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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% /ROMA/AUT.N.102/2008 - RIVISTA DELLO C.S.A.IN. CENTRI SPORTIVI AZIENDALI E INDUSTRIALI port Tempo n°1 Gennaio 2010 Angelo Binaghi: «Così ho cambiato il tennis italiano, grazie anche alle mie ragazze d’oro» In arrivo i Giochi di Vancouver: Giorgio Di Centa guida la carica azzurra Ottavio Missoni si racconta. A 89 anni la sua passione per lo sport è ancora viva TEMPO DI NEVE TEMPO DI OLIMPIADI

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n°1 Gennaio 2010

Angelo Binaghi: «Cosìho cambiato il tennisitaliano, grazie anchealle mie ragazze d’oro»

In arrivo i Giochidi Vancouver:Giorgio Di Centaguida la carica azzurra

Ottavio Missonisi racconta. A 89 annila sua passione per losport è ancora viva

TEMPO DI NEVETEMPO DI OLIMPIADI

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2 L’editoriale del presidentedi Luigi Fortuna

3 Giochi invernali? Mondiali di calcio? C’è anche il

derby Roma-Veneziadi Giacomo Crosa

4 Ottavio il grandedi Alba Maiolini

8 «Il mio tennis rosa»di Giacomo Crosa

12 L’oro è nel fondo

15 Il programma dei XXI giochi invernali

16 Bianche emozionidi Mario Cotelli

18 2010, l’anno nel pallone

20 Un farmaco miracolosoA cura della Federazione medico

sportiva italiana

23 La calottina d’orodi Valentina Vitale

26 Dal cabaret a Molière

28 La tradizione è una festadi Luciano Romano

30 La palestra della mentedi Bruna Germano

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s o m m a r i o

RIVISTA DELLO CSAINCentri SportiviAziendali e IndustrialiDIRETTORELuigi FortunaDIRETTORE RESPONSABILEGiacomo CrosaVICE DIRETTORESandro AquariCOORD. REDAZIONEPaolo Germano PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONEAmbra AquariSEGRETERIA DI REDAZIONEMaria Grazia BiancofioreSilvano MorraSimonetta SgrignaSEDE E SEGRETERIA Viale dell'Astronomia, 3000144 RomaTel. 06.5903526 / 06.5925637Fax. 06.5903242 / [email protected] web: www.csain.itStampa: Grafica Giorgetti, Via di Cervara, 10 – 00155 Roma (tel. 06-2294336)Iscrizione Tribunale di Roman.187/08 del 02/05/2008Numero chiuso in redazione il 7 gennaioLa riproduzione parziale o totale degli articoli è consentita solocitando la fonte

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32 Altro che secca!di Santino Morabito

36 Re Alonso è arrivatodi Roberto Minnetti

38 Mondo CSAIN

46 Organigramma CSAIN

48 Il calendario CSAIN

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I l p r e s i d e n t e

di Luigi Fortuna

IL PROGETTO CSAIN 2010 E’ PARTITOVERSO TANTI TRAGUARDI, NON SOGNI

so iniziato a Dicembre continuerà con la collabo-razione con la Scuola Centrale dello Sport, cheringraziamo. Quest’anno, finita la sperimentazio-ne, parte la raccolta dati via informatica e laSegreteria è pronta per guidarvi alla trasformazio-ne dei sistemi di tesseramento e affiliazione. Peril 2011 dovremo già essere al 90% di utilizzo ter-ritoriale. Confidiamo nella volontà di tutti i Comitatia percorrere la trasformazione, necessaria perautomatizzare il controllo dei flussi, ma soprattut-to per riversare più celermente i dati necessari alregistro ASD del CONI. Nella cerimonia dei salutidi fine anno del CONI, il Presidente Petrucci hatenuto a dire quasi letteralmente: "Le elezionisono da tempo finite, qualunque scontro o diver-sità di vedute, che stava nell’agonismo elettorale,è sicuramente superato. Da parte mia, cinqueminuti dopo, ho considerato chiuso qualunqueepisodio e, se qualcuno ancora, volesse trascina-re qualche polemica, consideri il problema comepersonale e non più collettivo. Il Coni deve eandrà avanti”. Sento di cogliere e trasferire nelloCSAIN tale ragionamento, che reputo maturo,saggio e sportivo. Sono sicuro della vostra condi-visione. Il Consiglio Nazionale sarà impegnato eattento ai cambiamenti, consapevole che il nostroè un mondo, quello del “terzo settore”, complessoe, in continua trasformazione; muoviamo un'eco-nomia e un indotto notevole, rappresentiamoun'apprezzabile percentuale del PIL e, questobasta a dare la caratura della responsabilitàassunta. Con queste linee guida, con consapevo-lezza e convinzione, con la certezza di compiereil proprio dovere, lo CSAIN, di tutti noi, scenderàin campo pronto a esserci e a partecipare. l

anno sociale si è chiuso il 23 dicembre, subi-to dopo la celebrazione dell’ultimo ConsiglioNazionale, in grande spolvero, sotto l’attentatutela del Collegio dei Revisori al completo,

che ringrazio. L’intesa sulle valutazioni e gli indi-rizzi è stata unanime. Chiaro il mandato.Cominciamo così un percorso mai attuato: anda-re verso, ascoltare e, consapevolmente, decidereinsieme. Il Friuli Venezia Giulia è stato sceltocome prima meta della delegazione di Giunta, poiil Veneto. Ascolteremo tutti, cercheremo di cono-scerne le aspettative, i problemi e i progetti. A nostra volta presenteremo il progetto CSAINper il 2010, che segna l’inizio del percorso qua-driennale, seguendo indirizzi già individuati dalCONI come il “Progetto con la Scuola” e, prefig-gendoci obiettivi, illustreremo quanto programma-to per il grande evento di Riccione in giugno; com-menteremo la nuova polizza con le positive pecu-liarità; presenteremo il programma del gruppo dilavoro che si occuperà di sport e della promozio-ne di campionati CSAIN sempre più organizzati ediffusi territorialmente; avvieremo la rete telefoni-ca “Aziendale” che collegherà i fissi e i mobili fraloro; parleremo di Banca Etica e delle opportuni-tà; lanceremo il progetto quinquennale “CSAIN-Credito Sportivo-Banca Etica-Istituzioni”, per ten-tare di costruire un impianto di base, sede CSAIN,in ogni regione, per i giovanissimi e i giovani.Auspicando l’assegnazione di terreni appartenen-ti ai Consorzi A.S.I., sui quali si potrebbero inseri-re anche Asili Nido. Una scommessa stimolante,per uno CSAIN pronto a raccogliere la sfida. Un nuovo grande settore, meglio strutturato, saràquello della Formazione, a tutti i livelli. Il percor-

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portTempo

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i l d i r e t t o r e r e s p o n s a b i l e

di Giacomo Crosa

GIOCHI INVERNALI? MONDIALI DI CALCIO?C’E’ ANCHE IL DERBY ROMA-VENEZIA

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della novità e dell’ignoto opposto alla potenzafascinosa della storia. Sarà veramente un belPalio Olimpico.Nell'attesa di tutto ciò mi concedo un pensierinoper congedarmi dal 2009. Uno solo tra i tanti che,ovviamente, cronaca e protagonisti dell’annopotrebbero stimolare. O meglio, mi concedo unariflessione che ha nel suo cuore due nomi, quellodi Thierry Henry, il virtuoso del pallone giocatocon i piedi che usando le mani con l’abilità delloscippatore ha dato alla Francia la “gloria” delmondiale sudafricano e Tiger Wood, il genio delgolf che, tra un amore e un altro, ha distrutto nonsolo la sua automobile, la sua famiglia, ma haanche messo in crisi qualche azienda, frantuman-do quell’immagine di uomo perfetto che tantofaceva comodo al marketing a stelle e strisce.Due atleti, due storie che mi fanno gonfiare ilpetto di presunzione perché rinforzano due con-cetti che in alcuni editoriali mi sono divertito aesporre e per certi versi a demolire.Nel segno e nel nome di Henry ecco la banalitàricorrente della parola Fair Play che nello sport dioggi si esalta più in premi e tavole rotonde che nelluogo a Lui deputato, ovverosia i campi di garanelle circostanze importanti.Nel segno e nel nome di Wood ecco invece l’en-nesima prova di come sia sbagliato, forzato, sicu-ramente retorico, il voler sempre elevare adesempio totale di vita il campione dello sport.Mi consola il fatto che Tiger Wood resterà sempreun esempio tecnico di swing e di concentrazionesul green, mentre Thierry Henry resterà sempreun mediocre pallavolista. l

i diverte pensare che il 2010 sarà per l’Italiaun anno olimpico. Non tanto per le vicendeche caratterizzeranno i Giochi invernali diVancouver, quanto per il duello Venezia-

Roma per conquistare l’appellativo di città candi-data nella corsa all’organizzazione dei Giochi del2020. Per quanto mi riguarda (primi di maggio ofine aprile) sarà quello uno dei momenti più inte-ressanti per valutare quale sarà il grado di matu-rità sportiva del nostro paese. Ma come, dirà conle sue buone ragioni qualcuno, è l’anno dei GiochiOlimpici Invernali, è l’anno dei Mondiali di Calcioin Sud Africa e questo signore si esalta per la par-titella tra Venezia e Roma? Ebbene sì, ribadiscola mia esaltazione di oggi nel pensare a questapartitella, lo ammetto e rinforzo il mio pensiero.M'intriga, e non mi sento stupido, nel pensare enell’immaginare quali saranno le formazioni ascendere in campo, gli uomini, i loro nomi, le stra-tegie sviluppate, le urla degli spettatori. Mentrescrivo m'immergo nell’atmosfera della contesache vedrà il CONI come arbitro e giudice supre-mo. Mi accorgo che quest'atmosfera, più chedella partitella, prende i colori, le tensioni, le tramedella più classica corsa del Palio. Sì quello diSiena, straordinario campionario d'intrighi e vir-tuosismi umani. Sì, quella corsa spasmodica chesolo alla fine ti fa capire e conoscere non tanto enon solo il nome della contrada vincitrice ma tuttii particolari di quei secondi, minuti, ore, giorni chehanno preceduto il verdetto. Venezia controRoma, Roma contro Venezia, il Leone di SanMarco contro la Lupa capitolina. L’acqua dellalaguna contro quella del Tevere. La freschezza

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di Alba Maiolini

L’appuntamento è davanti adun bicchiere di vino bianco, unlunedì di quasi Natale. A Romapiove a dirotto e ci è andatabene: lassù al Nord, da doveveniamo entrambi, a quest’orain migliaia sono intrappolatidentro le loro scatolette, blocca-ti dalla neve sulla strada dicasa…un’odissea bianca che cisiamo risparmiati per poco.Io a Milano, Missoni aSumirago, praticamenteMalpensa. Le feste però ci rega-lano una magia: «Ma come fac-ciamo? - mi aveva detto al tele-fono - io quel giorno sarò aRoma!». Ma va'! Pure io.Quando entra, nell’hotel cinquestelle superlusso dove tutto èbellissimo, costosissimo e vec-chissimo, finalmente entra unaventata di giovinezza. Gioventùe vigore, a ottantanove anni (licompirà l’11 febbraio) OttavioMissoni detto Tai, sembra anco-ra la reclame dell’atletica statua-ria dei suoi tempi. Sport e impresa sono la suavita. Lo sport ancora, per pas-sione, l’azienda ancora, per aiu-tare i tre figli che continuano(suo malgrado…) a coinvolger-lo. Un'azienda il cui nome rap-presenta da anni uno dei grandimarchi del made in Italy, crean-do quella che una volta il NewYork Times definì “la migliore

maglieria del mondo e, secondoalcuni, la moda più bella delmondo”.Insomma il testimone l’halasciato a Vittorio, Luca eAngela, ma a lei tocca semprefar parte della staffetta…«Io gliel'ho detto ai ragazzi.Vendiamo tutto e vi finanzio unabella attività, un camioncino-roulotte. Girate l'Italia a secondadelle stagioni, inverno in monta-gna, estate al mare, a fare gliidraulici, che c'è tanto bisogno.Sopra al furgone ci scriviamopure "Riparasi tapparelle". Ilfuturo è lì…Ma loro niente,vogliono andare avanti».Da ragazzo c'era l'atletica e dastudiare (vabbè, poco…), poil'atletica e la guerra, poi l'atleti-ca e il lavoro…Insomma il dub-bio viene. Non è che lei ha deciso diandare in pensione per dedi-carsi allo sport a tempopieno? Atleta e basta, final-mente?Missoni si fa una risata. Macerto è la passione che lo trasci-na in campo alla sua età, tra iMaster. L'ultima impresa agliEuropei di Ancona, secondo nelpeso, primo nel giavellotto.L'importante è non prendersi sulserio. «Getto del peso? Io dico "buttola balla". Lì sono arrivato secon-

Intervista a Missoni, un uomo che a 89 anni non abbandona ancora la sua grande passione di gioventù, l’atletica leggera, ma che nel mondo

è soprattutto famoso per aver creato, con la moglie Rosita,un’azienda di moda che è vanto del made in Italy

Alba Maiolini è nata a Roma. Dal1983 al 1990 ha collaborato con lepagine sportive de Il Messaggero,scrivendo soprattutto di atletica leg-gera. Per Il Messaggero ha seguito iCampionati europei di atletica(Stoccarda '86) e i Mondiali di Romadel 1987. Dal 1988 si è trasferita aMilano, lavorando prima nella reda-zione dei periodici Correre eMultisport, e poi, dal 1992, aMediaset, dove si è occupata dell'uffi-cio stampa delle trasmissioni sporti-ve. Ha seguito per Mediaset il Girociclistico d'Italia 1993 e 1994. Dal1997 è giornalista nella redazionedel telegiornale di Italia 1 "StudioAperto". Oggi è caporedattore del tgdiretto da Mario Giordano e si occu-pa di cronaca, costume e spettacolo.Da sempre tifosa, senza illusioni,della Roma, ama senza riserve NewYork e Barcellona.

OTTAVIO il grande

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do, eravamo in due, nel giavel-lotto invece ho vinto. Lì ero pro-prio da solo a gareggiare, nellamia categoria. Quest'anno peròè dura…arrivano i giovani». Nei Master si va di cinque anniin cinque anni. Così quest'annoOttavio se la dovrà vedere congli ottantenni. I giovani appunto.Ci scherza Missoni, ma si capi-sce che perdere non gli va giù.Un signore abituato a vincere,alto e bello, che è stato un atle-ta alto e bellissimo. Una glorianazionale, sesto nei 400 osta-coli alle Olimpiadi di Londra1948, recitano gli annuari. Maanche in questo caso, alMissoni, non piace barare. «Beh, a quei tempi gli stadi ave-vano sei corsie…certo sonoarrivato in finale, e questo perallora, e per me, era un miraco-lo. Una gara così tecnica iol'avevo corsa una manciata divolte! Tra allenamenti e gare,quella di Londra sarà stata lamia decima prova sugli ostacoli.Il vero capolavoro lo facemmoin staffetta, nella 4x400: capi-tammo in una batteria di ferro

con Stati Uniti eGran Bretagna, ipadroni di casa,e passavanosolo in due. Bèriuscimmo nel-l'impresa di eli-minare gli ingle-si a Londra! Noiin finale conl'America! Eraun sogno. Chefinì presto. In

finale il primo frazionista,Rocca, si stirò agli 80 metri.Fine dei giochi. E così non risul-tiamo nemmeno negli annuari,dopo quello che eravamo riusci-ti a fare in batteria. Che pecca-to». Le imprese sportive non serviro-no però a fargli guadagnare

punti in famiglia…Suo padreVittorio, capitano, "omo de mar"tutto d'un pezzo, vide la gara diLondra solo tempo dopo, alcinema…«Aveva sentito tanto parlaredelle Olimpiadi. Poi un giorno alcinema, vide la finale: "Ma te searriva' ultim". Mi ricordo chedisse soltanto». Nato a Dubrovnik, quandoancora si chiamava Ragusa, asei anni Missoni si trasferisce aZara con la famiglia. E Zararesta la sua città. Quella che hanel cuore, quella della giovinez-za. Ci rimane fino al '41. Poi laguerra e quattro anni di prigio-nia in Egitto dopo la battaglia diEl Alamein. In un campo traIsmailya e Il Cairo, "ospite –come dice lui – di Sua MaestàBritannica…". Missoni riesce a ridimensionarepure quell'esperienza, comun-que dolorosa. Perché per luitutto deve avere la giusta e cor-retta valutazione.«Certo, intorno c'era il filo spina-to e non fu una passeggiata. Maio avevo due passioni, dormiree leggere (passioni che conser-va, intatte, tuttora, ndr) e lì pote-vo esercitarle entrambe. Holetto tanto, tantissimo. Poi ungiorno sono riuscito a farmi rico-verare nell'ospedale del campo.Dovevo starci una settimana,

Missoni con Franco Arese e l’olimpionico Stefano Baldini (Foto Colombo per Omega/Fidal)

Ottavio Missoni è nato nel 1921 a Ragusa, ora Dubrovnik

«Creo e disegno, ma è la miaRosita ad avermi inventato;le donne sono fantastiche e dasempre mi batto per loro»

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ma grazie a un amico ci restai alungo. Prima da paziente, poiper smistare gli ammalati.Facevo l'accettazione, tu in quelreparto, tu in quell'altro…».Poi la pacchia finì… «Un giorno venimmo convocatiper firmare un documentoapprovato da Badoglio, un pattodetto di co-belligeranza. Io giàallora avevo chiaro che nonbisogna mai firmare nulla senzaprima chiedere cosa ci viene incambio. Mi fu risposto che avreipotuto lavorare…».Insomma, risposta sbaglia-ta…«Ho detto "ci vuole ben altro cheSua Maestà Britannica per farmilavorare". E non firmai. Così finiial reparto 305, quello dei non-co-belligeranti».Quello deiribelli. Ma nonandò malissi-mo…«Trovai un altroamico, artistab r a v i s s i m o .Dipingeva qua-dri per il capita-no. Mi presecon sé. Io face-vo il pennacchiodel Vesuvio, lenuvolette... epoi c'erano lepaperelle dilegno. Il capita-no le usavacome richiamoper la caccia.A r r i v a v a n ogrezze e noi lec o l o r a v a m o .Dipingevo gliocchietti, lepiume…».Ed ecco ilMissoni crea-tore, marischiò di finiremale…«Venne un con-trollo degliinglesi.Dovevano capi-re cosa succe-deva in quelreparto di gente

che non aveva voluto firmare. Iod'inglese non conoscevo nep-pure una parola; avevo sentitodei suoni…così alla domandasu cosa facessi, dissi una fraseche suonava circa così "Ai emthe painter ov the dogs ov thecaptain". Ma quello non capiva,urlava e s'infuriava sempre dipiù. Allora andai a prendere unapapera di legno e gliela mostrai.E quello furibondo "Fuck thedogs, fuck the dogs! " Ora lo sol'inglese…"DUCKS, DUCKS!".Bè, comunque, cani o anatre,sempre del capitano erano, ecosì mi salvai».Si potrebbe stare ore a sentireMissoni e i suoi fantastici rac-conti di vita. Lui dice di esserepigro, ma è stato nominato

Ottavio Missoni lancia il peso agli Europei Master di Ancona 2009Ott

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DOPO LO SPORT E LA GUERRA NEL 1953 IL MATRIMONIO CON ROSITAOttavio Missoni è nato nel 1921a Ragusa, nell'allora regno diJugoslavia, da padre di originefriulana e madre dalmata (de'Vidovich, di antica e nobile fami-glia di Sebenico) si trasferisceall'età di sei anni a Zara, dovetrascorre la giovinezza fino al1941. Divide il suo tempo tra lostudio e l'atletica leggera. Nel1935 veste la maglia azzurra,nelle specialità dei 400 metri enei 400 metri ostacoli. Nel 1939vince il titolo mondiale studente-sco a Vienna sugli ostacoli.Dopo la Seconda Guerra mon-diale partecipa alle Olimpiadi diLondra del 1948, classificandosial sesto posto sempre nei 400m ostacoli; due anni dopo èquarto ai Campionati europei.Durante la Guerra Missoni par-tecipa alla battaglia di ElAlamein e viene fatto prigionieroe passa quattro anni in uncampo di prigionia in Egitto. Il18 aprile 1953, Ottavio Missonisposa Rosita Jelmini, la cuifamiglia possiede una fabbricadi scialli e tessuti ricamati aGolasecca, in provincia diVarese. Missoni a Trieste avevaintanto aperto un laboratorio dimaglieria, in società con unamico, il discobolo e poi ct dellanazionale Giorgio Oberwerger.Inizialmente l'attività è aGallarate, in un capannone inaffitto, poi i due sposi unisconogli sforzi, spostando la produ-zione artigianale a Sumirago.Nel 1954 nasce il loro primofiglio, Vittorio, cui seguirannoLuca nel 1956 e Angela nel1958. Tutti e tre i figli oggi sioccupano dell'azienda di fami-glia.

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Cavaliere del lavoro («Infatti l'hodetto, ci deve essere un erro-re»), dice di essere stato unpessimo studente e poi rielabo-ra Bernard Shaw: "Per vestirecon cattivo gusto, non è neces-sario seguire la moda. Maaiuta". E' una delle sue piùfamose citazioni. «Shaw ha già detto tutto.Qualsiasi cosa brillante ci vengain mente, lui l'ha già detta. Cosìho parafrasato il suo "per gioca-re a golf non è necessario esse-re stupidi. Ma aiuta". E l'hoapplicato alla moda. E trovo chein certi casi sia perfetto».Ama la vita e soprattutto la suaRosita, Missoni…«Voi donne inItalia siete ancora penalizzate. Iriconoscimenti che abbiamoavuto all'estero, e ne abbiamoavuti tanti, li hanno dati tutti "aOttavio e Rosita Missoni", quino. Le donne sono fantastiche,io mi batto da sempre per loro.E a chi mi chiede il perché,rispondo con una frase sempli-ce, ma in cui credo veramente"perché io ho avuto una madre".E' vero, io creo e disegno, maRosita ha creato l'Ottavio…».Lo sport in tv, tutto, le cene aMilano due, tre volte a settima-na, nella stessa trattoria di sem-pre, e la lettura, la sua grandepassione. «Però ora mi toccaleggere solo gli amici. Scrivono

tutti. Ma io gliel'ho detto, voisiete tanti, io uno solo, mica cela faccio!». Parla volentieriMissoni, e ancor più volentieri siresta ad ascoltare questo signo-re elegante che ha fatto la storiadella nostra imprenditoria. Solosu un argomento nicchia, ma sicapisce che lo fa per pudore: c'èl'imbarazzo della scelta e tratanti, in tante discipline, non sascegliere un campione preferito.Bolt e la Pellegrini, troppo scon-tati… «Come si fa a non restareincantati e senza fiato guardan-doli. E' natu-rale». Così gliunici nomiche riusciamoa estorcerglisono quelli didue calciatori,campioni delp a s s a t o ,meno, oancor meno,recente. Uno,Felice BorelII, giocatoredi Juve eNazionale, èstato testimo-ne al suomatr imonio.L'altro, sostie-ne Missoni,"ci ha fattovincere i

Missoni (a destra) in relax con l’amico, e poi socio, Giorgio Oberweger, prima di gareggiare ai Mondiali studenteschi del 1939

Missoni con la moglie Rosita, dietro lo splendido festival di colori delle loro creazioni

Mondiali. Non quelli di adesso.Gli altri…". Spagna '82?«Sì, altro che Paolo Rossi.Allora c'era un'ala, non so se sela ricorda…si chiamavaConti…correva come un mattosenza perdere il controllo dellapalla. E' lui, con quelle sgroppa-te fantastiche sulla fascia, che ciha fatto vincere». Me la ricordo Missoni , quell'ala.Me la ricordo. Una tifosa dellaRoma, Bruno Conti ce l'hatatuato nel cuore… l

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personale dedizione e i risultatiottenuti.Mi può raccontare la sua gior-nata?«Non sono molto differenti, siaquando sono a Roma o aCagliari. In Sardegna cerco diseguire anche la mia attivitàprofessionale. Nella sostanzaso solo che se una giornatafosse di quarantotto ore, questenon basterebbero per completa-re tutto quello che ci sarebbe dafare per seguire i ritmi e le esi-genze di una federazione dellenostre dimensioni, che muovetrenta milioni di euro».Mi chiedo se la sua attivitàprofessionale d'ingegnere nelsettore idraulico, dighe e

acquedotti, neabbia risentito:«Sì, almeno del50%, in ogni casoho avuto la possi-bilità di trovare unasoluzione esisten-ziale in ambitofamiliare. Anchemio padre Robertoaveva la passionedel tennis e divide-va con questa lesue ore lavorative.Abbiamo raziona-lizzato i nostriimpegni all’interno

Nell’anno del centenariodella sua Federazione, lui siappresta a celebrare il suo cin-quantesimo compleanno.Numeri importanti che fannocolore e sostanza nella storia diAngelo Binaghi, da quasi diecianni Presidente della FIT:«Quando nel dicembre 2000, aFiuggi, sono stato eletto per laprima volta ero il più giovanePresidente della storia dellaFederazione Tennis e il più gio-vane tra i presidenti federali inambito CONI». In questo bigliet-to di presentazione c’è tutto l’or-goglio di un sardo che sa usarele parole con sapienza, consa-pevole di essere inattaccabilenel territorio che comprende la

dello studio: io tutto tennis oquasi, lui tutto lavoro o quasi. Intermini di fatica fortunatamentele due realtà sono talmentediverse che non fanno somma-toria, ma costituiscono un alleg-gerimento, un’alternativa e quin-di psicologicamente sopportabilie conciliabili».La famiglia in tutto questocome s’inserisce?«S’inserisce con una moglie,Cristiana, e un figlio, Roberto,dell’età di dieci anni. Cristiana,quando eravamo fidanzati gio-cava anche lei a tennis, tennisdi Coppa Italia, oggi racchette epalline sono solo un problema,come si può immaginare. Miofiglio giochicchia, è tra i miglioriin Sardegna tra i suoi pari età.Per me è importante che lui fac-cia una bella esperienza di vitanello sport così com'è stato perme, mai dimenticando lo stu-dio».Direi che studiare per il picco-lo Roberto si pone come unimperativo, altrimenti l’attivitàdi famiglia va in rovina...«Tra me e lui dovremo fare unnuovo patto generazionale, masoprattutto lui si deve dimentica-re di fare come ho fatto io conmio padre. Al tennis si potràdedicare suo figlio, nonché mionipote. L’alternanza delle gene-

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Angelo Binaghi guida la Federtennis dal 2001. Ha rivoluzionato la struttura organizzativa, superando vecchie abitudini e forti antagonismi.

Ha creato addirittura un canale televisivo tematico. A livello di risultati,il suo fiore all’occhiello sono le donne che porta ad esempio per mentalità

e tenacia. A loro affiderebbe, in futuro, responsabilità tecniche anche nel settore maschile e il suo posto di n.1 del movimento

«Il mio tennis ROSA»

di Giacomo Crosa

Binaghi è nato a Cagliari nel 1960

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Il presidente Napolitano premia la ragazze vincitrici della Federation Cup

razioni mi sembra una cosa giu-sta e conveniente».Il divertimento nel pensare allasituazione si fa evidente, cosìcome il raccontare l’esperienzadi padre, presidente federaleche segue a bordo campo lepartite del figlio…«E’ sempre una sofferenza, unqualche cosa anche di terribile.Io, per ruolo istituzionale, aseguire le vicende della partitain silenzio, dall’altra parte il FarWest. Nel senso che al livello diRoberto i genitori fanno di tutto,in negativo: fanno coaching, chenon è consentito, chiamano lepalle, alla fine giocano loro ed iosempre in silenzio. E’ un con-centrato di sofferenza».Qual era il colpo, il tipo digioco suo?«Servizio e volè».E del piccolo Roberto?«E’ ancora di difficile identificar-lo. In ogni caso, con il suo mae-stro Erik Mezzanotte, abbiamofatto un patto: servizio e volè leinsegno io, il resto, diritto, rove-scio e quanto resta, lui».Torniamo al ruolo di Binaghipresidente. Le cifre del con-senso nei suoi confronti sonoesaltanti. Nel dicembre 2000 il63%, nel 2004 il 75%, nelleultime elezioni del dicembre2008 il 94% dei voti: un cre-scendo che fa pensare a unbravo alchimista capace ditrasformare la materia-con-senso, da un liquido instabilea un solido granitico. Come si

spiega o lo spiega?«La cosa che mi viene da dire èche se un presidente di federa-zione non commette grossi erro-ri, nel tempo non può che acqui-sire consenso».Queste mi sembrano parole diun pudore troppo manifesto!«Allora diciamo che quando iosono stato eletto, il movimentodel tennis era in un momento dicrisi istituzionale, si stava con-torcendo su se stesso. C’erauna grande voglia di rinnova-mento e questa voglia di rinno-vamento si espresse con il mionome, il nome di uno che nonveniva dall’apparato che nonaveva fatto esperienze nei varicomitati provinciali, regionali.Una scelta singolare se nontraumatica. Nei giorni a seguirel’apparato non mancò di far sen-tire la propria voce pensandomivulnerabile. Una specie diassalto alla diligenza. C’era chimi aveva appoggiato e pensavache poi mi sarei adattato ai suoiprogetti, magari porcherie. Altri,quelli che avevano fatto finta diappoggiare il mio progetto,cominciarono a lavorare parten-do dal presupposto che la miaelezione era semplicemente unperiodo transitorio, una breveparentesi, che nei loro pianisarebbe servita con il passaredel tempo a una specie direstaurazione. Per tutti questisignori la realtà è stata eviden-temente ben diversa. In ognicaso, i nemici che questa diri-

genza ha ancora non possonocerto accusarci d'immobilismo,perché abbiamo praticamentecambiato tutto: programmi, pro-fessionisti, dirigenti. Gli uniciche non sono cambiati nelmondo del tennis sono i giorna-listi, da quarant’anni sono sem-pre gli stessi nomi».Vuole cambiare d’imperioanche quelli, perché critici neisuoi confronti, non mi sembrauna grande idea!«No, la critica è inevitabile eanche necessaria. In alcuni illu-minati, senza entrare nel meritodella competenza, ho rilevato erilevo, non dico prevenzione,ma mancanza di obiettività,

AngeloBINAGHI, L'INGEGNERESARDO E' STATOTENNISTA DI BUON LIVELLOAngelo Binaghi è nato il 5 luglio1960 a Cagliari. Sposato epadre di un bambino, è laureatoin Ingegneria Civile Edile pressol'università degli studi diCagliari. E' iscritto all'albodell'Ordine degli Ingegneri dal1990 e da allora svolge la liberaprofessione nei campi dellaProgettazione e DirezioneLavori di grandi opere idrauliche(dighe e acquedotti) per conto diEnti Pubblici in Sardegna. E'stato Campione Italiano in tuttele categorie, ottenendo lamigliore classifica assoluta nel1982 con il 16° posto. Semprein quegli anni è stato due volteCampione Italiano Assoluto didoppio misto. In maglia azzurraha partecipato alle Universiadidi Bucarest, Edmonton e Kobeottenendo due medaglie d'ar-gento in doppio maschile.Detiene anche il record di vitto-rie nei Campionati Universitari,con sei titoli. Ha svolto il ruolo diConsigliere Nazionale dal feb-braio 1998 al gennaio 2000. Neldicembre 2000 è stato elettopresidente nell'Assemblea diFiuggi. E' stato confermato alvertice federale nel 2004 e2008.

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quasi fossero interessati a dipin-gere una realtà del tennis italia-no disastrosa per sostenere illoro ruolo di antifederazione».A proposito di conflitti, mitorna in mente che pocotempo dopo la sua elezione,ci fu l’allontanamento dallaFederazione di un molochdella possanza di AdrianoPanatta.«Panatta aveva due ruoli: quellodi Direttore degli Internazionalid’Italia attraverso una suasocietà di servizi, e quello diCoordinatore del settore tecnicoFederale. Nessun conflitto sulpiano dei programmi. Il suoallontanamento fu dovuto acomportamenti impropri nellagestione del denaro. Tutto moltosemplice e chiaro».Nel tennis italiano appare evi-dente il fenomeno che vede ledonne più degli uomini prota-goniste prime dello sport.Quanto si deve considerareprovocatoria o paradossale lasua espressione, sempre severa, “non è lontano il giornoin cui sarà una donnaCapitano di Coppa Davis”? «Quando ho detto questo erosobrio. Ci si riempie tanto labocca di parità dei sessi, divalore del tennis femminile paridi quello al maschile. Noi abbia-mo oggi una generazione stra-ordinaria di donne, donne digrande personalità anche fuoridel campo che sarebbe un pec-cato non vederle impegnate inun futuro in Federazione spe-

rando che le nostre diFederation Cup non facciano idisastri che invece, a lorotempo, fecero i protagonistidella vittoria nel 1976 in CoppaDavis, ai quali fu dato in mano iltennis italiano. CorradoBarazzutti che di quel gruppofaceva parte e che spessoaveva vissuto da emarginato, èstato inserito da noi, insieme aPietrangeli, in una strutturafederale che ha regole e compi-ti ben diversi da quella checaratterizzarono l’epocaGalgani. Barazzutti in questomomento è perfetto sia comecapitano di Davis sia diFederation Cup. Se fra tre oquattro anni dovesse dirmi "nonce la faccio più", beh sarebbeun mio sogno realizzato pensa-re ad esempio a FrancescaSchiavone anche comeCapitano di Davis. In lei, tutti,anche gli uomini, possono ritro-vare dedizionealla magliaazzurra, deter-m i n a z i o n e ,umiltà, espe-rienza, talento,saggezza. Uninsieme divalori che sideve necessa-riamente ritro-vare in un capi-tano che rap-p r e s e n t a ,anche comeimmagine, unanazione».

Binaghi premia la russa Safina vincitrice degli Internazionali di Roma 2009

Lei crede che gli uominiaccetterebbero una soluzionedel genere?«Io credo che nostri tennistiuomini abbiano in questomomento da imparare moltodalle nostre donne e da unasoluzione come quella da mesognata sono convinto che trar-rebbero solo dei vantaggi». Vogliamo dare un ruolo anchea Flavia Pennetta?«Flavia ha già vissuto per quat-tro anni l’esperienza di consi-gliere federale. Considerate lesue caratteristiche non è daescludere nel suo futuro unimpegno dirigenziale e perchéno l’investitura a Presidentedella FIT».Abbiamo detto che il protago-nismo delle donne nello sportitaliano è evidente, ogni tanto,personalmente, ho il sospettoche l’entità di questa contrap-posizione uomo-donna èanche un divertente giochinopolitico-sportivo-mediatico,ma a parte questo, qual è lasua interpretazione del feno-meno?«Provo a dare una spiegazione,con la premessa che per quantoriguarda il tennis italiano, obiet-tività vuole che si riconosca chealle donne quest’anno tutto ègirato per il verso giusto, mentreper gli uomini c’è stata una con-comitanza di elementi negativi,infortuni, sorteggi, per questoSeppi, Bolelli, Fognini, per faretre nomi, hanno visto condizio-nato non poco il loro rendimen-to. Premessa a parte, le donnenella nostra società e quindi

Corrado Barazzutti esulta con le sue ragazze dopo il secondo successo in Fed Cup

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d’Italia che sono il nostro fioreall’occhiello dal punto di vistatecnico, d’immagine e organiz-zativo stanno riscuotendo con-sensi sempre crescenti sia tragiocatori sia tra il pubblico. Lanostra progressione si conclu-derà, quando nel 2012 avremo iltorneo uomini e donne in con-temporanea, sulle due settima-ne e in una data più favorevole.Con la FIT abbiamo riattivato icentri estivi che nel loro com-plesso, oltre alla valenza tecni-ca, si valorizzano con un fattura-to di due milioni di euro produ-cendo un utile di almeno300.000 euro. Per quantoriguarda la promozione, il mar-keting e la comunicazione stia-mo ottenendo risultati eccezio-nali con la società che abbiamofondato, la Sportcast, di cui èamministratore delegatoGiancarlo Baccini, un uomodalle esperienze professionaliimportanti, come giornalista ecome relazioni, di quest’ultimebasta ricordare il suo periodocome Capo Ufficio stampa dellaFerrari nel suo momento d’oro.Il successo nell’etere del canaletelevisivo SuperTennis, certifi-cato dalla Makno, ci aiuta aessere ottimisti».Qual è il suo punto di rotturanella sua esperienza diPresidente della FederazioneTennis?«Tempi statutari e di legge aparte, non mi considererei piùimmedesimato nel ruolo in gior-no in cui io, dirigente dilettante,non riuscissi più a dialogare e agovernare, a migliorare dei gio-catori professionisti». Ci lasciamo così, immaginando ifrutti della prossima collabora-zione tecnica con lo spagnoloGabriel Urpi, l’allenatore attualedi Flavia Pennetta. Ci lasciamocosì, pensando al prossimoincontro di Coppa Davis con laBielorussia, primo passo verso ilsogno di tornare nel WorldGroup, alla possibilità di un trisdelle ragazze in Federation Cupe alle piacevolezze del nuovoCentrale del Tennis del ForoItalico, epicentro-novità dellaprossima edizione degliInternazionali d’Italia. l

anche nel nostro tennis, nellanostra federazione, essendostate tenute ai margini non sonostate coinvolte nel degrado, neldecadimento degli atteggiamen-ti e delle azioni. Non hannosubito le negatività del momen-to: difetti, indolenza, mammi-smo. Rimanendo ai margini, lenostre donne non hanno subitotutto quel deprimente di unaFederazione che era lo spec-chio di tutti i mali. Non dimenticoche quando sono arrivato io e siparlava di tennis al femminile ilnostro CT diceva “lasciamo per-dere, parliamo di cose serie!". Iostesso, nel mio piccolo, ho vis-suto la condizione di prevenuto.In modo ingenuo ero parte delmaschilismo imperante. Nel mioperiodo di consigliere quandosentii parlare di Federation Cupchiesi di che cosa si stesse par-lando. Anche quando io giocavoil tennis al femminile non avevaquasi dignità di sport: era ilnumero di pallonetti in una parti-ta, erano le mutande di pizzo diLea Pericoli, era la compagnadel doppio misto che era coper-ta da insulti. Questo isolamentoè stato per certi aspetti la fortu-na delle nostre donne chehanno avuto la possibilità e la

capacità di costruire sulla lorolibertà sociale e mentale unasolidità di risultati da farle diven-tare con pieno merito la coperti-na, la punta di diamante delnostro tennis. L’esempio daseguire. Per il nostro mondo sipuò parlare di vera e propriarivoluzione culturale».A proposito di tennis al fem-minile, immagino lei sia feliceche il doppio misto sia statoreinserito nel programmaolimpico, non fosse altro per-ché lei, nei primi anni Ottanta,è stato due volte campioneitaliano della specialità. Leigiocava con…?«La mia compagna si chiamavae si chiama Paola Ippoliti, unaragazza romana. L’ho rivistal’anno scorso dopo tanto tempo.Tanto per chiarire la mia forma-zione tennistico- maschilista, ilrapporto con lei non era certoquello che oggi può avere FlaviaPennetta con Starace, tanto perfare il nome di un giocatore. Lei,Paola, doveva tirare solo il drittoed io dovevo fare tutto il resto».Lei era di quelli che tiravanoaddosso alla donna avversa-ria?«Certamente, le tiravo addosso,la insultavo, volevo ammazzar-

la. Era veramente ilsesso debole. Di là daquesto divertimento aricordare anni piacevoli,sono contento perché ildoppio misto, nella situa-zione attuale, ci dà lapossibilità di essere pro-tagonisti e di sognare».C’è una caratteristicache si evidenzia nellasua federazione ed èquella di essereimprenditrice di sestessa…«E’ la grande trasforma-zione alla quale ci siamodedicati fin dal primogiorno. Che ci stiamomuovendo bene lo dimo-strano i numeri. La ten-denza nei numeri deinostri tesserati, dal 2004a oggi è in continuoaumento. Cominciamo il2010 con quasi 250.000iscritti. Gli Internazionali

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Nonostante gli impegni Angelo Binaghi ancora non rinuncia a scendere in campo

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Cento domande a Giorgio Di Centa, lo sciatoredue volte olimpionico a Torino 2006 e che

a Vancouver sarà il portabandiera dell’Italia

S’inaugureranno il 12 febbra-io, a Vancouver, i XXI Giochiolimpici invernali, ma c'è già unazzurro che si è regalato un sor-riso: è Giorgio Di Centa, carabi-niere, friulano di Paluzza, trenta-sette anni compiuti a ottobre.Infatti, sarà lui a portare la ban-diera italiana nella cerimonia diapertura che per la prima voltasi svolgerà al coperto, sotto iltetto del BC Place Stadium. Unonore che tocca a un campionevero, un atleta che a Torino 2006ha conquistato due ori, quellonella staffetta e soprattutto quel-lo nella 50 km che ha conclusocon un'emozione unica i Giochidi Torino. Medaglie che si sonoaggiunte nel suo palmarès a unargento e a tre bronzi mondiali.E' il quarto atleta dello sci difondo che avrà il privilegio, nellastoria italiana delle olimpiadiinvernali, di sfilare alla testa ditutti i suoi compagni con la ban-diera in alto. L'ultimo fu unadonna, Fides Romanin, concitta-dina del Di Centa, ma avvennenell'ormai lontano 1952. Dunquecon il carabiniere Giorgio è giu-sto pensare che sfileranno inprima fila molti altri campioni diquest'affascinante e dura disci-plina che tanti trionfi, negli ulti-mi decenni, ha regalato allosport azzurro. Sfilerà simbolica-mente anche un altro rappresen-tante di casa Di Centa, la sorella

maggiore Manuela che in fatto dimedaglie ha una scorta ben mag-giore: due ori, due argenti e trebronzi olimpici; quattro argenti etre bronzi mondiali, oltre a duevittorie assolute in Coppa delMondo. Una strada di successicontinuata anche in campo diri-genziale (membro Cio) e politico(deputato per il Pdl). E' stata lapiù grande insieme allaBelmondo.Per Giorgio Di Centa conferma-re Torino 2006 non sarà facile inuno sport che da tempo non è piùun ristretto territorio di cacciadei soli scandinavi. Ma tra le doti di Di Centa c'èsicuramente la caparbietà esiamo certi che saprà dare ulte-riore prestigio, alla sua quartaolimpiade, al suo cognome eall'onore di essere stato sceltocome portabandiera. Intanto,quando la notizia è diventataufficiale, ci hanno pensato le suetre bimbe, guardate con curiositàdall'ultimo nato, un maschietto,a fargli festa accogliendolo con

un disegno con i cerchi olimpicie il tricolore. La moglie Ritainvece gli ha presentato unatorta di frutta tricolore.Famiglia, natura e sport. Sonoquesti i tre elementi base dellavita di quest'uomo semplice esolare, come si buon ben capiredalle risposte alle nostre centodomande. Ma c'è, oltre alla stra-da che gli hanno indicato i fra-telli maggiori, Andrea e soprat-tutto Manuela, anche un altroelemento che ha segnato la suavita: l'asma allergica. Ne soffriva tanto che fin da pic-colo il padre Gaetano (il signorTane che faceva il pane per tuttaPaluzza) lo portava a camminareper i boschi che circondavano laloro vallata, a contatto strettocon una natura affascinate chechiedeva solo rispetto. Dalle camminate ai primi passicon gli sci ai piedi, imitando ifratelli maggiori, è stato tutt'uno.Atleta di sera e boscaiolo digiorno, prima di diventare cara-biniere e campione. (S. Aq.)

L’oro è nel

FONDO

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33) Prima olimpiade: Nagano ‘9834) Delusione più grande: non aver conquistato medaglieai mondiali di Sapporo 200735) Soddisfazione più grande: ori olimpici di Torino 2006

che effetto fa36) Essere un personaggio:vivo senza sentirmi personaggio37) Il dolore fisico: tempra il carattere38) Un complimento vero: ti rincuora39) Un complimento falso:ti delude40) Vivere in quest'epoca: difficile "per motivi diversi",altrettanto di altre epoche41) Il denaro: nella giusta misu-ra aiuta a vivere ma i valori verinon hanno prezzo42) L'amore: addolcisce e stimola la vita43) La famiglia: è fondamenta-le, mi dona grande serenità efiducia per il mio lavoro44) Il passare degli anni: non ne sento il logorio, anzi perme è una crescita personale

18) Desideri: avere del tempolibero da dedicare ai miei hobby19) Complesso: dover semprefare attenzione a causa dellamia asma allergica20) Superstizione: nessuna21) Modo di vestire: classico giovanile22) Mezzo di locomozione: automobile o moto23) Ora della sveglia: h 724) Ora del sonno: h 23

curriculum25) Prima gara:a 4 anni sul prato dietro casa26) Prima gara vista: verso i 5 anni, gare regionali27) Prima gara disputata:a 6 anni, gare regionali29) Prima società:U.S. Aldo Moro Paluzza30) Attuale società:C.S. Carabinieri31) Prima gara in Coppa delMondo: dicembre 1993 a SantaCaterina32) Prima vittoria importante: medaglie mondiali junior (argen-to e bronzo), campionati italianijunior

chi sei?1) Nome e cognome:Giorgio Di Centa2) Data e luogo di nascita: 7 ottobre 1972 a Tolmezzo3) Segno zodiacale: Bilancia4) Altezza: 1,75 m5) Peso: 68 kg6) Numero di scarpe: 427) Capelli: castani8) Occhi: marroni 9) Stato di famiglia: coniugato con quattro figli10) Domicilio: Treppo Carnico (Ud)11) Studi: Scuola MediaInferiore12) Lingue straniere: nessuna(qualche parola d'inglese etedesco)

profilo13) Carattere: equilibrato14) Qualità dominante: tenacia e caparbietà15) Difetto dominante: pignoleria16) Hobby: lavori agricolo-fore-stali con macchinari agricoli e dimovimento terra17) Mania: i motori

Giorgio Di Centa, 37 anni, è nato a Tolmezzo. E’ fratello di Manuela,storica campionessa del fondo

A Torino 2006 ha vinto l’oro nella50 km e nella staffetta

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faceva paura85) La scuola: noiosa, non vedevo l’ora discappare all’aperto86) Gli insegnanti: mi hannosempre voluto tanto bene87) L'età decisiva: 17 anni,quando sono entrato a far partedell’arma dei Carabinieri88) L'amica/o del cuore: nonuno in particolare, una bella eallegra compagnia di scalmanati

il meglio di sempre89) Il libro: Angeli e Demoni90) Il film: i vecchi 00791) Il disco: non uno in particolare, musica pop del momento92) Lo show televisivo:L’eredità93) Avvenimento sportivo:Olimpiadi94) Campione italiano dellosport: Valentino Rossi95) Campione straniero dellosport: Michael Schumacher96) Vittoria più entusiasmantenello sport: Italia campione mondiale di calcio ‘8297) Sconfitta più incredibilenello sport:sconfitta del Milan in finale diChampions contro il Liverpooldopo essere andato sul 3 a 098) Avvenimento privato:conoscere mia moglie Rita

per concludere99) Qual è il tuo motto preferito: avere la salute e sperare di vivere più a lungo possibile100) Definisciti in poche parole: fortunato di fare il lavoro che mi piace: l’atleta di sci di fondo; felice e serenoper la mia vita privata l

Foto di gruppodella famigliaDi Centa. Alcentro, in basso,la moglie Rita

68) La musica: Pop69) Lo scienziato: Einstein70) L'uomo politico: una donna, mia sorella Manuela71) La scienza: importantissi-ma per il progresso, ma io pre-ferisco viverla direttamentenella bellezza della natura72) Il quotidiano: leggo quotidiani quando posso e guardo sempre il telegiornale

gli svaghi73) Il cantante: Beyonce74) L'attrice italiana:la mitica Sofia Loren75) L'attore italiano:il mitico Totò e la coppia Bud Spencer Terence Hill76) Il comico italiano: Paolo Villaggio77) L'attrice straniera:Angelina Jolie78) L'attore straniero: SeanConnery e George Clooney79) Il presentatore: Carlo Conti

i ricordi d’infanzia80) La favola: CappuccettoRosso e Il Gatto con gli stivali81) Il gioco: Forza quattro82) Il disegno: le montagne…ma non sono bravo a disegnaredi pugno, molto di più a copiareun’immagine 83) I genitori: molto amorevoli84) Il buio: normale, non mi

le preferenze44) Ora: le 20, a casa con lamia famiglia46) Giorno: Sabato47) Mese: Maggio48) Stagione: Primavera49) Numero: 1050) Lettera: L51) Vacanza: al mare52) Città italiana: Roma53) Città straniera: Vienna54) Nazione: Italia (se devouna preferenza estera è perl’Austria)

il palato55) Aperitivo: vino bianco pro-fumato ( sauvignon )56) Antipasto: formaggio con lepere, noci e miele57) Primo piatto: risotto al radicchio rosso58) Carne: tagliata di manzo59) Pesce: gamberetti fritti60) Formaggio: fresco di malga61) Frutta: secca62) Dolce: torta mille foglie,gelato affogato al caffè63) Vino: neri barricati64) Liquore: Sambuca

la cultura65) Lo scrittore: nessuno in particolare 66) Il poeta: nessuno in particolare67) Il pittore: Galassi, pittore della mia terra

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late da un lavoro forzatamentesedentario. Attività motoria,dunque, come ricerca di benes-sere, di wellness, di situazionicompletamente antitetiche aquelle del quotidiano e tali darigenerare sia il fisico, attraver-so il movimento, che la psiche,grazie alla qualità dell’ambientein cui si svolge l’attività motoria. Lo sci, sport all'aperto, al sole eall'aria pura e frizzante di mon-tagna, in mezzo ai boschi e acontesti ambientali che hannopochi eguali al mondo, è pertan-

L’attività motoria è inversa-mente proporzionale agli stili divita del quotidiano in città. Ilavori manuali, quelli che untempo richiedevano forza e resi-stenza, sono sempre più sosti-tuiti da quelli intellettuali, i cippu-ti hanno ormai lasciato il postoai camici bianchi. Più il lavoroimpone di stare seduti davanti aun PC per tutto il giorno, piùsale per reazione la voglia dimoto e di movimento. Unanecessità che deriva dal biso-gno fisico e psichico di staccaredall’inattività,dal caos edallo smog diogni giorno.Per questo èin aumentoesponenziale ilnumero diquanti, uominie donne ancheben oltre itrenta anni,cercano ognimezzo per cor-rere, per muo-versi, persmaltire le tos-sine accumu-

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di Mario Cotelli

Mario Cotelli, l’uomo che fece grande lo sci italiano, spiega come oggi la vacanza sulle nevi e la scelta delle località sia indirizzata dalla

voglia di relax e di vivere lo spettacolo di una natura affascinante. I nuovi materiali e le piste sempre più curate hanno relegato in

seconda piano l’aspetto tecnico di questa stupenda attività fisica

Mario Cotelli, è nato a Tirano (SO)nel 1943. Maestro di sci dal 1962 aCaspoggio, Direttore della Scuola diSci dal 1965 al 1968, dove maturauna grande esperienza nella prepara-zione dei giovani; diventa allenatoreresponsabile della Nazionale Bmaschile nel 1968. Nell' inverno1969/70 è nominato allenatore dellaSquadra A ed a fine stagione diventaVice Direttore Tecnico delle SquadreNazionali di Sci Alpino, nonchéResponsabile del settore maschile.Nel 1972 è nominato DirettoreTecnico dello Sci Alpino. Sotto la suaDirezione cresce e si sviluppa la"Valanga Azzurra" uno dei fenomeniagonistici più importanti e irripetibilinel panorama dello sport.Abbandonato il mondo dello sport siè dedicato alla libera professione nelcampo del marketing, comunicazione,turismo, forte di una Laurea inEconomia e Commercioall'Università Bocconi di Milano.Oggi ricopre anche importanti incari-chi nel mondo bancario e finanziario.E' consigliere di Amministrazione delCredito Valtellinese e CreditoSiciliano.

BIANCHEemozioni

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to lo sport, l’attività motoria, chepiù risponde a queste esigenze:bisogno di vivere e muoversiall’aria aperta, di ritemprarsi al

sole, di fare ilpieno di energia,di ricerca dinuove emozioniper staccare inpoche ore dallaquotidianità diogni giorno. Fatte questepremesse èindubitabile chela scelta di unalocalità sciisticasia sempre piùfiglia dei valoriemotivi che l’am-biente, e i pano-rami che sidominano dal-l’alto delle piste,riescono a tra-smettere, piutto-sto che dalla tec-nologia dell’im-pianto di risalitao dalla tipologiadella pista.Perché, adesempio, per lavacanza sullaneve, la tradizio-nale settimana

bianca, si scelgono le localitàdelle Alpi piuttosto che quelledegli Appennini? Eppure laneve è uguale dappertutto, le

piste appenniniche e gli impian-ti di risalita non hanno niente dainvidiare tecnicamente a quellialpini. Allora perché? Perché ifaggeti appenninici, in invernocompletamente spogli, trasmet-tono sensazioni meno positiverispetto all’imponenza delleabetaie sempre verdi propriedelle Alpi, perché i panoramialpini sono più esaltanti graziealla maestosità delle vette, deighiacciai o delle guglie dolomiti-che che circondano le piste eche riescono a trasmetterequelle emozioni che l’ambienteappenninico, più brullo, non rie-sce a comunicare. Tutti gli sport, salvo lo sci, sonopraticabili sottocasa. Pertanto lascelta dello spazio all’aperto odell’impianto sportivo dove pra-ticarli è legata soprattutto allacomodità, alla facilità di raggiun-gimento dalla residenza. . Lo sciinvece è praticabile solo in loca-lità distanti dal luogo di residen-za. Per questo nella scelta dellaski area prevale non tanto l’esi-genza fisica, la qualità dellapista, o la possibilità di esprime-re un gesto tecnico più o menocorretto, quanto piuttosto lacapacità del territorio di trasmet-tere emozioni. Se devo muover-mi, lo faccio a condizione chene valga la pena. Prova ne siache piste sempre meglio prepa-rate, completamente lisce,senza alcuna asperità, nonchéattrezzi sempre più manovrabiliche ormai consentono a tutti discendere da tutte le piste, a dif-ferenza di altri sport hanno fattovenir meno l’esigenza di miglio-rare il gesto tecnico. Non impor-ta più sciare bene come untempo quando solo una tecnicadi base migliore consentiva disuperare gli ostacoli disseminatisulle piste. Oggi, infatti, bastauna tecnica approssimativa perscendere su tutte le piste e frui-re delle emozioni che riesce atrasmettere l’ambiente innevato. Sci dunque, momento di rigene-razione psichica più che fisica,momento di benessere, intesocome lo star bene, lo starmeglio, rispetto al quotidiano incittà. l

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2010, L’ANNO NEL PALLONEA febbraio ci saranno le Olimpiadi a Vancouver, ma l’attesa è tutta per i

Mondiali di calcio sudafricani, quando l’Italia difenderà il suo titolo del 2006

18-24 PATTINAGGIO: Europei artistico a Tallin (Est); 18-31 TENNIS: Open d’Australia a Melbourne; CICLO-CROSS: Mondiali a Tabor (Cec); 31 IPPICA: Gran Prix d’Amerique a Parigi

6 RUGBY: Sei Nazioni, Irlanda-Italia a Dublino; 6-7 TENNIS: Fed Cup (1° turno), Ucraina-Italia a Kiev;7 FOOTBALL USA: Superbowl a Miami; 8 VELA: Coppa America a Valencia (1ª regata); 12-28 OLIMPIADI:Giochi invernali a Vancouver (Can); 13-14 TRIATHLON: Mondiali a Eidsvoll (Nor); 14 RUGBY: Sei Nazioni,Italia-Inghilterra a Roma; 27 RUGBY: Sei Nazioni, Italia-Scozia a Roma

5-7 TENNIS: Coppa Davis (1° turno), Italia-Bielorussia; 10-14 SCI: finali di Coppa del Mondo a Garmisch;12-14 ATLETICA: Mondiali indoor a Doha; 14 FORMULA 1: GP del Bahrein a Sakhir; 14 RUGBY: SeiNazioni, Francia-Italia a Parigi; 17-21 SCI DI FONDO: Finali a Falun e Stoccolma; 20 CICLISMO: Milano-Sanremo; 20 RUGBY: Sei Nazioni, Galles-Italia a Cardiff; 28 CICLISMO: Mondiali su pista a Copenaghen;26 NUOTO: Primaverili a Riccione; 27-28 PALLAVOLO: Coppa Cev U, finali; 28 ATLETICA: Mondiali di crossa Bydgoszcz (Pol); 28 FORMULA 1: GP d’Australia a Melbourne

4 CICLISMO: Giro delle Fiandre; 4 FORMULA 1: GP di Malesia a Sepang; 10-11 PALLAVOLO: ChampionsLeague U, finali; 11 CICLISMO: Parigi-Roubaix; 11 MOTO: GP del Qatar a Losail; 18 FORMULA 1: GP dellaCina a Shanghai; 21 CICLISMO: Freccia Vallone; 21-2/5 GINNASTICA: Europei a Birmingham (Gbr); 23-25JUDO: Europei a Vienna; 24-25 TENNIS: Fed Cup (semifinali); 25 CICLISMO: Liegi-Bastogne-Liegi; 25 MOTO:GP del Giappone a Motegi; 25-8/5 TENNIS: Internazionali d’Italia a Roma;

2 MOTO: GP di Spagna a Jerez; 5 CALCIO: Finale Coppa Italia a Roma; 7-9 BASKET: Eurolega U, finalia Parigi; 8-30 CICLISMO: Giro d’Italia; 9 FORMULA 1: GP di Spagna a Barcellona; 12 CALCIO: FinaleEurope League ad Amburgo; CALCIO: Fine campionato serie A; 16 FORMULA 1: GP di Monaco aMontecarlo; 22 CALCIO: Finale Champions League a Madrid; 22-6/6 VELA: Louis Vuitton Trophy a LaMaddalena; 23 MOTO: GP di Francia a Le Mans; 23-6/6 TENNIS: Roland Garros a Parigi; 27-30 EQUI-TAZIONE: Piazza di Siena; 30 CALCIO: Fine campionato serie B; 30 FORMULA 1: GP di Turchia a Istanbul

4 BOXE: Europei dilettanti a Mosca; 6 MOTO: GP d’Italia al Mugello; 10 ATLETICA: Diamond League aRoma; 11-6/11-7 CALCIO: Mondiali in Sudafrica (prima partita: Sudafrica-Messico a Johannesburg; 13FORMULA 1: GP del Canada a Montreal; 14 CALCIO: Mondiali, Italia-Paraguay a Città del Capo; 19 RUGBY:Sudafrica-Italia a Witbank; 20 CALCIO: Mondiali, Italia-Nuova Zelanda a Nelspruit; 20 MOTO: GP di GranBretagna a Silverstone; 21-4/7 TENNIS: Torneo di Wimbledon; 24 CALCIO: Mondiali, Italia-Slovacchia aJohannesburg; 26 MOTO: GP d’Olanda ad Assen; 26 RUGBY: Sudafrica-Italia a East London; 27 FORMU-LA 1: GP d’Europa a Valencia

GENNAIO

FEBBRAIO

MARZO

APRILE

MAGGIO

GIUGNO

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LUGLIO

AGOSTO

SETTEMBRE

OTTOBRE

19

3-25 CICLISMO: Tour de France; 4 MOTO: GP di Catalogna aBarcellona; 9-11 TENNIS: Coppa Davis (quarti); 11 CALCIO:Mondiali, finale primo posto a Johannesburg; 11 FORMULA 1: GPdi Gran Bretagna a Silverstone; 16-22 SCHERMA: Europei a Lipsia(Ger); 18 MOTO: GP di Germania al Sachsenring; 21-25 PALLAVO-LO: World League, finali a Cordoba (Arg); 25 FORMULA 1: GP diGermania a Hockenheim; 26-1/8 ATLETICA: Europei a Barcellona;29-11/8 TIRO: Mondiali (tiro a segno e volo) a Monaco (Ger)

1 FORMULA 1: GP d’Ungheria a Budapest; 1 SUPERBIKE: GP di Gran Bretagna a Donington; 4-15 NUOTO:Europei a Budapest (anche sincro e tuffi); 19 ATLETICA: Diamond League a Zurigo; 19-22 CANOA: Mondialiin linea a Poznan (Pol); 22 MOTO: GP della Rep. Ceca a Brno; 28-12/9 BASKET: Mondiali U in Turchia;28-19/9 CICLISMO: Vuelta di Spagna; 29 ATLETICA: Iaaf Challenge a Rieti; 29 FORMULA 1: GP del Belgioa Spa; 29 MOTO: GP di Indianapolis; 30-12/9 TENNIS: US Open a New York

4 CALCIO: 1° turno qualificazione Europei 2012; 5 MOTO: GP di San Marino a Misano; 6-12 LOTTA:Mondiali a Mosca; 9 BOXE: Mondiali femminili Aiba a Barbados; 9-13 JUDO: Mondiali a Tokyo; 10-12CANOTTAGGIO: Europei a Montemor-o-Velho (Por); 12 FORMULA 1: GP d’Italia a Monza; 14-15 CALCIO:1ª giornata Champions League; 17-19 TENNIS: Coppa Davis (semifinali); 18-19 ARCO: Coppa del Mondo,finale a Edimburgo; 19 MOTO: GP d’Ungheria al Balatonring; 19-26 RITMICA: Mondiali a Mosca; 23-3/10BASKET: Mondiali D in Rep. Ceca; 24-10/10 PALLAVOLO: Mondiali U in Italia; 26 FORMULA 1: GP diSingapore; 29-3/10 CICLISMO: Mondiali su strada a Melbourne

3 IPPICA: Arc de Triomphe a Parigi; 10 FORMULA 1: GP del Giappone a Suzuka; 10 MOTO: GP di Malesiaa Sepang; 16 CICLISMO: Giro di Lombardia; 17 MOTO: GP d’Australia a Phillip Island; 17-24 GINNASTI-CA: Mondiali a Rotterdam (Ola); 24 FORMULA 1: GP di Corea a Yeongan; 25-31 TENNIS: Masters Wta aDoha; 29-14/11 VOLLEY: Mondiali D in Giappone; 31 MOTO: GP del Portogallo all’Estoril; 31-7/11 CANOT-TAGGIO: Mondiali a Lake Karapiro (Nzl)

4-13 SCHERMA: Mondiali a Parigi; 6-7 TENNIS: Fed Cup (finale); 7 ATLETICA: Maratona di New York; 7FORMULA 1: GP del Brasile a San Paolo; 7 MOTO: GP di Valencia; 14 FORMULA 1: GP di Abu Dhabi aYas Marina; 22-28 TENNIS: Masters Atp a Londra; 25-28NUOTO: Europei in vasca corta

3-5 TENNIS: Coppa Davis (finale); 8-18 CALCIO: Mondialeper club; 12 ATLETICA: Europei di cross ad Albufeira (Por);15-19 NUOTO: Mondiali in vasca corta a Dubai

NOVEMBRE

DICEMBRE

Berlino 2006,Cannavaro alza la coppa:

l’Italia è Campione del mondo.

Sotto, Valentino Rossi

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A cura della Federazione Medico Sportiva Italiana

riduzione d'incidenza di MCV diuna percentuale che va dal 15al 39% e una riduzione di acci-denti cerebrovascolari del 33%.La sedentarietà quindi si èimposta, insieme ai più noti fat-tori di rischio quali abitudine alfumo, sovrappeso/obesità, iper-colesterolemia etc, come unodei principali fattori di rischionon solo nei paesi occidentali,ma anche in quelli in via di svi-luppo. La ridotta performance

fisica conseguente alla sedenta-rietà rappresenta uno dei piùimportanti fattori predittivi dimortalità nella popolazionegenerale apparentemente sana.Infatti, la scarsa tolleranza allosforzo si associa, sia nellapopolazione maschile sia inquella femminile, a una riduzio-ne della sopravvivenza per unaumento significativo della mor-talità cardiovascolare.L’ESERCIZIO FISICO - Sono

L’esercizio fisico è la medicina più importante per prevenire le malattie cardiovascolari, prima causa di mortalità in Europa.

Ma l’attività come fonte di prevenzione o di terapia deve essere dosatasecondo le peculiarità di ogni individuo. Per questo è fondamentale

il consiglio di uno specialista in Medicina dello sport

Secondo dati dell’Organiz-zazione Mondiale della Sanità(OMS) le malattie cardiovasco-lari (MCV) in Europa sonoresponsabili del 22% circa dellamorbilità totale, contro l’11,5%delle neoplasie. In Italia le MCVrappresentano la principalecausa di morte rendendo contodel 44% della mortalità totale,con il 28% dovuto alla cardiopa-tia ischemica e il 13% agli acci-denti cerebrovascolari. In que-sto contesto, come già più voltericordato su queste pagine,l’esercizio fisico si proponecome mezzo preventivo e tera-peutico ideale, in quanto fisiolo-gico, efficace, sicuro e a bassocosto. Numerosi studi in lettera-tura hanno dimostrato comel’eliminazione di un fattore dirischio indipendente come lasedentarietà può portare a una

Un FARMACOmiracoloso

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ampiamente noti e documentatii meccanismi implicati nel deter-minare l’effetto benefico del-l’esercizio fisico sulla salute. Piùin particolare, per quanto riguar-da la prevenzione delle malattiecardiovascolari, vi sono mecca-nismi diretti e indipendenti, chesi verificano sull’apparato car-diovascolare e muscolare, defi-niti anche come adattamentiall’allenamento, e meccanismimediati o indiretti, che si verifi-cano attraverso il miglioramentodei fattori di rischio cardiovasco-lare. Gli adattamenti all’allenamentosono numerosi possono essereulteriormente suddivisi in adat-tamenti centrali e periferici. Iprincipali adattamenti centralidell’apparato cardiovascolare,conseguenti alla pratica regola-re di esercizio fisico, sono rap-presentati dalla riduzione dellafrequenza cardiaca, dalla ridu-zione della pressione arteriosa,dalla diminuzione del lavoro delcuore, da una riduzione dello“stress” a livello cardiaco e, infi-ne, da un aumento della quanti-tà di ossigeno che dal polmonepassa al sangue per essere por-tato a tutti gli organi e tessuti. Insintesi quindi gli adattamenti

centrali portano a un generalemiglioramento delle capacità delcuore di pompare il sangue e auna riduzione del lavoro che ilcuore deve effettuare per potersvolgere la sua attività dipompa. Per comprenderemeglio questi concetti è possibi-le paragonare il cuore al motoredi una macchina; gli adattamen-ti che si verificano a livello del-l’apparato cardiovascolarefanno si che il motore (ossia ilcuore) funzioni in modo ottimalea “bassi regimi”, preservandolocosì “dall’usura” che si verifiche-rebbe a regimi più elevati. Per quanto riguarda invece gliadattamenti periferici questipossono essere sintetizzati inun aumento della possibilità deimuscoli di sfruttare l’ossigenotrasportato dal sangue per farelavoro muscolare. Infine l’eser-cizio fisico è in grado di determi-nare significativi effetti “benefici”sui fattori di rischio cardiovasco-lare, essendo in grado, comeampiamente documentato in let-teratura, di determinare unadiminuzione dell’abitudine alfumo, di migliorare il metaboli-smo delle lipoproteine, aumen-tando la quota di colesterolo“buono” (HDL) e diminuendo la

quota di colesterolo “cattivo”(LDL), di migliorare il metaboli-smo degli zuccheri riducendo laprobabilità di sviluppare il diabe-te, di ridurre la densità del san-gue riducendo il rischio di trom-bosi e infine di migliorare il tonodell’umore. Alla luce di tutti questi effettipositivi appare perlomeno ovvioche il “farmaco” esercizio fisico,dovrebbe essere prescritto atutti in quanto efficace, sicuro ea basso costo e in grado di pre-venire e non solo di curarenumerose patologie. Purtroppo però quando il temadovrebbe addentrarsi nell’argo-mento specifico di “quale, comee quanto” esercizio fisico prati-care, le indicazioni rimangonosempre vaghe e generichesenza indicazioni precise per icittadini. Ed è in questo contesto che ilmedico Specialista in Medicinadello Sport assume un ruolochiave perché unico specialistacompetente nella prescrizionedell’esercizio fisico, che allastessa stregua di un farmacodeve essere prescritto secondoprecise indicazioni.

In dettaglio, dopo aver effettua-to un'attenta valutazione obietti-va del soggetto cui prescriverel’esercizio fisico e dopo averinterpretato i dati clinici e stru-mentali ottenuti, la metodologiadi prescrizione dell’esercizio fisi-co prevede dei passaggi obbli-

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gatori che mirano a fornire quel-le indicazioni circa il tipo di atti-vità da praticare, la frequenzadelle sedute di “allenamento”, ladurata di ciascuna seduta, l’in-tensità espressa in termini difrequenza cardiaca o potenzameccanica alla quale praticareesercizio, le eventuali precau-zioni o controindicazioni allapratica di determinati esercizi einfine uno schema di progres-sione da seguire nel tempo. Il principale aspetto della valuta-zione medico-sportiva consistenello studio della CapacitàFunzionale della persona, cioènella misura, attraverso testfisiologici, della capacità dell’in-dividuo di compiere un lavoromuscolare. E’ su questo para-metro (e non solo sulla visita,peraltro necessaria, per stabilirelo stato di salute) che si basa lacorretta e personalizzata pre-scrizione dell’esercizio fisico.Senza la conoscenza dellostato di “funzionamento” dell’or-ganismo di ciascuna delle per-sone interessate, ogni indicazio-ne di attività fisica è generica erischia, nella migliore delle ipo-tesi, di essere molto meno effi-cace di quanto potrebbe. E’ importante considerare cheogni attività fisica può darerisposte peculiari di per sé edanche in funzione delle modalitàcon cui viene praticata. E’ perquesto motivo che è necessariorivolgersi a chi ne conosce glieffetti sull’organismo come loSpecialista in Medicina delloSport.

L’ESERCIZIO FISICO IN PRE-VENZIONE PRIMARIA -L’esercizio fisico può svolgere lafunzione di prevenzione prima-ria, ciò di prevenire l’insorgeredella malattia. Esistono dei livel-li di attività che possono e devo-no essere consigliati e prescrittia tutta la popolazione conside-rata sana come misura di pre-venzione primaria e di migliora-mento della qualità di vita. Leattività da prescrivere sono atti-vità d'intensità lieve-moderata(corrispondente a un'intensità

vicina al 60-70% del massimoconsumo di ossigeno) e devonoessere di tipo dinamico e possi-bilmente con impegno cardiova-scolare costante come adesempio il nuoto, la bicicletta, lacorsa etc. Queste attività dina-miche devono essere associatea esercizi specifici per il mante-nimento del tono\trofismo edella flessibilità muscolare e permigliorare la funzione articolare.Vanno eseguiti tutti i giorni eser-cizi ginnici a corpo libero checoinvolgano le principali artico-lazioni e i principali gruppimuscolari degli arti e del troncoed esercizi di potenziamentomuscolare anche con modestisovraccarichi. Gli esercizi diallungamento (stretching) prati-cati con regolarità mantengonola flessibilità muscolare e prepa-rano al movimento favorendo ilpassaggio quotidiano dall’inatti-vità al movimento senza ecces-siva fatica.

L’ESERCIZIO FISICO IN PRE-VENZIONE SECONDARIA -L’esercizio fisico ha anche unastraordinaria capacità di preven-zione secondaria, cioè di preve-nire l’aggravarsi delle malattie ele loro ricadute. Numerosi studihanno documentato l'efficaciadei programmi di esercizio nellacardiopatia ischemica cronica: èstato dimostrato, infatti, che laprognosi a lungo termine èsignificativamente migliorequando viene ottenuta e mante-nuta una capacità funzionalepiù elevata anche se vi è il gran-de problema della costanza neltempo da parte dei praticanti.(dall’analisi di trials e studi con-trollati, risulta che l’aderenza alprogramma di prevenzione,anche dopo la riabilitazione,decade progressivamente acirca il 50-60% a un anno e acirca il 20-30% a tre anni). Quando si parla di attività fisicanel cardiopatico essa dovrebbeessere intesa sempre e solo ascopo ricreativo o terapeutico,mai agonistico. Ciò che è richie-sto al cardiopatico, è di svolgereuna certa quantità di lavoro fisi-

co al fine di perseguire e ottene-re, con il minor rischio possibile,un miglioramento della qualitàdi vita. Il primo fondamentalecriterio al quale attenersi nellescelte è che la quantità dell'atti-vità fisico-sportiva stessa deveessere commisurata alle possi-bilità del paziente di eseguirelavoro muscolare entro i limiti disicurezza individuati dall'analisiclinica e strumentale prelimina-re. La qualità dell'attività stessainvece deve rispettare determi-nate caratteristiche, costituitesoprattutto da:- modularità, nel senso che ilcarico lavorativo possa cambia-re di livello in modo preordinato;- misurabilità, nel senso che ilcarico lavorativo possa esseremisurato, possibilmente inmodo semplice;- scarsa componente tecnica,nel senso che il gesto lavorativonon comporti particolari difficol-tà di esecuzione che potrebberodeterminare un dispendio ener-getico "extra" difficilmente pre-vedibile e quantificabile.Da questo punto di vista, le atti-vità fisico-sportive ideali sonoquelle dinamiche a impegnocardiovascolare costante adintensità lieve o moderata comela marcia, la corsa, il ciclismo, losci di fondo etc in quanto pos-siedono caratteristiche che lefanno largamente preferire aquelle di potenza o forza esplo-siva. Negli ultimi anni, tuttavia,esperienze riabilitative consoli-date hanno dimostrato la sicu-rezza e l'efficacia del trainingcon circuiti di pesi e macchinaried hanno consentito di introdur-re nei programmi di allenamen-to esercizi di potenziamentodella forza (circuit weight trai-ning).

CONCLUSIONI - Le MCV sonoprobabilmente quelle che piùpossano beneficiare della prati-ca dell’esercizio fisico. Ci vuoltanto poco, un po’ di buonavolontà e di saggia capacità diguardare al futuro, per assicu-rarsi una vita di migliore qualità.Perché rimanere sedentari? l

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Tutti in fila a bordo vasca peril solito controllo: unghie, costu-me, braccialetti, crema. Testaalta e braccia avanti, il primoesame lo passo senza proble-mi, tanto le unghie me le man-gio da un po’; infatti mi sembrache l’arbitro mi guardi di traver-so come fa papà la sera quandomi osserva all’ora di cena e soche si trattiene a stento dal dirmisempre la stessa cosa.Costume e sopracostume me lisono ricordati all’ultimo momen-to, un costume ben stretto misembra già abbastanza per ilmio corpo esile di bambino.Bracciali e anelli un ragazzocome me non se li mette mica,per non parlare della crema,non sopporto la mano dimamma quando mi attraversa laschiena per ricoprirmi di unostrato viscido di qualcosa chemi proteggerà dal sole, figuria-moci se mi faccio ungere di olioproprio oggi, quando vorrei piut-tosto riempire il palmo delle miemani in crescita di colla a presaistantanea. Oggi vorrei avere le mani dicolla ed essere figlio di una sire-na, perché m’hanno detto che ifigli delle sirene hanno i piedipalmati e nuotano come pesci;invece sono figlio di miamamma e di mio papà che mistanno guardando ora dall’altodelle scomode bianche gradina-

Pubblichiamo per concessione dell’autrice il racconto che ha vinto ilConcorso nazionale Coni, una delicata storia legata alla pallanuoto

te, ho la testa bionda e i piedipieni di dita, le orecchie grandiben salde ai lati degli occhiattenti a non farsi sorpassare daqualche pallone nemico. Le mie braccia sono così lunghee agili che la prima volta chem'hanno visto uscire dalla pisci-na gelida in cui ci alleniamo lesere umide d’inverno mi hannoinfilato in testa una calottinarossa con il numero uno e mihanno detto che il mio posto pertutto l’anno sarebbe stato quel-lo, sempre quello e solo quello,dentro ai pali di una piccola eincerta porta mobile appoggiatasull’acqua intorno a me, comeun rifugio precario di cui nonavevo proprio bisogno, come unriquadro fluttuante messo lì perincorniciarmi gli occhi che sonoazzurri come l’acqua di cloro incui mi sto immergendo ora. E’ arrivata la nostra prima finale.Una finale vera, anche se ilmaestro Giacomo ci dice cheogni partita è una specie di fina-le, ma noi non siamo tanto d’ac-cordo; siamo piccoli sì, ma sap-piamo distinguere le emozioni,conosciamo la differenza trauna vittoria d’oro e una sconfittad’argento, anche se poi lemedaglie che ci mettono al colloall’età nostra sono sempre tutteuguali. E’ il momento di entrare invasca, il portiere gioca sempre

di Valentina Vitale

Valentina Vitale è nata a Roma nel1970. Si è laureata in Ingegneriaall’Università La Sapienza con unatesi in costruzioni idrauliche. Dopo lalaurea si è trasferita a Parigi, dove hapreso un master in “Sfruttamento deigiacimenti petroliferi” presso laScuola Nazionale Superiore delPetrolio e dei Motori. Per un periodoha lavorato a San Donato Milaneseall’Unità di Modellizzazione dei giaci-menti petroliferi dell’ Eni-Agip, poi ètornata a Roma dopo aver vinto ilconcorso all’Autorità di Bacino delTevere, Ente pubblico presso il qualeancora oggi è impiegata. Ha scrittodiverse pubblicazioni scientifiche,tutte incentrate sugli aspetti idraulici eambientali dei territori attraversatidal fiume Tevere. Nel 2008 ha pubbli-cato con Armando Editore il romanzoPlacenta. E' coniugata e ha tre bambi-ni. Nella vita precedente è stata unagiocatrice di tennis.

La calottina D’ORO

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lo so, non devo temere come glialtri, non devo guardare impa-ziente Giacomo e chiedergliperché non posso entrare incampo dall’inizio e dall’iniziopuntare il bambino che sarà lamia vittima o forse il mio carne-fice, perché siamo proprio pic-coli noi rispetto a questi gigantibambini venuti dal nord, nondevo esultare asciutto e nervo-so quando i miei compagnibagnati e sudati segnano, sedu-to su quella panchina corta escivolosa su cui vedo spesso unpo’ crucciato mio cugino Billo;mio cugino che sempre in ritar-do dopo tanto aspettare si allac-cia la calotta stretta sotto almento e non è mai pronto quan-do Giacomo urla il suo nome esi tuffa nell’acqua ancora un po’intontito, come un pesce appe-

na pescato rigettato immediata-mente in mare che può di nuovofelice respirare la sua aria liqui-da con le piccole branchie late-rali. La palla arancione è in acqua,immobile al centro del mondoaspetta quel bambino che perprimo si impossesserà di lei. Il tempo inesorabile comincia ascorrere davanti a me, guardo iltabellone luminoso e so che trapoco non saranno più sette, maotto, dieci e poi cento, i minuti simoltiplicheranno in un numeroinfinito di secondi che nemmenoil fischio dell’arbitro mi sembreràpoter interrompere. Indugio un istante solo, prima diriposare lo sguardo sull’orizzon-te confuso e increspato dallebracciate forti e sicure di quegliotto bambini-pesce.

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So che non mi posso distrarre,non devo perdere di vista leteste blu dei quattro bambiniavversari, di cui in un attimodevo imparare a riconoscere imovimenti a volte disordinati, laposizione che non sempre è lastessa e la potenza del tiro chevedo poco incerto già dirigersiverso me. Non devo domandarmi perchéall’età di undici anni a pallanuo-to possiamo giocare maschi efemmine insieme, io una bambi-na non la voglio né in squadrané contro di me; non riesco apassare la palla a una femmina,la voglio tirare ai miei amici o amio cugino e ogni volta che misegnano quelle bimbe senz’ani-ma è come se di reti me neavessero fatte non una maalmeno due.

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Scaccio viaquesti pen-sieri chesono sba-gliati mache ci possofare se cel’ho, intantouno a zeroper loro,due a zeroper loro,due a uno,tre a uno,fine primotempo, lapalla al giu-dice biancoche cammi-na accantoa noi e dalbordo vascaci spiegaquello che avolte noncapiamo. Cambio va-sca, cambioor i zzon te ,cambio pan-c h i n a ,G i a c o m operò è sem-pre lo stes-so; schemis b a g l i a t i ,r i m e s s e

troppo corte, occasioni trovate epoi perdute, Martino fuori per-ché non ha passato la pallaprima di tirare. C’è Billo in acqua però, chebello; mi si allenta la tensionequando vedo la cuffia biancacon il numero sei sopra allamarea di lentiggini marroniappiccicate sul naso di miocugino, il centroboa più piccoloche si sia mai visto nelle piscinedel centro Italia. Ma tanto nessuno si accorge diquanto è piccolo quando nuotaavanti e indietro senza sostasull’acqua, nessuno sa che hafaticato molto più di noi perimparare a prendere la posizio-ne giusta come sta facendo orain un attimo, nessuno sa che luinon fatica affatto per capireprima degli altri su quale lato sta

viaggiando la palla, lui lo sa per-ché gliela rilancio io, abbiamoprovato e riprovato lo schemamille volte anche fuori dall’ac-qua, ci capiamo al volo noi,come il quarterback con il suoricevitore preferito. Ora sono tutti immersi, ipnotiz-zati dai suoi movimenti naturaliin cui non c’è sospensione, nonc’è pausa nel momento magicoin cui prende la palla, non c’ètregua, non c’è spazio per l'in-tervento scomposto del bimbodifensore prima dell’implacabiletiro. Tre a due, tre pari. Due minuti alla fine. Ludovicono, il fallo da rigore qui davanti ame proprio ora per favore no. So che sono un privilegiato, soche per me hanno inventatoregole speciali che non valgonoper i miei compagni. Ma a chemi serve ora poter toccare ilfondo della vasca, tanto nontocco comunque, non ci arrivo asentire il pavimento rassicuran-te posato sotto di me. A cosa miservono i privilegi da numerouno se ora a tirare è proprioquella bambina lì, che ha unbraccialetto al polso che luccicacome il plancton nelle notti diluna piena, le unghie mal taglia-te su cui mi sembra aver intravi-sto un po’ di smalto, ma l’arbitronon se n’è accorto, forse è rima-sto anche lui incantato dai suoiocchi, che sono neri come l’in-chiostro con cui vorrei scriverleuna lettera stasera, e ha guar-dato altrove. Non devo pensare a quegliocchi vivi che mi stanno fissan-do ora, mi stanno scrutandosolo per capire come infilare ilpallone dietro alle mie spallestrette senza che io abbia iltempo di tirarmi su perché stoguardando lei; devo pensareche lei sì forse che è una sirenabambina, bellissima e crudele. Ma io non mi lascio ingannareda quello sguardo di carbone,non dimentico in un battito diciglia che per arrivare fino a quiho dovuto lottare contro il sensodi smarrimento che qualchevolta ho sentito galleggiare

accanto a me durante i duri alle-namenti in solitario, contro ildesiderio forte di varcare lalinea ostile di metà campo persegnare e poi nuotare a testaalta verso il compagno più vici-no a me e aspettare la suamano sbattere contro la mia.Non dimentico che ho dovutopercorrere centinaia, forsemigliaia di metri liquidi sedutosu un’immaginaria biciclettasenza manubrio, con le bracciafuori, poi giù in acqua, poi anco-ra alzate e poi di lato a destra edi nuovo a sinistra e poi immobi-le con gli addominali di bambinostremati per una fatica più gran-de di me. Ripasso tutto ora, anche il saltolaterale che si chiama volo delcolombo ma io lo chiamo il volodi Buffon e mi ripeto in testaquello che mi urla Giacomo incontinuazione, come un martel-lo nell’orecchio anche se io lo sogià, questa è la regolaFrancesco, è l’unico grandeunico vero e imperscrutabilesegreto dei portieri grandi e pic-coli, non chiudere gli occhiFrancesco, mai. Si allontanano tutti da me, milasciano solo con lei; Billo pren-de posizione accanto a lei, adebita distanza aspetta.Aspetta che la palla non traver-si la linea di porta tra i pali, cheio senza esitazione la catturi ela rimetta a lui mentre tutti loinseguono increduli, aspetta dipassarla a Ludovico che loaccompagna alla sua destraverso la porta che sembraimprovvisamente enorme,aspetta di vederlo tirare, esulta-re e correre da lui. Le medaglie è vero sarannopure tutte uguali, ma il nostrosorriso è d’oro, di quell’orosplendente che ho sognato sta-notte riflesso negli occhi fieri deimiei compagni affaticati. Sognare e segnare, forse c’èuna ragione se queste dueparole sorelle sono quasigemelle, se basta cambiare unalettera perché si confondanoinsieme nei pensieri liquidi di chile sta appena toccando. l

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“Lasciatelo stare, si vedeche ha una faccia perbene!”, ilCommissario difende il poveroFreccia dalle accuse di furtodell'avaro Arpagone che si è tro-vato senza la sua cassettazeppa di scudi d'oro, e il pubbli-co comincia a ridere, semprepiù fragorosamente. E' certa-mente una scena comica, sta-volta deve essere proprio bril-lante, per avere un tale effetto!Improvvisamente, però, i trerealizzano di un botto il motivodi tanta ilarità, vedendo i panta-loni di velluto del Commissarioad altezza ginocchio e, senzanascondere una risatina, condue battute – e i battimani delpubblico – l'inci-dente si risolve peril meglio, diventan-do quasi unascena preparatanello spettacolo“L'Avaro” dellacompagnia “Il Mo-saico” di Rovigo.Per il pubblico èstato sicuramenteil bello della diret-ta, per gli attoriun'occasione diottenere un memo-rabile aneddoto daraccontare neiprossimi anni ainovelli attori oamici, e un modoper mettere allaprova le rispettivecapacità di reazio-ne e di sinergiacon gli altri.Fare teatro amato-

riale non significa, infatti, sola-mente calcare una scena einterpretare un personaggio oanche due, ma prevede un rap-porto molto più stretto tra i com-ponenti del gruppo, un'attenzio-ne diversa ai particolari, lanecessità di saper essere attorima anche truccatori, tecnici,

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Nel 2010 compie trent’anni la compagnia amatoriale il Mosaico,nata a Rovigo grazie alla passione di un gruppo di amici. Con il tempo

in scena opere sempre più d’autore, ma senza mai trascurare il pubblico che domani frequenterà i teatri, quello dei bambini

Dal cabaret a

MOLIÈREscenografi e via dicendo. Capitacosì che gli spettacoli non si fer-mino al solo palco, ma continui-no oltre le quinte, nei camerini,e anche nel tempo, coinvolgen-do le ore passate a provare.Le abitudini e le scaramanzieappena prima dello spettacolosono ormai note: c'è chi passeg-

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gia al centro del palco e chi sirilegge la parte, quello che chiu-de gli occhi in meditazione equella che gorgheggia qualchenota, chi scalda i muscoli e chiricontrolla se tutto è a posto...quando si apre il sipario, via,non c'è più tempo per pensare,sono solo personaggi, è lascena, e alla fine dello spettaco-lo l'applauso di rito, e da qual-che occhiata in tralice tra gliattori è chiaro che in quelmomento esiste un legame par-ticolare tra di loro, creato duran-

te lo spettacolo.Il clima quasi goliardico che sicrea tra i componenti del gruppoporta anche a simpatiche burle,e lo sa bene chi, in una data de“Il malato immaginario”, inter-pretando Tonina che fingeva diessere il famoso dottore venutoda lontano, inforcò il solito paiodi occhialoni da sole senza ren-dersi conto prima di essere inscena – e quindi, troppo tardi! –che le lenti erano state copertecon del nastro isolante, renden-dola di fatto completamentecieca!La storia del gruppo “IlMosaico” comincia nell'ormailontano 1980 a Rovigo, quandouna compagnia di amici acco-munati dalla passione per il tea-tro comincia a preparare brevispettacoli di cabaret e di teatroper ragazzi, caratteristica che ladistinguerà fino al giorno d'oggitra le compagnie delrodigino. Il repertorioinizialmente compo-sto da “L'inventoredel cavallo” di AchilleCampanile, una bril-lante opera cabaretti-stica condita da tra-gedie in due battute,va ampliandosi sem-pre più con il passaredegli anni con spetta-coli quali “Il sugodella storia” e“Parlare di violenza”per i ragazzi, e quindi

copioni più noti come “IlCampiello” del Goldoni, “I comi-ci della Commedia dell'Arte” conlazzi medievali, “DonnaCanasta” di Miro Penzo e“Partia Doppia” di Cenzato perle commedie in dialetto di autoripolesani. Con “La bancarotta”prima, e “Le donne gelose” piùrecentemente, entrambi ancoradel Goldoni, il gruppo proseguenel progetto di far conoscere alpubblico opere di grandi autoriche spesso sono ingiustamentetralasciate. Grazie anche all'aiu-to del drammaturgo LuigiLunari, la compagnia abbracciapoi Molière, producendo“L'Avaro”, “Il MalatoImmaginario” e “Il Tartuffo”, conun'attenzione particolare nell'at-tualizzare i testi senza sacrifi-carne la contestualizzazionestorica, per finire con pezzi bril-lanti come “Spirito allegro” diCoward. Il teatro per ragazziviene invece arricchito da diver-si copioni di successo: “ReMida”, “La bella addormentata”,“Il cantastorie”, “Bella e laBestia”, “La Sirenetta”,“Cenerentola”, “CappuccettoRosso” e “Gli abiti nuovi delGranduca”, che non mancanomai di ottenere un lieto fineanche dopo gli applausi, facen-do toccare con mano ai bambinii loro personaggi preferiti fatticarne e ossa. Nel 2010 la com-pagnia festeggerà i suoi primitrenta di storia. Auguri a tutte letessere del Mosaico! lwww.ilmosaicoteatro.it [email protected]

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di Luciano Romano

tacolo del Comune di ReggioCalabria, dott. Enzo Sidari, cheha sottolineato l’importanzadella manifestazione, che ilComune ha ben volentieri ospi-tato, ben conoscendo il clima difesta che i gruppi folcoristicisanno creare. Il vicepresidente Crucitti hasostenuto che la scelta diReggio è dovuta a motivi siaartistici sia paesaggistici, masoprattutto all’attaccamento alletradizioni dei suoi cittadini. Ilresponsabile del settore degli

Ufifest, Gianni Chierichetti, hareso onore ai gruppi folcloristicireggini per il loro attaccamentoall’Unione Folclorica Italiana eper la loro bravura e preparazio-ne artistica. Gradita la sorpresadi incontrare, in quest'occasio-ne, anche una delegazionecinese della provincia di Henan,in città per una collaborazioneturistica con la città.In seguito, chi in aereo, chi intreno e chi in pullman, sono arri-vati i vari gruppi partecipanti:“Sot la Nape” di Villa Santina

Il Festival nazionale del Folclore, organizzato dall’Ufi, e svoltosi a ReggioCalabria, è stato uno dei momenti più significativi della stagione passata.Entusiasmo, organizzazione perfetta, partecipazione di pubblico per unire

costumi e storia popolare del Nord e del Sud dell’Italia

Il 2009 è alle spalle, si guardaal 2010, ma non si possonodimenticare i momenti più belli eriusciti della stagione che loCSAIN si è lasciato alle spalle.Tra questi momenti ce n'è unoin particolare che va assoluta-mente ricordato come esempiodi gioia, di festa, di tradizionevera e di partecipazione:l'Ufifest, la Festa Nazionale delFolclore, giunta alla sua dodice-sima edizione e organizzata, insettembre, a Reggio Calabriadall'Ufi, l'Unione FolcloricaItaliana, un'attiva associataCSAIN. Si è trattato di unamanifestazione seguita damigliaia di persone, probabil-mente in ciò avvantaggiata dallacoincidenza con la festa delPatrono. L’Ufifest 2009, delquale è stato responsabile orga-nizzativo, col Comitato “ad hoc”calabro, il vicepresidentedell’Ufi, Giuseppe Crucitti, è ini-ziato con la conferenza stampaal palazzo San Giorgio, sededel municipio della città, apertadall’assessore al turismo e spet-

Un momento dell’Unifest al centro di Reggio Calabria

La tradizione è una

FESTA

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(Udine), “La Pacchianella” diMonte Sant’Angelo (Foggia),“Herbessus” di Grotte(Agrigento), “San Paolo Monti”di Monti (Olbia-TempioPausania), ricevuti dai gruppicalabresi “Ginestra”, “Canterinidi Spirito Santo” e “Abatini”. Lamattina successiva è giunto l’ul-timo gruppo “Holzhockar” diSappada (Belluno) al quale hafatto gli onori di casa il gruppo“Peddaroti” locale. In serataprima esibizione con i gruppidistribuiti nelle varie piazzedella città, dove i passanti e glispettatori sono stati invitati acimentarsi nelle danze folclori-stiche. Quindi, dalle ventidue aoltre l’una, i gruppi si sono esibi-ti in palcoscenico davanti a unnumeroso pubblico. La domeni-ca successiva i gruppi, cheerano ospitati al residence “AlPino” di Melia, sono stati invitatialla santa Messa dal localegruppo “I Canterini di SpiritoSanto”, nel loro rione. Nelpomeriggio i gruppi hanno par-tecipato alla sfilata lungo CorsoGaribaldi, con alcune fermateper presentare le proprie musi-che e danze. Inimmaginabile lareazione della gente che si rivol-geva ai danzerini per conoscer-ne la provenienza e il significatodei vari numeri presentati. Asera nuova sorpresa:l’Accademia del Peperoncinoapprontava una tavolata di pro-dotti locali, formaggi, salumi evino, consumati in un clima di

Foto d’assieme di tutti i gruppi dopo la Santa Messa

tour de force, come d’altrondesempre accade nei festival fol-cloristici, sia nazionali sia inter-nazionali, ma l'hanno fatto conlodevole spirito di adattamento.Negli spettacoli e nelle manife-stazioni ufficiali hanno mantenu-to un comportamento impecca-bile, dimostrando l’assunto chel’attività folcloristica oltre a valo-rizzare le tradizioni è anchestrumento di educazione. Le danze e le musiche presen-tate dai gruppi sono state sotto-lineate da applausi entusiasticidelle migliaia di spettatori checosì hanno potuto conoscere (osoltanto prendervi un contato) letradizioni popolari di altre regio-ni e metterle a confronto conquelle, rigogliose, della propriaCalabria.Interessante si è dimo-strato l’interesse per la manife-stazione sia da parte delle auto-rità sia da parte della stampalocale che ha seguito e relazio-nato con articoli e servizi foto-grafici, positivamente sottoli-neati. Sicuramente lo scopo chequesta manifestazione si propo-ne, annualmente, è stato rag-giunto. In maniera egregia sonostate rappresentate le varieespressioni regionali del folclo-re; signorilmente sono stati pre-sentati i vari costumi, frutto diaccurate ricerche nella storiapopolare e di certosina realizza-zione; in senso lato è stato valo-rizzato il folclore come tradizio-ne di popolo e strumento didescrizione storica di ogni piùvaria realtà. Soprattutto, l’incon-tro di vari gruppi, con i loro com-ponenti di varie età, variocenso, varia preparazione cultu-rale, è riuscito, ancora unavolta, a stabilire un’atmosfera diamicizia, senza infingimenti odistinzioni. Questi amanti e pro-tagonisti del folclore riescono acreare comunità fatta di sponta-neità, allegria e condivisioned'interessi: molti cercheranno diincontrarsi in futuro via telefono,corrispondenza o internet percontinuare e approfondire lareciproca conoscenza. E’ quindigiusto darsi l’arrivederci al 13°Ufifest 2010. l

amicizia e di allegria, accompa-gnato dalle musiche delleorchestrine dei vari gruppi.Il lunedì i gruppi sono partiti perla Locride, precisamente perSiderno sulla costiera ionica,dove hanno presentato unospettacolo alla Rassegna delFolclore e al Defilé di costumitradizionali. Il martedì, giornoconclusivo dell’Ufifest, in piazzaCastello sono stati fatti esibire igruppi che, col sottofondo dicanti delle proprie regioni, primahanno presentano i costumi equindi si sono esibiti in parte delloro repertorio. Al termine dellaserata, il vicepresidentedell’Unione Folclorica Italiana,Giuseppe Crucitti, ha chiamatosul palcoscenico il presidentenazionale, Maurizio Negro, cheha ringraziato la città, gli orga-nizzatori e i gruppi partecipanti.Consegnato al gruppo friulano“Sot la Nape” il medaglione delPresidente della Repubblica, inricordo dell’attività per il 50°della sua fondazione. Sono statipoi consegnati i riconoscimentia tutti i dieci gruppi partecipanti,ai consiglieri nazionaliChierichetti e Roggeri, alla pre-sentatrice delle due serate,Tatiana, e all'ideatore degliUfifest, Pippo Puglisi.La manifestazione è stata datutti considerata come perfetta-mente riuscita sia sotto il profilodell’organizzazione sia sottol’aspetto artistico. I gruppi sisono sottoposti a veri e propri

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Riprendiamo il racconto dellavita e del genio di Gauss. Loritroviamo nel 1791 al cospettodel Duca di Brunswick CarloGuglielmo Ferdinando, il quale,conquistato dalla modestia edalla timidezza anche un po’goffa del ragazzo, s'impegnò apagarne gli studi. Gauss entròcosì al Collegio Caroliniano diBrunswick: già conosceva afondo le lingue classiche, glistudi filologici lo attiravano mol-tissimo ma fortunatamente perle scienze, l’attrazione per lamatematica fu più forte. Gaussstudiò al Collegio per tre annidurante i quali assimilò i lavoripiù importanti di Eulero, diLagrange e soprattutto iPrincipia di Newton. AmmiravaNewton più di chiunque altro

Bruna Germano è docente di AnalisiMatematica presso la facoltàd'Ingegneria dell'università di Roma"La Sapienza". Da giovanissima è stata un'atleta di buon livello:nazionale juniores di salto in alto,ha detenuto la migliore prestazionenella categoria allieve per l'altoe il triathlon

LA PALESTRA DELLA MENTELa matematica tra storia e giochi a cura di Bruna Germano

GAUSS, IL GENIO DELLA MATEMATICA “DISTRATTO” DALL’ASTRONOMIA

tanto che quando si riferiva a luilo chiamava “summus”.Quando Gauss lasciò il Collegionel 1795 per entrareall’Università di Goettingenaveva già scoperto il metodo dei“minimi quadrati”, che oggi èindispensabile in geodesia,nella riduzione delle osservazio-ni, e in generale in tutti i casi incui è necessario dedurre da ungrande numero di operazioni dimisura il valore “più probabile”di qualche cosa. Questo lavoroe la “curva di Gauss” (curva aforma di campana), sono fami-liari a tutti coloro che si occupa-no di Statistica, dagli scienziatifino ai manipolatori del mercato.I tre anni passati all’Universitàfurono i più fecondi della vita diGauss. Grazie alla generositàdel Duca Ferdinando, nonaveva da preoccuparsi deimezzi di sussistenza e potevadarsi tutto al suo lavoro. E’ inquesto periodo che Gauss, met-tendo in ordine le idee cheaveva fin lì maturato, meditò ungrande studio sulla teoria deinumeri che prese forma definiti-va nelle DiquisitionesArithmeticae, le quali nel 1798erano praticamente terminate.Nello stesso periodo cominciò atenere il suo GiornaleScientifico che è uno dei docu-menti più preziosi nella storiadella Matematica. Curiosamente, questo Giornalefu messo però in circolazionesolo nel 1898, quarantatré annidopo la sua morte, quando unnipote lo mostrò alla SocietàReale di Goettingen.E’ vero che nelle note delGiornale non ci sono tutte lescoperte fatte da Gauss, mamolte di quelle che vi si trovanosono sufficienti a stabilire la suasupremazia in tutti i campi.Anche la sua grande opera

Diquisitiones Arithmeticae, sepur già conclusa da tempo, fustampata solo nel 1801. PerchèGauss custodi così gelosamen-te le sue grandi scoperte?Lo stesso Gauss dichiarò unavolta che non si preoccupava disapere se i suoi lavori scientificivenissero pubblicati o no perl’istruzione degli altri, poichéquesto fatto era per lui del tuttosecondario. Un’altra confessio-ne fatta a un amico spiega altempo stesso la compilazionedel Giornale e la sua ritardatapubblicazione: confessa chenon era in grado di controllare lagran folla d'idee che formicolavanel suo cervello, aveva solo iltempo di registrare un breveenunciato finale del risultato diprofonde ricerche.Ammirando poi, con entusiasmogiovanile il perfetto concatena-mento delle dimostrazioni sinte-tiche di Archimede e Newton,Gauss decise di seguire il lorogrande esempio e di non lascia-re dietro di sé altro che lavoriben finiti e rigorosamente per-fetti, ai quali non si potesseaggiungere né togliere nullasenza sfigurare tutta l’opera:secondo la sua opinione, que-sta doveva sostenersi da sé,completa, semplice e convin-cente, senza nessuna tracciadel lavoro compiuto per costruir-la. Senza dubbio questa ricercadella perfezione, dava frutticompletamente maturi, ma nonsempre facilmente digeribili.Tutte le tracce dei ragionamentifatti per arrivare alla meta, veni-vano cancellate, così per i suc-cessori di Gauss non è statofacile scoprire il percorso cheegli aveva seguito. I suoi con-temporanei avevano un bel pre-garlo di allontanarsi un po’ dallasua impassibile perfezione perfar progredire più velocemente

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CORDE CHE BRUCIANOCi sono a disposizione due corde di lunghezza uguale e tanti accendini quanti si vogliono... e nient'altro! Entrambele corde, se incendiate, impiegano un'ora esatta per bruciare. Cioè dando fuoco a un'estremità, il fuoco arriverà all'al-tra estremità dopo esattamente sessanta minuti. Le due corde però non bruciano in maniera uniforme, ma casual-mente, e non bruciano nemmeno nello stesso modo ma ognuna per i fatti suoi. L'obiettivo del gioco è riuscire a tro-vare un modo per calcolare il passare di un quarto d'ora di tempo.

I TRE IMBIANCHINIUn imbianchino dipinge una stanza in un'ora, un altro imbianchino dipinge la stessa stanza in un'ora e mezzo, infi-ne un terzo imbianchino dipinge la stessa stanza in due ore. Se dipingono tutti insieme la stessa stanza quantotempo ci mettono?

la matematica. Gauss nonacconsentì mai, se avessedivulgato tutto ciò che sapeva,la matematica avrebbe guada-gnato almeno mezzo secolo.Gauss nonostante si definisse“tutto matematico”, non si occu-pò solo di matematica in sensostretto, possiamo raggruppare isuoi principali campi di attivitàdopo il 1800 come segue: 1800-1820 astronomia, 1820-1830geodesia, 1830-1840 fisicamatematica, in particolare elet-tromagnetismo e teoria dell’at-trazione secondo la legge diNewton, 1840-1855 funzioni divariabile complessa.Raccontiamo brevemente comenasce l’interesse per l’astrono-mia, cioè il secondo grandeperiodo della carriera di Gauss:tale interesse si fa partire dalprimo giorno del XIX secolo.Da quando nel 1781 l’astrono-mo Herschel aveva scoperto ilpianeta Urano, scoperta cheportava a sette il numero deipianeti allora conosciuti, altriastronomi si erano messi a cer-care attivamente nel cielo altrimembri della famiglia solare.Tali ricerche furono vane fino ache un italiano di Palermo,Giuseppe Piazzi, non scoprì il

primo giorno del XIX secolo unnuovo pianeta più tardi battez-zato col nome di Cerere.Cerere fu una “disgrazia” per imatematici, questo piccolo pia-neta imprigionò il genio diGauss quando aveva ventiquat-tro anni. Contribuirono a questa“deviazione” dalla matematicacome scienza autonoma ancheil padre e alcuni amici desidero-si di vedere il giovane Gaussalla ribalta della cronaca, nonavendo essi nessuna nozionedella natura dei lavori che face-vano di lui un silenzioso recluso.Un nuovo pianeta era quindistato scoperto, ma in una posi-zione che rendeva la sua osser-vazione straordinariamente diffi-cile, perché allora non calcolar-ne l’orbita? Calcolare un'orbitacon gli scarsi dati dei quali sidisponeva era un compito dapreoccupare perfino Laplace,non certo Gauss e le sue straor-dinarie capacità di calcolo.Perché non abbandonarsi alloraalla sua grande passione, cal-colare come non aveva mai cal-colato prima e permettere così,un anno più tardi, ai pazientiastronomi, di ritrovare Cerere alposto in cui la legge diGravitazione Universale di

Newton decretava che essadovesse trovarsi? Perché in unaparola non divenire popolare?Cerere fu ritrovata al posto pre-ciso dove i calcoli particolareg-giati e meravigliosamente inge-gnosi del giovane Gauss aveva-no predetto che sarebbe statatrovata. Dopo Cerere altri piane-ti furono rapidamente rintraccia-ti dalla curiosità dei telescopi edanche le loro orbite si conforma-rono ai calcoli di Gauss, egli neaveva stabilito il metodo, la pra-tica sempre uguale. La gloriaarrivò rapidamente.Negli anni che seguirono la suavita scorse più o meno serena-mente con due matrimoni, seifigli cariche e riconoscimentiufficiali. Nei suoi ultimi anniGauss fu circondato dalla gene-rale considerazione, ma non fucosì felice come avrebbe meri-tato. Benché il suo spirito sifosse rivelato instancabile efecondo nel corso di tutta la suaesistenza, Gauss non aspiravaancora al riposo quando simanifestarono i primi sintomidella sua ultima malattia.Finì tranquillamente i suoi giorniall’alba del 23 febbraio 1855.Continuerà per sempre a brilla-re nel regno della matematica! l

I QUIZ

Soluzione 1 -All'inizio si prende la prima corda e si dà fuoco a entrambe le estremità contemporaneamente, e semprenello stesso istante accendo un estremo della seconda corda. Passata mezz'ora la prima corda sarà completamente con-sumata (visto che ci avrebbe impiegato un'ora se fosse stata accesa solo da una parte). Aquesto punto la seconda cordacontinuerebbe a bruciare ancora per mezz'ora, ma se si dà fuoco anche all'altro estremo, finirà esattamente nel giro di unquarto d'ora... il quarto d'ora da misurare. Soluzione 2 -Consideriamo un tempo di sei ore, cioè 360 minuti (prendiamo sei ore perché è un numero comodo per farei conti visto che vengono fuori degli interi). In queste sei ore:il primo dipingerebbe sei stanze;il secondo dipingerebbe quattro stanze;il terzo dipingerebbe tre stanze;Cioè, lavorando tutti assieme per sei ore dipingerebbero un totale di tredici stanze, per cui per trovare quanto ci mettonoper una sola stanza si devono dividere le sei ore per tredici: 6 ore / 13 = 360 min / 13 = 27 min 41 sec 54 centesimi

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considerandola i più quasi unadecorazione della tavola.E ora che le feste sono passateed è rimasta in dispensa, che nefacciamo? La rimettiamo in can-tina insieme ai pastori e alledecorazioni dell’albero per ilprossimo anno? O inevitabil-mente la buttiamo perché tantonon la mangia nessuno?Eppure è buona, ma ha duedifetti: il primo è che oltre adessere ricca di nutrienti lo èanche di energia (le famigeratecalorie!); problema certo, manon per tutti. Abituati comesiamo al cibo pronto da consu-mare senza fatica, insormonta-bile diventa il secondo difetto: ilguscio legnoso che bisognarompere per tirare fuori il seme. Che cosa fare dunque di questafrutta secca rimasta? La primaopzione nei ricordi dell’infanziasarebbe di emulare la nonna:prima era il turno delle mandor-le, poi delle nocciole e infinedelle noci. I bambini di casavenivano chiamati a sgusciarela frutta e poi con padella e zuc-chero una parte veniva pralinatae il resto trasformata in torrone.La sorte migliore toccava allenoci che insieme alla bucciaessiccata di arancia, con l’aiuto

me ai moderni fiocchi di cerealie qualche genere, come la pru-gna, ha trovato spazio e mag-gior consumo per i suoi partico-lari effetti terapeutici.Il termine “frutta secca” defini-sce invece i semi commestibilidi alcune piante, più ricchi in lipi-di che non in zuccheri; al barcon l’aperitivo, siamo soliti tro-vare, già preventivamente tosta-ti e salati, arachidi, noci brasilia-ne, anacardi, macadamia epecam, ma a casa prevale, spe-riamo ancora per molto, la pro-duzione italiana rappresentatada mandorle, noci, nocciole,pinoli e pistacchi. Tutti quanti ne abbiamo portatosulla tavola della festa. Vuoi unamanciata disposta alla rinfusaattorno al centro tavola di fiori evischio con candelina, vuoi uncestino o una cornucopiaaggiunta a fine pasto al cesto difrutta fresca. Un segno diabbondanza, benaugurale diprosperità, che ha origini conta-dine antiche e che, inconscia-mente tramandato, è entrato afar parte delle nostre abitudini.Poco importa se talvolta abbia-mo anche dimenticato l’indi-spensabile schiaccianoci, tanto,solo pochi ne hanno attinto,

di Santino Morabito (Specialista in Scienza dell’Alimentazione)

Quasi tutta la frutta che con-sumiamo abitualmente frescapuò essere essiccata; con ladisidratazione perde l’acqua econcentra i suoi nutrienti rap-presentati soprattutto dagli zuc-cheri. Siamo abituati ad aggiun-gerla alla prima colazione insie-

Noci, arachidi, mandorle, nocciole, pinoli, pistacchi: sono i gustosi,ma super calorici semi della frutta cosiddetta secca che è stata protagonista sulla tavola delle feste. Ora, non necessariamente,

va ignorata: basta consumarla a piccole dosi come una medicina,perché possono aiutare cuore, arterie e perfino l’occhio

Altro che SECCA!

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manciata di mandorle, nocciole,pistacchi, noci e, perché nopinoli, aiuta la nostra salute e ilnostro buonumore.Viste le avvertenze o precauzio-ni d’uso, passiamo ora alle indi-cazioni e, invece di segnare sulfoglietto illustrativo le generiche"utile in caso di...", "aiuta a…",cercheremo di individuare glieffetti terapeutici veri e propri.Tutti questi semi hanno un con-tenuto calorico elevato, nonmeno di 600 Kcal ogni 100grammi, per oltre l’80% di origi-ne lipidica. La concentrazionedei grassi varia dal 55% dellemandorle al 66% delle nocciole,ma si tratta di grassi buoni, nonperché vegetali, ma perché ric-chi di acidi grassi monoinsaturi,come quelli dell’olio d’oliva, opolinsaturi, come quelli presentiin abbondanza nel pesce. Unconsumo abituale può contribui-

re a tenere sotto controllo ilcolesterolo e i trigliceridi pla-smatici, riducendo il rischio didiventare diabetici e la probabi-lità di morte improvvisa. Le proteine, pur variando dauna percentuale del 15% dellenocciole al 20% delle mandorle,si riducono a pochi grammi coni consumi consigliabili di fruttasecca, ma sono importanti einteressanti per la presenza rile-vante nella loro struttura di“Arginina”. Questo aminoacido, essenzialeper la salute dei nostri vasi san-guigni, è il precursore di unasostanza, l’ossido nitrico, cheha un potente effetto vaso dila-tante e antiaterosclerotico.Infine tutta la frutta secca è riccadi vitamina E che svolge un’im-portante azione antiossidanteed è in grado di controllare glieffetti dei radicali liberi sull’in-

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di amido di patate, trasformava-no il mosto d’uva cotto, conser-vato nelle bottiglie tappatecome la conserva di pomodoro,in uno spettacolare dolce al cuc-chiaio. C’è comunque unaseconda opzione che da adultosedentario, forte di alcune cono-scenze di dietetica, consiglio atutti quanti. Teniamo questocesto di frutta secca in cucina aportata di mano e consumiamo-ne quotidianamente a piccoledosi come una medicina. Come una medicina, infatti, lafrutta secca ha le sue indicazio-ni, le avvertenze e gli effetti col-laterali: a) consumare a piccole dosi inquanto può influire negativa-mente sul peso corporeo; peralcuni questa più che una con-troindicazione può essere un’in-centivazione al consumo;b) consumare lontano dai pastiin quanto inutile, e talvolta con-troproducente, aggravare unpasto completo e spessoabbondante con il surplus calo-rico della frutta secca; ottimoinvece, per il senso di sazietàche produce, un consumo comespuntino, in sostituzione di altrialimenti di pari densità caloricama con meno ricchezza innutrienti. Al mattino in ufficio onel pomeriggio domestico una

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vecchiamento cellulare. Ognifrutto ha comunque delle carat-teristiche peculiari. La mandor-la, costituita per il 55% di grassi,il 20% da proteine e il 20% dazuccheri semplici e amidi, oltrea buone quantità di vitamina A,ferro e calcio contiene un enzi-ma, l’emulsina, che favorisce ladigestione dei cibi amidacei. E’ un ingrediente molto utilizza-to in diverse cucine tradizionaliper piatti salati, come il classicorisotto alle mandorle, in granellaper aromatizzare paste e insala-te, in pasticceria per produrreconfetti, biscotti, torrone, pastesecche e il classico marzapaneda utilizzare come glassaturaper torte o per produrre frutta“martorana” da decorare.Con le mandorle si prepara unabevanda dissetante, il latte dimandorla, utilizzato nei paesimediterranei durante la stagio-ne estiva come reidratante edenergetico per il suo contenutoin proteine, vitamina B1 e B2,magnesio, ferro e calcio. Le noci contengono acido folico,una vitamina che oltre ad avereun ruolo nella sintesi dei globulirossi, prevenire l’insorgenza di

alcuni difetti dello sviluppo feta-le come la spina bifida e, soprat-tutto negli adulti, controlla la for-mazione dell’omocisteina, ami-noacido considerato oggi unimportante fattore di rischio car-diovascolare. Sono, inoltre, unabuona fonte di magnesio, mine-rale la cui carenza sta alla basedi moltissime forme di astenia. Uno studio scientifico ha valuta-to gli effetti del consumo di nocisui livelli di colesterolo: 28grammi il giorno hanno ridottodel 10% il colesterolo cattivo. I pinoli, utilizzati in genere peraromatizzare pietanze a base dipesce, hanno invece un conte-nuto proteico elevato molto vici-no a quello del grana e conten-gono una sostanza specifica,l’acido pinoleico che contribui-sce al controllo del peso per uneffetto positivo sul senso disazietà. La nocciola è il fruttopiù grasso, con una concentra-zione pari al 66%, più ricco invitamina E, a contenuto elevatoin selenio, minerale con potereantiossidante che previene l’in-vecchiamento delle cellule, fla-vonoidi con azione antinfiam-matoria, antivirale e protettiva

nei confrontidei tumori, fito-steroli in gradodi abbassare ilivelli di coleste-rolo cattivo e ditrigliceridi, cal-cio, vitaminaB6, B1, B2 ePP. Ha un leg-gero effetto las-sativo, e, persfruttare taleproprietà, puòessere datoalla dose didue-tre frutti,dopo i pasti, aibambini soffe-renti di stiti-chezza. Infine ilpistacchio riccosoprattutto diacidi grassimonoinsaturi,fonte importan-te di Vitamina

A, E e C ma soprattutto di B6,dell’aminoacido arginina, dipotassio e magnesio, mangane-se e rame. Anche per i pistacchistudi controllati hanno dimostra-to, sempre per 28 grammi al dì(il peso in grammi di un’oncia,unità di misura nei paesi anglo-sassoni) la capacità di riduzionepercentuale del 10% del cole-sterolo cattivo. Contiene inoltre polifenoli e fito-steroli ma si distingue per lapresenza della luteina, una vita-mina essenziale nei bambini perun corretto sviluppo della retinae negli adulti per la prevenzionedella Degenerazione MaculareSenile. Così, con la frutta secca, oltre alcuore e alle arterie anche l’oc-chio vuole la sua parte.Certo l’elevato potere caloriconon consente scorpacciate eper la nostra salute ci dobbiamoaccontentare di 3-4 noci, di unpugno di mandorle, nocciole epistacchi, meglio ancora se riu-sciamo a inserirli nella nostraalimentazione quotidiana insostituzione di altre fonti di calo-rie e soprattutto di altri grassimeno salutari. l

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Sbucciare le noci, quasi un rito durante le feste

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Roberto Minnetti, dopo i lunghianni passati a Montalcino, è tornato definitivamente nella suaRoma dove negli anni 80 eradiventato chef d’élite e di successocon il ristorante “Pianeta Terra”.Ora si dedica a tempo pieno allocale “Minnetti in Trastevere”,in via Garibaldi 56

di Roberto Minnetti

Ricomincerà con un sognotutto rosso la Formula 1 che hamandato negli archivi una sta-gione orribile e non solo perchéla Ferrari è stata solo una com-primaria. Un sogno rosso e unasigla speciale: FFF. Un acroni-mo che si legge Fernando-Felipe-Ferrari. Eh sì, Raikkonensi è dato ai rally dopo che al suoposto, accanto a Massa, chefreme per riprendere a gareg-giare e allontanare ancor di piùla brutta avventura capitateglinelle qualifiche del Gran Premiod'Ungheria, è arrivato il promes-so sposo, il "re" di SpagnaFernando Alonso. «Tutti i grandipiloti, prima o poi, approdanoalla Ferrari», ha confessatoLuca di Montezemolo, ricordan-

do anche come il povero AyrtonSenna gli avesse un giorno con-fessato di voler chiudere la car-riera con la Rossa di Maranello.Poi, detto per inciso, tra Alonsoe l'Italia il feeling non è partico-lare, ma speciale, quasi unastrada tracciata dal destino: fula Minardi del miracolo faentinola prima a permettergli di corre-re un Gran Premio; fu FlavioBriatore (che adesso avrà i suoiguai, ma certo di motori e pilotine capisce…) a volerlo allaRenault con la quale Alonso, havinto il 24 agosto 2003, aBudapest, il suo primo GranPremio e poi nel 2005 il suoprimo dei due titoli Mondiali.

Alonso, come detto,era un pro-

Re ALONSO è arrivato

LE RICETTE DEI CAMPIONI

Menù speciale e dai sapori iberici per Fernando, approdato finalmente alla Ferrari, dopo un decennale corteggiamento. Con lui,

che all’Italia deve molto, e con Felipe Massa, la Rossa è pronta alla stagione del riscatto che inizierà il 14 marzo

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Rossa in via di restauro evogliosa di tornare a primeggia-re sul palcoscenico internazio-nale. Alonso, carattere calientema duro e freddo, sempre pron-to in pista a matar gli avversari,è un pilota e un uomo speciale eper lui un menù speciale chericordi la sua terra d'origine.L'entrata con un filetto diRicciola grigliato, servito su gaz-pacho freddo, a seguire unazuppa di Baccalà fredda, cimuoviamo tra terra e mare in unmelange di profumi e saporiintensi tanto cari agli spagnoli. Ilpiatto da intermezzo per la vola-ta finale, un'insalata tiepida digamberi telline e ortaggi di sta-gione cui far seguire uno zam-petto di maiale con astice blu erucola. Si chiude all'arrivo con la Paella.Piatto quasi unico, dalla compo-sizione variegata d'alimenti, daigamberi ai frutti di mare, dalconiglio al pollame con ortaggidi stagione e il tutto legato dalriso allo zafferano. Cotti separatamente come ungrande caciucco livornese e poiamalgamati in un effluvio di pro-fumi e sapori straordinari, quasitrionfali, come quelli che ci siaugura per la Rossa nel 2010. Ildolce, un Babà al Rum concrema al limone. Per i vini una Malvasia Istrianadelle ultime generazioni, aseguire un Poully Fumè perpassare a un ottimo Sacrantinodi Montefalco, la chiusura conun Vega Unico Sicilia e unoXeres 70 anni per l'augurio di unfelice e fortunato 2010. l

messo sposo del CavallinoRampante, già dalla fine degliAnni Novanta. Ora ha coronatoil suo sogno dopo dieci anni dicorteggiamento. «Prima dilasciare la Formula 1 voglio vin-cere il mio terzo titolo», ha dettosenza troppi fronzoli. Insommavuole andare a far compagnia a

gente che si chiama JackBrabham, Jackie Stewart, NikiLauda, Nelson Piquet e AyrtonSenna. Più avanti ci sono AlainProst (4 titoli) e Juan ManuelFangio (cinque). Invisibile dietrola curva c'è, ovviamente,Michael Schumacher che, a 41anni, con sette titoli e 91 Gran

Premi in bacheca, siè accorto che il suocuore non batteva avita per la Ferrari,come aveva fatto cre-dere, e così ha cedu-to alle lunsinghe e aimilioni dellaMercedes. Non restache aspettare, acominciare dal 14marzo, quando lanuova Formula 1prenderà il via inBahrain.Di sicuro il ventino-venne pilota diOviedo, il figliolo diJosé Luis, un mecca-nico che si guada-gnava la vita lavoran-do in una fabbrica diesplosivi e si prende-va il divertimento cor-rendo con i kart,dovrebbe essere l'uo-mo giusto per una

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Alonso ha vinto due titoli con la Renault

Alonso con la moglie Raquel del Rosario,star del pop spagnolo

Massa e Alonso, nuovo team Ferrari

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CSAIN

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In Campania la stagione atletica si era conclusa a Posillipo con i campionati Master dei cinque lanci. Il 91enne lombardoGiuseppe Rovelli ha stupito tutti

IL MONDO

La stagione 2009 dell'atletica in Campania si èchiusa a metà ottobre con la grande festa alCampo Virgiliano di Posillipo, fantastica oasi dirara bellezza all’interno del mitico e omonimoparco, uno dei luoghi più belli e sublime di Napoli.Un magnifico posto che si affaccia sul Golfo diNapoli con la splendida veduta della penisola sor-rentina e delle isole di Capri, Procida e Ischia.L’occasione l'hanno offerta i campionati italiani dipentathlon di lanci master con l’assegnazionedegli ultimi titoli italiani Fidal. L’evento è stato per-fettamente organizzato dalle associazioni ArcaAtletica Atella e Athletic Cercola e dal comitatoprovinciale CSAIN di Napoli che hanno volutooffrire agli atleti amici, giunti da molte regioni,anche un tangibile segno dell'ospitalità parteno-pea proponendo spuntini e pasta party con moz-

zarella doc di bufala a volontà. Sul piano tecnicodue sono emersi su tutti: il 91enne lombardoGiuseppe Rovelli (1918 - MM90) che ha siglato lanuova miglior prestazione italiana di categoriacon 4.161 punti e la 66enne friulana Brunella DelGiudice, molto vicina al suo record della categoriaMF65 con 4.407 punti contro i 4.461 del primato.Giuseppe Rovelli ha completato una stagioneeccellente dopo aver conquistato tre titoli aiCampionati Mondiali Stadia di Lahti e quattro agliEuroindoor di Ancona. A Napoli, nelle cinqueprove di lancio, è riuscito a totalizzare un punteg-gio superiore di 144 punti al record siglato aiMondiali di Lahti della scorsa estate (4.017 pt.).Le sue prestazioni sono state: nel martello 19,20m (868 pt), nel peso 7,46 m (994 pt), nel disco17,10 m (867 p), nel giavellotto 13,05 m (540 p) enel martellone 7,75 m (892 p). Nelle altre catego-rie maschili si sono messi in luce anche GiuseppeDi Stefano (MM65) che ha finito con 3.849 punti,

Luciano Occhialini (MM60) con3.608 punti e il romano GiuseppeGuarino (1939 MM70) con 3.498punti, il lanciatore forse più presentea questo tipo di appuntamento.Brunella Del Giudice (1943 - MM65)è stata l'atleta ad aver toccato il piùalto punteggio in una singola gara:1.109 punti nel martello con la misu-ra di 33,78 m a cui ha aggiuntoanche 13,12 m nel martellone (1.038p). Sopra la soglia dei 3.000 punti incampo femminile solo due altre atle-te: la friulana sempre presente AnnaFlabibani (1928 - MF80) con 3.207 pe la catanese Santa Sapienza(1969-MF40) con 3.0902 p. E' anda-ta male invece alla leccese PaolaMelotti (1957 MF50), la nostra più

Il FESTIVAL dei lanciatorisenza età

Il gruppo dei lanciatori master esulta dopo le gare

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forte specialista dopo la Del Giudice, che non haottenuto misura nel martello dove quest'anno hasuperato i 40 metri. Abbinato al Campionato Individuale di PentathlonLanci c'era anche quest'anno il Trofeo "BeppeTosi", classifica di società ottenuto dalla sommadei tre migliori punteggi individuali. In campomaschile il trofeo è andato al Cus Roma, mentrela Nuova Atletica Dal Friuli Udine ha conquistatoquello femminile. l

La grinta non ha età…

QUI PIEMONTE

ASTI, IL REGALO DI MARTA:UN TITOLO ITALIANO DI JUDO

Si è chiuso con il botto l'anno sportivo per laSezione Judo della Polisportiva Cassa diRisparmio di Asti CSAIN. Alla finale deiCampionati Italiani categoria Esordienti B (classe1995-96) che si sono svolti al Palafijlkam di OstiaLido, il 6 dicembre, Marta Rainero si è classifica-ta al primo posto nella categoria fino a 44 kg e siè così laureata campionessa italiana. Risultatoche era nell'aria, poiché Marta quest'anno ha col-lezionato ottimi risultati in tutte le gare a livellonazionale alle quali ha preso parte. Alla fase fina-le dei CampionatiItaliani arrivano solo le prime due classificate perogni categoria di peso su tutti i partecipanti dellaregione, e quindi alla gara di Ostia erano presen-ti solo le migliori atlete provenienti da tutta Italia.L'unica preoccupazione per il suo tecnico MariaCristina Cirillo erano le non ottimali condizioni fisi-che, per via dei malanni di stagione. Ma Marta è

Marta Rainero durante la gara vittoriosa

stata veramente inarrivabile per tutte le sueavversarie e si è aggiudicata il titolo vincendosempre per ippon, punteggio pieno, tutti e quattrogli incontri. Marta, quattordici anni, si allena cin-que volte la settimana sacrificando tempo aglistudi e agli svaghi, e questo risultato gratifical'atleta e tutto lo staff tecnico e dirigenziale chelavora dietro le quinte. l

QUI TOSCANA

NON CI SI STANCA MAIDI “GIOCARE ALLA SCHERMA”

Giunto al terzo anno, dopo una prima stagionesperimentale, "Insieme per giocare alla scherma"é tornato per la gioia dei bambini dai 5 ai 9 anni.La stagione 2009-2010 si é aperta con la IIIEdizione del Trofeo Agbalt, il 15 novembre aCascina nel nuovo Palasport 360°, ed é prosegui-ta con il consueto "1000 stoccate per…Telethon",maratona di scherma per raccogliere fondi per laricerca, giunto ormai alla VI edizione. All'internodella sala di scherma del nuovo Palasport, i bam-bini si sono preparati agli assalti tutti insieme, gui-dati dall'animatore CSAIN. All'insegna del "gioco", il riscaldamento si é svol-to in totale allegria e armonia, contribuendo così aun clima di festa e sport dentro il quale nessunosi é sentito escluso.All'inizio di ogni manifestazione, il protocollo vuoleche tutti assieme si canti l'inno d'Italia attorno allaBandiera, formando un grande cerchio e tenendo-si per mano. Quindi, un bambino e una bambina,in rappresentanza di tutti i piccoli atleti leggono le"promesse" della giornata:

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rappresentazioni che coniugano fra loro lo sportdella lotta olimpica, la danza, la poesia e la musi-ca. Sul piano agonistico parlano gli ottimi risultatiottenuti dagli atleti dell’Associazione in tutte lecompetizioni programmate dal calendario federa-le Fijlkam 2009, nel corso delle quali gli atletiperugini hanno conquistato più volte il podio.Al Gran Premio Giovanissimi di lotta, che si èsvolto nel Centro Nazionale Olimpico di OstiaLido il 12 dicembre, hanno partecipato quasi tre-cento atleti della classe Esordienti, di età compre-sa fra i dodici e i quattordici anni. Due gli atletipresentati dalla Porta Sole, Francesco Garzi eJosè Hurtado, la cui preparazione atletica e statacurata dal dott. Milad Vaysi.Francesco Garzi ha conquistato una prestigiosamedaglia d’oro nella categoria 66 kg. Il giovaneatleta ha vinto ben quattro incontri senza subirepunti di penalizzazione e sempre per atterramen-to: un record.Il tredicenne Josè Hurtado sarebbe potuto emer-gere nella sua categoria, se un arbitraggio scan-daloso non lo avesse penalizzato, impedendoglidi proseguire la scalata al podio. Comunque i dueragazzi si sono rivelati atleti molto promettenti e leloro prestazioni testimoniano l’ottima levaturadella scuola di lotta dell’Asd Porta Sole. Invece lo spettacolo Velt l’Etrusco, originale con-nubio tra atleti, attori e danzatrici, scritto e direttoda Alessandro Lupi, ha chiuso la stagione 12dicembre nella Sala Cutu per la Scuola MediaSan Paolo. Lo spettacolo è stato interpretato daMichele Rosati, Vahid Alavi, Silviu Androne,Leonardo Donati, Marius Popa, Naser Sarijlou,dell’Asd Porta Sole e dalle danzatrici ElisabettaRicci, Cristiana Motti, Luisa Piro e Silvana Ortu. l

Un combattimento tra due giovanissimi schermidori

Due lottarori durante lo spettacolo Velt l’etrusco

«Oggi prometto a me stesso e ai miei compagnidi giochi di: rispettare le regole del gioco; impe-gnarmi nel vero spirito della sportività, dell’amici-zia, della solidarietà e della lealtà; vincere e resta-re modesto; perdere e conservare il sorriso e ladignità; accettare le decisioni del Presidente diGiuria, sempre, giuste o ingiuste che mi possanosembrare; apprezzare l'avversario riconoscendole sue abilità». Alla fine, prima di iniziare i gironi,l'arbitro CSAIN spiega le regole del gioco: l'arbi-tro, quasi sempre un ragazzo più grande, é quin-di parte del gioco e partecipa attivamente sia nellapreparazione sia durante lo svolgimento degliassalti. Terminata la giornata, tutti i bambini sonostati premiati con medaglia CSAIN e attestato dipartecipazione dai numerosi e presenti Maestri diScherma delle società affiliate CSAIN, dalle auto-rità e dai rappresentanti delle Istituzioni coinvolte:Agbalt e Telethon. I prossimi appuntamenti del cir-cuito CSAIN "Insieme per giocare alla scherma"sono previsti a febbraio, marzo, aprile, maggio egiugno e si concluderanno con la grande manife-stazione Nazionale a Lignano Sabbiadoro. l

QUI UMBRIA

LA PORTA SOLE CHIUDE IL 2009 CONUN TITOLO ITALIANO ESORDIENTI

L’Asd Porta Sole ha concluso la sua attività cultu-rale e sportiva annuale il 12 dicembre con la rap-presentazione di sport-teatro Velt l’Etrusco e lapartecipazione al Gran premio Giovanissimi. Duei canali attraverso i quali l’Associazione ha svoltola sua attività: agonismo, con gare di lotta olimpi-ca nazionali e interregionali, e teatro-sport, con

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A PERUGIA CON LO CSAINL'ATLETICA HA FATTO SCUOLA

Grazie al Comitato provinciale CSAIN di Perugiae alla disponibilità di molti dirigenti scolastici,l'atletica leggera sta trovando sempre più spaziotra gli alunni del capoluogo umbro. A metà ottobrel’IPSIA “Cavour-Marconi” di Perugia ha dato l’op-portunità agli studenti delle classi prime di cono-scere la disciplina regina degli sport. Sulla pista esulle pedane dello stadio di Santa Giuliana gli stu-denti si sono misurati con la velocità, il salto inlungo e il getto del peso. L’istituto superiore peru-gino, con le sue sedi di Piscille e Olmo, grazieanche alla sensibilità del Dirigente ScolasticoProf. Elio Boriosi e alla passione dei Docenti diEd. Fisica, Proff. Rita Guerri, Antonella Piccotti,Claudio Renga, Luciana Taverna, per il secondoanno consecutivo ha aderito al programma delComitato Provinciale CSAIN finalizzato alla pro-

mozione sul territorio delleattività sportive, culturali,ricreative e del tempo libero,tramite accordo di collabo-razione tra Istituzione scola-stica ed Ente di promozionesportiva; il ComitatoProvinciale CSAIN sostienele iniziative attraverso lamessa a disposizione distrutture tecnico-operative eorganizzative. Referenteper lo CSAIN il PresidenteProvinciale RaffaelloGermini, il Presidentedell’Atletica CSAIN PerugiaPatrizia Tesei, e ilResponsabile TecniciMoreno Bottausci con la

collaborazione tecnica di Stefania Concetti. A fine settembre già gli studenti più giovani delLiceo Scientifico “Galilei” di Perugia si erano ritro-vati in pista per conoscere la disciplina sportivaper eccellenza, grazie al progetto “Test motori”elaborato dai Docenti di Ed. Fisica del liceo peru-gino, rientrante nel programma di accoglienzadella scuola. Centinaia di studenti delle primeavevano partecipato alle gare sulle pedana esulla pista del Santa Giuliana. Il DirigenteScolastico, Prof.ssa Cicoletti Gianfranca, avevapremiato i primi tre classificati di ogni specialità.Impeccabile era stata la gestione della manifesta-zione, coordinata dai docenti di EducazioneFisica, professori Antonielli Franco, BiagiottiPerla, Bottausci Moreno, Brunelli Serena,Pannacci Lucio, dai Tutor della classi quarte,affiancati dai Tecnici dell’Atletica CSAIN Perugiache hanno curato soprattutto la parte organizza-tiva. Infine giovedì 26 novembre, presso le areeverdi di Pian di Massiano si è svolta la fase diIstituto di corsa campestre del Liceo Scientifico“Galilei” e dell’IPSIA “Cavour-Marconi”. Un centi-naio gli studenti maschi e femmine che hannopreso parte alla prova, classica in questo periododell’anno scolastico; gli allievi “più in forma” sisono guadagnati l’accesso alla fase provincialedei Giochi Sportivi Studenteschi e il compito dirappresentare l’istituzione scolastica di apparte-nenza. l

L’umbro Francesco Garzi, nuovo campione italiano esordienti di lotta

Un gruppo che ha partecipato alle gare di atletica

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QUI LAZIO

PER GLI IMPRENDITORI DEL FITNESSWORKSHOP TARGATO CSAIN-HELPY

Più di sessanta persone erano presenti nelle saledell’Holiday Inn per uno dei primi incontri cheCSAIN Lazio e Helpy Services intendono pro-muovere anche nel 2010 a Roma e in tutta laregione per il settore sportivo. Obiettivo dell’ini-ziativa è stato quello di coinvolgere l’imprenditoriadel fitness in un percorso di formazione e di con-fronto aperto con alcune delle più grandi realtàoperanti per l'ambito sportivo, dai servizi d'infor-matica e di sviluppo di software, fino agli aspetti disicurezza degli impianti, passando attraversoesempi d'innovazione, incentivo e promozioneofferti alle società sportive. Il ricco e articolato pro-gramma dei lavori ha visto alcune importanti rela-zioni. Dopo i saluti introduttivi di Roberto DiGiacomo della Helpy Services, Marcello Pace,presidente dello CSAIN Lazio, ha illustrato le atti-vità d'intervento e di supporto alle imprese sporti-ve offerte in diversi ambiti dall’ente di promozione.Con la finalità di accrescere i servizi a favore delleaziende stesse, è nata la collaborazione con laHelpy Services e le altre aziende coinvolte neilavori del workshop. E’ quindi intervenuto Alessandro Marmigi dellaElettra Services&Consulting che ha descritto conprecisione l’attuale normativa in materia di sicu-rezza sul lavoro applicata al settore sportivo.L’interesse di tutti i partecipanti si è focalizzatosugli esempi e sulle pratiche concrete, utili perchiarire un concetto, quello della sicurezza, chemolte volte rimane troppo legato alle fredde termi-nologie della legge. Maurizio Perazzolo, impren-ditore a capo di due impianti a Roma, ha comple-tato le relazioni sul tema, illustrando l’utilizzo deidefribillatori, strumenti salva vita ancora oggiscarsamente diffusi nel settore e che forse dalprossimo anno dovrebbero divenire obbligatori intutti i luoghi in cui è svolta attività sportiva.L’intervento dell’ing. Ivano Luison, presidentedella Inforyou con la sua vivacità e chiarezzaespositiva ha ulteriormente coinvolto i presenti,mostrando alcune diapositive di presentazionesulle caratteristiche innovative degli impianti spor-tivi e benessere in Italia. Dopo una rapida presen-tazione aziendale il relatore è sceso nel dettagliodelle problematiche che quotidianamente vivono igestori delle aziende sportive. L’organizzazione

amministrativa, le scadenze degli abbonamenti,la presenza in vasca, le prenotazioni, le rate e ipagamenti, i certificati medici, le ricevute e lericerche personalizzate multilivello, rappresenta-no procedure quotidiane che oggi è più semplicegestire grazie a Gymnasium System, il sistemaproposto dalla Inforyou. Con l’esperienza matura-ta nel settore, fin dal 1997, il programma è oggi ilpiù utilizzato in Italia per la gestione e il controlloaccessi dell’azienda sportiva. Si è infine illustratorapidamente il funzionamento del programma,mostrandone la semplicità d’uso. Quest’ultimarelazione è stata svolta in collaborazione traInforyou e Helpy Services, in virtù della partner-ship realizzata dalle due imprese per la distribu-zione del programma e un'efficace assistenzatecnica. Ampio spazio è stato poi dedicato allacollaborazione con la Technogym, di cui laInforyou è preferred vendor: gli imprenditori chehanno Gymnasium System di Inforyou e WellnessSystem di Technogym possono oggi usufruire diun sistema integrato unico in Italia, dalla sbarradel parcheggio fino alla sala attrezzi, passandoper i varchi, bar, vending machine, serrature perarmadietti, automazioni per docce e phon.Daniele Neri, responsabile di Wellness System,ha illustrato le potenzialità di analisi dei dati gra-zie ad una nuovissima Dashboard che illustra consintesi e rapidità di lettura i dati importanti del cen-tro sportivo. Dall’analisi del tipo di attività che ilcliente fa sulle macchine della Technogym, finoall’interrogazione dei dati economici e di frequen-za tramite l’integrazione con Gymnasium Systemdi Inforyou. La giornata si è conclusa con l’invito atutti ai prossimi eventi, in modo tale da realizzareun ambizioso percorso formativo e culturale perun settore, quello sportivo e del benessere che,visti i dati, non ha avuto nessun rallentamentoanche in un momento difficile per l’economia. l

IL "NATALE DI SPORT" A ROMA,UNA FESTA NELLA FESTA

Organizzato dal Comitato Provinciale CSAINRoma, con il patrocinio del Comune di Roma(Ufficio Extradipartimentale Politiche per la pro-mozione e lo sviluppo dello Sport) si è svolto, nelmese di dicembre, il tradizionale evento “UnNatale di Sport”, giunto quest’anno alla XX edizio-ne, che ha avuto come tema lo sport per una cul-tura interetnica. Come nelle precedenti edizionic’è stato un momento centrale il 20 dicembrepresso la nuova e funzionale struttura del

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Paladifiore (via dei Pescatori, 71 Roma) e altregiornate di eventi in diverse zone della Capitale.Nella giornata del 20 dicembre, davanti ad unpubblico numeroso e caloroso, nonostante latemperatura vicina allo zero, si sono alternate lesocietà dello CSAIN Roma con esibizioni di gin-nastica artistica, ritmica, balli di gruppo, percorsiludico-motori, originalissime coreografie ispirateal Natale e con una gradita esibizione di danzadel ventre. La giornata è iniziata con il tradiziona-le girotondo dei bambini sulle note di HappyChristmas di J. Lennon e si è conclusa con lacoreografia dei ginnasti dell’ASD Astrolabio2000che hanno interpretato in modo originale la can-zone Jai Ho. Nel corso dell’evento sono statiassegnati dalla giuria tecnica diversi premi spe-ciali: per la coreografia più originale, per il gruppopiù simpatico, per quello più numeroso. Il tutto siè svolto in un clima reso ancor più festoso dal-l’aria natalizia che si respirava in giro per Roma.Presenti all’evento del 20 oltre al presidente delloCSAIN Roma Francesco Ferlito anche due gradi-tissimi “amici”, nonché persone di sport, comeMarco Mauri e Orlando Galimberti. Oltre all’even-to del Paladifiore, si sono svolte le gare di nuotoorganizzate, presso la piscina di via G. Messina,dall’ASD Olimpia 1 cui hanno preso parte 130nuotatori, i tornei di calcio a 5 che hanno avutocome protagonisti i giovani e giovanissimidell’ASD San Giuseppe Artigiano e i tornei diMinivolley e Volley organizzati in collaborazionecon l’ASD Astrolabio2000 cui hanno preso partetante piccole promesse del volley accanto a giàaffermate atlete. Un ringraziamento e, natural-mente un augurio di un 2010 ricco di soddisfazio-ni sportive e non solo va a tutte le società e a tutto

Un gruppo di giovani ginnaste che ha partecipato al “Natale di sport” a Roma

il personale dello CSAIN Roma che, con l’impe-gno e la professionalità ha contribuito alla riuscitadel Natale di Sport. Arrivederci a tutti nell’edizionedel 2010. l

QUI SICILIA

A CATANIA LA COPPA DI NATALESI CELEBRA CON IL WUSHU

La convenzione firmata a novembre tra lo CSAINe la FIWuK ha trovato un suo primo momentoagonistico grazie alla Coppa di Natale CSAINWushu Moderno svoltasi a Catania. Un centina-io di ragazzi e bambini di diverse associazioniCSAIN della provincia di Catania si sono datiappuntamento al palazzetto di Viagrande per lafesta associativa e per la gara, prima tappa regio-nale. A partecipare non solo gli atleti, ma anche ilnumeroso pubblico che ha seguito e applaudito leprestazioni dei propri beniamini. Clima di amiciziafra i tecnici, giudici e dirigenti che nell’occasionesi sono scambiati gli auguri per le festività.Apprezzata, ovviamente, la presenza alla manife-stazione di Luigi Fortuna, presidente CSAIN e diEttore Barbagallo, presidente FIWuK Nazionale eassessore comunale di Viagrande, oltre che diNello Mauro, responsabile nazionale WushuCSAIN e di Francesco Spampinato dellaCommissione Nazionale Ufficiali di Gara FIWuK.Il Direttore di gara è stato il M° Carmelo Scalettacoaudivato da Giovanni Nicoloso, presidente digiuria, e dagli arbitri Lorenzo Riela, Giacomo

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Francesco Spampinato premia dei giovani partecipanti

Uno spettacolare momento degli World Olympus Games

Scaffazzillo, Aldo Fiumefreddo, MatteoGuglielmino e Antonino Greco. Tra gli atleti pre-miato come il migliore Jonathan Barlotta delTraining Club di Misterbianco, società che si èanche aggiudicata la classifica per club davantiallo Sporting S. Paolo (Gravina), il Master e laFitness World (Acireale). l

AGLI WORLD OLYMPUS GAMES PROTAGONISTA LA GOLDEN DRAGON

A fine novembre il palazzetto dello sport diPetrosino (Trapani) ha ospitato i World OlympusGames di Arti marziali e sport da ring. Oltre tre-cento gli atleti presenti, provenienti da ben undicinazioni: Malta, Nepal, Spagna, Svizzera, Francia,Grecia, Ungheria, Germania, Belgio, Inghilterra e,ovviamente, Italia. I World Olympus Games 2009sono stati organizzati dal prof. Gino Vitrano, pre-sidente di Womaa Italia, in collaborazione con loCSAIN e la Lylibetana Boxe di Marsala. La mani-festazione ha avuto il patrocinio della RegioneSiciliana, della Provincia di Trapani, della Città diMarsala e del Comune di Petrosino, il cuiSindaco, dott. Biagio Valenti, oltre a portare ilsaluto dell'ospitale cittadina ha eseguito le 117premiazioni dei nuovi Campioni dei WorldOlympus Games 2009. Al Gala di apertura c'èstato anche l'intervento di benvenuto da parte delpresidente CSAIN Luigi Fortuna. Era presenteanche Raffaele Marcoccio, presidente delComitato Provinciale CSAIN Catania. Graditi ospiti dell'evento sono stati campioni

Internazionali come Miguel Angel Ramirez,Antony De Sabato, Bejit Pandhit, Alan Borg,Jorgos Karavidas, Simone Maniscalco e molti altriche hanno eseguito delle dimostrazioni di eccel-lente bellezza tecnica e artistica.Lo CSAIN, rappresentato dall'Asd Golden DragonFurnari di Messina, diretta dal M° AntoninoCalabrese, ha ottenuto significativi vittorie e piaz-zamenti, qui riassunti.Domenico Calabrese (1° Forme tradizionali cine-si 12-16 anni; 2° Kata con armi, 12-17 anni; 2°Creative self defence 13-17 anni); Alex Calabrese(1° Kata giapponese con armi, fino a 12 anni; 2°Gran Champion Kata / Forme Junior fino a 16anni; 3° Creative Self Defence, fino a 12 anni);Alessandro Ciminata (1° Kata con armi 12-17anni; 3° Forme tradizionali cinesi 12-16 anni);Antonino Calabrese (1° Kata con armi over 40, 1°tecniche di rottura-creativi); Ivan Conti (1° Formecinesi 17-40 anni; 3° Kata con armi 18-40 anni);Giacomo Bertino (2° Forme tradizionali cinesi 12-16 anni; 3° Kata con armi 12-17 anni); SamuelCalabrese (2° Kata giapponese con armi fino 12anni; 2° Kata forme tradizionali interstyle sotto 12anni; 2° Creative self defence 13-17 anni);Emanuele Calabrese (2° Kata con armi 18-40anni; 2° Forme creative musicali 18-40 anni; 2 °Gran champion Kata forme senior, over 17);Giuseppe Perdichizzi (2° Forme cinesi 17-40anni; 3° Kata con armi 18-40 anni); AlessandroSottile (3° Forme tradizionali cinesi 12-16 anni);Josè Calabrese (3° Kata giapponese con armifino 12 anni; 3° Creative self defence fino a 12anni); Salvatore Calabrese (3° Kata con armi 12-17 anni; 3° Forme cinesi 17-40 anni); LidiaAdragna (3° Kata con armi 18-40 anni). l

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VALLE D’AOSTAtel. e fax 0165.1825170 [email protected]: Ruggiero MichielettoPIEMONTEcell. 335/8099671 fax 015/[email protected]: Pierfranco GilardinoLOMBARDIAcell. [email protected] Vitale MontiTRENTINO ALTO ADIGE(tel. e fax 0461/983894)Presidente: Paolo MontresorVENETOtel. 045/7153017 [email protected]: Eugenio FerrariFRIULI VENEZIA GIULIAtel. 0432/851560 [email protected]: Nevio CiprianiLIGURIAtel. e fax 010/317751,[email protected]: Sergio Corradi

EMILIA ROMAGNAtel.e fax 051.802710 338.8966679email: [email protected]: Franco VignoliTOSCANAtel. 0586.807646 fax 0586.229274 cell. 329.9889628 email: [email protected]: Gianfranco RaugeiUMBRIAtel. 075/5004591 fax 075/[email protected]: Raffaello GerminiMARCHEtel. 071.7590610 tel.e fax 071.7592005cell. 329.3817007Presidente: Antonio RomagnoliLAZIOtel.fax [email protected] Marcello PaceABRUZZOtel. e fax 0863/509346Presidente: Sante Volpe

MOLISEtel. e fax 0865/955159Presidente: Carlo De LisiCAMPANIAtel. 089/[email protected]: Gerardo Dino TorrePUGLIAtel. 080/5503679fax 080/5503603Presidente: Sergio SannipoliBASILICATAtel. e fax 0975/383186Presidente: Giuseppe PascaleCALABRIAtel. 0981/56103Presidente: Antonio FaillaceSICILIATel. 095.397040 fax [email protected]: Luigi FortunaSARDEGNAtel. 070-4818839 fax 070/41492 cell. 339-3668898Presidente: Giorgio Sanna

PRESIDENTI ONORARI

Fiorenzo MAGNIAntonio MAURIEugenio KORWIN

PRESIDENTE

Luigi FORTUNA

VICE PRESIDENTE

Franco CACELLI *Biagio SACCOCCIO *

CONSIGLIERI

Gabriele MARTINUZZILivio BORRELLILuigi CAVALIERE *Antonio CELONA*Nevio CIPRIANISergio CORRADIGiovanni DESSI' *Rosario FATUZZO *Eugenio FERRARIRaffaello GERMINIEnea GOLDONIPiercarlo IACOPINI *Maurizio NEGROFabrizio SCARAMUZZI Cristiana TORRE *

RESP. NAZIONALE SPORT

Salvatore SCARANTINO

COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

Roberto SELCI (presidente)

Domenico CORSINI (effettivo)Salvatore SPINELLA (effettivo)Tiziano DANIELI (supplente)Anna Laura LAURETTI (supplente)

* = membro di giunta

il consiglio nazionale

i comitati regionali

I COM

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NALI

L’ ORGANIGRAMMA

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ATLETICA LEGGERAGiovanni Di Nucci [email protected] SOCCERPaola Di Martino 06.5903526BOCCE ALLA VENETAEnea Goldoni 329-290372CALCIO A 5Pierluigi D’Incà 330-537609 [email protected] CALCIO A 11Pierfranco Gilardino335-8099671 [email protected] Saccoccio [email protected] (PROMOZIONE) Vincenzo Silluzio [email protected] ABILICarlo De Nicola [email protected] Caserta [email protected]

GINNASTICA ARTISTICAGiulia Ciaccia [email protected] AEROBICAItalia Bianchi [email protected] KARATEMauro Mion [email protected] Tamburo [email protected] JITSUCosimo Costa [email protected] LOTTAM.Cristina Cirillo [email protected] NUOTO/PALLANUOTOGiancarlo Toppi [email protected] PALLACANESTROMaurizio Vortici [email protected]

PALLAVOLOMassimo Scibetta [email protected] PESCAEugenio Ferrari [email protected] Macchi [email protected] Iacopini [email protected] EQUESTRIMassimo Garavini 340-3771660TAEKWONDOVitale Monti [email protected] AL PIATTELLOGiuseppe Curatolo 339.3722870WUSHUSebastiano Mauro [email protected]

ALFA Accordo Libero Federativo tra Associazioni Via Giardino, 8 - 30175 VeneziaPresidente: Carlo Tosetti (333.4156851) tel. fax 041-5344209 [email protected]

ANFE Associazione Nazionale Federativa Circoli Via Verga, 3 - 58100 Grosseto Presidente: Gabriele Martinuzzi tel. 348-8805237 fax 0572-901660

ARBAV Associazione Regionale Bocce alla Veneta c/o Maniero Giorgio (segr. gen.) Via Brentasecca, 52 - 35020 Saonara PD tel. fax 049-644060 Presidente: Enea Goldoni

CIAS Centro Intern. Amici della Scuola Via dei Coronari, 181 - 00186 Roma tel. fax 06-68309516 e-mail:[email protected],sito: www.ciasonline.it Presidente: Edmondo Coccia Segretario Generale: Pina Gentili

ENALCACCIA P.T. Enalcaccia Pesca e Tiro Via La Spezia, 35 - 00182 Roma tel. 06-77201467-68-69 fax 06-77201456Presidente: Lamberto Cardia. Segretario Generale: Giuseppe Tarullo e-mail: [email protected]

FABI Federazione Autonoma Birillistica Italiana Via Generale Pennella, 12 - 31100 Trevisotel. fax 0422-304200 336-422003 ab. 0422-451870 Presidente: Giuliano Fantin

FDTI Italia - Federazione Dilettantistica Taekwondo Italia Via XX Settembre 4/6 21013 Gallarate (VA) Te. 0331-245850 fax 0331-708517 Presidente Vitale Monti [email protected]

FIAS Federazione Italiana Attività Subacquee Viale Andrea Doria, 8 - 20124 Milano Tel. 02.6705005 340-9305274 Fax 02.67077302 e mail: [email protected] Presidente: Bruno Galli

FIGF Federazione Italiana Gioco Freccette Via Generale Pennella,12 - 31100 Treviso [email protected], [email protected] www.FIGF_ITALIA.IT tel. fax 0422-307209 Presidente: Luciano Caserta Segretario: Maurizio Vitari

FITA Federazione Italiana Teatro Amatori Via di Villa Patrizi, 10 - 00161 Roma tel. fax 06-44235178 Presidente: Carmelo Pace. Segretario Generale: Giovanni D’Aliesio (tel. 019-821950) [email protected] - [email protected]

FITD (sezione di promozione) Tecnici di danza sportiva. Walter Santinelli, via Gregorio XIII, 153, 00167 Roma. Tel e fax 06-66012962

UDACE-CSAIN Unione degli Amatori del Ciclismo Europeo Via G. Govone, 100 - 20131 Milano tel. 02.33611591 fax 02.34531458Presidente: Franco Barberis, via degli Zuavi, 28 - 13100 Vercelli ([email protected]). Segretario nazionale: Giovanni Stagni [email protected]

UFI Unione Folclorica Italiana Piazza Duomo Palazzo Bassi - 33081 Aviano PN [email protected] Presidente: Maurizio Negro tel. fax 0481.391078/329.4196789 [email protected] Segretario: Luciano Romano Via Pal Piccolo, 22 - 33029 Villasantina UD tel. fax 0433.759004 [email protected]

coordinatori di sezione

le sezioni specialistiche

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Com'era stato già annunciato e come si puòvedere in dettaglio dal programma sotto elencato,Riccione sarà l’epicentro di gran parte dell’attivitàtecnica nazionale. Nella città romagnola, per tutto ilperiodo in cui si svolgerà l'attività sportiva vera epropria, ogni sera, con inizio alle 21,30 sul palcosce-nico del lungomare il mondo CSAIN, con tutte le sueassociazioni, sarà protagonista di spettacoli chevanno dal teatro, agli sbandieratori, ai gruppi folclo-rici con le loro rappresentazioni popolari, alla danzanelle sue varie forme, più altri momenti culturali.Insomma per molti giorni Riccione sarà CSAIN, maa questo proposito ci sarà tempo per definire e divul-gare i dettagli.1) Lo CSAIN e gli sport promozionali - “ ProgettoScuola”, Marzo-GiugnoManifestazione ludico, ricreativa, socializzante e for-mativa, riservata ai giovani, anche diversamenteabili M/F, realizzata in contemporanea in tutte leRegioni d’Italia e, come Progetto Scuola, in Sicilia,Lazio, Campania, Lombardia e Puglia.Manifestazione Nazionale Giovanile M/F di canoaolimpica-velocitàTrofeo Nazionale CSAIN di marcia non competitivaM/FManifestazione nazionale di sci giovanile M/FCriterium Nazionale di scherma giovanile M/FCampionato italiano cicloturistico amatoriale giova-nile (sede e data da stabilirsi)Pescando con i giovani su tutte le acque d’Italia M/FCircuito interregionale di corsa campestre2) Il grande mondo delle Arti Marziali, Riccione,4-5-6 Giugno, 22ª EdizioneManifestazione nazionale riservata a tutte le discipli-ne delle Arti Marziali giovanili M/FJudo, Ju-jitsu, Karate, Wushu Kung-Fu, Kik Boxing,Taek Wondo.3) La ginnastica artistica e l’atletica, Riccione, 4-5-6 GiugnoManifestazione nazionale riservata alle seguentidiscipline sportive: 15° Manifestazione Nazionale di ginnastica artistica-giovanile M/F42° Juvenind di Atletica leggera giovanile su pistaM/F3° Memorial “Alfredo Berra”

4) Gli sport in palestra, in piscina e sulla sabbia,Riccione, 4-5-6 GiugnoManifestazione nazionale riservata alle seguentidiscipline sportive:18° Juvenind di Pallavolo giovanile M/F16° Juvenind di Pallacanestro giovanile M/F28° Juvenind di Nuoto giovanile M/F4° Manifestazione Nazionale di Beach Volley giova-nile M/F5) Il calcio sui campi e sulla sabbia, Riccione, 11-12-13 Giugno 11ª Edizione nazionale calcio aziendale a 11 M4ª Edizione nazionale calcio over 40 M 7ª Edizione nazionale calcio giovanile a 5 M4ª Edizione nazionale calcio a 5 F2ª Edizione nazionale calcio beach soccer giovanilemisto6) La ginnastica aerobica e la danza, Riccione,11-12-13 Giugno12° Criterium nazionale giovanile di GinnasticaAerobica M/F6° Criterium nazionale giovanile Danza Sportiva7) 30ª Edizione "Lo sport per la vita", sport esolidarietà sociale M/F, Luglio-OttobreManifestazione riservata a tutti i tesserati CSAIN,anche diversamente abili, realizzata in contempora-nea i tutte le Regioni, concernente l'organizzazionedi eventi sportivi riservati ai giovani under 16 M/F ditutte le discipline sportive praticate dallo CSAIN.8) 19° "Natale di Sport " - Circuito NazionaleGiovanile M/F Multidisciplinare, Novembre-DicembreOrganizzata in contemporanea su tutto il territorionazionale, a cura dei Comitati Regionali eProvinciali CSAIN. Eventi sportivi delle singolepeculiari discipline praticate sul territorio CSAIN,riservata ai giovani, anche diversamente abili.

PROGETTI FORMATIVI 1) Riccione, 4-5-6 giugno, Corso di formazioneper tecnici e arbitri Discipline interessate: Pallavolo, Pallacanestro,Ginnastica Artistica, Nuoto, Arti Marziali e AtleticaLeggera.Presentazione, informazione e applicazione delCorso di primo soccorso verso infartuati, con l’utiliz-zo di defibrillatore, a cura della FederazioneCardiologica d’Italia. 2) Riccione, 11-12-13 giugno, Corso di formazio-ne per tecnici e arbitriDiscipline interessate: Calcio, Ginnastica Aerobica,Danza Sportiva, Tennis e Scherma.Presentazione, informazione e applicazione delCorso di primo soccorso verso infartuati, con l’utiliz-zo di defibrillatore, a cura della FederazioneCardiologica d’Italia.

ATTIVITA' COLLATERALIRiccione, 4-5-6 giugno, Torneo nazionale diBurraco M/F, Riccione, 11-12-13 giugno, Torneo nazionale discacchi M/F

A GIUGNO TUTTI A RICCIONE

Il 2010dello C S A I N

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