaFederazione Ginnastica che daanni andava sollecitando contributiper la propria attività specie dopoche nel 1878 il parlamento avevaapprovato la legge sulla ginnasticaobbligatoria nelle scuole seconda-rie. Di contro, la benevolenza parla-mentare verso il tiro a segno costi-tuì, in qualche modo, un volano perampliarne i risvolti sportivi. Questisubirono una brusca impennata nelbiennio 1893-94 quando il romanoArturo Magagnini – fondatore delperiodico “Il tiratore italiano” e buontiratore egli stesso – avanzò l’ideadi costituire una federazione dellesocietà di tiro con fini esclusiva-mente sportivi (sull’esempio diquanto accadeva da tempo inFrancia: sarà proprio l’Unione tran-salpina, nel 1900, ad accollarsi l’or-ganizzazione della seconda edizio-ne dei Giochi Olimpici).La proposta riscosse un buon suc-cesso: in breve lasso sorse uncomitato promotore, fu redatto unoschema di statuto e suggerita ladizione di “Unione dei TiratoriItaliani”. Il nuovo organismo si riunìper la prima volta in una sala delmunicipio di Milano, nella serata

del 26 maggio del 1894, indicandoper la presidenza l’onorevole CarloFisogni. Il quarantenne conteFisogni, deputato al Parlamentoper il circondario di Brescia, erauno dei tre italiani inseriti da deCoubertin nella lista delle 50 perso-nalità insignite del titolo di MembriOnorari del congresso fondativoolimpico tenuto alla Sorbona quellostesso 1894. Gli altri due erano illetterato napoletano RuggieroBonghi e l’ingegner Luigi Capuccio,apostolo del canottaggio (anchese, per la verità, nessuno dei tre sirecò a Parigi). Concreto impulso all’affermazionesportiva dell’Unione venne dall’ele-zione alla sua presidenza dell’ono-revole Luigi Lucchini, avvenuta il 26gennaio del 1904. Due anni dopoLucchini [1847-1929] costituiva laCommissione per la partecipazioneitaliana ai Giochi del Decennale diAtene, sulle cui ceneri fondòl’Istituto Nazionale per l’incrementodell’Educazione fisica (ENEF),eretto in ente morale nel 1910. Due iniziative tese ad offrire unprimo embrione di raccordo nazio-nale delle varie organizzazionisportive; anche se, a ben vedere,esse finirono per attirare sullo stes-so Lucchini gli strali delle pochefederazioni in attività che le avverti-

vano come limitazioni alla propriaautonomia. Ma non per nulla furonoproprio i tiratori a riportare i primiallori internazionali: il primo titolomondiale dello sport italiano vennevinto dal torinese Cesare Valerionella carabina, posizione in piedi, aLucerna del 1901: quattro anniprima il genovese Enrico Ghislers’era dovuto contentare del secon-do posto, sempre con la carabina,ma in posizione a terra, nell’edizio-ne inaugurale di quegli stessi mon-diali. Non è infine privo di significa-to che il nome del primo italiano adaver gareggiato sotto il segno diOlimpia, nel 1896, risulti esserequello di un tiratore. Si trattava di un facoltoso imprendi-tore - l’ingegner Giuseppe Riva-bella, la cui tomba dal 1913 si trovanell’isola di Capri - che da annirisiedeva in Grecia per eseguireimportanti lavori stradali e che, sti-molato dalla novità, forse perchécacciatore, forse perché frequenta-va gli stand di tiro al volatile, sicimentò di sua iniziativa, sia puresenza molta fortuna, in due provedel programma del tiro a segno.(1/Continua) l1 Cfr. S.Bertoldi, Il re che fece l’Italia, Rizzoli,2002, pag. 283.2 Cfr. Amedeo Bruni, Storia del Tiro a Segno,Roma, 1983, pag. 21.

La ginnastica divenne obbligatoria nelle scuole nel 1878. Nella foto una lezionedi giovinette a Torino presso la Regia Scuola di Educazione Fisica

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aggiungono alcuni identificatorivisivi di posizione per dare ai robotla cognizione della propria posizio-ne, shakerando il tutto si ottiene unMondiale di calcio fra robot chiama-to RoboCup!La RoboCup (Robot WorldCupInitiative) al di là dell’aspettopuramente agonistico, ha lo scopodi stimolare la ricerca nella roboticae di sperimentare soluzioni innova-tive nel campo dell’intelligenza arti-ficiale in un contesto accessibile adun vasto pubblico. Le soluzioni tro-vate possono essere riutilizzatenello sviluppo di robot umanoidi perassistere, nelle loro attività giorna-liere, persone diversamente abili.Il torneo è diviso in 5 categorie:Simulation League, Small SizeLeague, Middle Size League, FourLegged League, HumanoidLeague. La Simulation League èuna gara tra robot simulati:11 agen-ti software in grado di giocare in uncampo virtuale senza l'interventoumano. La Small Size League èuna competizione tra robot di pic-cola stazza. In questa categoria sisfidano squadre composte da cin-

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Un ingegnere siciliano specializzato in robotica analizza dove è arrivata la scienzanello sviluppo delle intelligenze artificiali. Parte dal campionato mondiale

di calcio dedicato ai robot che ha preso il via da alcuni anni e si sta perfezionando.Gli umanoidi saranno sempre più preziosi per assistere i diversamente abili

Il futuro finisce in

RETE

Intense sono le emozioni che cia-scun appassionato riceve da unapartita di calcio e in particolarequando si segue la propria nazio-nale durante i Mondiali. Se si sostituiscono i giocatori condei robot, se si riducono le dimen-sioni del campo da gioco per con-sentire la sopravvivenza delle bat-terie che alimentano i robot, se si

Rosario Sorbello si è laureato nel1998 in Ingegneria Informatica pressol’Università degli Studi di Palermo.Ha trascorso un anno di ricerca sullarobotica nel 2000 al Georgia TechInstitute di Atlanta negli Stati Uniti.Ha conseguito il dottorato di ricercain robotica nel 2002. Dal 2004 èRicercatore Universitario e Docentedi Robotica e Intelligenza Artificiale.Si occupa di robotica umanoide conparticolare riferimento alle interazio-ni emozionali con l’uomo. Ha progettidi ricerca con l’università di Atlantain Georgia e con le università diOsaka e Tokio in Giappone patriadella moderna Robotica Umanoide.

que robot, con una dimensionemassima di 180 cm?. La MiddleSize League, è un torneo tra robotpiù grandi, con capacità di calcolomaggiori. Anche in questa catego-ria la squadra è composta da cin-que robot, ciascuno dei quali conun diametro inferiore ai 50 centime-tri. Nella FourLegged League lesquadre sono composte solo dagliAibo, robot quadrupedi, a forma dicane, della Sony. Infine laHumanoid League, prevede sem-plici gare di abilità tra umanoidi, lecui capacità sono ancora ben lonta-ne da quelle necessarie per gioca-re una vera partita di calcio.Nel 1998 è stato costituito ilComitato nazionale RoboCupItalia, col fine di promuovere lo svi-luppo delle tecnologie robotichenecessarie per partecipare sianelle categorie simulate che inquelle reali. E' nata quindi la nazio-nale italiana ART (Azzurra RobotTeam) frutto del lavoro dei ricerca-tori delle Università di Palermo,Genova, Padova, Parma, Roma eMilano.La nazionale italiana ART ha parte-

di Rosario Sorbello

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cipato alla RoboCup 98 che si èsvolta a Parigi dall’1 al 9 Luglio,nella categoria Middle-size, qualifi-candosi per i quarti di finale. I cam-pioni robotici che hanno difeso icolori della nazionale sono stati iportieri Saracinescu e Tinozoff e ibomber Ronaltino e Frugolo: questii nomi attribuiti dai ricercatori che lihanno programmati.Nel 1999, a Genova, si sono svolti iprimi campionati italiani di Robocupnella competizione SimulationLeague. Il campionato è stato vintodalla squadra messa a punto dalgruppo di ricerca dell’università di

Palermo che ha battuto in finalel’università di Padova.Sempre nel 1999 a Stoccolma, nel-l’ambito della Robocup 99 la nazio-nale ART ha battuto in semifinale lanazionale tedesca, ma si è classifi-cata seconda essendo stata battu-ta in finale dalla nazionale iraniana.Nel 2005 a Osaka in Giapponel’Università degli Studi di Palermo el’Università La Sapienza di Roma sisono presentate, in rappresentan-za dell’Italia, con il nomeSPQR+SICILIA nella competizioneFourLegged Robot Team.Nel 2006 a Brema in Germania i

gruppi di ricercadell’Università degliStudi di Palermo edell’Università diPadova si sonopresentate, in rap-p r e s e n t a n z adell’Italia, con ilnome Artisti nellac o m p e t i z i o n eRobocup SoccerHumanoid League.La Robocup non èstata creata perdivertirsi nelcostruire robot cal-ciatori, bensì perpromuovere laricerca sulla roboti-ca e sull'intelligen-

za artificiale. La Robocup è un pro-getto scientifico molto serio edimpegnativo. Dopo 50 anni di studisull'intelligenza artificiale che sierano concentrati nello studio deglialgoritmi e delle tecniche per pro-grammare un calcolatore capace dibattere un maestro di scacchi, pro-blema poi risolto dal computerDeep Blue dell'IBM, la sfida dell’in-formatica è ora quella di mettere apunto squadre di robot fra loro coo-peranti. Il problema delle partite dicalcio fra robot è una sua logicaestensione. Dalla prima edizione del '97 sonostati fatti notevoli passi avanti. Seagli inizi c'erano difficoltà perfinonel trovare la palla, ora i robot gio-cano bene, molto velocemente ecominciano a mostrare strategie digruppo. Il termine di 50 anni è cre-dibile: i fratelli Wright crearono ilprimo aeroplano nel 1903 e nel1963 l'Apollo 11 atterrò sulla luna;l'ENIAC fu sviluppato nel 1947, eDeep Blue batté Kasparov nel1997; Watson e Crick identificaronola struttura del DNA nel 1953 e lasequenza del genoma umano èstata completata nel 2001. 50 annibastano!Ovviamente 50 anni non basteran-no a modellizzare pienamente l'in-telligenza, il linguaggio e la mobilitàumana: ciò che verrà sviluppatosarà comunque un robot umanoidecapace di superare la preparazioneumana nel gioco del calcio. I pro-blemi che verranno risolti per rea-lizzare questo umanoide peròsaranno tanti.Potremo immaginare questi cam-pioni del domani come simili agliumani, con comportamenti che nonpermetteranno di distinguere chia-ramente se sono davvero robot!Oggi, ciò che fino a poco tempo fala mente fervida dello scrittoreIsaac Asimov era in grado d’imma-ginare, è realtà: i robot umanoidiintelligenti stanno sempre più inva-dendo la nostra vita quotidiana. Il sogno di Isaac Asimov, lo scritto-re americano di storie fantascienti-fiche che ha immaginato negli anni1939-1940 i robot umanoidi posi-tronici (l'aggettivo "positronico" fuscelto semplicemente perché lo

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Alberto Sordi dal titolo “Io eCaterina”. In questo film, futuristicoper i tempi, si immaginava la possi-bilità di creare una cameriera robo-tica che potesse svolgere senzamai stancarsi tutte le faccendedomestiche. Ma anche guidare èun compito che presto delegherem-mo volentieri a un robot o, meglio,a un’automobile robotizzata che siguidi da sola per le strade affollatee rumorose delle nostre città. Oggi esistono robot capaci di muo-versi su due gambe, prendereparte a semplici conversazioni emanipolare degli oggetti in modorudimentale. Naturalmente nondisponiamo ancora di un robotcome Sonny, il protagonista del filmdi Will Smith “Io, Robot” ma ci stia-mo comunque avvicinando unpasso per volta. Molti degli scien-ziati che si occupano di robotica sidicono fiduciosi che entro il 2020

supereremo la soglia critica chetrasformerà gli attuali robot uma-noidi da semplici attrezzi, qualiancora sono, in partner dell’uomonelle attività di tutti i giorni. Oggi laloro intelligenza è paragonabile aquella di un insetto, ma nel 2040potrebbero eguagliarci. L’obiettivoda raggiungere va dai robot ope-ranti in campi come la sicurezza, lamedicina e l’assistenza alle perso-ne diversamente abili a quelli diintrattenimento in grado di svilup-pare comportamenti amichevoli diinterazione con gli uomini e in par-ticolare con i bambini e gli anziani.Ci sono in commercio anche i primiprodotti robotici maturi. Per esempio, il noto robot a formadi disco Roomba che spazza perterra ha un mercato interessante.Quanto agli automi umanoidi e diservizio che entreranno nellenostre case nei prossimi anni,teniamo conto che gran parte dellaloro tecnologia potrà essere trasfe-rita ai robot industriali, che sonouna realtà consolidata da tempo ein cui noi italiani non siamo secon-di a nessuno. Il nostro Paese hadato e sta dando contributi enormialla robotica collaborando all’este-ro, specialmente con il Giappone egli Stati Uniti. Ma anche qui in Italiasi fanno ricerche importanti, peresempio nel campo dell’intelligen-za artificiale; i robot per essere utilidevono essere intelligenti, dalmomento che devono essere loroad adattarsi all’ambiente e alle per-sone, e non viceversa. l

scrittore trovava il nome esotico) alservizio dell’uomo, presto stannoper diventare una realtà. Non sor-prende che sia stato uno scrittore aimmaginare il robot moderno.Spesso noi scienziati abbiamo unpensiero troppo vincolato alla tec-nologia e non lasciamo spazio allanostra fantasia: negli anni 50 civoleva molta fantasia per immagi-nare le tre leggi della robotica diAsimov, principi base che rendes-sero il robot, la macchina di cuiabbiamo bisogno per le nostre atti-vità giornaliere, un compagno affi-dabile per la vita di tutti i giorni. I Robot Umanoidi intelligenti sono ilterreno più fertile di incontro tra l’in-telligenza artificiale e la robotica.Già, perché i robot moderni di cuiparliamo non sono i robot industria-li, per intenderci i bracci meccaniciche montano nelle industrie auto-mobilistiche le nostre vetture. Nonsono semplicemente braccia mec-caniche, sono e saranno sempre dipiù macchine intelligenti capaci diaiutarci nelle faccende quotidiane.I robot personali non potrannocerto sostituire al 100% il supportodi una persona in carne e ossa mapotranno compiere utili operazionidi basso profilo, come portare unbicchiere d’acqua o raccogliereoggetti sul pavimento. Piccoli gestiquotidiani che saranno di grandeaiuto per tutte le persone chehanno problemi nel muoversi all’in-terno di un ambiente domestico. Un automa che possa pulire lacasa e stirare è in cima ai desideridelle persone, come ci ricordava unfamoso film italiano del 1980 di

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Dopo aver illustrato la Boxe in Action, una delle specialità della Gym Boxe,sotto i riflettori la Boxe Competition, disciplina di combattimento ma dove nonpuò esserci contatto tra i due sfidanti. E' stata codificata da Massimo Barone:

«La sfida è sinonimo di divertimento così come la preparazione»

Proseguendo nell’approfondi-mento della conoscenza della GymBoxe, settore amatoriale dellaFederazione Pugilistica Italiana,dopo la Boxe in Action è il momen-to di capire meglio cos’è la BoxeCompetition, che con la citata Boxein Action e la Soft Boxe è una delletre discipline che fanno parte dellasempre più diffusa attività amato-riale del pugilato entrata, attraversol’accordo di convenzione con laFederazione, a far parte anche delmondo CSAIn. Dal sito www.boxe-competition.com, all’articolo 1 delregolamento (definizione e scopo)si legge: «La Boxe Competition èuna disciplina di combattimentoamatoriale che prevede l’opposi-zione di due atleti senza contattotra di essi. La preparazione degliatleti amatori è del tutto simile aquella degli atleti agonisti, le sedu-te di allenamento possono essereeffettuate anche con dei ritmi musi-cali. Attraverso la Boxe Competition èpossibile raggiungere in brevetempo un’apprezzabile preparazio-ne fisica ed apprendere tecniche dipugilato, l’espressione di tali quali-tà sono valutabili in un contestotecnico tattico, la competizione.Non essendoci contatto tra gli atle-ti, le valutazioni andranno a consi-derare le abilità motorie come risul-tato di una preparazione fisicacombinata tanto delle capacità con-dizionali quanto delle capacitàcoordinative».Questa disciplina permette quindidi salire sul ring, sfidare un avver-sario, ricevere le giuste scariche diadrenalina e di dimostrare di esse-re dei buoni pugili, il tutto senzaalcun rischio. In sostanza una disci-plina amatoriale che consente di

di Paolo Germano

PUGNId'amatore

Una giovanissima allieva di Boxe Competition

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tà psico-fisiche dell’atleta. Il pas-saggio di livello prevede un esamepratico da parte dell’atleta, chedimostri la padronanza nell’esecu-zione delle tecniche e delle eserci-tazioni previste nel programma.Ecco i motivi del successo che staottenendo la Boxe Competition,riconosciuta ufficialmente dalla Fpinel settembre 2009. Il merito ditutto ciò va senz’altro ad un uomo,uno sportivo, rispettoso delle tradi-zioni ma con lo sguardo rivoltoanche all’evoluzione delle discipli-ne sportive in simbiosi con le richie-ste che arrivano dalle trasformazio-ni sociali. Quest’uomo si chiamaMassimo Barone. «Nella mia vita –ci dice Massimo - ho avuto più suc-cessi come insegnante che comeatleta. Questa è certamente unagrande soddisfazione: vedere,infatti, ragazzi che ho iniziato allosport raggiungere importanti obiet-

tivi mi rende orgoglioso, ma èanche mio grande rammarico per-ché, quando avrei potuto combatte-re e forse ottenere maggiori risulta-ti agonistici, gli impegni lavorativinon mi hanno permesso di allenar-mi seriamente».Ma quali sono gli stimoli peravvicinarsi alla Boxe Compe-tition e praticarla?«Gli stimoli - spiega Barone - pos-sono essere molteplici: innanzituttoil regolamento è stato apposita-mente studiato e realizzato in modoche, con le opportune e necessarieprotezioni, possano praticarla tutti,uomini e donne dagli 8 ai 65 anni.La musica durante le lezioni lerende gradevoli, fa sentire meno lastanchezza e aiuta a raggiungerevelocemente un’ottima forma fisica.Infine è una disciplina coinvolgentedove il combattimento diviene sino-nimo di divertimento e dove l’ama-

apprendere le tecniche di pugilatoe di metterle in pratica di fronte adun avversario ma, appunto, senza ilcontatto fisico. L’amatore può limi-tarsi al solo ed esclusivo allena-mento, è previsto un programmasuddiviso in cinque livelli di appren-dimento in ordine crescente dal 1°al 5°, dove nella preparazione fisi-ca, tecnica e tattica, vengono inse-rite esercitazioni con attrezzaturequali: corda, palla elastica, basto-ne, pesetti 1-3 kg. sacco, guanti dapassata, ecc. in un crescendo didifficoltà tali da stimolare le capaci- Il maestro Massimo Barone tra gli allievi della sua palestra romana

Massimo Barone, romano, 50 anni,è preparatore fisico qualificatopresso la Scuola dello Sport delCONI, tecnico Fpi e Maestro diKick Boxing Fikb (FederazioneItaliana Kick Boxing), DirettoreTecnico del’Asd Gladiators. Alle spalle ha trent’anni di espe-rienza negli sport da combattimen-to: il suo primo approccio è stato iljudo, poi diverse discipline, dallaSavate Boxe francese alla ThaiBoxe, per cimentarsi infine nelpugilato. E’ sovrintendente della Polizia diStato, ma preferisce non parlare delsuo lavoro, anche se lascia intende-re che lo ha impegnato molto intempi meno tranquilli di quelliattuali. Numerosi gli atleti che siallenano nella sua palestra diRoma, diversi i titoli Italiani edinternazionali conquistati dai suoiragazzi nelle diverse discipline.Chi desideri maggiori informazionisu questa disciplina o sia interessa-to a partecipare ai prossimi corsiper istruttore, che si svolgerannonel periodo tra aprile e giugno, puòvisitare il sito internet o inviare unae-mail a: [email protected] l

DAL JUDO ALLABOXE COMPETION,PER MASSIMOBARONEUNA VITA DA“COMBATTENTE”

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tore può decidere di limitarsi al soloed esclusivo allenamento, oppureacquisire quella padronanza nel-l’esecuzione delle tecniche e nelleesercitazioni previste dal program-ma, tale da diventare propedeuticaper il pugilato agonistico».Quindi la Boxe Competition puòessere uno strumento adatto perfar avvicinare e far conoscere ilpugilato al grande pubblico?«Ho lavorato per tre anni allamessa a punto di questo progetto; -spiega ancora Barone - l’ideanasce dall’esperienza e dai buonisuccessi ottenuti nell’organizzazio-ne di eventi dove si praticavanocompetizioni light di Kick boxing.Perché non creare un’attività lega-ta al pugilato che possa ottenere iriscontri ed il successo ottenutodalle discipline a contatto leggero?Da questa domanda è nato il pro-getto della Boxe Competition».I risultati ottenuti sono soddisfa-centi?«Il numero di iscritti nel settoreamatoriale della Fpi è aumentatodel 100%. I tempi sono finalmentematuri, le vecchie generazionihanno lasciato il passo alle nuove etutti cominciano a comprendereche il settore amatoriale può esse-

re una vera e propria fortuna per ilpugilato; molti dei miei pugili adesempio, hanno cominciato con laBoxe Competition».Dov’è la sede principale dell’atti-vità?«E’ a Roma, nella palestra dell’Asd

Gladiators, in zona San Giovanni,dove abbiamo molti iscritti perchénon trascuriamo nessuno, curiamoparticolarmente la pratica amato-riale e così facendo, avendo diver-si atleti sui quali lavorare, a volteabbiamo la fortuna di tirar fuori un

c a m p i o n c i n o .Molte altre pale-stre potrebberoinserire tra leloro attività laBoxe Competi-tion ma la mag-gior parte di loronon sa dell’esi-stenza di un’atti-vità amatorialeche permette, selo si desidera, diavvicinarsi pergradi al pugilatovero, o quantomeno di pratica-re un’attivitàsportiva che inbreve tempo puòfar raggiungereun’ottima formafisica ed essereutile anche perla difesa perso-nale». l

Massimo Barone insegna l'arte della boxe a due suoi giovani allievi

L'allenamento a suon di musica di un gruppo di allievi della palestra romana dell'Asd Gladiators

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Era ora. Finalmente anche aRoma una bella manifestazionesulla danza a 360°. Dalla classicaalla moderna, dal jazz all’hip-hop,dalla contemporanea alla country,fino al tango, al flamenco, al ballolatino-americano e alla danza afri-cana è stato un viaggio unico nelmondo della danza quello che haproposto la Asd Dance Promotion,affiliata CSAIn, lo scorso gennaioall’Auditorium del Massimo all’Eur.Tra chignon e pantaloni skate/stre-et wear, tra capelli colorati e cami-cie e cappelli da cow boy, tra lezio-ni, incontri, audizioni e spettacoli laprima impressione che si avevaentrando a ROMAinDANZA eradavvero che la danza è una sola,come aveva sottolineato il profes-sor Testa alla conferenza stampa dipresentazione dell’evento.

Più di cinquemila persone, special-mente giovani, hanno affollato lamanifestazione che ha conclusocon successo la prima edizione. Faparticolarmente piacere parlare di

ROMAinDANZA, perché questoevento è nato dall’intuizione, il desi-derio e la passione di PaoloMongelli e Alessandro Rende dellaAsd Dance Promotion da sempre

DANZACapitale

Patrocinata dallo CSAIn Lazio a metà gennaio si è svolta, riscuotendo un grandesuccesso, la manifestazione ROMAinDANZA, il più importante evento

del settore mai ospitato dalla Città Eterna. Premiato l'impegno e la passionedella Asd Danza Promotion, affiliata al nostro ente. Madrina Carla Fracci

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L'esibizione del balletto di Milano

La grande Carla Fracci è stata lamadrina di ROMAinDANZA (FotoBruno Farda)

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impegnata nella promozione e ladiffusione della danza. La manife-stazione ha avuto il patrociniodell’Assessorato alla Cultura, Artee Sport della Regione Lazio,dell’Assessorato alle PoliticheCulturali della Provincia di Roma,dell’Assessorato alle Politiche

Culturali e della Comunicazione diRoma Capitale, del Teatrodell’Opera e dell’AccademiaNazionale di Danza.Il pubblico ha vissuto con grandeemozione, la presenza di CarlaFracci, straordinaria madrina dallamanifestazione ed ha mostrato

grande interesse per la possibilitàdi sentirsi parte di una vera e pro-pria full immersion nell’arte coreuti-ca. Corsi, workshop, incontri, semi-nari, spettacoli, concorsi, premi,audizioni, conferenze e spazi per ibambini. Il tutto in uno spazioattrezzato di cinque sale per glistage, un’area expo, una sala con-ferenze, una platea di oltre 1000posti, un palcoscenico di 130 mq etanti altri spazi dedicati al mondodel ballo. Lo CSAIn Lazio, oltre ad esserestato partner della manifestazione,ha partecipato attivamente con unproprio stand. L’evento è stato impreziosito dallapartecipazione di grandi personali-tà artistiche che ne hanno animatoil programma: maestri, danzatori,critici di danza, musicologi, storicidell’arte, giornalisti esperti nel set-tore, provenienti da ogni parte delmondo. Sul palcoscenico si sono succedutispettacoli in prima assoluta comela Carmen dell’Atzewi DanceCompany con Leon Cino, o maivisti a Roma come il Chamber stu-dio del Balletto di Torino, o loChansons del Balletto di Milano.Grande opportunità infine per tuttiquelli che oltre ad amare la danza,

la amano praticare, neitre giorni hanno, infatti,potuto lavorare condocenti come Elisa-betta Terabust, ClaudiaZaccari, Franco Mise-ria, Raffaele Paganini,Elsa Piperno, EugenioScigliano, Andrè de laRoche, AlessandraCelentano e Steve LaChance.Particolarmente ap-prezzata è stata anchel’apertura alla DanceAbility, speciali lezionitenute da PierluigiZonin, hanno coinvoltodiversamente abili enormodotati e hannoconfermato ancora unavolta la sensazione cheabbiamo avuto fin dal-l’ingresso: la danza èuna sola. l

Francesco Saverio Cavaliere dell'Accademia nazionale della danza

Un'immagine dello spettacolo del balletto del Teatro di Torino

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Quando è meglio andare inpalestra? La mattina, il pomeriggioo la sera? E’ evidente che nellamaggior parte dei casi la scelta èdettata da tutti gli altri impegni (ingenere lavorativi) ai quali bisognasottostare.Tuttavia qualora si possa scegliere,quale sarebbe la soluzione piùopportuna? La mattina, quando siha lo stomaco leggero e si è riposa-ti; il pomeriggio, quando si è riforni-to l’organismo di un po’ di energiaalimentare e si è superato il torporedel dopo sonno; la sera, quando ildesiderio di relax rende più grade-vole l’esercizio fisico?In realtà ognuno dei lettori scegliein un modo diverso, in funzionedelle proprie caratteristiche e delleproprie sensazioni. Infatti è, credo,un’osservazione usuale per ognu-no quella di sentirsi meglio, più informa, in certe ore del giorno piut-tosto che in altre. Ci sono alcuniche carburano solo nel pomeriggioed altri che invece hanno nel matti-no il periodo più redditizio dellagiornata.Così come c’è chi preferisce dormi-re molto la mattina e far tardi lasera (i gufi) e chi si trova megliocon il comportamento contrario (leallodole).Anche nell’attività sportiva si sentel’influenza della variabilità dell’effi-cienza fisica e psichica così che, aparte chi non può scegliere altri-menti, alcuni preferiscono gareg-

giare o fare sport in certi momentidel giorno piuttosto che in altri.Queste particolari situazioni, chehanno una spiegazione scientifica,in realtà per molti anni non sonostate ben comprese, così comenon si dava molta importanza a tuttii problemi che derivano dai cambia-menti dei normali ritmi di vita.

Basti pensare a coloro che lavora-no in aziende a ciclo continuo e chequindi sono sottoposti a periodicicambi di turno, per capire quantoinvece questi problemi siano impor-tanti. A dimostrazione della presen-za nel nostro organismo di unaspecie di orologio biologico, chequando viene desincronizzato,

A cura della Federazione Medico Sportiva Italiana

Nel nostro organismo esiste un orologio biologico che influenza l'attivitàfisica oltre a quella psichica. Ognuno risponde in modo differente a seconda

del periodo del giorno. E' la cronobiologia la scienza che insegna che l'uomonon è soggetto solamente al meccanismo sonno-veglia

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Ognuno ha dentro di sé un orologio biologico che va adattato ai ritmi di vita

E' l'ora di scendere in

CAMPO

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quando cioè si crea una sfasaturatra questo e l’orologio esterno, ècausa di una serie di notevoli pro-blemi, basta ricordare il fenomenodel “Jet Lag”, che consiste nell’in-sieme di disturbi cui va incontro,quando ci si sposta dal proprio fusoverso gli altri fusi orari (andando inAmerica, o in Giappone per esem-pio).E' la cronobiologia la scienza cheinsegna che l'uomo non è soggettosolamente al periodismo sonno-veglia ma che numerosissime sonole funzioni organiche che procedo-no durante la giornata con alti ebassi del tutto codificati e noncasuali. La cronobiologia può interessareanche lo sportivo. Basta, infatti,ricordare il quesito di partenza: ache ora è meglio fare palestra? Senon per rispondere alla domanda,quanto meno per avere le idee piùchiare, è opportuno prima di tuttoconsiderare in che cosa consistequesto cosiddetto orologio biologi-co. Come detto, il nostro organismosembra rispondere in modo diffe-rente a seconda dell'ora del giornoe sembra abbastanza chiaro chequesta caratteristica è particolar-mente regolare al punto che si ripe-te nello stesso modo ogni giorno. In

questo caso si dice che il ritmo bio-logico è di tipo "circadiano", ha cioèuna periodicità giornaliera. Vi sonoperaltro altri ritmi ed il più noto ditutti è certamente quello "circaluna-re", tipico delle mestruazioni nelledonne, che dura una fase lunare ecioè quattro settimane. Sono molte le funzioni che seguo-no un ritmo giornaliero, una dellepiù importanti è il livello delle capa-cità psicoattitudinali come l'atten-zione, la capacità cognitiva, ladestrezza manuale e la coordina-zione neuromuscolare. Questecapacità presentano il minimo nelleprime ore del mattino ed il massimonelle ore pomeridiane. Questodato, di per sé è già un'indicazionea praticare sport "tecnici" nel pome-riggio! Un altro parametro molto influenza-to dal ciclo giornaliero è la tempe-ratura corporea che ha il massimoalle 4 del pomeriggio ed il minimoalle 6 del mattino, così come, più omeno, fa la frequenza cardiaca ariposo. Seguono sempre un ritmocircadiano altre funzioni biologichecome la produzione di ormoni, lafunzione respiratoria, la distribuzio-ne delle cellule e dei liquidi nel san-gue e così via.La cronobiologia ha permesso di

comprenderemeglio il fun-z i o n a m e n t odell'organismo,così come dia d a t t a r emeglio alle suecaratteristichegli eventualisupporti farrna-cologici o diprogrammarepiù corretta-mente I'attivitàlavorativa equella normaledi relazione. I n t e r e s s a n t isono gli studicompiuti sul-l 'alimentazio-ne, per esem-pio, che hannopermesso did i m o s t r a r ecome, avendo

cibo a volontà, il soggetto non sìalimenta a caso, ma segue unperiodismo preciso. Al contrario, seil cibo è disponibile solo poche oreal giorno, il soggetto si adatta adaver fame solo in quel periodo.Come queste, molte altre sonostate le osservazioni inerenti la cro-nobiologia che hanno dato utili indi-cazioni alla ricerca scientifica.Molto importante è per esempio ilcontributo dato dalla farmacologia,Infatti conoscendo con quale ritmoall'interno dell'organismo vengonoprodotte le sostanze, ormonali enon, è possibile impostare più cor-rettamente le varie terapie. A regolare in modo così precisol'orologio del corpo provvede unaspeciale parte del nostro cervellodenominata ipotalamo. Peraltroquesto timer ha bisogno di un con-tinuo controllo e di una continuaregolazione da parte dì segnali diriferimento esterni. Sono, infatti,ben pochi i meccanismi biologiciche seguono il proprio ritmo qual-siasi cosa accada nel mondo ester-no. La maggior parte di essi, alcontrario, ha bisogno di continuiaggiustamenti. Il principale segnale esterno di rife-rimento è proprio rappresentato dalsusseguirsi dei giorni e delle notti e

Solitamente sono le ore pomeridiane quelle in cui molte funzioni fisiche e biologiche sono al massimo

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Come si vede sono molti i fattoriche vengono coinvolti da una nottepassata in bianco, anche se lamaggior parte degli autori sonopropensi a pensare che gli effettipeggiori, anche sulla capacità diprestazione, sono dovuti essenzial-mente all'intorpidimento delle capa-cità di risposta del sistema nervosocentrale agli stimoli esterni. Ciòcausa, infatti, la perdita della preci-sione nei movimenti quando questisono continuamente variabili(come negli sport di squadra onelle situazioni di gruppo) oppuredì rallentamento quando sono inve-ce monotoni e ripetitivi. Si capiscebene come in una situazione diquesto tipo fare esercizi che richie-dono grande attenzione per la tec-nica di esecuzione o per l'uso diattrezzi può risultare assai più com-plicato ed in alcuni casi anche nonscevro da rischi. Un altro aspetto legato alla riduzio-ne delle capacità neuro-muscolariè I'aumento del costo energeticodel gesto atletico. Ciò è dovuto al fatto che il soggettostanco ed assonnato non riesce piùa muovere i propri muscoli con lacoordinazione abituale e così perfare lo stesso sforzo consumamolta più energia.

Cosa si deve dedurre da questeparziali indicazioni? Certamente laprima considerazione porterebbead invitare tutti ad astenersi da talipratiche ed a godersi il meritatoriposo notturno così come madrenatura ha previsto. Dal punto di vista del gesto atletico,considerato lo scadimento dellecapacità neuromotorie, gli accorgi-menti più opportuni sono quelli dievitare prestazioni o gare cherichiedono elevati livelli dì attenzio-ne, prontezza di riflessi esasperata,velocità di movimenti; mentre sonoda preferire quelle situazioni nellequali i gestì sono semplici, eseguitia bassa velocità sia di movimentosia di corsa (anche se non troppoda risultare noiosi) e che comun-que non rischiano di mettere incondizioni di pericolo, per qualchepausa da microsleep, né lo sportivostesso né i compagni. Vanno bene, per esempio, in pale-stra le attività dì sviluppo della fit-ness cardiovascolare, mentremeno consigliabili sono i lavori coni pesi o macchine per lo sviluppodel tono-trofismo muscolare.Quest'ultimi non tanto per il mate-riaiizzarsi di eventuali fattori dirischio, quanto per la minore effica-cia di tali esercizi. l

quindi dell'alternarsi del sonno conla veglia. A dimostrazione dì ciò basti pensa-re a quelle persone che, a scopo dìstudio o altro, si "esiliano" per lun-ghi periodi in profonde grotte senzapiù cognizione della luce. Ebbenequesti soggetti automaticamenteperdono il ritmo normale delle 24ore per acquisirne uno nuovo deltutto speciale. La perdita del sonnorappresenta quindi un elemento didisturbo notevole nel normale ritmodi funzionamento biologico dell'or-ganismo. Da ciò deriva una serie dialterazioni che possono inficiare inmodo significativo la prestazionesportiva, quando questa si verifica,per esempio, dopo una notte pas-sata insonne. Ma quali sono le conseguenzelegate alla perdita del sonno? Laprincipale fra esse sembra sia lega-ta alla riduzione delle capacità psi-coattitudinali ed in particolare dellivello di stimolazione nervosa edella coordinazione neuro-motoria.Altri fattori alterati possono esserela frequenza cardiaca di base (chesi abbassa), la concentrazione diglicogeno nei muscoli (anche que-sta ridotta), specie quelli posturaliche non si riposano a letto, la forzamuscolare. Minor accordo c'è daparte dei variautori sull'anda-mento del quadroormonale ed inparticolare degliormoni più impor-tanti per la reatti-vità dell'organi-smo all'ambienteesterno, come ilc o r t i s o l o ,I'adrenalina, latirosina etc. La perdita disonno ha ancheeffetti psicologiciche secondoalcuni vengonodimostrati dalleoccasionali perdi-te di attenzioneconsiderate comepiccole crisi disonno (microsle-ep) della durata dipochi secondi. Molti amano allenarsi la sera quando però i livelli di attenzione non sono ottimali

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Dal 17 marzo l'Unione Folclorica Italiana, una delle associazioni storiche dello CSAIn, terrà la sua assemblea ordinaria ad Aviano, in Friuli, proprio

dove nacque nel 1984 e dove c'è ancora la sede legale

Dal 17 al 20marzo Aviano,ridente località

della pedemontana friulana, ospite-rà la consueta AssembleaGenerale Ordinaria dell’UnioneFolclorica Italiana . Fu proprio ad Aviano che nel feb-braio 1984 si costituì ufficialmentel’UFI da un ristretto gruppo di per-sone, provenienti dalle diverseregioni italiane, rappresentantigruppi di grande tradizione folclori-ca. Fra loro c’erano anche gli avia-nesi Gherardo Patessio ePiergiorgio Tomasini. Per molti annila Segreteria Generale fu tenuta adAviano. Successivamente, con losviluppo dell’Unione e la riorganiz-zazione del suo organigramma, laSegreteria Generale fu spostata inaltra sede, ma la Sede Legale con-tinuò e continuerà ad essere legataoperativamente e affettivamente aquesta cittadina, internazionalmen-te molto nota nell’ambito folclorico.L’ufficio “di rappresentanza” è col-locato all’interno di uno dei più anti-chi palazzi del comune, PalazzoBassi, che si affaccia sulla piazzaDuomo, il cuore del paese.Nel corso degli anni molti gruppi sisono avvicinati a questaOrganizzazione nata al domanidello scioglimento dell’ENAL perrispondere alle esigenze e dareservizi di qualità a quanti operanocon l’intento di tutelare il folclore ele tradizioni popolari. Il fatto di ritro-varci a queste assemblee annualici permette di conoscere e di raffor-zare i vincoli di amicizia e collabo-razione tra persone che credono evivono questo mondo.Invece, essendo la località dell’as-semblea “itinerante”, permette ognianno a un gruppo ed una comunità

di Michele Gasparetto per l’Ufi

Tutti a CASA

Il gruppo Folklorico "F. Angelica" di Aviano sulla piazza della cittadina

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diverse di ospitare amici provenien-ti da tutte le parti d’Italia, facendoconoscere le tradizioni locali e pro-ponendo il proprio territorio.Alle assemblee dell’UnioneFolclorica Italiana sono propostianche incontri e seminari di carat-tere vario (gestionale, culturale,ecc.) attraverso i quali si possonoapprofondire le proprie conoscenzee aprirsi ad altre esperienze.La 27ª assemblea nazionale sisvolgerà nella frazione di Castellodi Aviano nell’hotel Villa Policreti,prestigiosa dimora il cui nucleo piùantico risale al 1500.Circondata da uno dei più bei par-chi del Friuli, in posizione panora-mica e tranquilla, domina il verdeassoluto del prestigioso campo dagolf del Golf Club Castel d’Aviano.I lavori inizieranno il venerdì pome-riggio con una tavola rotonda alla

quale ha confermato la sua parteci-pazione il Prof. Alkis Raftis dellamaggior organizzazione mondialedella danza, il CID-UNESCO(Conseil International de la Danse)e altri graditi ospiti di CSAIn e altreistituzioni. Sabato sarà la giornataistituzionalmente più importante,con lo svolgimento dei lavoriassembleari e, al termine di questi,avrà luogo l’Assemblea GeneraleStraordinaria per le approvazioni dialcune modifiche statutarie.Tutte le sere saranno animate damomenti musicali, in particolare lacena di gala del sabato sera saràallietata dal locale GruppoFolkloristico “Federico Angelica”Danzerini di Aviano e la partecipa-zione dei gruppi folcloristi apparte-nenti al comitato UFI regionale, checoinvolgeranno gli ospiti in canti eballi. l

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li investiti dalla nube si disseccaro-no e morirono a causa dell'altopotere diserbante, mentre migliaiadi animali contaminati dovetteroessere abbattuti. In seguito a questo incidente sonostati fatti molti studi che hanno rico-nosciuto un potere cancerogeno,per cui, considerato che la vitamedia di questi composti è di circa7 anni, un’esposizione prolungataanche a livelli minimi può recaredanni. Possono provocare sarcomi,tumori dei tessuti molli e leucemie,malattie endocrine a carico di tiroi-de ed apparato riproduttivo maschi-le e femminile, disturbi comporta-mentali e dell’apprendimento, ridu-zione delle difese immunitarie. Le emissioni più rilevanti di diossi-na, tuttavia, non sono quelle inatmosfera ma quelle nel terreno edi massimi responsabili sono i pesti-cidi, in fase di produzione e di utiliz-zo e lo smaltimento dei rifiuti.Notevole anche l'immissione didiossine nelle acque, relativi allaproduzione di carta, all'inceneri-mento e allo smaltimento degli oliusati, al settore chimico e allediscariche di rifiuti. I maiali alla diossina della Sassoniasono gli ultimi arrivati e forse, inquesto ambito di pertinenza, di

di Santino Morabito (Specialista in Scienza dell’Alimentazione)

A tavola una sfilata

di PIATTI

Per proteggersi dai cibi contaminati è importante variare costantemente le scelte,oltre che puntare su frutta, verdura, pesci piccoli e limitare i grassi

animali. L'ultimo allarme è arrivato dalla Germania con i maiali alla diossina.In Italia comunque i controlli sono efficaci a tutela della salute dei consumatori

Berlino, 11 gennaio 2011: per laprima volta in Germania è statascoperta un’elevata percentuale didiossina nella carne di maiale. Lascoperta è stata fatta in un alleva-mento della Bassa Sassonia, laregione tedesca produttrice di salu-mi per eccellenza.Le diossine, e non la diossina, inquanto si tratta di una classe dicomposti, sono sostanze pocovolatili, poco o nulla solubili inacqua, lo sono invece nei grassidove tendono ad accumularsi.Persistenti, non biodegradabili,determinano il fenomeno del “bio-accumulo” facendo sì che risalganola catena alimentare concentrando-si sempre più, a partire dai vegeta-li, passando agli animali erbivori, aicarnivori ed infine all'uomo. Questi composti si formano con lereazioni di ossidazione come quel-le che avvengono negli inceneritori,nelle acciaierie di seconda fusionee in altri processi di combustionecivile e industriale. Il trattamentodei rifiuti con l’incenerimento e ilsiderurgico sono in Europa i massi-

mi responsabili dell’emissione inatmosfera delle diossine. Durante la combustione dei rifiutiad una temperatura compresa tra i200 ed i 400° C, i composti cloratiorganici (tipico esempio sono lesostanze plastiche) in presenza diun metallo come rame o ferro, chefungono da catalizzatore, determi-nano la formazione di diossine. Con il termine disastro di Seveso sifa riferimento all'incidente avvenutoil 10 luglio 1976 nell'azienda ICME-SA di Meda, che provocò la fuoriu-scita di una nube tossica di diossi-na che investì una vasta area diterreni nei comuni limitrofi, in parti-colare Seveso. Il sistema di control-lo di un reattore chimico destinatoalla produzione di un componentedi diversi diserbanti, andò in avariae la temperatura salì oltre i limitiprevisti causando una modificadella reazione che comportò unamassiccia formazione di diossina. Le diossine fino al 1976 eranocomposti poco noti alla maggiorparte delle persone e poco si cono-sceva sui loro effetti sulla salute.Gli effetti da tossicità acuta sull’uo-mo furono rappresentati da con-giuntiviti e una dermatosi da espo-sizione al cloro caratterizzata acnepustolosa e cisti sebacee. I vegeta-

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zarella prodotto tipico della zona. Pur in mezzo a questo turbinio discandali, come vengono ogni voltadefiniti, possiamo stare relativa-mente tranquilli proprio perché fioc-cano le segnalazioni, segno cheesistono e sono efficienti i controllia tutela di tutti noi nel momento incui rappresentiamo il consumatorefinale. Non possono essere cancel-lati invece i rischi di una contamina-zione apparentemente infinitesima-le, insignificante, ma che di volta involta resta nel nostro organismocontribuendo a creare un depositoche rischia nel tempo di presentar-ci un conto salato. Cosa possiamo fare allora per

difenderci oltre e prima che lo fac-ciano le autorità preposte? Pocheregole come quelle di una sana ali-mentazione. Consumare con parsi-monia i grassi di origine animale,perché è proprio in questo tessutoche si concentrano questi contami-nanti, preferire i pesci piccoli aigrandi predatori, aumentare il con-sumo di frutta e verdura, strizzarel’occhio al biologico certificato ma,soprattutto, variare costantementele scelte a tavola. E’ questo unconsiglio delle Linee Guida per unaSana Alimentazione dell’IstitutoNazionale Ricerca Alimenti eNutrizione fondato sulla necessitàdi assicurare al nostro organismonon soltanto l’energia ma tutti inutrienti di cui necessita e sullamancanza di un prodotto naturale otrasformato che contenga tutte lesostanze che ci servono. Il modopiù semplice per garantire i fabbi-sogni anche di quegli elementi checi servono in traccia ma che sonoindispensabili è quello di variarecostantemente e in maniera piùampia possibile le scelte alimentaricombinando i diversi alimenti. Duepiccioni con una fava perché siriduce così anche il rischio di intro-durre con la monotonia delle scelteanche sostanze estranee comeadditivi, contaminanti ed inquinantieventualmente presenti.E poi, finalmente una buona noti-zia, anche in Italia dal primo genna-io 2011 le buste di plastica “saran-no (?)” un ricordo del passato. Ogni anno vengono prodotti nelmondo 500 miliardi di sacchetti diplastica, li utilizziamo in media permeno di mezz’ora, il tempo dalsupermercato a casa, a fronte di untempo di smaltimento, calcolatodagli ambientalisti di 10/20 anni,producendo un danno incalcolabilealla salute nostra e dell’intero pia-neta. Fanno il giro del mondo pas-sando gli oceani e ritornando incasa nostra nascosti negli alimenti.Da questo momento cerchiamo diutilizzare borse riciclabili o biode-gradabili, e soprattutto approfittia-mo di questi stimoli per convertircidefinitivamente al “differenziato”.Anche un sassolino tolto dalla stra-da rappresenta un pericolo in menoper tutti. l

scandali alimentari si è perso ilconto. Nel 1998 iniziano i polli e leuova del Belgio, allevamenti avicolialimentati con mangime contenentioli minerali e residui di carburanti.Seguono i pesci del mare del Norde del Baltico ed ancora più grave ipesci di allevamento. Diossina èstata riscontrata anche in pesci dipiccola taglia e con un ciclo vitale dipochi mesi. L’accumulo nel grassoe nel fegato anche di piccole quan-tità mette ad alto rischio di inquina-mento i grandi predatori. InCampania di recente abbiamoavuto il latte alla diossina e di con-seguenza un pericolo per tutti iderivati con in testa la famosa moz-

Per una sana alimentazione è importante variare le scelte che si fanno a tavola

La verdura fresca deve essere un'abitudine alimentare

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zione, grazie all’instaurazione direlazioni affettive e canali di comu-nicazione privilegiati, stimola ener-gie positive rendendo più accettabi-le per il paziente il disagio di cui èportatore.Sottolineiamo però che “pet” nellalingua inglese si riferisce specifica-mente ad animali domestici, d’affe-zione e di compagnia; per quanto ilcavallo sia un animale amato edapprezzato, non rientra sicuramen-te in questa categoria, eppure puòanch’egli dare un sostegno psicolo-gico considerevole.Il contatto con il cavallo è un’espe-rienza che implica sicuramente unforte coinvolgimento, fisico, menta-le, ma soprattutto emotivo, tale dastimolare l’individuo nell’apprendi-mento. Il ruolo cruciale che l’emo-zione gioca all’interno del processodi apprendimento è stata giàampiamente trattato e dimostratoda studiosi quale Bandura (teoriasociale cognitiva, 1995), Demetrio(ciclo emozionale dell’apprendi-mento, 1994), Goleman (1996).Un’esperienza fortemente sentita ecoinvolgente, stimolerà maggior-mente le risposte fisiche e mentalidell’individuo, pertanto è più proba-bile che venga interiorizzata ed

acquisita, soprattutto se essa hasuscitato emozioni positive e piace-re. Per potersi rapportare al cavallonel migliore dei modi bisogna svi-luppare una certa sensibilità e unacerta acutezza nel decifrare lemiriadi di messaggi non verbali cheil cavallo manda; inoltre è necessa-rio saper controllare chiaramente ipropri movimenti e i propri sguardi.I cavalli sono così sensibili da poterpercepire anche le rigidità, non solofisiche ma anche mentali, rifletten-do molto spesso le caratteristichedel loro cavaliere.Se ben impostato, un programmadi lavoro che susciti forti emozioni,stimoli le persone nel prendereconsapevolezza sia della comuni-cazione non verbale e del suo uti-lizzo, sia consapevolezza del pro-prio corpo, e delle proprie sensa-zioni, ma anche stimoli ad unamaggiore sensibilità visiva, uditivae tattile, può rivelarsi estremamen-te proficuo.La capacità di relazionarsi efficace-mente con il cavallo offre sicura-mente un notevole contributoanche nel rendere l’individuo moltopiù sicuro di sé e nell’aumentarnel’autostima.L’autostima, infatti, è la valutazione

Tutti ormai conosciamo l’ippote-rapia, intesa come pratica di riabili-tazione che utilizza il cavallo al finedi migliorare lo stato di salute disoggetti affetti da disabilità varie:fisiche, psichiche, motorie, cogniti-ve… Nessuno però si è mai spintooltre, ipotizzando che il cavallo,meraviglioso ed affascinante ani-male possa dare un aiuto anchealle persone “comuni”. Pensiamo,ad esempio, alla pet therapy: que-sto termine di origine anglosassoneè stato coniato negli anni 50/60 daBoris Levinson, psichiatra infantile,per indicare una serie complessa diutilizzi del rapporto uomo-animalein campo medico e psicologico.Tale approccio si rivolge a bambinicon problemi particolari, ad anziani,ad alcune categorie di malati edisabili fisici e psichici, con l’obietti-vo di aiutarli a soddisfare certi biso-gni (affetto, sicurezza, relazioniinterpersonali) e a recuperare certeabilità che hanno perduto, neces-sari per il mantenimento di un buonequilibrio psico-fisico.Che si tratti di un coniglio, di uncane, di un gatto, di una tartaruga odi un pappagallo, la sua presenzarisveglia l’interesse di chi ne vienea contatto, catalizza la sua atten-

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Psicoterapeuta a quattro

ZAMPEdi Francesca Festa (Psicologa presso la Cattolica di Milano)

E' noto il ruolo del cavallo come elemento per migliorare lo stato di salute di soggetti afflitti da problemi di varia disabilità (ippoterapia). Meno conosciutoil contributo che l'animale può offrire a una persona, attraverso gli stimoli emozionali, favorendo la crescita dell'autostima e della conoscenza di sè

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A CURA DELLA CONFEDERAZIONE TECNICI EQUESTRI E CSAIN EQUITAZIONE

teme un caval-lo egli è ingrado di sentir-lo e quindi rea-girà di conse-guenza, ovve-ro con paura.Io ritengo chequesto sia piùche altro unluogo comune.O meglio, ilprincipio teori-co è corretto,egli sente ogninostra emozio-ne, ma l’emo-zione vera! Inquanto psico-loga so beneche l’uomo ègovernato siada una compo-nente raziona-le, ma anche e,in certi casi,soprattutto, dauna compo-nente incon-scia, inconsa-pevole. Checos’è la paura?È reale o èsolo una crea-zione della

nostra mente? È una costruzionementale, un’impostazione cultura-le, educativa, un luogo comune!Questo a mio parere non è reale,pertanto il cavallo non lo percepi-sce, egli sente solo la parte più pro-fonda della psiche umana, quellavera, di cui nemmeno noi stessisiamo consapevoli. Ci mostracome siamo veramente, o meglio èla conseguenza del nostro modo diessere. Il cavallo funziona, in un certosenso, come uno specchio, inquanto ci può chiaramente mostra-re che implicazioni, che conse-guenze derivano dal nostro atteg-giamento, e non solo quello eviden-te e palese, ma anche quellonascosto, quello inconsapevole.Nel 1902 Charles H. Cooley coniòl’espressione “sé riflesso”, per indi-care che una fonte della conoscen-za di sé era data proprio dalla rea-zione altrui. Queste reazioni sono

una sorta di specchio che riflette lanostra immagine in modo cheanche noi possiamo vederla(Felson, 1989), quando gli altri cietichettano con un particolareaggettivo, noi tendiamo a compor-tarci di conseguenza, esprimendo ilnostro nuovo concetto di sé (Miller,Brickman, Bolen, 1975), soprattuttoin quelle persone in cui il concettodi sé è ancora incerto.In questo sta la forza del cavallo,non può mentire, come invece faspesso l’uomo, non può fingere: luiè semplicemente se stesso cherisponde agli stimoli esterni; noisiamo gli stimoli e, vedendo ilnostro effetto, possiamo capire lanatura stessa dello stimolo. Emerge quindi l’utilità della relazio-ne uomo-cavallo per quanto riguar-da la sfera personale e individuale,soprattutto nelle persone con “pro-blemi” a relazionarsi, ad affrontaresituazioni difficili e conflittuali, adavere fiducia in se stessi, offre degliinteressanti spunti di riflessione,stimola i soggetti coinvolti a metter-si in gioco superando le propriepaure. Questo perché, come dice-va David Servan-Schreiber (2008,in Varani 2000), “ciò che sembradeterminare la riuscita sociale diuna persona non è tanto la potenzadel suo intelletto, quanto la suacapacità di comunicare con gli altri,di valutare le situazioni sociali edemozionali, di controllare le proprieemozioni, di non lasciarsi trascina-re dalla collera, di inibire la propriaaggressività, di emettere i giustisegnali emozionali, di restare sinto-nizzati con gli altri per navigare inmodo armonioso con la flotta direlazioni umane di cui si è circon-dati. L’insieme di queste capacità èchiamato quoziente emozionale, ilquale determina il successo socia-le di una persona molto più delquoziente intellettivo”.Addirittura egli ritiene che la comu-nicazione emotiva non-violentapossa essere una cura alternativaper stati di ansia, depressione,stress, sindrome maniaco-depres-siva e disturbi da shock post-trau-matico. Le sue tecniche di cura sipropongono di porre la persona nelsuo intero (senza separare il fisicodallo psichico), e tramite le intera-

positiva o negativa del sé, è quelloche sentiamo nei suoi confronti(Jones, 1990). Il nostro livello diautostima gioca un ruolo crucialenella funzione adattiva del sé: cidice di momento in momento e dianno in anno come stiamo andan-do nella costruzione di un sé disegno positivo che ci consenta difunzionare bene, conseguendocosì ricompense concrete e pro-muovendo la nostra affiliazione congli altri. Gli eventi che ci riguardanoinfluiscono positivamente o negati-vamente sulla nostra autostima,ma noi cerchiamo in diversi modi diaccumulare più esperienze positiveche negative. Un’esperienza diquesto tipo, carica di emotivitàpositiva, può offrire un notevolecontributo all’autostima personale,e di conseguenza ad un sano ecorretto processo di conoscenza ecostruzione del sé.Molto spesso si sente dire che se si

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osservando sem-plicemente il no-stro comporta-mento; è più pro-babile però che leinferenze venga-no tratte da com-portamenti che siritiene di averscelto liberamen-te, ossia guidatida una motivazio-ne intrinseca.Tuttavia aggiungeanche che le infe-renze tratte dalcomportamento siattivano solo se gliindizi interni sonotroppo deboli.Infatti, gli indizi piùsignificativi che

utilizziamo sono le nostre reazioniinteriori al mondo: i nostri pensieri esentimenti; in quanto sono menoinfluenzati da passioni esterne(Andersen e Ross, 1984).Anche il modo in cui le altre perso-ne ci vedono contribuisce allo svi-luppo del concetto di sé. Nel 1902,il sociologo Charles H. Cooleyconiò l’espressione “sé riflesso” perindicare che una fonte di conoscen-za di se stessi è data dalle reazionialtrui. Queste reazioni sono unasorta di specchio che riflette lanostra immagine in modo cheanche noi possiamo vederla(Felson, 1989). Infine, grazie aLeon Festinger e la sua teoria delconfronto sociale, sappiamo ancheche il concetto di sé viene soventeplasmato dai confronti tra noi stes-si e gli altri. Le motivazioni chespingono le persone a paragonarsiagli altri sono molteplici, e com-prendono non solo il desiderio divalutare se stesse in maniera accu-rata, ma anche il desiderio diempatia e affiliazione, il desiderio ditrarre ispirazione dalle prestazionieccellenti degli altri (Lockwood eKunda, 1997), o il desiderio di pro-vare sentimenti positivi riguardo ase stessi (Helgeson e Mickelson,1995). Rivelandoci quali attributifisici o sociali ci distinguono dainostri familiari o dalle persone a noivicine, i confronti sociali ci consen-

zioni corpo-cervello già descritte daFreud sul finire della propria vita,riequilibrare la psiche, con la possi-bilità di curare anche gravi patolo-gie. Sembra pertanto che questotipo di rapporto, impostato intera-mente sulla comunicazione non-verbale con l’animale e sullagestione delle proprie emozioni, alfine di incrementare la conoscenzadi se stessi, possa trovare una feli-ce applicazione in campo terapeu-tico. Analizziamo da un punto divista psicologico il processo diconoscenza di noi stessi: essa sicompone di due elementi: il concet-to di sé, cioè quello che sappiamodi noi stessi, e l’autostima, cioèquello che proviamo nei confronti dinoi stessi.Gli individui costruiscono la cono-scenza di sé usando moltissimeinformazioni e dei processi inter-pretativi. Il concetto di sé vienecostruito sia grazie alle inferenzedelle proprie caratteristiche dai pro-pri comportamenti, sia prendendoin considerazione i pensieri e i sen-timenti, ma anche le reazioni altrui.Infine, paragonano se stessi aglialtri per sapere quali caratteristicheci rendono unici.Partiamo dal trarre inferenze dalnostro comportamento: la teoriadell’autopercezione di Daryl Bem,del 1967, sostiene che si possaimparare qualcosa su chi siamo

tono di sviluppare il senso dellanostra unicità. Facendo un rapidoconfronto tra le varie teorie circa lacostruzione del concetto di sé e levarie tappe che è possibile propor-re durante un corso specifico diavvicinamento al cavallo, emergeche, in effetti, vengono ripresi tuttigli step che abbiamo appena citato:trarre inferenze da pensieri e senti-menti, dal proprio comportamentomanifesto, dalle reazioni altrui edinfine dal confronto con gli altri. Infatti, la metodologia prevedeinnanzitutto un contatto emotivocon l’animale, una sorta di primoavvicinamento e conoscenza, inseguito una parte pratica, in cui simette in atto un comportamento esi osserva quali reazioni esso pro-voca nell’animale, infine, grazie adun confronto con il proprio istrutto-re, magari accompagnato da unavideoregistrazione della lezioneappena svolta, è possibile riveder-si, analizzarsi e riflettere sull’acca-duto. La metodologia sembra quin-di voler ripercorre le varie tappedella costruzione del sé, e prece-dentemente abbiamo detto che ilconcetto di sé è alla base dellaconoscenza di se stessi, pertantose ne deduce che la metodologiapuò dare un contributo effettivo nel: 1) Migliorare la conoscenza e laconsapevolezza di sé; 2) Incrementare fiducia e autosti-ma; 3) Migliorare le capacità relazionali;4) Incrementare le capacità di pro-blem solving e di gestione dellaconflittualità; 5) Incrementare la sensibilità cor-porea e percettiva; 6) Migliorare la conoscenza e l’uti-lizzo del linguaggio corporeo nonverbale. In buona sostanza si trattadi riuscire a valorizzare il gusto, lasoddisfazione della scoperta, dellacapacità di risolvere problemi, dicapire la realtà e se stessi, di ana-lizzare le situazioni attraverso otti-che diverse e prospettive inconsue-te: ciò che Demetrio definisce “ilgioco liberatorio del pensiero asi-stematico che prova piacere nelcomporre e ricomporre le rappre-sentazioni della realtà” (1994, inVarani 2000). l

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al titolo di Campione ItalianoKarting Costruttori per le categorieKF2, KF3, KZ2 e 60 Mini. La parte-cipazione è aperta ai piloti stranieri.Definito anche il regolamento delTrofeo Nazionale CSAI Karting, indue appuntamenti diversi, sugliimpianti di Corridonia nelle Marchee a Triscina in Sicilia, in prova unicaper le rispettive categorie assegna-te a ciascuna delle due piste. Perl’attività karting di zona, in sostitu-zione dei Campionati Regionali,l’Italia è stata suddivisa in 8 zoneper l’assegnazione delle CoppeCSAI Karting di Zona.Continua la crescita delCampionato Italiano VelocitàMontagna che da qualche stagionevive una nuova giovinezza. Per il2011 la Sottocommissione Velocità

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Si intensificano le iniziative e i progetti in favore dei giovani che vogliono dedicarsi allo sport motoristico. Per il kart sarà una stagione di svolta, la Formula

ACI-CSAI Abarth continua ad avere successo e trova perfino una collocazioneeuropea, ma c'è attenzione anche per la velocità in salita e per il settore rally

Non si ferma il lavoro a favoredei giovani della CommissioneSportiva Automobilistica dell’Au-tomobile Club D’Italia, nella direzio-ne tracciata dal compianto GinoMacaluso quando ne eraPresidente, proseguito dal succes-sore Angelo Sticchi Damiani altimone della CSAI dal 2008.Accompagnare i piloti dai primipassi in kart fino alle più prestigio-se serie internazionali, è la prero-gativa del lavoro della CSAI, che inpochi anni ha visto fiorire importan-ti palestre del volante, dalle catego-rie iniziali del kart alla combattuta eformativa Formula ACI-CSAIAbarth - Michele Alboreto, che haavuto un successo dilagante inItalia ed all’estero con un grannumero di piloti di tute le parti delmondo che sono arrivati a misurar-si sui circuiti tricolori. Il successodella Formula ACI-CSAI nazionaleha portato all’istituzione dellaFormula Abarth European Series.La nuova serie esordirà l’8 maggio2011 sul circuito spagnolo diValencia e vivrà su sette appunta-menti, che in quattro occasionicoincideranno con il tricolore 2011.La serie tricolore inizierà invece il17 aprile sull’Autodromo romano diVallelunga. Una serie seguita davicino dagli istruttori della ScuolaFederale CSAI, autentica fucina di

talenti destinati alla Formula 3. Uncampionato spettacolare e ad altocontenuto agonistico, anticameradi campionati più ambititi da ognipilota. Per i migliori della Formula 3 daalcune stagioni è riservato l’esclusi-vo premio di svolgere dei test alvolante della Ferrari di F. 1, assisti-ti dalla squadra protagonista delCampionato del Mondo. Per loroun sogno che si avvera.La stagione 2011 rappresenterà lasvolta per il karting, con le novitàregolamentari del Campionato Ita-liano CSAI Karting 2011. La serietricolore si svolgerà in 6 prove eprevede l’assegnazione dei titoli diCampione Italiano KartingConduttori per le categorie KF2,KF3, KZ2, 60 Mini e 60 Baby, oltre

A cura della Commissione automobilistica sportiva italiana

C'è la Formula

GIOVANIQuest'anno tante novità per il campionato italiano karting

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più molte delle auto E3S “nuove”,ovvero delle vetture che corrononella categoria delle omologazioniscadute (riservata alle auto prota-goniste del passato più recente),rigenerate appositamente magaricon passaporto tecnico vecchio,ma gareggeranno delle auto di pro-duzione sicure ed economiche. Illimite massimo nell’età delle vettu-re è stato fissato a partire da quel-le immatricolate nel 1995 e dovran-no essere utilizzate gomme “ognitempo”. Il rilancio del Racing Startrappresenta l’alternativa federaleall’estremizzazione in cui anche ilgruppo N è stato coinvolto, che conun conseguente aumento dei costi

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si è sempre piùavvicinato algruppo A, cheha avuto forseper questo uncalo di presen-ze. La RacingStart è unacategoria fino-ra non valoriz-zata opportu-n a m e n t e ,un ’adeguatapromozione el’assegnazionedi un titolo ita-liano farannofunzionare adovere questogruppo. A completare ilquadro federa-le che ha i gio-vani per sog-getto, vi sono irally. In questas p e c i a l i t àattende di par-

tire il progetto annunciato dalPresidente di ammettere anche isedicenni in gara, naturalmenteaffiancati da un tutor che possa gui-dare nei trasferimenti su strade nonchiuse al traffico. Il campionatojunior ed il lavoro della CSAI perfavorire l’entrata di vari monomarcarivolti ai giovani talenti, hannocomunque prodotto i risultati spera-ti anche nel 2010, con alcune pro-messe nazionali, che dopo esserestati protagonisti delle gare tricolorisi sono già affacciati o hanno pro-grammato di farlo, sulla scenainternazionale. Si tratta ora diattendere l’autentico emergente daaccompagnare verso il mondiale. l

in Salita della CSAI, ha rivolto l’at-tenzione verso chi vuole avvicinar-si in modo facile ed economico allaspettacolare specialità, soprattuttoverso i giovani portandoli a metter-si in evidenza in salita con la possi-bilità di vincere un campionato,senza dover per forza affrontareinvestimenti cospicui. Novità ancheper il gruppo GT dove il regolamen-to è stato uniformato alla pista ed ingruppo E1, gruppo nel quale saran-no ammesse le vetture Superstarse per il quale le norme si sono avvi-cinate ulteriormente a quelle inter-nazionali dettate dalla FIA. Previstoil Trofeo Scuderie con appositaiscrizione. Le gare finora su duemanche saranno divise in gara 1 egara 2, ma gli scarti ai fini del pun-teggio finale per cui saranno validedieci gare su dodici, dovrannoessere effettuati sulla somma delpunteggio di un unico appuntamen-to, se disputato sulla doppia gara.Un’opportunità soprattutto per i gio-vani, che con un investimento assaicontenuto possono avvicinarsi allavelocità in salita, mettersi in eviden-za ed iniziare la carriera di pilota,verificando se è quella la loro stra-da. In questo modo non si avranno

Il bergamasco Mario Tacchini impegnato in una prova di montagna

La Formula ACI CSAI Abarth avrà anche la prova europea

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CSAIN

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IL MONDOSempre più alla ribalta il Gruppo Maratoneti della cittadina pugliese. Il 6 marzo si disputerà la loro classica 10 km su strada che varrà anche come campionato nazionale CSAIn

da di 10 km tra le più ambite e partecipate del circuitoindetto dalla FIDAL Puglia noto come TrofeoCorripuglia. Giunta alla sua undicesima edizione, ilprossimo 6 marzo la Sanpancrazioincorsa si vestirà,come sua tradizione, a gran festa per offrirsi al popolodei runners sotto due etichette (e altrettanti traguardi)nuove di zecca: 1) La prima Sanpancrazioincorsanazionale, gara aperta a tutti i tesserati FIDAL, extra-regionali compresi; 2) Il primo Campionato ItalianoCSAIn, gara riservata a tutti i tesserati CSAIn, extrare-gionali compresi.Ad arricchire la cornice dei partecipanti sarà senzaombra di dubbio il richiamo della 1ª tappa TrofeoCorripuglia 2011, un onore che Gymnasium GruppoMaratoneti e tutto il piccolo centro di San PancrazioSalentino non mancheranno di tradurre in un’autenticae indimenticabile festa di sport, aggregazione ed ospi-talità. l

Un'immagine della Sanpancrazioincorsa 2010

Ne hanno fatta di strada, nel senso più letterale deltermine, gli atleti del Gymnasium Gruppo Maratoneti diSan Pancrazio Salentino, sodalizio sportivo della pro-vincia brindisina dedito alle corse podistiche e all’atle-tica leggera in genere. In appena un decennio ilGymnasium, oltre a divenire vero e proprio centro digravità di tutto lo sport sanpancraziese (citiamo oltreall’atletica, il fitness, il minibasket, il minivolley, il calcioe la mountain bike) si è conquistata “sul campo” i gradidi società sportiva tra le più attive e prolifiche del pano-rama podistico amatoriale pugliese. Il GymnasiumGruppo Maratoneti per tutti gli appassionati della corsaè oggi sinonimo di Sanpancrazioincorsa, gara su stra-

A San Pancrazio si va di

CORSA

La partenza della gara pugliese

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Gli allievi del Karate-Do in palestra

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QUI LOMBARDIA

UN WEEKEND DI KANGEIKOPER GLI ALLIEVI DEL KARATE-DO

Nell’ultimo weekend di gennaio nella palestra dellascuola Martin Luther King di Cesano Maderno s’èsvolto il Terzo Kangeiko degli Allievi del Karate-Do delpresidente Vittorio Raso. Con gli istruttori Paola DiGiovanni, Andrea e Marta Sambruni quaranta atleti dietà compresa dai 4 ai 40 anni hanno trascorso 20 oreinsieme. Kangeiko è un allenamento tutto all’insegnadel rispetto dell’origine della pratica tradizionale delKarate. La parola kan indica i 30 giorni più freddi del-l’anno (gennaio oppure febbraio, a seconda delle con-dizioni climatiche presenti) e comunque l’allenamentointenso va proposto all’inizio dell’anno proprio per for-tificare, rafforzare gli atleti nello spirito e nel corpo perfarsì che si trovino pronti ad affrontare un anno pienodi appuntamenti agonistici e non solo. Importantissimoè anche il senso della comunione come condivisione diesperienza, consapevolezza di se stessi, i ragazzimangiano e dormono insieme condividendo tutto. IlKangeiko che abbiamo svolto nel weekend e statocompletamente ideato dagli istruttori Paola, Andrea eMarta nel rispetto dei principi del metodo P.D.G.(Propedeutico, Dinamico e Giovane) ed è stato struttu-rato dividendo i ragazzi per fasce d’età così da poterlifarli allenare con il giusto carico di lavoro nel rispettodella loro fisicità, concetto che anche l’anno scorso èstato adottato. Momenti che si intervallano con lameditazione accompagnata con musica adeguata,vengono alternati con momenti ludici, e a seguireancora allenamenti di ginnastica pre-acrobatica (inse-rita da quest’anno e finalizzata sempre alla disciplinadel Karate), pratica di stretching, allenamenti mentali ein ultimo, ma non certo per importanza, la pratica delkarate come arte marziale, come disciplina, comesport in cui credere fermamente. l

QUI VENETO

VILLAFRANCA, IL DUEVILLE VINCEIL TROFEO DI JU JITSU DUO SYSTEM

Si è svolto lo scorso 12 dicembre, a Villafranca neipressi di Padova, il 1° trofeo di Ju Jitsu Duo SystemADIA International Sezione Italia. Si trattava di untriangolare a coppie riservato a juniores e seniores. Ingara le seguenti scuole: Asd Shinghan Ju JitsuVillafranca (PD), Ju Jitsu Club Dueville (VI), Asd StreetCombat System Bassano (VI). La competizione prevedeva cinque tecniche a testacioè dieci per ogni coppia, tutte diverse una dall'altraperò seguendo lo schema del duo system ufficiale, traprese, avvolgimenti, atemi e armi. Alla fine il maggiorpunteggio è stato realizzato dal Club Dueville che hapreceduto i team di Bassano e Padova. Successo delDueville anche tra i bambini. Tra adulti e giovanissimi in gara oltre 50 atleti. Alla fineil Presidente Provinciale CSAIn di Padova RobertoLovison ha voluto porgere un ringraziamento specialeper il suo impegno al M° Diego Cardello. l

TREVISO 1/ RIPARTITO IL CALCIOSOSTENUTO DA 5 GRUPPI ARBITRALI

Dopo la pausa dettata dalle festività e dal maltempo èripartita alla grande l’attività del Calcio a 5 e di quelloa 11 coordinata dal nostro ente nel territorio dellaMarca Trevigiana. Cinque i gruppi arbitrali che collabo-rano nella direzione delle singole gare. Primo fra tuttiquello della FIGC con Giorgio Rossetto a fare da coor-dinatore; GTA che poggia sul designatore AntonioBisetto, Gruppo Pedemontana i cui rapporti sono man-tenuti vivi da Lorenzo Bruniera; Gruppa Liberi Arbitriseguiti da Vito Sessolo e gli “Azzurri” che hanno inToni De Biase il punto di riferimento per il calcio a 5. l

Gli atleti del Dueville

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TREVISO 2/ IL PROGETTO CSAINSARÀ PRESENTATO ALLE AUTORITÀ

Anche lo CSAIn trevigiano ha voluto presenziare l’in-sediamento al nuovo Presidente del Comitato RegioneVeneto della Federazione Italiana Gioco Calcio, il tre-vigiano Fiorenzo Vaccari che da anni nobilita con lasua presenza le varie cerimonie di premiazione delnostro Ente. Alla cerimonia d’insediamento erano presenti altreautorità locali con assessori e sindaci di comuni limitro-fi a Treviso. Con tutti loro è stato fissato un importanteincontro durante il quale verrà presentato il progettoorganizzativo dello CSAIn da divulgarsi a tutte le socie-tà o Asd aventi sede nei territori di loro competenza.(Pierluigi D’Incà) l

TREVISO 3/TRE NEW ENTRYDI SPICCO IN CASA DELLO CSAIN

Il 2011 per Treviso è iniziato in modo scoppiettante dalmomento che fra le nuove Asd che hanno richiesto l’af-filiazione ve ne sono alcune che daranno sicuramentelustro al nostro Ente. Stiamo parlando del Club ArtCucina, del Circolo Ospedalieri e della PolisportivaPaese.Il Club Art Cucina è un sodalizio che ha già messoinsieme oltre cento soci e si ripropone di organizzaredei corsi aventi carattere prettamente gastronomico, diservire dei pranzi o cene a base di prodotti stagionali edel territorio prendendo le distanze dai consueti agritu-rismo. L’Asd è presieduta da Ivano Marchetto che si avvaledella preziosa collaborazione dei figli Enrico e Giulianonché delle esperte mani delle signore Paola Flumiane Ida Spinaccè che da tempo portano in tavola ai gra-diti ospiti delle gustosissime pietanze. Una sapiente cantina poi, ricavata nell’interrato sfornaprodotti anche invecchiati in ottime mini botti di pregia-ti legni, sempre in questo locale trovano spazio, perun’appropriata stagionatura, dei meravigliosi e saporitiinsaccati trattati in modo davvero naturale. A disposizione vi è anche una superba sala convegni.Provare per credere ma solo per soci CSAIn. Chi passasse per Treviso si faccia sentire al numero3406969271. Il Circolo Ospedalieri sarà impegnato afar provare l’ebbrezza del canottaggio ai propri socinon disdegnando di proporsi alla cittadinanza anchecon la mega ed attrezzata palestra, i campi di calcettoquelli di bocce di tennis ed altre strutture d’avanguar-dia. Nini Mazzon è il coordinatore del tutto. Infine la

Polisportiva Pa-ese. Il bravomaestro ArmandoBrunetta portaallo CSAIn trevi-giano il settoreGinnastica, quellodella Danza,l’Aerobica, ilCombo, il BodyBuilding, il Tonic ela Fisioginnastica.A fine anno sa-ranno oltre mille itesserati verso iquali lo CSAIn èfin d’ora impegna-to a dare informa-zioni dettagliatesu quanto propo-sto a livello nazio-nale e la consue-ta professionaleassistenza. l

Gli arbitri della Lega Amatori del Calcio trevigiano

Un gruppo di assessori e sindaci festeggia Fiorenzo Vaccari (4° da sinistra) nuovo presidente del calcio veneto

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Nape” di Villa Santina che ha allietato i partecipanti edil pubblico con canti e balli, coinvolgendo nelle danzeanche gli atleti partecipanti. Le classifiche e le foto digara sono disponibili sul sito dell’Asd Lussarissimo,www.lussarissimo.com, società organizzatrice del-l’evento. l

QUI LAZIO

A ROMA CENTO GIOVANISSIMIPER IL 1° TORNEO DI MINIBASKET

Lo CSAIn Lazio ha organizzato con successo e orgo-glio il primo Campionato di Minibasket che si è svoltodomenica 12 dicembre presso il Centro Sportivo PeterPan. La manifestazione ha portato in campo circa 100miniatleti di sette associazioni sportive ubicate nellazona est della Capitale con uno sconfinamento fino aSubiaco: Asd Peter Pan, Asd Virtus Villa Gordiani, AsdAlgida Lazio, SS. Antares, Asd Sporting Club Roma XXCaesia, Asd Laser Castelverde, Asd Sacro Cuore 3. Iltorneo ha visto svolgersi circa 40 minipartite, consquadre formate da giovanissimi nati negli anni 1998-1999 (medium), 2000-2001 (small), 2002-2003-2004-2005 (extra small). Il torneo si è concluso con la con-segna dei gadget dello CSAIn a tutti i miniatleti. La manifestazione organizzata dallo CSAIn Lazio, conla supervisione del presidente Marcello Pace e sapien-temente gestita da Luigi, responsabile del settoreBasket, è stato un completo successo, anche perchéha evidenziato uno spirito gioioso e di amicizia, in sin-tonia con la ricorrenza del Natale. Alla fine del tutto siè svolta una partita denominata, “tutti contro tutti, mainsieme nello sport”, dove i ragazzi, divisi nelle lorocategorie, sono stati tutti mischiati e divisi in due squa-dre, gareggiando in una mini partita, fianco a fiancocon il precedente avversario. I genitori, fortementesoddisfatti dell’evento, hanno infine partecipato al

Foto di gruppo per i partecipanti al torneo di minibasket

La partenza della Ciaspolissima

QUI FRIULI

SUCCESSO DI PARTECIPAZIONEALLA CIASPOLISSIMA DI VALBRUNA

Ben oltre 700 appassionati, con una partecipazione aldi sopra delle attese degli organizzatori, hanno anima-to l’edizione 2011 della Ciaspolissima di Valbruna.Più di 300 sono stati i ciaspolatori della notturna disabato 22 gennaio: accompagnati dalle guide delposto, sono saliti da Valbruna fino a Sella Nebria perammirare sotto un cielo stellato il paese sottostante. Lazona d’arrivo era stata suggestivamente illuminata conmolteplici fuochi preparati ad hoc dai pompieri volonta-ri di Ugovizza.Domenica 23, invece, oltre 400 sono stati i concorren-ti della gara che, nel percorso competitivo, ha visto ildominio del Campione mondiale di corsa in MontagnaDavide Milesi del “GS Orobie/Baldas” di Bergamodavanti al vincitore delle passate edizioni dellaCiaspolissima, Michele Ermacora del “GS Aquileia” ead Alex Scandolera, sempre del “GS Orobie”. Tra ledonne dominio della lombarda Maria Grazia Robertidel “Corpo Forestale dello Stato” davanti a Ljudmilla DiBert del “CMB Atletica Trento” e Marina Gattel della“Nuova Atletica 3 Comuni”. La combinata con la mitica Ciaspolada della Val di Non(TN) ha visto l’affermazione di Davide Milesi e MariaGrazia Roberti, confermando i pronostici della vigilia.Tra gli “over 50” affermazione di Pietro Agostinis della“US Aldo Moro” davanti a Adriano Grion del “GSAquileia” e Daniele Obersnel. Tra le donne, primaOrnella Katunar davanti a Rosalba Medotto e BarbaraGerini, tutti e tre del gruppo “Amici della Bavisela”.Quest’ultimo gruppo ha anche vinto il premio per lacompagine più numerosa, con 80 partecipanti, davan-ti alla “Trieste Bene”. Piacevolmente sorpreso dalla partecipazione anche ilsindaco di Malborghetto Valbruna, dott. AlessandroOman, che ha accolto i partecipanti ed è intervenutoalla manifestazione ed alle premiazioni. Di sicuro suc-cesso la presenza del gruppo Folkloristico “Sot la

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famoso “Terzo Tempo”, nel reciproco scambio degliauguri di Natale e con uno spontaneo abbraccio tragenitori, famigliari e ovviamente miniatleti. l

NELLA CORSA DI MIGUEL ORAPASSERELLA ANCHE PER I CICLISTI

La Corsa di Miguel, ormai una classica del podismoromano, nella sua edizione del 2011, svoltasi il 23 gen-naio, ha celebrato un’importante novità: il connubio tracorridori e ciclisti. Un’intuizione che ha premiato il pre-sidente del Club Atletico Centrale Giorgio Lo Giudice ei compagni d’avventura Marco Bonarrigo e ValerioPiccioni. Più di 6.000 atleti hanno invaso lo stadioPaolo Rosi di Roma. Alle ore 9,20 veniva data la partenza dei ciclisti dalcoordinatore dell'Ari (Audax Randonnée Italia) FermoRigamonti e dal presidente provinciale CSAIn-UdaceRoma Claudio Trovarelli. Davanti al gruppo c’erano icompagni degli otto cicloamatori del Velo Club diAdelfi, scomparsi tragicamente a Lamezia Terme, iltutto per sensibilizzare le istituzioni ad una maggioresicurezza verso i ciclisti. Un serpentone di pedali inmovimento si è appropriato del Lungotevere per 8 kmfino a Ponte Milvio, allestito per l'occasio-ne con percorsi di gimkana, musica ebancarelle. Al termine della ciclopasseg-giata sono partiti gli iscritti allaRandonnée per effettuare i 70 km pro-grammati, direzione Formello e ritorno.Piacevole sorpresa la partecipazione intandem della cantante Annalisa Minetti,oltre che della campionessa del GS.Roma Ciclismo Cinzia Colussi. Il control-lo delle carte di viaggio veniva effettuatopresso il gpm di Formello dove transita-vano i migliori gruppi amatoriali del Lazio.Preciso e veloce come sempre il lavorodei giudici CSAIn-Udace di Roma. Voltisorridenti e soddisfatti per questa primadelle cinque randonnée programmatedallo CSAIn-Udace della Capitale. Il pros-simo appuntamento a Nettuno il 6 marzo,

La cantante Annalisa Minetti si appresta a partire in tandem

I corridori transitano per piazza della Libertà di Sant'Antonio Abate

organizzazione Ride to Finish di Angiolillo Pantaleo eTony Lo Nero. Al termine della "fatica" pasta party edesercizi di rilassamento. Quella romana è stata unabella esperienza da ripetere. l

QUI CAMPANIA

A SANT’ANTONIO ABATE MIGLIAIADI PODISTI PER LA FESTA PATRONALE

Sant’Antonio Abate, colonna dell’ospitalità, in onoredel suo Santo patrono il 23 gennaio, come ogni anno,ha organizzato una serie di eventi fatti: spettacoli, fiere,enogastronomia e tante altre iniziative tra cui anchequelle liturgiche. Per l’occasione, l’Antoniana Runners,società podistica affiliata CSAIn, presieduta da LuigiD’Aniello con il supporto dello CSAIn ComitatoProvinciale presieduto da Ciro Improta, ha avuto unruolo di spicco nei festeggiamenti organizzando lagara podistica giunta alla sua decima edizione e dedi-cata agli Angeli Abatesi, prova che ha aperto anche ilcircuito podistico campano dello CSAIn. Sin dalleprime ore della mattina, nella cittadina situata nella pia-nura nocerino-sarnese e sovrastata dalla catena deiMonti Lattari, fervevano i preparativi per vivere almeglio una festa nella festa. Il freddo e la mattinatauggiosa non hanno frenato l’entusiasmo e la partecipa-zione dei 1267 iscritti. Da tre punti diversi della città èstata data la partenza annunciata da un colpo di mor-taio. Tutti i partecipanti si sono riuniti, grazie a vieparallele, in Piazza Libertà dove si erge la monumen-tale chiesa di S.Antonio Abate. Per le 262 donne ingara l’organizzazione ha riservato la partenza da viaStabia, tempi, classifica e premi a parte. In piazza c’erail primo cittadino dott. Antonio Varone mentre nelle viedel centro tante persone hanno fatto da cornice allakermesse infastidita nel finale dalla pioggia che ha

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I partecipanti allo stage di Ju Jitsu

modificato l’ultima parte del programma. Podisti di ognietà, campani, capitolini e pugliesi hanno vissuto unastraordinaria e genuina festa di sport in rappresentan-za di 65 società di cui 25 affiliate allo CSAIn e che con-tano circa 700 aderenti nell’atletica Master. Ritornando alla cronaca della gara, al primo passaggiosi sono visti sfilare nel gruppo di testa tanti atleti divalore nazionale tra cui il napoletano di MergellinaPaolo Ciappa, poi terzo, Gianluca Ricci che vanta1h02’ sulla mezza maratona e alla fine dominatoredella corsa, il palermitano Calderoni ed una DeboraToniolo che ha voluto riconfermare l’appuntamento enon ha avuto avversarie. Ma i veri protagonisti sonostati “i podisti amatoriali” che amano incontrarsi ladomenica per vivere il proprio sport e che in questaoccasione si sono ritrovati in un appuntamento che sirinnova e lascia spazio a tutti regalando emozioni chi-lometro per chilometro. Un solo neo da annotareall’evento “troppi premi” La gara ha avuto il supportodel GGG Fidal e FiCr. (Peppe Sacco) l

QUI BASILICATA

A POTENZA UNO STAGE DI JU JITSUCON I GIOVANI AD APPRENDERE

A dicembre si è svolto a Potenza, nellaPalestra delle Scuole Medie “A.Busciolano”, gentilmente concessa dalComune per l'evento, uno stage multidisci-plinare di Ju Jitsu organizzato daDomenico Carlomagno Sensei. All'eventohanno partecipato gli atleti dell'AsdBushido Club, scuola lucana, con Dojo inCastelluccio Inferiore (PZ) e Potenza, edell'Asd Budo Gym di Monte San Giacomo(SA). Sul tatami si sono alteranti rispettiva-mente Domenico Carlomagno Sensei eVincenzo Caruso Sensei che hanno messoa confronto i loro stili ed il loro modo d'in-tendere il Ju Jitsu. Di particolare rilevanzala presenza dei più piccoli, gli under 12,che mostrano sempre più l'interesse verso

un’arte marziale ancora poco nota in Basilicata. Lagiornata si è conclusa ovviamente in stile lucano, conun pranzo di prodotti tipici. l

QUI CALABRIA

A SIDERNO I GIOVANI KARATEKA“SFIDANO” SPEEDY GONZALES

Grande entusiasmo e partecipazione per il 13° Trofeo“Speedy Gonzales” disputatosi il 22 dicembre in unadelle sale dell’Hotel “Casa del Gourmet” a Siderno. Lamanifestazione è stata organizzata dal Centro StudiKarate presieduta e diretta dall’Insegnante Tecnico ecintura nera 4° Dan della Fijlkam, Vincenzo Ursino,con il patrocinio dello CSAIn.Questa attività rientra nel progetto denominato “Karategiocando: la scoperta del proprio corpo attraverso ilKarate”, grazie al quale tanti giovani e giovanissimipossono partecipare gratuitamente alle lezioni imparti-te dal D.T. Ursino. Il progetto è uno dei fiori all’occhiel-lo del CSK che nel 2010 ha brillato anche a livello ago-nistico, come fa ormai da anni e anni. “Karate giocan-do” è sostenuto dal partner ufficiale AranciaElettronica, azienda leader di Siderno, dallo sponsortecnico “Hotel Ristorante Casa del Gourmet” e dai sup-porter Finimprest e La Riviera.I karateka presenti alla manifestazione si sono con-frontati con la massima lealtà ed il massimo impegnonel pieno rispetto delle regole e degli avversari. Aspuntarla su tutti realizzando il tempo migliore, è statoVincenzo Scruci di Sidernoche si è aggiudicato l’ambi-to Trofeo messo in palio dallo CSAIn. La kermesse si è rivelata avvincente anche per l’aggiu-dicazione del podio nelle diverse categorie dove, dopouna prova basata sulla rapidità: al primo posto tra i“Bambini” Luca Figliomeni, Paolo Iellamo e RiccardoGuarnaccia; nella categoria “Fanciulli” hanno dettatolegge Mattia Gulloni E Vincent Figliomeni; infine tra i“Ragazzi” ha primeggiato con una splendida prova lavelocissima Rebecca Gattuso. l

Il maestro Vincenzo Ursino (al centro con la scritta Italia) fa gruppo con i suoi allievi

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QUI SICILIA

A LINERI VA AVANTI IL CORSO DI TAIJI QUAN PER GLI ADULTI

Su iniziativa del Prof. Salvatore Reale è stato avviatoin novembre il 1° anno del Corso di Taiji Quan (Tai ChiChuan) CSAIn su un progetto del “Centro EducazioneAdulti” n. 3 di Misterbianco, presso l’I.C. Don Milani diLineri Misterbianco (CT). Il progetto curriculare delladurata di 60 ore. Forte dell’esperienza biennale giàproposta e felicemente attuata su progetto del CDA 15di Paternò (modulo Belpasso), presso l’ITS G.Ferrarisdi Belpasso, negli anni 2008-2009, il corso si ponecome obiettivo la valenza del Taiji Quan, dimostrandoche può essere praticato da tutti e a tutte le età comeginnastica dolce, che rilassa e tonifica il corpo e calmala mente. Le tecniche di rilassamento e di respirazioneeseguite durante la concatenazione dei movimenticonsentono lo svilupparsi della forza interiore, chiama-ta "Chi", che i maestri contrappongono alla forzamuscolare, considerata nettamente inferiore e limitata.Tutto ciò non significa che i muscoli non servano ovvia-mente, ma si tratta di diventare "fuori morbidi come ilcotone, dentro duri come l'acciaio", e questo può ser-vire nella vita, non solo in palestra. Praticando il TaijiQuan (Tai Chi Chuan) ognuno può scoprire la proprianatura essenziale attraverso l'armonizzazione dicorpo-mente-cuore. Il Prof. Salvatore Reale praticaTaiji Quan da circa 9 anni con il M° Nello Mauro e nelmarzo del 2007 ha conseguito la qualifica di IstruttoreCSAIn. Ha partecipato a diverse manifestazioni, esibi-zioni e gare a carattere nazionale ed internazione. Hacoadiuvato il M° Mauro in diversi stage presso ilMonastero Tibetano di Huy in Belgio. Un ringraziamen-to al Dirigente scolastico del Centro E.D.A. 3, I.C. DonMilani di Lineri Misterbianco (CT) Prof. Maria AntoniaBuzzanca, che sin dall’inizio ha creduto in questo pro-getto, come miglior veicolo di sport-movimento e

aggregazione per gli adulti. Patrocinio e autorizzazionedello CSAIn Sicilia. L’iniziativa ha visto l’adesione dicirca 30 adulti. Nelle prime lezioni di gennaio 2011,preziosa la presentazione del M° Mauro che nell’occa-sione, ha supportato il Prof. Reale e l’istruttoreGiovanni Nicoloso, nell’avvio del nuovo anno di questaimportante, quanta unica, iniziativa regionale. l

GRAZIE AL MAESTRO TORRISIL’ARTE CSAIN “FA SCUOLA”

Interessante iniziativa artistico-culturale della AsdCSAIn Arti Sicilia presso il plesso Gaglianesi dell’I.C.Ercole Patti di Trecastagni (CT). Su proposta e interes-samento della Prof. Giusy Cannavò è stato invitato ilMaestro Tino Torrisi, fondatore e direttore dellaAssociazione “CSAIn Arti Sicilia”, a tenere una lezioneillustrativa di pittura per gli alunni del V elementare.Entusiasmo e curiosità nell’accogliere questo signore“brizzolato” che con calma e semplicità ha tenutoinchiodati i ragazzi per circa due ore, in un crescendodi interesse e domande, dispensando consigli, sugge-rendo tecniche elementari di pittura e diversi modi didisegno, parlando dei colori e dei loro miscugli, dellesfumature, delle proporzioni e della profondità, dimo-strando come da una piccola tavolozza bianca o consfondo azzurro si possa realizzare, anche con pocheconoscenze, un fiore o un frutto. Nella parte culturalesi è parlato di alcuni grandi pittori italiani, delle loro tec-niche e della propria specificità. Alla fine la Prof.Cannavò ha mostrato al Maestro tutti i lavori in acque-rello e tempera svolti dai ragazzi dall’inizio dell’anno.Per tutti i complimenti e per ogni lavoro i consigli permigliorare la tecnica sia di disegno che di pittura. Tutti i ragazzi sono stati felici degli apprezzamenti ehanno ascoltato con attenzione i suggerimenti del sim-patico “Maestro”. Una richiesta da parte di tutti, un con-siglio per preparare un qualcosa di originale perfesteggiare a scuola l’anniversario dei 150 annidell’Unità d’Italia. l

I partecipanti al corso di Taiji Quan. A sinistra il prof.Reale, a destra e in basso il M° Nello Mauro

Il maestro Torrisi con un gruppo di studenti dell'IstitutoErcole Patti

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ILCO

NSIGL

IONA

Z.

VALLE D’AOSTAtel. e fax 0165.1825170 [email protected]: Ruggiero MichielettoPIEMONTEcell. 335/8099671 fax 015/[email protected]: Pierfranco GilardinoLOMBARDIAcell. [email protected] Vitale MontiTRENTINO ALTO ADIGE(tel. e fax 0461/983894)Presidente: Paolo MontresorVENETOtel. 045/7153017 [email protected]: Eugenio FerrariFRIULI VENEZIA GIULIAtel. 0432/851560 [email protected]: Nevio CiprianiLIGURIAtel. e fax 010/317751,[email protected]: Sergio Corradi

EMILIA ROMAGNAtel.e fax 051.802710 338.8966679email: [email protected]: Franco VignoliTOSCANAtel. 0586.807646 fax 0586.229274 cell. 329.9889628 email: [email protected]: Gianfranco RaugeiUMBRIAtel. 075/5004591 fax 075/[email protected]: Moreno BottausciMARCHEtel. e fax 071.7590610 tel. 071.7592005 cell. 329.3817007Presidente: Antonio RomagnoliLAZIOtel.fax [email protected] Marcello PaceABRUZZOtel. e fax 0863/509346Presidente: Sante Volpe

MOLISEtel. e fax 0865/955159Presidente: Carlo De LisiCAMPANIAtel. 089/[email protected]: Gerardo Dino TorrePUGLIAtel. 080/5503679fax 080/5503603Presidente: Sergio SannipoliBASILICATAtel. e fax 0975/383186Presidente: Giuseppe PascaleCALABRIAtel. 0981/56103Presidente: Antonio FaillaceSICILIATel. 095.397040 fax [email protected]: Luigi FortunaSARDEGNAtel. 070-4818839 fax 070/41492 cell. 339-3668898Presidente: Giorgio Sanna

PRESIDENTI ONORARI

Fiorenzo MAGNIAntonio MAURIEugenio KORWIN

PRESIDENTELuigi FORTUNA

VICE PRESIDENTI

Biagio Nicola SACCOCCIO (vicario)*Franco CACELLI*Salvatore SCARANTINO*

CONSIGLIERI

Livio BORRELLILuigi CAVALIERE*Antonio CELONA*Nevio CIPRIANISergio CORRADIGiovanni DESSI'*Rosario FATUZZO*Eugenio FERRARIRaffaello GERMINIEnea GOLDONIPiercarlo IACOPINI*Gabriele MARTINUZZI

Maurizio NEGROFabrizio SCARAMUZZI Cristiana TORRE*

COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

Roberto SELCI (presidente)Domenico CORSINI (effettivo)Salvatore SPINELLA (effettivo)Tiziano DANIELI (supplente)Anna Laura LAURETTI (supplente)

* = membro di giunta

il consiglio nazionale

i comitati regionali

ICOM

ITATI

REGIO

NALI

L’ ORGANIGRAMMA

V.PRESIDENTE CON DELEGA ALLO SPORT: Salvatore ScarantinoCONSIGLIERI NAZIONALI COORDINATORI: Luigi Cavaliere; Antonio Celona; Giovanni Dessì; Piercarlo Iacopini;

organizzazione sportiva nazionale

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commissioni nazionali dello sport

COMM

ISSION

INAZ

IONAL

IDELL

OSPO

RT

RAPPORTI ASSICURATIVI: Cristiana TorreCARTE STATUTARIE: Rosario Fatuzzo; Cristiana TorreMARKETING E SPONSOR: Luigi Cavaliere; Nevio Cipriani; Pier Carlo IacopiniPROMOZIONE IMMAGINE E MERCHANDISING: Antonio Celona; Gianni Dessì; Raffaello Germini; Fabrizio ScaramuzziCULTURA E TEMPO LIBERO: Sergio Corradi; Enea Goldoni; Maurizio NegroINNOVAZIONE ATTIVITA' SPORTIVA: Livio Borrelli; Eugenio Ferrari; Gabriele MartinuzziAMBIENTE: Livio Borrelli; Sergio Corradi; Rosario Fatuzzo; Eugenio Ferrari FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO: Luigi Fortuna; Michele Barbone; Franco Cacelli

Commissioni nazionali

ARRAMPICATA SPORTIVAMarco Alfano, Bruno Biceco Pietro CecereATLETICA LEGGERAMoreno Bottausci, Giovanni Di NucciEupremio ValenteAVVIAMENTO AL PUGILATOIn promozioneBILIARDODiego SolitoBOCCE ALLA VENETAEnea GoldoniCALCIO A 11Pierfranco Gilardino, Francesco LafuentiRoberto LovisonCALCIO A 5Francesco Brughini, Pierluigi D’IncàDamiano Manzoni, Fabrizio MontanteGianfranco RaugeiCALCIO A 7 e A 8Federico Belati, Roberto Borio Giuseppe ManiscoCICLISMOBiagio Nicola SaccoccioDANZABarbara Raselli, Enzo Silluzio,Franco VenturaDIVERSAMENTE ABILI E SPORT SOCIALEAntonio Celona, Nicola CottoneCarlo De Nicola, Paolo GermanoFITNESS E CALCIO FORMAZIONEMassimo Anniballi, Marcello PaceFRECCETTELuciano CasertaFULL CONTACTDavid FasanoGINNASTICA AEROBICAItalia Bianchi, Sonia BlancoGINNASTICA ARTISTICAGiuseppe Cannavò, Giulia Ciaccia

Rosa Conterno, Maurizio FerulloGINNASTICA RITMICATiziana D'Amico, Monica PorcuDaniela Valentinetti GIOCHI ELETTRONICISebastiano SilluzioGIOCHI SALAIn promozioneHIP HOPSara D’Amico, Margherita VasselliINDOOR CYCLINGMarco CedroniJAZZERCISEPaola BiancoJU JITSUCosimo Costa, Alfio Petralia Alessandro RambuschiJUDOPietro Amendola, Maria Cristina CirilloGiuseppe TamburoKARATECosimo Cavallo, Fabrizio FiliMauro Mion, Davide Riso KIK BOXINGAntonio Matzuzzi, Carlo Passerini LOTTA (In promozione)Alessandro Lupi; Michele RosatiMARCIA NON COMPETITIVADante Giuntini; Giampiero SaettoniNUOTO E ACQUAGYMFabrizio Berveglieri, Luigi BinettiLuigi Cavaliere, Franco FilippelloGiuseppe Spinelli, Gianfranco Toppi PALLACANESTROGiorgio Faustinoni, Massimiliano SerraoMaurizio VorticiPALLAVOLOSalvatore De Domenico, Francesco FerlitoCalogero Massimo ScibettaPESCA SPORTIVA

Eugenio Ferrari, Roberto GraziosiRosario SergiSCHERMACarlo Macchi, Luca PaitaSCIPier Carlo Iacopini, Giuliano PiacentiniLucio SadochSOFT AIRRoberto Coculo, Francesco MontagnerPaolo QuagliaSPORT DA SPIAGGIAIn promozioneSPORT EQUESTRIMassimo Garavini, Elisabetta MoscaSPORT MOTORISTICIMassimo Di Braccio, Franco MoscaSQUASH (sperimentale)Marco VercesiSUBAQUEABruno GalliTAVOLE E VELE ACQUA E NEVEPaolo SilvestriTAEKWONDOTonino De Plano, Vitale Monti, Luigi SignoreTENNISMichele Battezzati, Mario GiangualanoRuggiero RaffaeleTIRO CON L'ARCOGiuseppe Domenico PalumboTIRO E TIRO A VOLOGiuseppe CuratoloVELAVittorio AmmutinatoVIET VO DAO In promozioneFranco Fragiacomo, Raoul PianellaWUSHUGino Battista, Giuliano Fulvi Sebastiano Mauro; Luca Piazza; Carmelo Scaletta

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FEDERAZIONE ITALIANA ATLETICA LEGGERA (Fidal, Via Flaminia Nuova 830, 00189 Roma)FEDERAZIONE GINNASTICA D'ITALIA (FGdI, Viale Tiziano 70, 00196 Roma) AUTOMOBILE CLUB D'ITALIA (Aci, Via Marsala 8, 00185 Roma)FEDERAZIONE ITALIANA PUGILISTICA (FPI, Viale Tiziano 70, 00196 Roma)FEDERAZIONE ITALIANA HOCKEY (FIH, Viale Tiziano 74, 00196 Roma)FEDERAZIONE ITALIANA WUSHU-KUNG FU* (FIWuK, Largo Lauro De Bosis 15, 00194 Roma) * Disciplina associata al Coni

ALFA Accordo Libero Federativo tra Associazioni Via Giardino, 8 - 30175 Venezia Presidente: Carlo Tosetti (333.4156851) tel. fax 041-5344209 [email protected] Associazione Nazionale Federativa Circoli Via Verga, 3 - 58100 Grosseto Presidente: Gabriele Martinuzzi tel. 348-8805237 fax 0572-901660ARBAV Associazione Regionale Bocce alla Veneta c/o Maniero Giorgio (segr. gen.) Via Brentasecca, 52 - 35020 Saonara PD tel. fax 049-644060 Presidente: Enea GoldoniCIAS Centro Intern. Amici della Scuola Via dei Coronari, 181 - 00186 Roma tel. fax 06-68309516 e-mail:[email protected],sito: www.ciasonline.it Presidente: Edmondo Coccia Segretario Generale: Pina GentiliENALCACCIA P.T. Enalcaccia Pesca e Tiro Via La Spezia, 35 - 00182 Roma tel. 06-77201467-68-69 fax 06-77201456Presidente: Lamberto Cardia. Segretario Generale: Giuseppe Tarullo e-mail: [email protected] Federazione Autonoma Birillistica Italiana Via Generale Pennella, 12 - 31100 Trevisotel. fax 0422-304200 336-422003 ab. 0422-451870 Presidente: Giuliano FantinFDTI Italia - Federazione Dilettantistica Taekwondo Italia Via XX Settembre 4/6 21013 Gallarate (VA) Tel. 0331-245850 fax 0331-708517 Presidente Vitale Monti [email protected] Federazione Italiana Attività Subacquee Viale Andrea Doria, 8 - 20124 Milano Tel. 02.6705005 340-9305274 Fax 02.67077302 e mail: [email protected] Presidente: Bruno GalliFIGF Federazione Italiana Gioco Freccette Via Generale Pennella,12 - 31100 Treviso [email protected], [email protected] www.FIGF_ITALIA.IT tel. fax 0422-307209 Presidente: Luciano Caserta Segretario: Maurizio VitariFITA Federazione Italiana Teatro Amatori Via di Villa Patrizi, 10 - 00161 Roma tel. 06-89760643, fax 06-89761825Presidente: Carmelo Pace. Segretario Generale: Giovanni D’Aliesio (tel. 019-821950) [email protected] - [email protected] FITD (sezione di promozione) Tecnici di danza sportiva. Walter Santinelli, via Gregorio XIII, 153, 00167 Roma. Tel e fax 06-66012962FNIGE Federazione Nazionale Italiana Gioco Elettronico, Piazza IV Novembre, 4 - 20124 Milano (MI). Tel: 02-67165662 www.fnige.orgCSAIn-UDACE Unione degli Amatori del Ciclismo Europeo Via G. Govone, 100 - 20131 Milano tel. 02.33611591 fax 02.34531438Presidente: Franco Barberis, via degli Zuavi, 28 - 13100 Vercelli ([email protected]) Segretario nazionale: Giovanni Stagni [email protected] Unione Folclorica Italiana Piazza Duomo Palazzo Bassi - 33081 Aviano PN [email protected] Presidente: Maurizio Negro tel. fax 0481.391078/329.4196789 [email protected] Segretario: Luciano Romano Via Pal Piccolo, 22 - 33029 Villasantina UD tel. fax 0433.759004 [email protected]

associazioni specialistiche

ASSO

CIAZIO

NISP

ECIAL

ISTICH

E

convenzioni con le federazioni

protocolli d’intesaANIF EuroWellness Associazione Nazionale Impianti Fitness&Sport Via Cornelia, 493 - 00166 Roma Tel. 06 61522722 Fax 06 61532994. Presidente Giampaolo Duregon. e-mail [email protected] FIK Federazione Italiana Karate ASD, Via Castellana 27/b - 30174 Mestre - VeneziaPresidente Daniele Lazzarini. Tel. +39 041 962477 Fax +39 041 971447 e-mail: [email protected]

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