I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

128
3

description

E' pronto il numero autunnale: il mondo del vino racconta una vendemmia eccezionale, che si farà ricordare a lungo per la sua qualità. Buona lettura! Buona lettura!

Transcript of I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

Page 1: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

3

Page 2: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

4

VILLA VIGNAMAGGIO PAG. 55

ARUNDA PAG. 37

AZIENDA AGRICOLA COTTINI MARCO PAG. 58

FATTORIA EOLIA PAG. 60

IL DRAGO E LA FORNACE BY ARKILINE SNC PAG. 51

AZIENDA AGRICOLA BELLORA TOMMASO PAG. 57

AZIENDA AGRICOLA ROENO DI FUGATTI R. & C. PAG. 59

VINICOLTURA LE RUGHE PAG. 61

Alto Adige ToscanaVeneto

Veneto

Page 3: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

5

VILLA VIGNAMAGGIO PAG. 55

VECCHIA CANTINA DI MONTEPULCIANO PAG. 48

AZIENDA VITIVINICOLA CARLO POLITOPAG. 41

FATTORIA DI SAN QUINTINO PAG. 53

CANTINA DI SANTADI PAG. 45

IL DRAGO E LA FORNACE BY ARKILINE SNC PAG. 51

AZIENDA AGRICOLA POMARIO PAG. 32

CASTELLO DI LUZZANO PAG. 43

CANTINA DI VENOSA SCARL PAG. 39

Basilicata SardegnaToscana

CampaniaLombardiaUmbria

Page 4: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

6 Tel. 0423 913300 www.scotton.it [email protected]

pagina grandi vini SCOTTON 2015.indd 1 07/05/15 14:30

Page 5: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

7

&LEVULIA ESPERIDELEVULIA ESPERIDE

ENDOZYM THIOLENDOZYM THIOL

La perfetta sinergia

per esaltarei tioli. . . . .

AEB spa - Via V. Arici 104 S. Polo - 25134 Brescia - Italia - Tel + 39 030 23071 - fax + 39 030 2307281 - www.aeb-group.com - [email protected]

Page 6: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

8

EditoreCluster Editori

Registrazione Tribunale di Grosseto n° 9 del 02/11/2005

Direzione e RedazioneStrada Massetana Romana 58/b - 53100 Siena (Italia)

Tel. 057745561 Fax 0577270774 - [email protected]

Direttore ResponsabileGiovanni Pellicci

Direttore EditorialeFabrizio Barbagli

Traduzioni a cura diMariavera Speciale

Hanno collaborato a questo numeroStefania Abbattista, Barbara Amoroso, Elisa Berti, Lorenzo Bianciardi, Nicola Biasi, Pamela Bralia, Alberto Brilli, Francesca Capizzi, Claudia Cataldo, Marina Ciancaglini, Irene Graziotto, Antonio Iacona, Chiara Martinelli, Orazio Pellegrino, Chiara Quartararo, Alessandro Righi, Beatrice Silocchi, Consuelo Trifoni

Art DirectorLinda Frosini

StampaPetruzzi – Via Venturelli, 7

Città di Castello (PG)

Concessionaria PubblicitàCluster Editori

Strada Massetana Romana 58/b 53100 Siena (Italia)

Tel. 0577 45561 – Fax 0577 [email protected]

AccountStefania Abbattista - [email protected]

Elisa Berti - [email protected] Dami - [email protected]

Francesca Droghini – [email protected] Martinelli - [email protected]

Manuela Orsini - [email protected] Pazzagli - [email protected]

Giulia Spolidoro - [email protected]

Anno XI • Numero 86 • Settembre/Ottobre 2015www.igrandivini.com

In copertina Annabella Pascale e Francesco Olmo, Amministratori Delegati della Artimino Spa

Foto di Linda Frosini

Associato a: Aderente al Sistema Confindustriale

DIVERTITI CON I COLORIL’introduzione di tappi in vetro personalizzabili.

La chiusura più elegante del mondo è diventata anche la più creativa. Le nuove opzioni di design permettono di creare la chiusura unica come il vostro prodotto. Per saperne di più visitare www.vinolok.cz/design

Vinolok-GrandiVini-2015-147x280.indd 1 03.09.15 11:05

Page 7: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

9

Sarà un autunno caldo an-che per l’Italia del vino? Gli anni ‘70 sono finiti da un pezzo (anche se i nostal-

gici sono sempre dietro l’angolo), il governo Renzi, nonostante qualche turbolenza interna al suo stesso partito, viaggia spedito a colpi di riforme ma la sensazione è che la filiera del vino abbia diversi temi delicati da gestire. Per evitare di passare da gufi e da giornalisti che riportano solo noti-zie negative, diciamo subito che un Ministro delle Politiche Agrico-le così attivo, consapevole dei temi della filiera e delle urgenze, l’Italia non lo aveva da un bel po’. Questo va detto non tanto per piaggeria nei confronti di Maurizio Martina (a cui magari potrebbe essere criticata la scelta politica di dare vita all’enne-sima corrente dal nome non ricor-dabile, ma questa è un’altra storia), ma perché è oggettivamente così. Non ci possiamo, infatti, dimentica-re il balletto del passato, con un mi-nistro all’anno come se le Politiche Agricole fossero una depandance.A scaldare un po’ c’è la polemica sulla gestione dei fondi Ocm da parte delle regioni. A questo si ag-giungono le critiche del Movimento Turismo del Vino sui contenuti del portale che dovrebbe rilanciare il sistema turistico italiano e quindi l’annuncio-spot sul taglio di Imu e Irap agricole. Non finisce qua, perché nei pros-simi mesi ci sarà anche da capire l’esito del faticoso percorso parla-mentare del Testo unico della vite e del vino (è atteso in Commissione Agricoltura a novembre) e l’altro in-gorgo normativo che potrebbe cre-arsi visti i tanti tra decreti e disegni di legge in lista d’attesa. Insomma, tanta roba al fuoco e non basterà an-dare avanti con proclami sull’export

per placare i malumori.In questo scenario, diremo final-mente, c’è un’azione compatta che ha portato ad un intervento di sistema da parte dei protagonisti della filiera del vino. Praticamente tutti, dopo l’assist fornito dall’Istitu-to Grandi Marchi e Italia del Vino Consorzio, si sono rivolti al Mipaaf per sbloccare quell’empasse in cui ristagnano le risorse del fondo Ocm di gestione regionale. Confagricol-tura, Federvini, Unione Italiana Vini, Federdoc, Assoenologi, Cia e altre realtà cooperative si sono rivolte insieme al Ministero per sol-lecitare le criticità in atto. Si perché sono in ballo risorse fondamentali per sostenere la quota export che il Governo – lo ricordiamo – punta a far lievitare a cifre mai raggiunte finora entro il 2020. “Saremo pure una superpotenza del vino nel mondo ma purtroppo sulla gestione dei fondi comunitari legati alla promozione del nostro made in Italy enologico stiamo facendo una magra figura”. E’ questa la sin-tesi dell’atto d’accusa avanzato da Istituto Grandi Marchi e Italia del Vino Consorzio che ha smosso le acque nella filiera del vino. I nodi sono gli otto mesi di ritardo ri-spetto ai Paesi competitor nella pubblicazione delle graduatorie e il taglio del 50 per cento, previsto dal Mipaaf, sui finanziamenti per progetti multiregionali già appro-vati. La madre del problema sta in quelle regioni che, invece di stilare una graduatoria, hanno distribui-to finanziamenti con il metodo, un tantino democristiano, a pioggia e quindi esaurendo i fondi. Di conse-guenza il Ministero ha optato per il taglio di cui sopra, non valorizzan-do decine di progetti importanti. E invece i dati, per quanto positivi, evidenziano come non ci possiamo

assolutamente cullare troppo sugli allori.Negli Usa continuiamo ad andare molto bene (1,27 milioni di ettolitri per 682 milioni di dollari esportati nei primi sei mesi del 2015-) ma come afferma su queste pagine Lu-cio Caputo, storica guida dell’Ita-lian Wine&Food Institute, “ci sono troppe cose inutili, servono fondi pubblici per una campagna pro-mozionale per difendere dalla con-correnza la leadership dell’Italia”. Più in generale il primo semestre dell’anno è stato più che positivo per le esportazioni del vino made in Italy: il recupero registrato nei mesi di marzo, aprile e giugno è stato forte, dopo un inizio d’anno faticoso. Secondo i dati Istat al giro di boa i nostri vini hanno registrato un confortante +6,5 per cento (per 2,52 miliardi di euro in valore), così come la Francia e un po’ meglio della Spagna, ovvero i nostri prin-cipali avversari. A tirare il gruppo sono ancora gli spumanti, con una quota di 406 milioni di euro e il +23,5 per cento in più sul 2014. La Francia, però, non molla di un centimetro: 3,5 miliardi di euro di fatturato nello stesso periodo, con una crescita del 7 per cento. Ecco quindi che, viste le penurie di altre risorse statali da destinare alla promozione (una regione come la Toscana taglierà di brutto i finan-ziamenti ai Consorzi del vino nel 2016), i soldi in arrivo con la Ocm è fondamentale gestirli in modo efficace e senza troppe perdite di tempo. L’auspicio che la via del cambia-mento e della ripresa contempli an-che questo fondamentale segmento. Intanto godiamoci una vendemmia con punte di eccellenza che diffon-de ottimismo! Buon vino!•

EDITORIALE

Il pasticcio dei fondi Ocm nell’autunno del vino

Giovanni PellicciDirettore Responsabile

ED

ITO

RIA

LE

Page 8: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

10 www.palletways.com

Il Network espresso per merce pallettizzata

Copyright Palletways Europe GmbH

Trova il tuo Concessionario di zona su

EXPO

Delivery

LL

Co

mm

un

icat

ionBello!

Con la stessa cura con cui lo produci, noi lo consegniamo.With the same care that you produce it, we deliver it.

Wir liefern mit derselben Sorgfalt, mit der Sie produzieren.

Velocità, affidabilità e sicurezza sempre al tuo fianco per il trasporto ed il rifornimento dei tuoi prodotti. Con il suo Hub strategico di Milano ed i magazzini delle 7 Concessioni in area, Palletways, il primo Network specializzato nel trasporto espresso di merce su pallet, è il partner ideale per assicurarti consegne ancora più veloci e rifornimenti costanti per tutta la durata dell’EXPO Milano 2015.

Per maggiori informazioni consultare il sito www.palletways.com

5 L’EDITORIALE

8 ULTIME DAL MONDO DEL VINO

12 FACCIA @ FACCIA CON…LUCIO CAPUTO

14 LA POLITICA NEL VINO

16 THE WINE TROTTER • INGHILTERRA

18 L’INCHIESTA • TOTO-VENDEMMIA

22 AROUND FOOD

24 A MENFI, IL VINO DEL SORRISO

26 CHEF • DAMIANO DONATI

28 COVER STORY • UNO SGUARDO VERSO IL FUTURO DI ARTIMINO

32 POMARIO: UN CASALE IN UMBRIA E UNA VECCHIA VIGNA

35 QUEL PARADISO GASTRONOMICO CHIAMATO SICILIA

36 ALTO ADIGE, UN’OTTIMA ANNATA

37 ARUNDA, LE BOLLICINE ALTE D’EUROPA

38 BASILICATA: DALLA RICERCA, UN NUOVO FUTURO

39 CARATO VENUSIO, VINO PREZIOSO ED ECOSOSTENIBILE

40 CAMPANIA, LA FORZA DELL’AUTOCTONO

41 IL “CORSARO”, L’AGLIANICO IN PUREZZA DI POLITO

42 IN LOMBARDIA NASCE ISA MILAN

43 INTERVISTA CON GIOVANNELLA FUGAZZA, CASTELLO DI LUZZANO

44 SARDEGNA, NON SOLO CANNONAU E VERMENTINO

45 CANTINA DI SANTADI, DAL CUORE DEL SULCIS

46 PRATO, TERRA DI VINI

48 VECCHIA CANTINA DI MONTEPULCIANO: OBIETTIVO QUALITÀ

49 CAPANNELLE GLAMOUR 2016

51 IL DRAGO E LA FORNACE, QUANDO WINE RIMA CON DESIGN

53 IL CHIANTI DELLA FATTORIA SAN QUINTINO PARLA AMERICANO

55 VIGNAMAGGIO, 600 ANNI DI STORIA DEL VINO

56 IL VIGNETO VENETO CRESCE

57 BELLORA-TENUTA DI NAIANO: UN SORSO DI AUTENTICITÀ

58 COTTINI MARCO: DIAMO TEMPO AL VINO

59 VON BLUMEN, L’AVVENTURA ALTOATESINA DI ROENO

60 FATTORIA EOLIA, UN VINO CHE HA NELL’ANIMA IL VENTO

61 AZIENDA LE RUGHE ALLA CONQUISTA DELL’ORIENTE

63 MOLISE, UNA SETTIMANA DA PROTAGONISTI

65 VALLE D’AOSTA: SOLO PER CHI SE NE INTENDE

67 DOLCETTO DI OVADA: “MICA SIAMO NATI IERI”

68 IL RUOLO DELLE DISTILLERIE

72 DISTILLATI & CO.

74 FIERE IN CALENDARIO

76 FOOD AND BEVERAGENDA

78 APPUNTI DI VIAGGIO •LA SICILIA

81 PELLICOLE DI GUSTO

82 NEWS BIO & GREEN

84 A TUTTA BIRRA

86 BOLLICINE NEWS

88 EXTRAVERGINE NEWS

92 VIGNA & CANTINA • MECCANIZZAZIONE VIGNETO

94 VIGNA & CANTINA • VINIFICAZIONE E STOCCAGGIO

96 PAUSCHA: ARTIGIANATO DEL BOTTAIO TRADIZIONALE

98 LAFFORT: IL FENOMENO VEGECOLL

101 ENOBIOTECH: TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELLA NATURA

103 BRAU BEVIALE 2015

105 ASPETTANDO SITEVI

106 BENVENUTI AL SIMEI

107 BERTOLASO: SOSTENIBILI PER MIGLIORARE

109 DIAM PROSEGUE LA SUA CRESCITA NEL MONDO

111 LA CERTIFICAZIONE PEFC

112 ARCO SPEDIZIONI • UNA SICUREZZA NEL TRASPORTO DEL VINO

115 CORDENONS…FILTRA SOLO LA QUALITÀ

117 FERRARI GROUP: ENOLOGIA E HOME BREW

118 MARTIGNANI, LA RIVOLUZIONE DEI FITOFARMACI

120 CRC BIOTEK, LA BIOTECNOLOGIA CHE VALORIZZA LA NATURA

122 NEWS TECNICHE DALLE AZIENDE

SOMMARIOCOVER STORY

UNO SGUARDO VERSO IL FUTURO DI ARTIMINO

28A MENFI, IL VINO DEL SORRISO

24Cover Story

DAMIANO DONATI

26

Chef

Page 9: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

11www.palletways.com

Il Network espresso per merce pallettizzata

Copyright Palletways Europe GmbH

Trova il tuo Concessionario di zona su

EXPO

Delivery

LL

Co

mm

un

icat

ionBello!

Con la stessa cura con cui lo produci, noi lo consegniamo.With the same care that you produce it, we deliver it.

Wir liefern mit derselben Sorgfalt, mit der Sie produzieren.

Velocità, affidabilità e sicurezza sempre al tuo fianco per il trasporto ed il rifornimento dei tuoi prodotti. Con il suo Hub strategico di Milano ed i magazzini delle 7 Concessioni in area, Palletways, il primo Network specializzato nel trasporto espresso di merce su pallet, è il partner ideale per assicurarti consegne ancora più veloci e rifornimenti costanti per tutta la durata dell’EXPO Milano 2015.

Per maggiori informazioni consultare il sito www.palletways.com

Page 10: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

12

Il mondo dell’enoturismo italia-no alza la voce e chiede mag-giore attenzione al Governo ed, in particolare, al premier Matteo Renzi. “Ok l’annuncio della can-cellazione dell’Imu e dell’Irap agricola dal 2016 e anche per aver definito il vino italiano mi-gliore di quello francese. Ma dai francesi abbiamo tutto da impa-rare in materia di enoturismo, basta guardare come è fatto il sito Italia.it, che non ci rappre-senta e per questo vogliamo curarne i contenuti. Chiediamo perciò maggiore attenzione da

parte delle Politiche Agricole, a partire dal prossimo Testo Unico del Vino”. A dirlo è il presidente del Movimento Turismo del Vino, Carlo Giovanni Pietrasanta che in estate ha raccolto il testimone da Valeria Mastroberardino. “Il nostro enoturismo – ha aggiun-to – con il suo giro d’affari da 5 miliardi di euro, è un comparto vincente ed è il miglior veicolo di comunicazione del vino italiano. Un testimonial importante del made in Italy che ad oggi non trova ancora una casa e nean-che una legge quadro e soffre di

un dualismo tra turismo e agri-coltura che sembra paradossal-mente essere un disvalore agli occhi delle istituzioni. Occorre quindi – ha concluso Pietrasanta - superare questa empasse, se-guendo l’esempio dei nostri cu-gini francesi, che hanno recen-temente annunciato un ingente investimento per promuovere il turismo del vino, considerato ‘un tesoro nazionale’”.

di Giovanni PellicciUltime dal mondo del Vino

Sono circa 70 mila gli ettari vitati in Italia che rispondono ai requisiti biologici. Ovvero il 6,5 per cento in più rispetto all’ul-timo anno. E’ la tendenza fotografata durante Sana, il Salone internazionale del biologico e del naturale, che ha sottolineato la vocazione sempre più bio del vitigno italiano, considerato che è appena dal 2012 che è stata introdotta l’etichettatura biologica. Attualmente la produzione con la fogliolina verde è pari all’11 per cento del totale, grazie al lavoro portato avanti da 1.300 cantine certificate. Senza contare le tante che, sempre più, portano fedel-mente avanti una filosofia biologica ma senza necessariamente ricorrere ad una certificazione decisamente costosa. Il riscontro è positivo anche dal punto di vista dei consumi: nei primi mesi del 2015 è stata registrata una crescita del 5,6 per cento, a conferma di una cultura sempre più diffusa. Quasi la metà degli interpellati afferma che il vino biologico è di qualità superiore rispetto a quel-lo convenzionale. Una tendenza questa che si allarga anche a tut-ta la filiera agroalimentare italiana. Secondo lo studio del Sistema nazionale d’informazione sull’agricoltura biologica del Mipaaf, le superfici coltivate con metodo biologico in Italia hanno raggiunto quota 1,4 milioni di ettari che, su base annua, si traducono in una crescita superiore al 5,4 per cento. In termini assoluti, nell’ultimo anno, sono stati oltre 80 mila gli ettari convertiti alla produzione secondo il metodo bio e l’incidenza della SAU bio sul totale della SAU nazionale è passata dal 10,1 per cento al 10,8 per cento. In totale sono 55.433 gli operatori certificati (+5.8% rispetto al 2013), 42.546 dei quali produttori esclusivi (aziende agricole). A questi si aggiungono 6.104 preparatori esclusivi (comprese le aziende che effettuano attività di vendita al dettaglio), 6.524 produttori-preparatori (aziende agricole che svolgono anche atti-vità di trasformazione) e 259 importatori.

GLI ITALIANI BEVONO SEMPRE MENO...Anche dal “Rapporto Coop 2015” è in diminuzione il consumo di alcoolici a tavola

Non una novità, anzi. Ma non per questo una conferma che ci piace. I consumi di alcool sulle tavole degli italiani continuano a scendere. Sono ormai anni che leggiamo di crollo delle bevute pro capite di vino ma è proprio il settore alcolico a passarsela poco bene. E’ quanto emerge dal “Rapporto Coop 2015” che comun-que conferma quanto gli italiani preferiscono bere un bicchiere di vino a tavola, rispetto ad altri prodotti. La quota è dell’85%. Ma la birra cresce: viene bevuta quotidianamente da 4 italiani su 10, gli stessi che magari sorseggiano ogni tanto un aperitivo, un amaro o un superacolico. Nel corso dell’ultimo anno le vendite al supermercato hanno totalizzato quota 4 miliardi di euro, con una crescita lieve dell’1%.

LA TENDENZA 2

LA TENDENZA 1

La superficie vitata biologica in Italia è cresciuta nell’ultimo anno del 6,5% per circa 70 mila ettari totali

Pietrasanta, presidente di Mtv, richiede al Governo maggiore attenzione per un settore fondamentale per il rilancio dell’economia italiana

...MA SEMPRE PIU’ BIOLOGICO

Istituto del Vino italiano di qualità Grandi Marchi e Ita-lia del Vino Consorzio vanno all’attacco sui fondi Ocm. Le due compagini, che assieme rappresentano 31 imprese del vino per un fatturato globale di 1,3 miliardi di euro e il 15% dell’export italiano, sosten-gono che “sulla gestione dei fondi comunitari legati alla

promozione del nostro made in Italy enologico stiamo facendo una ben magra figura”. “Con circa otto mesi di ritardo rispet-to alle normali tabelle di mar-cia dei Paesi competitor – af-fermano i due enti in una nota congiunta - il Ministero delle Politiche agricole sta infatti per varare le graduatorie sui bandi multiregionali dell’OCM Promozione, con tagli lineari

nell’ordine del 50 per cento che graveranno su progetti già approvati con tanto di lettera di finanziamento. Dopo anni di cattiva gestione delle risorse (si stima in 100 milioni l’am-montare degli stanziamenti non spesi negli ultimi 3 anni), quest’anno si rischia di fare ancora peggio, con tagli su progetti approvati e con la bef-fa di dover restituire di nuovo parte dei contributi a Bruxelles, nonostante un overbooking di domande”.

L’AFFONDO

Istituto Grandi Marchi e Italia del Vino Consorzio esprimono disappunto e amarezza sui fondi destinati alla promozione

FONDI OCM, UNA GESTIONE CHE SA DI BEFFA

POLITICA E VINO

L’ENOTURISMO CHIEDE UNA LEGGE QUADRO

An

dre

a Sa

rto

ri

Pietro Mastroberardino

Page 11: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

13

Page 12: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

14

E’ Giuseppina Maria Nicolini, il sindaco del comune più a Sud d’Italia - Lampedusa e Linosa - in prima linea dell’accoglienza dei migranti che cercano rifugio nel nostro Paese, la vincitrice della 17° edizione del Premio Casato Prime Donne. Giusi Nicolini è una lampedusana ambientalista battagliera che ha dimostrato coraggio e impegno civile nel difficile compito di gestire i primi soc-corsi per chi scappa dalle coste africane. Il primo citta-dino siciliano è stata premiata nel cuore di un territorio che si è rivelato particolarmente capace di integrazione con il 15 per cento di stranieri sull’intera popolazione, un dato superiore alla media nazionale (8,1 per cento) e a quello dei comuni del vino toscano, dove la percentuale degli immigrati scende al 12. “Fare accoglienza è un modo di costruire la pace. Tutti dobbiamo confrontarci con questo olocausto”, le sue parole durante la premiazione che si è tenuta domenica 13 settembre nella trecente-sca chiesa di Sant’Agostino a Montalcino. Con lei sono stati premiati anche quattro divulgatori che hanno raccontato al mondo, Montalcino e il suo Brunello. Premio sul tema “Io e Montalci-no” interpretazione personale, anche in chiave fantastica e favolistica di Montalcino nei suoi aspetti storici, culturali, paesaggistici e agricoli, a Costanza Calabrese per il servizio televisivo su Benvenuto Brunello trasmesso il 23 feb-

braio 2015 nel TG5. Premio Consorzio del Brunello sul tema “Il Brunello e gli altri vini di Montalcino” per giornalisti italiani o stranieri specializzati nel ramo vitivinicolo, a Walter Speller per l’articolo intitolato “2010 Brunello di Montalcino

a perfect 60-60-60”, pubblicato in www.jancisrobinson.com il 21 gennaio 2015. Premio “Montalcino la sua sto-ria, la sua arte e il suo vino” per opere a firma femmi-nile a Gaia Pianigiani per gli articoli “To Landowners, a Preservation Plan Takes On Acrid Untertones” e “A fight over land livelihood in Tuscany pubblicati nel “New York Times” del 25 e 26 settembre 2014. Infine, il premio per fotografie sul tema “Genti e terre dei vini Brunello e Orcia”, assegnato da una giuria online, è andato a Francesco Caso, che nel suo scatto ritrae la Cappella di Santa Maria a Vitaleta in bianco e nero, con un effetto particolarmente suggestivo.

Il 99° Giro d’Italia di ciclismo avrà una tappa intitolata al Chianti Classico e si correrà nel suo affascinante territorio di produzione. Sarà la nona tappa, una corsa a cronometro individuale, ad es-sere dedicata al Gallo Nero e si correrà tra i vigneti chiantigiani domenica 15 maggio 2016. Il percorso prevede un percorso di quaranta chilometri tra Rad-da e Greve in Chianti: sarà una prova di grande impegno per i ciclisti che dovranno cimentarsi tra profondi sali-scendi, rotonde impegnative e po-chi rettilinei. Con questo prestigioso appuntamento

– che conferma il legame sempre più forte tra il Giro d’Italia e il vino viste le tappe di Montalcino nel 2010, di Barolo e Barbare-sco nel 2014 e del Prosecco nel 2015 – il Chianti Classico festeggerà un’importante ricorrenza: saranno passati esattamente 300 anni dal 1716, da quando il Grandu-ca di Toscana Cosimo III de’ Medici emise un bando col quale delimitò i confini della zona di produzione, nell’area compresa fra

le città di Firenze e Siena, costituendo una sorta di Doc ‘ante-litteram’, un riconoscimento unico nella storia del vino.

La nona tappa in programma domenica 15 maggio 2016 sarà dedicata al Gallo Nero e al suo territorio

L’EVENTO

IL GIRO 2016 PASSERA’ NEL CHIANTI CLASSICO

Giuseppina Mari Nicolini premiata a Montalcino assieme ad altri divulgatori del Brunello

PREMI

AL SINDACO DI LAMPEDUSA IL CASATO PRIME DONNE

di Giovanni PellicciUltime dal mondo del Vino

SELECT BIO È REALIZZATO CON MATERIALI BIOPLASTICIDERIVANTI DALLA CANNA DA ZUCCHERO

La prima chiusura al mondo senza

impronta di carbonio

Nomacorc SA Italia | via L.Dalla Via, 3B centro direz.Summano, torre A, piano 5°

36015 Schio (Vi) | Italia www.nomacorc.com

tel: +3904451656521 | fax: +3904451656136

Polimeri rinnovabili di origine vegetale

100 % riciclabili

Gestione ottimale dell’ossigeno

Page 13: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

15

Page 14: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

16

Se il vino italiano è leader sul mer-cato statunitense molto lo deve, senza alcun dubbio, a Lucio Ca-puto. Un ‘italiano d’America’, si-

ciliano doc, presidente dell’International Trade Center di New York, Caputo è l’in-faticabile guida dell’Italian Wine & Food Institute, da lui stesso fondato e diretto dal 1983. Scampato all’attentato dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle che, al 78° piano della torre Nord, ospitavano il suo ufficio, Caputo è “Cavaliere di Gran

Croce” nell’Ordine al Merito della Repub-blica Italiana dal 2003. Con lui I Grandi Vini tracciano un’analisi del mercato USA e delle opportunità per i vini made in Italy che, vista la concorrenza in atto e gli scena-ri internazionali, non possono permettersi passi falsi.@ In uno scenario di contrazione, il vino italiano resta leader nell’export negli Stati Uniti. Dalla vendemmia 2015 torneranno ad arrivare vini di qualità medio/alta ma, oltre a quantità

e qualità, si torna a parlare della ne-cessità di un’efficace comunicazione e promozione. Qual è la sua opinione in merito e sulla possibilità dell’Italia di confermarsi leader sul mercato statu-nitense?“L’Italia può certamente mantenere, ed ha tutte le carte in regola per farlo, la sua po-sizione di leader del mercato. Chi è in una posizione di leadership è però attaccato da tutti gli altri che vogliono prendere il suo posto. Il vino italiano non fa eccezione a questa regola. Sin ora ha difeso e mante-nuto la sua posizione con grande fatica. La lotta però diventa sempre più difficile. Per mantenere la posizione di privilegio del nostro vino occorre, prima che sia troppo tardi, condurre una sostanziale, coordinata e professionale, campagna promozionale, fatta con fondi pubblici, quale quella da me condotta nel periodo dal 1975 al 1982 che ha visto il vino italiano passare da meno di 400 mila ettolitri, per un valore di 36 milio-ni di dollari, a 243 milioni di ettolitri, per un valore di 2,4 miliardi di dollari, e con-quistare la posizione di leader sul mercato USA (www.iwfinews.com). Perdere ora que-sta posizione così faticosamente conqui-stata, sarebbe gravissimo e probabilmente irreversibile”.@ In merito alla promozione all’e-stero non possiamo infatti cullarci sugli allori ma raddoppiare gli sforzi operativi e di coordinamento. Cosa è indispensabile fare, secondo lei, per dare concreto sostegno agli operato-ri italiani che si rivolgono, ormai in modo sempre più imprescindibile, ai mercati esteri?

L’ambasciatore del vino italiano negli Usa

LUCIO CAPUTO Presidente Italian Wine & Food Institute

Lucio Caputo, fondatore dell’Italian Wine&Food Institute: “Ci sono troppe cose inutili, servono fondi

pubblici per una campagna promozionale per difendere dalla concorrenza la leadership dell’Italia”

Page 15: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

17

“Purtroppo oggi si fanno troppe cose inutili e vi sono moltissime iniziative, che quan-do sono inutili è già un fatto positivo visto che molte sono anche dannose. Si tratta di eventi episodici, senza un seguito, spesso fatti più per turismo che per dare un sup-porto di marketing, organizzate in modo pessimo senza avere alcuna partecipazione da parte degli operatori e dei wine editors che contano. In questo modo si spende molto, si spende male e non si consegue alcun apprezzabile risultato”.@ Vista dagli Stati Uniti come valuta la politica italiana in ambito agroali-mentare? I nostri prodotti continuano ad essere leader per qualità e appeal ma soffrono i casi di italian sounding, ancora troppo diffusi nonostante le azioni di contrasto. Cosa serve se-condo lei per innalzare ulteriormente i livelli di protezione e combattere i diffusi casi di “taroccamenti” ?“I prodotti di successo, e quelli italiani in particolare, sono stati sempre imitati e copiati. È normale. In Italia quando si sa-rebbero potuti registrare i marchi e mettere in essere tutte le garanzie legali per proteg-gere i vari prodotti non lo si è fatto ed ora se ne pagano le conseguenze. E’ preferibi-le comunque essere imitati e copiati che essere ignorati. Per proteggere i prodotti italiani dall’attacco delle imitazioni occor-re condurre delle campagne pubblicitarie, partendo proprio dal fatto che i prodotti italiani hanno successo e pertanto sono imitati e copiati, per invitare e convincere i consumatori, che comprano tali prodotti, ad acquistare invece quelli originali che sono migliori e non costano di più. Per il vino il fenomeno è comunque più limitato, anche se vengono prodotti vini con deno-minazioni tipiche italiane”.@ Bollicine, Lambrusco e poi i grandi rossi: sono soprattutto questi i motori dell’export italiano negli Usa. Secon-do lei per quali altri vini c’è spazio, visti i gusti degli yankee e come fare

per farli conoscere agli americani?“I vini italiani negli USA sono progrediti e si sono affermati negli anni per fasi. All’i-nizio i vini italiani erano completamente sconosciuti ed il mercato vinicolo di im-portazione era dominato dai grandi vini francesi che si rivolgevano ad un ridottis-simo e selezionato numero di altamente qualificati consumatori. In quel periodo si è fatta breccia sul mercato attraendo nuo-vi consumatori incuriositi dai vini italiani di facile approccio. Il Lambrusco è stato il primo vino italiano ad affermarsi. Legger-mente frizzante, facile da bere, non costo-so, ha traghettato milioni americani dalle bevande gassate al vino, raggiungendo un successo senza precedenti nella storia e diventando, con oltre 14 milioni di cartoni, il vino più venduto negli Stati Uniti. Sulla scia di questo successo si sono pian piano affermati gli altri vini, grazie anche all’a-zione di educazione dei consumatori ame-ricani sempre più interessati ai vini di più elevato livello. Oggi sul mercato americano si trovano tutti i migliori vini italiani che godono di grande prestigio. Occorre soste-nerli, come prima detto, affinché le posi-zioni conseguite e gli sforzi compiuti non risultino vani”.@ In Italia sta per chiudersi l’Expo e la Carta di Milano arriverà a New York per entrare all’Onu e diventare un documento condiviso a livello pla-netario. Dal suo punto di vista l’ere-dità dell’edizione milanese dell’Espo-sizione Universale riuscirà ad essere concretamente efficace rispetto agli ambiziosi obiettivi preposti?“Purtroppo l’Expo non ha avuto negli USA quel successo che avrebbe meritato di ave-re e, a parte un limitato numero di addetti ai lavori, è rimasta sconosciuta ai più. Spe-cialmente nel campo del vino il suo impat-to promozionale è stato praticamente nullo. Non vi sono state particolari iniziative ri-volte ai più importanti operatori, giornali-sti ed opinion leaders americani e le loro presenze all’Expo sono state, per quanto risulta da qui, estremamente contenute. Quando saranno rese note, e sempre che lo saranno, le vere cifre dei visitatori esteri e le loro qualifiche, ci si potrà rendere conto di come siano andate le cose”. •

EXPO SINGOLO B

SPOL DOPPIAdisponibile anche in versione singola

INTERRATORE DI CONCIME

TRINCIAERBA SINGOLO

disponibile anche in versione doppia

KIT VENTRALE

EXPO DOPPIO TOP

FRUTTETO DOPPIO

FUTURA FULL

EXPO SINGOLO R TOP

GALA ITALIA

E’ ormai da anni l’appuntamento fondamentale nella promozione del vino

italiano negli Stati Uniti. La 31esima edizione del Gala Italia, promosso dall’Italian

Wine&Food Institute, si svolgerà il 18 febbraio 2016 a New York City.

Il vino italiano negli Usa1,27 milioni di ettolitri per 682 milioni di dollari nei primi 6 mesi del 2015 (dati Italian Wine & Food Institute)

Page 16: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

18

Imu agricola via dal 1° gen-naio 2016? E’ la promessa – da campagna elettorale iniziata in abbondante an-

ticipo (dipende ovviamente da quando si torna alle urne, magari presto) – fatta da Matteo Renzi a settembre durante una visita ad

Expo. Il Premier, dopo la delu-sione delle amministrative della scorsa primavera e un’estate in cui le minoranze hanno ulterior-mente agitato le acque all’inter-no del Partito Democratico, sem-bra tornato indietro fin ai suoi inizi. Dopo le ferie estive riecco il Renzi dei primi tempi, con annunci come quello di cancel-lare l’Imu sulla prima casa degli italiani, quindi quella agricola e l’Irap agricola. Per le imprese del comparto balla 1 miliardo di euro, tanta roba. Le risorse, pare, saranno trovate all’interno della legge di stabili-tà in via di definizione proprio in

queste settimane. Ovviamente sarà interessante capire quali ripercussioni avranno queste decisioni perché qualche altra tassa dovrà pur essere applicata per reperire le coperture neces-sarie e, visto che la Google Tax scatterà dal 2017, c’è la sen-

sazione che qual-cos’altro di caro a noi italiani sarà toc-cato. La benzina? Chissà, vedremo. Magari rimarremo stupiti. Intanto non ci de-primiamo (non lo dicevo già qualcun’al t ro?) . “Noi abbiamo ab-bassato le tasse, voi

tirate su l’entusiasmo”, esorta Renzi. Certo, un pizzico di otti-mismo non guasta mai. Secondo il premier spetta anche a noi mezzi di comunicazione contri-buire, spiegando bene ciò che il suo Governo fa. Noi ci provia-mo però, va detto, che la ripresa economica di cui si parla con en-fasi in questi giorni (con un Pil che sembra avviato a superare la soglia del +1 per cento) non è poi una cosa così esilarante viste le favorevoli condizioni in atto:

il petrolio ai minimi storici, i tas-si di interessi ai minimi storici e il cambio euro/dollaro (anche se qui la rotta si sta invertendo). Della serie bene così ma si può fare ancora parecchio meglio per imboccare stabilmente la strada della ripresa. Intanto la filiera agricola – che nel settore del vino come possia-mo leggere anche nella rubrica Faccia@Faccia in compagnia di Lucio Caputo non può assoluta-mente abbassare la guardia alla voce export - accoglie questa promessa pur con qualche per-plessità. Le stesse principali sigle del settore (leggasi Cia) non hanno poi accolto con parti-colare favore l’annuncio fatto da Renzi ad un evento promosso da Coldiretti (La Giornata dell’A-gricoltura), invece che ad un tavolo generale con tutti gli at-tori della filiera. “Non siete mai contenti”, risponderebbe l’attua-

le segretario del Pd. Ma da qui a fine anno altri passaggi chiave sono in agenda. Maurizio Martina, ministro delle Politiche Agricole, lo ha ricorda-to. “C’è ancora tanto da fare, investendo in formazione e inno-vazione per guardare al mondo e ai nuovi mercati. La prossima legge di stabilità ci consentirà di liberare risorse utili a favore dell’agricoltura”. Intanto il 12 ot-tobre, partirà negli Stati Uniti la campagna contro il falso made in Italy con investimenti per 50 milioni di euro. Noi rammen-tiamo anche il ‘benedetto’ e assai complesso Testo unico della vite e del vino (dovrebbe essere di-scusso in Commissione Agricol-tura a novembre ma in ballo ci sono anche il collegato agricolo e il pdl sull’agricoltura biologica.). Sono mesi che sembra pronto al varo. Come voi, lo aspettiamo con fiducia ed impazienza. Nella speranza che mantenga tutte le promesse annunciate durante il suo, non facile, concepimento. Ovviamente con entusiasmo. •

Avete idee, spunti, riflessioni su questo e su altri temi? Scrivete a [email protected]

Su Twitter @giopellix

Matteo Renzi annuncia lo stop a Imu e Irap agricola dal 1° gennaio 2016. Balla un miliardo di euro. Da dove arriveranno le coperture utili?

di Giovanni Pellicci

Braccia rubate

all’agricoltura250 miliardi di euro il valore dell’agroalimentare italiano15% il valore sul Pil272 prodotti Dop e Igp (primato europeo)

21 miliardi di euro la quota export agroalimentare nei primi 7 mesi del 201536 miliardi di euro l’obiettivo dell’export agricolo nel 201550 miliardi di euro l’obiettivo dell’export agricolo nel 2020

Dati

Page 17: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

19

Informazioni: NürnbergMesse Italia S.r.l. | Tel + 39.02.28 51 01 06 | [email protected]

braubeviale.de

Norimberga, Germania | 10 – 12 novembre

BrauBeviale2015

I conoscitori incontrano gli esperti. Il salone che unisce.

L’artigianato incontra l’hightech, in un dialogo tra pari. La

BrauBeviale è proprio questo! Qui nascono idee discutendo

insieme, qui si incontra il settore! Non perdetevi i circa 1.100

espositori con tecnologie avanguardistiche e soluzioni creative

per un imbottigliamento e una commercializzazione del vino al

passo con i tempi.

Benvenuti a casa! braubeviale.de

Ottimi affari.

Ottimi contatti.

Brau15_226x280_I_GrandiVini_3_KENN.indd 1 10.06.15 14:15

Page 18: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

20

La “vecchia” Europa sembra non conoscere flessioni almeno per il mercato del vino italiano. In particolare,

l’Inghilterra, che per decenni è stato lo sbocco principale dei vini più importanti provenienti da Francia e Italia, dettando mode e tendenze, continua a essere di fondamentale importanza. Ne parliamo con Gian-carlo Voglino e Marina Nedic, Managing Director della Iem, socie-tà di servizi per la promozione del vino italiano a livello internazionale.Che mercato è quello inglese per il vino italiano?“Il Regno Unito rappresenta il terzo

mercato di sbocco per il vino italia-no dopo Usa e Germania e l’Italia è il secondo partner commerciale di ri-ferimento per le importazioni di vino in Gran Bretagna dopo la Francia. Negli ultimi dieci anni i nostri vini hanno fatto registrare performan-ce positive costanti e la quota di mercato del nostro Paese è passata dal 10% del 2005 al 19% del 2014; viste le recenti evoluzioni, tale quota è destinata ad aumentare: a maggio 2015 infatti le importazioni italiane sono cresciute del 12% in valore e del 5,6% in volume rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente (dati WineMonitor)”.

Quali sono le tipologie di vino italiano che hanno maggiore successo commerciale? “Sul mercato inglese negli ultimi anni crescono i vini premium, quelli collocati nelle fasce di prezzo 6-8 sterline e maggiore di 9 sterline. C’è poi il grande successo commerciale degli spumanti le cui importazioni sono cresciute nel corso del 2014 del 43,2% in volume e del 22,3% in valore, per un totale di 756 milioni di euro”.Quali sono le iniziative di pro-mozione dei nostri vini che qui hanno maggiore interesse?“Numerosissime sono le iniziative di

presentazione e degustazione dei vini italiani che vengono organizzate in questo paese, soprattutto a Londra, a diversi livelli e per i vari target di operatori e consumatori. Tra queste sicuramente è da segnalare il nostro Simply Italian Great Wines Great Britain, svoltosi per la terza volta consecutiva a Londra il 7 settembre scorso. L’evento, organizzato in collaborazione con l’autorevole rivista inten-zionale di settore Decanter ha visto protagoniste 31 aziende vitivinicole italiane assieme a Federdoc, IVSI-Istituto Va-

lorizzazione Salumi Italiani, Camere di Commercio di Gorizia e Udine e Consorzio della Denominazione San Gimignano. La giornata ha visto la partecipazione di 160 operatori trade e di oltre 200 consumatori ed è stata scandita da seminari, workshop commerciale, consumer tasting e incontri B2B tra i rappre-sentati delle aziende vinicole e i maggiori importatori dei principali Paesi del Nord Europa”.Gli aiuti che derivano dai finan-ziamenti Ocm dedicati alla promozione del vino nei Paesi extraeuropei, hanno distolto l’attenzione e gli investimenti delle aziende vinicole italia-ne dai mercati tradizionali europei?“I finanziamenti OCM non hanno distolto l’attenzione delle aziende vinicole italiane dal contesto Europeo, ma hanno piuttosto incoraggiato le aziende di piccole-medie dimensioni ad avvicinarsi a mercati extraeuropei altrimenti difficili da approcciare. Il mercato Europeo resta pertanto un punto di riferimento fondamentale per le aziende Italiane, sia per la vicinanza sia per la conoscenza ed il prestigio che i vini del nostro Paese hanno raggiunto all’interno degli stessi”.•

T he Wine Trotterdi Marina Ciancaglini

Dopo Stati Uniti e Germania, il mercato anglosassone si conferma il più importante per l’Italia

Inghilterra sul podio

Page 19: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

21

Inghilterra sul podio

L’ ISPIRAZIONE

LA CREAZIONE,

Montalcino

Calici da Vino SUPREMO

LA VITA E’ BELLA.

® Modelli Depositati WWW.BORMIOLILUIGI.COM

ACCADEMIA

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

ex-Supremo I grandi vini.pdf 1 07/05/14 10.48

Page 20: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

22

Se la vendemmia 2014 non si è certo distinta per pregevolezza o quantità – Coldiretti l’ha definita la peggiore dal 1950, insieme alla 2012 – stessa

cosa non si potrà dire della campagna ven-demmiale 2015, ancora in corso. Facendo qualche telefonata e qualche chiacchiera qua e là, ci si accorge che l’entusiasmo è alle stelle, ovviamente ancora mitigato dal-la consapevolezza che i giochi si potranno dire conclusi solo quando tutta l’uva sarà

nelle cantine. Dalle prime stime, l’annata 2015 sembra essere buona per tutte le re-gioni d’Italia, certo con qualche inevitabile diversità e, addirittura, per tutta Europa, anche se la nostra Penisola appare essere stata avvantaggiata, più di altri Paesi, dalle piogge invernali e primaverili, da un’estate calda e soleggiata, con qualche provviden-ziale acquazzone in agosto e un settembre mite e piacevole, che ha permesso agli acini di completare perfettamente la maturazione

aromatica e polifenolica. Insomma, sembre-rebbe proprio essersi trattato di un anda-mento climatico da manuale. Sono in molti a fare il punto e a contribui-re al toto-vendemmia: Unione Italiana Vini, Ismea, Assoenologi, Assovini, i singoli pro-duttori, eccetera eccetera. E tutti sono con-cordi: il 2015 sarà una grande annata. La produzione di vino a livello nazionale è stimata attorno a 47 milioni di ettolitri, il 12 per cento in più rispetto alla vendemmia dello scorso anno (42 milioni di ettolitri se-condo i dati diffusi dall’Istat per il 2014). Le uve per le basi spumante e i bianchi, mentre scriviamo, sono già state raccolte: il rischio di una scarsa acidità, dovuta alle alte temperature di luglio, sembra scongiu-rato, almeno in molte aree di produzione. Le escursioni termiche e l’ottimo stato ve-

Vendemmia: pronostici più che buoni da nord a sud

?L’INCHIESTATOTO-VENDEMMIA

di Claudia Cataldo

Il raccolto 2015 è in corso ma secondo le prime stime ci sono i presupposti per un’annata molto buona.

E’ in arrivo il riscatto quantitativo e qualitativo dopo un 2014 piuttosto turbolento

Page 21: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

23

La 2015 si preannuncia un’ottima vendemmia. Cosa ci possiamo aspet-tare?“Uiv e Ismea, anche quest’anno, hanno por-tato avanti una ricognizione congiunta (i cui dati sono stati presentati ad Erbusco, pres-so Ca’ del Bosco, lo scorso 11 settembre, ndr) che possa servire al mondo vitivinicolo come aiuto per orientare le scelte impren-ditoriali e commerciali. Certamente la cau-tela è sempre d’obbligo quando si parla di previsioni ma le premesse per una buona o

L’INTERVISTADomenico Zonin

Presidente

Unione Italiana Vini

L’INCHIESTATOTO-VENDEMMIA

di Claudia Cataldo

getativo delle piante hanno permesso l’e-quilibrio auspicato fra grado zuccherino e acidità, come dichiarano ad esempio molti produttori siciliani. Invece la parti-ta è ancora in corso per i rossi ed è parere di molti che proprio su questo versante si andranno – incrociando le dita – ad otte-nere le punte di eccellenza, profetizzando grandi strutture, aromi, tenore alcolico. E le quantità? A livello nazionale si sta registrando un incremento generalizzato in quasi tutte le regioni. Fanno eccezione la Lombardia (-3 per cento), la Calabria (-10) e la Toscana. Il Veneto, come si legge invece sul dossier Assoenologi, si conferma la regione più produttiva d’Ita-lia con ben 9,1 milioni di ettolitri: que-sto, insieme a Emilia Romagna, Puglia e Sicilia, nel 2015 produrrà oltre 28 milioni di ettolitri, ossia più del 60 per cento di tutto il vino italiano. •

Page 22: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

24

La vendemmia nel resto d’Europa si an-nuncia buona, ma le quantità registrano un decremento: nello specifico, un -1 per cento in Francia e un -3 per cento in Spagna (calcolato su base annua). Per quanto riguarda i cugini d’Oltralpe, il Service des Statistiques et de la Pro-spective del Ministero dell’Agricoltura francese parla di un ciclo fenologico an-ticipato; si accenna anche a problemati-che di oidio, botrite, muffe e marciumi in alcune aree e a zone dove le piante

sono state soggette a stress idrico, pro-babilmente da leggersi come concause del calo nella produzione. La zona del Bordeaux è la prima per produzione, con i suoi 5,47 milioni di ettolitri; se-gue lo Champagne, dove si stimano 2,44 milioni di ettolitri. I vini a indicazione geografica protetta fanno registrare un possibile incremento e lasciano ipotiz-zare i 13,2 milioni di ettolitri, mentre la produzione di Aoc resterebbe invariata rispetto allo scorso anno, con 22,1 milio-

addirittura ottima vendemmia, soprattutto per quanto riguarda i grandi rossi, ci sono tutte. Se i dati venissero effettivamente confermati, l’Italia riguadagnerebbe la po-sizione di leadership mondiale fra i Paesi produttori, visto che la Francia prevede 46,5 milioni di ettolitri e la Spagna circa 43 milioni”. Quali saranno le conseguenze?“L’aumento in quantità delle uve e la diva-ricazione crescente fra i prezzi dei vini da tavola e quelli a Denominazione di Origine darà un input positivo al mercato. Questa è un’annata che ci permetterà di essere più competitivi nel panorama internazionale. Si prevede un leggero aumento dell’export dello sfuso, che più di tutti ha sofferto la competizione spagnola negli ultimi tempi, visti i prezzi stracciati della penisola iberi-ca e le grandi quantità da loro messe in cir-colazione. Le nostre cantine si riempiranno di vini di buona/ottima qualità, a conferma della strategia orientata al valore che il Pa-ese ha avviato ormai da anni: questo fa ben sperare anche sul piano export visto che, sfuggendo a questo punto alla morsa ribas-sista imposta quest’anno dai vini spagnoli, appare motivato attendersi incrementi di fatturato migliori di quelli registrati nel 2015”.

Quali sono i suoi auspici per il prossi-mo futuro? “Abbiamo parlato di qualità, ma vorrei fare una precisazione: è un elemento fondamen-tale ma da sola non basta. La situazione del mercato internazionale si fa sempre più complessa e competitiva, occorre puntare anche su marketing e comunicazione, oltre che sulla produzione. Per questo vorrei lan-ciare un appello, e cioè che i fondi Ocm (ma anche i singoli budget aziendali) siano me-glio spesi, inseriti in progetti organici volti a far conoscere il vino italiano nel mondo e non, come spesso succede, dirottati verso altre misure. Investire sulla cantina e non sulla commercializzazione del vino non ha senso, prima andiamo a vendere quello che abbiamo e poi successivamente pensere-mo ad espanderci. Purtroppo in fondi sono distribuiti sulla base delle produzioni re-gionali e non delle esportazioni, così spes-so diventano inefficaci. Mi auguro inoltre che questa vendemmia abbia ripercussioni positive anche sul mercato interno: siamo convinti che una rinnovata qualità dei vini sostenuta da politiche di prezzo adeguate, in un contesto economico che dà segnali di ripresa, possa contribuire a riavvicinare il consumatore italiano ad un consumo più costante del nostro prodotto”. •

LO SCENARIO

La vendemmia in EuropaAtteso un calo produttivo in Francia (-1%) e in Spagna (-3%)

?L’INCHIESTATOTO-VENDEMMIA

Page 23: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

25

ni di ettolitri. Proprio a causa di muf-fe e marciume nero, un calo sensibile di produzione è atteso per le viti della Charente e quindi sulla produzione di Cognac. In Spagna, sul dato totale, la produzione maggiore si stima pro-venga da Castilla-La Mancha, con 22 milioni di ettolitri (dato diffuso dalla Cooperativas Agro-alimentarias de España). Félix Solís, che detiene uno degli imperi spagnoli del vino, dice che “è stato un anno con scarse pre-cipitazioni, con diffusa siccità estiva, soprattutto nelle regioni del sud: que-sto ha causato quantità inferiori ma lo stato sanitario delle uve è buono. Al nord invece ci sono raccolti anche superiori rispetto alla passata cam-pagna vendemmiale”. E sulla que-stione del prezzo? “Il vino spagnolo ha un ottimo rapporto qualità/prezzo, - continua Solís - ci sono vini per tut-ti i gusti e di stili diversi. Non siamo competitivi solo per il prezzo, ma an-che per la qualità raggiunta. Certo, su alcuni vini dobbiamo lavorare meglio affinché siano più conosciuti a livello internazionale”.•

SHOPPER IN CARTA - CARTA PLASTIFICATA PERSONALIZZATI E ANONIMI

SHOPPER IN PLASTICA COMPOSTABILE

Via G. Ciamician, 7635143 Padova (PD) Italia

E-mail: [email protected]: +39 049 624181

Fax: +39 049 8689112www.unicartbags.itPA D O VA - I TA L I A

Un tocco di eleganza per promuovere i vostri vini

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

pub.pdf 1 12/01/15 11.06

Page 24: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

26

La cucina è uno dei settori che sta vivendo maggiormente la nascita di tendenze e idee sempre nuove, che spesso si intrec-ciano alla tecnologia 2.0.. Una di queste,

è il social eating, dove il principio della condivi-sione si applica alla tavola attraverso una cena “al buio”, tramite un network dove il “cuoco per una sera”, propone un menù a casa propria che il potenziale ospite potrà scegliere e acquistare. Il risultato è un’esperienza non solo gastronomica ma anche sociale. Uno dei network più famosi del gusto è Gnammo e uno dei fondatori, Gian Luca Ranno, ne racconta le dinamiche. Che cosa si intende per social eating? “E’ un fenomeno che include la socialità a ta-vola, con persone che aprono la porta di casa propria per condividere un’esperienza conviviale e gastronomica. Un nuovo modo di fare amicizia, insomma”.Come funziona Gnammo?“E’ una piattaforma dove il “cuoco” può creare l’evento, ossia la cena, indicando il menù, il costo e il numero di persone che si è in grado di ospi-tare. Gli utenti registrati, ossia gli “gnammers” possono decidere se e a quale evento partecipare. Su questa piattaforma sono presenti anche i com-menti e i giudizi sia sui “cuochi” che sugli ospiti, in modo che si crei da subito un clima di fiducia grazie alle recensioni degli altri utenti”.Come vi è venuta questa idea?“Sia io che i miei due soci abbiamo sempre viag-giato molto per lavoro e ci siamo resi conto di quanto il cibo abbatta ogni barriera anche là

dove non si conoscono le persone. Abbiamo così trasportato il fenomeno della sharing economy - pensiamo a piattaforme di successo come AirB&B o BlaBlacar - al cibo”.Quali possono essere le ragioni di questa tendenza?“Credo che sia una necessità naturale derivante dall’uso dei social network, dove non c’è mai un rapporto diretto. Qui parte tutto dal web ma poi c’è uno scambio reale, dal quale possono nascere anche amicizie. Ci sono anche ragioni economi-che, in quanto sempre di più si preferisce cenare a casa, piuttosto che andare al ristorante. Infine, un’altra motivazione può essere data anche dalla grande popolarità mediatica che sta vivendo la cucina, grazie ai programmi televisivi ”.Il rischio non è di far concorrenza ai risto-ranti?“In realtà no. Il social eating può essere solo un’attività saltuaria e non professionale. Qualora diventasse un’attività svolta con regolarità, quin-di anche con un rendiconto economico redditizio, allora si tratterebbe di Home Restaurant, dove si può avvalere anche di collaboratori e di strumen-tazioni professionali. In questo caso bisogna sod-disfare dei requisiti previsti dalla normativa, come la presentazione della SCIA o la realizzazione del manuale di autocontrollo HACCP. Tra l’altro, alla nostra piattaforma possono partecipare anche ristoranti e chef, anzi molti eventi li stiamo orga-nizzando proprio con loro. E’ un sistema in evolu-zione in cui l’obiettivo non è fare concorrenza ai professionisti del settore ma ampliare i confini”.•

Cucina, socialità e web. Ecco gli

ingredienti che, combinati

insieme, danno origine a una

nuova moda: il social eating

Indovina chi viene a cena?

Page 25: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

27

Page 26: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

28

Nascerà a Menfi alle Cantine Set-tesoli   un nuovo vino rosso in edizione limitata, da uve rac-colte a mano, venduto per bene-

ficenza esclusivamente online. In occasione del “Mandrarossa Vineyard Tour”   i   vignaioli d’eccezione sono sta-ti   Aldo e Giovanni del famoso trio ed Enrico Bertolino, insieme all’attrice Sil-vana Fallisi compagna, anche nella vita, di Aldo. Due giornate interamente dedicate alla

vendemmia, al buon vino,   al cibo e alle sue tradizioni. Tante le presenze nel terri-torio  in cui si coltiva il vigneto più gran-de d’Europa. Un tour che ha permesso di conoscere Menfi, le sue contrade, i suoi vigneti, il mare e i prodotti tipici siciliani, cucinati in ossequio alle antiche tradizio-ni.“La vendemmia Mandrarossa si  è confer-mata un evento importante per  il territorio e anche per la  Sicilia”.  Queste le paro-le del Presidente delle Cantine Settesoli,

Vito Varvaro,   che ha voluto sottolineare quanto   l’evento sia importante  non solo per la promozione della propria cantina, ma anche per   spingere l’intero territo-rio.   Un forte gioco di squadra è sicura-mente la priorità su cui ha puntato Can-tine Settesoli,   gioco di squadra sia tra le 2000 famiglie di viticultori all’interno della cantina che tra tutti coloro che ope-rano nel territorio per offrire servizi a  chi visita  questi incantevoli luoghi. “Cantine Settesoli punta a crescere ancora

Mandrarossa Vineyard Tour, un’occasione unica per scoprire il “Menfishire”Si

cili

a

Il vino del sorrisoDI FRANCESCA CAPIZZI FOTO DI CHIARA QUARTARARO

Page 27: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

29

Cantine Settesoli nasce nel 1958 a Men-fi, in provincia di Agrigento, per inizia-tiva di un gruppo di viticoltori locali.Oggi l’azienda rappresenta un esem-pio perfettamente riuscito di cantina sociale tanto da essere considerata una grande e importante eccellenza del pa-norama enologico italiano.Nel corso della sua storia, l’azienda ha posto solidissime basi per la creazione di una grande realtà vitivinicola in con-tinua espansione che l’hanno portata ad essere il punto di riferimento delle Terre Sicane, conosciute oramai come vero e proprio distretto del vino.Il grande vanto di Cantine Settesoli consiste in una gestione oculata dei rapporti di collaborazione con le co-munità della zona che gli permette di lavorare su una superficie vitata di 6000 ettari, circa il 5% del vigneto si-

ciliano. Oggi l’azienda con-ta 2000 soci e quat-tro stabilimenti di cui tre enologici, dedicati alla vini-ficazione con circa 500.000 Ql di uva trasformata, ed un centro di confezio-namento e stoccag-gio dei valori finiti.Menfi vive di Sette-soli. In questa zona, infatti, Settesoli rappresenta il vero e proprio fulcro della vita in quanto circa il 70% delle famiglie di questa comunità è coinvol-to, a vario titolo, nelle collaborazioni con l’azienda.Questo risulta essere un fattore deter-

minante, e degno di menzione, che aiuta il grande manager Vito Varvaro, attuale presidente, a conservare e tra-mandare la tradizione e la cultura del territorio siciliano con i suoi prodotti.www.mandrarossa.it

nel mondo, offrendo al mondo dei vini sem-pre di qualità migliore – prosegue Varvaro- possibilmente ad un prezzo più elevato. Il reddito che noi diamo oggi ai nostri agri-coltori è buono, ma è ancora lontano dagli

obiettivi che sono stati raggiunti da coo-perative più virtuose del nord Italia.  Nel mondo – spiega Varvaro - abbiamo ancora tanta produzione siciliana di quantità e non di qualità, che chiaramente da una concor-

renza sul prezzo e non consente di vendere la nostra qualità ai prezzi opportuni”. Tutti coloro che lo desiderano potranno prenotare le bottiglie inviando una email a [email protected].•

Page 28: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

30

di Marina Ciancaglini

ChefLa mia idea

di cucina nuda

Già l’aspetto denota un certo anticonformi-smo ma la tempra non è di certo da meno visto che, quando sembrava aver raggiun-to il successo – la critica lo osannava - al

Serendipico, nei pressi di Lucca, ha deciso di la-sciare tutto e andare a lavorare presso un’azienda agricola. Adesso, Damiano Donati sembra aver trovato la sua dimensione al Punto, nel centro stori-co lucchese, dove propone la sua personale visione di cucina. Che tipo di cucina si fa al Punto?“La definirei una cucina nuda. L’idea è quella di ri-spettare al massimo il prodotto e cucinarlo in modo da esaltarne i sapori e le caratteristiche organolet-tiche primarie, senza tanti fronzoli o sovrastrutture. Per questo cambiamo completamente il menù una volta al mese: per rispettare la freschezza delle ma-

Stile rock e pelle ricoperta di tatuaggi. Così si presenta uno dei giovani chef più talentuosi del panorama nazionale: Damiano Donati

Page 29: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

31

terie prime ed educare in parte i nostri amici e clienti a farlo”.Il sottotitolo è Officina del Gusto. Cosa significa?“Deriva dalla visione mia e dei miei compagni di avventura di fare ristorazione. Un’officina in cui tutto cambia, si recupera e si trasforma. E non solo in cu-cina ma anche nella decorazio-ne del nostro locale, dove quasi la totalità degli arredi proviene dal recupero industriale: dai tavoli costruiti riutilizzando il legno del ponte di una barca, ai carrelli centrali di calzaturifi-cio degli anni ’50 in mezzo alla sala, passando per le panchine di stazione ferroviaria degli anni ’60 e la rete metallica con cui abbiamo composto le celle della nostra cantina”.E’ un tipo di cucina che la rispecchia totalmente o cerca una mediazione con quello che sono i gusti del cliente? “Mi rispecchio totalmente in quello che sto facendo, un modo di lavorare e di studiare che è parte importante della mia visione del mondo. Credo che il cliente capisca e apprez-zi il nostro sforzo. Che è quello,

alla fine, di farlo stare bene a tavola ed anche dopo. La no-stra idea è quella di offrire cibi salutari, con grande spazio alle verdure, una delle mie passio-ni assieme alla panificazione. In quest’ottica, dal prossimo mese, ogni menù sarà seguito e analizzato da una nutrizionista, la dottoressa Francesca Fanuc-chi”. Quando aveva raggiunto un certo successo al Serendi-pico, ha deciso di prende-re un periodo sabbatico. Come mai questa scelta?“Il successo di quel momento è coinciso con un tragico lutto familiare. Questo particolare mix di emozioni ha suscitato in me la necessità di fermarmi un attimo e fare il punto della situazione. Dovevo recuperare me stesso, dare più spazio alle mie inclinazioni e sensibilità. Quel periodo sabbatico, tra-scorso alla Cerreta, azienda di agricoltura biodinamica vicino a Livorno, mi ha fatto scopri-re il gusto dell’agricoltura e dell’allevamento. Ho imparato a conoscere i tempi della natu-ra e a rispettarli. Ed è questo il bagaglio che mi sono portato

dietro nella mia nuova avven-tura, al Punto. Con i miei soci Tommaso Martelli e Iacopo Di Bugno abbiamo da subito con-diviso questa volontà di fare ristorazione”.Quello di Lucca è un ter-ritorio in grande fermento sotto il profilo della risto-razione. Per tenere l’asta qualitativa così alta quanto conta il gioco di squadra, oltre al talento individuale?“Conta moltissimo. Il “fare territorio”, come lo chiamia-mo noi, è fondamentale. Noi ci sentiamo parte di quel fermen-to e, assieme ad alcuni amici e colleghi, abbiamo visioni comuni e comune interesse a mantenere l’asta qualitativa dell’offerta. Di questo bisogna dire grazie soprattutto a Lido Vannucchi, che oltre ad esse-re uno straordinario fotografo food, ha sempre creduto e la-vorato per la centralità della nostra provincia”. Quando ha deciso che avrebbe intrapreso la pro-fessione del cuoco?“Partiamo col dire che non sono un figlio d’arte, i miei ge-nitori si occupano di tutt’altro. A 14 anni io invece ho scelto

questa strada. E, da quasi su-bito, mi sono reso conto che era quella giusta per la mia indole. Molti anni e molte esperienze sono trascorsi da quei giorni, ma la fiamma della passione e della curiosità non si è mai af-fievolita. E, credo, nemmeno si affievolirà”.Il menù del Punto ha una fascia di prezzo assolu-tamente “democratica”. Come è possibile coniugare ricerca e scelta delle mate-rie prime di qualità con una politica dei prezzi contenu-ta?“La definirei una cucina popo-lare, nel senso più aristocratico di questo termine. Fin dal prin-cipio ci siamo ripromessi di vo-ler dimostrare che alta cucina e prezzi accessibili possono an-dare perfettamente a braccet-to. E’ soltanto necessario non smettere mai di avere voglia di studiare l’immenso portafoglio di materie prime che nel corso di tutto l’anno possiamo avere a disposizione”. •

PUNTO – OFFICINA DEL GUSTOVia dell’Anfiteatro, 37 – Luccapuntoofficinadelgusto.com

Page 30: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

32

Lo sguardo verso il futuro di Artimino

Cover Story

DI GIOVANNI PELLICCI FOTO DI LINDA FROSINI

Anna

bella

Pas

cale

e F

ranc

esco

Olm

o, A

mm

inist

rato

ri De

lega

ti de

lla A

rtim

ino

Spa

Page 31: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

33

Tradizione e innovazione convivono in perfetta sintonia ad Artimino, immensa tenuta che sorge nel co-mune di Carmignano, pregiata de-

nominazione della provincia di Prato le cui radici risalgono fin dall’editto di Cosimo III de’ Medici nel 1716 (di cui, proprio il pros-simo anno, ricorrono i 300 anni). La vista si perde volentieri tra i 732 ettari tra vigne, olivi e boschi, dominati dalla splendi-da Villa “La Ferdinanda”, detta “dei cento camini”, costruita nel 1596 su progetto del Buontalenti, quale prestigiosa base operati-va per la tenuta di caccia della famiglia fio-rentina dei Medici. Patrimonio Unesco dal 2013, la Villa è tuttora circondata da alcuni resti del Barco Reale (la cinta muraria di 30 miglia, fatta erigere dai Medici per difen-dere la preziosa area di caccia) e accoglie eventi privati, artistici e culturali in una lo-cation da sogno che, grazie ad una vista a 360 gradi, può condurre lo sguardo fino al cuore di Firenze.Oggi più che mai la sfida si chiama vino, che da queste parti si fa fin dai tempi degli etruschi, come confermano le tracce eviden-ti lasciate nel vicino borgo. Sono 80 gli ettari vitati, distribuiti nella vastità della tenuta, in cui spetta al fiume Arno il ruolo di confine naturale, e da cui si ricavano circa 400 mila bottiglie all’anno. A dominare trai filari è il Sangiovese, base fondamentale della Docg Carmignano (minimo 50 per cento), e poi il Cabernet Sauvignon, chiamata uva france-sca perché è qua dai tempi di Caterina de’

Medici, e poi il Merlot fino ai tradizionali Canaiolo e Colorino e quindi il Trebbiano, la Malvasia e lo Chardonnay per i bianchi e le tre tipologie di Vin Santo. In totale sono undici le etichette firmate da Artimino che, proprio dall’annata 2015, ha nell’enologo Filippo Paoletti il suo nuovo consulente con il quale dare vita a vini che puntano a più mercati, ovvero quelli esteri (40% la quota export, con Usa e Asia quali aree di riferi-mento) ma anche quello italiano e locale. “Il legame della nostra famiglia con Artimi-no è iniziato grazie a nostro nonno Giuseppe Olmo che nel 1989 rilevò la proprietà da un parente della moglie – racconta Annabella Pascale che assieme al cugino Francesco Spotorno ricopre l’incarico di Amministra-tore delegato, seguendo marketing e comu-nicazione. Il nonno è stato prima un famoso ciclista, vincitore della medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1932 e di venti tappe del Giro d’Italia e poi un lungimirante e versatile im-prenditore capace di spaziare in più setto-ri. Adesso io e miei cugini interpretiamo la nuova generazione della famiglia, puntando forte sulla qualità e su di un’immagine più moderna e dinamica di Artimino, che vuole dialogare con i mercati esteri di riferimento, prestando molta attenzione anche a quel-lo italiano e toscano, tramite un approccio versatile che comprende anche il segmento Horeca”. Per questo quello in atto ad Artimino può essere considerato un nuovo corso, che pun-ta a dare a ciascun vino una forte identità

e personalità. “Quella con il vino è un’affa-scinante avventura che va avanti da 25 anni – racconta Francesco Spotorno – e quando siamo qua, tra la natura di Artimino e il fa-scino di questa terra, ci sembra di rinascere. Per questo puntiamo ad un costante rinnova-mento di tutta la filiera vitivinicola, che pas-sa da nuovi impianti in vigna, investimenti per il rinnovo della cantina, il varo di una nuova filosofia produttiva di pari passo con il nostro nuovo enologo Paoletti e quindi con una nuova veste grafica che presto avranno le nostre bottiglie”. Perché da Artimino ci si guarda orgogliosamente alle spalle solo per interpretare meglio il futuro che ci aspetta. •

Il nuovo corso generazionale della tenuta - nell’area del Carmignano Docg - contempla una rinnovata filosofia produttiva e un approccio più dinamico ai mercati

I VINIIl ventaglio enologico di Artimino conta undi-ci etichette espressione delle Doc e Docg del territorio. Dal Rosato, anche conosciuto come Vin Ruspo, al Barco Reale, poi il Carmignano Docg, il Carmignano Riserva Docg e il Gruma-rello, una riserva che nasce da una selezione delle migliori uve, fino ad arrivare al Vin Santo (quello classico) e al Vin Santo Occhio di Per-nice, prodotto da uve rosse. In degustazione i vini risultano legati da un fil rouge di estrema pulizia e da un prezioso bouquet floreale, ma ugualmente con le singole identità ben pre-senti, aiutati da una viticoltura che non vuole stravolgere né la tradizione né la vocazionalità della zona ma al contrario farle emergere.

foto

di P

amel

a Br

alia

Page 32: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

34

Tradition and innovation live to-gether in perfect harmony at Ar-timino, a huge estate that rises in the refined denomination of Car-mignano, province of Prato, whose roots are dated back to Cosimo III de’ Medici’s edict of 1716 (next year it will celebrate its 300th an-niversary). Our gaze wanders mer-rily through these 732 hectares of vineyards, olive groves and woods overlooked by the wonderful Villa “La Ferdinanda”, called “the hundred chimneys villa”. Built in 1596 according to a Buontalenti’s project, as operating base for the Medici’s hunting ground, the Villa is an UNESCO World Heritage Site and it’s still surrounded by some ruins of the Barco Reale, the ancient 30 miles wall erected by the Medici to protect their hunting ground. The estate welcomes pri-vate, cultural and artistic events in a dream-like location overlooking the heart of Florence. Today as ear-lier, the greatest challenge is wine-making, an activity exercised here since the times of the Etruscans, as some traces proof. The vineyards of Artimio spread out on 80 hect-ares around the estate, whose bor-

ders are marked by the river Arno. The production is around 400,000 bottles per year. Here grow Sangio-vese, basis of the Docg Carmignano (min. 50%), and Cabernet Sauvi-gnon, called French grape since Caterina de’ Medici’s time, and also Merlot, the traditional Canaiolo and Colorino, Trebbiano, Malva-sia and Chardonnay that give life to white wines and to three versions of Vin Santo. Artimio proposes 11 labels and, since 2015 harvest, it can count on the oenologist Filippo Paoletti’s experience. The new con-sultant will help the winery to cre-ate suitable wines for the foreign markets (which represent 40% of the exportations, with USA and Asia as reference areas) but also for the Italian and local ones. “Our family’s sto-ry with Artimino started thanks to our grandfather Giuseppe Olmo who in 1989 took

over the estate from a relative of his wife – says Annabella Pascale who is managing director together with her cousin Francesco Spotorno and is responsible for marketing and communication. Our grandfa-ther was a professional cyclist and won the gold medal at the Olym-pic Games in 1932 and 20 stages of the Giro d’Italia; but he was also a foresighted and versatile entre-preneur in many sectors. Nowadays my cousins and I represent the new generation of the family and we want to bet on quality and on a modern and dynamic image. We

are building relationships with the most important international mar-kets, never forgetting the Italian and Tuscan ones, through a versa-tile approach that includes also the Horeca channel”. For this reason, we can talk about a new direction for Artimino that aims to give a strong personality to each wine. “Our 25-years-long adventure with winemaking is a charming and exciting one – says Francesco Spotorno – and in this charming land we feel we can re-born every day. That’s why we bet on a constant renewal of the whole production that includes new plant-ing of vines, investments for the cel-lar, a new production philosophy with our new oenologist Paoletti, and a new design of our bottles. At Artimino we look at our back but only to interpret better our future”.• Artimio sets its eyes on the future

The new generation of the winery from Carmignano bets on a modern production philosophy and on a more dynamic approach to the marketsget the economical recovery and give new life to the sector WINES

Artimino proposes eleven labels that include the Doc and Docg of the ter-ritory. From Rosato, also called Vin Ruspo, to Barco Reale; then Carmi-gnano Docg, Carmignano Riserva Docg and Grumarello, a vintage wine fruit of a selection of the best grapes, up to Vin Santo (the classic one) and Vin Santo Occhio di Per-nice, made of red grapes. All these wines reveals an extreme cleanness and a precious flowery bouquet, but each label has its strong personality too, thanks to a winemaking that preserves both the tradition and the local peculiarities.

TENUTA DI ARTIMINOViale Papa Giovanni XXIII, 1

59015 Artimino - Carmignano (PO)Tel. +39 055 875141/ 055 8751426

Fax + 39 055 8751490www.artimino.com

Facebook: Facebook.com/artiminoresortInstagram: @artimino

Page 33: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

35

Page 34: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

36

Per cercare l’origine del legame fra famiglia Spalletti Trivelli e il mondo enologico dob-

biamo fare un salto indietro, ai primi del ‘900. L’area era quella della Rufina ma sulle bottiglie troneggiava già lo stemma di fa-miglia, lo stesso che oggi accom-

pagna l’avventura della cantina Pomario, in Umbria. Quando si parla di agricoltura biologica si dovrebbe intendere questo: un’a-zienda cinta da bosco, i cui circa quattro ettari si sviluppano in un micro-sistema a sé, separato da una strada bianca dal resto dell’universo. Il team di lavoro

è così composto: Giangiacomo Spalletti Trivelli e la moglie Su-sanna, i figli Andrea e Raimonda dediti al commercio e al mar-keting, l’agronoma Federica De Santis e l’enologa Mery Ferrara che dirige le operazioni in vi-gna e in cantina. Tutto è partito da una vigna molto vecchia, da cui sono stati recuperati cloni di Sangiovese, Malva-sia e Trebbiano. Sono al momento tre i vini prodotti. Il Rondirose è un rosato prevalen-temente da uve Mer-lot, con un bel colore intenso e luminoso, un naso che è un boquet di fiori freschi e pesca e un palato gentile. Il bianco – l’Arale – vie-ne fatto fermentare in barrique: è un blend di Malvasia e Trebbia-no da bere subito ma che si presta anche ad un’evoluzione in bot-tiglia, con sentori di

camomilla e fiori di campo, una nota quasi sulfurea, bella mine-ralità al naso e in bocca. Infine il Sariano, 100% Sangiovese, con note di amarena, rosmarino, pol-veroso, elegante ed equilibrato. Adesso che anche la nuova can-tina è stata inaugurata, Pomario ha tutte le carte in regola per far parlare di sé, anche lontano. •

The Spalletti Trivelli family’s relationship with the world of winemaking goes back to the beginning of the XX century. The production area was the one of Rufina but on its labels there was the same family coat of arms that now follow the family’s adventure of Pomario, in Umbria. The real meaning of organic agriculture should be this one: a winery surrounded by the wood, whose four hectares represent a micro-system in itself, separated from the rest of the world by a white road. The working team is made of Gangiacomo Spalletti Trivelli, his wife Susanna, their children Andrea and Raimonda, who are responsible for sales and marketing, the agronomist Federica De Santis and the oenologist Mery Ferrara, who manages the work in the vine-yard and in the cellar. Everything started from a very old vineyard, from which they recovered some clones of Sangiovese, Malvasia and Trebbiano. In this moment Pomario proposes three labels: Rondirose, a rosé made of Merlot that reveals an intense and bright color, a perfumed boquet of fresh flowers and peach and a gentle taste; Arale, a white wine fermented in bar-rique, a blend of Malvasia and Trebbiano that can be tasted immediately or let to develop in bottle, with perfumes of chamomile and wildflowers, a sulphurous inkling and mineral aromas; last but not least Sariano, 100% Sangiovese, with sour black cherry perfumes, rosemary aromas, dusty, el-egant and well-balanced. Now the new cellar has been opened, Pomario has all the potential to make a name of itself. •

Pomario: a farm in Umbria and an old vineyard…The Spalletti Trivelli family’s winery presents three wi-nes and its future project: a single-variety vinification of Sangiovese, a fermented in barrique white wine and a rosè wine

AZIENDA AGRICOLA POMARIO Loc. Pomario - 06066 Piegaro (PG) Tel. +39 075 8358579 - Cell. +39 347 0680626 - [email protected] – www.pomario.it

L’azienda, della famiglia Spalletti Trivelli, ha tre vini e tanti progetti per il futuro: un

Sangiovese in purezza, un bianco fermentato in barrique e un rosè

Pomario: un casale

in Umbria e una vecchia

vigna…DI CLAUDIA CATALDO FOTO DI PAMELA BRALIA

Page 35: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

37

AZIENDA AGRICOLA POMARIO Loc. Pomario - 06066 Piegaro (PG) Tel. +39 075 8358579 - Cell. +39 347 0680626 - [email protected] – www.pomario.it elanfi àtilauq al etaroilgiM

oniv ortsov led

oiaicca ni gnisuoh noc oniv li rep TUC-C oludoM

àtilibats al onarucissa olos non enoizartlif id isaf esrevid eLottepsa’l e àtilauq aus al ehcna onaroilgim en am ,oniv led acigoloiborcim

.ehcittelonagro ehcitsirettarac el odom nucla ni enrairav aznes ,elanif

ossecorp ortsov la attada ùip enoizartlif id anarbmem alled atlecs aLelouv is ehc elanif otatlusir led e enoizacilppa’lled adnoces a airav.ossecorp led otsoc e ottodorp led àtilauq emoc osetni ,erenetto

isaf el ettut ni etneilc li onangapmocca trekrüB id itrepse ilg enif elat Ainoizatsopmi elled e etnartlif eicifrepus atterroc alled atlecs alled

roilgim al odnatneserp ,ilamitto areinam ni evitarepo inoizidnoc elledazneirepse’l odnatturfs ,eznegise ertsov ella esab ni enoizulos

.odnom li ottut ni otisiuqca onnah TUC e trekrüB ehc elanneirulp

.atiutarg aznelusnoc anu rep icetattatnoC

17.09.59.20 .leT | ti.trekreub@ofni | tuc/ti.trekreub.www

ADV_Cut_vino_IGrandi_Vini_Layout 1 07/05/15 17:00 Pagina 1

Page 36: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

38

19 - 20 ottobre 2015 | BolzanoForum dei vini autoctonilun-mar: 11.00-18.00

OFFERTO DA

IN CHE SETTORE OPERA?O Albergo-HotelO RistoranteO BarO Cantina viniO EnotecaO Altro ________________

QUALE POSIZIONE OCCUPA?O CucinaO ServizioO FormazioneO SommelierO VenditeO Altro ________________

CHE ATTIVITÀ SVOLGE?O ImprenditoreO Direttore generaleO ResponsabileO Collaboratore

AUTOCHTONA

BUONO D’INGRESSO

2015

presentando questo coupon compilato in tutte le sue parti alle casse della manifestazione si ha diritto al ritiro di un biglietto d’ingresso per una persona

INFORMATIVA EX ART. 13 D.LGS 196/03 I dati da Lei inseriti saranno utilizzati da Fiera Bolzano SpA, quale titolare del trattamento dei dati, per consentirLe l’accesso alla manifestazione, per fini statistici e non ver-ranno in alcun modo trasmessi a terzi. In ogni caso Lei gode dei diritti previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 196/03.

CONSENSO FACOLTATIVO PER FINALITÀ DI MARKETING Fiera Bolzano SpA vorrebbe utilizzare i Suoi dati personali per l’invio, anche mediante strumenti telematici, di inviti omaggio, promozioni e informazioni relative a future manifestazioni o eventi.

Azienda

CAP Località Sigla Naz.

Indirizzo

Cognome Nome

e-mail

Firma ____________________________________________O Sì, dò il consenso O No, nego il consenso

AUTOCHTONA 2015

19 - 20 ottobre 2015 | BolzanoForum nazionale dei vini autoctoni

lun-mar: 11.00-18.00

www.autochtona.it

AU

TOCH

TON

A 2

015

È U

N E

VEN

TO F

RU

TTO

DE

LLA

COLL

AB

OR

AZI

ON

E T

RA

FIE

RA

BO

LZA

NO

E F

RU

ITE

COM

COMPILARE IN STAMPATELLO O ALLEGARE IL PROPRIO BIGLIETTO DA VISITA

MEDIAPARTNER

PARTNERTECNICI

PARTNERWINE-LOVERSE PREMIO

CO-ORGANIZZATORE

Wine CriticsSTAMPA ED ESPERTIINTERNAZIONALI IN GIURIA

Web 2.0PROMOZIONE DIGITALEtwitter.com/autochtonafacebook.com/autochtona

OLTRE

11.000 Inviti

2 GiorniDI DEGUSTAZIONI

12ª Edizione

INSIEME A

HOTEL 2015

FIERA INTERNAZIONALE PERHOTELLERIE E RISTORAZIONE19-22 OTTOBRE 2015

Autochtona AWARD

& Lagrein AWARD

AUT15-1421537-iGV226x280-it.indd 1 26/08/15 12:09

Page 37: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

39

Cambia lo scenario, ma non certo il fascino di certi luoghi siciliani, immutato da secoli. Da

Taormina all’Etna, dalla perla dello Jonio al vulcano patrimo-nio Unesco. È qui, nel cuore della Muntagna (come la chia-mano i catanesi!) che si è svolta lo scorso 29 settembre la VII edizione di Etna & Chic Chef, evento gastronomico di gran classe, organizzato dall’asso-ciazione Charming Italian Chef

(CHIC) con il sostegno della Federazione Italiana Cuochi e dell’Associazione Provinciale Cuochi Etnei. “Come cambia la cucina siciliana?”: questo il tema 2015 della kermesse e questo è ciò che hanno raccon-tato i protagonisti dell’evento: gli chef. Accanto a loro, i pro-duttori di vino dell’Etna, gran-de protagonista negli ultimi de-cenni dello scenario enologico nazionale e internazionale, ed i rappresentanti di quel mondo

enogastronomico siciliano che si sta esprimendo al meglio. La mattina del 29 la manifesta-zione si è aperta nelle Cantine Graci, nel territorio di Passopi-sciaro, con un incontro sui nuo-vi linguaggi del gusto isolano, fra tradizione, innovazione e prospettive future. Moderati dal giornalista Alex Revelli Sorini, sono intervenuti Camillo Pri-vitera, presidente Ais Sicilia, Giuseppe Benanti, produttore di vino, i docenti Cinzia Ran-

dazzo e Onofrio Corona, e Roc-co Pozzulo, presidente Federa-zione Italiana Cuochi. Etna & Chic Chef si è poi spostato nell’incantevole Golf Resort Il Picciolo, per la de-gustazione con alcune cantine del territorio, mentre la sera sono entrati in scena i veri pro-tagonisti dell’evento: la cuci-na siciliana ed alcuni dei suoi migliori interpreti, gli chef che hanno deliziato i partecipanti con gli show cooking. Raffa-ele Geminiani, direttore CHIC CHEF, Marco Sacco, presi-dente CHIC CHEF del ristoran-te Piccolo Lago di Verbania, 2 stelle, Giuseppe Bonsignore, Hostaria l’oste ed il Sacrestano di Licata, Felice Lo Basso Unico di Milano, Simone Stra-no, ristorante Senses dell’Hotel Monte Martini di Roma, Seby Sorbello dell’Esperia Palace hotel Zafferana Etnea, Martina Caruso dell’Hotel Signum di Salina, Andrea Ribaldone e Carmine Nozzolino JSH Ho-tel, oltre naturalmente al patron Pietro D’Agostino de La Ca-pinera. •

Quel paradiso gastronomicochiamato SiciliaL’elegante kermesse culinaria “Etna & Chic Chef” ha spiegato come cambia la cucina dell’Isola. E svelato il fascino dei vini del vulcano

DI ANTONIO IACONA FOTO DI ORAZIO PELLEGRINO

Page 38: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

40

Un primo resoconto della vendemmia, dell’Expo che sta per concludersi e le iniziative fino alla fine dell’anno. Di tutto questo parla Werner Wal-

dboth, responsabile Marketing del Consor-zio Vini Alto Adige.Può delineare brevemente l’andamento climatico dell’annata 2015 per l’Alto Adige?“Per quanto riguarda la viticoltura altoatesi-na, le condizioni meteorologiche quest’anno si sono sviluppate in modo sicuramente positivo. Dopo una primavera mite con precipitazio-ni nella media, l’estate anche in Alto Adige è iniziata con temperature piuttosto alte, ma comunque non afose. Questo ha permesso un impiego molto limitato dei trattamenti contro le due classiche malattie della vite, la pero-nospora e l’oidio. La situazione meteorologica stabile e soleggiata tra fine agosto e le prime settimane di settembre, è un altro aspetto posi-tivo che fa presagire un’annata eccellente, non solo per i bianchi ma anche per le uve a bacca rossa”.Anche se precoce, si può azzardare una previsione organolettica dei vini di que-sta annata?“È difficile fare una previsione, sono proprio le ultime settimane prima della vendemmia che hanno un grande influsso sul vino. Se il tem-po nelle prossime settimane non cambia molto ci aspettiamo vini freschi e fruttati con buona acidità”.Rispetto alla precedente, estremamente difficile, è possibile tirare un respiro di sollievo o sono state comunque delle cri-ticità?“La vendemmia 2015 sembra nascere sot-to una stella diversa rispetto all’anno scorso. L’annata 2014 è stata molto difficile. Con un meticoloso lavoro a mano nei vigneti siamo riusciti a produrre comunque uve di buona qualità, soprattutto per quanto riguarda quel-le a bacca bianca. La quantità, a causa dei

molteplici interventi che abbiamo dovuto fare in vigna, è risultata invece inferiore del 20% rispetto alle medie classiche. La vendemmia di quest’anno parte da presupposti molto più positivi: abbiamo acini più piccoli a causa del clima più secco rispetto all’anno scorso. Se da un lato questo penalizzerà i quantitativi, la qualità sarà superiore”.Parlando dell’Expo, ormai quasi a con-clusione, qual è stato il bilancio della partecipazione dell’Alto Adige per quan-to riguarda il settore enogastronomico?“Il Consorzio Vini Alto Adige ha partecipato a Expo proponendo una selezione di vini diversi ogni mese, con ampio spazio alle particolarità del territorio. La nostra presenza nell’ambito dell’esposizione universale ci ha garantito un’ampia visibilità a livello internazionale, permettendoci di entrare in contatto con mi-lioni di visitatori e stimolare interesse per la produzione vitivinicola dell’Alto Adige, met-tendone in luce i tratti distintivi”. •

Per l’Alto Adige i bilanci positivi non riguardano

solo l’ultima vendemmia ma anche i progetti in

essere e futuri

Un’ottima annataDI MARINA CIANCAGLINI

Alto Adige

Page 39: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

41

Alt

o A

dige

Amanti del metodo classico, riuni-tevi. Il paradiso di tutti i bollici-na-dipendenti si trova a Meltina, in provincia di Bolzano, a 1200

metri di altitudine e si chiama Arunda. Una piccola azienda a conduzione familiare che ha dedicato tutte le sue attenzioni alle pro-duzioni di spumanti da metodo classico, ormai da trent’anni a questa parte. Il fasci-no è tanto: le pupitres sono ospitate in un maso del XVI secolo, il remuage viene fatto a mano, l’affinamento sui lieviti può durare anche molti anni, fino a 8. Da tutto questo nasce una gamma variegata - le bollicine più alte d’Europa, come amano definirle – com-

posta da Brut, Extra Brut, Blanc de Blancs, la Cuvée Marianna (lavorata in barrique, con 48 mesi di permanenza sui lieviti), l’Excel-lor (da Pinot Nero, con un bel colore buccia di cipolla) e così via. Il lavoro portato avanti da Josef Reiterer e dalla moglie Marianne ed

oggi continuato dal figlio Michael – con gli ottimi risultati conseguiti in questi anni – è ormai ben noto alla critica e al pubblico di appassionati. Novità in vista? “Per adesso no, siamo già molto soddisfatti”, commenta Josef. (c.c.)•

Arunda, le bollicine più alte d’Europa

The paradise of all sparkling-wines lovers is in Meltina, in the province of Bolzano, 1200 metres above the sea level. It’s Arunda, a little family winery that has been producing only classic meth-od sparkling wines for 30 years. In its charming seat, a XVI century traditional farm, remuage is manual and wine refines on yeasts for many years, even up to 8 years. The result of this careful work is a rich range of sparkling wines – Brut, Extra Brut, Blanc de Blancs, Cuvée Marianna (in barrique, with 48 months on yeasts), Excellor (made of Pinot Nero and characterized by an in-tense onion peel colour) and so on. Josef Reiterer and his wife Marianne’s work is now continued by their son Michael with success and is well-known by conoisseurs and wine-lovers. Anything new in programm? “Not now – says Josef – we are al-ready very satisfied”.•

Arunda, the high European sparkling winesA family winery well-known by co-noisseurs and wine-lovers for its high quality sparkling wines. Classical me-thod, of course

Azienda a conduzione familiare, Arunda è ormai nota ad appassionati e critica per la qualità delle sue bollicine. Rigorosamente metodo classico

ARUNDA SRL Via Prof. Josef - Schwarz, 18 39010 Meltina (BZ) Tel. +39 0471 668033

Fax +39 0471 668229 [email protected] - www.arundavivaldi.it

FOTO DI PAMELA BRALIA

Page 40: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

42

Si chiama GMV – Gruppo italiano di Microbiolo-gia del Vino – e

si pone come obiettivo quello di “unire le forze per consolidare le cono-scenze in materia, sia a livello nazionale che in-ternazionale, e renderle fruibili per le aziende”. Sono le parole di Patri-zia Romano, Profes-sore Ordinario all’Uni-versità della Basilicata, specializzata nel settore dei lieviti naturali, starter industriali e bio-etanolo e coordinatrice del GMV, di cui ha curato la conferenza ad Expo lo scorso luglio. Un incontro focalizzato su “bio-trasformato-ri” e selezione dei microrganismi per il vino del futuro, nell’ottica di un terroir che, sem-pre più, viene legato non solo al contesto am-bientale e pedoclimatico ma anche a quello microbiotico. Come nasce la vostra ricerca?“L’Università della Basilicata indaga sui lie-viti vinari da oltre 15 anni, una ricerca che ha permesso di isolare lieviti da diverse va-rietà e zone e costituire una vasta collezione che rappresenta un interessante patrimonio di biodiversità”.Lieviti commerciali versus lieviti indi-geni: quali le differenze? “I lieviti da starter commerciali se da un lato presentano il vantaggio di un corret-

to avvio e prosieguo della fermentazione, dall’altro portano ad una standardizzazione e perdita della tipicità dei prodotti, derivanti dall’uso di un nume-ro limitato di ceppi per la produzione di vini diversi. I lieviti indigeni selezionati utilizzano invece il patrimonio naturale che esiste in un de-terminato territorio e che potenzialmente

può rappresentare la componente microbica meglio adattata all’ambiente”.Quali rapporti avete con le realtà pro-duttive della Basilicata? “Collaboriamo con diverse cantine in Basili-cata, sia nella zona dell’Aglianico del Vultu-re che con il Consorzio Doc Matera e diversi lieviti indigeni da noi selezionati sono stati saggiati in prove condotte in cantina”. Quali vie di sviluppo per il vino in Ba-silicata? “Considerata la produzione contenuta di vino della regione, l’impiego di starter indi-geni potrebbe rappresentare un’ottima stra-tegia per la produzione di vini con proprietà esclusive, conferendo così una connotazione di eccellenza a questi prodotti e rendendo-li più competitivi sul mercato. Rimando in merito al video “Lievito a misura di vino”, disponibile su YouTube”.•

La sfida della diversità microbica

tra tradizione e innovazione: il

progetto di 18 atenei italiani e tre centri

di ricerca guidati dall’Università della

Basilicata

Dalla ricerca un nuovo futuro per il vino lucano

DI IRENE GRAZIOTTO

Basilicata

CaratoVenusio: un vino prezioso ed ecosostenibile

Page 41: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

43

Siamo a Venosa, in Lucania, dove nacque il poeta del “nunc est biben-dum” e dove, dal 1957, la Cantina di Venosa rappresenta la tradizione

enoica. Un’azienda storica, con oltre 500 soci, fortemente legata al territorio e pertan-to desiderosa di preservarlo. Nasce da que-sto intento l’approccio ecosostenibile della cantina che con il fotovoltaico è riuscita ad azzerare la produzione di anidride carbonica e che imbottiglia in vetro riciclato al 70%. Il filo conduttore green va dai vigneti, dove

viene applicata la lotta integrata, al prodot-to finale, con i cartoni sigillati grazie a colle vegetali. L’attenzione in vigna permette di ot-tenere un’uva sana, portata a maturazione ot-timale prima di essere raccolta manualmente in piccole cassette, così da poter trasfondere tutta la sua bontà organolettica. Non a caso la cantina di Venosa sarà presente al Merano Wine Festival con due suoi prodotti: il Vigna-li, l’Aglianico base, e il Carato Venusio 2011, ovvero la Selezione ottenuta da uve Agliani-co in purezza che crescono su viti d 15-30

anni a 400 metri di altitudine. Il Carato viene vinificato in piccoli fermentini e svolge una macerazione pellicolare a temperatura con-trollata fra i 23 e i 26 °C per circa 8 giorni, per poi completare la fermentazione alcolica e malolattica in serbatoi inox. L’affinamento in botti di rovere per un anno ne completa il profilo aromatico fruttato con note di spezie, mentre in bocca il Carato si contraddistingue per la buona struttura, il tenore alcolico di 14.5% ben bilanciato dalla freschezza e dalla nota sapida, e la chiusura armonica. (i.g.)•

CaratoVenusio: un vino prezioso ed ecosostenibile

Carato Venusio: a precious and eco-sustainable wine A green approach, old vines and traditional winemaking: from Oracios hometown Carato Venusio goes to Merano

We are in Venosa, Lucania, homeland of the poet who wrote “nunc est bibendum”. Here in 1957 was founded Cantina di Venosa, the highest representative of the oenological tra-dition of this area. It is an historical winery, with more than 500 partners, that promote and protect their land. According to this phi-losophy, the winery has started an eco-sus-tainable policy: it employs 70% recycled glass bottles and, thanks to a photovoltaic system,

it has eliminated CO2 emissions. This green philosophy involves the vineyards, with inte-grated pest control, and the final product too, with vegetal glues for the packaging. A careful work in the vineyards produces healthy grapes manually harvested in small boxes to preserve their organoleptic qualities. Cantina di Venosa will propose two wines at Merano Wine Festi-val: Vignali, a basic version of Aglianico, and Carato Venusio 2011, a selection of single-

variety vinification of Aglianico grapes that grow on 15-30 years-old vines, 400 meters above the sea level. Carato ferments in small vats at controlled temperature (23-26°C) for 8 days. Then it completes its fermentation in stainless steel vats. One year refining in oak barrels perfects its aromatic fruity bouquet and give it spicy inklings ad a structured, well-bal-anced fresh, sapid and harmonic taste, with a 14.5% alcohol content. •

CANTINA DI VENOSA SCARL Via Appia - C.DA Vignali - Venosa (PZ) Tel. 0972 36702 - Fax 0972 35891 [email protected] - www.cantinadivenosa.it

Un approccio green, vecchi vigneti,

vinificazione tradizionale: dalla città natale di Orazio

il Carato Venusio sale a Merano

Basilicata

Page 42: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

44

Caleno, Faustiniano, Falerno: erano i vini campani che facevano ono-re alle tavole già durante l’Impero Romano. Grazie al territorio colli-

nare e montagnoso, ai terreni vulcanici, al clima assolato, la Campania è sempre stata terra dalla forte vocazione enologica. Oggi, all’apprezzamento dei rossi quali il Taurasi – noto come “il Barolo del Sud” – si è af-fiancato quello per i bianchi potenti, tra cui, primo fra tutti, il Fiano di Avellino. Ma il ventaglio degli autoctoni è ben più ampio e oltre al Greco, alla Biancolella, alla Coda di Volpe, annovera uve quasi sconosciute – ep-pure usate per rendere inimitabili i grandi vini isolani – come la Pepella e la Ginestra o il rarissimo Marsiliano. E il futuro? Sembra risiedere proprio in questa ricchezza ampe-lografica unita all’enoturismo “sfruttato an-cora solo in parte”, come puntualizza Nico-

letta Gargiulo, Presidente AIS Campania al secondo mandato, oltre che miglior som-melier d’Italia e della Campania nel 2007. Grandi bianchi campani. Quali le po-tenzialità?“Diverse e mutevoli, anche in riferimento allo stesso vitigno: il Fiano di Avellino, per esempio, è godibilissimo per il suo intenso corredo aromatico da giovane mentre riesce a raggiungere insospettati livelli di comples-sità quando venga lasciato affinare. Il Greco di Tufo si fa invece apprezzare soprattutto per la sua mineralità e acidità, dote comune anche alla Falanghina e al Fiano e che con-sente di effettuare lunghi invecchiamenti”. Campania e mercato: quale la situazio-ne attuale?“A differenza di pochi grandi marchi che riescono ad essere presenti nei mercati stra-nieri, la maggior parte delle aziende campa-

ne è di piccole dimensioni e si limita quindi a lavorare principalmente in Italia. Piccole dimensioni significa infatti numero ristret-to di bottiglie – non in grado di soddisfare le cifre richieste dagli importatori – pro-duzioni che valorizzano magari un vitigno sconosciuto – mentre all’estero chiedono soprattutto Aglianico e Taurasi – e, infine, ridotta disponibilità economica per gli inve-stimenti”.Quali ritenete siano le strade utili da percorrere?“Puntare all’enoturismo, che va benissimo soprattutto sulla costa amalfitana e quel-la sorrentina; ma molto si può ancora fare nell’entroterra. Poi unirsi e fare squadra sia per la promozione interna che per quella estera, con i Consorzi e le Strade del vino, ad esempio. E su questa strada purtroppo siamo ancora molto indietro”.•

Vitigni locali ed enoturismo, uniti al saper fare squadra. Le tre linee di sviluppo individuate da Nicoletta Gargiulo, Presidente AIS Campania

La forza dell’autoctonoDI IRENE GRAZIOTTO

Cam

pani

a

Page 43: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

45

Il “Corsaro”: l’Aglianico in purezza

Un appezzamento di die-ci ettari ad Agropoli, fra il mare e i monti del Cilento: un elemento

importante che dona alla zona un microclima in grado di favorire la maturazione ottimale delle uve. A ciò si aggiunge un’esperienza lun-ga tre generazioni fatta di profonda familiarità con l’uva Aglianico e la-voro manuale in vigna. Infine arri-va l’impronta innovatrice di Carlo, l’attuale titolare, che decide di in-vestire in ristrutturazione, innova-zione tecnologica, e restyling del-le etichette. Sono questi i pilastri fondanti dell’azienda Polito, la cui produzione annua si aggira sulle 50 000 bottiglie: un numero, spiega Carlo, che “ci permette di seguire in maniera accurata tutti i vigneti e le fasi di vinificazione”. La resa contenuta, sugli 80/90 quintali per ettaro, ottenuta con un lavoro di potatura accurato che consente l’evolversi di uno sviluppo di grap-poli per ceppo controllato, fa si che questi ultimi soddisfino il giusto grado di maturazione voluto, all’at-

to della vendemmia. Ciò consente, anche in annate dall’andamento climatico inusuale, di portare in cantine uve sane e mature, con un grado zuccherino naturalmente sostenuto. Ecco l’origine del “Cor-saro” 2011, l’Aglianico in purezza della cantina Polito che punta ad impatto coinvolgente dove il frutto gioca con la spezia e l’alcolicità sostenuta è bilanciata da freschez-za e sapidità. La fermentazione in acciaio permette infatti di svilup-pare le note fresche dell’Aglianico, i frutti di bosco, la ciliegia mentre l’affinamento in barrique aggiun-ge al corredo aromatico sentori di vaniglia e note tostate. Alla vista si presenta di color rubino mentre il sorso è asciutto ed equilibrato, ricco, adatto a piatti di carne o for-maggi importanti. (i.g.)•

A ten-hectare vineyard in Agropoli, between the sea and the mountains of Cilento, enjoys the ideal microclimate for the ripening of the grapes. More-over, it can count on a three generations’ experi-ence with Aglianico and a careful manual work.

Last but not least, there is the innovative drive of the actual owner, Carlo, who invested in systems, technology and in the restyling of the labels. These are the important basis of Polito: a winery that produces about 50,000 bottles per year. Small numbers, as Carlo explains, “let us follow care-fully every phase of the production”. Low yields (around 80-90 q/ha) and a careful pruning let to get an excellent production of healthy grapes, even during years with unusual weather condi-

tions. “Corsaro” 2011, is a single variety vinifica-tion of Aglianico, an intense wine with spicy and fruity perfumes and an important alcohol content well balanced by its freshness and sapid taste. Fermentation in steel let the fresh inklings of wild berries and cherry of Aglianico to develop, while ageing in barrique enriches its bouquet with va-nilla and toast aromas. A ruby red color and a dry and well-balanced taste make this wine the ideal companion for structured cheese or meat dishes. •

“Corsaro”: the pure Aglianico by PolitoAn oenological story made of hard work in the vineyard, low yields and a modern winemaking

AZIENDA VITIVINICOLA CARLO POLITOVia Malagenia 19, Agropoli (SA)Tel.0974/[email protected]

Una storia enologica fatta di intenso lavoro in vigna, rese basse e taglio moderno nella vinificazione

di Polito

Cam

pani

a

Page 44: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

46

- ETICHETTE AUTOADESIVE

- SLEEVES

- WRAP AROUNDVia Selene, 4 - Varese - www.rotografvarese.it - 0332 241616

PER OGNI TIPOLOGIA DIETICHETTE AUTOADESIVE

Si chiama ISA Milan – che sta per International Sparkling Awards - ed è la prima edizione di un

concorso, a dire il vero il primo in Italia, interamente dedicato al metodo classico, italiano o di pro-venienza internazionale. Il perché l’iniziativa abbia alla voce “luogo di nascita” la Lombardia è pre-sto detto: da una parte anche in questo caso l’Expo ha giocato un ruolo di acceleratore, dall’altra la regione detiene due delle grandi denominazioni rifermentate in bot-tiglia della nostra Penisola, ovvero l’Oltrepò Pavese e il Franciacorta. Fra i promotori troviamo Fabio Mondini, Delegato Ais dell’area Monza-Brianza.Come nasce e cos’è ISA Mi-lan? “Già da qualche anno, la seconda domenica di ottobre, organizzava-mo Bollicine in festa a Misinto: una manifestazione dedicata al metodo classico, con numerosi banchi d’assaggio e la presenza di alcuni prodotti provenienti an-che dall’estero. Da qui si è voluto fare un salto in avanti: abbiamo

pensato ad un concorso dedicato al metodo della rifermentazione in bottiglia e presentato il progetto alla regione, che l’ha subito spo-sato con entusiasmo. Le aziende

hanno avuto tempo fino al 20 ago-sto per inviare i campioni: si sono iscritte 157 aziende, per un totale di 375 etichette. La maggior parte sono italiane, ma abbiamo rice-vuto adesioni anche da Francia, Inghilterra, Australia, Danimar-ca, Slovenia, Romania, Russia, Sud Africa, Spagna e America del Nord. Le degustazioni sono in cor-so, ad opera di una giuria di grandi esperti e professionisti: i vincitori saranno annunciati il 24 ottobre, presso Villa Reale a Monza”.

Qual è la fotografia del meto-do classico nel mondo?“Il metodo classico è un sentie-ro affascinante, che molti Paesi hanno intrapreso e percorrono fra ottimi risultati e sfide. Mi viene in mente ad esempio l’Inghilterra che sta facendo dei buoni prodotti, di personalità. Anche altri paesi eu-ropei come Danimarca, Romania e Russia producono metodo clas-sico. La situazione italiana è molto vivace, basti dare un’occhiata ai numeri degli iscritti all’ISA Milan: la Franciacorta e l’Oltrepò Pavese hanno presentato un grande nume-ro adesioni, ma quasi tutta Italia ha aziende partecipanti che hanno vitigni autoctoni per la produzione del metodo classico”.Lei è un delegato Ais: quali sono i progetti che l’Associa-zione sta portando avanti nella vostra regione?“Per prima cosa stiamo portando a termine il nostro impegno in occa-sione dell’Expo. Al primo piano di Palazzo Lombardia si trova lo spa-zio Pianeta Lombardia: un’area dedicata alla promozione terri-toriale e agroalimentare, dove in

questi mesi si sono alternati i Con-sorzi di tutela delle varie denomi-nazioni, con degustazioni guidate curate proprio dai nostri somme-lier. In questi anni il presidente Fiorenzo Detti ha fatto un grande lavoro per la Lombardia, regione con il più alto numero di soci Ais d’Italia (circa 7.000). Riprende-ranno inoltre da fine settembre i corsi di formazione in tutte le dele-gazioni: il numero dei partecipanti in costante crescita testimonia che quello verso il mondo del vino è un interesse diffuso e che sono in molti a volersi avvicinare alla cultura del vino. Infine ci tengo a sottolineare un’altra iniziativa, portata avanti da Ais Lombardia, ovvero la formazione negli Istituti Alberghieri ai ragazzi di quarta e quinta, che dà un valore aggiunto al loro percorso professionale”.•

Un concorso dedicato esclusivamente al metodo classico, che non a caso si colloca nella regione che dà i natali all’Oltrepò Pavese e al Franciacorta

In Lombardia nasce ISA Milan

DI CLAUDIA CATALDO

I PARTNER DI ISA MILANRegione Lombardia, Camera di Commercio Monza e Brianza, Ais Lombardia, Love It Real Italian Food, Luigi Bormioli, Comune di Monza, Università degli Studi di Milano, Copagri, Gam - E20. Con il patrocinio di Expo Milano.

Page 45: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

47

Come va la vendem-mia in Oltrepò Pa-vese?“L’uva è così bella

che è quasi un peccato coglier-la, bisognerebbe lasciarla sui tralci per godere più a lungo del miracolo della vite: il mio è una specie di stupore reverenziale che mi coglie ad inizio di ogni vendemmia. Il vignaiolo (quale sono io) è come un sarto che sce-glie la stoffa, decide il vestito e il modello ma quando si tratta di dare il primo taglio si arresta per rispetto alla bellezza del tessuto. Così è il mio lavoro: un sarto in

cantina. L’abitudine mi dà corag-gio ma la bellezza del prodotto mi frena anche perché per il vino l’aggettivo non è bello, ma buo-no. E qui entriamo in un campo diverso. Il buono è un giudizio obiettivo che verrà emesso da chi assaggerà con competenza. Ma cosa vuol dire un buon vino per chi lo produce e ottimo vino per chi lo beve? Trovare una ri-sposta valida è molto difficile. Si aggiunge poi una coscienza di cantiniere esperto e premuroso, attento ma non invadente. L’uva perfetta di questa vendemmia va quindi portata in cantina e la-

vorata: speriamo che capisca che non è crudeltà ma una necessità per il futuro della mia azienda”.Ha dunque nuo-vi progetti per l’annata 2015?“Certamente sarà un anno di gran-di vini. Uscirà il nostro Gutturnio Riserva Romeo,

che non è stato prodotto lo scorso anno e il Luzzano 270, il Ros-so Riserva a base di uve Barbe-ra e Pinot Nero che esce solo in annate eccezionali. Faremo di nuovo il passito di Malvasia Ciel d’Oro,che aspettava da qual-che anno un’uva così perfetta. Aggiungerò poi alla gamma una nuova tipologia con un’uva bian-ca piacentina, l’Ortrugo. È una annata che esalta lo spirito crea-tivo e sarebbe un peccato frenare i nuovi progetti”.•

What about the harvest in Oltrepò Pavese?“Grape is so beautiful that seems quite a shame to pick it; we should leave it on the vines to enjoy little more this wonderful miracle: I have a sort of reverential amazement at the beginning of every harvest. Vine-grower is a kind of tailor who select-ed a fabric, a model but before begin-

ning to cut he hesitate a moment and admire the beauty of the cloth. My work is like this, I am a tailor in the cellar. Experience give me courage but the beauty of the grape sometimes make me hesitate because wine has to be good and not beautiful. And goodness is an objective opinion that will be expressed by those who will taste it with competence. What does

it mean the phrase “a wine which is good for a producer is good for a taster too”? It is very difficult to an-swer to this question. In addiction to this, we can count on a skillful and expert cellarman, a careful but not intrusive hand. The perfect grape of this year have to be processed: let’s hope it would understand that it is not an act of cruelty but a necessity for the future of my winery”.Do you have new projects for 2015?“Undoubtedly it will be a year of

great wines. We will present our Gut-turnio Riserva Romeo, a label that we have not produced last year, and Luzzano 270, a Rosso Riserva made of Barbera and Pinot Nero, produced only in the best years. We will pro-duce again our Passito of Malvasia Ciel d’Oro, which has been waiting such good grapes for many years. Also, I will introduce a new grape va-riety from Piacenza Ortrugo. In such an exalting year it would be a shame restrain new projects”. •

An interview with Giovannella Fugazza, Castello di LuzzanoA perfect harvest: poetical thoughts and practical conclusions of a Lady of Wine

Una vendemmia perfetta: pensieri poetici e conclusioni pratiche di una

Donna del Vino

CASTELLO DI LUZZANO Loc. Luzzano, 5 - 27040 Rovescala (Pv) Tel. 0523 863277 - Fax 0523 865909 - [email protected] - www.castelloluzzano.it

Intervista con Giovannella Fugazza,

Castello di LuzzanoLom

bard

ia

Page 46: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

48

Se fino a qualche tempo fa Sardegna face-va rima con Porto Cervo, spiagge e uve rosse potenti, le attuali ventate di novità scoprono un volto nuovo dell’isola, non

solo enologico ma anche caratteriale. Si nota una maggiore attenzione verso uve autoctone sinora marginali, come il Semidano, il Bovale sardo, il Cagnulari, dettata sia da un crescente interesse del mercato verso prodotti nuovi ma anche da una maturata autocoscienza e una

determinazione a non voler perdere un inesti-mabile patrimonio vitivinicolo. Cambia inoltre il modo di porsi dei produttori, che si aprono al dialogo riuscendo persino a dismettere quella maschera di diffidenza che li ha sempre pro-verbialmente connotati. Ne sono prova eventi come Volcanic Wines, il format dedicato ai vini da suoli vulcanici, ideato dal Consorzio di So-ave e ospitato lo scorso agosto dalla Cantina di Mogoro nell’omonima località del Campidano.

Un’occasione per scoprire che la Sardegna non è solo mare ma è anche terra vulcanica e che vi si producono non solo vini da costa come il Ver-mentino e il Torbato o la pur elitaria Malvasia di Bosa, ma anche vini a quasi 150 metri sul li-vello del mare. L’annata 2015 si rivela positiva sia per l’attenzione dei media - con il Vinitaly che celebra il Cannonau e Wine Spectator che premia quale miglior vino d’Italia un’etichetta sarda, peraltro giovane - sia per l’aspetto pro-duttivo che, stando al bollettino di Assoenologi di settembre, darà vita a “vini di ottima qualità” su valori che si aggirano sui 750 mila ettolitri di cui il 60 per cento a base rossa. Un fermento enologico che porta le nuove realtà

a puntare anche su uve autoctoni minori e che quest’anno ha permesso di conquistare il podio dei

migliori vini d’Italia secondo Wine Spectator

Sardegna, non solo Cannonau

e VermentinoDI IRENE GRAZIOTTO

ATTENZIONE AL TAROCCO SARDO!Un bagaglio enogastronomico che fa gola a molti, e non parliamo solo dei consumatori. Il mercato della contraffazione sa infatti bene quanto vale economicamente l’appeal sardo, per la precisione 3 miliardi di euro. È questo il valore in prodotti contraffatti e smerciati come autenticamente sardi quando invece sono lavorati fuori dall’isola, con materie prime di qualità scarsa e tecniche tutt’altro che tradizionali: è il caso dei maialetti da latte importati da Francia e Olanda e spacciati come sardi, oppure l’olio sardo da oliveti spagnoli e greci per non parlare della bottarga del Nord Africa e del Brasile o del Fil’e Ferru di Sardegna con tanto di etichetta a motivi tipici prodotto con acquavite di vinaccia a Bergamo e imbottigliato a San Marino.

Page 47: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

49

Una determinazione che genera entu-siasmo e passione: con queste pre-

messe da oltre 50 anni si lavo-ra alla Cantina di Santadi, nel cuore del Sulcis, suggestiva zona della Sardegna a pochi chilometri dalle meravigliose spiagge e dune bianche di Porto Pino. Un obiettivo ambizioso ha da sempre accompagnato il lavoro della Cantina, ovvero quello di puntare sul vino im-bottigliato, in primis sui rossi tipici del territorio, per dare visibilità ed identità al cul-tivar principe, il Carignano,

pur senza trascurare i vitigni a bacca bianca tradizionali del-la Sardegna, quali Vermenti-no, Nuragus e Nasco. Per farlo a Santadi si è sem-pre e solo puntato in alto, avvalendosi dell’ausilio di un enologo di fama internaziona-le come Giacomo Tachis, la cui consulenza ha segnato un punto di svolta per la Cantina.Un impegno assiduo e costan-te per valorizzare sì il proprio operato, ma anche per salva-guardare una tradizione lo-cale fatta di gusto, cultura e storia che sono l’essenza della realtà contadina in cui la Can-tina di Santadi nasce.•

A stubbornness that provoke enthusi-asm and passion: starting from this, Cantina di Santadi has been working for more than 50 years in the heart of Sulcis, a suggestive area of Sardinia, few kilometers far from the wonderful white beaches of Porto Pino. Its work has always been combined with an ambitious aim: to bet on bot-

tled wine, on the typical red wines of this area first of all, and to promote Carignano,the main autochthonous grape variety of this area, without dis-regarding the traditional white ones such as Vermentino, Nuragus and Nasco. For this reason, Santadi has always set its sight high. In fact, it can rely on an

internationally renowned oenologist, Giacomo Tachis, whose advice has rep-resented a turning point for this winery. This constant commitment of Santadi is addressed not only to the promotion

of its own productions, but also to pro-tect a local tradition made of tastes, culture and history, which is the es-sence of the peasant reality where the winery plunges its roots. •

From the heart of Sulcis, the power of Sardinian winesSince 1960 Cantina di Santadi has been promoting and en-dorsing the great red wines of Sardinia

Dal 1960 la Cantina di Santadi opera per valorizzare i propri prodotti e per far conoscere al mondo tutta la potenza dei grandi rossi sardi

CANTINA DI SANTADIVia Cagliari 78 09010 Santadi CITel. 0781 950127Fax 0781 950012www.cantinadisantadi.itcantinadisantadi@cantinadisantadi.it

Fiori all’occhiello della Cantina sono i vini a base Carignano, in cui la compo-nente acido or-ganica, i tannini, il grado alcolico ed il valore po-lifenolico ben si equilibrano tra loro lasciandosi perfettamente armonizzare dal ponderato uso della barrique francese.

Dal cuore del Sulcis,

tutta la potenza

dei vini sardi

Sardegna

Page 48: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

50

Se si pensa alla Toscana e alle sue province viticole per eccellenza, quella di Prato non salterà subito alla mente dei più, bypassata da

nomi ben più blasonati che hanno il vino nel proprio Dna. La differenza però non sta tanto nell’avere o meno il gene “enologico”, piuttosto nell’essere stati bravi a farlo sape-re al resto del mondo. Prato, in questo, deve fare mea culpa: ma quando a fare vini si è in pochi – benché con classe – e l’indot-to economico sta altrove, le cose si fanno

senz’altro più complesse. Il Carmignano nasce nell’ala sud ovest della provincia: Doc dagli anni ’70 e final-mente Docg dal 1990, è un vino che ha ori-gini antiche, anche se nel corso della sua storia ha dovuto più volte combattere per guadagnarsi la sua meritata indipendenza identitaria. Senza stare a ripercorrere tutti i tasselli di una storia che risale ai tempi degli Etruschi, è sufficiente fermarsi un at-timo su una data: 24 settembre 1716, anno in cui Cosimo III de’Medici scrisse di suo

Terra di sapori, prodotti tipici, buoni vini e ritmi slow. Con un grande protagonista: il Carmignano Docg

Toscana

Prato, terra di viniFOTO E ARTICOLO DI CLAUDIA CATALDO

Page 49: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

51

pugno un bando che diventerà il primo di-sciplinare – ante litteram – della storia, prima ancora delle famose Aoc francesi. Cosimo sentì il bisogno di proteggere quat-tro vini d’eccezione, che già allora spicca-vano per le loro qualità, fra cui proprio il Carmignano, figlio di una terra così tanto amata da tutta la famiglia da averci co-struito le loro ville più belle. Oltre alla sua personale storia, il Carmignano si distingue da tutti i prodotti della regione anche per la sua “ricetta” di produzione: un 50 per cen-to minimo di Sangiovese, fino ad un 20 per cento di Canaiolo, un 10 massimo di altri vitigni complementari, ma soprattutto un obbligatorio 10-20 per cento di Cabernet, che qui non è un vitigno arrivato su spinta di una moda “internazionale”, ma fu porta-to dalla stessa Caterina de’Medici nel XVI secolo, o almeno così ci si è sempre traman-dati da queste parti. Le aziende oggi – solo 12 – danno ottime interpretazioni di questo prodotto. Si con-serva il carattere familiare, tradizionale, contadino, visto che il boom turistico non ha mai intaccato prepotentemente le nor-mali attività: troviamo dei viticoltori genu-ini, che non significa ingenui, che portano avanti un lavoro mirato, illuminato e di pregio. Rossella, di Fattoria di Bacchereto, nell’omonimo paese, racconta che ha inizia-to a lavorare secondo i principi della bio-dinamica nel 2001: “Non ne sapevo niente di chimica ed enologia, cercavo un modo di approcciarmi al vigneto che fosse semplice, immediato. Quando ho conosciuto la bio-

dinamica ho capito che era la mia strada. Difficile? Per niente. La natura è più for-te di mille artifici”. Lo racconta stappando un suo Terre a Mano, che è un tripudio di sentori di frutta scura, tabacco, balsamicità, con una bocca che è eleganza e velluto, ma anche carattere. Il 2004 è una meraviglia: un giovane promettente bambino che è di-ventato un fantastico adulto. Sempre a Bac-chereto, spunta anche un volto noto: quello del notaio Luigi Pocaterra, conosciuto per la trasmissione “Affari Tuoi”. Qua la fami-glia, in particolare Claudia, si occupa di tutto, dai lavori di cantina fino alla commer-cializzazione. Con entusiasmo si guardano i numerosi premi che l’azienda sta iniziando ad appendere alla parete e si degustano i vini – il salto di qualità è evidente – con ottime annate, come la 2007 e la 2010, assolutamente promettente. Un’altra chia-ve di lettura enologica, dove la spezia e la componente terziaria la fanno da padrone, ma con armonia, come si confà al lavoro dell’enologo Barbara Tamburini. “L’esserci un volto noto aiuta a farsi conoscere – com-menta Pocaterra – ma ci deve essere a mon-te un buon lavoro dell’azienda e dell’intera denominazione”. Il Consorzio – guidato da Fabrizio Pratesi, dell’omonima azienda – sta lavorando proprio in questa direzione. E l’anniversario del Bando di Cosimo, che si celebrerà il prossimo anno, sarà sicura-mente foriero di iniziative e attività volte proprio a promuovere la notorietà di que-sto vino, che ha tutte le carte in regola per accedere al gotha dell’enologia nazionale. •

Page 50: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

52

Vecchia Cantina di Montepulciano: obiettivo qualità

Vecchia Cantina di Montepulciano, una delle realtà vitivinicole più im-portanti della Toscana in quanto a numeri e indotto economico e con

il primato della cooperativa più antica della regione, prosegue il suo percorso di qualità. A raccontarlo è il presidente Adriano Ciofini che manifesta entusiasmo per la campagna ven-demmiale in corso: “le uve sono belle e sane;

il Sangiovese ha beneficiato dell’andamento climatico primaverile ed estivo, direi che si prospetta un’ottima annata”. Che la qualità sia in primo piano, lo conferma anche il ric-co palmares di medaglie e riconoscimenti che anno dopo anno arriva a pioggia sui vini della cooperativa: in particolare, in questo 2015, troviamo i 92 punti di Wine Spectator per il Nobile di Montepulciano Poggio Stella 2011, i 91 punti per il Nobile di Montepulciano Le-one D’Oro, sempre annata 2011 e 93 punti per il Vin Santo Poggio Stella 2009, più la meda-glia d’Oro al Berline Wine Tropy con il No-bile 2012. Anche giocando in casa le soddisfazioni non mancano, come i due bicchieri nella guida Vini d’Italia del Gambero Ros-so per ben quattro vini: Vino Nobile di Montepulciano Docg 2011 Vecchia Cantina, Rosso di Montepulciano Doc 2013 Pog-gio Stella, Rosso di Montepulciano Doc 2013 Redi e Vin Santo di Mon-tepulciano Doc

2009 Poggio Stella, quest’ultimo premiato anche con le tre bottiglie sulla guida dell’E-spresso. Questo perché ognuna delle 6 milioni di bottiglie prodotte è frutto del lavoro di pic-coli vignaioli: e Vecchia Cantina è la cabina di regia che assicura un lavoro “di pregio”, anche in grande scala. (c.c.)•

Vecchia Cantina di Montepulciano, one of the most important oenological realities in Tuscany and the oldest cooperative in the region, contin-ues its path of quality. Presidente Adriano Ciofini shows us his enthusiasm for the current harvest:

“Our grapes are beautiful and healthy; Sangio-vese has enjoyed the weather conditions in spring and summer, we are expecting an excellent har-vest”. A proof of the quality of these wines is the rich medal collection of Vecchia Cantina di Mon-tepulciano: in 2015, it has already collected 92 points by Wine Spectator for Nobile di Montepul-ciano Poggio Stella 2011 and 91 points for Nob-ile di Montepulciano Leone D’Oro 2011. Also in Italy the cooperative has received many acknowl-edgments: two glasses on Guida Vini d’Italia

by Gambero Rosso for four labels, Vino Nobile di Montepulciano Docg 2011 Vecchia Cantina, Rosso di Montepulciano Doc 2013 Poggio Stella, Rosso di Montepulciano Doc 2013 Redi and Vin Santo di Montepulciano Doc 2009 Poggio Stella. This last one has been awarded with three bottles on the Espresso guidebook. Each one of the 6 mil-lion bottles produced by the cooperative is the fruit of little producers’ work: Vecchia Cantina is the control booth that guarantee prestigious results, even on a large-scale. •

Vecchia Cantina di Montepulciano: the first aim is qualityExcellent forecasts about the harvest, after a 2015 rich of national and interna-tional acknowledgments

VECCHIA CANTINA DI MONTEPULCIANO Via Provinciale, 7 53045 – Montepulciano (SI) Tel. 0578 716092 Fax 0578 716051 [email protected] www.vecchiacantinadimontepulciano.com

Ottimi i pronostici vendemmiali, dopo un 2015 ricco di riconoscimenti su scala nazionale e internazionale

Toscana

Page 51: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

53

A charity calendari s the new project by Capannelle, the winery that rises in the heart of Chianti Classico and is famous for its wine (80,000 bottles from its 16 hectares) but also for its innovation and wide vision. This time the idea starts from Gaiole in Chi-anti and connects it to world, thanks to the friend-ship between Manuele Verdelli, Sales Manager, and the photographer Stefano Belussi.

The calendar Capannelle Glamour 2016 is made of 12 black and white shots of 12 models (among which Justin Matera) in 12 exceptional locations: the best restaurants and hotels selected by Capan-nelle’s prestigious customers. Among its pages we find Arnolfo in Colle Val D’Elsa (chef Gaetano Trovato), la Locanda dei Medici in Grosseto, ho-tel Oberwirt in Marlengo, hotel Byron in Forte dei

Marmi, La Piazza in Montecarlo (France), Enoteca Guerini Ponte in Legno (Brescia), Da Ivo in Venice, the Trattoria Omero a Firenze. The calendar will be available from November in all the Italian ki-osks and in the Mondadori bookshops, but also in France, Germany, UK and Asia. Proceeds will be entirely devolved to Associazione NiCha, Stefano Belussi’s ONLUS that has been operating for five years in Peru for needy children. Thanks to Capan-nelle Glamour 2016 the ONLUS will create an or-phanage to save children from the street.•

Capannelle Glamour 2016: that’s how wines becomes “good” The last project of the winery of Gaiole is a calendar to help an ONLUS for Peru

Capannelle Glamour 2016: ecco

come il vino diventa “buono”

SOC. AGR. CAPANNELLE A.R.L.Località Capannelle, 13

Gaiole in Chianti (Siena) - ItaliaTel. +39 0577 [email protected]

Un calendario per be-neficenza: è questo il nuovo progetto di Ca-pannelle, l’azienda nel

cuore del Chianti Classico che si distingue non solo per il vino (80.000 bottiglie da 16 ettari) ma anche per innovazione e visione a 360 gradi. Questa volta l’idea parte da Gaiole in Chianti e colle-ga direttamente al mondo, grazie all’amicizia di Manuele Verdelli, Sales Manager, con il fotografo Stefano Belussi.Nasce così il calendario Capan-nelle Glamour 2016: 12 scatti in

L’ultima iniziativa dell’azienda di Gaiole: un calendario per aiutare una ONLUS per il Perù

bianco e nero, con 12 fotomo-delle (e con la partecipazione di Justin Matera) in altrettante loca-tion d’eccezione: il meglio del-la ristorazione e dell’hotellerie selezionato da Capannelle, che ha pescato tra i suoi clienti più prestigiosi. Così scorrendo i mesi si trovano Arnolfo a Colle Val D’Elsa (chef Gaetano Trovato), la Locanda dei Medici a Grosseto, l’hotel Oberwirt a Marlengo, l’ho-tel Byron a Forte dei Marmi, La Piazza a Montecarlo (Francia), l’enoteca Guerini Ponte di Legno (Brescia), Da Ivo a Venezia, la

Trattoria Omero a Firenze. Il calendario sarà da novembre in tutte le edicole della peniso-la (isole escluse), nelle librerie Mondadori e in Francia, Germa-nia, Inghilterra e Asia. Il ricava-to sarà interamente devoluto all’ Associazione NiCha, la ONLUS di Stefano Belussi che da cinque anni opera in Perù e accende i ri-flettori sui bambini che vivono in condizioni difficili. Grazie a Ca-pannelle Glamour 2016 verrà re-alizzato entro il prossimo anno un orfanotrofio a favore dei bambini da sottrarre alla strada. (s.a.) •

Toscana

Page 52: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

54

2-3 dicembre 2015Centro Congressi Veronafiere | Verona

IL FORUM SUL BUSINESS DEL VINO

INFORMAZIONE, quale sarà l’evoluzione dei mercati nel prossimo futuro?

INTERNAZIONALIZZAZIONE, come conquistare i mercati esteri?

INNOVAZIONE, quali sono i più avanzati strumenti di marketing per la cantina?

E MIGLIORAMENTO come gestire al meglio la cantina?

PER IL BUSINESS DEL VINO

Per informazioni Seguici su

email: [email protected] / tel: 045 8298000

www.wine2wine.net

OFFERTA RISERVATA AI LETTORI “I GRANDI VINI” • Quota di iscrizione 195€ + IVA* anziché 295€ + IVA sconto € 100,00 + IVA* con codice sconto IGV100

(*tariffa ridotta riservata € 195,00 + IVA per iscrizioni entro il 30/10. Non cumulabile con altre offerte)

Page 53: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

55

Un piccolo borgo immerso nella campagna senese si trasforma come nelle leggende in una famo-sa cantina e infatti nasce proprio

dalla leggenda di un drago che un giorno de-cise di utilizzare il suo fuoco per far nascere dalle sue ceneri una vigna.Così descrive il catalogo Adriano Giubbi, di-

rettore vendite, nella mattinata trascorsa nel Borgo de Il Drago e La Fornace. Chi si ferma è perduto è il motto con cui gli amici Marco e Claudio acquistano da un famoso enologo il Borgo e avvia-no un ambizioso progetto: unire il design al vino e all’hospita-lity.È così che dalle vigne generate dal fuoco che l’a-zienda produce tre vini rossi e tre bianchi e il mitico Carbonaie, Super Tuscan firmato dall’Enologo Paolo Caciorgna. E poiché l’abi-to fa il monaco, i nostri decidono di

puntare forte sulle etichette, vere e proprie opere d’arte e design realizzate dallo staff.Tra i progetti già realizzati, una struttu-

ra per gli eventi e – attenzione! – per il futuro la scommessa di produrre delle bollicine con il metodo Champenoise. Le viti di Chardonnay sono già alte e l’an-

no prossimo vedremo i primi frutti. L’avete capito! Presso il

Drago e la Fornace non troverete nulla di scon-tato. •

A little country village near Sienna becomes a fa-mous winery in a legend such as the one that gives its name to this winery. The story talks about a dragon who once upon a time decided to create a vineyard with its fire. Adriano Giubbi, the sales manager, tells us this

story during our tour of Il Drago e La Fornace. He who hesitates is lost, says Marco and Claudio when they decide to buy the estate from a famous oenolo-gist and start their ambitious project: to combine wine, hospitality and design. The winery produces three red wines and three white wines, beside the

legendary Carbonaie, Super Tuscan by the famous oenologist Paolo Caciorgna. The two friends de-cide to bet on a strong and distinguishable image, converting their labels in works of art. Among their projects, there is also the creation of a welcoming structure for events and in the future the production of sparkling wines with the Champenoise method. Chardonnay vines are ready to produce their fruits next year. At Il Drago e la Fornace nothing is taken for granted. •

Il Drago e la Fornace: when wine rhymes with designWine and design: the special combination that architects Marco Pocci and Claudio Dondoli has realized in their winery in Colle di Val d’Elsa

Il Drago e la Fornace: quando wine rima con design

IL DRAGO E LA FORNACE BY ARKILINE SNC

Località Santa Maria della Fornace53034, Colle di Val d’Elsa (SI)

tel. +39 0577 922701 [email protected]. ildragoelafornace.com

Wine e design: è questo lo speciale connubio con

cui gli architetti Marco Pocci e Claudio Dondoli,

di fama internazionale, hanno dato vita alla loro

azienda vinicola in Colle di Val d’Elsa

DI ALBERTO BRILLI FOTO DI LINDA FROSINI

Toscana

Page 54: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

56

Page 55: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

57

I ristoranti californiani più prestigiosi stanno per accogliere qualcosa di nuo-vo: il Chianti Docg della Fattoria di San Quintino imbottigliato nel classico fia-

sco (già premiato con la Gran Medaglia d’Oro 2015). Un riediting (rigorosamente Made in Italy) della tradizionale bottiglia anni ’70, in un formato da 750 ml.L’azienda di San Miniato ha infatti intui-to che il connubio Chianti e fiasco accende l’immaginario (e il palato) degli appassionati di Italia e Toscana. Se si aggiunge la multi

premiata qualità del vino (i vini San Quin-tino vantano numerosi premi indice di una continuità produttiva di alto livello) e l’otti-mo rapporto qualità-prezzo con cui l’azien-da si fa largo tra la concorrenza, ecco spie-gato come il lancio di questo packaging le stia aprendo nuove opportunità sul mercato estero (americano ed estone tanto per comin-ciare). Dopo il successo riscosso al ProWein di Düsseldorf (marzo 2015), il Chianti San Quintino è pronto per presentarsi alle fiere di Copenaghen, Honk kong, Singapore, Brasile

e Canton. Infine il nuovo ha investito anche Quinto (Merlot 100% IGT) disponibile ora nella bottiglia da tre litri, bella da esporre e ottima da degustare.•

Il Chianti della Fattoria San

Quintino parla americano

The best restaurants of California are ready to welcome something new: Chi-anti Docg by Fattoria di San Quintino (already awarded with the Gran Gold Medal 2015) in the classical wicher wine bottle. In fact, the winery from San Miniato is proposing a new (rigorously made in Italy) edition of a traditional 750 ml bottle, knowing well that the combination of wicher wine bottle and Chianti fires all Italy and Tuscany lovers’ imagination (and taste). In addition to this, there is the award-winning quality of the wines by Fattoria San Quin-

tino and their excellent quality-price ratio that makes them competitive even on the international level. In particular, the new packaging is opening good op-portunities on the American market. After the success at ProWein in Düsseldorf (March 2015), Chianti San Quintino is ready to be presented at the expositions of Copenaghen, Honk Kong, Singapore, Brazil and Canton. Last but not least, the new trend has affected Quinto too (Merlot 100% IGT) now available in the three liters bottle: a beautiful packaging for an excellent wine. •

Fattoria San Quintino’s Chianti speaks AmericanThe new wicher wine bottle achieves resounding successes: America is only the first stage

Il nuovo fiasco dell’azienda miete consensi, l’America è solo l’inizio...

FATTORIA DI SAN QUINTINO via San Quintino, 3 - 56027 San Miniato, PI tel e fax 0571 408005www.fattoriasanquintino.it - [email protected] - Facebook: Fattoria di San Quintino

DI BARBARA AMOROSO FOTO DI LINDA FROSINI

Tosc

ana

Page 56: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

58

2 0 1 6

12a edizione

APPASSIONATAMENTE MEDITERRANEO

2 0 1 612 a e d i z i o n e

IL SALONE INTERNAZIONALE DEI VINI E DEI LIQUORI MEDITERRANEI

www.vinisud.com

FRANCIA15.16.17

MONTPELLIERFEB

VINISUD_2016-AP_ITA_I_Grandi_Vini_226x280mm-2015_07.indd 1 09/07/2015 17:37

Page 57: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

59

2 0 1 6

12a edizione

APPASSIONATAMENTE MEDITERRANEO

2 0 1 612 a e d i z i o n e

IL SALONE INTERNAZIONALE DEI VINI E DEI LIQUORI MEDITERRANEI

www.vinisud.com

FRANCIA15.16.17

MONTPELLIERFEB

VINISUD_2016-AP_ITA_I_Grandi_Vini_226x280mm-2015_07.indd 1 09/07/2015 17:37

Vignamaggio is one the most ancient wineries of Tuscany: a jewel of the Renaissance in the heart of Chianti Classico, between Sienna and Florence, in a wonderful landscape made of little villages, woods and vineyards. In the 200-hectare estate, about 60 are vineyards of Sangiovese, Merlot, Cab-ernet Franc, Cabernet Sauvignon, Malvasia Bianca

and Trebbiano. Here winemaking has a 600-years history: combining tradition and technology, Vi-gnamaggio has reached a production of 300,000 bottles of Albaluce, Il Morino, Chianti Classico Terre di Prenzano, Chianti Classico Gherardino, Chianti Classico Gran Selezione, Wine Obsession, Cabernet Franc and Vinsanto. In 2014 the winery

has started a process of conversion to the organic production which is part of a wider project of protec-tion of the environment. Among the buttonhole la-bels of Vignamaggio there is Chianti Classico Gran Selezione Docg Riserva di Monna Lisa, produced only in the best years and made of selected grapes of Sangiovese, blended with some Merlot and Cab-ernet Sauvignon: a warm and enveloping, intense and perfumes wine that instill all the charm and history of a unique place like this. •

Vignamaggio, 600 years of the history of wineAmong the buttonhole labels of the winery, there is Chianti Classico Gran Selezione Riserva di Monna Lisa: a full-bodied and intense wine

Vignamaggio, 600 anni di storia del vino

VILLA VIGNAMAGGIO Via Petriolo, 5 - 50022 Greve in Chianti (FI)

Tel. +39 055.85.46.61 - Fax +39 [email protected]

[email protected] www.vignamaggio.com

Vignamaggio è una delle più antiche aziende agricole della Toscana: un gioiello rinascimentale nel cuore del Chianti Classico, fra Siena e

Firenze, in un paesaggio costellato da piccoli borghi e immerso tra boschi e vigneti. Degli oltre 200 ettari della tenuta, poco più di 60 sono oggi dedicati alla coltivazione della vite, prevalentemente Sangiovese, Merlot, Caber-net Franc, Cabernet Sauvignon, Malvasia Bianca e Trebbiano. Il vino qua lo si fa da più di 600 anni: fra storia, tradizione e tecnolo-

gia, l’azienda ha rag-giunto una produzio-ne di circa 300 mila bottiglie, divise fra Albaluce, Il Morino, Chianti Classico Terre di Prenzano, Chianti Classico Gherardi-no, Chianti Classico Gran Selezione, Wine Obsession, Cabernet Franc e Vinsanto. Nel 2014 è cominciato inoltre il processo di conversione biologica, tassello di un progetto di più ampio respiro volto alla salvaguardia dell’ambiente e all’ot-tenimento di una qualità “trasversale”, non solo qualitativa. Fra i vini di punta di Vigna-maggio spicca il Chianti Classico Gran Sele-zione Docg Riserva di Monna Lisa, prodotto solo nelle annate migliori e da uve seleziona-

tissime di Sangiovese, con un piccolo taglio di Merlot e Cabernet Sauvignon: un vino caldo, lungo, intenso, profumato, che sa esprimere in degustazione tutto il fascino e la storia di un luogo unico come questo. (c.c.)•

Fra i prodotti di punta dell’azienda, spicca

il Chianti Classico Gran Selezione Riserva

di Monna Lisa: pieno e intenso

Toscana

Page 58: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

60

Un’annata felice, le cui condizioni meteo hanno favorito, sia per le uve bianche che per quelle

rosse, sanità degli acini e raggiun-gimento di una piena maturità po-lifenolica. E se, come rilevato dal bollettino di Veneto Agricoltura,

è solo l’acidità totale ad esser leg-germente diminuita, per le rese la tendenza è tutt’altra: Assoenologi parla infatti di un aumento del 10 per cento rispetto allo scorso anno, che colloca il Veneto in testa alla classifica italiana per produzione. Un “bipolarismo” bianco-rosso ben delineato, con il veronese dove vige l’egemonia dei grandi rossi e il trevigiano sempre più glauco, con circa l’83 per cento della superficie coltivata a bacca bianca per una produzione provinciale di 4 milioni 560 mila quintali a fronte dei 740 mila a bacca rossa (dati Veneto Agricoltura). Un trend, quello dello sviluppo delle varietà bianche, che viene confermato anche da Avepa, l’Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura che si occupa anche di aiuti e contributi, col cui Direttore Fabrizio Stella abbiamo approfondi-to alcuni dati.

Qual è l’estensione attuale del vigneto Veneto?“La superficie vitata in Veneto co-pre oggi 79.850 ettari e, negli ultimi anni, è aumentata di circa il 2 per cento all’anno” .Prevalgono le grandi aziende o quelle medie? “La superficie vitata media delle aziende venete si aggira sui 2,5 et-tari, dato che la colloca come una Regione dove prevalgono le medie e piccole aziende”.Rimpianti e riconversioni: quali i numeri attuali e le varietà che vanno per la maggiore?“Mediamente, ogni anno, vengono reimpiantati circa 3.500 ettari per i quali vengono richieste soprattutto Glera, Pinot Grigio, Corvina, Char-donnay e Garganega”.A seguito del fenomeno Prosec-co si assistono a numerose ri-conversioni a Glera dei vigneti.

Qual è lo status quo?“I dati rivelano che nell’ultimo lu-stro la Glera è diventata la varietà maggiormente utilizzata nei nuovi impianti e la prima per ettari vita-ti in Veneto. A motivare tale scelta sono ragioni di ordine economico: la Glera assicura il maggior reddito per ettaro”. Fondi Europei: vengono suffi-cientemente sfruttati? “In Veneto gli aiuti comunitari vengono utilizzati totalmente e, anzi, le richieste di aiuto da parte dei viticoltori sono superiori alle disponibilità finanziarie assegnate alla Regione”.•

IL PROSECCO DIVENTA MATERIA DI STUDIO IN CINAUn accordo, unico in Italia, con il qua-le il Prosecco Doc diviene ufficialmen-te materia di studio per gli studenti della Shanghai Trade School. Un mo-dulo di 14 ore inserito nel programma scolastico di migliaia di giovani iscritti che anelano a diventare professioni-sti della Ristorazione e dell’hôtellerie. Il modulo comprende lezioni relative a territorio di origine, metodi di pro-duzione, tecniche di degustazione e studio degli abbinamenti del Prosec-co Doc con i piatti della cucina cinese.

Il vigneto veneto cresceBene le uve

bianche autoctone, soprattutto la Glera.

Ma “aumenta anche la Corvina”

come dichiara Fabrizio Stella

direttore Avepa

DI IRENE GRAZIOTTO

Page 59: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

61

Un progetto che valorizza una realtà qui radicata già dal 1939. Siamo nella Tenuta di Naiano dove nel

vino si fondono le due anime locali: la brezza del lago con i suoi vini be-verini e spigliati e l’eco dell’Arena, patria di potenti rossi. Ma qui il vino è anche trait d’union fra identità ve-ronese e Paesi stranieri, europei ed extra-europei, non solo grazie all’ex-port che assorbe l’80 per cento della produzione ma soprattutto grazie ad un progetto ricettivo di qualità fatto di dialogo col territorio e ambien-tazione autentica. E se i sapori del lago sono rappresentati dal Bianco di Custoza e dal profumato Soave come pure dal brioso Bardolino Chiaretto e dal fruttato Bardolino, nei 35 ettari di vigneto crescono anche Corvina, Rondinella e Oseleta che danno vita a emblemi come l’Amarone, il Val-policella Superiore “Il Mastego” e il Valpolicella Ripasso “Gianni Bel-lora” dedicato al padre di Tommaso, volto attuale dell’azienda. Il Ripasso 2013 si fa apprezzare per la mise ele-gante rosso rubino, i sentori di mara-sca in confettura e spezie dolci e il

sorso fruttato e setosamente tannico. Unico vino a uscire dai canoni della tradizione è il “Nepitello”, che già negli anni Settanta puntava sul Syrah e sulle sue note di pepe e cioccolato unite alla morbidezza della Corvi-na, del Corvinone e dell’Oseleta. La pressatura soffice e la vinificazione con rimontaggi manuali giornalieri ne favoriscono la ricchezza aromatica che si esprime al meglio in abbina-mento alla cacciagione. È invece la delicatezza a contraddistinguere l’o-lio extravergine della Tenuta, ideale con il pesce di lago. •

Since 1939 at Tenuta di Naiano wine combines the two local souls: the breeze of the lake with its easy-to-drink wines and Arena, the homeland of great red wines. Here wine is also the trait d’union between the Veronese identity and foreign countries, both European and extra-European, thanks to export that represents 80% of the production, but also to a quality tourism, that pro-motes a harmonious relationship with the territory. The tastes of the lake are represented by Bianco di Custoza and by the perfumed Soave but also by the

vivacious Bardolino Chiaretto and by the fruity Bardolino. In Naiano’s 35-hectare vineyard grow also Cor-vina, Rondinella and Oseleta that give life to iconic wines, such as Amarone, Valpolicella Superiore “Il Mastego” and Valpolicella Ripasso “Gianni Bel-lora”, dedicated to Tommaso’s father. Ripasso 2013 is well-appreciated due to its elegant ruby red color, its morel black cherry and sweet spices aromas and its fruity taste with a velvety and tannic inkling. The only one label that goes beyond the tradition is “Nepitello”

that already in the 70s bet on Syrah with its pepper and chocolate aromas combined with the softness of Corvina, Corvinone and Oseleta. Soft pressing and daily manual batonnage favor its aromatic richness that express its character at best with game. Delicacy is instead the peculiarity of the extra-virgin olive oil by Naiano, ideal with lake-fish. •

Bellora-Tenuta di Naiano: a drop of authenticityA place between the Lake Garda and Verona where vines and olive trees grow in synergy and where guests are always welcome

Un territorio vocato fra il Lago di Garda e Verona, dove vite e ulivo crescono in sinergia e l’ospite è sempreil benvenuto

AZIENDA AGRICOLA BELLORA TOMMASO Località Naiano37010 Cavaion Veronese (VR)Tel. 0039 045 6260595 [email protected] www.tenutadinaiano.com

Bellora-Tenuta di Naiano: un sorso di autenticità

DI IRENE GRAZIOTTO FOTO DI PAMELA BRALIA

Veneto

Page 60: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

62

È una storia radicata nel tempo quel-la dell’azienda di Marco Cottini, nata con suo nonno negli anni ’30, e che del tempo e della sua capa-

cità di cesellare finemente il vino ha fatto un marchio di fabbrica. Siamo a Fumane di Valpolicella, nella zona storica di produzione dell’Amarone Classico dove regnano sovrane Corvina, Rondinella e Molinara. L’azienda di Marco ne rispecchia l’identità, nei suoi 15 ettari complessivi gestiti a conduzione fami-liare assieme alla moglie Renata e alla figlia

Carlotta, dando vita ai grandi classici della Valpolicella, come l’Amarone, il Ripasso, il Recio-to, e concedendosi tuttavia il diletto di qualche vino di lago, leggero e fresco, e di una picco-la produzione di olio extravergi-ne. Fra i vini più rappresentativi

dell’azienda troviamo l’Amarone Classico che sosta in botti di rovere per un periodo più lungo rispetto a quanto stabilito dal disci-plinare e poi affina in bottiglia per il tempo necessario a raggiungere un’intensa concen-trazione di profumi e sapori, dove alla frutta matura si affiancano le note di spezie ravvi-vate da una chiusura leggermente amarotica che spezza la morbidezza di questo vino opu-lento. A fargli da contraltare è il “Racemus”, un Cabernet Sauvignon coltivato ai piedi del Monte Baldo, raccolto rigorosamente a mano

e sottoposto ad un breve periodo di appassi-mento in fruttaio così da ricavarne un vino ricco in struttura ed espressione, con sentori di frutta rossa di bosco e ricordi speziati con note di vaniglia. (i.g.)•

Cottini Marco: diamo tempo al vino

The story of Marco Cottini’s winery starts in the 30s with his grandfather. We are in Fumane di Valpolicella, in the historical production area of Amarone Classico, the homeland of Corvina, Rondinella and Molinara. Marco’s winery mir-rors the identity of this land: he manages his 15 hectares with his wife Renata and their daughter Carlotta to make the great classic wines of Val-policella, like Amarone, Ripasso, Recioto, but also creating some light and fresh wines just for amusement and a little production of extra-virgin olive oil. Among his most representative labels, there is Amarone Classico, a wine that ages in oak barrels for a longer time that what provided by the disciplinary and then is refined in bottle to get an intense range of tastes and perfumes. Beside ripe fruits perfumes this wine reveals spicy inklings and a light aromatic ending that break its softness. Moreover, this winery proposes “Race-mus”, a Cabernet Sauvignon produced at the foot of Mount Baldo, fruit of a manual harvest and a short drying to give structure and personality to the wine. Its bouquet reveals wild berry perfumes and spicy inklings of vanilla. •

Cottini Marco: wine needs its timeA long refining exalts the careful work in the vineyard and in the fruit-drying room. Quality does not get along with hurry

AZIENDA AGRICOLA COTTINI MARCO Via Casetta 7- 37022 Fumane di Valpolicella (VR) Tel. +39 045 6839214 - Fax +39 045 6839214 - [email protected] - www.cottinimarco.it

Un periodo di affinamento lungo che esalta il lavoro fatto in vigneto e in fruttaio. Perché qualità non ha

mai rimato con fretta

Vene

to

Page 61: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

63

The new range of wines of the Fugatti Family re-veals a distinct soul of Alto Adige. Even if territory changes – Roeno is an area historically connected with Valdadige Terra dei Forti due to some au-tochthonous production that exploit grape varieties that have survived the phylloxera epidemic such as Enantio – production philosophy remains the same and manages to let the five typical grape varieties of Alto Adige to express their typicalness. Such a goal

is made possible by the altitude of the vineyards, which enjoy high temperature ranges, but also by a manual harvest in small boxes and different pro-cessing for every grape variety. Among the five la-bels proposed by this winery there are the famous Gewürztraminer and Pinot Bianco, the noble and demanding Pinot Nero, the full-bodied Sauvi-gnon and then Lagrein, the grape variety that in Alto Adige expresses its personality through a rich

bouquet with intense wild berries and blueberry per-fumes. The new adventure of Roeno – not the first one for a winery that has realized a Riesling Re-nano – is “Praecipuus”, an extraordinary wine with yellow fruits and hydrocarbon aromas. New projects do not cloud the original ones: a proof is the con-tinuous success of “Roeno – Il Vino del Fondatore” a label dedicated to Rolando and the Late Harvest “Cristina” that for the second year in succession has been awarded with three glasses by Guida Vini d’Italia 2016 of Gambero Rosso.•

Von Blumen: the adventure of Roeno in Alto AdigeThe project started in 2014 and already has received the attention of Gambero Rosso and enthusiastic appreciations from the market

Von Blumen: l’avventura altoatesina di Roeno

È un’anima intrinseca-mente altoatesina quel-la che emerge dalla Von Blumen, la nuova linea

di vini della Famiglia Fugatti. E se il territorio cambia – Roeno è storicamente legato al Valdadige Terra dei Forti con produzioni autoctone che ne valorizzano i vigneti prefillossera, come l’E-nantio – non cambia la filosofia che riesce ad esprimere in ma-niera verace e identitaria i cinque vitigni principe dell’Alto Adige. Un obiettivo reso possibile non solo dall’altitudine dei vigneti che godono di escursioni termi-che importanti con conseguente sviluppo aromatico, ma anche di raccolta manuale in piccole cas-settine e lavorazioni in cantina

personalizzate, frutto dalla lunga esperienza aziendale. Cinque le tipologie prodotte dove dai cele-berrimi Gewürztraminer e Pinot Bianco, si passa all’esigente e no-bile Pinot Nero, al corposo Sau-vignon e infine al Lagrein che in Alto Adige riesce a esprimere tut-ta la sua personalità, con un cor-redo di frutti di bosco, soprattutto

mirtilli, intenso e coinvolgente. La nuova avventura, certamente non una sfida facile, non è tut-tavia la prima della famiglia che già si era messa alla prova con un Riesling Renano, riuscendo ad ottenere un prodotto, il “Pra-ecipuus”, dalle fattezze statuarie, con al naso sentori di idrocarburo e frutta a polpa gialla. Le nuove

imprese non offuscano tuttavia i progetti originari: si spiega così il continuo apprezzamento nei confronti del “Roeno – Il Vino del Fondatore” dedicato al padre Rolando e la Vendemmia Tardi-va “Cristina” che per il secondo anno consecutivo vince i tre bic-chieri sulla Guida Vini d’Italia 2016 del Gambero Rosso. •

Il progetto, nato nel 2014, ha già ricevuto l’attenzione del

Gambero Rosso e l’apprezzamento

entusiasta del mercato

DI IRENE GRAZIOTTO FOTO DI PAMELA BRALIA

AZIENDA AGRICOLA ROENO DI FUGATTI R. & C. Via Mama, 5 - 37020 Belluno Veronese (VR) - Tel. 0039 045 7230110 - Fax 0039 045 7270863 - [email protected] - www.cantinaroeno.com

Veneto

Page 62: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

64

“Un incontro fortunato, non intenzionale ma felice” che porta Giovanni Zini, vicentino di nascita e appassio-nato di vino per scelta, a trasferirsi sui Colli Euganei e a fondare qui la propria azienda. Una realtà giovane

che consta di 13 ettari di vigneto, di una notevole dose di entusiasmo e lavoro manuale in vigna e di un ventaglio di cinque vini che sanno dar voce alla poliedricità del terri-torio. I due emblemi di Fattoria Eolia sono il “Dragone”, un rosso 2013 a base di Cabernet Sauvignon e Merlot, apprezzato per la fattura grazie ad una permanenza in legno piccolo che ne esalta le note speziate e la croc-cantezza del frutto, e il delicato “Fiore del Vento”, un Fior d’Arancio premiato con la medaglia Argento a Bruxelles e con la Gran Menzione a Vinitaly per la sua fragranza, i sentori aromatici e agrumati del Mo-scato Giallo – vitigno principe di queste zone – e

il sorso dolce, cremoso, solleticato dalle bollici-ne. Il “Rubinara” nasce invece da Trebbiano e

Garganega e, con il corpo teso fra sapidità e freschezza, risulta ideale per accompagna-

re il pesce, mentre il “Livium” possiede tutto il brio del Serprino, la varietà di

Glera qui diffusa. A rappresentare il carattere sfizioso del Cabernet in purezza è infine il “Baraban”, un nome insolito, vivace, adatto ad un gigante in miniatura come è que-sto vitigno, dagli acini piccoli ma potenti. E mentre il vino ribolle nei tini, prende forma anche il nome del sesto vino di Fattoria Eolia, un Rosé spumante dry da uve Barbera e Merlot pro-dotto con un metodo Char-mat “lungo”. (i.g.)•

Fattoria Eolia, un vino che ha nell’anima il vento

“A lucky combination, not an intentional one but undoubtedly a happy one” led Giovanni Zini, a wine-lover who was born in Vicenza, to move to Colli Euganei to create his own winery. Fattoria Eolia is a young reality made of a 13-hectare vine-yard, a good quantity of enthusiasm and manual work, and a range of five labels that express this versatile territory. The buttonholes of Fattoria Eolia are two. “Dra-gone”, a 2013 red wine made of Cabernet Sauvignon and Merlot, is well appreci-ated due to its texture, resulting from an ageing in small barrels that exalts its spicy inklings and its crunch fruity taste. “Fiore del Vento”, a delicate Fior d’Arancio which has been awarded with the silver medal at Bruxelles and with Gran Menzione at Vinitaly, due to its fragrance, its aromatic inklings and the typical citrus perfume of Moscato Giallo. Its taste is sweet, creamy and sparkly. Other interesting labels are “Rubinara” made of Trebbiano and Garganega: a well-balanced sapid and fresh wine, ideal with fish; “Livium” a lively Serprino, the local grape variety of Glera; and a tasty single-variety vinification of Cabernet called “Baraban”, an unusual name for a miniature giant. And while wine ferments in the barrels, a new label takes shape: it’s a dry rosé sparkling wine made of Barbera and Merlot with a long Charmat method. •

Fattoria Eolia, a wine with the wind in its soulThe first label was created in 2009: since then, the winery has been able to express the local oenological vivacityalong with hurry

FATTORIA EOLIA di Giovanni Zini & C.

Via San Giorgio 735030 Rovolon (PD)

[email protected]

Tel. +39 049 5226214

Il primo vino vede la luce nel 2009: da allora l’azienda ha saputo esprimere

la vivacità enologica locale con un pizzico di brio

Vene

to

Page 63: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

65

Nonostante l’espansione sui mercati esteri, il business principale de Le Rughe è ancora rappresentato dall’Italia, con la presenza di 25 wine shop monomarca dislocati in tutte le regioni.

Le Rughe means Prosecco but also much more. The winery has a long story to tell. It starts in the 60s when Gaetano Sandro enchanted by the skillfulness of the winemakers of Conegliano, who create one of the most pres-tigious autochthonous wines in the world. This story continues up to these days, when Gaetano and his sons Francesco and Roberto, are working to enlarge their

20-hecare vineyard that grow on a suggestive hill. Soon, a new cellar will rise on the wall of an ancient farm. Le Rughe is now concentrat-ing its energies to conquer new markets: the East is the area that seems to appreciate their sparkling wines and their other labels. The agreement they signed at Expo 2015 with China Corpo-rate United Pavilion represents

an important bridge to China. The wines by Le Rughe are ex-posed at City Pavilion in Pi-azza Duca d’Aosta where every Thursday between 7.00 and 9.00 PM it is possible to taste a glass of Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene Docg Rivaj or a Rosso della Ca-nonica Vecia (Raboso in purity), an award-winning wine fruit of the difficult cultivation of an au-tochthonous grape variety.•

Azienda Le Rughe conquers the EastA forty-hectare vineyard in Belluno and in the Docg Conegliano gives life to unique oenological jewels

Chi dice Le Rughe dice Prosecco. Ma dice an-che molto altro. Perchè l’azienda ha una lunga

storia da raccontare, che comin-cia negli Anni 60 quando Gaetano Sandro restò affascinato dalla mae-stria dei viticoltori che, sui pendii di Conegliano, ricavavano uno dei vini più prestigiosi al mondo da vi-tigni autoctoni.Una storia che continua oggi, per-chè Gaetano ed i figli Francesco e Roberto, si stanno dedicando ad un’espansione dei terreni e dei

mercati di riferimento: 20 ettari di vigneto su una suggestiva collina faranno da cornice ad una nuova cantina, che sorgerà sulle mura di un’antica cascina.Quanto al mercato, è l’Oriente la zona su cui si stanno concentrando molte energie, con risultati ottimi non solo per le bollicine, ma per l’intera gamma di etichette.L’accordo, firmato in occasione di Expo 2015, con il China Corpora-te United Pavilion rappresenta un importante varco verso la Cina: i prodotti de Le Rughe sono presen-

ti presso il City Pavilion in Piazza Duca d’Aosta dove, tra le 19 e le 21 di ogni giovedì, si potrà assistere ad una serie di eventi in compagnia di un bicchiere di Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene Docg Rivaj o di Rosso del-la Canonica Vecia (Raboso in purezza), pluripremiato vino ottenuto dalla difficile coltivazione di un vitigno autoctono.•

Quaranta ettari di vigneto, sia nella zona di Belluno che nella Docg del Conegliano, per dar vita a gioielli enologici

unici nel loro genere

Azienda Le Rughe

alla conquista dell’Oriente

VIN

ICO

LTUR

A LE R

UG

HE V

ia Papa Giovanni X

XIII, 24 - 31015 C

onegliano (TV)Tel. 0434 75033 - info@

proseccolerughe.com - proseccolerughe.eu

Vene

to

Page 64: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

66

BIOLIFE 2015

SAPORI E PROFUMI, SALUTE, SOSTENIBILITÀ

19 - 22 novembre 2015 | Bolzano12a Fiera dell’eccellenza regionale biologica

gio-dom: 9.30-18.30

www.biolife.it

COMBINAZIONE TRA

B2B e B2C

Puntod’incontroDEL SETTORE BIOIN ITALIA

FIERA D’AUTUNNO 2015

LA VETRINA DELL’ALTO ADIGE68a EDIZIONE

giovedì+venerdìingresso libero

NUTRISAN 2015

SALONE DELLE INTOLLERANZEALIMENTARI E DELLACORRETTA ALIMENTAZIONE

BIO15-0781552-226x280-it.indd 1 14/09/15 12:27

Page 65: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

67

L’entusiasmo dell’Assessore all’Agri-coltura Vittorino Facciolla e del suo entourage si era già palesato qualche mese fa nel resoconto dei

progetti sviluppati per l’Esposizione Univer-sale milanese. Oggi, a distanza di sette mesi, capiamo com’è andato l’Expo per la Regione Molise e se i riflettori rimarranno accesi an-che dopo l’evento. Dovendo fare un primo bilancio, quale tipo di feedback sta ricevendo la Regio-ne Molise da Expo 2015? “Lo stupore ammirato per una bella scoper-ta, direi che è questo il principale, e per noi più gratificante, ritorno dalla partecipazione all’Esposizione universale di Milano. Pre-sentando al mondo la bellezza del Molise, con la sua importante produzione agroali-mentare ed enologica, abbiamo invitato il

mondo a venire da noi per conoscere il Molise”. Il Padiglione Vino è stata una vetrina im-portante per i vini mo-lisani?“Abbiamo sfruttato appie-no l’occasione per divul-gare la qualità del nostro tessuto produttivo: non avevamo dubbi, e i fatti ce lo confermano, del suc-cesso pieno per i vini mo-lisani presenti al Taste of Wine. Determinante per questo anche l’impegno e la passione per la promo-zione dell’eccellenza che il nostro vino rappresen-ta, accompagnando con gli strumenti adeguati le cantine che investono per l’affermazione sul mercato di un prodotto di assoluta qualità. Migliaia di visita-tori hanno approfondito le

proprietà e caratteristiche dei nostri vini”.Quali sono stati gli eventi di punta per la promozione del settore agroalimen-tare e vitivinicolo? “Grande successo per l’evento dell’asso-ciazione Unione Cuochi del Molise che ha proposto un menu rigorosamente molisano a operatori della distribuzione agroalimentare di nazionalità americana e a giornalisti del settore. La Tintilia, vitigno autoctono molisa-no, dunque prodotto di punta della nostra re-gione, assieme a tartufi e prodotti caseari re-gionali, è stato il protagonista della tavola”.E’ cresciuto il consumo di prodotti ti-pici molisani? “Raccogliendo la testimonianza dei singoli operatori, in particolare per l’esperienza del vino, possiamo affermare che il riscontro c’è stato ed è stato positivo”. •

E’ positivo il bilancio del Molise ad Expo. Sette giorni

per comunicare al mondo l’esistenza di un patrimonio ricco di storia, archeologia, produzione

agroalimentare ed enologica

Una settimana da protagonisti

DI CHIARA MARTINELLI

Molise

Page 66: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

68

Pavillon des Fleurs from 10 am to 6 pm

Sissi Saal from 2 to 6 pm

Kurhaus 6.11.2015@MeranoWine Festival

5-10 November 2015

Page 67: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

69

Parlando di vino spesso si finisce per citare i “grandi” territori, la-sciando nell’ombra re-

gioni molto piccole, che magari fanno meno rumore, ma che come carattere non sono secon-de a nessuno. Leggi alla V di Valle D’Aosta.A confermarlo una volta di più è Stefano Celi, attuale Presi-dente del Movimento Turismo del Vino Valle D’Aosta e della VIVAL (Associazione Viticol-tori Valle D’Aosta). Ma anche e soprattutto, viticoltore.Due anni fa iniziava il suo mandato: che realtà sono oggi in Valle VIVAL e MTV? “Qui non sono due realtà distin-

te, ma confluiscono in un’unica associazione. Non siamo ancora al 100 per cento dei viticoltori associati, oggi raggiungiamo l’85. L’obiettivo è mettere in-sieme tutti il prima possibile e formulare azioni comuni, sull’e-noturismo, sui rapporti con le istituzioni e tra produttori. Sia-mo pochi e dobbiamo cercare di stare uniti”.Progetti a breve termine? “Stiamo organizzando una ma-nifestazione sui vini di mon-tagna, il 21 e 22 novembre, al Forte di Bard, sarà aperta a tutti”. A giugno il Concorso “La Selezione del Sindaco”, ha messo in risalto due meda-glie d’oro: un Petite Arvine Doc e un Chambave Mosca-to Passito Doc. Da produt-tore, su quali altri vini pun-terebbe?“Fino a qualche tempo fa c’era lo Chardonnay, che qui viene molto bene. Ora noto che stan-no emergendo gli autoctoni e quindi dico Fumin, Petite Arvi-ne, Torrette”.

Che vini sono?“Vini eroici, di montagna, un po’ fuori dagli schemi: hanno un loro caratte-re, delle parti-colarità che li rendono adatti agli intenditori”.Expo: ci dica la sua opinio-ne da produt-tore e da Pre-sidente?“Ci sono state diverse volte per convegni: è un’occasione per far conoscere l’Italia al mondo. Però le nostre etichette nel Pa-diglione Vino non ci sono”.Una scelta ragionata?“Assolutamente. Per le nostre aziende, il prezzo per inserire le bottiglie era inavvicinabile. Ci abbiamo pensato tanto: alla fine il rapporto costi-benefici non era favorevole; oltretutto i no-stri vini sono meno conosciuti di certi grandi nomi: un turista che viene dalla Cina, magari, privilegia l’assaggio di etichette

conosciute piuttosto che di vini di cui non sa l’esistenza. Forse il pubblico di Expo è più gene-ralista e non sceglierebbe mai nicchie come la nostra”.A che punto è la vendem-mia?“Gli auspici sono sicuramente buoni, meglio dell’anno scorso anche se noi rispetto ad altre regioni abbiamo sofferto meno. Adesso, con un occhio alle piante e uno al cielo, si conti-nua fino al 20 ottobre, quando tutte le nostre uve saranno al sicuro e pronte per il passo suc-cessivo”.•

Vini di montagna che non sono

“per tutti”. Infatti, a Expo, non ci sono…

Solo per chi se ne intende

DI STEFANIA ABBATTISTA

Valle D’Aosta

Stefano Celi alle prese con la vendemmia

Page 68: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

70

Dolcetto di Ovada, “mica siamo nati ieri”

EXPO

SIM

A70

, ave

nue

du G

énér

al d

e Ga

ulle

- 9

2058

Par

is L

a Dé

fens

e ce

dex

- Fr

ance

Tél.

: +33

(0)1

76

77 1

1 11

- F

ax :

+33

(0)1

53

30 9

5 09

E-m

ail :

site

vi@

com

expo

sium

.com

Foto

grafi

a: N

ew H

ollan

d

+di 300novità

24-26 NOVEMBRE 2015

VIGNAVINO

OLIVICOLTURA ORTOFRUTTA

SALONE INTERNAZIONALE DELLE ATTREZZATURE E DEL KNOW-HOW PER LE FILIERE VIGNA-VINO, OLIVICOLTURA, ORTOFRUTTA

ULTERIORI INFORMAZIONI : SALONI INTERNAZIONALI [email protected] - Tel: 02 43 43 53 26

Al centro di tutte le produzioni

Richiedete il vostro

pass d’ingresso

dal mese di settembre su

www.sitevi.com

Page 69: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

71

Il Piemonte del vino è incredibilmente composito e variegato. Ci sono nomi grandi e nomi “minori”, perché meno noti e popolari fuori zona. Tra questi,

Ovada (Alessandria) e il suo Dolcetto, Docg da fine 2008 e con un Consorzio nato nel 2013, che oggi conta 21 aziende associate (manca ancora l’adesione del 100 per cento delle cantine ma siamo a più della metà).Italo Danielli è produttore di Dolcetto nell’azienda in cui è nato, La Valletta, ma è anche il Presidente del Consorzio del Dol-cetto dell’Ovada. Chi meglio di lui per ca-pire oggi qual è lo stato dell’arte di questa giovane Docg?Dolcetto di Ovada: storia relativamen-te giovane in una terra che vanta gran-di blasoni. Questa vicinanza è un van-taggio o una sofferenza?“Da quando siamo diventati Docg il discipli-nare si è fatto più restrittivo e questa è stata senz’altro un’opportunità. Il gap con le altre Denominazioni storiche è importante, certo, del resto noi siamo arrivati da poco. Ma oggi sono state introdotte misure che ci stimolano a fare sempre meglio e con più qualità”.Per esempio?“Rese per ettaro più basse, obbligo di vini-ficare in zona, invecchiamento minimo ob-bligatorio, grado alcolico minimo più alto, produzione racchiusa nei 22 comuni della

Docg (mentre con la Doc si sconfinava anche in Liguria)”.Una nuova sfida quindi…“Si, ma ci siamo sentiti di affrontarla: era un’esigenza che sentivamo”. La conoscenza del vostro Dolcetto però è an-cora piuttosto limitata. Come si colmerà questa lacuna?“Lavorando su tre obiettivi. Primo: innalza-re la qualità e mantenerla elevata; secondo: promuovere il territorio anche per porta-re più turismo; terzo: coinvolgere tutte le aziende nel Consorzio. La nostra zona è un po’ restia ad associarsi, ma in gruppo siamo

più appetibili, e anche chi è arrivato da fuori zona (Lombardia, Genova e un paio dall’O-landa) può darci una nuova mentalità e un apporto di collaborazione importante”.In tre caratteristiche: che vino è il Dol-cetto di Ovada?“È di buona struttura, come gli altri Dolcetti, ha una finezza particolare ed è versatile: in cucina si esalta con le carni rosse, ma sta bene un po’ con tutto”.Vendemmia 2015: come avete trovato le uve e quali sono le aspettative?“Abbiamo trovato uve molto belle, hanno raggiunto il giusto grado zuccherino e con la luce che hanno preso svilupperanno dei bei profumi. Il clima è stato perfetto: a lu-glio e agosto le temperature hanno fatto il loro dovere, alte e costanti. Poi è arrivata un po’ d’acqua, per fortuna senza tempora-li rovinosi. A settembre c’è stata una buona temperatura diurna e quella notturna un po’ più bassa. Le caratteristiche per un’ottima annata ci sono. Ora si deve solo vinificare, ma in quello, mi sento di dire, non siamo nati ieri…”•

Le carte di una Docg giovane ma che ha voglia di fare. A partire da un’ottima annata: questa

Dolcetto di Ovada, “mica siamo nati ieri”

DI STEFANIA ABBATTISTA

Piem

onte

Italo

Dan

ielli

Page 70: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

72

Il ruolo delle distillerie

Il ruolo delle distillerie è di primaria importanza per tut-ta la filiera vitivinicola. Ci avete mai pensato? Che fine

farebbero i prodotti derivati dalle lavorazioni di cantina? E questo non è che un aspetto. Si tratta dell’anello finale di filiera che si auto-sostiene, produce energie, acquaviti di pregio come il Bran-dy e la Grappa, fino a prodotti per uso industriale e addirittura bioetanolo da impiegare nel com-parto fuel. Daniele Nicolini, Direttore di Assodistil, si fa por-tavoce dell’Associazione, da anni impegnata a sostenere e rafforzare la vocazione di questo comparto alla sostenibilità, ambientale ed economica, basato sul rapporto integrato con l’agricoltura e, prin-cipalmente, con la viticoltura.Qual è il ruolo delle distillerie e perché sono fondamentali per la filiera vitivinicola?“Le distillerie rappresentano, a tutti gli effetti, l’anello conclu-sivo della filiera vitivinicola con cui si completa la totale va-

lorizzazione dei prodotti derivanti dalla trasformazione dell’uva. A seguito della pigiatura dell’uva le cantine conferiscono alle aziende della distillazione i co-prodotti della vinificazione, vale a dire vinacce e fecce. Si tratta di un servizio fondamentale per i pro-duttori di vino che, in tempi bre-vi, consente la corretta gestione di circa un milione di tonnellate di co-prodotti all’anno, evitan-do in primis che gli stessi vadano incontro a fermentazioni anomale durante lo stoccaggio in cantina a discapito della qualità dei vini. Altro grande vantaggio è che que-sto sistema di recupero sottrae i resti della vinificazione a possi-bili utilizzazioni fraudolente per sofisticazioni in ambito vinicolo, un rischio da sempre presente nel settore ma arginato con successo grazie all’attività dei distillatori e ai controlli da parte delle Autorità competenti che ne consegue, garantendo così alti standard di qualità”.In che senso il ruolo delle distillerie può essere definito green?“Con le distillerie si contiene egregiamente l’impatto am-bientale che volumi così impor-tanti di sottoprodotti generereb-bero nel caso dovessero essere gestiti in ambito delle cantine. Per questo il sistema dei confe-rimenti dei co-prodotti in distil-leria è considerato insostituibile in termini di garanzia delle norme ambientali. Basti pensare che, senza il supporto delle distille-rie, le cantine si troverebbero a smaltire oltre un milione di tonnellate di sottoprodotti della vinificazione che, senza un ade-guato trattamento, produrrebbero un inquinamento stimato in circa

250.000 tonnellate di doman-da chimica di ossigeno (COD) ovvero l’ossigeno consumato per la loro decomposizione. Tale cifra rappresenta l’equivalente degli effetti delle emissioni di CO2 per una città di 10 milioni di abitanti (dati 2010). Valorizzando i co-prodotti ed i sottoprodotti della vinificazione, ogni anno le distil-lerie permettono alla viticultura di ridurre le emissioni di CO2 di circa 500.000 tonnellate. Il meccanismo, ormai consolida-to e collaudato, è caratterizzato da forte efficienza e bassi costi. Inoltre, tutto ciò che passa per la distilleria viene valorizzato, rea-lizzando così una vera e propria “filiera della sostenibilità”. Dai cereali al vino, dalla frutta alle vinacce, le materie utilizzate in distillazione hanno tutte una seconda vita. Infine, ciò che re-sidua dal processo viene avviato alla produzione di energia verde. Quello delle distillerie, insomma, è un esempio straordinario di ge-stione ambientale virtuosa delle risorse, con una produzione di ri-fiuti quasi pari a zero, ed autosuf-ficiente dal punto di vista energe-tico grazie all’utilizzo di biomasse e biogas come fonti rinnovabili di energia”.Quali sono i prodotti del pro-cesso distillatorio?“Sono tantissimi, in particolare quelli derivanti dalla filiera vi-nicola. Partiamo dalla Grappa, simbolo del Made in Italy, ed acquavite “storica” più impor-tante in termini di tradizione e volumi dell’attività distillatoria italiana, seguita poi dai grandi distillati (ad esempio il Brandy). Dire Grappa significa riferirsi ad un prodotto che è esclusivamente italiano, come Associazione stia-

Assodistil lancia un appello:

che non venga penalizzata

la produzione di energia da biomassa. Gli incentivi sono

fondamentali per la sopravvivenza

di questo sistema virtuoso e

insostituibile

DI CLAUDIA CATALDO

FOTO

DI P

AMEL

A BR

ALIA

Page 71: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

73

mo lavorando ininterrottamente nel comunicare efficacemente questa esclusività riconosciuta anche da un apposito Regolamen-to UE delle Indicazioni geogra-fiche degli spirits. Continuando nel processo di trasformazione, dai co-prodotti si ottengono aci-di organici come l’acido tartarico naturale, di cui l’Italia è leader produttivo mondiale, olio di vi-

nacciolo, polifenoli, coloranti naturali, mangimi e fertilizzan-ti organici. C’è poi il tema della produzione di bioetanolo, usato per scopi industriali ma che trova impiego anche come carburante. L’alcol utilizzato come fuel è la parte più importante dell’indu-stria distillatoria mondiale. In Ita-lia siamo ancora al palo, mentre in altri Paesi è già una realtà con-

solidata da decenni. Il bioetanolo denaturato ottenuto anche dai co-prodotti della vinificazione, è ol-tremodo ecologico essendo di ori-gine agricola, non destinabile ad alimentazione umana o animale, e costituisce una fonte rinnovabile di energia, alternativa alle fonti di materie prime fossili”. Le distillerie quindi produco-no anche energia? Quanto è

importante questo aspetto?“Per quanto riguarda la produ-zione di energia verde, è bene ricordare come tutti i residui del-la distillazione, per loro natura, si prestano ad essere utilizzati in qualità di combustibile per caldaie a biomasse. Attraverso la combustione dei propri sotto-prodotti e la digestione dei reflui derivati, le distillerie produ-

Daniele Nicolini, Direttore di Assodistil

Page 72: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

74

Distilleries plays a fundamental role for the whole oenological sector. Have you ever thought about it? What about the resulting products from winemak-ing process? And this is only a partial aspect. Dis-tilleries represent the final link in a self-sufficient chain that produces energy, aquavits like Brandy and Grappa, but also products for industrial use and even bioethanol for the fuel sector. Daniele Nicolini, manager of Assodistil, expresses the views of an association that has been always committing itself in the field of sustainable agriculture and winemaking.What role the distilleries play in the wine-produc-ing industry and why are they so important?“Distilleries represent the final link in the wine-pro-ducing chain, the link that completes and exploits the products derived from the processing of the grapes. After grape-pressing, the cellars give to the distilleries the co-products of vinification, namely, marc and lee. So, we offer a fundamental service to winemakers, who can manage correctly and quick-ly about one million tonnes of co-products every year. In this way, producers can avoid abnormal fermentations during the storage in the cellar that could compromise the quality of their wine. Also, this recovery system withdraw these products from possible fraudulent uses in winemaking. In fact, there are always risks of sophistication but thanks to the monitoring activity of the distillers and of the competent authority, high standards of quality can be guaranteed”.In what sense the role of the distilleries can be de-fined green?“Thanks to distilleries the environmental impact of such an important quantity of byproducts can be kept under control. In fact, the giving of these

products to the distilleries is a guarantee as regards the respect of environmental and health standards. Without the support of the distilleries, wineries should deal with the disposal of more than 1 mil-lion tonnes of vinification byproducts, namely, a pollution value of 250,000 tonnes of chemical oxy-gen demand (COD). This value is equivalent to the effects of CO2 emissions of 10 million inhabitants (2010 data). Exploiting these byproducts, distill-eries let the winemaking field to reduce their CO2 emissions of 500,000 tonnes. The now consoli-dated system is based on efficiency and low costs. Also, every part of these products is exploited in the distilleries, creating a true sustainable production chain. From cereals to wine, from fruit to marc, the material employed in the distilleries live a sec-ond life. Moreover, the resulting materials of the processing is converted into green energy. Distillery is an extraordinary example of virtuous environ-mental management of the resources, with a near zero production of waste and an energetically self-sufficient production, thanks to the use of biomass and biogas as renewable energy”.Which are the products of the distillation process?“Grappa, first of all, the symbol of Made in Italy and the “historical” spirit that represents the most important distillate in Italy in terms of tradition and turnover, followed by other famous distillates, like Brandy. Saying Grappa means talking about an exclusively Italian product and our association is working to communicate this uniqueness and to have an European acknowledgment and regula-tion of the spirits IGT. Then, the distillation pro-cess produces some organic acids, such as natural tartaric acid (Italy is the world leader in the pro-duction of this acid) grape seed oil, polyphenols,

natural colorants, animal feeds and organic ma-nures. There is also the production of bioethanol, employed in industry and as fuel. In particular, alcohol employed as fuel is the most important part of the world distilling industry but Italy is still behind the rest of the world. Denatured bioethanol derived from the byproducts of vinification is the quintessence of ecology: it’s a product of agricul-tural origins that cannot become human or animal food and represents an alternative renewable en-ergy source compared to the fossil-based ones. So distilleries produce energy too? How much im-portant is this aspect? “For what concerns the production of green en-ergy, it is important to remember that all remain-ing products of the distillation process can be em-ployed as fuel for boilers and biomasses. Through the combustion of its byproducts and the digestion of the deriving drain waters, distilleries produces about 300,000 Mwh of energy every year. Distill-eries self-power their establishments and contrib-ute to improve the environmental quality. Unfor-tunately, policy plays a fundamental role in the future of this field too. In fact, it is crucial that the future decree about renewable energies by the Ministry for Economic Development, in synergy with the Ministry for Environment and the Minis-try for Agricultural and Foresttry Policy, will not penalize the production of biomass energy, but may continue to guarantee sustainability to a virtuous and irreplaceable system. Current MD of July 6, 2012 on not photovoltaic RES (Renewable Energy Sources) provides since 2016 a 20% reduction of the incentives. This requirement is unsustainable for our sector and a legislative modification is nec-essary to align the biomasses to the current regula-tions for not photovoltaic RES. The occasion is the future MD on RES: we hope it would not destroy the delicate balance we have gained in many years of hard work”. •

The role played by the distilleriesAssodistil appeals to the institution to promote the production of energy from biomass: incentives are necessary for this virtuous system survival

cono quasi 300.000 Mwh all’anno di energia elettrica, autoalimentandosi e fornendo un contributo significativo a livello nazionale al miglioramento della qualità dell’ambiente. Purtroppo, però, le sorti del settore passano anche dalla politica. Sarà, infat-ti, fondamentale che l’emanando decreto sulle energie rinnovabili del Ministero dello Sviluppo eco-nomico, di concerto con il Mini-stero dell’Ambiente e il Ministero delle Politiche Agricole non pe-nalizzi la produzione di ener-

gia da biomassa, ma continui a garantire la sostenibilità di un sistema virtuoso e probabilmen-te insostituibile. Il vigente DM 6 luglio 2012 sulle FER (Fonti Rinnovabili di Energia) non fo-tovoltaiche, all’epoca inserito a salvaguardia del settore biomas-se per combustione, impone dal 2016 una riduzione dell’incenti-vo di oltre il 20%. Tale previsio-ne è insostenibile per il settore, occorre una modifica normativa che allinei le biomasse alle rego-le vigenti per tutte le FER non

fotovoltaiche. L’occasione è il Decreto ministeriale, di prossi-ma emanazione, sulle FER: l’au-

gurio è che eviti di distruggere gli equilibri raggiunti con anni e anni di intenso lavoro”. •

FOTO

DI P

AMEL

A BR

ALIA

Page 73: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

75

20152010

2000

1990

197019501930

66milioni dibarbatellevendute

5445

20640,4

STUDIOFABBRO.COM 08-2015

Dal 1930 in continua crescita

Vivai Cooperativi Rauscedo il numero 1 al mondo del vivaismo viticolo

UN NUOVO RECORD DI VENDITE NELLA CAMPAGNA VIVAISTICA 2014/15:

ITALIA 37,6 MILIONI, ESTERO 28,4 MILIONI PER UN TOTALE DI 66 MILIONI DI BARBATELLESignifica che con le barbatelle VCR sono stati realizzati quasi 20.000 ettari di vigneto di cui oltre 11.000 in Italia e 8.100 all’estero. Tutto ciò rappresenta un traguardo che non ha eguali al mondo e che potrà essere ancora migliorato sotto la spinta propulsiva dell’innovazione VCR!

Via Udine, 39 33095 Rauscedo (PN) Italia Tel. +39.0427.948811 Fax +39.0427.94345 www.vivairauscedo.com [email protected]

Page 74: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

76

In Trentino si potrà dire “è un’ottima grappa” solo alla fine dei lavori di di-stillazione, previsti per novembre, ma nonostante questo il parere comune dei produttori è che il 2015 sarà una buona annata con profumi intensi e aromi spic-cati. Le previsioni sull’annata compiute dall’Istituto di tutela grappa del Trentino (che conta 29 soci di cui 21 distillatori) fanno parlare quindi di un 2015 caratte-rizzato da grandi grappe. A far presagire questo dato la qualità delle uve: sane (senza fenomeni di botrite nella buccia), vendemmiate alla giusta maturazione, seppure con qualche giorno di anticipo ri-spetto al solito corso, ma giunte in tempi regolari alle distillerie pronte per la con-servazione della vinaccia. La distillazione ha già avuto inizio intorno alla metà di settembre, nei tempi previsti insomma, per questo il processo di trasformazione delle vinacce si compirà entro il mese di novembre, primi di dicembre, con circa un mese di anticipo rispetto a quanto stabilito dal disciplinare dell’Istituto che prevede il 31 dicembre come data ultima. Quelle che dovrebbero sorprendere in positivo di più sono quest’anno quelle a bacca bianca, in particolare lo Chardon-nay e il Pinot Grigio, che grazie al clima ideale in tempo di vendemmia e alla par-ticolare sanità delle uve, potranno dare

degli ottimi risultati sul distillato. Qua-lità buona anche per quanto riguarda le altre uve aromatiche che hanno dato delle vinacce sane e ricche di profumi, in particolare il Traminer e il Moscato Giallo. Buona anche la qualità delle uve a bacca rossa, soprattutto per quanto riguarda il Teroldego e il Pinot Nero. Per quanto riguarda le quantità in linea con quanto avvenuto in vigna durante la vendemmia, si dovrebbe percepire una leggera fles-sione del 10 per cento circa, rispetto allo scorso anno quando sono state distillate circa 15 mila tonnellate di vinaccia.

Profumi intensi e aromi spiccati: secondo il Tridente la vendemmia 2015 regalerà grandi distillati

PREVISIONI POSITIVE PER LA GRAPPA DEL TRENTINO

ANALISI

Nasce la grappa di Amarone della distilleria Marolo, frutto di un’a-micizia tra Veneto e Piemonte. Profumi fruttati che vanno dalla ciliegia (che capeggia infatti an-che sull’etichetta) alla pesca fino alla frutta rossa, con una punta di anice e menta. Compagna per-fetta di formaggi erbosi e cioc-colato, ottima degustata con un buon sigaro.Niente profumi legnosi invece

per la Anfora 43° novità assoluta della Distilleria Marzadro: dieci mesi a riposo in grandi recipienti di terracotta che le conferiscono un gusto morbido, rotondo e un aroma avvolgente. La riscoperta degli antichi contenitori per un prodotto che mantiene le limpi-dezza della grappa bianca unita agli aromi di quella invecchiata.Infine, qualsiasi sia il tipo di grap-pa che più appaga il vostro palato, potrete portarla elegantemente con voi grazie alle cinque fiaschet-te da viaggio (con bicchierino in-cluso) ispirate alla sfumature delle uve delle grappe monovitigno No-nino e firmate dai designer olan-desi Scholten&Baijing. (b.a.)

TRE NOVITA’ DAL MONDO DELLA DISTILLAZIONE ITALIANA

PRODOTTI

Una grappa appena nata, una senza botte

ed una dal packaging di design

di Giovanni Pellicci

Distillati & Co

Il tema della eco-sostenibilità, oggi molto sentito e in via di espansione anche in Italia, è correlato in maniera molto stretta all’universo delle distillerie. “Universo” si fa per dire, perché in Italia ne sono rimaste un centinaio, ma ciò che questo tipo di im-prese può offrire al pianeta è veramente universale. Dai processi di distillazione, accanto alle acqueviti e alle grappe, si ricavano infatti tutta una serie di altri prodotti utili: dall’alcol per la car-burazione alla borlanda (fertilizzante biologico), come dall’acido tartarico (utilizzato nell’industria farmaceutica) all’energia termi-ca. La filosofia sostenibile delle distillerie è stata al centro del recente Grappa Day tenutosi a Torrita di Siena, evento che ha avuto il merito di rinvigorire una sensibilizzazione che troppo spesso dimentica il ruolo delle realtà più piccole nella formazione di una piena coscienza ecologica. (a.b.)

In un mondo che deve essere più ecosostenibile, quale miglior prodotto della grappa e dei distillati?

SOTTOPRODOTTI VINICOLI RISORSA IMPORTANTE PER IL PIANETA

TENDENZE

I numeri della grappa trentina

• 10 mila ettanidri di grappa all’anno (10% del totale nazionale)

• 4 milioni di bottiglie da 70 centilitri• 15 mila tonnellate di vinaccia distillate • 3 tipologie produttive: da uve aromati-

che (40%), da invecchiamento (circa il 35%) e da vinacce miste (circa il 25% della produzione)

• 15 milioni di euro il fatturato medio per l’imbottigliato

• 2 milioni di euro il fatturato dello sfuso

Fonte: Istituto di tutela Grappa del Trentino

W W W . C O S M O F O O D . I T

14-17 NOVEMBRE 2015

Page 75: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

77

Distillati & Co

W W W . C O S M O F O O D . I T

14-17 NOVEMBRE 2015

Page 76: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

78

L’Azienda Agricola Vivai Moroni lavora nel settore delvivaismo viticolo da più di tre generazioni per garantireai propri clienti un materiale sempre più selezionato.

Azienda Agricola Vivai Moroni di Moroni RolandoVia Vittorio Veneto, 151 - 56040 Cenaia (Pisa) Tel. 050 643768 - Fax 050 644948 - Cell. 338 9382934www.vivaimoroni.it - e-mail: [email protected]

NEWdal 2006 produciamobarbatelle biologiche

Azienda Agricola Vivai

FIERE IN CALENDARIO [ 2015/2016 ] Ottobre • Novembre • Dicembre 2015 Gennaio • Febbraio • Marzo 2016

4 - 6 dicembre 2015

SHANGHAI WINEXPO AUTUMN EDITIONCina, R.P. - Shanghai

www.winefair.com.cn

2 - 3 dicembre 2015

WINE2WINE Verona

www.wine2wine.net

24

15

3 106 14 19

8 19

Otto

bre

2015

Nove

mbr

e 20

15 10-12 novembre 2015

BRAUBEVIALENorimbergawww.braubeviale.de

22-24 novembre 2015

GOURMET FORUMTORINO

www.gourmetforum.it

27-30 novembre 2015

WINE GASTRONOMYMontecarlo - Principato di Monaco

www.mc-gastronomie.com

24-26 novembre 2015

SITEVIMontpellierwww.sitevi.com

14-17 novembre 2015 CosmofoodVicenzawww.cosmofood.it

19 - 20 - 21 - 22novembre 2015

BIOLIFEBolzano

www.fierabolzano.it/biolife/

6-9 novembre 2015

WINE FESTIVALMeranowww.meranowinefestival.com

27

22

15-18 ottobre 2015

AGRILEVANTEBari

www.agrilevante.eu

19-20 ottobre 2015

AUTOCHTONABolzano

www.fierabolzano.it/autoctona

3-6 novembre 2015

SIMEIRho

www.simei.it

8 – 11 ottobre 2015

FOOD FILM FESTIVAL Bariwww.montagnaitalia.com

Page 77: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

79

13

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

essedielle_FRUITECH_B27_Settembre_2015_STAMPA.pdf 1 26/09/15 10.57

1 10 15

25 27

3 23 2720

Febb

raio

201

6

Marzo 2016

23-26 febbraio 2016

VINEXRepubblica Ceca - Brnowww.bvv.cz/en/vinex/

20-23 febbraio 2016

BEER ATTRACTION Riminiwww.beerattraction.it

13 - 14 - 15 marzo 2016

PROWEIN Dusseldorfwww.prowein.it

27 - 28 - 29 febbraio 2016e 1 Marzo

GOLOSITALIABresciawww.golositalia.it

25-27 gennaio 2016

MILLÉSIME BIOFrancia - Montpellier | Pérolswww.millesime-bio.com

27-28 gennaio 2016

UNIFIED WINE & GRAPE SYMPOSIUMStati Uniti d’America - Sacramento CA

www.unifiedsymposium.org

3-6 febbraio 2016

FIERAGRICOLAVerona

www.fieragricola.it

Gennaio 2016

WWMSpagna - Barcellona

www.wwm-barcelona.comDi

cem

bre

4

2

4 - 6 dicembre 2015

SHANGHAI WINEXPO AUTUMN EDITIONCina, R.P. - Shanghai

www.winefair.com.cn

2 - 3 dicembre 2015

WINE2WINE Verona

www.wine2wine.net

1-3 febbraio 2016

SALON DES VINS DE LOIREFrancia - Angers

www.salondesvinsdeloire.com

10 - 11 - 12 - 13 febbraio 2016

BIOFACHNurnbergwww.biofach.de

15-17 febbraio 2016

VINISUDFrancia - Montpellier | Pérolswww.vinisud.com

Genn

aio

2016

Page 78: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

80

Food&Beveragendadi Claudia Cataldo

Il 19 e 20 ottobre a Bolzano torna Autochtona, il 12^ Forum nazionale dei vini autocto-ni. La due giorni ospiterà circa 100 produttori provenienti da tutta Italia, per un totale di oltre 300 etichette in degustazione. Una selezione improntata alla qualità e tipicità delle produzioni, per permettere al pubblico di scoprire e assaporare i gioielli nascosti della biodi-versità vitivinicola delle nostre regioni. Autochtona - che troverà spazio all’interno di Hotel, la quattro giorni dedicata al settore dell’ospitalità e della ristorazione - sarà impreziosita da due appuntamenti ormai classici: la selezione “Autoctoni che passione!”, dove le migliori etichette in degustazione verranno premiate con gli “Autochtona Award” da una commis-sione di wine journalist italiani e internazionali e la rassegna “Tasting Lagrein” (22 ottobre), degustazione comparativa organizzata in collaborazione con il Consorzio Vini Alto Adige. Le giornate sul vino di Fiera Bolzano proseguiranno infine con l’appuntamento dedicato ai Vignaioli dell’Alto Adige con i tavoli di assaggio di “Vinea Tirolensis” (21 ottobre).www.autochtona.it - www.facebook.com/Autochtona www.twitter.com/Autochtona

Alla sua quarta edizione, Life of Wine, manifesta-zione ideata e curata da Studio Umami, si conferma un appuntamento speciale pensato per rendere omaggio a quei vini “importanti” da invecchiamen-to che hanno fatto la storia enoica italiana. Saranno

infatti una cinquantina le cantine presenti presso l’Hotel Rome Cavalieri, ognuna delle quali porterà in assaggio della sua etichetta più rappresentativa l’ultima annata in commercio e almeno due vecchie annate: sarà questo un modo per avviare un vero e proprio viaggio nel tempo, per capire come ogni vino si evolve.www.lifeofwine.it

MeranoWine Festival presenta CultOen-logist: una retrospettiva sulla produzione vitivinicola dei winemakers più famosi. Una “prima mondiale” all’interno del MeranoWine festival 2015. Nessuno ci aveva mai pensato: il Direttore del Me-ranoWine Festival ha voluto mettere in

scena per la prima volta, i registi del vino. Così ha chiesto a 10 di loro di por-tare 10 etichette che rappresentassero il loro lavoro. Hanno risposto Riccardo Cottarella, Roberto Cipresso, Luigi Moio, Luca d’ Attoma e tanti altri. I loro vini sa-ranno in degustazione venerdì 6 novem-

bre al Kurhaus. Il biglietto giornaliero comprende l’ingresso a bio&dynamica, che raccoglie il meglio della produzione vitivinicola biologica, biodinamica e na-turale. Il Merano Wine Festival è ormai un appuntamento che ha consolidato il suo valore fra le fiere food&wine del no-stro Paese – il salotto buono del vino in Italia – e ogni anno richiama numerosi professionisti e appassionati nella bella

cittadina del Burgraviato. Il meglio dell’I-talia del vino (e non solo), insomma, tutti i mesi di novembre da ormai oltre venti anni, si dà appuntamento a Merano, fra degustazioni esclusive, seminari, fuori fiera e molto altro. Programma e infor-mazioni su ticket e orari sono disponibili sul sito della manifestazione.

www.meranowinefestival.com

LIFE OF WINERoma, 15 novembre 2015

AUTOCHTONA Bolzano, 19 – 20 ottobre 2015

MERANO WINE FESTIVALMerano, 5 – 10 novembre 2015

Pavillon des Fleurs from 10 am to 6 pm

Sissi Saal from 2 to 6 pm

Kurhaus 6.11.2015@MeranoWine Festival

5-10 November 2015

Page 79: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

81

Food&Beveragenda di Claudia Cataldo WINE2WINE

Verona, 2 – 3 dicembre 2015

GOURMETTorino, 22 – 24 novembre 2015

CTante le novità nel programma dell’e-dizione 2015: speed dating con buyer e produttori, incontri diretti con impor-tatori di vari Paesi e seminari formativi che spaziano dal marketing al web, dagli scenari di mercato all’export, dal management agli aspetti normativi, per creare networking e nuove oppor-tunità di business. Focus sui mercati USA e Svezia con meeting dedicati e forte presenza di relatori esteri di pri-mo piano, per offrire informazioni e spunti di riflessione da tutto il mondo. Questa sarà la seconda edizione di wi-ne2wine, il forum interamente dedica-to al business del vino organizzato da Veronafiere e Vinitaly con la collabora-zione di Federvini ed Unione Italiana Vini. In questa edizione le fasi teoriche saranno integrate da una serie di mo-menti più pragmatici grazie all’aggiun-ta di due Business Arenas e una nuova Vinitaly International Buyers Lounge per favorire gli scambi e gli incontri b2b.www.wine2wine.net

Dal 22 al 24 novembre 2015 a Lingotto Fiere di Tori-no si svolge la prima edizione di Gourmet, nuovo ex-poforum professionale rivolto al comparto Ho.re.ca. e Food & Beverage. L’evento si propone come un’oc-casione per scoprire le nuove tendenze, le tecnologie all’avanguardia e i must del fuori casa professionale del futuro. Il progetto nasce da una collaborazione strategica tra GL events - leader mondiale nel settore degli eventi - e Gambero Rosso, a cui sono affidati i

contenuti del forum. Uno dei 5 focus tematici della manifestazione riguarda specificamente wine & be-verage: numerosi gli eventi dedicati, tra forum strate-gici e formativi, workshop e degustazioni. Da segna-lare un forum formativo sui segreti di una carta dei vini “vincente” e un focus sul mondo del vermouth, dalla sua origine, a come servirlo, al riscoperto utiliz-zo nei cocktail. Tra gli ospiti già confermati, i barman più celebri d’Italia come Massimo D’Addezio, Oscar

Quagliarini e Filippo Sisti, e i talent di Gambero Ros-so Channel, da Giorgione a Maurizio Santin. L’ingres-so è gratuito e riservato agli operatori del settore, previo accredito sul sito della manifestazione.Per informazioni ed eventuali partecipa-zioni espositive all’Expo Forum: GL events Italia - Lingotto Fiere - tel. 011 6644111 - [email protected]

2 padiglioni, 350 espositori e 100 eventi per la terza edizione di Cosmofood, dal 14 al 17 novembre in Fiera di Vicenza. Enogastronomia, Ristorazione ed Attrezzature professionali. Questi i pilastri su cui si sviluppa l’evento che in quattro giorni permetterà all’operatore professionale ed al consu-matore privato di incontrare i migliori produttori del territorio nazionale, conoscere i prodotti ed acquistarli. Inoltre sarà attiva l’area eventi con corsi di cucina, degustazioni guidate, showcooking e seminari. Sei le aree tematiche: Cosmotech con le migliori aziende del settore e le ultime novità tecnologiche per la ristorazione; Cosmowine con ottanta cantine provenienti dal territorio nazio-nale; Cosmobeer con quaranta microbirrifici artigianali italiani ed europei; Food, ristorazione e prodotti di qualità; Intolleranze Alimentari, Gluten Free, Bio&Vegan. Cosmofood resta, anche al termine della manifestazione, come ‘fiera virtuale’, grazie al portale di e-commerce www.goloshop.it dove è possibile conoscere l’offerta degli espositori e acquistare on line i loro prodotti durante tutto il corso dell’anno.

Orari: Sabato e domenica 9–22, lunedì e martedì 9–19. Biglietto d’ingresso acqui-stabile in fiera al costo di 5 euro. www.cosmofood.it

COSMOFOODVicenza, 14 – 17 novembre 2015

Page 80: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

82

Sbarcai a Marsala come tanti, come gli Arabi che diffusero la viticol-tura e come i due uomini destinati a cambiare le sorti dell’isola. E se

basta una passeggiata per trovare iscrizio-ni che vantano il passaggio di Garibaldi in più o meno ogni casa con tempistiche da pit stop del tipo “qui l’Eroe sostò due ore”, John Woodhouse rimane ignoto ai più. Fu una tempesta a riversarlo sulle co-ste di Marsala nel 1773 consentendogli di assaggiare il perpetuum, quel vino bian-co locale invecchiato in botti con un me-todo affine al soleras. Ma al successo del

Marsala mancano ancora due ingredienti: l’aggiunta di alcol, volta a impedirne l’a-dulterazione durante il viaggio, e il “blocco continentale” napoleonico che precludeva l’arrivo degli amati Porto, Madeira e Sher-ry ai palati inglesi e creava così nuova do-manda. Il trionfo fu immediato. Il primo italiano, Vincenzo Florio, arriva tuttavia solo nel 1832 pur diventandone in breve florido produttore, grazie a trovate geniali quale quella di camuffare il Marsala come medicina da somministrare “un bicchiere dopo pranzo e uno dopo cena” per passare i controlli dell’America proibizionista. Ad

Appunti di viaggiodi Irene Graziotto

Conversazioni in Sicilia: il Marsala, questo mito

Via Barbazan, 13 - 38070 Padergnone (TN) Tel. 0461 864142 Fax 0461 864699 www.vicopad.it - [email protected] AFLOVIT Sezione AVIT

In Trentino, in un territorio unico per posizione e clima, moltiplichiamo più di 120 varietà da vino e 20 varietà da tavola che danno origine con un’ampia gamma di selezioni clonali innestate sui principali portinnesti, ad oltre 500 combinazioni per ogni esigenza. Dall’impegno, dal lavoro e dalla grande esperienza dei soci dei Vivai Cooperativi di Padergnone vengono moltiplicate le barbatelle che contribuiscono alla nascita dei migliori vini italiani.

Barbatelle di qualitàper un prodotto di qualità

Soc. Coop. Agr.

Page 81: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

83

intaccare questo mito serviranno i bombar-damenti alleati e le ben più letali creme di Marsala aromatizzate all’uovo, mandor-la, fragola, cosicché oggi, delle oltre 250 aziende di un tempo, non ne rimane che una dozzina. La cantina Pellegrino, 45 mila metri quadri, 3 milioni di bottiglie l’anno e 110 volumi di carteggio Ingham-Whita-ker, è fra le memorie storiche della deno-

minazione e l’unica a produrre il Marsala Rubino: al naso un’evoluzione di prugna e ciliegia, flora mediterranea, cioccolato e liquirizia, mentre in bocca regna il frutto. Rinascita significa anche nuove occasioni di consumo, con il marchio Florio che ne propone il servizio a basse temperature per l’aperitivo come il Terre Arse Marsala Ver-gine 2001 o quale base nei cocktail come il

Vecchio Florio secco da sostituire al Rum Bianco nel Mojito. L’uso di sole uve Grillo è invece fra i capisaldi della cantina Marco De Bartoli, che offre interpretazioni schiet-te: il Marsala Superiore Riserva 10 anni, note ossidative, frutta matura, spezie, o il Vecchio Samperi, una variante pre British priva di alcol aggiunto, sulle cui note fumé levo l’ancora.•

Dopo gli anni bui del Novecento il Marsala

vive oggi un momento di rinascita grazie a cantine con idee

innovative e di qualità

Page 82: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

84

PELLICOLE DI GUSTO

Page 83: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

85

( di Lorenzo Bianciardi - [email protected] )

Questo mese celebriamo anche noi il compleanno della dieta mediterranea (5 anni fa a Nairobi fu proclamata patrimonio culturale immateriale dell’Umanità) con un “omaggio” cinematografico. È del 2009 il film spagnolo intitolato proprio Dieta mediterranea (2009), di Joaquín Oristrell, che racconta la storia di un’ambiziosa e spregiudicata cuoca, l’attrice Olivia Molina nei panni di Sofia, che ne combina di cotte e di crude, dentro e fuori la cucina.Salato, acido, dolce e amaro: in un flashback di pochi secondi la protagonista vede scorrere di fronte a sé le immagini di una vita intera, legate alle quattro sensazioni gustative. Sensazioni che si potrebbero metaforicamente associare anche al film stesso: a tratti dolce, nella storia d’amore che unisce la protagonista al marito Toni e ai tre figli; a tratti amaro, per le lacrime e le delusioni di Sofia, pronta a tutto pur di diventare la miglior cuoca del mondo; a volte anche salato (per non dire forse piccante?) quando dipinge una famiglia del tutto fuori dagli schemi: di scena un ménage à trois che strizza l’occhio al capolavoro di Truffaut Jules et Jim (non a caso omaggiato nel film) senza avere certo la pretesa di emularlo. Sì perché la chef ama il marito Toni, ma non può fare a meno dell’amante Frank. Il disegno perfetto è quello di stare insieme a entrambi, senza troppe remore, per costruire una famiglia che ruota attorno a due padri.Per questo Dieta mediterranea potrebbe risultare anche acido: difficile da digerire per alcune forzature che rendono la sceneggiatura poco credibile (in pochi anni Sofia cambia idee, città e ristoranti alla velocità della luce) e talvolta anche per dei dialoghi non molto “originali”. «Usa i cinque sensi», si

raccomanda ad esempio Frank in cucina, quasi ce ne fosse bisogno, visto che ha di fronte a sé una cuoca di grande talento.Nel mezzo della storia, però, troverete anche battute e situazioni veramente simpatiche: a chi si domanda perché mai gli svedesi siano il popolo col più alto tasso di suicidi, il padre di Sofia “insegna” ad esempio che non è per il clima, ma perché «cucinano tutto con il burro». E poi soprattutto troverete degli spunti golosi, perché la vita “non convenzionale” della protagonista si rispecchia perfettamente nella sua cucina, che ha un’anima decisamente sperimentale. Abbinamenti arditi sono all’ordine del giorno: dai primi panini cucinati da bambina, su tutti il “tonno e ciliegie” o il “sardine e cioccolato”, alla sinfonia di steli, fiori e verdure che fa addirittura piangere un cliente. Che dire poi del foie gras rôti cucinato per il famoso chef francese André, accompagnato da purè di zucca, oppure dello spiedo di banana con bacon? Tutti piatti che hanno carattere e che finiscono per sorprendere gli invitati, perché alla base c’è un ingrediente fondamentale, la passione.Nel mare magnum dell’universo culinario, Sofia, fragile com’è, rischia più volte di annegare: persa nel groviglio dei sapori, arriverà addirittura a prendere a morsi una cipolla, scambiandola per una mela. Ad attenderla, però, è un finale catartico, che riuscirà a farle recuperare i quattro sapori della vita. Quale sensazione lascia il film a noi spettatori? Prevale forse l’acido? Dipende dai gusti: di certo Dieta mediterranea è una pellicola contrastante. Gustare per credere.

PELLICOLE DI GUSTO

Dieta mediterranea,

sapori fuori dagli schemi

A CENA CON BABETTE A CAPANNELLEFine estate, tempi di bilanci per le iniziative che abbinano cinema e gusto. Segnaliamo un evento che ha fatto molto parlare di sé sui media toscani, e che ha visto “I Grandi Vini” protagonisti con due dei suoi interpreti: chi scrive e il direttore Giovanni Pellicci. “A cena con Babette” nell’azienda Capannelle di Gaiole in Chianti, tenutosi il 29 agosto nel cuore del Chianti, ha registrato il tutto esaurito con 100 commensali a tavola. Un evento multisensoriale che potrebbe diventare capofila di altre iniziative golose? Viaggiare attraverso la fantasia del gusto – hanno potuto sperimentare i partecipanti – è possibile, passando dalle pagine di un libro ai sapori veri e propri dei piatti, abbinati a etichette prestigiose e sequenze cinematografiche gourmand proiettate direttamente a tavola. Cosa chiedere di più dall’estate?

Page 84: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

86

Focalizzare l’attenzione solo su un sistema a conduzione bio o con-venzionale per valutare la qualità e la sostenibilità del lavoro di

un’azienda vinicola può essere riduttivo, tante sono le componenti che formano il sistema-vigneto. Leonardo Tofani, eno-

logo toscano specializzato in viticoltura, spiega quali possono essere i limiti di vi-sioni troppo ideologiche, e cosa invece si può fare per ridurre sostanze nocive.Per quella che è la sua esperienza di lavoro sia con aziende a condu-zione agricola convenzionale che a conduzione bio, ci sono delle diffe-renze sullo stato della pianta e del suolo? “La viticoltura consiste in una serie di pratiche agronomiche molto ampia, le cui variabili attuative sono legate a molti fattori. Ogni azione può essere fatta bene o male, indipendentemente dal tipo di conduzione agricola. Le pratiche biodi-namiche così come quelle biologiche o convenzionali, usate senza cognizione o in modo approssimativo, possono, ad-dirittura, portare a una mortificazione della vitalità del vigneto. Un vigneto deve

essere gestito con sensibilità, valutando attentamente gli effetti di ogni azione e diversificando le pratiche secondo le ne-cessità delle singole parcelle. Non esiste una ricetta generale, esiste una visione olistica del sistema vigneto.”.Spesso vengono additati dei difet-ti organolettici ai vini naturali. E’ inevitabile quando si interviene di meno su alcuni processi di vinifica-zione?“No, non è inevitabile. Quello che mi aspetto di trovare in un vino naturale, fatto con un’uva sana e con dei ridotti interventi nei processi di vinificazione, è una migliore espressione delle effettive potenzialità del territorio e dell’annata. Quando ci sono dei difetti sono semplice-mente dovuti ad errori umani o a malin-tesi concetti di vino naturale”. La famiglia Maule, tramite Vinnatur,

sta portando avanti un progetto di riduzione, fino all’eliminazione, del rame e zolfo. Cosa ne pensa?“Sono d’accordo perché soprattutto il rame, a lungo andare, può avere degli effetti dannosi. In questo momento, sto lavorando per la difesa fitosanitaria della vigna con degli “induttori di resistenza” di origine vegetale e organica, come ad esempio alcuni estratti di alghe, che ser-vono per potenziare le difese endogene della pianta. Quindi, è già possibile par-lare di una forte riduzione non solo del rame e dello zolfo ma anche delle mole-cole di sintesi”.•

La vendemmia è il periodo più importante dell’anno ma è indispensabile una corretta visione d’insieme per la salute della pianta, al di là del tipo di agricoltura praticata

di Marina Ciancaglini

NewsBio & Green

In vigna ci vuole una visione olistica

Mettici alla prova, scopri le nostre referenzee approfi tta dell’analisi gratuita dei nostri consulenti:[email protected] - T. 049 8535211www.soluzioni-sw.it

Dall’esperienza e consulenza di Soluzioni Software unita alla tecnologia di SAP, leader mondialenei sistemi gestionali, nasce Wine One, la rispostaalle problematiche delle aziende vitivinicole di oggi.Un software completo ed effi ciente per pianifi care, monitorare e gestire ogni attività, affi ancabile anchea strumenti per l’innovazione digitale come App,realtà aumentata (AR), smart video interaction,portali web, CRM e marketing analytics.

vigneto

vendemmiae conferimenti

produzionee imbottigliamento

registrie documentazioni

venditeed agenti

Wine One, il software gestionalebasato su SAP Business Oneper le aziende vitivinicole.

Siamo al SIMEI! Pad. 9 - Stand K04

Page 85: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

87

Partner ufficiale:

INSTALLAZIONEnon è richiesta alcuna predisposizione, è sufficiente una presa elettrica.

INSTALLATION no site adjustment required.

QUALITÀ CONTROLLATAle analisi di laboratorio effettuate garantiscono il mantenimento del vino per un mese circa dall’apertura della bottiglia.

CONTROLLED QUALITYpreservation of the wine for about one month after opening the bottle.

TEMPERATURA CONTROLLATAil sistema di climatizzazione (impostabile da 4° a 25°) assicura la perfetta temperatura di servizio del vino.

CONTROLLED TEMPERATUREthe climate controlled system (from 4° to 25°) ensures the ideal service temperature of the wine.

IGIENE CONTROLLATAsistema automatico di pulizia del circuito di erogazione brevettato.

CONTROLLED HYGIENEautomatic self-cleaning systems of serving parts, patented.

ESCLUSIVAsistema con bombola azoto a bordo brevettato.

ESCLUSIVITYon board gas cylinder system patented.

CERTIFICATO DI CONFORMITÀ PER IL CONTATTO CON ALIMENTIcostruita al 100% con componenti testati ed idonei al contatto con alimenti secondo le norme della serie UNI EN 1186:2003(parti dalla 1 alla 15)

CERTIFICATE OF FOOD CONTACT COMPLIANCE100% manufacture with components tested and suitable for food contact, according to the standards UNI EN 1186:2003 (parts from 1 to 15)

diWine “WINE TASTING SYSTEMS” by Novatec S.r.l.Novatec S.r.l. - Via delle Acque, 6 - 50035 Palazzuolo sul Senio (FI) - ItalyTel. +39.055.8046179 - +39.055.8046419 - Fax [email protected] www.diwineitaly.it

Caratteristiche

Features

Cashless payment system available!

Page 86: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

88

Cose dell’altro mondo, verrebbe da dire, e in verità provengono proprio dall’altra parte del pia-neta, per l’esattezza dalla Sierra Nevada e dalla città di New York. La birra al cioccolato è originaria della Grande Mela, ideata da Rick e Michael Mast dell’azienda Mast Brothers, specializzata nella cioc-colateria. La trovata dei due fratel-li è stata quella di tostare chicchi di cacao, brassati a freddo per un giorno intero e successivamente sottoposti ad una carbonazione, grazie all’aggiunta di anidride car-bonica. Birra al cioccolato o cioc-colato alla birra? La sentenza sarà tutta appannaggio degli “integra-

listi della cotta” che dovranno de-cidere se accettarla come “decli-nazione birraia” o meno. Spiritoso e divertente invece il videogame lanciato dalla platform americana del birrificio Sierra Nevada come lancio per la nuova Oktoberfest. “Kenny” è il protagonista mastro birraio che dovrà saltare e cogliere al volo i chicchi di malto per pre-parare e produrre la nuova birra Oktoberfest , realizzata in collabo-razione con i tedeschi di Brauhaus Riegele. Un espediente cool da scaricare su qualsiasi device e provare a condurre il gioco come prima esperienza nella produzione di una birra super personalizzata!

Alfredo Giugno e Angelo Scacco sono i due titolari delle neo-start-up che quest’anno hanno fatto il loro primo ingresso ufficiale a Fer-mentazioni 2015, presso le Officine Farneto di Roma. Sono entrambi provenienti da due regioni che non spiccano certo per la loro forza a livello industriale, ma proprio per questo con più voglia di emergere e

di cimentarsi in attività imprendito-riali. L’abruzzese Casa di Cura e la molisana La Fucina, sono due esem-pi di come si evolve l’economia a li-vello “local” in direzione “globale”. Degno di nota è l’esperimento delle “cotte pubbliche” introdotto da La Fucina, come test per la creazione di una birra (da loro stessi defini-ta) la ComunAle. Come a dire - “la birra che volete bere la decidete voi e noi ve la facciamo in piazza”- e con gli ingredienti del nostro terri-torio. Insomma, filiera iper corta e piattaforma “very social”. Oppure la trovata de La Casa di Cura, nata in un ex confetturifici per “alleviare

i malanni di questo secolo”, propo-ne una birra come La Flebo che ha come caratteristica quella di essere prodotta in lotti unici, poichè su una stessa base di acqua, malto pilsner e lievito, vengono ogni volta utiliz-zati abbinamenti diversi di luppolo e spezia. Artigianalità e inventiva allo stato pure, per un sottobosco di mi-crobirrifici che nonostante “accise” e crisi economiche punta dritto ver-so la propria passione con prodotti di qualità.

Info e contatti:www.lacasadicura.itwww.birrificiolafucina.it

di Chiara MartinelliA tutta Birra

Ecco due nuovi birrifici artigianali targati made in Italy dalle idee molto “glocal”

NEW ENTRY

Dagli Usa una birra al

cioccolato e un videogame per l’Oktoberfeste

NEWS A STELLE E STRISCE

CIOCCOLATO E TECNOLOGIA: NUOVI BREWER

UNA CURA A BASE DI MALTO E UNA PINTA A FAVORE DEL TERRITORIO

Conoscenza, Tecniche di degustazione e abbi-namento: sono questi i moduli chiave del cor-so intitolato “ conoscere la birra” che si terrà a Firenze presso il Palazzo dei Pittori dal 13 ottobre al 17 novembre. Sei lezioni, 52 ore in totale, supportati dai migliori insegnanti e co-noscitori di birra artigianale, si svilupperanno alternandosi tra teoria, visite guidate e degu-stazioni. Un attestato finale darà l’opportuni-tà di ricevere un riconoscimento certificato, soprattutto per chi intenderà approcciarsi al settore in maniera professionale e imprendi-toriale. Tra i docenti, Nicola Utzeri (direttore editoriale di Fermento Birra Magazine), Simo-ne Cantoni (giudice nazionale e degustatore), Francesco Ranzani homebrewer e docente ” Master of Food ” di Slow Food, Pierluigi Chiosi – birraio del Piccolo Birrificio Clandestino. Un approfondimento mirato (e didattico) anche per chi vuol fare una degustazione consape-vole delle birre artigianali di qualità.

Info e contatti: [email protected]. 055 483572 (dalle 11.00 alle 17.00)www.corsodegustazionebirra.it

A Firenze un “focus”per “capire” meglio quella artigianale

CORSO AVANZATO DI DEGUSTAZIONE

CULTURA BIRRAIA

Page 87: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

89

Page 88: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

90

Le Cantine Ferrari si sono aggiudicate il titolo di “Sparkling Wine Producer of the Year” nel concorso internazio-

nale The Champagne and Sparkling Wine World Championships 2015, un riconoscimento che le ha viste imporsi

sugli altri due finalisti, i produttori di Champagne Charles Heidsieck e Luis Roederer. Uno straordinario risultato che si aggiunge al premio al Ferrari Perlé 2006 Trentodoc come Best Italian Sparkling Wine e a ben nove medaglie d’oro assegnate a diversi Trentodoc della casa, dal Ferrari Maximum Brut al Giulio Ferrari Riserva del Fondatore. The Champagne and Sparkling Wine World Championships è un concorso dedicato esclusivamente alle bollicine organiz-zato da Tom Stevenson, un’autorità internazionale nel campo.

La buona, se non in alcuni casi otti-ma, vendemmia 2015 non potrà che contribuire a rafforzare quella che ormai è una certezza. Il più forte e continuo motore dell’export enoico made in Italy ha una spiccata matri-ce frizzante. E’ infatti italiano l’80% del valore export generato dalle bol-licine all’interno del mercato dell’U-nione Europea. Se, infatti, il mercato comunitario dei vini frizzanti è pari a 422 milioni di euro, per un volume di 2,2 milioni di ettolitri, l’Italia ne rap-presenta l’82%, ovvero 344 milioni di euro, e il 75% in termini di quanti-tà, ovvero pari a 1,6 milioni di ettoli-

tri. Il dominio italiano è schiacciante sui mercati di Germania, Spagna, Austria, Francia, Repubblica Ceca, Finlandia e area baltica. Nel 2014 però il trend fortissimo del biennio 2012-2013 (quando la quota delle esportazioni ha oscillato sui 356 mi-lioni di euro) è leggermente calato, sia nei volumi che nei valori (sui 344 milioni di euro). Per i vini a marchio Dop della categoria “effervescente” è la Germania, ancora, a confermarsi il mercato chiave con il 56% delle esportazioni in valore; più distaccati Stati Uniti (5%) e Regno Unito (4%). Se prendiamo però in esame i pro-

dotti a marchio Igp ecco allora gli States tornare ai vertici, con il 34% della quota export, seguiti da Spa-gna con l’11% e di nuovo Germania con il 10. Nel 2014, va detto, che è salita al 36,5% la quota in volume dei vini Dop sul totale esportato, a 44,8% gli Igp. Un ruolo di grande potenza, quindi, che vede l’Italia pri-meggiare di gran lunga sul mercato continentale. Una leadership che però ha bisogno di sostegno costan-te. Dalle vigne, intanto, la speranza che stiano arrivando vini di qualità medio-alta è sicuramente di buon auspicio.

Da un’idea di Sarah Dei Tos, giovane vigna-iola, il Prosecco ha realizzato la prima ven-demmia notturna del nord d’Italia. “Sono cresciuta sentendo parlare di influssi lunari e in particolare di come le diverse fasi con-dizionino il taglio degli alberi – spiega -. Nella mia famiglia si lavora il legno da tre generazioni e la grande attenzione prestata al calendario lunare mi ha sempre affasci-nato”. Individuato un ettaro dei 16 di pro-prietà, Sarah Dei Tos ha deciso di dividerlo idealmente in due: metà da vendemmiare in maniera convenzionale, diurna, l’altra metà attendendo la luna nuova per raccogliere le uve dopo il tramonto. “Ho sentito parlare delle qualità prodigiose della luna nuova sulle piante e sulle persone. Le forze che entrano in azione hanno proprietà rigene-ranti e di guarigione tanto che, secondo la tradizione, potando le piante mentre ‘si fa la luna nuova’ eventuali malattie si dissolvono mentre le piante sane si rigenerano e si raf-forzano. Per capire e dimostrare le eventuali differenze di sentori, aromi e profumi ho cre-ato una task-force di esperti che, nel corso di una degustazione alla cieca, confronteranno il vino prodotto con la vendemmia tradizio-nale e il vino che chiamerò Grappoli di Luna Nuova”.

EVENTI IN VIGNA

di Giovanni PellicciBollicine News

Da un’idea della vignaiola Sarah Dei Tosi un’inedita raccolta per le vigne del nord Italia

NEL PROSECCO LA VENDEMMIA CHE SEGUE LA LUNA

ANALISI

Le bollicine italiane dominano sul mercato

europeo

ITALIA SPECIALISTA

DEL FRIZZANTE

PREMI

La cantina trentina vincitrice nella più importante competizioneinternazionale di settore

FERRARI È LO “SPARKLING WINE PRODUCER OF THE YEAR”

Page 89: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

91

EVENTI IN VIGNA

Page 90: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

92

Alla Xylella fastidiosa la vite non piace. La conferma è arrivata dai risultati dei test di patogenicità effettuati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, con il risultato definitivo che il ceppo rinvenuto a Lecce e denominato CoDiRO non conta-mina la vite. I test, effettuati dall’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del CNR e dal Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti

dell’Università degli Studi di Bari, sono durati più di 12 mesi e hanno riguardato diverse varietà di vite, dimostrando che le misure fitosanitarie applicate alle piante di vite contro Xylella fastidiosa possono essere abolite in quanto il ceppo batteri-co presente in Puglia non ha alcun effetto su queste piante. “Si tratta di un risulta-to molto importante - spiega il Ministro Maurizio Martina - e sul quale abbiamo

lavorato per mesi. Provvederemo alla pub-blicazione del dossier e alla sua diffusione anche presso i Paesi terzi, perché in questi mesi ci sono state troppe speculazioni che hanno danneggiato il comparto vivaistico legato al commercio di barbatelle e di viti non solo in Puglia. Attraverso le nostre ambasciate inviteremo i Paesi che hanno blocchi sulle nostre piante a modificare le loro decisioni”.

Ventimila ettari olivetati non lavorati già nel 1970. Questo nu-mero testimonia la fiducia degli spagnoli nella pratica dell’iner-bimento già più di quarant’anni fa. A fronte di alcuni esperi-menti, è stato sfatato il luogo comune che l’inerbimento possa danneggiare le piante. La prima legittima obiezione riguarda sicuramente la competizione idrica tra olivo ed erba, e a tal proposito va specificato che da questa pratica trae beneficio

una pianta già matura (quella giovane rischia il ritardo dell’en-trata in produzione). Gli esperimenti spagnoli hanno dimostrato che dopo un solo anno di copertura con leguminosa seminata e piante infestanti (inerbimento spontaneo) la percentuale nel terreno di carbonio è aumentata del 21 per cento, quella di azoto del 27 per cento, quella di fosforo del 23 per cento e di potassio del 15 per cento. Anche la qualità dello stesso miglio-ra, con un aumento di porosità, aria e ritenzione idrica. A fronte di una gestione oculata, c’è chi parla già di una possibile pratica agronomica del Terzo Millennio. (b.a.)

Che quello mediterraneo fosse un regi-me dietetico particolarmente indicato per prevenire il rischio di tumori è cosa ormai risaputa. Appartiene invece ad uno studio recente la scoperta che un aumento di olio extravergine d’oliva – all’interno di una dieta mediterranea – ridurrebbe drastica-mente la probabilità di cadere vittima del cancro al seno. Il condizionale in questi casi è (purtroppo) d’obbligo: lo studio – diret-to dal dottor Miguel A. Martinez-González nell’ambito del progetto Predimed (preven-zione dieta mediterranea) e pubblicato sulla rivista Jama Internal Medicine – indica in-fatti una riduzione dell’incidenza del cancro del 68 per cento. Un valore elevato, forse troppo, come rivela lo stesso dottor Marti-nez- González. Il quale infatti, predicando prudenza, suggerisce che questa sua ricerca non è un punto di arrivo, ma di partenza, verso una conferma che ha comunque ot-time probabilità di essere raggiunta. (a.b.)

Lo scenario emerge da una ricerca dei ricercatori delle Università spagnole di Pamplona e Madrid

RICERCA

Risultati molto importanti dai test di patogenicità effettuati dal Mipaaf

XYLELLA

IL “CODIRO” NON ATTACCA LA VITE

Nel 1962 il Ministero iberico dell’olivicoltura aveva già verificato i benefici di questa pratica agronomica

TECNICA

LA SPAGNA PROMUOVE L’INERBIMENTO

DALL’EVO UN NUOVO ALLEATO CONTRO IL CANCRO AL SENO?

di Giovanni PellicciExtravergineNews

Page 91: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

93

RICERCA

Page 92: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

94

MeranoWine Award

Choose excellence

www.meranoaward.it

5-10 November 2015

Page 93: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

95WWW.GOLOSITALIA.IT

130 EVENTI550 ESPOSITORI

27 FEB.1 MARZO

2016

DAL AL

&

Page 94: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

96

Sono luci ed ombre a contraddistinguere la situazione italiana. Se da un lato il Belpaese

rivela potenzialità tecnologiche ai massimi livelli mondiali per prestazioni e attenzione al ridot-to impatto ambientale, dall’altra parte sconta ritardi nella comu-nicazione e un alto tasso di morti bianche. Quasi la metà dei ca-duti sul lavoro si verifica infatti nel settore agricolo e di questi la maggior parte è provocata dal

trattore. “Dal punto di vista della formazione siamo davvero l’ulti-ma ruota del carro” è il commen-to severo di Roberto Rinaldin, Presidente di Unacma - l’Unione Nazionale Commercianti Mac-chine Agricole nata nel 1997 a

Bologna per curare gli interessi di categoria - che riconosce all’I-talia i giusti meriti ma è ben con-sapevole anche dei limiti. L’ap-punto si riferisce non solo alla consapevolezza delle norme di salute e sicurezza e all’uso di un

abbigliamento idoneo ma punta in primis al tema cruciale del-le revisione obbligatoria per le macchine agricole. Un obbligo, quello della revisione, attivo già da molti anni all’estero e su cui in Italia si continua a discutere. Sono numerose le problemati-che tecniche, normative e ope-rative emerse durante il primo incontro - tenutosi lo scorso 21 luglio al Ministero dei Trasporti - finalizzato alla stesura del de-creto attuativo che ne introdurrà

Meccanizzazione vigneto, tra avanguardia e ritardi

MECCANIZZAZIONE VIGNETO

Leader per qualità e sostenibilità, l’Italia può tuttavia migliorare in capacità comunicativa e sicurezza sul lavoro

di Irene Graziotto

Page 95: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

97

l’obbligo. Le difficoltà riscontrate derivano sia dalla vastità e vetustà del parco macchine da assoggetta-re al controllo, sia dagli interessi fortemente contrastanti dei diversi soggetti della filiera. Tuttavia, no-nostante non si sia ancora arrivati ad un testo accolto all’unanimità da tutte le parti, rimane fermo il termine ultimo per l’entrata in vi-gore della nuova norma, previsto inderogabilmente per il 31 dicem-bre 2015. Fra gli ammanchi del si-stema, Stefano Martignani, tito-lare della Martignani srl - azienda pluripremiata in fatto di avanguar-dia e che già nel 1981 introdu-ceva, prima in Europa, la carica elettrostatica delle gocce azzeran-do quasi la dispersione nell’aria - individua l’inadeguatezza co-municativa del settore. “Le fiere statiche sono tante, sia di livello internazionale che locale, ma non permettono ai produttori di capi-re il reale valore delle macchine proposte”. La proposta di Marti-gnani è dunque quella di “infor-

mare maggiormente i produttori e coinvolgerli nelle manifestazioni ‘in campo’ - dove si mettono dav-vero alla prova le ultime novità del settore - sia quelle private, orga-nizzate dalle varie aziende, che quelle pubbliche coordinate dagli organismi dedicati”. Il problema italiano non è dunque la mancan-za di adeguati mezzi meccanici, sulla cui avanguardia si trovano invece tutti d’accordo. “In tantis-simi guardano all’Italia proprio

per la sua capacità di proporre nuove macchine, in sintonia con il concetto di qualità riconosciu-to ai nostri vini nel mondo” è il commento Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere e dei due eventi di Fieragricola ed Enolitech dedicati ad hoc al set-tore agricolo. Dello stesso parere anche Rinaldin: “l’Italia in fatto di meccanizzazione è certamente in grado di esportare molto”. I punti forti del parco macchine nazionale

riguardano nel dettaglio l’uso dei prodotti fitosanitari con tecniche di recupero che, grazie a schermi anti deriva, al riciclo del prodotto o alla microionizzazione, permet-tono una dispersione quasi nulla. Queste innovazioni permettono di economizzare tempi e costi sia di materia che di lavoro, riducen-do ad un quarto lo sforzo grazie a macchine che coniugano lavora-zione bifilare ed azione sincronica frontale e posteriore. Altri settori parimenti in sviluppo – come emerge dai dati di Fieragricola ed Enolitech – sono la georeferenzia-zione e la sensoristica che permet-te interventi subitanei. Gli stru-menti di sensoristica sono infatti in grado di monitorare processi e raccogliere informazioni che ven-gono immediatamente trasformate in dati utilizzabili direttamente in campo dalle unità mobili, come ad esempio le vendemmiatrici, o che vengono trasmessi all’agricoltore e lo supportano nelle sue scelte operative. •

Vine

yard

wea

ther

sens

or

Page 96: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

98

Fra i legni dal timbro “moderato”, il tonneaux è quello che sta vivendo attualmente la maggior ri-nascita grazie alla sua capacità di far elevare certi vitigni meglio dei contenitori più piccoli esaltan-done al contempo le caratteristiche originali. Tra tutti il Sangiovese Toscano è una delle varietà che meglio ha sposato questo contenitore che, grazie al minor apporto di ossigeno, ha restituito freschezza e “tradizione” a questi vini.

TONNEAUX

Con una capienza da 500 hl, il tonneaux influenza il vino ma non lo impatta

Un materiale certamente fra i più semplici da uti-lizzare, fattore che lo ha reso estremamente popo-lare. Le moderne tecnologie - che permettono l’in-stallazione, direttamente sui contenitori di acciaio, di meccanismi di controllo della temperatura, dei rimontaggi e delle fermentazioni - consentono una gestione degli stessi vasi vinari anche a distanza, da pc o persino tablet e smartphone, conferman-done ulteriormente la praticità.

Materiale principe nell’affinamento, dei rossi ma an-che di bianchi morbidi quali lo Chardonnay, è stato per lungo tempo al centro di dibattiti e politicizza-zioni: basti pensare ai Barolo Boys che brandivano l’uso della barrique e di breve macerazioni contro le botti e le lunghe macerazioni adottate dai produtto-ri della vecchia guardia. Seppellite le asce o, in que-sto caso, le assi di guerra, oggi si è tornati ad un uso del legno che più che decretato a livello teorico, vie-ne valutato di volta in volta a livello pratico: anche le barrique, un tempo considerate indispensabili per l’affinamento dei grandi rossi, oggi vengono usate in maniera più cauta, con meno automatismi. E c’è chi, come Alberto Antonini, eletto da Decanter tra i 5 miglior enologi al mondo, denuncia che ne siamo troppo dipendenti, ribadendo che “per fare un vino di alta qualità bastano anche le vasche di cemento o le grandi botti non tostate”. Il rovere, elemento fondamentale per “evolvere” alcuni grandi vini, si è esso stesso evoluto. Oggi i mastri bottai producono botti non invasive, ideali per l’espressione del frutto e da qualche tempo si nota anche l’utilizzo di legni diversi: ciliegio, gelso, castagno, acacia. In tal manie-ra gli eccessi nell’uso del legno e, nella fattispecie, delle barrique, che per tanto tempo hanno definito il profilo organolettico del vino invece che esaltarne le caratteristiche intrinseche, ora sono per lo più un ri-cordo del passato o, alla peggio, di qualche bicchie-re di vino bianco che ancora capita di trovare nelle contee americane.

BOTTI E BARRIQUEACCIAIOFacile da pulire, inossidabile, duttile nella gestione delle temperature

Il legno, croce e delizia

Pusabren scarlTel. 0141 82 21 41 - Fax 0141 82 90 14

Cell. 335 69 70 079 - 335 69 70 081E- mail: [email protected]

Biomac Servizi sas Cell. 335 13 14 120

E- mail: [email protected]

di Paolo Chiusano & C. s.a.s.Cell. 339 50 40 514

E-mail: [email protected]

Raccolta Meccanica

Vi offriamo la nostra esperienza per la realizzazione di lavori su:

ww

w.a

st

igra

fic

a.c

om

lavoRi Meccanici (tRinciatuRa, RippatuRa ...)

lavoRi Manuali (zappatuRa,

diseRbo, potatuRa ...)

tRacciatuRa e piantuMazione

vendeMMia

lavoRi Meccanici (tRinciatuRa, tRattaMenti fitosanitaRi,

ciMatuRa, pRepotatuRa ...)

lavoRi Manuali (zappatuRa,

potatuRa, spollonatuRa,

diseRbo ...)

tRacciatuRa e piantuMazione

Manuale e Meccanica

con Gps

VIGNETO

NOCCIOLETO

di Irene Graziotto con la consulenza di Nicola Biasi

VINIFICAZIONE E STOCCAGGIO: terminato il monopolio di legno

e acciaio, oggi si sperimentano forme e materiali nuovi

Identità e qualità sono le caratteristi-che da cui non possono prescindere i vini moderni che puntano al succes-so. Per ottenere questi risultati e, allo

stesso tempo, esaltare il territorio da cui provengono le uve, è fondamentale adottare una viticoltura di precisione e un enologia varietale in cui vinificazioni personalizzate e scelta del vaso vinario giocano un ruolo fondamentale. In passato cantine ed enologi

hanno utilizzato diversi vasi vinari guidati dalle mode e dalla facilità di gestione: dal cemento ci si è quindi spostati all’acciaio e al legno. Oggi si assiste tuttavia ad un ri-torno a questo e ad altri materiali. Ad in-fluenzare la scelta del vaso vinario sono il vitigno, il territorio, la fase in cui esso verrà utilizzato, la filosofia produttiva dell’azien-da e l’obiettivo finale che l’enologo vuole portare nel bicchiere.

Page 97: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

99

Si tratta del tino, il contenitore usato per eccellen-za nella macerazione dei rossi in quanto la forma tronco-conica agevola tale operazione contrastan-do la spinta verso l’alto del “cappello” di vinacce e facilitando la percolazione inversa del liquido. In particolare, la pressione accumulata dal liquido sottostante il cappello durante la “follatura” - oggi

È un “grandissimo ritorno” quello che sta vivendo il cemento, reso possibile grazie alla sua “neutralità” nei confronti del vino che affina al suo interno. Una neutralità organolettica superiore persino all’accia-io e che garantisce un rispetto del profilo aromatico soprattutto nell’ottica di un eventuale stoccaggio post-affinamento in legno. Se non vetrificato – cosa non possibile in Italia dove vige l’obbligo di vetrifi-cazione interna per tutti questi tipi di vaso – il ce-mento si è dimostrato anche un ottimo contenitore per le fermentazioni grazie alla microporosità che permette un ideale passaggio di ossigeno attra-verso le pareti. Fra le realtà di spicco nel panorama mondiale che si sono affidate a questo materiale spicca Château Cheval Blanc, che da pochi anni ha ultimato la nuova cantina dove le fermentazioni avvengono esclusivamente in tini di cemento.

Nell’antichità le anfore in terracotta venivano uti-lizzate per la fermentazione, macerazione, stoc-caggio e trasporto dei vini, tanto che le migliori, ai tempi dei Romani, possedevano un vero e proprio timbro di fabbrica, il cosiddetto “bollo” che ne per-metteva la tracciabilità. La loro riscoperta si lega al produttore friulano Josko Gravner che per di più le usa completamente interrate effettuandovi lunghe macerazioni con l’obbiettivo di esaltare al massimo il territorio da cui provengono le sue uve. Dal punto di vista tecnico il passaggio di ossigeno riveste un ruolo importante, spesso superiore a quello di una barrique, tanto che alcuni produttori consigliano di ricoprire la parte interna con cera d’api per limitare questo scambio e riuscire a la-vorare in modo più riduttivo. Fra le ultime versioni in circolazione c’è Clayver, un contenitore di forma sferica è in gres porcellanato la cui struttura mi-croporosa che consente comunque uno scambio gassoso con l’esterno del recipiente, anche se in quantità molto limitata e a lungo termine, lo rende adatto sia per la vinificazione che per l’affinamen-to del vino.

TRONCOCONO

CEMENTO

ANFORA

Utile soprattutto per la follatura, può dare risultati ulteriori quando è in rovere

Il ritorno del cemento, grazie al suo effetto “acqua e sapone”

Consigliato per la fermentazione e l’affinamento soprattutto dei vini bianchi, l’uovo in cemento è fra i vasi vinari più alla moda del momento. Esso coniuga la porosità del cemento alle doti della sua forma che aiuta i gas emessi durante la fermentazione a condensarsi meglio e quindi permette al vino di subire un rimescolamento rotatorio naturale, mantenendo così le fecce fini in sospensione e aumentando l’autolisi dei lie-viti. Ciò permette di ottenere vini “importanti” senza la necessità del legno e il suo successo ha portato più di qualche produttore di botti a in-traprendere la costruzione di uova in legno.

UOVO IN CEMENTOUn connubio vincente di forma e materiale, ideale per i vini bianchi di struttura

Il recipiente per il vino dell’antichità riportato in auge da Gravner

Nasce a Cormons nel 1981 in terra di vini e figlio di vignaioli. Si diploma all’Istituto Tecnico Agrario “Paolino d’Aquileia” di Cividale del Friuli lavorando al contempo presso l’azienda friulana Jermann. È per cinque anni assistente enologo nell’azienda del Collio Zuani, di proprietà della famiglia Fellu-ga e nel 2006, dopo una vendemmia in Australia nella cantina Victorian Alps di Gapsted, si sposta a Castellina in Chianti nell’Azienda Marchesi Maz-zei, avvicinandosi così alla vinificazione del San-giovese. Nel 2007 è in Sudafrica e approfondisce la conoscenza di Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc nella cantina Bouchard Finalyson di Walker Bay. Dal maggio 2007 è alla direzione tecnica di San Polo a Montalcino e di Poggio al Tesoro di Bolgheri, entrambe di proprietà della fa-miglia Allegrini. L’ultima sfida risale al 2012 con un progetto, “Vin del la NEU”, che punta al biologico d’avanguardia: un vigneto di Johanniter, un nuovo ibrido autorizzato, immerso nelle Dolomiti e alle-vato con metodi green.

NICOLA BIASI

eseguita spesso con pistoni idraulici - ne aiuta la ri-salita. La forma tronco-conica viene in aiuto anche quando si pratichi il délestage, in cui il tino viene provvisoriamente svuotato dalla frazione liquida, poiché il cappello, scendendo verso il basso, si trova a galleggiare in una circonferenza sempre maggiore e questo ne facilita la disgregazione. Questi aspetti legati alla forma sono indipendenti dal materiale che può variare dal cemento all’acciaio al legno. Per le versioni in rovere, oltre alla funzione fisico-geometrica è possibile sfruttare anche il processo di microssigenazione, che evita peraltro l’insorgenza di odori da ridotto, e di trasferimento dei tannini dal legno al vino, ottenendo così vini più puliti, con co-lori più intensi e stabili e una spiccata nota fruttata.

[bi

ogra

fia]

Page 98: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

100

Il noto bottificio Pauscha torna alle sue origini sotto la direzione di Klaus Pauscha, con nuovi partner e la qualità di sempre: è la storia

di una tradizione familiare da oltre 100 anni sul mercato, con successo e prodot-ti di elevatissima qualità. Fondata nel 1875 da Jakob Pauscha, oggi l’azienda ha una nuova sede produttiva nella Ca-rinzia meridionale; a gestirla è la quinta generazione di famiglia. Il punto di forza? Abbinare abilità artigianale e le più mo-

derne tecnologie, per garantire ai vini più nobili la miglior quali-tà di maturazione.Klaus Pauscha vanta un’esperienza pro-fessionale di oltre 20 anni ed è affiancato ora dal figlio Jakob, che sta ereditando un enorme bagaglio di conoscenza ed espe-rienza. Solide basi e una nuova costel-lazione aziendale: papà Klaus, il figlio Jakob e i loro partner puntano sul know how, sul dialogo con i clienti e il continuo sviluppo artigianale. Senza tralasciare la puntualità nelle consegne. Il team consi-glia i clienti sugli investimenti più oppor-tuni da fare per accrescere il valore del vino, donandogli peculiari caratteristiche adatte ai diversi eventi e palati. La scelta del legno è affidata alle mani

esperte di Klaus Pauscha, che è riuscito nel perfetto equilibrio tra antica tradizio-ne e moderna innovazione. L’azienda è oggi un riferimento solido in termini di sapienza artigiana, capacità di partner-ship, la miglior qualità nella selezione del legno, così come nello stoccaggio e nella lavorazione. Da ultimo, un altro aspetto prezioso è la consulenza, offerta sempre con un unico obiettivo: contri-buire alla nascita dei vini più pregiati al mondo. •

Pauscha: artigianato del bottaio tradizionale

Da 5 generazioni, l’azienda realizza botti con gli elementi della natura: il segreto per vini straordinari

BOTTI D’INVECCHIAMENTO disponibili in ogni dimensione desiderata dal cliente. I tronchi necessari vengono collaudati personalmente, in seguito tagliati e stagionati per diversi anniTra le varianti di allestimento: bordo di fronte (naturale/colorato); cerchi zinchati o zinchati/colorati, portella in inox o legno, valvole; rubinetti di degustazione/di scarico, basamento 20-40 cm

Vinificazione & Stoccaggio

ECCO QUALCHE VALORE AGGIUNTO:

FASSBINDEREIKLAUS PAUSCHA & PARTNER GMBHLagerstrasse 2, 9400 WolfsbergTel.: +43 43 52 / 30456; Fax: +43 43 52/ 30456-20ATU66477779Email: [email protected]

TINI DI FERMENTAZIONEper la macerazione accurata del vino rosso. Provvisti di una portella in inox e di uno sportello superiore in inox o legno estraibile, per sommergere bene le bucce. Grazie alla sua tenuta stagna, il tino si può usare anche come botte d’invecchiamento

VARIANTI DI ALLESTIMENTO: le botti possono essere prodotte con portelle in legno o acciaio inox, valvola a sfera o a farfalla e assagiavino, scarico totale, sportellino superiore in acciaio inox, piastra di raffreddamento, pozzetto per termometro, basamenti standard (3 pezzi 20 x 20cm) o con sostegno e piedi da 45 cm, ecc.

Page 99: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

101

FERMENTINI A PIANO INCLINATO FER

ME

NTI

NI A

PA

RA

LLE

LEP

IPE

DO

C

ON

PIA

NO

INC

LIN

ATO

FERMENTINO TERMO CONDIZIONATO CON RIMONTAGGIO ED ESTRAZIONE DELLE VINACCE AUTOMATICO

FER

ME

NTI

NO

FO

LLO

NAT

OR

E T

ER

MO

CO

ND

IZIO

NAT

O

PALL

ETT

IZZA

BIL

I PE

R T

RA

SP

OR

TO

RIE

MP

ITR

ICE

A B

ILA

NC

IA 0

,2 A

12

KG

AVV

ITAT

RIC

E P

ER

BO

TTIG

LIE

OLI

O

LAVAMANI RIEMPITRICE A CADUTA +TAPPATORE SUGHERO

CANALINE E POZZETTI PER PAVIMENTI

RIEMPITRICE BAG-IN-BOX

SERBATOIO TRASPORTO PESANTE A 3 SCOMPARTI

POMPE DA VINACCIA E TRAVASI

ZEUS S.N.C.Loc. Pianacci, 13 - 52021 Bucine (Ar)Tel. 055 9911144 - Fax 055 9911849

[email protected] www.zeusinox.it

Azienda certificataUNI EN ISO 9001:2008

dal 1968 in continua evoluzioneCOSTRUZIONE SERBATOI E ACCESSORI

ENOLOGICI - OLEARI - FARMACEUTICI - IDRICI - PETROLCHIMICISERBATOI TERMO CONDIZIONATIFOLLONATORI AUTOMATICIESTRATTORI DELLE VINACCESTABILIZZAZIONE TARTARICA TRASPORTO PALLETTIZZABILITRASPORTO SU PIANALEGASOLIO OMOLOGATIPOZZETTI E CANALINE CON GRIGLIATI TUTTO INOX

ACCESSORI PER CANTINEDIRASPA-PIGIATRICE PRESSEIMPIANTI FRIGORIFERIPIASTRE SCAMBIO TERMICOIMPIANTI COLMATURA AZOTOFILTRI IMBOTTIGLIATRICITAPPATRICI CAPSULATRICIETICHETTATRICI

IMPIANTO FRIGORIFERO CALDO/FREDDOQUADRO GESTIONE TEMPERATURA SERBATOI

DIR

AS

PA -

PIG

IA T

RIC

E +

MO

NO

VIT

E +

TRA

MO

GG

IA +

ZA

INO

PE

R S

CA

RIC

O U

VE

Page 100: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

102

VEGETAL CLARIFICATIONVEGECOLL®

ALLERGEN FREE

Proteina vegetale da patata per la chiarifica di mosti e vini.

InnovazIonelaffort

LAFFORT ITALIA - Strada Ronco Riccarda 2/4 - 15057 TORTONA ALTel. +39 0131 863 608 - Fax +39 0131 821 305 - www.laffort.com

VEGETAL CLARIFICATIONVEGECOLL®

La corretta chiarifica dei mosti e lo scrupoloso collaggio dei vini restano passaggi essenziali nel-la produzione di vini di qualità.

Il ricorso a prodotti chiarificanti è fon-damentale per rimuovere in modo sod-disfacente e mirato oltre alle particelle in sospensione alcune famiglie di com-posti ad impatto negativo sul gusto, sul-la stabilità del colore e dell’aroma dei vini.Tradizionamente si utilizzano prodotti di chiarifica di natura proteica di ori-gine animale (gelatine, albume d’uovo, colla di pesce, caseinati) o prodotti di sintesi.La recente presa di coscienza che re-sidui anche minimi di alcuni di questi prodotti possono scatenare, in indivi-dui sensibili, reazioni allergiche, oltre

alle problematiche di sicurezza sanita-ria che hanno coinvolto alcune fonti di questi materiali proteici, hanno indotto LAFFORT a ripensare le tecniche di chiarifica per arrivare ad un prodotto chiarificante innovativo.L’importante lavoro di ricerca innesca-tosi ha condotto alla messa a punto di un prodotto a base di proteine di origi-ne vegetale, inedite in enologia, estratte con processo brevettato dal comune tu-bero di patata.Il prodotto, in commercio da inizio 2014 con il nome commerciale di VE-GECOLL, ha da subito riscosso grande successo.Le sue caratteristiche chimiche e fisiche ne fanno uno strumento duttile da im-piegare a diversi scopi nella chiarifica dei mosti e dei vini in piena sicurezza.•

Il fenomeno Vegecoll

Laffort ha ripensato le tecniche di chiarifica

e oggi propone un chiarificante innovativo

Page 101: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

103

Page 102: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

104

by

ER

REV

I sr

l -

ww

w.e

rrevie

ps.

it

3-6/11/2015 PAD. 15 STAND F32 10-12/11/2015 PAD. 9 STAND 9-548

materialesoluzioni

undue

Page 103: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

105

Enobiotech è un’azien-da attenta all’ambien-te specializzata nella produzione di biotec-

nologie per l’enologia e il vino. Lo slogan scelto è semplice e chiaro: tecnologia e ricerca al servizio della natura. Ogni gior-no Enobiotech si mette in gioco affinché il vino raggiunga quel-la eccellenza che solo le perso-ne molto ambiziose e positive sanno ottenere e guarda oltre i risultati raggiunti per continua-re a migliorarsi. Matteo Spadi-ni, Amministratore Delegato di Enobiotech, afferma: “I nostri valori guida sono: ricerca, posi-tività, qualità, eco-sostenibilità, servizio al cliente, flessibilità, collaborazione attiva e propo-

sitiva. Crediamo fermamente che la ricerca vada fatta in un ambiente naturale al 100%. Rispettiamo la Natura perché solo così i nostri prodotti pos-sono essere in linea con i mas-simi standard di qualità e con le esigenze del cliente”. L’in-terazione tra il team di ricerca e sviluppo con i clienti è un punto chiave dell’azienda che riesce in tale maniera a creare progetti ambiziosi in grado di portare alla realizzazione con-

creta di prodotti biotecnologici eccellenti. Ad esempio, Eno-biotech con la collaborazione di alcuni vignaioli ha individuato e selezionato alcuni ceppi di lievito esclusivi, catturando il valore aggiunto di ogni cantina, fatto di ambiente, tradizione e atmosfera unici. Fra le novità 2015 di Enobiotech, Mannosafe e Novatan occupano uno spazio speciale. Mannosafe un deriva-to di lievito per l’affinamento dei vini da utilizzare in sosti-

tuzione o a integrazione della feccia fine di fermentazione. Il suo uso permette di proteggere la naturale freschezza del vino in quanto è ricco in fattori bat-teriostatici specifici in grado di prevenire la FML. Novatan è invece il nome di una nuova li-nea di tannini granulari ad alto valore aggiunto pensati sia per la vinificazione che per l’affi-namento. Ogni singolo tannino è frutto dell’attenta e scrupolo-sa ricerca delle migliori mate-rie prime, selezionate e unite in specifici blend per ottenere risultati sempre eleganti, com-pleti e ripetibili. •

Attenzione all’ambiente, ricerca costante, servizio al cliente e flessibilità: ecco come nasce l’alta performance qualitativa

ENOBIOTECHVia Vigazzolo 11236054 Montebello Vicentino (VI)Tel. +39 0444 832983Fax +39 0444 [email protected]: enobiotech.itTwitter: enobiotech - @enobiotech

Enobiotech: tecnologia e ricerca al servizio della natura

MANNOSAFEaffina il tuo vino proteggendo la naturale freschezza

MANNOSAFEaffina il tuo vino proteggendo la naturale freschezza

Page 104: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

106

Page 105: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

107

Norimberga fiere torna ad essere il palcoscenico del più grande salone mondiale dedicato ai beni d’investimento per l’inte-

ra catena produttiva delle bevande che raccoglie esperti di ogni parte del settore: birrifici, malterie, cantine, distillerie ma anche bevande analcoliche, costruttori di macchine e impianti, l‘industrie degli im-ballaggi, il commercio e la ristorazione, e verte inoltre sulla presentazione di mate-rie prime pregiate, tecnologie innovative, soluzioni logistiche e idee di marketing.Sull’onda dei risultati positivi dell’edizio-ne 2014 (parliamo di oltre 1.130 esposito-ri da 47 paesi e con un totale di visitatori pari a 37.200 provenienti da 128 paesi su una superficie di 42.781 mq), Andrea Kalrait - responsabile di progetto - si ac-cende di entusiasmo e commenta positi-vamente che: “la nostra nuova concezione del salone ha dato ottimi risultati, quindi le manterremo naturalmente fede. L’at-mosfera positiva regnata nei padiglioni è stata specchio di un settore innovativo e creativo che è sempre in movimento e alla ricerca di soluzioni concrete e persona-lizzate”Ma BrauBeviale va oltre e accoglie anche un ricco programma parallelo che abbrac-cia interessanti iniziative per i visitatori

come ad esempio il Craft Beer Corner che - festeggiando la sua prima edizione l’anno passato - invita commercianti e gastronomi a degustare nuove speciali-tà birrarie, oppure offre la possibilità di assistere alla presentazione di esperti in-ternazionali del settore per le numerose varietà di whisky, rum, gin e acquaviti di frutta. Ma non solo: commercianti e ga-stronomi possono testare vari tipi di ac-qua.Fra gli eventi collaterali segnaliamo an-che lo European MicroBrew Sympo-sium, le relazioni dell’industria al Fo-rum BrauBeviale, la replica del PET@BrauBeviale (il progetto che ha preso il via lo scorso anno per parlare dell’utilizzo del PET nell’industria delle bevande), e l’European Beer Star - presente sin dal 2004 – che rappresenta ormai uno dei maggiori concorsi internazionali di birra. E nulla di meglio poi che unire il piacere del bere all’arte culinaria: la SFC Street Food Convention - allestita per la pri-ma volta nell’ambito della BrauBeviale e ideata da Klaus P. Wünsch - è l’incontro del settore sulla gastronomia mobile, dove gestori affermati possono scambiarsi idee e informative per nuovi acquirenti su i più disparati aspetti di tale business.www.braubeviale.de •

BrauBeviale 2015

Riflettori puntati su Norimberga dal 10 al 12 novembre per i protagonisti del mondo delle bevande

DI CONSUELO TRIFONI

Informazioni: NürnbergMesse Italia S.r.l. | Tel + 39.02.28 51 01 06 | [email protected]

braubeviale.de

Norimberga, Germania | 10 – 12 novembre

BrauBeviale2015

I conoscitori incontrano gli esperti. Il salone che unisce.

L’artigianato incontra l’hightech, in un dialogo tra pari. La

BrauBeviale è proprio questo! Qui nascono idee discutendo

insieme, qui si incontra il settore! Non perdetevi i circa 1.100

espositori con tecnologie avanguardistiche e soluzioni creative

per un imbottigliamento e una commercializzazione del vino al

passo con i tempi.

Benvenuti a casa! braubeviale.de

Ottimi affari.

Ottimi contatti.

Brau15_226x280_I_GrandiVini_3_KENN.indd 1 10.06.15 14:15

Page 106: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

108

Sarà pronta a brevissimo la terza struttura mobile di Bf Imbottigliamento, che garan-tirà una presenza forte su tutto il territorio nazionale dell’azienda, che tramite le sue

unità mobili va incontro alle necessità dei piccoli e medi produttori vinicoli, che hanno bisogno di im-bottigliare i propri vini con garanzie e versatilità.Le strutture infatti,non permettono alle aziende soltanto di imbottigliare direttamente nella propria cantina, seguendo personalmente tutte le operazio-ni, ma anche di usufruire di tutte le tecnologie e le finezze costruttive che sono prerogativa di produzio-ni molto più elevante. E fondamentale è sottolineare la versatilità di questo genere di impianti, capaci di soddisfare le esigenze più disparate, soprattutto riguardo i formati. Si pos-sono infatti confezionare tutti i formati, dal piccolo 187 cc alle magnum da 1,5 litri, con riempimento fino a diametri molto vicini ai 110 mm e produzioni sull’ordine delle 3000 bottiglie/h. Il lavoro avviene su una struttura completamente chiusa ai lati, posta a 30 cm da terra ed è conti-nuamente controllato da personale specializzato, che opera da oltre 10 anni all’interno di impianti di imbottigliamento mobile e che garantisce controlli periodici con attrezzatture da laboratorio autorizzate su: ossigeno disciolto nel vino e nella bottiglia con-fezionata, indice di filtrabilità del vino in cantina, purezza dell’azoto prodotto, pressione dello spazio di testa al di sotto dei tappi rasi per il controllo del vuoto, altezza calibrata dei livelli in funzione delle diverse bottiglie con correzioni dettate dalle diffe-renti temperature attraverso una lampada a retroil-luminazione, controllo del dosaggio dei coadiuvanti, controllo dello sforzo necessario per l’apertura dei tappi vite con torsiometro. (l.m.)•

BF IMBOTTIGLIAMENTO S.R.L.Via Castagnole, 20/h - 31100 Treviso - Tel/Fax 049 9925681Cel. 333 2986641/ 333 2986643 [email protected] - www.bfimbottigliamento.it

BF: l’imbottigliamento si fa in tre!A brevissimo sarà pronta la terza unità mobile di imbottigliamento, per garantire un servizio sempre più ampio

w w w . b f i m b o t t i g l i a m e n t o . i t

CONTROLLI FFETTUATI

All’interno del ciclo produttivo sono previsti controlli periodici su:

• OSSIGENO disciolto nel vino proveniente dalla cantina• Ossigeno disciolto nella bottiglia confezionata• Indice di FILTRABILITÀ del vino in cantina• Purezza dell’azoto prodotto• Pressione dello spazio di testa al di sotto dei tappi rasi per il controllo del vuoto• Altezza calibrata dei livelli in funzione delle diverse bottiglie con correzioni dettate dalle differenti temperature attraverso una lampada a retroilluminazione• Controllo del dosaggio dei coadiuvanti• Controllo dello sforzo necessario per l’apertura dei tappi vite con TORSIOMETRO

UNITÀ MOBILI DI IMBOTTIGLIAMENTO

LAVORAZIONI GARANTITE

BF imbottigliamento S.r.l.Via Castagnole, 20/H - 31100 TrevisoTel./Fax 049 9925681 - 333 2986641333 [email protected]

Page 107: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

109

Bersanvanga mod. Terminator con piede di stazionamento

Cimatrice a coltelli veloci mod.Speedy Rotor Laterale

Defogliatrice a rulli controrotanti mod. Solaris

Gruppo spollonante idraulico mod. Rotoflex su telaio anteriore

Cimatrice a barra mod. Potel Bil Eco

Cimatrice a coltelli veloci mod.Speedy Rotor Tunnel

Muletto Brentone

Prepotatrice a dischi su doppie colonne motorizzate mod. Coloklin

Trivella idraulica anteriore con punta fresatrice

Porta-attrezzi reversibile per sollevatori idraulici, con lama interceppi mod. “RapidLam 13”

Dal 24 al 26 novembre 2015, presso il Parc Des Exposi-tions, il SITEVI riconfermerà il suo successo come punto di

riferimento di un intero settore.È un’espressione reale del dinamismo delle tre filiere rappresentate, un’aper-tura al futuro e <<un’autentica cassetta degli attrezzi destinata ai produttori>>, come afferma la Diret-trice del salone, Marti-ne Dégremont.Tale dinamismo, tale vivacità è possibile ri-scontrarla nelle cifre “chiave” che hanno caratterizzato l’evento nel 2013 e che si ripe-teranno nel 2015:

• Oltre 50.000 m2 dedicati alle at-trezzature e al know how per le produzioni vitivinicole, olivicole-olearie e ortofrutticole;

• 61 paesi;• 1.000 aziende espositrici;• 48.946 ingressi di professionisti;• 220 nuovi prodotti e novità.È l’innovazione, infatti, l’obiettivo del SITEVI per avere una migliore condivi-sione del mondo agricolo e in questa nuova edizione si parlerà di una maggio-re varietà di prodotti e mezzi e preserva-zione delle risorse con loro conseguente utilizzo; presentazione dei vitigni fran-cesi e non, con annesse degustazioni e un’area di consulenza per i produttori. L’evento vedrà, inoltre, la partecipazio-ne di nuovi “attori” mondiali nel setto-re, tra cui Australia e Cina, ma in parti-colare la presenza, per la prima volta in assoluto, del Bacino del Mediterraneo con i suoi tredici paesi, che sarà lo spe-cial guest del salone.Si presenta, quindi, una panoramica a 360 gradi delle tre filiere, in cui si en-tra nel cuore, nel vivo delle produzio-ni, ma anche nella bellezza della sede ospitante, ovvero la regione Languedoc-

Roussillon, pri-ma nell’ambito viticolo e vini-colo d’Europa e uno dei maggio-ri centri per la produzione di ortaggi e frut-ta. www.sitevi.com•

Aspettando SITEVI

Uno sguardo alla 27esima edizione del salone internazionale delle attrezzature per la produzione vitivinicola, ortofrutticola e olivicola in scena a Montpellier

DI BEATRICE SILOCCHI

EXPO

SIM

A70

, ave

nue

du G

énér

al d

e Ga

ulle

- 9

2058

Par

is L

a Dé

fens

e ce

dex

- Fr

ance

Tél.

: +33

(0)1

76

77 1

1 11

- F

ax :

+33

(0)1

53

30 9

5 09

E-m

ail :

site

vi@

com

expo

sium

.com

Foto

grafi

a: N

ew H

ollan

d

+di 300novità

24-26 NOVEMBRE 2015

VIGNAVINO

OLIVICOLTURA ORTOFRUTTA

SALONE INTERNAZIONALE DELLE ATTREZZATURE E DEL KNOW-HOW PER LE FILIERE VIGNA-VINO, OLIVICOLTURA, ORTOFRUTTA

ULTERIORI INFORMAZIONI : SALONI INTERNAZIONALI [email protected] - Tel: 02 43 43 53 26

Al centro di tutte le produzioni

Richiedete il vostro

pass d’ingresso

dal mese di settembre su

www.sitevi.com

BF: l’imbottigliamento si fa in tre!

Page 108: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

106

Prenderà vita dal 3 al 6 di Novembre nel Co-mune di Rho, presso il nuovo polo extra-urba-

no della Fiera di Milano, il Sa-lone Internazionale di Macchine per Enologia e Imbottigliamento (SIMEI), la fiera leader a livello mondiale nella tecnologia del vino ed unico evento interna-zionale per ciò che riguarda la produzione, l’imbottigliamento ed il confezionamento di liquidi

alimentari e bevande. Non solo vino quindi, ma anche tutto ciò che riguarda birra, acque mine-rali, bevande gassate, succhi, li-quori, acquaviti, alcol, aceto ed olio. L’evento ha una storia lun-ga, nasce nel 1963 e in questi cinquant’anni, a cadenza bien-nale, ha continuato ad innovarsi e ad accrescersi. Secondo i dati di SIMEI nel mondo si consuma-no ogni anno circa seicento mi-liardi di litri di bevande di ogni

genere e tipologia. I consumi pro-capite più elevati si riscon-trano in Europa Occidentale e America, mentre il continente asiatico ed africano, benché presentino consumi più bas-si, registrano maggiori tassi di crescita. L’obiettivo del SIMEI è proprio quello di offrire una risposta adeguata alle esigenze di questo immenso comparto per affrontare le sfide del mercato globale, mettendo a disposizio-

ne di piccole e grandi aziende provenienti da ogni parte del mondo un incredibile spazio di visibilità per i propri prodotti. Vi parteciperanno aziende costrut-trici di macchinari, attrezzature, accessori, prodotti per l’enologia e per la produzione, lavorazione, imbottigliamento e confeziona-mento delle bevande. Il Salone è un evento unico sia per gli ad-detti ai lavori che per il semplice curioso. www.simei.it •

Tutto pronto per la più grande esposizione a livello mondiale nella tecnologia del vino e delle bevande

Benvenuti al SIMEI, il Salone Internazionale di Macchine

per enologia e imbottigliamentoDI ALESSANDRO RIGHI

Page 109: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

107

Quando alla qua-lità dei prodotti si unisce l’effi-cienza, il risul-

tato è di quelli prestigiosi. Con la sua nuova soluzione per l’imbottigliamento Ber-tolaso entra a far parte del club di aziende – ora tredi-ci su tutta la filiera – part-ner di Tergeo, il progetto dell’Unione Italiana Vini per promuovere i model-li più virtuosi nel settore. L’iniziativa seleziona con-tributi concreti e innova-zioni capaci di migliorare la gestione di un’impresa vitivinicola e le diffonde ai produttori. Obiettivo

ultimo è la sostenibilità, ambientale ed economica: un valore guida per il la-voro di Ricerca e Sviluppo negli impianti di Zimella a Verona. La tecnologia pro-posta da Bertolaso affron-ta un problema comune a chi imbottiglia vini, otti-mizzando i flussi d’azoto nella fase di riempimento. Essenziale per evitare un contatto tra l’ossigeno e il liquido, la gestione dell’a-zoto oggi mostra carenze per i tempi d’azione e nei consumi, oltre che rischi residui di ossidazione. Grazie a un controllo co-stante dei livelli, ad una

geometria ottimizzata del-la macchina e a valvole di riempimento nuove, Berto-laso perfeziona la produ-zione, migliorando la vita a scaffale del vino e ridu-cendo il consumo di gas e energia. Il comitato scien-tifico di Tergeo ha premia-to l’importanza del tema e la competenza del gruppo. Con più di 300 produtto-ri coinvolti nel progetto, l’ingresso tra i partner dà a Bertolaso l’opportunità di incontrare ancora una volta le esigenze di grandi e piccoli produttori – da sempre principio ispiratore delle sue soluzioni. È stata

apprezzata la forte volontà di Bertolaso di affrontare il problema della gestione dell’azoto in modo globa-le: non un intervento o un progetto a se stante ma uno studio che coinvolge tutte le componenti del processo di imbottigliamento. Prota-gonista da più di 135 anni, l’azienda è conosciuta nel mondo per i suoi sistemi su misura, pensati per coniu-gare avanguardia tecnica e richieste dei clienti, preci-sione e affidabilità così da offrire qualità dei prodotti ed efficienza, come dimo-stra, ancora una volta, l’in-novazione per Tergeo.•

Con un’innovazione sui flussi d’azoto nell’imbottigliamento il gruppo entra tra le aziende d’eccellenza impegnate per l’efficienza del settore

GRUPPO BERTOLASO SPAVia Stazione 760 - 37040 Zimella (VR) - Tel. +39 0442 450111 - Fax +39 0442 85811 - [email protected] - [email protected] www.bertolaso.com

Sostenibili per migliorare: Bertolaso

è partner Tergeo

Page 110: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

108

B U S I N E S S

3/6 NOVEMBRE 2015

IN COLLABORAZIONE CON

ORGANIZED BY

FIERAMILANO RHO / MILANO

[email protected]

INCONTRI B2B& WORKSHOPFocus vigneto

Page 111: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

109

Da dieci anni Diam (per vini fermi) e Mytik (per vini friz-zanti e spumanti)

offrono ai produttori una solu-zione tecnologica rivoluziona-ria, che consente di non avere più vini danneggiati da gusti anomali. Grazie a un processo brevettato di purificazione del sughero, l’assenza di gusto di tappo è garantita. Diam Bouchage sviluppa co-stantemente la propria gamma per offrire reale serenità ai pro-pri clienti: le nuove soluzioni garantiscono un invecchiamen-to ottimale dei vini: permeabi-lità differenziate che fanno dei tappi Diam un vero strumento enologico.Grazie alla fedeltà e alla fiducia dei propri clienti Diam Boucha-ge consolida la propria presen-za sui vini di alta gamma con 10.000 clienti totali ripartiti in 55 paesi nel mondo. Gli Stati Uniti sono oggi uno dei principali mercati, con un volume di vendita nel 2014 di 200 milioni di tappi (tendenza confermata nel primo trimestre 2015 con un +18%).L’Italia è il secondo mercato Export dopo la Francia, con più del 20% delle vendite, quasi 300 milioni di tappi e una cre-scita del 17% tra il 2013 e il 2014.La Francia resta il primo mer-cato e detiene il 25% delle ven-dite. Proprio a Ceret, nel cuore del Languedoc–Roussillon, è

stata costruita una nuova uni-tà di trattamento del sughero col procedimento “Diamant”. Una nuova estensione di 2000 m2, che si aggiunge a quella di San Vicente de Alcantara in Spagna, e che ha permesso alla società di dotarsi della nuova unità “Diamant III”, per la pu-rificazione del sughero tramite CO2 allo stadio supercritico.Con questo nuovo impianto si purificano oltre 3700 tonnellate in più di farina di sughero, arri-vando a raggiungere una capa-cità finale di 2 miliardi di tappi all’anno. Il gruppo OENEO SA a capo

della Società Diam Bouchage ha recentemente acquisito il 100% delle quote della Società Portoghese Piedade, arrivando a controllare il 20% dell’intero mercato mondiale del sughero.L’acquisto di Piedade permette alla Diam Bouchage di dotarsi di nuovi siti industriali ubicati nel cuore della principale zona di produzione mondiale di su-ghero, rafforzandosi anche in termini di approvvigionamento della materia prima.Le due Società comunque con-tinueranno a distribuire sepa-ratamente i loro rispettivi pro-dotti: l’intera gamma dei tappi

tecnici Diam continuerà ad es-sere esclusiva dei partners sto-rici per l’Italia: Belbo Sugheri, Diam Sugheri e Paolo Araldo, quest’ultimo distributore anche di SEGUIN MOREAU per l’Ita-lia. •

Inaugurata “Diamant III”, la nuova unità nel cuore del Languedoc–Roussillon

www.diam-cork.it

Distributori per l’Italia: BELBO SUGHERI [email protected] [email protected] [email protected]

Diam prosegue la sua crescita nel mondo

La n

uova

Uni

tà d

i Cer

et, in

Lang

uedo

c–Ro

ussil

lon

Page 112: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

110

Prolectus è l’esclusivo antibotritico Sumitomo Chemical a base di Fenpyrazamine, una molecola che ha già dimostrato grande efficacia anche in condizioni meteo difficili come nel 2014.Protegge dalla botrite uva da vino e da tavola, pomodoro, peperone, melanzana, cetriolo, zucchino in coltura protetta. In più sulla vite da vino aiuta a ridurre la laccasi, migliorando la qualità del vino senza influire sulle sue caratteristiche organolettiche, e possiede l’Import Tolerance per l’esportazione in USA.Prolectus è attivo su tutti gli stadi della botrite con azione preventiva, non si dilava grazie alla rapida penetrazione, persiste a lungo ed è selettivo sugli insetti utili.Il profilo ecotossicologico è favorevole, la confezione è pratica e innovativa, la formulazione è stabile e prontamente solubile, ed i coformulanti di origine naturale riducono il già basso impatto ambientale.

Agrofarmaco autorizzato dal Ministero della Salute, a base di Fenpyrazamine, n. di registrazione 15125. Usare i prodotti fitosanitari con precauzione. Prima dell'uso leggere sempre l'etichetta e le informazioni sul prodotto. È obbligatorio l’uso di idonei dispositivi di protezione individuale e di attrezzature di lavoro conformi (D. Lgs. 81/2008 e ss.mm.).

www.sumitomo-chem.it

Un intervento rapido ed efficace sulla botritecon una protezione a lunga durata per le colture

Alta velocità contro la botriteAlta velocità contro la botrite

Page 113: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

111

Quanto conta per i consumatori che un prodotto sia eco-friendly? Come si

può, nel campo vitivinicolo, operare nel massimo rispetto dell’ambiente? E come certi-ficare che si stanno adottando pratiche virtuose nella gestione del lavoro di cantina e materie prime di provenienza etica? An-diamo per punti. L’interesse del consumatore c’è e il lato green dei prodotti è oggi un plus im-portantissimo nel processo di acquisto. A dirlo è proprio uno studio commissionato dal PEFC alla società tedesca GfK in occa-sione della Giornata della Terra, lo scorso aprile: 9 consumatori su 10 hanno dichiarato di volere prodotti certificati per protegge-

re il patrimonio boschivo mon-diale. Senza evidenti distinzio-ni all’interno del campione dei 1.000 intervistati, né fra nord e sud d’Italia, né fra uomini e donne, ad essere però più sen-sibili al tema ambientale sono risultati i giovani. Inoltre, più del 90% del campione auspica che le aziende che utilizzano materie prime legnose prove-nienti da foreste gestite in modo sostenibile comunichino questa loro scelta attraverso l’uso di un marchio di certificazione fore-stale. Un segnale chiaro rivolto al tessuto produttivo italiano della filiera bosco-legno-carta, affinché consideri la certifica-zione forestale come un investi-mento per promuovere le scelte virtuose dal punto di vista etico

e ambientale. Qui entra in gioco PEFC, la cui certificazione è un elemento fondamentale per di-stinguere i prodotti provenienti dalla gestione forestale soste-nibile. Antonio Brunori, Segre-tario Generale del PEFC Ita-lia, ci spiega come operare nel concreto: “è importante cercare prodotti in legno, sughero, carta o cartone certificati. Questo vale quindi per le botti di affinamen-to, per i pali per il vigneto, per il packaging delle bottiglie, per la carta utilizzata per etichette e per i cataloghi promoziona-li, per i tappi di sughero e così via. Fare scelte etiche significa salvaguardare il nostro pianeta e le sue foreste; fare scelte eti-che, certificarle e comunicarle, significa anche dialogare con i propri acquirenti e dare loro quel quid in più”. (c.c.)•

La certificazione PEFC assicura la provenienza delle materie prime da foreste gestite in modo sostenibile.

Anche nel campo vitivinicolo le applicazioni sono numerose

PEFC ITALIAwww.pefc.itwww.ecodelleforeste.itFacebook.com/pefcitalia

9 consumatori su 10 vogliono prodotti certificati per proteggere le foreste

FOTO

DI P

EFC

FRAN

CE

FOTO DI PEFC ITALIA

Page 114: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

112

Arco Spedizioni è con-sapevole degli ingen-ti investimenti che le aziende vitivinicole

dedicano alla produzione dei loro vini e a un costante mi-glioramento della loro qualità. Una qualità che deve rimanere immutata passo dopo passo, in ogni momento in cui il prodotto viene trattato, dalla botte alla bottiglia fino alla tavola degli esigenti consumatori. Proprio per questo motivo è necessario mantenere la stessa cura e at-tenzione anche nella delicata fase del trasporto. Una disatten-zione, come lasciare le scatole al sole per poche ore o maneg-giare incautamente confezioni

così fragili, potrebbe compro-mettere l’intero processo e cau-sare un grave danno economico.La lunga esperienza maturata nel trasporto dei vini con clienti di prestigio ha permesso ad Arco Spedizioni di personalizzare la propria offerta attraverso una serie di servizi esclusivi. Già dal ritiro, effettuato direttamen-te presso la cantina del cliente con un veicolo dedicato, la mer-ce viene trattata con estrema at-tenzione fino a giungere al ma-gazzino della filiale più vicina. Qui le confezioni sono stoccate per un breve periodo in apposite aree, protette e non esposte agli agenti atmosferici. A movimen-tarle è autorizzato solo perso-

nale esperto che già in serata provvede a caricarle sul mezzo coibentato (a norma HACCP) adibito per il trasporto notturno verso il punto ope-rativo più prossimo alla località di con-segna. All’arrivo le preziose bottiglie sono nuova-mente stoccate in spazi dedicati in attesa di percorrere l’ultima tappa e giungere al ristorante o al negozio di destinazione. Se la consegna riveste un ruolo di priorità, il responsabile del ma-gazzino contatta telefonicamen-te il destinatario concordando un appuntamento ad un orario prestabilito, garantendo così la puntualità nelle consegna del-la merce. L’imballo riveste un ruolo fondamentale per la buo-

na riuscita di tutto il viaggio e, per i carichi di maggior valore, il cliente può richiedere una copertura assicurativa per l’in-tero valore della merce. Infine un collegamento informatico tra Arco Spedizioni e le aziende produttrici permette di gestire, a seconda delle necessità, in modo differente e sicuro confe-zioni di uno stesso carico, cu-rando lo stoccaggio della merce non destinata ad una immediata consegna.•

Cura estrema nel trasporto delle bottiglie, servizio personalizzato, puntualità e gestione informatizzata della spedizione

ARCO SPEDIZIONI SPA via Michelangelo Buonarroti, 203 - 20900 Monza (MB) Tel. +39 03920671

Fax +39 0392067201 - www.arcospedizioni.it - [email protected]

Arco Spedizioni, una sicurezza nel trasporto del vino

Page 115: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

113

Page 116: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

114

Page 117: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

115

La Divisione Filtri di Grup-po Cordenons opera ormai da decenni offrendo una serie di prodotti realizza-

ti con i materiali più moderni e le tecnologie più performanti, pensa-ti per rispondere a pieno a tutte le esigenze del processo di filtrazione in campo alimentare, chimico-far-

maceutico e industriale. Il crescen-te successo di mercato della Divi-sione Filtri, sia a livello nazionale che internazionale, è frutto di una struttura commerciale sempre più versatile e performante, che offre al cliente il massimo del supporto con una competenza ed una rapidità che sono per il Gruppo un fonda-mentale plus. Gruppo Cordenons e la Divisione Filtri sono oggi realtà in costante crescita, nel fatturato e negli investimenti, così come nel quotidiano lavoro di ottimizzazione dei processi e di ricerca della sod-disfazione delle esigenze del clien-te. L’azienda pone sempre maggiore attenzione alle problematiche lega-te alla qualità ed all’ambiente, ope-rando in regime di certificazione ISO 9001, ISO 14001, e proponen-do prodotti certificati secondo le più recenti normative nazionali ed

internazionali. Il magazzino è mo-nitorato in conformità alle norma-tive europee e al metodo HACCP, inoltre si è recentemente intrapreso l’iter per il raggiungimento della certificazione BRC-IoP. A questo si aggiunge un impegno costante nell’ottica del rispetto ambientale che si traduce in uno sfruttamento sostenibile delle risorse rinnovabili e non rinnovabili, con l’implemen-tazione ad esempio di un impianto di trattamento delle acque, l’utiliz-zo di energia pulita e di un sistema di recupero degli scarti. La Divi-sione Filtri di Gruppo Cordenons rinnova il proprio impegno in am-bito enologico ed oleario attraverso l’ormai storica presenza al SIMEI, che rappresenta da sempre il punto di riferimento tra le manifestazioni destinate alle aziende che operano nel settore. •

PRESENTI A SIMEI PADIGLIONE 11 STAND N02

Cordenons… filtra solo la qualità

Gruppo Cordenons opera secondo le più recenti normative internazionali e nel rispetto dell’ambiente circostante

Page 118: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

116

Fiera Milano RhoPADIGLIONE 11Stand C15 - D12

3-6 Novembre 2015

Page 119: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

117

Fiera Milano RhoPADIGLIONE 11Stand C15 - D12

3-6 Novembre 2015

Ferrari Group Srl, con sede a Basilicagoiano, Parma, è un’azienda che si occupa di pro-

duzione e commercializzazione di componenti per l’enologia, il giardinaggio, il bricolage e l’home brew, attiva su scala nazionale e internazionale dal 1954. Grazie ad una capillare rete di comunicazione e distri-buzione, infatti, opera oggi in oltre 50 Paesi e circa la metà del suo fatturato deriva dalle attività di export. Fra i setto-ri principali, troviamo quello enologico: Ferrari Group ri-copre un ruolo di leadership grazie a prodotti brevettati e pensati per il “fai da te”. Uno dei prodotti di punta, che sta riscontrando grande interesse,

è la tappatrice manuale Zeus: disponibile anche in una ver-sione “special”, permette di tappare bottiglie di varie ca-pacità, fino a 16 litri, e con tappi di dimensioni differenti, oltre ad essere facile da usare, pulire e trasportare. Dal 1998 l’azienda produce e distribui-sce il Concept Beer DIY, un kit che permette di fare la birra in maniera autonoma, fra le mura di casa propria. Una tendenza – quella dell’home brewing, ovvero fermentazione del malto – che si sta sempre più diffon-dendo anche nel nostro Paese e che rappresenta un hobby appagante e stimolante, non-ché un’idea regalo originale, con un ampio assortimento di malti (oltre 70 gusti diversi).

Ad esempio la gamma austra-liana Coopers che Ferrari Group distributrice in esclu-siva, sul territorio nazionale e la selezione di malti neozelan-desi Black Rock prodotti con ingredienti di grande qualità e metodi tradizionali. La gamma belga Brewferm conosciuta per le eccezionali birre d’abbazia e trappiste e i famosi malti ingle-si Brewmaker. Ferrari Group è inoltre un’azienda certificata ISO 9001:2008. (c.c.)

PRESENTI A SIMEI 2015 NEL PADIGLIO-NE 13 - STAND D10/E09

Ferrari Group: enologia e home brew

L’azienda è leader su scala internazionale nella produzione e vendita di componenti per l’enologia e per il settore brassicolo

FERRARI GROUP SRL Via Europa 11 43022 Basilicagoiano (PR) Tel. 0521-687125 - Fax 0521-687101 www.ferrarigroup.com – [email protected]

Page 120: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

118

Basta uno sguardo al mezzo secolo di attività per rendersi conto di quanto Martignani sia

sinonimo di avanguardia nella so-stenibilità in vigna. Nel 1958, pri-ma in Italia, l’azienda introduce la pratica del basso volume d’ac-qua che consente di risparmiare materia e lavoro ed eliminare totalmente il gocciolamento a ter-ra. È il 1981 quando Martignani, prima in Europa, applica la cari-ca elettrostatica delle gocce ridu-cendo così quasi a zero le perdite anche nell’aria e aumentando il risparmio di principio attivo fino al 50%. Nel 1988 l’Eima elegge quale “Novità” dell’anno il ne-

bulizzatore “Turbo 3 Electrostatic”, primo al mondo con diffusori multipli scavalcanti: in pratica, il precur-sore di tutti i modelli plurifila odierni. A seguire nascono – e vengono premiati nel-le più importanti fiere di settore – il nebu-lizzatore elettrostati-co a flussi orizzontali mirati antideriva “Multi-Flow” e l’“impolveratrice elettrostatica” che, grazie ad una tecnica d’a-vanguardia, permette di applica-re con piena efficacia una carica elettrostatica anche a formulati

in polvere quali zolfo, poltiglia bordolese, terra di diatomee. Nel 2012 viene collaudato il nebuliz-zatore dotato di schermi a cusci-no d’aria anti deriva “Duo Wing Jet”: si tratta della prima e unica irroratrice che effettua il recupero del prodotto - senza operare però alcun riciclo di miscela antipa-rassitaria - combinando l’attra-zione elettrostatica tra vegetazio-ne e microgocce nebulizzate con l’azione di due speciali schermi protettivi a cuscino d’aria. Sarà pronta invece per il 2016 la nuova gamma di nebulizzatori “Phantom M120” già presenta-ta a Eima 2014 e, quest’anno, ad Enovitis in Campo ed EIMA Show. Disponibili nelle capaci-tà da 600 e 1000 litri trainati o

portati da 400, 500 e 600 litri, tutti i nebulizzatori possiedono cisterna in polietilene con serbatoio lavamani e lava circuito incorporati a norma CE e rappresentano una va-lidissima alternativa alla nota e più costosa gamma Whirlwind M612. I mo-delli della serie Phantom, dal ventilatore a singola o doppia uscita trasversale,

permettono di operare su qualsi-asi vigneto con testate alternative ideali sia per spalliere che tendo-ni e azionabili anche solo da trat-trici di 25 CV mentre la versione con il ventilatore a doppia uscita consente, con trattrici di almeno 40 CV, di operare su più filari contemporaneamente potendo trattare sia con i diffusori inferio-ri sia, simultaneamente, sui filari attigui grazie alle due testate su-periori orientabili,. Le Phantom M120 assicurano notevoli pre-stazioni aerodinamiche e minimi assorbimenti di potenza, frutto di nuovi accorgimenti tecnici che hanno permesso anche di ridurne il costo e renderle accessibili an-che ad aziende viticole di piccole dimensioni. (i.g.)•

Ieri pioniere, oggi protagonista internazionale per l’uso sostenibile degli agrofarmaci: cinquant’anni di innovazioni in anticipo sui tempi

MARTIGNANI ING. C. di Martignani Stefano & C. SrlVia Fermi 73 - Z. I. Lugo 1 - 48020 SANT’AGATA SUL SANTERNO - RATel. 0545 23077 - fax 0545 30664 - www.martignani.com - [email protected]

Martignani, la rivoluzione

dei fitofarmaci

Page 121: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

119

A Unique Experienceand Environment-Friendly Technology that pay o�.Un’Esperienza Unica e una Tecnologia amica dell’ambiente che ti ripagano.

THE REALLOW VOLUMEPIONEER

Il vero pioniere del basso volumeSINCE 1958

MARTIGNANI S.r.l. Via Fermi, 63

Zona Industriale Lugo 148020 - S. Agata sul Santerno

(RA) ItalyT +39 0545 230 77

F +39 0545 306 64

[email protected]

� � � � �

WWW.MARTIGNANI.COM

SINCE 1981First in Europe / Primo in Europa

R

GRANDI VINI Martignani 226x280 - ESE.indd 1 23/02/15 17:28

Page 122: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

120

La CRC Biotek fon-data nel 1978 dal Dott. Valentino Ci-rulli, ex ricercatore,

microbiologo, dell’istituto spe-rimentale dell’enologia di Asti, è oggi leader nel settore eno-logico e delle biotecnologie. L’azienda propone una vasta gamma di prodotti biotecno-logici che permettono una ge-stione razionale e monitorata del processo che sta alla base della trasformazione dell’uva in vino: enzimi, lieviti, tanni-ni, mannoproteine e frammenti legnosi (chips), sui quali nel-lo specifico la CRC Biotek ha condotto una ricerca in colla-borazione con l’Università di Pescara e la SOP di Gaiole

in Chianti dell’Istituto speri-mentale per l’enologia. Si è capito ad esempio che i fram-menti legnosi con maturazioni diverse e diverse tecnologie di tostatura del legno siano capaci di sviluppare qualità molto differenziate; purtroppo per lungo tempo ben poco si è prestato attenzione alla quali-tà di questi prodotti. “L’eno-logia di oggi non è più quella degli anni ’60 - ’70 – spiega Valentino Cirulli – e il nostro obiettivo è puntare su un con-trollo dei naturali processi di trasformazione applicando la biologia in maniera puntuale e mirata nelle diverse fasi, senza dover ricorrere a tecniche ri-paratrici. Vogliamo valorizzare

ciò che la natura ci offre, senza forzare la mano né ricorrere a prodotti invasivi, ma sem-plicemente guidando e mo-nitorando il processo di wine making affinché siano esaltate le peculiarità del vitigno e le caratteristiche territoriali”. Se il modo di fare enologia, oggi, va in questa direzione, il meri-to è anche di ricercatori come Cirulli e aziende come la CRC Biotek, che conducono conti-nue ricerche e sperimentazio-ni e attuano anche un vero e proprio sforzo divulgativo nel cercare di rendere i concetti scientifici – microbiologici – comprensibili per tutti gli ad-detti ai lavori e validi alleati nel lavoro di cantina. (c.c.)•

Enzimi, lieviti, tannini, frammenti legnosi: oggi fare enologia significa accompagnare i naturali processi di trasformazione con la scienza. Lo sa bene la CRC Biotek

CRC BIOTEK S.R.L. Area Ind.le Ponte Giulio05018 Orvieto (TR)Tel.: +39 0763 316115 Fax: +39 0763 349560 [email protected] www.crcbiotek.it

La biotecnologia che valorizza la natura

Page 123: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

121

BIOPURE -BIOGLUTEX -

Sem

pre

più

in a

lto

evoluzione ed innovazione

come abitudine

Area Ind.le Ponte Giulio snc - 05018 Orvieto (TR) - tel.0763.31.61.15 - fax 0763.34.95.60 - [email protected] - www.crcbiotek.it

stabilizzanti eintegratori biologici

CRC_226x280_ottobre2015ok-v2_Layout 1 01/10/15 09.38 Pagina 1

Page 124: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

122

La Trivella idraulica versatile può essere posiziona-ta sia posteriormente sul sollevatore idraulico uni-versale che anteriormente ad una trattrice anche se sprovvista di sollevatore idraulico.Dispone di tre movimenti idraulici (escursione late-rale, profondità ed inclinazione flottante dell’uten-sile) comandati da speciale distributore idraulico con divisore di flusso incorporato e leva di coman-do motore.La trivella può essere dotata di punta elicoidale Ø 130 mm (altri diametri a richiesta); come optional, può essere corredata di punta speciale fresatrice per estirpo piante e preparazione del terreno per la rimessa manuale della barbatella (diametro di lavoro c.ca 0,45/0,50 mt).La Trivella idraulica può inoltre essere dotata dell’accessorio “pinza idraulica”, per l’estrazione dei pali di sostegno usurati o rotti e di uno speciale utensile utile per avvitare ancoraggi ad elica, per il sostegno della palizzata dei filari.La novità tecnica è sicuramente la versatilità dell’attrezzo, con possibilità di montaggio sulla parte anteriore della trattrice che permette così all’operatore di procedere con estrema sicurez-za e comodità, senza dover assumere posture scomode, faticose e con notevole beneficio della visibilità.

NOVITÀ Gruppo riduttore per lavorazioni gravose (estirpo piante vecchie e con forte radicazione)Produciamo kit trivella per applicazione su scavatori

VIGNETO

TECNOLOGIA

UNIONI

DA COLOMBARDO, FOCUS SULLA TRIVELLA IDRAULICA VERSATILE

Monoblocchi ad alta capacità refrigerante e alimentati a gas naturali: Zanotti ha un occhio di riguardo anche per l’ambiente

Zanotti è un celebre marchio presente a livello mondiale nel settore della refrigerazione industriale. Per il setto-re vitivinicolo produce sistemi refrigeranti monoblocco pronti all’uso e improntati all’obiettivo del raggiungimen-to di un elevato coefficiente di prestazione.La gamma dei prodotti Zanotti copre tutti gli aspetti del-la lavorazione di generi alimentari, dalla raccolta delle materie prime fino alla distribuzione in supermercati e ristoranti. I refrigeranti naturali utilizzati (propano R290, propilene R1270 e anidride carbonica R744) riducono inoltre l’impatto ambientale riducendo le emissioni di gas ad effetto serra.Nello specifico, Wineblock è la serie di unità progettate per il vino. Adatte a locali di media e piccola cubatura, permettono di governare nel modo migliore temperatura e umidità delle cantine al fine di garantire ottime condi-zioni per la conservazione e l’affinamento del vino.

ZANOTTI S.P.A.Via M. L. King 30 - 46020 Pegognana (MN)Tel. 0376 5551 - Fax 0376 [email protected] - www.zanotti.com

Dopo più di 60 anni sotto la guida della famiglia Ohlinger, il gruppo tedesco Ohlinger si unisce ad una nuova e più grande famiglia, Vin-ventions. Ohlinger è il leader tedesco specialista nelle soluzioni di chiusura

del vino fermo e frizzante. “Unirci a Vinventions ci permette di entrare in una nuova fase di crescita per la nostra azienda, per i no-stri clienti e per i nostri di-pendenti”, ha detto Rudolf

Ohlinger. “L’aggiunta di Ohlinger è un altro passo importante sulla no-stra strada per diventare il fornitore più innovativo e affidabile per le soluzioni di chiusura del vino sia per quelli fermi che per gli spumanti in

tutto il mondo”, spiega Heino Freu-denberg, Presidente e CEO di Vinven-tions. “Al di là dei celebri tappi sinte-tici di Nomacorc, Vinventions può ora offrire tappi a vite di fascia alta, tappi naturali, e chiusure in vetro. Iniziere-mo in Germania, quindi raggiungere-mo alcuni paesi europei selezionati, seguiti da un rollout globale mirato. Ulteriori soluzioni da aggiungere alla nostra gamma sono già in fase di preparazione.”www.winedreamers.com

REFRIGERANTI ZANOTTI: PRESTAZIONI E COSCIENZA GREEN

OHLINGER GROUP SI UNISCE A VINVENTIONS

Perfette per tutte le occasioni, le nuove sca-tole Scotton sono interamente Made in Italy

Scotton spa è lieta di presentare la nuova collezione di scatole regalo per bottiglie Sfere Oro. La qualità della produzione si esprime in una linea di prodotti adatti a tutte le occasioni, versatili e molto pratici nel montaggio. L’innovativa lavorazione del cartone unita all’eleganza del colore oro, rendono le scatole ideali per confezioni di prestigio. Nel pieno rispetto del Made in Italy.

SCOTTON SPAVia Vallina Orticella, 1 - 31030 Borso Del Grappa- TVtel. 0423 913300 - fax 0423 913399www.scotton.it - [email protected]

PACKAGING

SFERE ORO DI SCOTTON, PRATICITÀ E VERSATILITÀ

LA NOSTRA TRIVELLA IDRAULICA

E’ STATA INSIGNITA DELLA MENZIONE TECNICA

PRESSO LA “31^ FIERA NAZIONALE DELLA

MECCANIZZAZIONE AGRICOLA” A SAVIGLIANO

(CUNEO)

COLOMBARDOReg. Leiso, 30/31 - 14050 S. Marzano Oliveto (AT)Tel. 0141 856108 - Fax 0141 856103www.colombardomauro.comwww.colombardo.com - [email protected]

Un’unione che permette di guardare lontano: “sarà una nuova fase di crescita”

Page 125: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

123

Page 126: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

124

C M Y CM MY CY CMY K

Page 127: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

125

ArcelorMittal | Distribution Solutions ItalyHeadquarters | Viale Sicilia 97 | 20052 Monza (MB)T +39 039 2812225 | F +39 039 2812240www.arcelormittal.com/wiresolutions

... mi piego ma non mi spezzo!

Page 128: I Grandi Vini, settembre/ottobre 2015

126