I Grandi Vini Settembre-Ottobre

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Il nuovo numero de I Grandi Vini è sfogliabile on line

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Giovanni PellicciDirettore Responsabile

Una delle vendemmie più scarse degli ultimi anni e l’inizio di una stagione decisamente difficile per

il vino italiano, presto chiamato a confrontarsi con riforme fiscali e nu-ove normative. Sono queste le notizie agrodolci che porta in dote l’autunno.I bilanci – quasi definitivi – sul rac-colto di uva 2012 parlano di un ro-busto calo quantitativo registrato in quasi tutta la Penisola in seguito al caldo record e al deficit di piogge che ha caratterizzato la scorsa prima-vera e l’estate. Interpellando gli addetti ai lavori, si ha però la sensazione che una mi-nore produzione possa fare soltanto bene al settore vitivinicolo ital-iano, agevolando lo smaltimento delle giacenze, che tante cantine hanno accumulato nei mesi scorsi, e favorendo un ritocco verso l’alto del prezzo delle uve. Che, se visto dal punto di vista di un consumatore alle prese con una crisi epocale può essere letta coma una brutta notizia, è invece una good news per i vi-gnaioli che devono remunerare nel migliore dei modi il loro faticoso lavoro. Si, perché se l’export tiene botta come confermato dai positivi dati del primo semestre 2012, è il mercato interno a far disperare gli addetti ai lavori, vista l’emorragia di consumi. La vendemmia che sta per andare in archivio in quasi tutta Italia – nelle prossime pagine potrete leggere gli approfondimenti con il parere di Giuseppe Martelli di Assoenologi e il report dalle principali regioni ital-iane – è quindi quella ideale, anche perché la qualità, seppur non eccel-lente, è comunque medio-alta per la maggioranza delle denominazioni italiane.D’ora in avanti, a far tremare gli atto-ri della filiera, più che gli anticicloni estivi, saranno un esperto fiscalista

ed un numero. Il primo si chiama Micheal Kee ed è arrivato nelle scorse settimane a Roma dal Fiscal Afffair Departments del Fmi come consulente del Governo e del minis-tro Grilli. Il secondo è l’articolo 21 del decreto della “spending review”. Per evitare l’aumento dell’Iva (dal 21% al 23%), nel 2013 sarà infatti indispensabile rivedere 720 voci che danno vita a “trattamenti spe-ciali”, di cui una buona parte carat-terizzano il regime fiscale “agevo-lato” applicato all’agricoltura e fatto di esenzioni, detrazioni e deduzioni. Tanto per fare alcuni esempi, la ri-forma potrebbe portare all’abolizione dell’esenzione dal pagamento Imu per i vigneti di collina (attualmente il 55% dei quelli in collina e in montagna non la paga), dallo stop al regime agevolato dell’Iva agricola (fissata al 12,3%) e alla revisione del calcolo del reddito d’impresa, oggi basato su valori catastali fermi al 1996. Ma è davvero questa la strada da perseguire? E’ l’auspicio è che le mosse siano ponderate bene dal Governo dei tecnici guidato da Monti, il quale dice di “vedere la luce” ma, in questo modo, rischia di colpire duramente un settore chiave e che proprio in questa crisi eco-nomica sembra, tra i pochi, in grado di aprire nuovi orizzonti, specie per le generazioni più giovani. Confagri, Coldiretti e Cia sono già pronti a trattare ma non sarà facile spuntarla.Il tutto senza dimenticare la buro-crazia asfissiante che colpisce i produttori (le recenti riforme intro-dotte dal Ministero del Lavoro sono tornate a complicare l’iter per assu-mere “lavoratori stagionali” durante la vendemmia). Proprio per questi motivi, in questo numero ci soffer-meremo, in particolare, sullo spau-racchio-Imu, sentendo il punto di vista di alcuni stakeholder.

L’autunno sarà quindi di nuovo cal-do. Anche sul fronte delle trattative europee per i diritti d’impianto. Nei giorni scorsi a Palermo il Com-missario Ue Dacian Ciolos, confer-mando la marcia indietro sulla liberalizzazione dei diritti di rempi-anto che era prevista dalla Ocm per il 2015 (scelta condivisa tra Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna, Ungheria, Repubblica Ceca, Slove-nia, Bulgaria, Austria e Grecia), ha proposto un importante pacchetto di riforme per il futuro “Vigneto Eu-ropa”. Si va dal mantenimento di una supervisione degli impianti del-la Ue ad un dispositivo applicabile ai vini Dop, Igp e Vsig (Vini senza indicazione geografica) per arrivare ad un’armonizzazione delle regole di gestione della produzione vini-cola a livello comunitario e al man-tenimento dell’attuale dispositivo di esenzione della normativa sui diritti di impianto per gli stati membri in-teressati (ovvero i piccoli produttori). La direzione sembrerebbe quella di una deregulation controllata, ca-pace di comprendere nuovi impianti ma secondo un limite fissato a livello comunitario e con gli Stati membri che avrebbero in mano il pallino del gioco, in virtù del principio cardine della sussidiarietà. Una strada tutta da definire e ci cui aspetti sono da chiarire meglio: per questo la filiera si è mostrata finora scettica alle ipo-tesi avanzate da Ciolos e dalla Com-missione Europea (ritenute insuffi-cienti). Le prossime tappe saranno quelle del 20 ottobre, data entro la quale Ciolos attende una risposta scritta da parte di tutti gli stati mem-bri, prima della dead line fissata al 23 novembre prossimo.Intanto godiamoci gli ultimi giorni di vendemmia, nella speranza che pos-sano prendere forma ancora grandi vini in grado di tenere alta la band-iera del made in Italy nel mondo. •

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Caronte, Mr. Kee e l’articolo 21: gli spauracchi del vino italiano

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SOMMARIOAllegra Antinori

Il Veneto

I Grandi Vini Tour • La Sardegna33

OLTREPÒ PAVESE: UN’OTTIMA ANNATA IL GUTTURNIO AL CASTELLO DI LUZZANO RENATO KEBER, RACCONTI DI TERROIR FRIULANO I GRANDI VINI TOUR • MOLISE VALERIO: VITICOLTURA MOLISANA, PIÙ UNICA CHE RARA PIEMONTE • COL GAVI, LA CLASSE NON È ACQUA GAVI DAL 972 RACCONTA… I GRANDI VINI TOUR • SARDEGNA CANTINE S. RITA, IL VINO CHE VIENE DAL MARE

LI SEDDI • DOVE LA VITE INCONTRA IL MARE FRA TERRA E MARE, FRA VINO E RELAX AZIENDA AGRICOLA TE.MA GIUSEPPE LECIS • AZIENDA ANTICA, ANIMO GIOVANE FARNETO DEL PRINCIPE • SAPORE DI CALABRIA NELLA VALLE (D’AOSTA) DOVE C’È TANTO DI BUONO LA SOURCE: LA CERTEZZA DELLA QUALITÀ VALDOSTANA PROGETTI E PREVISIONI ALLA CANTINA LE CIMATE VENETO. VENDEMMIA 2012 • UN FERMENTO “CARPANÈ” SCRIANI • LA VALPOLICELLA IN PUREZZA

AZIENDA AGRICOLA ROENOALLA SCOPERTA DEL VITIGNO ENANTIO FRANCODIPIEDE

L’EDITORIALE di Giovanni Pellicci

PELLICOLE DI GUSTO

IL VINO NEL BRIC • (Sudafrica)

CALICI IN CINA

NEWS BIO & GREEN

FACCIA @ FACCIA CON… GIUSEPPE MARTELLI

ULTIME DAL MONDO DEL VINO

LA POLITICA NEL VINO

L’INCHIESTA IMU AGRICOLA: CHI COME E PERCHÉ

CHEF • GABRIELE FERRON ANTINORIA BOLGHERI, SOGNANDO LA CALIFORNIA CANTINE SAN GIORGIOVINI NOBILI DEL SALENTO LA TOSCANA TERRA FELICE INTERVISTA A CARLO CAMBI POGGIO DEGLI ULIVIUN BRUNELLO ALL’ALTEZZA DELLE ASPETTATIVE NON SOLO VITICOLTURA. STILE DI VITATENUTA DELLO SCOMPIGLIO I GRANDI VINI TOUR • ALTO ADIGE ARUNDA • METODO CLASSICO D’ALTA QUOTA ROTTENSTEINER • UN SOGNO NATO DA UN MASO LA TIEPIDA BREZZA DEL LAGO DI CALDARO QUALITÀ IN BIANCO • CANTINA VALLE ISARCO

LIGURIA • CALO DELLE QUANTITÀ MA OTTIMA QUALITÀ AZIENDA BIO VIO GIOBATTA • QUALITÀ CHE NASCE NEL VIGNETO

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L’IMPORTANZA DELL’ALVEARE • SEPARATORI IN CARTONE

P.E.P.I. • L’ETICHETTIFICIO CHE NON TI ASPETTAVI

BELBO SUGHERI • MANIACI DEL CONTROLLO, COLLEZIONISTI DI GARANZIE

L’ETICA DELL’ETICHETTA • ROTOCEL

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( di Lorenzo Bianciardi - [email protected] )

Il Sudafrica è l’unico tra i paesi BRICS ad avere una lunga storia legata al vino. E’ infatti datata 1659 la prima produ-zione fatta nel paese a opera di Jan Van Riebeeck. Il colo-nizzatore olandese, senza nessuna conoscenza specifica e dopo diversi tentativi, riuscì a creare il suo vino anche con l’idea di rifornire la Compagnia delle Indie Olandesi durante le soste delle loro navi. I risultati non furono esal-tanti e il vino veniva spesso rifiutato anche dalla madre patria, ma il primo seme era stato gettato. Così scriveva infatti nel proprio diario: “Oggi, sia lodato il Signore, per la prima volta è stato spremuto vino dalle uve del Capo [...]”. La storia del vino in Sudafrica prosegue a fasi alterne fino all’inizio del ‘900, quando cominciano ad affermarsi le grandi cooperative agricole. La produzione vinicola è ancora oggi fortemente legata a cooperative ma a parti-re dalla metà degli anni ‘80 nuovi produttori sono entrati nel mercato, puntando su vini di qualità. Le uve coltivate in Sudafrica sono principalmente di origine francese ma si è affermato nel tempo un vitigno creato localmente, il Pinotage: un incrocio fra Pinot Nero e Cinsaut, oggi un segno di riconoscimento del vino del paese, tanto che la

coltivazione si è diffusa anche in alcune aree della Cali-fornia e della Nuova Zelanda. Tra le uve a bacca bianca troviamo lo Chenin Blanc noto come Steen, lo Chardon-nay, il Sauvignon Blanc, e il Moscato d’Alessandria. Fra quelle a bacca rossa ci sono Cabernet Sauvignon, Syrah qui chiamato Shiraz e il Merlot. La vera svolta si è avuta però solo agli inizi degli anni ‘90, quando la fine dell’Apar-theid ha consentito al paese di crescere in molti settori economici, grazie soprattutto alla fine degli embarghi in-ternazionali. I Mondiali di calcio del 2010 hanno contribui-to ulteriormente alla diffusione del nome Sudafrica, anche se molti si erano aspettati un ritorno economico maggiore e più duraturo. Ma come si posiziona il vino italiano in Sudafrica? Il made in Italy è generalmente apprezzato, soprattutto in campi come il design e nel concetto più ampio del saper vivere. La penetrazione dell’alimentare italiano è però ancora su livelli bassi rispetto alle poten-zialità. Nel paese è presente infatti poca varietà di prodotti e capita spesso di trovare sul mercato alimenti venduti come italiani anche se in realtà sono stati prodotti altrove. Le preferenze di gusto nel vino sono orientate sui bianchi

ottenuti da vitigni internazionali, sui prosecchi e sui vini da aperitivo, una consuetudine ormai affermata nei centri urbani del Sudafrica. Il vino italiano viene principalmen-te consumato nei ristoranti italiani, abbinato al cibo del nostro paese. Il consumatore compra però vino sudafri-cano. Quello italiano ha infatti prezzi troppo elevati per buona parte della popolazione e rimane interesse di una nicchia ristretta di consumatori, molto attenti e con gros-sa capacità di spesa. Le importazioni di vino in Sudafrica restano molto basse: viene consumato principalmente ciò che viene prodotto nel paese. Tra i maggiori esportatori ci sono la Francia, con circa l’80% in valore, l’Italia e il Portogallo. Anche se le importazioni sono basse è neces-sario ricordare che il Sudafrica è quasi sempre tra il sesto e l’ottavo posto al mondo come produttore di vino ed è quindi un paese da tenere sempre sotto osservazione. I mercati ai quali si rivolge l’esportazione sudafricana sono aumentati negli ultimi anni e alla Gran Bretagna e Olanda si sono aggiunti Svezia, Danimarca, Germania, Stati Uniti e Canada. Il principale paese cliente in termini di volume e valore è il Regno Unito, anche se è da segnalare il bru-sco calo del 2011, quando le importazioni sono scese del 22%. L’export sudafricano si sta rapidamente spostando anche per questo motivo dai vini imbottigliati a quelli sfusi. Una notizia positiva arriva però dai dati dell’ultima vendemmia: il raccolto è stato infatti particolarmente pro-mettente, sia per qualità che per volume. La vendemmia dovrebbe superare dell’8% quella del 2011 e considerata la qualità complessiva si attendono ottimi vini nel 2012.

In Sudafrica, alle origini del Pinotage

( di Cristiano Magi )(Il vino nel BrIc) Sudafrica

Questo mese parliamo del film italiano Il pranzo di ferragosto, opera prima da regista di Gianni Di Gregorio (2008). Un piccolo e delizioso affresco sulla terza età che ci racconta il gusto nascosto tra le righe del-

la quotidianità. Il film è riasto con il ritmo monotono dell’estate romana svuotata di gente. Fino al pranzo finale, il giorno di ferragosto: Gianni sbuccia le patate e cucina le trote appena pescate dalle acque del Tevere, con la solita delicatezza e passione.“Viva questo pranzo tanto buono”, diranno alla fine le commensali, innamorate a tal punto da rimandare la partenza e chiedere, al momento del congedo, di rimanere ancora. Potere di uno chef che ha cucinato con amore, e di un gusto semplice, fatto di piccoli gesti quotidiani.Ma “stasera, signore, però facciamo una cosa leggera: un brodino vegetale”, è l’ultima battuta di Gianni. “Col parmigiano”, però, puntualizza Grazia…

«Il gorgonzola è il formaggio più antico della storia»: comincia così, con una voce fuori campo, il film Estômago (2007), opera prima di Marcos Jorge. Una storia gastronomica, come recita il sottotitolo italiano, che è ambientata in Brasile, ma che in realtà è fortemente intrisa di cucina e sapori italiani.Raimundo Nonato, detto “Rosmarino”, è il protagonista di una vicenda i cui ingredienti base sono le passioni forti: cibo, amore, sesso, violenza, vendetta. Un film a tinte fosche, che ricorda il Greenaway di Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante e che racconta la storia di un vagabondo in fuga dal Sertao, la regione più povera del Brasile, per cercar fortuna nella grande città di Curitiba.Ad accoglierlo troverà Zulmiro, l’oste di un bar pieno di mosche e ubriachi, che grazie al talento in cucina del protagonista, si riempirà presto anche di ottime “coxinhas”, le tipiche crocchette di pollo fritte. Sì, perché dalla casualità di un pasto non pagato, Nonato sarà costretto a cimentarsi in cucina, prima

come lavapiatti e poi come chef, intento ad osservare la preparazione del “pastel”. Lo spettatore può apprendere la ricetta direttamente con lui, grazie ai primi piani che il regista Jorge regala delle varie fasi, inquadrando nel dettaglio la farina, le uova, l’impasto passato al mattarello, fino al momento dell’immersione in padella.È la cucina al centro di tutta la storia: prima quella del bar del signor Zulmiro, poi quella del ristorante “Boccaccio” di Giovanni, chef italiano e proprietario abile a riconoscere del talento nei piatti cucinati da Nonato. Per finire, quella della cella in cui si ritroverà presto il nostro Rosmarino, lasciando al finale, con un minimo di suspense, il compito di rivelare il motivo della prigionia.«La cucina è un’arte, come dipingere, come cantare. Bisogna sapere come mescolare i sapori. E i condimenti sono i nostri colori», dice Giovanni, che spiega con pazienza a Nonato perché custodisce gelosamente la bottiglia di Sassicaia in posizione

orizzontale («perché il sughero non si asciughi»). E poi prosegue insegnando l’arte del cuocere la pasta al punto giusto senza assaggiarla, o quella del far la spesa al mercato, guardando negli occhi tutti i commercianti, perché «l’arte culinaria inizia con la scelta degli ingredienti». Tutti segreti che Nonato fa propri e che, con ingenuità, restituisce ai compagni di sventura in prigione, usando una sana dose di pazzia ed invenzione (memorabile la preparazione delle formiche fritte, idea presa a prestito dalla cucina colombiana).Estômago insegna molto sul gusto, ma anche su alcune comunità brasiliane di oggi, dominate in molte circostanze da contraddizioni violente. Quella che emerge è un’analisi disincantata dei sapori di una società, che può suscitare in noi sensazioni che vanno dall’ironia alla paura, dalla gioia alla compassione, dalla malinconia al disprezzo.«La cucina semplice è come il quadro di Picasso: semplice ma intenso». Proprio come questo film…

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Estômago, una storia gastronomica

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( di Lorenzo Bianciardi - [email protected] )

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La Cina continua a es-sere il paese sul quale rimangono puntati gli occhi di tutto il mon-

do, anche quelli dell’enologia. Non passa infatti giorno sen-za una notizia che abbia una qualche relazione con il vino nel paese asiatico. Abbiamo raccolto tra le ultime quelle più emblematiche e utili per avere il polso del mercato e cercare di intuirne i possibili sviluppi. In precedenti articoli abbiamo evidenziato come la Cina non sia solo un mercato di riferi-mento per l’export, ma anche come stia puntando seriamente a diventare uno dei maggiori produttori al mondo. Ecco un segnale eloquente: Waitrose, catena di grande distribuzione del Regno Unito, ha annuncia-to il lancio imminente di vini cinesi nei propri negozi. L’eti-chetta scelta per l’operazione è della Changyu Wine: Changyu Cabernet Gernischt. Recente-mente la stessa Waitrose aveva cominciato a vendere vini pro-venienti dall’India, altro paese BRICS. Probabilmente qualche catena anche in Italia potrebbe pensare di presentare presto

vini dei paesi emergenti ed è possibile che tra questi, prima o poi, ci sia anche qualche bot-tiglia proveniente dalla Cina. Dal punto di vista promoziona-le l’attività italiana nel paese asiatico non si ferma. Vinitaly sta lanciando il progetto Vi-nitaly Tour (www.vinitalytour.com). E’ interessante notare quanto l’ente stia puntando sui nuovi mezzi di comunicazione, in particolare sui social media. Per il mercato cinese si con-centreranno su Weibo, social cinese con 300 milioni di utenti registrati, non bloccato da filtri informatici cinesi a differenza di Twitter, Facebook, Youtube e Flickr. In più stanno investen-do anche in applicazioni dedi-cate multipiattaforma, instal-labili sia su iPad che su altri device: Vinitaly Interactive Tasting è pensata infatti da VeronaFiere per permettere a consumatori ed espositori di in-teragire durante gli incontri dal vivo ma soprattutto come mezzo per mantenere il contatto anche dopo gli eventi. I dati raccolti attraverso questo canale po-tranno essere poi analizzati per capire meglio i gusti dei vari

mercati, quello cinese in testa. La stessa piattaforma dovrebbe essere utilizzata per arricchire le conoscenze dei consumatori sul vino italiano, facendo quin-di parte di quel pacchetto di attività volte alla creazione di una cultura del vino del nostro paese in Asia. Il periodo è posi-tivo per il vino italiano in Cina ed è bene proseguire il lavoro di marketing con serietà guar-dando al lungo periodo. Secon-do i dati ufficiali della dogana cinese le bollicine italiane han-no quasi raggiunto la quantità di esportazione dei vini france-si. Nei primi 6 mesi del 2012 le importazioni di Prosecco e vini frizzanti italiani sono cresciute infatti del 87%, mentre quelle francesi solo, si fa per dire, del 40%. Le bollicine piacciono davvero molto in Cina, in par-ticolare modo gli spumanti frut-tati e aromatici: l’import cinese di Champagne, Prosecchi e af-fini è cresciuto infatti nel 2011 del 55% mentre quello dei vini fermi del 13%. La storia è però sempre la stessa: se si conside-ra il valore delle esportazioni vediamo che siamo lontani dai francesi. Spesso nel mercato

cinese sono proprio i francesi a guadagnare dai vini italiani: molti importatori sono infatti d’oltralpe e alcune catene fran-cesi stanno aprendo nel paese ristoranti italiani. Il made in Italy funziona e guadagna chi è più strutturato e forte. Comun-que il Sistema Italia si sta muo-vendo, per coordinarsi meglio e agire sinergicamente: ricor-diamo a proposito che da giu-gno 2012 il Padiglione Italiano dell’Expo di Shanghai, il più visitato dopo quello dei padroni di casa, è diventato permanente e ha riaperto come Italian Cen-ter. Della sezione vino si occu-pa Enoteca Italiana, insieme a Yishang Wine Consulting Com-pany. Le cifre del centro sono incoraggianti: circa 3.000 visi-tatori al giorno possono entrare in contatto diretto con prodotti dell’export italiano, dal design alla moda passando appunto per l’alimentare. Da segnalare inoltre il progetto con Restau-rant Review, rivista autorevole in Cina: un riconoscimento per i migliori ristoranti cinesi di alto livello capaci di abbinare vini italiani a cibi della cucina cinese. •

Le ultime notizie dal paese asiatico

Cina, osservata speciale per la promozione del vino italiano

di Cristiano Magi

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L’evento Bio&dinamica inaugura il Merano Wine Festival, venerdì 9 novembre

Dal 1 luglio 2012 è diventato operativo il nuovo Regolamento europeo sulle importazioni di prodotti biologici dai Paesi Terzi. La nuova norma permette di saltare le verifiche e le autorizzazioni alle importazioni dei prodotti biologici, attualmente di competenza delle Autorità pubbliche degli Stati membri, laddove,

nel Paese che esporta verso l’Unione Europea, è presente un organismo di controllo anche locale che è stato riconosciuto dalla Commissione europea e il cui elenco è stato pubblicato il 21 giugno scorso. Un regime di “equivalenza” che si pone come obiettivo quello di facilitare un mercato in crescita.

Le manifestazioni con i vini naturali hanno sempre più successo. Lo sanno bene gli organizzatori del Merano Wine Festival che, ormai dal 2008, inaugura-no la kermesse più elegante del mondo del vino, ospitando le eccellenze che seguono la filosofia dell’agricoltura bio-dinamica. Anche quest’anno, saranno le aziende “bio”ad aprire i battenti della 21° edizione del Merano Wine Festival, che si svolgerà dal 10 al 12 novembre, nella splendida sede del Kurhaus della città altoatesina, in provincia di Bolzano. 80 aziende vitivinicole, italiane ed estere, che lavorano la vigna in modo sosteni-bile, proporranno in degustazione i loro prodotti all’interno del Pavillon des Fleu-rs, dalle ore 10 alle ore 18.www.meranowinefestival.com

MONDO

NOVEMBRE

LA PRIMA VENDEMMIA BIO

VINI NATURALI DI SCENA A MERANO

LEGISLAZIONE SUL BIOLOGICO

Dopo circa 20 anni di attesa, lo scor-so febbraio era stata approvata la normativa europea sul vino biologi-co, entrata in vigore il 1° agosto. La vendemmia 2012 sarà quindi la pri-ma in Europa in cui i processi saran-no totalmente garantiti da delle nor-mative, in modo che i vini possano

riportare in etichetta la certificazione sul prodotto e non solo sull’uva, come avveniva prima della nuova normativa. L’unica eccezione è rap-presentata dall’Italia, dove Decreto ministeriale contenente le disposizio-ni applicative è stato pubblicato solo il 31 luglio, causando delle lungag-

gini burocratiche. Inoltre, secondo il Ministero agricolo, gli organismi di controllo avrebbero dovuto interrom-pere, dallo scorso giugno, i controlli sulle cantine, in attesa di una speci-fica autorizzazione su procedure e personale ispettivo.

Quella in corso è la prima raccolta che porterà al primo vino biologico certificato

BOLOGNA

Entrate in vigore le nuove regole sull’importazione dei prodotti biologici

di Marina CiancagliniNewsBio & Green

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Registrazione Tribunale di Grosseto n° 9 del 02/11/2005

Direzione e RedazioneVia dei Termini 72a – 53100 – SienaTel. 057745561 – Fax 0577270815

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Traduzioni a cura diMariavera Speciale

Hanno collaborato a questo numeroStefania Abbattista, Elisa Berti, Lorenzo Bianciardi, Max Brod, Claudia Cataldo, Marina Ciancaglini, Irene Graziotto, Cristiano Magi, Marta Mecatti, Laura Morelli, Donatella Russo, Mariavera Speciale

Art DirectorLinda Frosini

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Anno VIII • Numero 68 • Settembre/Ottobre 2012www.igrandivini.com

In copertina Allegra Antinori foto di Linda Frosini

Associato a: Aderente al Sistema Confindustriale

REDATTORI:

ACCOUNT:

Togliere Sara Campanella e aggiungere Il resto resta uguale a luglio.

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In compagnia di Giuseppe Martelli, Direttore Generale dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani nonché

Presidente del Comitato naziona-le vini del Ministero delle Politi-che agricole tracciamo un quadro complessivo della vendemmia italiana 2012.@ A causa di 7 anticicloni africani e di scarsissime piog-ge durante tutto l’anno, si sta concludendo la vendemmia più scarsa dal 1950 ad oggi. Qual è il giudizio complessi-vo?“Siamo quasi al 70% della ven-demmia (al 25 settembre, ndr) e possiamo dire che per le uve a bacca bianca ormai i giochi sono fatti, visto che sono state le prime ad essere conferite e anche a sop-portare le difficoltà che il grande caldo e l’assenza di precipitazioni del periodo estivo hanno causato. Le uve da Bolzano a Pantelleria sono sanissime. Da esse avremo vini buoni ma senza picchi di particolare spicco. Per i vini rossi i giochi sono ancora aperti, con-siderato che il mese di settembre ci ha finalmente regalato tempe-rature adeguate, giuste precipita-zioni e forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Il recupe-ro quindi si sta verificando e gli aspetti qualitativi salendo”.@ Vista la crisi economica in

atto, come si sente di rispon-dere alla provocazione che, in fondo, sarà più facile ven-dere meno vino?“Al di là del sarcasmo, va detto che le categorie del settore vi-tivinicolo riunite al Dicastero dell’agricoltura sono state tutte d’accordo nell’affermare che ci troviamo di fronte alla vendem-mia più scarsa dal 1950. Così come sono d’accordo nell’affer-mare che, allo stato attuale delle cose, la produzione di vino oscil-lerà intorno ai 40 milioni di etto-litri con tendenza al ribasso e con prezzi all’ingrosso in fibrillazione. Sarebbe bastata qualche pioggia estiva e meno caldo per siglare un’annata assai degna di consi-derazione sia quantitativamente che qualitativamente. Ci avrebbe fatto veramente comodo, visto che le nostre esportazioni, nonostan-te il periodo congiunturale, sono sempre in crescita. Gli ultimi dati disponibili delle vendite di vino italiano all’estero, elaborati da Assoenologi su rilevazioni Istat,

confermano infatti il trend degli ultimi mesi con un’accelerazione in valore rispetto al giugno 2011 che sfiora il 10%, a fronte di una flessione dei volumi dell’11,8%: il che vuol dire che anche in giu-gno abbiamo mandato all’estero meno prodotto ma, dato che la flessione quantitativa riguardava principalmente lo sfuso ed i vini di più bassa fascia, abbiamo gua-dagnato di più”.@ Alla luce del cambiamento climatico ormai in atto negli ultimi anni, quali proposte operative suggerisce Assoe-nologi per arginare le bizze sempre più frequenti del me-teo?“A questo argomento Assoenologi ha dedicato una sessione del suo recente Congresso nazionale ce-lebrato a metà giugno sulla Costa Atlantica. Occorrerebbe un’inte-ra rivista per elencare le proposte operative scaturite per il vigneto e per la cantina. Sta di fatto che la vite è una pianta “robusta” e come tale adattabile ai mutamen-

ti climatici. Prova ne è che in un anno difficile come questo ne ha risentito assai meno rispetto ad altre importanti colture. Con que-sto non voglio dire che non siamo preoccupati, ma nella convinzio-ne che solo studiando la situazio-ne si possono nel tempo trovare i necessari rimedi, trasformando una criticità in un’opportunità. E a tale proposito vale più che mai quanto in diverse occasioni asserito, ossia che il vino senza tecnologia solo casualmente può essere di qualità. E quando si parla di tecnologia si parla di tec-nici, nel nostro settore di enologi ed enotecnici, ossia di coloro che nonostante le bizzarrie del tempo anche quest’anno sono riusciti a “parere il colpo” difendendo il difendibile”.@ Quale idea lancia a favore favore del vino italiano?“Inviterei il settore vitivinicolo italiano a valutare l’opportunità e la possibilità di fare una cam-pagna promozionale istituzionale comune, non a vantaggio di una tipologia di vino o di una deno-minazione, bensì dell’intero com-parto. Basterebbe imputare mez-zo centesimo di euro a bottiglia per avere un budget consistente. In un periodo come l’attuale, i cui consumi interni sono ai minimi storici, sarebbe più che mai uti-le”. •

Le bizze del meteo si ripercuotono sulla quantità del raccolto di uve 2012 ma la qualità è tendenzialmente alta:

l’analisi (e le proposte) di Giuseppe Martelli

Una vendemmia così scarsa non si vedeva dal 1950

Giuseppe MartelliDirettore Generale Assoenologi

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Il Premio Casato Prime Donne 2012 è stato assegnato al sin-daco calabrese Maria Carmela Lanzetta come esempio di nuova femminilità e di impegno civile capace di creare coinvolgimento. La prima cittadina di Monastera-ce, nella primavera scorsa, ha subito l’incendio della farmacia di famiglia, spari sulla sua auto

e altre minacce ma ha accettato di rimanere al suo posto in difesa della legalità e dei suoi concitta-dini. Proprio per questo grande corag-gio ed impegno civile, le giurate del Premio “Casato Prime Don-ne” - Francesca Cinelli Colombi-ni, Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela Viglione – hanno scelto lei dopo la stilista Carla Fendi, l’astronauta Saman-tha Cristoforetti, l’olimpionica Josefa Idem, la scienziata Ilaria Capua, tutte nell’albo d’oro del Premio Casato Prime Donne. “I nostri occhi stupefatti dai co-lori del mare del paese natio / e

dai cipressi che veleggiano sulle armoniose onde delle colline/ to-scane. Viaggiare / nella loro pro-spettiva infinita / e pensare alla Bellezza del Paesaggio da tute-lare / e alle Donne da proteg-gere dalla violenza quotidiana”. E’ questo il testo del messaggio che Maria Carmela Lanzetta ha scritto in occasione del premio e che rispecchia la sua personalità positiva, la sua costante dedizio-ne al prossimo e il suo amore per la Calabria e la Toscana. Il messaggio rimarrà nei vigneti di Brunello del Casato Prime Donne la cantina che organizza il premio e che, prima in Italia, si avvale di un team interamente femminile.

Si intitola Vinodentro, il primo film italiano dedicato al vino le cui riprese sono in corso in Trentino. Fino al 6 ottobre negli spazi della Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di San Michele all’Adige ed in altre suggestive location regionali, il regista, sceneggiatore e produttore Ferdinando Vicentini Orgnani (regista, tra gli altri, di Mare Largo e Ilaria Alpi - Il più crudele dei giorni) realizzerà le riprese della nuova pellicola che vedrà protagonisti Vincenzo Amato (Respiro, Nuovomondo), Giovanna Mezzogiorno (La finestra di fronte, Vincere, Basilicata coast to coast), Pietro Sermonti (Boris - il film, Un medico in famiglia, Amore bugie e calcetto), Lambert Wilson (Matrix Reloaded, Matrix Revolutions, Uomini di Dio), Daniela Virgilio (Romanzo criminale - la serie, Good As You - Tutti i colori dell’amore, Immaturi), Erika Blanc e Gioele Dix. Liberamente ispirato al romanzo Vino Dentro di Fabio

Marcotto, il film è sceneggiato dallo stesso regista e da Heidrun Schleef (tra le sue sceneggiature: Preferisco il rumore del mare, La stanza del figlio, Ricordati di me). Paolo Fresu curerà le musiche originali del film. Si tratta di una storia faustiana, tra il noir e la comme-dia, in cui i vini trentini saranno i protagonisti accanto agli attori. Un film italiano che gravita intorno al mondo del vino e alla sua affascinante ritualità, lontano dagli stereotipi e dalle imprecisioni che spesso il cinema ha usato avvicinandosi a questo tema.

Fino al 6 ottobre le riprese della nuova pellicola di Ferdinando Vicentini Orgnani ispirata al romanzo di Fabio Marcotto

FILM

AL SINDACO MARIA CARMELA LANZETTA IL CASATO PRIME DONNE 2012

A Montalcino premiato il coraggio e l’impegno civile della prima cittadina calabrese, capace di resistere alle minacce in nome della legalità

PREMI

VINODENTRO, IL PRIMO WINEMOVIE ITALIANO FA CIAK IN TRENTINO

di Giovanni PellicciUltime dal mondo del Vino

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di Giovanni PellicciUltime dal mondo del Vino

AL VIA LA SFIDA PER IL CONCORSO ENOLOGICO DI VINITALy

C’è tempo fino al prossimo 20 ottobre per le iscrizioni al Concorso Enologico Internazio-nale di Vinitaly, in programma dal 12 al 16 novembre a Verona. La ventesima edizione della più partecipata e selettiva competizio-ne al mondo per i vini si presenta con molte novità. La prima, già annunciata nel marzo scorso, riguarda il cambio di data: da evento immediatamente pre-Vinitaly il concorso è sta-to spostato a novembre per dare maggiore visi-bilità ai lavori e per offrire alle aziende vincitrici una finestra promozionale più ampia in vista dell’appuntamento primaverile con Vinitaly (in programma nel 2013 dal 7 al 10 aprile). Allo scopo, i vincitori di medaglia (Gran Medaglia d’Oro, Medaglia d’Oro, Medaglia d’Argento e Medaglia di Bronzo) potranno richiedere, entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione di assegnazione del premio, l’autorizzazione a stampare un numero di etichette o bollini riportanti la distinzione “Concorso Enologico Internazionale 2012” pari alla quantità della partita da applicare sulle bottiglie contenenti il vino vincitore. I vini premiati, inoltre, saranno protagonisti di una serie di azioni promozio-nali per tutto il 2013. Altra novità è il Premio Speciale “Denominazione di origine”, che verrà assegnato al vino di ogni denominazione di origine italiana con il miglior punteggio, purché superiore a 82/100 e a patto per ogni denomi-nazione di origine abbiano partecipato almeno 40 campioni. Il concorso vedrà la presenza dei più importanti giornalisti internazionali di setto-re, che lavoreranno nei panel di degustazione a fianco dei più qualificati enologi internazionali e italiani, per un totale di almeno 105 giurati, tanti sono stati quelli dell’edizione 2011 che hanno valutato 3.720 campioni provenienti da 1.000 aziende di 30 Paesi.Per info: www.vinitaly.it

Fino al 20 ottobre aperte le iscrizioni alla nuova formula della più selettiva competizione enologica del mondo

CONCORSI

Venerdì 26 ottobre 2012, il Grand Hotel Santa Lucia sul lungomare di Napoli accoglie la grande serata di degustazione organizzata da Vitignoitalia per festeggiare le aziende vincitrici dell’VIII concorso enologico di Vitignoitalia. Qualità, cultura del territorio e nuove idee uniscono con un filo ideale tutte le aziende e i vini premiati nel maggio scor-so nell’ambito dell’ottavo Salone dei vini e dei territori vitivinicoli

italiani. Da Nord a Sud disegna-no l’Italia del buon bere, del fare viticoltura in modo sano e inno-vativo: sono aziende importanti e piccole realtà in crescita, gran-di nomi nazionali e produttori di nicchia. Alla serata di venerdì 26 ottobre interverranno i produttori e sui banchi da degustazione ci saranno tutte le etichette premiate: rossi, bianchi, rosati, bollicine e passiti. Dal Testa-matta 2009 dell’azienda agricola Bibi Graetz di Fiesole, speciale Miglior rosso assoluto 2012, al Ben Rye 2009 di Donnafugata Gran Medaglia d’oro ex aequo con Franciacorta Docg Riserva

Francesco Iacono 2004 dei Fra-telli Muratori. La serata nasce per celebrare il nuovo concorso enologico di Vitignoitalia che alla sua VIII edizione è stato com-pletamente rivisto e arricchito: abbandonata l’idea del premio assegnato per vitigno, che inevi-tabilmente portava all’esclusio-ne di vini di grandissimo livello, ma non da monovitigno, il nuovo concorso ha visto una diver-sa classificazione in funzione esclusivamente della tipologia.

Per info:www.vitignoitalia.it

VITIGNOITALIA FESTEGGIA LE ETICHETTE PREMIATE NEL 2012

Il 26 ottobre appuntamento con una degustazione esclusiva al Grand Hotel Santa Lucia di Napoli

EVENTI

Kuki Gallmann, Andrea Battistoni, Giovan-ni Radossi, Gian Antonio Stella e l’Institute of Masters of Wine. Sono i nomi dei cinque vincitori del Premio Masi consegnato il 29 settembre in Valpolicella per l’edizione n° 31. Quest’anno la botte di Amarone, che come da tradizione custodirà le firme dei vincitori, unirà simbolicamente anche cin-que diverse specialità culturali nelle quali si sono distinti i premiati: dal giornalismo all’ambiente, dal vino alla musica, alla lingua. Altro fil rouge determinante nelle scelte dei giurati della Fondazione Masi presieduta da Isabella Bossi Fedrigotti, è stato quest’anno il ruolo fondamentale della cultura in termini di impegno civile e di risposta all’avvitamento dell’economia

mondiale. “Oggi più che mai – ha detto Isa-bella Bossi Fedrigotti - la cultura può gene-rare un nuovo scatto di orgoglio, in grado di alimentare l’ingegno, l’estro creativo e le attitudini di cui siamo ancora capaci”.

Protagonisti di alto profilo nella XXXI^ edizione del premio consegnato in Valpolicella

PREMI

IL PREMIO MASI SPOSA LA CULTURA

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di Giovanni PellicciUltime dal mondo del Vino

RAPPORTO TRA OSSIGENO E VINO, CRESCE LA RICERCA SCIENTIFICA DI NOMACORC

PRESENTATO A NAPOLI IL LIBRO SU RICCARDO COTARELLACresce la ricerca di Nomacorc, il più grande

produttore mondiale di chiusure sintetiche per vini fermi. Sono recentemente iniziati, in-fatti, tre nuovi progetti di ricerca con altrettan-te istituzioni accademiche di fama mondiale. Si tratta del Centro Ricerca e Innovazione (CRI) in Italia, DLR Rheinpfalz in Germania e l’Università di Saragozza in Spagna, con i quali sarà possibile contribuire ad ampliare la banca dati, in continua crescita, che Noma-corc ha realizzato al fine di valutare il ruolo dell’ossigeno nello sviluppo del vino e dei processi di vinificazione. Con questi nuovi programmi si prevede di ampliare le cono-scenze sulle interazioni tra vino e ossigeno già in possesso di Nomacorc grazie alla col-laborazione nelle attività di ricerca in corso al Geisenheim Institute in Germania e alla Pontifica Universidad Católica in Cile.“Con l’implementazione di questi istituti di ricerca nella nostra straordinaria rete, conti-nueremo a sviluppare la nostra conoscenza delle relazioni tra ossigeno, chimica del vino

e caratteristiche sensoriali del vino - spiega Maurizio Ugliano, responsabile della ricerca enologica per Nomacorc - Questa conoscen-za viene sfruttata nello sviluppo dei prodotti, nelle nostre partnership con i produttori di vino, e in ultima analisi, contribuisce a miglio-rare il controllo dell’enologo nello sviluppo del vino e nella qualità del post-imbottiglia-mento”. Nomacorc ha inoltre recentemente pubblicato la relazione sulla responsabilità sociale d’impresa (CSR, Corporate Social Responsibility) descrivendo nel dettaglio i propri impegni ambientali, economici e socia-li. Si tratta della prima relazione CSR in cui vengono illustrati gli obiettivi sociali in essere e gli obiettivi futuri che l’azienda intende porsi in un’ottica di miglioramento continuo.

Si intitola “Riccardo Cotarella. Quasi un ritratto”, il libro di Nino d’Antonio (con prefazione di Luigi Moio) dedicato al famoso winemaker. La biografia, edita da CiVin, intreccia le vicende private del noto enologo con la sua carriera e con la nascita dei grandi vini campani, come il Montevetrano e il Terra di La-voro, che hanno segnato la sua carriera e il riscatto della Cam-pania nel settore enologico. Il volume si compone di quattro sezioni, “Cotarella si raccon-ta”, dedicata alle esperienze personali dell’enologo, quella che ripercorre la storia della vite “dal Sud alla Sicilia”, quella intitolata “Uomini e Vini”, dedi-cata alla cantine con le quali Cotarella intrattiene rapporti di amicizia e di collaborazione ed infine quella dedicata ai vitigni

italiani più rappresentativi. Il libro è il primo di una colla-na dedicata ai grandi enologi d’Italia.

Al via tre nuovi progetti in collaborazione con istituzioni accademiche di fama mondiale

La biografia sul noto enologo ripercorre a ritroso la storia del vino, italiano e soprattutto Campano, nell’ultimo mezzo secolo

RICERCA

LETTURA

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Arrivano notizie con-trastanti dalla Rus-sia, mercato sempre più strategico per

l’export del vino con una cre-scita del 554% negli ultimi 11 anni. Dopo che in primavera avevano tenuto banco infor-mazioni relative a facoltosi imprenditori russi che hanno deciso di investire robusti ca-pitali nell’acquisto di storici brand della nostra enologia (è il caso di Gancia, la cui maggioranza è stata rilevata dal fondo Russian Standard Corporation), adesso arrivano una notizie positiva e una de-cisamente meno. Nelle ultime settimane, infatti, si è assistito all’ingresso della Russia all’in-terno del Wto (Organizzazione Mondiale del commercio) per favorire i dialoghi commerciali con il resto del mondo e, con-temporaneamente o quasi, al lancio di una severissima cam-pagna proibizionistica. voluta da Putin. per combattere i casi di alcolismo, vietando ogni for-ma di pubblicità di vini e co. su tutti i media.“L’ingresso della Russia nella Wto è importantissimo – ha

commentato il Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Ue, Paolo De Ca-stro, tramite una nota diffusa da Fieragricola-Veronafiere – perché significa che finalmente i russi accetteranno di sottosta-re ad un sistema di regole sul commercio riconosciute ed ac-cettate a livello internazionale, ma anche poter affrontare con la forza del diritto tutte le con-troversie in atto fra Ue e Rus-sia, che sono moltissime”. Il riferimento dell’ex Ministro delle Politiche Agricole italia-no va alle accise e ai sistemi di tassazione particolari finora applicati dal governo russo che hanno frenato il buon trend delle importazioni italiane ed europee. “Ora sarà più facile – ha aggiunto De Castro – specie per il vino italiano, raggiun-gere Mosca”. Infatti, grazie all’ingresso nella Wto, saran-no ridotte dal 10,3 al 7,1% le tariffe sull’importazione in Russia, agevolando non solo i vini ma anche gli altri prodotti dell’agroalimentare italiano. Fin qua le notizie positive. Quelle negative, iniziano con l’analisi del netto calo delle

performance dell’export italia-no in Russia nel primo scorcio del 2012 (si parla del -48% rispetto al 2011 secondo i dati resi noti da Assologistica) e si concludono con una clamoro-sa novità voluta da Putin. Per combattere la piaga dell’al-colismo che colpisce un gran numero di russi, il n°1 della Federazione Russa ha vietato la pubblicità di ogni tipo di be-vanda alcolica su tutti i media russi, ovvero tv, radio, web e perfino mezzi pubblici e spazi all’aperto. Non solo: a partire dal 1° gennaio 2013 il divie-to sarà esteso anche alla carta stampata. Una vera e propria mazzata per coloro che spera-vano di utilizzare i canali della comunicazione per contribuire alla crescita della cultura sul vino, oggi ancora piuttosto ca-rente. La beffa, inoltre, è che il diktat di Putin arrivi proprio nel momento in cui i dialoghi commerciali con la Russia stia-no diventando più agevoli. In questo contesto saranno quanto mai importanti due missioni già messe in agenda da Veronafiere e da Enoteca Italiana. Vinitaly Tour sarà

a Mosca dal 29 al 30 ottobre mentre lo storico Ente di pro-mozione del vino italiano che ha sede a Siena, fino all’8 gen-naio 2013, sbarcherà in Russia con “Eccellenze italiane d’og-gi” su incarico della Presiden-za del Consiglio dei Ministri. Si tratta di un evento composto da degustazioni, incontri b2b, workshop e master class rivolte a professionisti e principianti. Protagonisti della “Campagna di Russia” saranno le migliori espressioni del vitigno Italia negli spazi del complesso di Krasny Oktyabr, nell’Amba-sciata d’Italia e nei principali ristoranti di Mosca. Partner in loco di Enoteca Italiana sarà SIMPLE, uno dei principali operatori sul mercato russo, con il quale saranno organiz-zate attività di formazione. Nu-merose le etichette, di relative aziende, che saranno protago-niste di importanti incontri con operatori e giornalisti di settore e con i responsabili food and beverage dei maggiori ristoran-ti. Il tutto, nella speranza che le missioni made in Italy pos-sano contribuire a far cambiare idea a Putin.•

Vinitaly ed Enoteca Italiana vogliono far cambiare idea a Putin

La Russia entra nella Wto per relazioni commerciali più agevoli ma vara una severa campagna contro i consumi di alcool vietando la pubblicità sui media. Veronafiere e lo storico Ente di promozione italiano lanciano la Campagna di Russia

di Giovanni Pellicci

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Una questione spinosa, quella dell’Imu, sopratutto se collega-ta al comparto agricolo. Perchè l’agricoltura è troppo spesso un

settore bistrattato, a cui forse sarebbe ne-cessario concedere maggiori agevolazioni o comunque qualche tregua fiscale. E invece l’Imu, almeno nella sua forma embrionale, si sarebbe dovuta abbattere sul primario con un impatto notevole, che ha assunto toni meno apocalittici nella sua versione attuativa. Per prima cosa si è previsto un

moltiplicatore ridotto, pari a 110, diver-so da quello ordinario, pari a 130, “per i terreni agricoli, nonché per quelli non col-tivati, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli profes-sionali iscritti nella previdenza agricola”. In più viene ripristinata la franchigia, al di sotto della quale non è dovuta l’imposta (solo per Iap e Cd). Altra questione da ri-solvere nel corso dell’iter normativo è sta-ta quella dei fabbricati rurali e della loro iscrizione al catasto terreni. Entro il 30

novembre 2012 tutti questi fabbricati dovranno essere iscritti al catasto edili-zio urbano, con successive conseguenze tributarie. Visto che l’acconto del 30% sull’Imu è stato versato alla scadenza del 18 giugno, per avere il quadro completo sarà opportuno attendere ancora qualche mese: si avrà una prima stima del gettito, il processo di accatastamento si sarà conclu-so e saranno stabilite le aliquote definitive (con eventuale conguaglio). Un punto caldo della questione è l’esenzione di alcuni co-

IMU agricola: chi, come e perchè

Prima era ICI, adesso IMU. Ma se prima il settore agricolo veniva appena toccato, adesso si devono fare i conti con un’imposta che ha fatto discutere

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di Claudia Cataldo?

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va imposta? Quali sono le sostanziali differenze (sempre parlando di settore agricolo) con la precedente Ici?“L’Imposta muni-cipale propria, la cui applicazione è stata anticipa-ta al 2012 dal Governo Monti, colpisce i pos-

sessori di fabbri-cati, di terreni agricoli e di

aree edificabili. Le differenze con l’Impo-sta comunale sugli immobili (ICI) sono in generale significative, sostanziali rispetto al settore agricolo. Infatti fino al 2011 gli agricoltori erano sottoposti ad Ici limitata-mente ai terreni agricoli ricadenti in aree di pianura ad alle aree edificabili; quindi l’Ici non colpiva i fabbricati rurali abita-tivi e strumentali in quanto il loro valore già ricompreso nel reddito dominicale dei terreni. Con l’avvento dell’Imu è stata su-perata questa condizione e gli agricoltori possessori di terreni e fabbricati rurali sono chiamati al pagamento del nuovo tributo analogamente alla generalità dei contri-buenti; vengono comunque previste delle esenzioni oggettive sui terreni agricoli e sui fabbricati rurali ubicati in territori classi-ficati montani, parzialmente montani e di collina, e delle riduzioni soggettive a favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali iscritti alla previden-

Il parereGiuseppe Politi, Presidente CIA

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di Claudia Cataldo

muni dal pagamento dell’Imu sia sui terreni agricoli che sui fabbricati rurali strumentali, in base all’inserimento nella circolare 9/E del 14/06/93 e all’elenco ISTAT (dove il Co-mune deve essere indicato come “totalmen-te montano” o “parzialmente montano”). Questo se da una parte è stato accolto con favore, dall’altra ha aperto la strada a pole-miche e malumori, con zone “paganti” che denunciano ingiustizie in relazione ad altre

– magari più ricche e blasonate - “non pa-ganti”. Si può parlare di equità fiscale? Pro-cediamo con il parere di Giuseppe Politi, Presidente CIA e le parole dell’Assessore dell’Agricoltura della Regione Sardegna Oscar Cherchi, che ha richiesto l’esenzio-ne per quasi tutti i comuni sardi, andando ad applicare un criterio basato sulla reddi-vitià dei terreni oltre che il criterio storico relativo all’altitudine. •

Giuseppe Politi, Presidente CIA

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za agricola”.Dopo l’intensa attività di concertazio-ne portata avanti negli ultimi mesi, ci si può definire soddisfatti degli impe-gni presi al tavolo fiscale? C’è un’equa ripartizione degli oneri fiscali? “Il lavoro svolto al tavolo fiscale ha certa-mente aiutato i rappresentanti del Governo ad avere un quadro di riferimento più chia-ro del settore agricolo e le Organizzazioni di rappresentanza ad acquisire elementi di analisi e di scenario più completi. Il risul-tato può essere considerato assolutamente positivo per entrambi, per il Governo che ha comunque assicurato il gettito che aveva stimato sui terreni agricoli e sui fabbrica-ti rurali strumentali, per le Organizzazioni agricole e con esse tutto il settore primario, perché questo metodo di lavoro ha assicu-rato una riduzione sostanziale del prelievo, escludendo da imposizione le aree margi-nali e meno produttive del nostro territorio e prevedendo l’introduzione di una clausola di salvaguardia che eviterà, come settore, di dover pagare di più di quello che il MEF ha quantificato. I prossimi mesi, anche dopo aver verificato l’entità dei fabbricati accatastati al Catasto Edilizio Urbano, ser-viranno a valutare ulteriori interventi tesi ad evitare un eccessivo ed insostenibile carico impositivo verso quegli agricoltori che sono sottoposti al pagamenti dell’Imu su tutte le tipologie di immobili”.Le stime di associazioni di categoria e quelle emesse dal Ministero sono piut-tosto divergenti in merito al gettito previsto. Al 30 giugno è stata versata la prima rata del tributo (ed è scadu-to il termine per le domande di varia-zione catastale): se ne può già trarre qualche conclusione?“Senza dubbio le stime della prima ora proposte dalle Associazioni di categoria vanno riviste al ribasso, in quanto esse te-nevano conto della totalità dei fabbricati rurali strumentali, mentre con la revisio-ne di alcune condizioni, i fabbricati rurali strumentali ubicati in comuni montani o parzialmente montani sono stati dichiarati esenti; si tratta, dati alla mano, di oltre la metà dei comuni italiani dove, quindi, per questa tipologia di immobili l’Imu non è dovuta. Comunque, anche considerando la condizione dei fabbricati rurali abitativi per lo più appartenenti al titolare dell’azienda agricola e utilizzati dai propri familiari, ri-teniamo che il gettito Imu complessivo che

il settore agricolo è chiamato a sopportare non si discosti molto dal miliardo di euro”. Quali sono le agevolazioni per il set-tore (Comuni montani o parzialmente montani, terreni posseduti e condotti da coltivatori diretti e Iap, zone terre-motate...)?“L’Imu prevede delle esenzioni territoriali che interessano sia i terreni che i fabbri-cati rurali strumentali: i primi non sono sottoposti ad Imu se ubicati in aree mon-tate e svantaggiate, alla stregua di quello che prevedeva la disciplina Ici, mentre i secondi sono esenti da Imu se ricadenti in comuni classificati dall’ISTAT montani o parzialmente montani. Vengono inoltre previste delle agevolazioni a favore dei Cd e degli Iap (in questo caso con estensione anche alle società agricole Iap) iscritti ai fini previdenziali: per essi è previsto un moltiplicatore sui terreni ridotto a 110, anziché 135 previsto per la generalità dei possessori di terreni, e delle franchigie di esenzione e di riduzione, suppur di enti-tà fortemente ridotta rispetto al recente passato. Analogamente a quanto previsto ai fini Ici è riconosciuto alle stesse figu-re professionali di pagare Imu sui terre-ni edificabili ancora destinati ad attività agricola, secondo le regole previste per i terreni agricoli”. In che misura i provvedimenti “Sal-va Italia” sono anche provvedimenti “Salva agricoltura”? In questo senso, cosa si auspica la Cia per il futuro del comparto agricolo?“Il settore agricolo, consapevole della grave situazione che ha colpito il nostro Paese, si è posto con grande senso di re-sponsabilità a sostegno del bene comune, per assicurare un presente e un futuro non soltanto all’agricoltura ma all’intero Paese e soprattutto alle future generazioni. So-stenere questo Paese è una priorità e come tale il contenuto del decreto Salva Italia rappresenta una condizione imprescindi-bile anche per il settore agricolo. Occor-re certamente risanare e per farlo ognuno è chiamato a dare il proprio contribuito, anche in termini di maggiori sacrifici; ma l’agricoltura attende anche misure strut-turali di rilancio del settore primario che comunque continua a rappresentare una sentinella insostituibile a presidio della Sovranità di uno Stato e veicolo impre-scindibile per affermare il marchio italia-no nel mondo”. •

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Intorno a metà luglio, è stato firmato il de-creto che individua, oltre a quelli svan-taggiati già esen-tati dal governo, altri 45 comuni sardi destinati a non pagare l’Imu. Di fatto lo status di svantaggia-to viene esteso a tutti i comuni, ad eccezione di Cagliari. Quali sono le motivazioni?“La Sardegna, a causa delle caratteristiche del proprio territorio, parte sfavorita nel confronto con le altre regioni d’Italia. Ri-conoscere il diritto all’esenzione dal paga-mento dell’Imu agricola, come nel passato è successo per l’Ici, usando come parametro di riferimento per essere considerati terri-tori svantaggiati solo il dato dell’altitudine, appare anacronistico e iniquo. Con il de-creto firmato poche settimane fa vengono identificate, a seguito di attente ed obbiet-tive analisi delle caratteristiche dei territo-ri, altre zone depresse che potrebbero non sopportare un ulteriore aggravio dell’impo-sizione fiscale”. Che impatto potrebbe avere il paga-mento dell’Imu sul settore agricolo della Sardegna? In che misura può es-sere considerato più gravoso rispetto ad altre zone d’Italia?“Nei piani della Giunta regionale sarda c’è la chiara intenzione di rilanciare l’agricol-tura attraverso gli strumenti e le procedu-re stabilite dalla Pac e dal Programma di sviluppo rurale. Qualche passo in avanti è stato fatto, i risultati del lavoro di questi anni si vedranno nel medio e lungo periodo ma, attualmente, l’agricoltura e l’alleva-mento in Sardegna sono settori delicatissi-mi. A un mestiere spesso molto duro non corrisponde un’adeguata contropartita in

termini di ricavi e guadagni. Gli im-

prenditori del set-tore combattono una

battaglia quotidiana con tenacia, ma sono

troppi quelli costretti a rinunciare e a lasciare

le campagne quando i sacrifici superano i ritor-

ni economici. In un con-testo così delicato, quindi,

l’Imu rischia di diventare la goccia che fa traboccare il vaso e la conseguenza sarebbe un’accentuazione dell’abbandono delle campagne”.Cosa si dovrebbe fare a livello gover-nativo per favorire il settore agricolo, nazionale e regionale, tutelandone an-che le funzioni di mantenimento am-bientale e paesaggistico?“La Pac e il PSR (Programma di sviluppo rurale) sono ottimi strumenti da gestire con oculatezza e lungimiranza. La Regione Sardegna ha identificato diversi punti de-boli dell’economia agricola isolana e con gli strumenti a propria disposizione sta cercando di affrontare i problemi, in molti casi atavici. Basti pensare alla scarsa pro-pensione dei sardi all’aggregazione e alla cooperazione. Con legge regionale siamo intervenuti per concedere agevolazioni e contributi alle imprese che si associano per ridurre i costi di produzione ed esse-re maggiormente competitive sul mercato, anche quello interno. Tutti i provvedimenti adottati dalla Giunta per aumentare la red-ditività delle imprese agricole hanno come obiettivo quello di impedire l’abbandono delle campagne. Anche perché gli stessi agricoltori, così come gli allevatori, oltre a contribuire al PIL interno svolgono an-che una funzione di tutela ambientale, per esempio nella prevenzione degli incendi, altra grande piaga delle campagne sarde”.•

Il caso >> La Sardegna

Oscar Cherchi, Assessore

all’Agricoltura

e Riforma Agro-Pastorale

della Regione Sardegna

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Settembre è il mese non solo della vendemmia ma anche del-la raccolta di uno degli alimenti più antichi al mondo: il riso. Im-possibile parlare di questo cere-ale senza interpellare Gabriele Ferron, chef veronese di fama internazionale, il cui cognome è legato da ben cinque genera-zioni all’Antica Riseria Ferron, una delle più grandi produttrici del riso Vialone Nano, al cui interno ha la sede il ristorante

Pila Vecia, dal nome dell’an-tico strumento di lavorazione del riso (.1). Gabriele, oltre a proporre un menù a tutto riso nel suo locale a Isola della Sca-la, si dedica a corsi di cucina in Europa, Usa, Canada, Giappone e Thailandia, oltre ad essere consacrato come ambasciatore di questo cereale nel mondo. Come è arrivato al mondo della ristorazione?“La domenica, nella mia fami-

glia, era consuetudine che mio nonno paterno Marcello prepa-rasse il pranzo. Io, incuriosito da questo comportamento, lo seguivo per capire perché la domenica fosse lui a cucinare. Con mio nonno però era sempre una “guerra” nel senso che nei discorsi importanti lui mi di-ceva sempre di stare zitto e di fare quello che diceva lui. A 14 anni stanco di sentirmi ripetere questa frase e sentendomi un

po’ escluso dagli affari, “scap-pai” di casa e la prima cosa che feci per potermi mantenere fu di lavorare in un ristorante, co-minciando a fare le piccole cose come pulire le verdure, lavare le pentole e, in seguito, l’approc-cio con qualche piccola cottura. Tutto cominciò da lì”.Il riso è un alimento che ac-comuna tante parti del mon-do. Quali sono i suoi punti di forza? “Indubbiamente il riso è il cere-ale più conosciuto e consumato al mondo: nutre circa i trequar-ti della popolazione mondiale. Una cosa importante è sapere che il sistema di cottura del riso definito “risotto” è una paternità italiana. Il ragù, condimento o

Gabriele Ferron,il mago del riso

di Marina CiancagliniChef

Lo chef veronese racconta l’importanza del chicco più diffuso al mondo e ci svela i segreti per preparare un ottimo risotto….

Ristorante Pila VeciaVia Saccovener 9, Isola della Scala (Verona)www.risoferron.com (.1)

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sapore che si voglia dare al riso sono infiniti. Sta sempre nell’abi-lità di chi cucina saper dosare in modo equilibrato gli ingredienti per avere un risultato gustoso, delicato e nello stesso tempo di-geribile. Questo è il punto di for-za della nostra cucina italiana”. Qual è il segreto per prepa-rare un ottimo risotto?“Riso di altissima qualità, ingre-dienti freschissimi e amore per la cucina”.Un errore, invece, da evita-re?“Non usare mai un riso che non sia Ferron. Ovviamente sto scherzando! Gli errori possono essere molteplici, come una to-statura con fiamma troppo vio-lenta, l’aggiunta di liquido fred-do dopo la tostatura o mantecare

il risotto ancor prima della cottu-ra definitiva”.Per il risotto c’è la “scuola” del Vialone Nano e quello del Carnaroli. Inutile chiederle a quale appartiene...“Il mio territorio è conosciuto principalmente per il Vialone Nano. Io amo la mia terra e i pro-dotti che ne derivano sotto il pro-filo culinario. C’è da specificare che il Vialone Nano e il Carna-roli sono i numeri uno al mondo

per la preparazione del risotto. Ogni chef, con la sua sensibili-tà, riesce a realizzare dei risotti eccellenti con entrambe le tipo-logie”.C’è un riso estero che pre-ferisce?“Ho cucinato il riso di tutto il mondo con varie tecniche e si-stemi di cottura. Fra le 4000 va-rietà non c’è un riso cattivo. Tutti sono buoni e legati alla tradizio-ne e al territorio di provenienza”.

Nel suo ruolo di ambasciato-re mondiale del riso, qual è l’aspetto più importante da comunicare?“L’amore per il territorio ma so-prattutto la conoscenza di quello che il riso può dare in cucina”.Ha mai preso, durante i suoi viaggi, degli spunti o delle tecniche che poi ha portato in Italia?“Sempre. In ogni viaggio penso a quanto posso apprendere dai po-poli dove sono ospite. Non aver mai la presunzione di dover solo insegnare e aver imparato tutto dalla vita”. •

LA storiA deL PiAttoRisotto all’isolana deriva dal Risotto alla Pilota che risale al 1700, piatto tipico dei “Piloti”. Già nel lontano XVII secolo, le Riserie venivano chiamate Pile e il Piloto era l’artigiano, depositario di sapere antico e profondo conoscitore della lavora-zione del Riso. Prima il “Piloto” era alle dipendenze dei proprietari terrieri , poi diventò proprietario della Pila. Vicino alla Pila c’era un piccolo appezzamento di terreno dove si coltivavano foraggi per le vacche, mentre lo scarto del riso serviva per alimentare i maiali. Durante l’inverno quando venivano uccisi i maiali e conciate le carni per fare salami e soppresse, a fine giornata per festeggiare l’evento i piloti cucinavano il risotto lavorato nell’antica pila e condito con il ragù detto “Ta-stasal”, termine dialettale per chiedere ad un altro se l’impasto della carne andava bene con il sale. Negli anni ’70 a Isola della Scala si è ripristinata quella definita la “garzega” per festeggiare la raccolta e da lì è nata l’attuale Fiera del Riso.

(.2)

Quando il riso è protagonista46° Fiera del riso.Da quasi 50 anni la Fiera del riso, con protagonista il Vialone Nano Veronese Igp, propone ottimi risotti, accompagnati da un calice di vino. Tra gli eventi in pro-gramma, il 24 e 25 settembre, il concorso internazionale Il Chicco d’Oro, riservato ai cuochi professionisti.Dal 12 settembre a 7 ottobre a Isola della Scala (Verona).www.fieradelriso.it

Risate e RisottiLa manifestazione comico-culinaria, giunta ormai alla 6° edizione, ha come formula quella di unire un menù a base di riso all’intrattenimento di famosi co-mici. La rassegna, nata nella cittadina di Orvieto, e ospite durante la prossima Fiera del Riso, riprenderà il suo tour da febbraio 2013, con delle tappe a Orvieto e in alcune città italiane. www.risaterisotti.it

RISOTTO ALL’ISOLANA (.2)Ricetta per 4 persone320 g Riso Vialone Nano7 dl brodo di carne150 g lombata di maiale150 g vitello magro40 g burro 50 g grana grattugiatocannella in polvere1 rametto di rosmarinovino biancosale e pepe q.b.

Mettete a fuoco lento 30 g di burro con un piccolo rametto di rosmari-no. Quando il burro sarà dorato, togliete il rosmarino, mettete la carne tagliata a pezzetti e alzate il fuoco. rosolate la carne e insapo-rite con pepe, sale e una spruzza-tina vino bianco, quindi abbassate il fuoco e completate la cottura. Mettete la pentola con il brodo a fuoco sostenuto sul fornello e por-tate a ebollizione; versate il riso e con un mestolo di legno muovetelo dal fondo, quindi coprite la pento-la. Quando l’ebollizione riprende, rimuovete ancora delicatamente il riso, abbassate il fuoco al minimo, ricoprite la pentola per 15 minuti; unite a questo punto circa metà ragù, date una mescolata e copri-te fino a cottura ultimata. Levate la pentola dal fuoco, unite il rima-nente ragù, il grana (spolverato di cannella) e il burro rimasto a fioc-chetti. Mescolate il tutto con estre-ma delicatezza. Servite in pirofila o piatto singolo con qualche rametto di rosmarino.

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Nell’ampio e fra-stagliato venta-glio produttivo di Antinori,

Guado al Tasso a Bolgheri riveste da sempre un ruo-lo molto particolare. Non solo per l’aspetto enologi-co. Nella storia pluriseco-lare di una delle famiglie simbolo del made in Italy nel mondo, la Tenuta che sorge a pochi chilometri dal mar Tirreno e dalla terra di origine del “fenomeno” Super-tuscan, è sempre stata tappa di ritrovo e familiarietà nei fine set-timana. Un posto magico, in cui si entra in punta di piedi, scor-gendo la misteriosa Macchia del

Bruciato e le sterminate vigne che danno vita al Guado al Tasso e non solo. Qui Allegra Antinori, la seconda figlia del Marchese Piero Antinori (le altre sono Al-biera e Alessia, la più piccola), si divide tra le sue grandi pas-

sioni: il vino, la toscanità a tavola e i cavalli. Si, perché proprio al cuore della Tenuta, trova posto un centro equestre curato perso-nalmente da Allegra e composto da promettenti purosangue da galoppo che un giorno sognano di

ripercorrere le gesta di Ri-bot, il mitico cavallo che sbalordì l’ippica mondiale tra gli anno 60’ e 70’. “Se dovessi rappresentare le mie figlie con un vino – scrive Piero Antinori nell’incipit del suo libro Il Profumo del Chianti – sce-glierei un Montenisa. Uno spumante. Un Franciacor-ta Brut Rosé”. Incontran-do Allegra Antinori tra

vigne e cavalli si ha in effetti una sensazione di effervescenza, gra-zie alla sua contaminante ener-gia, solarità ed esuberanza. Tra le tre sorelle eredi del Marchese, lei è quella più propensa alle pub-bliche relazioni che, dopo aver

A Bolgheri, sognando la California

Tra le vigne di Guado al Tasso, Allegra Antinori divide le sue grandi passioni tra Supertuscan e promettenti cavalli purosangue

di Giovanni Pellicci foto di Linda Frosini

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Dreaming California... in Bol-gheriAllegra Antinori cultivates her passion for Supertuscan and thoroughbred horses among the vineyards of Guado al TassoThe estate of Guado al Tasso in Bol-gheri plays a peculiar role in Anti-nori’s variegated production, and not only from an oenological point of view. In the age-old history of a fam-ily that represents “made in Italy” in the world, the estate that raises few steps far from the Tyrrhenian Sea and from the origin land of the Supertus-can phenomenon has always been a place for reunions and intimacy. It’s a magic place that one should enter on the tip of his/her toes, discovering step by step the mysterious Macchia del Bruciato and the immense vine-yards that produce Guado al Tasso beside other buttonhole labels by An-tinori. Here, Allegra Antinori, Marquise Piero Antinori’s second-born daugh-

ter (the other two are Albiera and Alessia), cultivates her great pas-sions: wine, Tuscan lifestyle, food and horses. In fact, in the heart of the estate, Allegra manages a horse breeding where promising thorough-bred make her to dream about the deeds of Ribot, the horse that sur-prised the world of horseracing in the 60s-70s. “If I should identify my daughters with a wine – writes Piero Antinori in the opening of his book “The scent of Chianti” – I would choose a Mon-

tenisa, a sparkling wine, a Fran-ciacorta Brut Rosé”. When I meet Allegra Antinori among her vine-yards and horses, I feel immediately her “sparkling” character. She is the most inclined to public relations of the three Antinori sisters. After many experiences around the world she settled down in Tuscany where she has had her two children, Niccolò and Vivia, and now she is ready to start a new adventure, a project of restoration connected with the brand Antinori. “We are used to always new challenges – says Allegra – and af-ter realizing the new family cellar in Bargino and once completed the one for the estate Le Mortelle in Casti-glione della Pescaia, it’s time to build a new cellar here in Guado al Tasso too. Works will start in 2013. We have planned to enlarge the actual rooms and to create a new 1,500 square metres cellar for our barriques”. “In the meanwhile – Allegra goes on – I would like to widen the project of An-

tinori Wine Bars in the world. After Moscow, Wien and Zurich, we will open a new one in Amsterdam and we hope to have 10 wine bars around the world in 2020. Also, I want to start a project connected to Tuscan restoration reinterpreted in modern style, called Peppoli, the name of our historical estate in Chianti. Soon I will go abroad again, to California, I want my children to study there. I need to give free play to my nomadic spirit”. As Gianna Nannini sings “...to something that I didn’t know...that I could breath, that seemed the sky”.

maturato importanti esperienze in giro per il mondo, ha messo le radici in Toscana giusto il tempo di dare alla luce i figli Niccolò e Vivia ma oggi è pronta a ripartire per portare avanti i suoi progetti di ristorazione legati al brand di famiglia nel mondo. “Noi Antino-ri siamo abituati a fissare quoti-dianamente delle sfide – spiega Allegra Antinori – e dopo aver fatto diventare realtà il sogno della nuova cantina di famiglia a Bargino e aver completato i lavori per quella della tenuta Le Mor-telle a Castiglione della Pescaia, tra poco sarà la volta della nuova cantina qui a Guado al Tasso. I la-vori prenderanno il via nel 2013

per un completo raddoppio degli spazi attuali e una nuova barric-caia da 1500 metri quadri”.“Nel frattempo – continua Alle-gra - voglio ampliare il progetto delle Cantinette Antinori che contribuiscono ad esportare lo stile Antinori a Mosca, Vien-na e Zurigo. Presto ne apriremo una nuova ad Amsterdam con l’ambizione di averne 10 entro il 2020. Intendo inoltre lavorare al

progetto di ristorazione toscana in chiave moderna che prende il nome di Peppoli, come la no-stra storica tenuta chiantigiana. Tra poco ripartirò per il mondo, facendo base in California dove voglio far studiare i miei figli, dando anche libero sfogo al mio spirito nomade”. <<...verso cosa non sapevo... ma lo respiravo, sembrava cielo...>> come canta Gianna Nannini...•

segue

I cavalli che rientrano dopo l’allenamento mattutino, nello splendido scenario della Tenuta

Il Matarocchio, a base di uve Cabernet Franc in purezza, è l’ultimo nato di casa Antinori

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Condotta dal giovane e promet-tente enologo Marco Ferrarese, la visita a Guado al Tasso è stata caratterizzata da una dettaglia-ta degustazione di 5 prodotti dell’azienda si estende per mil-le ettari complessivi di cui 300 vitati. Dopo le annate 2011 di Vermentino (prodotto dal 1996

da 45 ettari di vigna che rappre-sentano il 95% della Doc Bol-gheri Vermentino) e del rosato Scalabrone (per il 40% da uve Cabernet Sauvignon, 30% Mer-lot e 30% Syrah), è stata la volta del Bruciato 2010 (50% Caber-net Sauvignon, 30% Merlot e 20% Syrah per il vino che ripor-

ta in etichetta una foto originale della macchia che confina con la proprietà e scattata dal Marche-se Niccolò Antinori). Quello del Bruciato è un progetto nato nel 2004, in seguito ad un’annata di Guado al Tasso (la 2002) non perfettamente in linea con gli alti standard aziendali. Di Gua-do al Tasso abbiamo assaggia-to la promettente annata 2008 (65% Cabernet Sauvignon, 20% Merlot, 12% Cabernet Franc e 3% Petit Verdot) che presenta note di acidità e freschezza in grado di prevedere un grande invecchiamento. Infine, spazio anche per l’ultimo nato della Te-nuta di Bolgheri, ovvero il Ma-tarocchio 2007 (primo anno di vendemmia), uno straordinario Cabernet Franc in purezza che rappresenta il desiderio della famiglia Antinori di dare vita ad un vino in grado di rappresenta-re una singola parcella di vigne-to, proprio quella che dà nome al neonato vino che si candida a nuovo Supertuscan.

APPUNTI DI DEGUSTAZIONE

TASTING NOTESLeaded by the young and promis-ing oenologist Marco Ferrarese, our visit at Guado al Tasso has been characterized by a tasting of five labels by Antinori. The estate con-sists of 1,000 hectares of land, 300 of which are vineyards. After 2011 Year of Vermentino (produced since 1996 by 45 hectares of vineyards that represent a 95% of Doc Bol-gheri Vermentino) and Scalabrone rosè (40% Cabernet Sauvignon, 30% Merlot, 30% Syrah), we have tasted Bruciato 2012 (50% Cab-ernet Sauvignon, 30% Merlot and 20% Syrah – on the label of this wine is reproduced an original Nic-colò Antinori’s photograph of the maquis that surrounds the estate). The project of Bruciato started in 2004, after a year of Guado al Tasso (2002) not perfectly in line with the standards of the winery. Then, we have tasted Guado al Tasso 2008, a powerful year (65% Cabernet Sauvignon, 20% Merlot, 12% Cabernet Franc, 3% Petit Verdot): it reveals acid and fresh in-klings that make foresee a great po-tential for ageing. The last born at Tenuta di Bolgheri is Matarocchio 2007 (first harvest) an extraordi-nary Cabernet Franc in purity that mirrors the Antinori family’s wish to create a wine that could represent a peculiar part of a vineyard, the one that gives its name to this wine, a potential new Supertuscan.

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Cantine San Giorgio: the noble wines of SalentoIn San Giorgio Jonica the Tinazzi family has relaunched its winery in the name of the best Apulian tradition

Cantine San Giorgio was found-ed at the beginning of the 60s in San Giorgio Jonico. In 2011 the Tinazzi family took over the brand and started its project of renewal: to produce high-quality wines that could express at best the character of Salento and communicate to the tast-ers its deep bond with its land and traditions. The heart of the winery is the stately cement tower, the cellar projected by the oenologist Emilio Sernagiotto

and based on the concentration of the work according to the so called condominium principle. It’s a peculiar building, like a sculpture. From its terrace one can enjoy a wonderful view on the vineyards of Primitivo di Manduria, Negramaro and Malvasia. Since the very beginning, the philosophy that has led this family’s work has been the wish to promote the combination of wine and history. In fact, the

labels of San Giorgio take the names of poets and historians that have exalted the beauty of Apuliae and its people’s warmth: Diodoro is the Primitivo di Manduria Dop (medaglia d’oro Mundus Vini 2012 e medaglia d’argento Decanter 2012), Lat-tanzio is Negramaro del Salento Igt, Pausania for Malvasia del Salento Igt and Strabone for Primitivo del Salento Igp. The Tinazzi’s family work at Cantine San Giorgio has just started but we can already see its excellent results. And we are sure it will continue growing. •

Cantine San Giorgio: vini nobili del Salento

Realtà storica del Salento, fondata nei primi anni 60 a San Giorgio Jonico,

l’azienda Cantine San Giorgio è stata rilevata nel 2011 dalla famiglia Tinazzi, titolare della Casa Vitivinicola Tinazzi di Verona, che ha intrapreso una strada di rinnovamento con lo scopo di produrre vini salenti-ni di altissima qualità e di far percepire al consumatore il forte legame del vino pugliese con la terra e le tradizioni da cui è nato.

Cuore dell’azienda è l’impo-nente torre in cemento armato dove sorge la cantina, conce-pita, dal punto di vista proget-tuale, dall’enologo Emilio Ser-nagiotto e basata sul concetto di concentrare le utenze e ra-zionalizzare il lavoro secondo il principio del “condominio”. Una costruzione molto parti-colare, quasi scultorea, dalla cui terrazza si gode di un bel-lissimo panorama sui vigneti del Primitivo di Manduria, del Negroamaro e della Malvasia. A guidare la famiglia Tinaz-zi nel lavoro di rilancio delle Cantine San Giorgio è stato sin dall’inizio il desiderio di mettere in risalto il connubio tra il vino e la storia, tanto che ai vini prodotti nella can-tina salentina sono stati dati i nomi di poeti e storiografi che hanno esaltato la bellezza del-la Puglia e il calore della gen-te che la vive: sono stati così scelti “Diodoro” per il Primi-

tivo di Manduria Dop (meda-glia d’oro Mundus Vini 2012 e medaglia d’argento Decan-ter 2012), “Lattanzio” per il Negroamaro del Salento Igp, “Pausania” per la Malvasia del Salento Igp e “Strabone” per il Primitivo del Salento Igp.Il lavoro della famiglia Tinazzi alle Cantine San Giorgio è ap-pena iniziato, ma già ha porta-to i suoi primi risultati intra-prendendo una via di ascesa e crescita. (l.m.)•

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È toscano, Carlo Cambi. Giornalista enogastro-nomico fra i più auto-revoli del panorama

nazionale, grande conoscitore degli ingranaggi turistici ed eno-turistici (che insegna all’Univer-sità di Macerata), amante della buona tavola, quella genuina e priva di sofisticazioni che viene celebrata nel suo “Mangiarozzo”. In Toscana è nato e vissuto, al-meno il tempo utile di incame-rare quei tratti esuberanti che compongono l’identikit di questo popolo. Con simpatia. A lui ri-volgiamo qualche domanda per parlare di questa regione con l’occhio esperto di un professio-nista e il cuore di un natio. Ne emerge un quadro a tratti tecnico e a tratti passionale: potenzialità incredibili e una forte identità – come vino ma anche come terri-torio (e non solo terroir) – che

però troppo spesso sono scese a compromessi con la ricerca di un facile successo commerciale. Carlo Cambi, toscano di na-scita, cultura e formazione. Come descriverebbe, in ma-niera sintetica, la Toscana del vino? “Lo dico senza sciovinismo: è il migliore territorio del vino al mondo. E pongo l’accento sul territorio che è concetto com-pletamente diverso dal terroir alla francese. È l’unico luogo al mondo dove la civiltà rurale ha totale dignità sociale ed econo-mica e dove il vino è uno e trino: perché ha la terra che lo genera, ha l’uomo che gli forma il caratte-re, ha il complesso geo-antropico che gli dà l’imprinting culturale. La Toscana è la terra dove si fa agriCultura. In più è terra mute-vole, complessa e composita. Il mio maestro – Giacomo Tachis

– mi ha sempre raccomandato nell’osservare una terra da vino di considerare la luce, di valu-tare lo spessore di civiltà che si esprime anche nelle dotazioni ar-chitettoniche e storiche, di osser-vare il paesaggio in un’accezione romantica e cioè d’interazione tra uomo e creato. La Toscana è terra di paesaggio artefatto: cioè fatto ad arte, perché è la terra di Mar-silio Ficino dove l’anima, o spi-rito creativo, è la copula mundi, dove la materia non ha forza di produrre forme se non incontra l’anima, dove esiste una magia del naturale e la bellezza è lode al Creato. E la Toscana è la ter-ra di Galileo Galilei per il quale il vino è un composto di umore e luce. E infine la Toscana è la terra di Leonardo da Vinci che ebbe a dire et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i

vini boni. La Toscana è una terra felice” Facciamo un gioco. Lei è il giornalista de I Grandi Vini e io Carlo Cambi: che doman-da farebbe al noto giornalista enogastronomico, se voles-se mettere in luce qualche aspetto ancora poco esplora-to della produzione enologi-ca regionale?“Gli domanderei: perché la To-scana che è unica, spesso si omologa? Perché la Toscana che ha enormi valori spesso li vani-fica con furbizie commerciali? Perché la Toscana che ha la forza di essere se stessa spesso diventa un come tu mi vuoi tradendosi? E se torno a essere Carlo Cambi che deve rispondere a queste do-mande rispondo che la Toscana per troppo tempo ha trasformato il suo orgoglio in spocchia e ha barattato una leadership che le

“Scacciare i mercanti dal tempio, abbattere superflue segmentazioni, enfatizzare le cucine e i sapori locali (ma occhio al falso tipico)”: parola di Carlo Cambi

di Claudia Cataldo

La Toscana terra felice

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appartiene in termini di qualità, capacità produttiva, identità con facili successi commerciali. Ma sono convinto che oggi sia venuto il momento di ripigliare in mano il valore della Toscana, di comu-nicarlo al meglio e di scacciare un po’ di mercanti dal tempio”. Parliamo di brand. Quali sono le caratteristiche del brand Toscana? Al suo in-terno, qual è un territorio o una denominazione che, pur avendone le potenzialità, si deve ancora esprimere da questo punto di vista?“Le caratteristiche del brand Toscana sono in larga misura quelle che ho illustrato nella pri-ma risposta. Aggiungo che tutte le ricerche di marketing territo-riale sono concordi nel ritenere che Tuscany sia il solo brand che è più forte del brand Ita-lia. Vorrei solo considerare che Firenze che era una minima si-gnoria ha influenzato l’economia del mondo per due secoli e mezzo buoni e ha avuto una sorta di pri-

mato culturale che si può stimare da metà del ‘400 a metà dell’800. Vorrà pur dire qualcosa. I territori che devono fare un salto in avan-ti sono sicuramente la Lunigiana, la Garfagnana, le Colline Pisane e il Casentino. Che peraltro sono territori di fascino assoluto”.La Toscana, e così un po’ tutta l’Italia, si distingue per una notevole frammentazio-ne di denominazioni e produ-zioni. Crede che siano neces-sarie misure di aggregazione e strategie comuni?“Assolutamente sì. Stando al vino sono da sempre convinto che servirebbe un Igt (ora dovremmo chiamarla Igp) Toscana abolendo una serie di piccole Doc e che dovrebbe nascere una Doc Ma-remma e una Doc Toscana cen-trale lasciando alle Docg il ruolo di essere i vertici della piramide. Con una sola eccezione: i vini delle isole che vanno rivalutati e rinvigoriti. Sono perle rare. Que-sto dovrebbe servire a convincere la Toscana a rappresentarsi coesa

e non frazionata ed uscire da una schema di fazioni e di eccessive frazioni municipali”.Un consiglio sullo stile de “Il Mangiarozzo” per scoprire i piatti della vera cucina e tra-dizione toscana?“Evitare il falso tipico. E avere molta attenzione ai riferimenti territoriali. Come sono convinto che per il vino sarebbe buona cosa avere degli aggregati più ampi sono invece convinto che per la cucina vada massimamen-te enfatizzata l’identità territoria-le. Una scottiglia non è la stessa cosa di una sorra di Chianina, un abbucciato aretino non è la stes-sa cosa di un pecorino di Pienza, un olio di Olivastra Seggianese non è la stessa cosa di un olio di Leccino di Montecarlo. Ma la cosa che serve di più è tornare a formare cuochi e cuoche sulla cucina di territorio. E anche sulla capacità di comunicare il valore di questa cucina. In questo sen-so il progetto che sta portando avanti l’assessorato all’agricoltu-

ra della Regione è molto convin-cente. Perché la cucina – per dir-la con Brillat Savarin – prevede che ci sia l’exactitude. Cioè una capacità di fare e di degustare e di comprendere il valore di un piatto che deve appartenere tanto a chi cucina quanto a chi quel-la cucina la fruisce. Ecco che la comunicazione dei valori di una gastronomia al cliente diventa indispensabile. Ma bisogna che i cucinieri sappiano comunicare”. Se Carlo Cambi fosse un vino (ovviamente Toscano) sareb-be...“Un Sangiovese Grosso di Tosca-na in purezza. Vendemmiato tar-di, affinato a lungo in botte gran-de. Giustamente acido, abba-stanza profondo, di spalla larga, con tannini dolci, ma presenti, che ha confidenza col tempo, ma non si piega alle mode. Se fossi un vino vorrei essere un Brunello di Montalcino di Franco Biondi Santi. Oppure, se vi pare troppo, un Chianti di Castell’in Villa o di Castello di Ama”. •

Focus sulla vendemmia toscana

L’inizio del 2012 ha registrato un andamento stagionale nella nor-ma, seguito da una primavera mite e piovosa, ma dopo le piogge di inizio maggio l’acqua è sparita e le temperature salite. La fioritura è risultata leggermente anticipata mentre l’allegagione irregolare ha provocato una diffusa acinellatu-ra. La vendemmia delle uve pre-coci (Chardonnay, Pinot e Sauvi-gnon) è iniziata dopo Ferragosto

in Maremma e poi nelle altre zone, per continuare a fine mese con il Merlot. A seguire: uve di Bolgheri e del Morellino di Scansano, uve a bacca bianca della Vernaccia, poi Chianti, Carmignano, Nobile di Montepulciano e Brunello di Mon-talcino. Si stima una quantità com-plessiva di 2 milioni di ettolitri, con una diminuzione del 20% circa ri-spetto allo scorso anno. Nell’area del Gallo Nero si prevede un calo

quantitativo di circa il 15%, ma per quanto riguarda la qualità c’è otti-mismo: il Sangiovese infatti grazie alla sua adattabilità a condizioni termiche più difficili sembra aver retto molto bene gli scompensi climatici. La vendemmia nella terra del Brunello, invece, è ini-ziata dopo il quindici di settem-bre: anche qui la produzione è in calo, ma la il quadro qualitativo è buono.

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Produrre vino non sempre significa ce-dere alle leggi del mercato, non sem-

pre significa accontentare il consumatore creando solo un prodotto da smerciare, a volte dedicarsi al mondo enologico vuol dire avere passione e amore, ma soprattutto rispet-to per chi il vino lo ama, non solo consumandolo ma anche gustandolo. E’ questo il fil rouge che guida il lavoro del-la Tenuta Poggio degli Ulivi, produttrice storica di Brunel-lo di Montalcino. Di proprietà della famiglia Ciacci Bellocci da genera-zioni, l’azienda è oggi gestita dalle sorelle Nicla e Grazia Bellocci, che con forte dedi-zione portano avanti la loro filosofia aziendale nel nome del Brunello vero e autenti-co. Questo permette loro di

offrire ad un mercato di nic-chia, di veri intenditori, un vino senza artifici che sia ve-ramente all’altezza del nome stampato sulla sua etichetta. Si tratta insomma di una vera missione, portata avanti con orgoglio ma anche con la massima serietà, sapendosi tirare indietro nei momen-ti più difficili e decidendo di non imbottigliare affatto se l’uva non ha raggiunto le qualità richieste.Da un terreno vitato di cir-ca 11 ettari, dove è presen-te solo il Sangiovese Grosso, vitigno peculiare della zona, non nascono etichette diver-se e con caratteristiche di-verse, nasce solo il Brunello, che in determinate annate è destinato a Riserva; un vino senza fratelli né sorelle, che come ogni figlio unico è coc-colato, protetto ed amato. Un

prodotto unico, attento alla natura, perciò curato solo con trattamenti biologici, al quale non servono particolari captationes benevolentiae, il vero Brunello, uno dei mi-gliori vini italiani. (l.m.)•

TENUTA POGGIO DEGLI ULIVIVia Spagni, 37 - Montalcino (Si)Tel./Fax 0577 331524 - Cel.347 7908924 [email protected]

Un’azienda rispettosa della storia del nettare di Montalcino, che non punta alla quantità ma alla bontà senza artifici

Poggio degli ulivi: a Brunello up to the expectations A winery that respects the sto-ry of the nectar of Montalcino and that privileges a genuine goodness in spite of quantity

A wine-maker is not always forced to submit his work to the market laws and to please his customerscreating an “easy” product. Some-times, to devote one’s life to oenol-ogy means to make wine with pas-sion and love but most of all with respect for those who want to taste a genuine product. That’s the philosophy of Poggio degli Ulivi, the historic winery that produces Brunello di Montalcino. Owned by the Ciacci Bellocci fam-ily for generations, the winery is now managed by Nicla and Grazia Bellocci, the two sisters who carry out their family tradition with devo-tion and care. Their aim is to pro-duce the true, authentic Brunello di Montalcino, addressed to a niche market of experts and connoisseurs. Their Brunello is a genuine wine, up to the name on its label, and these two sister’s work is a mission carried out with pride and serious-ness. For this reason in particular years, when the grapes don’t reach high quality standards, they take the most difficult decision and re-fuse to bottle their wine. The winery consists of about 11 hectares of vineyards where grows only Sangiovese Grosso. The Bellocci sisters don’t pro-duce different labels with different characteristics: they produce only Brunello, and some special years they preserve it to make a Riserva. This Brunello is an “only-child”, loved and cared as well as a child that can enjoy all the attention of his parents. A unique wine, produces according to nature, that is, caring every detail and using only with or-ganic manure: the result is the only and true Brunello. •

Tenuta Poggio degli Ulivi. Un Brunello all’altezza delle aspettative

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La Tenuta Dello Scompiglio, nel co-mune di Capannori, alle porte di Lucca, oltre ad essere un’Azienda Agricola è un Progetto organico che

si sviluppa in maniera armonica a partire dal rispetto della terra e del patrimonio floro-faunistico del luogo. Questo significa andare ad abbracciare anche altri settori che non necessariamente si palesano di stretta cor-relazione con l’ambito vitivinicolo, ma anche concepire il lavoro agricolo come un ciclo

autonomo che parte dalle energie rinnova-bili e alternative fino ad arrivare alla tavola. L’imminente vendemmia ripercorrerà le scel-te della vendemmia 2011, quando con l’eno-logo Claudio Gori si è deciso di sperimentare un metodo diverso di vinificazione, portando all’estremo la concezione di vino naturale: vinificare senza l’utilizzo dell’anidride solfo-rosa e senza l’ausilio di lieviti esogeni, né ag-giunta di sali, tannini, enzimi o attivanti. Nei 5 ettari aziendali si coltivano varietà autocto-

ne - Syrah, Sangiovese, Colorino e Canaiolo - alcune da vigneti recuperati con opere di viticoltura archeologica: sono varietà di pro-venienza massale, non clonale, di immenso valore storico e vitivinicolo. Oltre alla produ-zione enoica, nella Tenuta coesistono anche un’Osteria, un’Associazione Culturale e uno Spazio Performatico ed Espositivo che sarà inaugurato nel prossimo autunno. E il loro vino – biologico/biodinamico – riflette tutto questo. (c.c.)•

Tenuta dello Scompiglio rises in the municipality of Capannori, few steps far from Lucca. It’s not only a winery but an organized project that develops harmonical-ly starting from the respect for the land and for the natural patrimo-ny of its area. In fact, the winery knows well how to deal with other fields that apparently are not di-rectly connected to wine-making,

and also how to exploit alterna-tive and renewable energies to follow the natural cycle of agri-culture, in order to guarantee to its customers a natural product. The next harvest will be a con-firmation of the decision taken in 2011, when the oenologist Claudio Gori has tried to experi-ment a new vinification method that excludes from the processing

sulphurous anhydride, exogenous yearns, added salts, tannins, en-zymes or activators. In the five hectares of vineyards owned by the winery grow autochthonous grape varieties such as Syrah, Sangiovese, Colorino and Ca-naiolo beside other ancient ones recovered after a careful work of archeological vine-growing. These grape varieties are not the

result of clonal propagation, as in modern vineyards, but massale selected and for this reason they have an immense historical and natural value. Beside the wine production the estate offers an “osteria” (typical restaurant), a cultural association and a room for expositions and performances that will be opened next autumn. Its wine mirrors all this. •

TENUTA DELLO SCOMPIGLIO Via di Vorno, 67 - 55012, loc. Vorno, Capannori (LU) - Tel. 0583971438 - Fax 0583971661 - [email protected] - www.delloscompiglio.org

Not just vine-growing. Lifestyle Tenuta dello Scompiglio makes its wine according to bio-dynamic methods, searching for quality and naturalness

Non solo viticoltura. Stile di vita

L’attività vitivinicola della Tenuta Dello Scompiglio segue le procedure biodinamiche alla ricerca del connubio qualità/naturalità

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Le immagini più evo-cative che rimangono impresse nell’iride quando si visita l’Alto

Adige sono i vigneti e i meleti. E poi ancora castelli, vallate, montagne, borghi, laghi e tan-to altro ancora, perché questa splendida regione non si può certo raccontare in due parole. Sicuramente qui nulla è lasciato al caso: alla bellezza intrinseca di un paesaggio che riesce ad apparire incontaminato anche laddove la mano dell’uomo è presente, si unisce una capacità quasi “manageriale” di esaltare

tale bellezza. In Alto Adige il turismo si può definire integra-to, per la quantità e la diversità di servizi che vengono offerti. Qui non c’è un solo tipo di tu-rismo ma c’è quello enogastro-nomico, naturalistico, sportivo, di relax, culturale, per famiglie, coppie, giovani e anziani, il tut-to con un’altissima qualità.La strada del vino dell’Alto Adige*L’Alto Adige è rinomato per l’eccellenza dei suoi prodotti, primo su tutti il vino, con bian-chi profumati e aromatici e rossi eleganti e strutturati, di cui il

98% della produzione è iscrit-to alla Doc. Per chi ha voglia di conoscere meglio sia le aziende vinicole che i luoghi del gusto, un ottimo modo è sfruttare i ser-vizi della Strada del Vino. Da due anni è in carica un giovane e propositivo Presidente, Man-fred Vescoli, che racconta così l’associazione: “La nostra Stra-da del Vino è pensata per essere al servizio anche dei turisti più esigenti, con una forte attenzio-ne ai loro bisogni. Ad esempio, visto l’amore per lo sport e, in particolare, la presenza di mol-ti ciclisti abbiamo creato Vino

& Bici, una serie di itinerari ciclo-enogastronomici per gu-starsi il paesaggio in sella a una bicicletta. Il motivo principale del successo della nostra Strada è la forte coesione al territorio da parte di tutti gli attori locali e questa è una cosa che ci conno-ta fortemente, oltre a un ottimo rapporto qualità/prezzo dell’of-ferta”. Molte altre le iniziative della Strada, come VinoSafa-ri, un vero e proprio viaggio di una giornata, alla scoperta del vino, dei sapori e dei luoghi, organizzato il primo venerdì di ogni mese, o Vino in Festa, un

L’Alto Adige si dimostra un territorio capace di stupire non solo con la bellezza dei paesaggi ma anche con servizi integrati che puntano all’eccellenza. E il vino

è la punta di diamante…

testo e foto di Marina Ciancaglini

Promosso con lode

Focus vendemmiaLa vendemmia 2012 ha generato non poche ansie tra gli adetti ai lavori, a fronte di una forte siccità estiva che ha creato problemi per la maturazione degli acini. In Alto Adige la situazione è stata sicuramente complessa ma meno problematica che in altre regioni, complice l’altitudine media delle vigne, con una vendemmia iniziata in anticipo di circa 1 settimana, rispetto alla norma. La qualità dell’annata 2012 si manterrà, quindi, elevata con una perdita quantitativa non particolarmente alta, registrata intorno al 15%.

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a parola d’ordine di questo risto-rante, appena fuori dal centro storico di Caldaro, è la qualità dei prodotti, molti dei quali sono Pré-sidi Slow Food. Il menù è tradizio-

nale, con la pasta fatta in casa e l’uso di ingredienti rigorosamente naturali. Tra i piatti da assaggiare, consigliamo il carpaccio di Gri-gia Alpina, gli gnocchi di patate al ragù di capriolo con porcini e parmigiano, oltre alle selezioni di formaggi e di speck di varie sta-gionature. Durante la bella stagio-ne si può mangiare sulla terrazza, che guarda al lago di Caldaro.Consigliato se: si ha voglia di as-saporare i piatti della tradizione.www.restaurant-ritterhof.it

intero mese dedicato al netta-re di Bacco, con tante propo-ste enogastronomiche, che si conclude con la Notte delle Cantine, durante la quale le aziende vinicole aprono le porte per delle suggestive

degustazioni in notturna. Il prossimo appuntamento è dal 11 maggio all’8 giugno 2013. Ovviamente, sono molte anche le iniziative durante la ven-demmia e l’autunno. www.suedtiroler-weinstrasse.it

Dove dormire

Dove mangiare

Landgasthof Kreuzstein

Ristorante Ritterhof

Enoteca Pillhoff

In questo piccolo hotel, poco fuori Appiano, verrete calorosamente accolti dalla giovane Kathrin Pi-chler, che con entusiasmo e pro-fessionalità gestisce l’attività che un tempo era la casa di famiglia del nonno. Negli anni l’albergo è stato sapientemente ristrutturato e, oggi, ospita in nove camere, con una splendida vista. Una menzione particolare merita la cucina, basata su piatti tradizio-nali, come i finferli e i canederli, cucinati in modo creativo e ben

presentati. La carta dei vini è ampia, centrata sul territorio, con un’attenzione particolare ai piccoli produttori. Consigliato se: si ha vo-glia di sentirsi come a casa. www.kreuzstein.com

A Frangarto, sulla strada che da Bolzano porta ad Appiano, si tro-va questo elegante ristorante con enoteca, situata all’interno di una tenuta del XV secolo. Qui non vi aspettate calorici piatti di mon-tagna ma raffinate pietanze con ingredienti anche della tradizione ma rivisitate oppure creativi e leggeri piatti a base di pesce. La carta dei vini è molto ampia, qui è possibile venire anche sempli-cemente per l’aperitivo o per bere un bicchiere di vino, con una forte

presenza di cantine altoatesine ma anche italiane ed estere. Consigliato per: una serata ro-mantica.www.pillhof.com

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Da visitare Il museo provinciale del vinoIl museo, situato nel centro storico di Caldaro, propone un viaggio nella sto-ria e la tradizione del vino del Sud Tirolo, che in quest’area risale, probabil-mente a 3.000 anni fa. Nei locali del museo sono esposti molti oggetti legati alla viticoltura, tra i quali i più antichi sono dei vinaccioli risalenti al 500 A.C. e un tralcio di vite del 100 A.C.. La parte originaria del museo è costituita da una cantina risalente al 1600. Nel lato posteriore si trova il giardino, dove sono coltivati dei filari di vitigni autoctoni, molti dei quali quasi scomparsi e ora in via di recupero; a settembre c’è la possibilità di assaggiare i chicchi d’uva, nel pieno della matura-zione, cogliendone tutte le dif-ferenze di sapore. I visitatori, dopo la visita al museo posso-no degustare un bicchiere di vino, nella suggestiva cantina sotterranea.Il museo è aperto da aprile fino a novembre.www.museo-del-vino.it

*Vino e tecnologia: APP Strada del Vino dell’Alto AdigeE’ nata l’applicazione ufficiale, per iPhone e Android, che permette di esplorare e conoscere la Strada del Vino dell’Alto Adige. Permette di avere informazioni sui posti dove mangiare e dormire, le cantine da visitare, gli eventi, oltre a una galleria di immagini con le foto. L’applicazione è scaricabile gratuitamente diret-tamente dal sito web.

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Josef Reiterer ha intra-preso, ormai più di 30 anni fa, una sfida diffi-cile, ossia produrre dei

vini spumante, in un territorio vocato ai vini fermi e quando ancora le cosiddette “bollici-ne “ non erano una moda. A oggi, Arunda, che Josef con-duce insieme alla moglie Ma-rianne, alla quale è dedicata

anche una speciale cuvèe, e al figlio Michael, è conosciuta da critica e appassionati per la produzione di una gamma di metodo classico di qualità, ottenuta con uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco. La cantina, che in origine era una cascina del 16° secolo, si tro-va a Meltina, piccolo comune montano altoatesino, a pochi chilometri da Terlano, e le vi-gne, situate a circa 600 metri di altezza, possono beneficia-re di una grande escursione termica. Sono queste parti-colari condizioni climatiche che danno ai vini freschezza, aromaticità e che permettono di usare un basso dosaggio di zucchero, al fine di esaltare tutta la tipicità del territorio. Nella piccola cantina, tutte le

fasi della spumantizzazione sono seguite scrupolosamen-te, compreso il remuage che è svolto rigorosamente a mano per ogni singola bottiglia. An-che il tempo gioca un ruolo fondamentale nella qualità dei prodotti. L’affinamento sui lieviti, infatti, è molto lungo, variando da un tempo minimo di 24 mesi fino ad arrivare ai 5 anni per le Riserve. •

30 years ago, Josef Reiterer threw himself into a hard challenge: to produce sparkling wines in an area always suited for still wines, when “bubbles” weren’t in fashion yet. Nowadays, Arunda, the winery that Josef manages with his wife Mari-anne (to her he has dedicated a spe-cial cuvee) and his son Michael, is well-known by wine-lovers and con-noisseurs for its high quality classic method sparkling wines, made of Chardonnay, Pinot Nero and Pi-not Bianco. The winery, a XVI cen-tury farm, rises in Meltina, a small mountain village of Alto Adige, few kilometers far from Terlano. Its vine-yards grow 600 meters above the sea level and enjoy a high temperature range. These peculiar conditions give these wines freshness and aromatic inklings and let the wine-makers use a low quantity of sugar that exalts the typical taste of this area. In the small cellar every phase is followed with the utmost care and remuage is made manually for every bottle. Time plays an important role too: in fact the refining on the yeasts is very long, from 24 months up to 5 years for the Riserva labels. •

ARUNDA SNCVia Prof. Josefschwarz n. 18

39010 Meltina (BZ)TEL. 0471 668033FAX 0471 668229

[email protected]

Arunda: classic method at high altitudeSometimes it’s necessary to go against the mainstream to fulfill a dream…and to proof that it is possible to produce excellent sparkling wines in Alto Adige

Arunda, metodo classico d’alta quota

A volte bisogna andare controcorrente per realizzare

i propri sogni…e dimostrare che in Alto Adige non si fanno solo

eccellenti vini fermi

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Passione e tradizione. Ecco cosa emerge parlando con Han-nes, la nuova genera-

zione della cantina a condu-zione familiare Rottensteiner, il quale insieme al padre Toni, porta avanti il sogno nato, più di mezzo secolo fa, dal nonno disceso dal maso Reiterhof, dove tutt’ora sono coltivate delle vigne. Siamo all’entrata della Val Sarentino, alle por-

te di Bolzano, con una parte di vitigni che crescono nella vocata zona del Santa Mad-dalena Classico. Le varietà coltivate sono quelle tipiche dell’Alto Adige, come il Pi-not Bianco, il Gewürztrami-ner e il Pinot Nero ma, qui, i veri “re” sono la Schiava e il Lagrein. Questi due viti-gni, seppur così diversi, ele-gante e di colore scarico il primo, strutturato e tannico il secondo, per la particolare esposizione al sole, riescono a dare vini di grande carattere. L’attenzione alla qualità, fina-lizzata a ottenere vini eleganti e facili da bere, è facilitata dal terroir ma è portata avanti scrupolosamente in cantina, dove ciascuna barrique viene

assaggiata annualmente, in modo da averne sempre sotto controllo l’evoluzione. La pro-duzione aziendale è composta da tre linee. Una linea classi-ca, con vini freschi e pronti da bere, una Cru, dove ciascun vino proviene da un maso di-verso e la linea Select, ottenu-ta dalle migliori vigne. •

Passion and tradition is what you feel talking with Hannes, the last gen-eration of the Rottensteiner family. With his father Tony, he carries out his grandfather’s dream, born in the farm of Reiterhof where nowadays the family’s vineyards grow. We are in the heart of Val Sarentino, at the gates of Bolzano. Some other vineyards owned by the Rottensteiner family grow in Santa Maddalena Classico, another very important area for wine-making. The chosen grape varieties are the typi-cal ones of Alto Adige: Pinot Bianco, Gewürztraminer and Pinot Nero, but the true kings of this area are Schiava and Lagrein. These two last varieties, so different but so peculiar (the first one is elegant and light coloured and the second one is structured and tan-nic) produce great wines with a strong personality, thanks to their special exposure to the sun. In the cellar the staff follows every phase with the ut-most care, to get elegant and easy-to-drink wines from this extremely suited terroir. Here every barrique is tasted to guarantee an excellent quality and keep wine ageing under control. Rot-tensteiner proposes three lines of labels: a classic one, made of fresh and easy-to-drink wines, a cru, with labels from different farms, and Select, a special line made of the best selection from the family’s vineyards. •

Rottensteiner: a dream that was born in a farm of Alto AdigeIn one of the most suited areas for wine-maiking, Rottenstei-ner produces quality wines that combines typicalness and easy-to-drink character

Rottensteiner, un sogno nato da un maso

In una delle zone più importanti per la produzione vinicola dell’Alto Adige, nascono vini nei quali la facilità di beva si incontra con l’autenticità

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La zona di Caldaro si può definire a tutti gli effet-ti una “conca d’oro” per la varietà di mi-

croclimi presenti, ne sono stati individuati ben 85, data dalla vicinanza dell’omonimo lago,

per l’eterogeneità dei terreni e per la particolare esposizione ai raggi del sole, che creano la base per vini rossi di grande ca-ratura e per bianchi freschi ed eleganti. Proprio alle porte del paese di Caldaro si trova Kelle-rei Kaltern - Caldaro, una delle più importanti aziende vinicole dell’Alto Adige, nata dall’unio-ne di due antiche cantine, risa-lenti all’inizio del ‘900. La can-tina riceve le uve da 440 soci selezionati, appartenenti a fa-miglie che da sempre coltivano le vigne. Il team tecnico segue scrupolosamente tutte le fasi della produzione, sia control-lando personalmente le vigne di tutti i soci, sia in cantina, dotata di tutte le più moderne tecnolo-gie; vini prodotti rispecchiano

fedelmente il concetto di cru e ogni singolo prodotto conserva la sua unicità. La filosofia azien-dale, anche in virtù del fatto che la maggior parte dei vigne-ti si trovano proprio intorno al lago, è rappresentata dalla Doc Lago di Caldaro, della quale la Schiava ne costituisce l’essenza. Proprio quest’uva, una delle au-toctone altoatesine di maggiore tradizione, conferisce, al vino Pfarrhof Lago di Caldaro Scel-to Classico Superiore Doc, ele-ganza, un colore scarico e una grande bevibilità. Queste ca-ratteristiche lo rendono un vino da bersi giovane e un compagno perfetto sia per i piatti di salumi e formaggi tirolesi ma anche con i tradizionali piatti della cucina mediterranea. •

The area of Caldaro can be called a “golden valley”, due to its variegated microclimates (85, to be precise), the close-ness to the lake, the heteroge-neity of soils and the peculiar exposure to the sun, that create the basis for the production of great red wines and fresh and elegant white wines. Kellerei Kaltern – Caldaro rises right at the gates of Caldaro. It’s one of the most important win-eries of Alto Adige and it was created merging two ancient wineries. The winery processes the grapes of 440 selected partners, all families of vine-growers from generations. The technical team follows scru-pulously every phase of the production, controlling per-sonally all partners’ vineyards and processing their grapes in the modern equipped cellar. The produced wines mirror the idea of cru and every single product preserves its unique-ness. The greatest part of the vineyards grow around the lake and for this reason the purest expression of the winery is Doc Lago di Caldaro, and its main grape variety Schia-va. This traditional autoch-thonous variety give elegance, a pale colour and an easy-to-drink character to the wine Pfarrhof Lago di Caldaro Scelto Classico Superiore Doc. This peculiarities make it a perfect companion for salami, typical cheeses and cuisine of Tirol.

The warm breeze of Cal-daro lake In one of the most suited areas for wine-making, Kellerei Kaltern – Calda-ro works to protect the unique taste of its fruits

La tiepida brezza del lago di Caldaro

KELLEREI KALTERN - CALDARO Via Cantine 12 39052 Caldaro (BZ) Tel. 0471 963149 Fax 0471 964454 [email protected] - www.kellereikaltern.com

In una delle zone più fortunate

per la produzione del vino,

la cantina Kellerei Kaltern – Caldaro

lavora per conservare l’unicità del frutto

Alto Adige

foto di Hertha Hurnaus

foto di Kellerei Kaltern

foto di Kellerei Kaltern

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Alto Adige is a land of white wines. But if there’s an area particularly suited it’s Valle Isarco, with its fresh nights and warm days, and a good winnowing give this wine mineral in-klings and fruity aromas. One of the most important wineries of the area takes its names from this valley. It’s Cantina Valle Isarco, a winery that processes the grapes of 130 selected partners from the best vine-growing areas. The production is concentrated almost exclusively on white varieties: Sylvaner and Kerner, the top range, but also Müller Thurgau, Gewürz-traminer, Grüner Veltliner, Pinot Bi-anco and Pinot Grigio, Riesling and Chardonnay. The produced red berries varieties are typical of this area too: Lagrein, Schiava and Pinot Nero, be-side an Austrian grape variety called Zweigelt. The buttonhole lines of Cantina Valle Isarco are Aristos, a se-lection of white wines and Sabbiona, the excellence line that takes its name from the monastery where the vines of Sylvaner and Kerner grow on a sweet slope. A special terroir, combined with the peculiarities of these varieties cre-ate wines with unique characteristics.

L’Alto Adige è una terra da vini bian-chi ma se c’è una zona dove questa

vocazione si fa sentire anco-ra più forte, questa è la Valle Isarco, dove le notti fresche, i giorni caldi e la buona ven-tilazione contribuiscono a conferire al vino mineralità e un aroma fruttato. Una delle realtà vinicole più importanti e storiche dell’area prende il nome proprio da questa val-lata, la Cantina Valle Isarco, le cui uve arrivano dai 130 selezionati soci, provenienti dalle zone vinicole migliori, e

sono lavorate con un controllo agronomico costante. La pro-duzione è concentrata quasi interamente sui bianchi, con il Sylvaner e il Kerner, ai vertici della qualità, e con il Müller Thurgau, il Gewürztraminer, il Grüner Veltliner, il Pinot Bianco e Grigio, il Riesling e lo Chardonnay. Anche le uve a bacca rossa sono all’insegna della tipicità, ossia il Lagrein, la Schiava e il Pinot Nero e come novitá degli ultimi anni lo Zweigelt, un’uva tipica dell’Austria. Sono due le pun-te di diamante della gamma di Cantina Valle Isarco. La prima

è costituita dalla linea Aristos, alla quale appartengono vini bianchi ottenuti da una spe-ciale selezione già in vigna. Ma l’eccellenza è raggiunta dalla linea Sabiona, che pren-de il nome dal monastero dove si trovano le vigne, poste su un declivio, degli unici due vini qui prodotti, il Sylvaner e il Kerner. Lo speciale terroir, unito al ceppo di provenienza dei singoli vigneti, danno a questi due vini, delle caratte-ristiche uniche. •

Qualità in bianco

White qualityCantina Valle Isarco distin-guishes itself for its selection of white wines, thanks to a special combination of climate, soil and exposure

La Cantina Valle Isarco si contraddistingue da anni per una selezione di vini bianchi, grazie alla speciale interazione di clima, terreno ed esposizione solare

CANTINA VALLE ISARCOVia Coste n. 50 - 39043 Chiusa (BZ)Tel. 0472 847553 - Fax 0472 [email protected]

Alto Adige

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E’ Germano Gadina, presidente di Coldi-retti Liguria, affiancato dai presidenti provin-

ciali, a tracciare un quadro dei vigneti e della vendemmia nelle principali zone enologiche ligu-ri, partendo dalle Cinque Terre, territorio da tenere particolar-mente sotto osservazione vista la situazione critica in cui si è ritro-vato lo scorso autunno, e passan-do poi per tutti gli altri territori. Iniziamo dalle Cinque Ter-re e dalla provincia di La Spezia, già danneggiate pro-fondamente dall’alluvione dell’ottobre scorso. Come hanno reagito e qual è la si-tuazione attuale?“Per le Doc Colline di Levanto e Cinque Terre si parla di un calo produttivo di circa il 25% rispet-to alla media dell’ultimo quin-quennio. La causa non è solo la siccità ma anche l’oidio che con le alte e persistenti temperature si è sviluppato in modo parti-

colare. Si prevede una qualità elevata, anche se alcuni dubbi permangono a causa di una ma-turazione forzata dell’acino cau-sata da una “stretta” per siccità e temperatura. Per la Doc Colli di Luni non si riscontrano inve-ce grandi attacchi di oidio, ma la stagione ha creato le condi-zioni per diminuire i trattamen-ti. Il calo di produzione rispetto all’anno precedente sarà dal 5 al 10%”. E per quanto riguarda le altre zone enologiche della regione? E’ possibile fare il punto della situazione a oggi?“Per quanto riguarda il Levante Ligure, da Portofino a Moneglia compreso tutto l’entroterra, al caldo e alle scarse piogge si è aggiunto il vento forte nel mese di luglio che ha parzialmente compromesso la produzione cau-sando un marcato defogliamento dei vitigni, che porta oggi due problematiche: la scarsa matura-zione degli acini e lo sfregamen-to dei grappoli sui tralci. Nella provincia di Imperia si stima un calo del 20%, ma si prevede un’ottima qualità delle uve pro-dotte e quindi una buona annata

vinicola, così come nella provin-cia di Savona dove i dati che si stanno registrando sul monito-raggio delle uve confermano una grande qualità espressa in gradi babo e acidità”. Le piogge e l’abbassamento delle temperatura dell’inizio di settembre hanno cambia-to qualcosa o la situazione è rimasta più o meno invaria-ta?“Nello spezzino, nella zona di Savona e nella riviera di Levante

le piogge e l’abbassamento del-le temperature hanno avuto un ruolo fondamentale per ricreare quelle condizioni che favori-scono una maturazione lenta e graduale. Per quanto riguarda invece la provincia di Imperia le piogge non hanno modificato di molto la situazione”. Quali saranno secondo lei i prodotti più penalizzati da questa situazione e quali in-vece quelli più valorizzati?“Sicuramente quei produttori che puntano sulla tipicità e sulla qualità avranno dei vantaggi, in quanto un’annata di relativa pro-duzione bassa va a vantaggio di una buona qualità del prodotto”. Un’ultima domanda sugli eventi e le manifestazioni che vi vedranno protagonisti nei prossimi mesi…“Sicuramente la grande manife-stazione “Cibi D’Italia”, che si terrà dal 27 al 30 settembre a Roma, nella prestigiosa cornice del Circo Massimo, dove i vini liguri saranno posti in assoluta evidenza”. •

Il punto della situazione sulla vendemmia in Liguria affidato a Coldiretti Liguria. Previsto un calo quantitativo dal 5 al 25%. Le cause sono siccità, vento forte e iodiodi Laura Morelli

In Liguria calo delle quantità, ma ottima qualità

Liguria

Presto in vendita lo spumante degli AbissiSarà presentata a novembre l’annata 2010 dello spumante

Metodo classico

Sono state recuperate alla fine di luglio e saranno messe in vendita nei prossimi mesi, le 13 mila bottiglie di spumante “Abissi”, rimasto per oltre un anno sui fondali del mare di Portofino a ben sessanta metri di profondità. Il progetto è nato dieci anni fa dall’idea di Piero Lugano, proprietario dell’Azienda Bisson, che si è fatto ispirare dal fatto che negli antichi relitti dei galeoni in fondo al mare, più volte sono stati trovati prodotti alimentari, quali il vino, perfettamente conservati e dalle caratteristiche organolettiche intatte. Così ogni anno, partire dal 2009, un numero sempre maggiore di bottiglia matura nel fondale marino in località “Cala degli Inglesi”, nel Parco Marino di Portofino. Fatte riemergere dopo circa

diciotto mesi, le bottiglie vengono poi immesse sul mercato, comprese di quelle colonie dell’habitat marino che si sono formate negli abis si e che, per scelta dell’azienda, non vengono rimosse. Con questo particolare progetto l’azienda si è aggiudicata la selezione regionale dell’Oscar Green.

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“Il nostro progetto principale è il conti-nuo investimento per migliorare sem-pre di più il livello qualitativo delle uve, moderando la produzione per

ceppo, poichè è nostra ferma convinzione che la qualità del vino si ottiene nel vigneto, e poi si migliora in cantina”; è così che Giobatta Vio, titolare dell’azienda Bio Vio descrive la sua produzione vinicola, che nasce dalla passione sua e della moglie Chiara, suppor-tata dalla consulenza enologica della figlia Caterina. Attualmente le maggiori attenzioni della proprietà si stanno concentrando sul vi-tigno Pigato, proposto in due versioni, una di pronta beva chiamata Marenè (Oscar Douja D’Or 2012) ed una più strutturata che porta il nome di Bon in da bon, traducibile dal dia-letto ligure in “buono davvero”. Quest’ultimo vino, creato con uve di un cru particolare raccolte tardivamente e vinificate con le me-

todologie d’antan, è risultato il Miglior Bian-co 2012 presente sulla Guida ai Vini d’Italia Bio 2012 edita da Tecniche Nuove.Elegante e affidabile si presenta anche l’Ai-mone (Premio Douja D’Or 2012 e Tre Bic-chieri Guida Vini d’Italia 2013), vermentino in purezza, così come acquisiscono perso-nalità sempre più spiccata i due vini rossi dell’azienda: U Bastiò, un fragrante Rosse-se in purezza ed un sorprendente uvaggio di Granaccia e Rossese che porta il simpatico nome di Bacilò. Così i vini della tradizione ligure firmati Bio Vio han-no raggiunto un livello di qualità tale da essere pre-miati dalle più importanti guide settoriali nazionali. (l.m.)•

La nostra qualità nasce nel vigneto!

“Our project is based on continuous in-vestments to improve the quality level of our grapes and reduce the yield per vine, because we know well that a high-qual-ity wine begins in the vineyard and then depends on the work in the cellar”. With these words full of passion Giobatta Vio, the owner of Bio Vio, describes his produc-tion. In his work he is helped by his wife Chiara and by his daughter Caterina’s oenological advices. Nowadays all the attentions of Bio Vio are focused on Pigato, a grape varitety that the winery proposes in two versions, an easy-to-drink one called Marenè (Oscar Douja D’Or 2012) and a more structured one called Bon in da bon, a phrase that means “very good” in the local dialect. This last wine is made of cru grapes har-vested later than usual and vinified with d’antan methods. The result is the best wine of 2012 according to the guidebook Guida ai Vini d’Italia Bio 2012 published by Tecniche Nuove. Bio Vio proposes also Aimone (Premio Douja D’Or 2012 and Tre Bicchieri Guida Vini d’Italia 2013), an elegant and honest Vermentino in purity, and two red wines that are getting more and more person-ality: U Bastiò is a fragrant Rossese in purity and Bacilò is a surprising blend of Granaccia and Rossese. The traditional wines of Liguria produced by Bio Vio have got a high quality level and have received many acknowledge-ments by the most important international guidebooks. •

AZIENDA AGRICOLA BIOLOGICA VIO GIOBATTA

Via Crociata, 2417031 Bastia D’Albenga (Sv)

Tel. 0182 21856 Fax 0182 [email protected]

www.biovio.it

The quality of our wines begins in our vineyardsBio Vio, the winery from Albenga, has carved out an important space for itself in the quality oenological survey

Ad Albenga l’Azienda Bio Vio si è ritagliata uno spazio importante nella viticoltura di qualità

Liguria

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Riconfermato Presi-dente del Consorzio Vini Oltrepò Pavese nello scorso mese di

maggio, Paolo Massone lavora ogni giorno al rafforzamento e alla valorizzazione del terri-torio dell’Oltrepò, ponendosi come punto di riferimento per le aziende e per i viticoltori della zona e come guida per una filiera che fa qualità. Con lui tracciamo un quadro pre-liminare della vendemmia, quando la raccolta delle uve destinate agli spumanti è già in pieno svolgimento e quella del-le uve rosse è imminente.Nell’Oltrepò Pavese la ven-demmia è in pieno svolgi-mento, con la raccolta di Pinot Nero e uve bianche

destinate alla produzione di spumanti. Il caldo record e la siccità quanto hanno compromesso queste varie-tà?“Le aziende hanno dovuto dar fondo a tutte le loro possibili-tà sia per la raccolta che per la trasformazione in cantina, con grande uso di tecnologia per il raffreddamento. In vigna si è lavorato soprattutto nelle ore più fresche, con la raccolta a mano in cassetta. Sono stati fat-ti tanti sforzi per salvaguardare l’acidità e il ph ottimali per le basi spumante del nostro Pinot Nero. Le fermentazioni sono or-mai ultimate e la qualità foto-grafata da agronomi ed enologi si conferma alta”.E per quanto riguarda gli

altri vitigni qual è la situa-zione e quali sono le previ-sioni?“La perturbazione di inizio settembre, che ha portato sul territorio un po’ di pioggia, ha rinverdito le viti e fatto ripren-dere ai grappoli un normale de-corso fisiologico delle dinami-che di acidi, zuccheri e aromi. Stiamo controllando le curve di maturazione per dare avvio alla raccolta delle uve rosse nelle vigne più giovani e nelle zone più precoci. E poi, via via, sul resto del territorio”.La particolare situazione di quest’anno come influirà secondo lei sulla qualità? E sui prezzi del vino?“La qualità è in linea con le ul-time annate. Si preannuncia un

2012 ottimo. Avendo riscontra-to un leggero calo di produzio-ne come resa ettaro si arriverà probabilmente a un aumento del costo del vino”.Quale sarà secondo lei il prodotto che risentirà meno di questa vendemmia diffi-cile e che ne uscirà anzi più forte?“Per l’attento lavoro svolto dai viticoltori e dalle cantine per preservare le uve, siamo con-vinti che sia il Metodo Classico Pinot Nero che il nostro Bonar-da, che nasce dalla Croatina, saranno di ottima qualità”.Quali sono gli eventi in agenda nelle prossime setti-mane per promuovere il ter-ritorio e la produzione vini-cola dell’Oltrepò Pavese?

L’analisi della vendemmia in compagnia di Paolo Massone, Presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese. Alta qualità per le uve Pinot Neto

e Croatina. I prezzi si annunciano in salita

di Laura Morelli

In Oltrepò Pavese è un’ottima annata

Lombardia

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Lombardia

“Dopo l’appuntamento del 16 settembre che ci ha visto di scena al Millebolle sul Ponte Coperto di Pavia, all’inizio di ottobre saremo a Palazzo Espo-

sizioni di Pavia con la nostra Camera di Commercio per il tradizionale Autunno Pave-se, che celebra vino e gusto del territorio”.•

Autunno Pavese in memoria di Gianni BreraLa sessantesima edizione della rassegna si terrà dal 5 all’8 ottobre

Vendemmia in calo del 15%. Buoni risultati dalla Valtellina

Il quadro della raccolta delle uve secondo le stime di Assoenologi

E’ giunta ormai alla Sessantesima edizione la manifestazio- ne Au-tunno Pavese, mostra mercato dei prodotti e dei produttori della provincia di Pavia, organizzata dalla Ca-mera di Commercio e dalla sua azienda speciale Pavisvi-luppo. Nel Palazzo delle Esposizioni di Pavia, ai visi-tatori, dal 5 all’8 ottobre, sarà possibile degustare, conoscere e acquistare le eccellenze enogastronomiche della zona, dal salame di Varzi alla zucca di Dorno, passando per le bollicine e il vivace Bonarda, ma anche partecipare a

eventi e a laboratori per bambini. L’edizione di quest’anno sarà dedi-

cata a Gianni Brera che verrà ricordato con una mostra fotografica e con interventi di personaggi sportivi e di persone ami-che. Ogni sera inoltre il concorso “Sapori Pavesi in Sfida” vedrà una diversa scuola al-berghiera proporre una cena con piatti ispirati alla ricerca culinaria del

grande scrittore e gior-nalista. Da non perdere,

nell’area degustazione, la proposta di abbinamenti particolari come il Sala-me di Varzi e il Cruasè, ultimo nato dell’Oltrepò.

Secondo le previsioni dell’Associa-zione Enologi e Enotecnici Italiani, in Lombardia si prevede una produzione inferiore del 15% rispetto alla scorsa vendemmia, a causa delle alte tem-perature che hanno determinato aci-ni più piccoli e una minore resa uva/vino. Lo stato sanitario si preannuncia invece ottimo. In particolare la raccolta delle uve Chardonnay e Pinot è iniziata il 7 ago-sto sia in Franciacorta, sia nell’Oltre-pò Pavese, raggiungendo qui il pieno il 20 agosto, mentre in Franciacorta nello stesso periodo era stato rac-

colto il 50% del prodotto. In corso le operazioni per quanto riguarda le uve rosse. Decorso positivo per la Valtel-lina, dove si sono avute precipitazioni regolari e si è potuto recuperare un iniziale ritardo del ciclo vegetativo, dovuto ai freddi dei primi mesi dell’an-no. Qui, rispetto al resto della regione, l’invaiatura delle uve a bacca rossa è stata completata a fine agosto, le po-che uve bianche sono già state rac-colte, mentre per le prime uve rosse si dovrà attendere gli ultimi giorni di settembre e per il Nebbiolo i primi giorni di ottobre.

Via Barbazan, 13 - 38070 Padergnone (TN) Tel. 0461 864142 Fax 0461 864699 www.vicopad.it - [email protected] AFLOVIT Sezione AVIT

In Trentino, in un territorio unico per posizione e clima, moltiplichiamo più di 120 varietà da vino e 20 varietà da tavola che danno origine con un’ampia gamma di selezioni clonali innestate sui principali portinnesti, ad oltre 500 combinazioni per ogni esigenza. Dall’impegno, dal lavoro e dalla grande esperienza dei soci dei Vivai Cooperativi di Padergnone vengono moltiplicate le barbatelle che contribuiscono alla nascita dei migliori vini italiani.

Barbatelle di qualitàper un prodotto di qualità

Soc. Coop. Agr.

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“Un po’ di cultura non fa mai male, ma il latino chi lo studia o se lo ricorda più?”, dice ridendo la proprietaria del Castello di Luzzano mentre ci spiega il

nome del vino Gutturnio, di cui la sua azien-da è un’ottima produttrice. “Il Gutturnium era una coppa d’argento usata per servire il vino più pregiato versandolo goccia a goccia (gutta)al termine dei banchetti nella Roma antica. I vignaioli Piacentini scelsero questo nome nei lontani anni quaranta per rappresentare il vino più diffuso e apprezzato della zona”, ci racconta e subito passa a parlare della sua produzione di Gutturnio, derivato da un 60% di Barbera e da un 40% di Bonarda, varietà

coltivate nei vigneti aziendali. “E’ un blend felice - aggiunge Giovannella Fugazza - perché all’eleganza del Barbera si unisce il profumo fruttato del Bonarda in un equilibrio perfetto. Ne nasce un vino piacevo-lissimo, ottimo bevuto giovane, ma veramente stupendo dopo un moderato invecchiamento in botte. Un vino molto versatile”.E proprio a rappresentare la versatilità del Gutturnio, raro e forse unico caso in Italia in cui un vino con lo stesso nome può essere proposto in modo così diverso, sono i tre tipi prodotti da Giovannella Fugazza ,il frizzante “Due Strade”, il classico superiore “Vena Rossa” e il classico riserva “Romeo”. L’azien-

da ha infatti voluto rispettare la tradizionalità del Gutturnio che veniva portato sulla tavola nella tipologia più gradita. Così il primo è gio-vane, polposo e dissetante, il secondo è carat-terizzato da una grande dolcezza espressiva, il terzo è uno dei vini più pregiati e lodati anche a livello internazionale (R. Parker lo premia con 92+), tanto che Romeo, uno dei vignaioli storici dell’azienda a cui è dedicato, se vives-se ancora, si vanterebbe sicuramente dei rico-noscimenti legati al suo nome. •

Il Gutturnio del Castello

di Luzzano

“Some culture won’t do any harm, but Latin… who remembers it anymore?” says laughing Giovannella Fugazza, the owner of Castello di Luzzano, while she explains us the origin of the name “Gutturnio”. “Gutturnium was a silver cup where Ro-mans used to serve the most precious wine, pouring it drop by drop (gutta) at the end of a banquet. Wine-makers of Piacenza chose this name in the 40s to identify the most representative wine of their land” she says and then goes on talking about her Guttur-nio, a 60% of Barbera and a 40% of Bo-narda, produced in her own vineyards. “It’s a good blend because it combines the el-egance of Barbera with the fruity perfumes of Bonarda, creating a perfect balance. The result is a very pleasant wine, excellent when young but superlative after a mod-erate ageing in wood. It’s a very versatile wine”. As a proof of the incredible versatil-ity of this wine, Giovannella Fugazza pro-duces three different versions of Gutturnio, the sparkling “Due Strade”, the classic su-perior “Vena Rossa” and the classic vintage “Romeo”. In fact, the winery pays homage to the tradition of Gutturnio, offering differ-ent expressions of this wine. The first one is young, pulpy and refreshing, the second one is characterized by an expressive sweetness and the third version is one of the most ap-preciated wines also abroad (R. Parker has awarded it with 92+ points). If Romeo, one of the historical wine-makers of the winery, was still alive, he would appreciate it too and he would be very proud of the many ac-knowledgments related to his name. •

The Gutturnio by Castello di LuzzanoDue Strade, Vena Rossa and Romeo: one is sparkling, the other one se-ductive and the third one a high-class wine

CASTELLO DI LUZZANOLoc. Luzzano - 27040 Rovescala (Pv)Tel. 0523 863277 - Fax 0523 [email protected] - www.castelloluzzano.it

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Renato Keber, tales from FriuliThe winery prepares itself for the harvest with great expectations. Then, it’s ready for Merano Wine Festival, the Gotha of na-tional oenology

Renato Keber, racconti di terroir

friulanoUna storia lun-

ga, di matri-ce familiare, quella della

Renato Keber, che oggi porta il nome dell’ul-timo Keber alla guida dell’azienda. Una pro-duzione media annua di circa 60.000 bottiglie, di cui almeno un terzo destinato all’export, da 15 ettari vitati tenuti a Pinot Bianco, Ribol-la Gialla, Pinot Grigio, Friulano, Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon. Sono i vini stessi a raccontare l’azienda, laddo-ve l’espressione al bicchiere vale più di tante parole. Il Friulano, ad esempio, è forse il vino che più rappresenta la filosofia produttiva Ke-ber, la costante ricerca della territorialità e del-

la valorizzazione delle peculiarità legate alla zona del Collio. Un vino in cui la minerale sapi-dità di queste terre si esprime a pieno, molto digeribile e che lenta-mente si apre e si pre-senta. Anche gli altri vini della gamma azien-dale non abbandonano il feeling con il terroir, tavolta incrociandosi con scelte di gusto più

internazionale come il “taglio bordolese” del Collio Rosso. E i pronostici per la vendemmia che è ormai alle porte? Renato è ottimista: le aspettative sono buone, e meno male, dopo un 2011 non proprio idilliaco. L’azienda sarà pre-sente, come da anni, alla prossima edizione del Merano WineFestival. (c.c)•

L’azienda si prepara alla vendemmia e le

aspettative sono buone. Poi partenza verso il

Merano Wine Festival, nel gotha dell’enologia

nazionale

A long family history takes the last Keber at the head of the famous winery of Merano that every year produces about 60,000 bottles of wine – a third of which are addressed to the international markets – and owns 15 hectares of vineyards where grow Pinot Bianco, Ri-bolla Gialla, Pinot Grigio, Friulano, Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc and Cabernet Sauvignon. These wines tell the philosophy of this winery bet-ter than any word. Maybe it’s Friulano the most representa-tive label of Keber, due to its peculiar bond with its territory. In fact, research of typicalness and exploitation of the rich ter-ritory of Collio are the strength points of this winery and Fri-ulano is a wine that expresses at best the typical sapid and mineral inklings of this area. The other labels by Keber have a special feeling with their ter-ritory too, even when they meet the international taste like, for instance, the Bordeaux blend of Collio Rosso. What about the expectations for the next harvest? Renato is optimistic. Expectations are good even if 2012 has been a difficult year. The winery will be at next Merano Wine Festival. •

AZ. AGR. RENATO KEBERLoc. Zegla, 15

34071 Cormons (GO)Tel 0481 639844

[email protected] www.renatokeber.com

Friuli

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Cartelli stradali ce ne sono, ma non troppi, e mai ruffiani. La stra-da e le origini spesso

devi cercartele da solo, scavando nella storia di questa regione in-consueta. Siamo fuori dalle rotte turistiche, fuori dalle conclamate “Strade” e “Vie” che altrove ab-bondano e sono pronte a classifi-care qualunque cosa. Qui se hai una curiosità puoi sempre ricor-rere a google. Ma è meglio spe-gnere il navigatore, bussare alla porta di una signora del posto e chiedere a lei quali sono le rotte.In Molise si viene per un’espe-rienza autentica, che poco ha di commerciale e ancor meno di preconfezionato. Il bello è pro-prio questo, tant’è che qui – pur sapendo perfettamente quanto preziosi siano i visitatori - si au-gurano però che non siano mai troppi. Nel silenzio di roccia, sotto una tipica morgia (un enor-me ammasso di calcare che an-ticamente veniva sfruttato per costruirci vere abitazioni, e che

oggi è parte integrante del pae-saggio), puoi toccare le tracce modellanti dei millenni, del ven-to e dell’acqua che sono passati da qui. Percorrendo le strade della tran-sumanza, i verdi e antichissimi tratturi (480 chilometri di stra-de d’erba, tutte larghe 111 me-tri, attraverso cui nel Medioevo si spostavano qualcosa come 5 milioni di pecore, dalla monta-gna alla pianura e ritorno), puoi accorgerti facilmente che qui è la natura che comanda e det-ta il tempo. Ci sono i calanchi di argilla, imponenti. C’è un un museo ornitologico all’aperto. E ritrovarti testa all’insù a guardare un falco pellegrino o un nibbio reale non è cosa rara. Questo è un paese agricolo, per lo più si coltivano cereali. Non per una mancata attitudine del terreno, ma per mancanza di azzardo da parte di chi lo abita. Due provin-ce, Isernia e Campobasso, tanta ruralità e senso di ospitalità fa-miliare. Poco marketing e poca

capacità di “vendersi”. Qui arri-vano da tutto il mondo – con un forte passaparola che corre anche attraverso il filo social della Rete - i cultori dello sport all’aperto, della bike e dell’arrampicata, della speleologia, per muoversi in un territorio che in Italia an-cora fatica a trovare una propria identità. Quattro chiacchiere con Giulio Sansone aiutano a capire me-glio. Giulio ha trascorso molto tempo tra Londra, New York e Milano per lavorare in banca. Poi ha mollato tutto e ha deciso che voleva tornare alle origini, e fare qualcosa per il suo Moli-se. Oggi a S. Angelo Limosano, in provincia di Campobasso, lo conoscono tutti. Nel borgo, 900 metri di altezza dal mare, si può sentire ancora l’odore dei cami-ni. Giulio qui gestisce un alber-go diffuso, messo in piedi grazie all’attento restauro di strutture antiche in pietra. Dal 2008 è anche il Presidente dell’Asso-ciazione Turistica Molisana. I

soci sono albergatori, ristoratori, agenti di viaggi, ciascuno con la sua realtà da valorizzare. L’anno scorso – a forza di progetti, fiere, promozione - qui c’è stato un in-cremento dei turisti pari al 26 %. Il fatturato è in crescita, un fatto insolito. “Non dico che il meri-to sia tutto nostro, ma qualcosa certo abbiamo fatto”, sottolinea orgoglioso Sansone. Poi conti-nua: “Il problema è che il Molise non lo conosce nessuno. Ciò che più ci manca è l’identità. Qui ab-biamo il 48 % della produzione nazionale di tartufo, ma nessuno lo sa”. E l’uva? La coltivano in pochi. In provincia di Isernia c’è solo un produttore, mentre a Campo-basso si contano poco più di una quindicina di aziende. Iniziativa cocciuta di recupero delle vec-chie viti e impianto di nuove. Però se assaggi un bicchiere di Tintilia passeggiando per i vicoli in pietra a strapiombo sulle mon-tagne, ha il sapore di una conqui-sta che non ti aspettavi. •

Tra natura selvaggia e piccolissimi borghi, la cosa più bella che può capitare a un viaggiatore è perdersi

di Stefania Abbattista foto di Marina Ciancaglini

Il Molise che non ti aspetti

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“La Cantina dei Compari” a Ripalimosani. Qui si mangia locale, la pasta è fatta in casa, l’atmosfera informale e molto accogliente. Sergio Colombo propone un menù fisso che consente di assaggiare tutte le tipicità del luogo. Non mancano: i friarielli (qui sono peperoni verdi dolci) con patate, le bru-schettine coi pomodori dell’orto, i peperoni ripieni di mollica di pane, capperi e alici. Qui è possibile trovare i nodini di fiordilatte di Boiano e i fiori di zucca dell’orto fritti in pastella. Sorprendentemente leggeri. Tra i primi, segnaliamo le pantacce (una pasta fresca di forma quadrata tipica della zona) con ceci, baccalà e scorza di limone. Come secondo, gli immancabili arrosticini cotti rigorosamente alla brace. Carta dei vini molto varia, include i bianchi abruzzesi, i rossi di Puglia, il locale Tintilia ma anche il Chianti e l’Amarone. Genuinità delle materie prime e porzioni generose: visitarlo solo se affamati.

Per prenotazioni: 338 7885435

Appunti di Viaggio

Dove dormire

Dove mangiare

Cosa fare

A S. Angelo Limosano, l’albergo diffuso “Per Bacco” merita la sosta. All’interno c’è un ristorante con menù alla carta e una piccola ma nuovissima spa. Le camere sono 8, arredate con gran gusto. La pietra è spesso lasciata a vista, a creare una raffinata suggestione d’altri tempi. Il legno scelto per i mobili, i particolari che richiamano l’esotico, il gusto moderno dell’in-sieme, fanno il resto. Non è un caso se qui vengono da tutta Europa. Ottimo punto di partenza per tour ed escursioni, l’at-mosfera coccola con discrezione. Consigliato se: si cerca una vacanza a contatto con la natura senza rinunciare allo charme. www.xbacco.net

Non si può soggiornare in Molise senza sperimentare un’escur-sione in fuoristrada. I percorsi da scegliere sono vari, e qualcosa si può sempre improvvisare, con buona certezza che alla fine riu-scirà alla perfezione. La bellezza è che in certi punti puoi arrivare solo con un 4x4. Alessandro Colombo ne ha fatto la sua attività, conosce ogni metro della zona e gestisce le escursioni. Ci si può avventurare in Jeep Tour, arrampicate, trekking, mountain bike, sport estremi ed esperienze outdoor. Non c’è (quasi) niente che non si possa fare con Molise Explorer. Esperienze immersive e a strettissimo contatto con l’ambiente naturale. Noi siamo saliti sul Land Rover che in alcune discese ripidissime sfidava la forza di gravità: il giro è emozionante, da provare. www.moliseexplorer.com

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Radici, recupero della storia nei tralci nodosi, senso del nuovo, capacità

di stare connesso col mondo.Tutte qualità che – se di me-stiere fai il produttore di vino – possono fare la differenza.Arrivando a Monteroduni da Valerio, si capisce che queste virtù ci sono tutte, concentra-te in una realtà aziendale mo-derna e gestita con gusto. An-

tonio Valerio ne è alla guida dal 2004. Ci porta a vedere da vicino i filari e gli brillano gli occhi: qui è l’unico viticoltore e questo accresce enorme-mente il carattere identitario dei suoi vini. Il Pentro (una chicca per cultori), due Ros-so del Molise, una Falanghina in purezza. Per Vinitaly 2013 sarà pronto anche un ambizio-so Metodo Classico, ottenuto con uve Falanghina. Si defi-

nisce “un architetto prestato al vino”, ma oggi Valerio del suo vecchio lavoro si è quasi dimenticato. Mentre spie-ga le sue vigne, Falanghina, Trebbiano, Montepulciano, Tintilia, ti trasmette l’amore assoluto per una terra aspra, selvatica, senza compromes-so. A lui si deve il recupero della Doc Pentro, un vero sal-vataggio di tecnica e tenacia. Oggi è il solo a produrla, in 10.000 bottiglie. La regia è di Riccardo Cotarella. In tutte le etichette c’è la sin-tesi armoniosa “della contem-poraneità che cattura la rura-lità, la racconta, la valorizza e la porta fuori”. Dal Molise, nel mondo. Utopia? Forse no. (s.a.)•

Roots, history recovered in gnarled vines, sense of novelty, ability to stay connected to the world. All these quali-ties make the difference for a wine-maker. When we arrive at Cantina Valerio, in Monteroduni, we feel im-mediately that all these virtues are the basis of this modern and well-man-aged reality. Antonio Valerio has been managing it since 2004. He takes us to see his vineyards and his eyes sparkles with joy when he talks about them. He is the only vine-grower of this area and this peculiarity makes his wines really special. Pentro is a true rarity for con-noisseurs, and also his two Rosso del Molise and his Falanghina in purity are very interesting labels. At Vinitaly 2013 he will present also a new and ambitious classic method sparkling wine made of Falanghina. He says he is “an architect who has become a wine-maker for chance” but nowadays he has almost forgotten his former work

and life. While he explains that in his vineyards grow Falanghina, Trebiano, Montepulciano and Tintilia, we feel his complete devotion to such a difficult and wild land. Thanks to his commit-ment, its technique and its stubborn-ness, the Doc Pentro has been recov-ered and rescued, and nowadays he is the only producer of this label: 10,000 bottles every year. The “director” of this masterpiece is Riccardo Coratella. Ev-ery label by Cantina Valerio is a har-monic synthesis of “a contemporariness that captures tradition and exploits it to tell its essence to the world”. From Molise to the world… is it a utopia? Maybe not. •

CANTINA VALERIOLocalità Selvotta86075 Monteroduni (IS)Tel. 0865 493043 - Fax 0865 [email protected] - www.valeriovini.it

The unique wine-making tradi-tion of MoliseThe history of Valerio from Iser-nia: the knowledge of the past reinterprets the present

Viticoltura molisana, più unica che raraViticoltura molisana, più unica che rara

A Isernia, la storia di Valerio: la lezione del passato per interpretare il presente

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Terra di Piemonte, terra di grandi rossi strutturati che invecchiano bene, e fanno la storia dell’eno-

logia italiana. Pensiamo al Barolo su tutti. Il Piemonte però è ric-co anche di perle in bianco, che reggono bene il confronto perché hanno personalità e struttura. Se si cerca un valido contrappunto bianco al Barolo, lo si può trovare nel Gavi Docg.CARTA D’IDENTITÀIl “Cortese di Gavi”, chiamato così perché a metà ‘800 l’aristo-crazia ligure elesse il vitigno a bacca di corte, è prodotto in 3 ti-pologie: fermo, frizzante, spuman-te. Questo bianco è di un giallo paglierino più o meno carico, tal-volta ha riflessi verdognoli. Profu-ma di frutta fresca e fiori bianchi, ma è anche arricchito da note di agrume e di mandorle amare. In-vecchiando acquista complessità, insieme ai profumi minerali che arrivano dai venti del Mar Ligu-re. In tempi recentissimi, dalla vendemmia 2010-2011, il nuovo Disciplinare di Produzione ha introdotto due nuove tipologie: il Riserva e il Riserva Spuman-te metodo classico. Due prodotti che interpretano l’esigenza di “lasciar invecchiare” il Gavi, se-guendo una naturale attitudine di questo vino, che regge il tempo in maniera eccellente; robusto, fre-sco, giustamente secco e di gran-de finezza aromatica. La prova dell’assaggio dice che Gavi di 5 o 10 anni si sono conservati be-nissimo, acquistando in proprietà organolettiche. Le note citrine e immediate, col tempo, vengono bilanciate da profumi più com-plessi, di frutti maturi e dolci. Il Gavi è perfetto gustato da solo,

come aperitivo, ma è anche com-pagno ideale di piatti a base di pesce, antipasti saporiti e delle tipiche “tajarin” al tartufo. Spo-standoci sul dolce, è ottimo abbi-nato all’amaretto di Gavi. VENDEMMIA 2012: IL PA-RERE DELL’ESPERTOLa raccolta delle uve a Gavi sto-ricamente inizia con la metà set-tembre: il Cortese è una varietà medio-tardiva. Al momento di andare in stampa, la vendemmia vera è appena iniziata. Difficile perciò dare un riferimento preci-so e fare previsioni con scientifica certezza. Ma l’aria che si respira tra i filari nel gaviese, quella si, l’abbiamo chiesta a Davide Fer-rarese, agrotecnico che segue da vicino le operazioni di vendem-mia del Cortese atto a Gavi. Ci racconta a che punto siamo, e che annata sarà.“È difficile parlare già di risultati, ad oggi è stata raccolta una picco-la percentuale delle uve – precisa

subito Ferrarese – di sicuro non siamo davanti a un’annata antici-pata come ci volevano far crede-re. Come tempistiche quest’anno siamo un pò indietro rispetto alla media, nel 2011 la vendemmia era già partita intorno al 10 di settembre, mentre oggi l’accu-mulo zuccherino giusto per poter raccogliere l’uva si fa attendere”. L’ andamento meteo è stato ano-malo e la viticoltura non poteva non risentirne. Se gli chiediamo di fare previsioni Ferrarese si esprime con cautela, ma riesce comunque a sbilanciarsi: “In molti avevano previsto un’annata spettacolare grazie al caldo stra-ordinario avuto quest’estate. Io dico che spettacolare non sarà: le condizioni metereologiche particolari che si sono verificate hanno sconvolto la viticoltura, come del resto tutta l’agricoltura. Il caldo estivo e la siccità han-no messo a dura prova i vigneti, causando sofferenza specie a

quelli più giovani. L’anno scorso nel mese di luglio abbiamo avu-to piogge che quest’anno sono mancate. Il grado alcolico sarà leggermente inferiore rispetto al 2011, comunque questo non andrà a compromettere la qualità generale, che sarà buona, di buon livello, e non mancheranno punte di eccellenza”. E la quantità? “Ci potrà essere un leggero calo generale, specie per gli impianti più giovani, non eccessivo comunque. Si parla di qualche punto percentuale. Ad ogni modo con un’annata così anomala anche i produttori stes-si non riescono ancora ad offrire dati certi, si respira un po’ di con-fusione ed è difficile fare esatte previsioni”. Non rimane che at-tendere l’autunno inoltrato, quan-do tutte le operazioni di raccolta saranno concluse.OGGIIl Gavi Docg è la prima e prin-cipale fonte di reddito di questo lembo del Piemonte. È nato per le corti, apprezzato dai palati nobili: non ha mai tradito la sua vocazione naturale alla qualità e all’eleganza. Una qualità che, se da un lato è frutto della natura e quindi for-tunata coincidenza di più fattori morfologici, dall’altro passa an-che per la ricerca e la tecnica dell’uomo. Il “Centro di Miglioramento del-la Vite” del C.N.R, di Torino ha infatti realizzato un “Progetto di selezione clonale” che ha portato all’omologazione di nuovi cloni di Cortese. I produttori possono con-tare oggi su barbatelle autoctone, selezionate tra quelle più antiche del territorio compreso tra gli 11 comuni del Gavi. •

Non è un caso che si chiami Cortese di Gavi. Viaggio dentro un vino

dalle origini nobiliari

di Stefania Abbattista

In Piemonte, la classe non è acqua

Piemonte

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Nell’ambito delle at-tività del Consor-zio Tutela del Gavi, è nato il progetto

“Gavi dal 972 - Storia del gran-de Bianco piemontese”, per promuovere e valorizzare il ter-ritorio e le sue eccellenze. Per la prima volta in questa zona, sono coinvolti tutti i produttori

degli 11 comuni della Denomi-nazione che vogliono “comuni-care” il Gavi Docg, la sua storia millenaria e le infinite risorse di una terra di confine dal gran-de fascino.

Il progetto pluriennale di valo-rizzazione del territorio si con-cretizza in una serie di azioni specifiche di promozione. La prima in ordine di tempo è sta-ta l’organizzazione, insieme al Consorzio “Piemonte Land of Perfection”, del primo inco-ming internazionale di giorna-listi, buyer e preparatori dalla Cina e dagli USA che si è svolto il 20 e 21 settembre 2012 scor-si. Per l’occasione sono stati coinvolti anche alcuni gior-nalisti della stampa italiana, chiamati a vivere il territorio e l’esperienza della vendemmia insieme ai colleghi stranieri. A questa attività si aggiunge

la realizzazione della piattafor-ma digitale www.gavi972.it, con sezioni dedicate ai social, che ha l’obiettivo di veicolare online le grandi potenzialità del Gavi, capace di esaltare le proprie caratteristiche anche nell’invecchiamento. Gavi non è solo sinonimo di vino; molte sono le eccellenze che caratterizzano questo ango-lo inesplorato del Piemonte sud orientale, così vicino a Genova: i castelli, il più imponente dei quali è il Forte di Gavi, le Chie-se e gli oratori, l’arte antica e la cucina. Celebri i ravioli, per cui è nata anche una confraternita di tutela, il locale sugo di carne chiamato “tocco”, la focaccia, gli amaretti e la “testa in cas-setta”, presidio Slow Food, solo per citarne alcuni. (s.a.) •

Gavi dal 972 racconta…Continuano le iniziative di promozione del grande Bianco piemontese

Consorzio Tutela del Gavi Corte Zerbo 27

15066 Gavi (AL)Tel. 0143 645068 - Fax 0143 682814

[email protected] www.consorziogavi.com

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Per uscire dall’isola(mento)

È la SS131: e non sarà la route 66, la famosa highway statuniten-se, ma rappresenta -

concretamente e spiritualmente - la spina dorsale della Sarde-gna. Una terra unica, generosa, vocata alla viticoltura - quella di qualità - e che ha incuriosito e incuriosisce grandi nomi del-lo star system dell’enologia (per fare un nome: Giacomo Tachis). Una regione che fra tutte quelle italiane ha un’anima a se stante:

lo sanno bene i suoi abitanti e anche i suoi vini. Descrivere e raccontare la Sar-degna del vino appare più dif-ficile di altre imprese analoghe, almeno per tre validi motivi. Il primo è che il patrimonio ampelografico della regione è estremamente variegato, fatto di vitigni portabandiera e di uvag-gi minori: per dare qualche nu-mero, la produzione si distingue in 15 Igt, 19 Doc e una Docg, il Vermentino di Gallura. Il secon-

do motivo è che la storia della vite ha qui radici antichissime, che si perdono fra i tempi del periodo prenuragico, quando si assistette ad un processo di do-mesticazione della vite selvati-ca. Il Cannonau, ad esempio, è riconosciuto come uno dei vini più antichi del Mediterraneo. La produzione vitivinicola, oltre che datata, ha inoltre sempre rivestito un ruolo centrale per l’economia dell’isola, che man-tiene anche tutt’oggi accanto al comparto ortofrutticolo e lattiero-caseario. Basti pensare alla Carta de Logu di Eleo-nora d’Arborea che, nel XIV secolo, promulgò questa raccol-ta di leggi - una sorta di codice rurale - per tutelare e potenzia-re la viticoltura isolana, preve-dendo addirittura il taglio della mano per chi avesse incendia-to o estirpato furtivamente una vite e il sequestro dei terreni a

chi non fosse capace di portare avanti questo tipo di coltiva-zione. Terzo - forse non ultimo - motivo è invece il forte campa-nilismo che caratterizza l’isola e che per esempio comporta un vuoto di istituzioni, consorzi e enti di promozione comune che negli ultimi anni si sta cercando di colmare. Nel 2007 nascono su volontà di Gigi Picciau 4 consorzi di tu-tela. Gigi è un volto noto nel ca-gliaritano e in tutta l’isola: eno-logo, produttore di vino da tre generazioni, membro di giunta della Camera di Commercio del capoluogo sardo, presidente del laboratorio di analisi chimiche della Camera di Commercio, fra i vari progetti sta lavorando ad un ente di certificazione alimen-tare che attende solo l’accredi-tamento. “Se ho un merito, è quello di aver dato vita a questi quattro consorzi: Consorzio di

Grandi potenzialità, una storia della vite antichissima, una varietà ampelografica unica. I vini della Sardegna hanno solo bisogno di fare più

squadra per guardare lontano

di Clauda Cataldo foto di Pamela Bralia

Per uscire dall’isola(mento)

Sardegna

Gigi Picciau, presidente del Consorzio di tutela vini Doc di Sardegna L’attuale presidente del Consorzio dei vini di Cagliari

Sandro Murgia

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tutela vini Doc di Sardegna (di cui è il presidente ndr), Consorzio dei vini di Caglia-ri, Consorzio del Carignano del Sulcis e Consorzio delle Doc Alghero. Tutto nasce da un progetto più ampio – rac-conta Gigi Picciau - che parte dai vini per poi arrivare ad una valorizzazione collettiva del no-stro territorio. È stato necessario raggruppare le denominazioni in etichette più estese, per fare gruppo e non disperdersi in una miriade di piccole realtà, ognu-na con i suoi affiliati e i suoi obiettivi. Avere una gestione il più unitaria possibile rende tut-to più semplice e di maggiore efficacia”. Il Consorzio vini di Sardegna comprende Vermentino di Sar-

degna, Cannonau di Sardegna, Monica di Sardegna, Moscato di Sardegna; il Consorzio vini di Cagliari invece rappresenta Girò, Nuragus, Malvasia, Mo-scato e Nasco. Sono due consor-zi che condividono molto, sia in termini di aziende aderenti che di azioni. Alla domanda “C’è da parte vostra volontà di fare sistema?” risponde Sandro Murgia, presidente del Consor-zio vini di Cagliari e presidente di Cantine Dolianova, azienda fondata nel 1949, con più di 400 conferitori e una produzione di 4 milioni di bottiglie all’anno. La realtà produttiva più grande dell’isola, in termini di bottiglie vendute e di ettari vitati, che in-veste tanto sulla qualità dei vini, la ricerca e il recupero di varietà piano piano accantonate, sotto la guida tecnica dell’enologo Er-cole Iannone. “Da parte nostra sì - afferma Murgia - ma è una volontà che nasce più dal basso, da noi produttori, che dall’alto. Sarebbe necessario un maggior appoggio da parte della classe politica”. Murgia parla anche del progetto di recupero del Nuragus, un viti-gno oggi trascurato e bistrattato ma che ha contribuito a far gran-de la Sardegna. “La sua princi-pale qualità è quella di essere neutro. Per questo già gli antichi - che non erano istruiti ma non erano fessi - intervallavano ai filari del Nuragus la Malvasia, il Nasco e il Semidano”, aggiunge Picciau. Anche il Nasco merite-rebbe maggiore attenzione. La chiacchierata termina con una bella carrellata di progetti per il futuro: in cantiere, come ci racconta Murgia, c’è di investire sempre più sulla promozione e sulla comunicazione. E riportare

l’attenzione sui prodotti di que-sta terra, mettendo da parte quei vini nati per venire incontro al gusto internazionale. Dal cagliarese al sassaritano, la strada è proprio la SS131, che si snoda nel brullo entroterra sardo accarezzando paesini “di colore”, come San Sperate, pa-tria del pittore Sciola e famoso per i suoi murales e le sue pe-sche. Una sosta è d’obbligo a Oristano e nella vicina Cabras, dove il BlogBar (Corso Italia, 32) è il posto perfetto per assa-

porare l’atmosfera locale, con un piatto di spaghetti alla bottarga e un calice di Vernaccia di Ori-stano (del 2000!). Arrivando a Valledoria, affacciati sul golfo dell’Asinara, con un mare in-furiato dal vento, lo spettacolo offerto è superbo: Fabrizio e Pa-squale, di Cantine Santa Rita, coltivano praticamente sulla spiaggia il loro Vermentino. Si coltiva a piede franco, perché il terreno sabbioso rende le viti

Sardegna

VenDeMMiARe in SARDeGnASi inizia dallo Chardonnay e passando per i vari vitigni si arriva al Cannonau, poi Nasco e Malvasia per i vini da dessert. Le previsioni per la vendemmia sono molto buone, sia in termini di qualità che quantità. Non ci si aspetta flessioni quan-titative particolari, ipoteticamente solo in alcune zone. La qualità appare cresciuta e si è assistito ad un crollo di acidità. Gli acini hanno una grande concentrazione di zuccheri, dovuto alla scarsità delle piogge. Il match si concluderà solo al termine della raccolta, quindi occorre aspettare quali bizzarrie potrebbe riservare il tempo. E quando scende un po’ di pioggerellina, si sente esclamare: “Questo è tutto Cannonau”.

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Una struttura importante e sto-rica, che mantiene l’atmosfera da grand hotel di un tempo. 140 camere di cui 12 junior suite con balconcino vista mare. L’hotel Me-diterraneo gode di una posizione ottimale sia per il mare che per visitare la città di Cagliari, come punto di appoggio per il turista ma anche per meeting d’affari. L’anima business si concretizza nel Centro Congressi, una grande sala polifunzionale con 800 metri

quadri, a cui si aggiungono altre 6 salette a disposizione della clien-tela, con ogni tipo di attrezzatura per gestire dalla piccola riunione d’affari al grande congresso, fino alla possibilità di organizzare banchetti e cerimonie. Le came-re sono confortevoli e ben ac-cessoriate. La colazione servita nel salone è ricca e spazia dalle proposte dolci a quelle salate (non mancano uova e bacon): il modo giusto per iniziare la giornata nella bella Cagliari. www.hotelmediterrano.net

Dove dormire e mangiare

Luigi Pomata

Hotel Mediterraneo

Albergo residenziale La Ciaccia

Il ristorante che porta il suo nome si trova nel cuore di Cagliari, af-facciato su Via Regina Margherita. Entrando ci troviamo in un ambien-te moderno, minimal, divertente ma allo stesso tempo sofisticato e accogliente. Il bancone scuro del sushi e oyster bar dà un tocco in più, con un cuoco che prepara a vista le portate di pesce, di volta in volta diverse in base al merca-to. Iniziamo con una selezione di ostriche francesi, accompagnate da un Brut Chardonnay; proseguiamo

con fregola al ragù di pesce con burrata (indimenticabile!), bistecca di tonno con verdure alla griglia e concludiamo con un dessert go-loso, un tortino di cioccolata dal cuore fuso con gelato al pistac-chio. La cucina si distingue per un tocco di originalità e colore che va ad arricchire la tradizione, mai comunque accantonata. La carta dei vini è ricca, con proposte locali, nazionali ed estere, più un’interes-sante selezione di birre artigianali. E i prezzi? Assolutamente popolari.

www.luigipomata.com

La struttura residenziale La Ciac-cia si trova a Valledoria, nel Golfo dell’Asinara. Si compone di 18 ca-mere e 14 appartamentini: le came-re sono graziose e pulite, decorate con murales e arredamento locale; gli appartamenti luminosi, di circa 50 metri quadri, e dotati di ogni comfort. Sia gli appartamenti che le camere si affacciano sulla piscina, con veran-da, vero gioiello dell’intera struttura. L’albergo dispone anche di una pic-cola palestra riservata ai suoi ospiti. La spiaggia, attrezzata con lettini e

ombrelloni, si trova a soli 500 metri ed è quindi ben raggiungibile a piedi. La Ciaccia è anche ristorante: lo chef Sandrino Pani fa una cucina medi-terranea, fresca, semplice, ben dige-ribile, a base di carne o di pesce. Il servizio è impeccabile. Consigliamo un mix di antipasti di mare (con mare caldo e mare freddo) e una bella gri-gliata di pesce (freschissimo!). Da gustare nella grande e accogliente sala oppure a bordo piscina. www.laciaccia.it

immuni dalla fillossera. Fabri-zio e Pasquale sanno bene che c’è bisogno di investire su un progetto comune, ma sanno al-trettanto bene quanto questo sia difficile. Da parte loro c’è la vo-

lontà di puntare all’enoturismo e alla diffusione di una maggiore cultura del vino. Il cambio generazionale è sicu-ramente un balsamo per la situa-zione vitivinicola della regione:

l’isolamento spesso non è con l’esterno, ma è proprio all’inter-no dell’isola, e adesso ci se ne rende conto. Per chi viene qui e non vorrebbe più ripartire, l’uni-co vero modo di portarsi a casa il

mare della Sardegna, con i suoi sentori di salmastro, è proprio una bottiglia di vino di questa generosa isola, che ha solo bi-sogno di incrociare le spade al motto di “l’unione fa la forza”. •

SardegnaSardegna

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Sardegna

Fabrizio Pirina e Pa-squale Pischedda hanno intrapreso questa avventura

vitivinicola lo scorso anno, tutt’altro che nuovi al setto-re: produttore di tappi il pri-mo e viticoltore il secondo, hanno unito i know how e le forze nel progetto di Cantine Santa Rita. Hanno iniziato impiantando Vermentino, Cannonau, Sangiovese, Mer-lot e Syrah, più un vitigno antico sardo, il Bovale, (in dialetto Carigagiola). Gran parte delle vigne sono colti-vate a piede franco, su ter-reni sabbiosi affacciati sul mare. Il mare è il grande protagonista dei vini di Can-tine Santa Rita: lo ritroviamo nei profumi e nei sapori, ac-canto ai sentori di macchia mediterranea. Come ripeto-no più volte i due soci, qui il vino si fa in vigna. Poi viene tutto il resto, come il design accattivante delle bottiglie e le iniziative volte a promuo-versi. È sufficiente scam-biare qualche parola con loro per rendersi conto che il vero motore è la passione. I vini che l’azienda metterà in commercio sono cinque: un Cannonau riserva e un Igt rosso, non ancora pronti,

un Vermentino base, un Ver-mentino riserva e un Passi-to da uve Moscato. Nei due vermentini (Marà e L’altu-biancu) - entrambi Vermen-tino di Sardegna Doc - spic-ca la piacevole componente sapida: sono vini di spesso-re, con una notevole grada-

zione alcolica, profumati di ginepro, da vigne con bassa resa per ettaro. Fiore all’oc-chiello dell’azienda è il pas-sito, al naso dolce e con note di frutta candita e uva passa: un vino che richiede grandi cure, sopratutto in vigna, ma che le ripaga tutte. (c.c.)

Cantine Santa Rita,

il vino che viene dal mare

Fabrizio Pirina and Pasquale Pischedda have started this adventure one year ago. Both had a good experience in the wine sector: the first one was a cork producer, the second one a vine-grower. Combining their know-how they found-ed Cantine Santa Rita. Their first step has been to plant Vermentino, Cannonau, Sangiovese, Merlot and Syrah, beside an ancient Sardinian grape variety called Bovale (Carigagiola in the local dialect). The greatest part of the vineyards grows on sandy soils overlooking the sea. And the sea is the true protagonist at Cantine Santa Rita: we can taste its perfumes and tastes com-bined with the Mediterranean maquis aromas. As the two partners like to remember, here wine-making begins in the vineyard. Then, the other details: a winning packaging and the many events that the winery organizes to promote its wines. Few words with these two entrepreneurs are enough to understand that passion drives their choices. The winery will propose five la-bels: a Cannonau Riserva, an Igt red wine, a basic Vermentino, a Vermentino Riserva and a Passito made of Moscato. The two Vermentino (Marà and L’altrubiancu, both Vermentino di Sardegna Doc) stand out for a pleasant sapid inkling: important wines, with a good alcohol content and juniper perfume, that spring from vineyards where there is a low yield per hect-are. The buttonhole of the winery is its Passito, with sweet perfumes of candy fruits and raisins: a wine that requires great care but that rewards all efforts.

Cantine Santa Rita: the wine that comes from the seaA young but ambitious project, driven by passion: vineyards on the beach and per-fumes of Mediterranean maquis for two red wines, two white wines and a Passito, that talk about their homeland

Un progetto giovane ma ambizioso, mosso da passione. Vigneti sulla spiaggia e profumi di macchia mediterranea, per due rossi, due bianchi e un passito che

raccontano questa terra

Cantine Santa Ritaazienda vitivinicola La Marina Golfo dell’asinara SrlVia Tempio, s.n.c. 07039 Valledoria (SS)Tel. 079 584284Mobile 392 2483598 - 337 719773Fax 079 [email protected]

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Badesi – a well-known resort on the north coast of Sar-dinia – is the ideal place for everyone who loves natural beauties, untouched land-scapes and white beaches. Here rises Li Seddi, a winery but also an agritourism that can offer terraced apart-ments equipped with every comfort. In the cellar tradi-tion meet innovation and create excellent wines made of Vermentino, Cannonau, Muristeddu, Monica and Girò. The vineyards enjoy the sea breeze and the yield for hectare is kept low, in order to guarantee a high quality. Every choice made at Li Seddi is oriented to-wards typicalness and fam-ily tradition. The winery was founded in the 60’ and its tradition has been handed on until our days. The vines grow in small trees sur-rounded by the perfumes of the maquis. Cantina Li Sed-di means typical oenology, attention to the expression of this territory but also sea, white and fine beaches, and crystal blue waters. That’s the soul of Saridnia, a place to enjoy, ideal for a relax-ing vacation between the sea and the vineyards.

di Giordana GugliottaPer chi ama la Sardegna famosa per le sue bel-lezze naturali e i pae-saggi incontaminata,

Badesi – sulla costa del nord e rinomata per la lunga spiaggia di sabbia bianca – è il posto giusto. Li Seddi, qui ubicata, è cantina ma anche struttura ricettiva, un complesso turistico con unità residenziali a schiera su due o tre livelli dotato di ogni servizio. La cantina coniuga tradizione e innovazione e lavora su vitigni tradizionali quali Vermentino, Cannonau, Muristeddu, Moni-ca e Girò, esposti alla benevola brezza marina e con una bassa

resa per ettaro. Le scelte in vi-gna e cantina sono rivolte alla massima espressione della tipi-

cità, con un’occhio di riguardo alla tradizione tramandata in famiglia dagli anni ‘60 – anni in cui l’attività ha preso inizio – fino ad oggi. I vigneti sono coltivati a Piede Franco, alleva-ti ad Alberello e circondati dai profumi della macchia mediter-ranea. Enologia di valorizzazio-ne, attenzione alle peculiarità espressione di questo territorio, ma anche mare, spiaggia candi-da e finissima, acque dalle can-gianti sfumature azzurre. Questa è Cantina Li Seddi e questa è la Sardegna di Badesi, dove recarsi per un soggiorno di relax sospesi fra mare e cantina. (c.c.)•

Li Seddi, where the vine-yards meet the seaCantina Li Seddi bets on local oenological patri-mony, protecting its tra-dition and typicalness

Cantina Li Seddi punta

alla valorizzazione del patrimonio enoico locale,

salvaguardando tradizione e

tipicità. Anche nell’ospitalità

Cantina Li SeddiVia Mare, 29 - 07030 Badesi (OT) Tel. 079 683052 - Fax [email protected]

Li Seddi, dove la vite incontra il mare

SardegnaSardegna

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Cantina Li SeddiVia Mare, 29 - 07030 Badesi (OT) Tel. 079 683052 - Fax [email protected]

Te.Ma means land (terra) and sea (mare). It’s a corner of Sardinia that represents well the spirit of this island. The winery, with its 11 hectares, rises on the west coast of Sardinia, in the ancient territory of Eftas di Cuglieri. This rich and perfumed land meets the sea and creates unique colours and landscapes. Te.Ma wines mirror this untouched landscape: Silbanis is a sapid and fine Vermentino and Orassale is a powerful Cannonau with a definite taste. The story of this winery is tinged with romance: every-thing started from the passion of two women, a mother and her daughter, who decided to leave their job in the city to devote their life to the project of a modern and multifunctional farm. Nowadays Te.Ma is also a horse cen-tre, an agritourism and a Spa: the resort offers 11 rooms equipped with every comfort, with independent entry and a view over the sea. Also, there is a wonderful swimming pool and a restaurant where it’s possible to taste the typical cuisine of Sardinia with a glass of Silbanis or Orassale TE.MA, acronimo di

terra e mare, è un angolo di Sardegna che ben rappresenta

questa regione. L’azienda viti-vinicola, con i suoi 11 ettari, si affaccia sulla costa occiden-tale della Sardegna nell’antico territorio della bonifica ex Et-fas di Cuglieri. La terra, ricca e profumata di macchia medi-terranea, incontra il mare, che qui assume colori e scenari unici: dal connubio prendono vita il Silbanis, un vermenti-no sapido e di grande finezza e l’Orassale, imponente can-nonau dal sapore deciso. La storia qua si tinteggia di rosa: tutto inizia infatti dalla pas-

sione di due donne, mamma e figlia, che un giorno decidono di lasciare città e occupazione per dedicarsi al progetto di un’azienda multifunzionale di ispirazione moderna. E così è stato. Oggi TE.MA. è anche centro ippico, agriturismo e spa: il resort si compone di

11 camere, tutte a piano ter-ra, con ingresso indipenden-te, dotate di ogni comfort e naturalmente vista mare, una splendida piscina e una zona ristorante dove provare i sapo-ri della cucina tipica. Con in mano un bicchiere di Silbanis od Orassale. (c.c.)

Fra terra e mare, fra vino e relax

Land, seaside, wine and relaxTe.Ma produces typical Sardi-nian wines and proposes comfor-table vacations plunged into an untouched nature

TE.MA. è azienda agricola e produce vini che profumano di Sardegna. Ma è anche resort, immerso nella natura e con ogni comfort

azienda aGRiCoLa te.Ma SRLPodere n. 1 ex Etfas di Santa Caterina di Pittinuri 09073 Cuglieri (OR)Tel. 3474662990 - Fax 0785 [email protected]

Sardegna

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Giuseppe Lecis è un ragazzone di poco più di trent’anni che ha stu-diato enologia e ha preso le redini dell’azienda vitivinicola di fami-

glia, a Soleminis, piccola frazione nel caglia-ritano. L’azienda, che porta il suo nome e co-gnome, vive una fase di transizione: Giuseppe ha avviato la riconversione vinicola, espianta-to parte del Nuragus e impiantato più varie-tà, iniziato a produrre vini in bottiglia, fatto costruire una nuova cantina, adottato nuovi macchinari per la lavorazione della vigna. Insomma, ha portato all’azienda un know how moderno e grinta. Siamo a 300/350 metri, i terreni sono scisto-argillosi, poveri, scarsi nel-le rese ma forieri di grande qualità. I vigneti vengono irrigati quotidianamente, con un’irri-gazione di sostentamento qua necessaria. Per ora i vini in produzione sono cannonau e ver-mentino. Il primo, il Sole Minoi, è un rosso in-

teressante che ben rappresenta il suo terroir: vinoso, sapido, al naso ricorda la liquirizia e i frutti di bosco, fra cui la mora emerge con forza. Dopo il passaggio in acciaio e cemento, il vino - millesimo 2010 - promette molto bene e fa pensare ad un suo ulteriore miglioramen-to se fatto riposare ancora un po’ in bottiglia, con un tannino già molto piacevole e rotondo che si sta perfezionando. Il Vermentino Sedha, invece, è un vino abbastanza tosto, ma anche

giovane e fruttato. A tutto questo si aggiunge un rapporto qualità/prezzo ottimo. Giuseppe ha grandi progetti per il futuro: vuole giocare con la sua terra e testare le sue potenzialità. Passo dopo passo, ma il piede è sicuramente quello giusto. (c.c.)•

Giuseppe Lecis, azienda antica, animo giovane

Giuseppe Lecis is a thirty-years-old “big boy” who has studied oenology to carry out the family winery in Soleminis, a small vil-lage in the province of Cagliari. It’s a tran-sition period for the Lecis’ winery: Giuseppe has started an important transformation in the vineyards, explanting part of Nuragus vines and replanting different grape variet-ies. Also, he has started to bottle his wine, has built a new cellar and has bought new machineries for vine-growing. In short, he has given a new drive to his winery with a modern know-how. We are 300-350 metres above the sea level. Here soils are clayey, poor and give low yields but it guaran-tees high quality products. Vineyards are irrigated every day and when necessary. Nowadays the winery produces Cannonau and Vermentino. Sol Minoi is an interest-ing red wine that represents its terroir: winy, sapid, with liquorice and red fruits perfume and an intense blackberry aroma. After a passage in steel and cement, this wine – 2010 harvest – seems very promising and after a short refining in bottle it will cer-tainly develop a pleasant and round taste, with evident tannins. Vermentino Sedha is a young, fruity but also toasted white wine. In addition to all this Lecis propose an excel-lent quality/price ratio. Giuseppe has great plans for the future of his winery and he is betting on his land and its potential. Step after step he is walking on the right path.

Giuseppe Lecis, an ancient winery with a young spiritA 40-years winery lives a new era of enthusiasm and wish to stand out

L’azienda, di proprietà della famiglia da più di 40 anni, vive oggi

una fase nuova. Fatta di entusiasmo e voglia

di distinguersi

azienda aGRiCoLa LeCiS GiuSePPeVia Dolia, 6 - 09040 Soleminis (CA)Tel./Fax 070 749060 - [email protected]

SardegnaSardegna

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Calabria

Siamo ai piedi di Al-tomonte, splendida cittadina in provincia di Cosenza, baciata

perennemente dal sole e dalla dolce brezza che dal Mar Tir-reno spira verso il Mar Ioni-co. E’ qui che sorge l’Azienda Agricola Farneto del Princi-pe, gestita interamente dalla famiglia di Graziano Paladi-no, in particolare dalla titolare Antonella, da Francesco che si occupa della parte agrono-mica, da Jessica che cura la parte commerciale, da Giulio che si occupa di marketing e di comunicazione on line e da Giuseppina Marchese, moglie di Graziano e agrotecnico. A coadiuvare il gruppo è poi l’enologo Emiliano Falsini. Alla base del lavoro dell’azienda è la riscoperta e la valorizzazione dei vitigni

autoctoni del cosentino, qua-li Magliocco Dolce, Lacrima, Montonico Bianco, Malvasia, Greco Bianco e Guarnaccia che sono da sempre stati ap-prezzati nei vari mercati in-ternazionali nei quali Farneto del Principe esporta i sapori e i profumi della terra di Cala-bria. I vigneti aziendali, impiantati su terreni con composizione organica molto eterogenea, si estendono per 70 ettari e sono coltivati e lavorati con atten-zione e perizia per avere uve di ottima qualità, prima che queste vengano lavorate nella cantina aziendale che, sep-pur piccola, è stata costruita con metodologie e macchina-ri particolarmente avanzati. Importante è sottolineare che in cantina le lavorazioni av-vengono nel massimo rispet-

to delle materie prime, senza forzature o metodi invasivi, perché è la grande uva l’inizio del gran vino. La gamma firmata Farneto del Principe comprende vini bianchi, rosati, rossi e un Pas-sito, nonché una produzione di Olio Extra Vergine di Oliva di categoria superiore.

azienda aGRiCoLa FaRneto deL PRinCiPeC.da Corvo, 113 - 87042 Altomonte (Cs) - Tel./Fax 0981 946208 - [email protected] - www.farnetodelprincipe.it

Farneto del Principe, sapore di Calabria

In provincia di Cosenza un’azienda che ha fatto della riscoperta dei vitigni autoctoni la sua filosofia produttiva

Farneto del Principe rises at the foot of Altomonte, a wonderful village in the Province of Cosenza, where the sun is almost always shining and the sea breeze blows from the Tirreno to the Ionio seas. The Graziano Paladi-no’s family run the business basically through the owner Antonella, the agronomic manager Francesco, the sales manager Jessica, the marketing and on-line communication manager Giulio and the agrotechnic manager Giuseppina Marchese, who is also Graziano’s wife. To finish, Emiliano Falsini collaborates with the group.The Farneto del Principe philosophy is mainly based on the value of the authoctonous grape varieties, such as the Magliocco Dolce, Lacrima, Montonico Bianco, Malvasia, Greco Bianco and Guarnaccia, which are famous in the international markets where the company is already in.Specifically, the high quality grapes grow on 70 hectares of organic mixed land and they are handle with ex-pertise before being transferred to the company winery that, although its small dimension, is well equipped with high-tech machines; point that is always overlooked, quality wine starts from the respect for the grape. That is the secret for the success and the reason why the company applies a green policy for the handle of the row materials.Concerning the product supply, Far-neto del Principe offers to the custom-ers not only red, white and rosé wines, but also Passito and a superior cat-egory olive oil.

Farneto del Principe, a taste of Calabriain the province of Cosenza, the rediscover of the autochthonous grape varieties becomes the gui-deline for the production philo-sophy

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Gente scostante che vive in lande semi desolate? Che errore! Visitare la Valle d’Aosta significa scoprire passioni di gente autentica e dina-mica e, soprattutto, assaporare un ricchissimo paniere di vini e pro-dotti agroalimentari di qualità cer-tificata. Con la versione estiva della terza edizione di Saveurs en Musi-que – festival musical-gastronomico promosso dall’Office Régional du Tourisme della Valle d’Aosta (www.lovevda) - è stato possibile parte-cipare a cene di degustazione, la-boratori di cucina, assaggi e visite guidate nelle aziende del territorio seguendo le rotte tracciate da Sa-veurs du Val d’Aoste.

La formulaUn veicolo promozionale schietto e genuino (che prevede anche una rassegna invernale, da gennaio a febbraio) per una piccolissima re-gione (poco più di 3 mila kmq per 127 mila abitanti) che attrae 4 mi-lioni di turisti all’anno (di cui il 70% in inverno) e che, a livello vitivini-colo, già nel 1985 si è dotata di una denominazione che riporta il nome della regione stessa (Valle d’Aosta Doc, appunto). A questa si aggiun-gono altre 7 Doc: Blanc de Morgex et de la Salle, Chambave, Nus, Ar-nad Montjovet, Torrette, Donnas e Enfer d’Arvier che prendono forma grazie ad una patrimonio enologi-

co autoctono molto importante che comprende vitigni come il Petit Rouge, il Fumin, il Petit Arvine per allargarsi fino al Gamay, allo Char-donnay, il Pinot Nero e il Nebbiolo. Sono infatti le uve a bacca rossa quelle ad avere tradizioni e storie più lunghe da queste parti, ma la barriera naturale creata da 4 mon-tagne che superano facilmente i 4 mila metri ha originato condizioni naturali ideali anche per l’evoluzio-ne dei vitigni bianchi. Per quanto riguarda il mercato, i vini della Val-le d’Aosta si vendono bene anche all’estero (Francia, Stati Uniti, Ca-nada e Giappone) ma, va detto che per un autentico valdaostano vende-

re una bottiglia oltre i propri confini regionali, anche se in Italia, è pur sempre export...

Vendemmia positivaContrariamente al resto d’Italia fla-gellato dai cicloni africani e caratte-rizzato dalle scarsissime piogge, la Valle d’Aosta ha presentato le carat-teristiche meteo di una vendemmia positiva. Uve molto belle e sane, grazie alle molte piogge cadute da maggio a luglio e che hanno favorito una maturazione ottimale per una produzione che si dovrebbe aggi-rare intorno ai 70/80 quintali per ettaro. A ciò si aggiunge il fattore vento, davvero eccezionale per rin-frescare le uve anche nelle giornate più calde dell’estate, coadiuvando il lavoro dell’irrigazione di soccorso particolarmente praticata in zona. Da segnalare che nella Valle sono numerosi gli esempi di vignaioli in-dipendenti che portano fedelmente avanti produzioni biologiche.

Itinerari enogastrono-miciSe vi capita di vistare la zona vale la pena raggiungere Vallepin e visita-

Viaggio in Valle d’Aosta tra vitigni autoctoni, Fontina Dop e altre delizie da scoprire

testo e foto di Giovanni Pellicci

Nella Valle dove c’è tanto di buono

Nella Valle dove c’è tanto di buono

Valle d’Aosta

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re l’affascinante stabilimento di stagionatura della Fontina (Dop dal 1996) che sorge all’in-terno di una antica miniera di rame. All’in-terno trovano posto fino a 60 mila forme del formaggio più pregiato della regione. Ada-giata su legno di abete, ad una temperatura che oscilla costantemente tra gli 8 e 10° cen-tigradi e con un livello di umidità del 100%, la Fontina impiega da un minimo di 3 mesi ad un massimo di un anno per raggiungere la stagionatura ideale prevista dal disciplinare produttivo. Circa 200 produttori aderiscono alla cooperativa di produttori: raggiungendo il

centro visite, oltre che agli assaggi della ver-sione estiva o invernale, è possibile scoprire l’affascinante tecnica di conservazione delle forme, le quali vengono spazzolate almeno una volta a settimana con acqua e sale, per poi essere salate ogni fine settimana. Per ac-quistare i prodotti del territorio, dai formaggi alla frutta, dai salumi tipici alle conserve, Co-fruits a St. Pierre è la meta ideale. Si tratta di una cooperativa di produttori fondata nel 1964 per la sola produzione di mele e poi evoluta fino ad un vero e proprio market della filiera locale a km 0. •

Appunti di Gusto

� Tra i vini rossi più tradizionali ci sono lo Chambave, il Nus e il Torrette (disponibile anche nella versione Superiore).

� Tra i bianchi tengono banco lo Chambave Bianco (Muscat), il Blanc de Morgex e de la Salle e il Petit Arvine.

� Servono 8 litri di latte di mucca valdaostana (pezzata rossa, nera o castana) per realiz-zare 1 forma di fontina che ha un peso di 8 kg.

� La Valle dei formaggi non è solo fontina. Da provare anche il Fromadzo Dop, la Toma di Gressoney, la Brossa e gli altri formaggi vaccini.

� L’abbinamento ideale è anche con i salumi: Jambon de Bosses Dop, Lard d’Arnad Dop Motsetta.

� A settembre il paese di Chambave festeggia la sua uva proprio come una volta, dal 27 al 30.

� In zona sono da provare l’agriturismo La Vrille a Verrayes con la cucina della chef Lucia-na; e i ristoranti Le Pèlerin Gourmand ad Aosta e la Maison Rosset a Nus.

inFo & itineRaRi SuLLa Route deS VineSUfficio Booking dell’Office Régional du Tourisme della Valle d’Aosta0165-33352 – [email protected] www.lovevda.it

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La certezza della qualità valdostana

Si nutre della forza della tradizione valdo-stana e delle conoscenze della famiglia Celi-Cuc che oggi ne è alla guida. Così si distingue l’azienda La Source, nata nove

anni fa per volontà di un gruppo di giovani cono-scitori del mondo agricolo e vitivinicolo e guidata da Stefano Celi, giovane imprenditore che, di-plomatosi presso l’Istituto Salesiano di Lombria-sco come perito agrario, da sempre ha seguito la naturale vocazione di viticoltore, supportato anche una lunga tradizione familiare nel settore.Dal 2005 Stefano Celi, dopo aver affiancato alla sua passione altri lavori, si dedica totalmente all’attività di viticoltore, occupandosi diretta-mente dei 6,5 ettari di terreno investiti a vigneto specializzato Doc e curando personalmente ter-reni e vigneti. E’, infatti, direttamente lui che cura le viti, sce-gliendo di volta in volta le migliori tecniche agro-nomiche al fine di far esprimere al meglio le po-tenzialità dei diversi vigneti. Così come segue la trasformazione delle uve nella moderna cantina, situata a Saint-Pierre, in località Bussan Des-sous, nei pressi di uno dei più suggestivi castelli valdostani.Tra i prodotti di punta dell’azienda La Source il profondo e ben strutturato Torrette, l’intenso e aromatico Gamay, i bianchi ben strutturati e una selezione di grappe e distillati. (e.b.)•

La SouRCe sasLoc. Bussan Dessous, 111010 Saint-Pierre (AO) Tel. 0165 904038Fax 0165 [email protected]

La Source takes its strength from the tradi-tion of Val D’Aosta and from the know-how of the Celi-Cuc family that manages it. This winery was founded nine years ago by a group of young experts of agriculture and vine-growing leaded by Stefano Celi, a young entrepreneur who after a degree as land surveyor at the Salesian Institute of Lombriasco has devot-ed his life to vine-grow-ing. Since 2005 Stefano has been caring person-ally the 6.5 hectares of Doc vineyard. It’s he who chooses the best tech-niques to let the different grape varieties to express their best potential. Also, he follows all the phases of the grape processing in the modern cellar of Saint-Pierre, in Bussan Dessous, near one of the most suggestive castles of Val D’Aosta. Among his buttonhole labels, Tor-rette stands out due to its deep and structured tex-ture. Beside it, the win-ery proposes the aromatic Gamay, a range of full-bodied white wines and a selection of grappa and distillates.

La Source: guaranteed quality from Val D’Ao-staA young and dynamic winery with a sincere respect for tradition

Giovane e dinamica, ma sempre attenta alla tradizione. Questa è La Source

Valle d’Aosta

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Abbiamo già pre-sentato la Cantina Le Cimate qualche mese fa, ma oggi è

importante riprendere l’argo-mento, per parlare dei proget-ti futuri e delle previsioni per l’ormai prossima vendemmia. A elencarci i punti cardine del programma sono Paolo Bartoloni, proprietario e ani-ma dell’azienda, l’enologo Maurilio Chioccia, il cantinie-re Cesare Toja e l’agronomo Tiziano Maschio, che insieme lavorano ogni giorno per far crescere e migliorare la pro-duzione vinicola dell’azienda. “Il nostro obiettivo principale è proteso alla massima qualità del prodotto. - dice Bartoloni - Per questo le nostre parole d’ordine sono la cura della vigna, le basse rese, la sele-zione manuale e le lavorazioni minime dei mosti con analisi settimanali, il tutto abbinato ad una tecnologia di canti-

na all’avanguardia. Proprio grazie a questa modalità di lavoro, l’azienda può vantare, nonostante la sua giovane età, una presenza consolidata su mercati esteri quali Belgio, Olanda e Germania, nonché progetti importanti in Ame-rica e Cina a partire da Set-tembre”. Per quanto riguarda la produzione, oltre al pro-gressivo aumento del numero delle bottiglie che arriverà a 120.000 nel 2014, è impor-tante sottolineare l’amplia-mento della gamma delle eti-chette. Già il prossimo anno saranno infatti presentati un Rosato di Sagrantino e Merlot e un Sagrantino Passito, che andranno ad aggiungersi agli altri vini aziendali, mentre per il 2014 è previsto l’arrivo di un nuovo bianco. “Per quanto riguarda la pros-sima vendemmia, prevediamo di avere una quantità di pro-dotto abbastanza ridotta, date

le situazioni atmosferiche non particolarmente favorevoli, ma siamo certi che questo non inciderà sulla qualità e la struttura dei nostri vini”, ter-mina l’enologo.Gli ottimi vini firmati Le Cimate possono essere sor-seggiati direttamente nella grande sala degustazione con

vista sulle colline umbre, in abbinamento ai salumi ed agli ortaggi prodotti in azienda. •

Cantina Le CiMate Loc. Cecapecore, 41 - 06036 Montefalco (Pg) - Tel. 0742 290136 - [email protected] - www.lecimate.it

Progetti e previsioni alla Cantina Le Cimate

A Montefalco, la famiglia Bartoloni porta avanti il suo progetto iniziato recentemente, nel nome della crescita, della qualità e del territorio umbro

We have already introduced Cantina Le Cimate some months ago but we want to talk about it again because now the Umbrian winery prepares for the next harvest and has many interesting new plans to tell. It’s Paolo Bartoloni, the owner of the homonymous winery, who tells us about his new projects. Together with the oenologist Maurilio Chioc-cia, the cellarer Cesare Toja and the agronomist Tiziano Maschio, he works every day to improve the production of his winery and to let it grow. “Our aim is to get the highest quality – says Bartoloni – for this reason we base our work on few fundamental rules: care for the vineyards, low yields, manual selection, processing of small quanti-ties of grapes with weekly analysis and cutting-edge technologies. Such a care-ful work lets us to produce wines that are well appreciated also abroad. Our winery, in spite of its young age, is well known in Belgium, Holland, Germany and soon our wines will be marketed in the US and Cina too”. Bartoloni’s pro-duction is growing: in 2014 the winery will be able to produce 120,000 bottles. Among its forthcoming labels there is a rosé wine made of Sagrantino and Merlot and a Sagrantino Passito that will enrich the range of Bartoloni’s products. Also, in 2014 a new white wine will be presented. “For what con-cerns the next harvest, we foresee small quantities, due to the hard weather conditions of this year, but we are sure that it will not influence negatively the structure and quality of our wines”. The excellent wines by Le Cimate can also be tasted in the big tasting room of the winery, on the hills of Umbria, with typical salami and vegetables produced by Bartoloni.

Projects and forecasts at Cantina Le Cimatein Montefalco, the Bartolini fa-mily carries out its project in the name of growth, quality and Um-brian territory

Umbria

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Mentre il mosto an-cora fermenta, pro-viamo a tirare le somme di questa

vendemmia 2012 che si è rive-lata, in linea di massima, re-golare dopo anni di notevole instabilità. A tenere in sospeso tutti è stato comunque il perio-do di metà-fine agosto, determi-nante per un’uva dalle ottime prospettive. Fortunatamente le condizioni meteo si sono mante-nute secche e prive di temporali, il che ha consentito una buona maturazione dei grappoli, solo leggermente anticipata,

dell’ordine di una-due settimane nonostante la fioritura regolare. Si è iniziato attorno al 20 agosto con i bianchi e le basi spuman-ti, per proseguire col Prosecco a metà settembre e i rossi a fine mese. La raccolta è stata con-trassegnata da rosee previsioni nonostante il generale calo di volume del 5%-10% rispetto al 2011, da ascrivere alla crisi

idrica, cui fortunatamente i vi-gneti hanno retto bene, anche se non dovunque, e che ha impedito a peronospora e oidio di prolife-rare, con conseguente buona si-tuazione sanitaria. Danni nella zona di Padova, Rovigo e, in par-ticolare, sui Colli Euganei dove la siccità ha causato perdite sino al 50% con rischio specialmente per il Moscato bianco. Invece, le

uve bianche che sono riuscite a resistere saranno connotate da una timbratura carica di aromi che ricordano la frutta tropicale matura, mentre le uve nere, av-vantaggiate dalle piogge di inizio settembre, saranno orientate alla morbidezza con più tannici che alcolici. Così nel veronese dove la vendemmia, iniziata a fine agosto con le varietà precoci, Pinot Grigio e Chardonnay, si è rivelata buona sia qualitativa-mente che quantitativamente mentre un calo del 20%-30% si è registrato nel vicentino dove la qualità è garantita, grazie a uve

Vendemmia 2012un fermento

Consorzio Tutela Vini Valpolicella: una cascata di novitàMolte le novità che si respirano in Valpolicella assieme all’odore di mosto. Si inizia con l’approvazione dell’erga omnes nello statuto, votato all’unanimità nell’as-semblea dei soci lo scorso 25 luglio, che chiama tutti coloro che utilizzano la denominazione a sostenere finanziariamente il lavoro di promozione, vigilanza e tutela affidato dal Mipaaf al Consorzio. Si prosegue con “Vendemmia Sicura 2012”, il programma di controlli che il Dipartimento dell’ICQRF (Ispettorato centrale per la tutela della qualità e repressione frodi) ha messo in campo in Valpolicella, per verificare la coerenza tra uve e cantina, anche all’interno di ogni zona, in un’annata come la presente, quantitativamente difforme sul territorio. Infine, da gennaio 2013 si completerà il processo di telematizzazione delle procedure di registrazione e invio dei documenti di accompagnamento relativi all’export intracomunitario di vini, con progressiva eliminazione del cartaceo. Una vendemmia carica di novità.

Veneto

A parlarcene Veneto Agricoltura. Che dispone di un ottimo strumento per

prevedere questa e le annate a venire

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Nomacorc SA | Via L.Dalla Via | Centro direz. Summano, Torre A, Piano 3 | 36015 Schio (VI) | Italia | tel. +39/0445/500808 | Fax +39/0445/500897 | nomacorc.com

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sanissime e in particolare per i vini rossi che saranno intensi e potenti. Veneto Orientale pari-menti contraddistinto da grappoli spargoli che daranno vita a vini in linea con la generale mino-re gradazione zuccherina e minore acidità. Le previsio-ni di Veneto Agricoltura si sono dunque rivelate corret-te, grazie an-che all’inno-vativo sistema delle stime pro-duttive vendemmiali, frutto di una collaborazione fra Veneto Agricoltura, Regione Veneto, CRA-VIT – il Centro di Ricerca per Viticoltura di Conegliano – e l’Università di Padova. Questo metodo si basa sui sistemi tradi-zionali, sulle voci di chi vive in vigna, tecnici, consorzi, cantine sociali, che, compilando un mo-

dulo online, possono far perve-nire un feedback di quella che è la situazione locale, dal quadro climatico dei mesi precedenti, allo stato fito-sanitario alle pre-

visioni quali-quantitative. I dati raccolti nel triveneto vengono poi elaborati e suddivisi per provincia e varietà di uve, potendo così determinare in modo accu-

rato il peso medio del grappolo attraverso la stima del numero di acini per grappolo. Il documento riassuntivo viene infine presen-tato nella seconda conferenza del “Trittico Vitivinicolo”, un ciclo di tre incontri scaglionati durante l’anno, che consente di monitorare tutte le diverse fasi del prodotto vitivinicolo, dalla salute del vigneto, alla raccolta

dell’uva, al marketing. Si inizia a giugno a Conegliano con lo stato vegetativo e fito-sanitario, per proseguire a settembre a Legnaro con le previsioni ven-demmiali e a inizio anno nuovo a Lonigo, dove vengono presentati i dati consuntivi dell’ultima ven-demmia e analizzate le tendenze del mercato. È emerso così che nel 2011 il veneto ha prodot-to 8,68 milioni di hl. di vino, di cui il 41,8% Doc e il 41,1% Igt, e che la quantità venduta all’estero è aumentata del 20% rispetto al 2010, mentre il valore è cresciuto del 14,8% per un fat-turato di 1 331 milioni di euro.

L’incremento delle esportazioni è avvenuto, però, a discapito del prezzo di vendita, calato in media del 4,1%. Per quanto ri-guarda i mercati di destinazione, accanto agli importatori conso-lidati come Germania, Regno Unito e Stati Uniti, cresce la do-manda di Cina, Ungheria e Rus-sia e cresce anche la richiesta di vino spumante e sfuso. Dati importanti, perché relativi ad un settore trainante dell’economia veneta, e che, grazie al “Trittico Vitivinicolo”, consentono al pro-duttore di capire come muoversi nel mare magnum del mercato globale. (i.g.)•

Famiglie dell’Amarone d’Arte amarone 2012 ricco di profumi e colore

Il caldo di agosto non ha impaurito la Corvina della Valpolicella, lasciando presagire un ottimo Amarone, alla cui qualità e profumi contribuiranno non solo l’esclusivo micro clima collinare ma anche gli eventi atmosferici anomali che hanno segnato la scorsa primave-ra: il caldo iniziale di marzo, che ha an-ticipato i germogli sulle viti, seguito dal freddo e dalle piogge di aprile e maggio hanno favorito una selezione naturale in vigna, caratterizzata da grappoli piccoli

e spargoli, ideali. L’associazione Fami-glie dell’Amarone d’Arte (Allegrini, Be-gali, Brigaldara, Masi, Musella, Nicolis, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Venturini, Zenato) da oltre tre anni difende, promuove e valorizza l’eccellenza produttiva e culturale del vino simbolo della Valpolicella di Vero-na in tutto il mondo anche attraverso un manifesto identitario e una commercia-lizzazione stabile negli ultimi due anni di circa 2,2 milioni di bottiglie di Amarone.

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Da Belluno a Padova, da

Verona a Venezia, le impressioni sulla raccolta

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Scriani produces its Carpanè only in the best years, when sun and rain let Corvina to reach its perfect ripening and to express the true es-sence of Valpolicella. This mono-variety wine is the result of a careful manual harvest and of a one year ageing in 350 liters barrique, followed by other 12 months in 26 hl French oak bar-rels. Its characteristics are an intense ruby red color, a flowery and fruity perfume with pleas-ant herbaceous, spices and bitter almond aro-mas, and a peculiar elegance that stands out in the 2006 and 2008 years. Ideal with structured meat dishes and with the traditional cuisine of

Verona, Carpanè is also an excellent companion at the end of an important meal. It’s a pleasure for the palate but also for the eyes, due to its new packaging, and the most exclusive restaurants and private customers use to reserve their bottles of Carpanè even before it has been bottled. With this wine, Scriani confirms the quality of its production and invites its estimators to taste its labels in the suggestive environment of its win-ery: eight hectares of vineyards in the heart of Valpolicella that produce excellent wines such as Valpolicella Classico and Superiore, Recioto, Amarone and Ripasso.

“Carpanè” Scriani nasce solo nelle an-nate migliori, quando il sole e la piog-gia hanno determinato una perfetta ma-turazione della Corvina, così da lasciar

che i singoli acini trasfondano la vera essenza della Valpolicella. Questo vino da monoviti-gno, Corvina in purezza raccolta a mano grap-polo a grappolo, viene fatto maturare un anno in barrique da 350 litri e poi altri dodici mesi in botti da 26 hl di rovere francese piegato a fuoco. Emergono così l’intenso rosso rubino, il profumo di fiori e frutti di bosco, le gradevoli sensazioni erbacee con sapori di spezie e man-dorle amare ma anche le caratteristiche delle

diverse annate come l’elegantissimo 2006 e il 2008 carico. Adatto a carni strutturate e a piatti della tradizione veronese, “Carpanè” è anche un ottimo vino da fine pasto, un piacere per il palato e per gli occhi, grazie al nuovo elegante restyling, che la clientela privata e la ristorazione locale si affretta a riservarsi ancora prima che venga imbottigliato. Scriani conferma così la qualità della propria cantina dove potrete degustare in un suggestivo am-biente anche gli altri vini prodotti negli otto ettari di vigneto: il Valpolicella Classico e il Superiore, il Recioto, l’Amarone e, infine, il Ripasso. (i.g.) •

azienda aGRiCoLa i SCRiani Via Ponte Scrivan, 7 37022 Fumane (VR) Tel 045 6839251 Fax [email protected] - www.scriani.it

L’azienda presenta il suo vessillo, ancora più prezioso nella nuova mise

Carpenè Scriani: Valpolicella in purityThe winery presents its buttonhole labels in a new precious packaging

“Carpanè” Scriani, la Valpolicella in purezza

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If you will spend a weekend in the Ve-rona hinterland, you cannot miss the Azienda Agricola Roeno. Founded 50 years ago by Rolando and Giuliano Fugatti, the main strengths were, and actually still are, the Valdadi-geTrentina Veronese’s oenological re-sources. Right now, Roeno (acronym of Rolando and enos) is run by the couple’s three sons: Roberta, Cristina and Giuseppe who continuously deal with the grapes grown and the oeno-touristic tour (Roeno is both farm and inn at the same time). At the Merano Wine Festival, the proactive Fugatti sisters launched a masterpiece without “any trick and illusion”: the Enantio Riserva. The reasons is that it is no more used the classic technique against phyllox-era applied in Europe at the begin-ning of the ‘900. Practically, the Us root will be “sticked” with the Euro-pean one.That is why Enantio grapes are “fran-codipiede”, especially because of the strong presence of silicon in the Valda-dige land between Verona and Trento. Markedly, Enantio Riserva 2008 (in limited edition) is available in 2500 bottles, 500 magnum and 2000 in 0.75 liters. Anyway, the ancient rows present such a special grape to us that has special spicy and fruity aroma. An occasion for tasting could be from the 10th to the 12nd November, at the Merano Wine Festival, where the Azienda Agricola Roeno’s wines will be present.

Se vi capita di trascor-rere un week end nei dintorni di Verona, è d’obbligo una sosta

all’Azienda Agricola Roeno, fondata oltre 50 anni fa da Ro-lando e Giuliana Fugatti, che, fin dall’inizio, avevano scom-messo sulle potenzialità eno-logiche della Valdadige Tren-tina Veronese. Attualmente Roeno (acronimo di Rolando ed enos) è gestita dai tre figli della coppia, Roberta, Cristina e Giuseppe, che, oltre alla col-tivazione della vite, si occupa-no anche di percorsi enoturi-stici (l’azienda, infatti, è anche agriturismo e locanda). Al Me-rano Wine Festival presentano un autentico gioiellino frutto del terroir di appartenenza: l’Enantio Riserva, un viti-gno antichissimo che può es-sere definito “senza trucchi”. Il motivo è molto semplice: in questo caso non è stato utiliz-zato il classico stratagemma impiegato in Europa nei primi anni del ‘900 per debellare la fillossera, ovvero l’innesto della vite europea sulle radici

americane resistenti all’insetto (in pratica la parte della radice è vite americana sopra la qua-le, sempre con questo innesto, si “attacca” quella del Vecchio Continente). Per questo motivo, quindi, le viti dell’Enantio sono “franco-dipiede”, ovvero non innestate con la vite europea, grazie so-pratutto alla presenza di silicio nei terreni della Valdadige tra Verona e Trento. In particolare, l’Enantio Ri-serva 2008 (edizione limitata) si distingue per le 2500 botti-glie numerate, 2000 da 0.75 litri e 500 magnum. Grande patrimonio non solo della vi-ticoltura italiana ma anche

mondiale (le viti hanno com-piuto i 100 anni di età), spicca sia per la bellissima tannicità, sia per le sue note speziate e fruttate. Chi desidera degusta-re i vini dell’Azienda Agricola Roeno può trovarli al Merano Wine Festival in programma dal 10 al 12 novembre 2012. • (m.m.)

L’Enantio Riserva Terradeiforti Doc 2008 dell’Azienda Agricola Roeno protagonista a Merano Wine Festival

exploring the Francodipiede L’enantio Riserva dell’Azienda Agricola Roeno leading in Me-rano

Alla scoperta del vitigno Enantio francodipiede

az. aGR. Roeno di FuGatti R. & C. Via Mama, 5 - 37020 Belluno Veronese (VR)Tel. +39 045 7230110 - Fax +39 045 [email protected] www.cantinaroeno.com

non solo enantio: occhio anche a Cri-stina, Vendemmia tardiva 2008, che ha conquistato i “tre Bicchieri” e il premio speciale “Vino dolce dell’an-no” sulla Guida Vini d’italia Gambero Rosso 2012

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Monte Fasolo, azien-da vinicola che rappresenta, da più di 30 anni,

una realtà produttiva di altis-simo livello ubicata nel cuore dei Colli Euganei, aggiunge alla sua già ricca collezione di Crus Solone, un Fior d’Aran-cio Passito, espressione di una “piccola isola tipologica” che non ha nulla da invidiare al “gemello” astigiano. Unico Moscato Giallo Veneto al 100% i cui sentori rievocano i fiori d’arancio e di zagara, Solone si distingue innanzitutto per gli originali processi di raccolta e di vinificazione. L’uva, la cui caratteristica principale risie-de nel notevole quantitativo zuccherino, viene infatti ven-demmiata utilizzando apposite cassette già predisposte e ac-curatamente forate per garanti-re una giusta areazione. Dopo un’attenta cura tra i filari, uti-lissima per evitare processi di deterioramento, i grappoli ven-gono deposti nelle singole cas-sette occupando un solo strato (vietata, quindi, la sovrappo-sizione). Dopo aver impilato i contenitori uno sopra l’altro,

vengono trasferiti in cantina, in un locale predisposto denomi-nato “fruttaio”, dotato di pale di ventilazione e di deumidifi-catori che garantiscono una ri-duzione del contenuto acquoso pari al 50%. Infine, nel mese di gennaio, il Passito viene lavo-rato e matura in acciaio almeno 18 mesi a contatto con le fec-ce nobili. Il risultato di questo lungo processo è un vino li-quoroso, che ricorda il Passito di Pantelleria, ottimo da solo oppure con biscotti secchi e formaggi erborinati. La “fami-glia” dei Fior d’Arancio Monte Fasolo comprende anche uno spumante, dal perlage fine e dolcissimo e dalla bassissima gradazione (non si superano i 5-6° C, quindi va benissimo anche per i quasi astemi). Ge-neralmente si abbina alla torta di compleanno, al panettone e alla colomba per le feste co-mandate, ma noi de “I Grandi Vini” lo riteniamo perfetto an-che per l’happy hour come va-lida alternativa al Prosecco. In Francia, non a caso, per la sua versatilità di consumo, ha vinto il premio “Miglior Moscato del Mondo”. (m.m.) •

Novità in casa Monte Fasolo

Monte Fasolo is a high level winery that has been producing excellent wines for more than thirty years in the heart of Colli Euganei. This year the winery has enriched its range of Cru with a new label, So-lone Fior d’Arancio Passito, the re-sult of a peculiar grape variety that is able to stand comparison with its “twin” from Asti. This Passito is the only label made of 100% Moscato Giallo Veneto and its perfumes re-minds orange and citrus blossoms. But Solone stands out first of all for its peculiar processing. After a care-ful work in the vineyards in order to avoid any possible worsening, the grapes are manually harvested and stored in small drilled boxes, that guarantee a perfect airing, form-ing a single layer. Then, the boxes are placed in a peculiar room of the cellar equipped with blades and dehumidifiers to reduce the water content of the grapes. Last, in Jan-uary the grapes are processed and aged in steel for 18 months with the noble marc. The result is a liquor that reminds the famous Passito of Pantelleria, excellent as meditation wine or with dried confectionery and marbled cheese. The line Fior d’Arancio by Monte Fasolo includes also a sparkling wine with a fine and sweet perlage and a very low alcohol content (about 5-6°C). This wine is ideal with a birthday cake, but also with panettone (Christmas cake) or colomba (Easter cake). Anyway, we suggest to taste it as aperitif, an alternative to Prosecco. In fact, it has been awarded as Best Moscato of the World, due to its ver-satile character. •

Fior d’Arancio Passito and Fior d’Arancio Spumante: the two new labels by Monte FasoloThe winery interprets with success the new Docg presen-ted at Vinitaly 2012

FattoRia Monte FaSoLo Via Monte Fasolo, 2

35030 Cinto Euganeo (PD)Tel. 0429 634030 Fax 0429 634800

[email protected] www.montefasolo.com

Fior d’Arancio Passito e Fior d’Arancio Spumante.

La nuova Docg presentata con successo a Vinitaly 2012

interpretata dall’ Azienda padovana

di Marta Mecatti

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Settembre 2012. È uf-ficiale lo startup della nuova comunicazione aziendale targata Tinaz-

zi, realtà vitivinicola di Lazise che continua a sorprendere le platee internazionali con i suoi numerosi premi.La vocazione internazionale è infatti da sempre il fiore all’oc-chiello per l’azienda di Gian Andrea Tinazzi e dei suoi figli,

Giorgio e Francesca. La nuova veste comunicativa parte dal significativo pay-off: “Italians Inside” (Italiani Dentro). Questo è quello che l’azienda si sente di trasmettere dal 1968: una forte appartenen-za al territorio, alle tradizioni di questo paese, allo stile che contraddistingue il marchio ita-liano nel mondo. Il progetto comunicativo nasce

dall’esigenza di rendere palese quello che finora era scontato: una grande qualità di base dei vini, una visione del mercato e una conoscenza approfondita di quelle che sono le esigenze di mercato di paesi come Svizzera, Germania, Russia e Inghilterra.Il nuovo marchio, presentato qui in anteprima, è il primo step di un percorso entusiasmante che porterà Tinazzi a rinnovare completamente la sua immagine istituzionale entro il 2013, dai supporti di vendita al web, dal-le pagine pubblicitarie ai social media. Una bottiglia mosaico campeggia sul nuovo lettering a testimonianza delle moltepli-ci varietà di vini prodotti dalla cantina e della grande capa-cità di diversificare le attività aziendali. Tinazzi è vino, ma ha l’ambizione di essere apprez-zato in tutti gli ambiti dell’es-sere “italiani dentro”, ogni

apparizione media-tica darà lo spunto per raccontare un aspetto dell’ita-lianità: il vino, la cucina, l’arte, la moda, il cinema; sarà un modo per farsi conoscere con pizzico di simpatia e patriottismo. •

In anteprima su I Grandi Vini il nuovo logo dell’azienda di Lazise

Tinazzi, italian style

i Grandi Vini presents a preview of the new logo of the winery from Lazise

September 2012. Tinazzi pres-ents its new promotion cam-paign. The winery from Lazise surprises again the interna-tional oenological survey with its many acknowledgments. The international view has al-ways been a source of pride for Gian Andrea Tinazzi and his children, Giorgio and Fran-cesca. The new image of the winery starts from the pay-off “Italians Inside”. That’s what the winery has been commu-nicating since 1968: a close bond with its territory, its tra-ditions, and the Italian style in the world. This promoting project aims to show what has been always taken for grant-ed: a high quality production, a vision of the market and a deep knowledge of the foreign markets demand, such as Switzerland, Germany, Rus-sia and UK. The new promot-ing brand, here presented in a preview, is the first step of an exciting path that will lead the winery to renew its image in 2013, from the web pages to the sales area. A mosaic bottle is the symbol of the new lettering, an image of the var-iegated production of Tinazzi and of its capacity to diversify its business. In fact, Tinazzi means wine but also Italian style and the new promoting campaign will bet on the pe-culiarities of Italy: wine, food, art, fashion, cinema… a way to promote our country in the world.

CaSa VitiViniCoLa tinazziVia delle Torbiere, 1337017 Lazise (Vr)Tel. 045 6470697Fax 045 [email protected]

TinazziItalians Inside

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SoRRenTino Vini

DòRèLacryma Christi del Vesuvio Spumante Doc

Zona di produzione: Vesuvio – BoscotrecaseUvaggio: 80% Coda di Volpe – 20% FalanghinaAltitudine: 500 m s.l.m. Sistema di allevamento: guyotPeriodo di vendemmia: seconda metà di settembreMaturazione: in acciaio, presa di spuma in autoclave per 5 mesiAffinamento: in bottiglia 60 giorniColore: giallo paglierino con riflessi verdognoliOlfatto: intenso, ampio, fine, complesso e consistente. Offre sentori fruttati con spiccate note di pera e mela verdeGusto: corposo, piacevole ed elegante, secco e persistente. Equilibrato e armonico per le sensazioni di freschezza e di sapidità in equilibrio con quelle di morbidezzaTemperatura di servizio: 10°C Gradazione alcolica: 12 % vol. Abbinamenti consigliati: antipasti e primi a base di frutti di mare e pesce, frittura di pesce, salumi e formaggi freschi

Production area: Vesuvio – Boscotrecase Grape variety: 80% Coda di Volpe – 20% FalanghinaAltitude: 500 m a.s.l.Training system: guyotHarvest period: third ten days of September Wine making: in steel, foaming in vats for 5 monthsRefining: 60 days in bottle Colour: straw yellow with greenish reflexes Bouquet: intense, ample, fine, complex and consistent. Fruity perfumes with pear and green apple inklingsTaste: full-bodied, pleasant, elegant, dry and persistent, well-balanced and har-monic, fresh and sapid inklings well-balanced with softness Serving temperature: 10° C - Alcohol: 12% by vol.Best with: appetizers, first courses based on seafood and fish, fried fish, salami, fresh cheese

azienda ViniCoLa SoRRentinoVia Casciello, 5 - 80042 Boscotrecase (Na) - Tel./Fax 081 8584963

[email protected] - www.sorrentinovini.com

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( SCELTI PER VOI )

SoRRenTino Vini 76

LieDhoLM 77CAVo VALenTino ® 77

ARUnDA78RoTTenSTeineR78 KeLLeRei KALTeRn 79CAnTinA VALLe iSARCo 79

Vio GioBATTA 80

FARneTo DeL PRinCiPe 80

CAnTine SAnTA RiTA 81CAnTinA Li SeDDi 81GiUSePPe LeCiS 82TeMA 82

PASSoCAnnone 83

PoGGio DeGLi ULiVi 83TenUTA DeLLo SCoMPiGLio 84

CAnTinA Le CiMATe 84

LA SoURCe 85

CAnTine SAn GioRGio 85

i SCRiAni 86CASA ViTiViniCoLA TinAzzi 86MonTe FASoLo 87SPARiCi LAnDini 87TeDeSChi 88Roeno 88

RenATo KeBeR 89

CAnTinA VALeRio 89

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CAVo VALenTino ®

Valentino

Colli Tortonesi Doc Rosso

Zona di produzione: Colli Tortonesi (AL)Uvaggio: 90% Cabernet SauvignonAltitudine: 250 m s.l.m. Sistema di allevamento: guyot Periodo di vendemmia: settembre Vinificazione: con pigiadiraspatrice con vasche a temperatura controllata Affinamento: in barrique per circa 12 mesi Colore: rosso vivo Olfatto: profumo erbaceo Gusto: carico speziato Temperatura di servizio: 22°CGradazione alcolica: 13,5% vol.Abbinamenti consigliati: piatti a base di stufati, brasati, cacciagione, formaggi stagionati e anche da bersi a fine pasto “con lieto conversare”

Production area: Colli Tortonesi (AL)Grape variety: 90% Cabernet Sauvignon Altitude: 250 m a.s.l.Training system: guyotHarvest period: September Wine making: in vats at controlled temperatureRefining: 12 months in barriqueColour: bright redBouquet: herbaceous perfumesTaste: sharp and spicyServing temperature: 22° CAlcohol: 13.5% by vol.Best with: stewed meat, game, seasoned cheese. Ideal also at the end of a meal as conversation wine

( SCELTI PER VOI )

2010

azienda aGRiCoLa deL CeRaBino di CaVo MaRCoStrada Cascinetta, 8 - 15057 Tortona (AL) - Tel. + 39 0131 866395

Fax + 39 0131 890253 - [email protected] - www.cavovalentino.it

LieDhoLM

Grignolino del Monferrato Casalese Doc

Zona di produzione: Monferrato Casalese (AL)Uvaggio: 100% Grignolino Altitudine: 220 m s.l.m. Sistema di allevamento: Guyot Periodo di vendemmia: prima settimana di settembre Vinificazione: tradizionale Affinamento: acciaio Colore: rosso rubino Olfatto: speziato con sentori di pepe nero Gusto: leggermente tannico, frutti di bosco rossi Temperatura di servizio: dai 14°C ai 18°CGradazione alcolica: 13,5% vol.Abbinamenti consigliati: salumi, zuppe di pesce, pesci grassi come salmone e anguilla, carni bianche come pollo e coniglio

Production area: Monferrato Casalese (AL)Grape variety: 100% GrignolinoAltitude: 220 m a.s.l.Training system: guyotHarvest period: first week of September Wine making: traditionalRefining: in steelColour: ruby redBouquet: spicy with black pepper aromasTaste: lightly tannic, red wild berries inklings Serving temperature: 14-18° CAlcohol: 13.5% by vol.Best with: salami, fish soups, fat fishes like salmon and eel, white meat, like chicken and rabbit

LiedhoLM niLS di LiedhoLM CaRLo e PaoLo eRik S.S.Villa Boemia, 4 - 15040 Cuccaro Monferrato (AL) - Tel. 0131 771916Fax 0131 771090 - [email protected] - www.liedholm.com

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ARUnDA

Cuvee MariannaAlto Adige Talento Doc

Zona di produzione: Terlano Salorno Uvaggio: Chardonnay 80 %, Pinot Nero 20 % Altitudine: 300-600 m s.l.m.Sistema di allevamento: pergola filarePeriodo di vendemmia: prima decade di settembreMaturazione: in vasche di acciaio inoxAffinamento: lo chardonnay affina in barriqueColore: giallo paglierino con riflessi verdognoliOlfatto: sfumature di vaniglia e frutta esoticaGusto: ben bilanciato fra corpo e acidità con un finale gradevole Temperatura di servizio: 8-10°CGradazione alcolica: 13% vol.Abbinamenti consigliati: ottimo con il pesce

Production area: Terlano SalornoGrape variety: Chardonnay 80 %, Pinot Nero 20 %Altitude: 300-600 m a.s.l.Training system: pergola, rowHarvest period: first ten days of September Wine making: in stainless steel vats Refining: Chardonnay in barriqueColour: straw yellow with greenish reflexesBouquet: vanilla and exotic fruits perfumesTaste: well-balanced body and acidity, pleasant endingServing temperature: 8-10° CAlcohol: 13% by vol.Best with: excellent with fish

aRunda SnCVia Prof. Josefschwarz n. 18 - 39010 Meltina (BZ) Tel. 0471 668033

Fax0471 668229 [email protected] - www.arundavivaldi.it

( SCELTI PER VOI )

2011

RoTTenSTeineR

Lagrein Grieser Riserva Select

Zona di produzione: BolzanoUvaggio: Lagrein 100%Altitudine: 260 m s.l.m.Sistema di allevamento: pergolaPeriodo di vendemmia: inizio ottobreVinificazione: in vasche di acciaio a temperatura controllataAffinamento: 12 mesi in barrique e 6 mesi in bottigliaColore: rosso rubino scuroOlfatto: viola, ciliegia, spezie dolci come la vaniglia e il cioccolatoGusto: pieno, tannino vellutato, persistente, con un lungo retrogusto di cioccolatoTemperatura di servizio: 18-20°CGradazione alcolica: 13 % Abbinamenti consigliati: in particolare carni rosse e selvaggina

Production area: BolzanoGrape variety: 100% LagreinAltitude: 260 m a.s.l.Training system: pergolaHarvest period: beginning of OctoberWine making: in stainless steel vats at controlled temperatureRefining: 12 months in barrique and 6 months in bottleColour: dark ruby redBouquet: violet, cherry, sweet spices like vanilla and chocolateTaste: full-bodied, velvety tannins, persistent, long chocolate aftertasteServing temperature: 18-20° CAlcohol: 13% by vol.Best with: red meat and game

Cantina Vini RottenSteineR hanS S.R.LVia Sarentino 1/A - 39100 Bolzano - Tel. 0471 282015

Fax 0471 407154 - [email protected] - www.rottensteiner-weine.com

2009

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KeLLeRei KALTeRn

PfarrhofLago di Caldaro Scelto classico superiore Doc

Zona di produzione: Pfarrhof Uvaggio: Schiava 95%, Lagrein 5%Altitudine: 240 m. s.l.m.Sistema di allevamento: pergola tradizionalePeriodo di vendemmia: fine settembreMaturazione: fermentazione in rosso con macerazione sulle bucce di 10 giorni a 25°C, fermentazione malolattica e maturazione sulle fecce fini per 6 mesiAffinamento: 5 mesi in botti di legno grandi, 2 mesi in bottigliaColore: rosso rubino brillanteOlfatto: fruttato con aromi di ciliegia, lampone e fragola, leggeri sentori di mandorlaGusto: pieno e sapido, tannini morbidi danno al vino rotondità e persistenza, finale fruttatoTemperatura di servizio: 14-16°CGradazione alcolica: 13% vol.Abbinamenti consigliati: si accompagna bene a speck e affettati, ma anche a carni bianche e formaggi freschi. Vino anche da fuori pasto

Production area: PfarrhofGrape variety: Schiava 95%, Lagrein 5%Altitude: 240 m a.s.l.Training system: traditional pergolaHarvest period: end of September Wine making: fermentation in red, maceration on the marc for 10 days at 25°C, malolactic fermentation and ageing on the fine marc for 6 months Refining: 5 months in big wood barrels and 2 months in bottleColour: bright ruby redBouquet: cherry, raspberry and strawberry fruity perfumes, light almond inklingsTaste: full-bodied, sapid, soft tannins give to the wine roundness and persis-tence, fruity endingServing temperature: 14-16° C - Alcohol: 13% by vol.Best with: speck, salami, white meat, fresh cheese. Ideal also as meditation wine

( SCELTI PER VOI )

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Cantina VaLLe iSaRCo Via Coste n. 50 - 39043 Chiusa (BZ) - Tel. 0472 847553 - Fax 0472 847521

[email protected] - www.cantinavalleisarco.it

CAnTinA VALLe iSARCo

SylvanerAristosAlto Adige Valle Isarco Doc

Zona di produzione: Chiusa, VelturnoUvaggio: 100% SylvanerAltitudine: 550 m s.l.m.Sistema di allevamento: GuyotPeriodo di vendemmia: inizio ottobreMaturazione: vinificazione in vasche di acciaio inox Affinamento: 5 mesi in botti di legno di acacia Colore: da giallo verdognolo a giallo chiaroOlfatto: fruttato con sentore di pesca e di mela verdeGusto: secco, robusto, persistente, frescoTemperatura di servizio: 10-12°CGradazione alcolica: 14 % vol.Abbinamenti consigliati: antipasti, tutti i piatti di pesce, asparagi, carni bianche, ideale anche come aperitivo

Production area: Chiusa, VelturnoGrape variety: 100% SylvanerAltitude: 550 m a.s.l.Training system: guyotHarvest period: beginning of October Wine making: in steel vatsRefining: 5 months in acacia wood barrels Colour: from yellow-greenish to pale yellow Bouquet: fruity with peach and green apple perfumes Taste: dry, strong, persistent and fresh Serving temperature: 10-12° CAlcohol: 14% by vol.Best with: appetizers, fish dishes, asparagus, white meat, ideal also as aperitif

2011

keLLeRei kaLteRn - CaLdaRo Via Cantine 12 - 39052 Caldaro (BZ) Tel. 0471 963149 Fax 0471 964454

[email protected] - www.kellereikaltern.com

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Vio GioBATTA

Bon in da bonPigato Doc

Zona di produzione: Reg. Marixe – Bastia d’AlbengaUvaggio: 100% PigatoAltitudine: 100 m s.l.m. Sistema di allevamento: a filare – potatura cordone speronatoPeriodo di vendemmia: fine ottobreMaturazione: 6 mesiAffinamento: 2 mesi in bottigliaColore: giallo paglierino caricoOlfatto: ampio con sentori aromatici e mandorlatiGusto: secco, intenso, persistente, con richiami ai profumi aromaticiTemperatura di servizio: 13-14° C stappando al momentoGradazione alcolica: 13,5 % vol. Abbinamenti consigliati: primi ai frutti di mare, pesce al sale, zuppa di pesce

Production area: Reg. Marixe – Bastia d’AlbengaGrape variety: 100% PigatoAltitude: 100 m a.s.l.Training system: row, spurred cordonHarvest period: end of October Ageing: 6 months

Refining: 2 months in bottleColour: bright straw yellowBouquet: ample, with almond aromasTaste: dry, intense, persistent with aromatic inklings that reminds the bouquetServing temperature: 13-14° CAlcohol: 13.5% by vol.Best with: seafood first courses, fish, fish soup

azienda aGRiCoLa BioLoGiCa Vio GioBattaVia Crociata, 24 - 17031 Bastia D’Albenga (Sv) - Tel. 0182 21856

Fax 0182 20538 - [email protected] - www.biovio.it

FARneTo DeL PRinCiPe

Ricupo

Igt Calabria

Zona di produzione: provincia di CosenzaUvaggio: 65% Magliocco, 15% Guarnaccia, 20% LacrimaAltitudine: 350 m s.l.m.Sistema di allevamento: a spallieraPeriodo di vendemmia: ottobreMaturazione: vinificazione in acciaio, maturazione in rovere francese 18+12Affinamento: in bottiglia 6-18 mesiColore: rosso intensoOlfatto: intenso, fruttato con sentori speziatiGusto: tessitura suadente con trama tannica fitta di grande pregioTemperatura di servizio: 18-20°CGradazione alcolica: 14% vol. Abbinamenti consigliati: carne di grande importanza, formaggi stagionati. Ottimo come vino da conversazione.

Production area: Province of CosenzaGrape Variety: 65% Magliocco, 15% Guarnaccia, 20% LacrimaAltitude: 350 m a.s.l.Training system: espalierHarvest period: OctoberWine making: in steelRefining: 6-18 months in bottleColour: intense redBouquet: intense, fruity and spicy perfumesTaste: inviting flavor with a dense tannic structureServing temperature: 18-20°CAlcohol: 14% vol.Best with: structured meat dishes, seasoned cheese. Excellent also for chatting

( SCELTI PER VOI )

2011 2009

azienda aGRiCoLa FaRneto deL PRinCiPeC.da Corvo, 113 - 87042 Altomonte (Cs) - Tel./Fax 0981 946208

[email protected] - www.farnetodelprincipe.it

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Cantina Li SeddiVia Mare, 29 - 07030 Badesi (OT) - Tel. 079 683052 - Fax 079683247

[email protected] - www.cantinaliseddi.it

CAnTinA Li SeDDi

Li PastiniVermentino di Gallura

Superiore Docg

Zona di produzione: Badesi (OT) - Zona S.I.C.Uvaggio: Vermentino 100%Altitudine: 5m s.l.m.Sistema di allevamento: Piede Franco - AlberelloPeriodo di vendemmia: fine settembreVinificazione: vinificazione in bianco con cisterne d’acciaio a temperatura control-lata Affinamento: periodo di riposo ed ulteriore affinamento in bottigliaColore: giallo paglierino con riflessi verdognoliOlfatto: ricco di profumi ed aromi tipici del ginepro e della macchia mediterraneaGusto:delicatamente aromatico con caratteristico retrogusto amarognolo Temperatura di servizio:12°C Gradazione alcolica: 15,5%Abbinamenti consigliati: antipasti e primi piatti a base di pesce, secondi di pesce alla griglia, formaggi stagionati come il pecorino sardo

Production area: Badesi (OT) - S.I.C. areaGrape variety: 100% VermentinoAltitude: 5 m a.s.l.Training system: Piede Franco – small treeHarvest period: end of September Wine making: vinification in white in stainless steel vats at controlled tempera-tureRefining: in bottle, after a period of restColour: straw yellow with greenish reflexes Bouquet: rich of typical perfumes and aromas of maquisTaste: delicate aromatic, typical bitterish aftertasteServing temperature: 12° CAlcohol: 15.5% by vol.Best with: appetizers, first dishes based on fish, grilled fish, seasoned cheese like pecorino

( SCELTI PER VOI )

2011

CAnTine SAnTA RiTA

Marà Vermentino di Sardegna Doc

Zona di produzione: bassa valle del fiume CoghinasUvaggio: Vermentino 100%Altitudine: 10 - 50 m s.l.m.Sistema di allevamento: guyotPeriodo di vendemmia: terza decade di settembreVinificazione: in biancoAffinamento: acciaio inoxColore: giallo paglierinoOlfatto: note di biancospino, frutta matura, note piacevoli di bacche di gineproGusto: sapido, pieno e caldo, di grande persistenza Temperatura di servizio: 10 -12° CGradazione alcolica: 15,5% volAbbinamenti consigliati: crostacei, grigliate di pesce e carni bianche

Production area: Coghinas valleyGrape variety: 100% VermentinoAltitude: 10-50 m a.s.l.Training system: guyotHarvest period: third ten days of September Wine making: in white Refining: in stainless steelColour: straw yellowBouquet: hawthorn, ripe fruit and juniper perfumesTaste: sapid,full-bodied, warm, persistent Serving temperature: 10-12° CAlcohol: 15.5% by vol.Best with: shellfish, grilled fish, white meat

Cantine Santa Rita Azienda vitivinicola La Marina Golfo dell’Asinara Srl Via Tempio, s.n.c. - 07039 Valledoria (SS) - Tel. 079 584284 - Fax 079 584284

[email protected] - www.cantinesantarita.it

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azienda aGRiCoLa teMa SRL Podere n. 1 ex Etfas di Santa Caterina di Pittinuri 09073 Cuglieri (OR) - Tel. 3474662990 - Fax 0785 851696

[email protected] - www.caponieddu.it

TeMA

Silbanis Vermentino di Sardegna Doc

Zona di produzione: Santa Caterina di Pittinuri – Cuglieri (OR)Uvaggio: Vermentino di Sardegna 100%Altitudine: 40 m s.l.m.Sistema di allevamento: a guyotPeriodo di vendemmia: metà settembreVinificazione: fermentazione a temperatura controllata (18-20°C) con lieviti selezio-nati e parziale fermentazione malolatticaColore: giallo paglierino brillanteOlfatto: bouquet lungo che ricorda i fiori della macchia mediterranea, di particolare finezzaGusto: ampio, vellutato con retrogusto lungo e avvolgenteTemperatura di servizio: 4 - 5°CGradazione alcolica: 13,5% volAbbinamenti consigliati: ideale come aperitivo, e perfetto con la cucina di mare, i formaggi non stagionati, fino ai dolci al cucchiaio e la frutta

Production area: Santa Caterina di Pittinuri – Cuglieri (OR)Grape variety: 100% Vermentino di SardegnaAltitude: 40 m a.s.l.Training system: guyotHarvest period: mid September Wine making: fermentation at controlled temperature (18-20°C) with selected yearns and partial malolactic fermentationColour: bright straw yellowBouquet: long, with Mediterranean maquis flowers, particularly fine Taste: ample, velvety, with long and enveloping aftertaste Serving temperature: 4-5° CAlcohol: 13.5% by vol.Best with: ideal as aperitif, with typical seaside cuisine, not too seasoned cheese, creams and fruits

( SCELTI PER VOI )

2011

GiUSePPe LeCiS

Sole MinoiCannonau di Sardegna Doc

Zona di produzione: Soleminis (CA)Uvaggio: Cannonau 100%Altitudine: 350 m s.l.m.Sistema di allevamento: cordone speronatoPeriodo di vendemmia: prima quindicina di ottobreVinificazione: macerazione per 10/15 giorni in acciaio, passaggio in cemento, barrique per un paio di mesi, poi di nuovo cementoAffinamento: in bottigliaColore: rosso rubino carico con riflessi violaceiOlfatto: profumo fruttato che ricorda la frutta matura e la confettura di frutti rossiGusto: sapore deciso, alcolico, vinoso, rotondo con evidente percezione del tan-nino, elevata acidità che regala un’equilibrata freschezza. Retrogusto duraturo ma non invadenteTemperatura di servizio: 15 - 16°CGradazione alcolica: 14% volAbbinamenti consigliati: arrosti decisi, cacciagione, formaggi stagionati e legger-mente piccanti

Production area: Soleminis (CA)Grape variety: 100% CannonauAltitude: 350 m a.s.l.Training system: spurred cordonHarvest period: first 15 days of October Wine making: 10-15 days of maceration in steel, passage in cement vats, then 2 months in barrique and other passage in cementRefining: in bottleColour: bright ruby red with purple reflexes Bouquet: fruity perfume, ripe fruit and red fruit marmalade Taste: sharp, winy, alcoholic, with evident tannins and high acidity that give it a well-balanced freshness, persistent but not pervading aftertaste Serving temperature: 15-16° CAlcohol: 14% by vol.Best with: roast meat, game, seasoned and spicy cheese

azienda aGRiCoLa LeCiS GiuSePPeVia Dolia, 6 - 09040 Soleminis (CA) - Tel./Fax 070 749060

[email protected]

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PASSoCAnnone

Passocannone Igt

( SCELTI PER VOI )

Zona di produzione: Etna Nord, Passopisciaro (CT), Contrada PassocannoneUvaggio: 100% Nerello Mascalese autoctono, vigneto certificato DocAltitudine: 700 m. s.l.m. - Sistema di allevamento: coltivazione a filare di viti basse (35 cm), cordone speronato e GuyotPeriodo di vendemmia: dal 10 al 15 Ottobre Vinificazione: in acciaio Affinamento: sistema di refrigerazione a freddo a - 4°C prima dell’imbottiglia-mento nella nostra cantina ristrutturata nel 2011Colore: rosso rubino intensoOlfatto: profumi di fiori autunnali, di eucalipto e di rosmarinoGusto: delicatoTemperatura di servizio: 18°C - Gradazione alcolica: 13,5-14% vol.Abbinamenti consigliati per le degustazioni: antipasti speziati e piccanti, pro-sciutto di Parma, Auricchio, pecorino pepato siciliano, olive nere amare, olive schiacciate etc. Pasti abbinabili: carni arrosto, alla griglia e in umido, stoccafisso alla messinese, zuppe di pesce, grigliate di pesce.Particolarmente raccomandato ai collezionisti di vino.

Production area: Etna Nord, Passopisciaro (CT), Contrada PassocannoneGrape variety: 100% : Nerello Mascalese, Doc certified varietyAltitude: 700 m a.s.l.Training system: low rows (35 cm) spurred cordon and guyotHarvest period: October 10th -15th Wine making: in steelRefining: cold refrigeration (-4°C) before bottling Colour: intense ruby redBouquet: flowery perfumes, rosemary and eucalypt aromasTaste: delicateServing temperature: 18° C - Alcohol: 13.5-14% by vol.Best with: spicy appetizers, Parma ham, Auricchio cheese, Sicilian pecorino cheese, sour black olives, roast, grilled or stewed meat, codfish, fish soups, grilled fish Recommended to wine collectors

2010

PaSSoCannone Via Nazionale, 2 – Strada Statale 120 dell’Etna e delle Madonie km 193,595012 Passopisciaro (CT) - Sede legale: Piazza Giolitti, 6 - 20133 MILANO Tel. 329 0299014;

335 6476635 Fax 02 93664525 [email protected] - www.passocannone.it

PoGGio DeGLi ULiVi

Poggio degli UliviBrunello di Montalcino Docg

Zona di produzione: zona sud-ovest di Montalcino (SI), che gode di un ottimo microclima e di una massima esposizione al sole durante tutto il giornoUvaggio: Sangiovese GrossoAltitudine: 330 m s.l.m.Sistema di allevamento: cordone speronato con basse cariche di gemme; le operazioni colturali sulla pianta vengono effettuate manualmentePeriodo di vendemmia: fine settembreMaturazione: in vasche di acciaio di ridotta capacità per 23 – 25 giorniAffinamento: 3 anni in botti di rovere da 25 hl e circa un anno in bottigliaColore: rosso rubino intenso con riflessi aranciatiOlfatto: fruttato e intensoGusto: armonioso e vellutatoTemperatura di servizio: 18° - 20°CGradazione alcolica: 14,5 vol. Abbinamenti consigliati: carni arrostite, cacciagione, formaggi stagionati

Production area: south-west of Montalcino (SI)Grape variety: Sangiovese GrossoAltitude: 3300 m a.s.l.Training system: spurred cordon with few gems per vine; exclusively manual intervention on the vinesHarvest period: end of September Ageing: 23-25 days in small steel vatsRefining: 3 years in 25hl oak barrels and 1 year more in bottleColour: intense ruby red with orange reflexesBouquet: fruity and intenseTaste: harmonic and velvetyServing temperature: 18-20° CAlcohol: 14.5% by vol.Best with: roast meat, game, seasoned cheese

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azienda aRiCoLa PoGGio deGLi uLiVi S.S.Via Spagni, 37 - 53024 Montalcino (SI) - Tel./Fax 0577 331524

Cel. 347 7908924 - [email protected] - www.tenutapoggiodegliulivi.it

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TenUTA DeLLo SCoMPiGLio

Lavandaia Madre Igt Toscana Rosso

Zona di produzione: località Vorno, Comune di Capannori (LU)Uvaggio: Prevalenza Sangiovese, Canaiolo e ColorinoAltitudine: 80 m s.l.m.Sistema di allevamento: guyotPeriodo di vendemmia: seconda settimana di ottobreVinificazione: 18 mesi, di cui 12 mesi in barriques di rovere franceseAffinamento: in bottiglia per 6 mesiColore: rosso rubino intensoOlfatto: esprime la fragranza prorompente della marasca matura, con sentori di ri-bes nero e una leggera confettura di mora, appena si fa presente il delicato legno, piacevole e amalgamato nella frutta rossaGusto: entra avvolgente, con una ottima concentrazione fusa fra uva, vino e legno che dà un equilibrio molto interessanteTemperatura di servizio: 18° CGradazione alcolica: 13,5 % volAbbinamenti consigliati: carni rosse, formaggi ben stagionati

Production area: Vorno, municipality of Capannori (LU)Grape variety: Sangiovese, Canaiolo e ColorinoAltitude: 80 m a.s.l.Training system: guyotHarvest period: second week of October Wine making: 18 months, 12 of which in French oak barriqueRefining: 6 months in bottleColour: intense ruby redBouquet: ripe morel cherry, with black currant, light blackberry marmalade, delicate wood inkling, pleasant and well-balanced with red fruitsTaste: enveloping, excellent concentration of grape, wine and wood that create an interesting balanceServing temperature: 18° CAlcohol: 13.5% by vol.Best with: red meat, seasoned cheese

tenuta deLLo SCoMPiGLioVia di Vorno, 67 - 55012, loc. Vorno, Capannori (LU) - Tel. 0583971438

Fax 0583971661 - [email protected] - www.delloscompiglio.org

( SCELTI PER VOI )

2009

CAnTinA Le CiMATe

Montefalco Sagrantino Docg

Zona di produzione: MontefalcoUvaggio: SagrantinoAltitudine: 360 m s.l.m. Sistema di allevamento: cordone speronatoPeriodo di vendemmia: prima settimana di ottobreVinificazione: dopo la diraspa-pigiatura, il vino viene fatto macerare sulle bucce per 20 gg con tre rimontaggi al giorno. Fatta la chiarifica e la filtrazione viene imbottigliatoAffinamento: 36 mesi di cui 12 in barriques, 4 in botte grande e 8 in bottigliaColore: colore fitto, di buona luminositàOlfatto: particolarmente ricco di note fruttate che richiamano confettura di ribes nero, liquirizia ed erbe officinaliGusto: strutturato, avvolgente, di lunga persistenzaTemperatura di servizio: 15-17°CGradazione alcolica: 15,5 % vol. Abbinamenti consigliati: cacciagione, stufati, lepre in salmì e carne di cervo

Production area: MontefalcoGrape variety: 100% SagrantinoAltitude: 360 m a.s.l.Training system: spurred cordonHarvest period: first week of October Wine making: destemming, maceration on the marc for 20 days with three pump-over per day. Clarification, filtering and bottlingRefining: 36 months, 12 in barrique, 4 in big barrels and 8 in bottlesColour: thick and brightBouquet: rich of flowery perfumes that reminds blackcurrant marmalade, liquorice and medical herbsTaste: enveloping, structured, persistentServing temperature: 15-17° CAlcohol: 15.5% by vol.Best with: game, stewed meat, jugged hare and venison

Cantina Le CiMateLoc. Cecapecore, 41 - 06036 Montefalco (Pg) - Tel. 0742 290136

[email protected] - www.lecimate.it

2008

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LA SoURCe

Petite ArvineDoc

Zona di produzione: Saint-Pierre (AO)Uvaggio: Petite Arvine 100%Altitudine:700-750 mt. s.l.m.Sistema di allevamento: guyotPeriodo di vendemmia: seconda decade di OttobreVinificazione: l’uva arriva in cantina raccolta in cassette, integra; si procede con una pressatura soffice seguita da decantazione statica a freddo. La fermentazio-ne alcolica è condotta a 18°C in recipienti di acciaio. Affinamento: il vino viene agitato sulle fecce fini per qualche mese prima di essere filtrato e preparato per l’imbottigliamento.Colore: giallo dorato con riflessi verdolini, molto finiOlfatto: sentori di fiori bianchi e melaGusto: secco, morbido e di buona strutturaTemperatura di servizio: 16°C Gradazione alcolica: 12.5 %Abbinamenti consigliati: antipasti, primi leggeri, insaccati, formaggi

Production area: Saint-Pierre (AO)Grape variety: Petite Arvine 100%Altitude: 700-750 m a.s.l.Training system: guyotHarvest period: second ten days of October Wine making: soft pressing, cold static decanting, alcoholic fermentation in stain-less steel vats at controlled temperature (18°C)Refining: some months on the marc before filtering and bottlingColour: gold yellow with greenish reflexesBouquet: white flowers and apple perfumesTaste: dry, soft, well-structuredServing temperature: 16° CAlcohol: 12.5% by vol.Best with: appetizers, light first courses, salami, cheese

La SouRCe sasLoc. Bussan Dessous, 1 - 11010 Saint-Pierre (AO) - Tel. 0165 904038 Fax 0165 909918

www.lasource.it - [email protected]

( SCELTI PER VOI )

2010

CAnTine SAn GioRGio

DiodoroPrimitivo di Manduria Dop

Zona di produzione: Manduria Uvaggio: Primitivo di Manduria 100%Altitudine: 200 m s.l.m.Sistema di allevamento: guyotPeriodo di vendemmia: fine agosto – inizio settembreVinificazione: pigiatura soffice con diraspatura delle uve. Temperatura di fermen-tazione 22/26°C, macerazione di 8 – 12 giorniAffinamento: in bottigliaColore: rubino brillanteOlfatto: frutti di rovo e aromi speziatiGusto: pieno, armonicoTemperatura di servizio: 18°CGradazione alcolica: 15% vol. Abbinamenti consigliati: piatti saporiti, formaggi stagionati, primi piatti a base di carne

Production area: ManduriaGrape variety: Primitivo di Manduria 100%Altitude: 200 m a.s.l.Training system: guyotHarvest period: end of August – beginning of SeptemberWine making: soft pressing, destemming, 8-12 maceration, fermentation at controlled temperature (22-26°C)Refining: in bottleColour: bright ruby redBouquet: wild small fruits and spicy aromasTaste: full and harmonic Serving temperature: 18° CAlcohol: 15% by vol.Best with: savoury dishes, seasoned cheese, first dishes based on meat

Cantine San GioRGioS.S. 7 Appia – Loc. Serro - 74027 San Giorgio Jonico (TA) - Tel. 099 5924445

Fax 099 5910368 - [email protected] - www.cantinesangiorgio.it

2008

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CarpanèIgt Veronese

( SCELTI PER VOI )

Zona di produzione: Valpolicella ClassicaUvaggio: Corvina 100% Altitudine: 400 m s.l.m.Sistema di allevamento: pergola veronesePeriodo di vendemmia: metà ottobre, raccolta manualeVinificazione: dopo un periodo di surmaturazione naturale in fruttaio di circa 30 giorni, la fermentazione avviene in botti troncoconiche di rovere da 50hl, per ca. 25 giorniAffinamento: in barriques per ca. 12 mesi, in botti grandi di rovere per ca. altri 12 mesi e in bottiglia per 6 mesiColore: rosso rubino decisoOlfatto: profumo di fiori e frutti di boscoGusto: al palato offre gradevoli sensazioni erbacee con sapori di spezie e mandorle amareTemperatura di servizio: 18-20° C Gradazione alcolica: 14.5 % volAbbinamenti consigliati: piatti di carni rosse e formaggi a lunga stagionatura

Production area: Valpolicella ClassicaGrape variety: 100% CorvinaAltitude: 400 m a.s.l.Training system: Veronese pergolaHarvest period: manual, mid October Wine making: natural over-ripening for 30 days, fermentation in 50 hl oak barrels for 25 daysRefining: 12 months in barrique and 12 months in big oak barrels, 6 months in bottleColour: intense ruby redBouquet: flowery and wild berries perfumesTaste: herbaceous inklings, spices and bitter almond aromas Serving temperature: 18-20° CAlcohol: 14.5% by vol.Best with: red meat, seasoned cheese

2008

azienda aGRiCoLa i SCRianiVia Ponte Scrivan, 7 37022 Fumane (VR)

Tel 045 6839251 Fax 0456801071 [email protected] www.scriani.it

CASA ViTiViniCoLA TinAzzi

MonterèValpolicella Doc Superiore

Ripasso

Zona di produzione: ValpolicellaUvaggio: 80% Corvina, 15% Rondinella, 5% Molinara Altitudine: 150 – 300 m s.l.m.Sistema di allevamento: guyotPeriodo di vendemmia: inizio ottobreVinificazione: macerazione per 10 giorni. A fine febbraio il vino viene ripassato sulle vinacce dell’Amarone per acquisire più corpo e complessitàAffinamento: in botti di rovere di Slavonia da 5, 10, 20 hl per un periodo di 12/18 mesiColore: rosso rubino carico e luminosoOlfatto: sentori di amarena e prugnaGusto: sapore deciso. Tannino bilanciato e morbido. Persistente Temperatura di servizio: 18 – 20°CGradazione alcolica: 14 % volAbbinamenti consigliati: risotti, piatti di carne arrosto, stufati

Production area: ValpolicellaGrape variety: 80% Corvina, 15% Rondinella, 5% MolinaraAltitude: 150 – 300 m a.s.l.Training system: guyotHarvest period: beginning of October Wine making: 10 days maceration. At the end of February wine is again posed on the marc of Amarone to get structure and complexity Refining: 12-18 months in 5, 10, 20 hl Slavonia oak barrelsColour: bright ruby redBouquet: sour black cherry and plum perfumesTaste: definite, soft and well-balanced tannins, persistentServing temperature: 18-20° CAlcohol: 14% by vol.Best with: risotto, roast and stewed meat

CaSa VitiViniCoLa tinazziVia delle Torbiere, 13 - 37017 Lazise (Vr) - Tel. 045 6470697

Fax 045 6471117 - [email protected] - www.tinazzi.it

2010

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MonTe FASoLo

SoloneDoc Fior d’Arancio Colli Euganei Passito

Zona di produzione: Colli Euganei (PD) Uvaggio: 100% Moscato Giallo - Altitudine: 300 m s.l.m. Sistema di allevamento: Guyot Periodo di vendemmia: seconda decade di Settembre Vinificazione: l’uva vendemmiata a mano viene messa in appassimento in ap-positi graticci in fruttaio a temperatura ed umidità controllate. Quando raggiunge l’appassimento voluto viene pigiata, lasciata macerare tre giorni nelle bucce, poi svinata e fatta fermentare a bassa temperatura per circa trenta giorni. Affinamento: alla fine della lavorazione viene conservato per almeno un anno in acciaio a contatto con le fecce nobili. - Colore: giallo oro Olfatto: note fruttate, molto intense, di dattero, di fiori di agrumi e di frutta tropi-cale matura, con una piacevole nota vanigliata di contorno Gusto: in bocca si presenta intenso, aromatico, di grande personalità, con un finale dolce ma non stucchevole. Temperatura di servizio: 14° C - Gradazione alcolica: 12,5% vol.Abbinamenti consigliati: dolci secchi, formaggi erborinati e stagionati oppure da solo come vino da meditazione

Production area: Colli Euganei (PD)Grape variety: 100% : Moscato Giallo Altitude: 300 m a.s.l.Training system: guyotHarvest period: second ten days of SeptemberWine making: drying in racks at controlled temperature and humidity, pressing, three days maceration on the marc, fermentation at low temperature for 30 daysRefining: 1 year in steel with noble marc Colour: gold yellowBouquet: intense fruity perfumes, ripe date, citrus and tropical fruits perfumes, light vanilla inklingTaste: aromatic, peculiar, sweet but not too muchServing temperature: 14° C - Alcohol: 12.5% by vol.Best with: dry confectionery, marbled or seasoned cheese, ideal as meditation wine

FattoRia Monte FaSoLo Via Monte Fasolo, 2 - 35030 Cinto Euganeo (PD) - Tel. 0429 634030 Fax 0429 634800 - [email protected] - www.montefasolo.com

( SCELTI PER VOI )

2006

SPARiCi LAnDini

Remo Igt

Zona di produzione: collina della zona di Montecorno, Sona (VR)Uvaggio: Cabernet, Sauvignon, Merlot, Sangiovese, BarberaAltitudine: 130 m. s.l.m. Sistema di allevamento: GuyotPeriodo di vendemmia: prima decade di ottobreVinificazione: raccolta manuale dei grappoli scrupolosamente selezionati, diradamento finale degli acini con vendemmia verde; 20 giorni di macerazione a temperatura controllataAffinamento: 18-24 mesi in barriquesColore: rosso rubino con riflessi rosso mattoneOlfatto: pieno, avvolgente, vellutato con armoniose note finali Gusto: avvolgente con sentori di frutti rossiTemperatura di servizio: 18/20°CGradazione alcolica: 13.5% vol.Abbinamenti consigliati: eccellente con le carni rosse, piatti a base di selvaggina e formaggi. È un gran vino da meditazione.

Production area: Montecorno hill, Sona (VR)Grape variety: Cabernet, Sauvignon, Merlot, Sangiovese, BarberaAltitude: 130 m a.s.l. Training system: GuyotHarvest period: first ten days of October Wine making: manual harvest with grapes selection and eventually with crop thin-ning with green harvest; maceration for 20 days at thermo-controlled temperatureRefining: 18/24 months in barriquesColour: ruby red with brick red reflections Bouquet: velvety full body ending into an harmonious and prestigious conclusionTaste: enveloping with red fruit aromas Serving temperature: 18/20°CAlcohol degree: 13.5% by vol. Best with: excellent accompaniment to red meat, game dishes and cheeses. It is a great wine for meditation

AZIENDA AGRICOLA SPARICI LANDINI Via Montecorno, 10/3 - 37060 Sona (VR) - Tel. e Fax 045 6081778

[email protected] - www.sparicilandini.it

2003

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TeDeSChi

Capitel Monte olmi Amarone della Valpolicella Doc

Zona di produzione: Valpolicella ClassicaUvaggio: 30% Corvina, 30% Corvinone, 30% Rondinella, 10% Oseleta, Negra-ra, Dindarella, Croatina e ForselinaAltitudine: 200 m s.l.m. - Sistema di allevamento: pergola trentinaPeriodo di vendemmia: fine settembre, inizio ottobreVinificazione: appassimento uve in fruttaio con controllo umidità. Pigiatura soffice, senza diraspatura. Fermentazione alcolica e macerazione: 45 giorni/temperatura massima 18° CAffinamento: in botti di Rovere di Slavonia da 30 hl per circa 3 anni; in bottiglia per minimo 6 mesi - Colore: rubino intenso. Limpido e trasparenteOlfatto: note di ciliegia, lampone e ribes rosso insieme a note di cioccolato, balsamiche e mineraliGusto: molto intenso e ricco, con una trama tannica elegante e una buona acidità. Note balsamiche, di confettura, sottobosco, pepe e spezie. Finale persistenteTemperatura di servizio: 16-18° C - Gradazione alcolica: 16% volAbbinamenti consigliati: selvaggina e carni rosse, brasati, formaggi stagionati

Zona di produzione: Valdadige TerradeifortiUva:100% Enantio - Altitudine:130 m s.l.m. Sistema di allevamento: pergola Periodo di vendemmia: ultima decade di ottobre Vinificazione: l’uva viene delicatamente diraspata e pigiata, segue poi la fermen-tazione alcoolica in acciaio a temperatura controllata compresa tra i 28-30° CAffinamento: 36 mesi in botti legno da 1.000 litri ove avviene la fermentazione malo lattica e successivi 6 mesi in acciaio Colore: rosso granato intensoProfumo: ampio, di grande complessità con spiccate note speziate e fruttateSapore: elegante, persistente, con una fibra tannica importante e ben evoluta accompagnata da ottima freschezzaTemperatura di servizio: 18°CGradazione alcolica: 15% vol.Abbinamenti consigliati: selvaggina, formaggi di lunga stagionatura, arrosti. Ottimo anche da soloNella foto Enantio. Enantio Riserva, ancora in fase di preparazione, sarà presentato al Merano Wine Festival 2012

Production area: Valpolicella ClassicaGrape variety: 30% Corvina, 30% Corvinone, 30% Rondinella, 10% Oseleta, Negrara, Dindarella, Croatina e ForselinaAltitude: 200 m a.s.l. - Training system: Trentine pergolaHarvest period: end of September – beginning of OctoberWine making: withering in rooms at controlled humidity, soft pressing without destemming, alcoholic fermentation and maceration for 45 days at 18°CRefining: 3 years in 30 hl Slavonia oak barrels, 6 months in bottleColour: clean and transparent ruby redBouquet: cherry, raspberry, redcurrant, ripe fruits perfumes, chocolate aromas, mineral noteTaste: intense and rich, with elegant tannins, good acidity and balsamic inklings, marmalade, underbrush, pepper and spicy aromas, persistent ending Serving temperature: 16-18° C - Alcohol: 16% by vol.Best with: game, red meat, braised meat, seasoned cheese, spicy food

aGRiCoLa F.LLi tedeSChi SRL - Via Verdi, 4/A – Fraz. Pedemonte 37029 San Pietro in Cariano (VR) - Tel. 045 7701487 - Fax 045 7704239

[email protected] - www.tedeschiwines.com

Roeno

enantio Riserva Terradeiforti, Doc

Production area: Valdadige Terradeiforti Grape Variety: 100% EnantioAltitude: 130 m a.s.l.Training system: pergolaHarvest period: end of OctoberWine making: soft pressing of the grapes, then spontaneous fermentation in steel at controlled temperature (between 28° and 30° C)Refining: 36 months in wood barrels of 1000 lt, where the malolactic fermenta-tion happens, then 6 months in steel Colour: intense garnet redBouquet: intense, persistent, complex, with fruity and spicy aromasTaste: tannic importance but delicate, fresh and evolved aromaServing temperature: 18°CAlcohol: 15% volBest with: game, seasoned cheese, roast meat. Excellent also alone

( SCELTI PER VOI )

2007 2008

azienda aGRiCoLa Roeno di FuGatti R. & C. Via Mama, 5 - 37020 Belluno Veronese (VR) Tel. + 39 045 7230110

Fax + 39 045 7270863 [email protected] - www.cantinaroeno.com

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( SCELTI PER VOI )

CAnTinA VALeRio

SannazzaroRosso del Molise Doc

Zona di produzione: Monteroduni (IS)Uvaggio: 100 % MontepulcianoAltitudine: 273 mt s.l.m.Sistema di allevamento: spalliera a cordone speronatoPeriodo di vendemmia: metà ottobreVinificazione: in acciaio inoxAffinamento: in barriques Allier e Troncais nuove per 4 mesiColore: rosso rubino intensoOlfatto: bouquet intenso con sentori di ribes, amarena, frutti rossi e prugna matura Delicate note di vaniglia e sfumature vegetaliGusto: deciso, caldo su fondo morbido e avvolgente. Tannini dolci e rotondi in un corpo di ottima struttura. Ottimo equilibrio e persistenza aromaticaTemperatura di servizio: 18 °CGradazione alcolica: 14 % vol.Abbinamenti consigliati: carni rosse con bella succulenza, piatti importanti e strutturati, con buona untuosità

Production area: Monteroduni (IS)Grape variety: 100% MontepulcianoAltitude: 273 m a.s.l.Training system: espalier, spurred cordonHarvest period: mid October Wine making: in stainless steelRefining: 4 months in Allier and Troncais new barriquesColour: intense ruby red Bouquet: intense, with ripe blueberry, sour black cherry, red fruits and plum perfumes, vanilla aromas and vegetal inklings Taste: definite, warm, soft and enveloping. Sweet and round tannins, well-struc-tured body, excellent balance and aromatic persistence Serving temperature: 18° CAlcohol: 14% by vol.Best with: red meat, structured dishes, with a good greasiness

Cantina VaLeRioLocalità Selvotta - 86075 Monteroduni (IS) - Tel. 0865 493043 - Fax 0865 491454

[email protected] - www.valeriovini.it

2010

RenATo KeBeR

zio Romi Friulano Doc Collioriserva

Zona di produzione: Zegla di Cormons, Doc Collio Uvaggio: Friulano 100% Altitudine: 100 m s.l.m.Sistema di allevamento: gujot Periodo di vendemmia: II decade di settembreVinificazione: naturale, lieviti indigeni, acciaioAffinamento: 24 mesi Colore: giallo paglierinoOlfatto: fruttato con pera e albicocca, erbe e spezie aromaticheGusto: asciutto, nota di mandorla dolce erbe balsamicheTemperatura di servizio: 12/14 °CGradazione alcolica: 13,50% volAbbinamenti consigliati: antipasti con insaccati, zuppe alle carni bianche e rosate

Production area: Zegla di Cormons, Doc CollioGrape variety: 100% FriulanoAltitude: 100 m a.s.l.Training system: guyotHarvest period: second ten days of September Wine making: natural, autochthonous yearns, steelRefining: 24 monthsColour: straw yellowBouquet: fruity, pear and apricot perfumes, herbs and aromatic spices Taste: dry, sweet almond and balsamic herbs inklingsServing temperature: 12-14° CAlcohol: 13.5% by vol.Best with: appetizers, salami, soups, white meat

az. aGR. Renato keBeRLoc. Zegla, 15 - 34071 Cormons (GO) - Tel 0481 639844

[email protected] - www.renatokeber.com

2009

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Koralis di Bertagnolli, una “coralità”

di profumi evergreen

Bio, bio e ancora bio: la tendenza green con-tagia anche il mondo della grappa. Un esem-

pio su tutti? Bio Grappa e Bio Grappa Barrique di Bertagnolli, dedicate ad un target di consu-matori responsabili che privile-giano la salvaguardia dell’am-biente nei propri comportamenti d’acquisto. Ecologici anche nel packaging, i due nuovi prodotti si distinguono anche per l’uso di carta riciclata e inchiostri ad acqua in etichetta. La presenza di vinacce di Teroldego e Ama-

rone provenienti da due aziende biologiche, Foradori e Trabucchi d’Illasi, ha dato origine ad un blend davvero sorprendente, con sentori di frutti di bosco, mirtilli e una lieve sfumatura di passito, ottenuta proprio grazie all’Ama-rone. La differenza tra i due di-stillati “quasi gemelli” si nota nella maggiore rotondità e mor-bidezza della barricata, che si differenzia anche grazie alle note di vaniglia, risultando simile a Koralis, altro distillato “evergre-en” di Bertagnolli. Vincitrice del premio “Grappa dell’anno 2008”

e dell’ “ISW Gold 2012”, Koralis rappresenta un mix ben riuscito di Teroldego, Gewurztraminer e Chardonnay invecchiate per due anni in piccole barrique francesi di Limousine, Troncais e Allier. Destinata soprattutto al canale horeca, ha conquistato anche il gentil sesso e una larga fetta di consumatori dell’Italia centro - meridionale, che privilegiano le grappe invecchiate e più “faci-li da bere” rispetto a quelli del Nord che, invece, per tradizione, preferiscono le classiche “bian-che”. (m.m.)•

Continua il successo della distilleria trentina, tra importanti riconoscimenti, conferme e novità

distilleria BertagnolliVia del Teroldego, 11/13

38016 Mezzocorona (TN)Tel. 0461 603800 Fax 0461 [email protected] www.bertagnolli.it

Per la celebrazione del 2 giugno l’Ambasciatore italiano a Praga ha celebrato la festa della Repubblica con una degustazione di prodotti Bertagnolli, alla quale ha partecipa-to anche il Presidente Ceco Vaclav Klaus.

L’Azienda è stata insignita del Pre-mio “Città d’Impresa” 2012 asse-gnato per il contributo concreto allo sviluppo economico del Paese.

E’ stata l’unica distilleria italia-na che ha aperto un temporary shop a Milano in Corso Gari-baldi. Noi de “I Grandi Vini” (e non solo) attendiamo con ansia il bis.

Koralis by Bertagnolli, a combination of evergreen perfumesThe distillery of Trentine confirms its success with new important acknowledgments and interesting new labels

The organic trend infects the world of grappa too. Bertagnolli proposes its new Bio Grappa and Bio Grappa Barrique to those customers who care for the envi-ronment and chose organic prod-ucts responsibly. These organic grappa have also an ecological packaging, made of recycled pa-per printed with water inks. The fresh marc of Teroldego and Ama-rone that comes from two organic farms, Foradori and Trabucchi d’Illasi, give life to a surprising blend, with blueberry perfumes combined with the typical light “passito” aroma of Amarone. The main difference between these two distillates is that the aged in bar-rique one has a rounder and softer taste, and also it’s characterized by a vanilla aroma that makes it akin to Koralis. This last one, a good mix of Teroldego, Gewurztra-miner and Chardonnay aged two years in small French Limousine, Troncais and Allier barrique, has been awarded as the best Grappa of 2008 and in 2012 with the ISW Gold medal. Its taste has con-quered the tasters of south-centre Italy who prefers aged and easy-to-drink grappa instead of the tra-ditional white ones.

Information in pills:On the occasion of the celebra-tions of the Italian Republic an-niversary, the Italian Ambassador in Prague has chosen Bertagnolli grappa for a special tasting. The president of Czechoslovak has par-ticipated and appreciated too.The distillery has been awarded with the prize “Città d’Impresa” 2012 for its important contribu-tion to the economical develop-ment of Italy. Bertagnolli has been the only Italian distillery that has opened a temporary shop in Corso Garib-aldi, in Milan.

QUALChe noTA in PiLLoLe

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diStiLLeRia BeRtaGnoLLiVia del Teroldego 11/13 - 38016 Mezzocorona (TN) - Tel. +39 0461 603800

Fax +39 0461 605580 - [email protected] - www.bertagnolli.it

DiSTiLLeRiA BeRTAGnoLLi

Bio Grappa

Vitigni: Teroldego e AmaroneProvenienza delle vinacce: Azienda Agricola Foradori e Azienda Agricola Trabucchi d’IllasiDistillazione: bagnomaria discontinuo alimentato a vaporeAffinamento: nessunoColore: brillante e trasparenteProfumo: intenso, con spiccate note fruttateGusto: piacevole, deciso, leggermente vinoso, armonicoTemperatura di servizio: 18° CTenore alcolico: 40% vol.Abbinamenti consigliati: formaggio fresco e saporito di malga

Grape variety: Teroldego and AmaroneOrigin of the marc: Azienda Agricola Foradori and Azienda Agricola Trabucchi d’IllasiDistillation method: discontinuous steam bain-marie alembicRefining: noColour: transparent and bright Bouquet: intense and fruityTaste: pleasant, sharp, light winy, harmonicServing temperature: 18° CAlcohol: 40% by vol.Best with: fresh and savoury malga cheese

( SCELTI PER VOI )

•••

Domenica 7 ottobre torna l’appunta-mento con Grapperie Aperte, evento promosso dall’Istituto Nazionale Grap-pa e giunto alla nona edizione. “Per un’intera giornata si apriranno le por-te delle distillerie al grande pubblico per far conoscere non solo i prodotti ma anche i segreti su come nasce il distillato di bandiera del Belpaese. – spiega Cesare Mazzetti dell’Istituto Nazionale Grappa - Sempre di più i consumatori sono interessati a cono-scere di persona come nasce un pro-dotto, la storia e la cultura che lo ha tramandato fino a noi. Infatti il turismo esperienziale, è quello che ha regi-strato una notevole crescita anche in un periodi di crisi economica. L’emo-zione del ‘toccar con mano’ ciò che tu assaggi, riporta a ricordi ancestrali. Si

tratta anche di una esperienza storica e culturale: la maggior parte delle 136 grapperie italiane funziona ancora con alambicchi antichi, e sono tutti diversi l’uno dall’altro. E’ per questo motivo che Grapperie Aperte che ogni anno porta nelle nostre distillerie migliaia di visitatori. Domenica 7 ottobre, non ci saranno però solo le degustazioni e le visite guidate ad attendere i visitatori, ma anche una serie di eventi collaterali che ogni grapperia sta mettendo a punto per rendere ancora più piacevo-le la sosta di chi deciderà di trascorre-re qualche ora in loro compagnia.Per info: www.istitutograppa.org

GRAPPeRie APeRTe TRA ALAMBICCHI E DEGUSTAzIONI

domenica 7 ottobre torna l’appuntamento per entrare in contatto con il mondo della distillazione italiana

di Giovanni PellicciDistillati & Co

eLVio BonoLLo ALLA GUIDA DELL’ISTITUTO NAzIONALE GRAPPA FINO AL 2015

L’imprenditore veneto raccoglie il testimone da Cesare Mazzetti

Cambio della guardia per l’Istituto Nazionale Grappa. Dopo due mandati consecutivi, Cesare Mazzetti lascia la carica di presidente a Elvio Bonollo, l’imprenditore veneto della quarta generazione della famiglia che dal 1908 guida le Distillerie Bonollo Umberto di Mestrino, in provincia di Padova. Bo-nollo, già vicepresidente durante la presidenza di Mazzetti il quale a sua volta resterà vicepresidente, sarà in carica per il triennio 2012-2015. “Sono veramente onorato di poter presiedere l’Istituto in cui assieme ai tenaci col-leghi abbiamo condotto continue attività dirette alla difesa e valorizzazione della nostra acquavite più preziosa - ha commentato il neo eletto Presidente - Col sostegno di tutto il consiglio porrò il massimo impegno nello sviluppo delle iniziative di tutela e promozione della nostra acquavite di bandiera”. Nominati, inoltre, i consiglieri referenti per i sei istituti regionali: Paolo Covi (Valle d’Aosta), Alessandro Revel Chion e Alessandro Frantoli (Piemonte), Riccardo Ottina (Lombardia), Beppe Bertagnolli e Bruno Pilzer (Trentino), Werner Psenner (Alto Adige) e Alessandro Maschio e Giovanni Brunello (Ve-neto). In rappresentanza degli aderenti singoli sono stati eletti anche Maria Carla Bonollo, Luigi Gozio e Andreas Roner, mentre entrano in consiglio come membri di diritto Luigi Odello, Sergio Moser e Antonio Emaldi.

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Un esempio concreto della ca-pacità di promuover un territorio facendo sistema è arrivata dalla 17^ edizione della Primavera del Prosecco, promossa dall’omoni-ma Strada in collaborazione con un fitto gruppo di partner pubblici e privati. In tempi di crisi e di ridotte risor-se a disposizione, gli operatori dell’area Docg del Prosecco hanno fatto squadra, allestendo un ricco calendario di eventi (da febbraio fino a giugno), capace di attrarre esperti ed appassio-nati di enoturismo (ben 130 mila nell’edizione 2011). Dettagliato e molto interessante il tour che ha permesso di andare alla scoperta del centro storico di Conegliano, di una delle primissime Scuole

Enologiche d’Italia (la fondazione di quella di Conegliano risale al 1876) nonché degli storici stabi-limenti produttivi della casa spu-mantistica Carpenè Malvolti, nata nel 1868 e giunta oggi alla quinta generazione.All’interno del programma della Primavera, seppur con un’orga-nizzazione diversa e affidata al Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Supe-riore Docg, si è svolta anche la 15^ edizione di Vino in Villa, dal 20 al 22 maggio scorsi. Il Festival Internazionale ha richiamato nel-lo splendido scenario del Castel-lo di San Salvatore a Susegana (provincia di Treviso) gli amanti delle bollicine per assaggiare le versioni Brut, Extra Dry e Dry

dell’annata 2011 proposte dalle 69 aziende aderenti.Quelli del Prosecco sono numeri in grande ascesa e destinati a crescere ulteriormente. Nel 2011 sono stati 68 i milioni di bottiglie prodotte, di queste circa il 40% va all’estero, con Germania e Sviz-zera mercati storici e quello Usa in grande crescita. Oltre ai calici, spazio anche al gusto con la presenza dello chef danese Klaus Styrbaek nell’am-bito di “Autoctono Cosmopolita” realizzato in collaborazione con Vittorio Castellani, alias chef Ku-malè. A conferma della vocazione verso l’estero delle bollicine di Prosecco, il cuoco ha presentato il menù “Primavera di Fionia” con piatti realizzati con prodotti arriva-ti direttamente dalla regione della Danimarca in cui si trova la città di Odense.

Il 15 ottobre il Simposio della Confraternita di Valdobbiadene sulla ristorazione del futuro

Il Prosecco Superiore ha la tempra anti-caldo

di Giovanni PellicciBollicine News

IN FRANCIACORTA SCENDE LA QUANTITà MA SALE LA QUALITà

in seguito alle disposizioni varate dal Consorzio quest’anno un ettaro darà al massimo 7.600 bottiglie

Buone sensazioni dalla raccolta delle Uve in Fran-ciacorta, regione che ha inaugurato la stagione ven-demmiale in Italia. “Possiamo dire di aver visto una primavera singolare, dal punto di vista climatico, con alternanza di caldo e freddo seguito da caldo asciut-to, patologie praticamente assenti ed anticipo del Pinot Nero con cui siamo partiti quest’anno” afferma Silvano Brescianini, vicepresidente del Consorzio Franciacorta con delega tecnica. I tecnici del con-sorzio riferiscono che lo stato fitosanitario delle uve è eccellente. I primi riscontri analitici confermano la qualità dell’uva e dei mosti con un ottimale equilibrio zuccheri/acidità e pH sufficientemente bassi. A causa di qualche brusco abbassamento di temperature du-rante la delicata fase della fioritura primaverile, sono stati stimati carichi medi di 80-90 quintali per ettaro di uva vendemmiata atta a Franciacorta (Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero). Registreremo una sensi-bile diminuzione rispetto al 2011 che potrà portare ad un incremento della qualità, grazie anche alla riduzio-ne delle rese di trasformazione delle uve in vino da 65 a 60 ettolitri per ettaro. “Per effetto della riduzione delle rese di trasformazione delle uve in vino votata dall’assemblea dei soci del Consorzio, un ettaro di Franciacorta quest’anno darà al massimo 7.600 bot-tiglie, rispetto alle 8.600 degli scorsi anni - continua Silvano Brescianini. La pressatura ancora più soffice consentirà di ottenere vini base eleganti e complessi, potenzialmente più longevi, che potranno portare il Franciacorta ad un livello qualitativo ancor superiore. E’ comunque presto per parlare di qualità. Dovremo aspettare almeno 25 mesi dalla vendemmia, anche se credo ne varrà la pena”.

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di Giovanni PellicciA tutta Birra

L’arte arriva sulle etichette di uno dei più famosi brand mon-diale della birra con la prima edizione di Beck’s Art Labels italiana. Musicisti e artisti po-liedrici di fama internazionale si sono infatti divertiti a colorare le etichette delle bottiglie Beck’s. Artisti del calibro di M.I.A, Bloc Party, Seeed, Boys Noize&Paul Snowden e Anton Corbijn han-no liberato la fantasia su circa 30 milioni di bottiglie in vendita in Italia in queste settimane. Le cinque Art Labels andranno a sostituire le tradizionali etichet-te e su tutte le bottiglie Beck’s

e Beck’s Next comparirà una delle cinque opere d’autore. L’obiettivo è dare visibilità e voce a qualsiasi tipo di arte o musica. “Con le Art Labels ab-biamo fatto un ulteriore passo avanti donando le nostre eti-chette ad artisti internazionali come se si trattasse di una vera e propria tela bianca – spiega Oliver Bartelt, Beck’s Communication Manager - per-mettendo loro di trasmettere la stessa ispirazione a milioni di persone”. In Gran Bretagna le etichette Beck’s dedicate all’arte hanno già alle spalle ol-

tre 25 anni di successi. Grandi personalità come Damien Hirst, Andy Warhol, Yoko Ono e Jeff Koons hanno presentato le loro creazioni sulle bottiglie inglesi di Beck’s, prima di diventare icone cult.

CoMUniCAzione

CoMPLeAnno

PiLSneR URQUeLLe FESTEGGIA 170 ANNI DI VITA

iL BeCK’S ART LABeLS SBARCA ANCHE IN ITALIA

in circolazione oltre 30 milioni di bottiglie di birra destinate a diventare oggetti da collezione

La prima cotta risale al 5 ottobre 1842 quando a Pilsen la realizzò il mastro birraio Josef Groll

Le donne italiane preferiscono la birra“

in Secondo i dati assoBirra-ipso sono 16,4 milioni le italiane che amano le “bionde”

E’ sempre più stretto il rapporto tra la birra e l’universo femminile. Secondo gli ultimi dati di una ricerca condot-

ta da AssoBirra e Ipso sono infatti 16,4 milioni le donne italiane che dichiarano di bere la birra (preferibilmente

un calice da 20 centilitri) perché naturale, meno alcolica del vino e conveniente. Inoltre, rispetto ai maschi,

quello femminile è un consumo più responsabile: solo 1,4 milioni (il 5,6% rispetto all’11,7% degli uomini)

sorseggia birra tutti i giorni, mentre il 20,6% sceglie un consumo settimanale e il 36,5% si limita ad una pinta

al mese. Le donne preferiscono la birra ai pasti, specie se fuori casa, e tengono a scegliere soprattutto le

“chiare” perchè meno alcoliche e più fruttate. E chi sostiene che la birra faccia ingrassare ecco la smentita

di AssoBirra. Una birra piccola corrisponde a circa 68 calorie, meno di quelle contenute in un succo di frutta

o in un soft drink.

Pilsner Urquell, lo storico marchio made in Repub-blica Ceca, si appresta a festeggiare i 170 anni dalla prima cotta, avvenuta ad opera del mastro birraio bavarese Josef Groll, il 5 ottobre 1842 a Pilsen, a circa 100 km da Praga. Nella città di Pilsen, dove ha sede lo storico birrificio e ancora oggi unico luogo di produzione dell’autentica Pil-sner Urquell, è in programma un brindisi speciale proprio nella giornata del 5 ottobre per festeggiare il prestigioso anniversario. Numerosi anche gli ap-puntamenti previsti in Italia negli oltre 160 punti vendita selezionati, dove ci saranno attività e gad-get firmati Pilsner Urquell, per arrivare, proprio al 5 ottobre, alle feste organizzate a Milano e a Roma nelle quali si potrà degustare la Pilsner Urquell non filtrata e non pastorizzata, in un simbolico ab-braccio con la storica cittadina boema e sarà un po’ come sentirsi nelle suggestive gallerie del bir-rificio. Per l’occasione sarà realizzata una bottiglia celebrativa, la Limited Edition 170, in pochissimi e preziosi pezzi per i veri collezionisti.

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di Giovanni PellicciExtravergineNews

Così come per il vino, anche l’olio targato 2012 subirà le conseguen-ze del bizzarro me-teo di questi mesi.

Analisi più dettagliate da un punto di vista qualitativo e quantitativo del raccolto ole-ario italiano saranno tracciate tra qualche settimana ma le sensazioni sono già piuttosto chiare. “Non sarà un’annata a cinque stelle per l’olio ex-travergine di oliva ma gli ita-liani, nel 2012, faranno il pieno di salute” è quanto affermato da Massimo Gargano, Presidente di Unaprol – Consorzio Olivicolo Italiano - durante il convegno “Olio, bandito

il falso d’autore!”, organizzato dal Consorzio Olivicolo Italiano e da Coldiretti, nell’ambi-

to della 76/ma edizione del-la Fiera del Levante di Bari. “Complici le alte tempera-ture – ha confermato Mau-rizio Servili, dell’Università degli Studi di Perugia – l’extravergine made in Italy della campagna 2012/2013 avrà meno aromi ma sarà ricco di sostanze fenoliche bioattive. Avrà cioé più

antiossidanti”. Il trend dell’olio di qualità made in Italy è decisamente positivo come confermano i dati relative alle vendite nel primo semestre 2012. •

Dal 1° novembre al 9 dicembre

torna Frantoi Aperti, l’iniziativa de-

dicata alla valorizzazione dell’Olio

DOP Umbria, ideata e realizzata

dall’Associazione Strada dell’ Olio,

in collaborazione con il Consorzio

di Tutela, Città dell’Olio e Comu-

nità Montana dei Monti Martani

Serano e Subasio. La 15^ edizione

coinvolgerà tutto il territorio delle

province di Perugia e Terni con sei

week-end dedicati all’extravergine.

Protagonisti dell’evento saranno le

cinque prestigiose zone della DOP

dell’Umbria: i Colli del Trasimeno, i

Colli Orvietani, i Colli Amerini, i Colli

di Assisi - Spoleto e i Colli Martani.

In programma tasting con pregiate

degustazioni, aperitivi, convivium e

banchetti per godere in compagnia

di tutti i profumi enogastronomici

del territorio. Inoltre è possibile se-

guire gli itinerari turistici ad hoc pen-

sati per la manifestazione e dedicati

ai piccoli teatri, ai castelli medievali,

alle chiesette romaniche, ai palazzi

e agli ulivi secolari.

Per info:www.frantoiaperti.net

www.stradaoliodopumbria.it

Negli itinerari enogastronomici d’au-tunno, vale la pena fare una tappa per assaggiare le produzioni dell’Oleificio Gabro, che si trova a Lauropoli, nella Piana di Sibari, in provincia di Cosen-za. Si tratta di una zona baciata dal mar Jonio e protetta dalle montagne del Pol-lino. L’oleificio Gabro è stato fondato nel 1909 e da tre generazioni porta avanti una produzione basata sulla costante ricerca della qualità. Questo percorso si è tradotto, già nel 1990, nel diventare il primo frantoio d’Italia con olive che pre-sentano la certificazione da agricoltura biologica. Le olive utilizzate rientrano nelle zone di produzione e nelle culti-var utilizzate per il DOP Bruzio Sibari-

tide (Grossa di Cassano e Tondino) e sono, appunto, tutte bio. La filiera di produzione Gabro parte dagli uliveti che circondano l’azienda. Le olive raccolte vengono conferite al frantoio e lavorate entro le 24 ore. Tre le linee di produ-zione con una capacità massima di 60 mila Kg di olive al giorno; uno l’impianto di imbottigliamento, completamente au-tomatizzato, in grado di raggiungere 3 mila bottiglie l’ora.

Anche l’extravergine made in Italy risentirà delle conseguenze

delle bizzarrie meteorologiche

dal 1° novembre al 9 dicembre 6 week end dedicati alle 5 doP umbre

L’oleificio Gabro, fondato nel 1909, ha ottenuto la certificazione biolo-

gica in italia nel 1990

Bio

L’olio 2012 sarà meno profumato ma ricco di antiossidanti

In Umbria l’autunno apre i frantoiNELLA PIANA DI SIBARI iL FRAnToio Bio Più AnTiCo D’iTALiA

Numeri Extravergine

220 milioni di litri di olio venduti a giugno 2012 in Italia860 milioni di euro il valore del venduto nel primo semestre dell’anno+2% l’incremento delle vendite rispetto allo stesso periodo del 2011+ 8% la crescita delle vendite registrate a lu-glio 2011 in Italia73% del fatturato comprende olii extravergine 14% è invece la percentuale di olio di oliva 11% l’olio con il marchio 100% italiano

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SiAL

Parigi, 21 – 25 ottobre 2012

La più importante food exhibition del mondo torna dopo l’edi-

zione 2010, che aveva registrato grandi numeri di visitatori ed

espositori. Un appuntamento immancabile per l’industria del

food. www.sialparis.fr

AUToChTonA

Bolzano, 22 – 23 ottobre 2012

Si scaldano i motori per la nona edizione di Autochtona, il Forum italiano dei vini

autoctoni di Fiera Bolzano. Tra gli appuntamenti più attesi della manifestazione ci

sarà “Autoctoni che passione!”, la selezione dedicata alle migliori etichette in espo-

sizione. Una giuria internazionale degusterà i vini delle aziende aderenti, presenti ad

Autochtona autonomamente o rappresentate da Consorzi o enti di tutela. Al termine

degli assaggi saranno assegnati gli Autochtona Awards, divisi in sei categorie: “Mi-

glior vino rosso”, “Miglior vino bianco”, “Migliore vino dolce”, “Miglior vino rosato”,

“Migliori bollicine” e “Premio speciale Terroir”. A questi si aggiunge il “Premio visitato-

ri”. Da regolamento sono ammessi solo vini con una percentuale di vitigni autoctoni

italiani pari o superiore del 95%.

www.autochtona.it

Wine AnD FooD LoDi

Lodi, 1 – 4 novembre 2012

La seconda edizione del Wine and Food Lodi si svolgerà in due padiglioni, uno

“wine” e uno “food”. Durante i quattro giorni della manifestazione sarà possibile

degustare gratuitamente i prodotti in esposizione e acquistare a prezzi di favore

prodotti tipici e vini pregiati provenienti da tutte le regioni d’Italia e dalle zone più note

delle Francia, in collaborazione anche con Onav Lombardia. La fiera sarà aperta al

pubblico ogni giorno dalle 10 alle 19, mentre il sabato l’apertura sarà prolungata

sino alle 24. Una mostra mercato giovane ma che promette bene: drink, eat, enjoy!

www.wineandfoodlodi.it

Food&Beveragendadi Claudia Cataldo

TU Wi – TUSCAnY WineArezzo, 20 – 22 ottobre 2012La vetrina del vino toscano di qualità, dedicata agli opera-

tori del settore nazionali ed esteri e ai winelovers. Presso

Arezzo Fiere e Congressi, con la collaborazione di Vinitaly

Verona. www.tu-wi.it

www.aedes.bzwww.aedes.bz

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Tecnica innovativa per la frutti- e viticolturaInnovative technology for fruit- and viticulture„ “

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siamo presenti

enoLoGiCAFaenza, 16 – 19 novembre 2012Il Salone del vino e del prodotto tipico dell’Emilia Romagna aprirà i battenti ai visitatori per i primi tre giorni, mentre il 19 sarà riservato ai soli operatori e professionisti del settore.www.enologica.org

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Torino, 2

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2012

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sa per territori e persone, descrivendo un patrim

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incredibile. Con Slow Food e Terra Madre, uniti nello slogan “cibi

che cambiano il mondo”.

AUTOCHTONA 2012 plus22 - 23 ottobre 2012 | Bolzano

Forum dei vini autoctonilun-mar: 11.00-18.00

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22 - 23 ottobre 2012 | BolzanoForum dei vini autoctonilun-mar: 11.00-18.00

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AREA D‘ATTIVITÀ:*OImprenditoreODirettoregeneraleOResponsabileOCollaboratoreINFORMATIVA ESSENZIALE ai sensi del Dlgs nr. 196 del 30/06/2003 “CODICE DELLA PRIVACY”, Art. 13. i dati da Lei forniti vengono

utilizzati da Fiera Bolzano SpA, con sede a Bolzano in Piazza Fiera 1, titolare del trattamento, per fini amministrativi e statistici. L’in-

formativa completa relativa al trattamento dei dati personali, che integra la presente informativa essenziale, come anche tutti i diritti

dell’interessato sono consultabili sul nostro sito web all’indirizzo www.fierabolzano.it/privacy-i.htm.

CONSENSO FACOLTATIVO PER ATTIVITÀ PROMOZIONALI ai sensi del Dlgs nr. 196 del 30/06/2003 “CODICE DELLA PRIVACY”, Art.

23. il sottoscritto acconsente che i dati personali forniti vengano utilizzati da Fiera Bolzano SpA per finalità informative, marketing,

pubblicità e rilevazione del grado di soddisfazione della clientela, compreso l’invio di materiale illustrativo relativo alla fiera in oggetto,

anche mediante strumenti telematici.

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Sì, dò il consensoFirma

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Page 99: I Grandi Vini Settembre-Ottobre

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Programma Merano WineFestival

09 novembre 1210:00 - 18:00 bio&dynamica 19:00 - 22:00 Opening Gala Dinner

10 novembre 1210:00 - 18:00 Union des Grands Crus de Bordeaux 10:30 - 13:00 Vini Buoni d’Italia 2013 - Mario Busso (Touring Club Italiano) 12:30 - 14:00 Degustazione Guidata GIULIO FERRARI - CANTINA FERRARI 14:30 - 16:00 Degustazione Guidata MASSETO - TENUTA DELL’ORNELLAIA 16:30 - 18:00 Degustazione Guidata BERNCASTELER DOCTOR RIESLING AUSLESE

11 novembre 1210:00 - 18:00 Union des Grands Crus de Bordeaux 10:30 - 12:00 Degustazione Guidata RANGEN E BRAND GRAND CRU RIESLING

12:30 - 14:00 Degustazione Guidata CHARMES E MAZOYÉRES-CHAMBERTIN

GRAND CRUS 14:30 - 16:00 Degustazione Guidata AMARONE - ROMANO DAL FORNO

16:30 - 18:00 Degustazione verticale GRAPPA e UE® ACQUAVITI D’UVA NONINO

MONOVITIGNO® e RISERVA D’ECCEZIONE 12 novembre 1210:00 - 17:00 New Entries 10:00 - 17:00 Annate Vecchie 10:30 - 11:30 Degustazione Guidata GLENELLY & KLEIN CONSTANTIA 13:00 - 14:30 Degustazione Guidata SASSICAIA - TENUTA SAN GUIDO 15:00 - 16:30 Degustazione Guidata BAROLO MONPRIVATO - MASCARELLO

GIUSEPPE E FIGLIO

MeRAno WineFeSTiVALMerano, 10 – 12 novembre 2012Il salotto buono dei vini italiani – e non solo - torna al Karhaus di Merano. Dopo il gran lavoro delle 9 commis-sioni d’assaggio, sarà possibile trovare il gotha dell’enolo-gia internazionale. Tante le novità d’eccezione, come “En primeur Bordeaux 2011”. Questa edizione si distinguerà senza dubbio per le degustazioni e le verticali proposte, curate da Ian D’agata. L’intero ricavato sarà poi devoluto alle vittime dei terremoti de L’Aquila e dell’Emilia, come espressamente voluto dal fondatore Helmuth Köcher.www.meranowinefestival.com

honG KonG inTeRnATionAL

Wine & SPiRiTS FAiR

Hong Kong, 8 – 10 novembre 2012

Una delle principali fiere dedicate al vino e alle bevande alcoliche dell’Asia e, visti i trend di

importazione, un’ottima occasione business. Vi partecipano produttori di vino e operatori

da tutto il mondo.

FoRUM Vini MonACo

Monaco, 9 – 11 novembre 2012

La manifestazione tedesca propone una vasta selezione di vini e distillati, con un banco

d’assaggio con i vincitori del Mundus Vini 2012 e un tasting speciale “Best of Rioja”.

www.forum-vini.de

enoLieXPoFermo, 18 – 20 gennaio 2013Con la piena adesione di tutte le principali organizzazioni di categoria, consorzi di tute-

la, enti camerali e istituzioni, nasce un nuovo grande appuntamento fieristico e di ag-giornamento professionale per gli operatori e i produttori delle filiere del vino e dell’olio. Si tratta di EnoliExpo Adriatica, che dal 18 al 20 gennaio 2013 sarà ospitata nei 6 mila metri quadrati del Fermo Forum. Una rassegna fortemente innovativa, che ha scelto di caratterizzarsi nell’esposizione di macchinari, attrezzature, prodotti e servizi in funzione di un territorio specifico: la dorsale Adriatica, nella doppia cornice della sponda italiana e di quella balcanica. Un’ampia esposizione che si caratterizza per un filo conduttore non territoriale o settoriale, piuttosto per le peculiarità pedoclimatiche e le modalità di raccolta e lavorazione che accomunano piccole, medie e grandi imprese che operano in Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise e Puglia. EnoliExpo Adriatica si quali-fica anche come una ricca occasione di confronto attraverso corsi di formazione su gestioni agronomiche di vigneti e oliveti, processi di lavorazione in cantina e nei frantoi, imbottigliamento e commercializzazione, sulle strategie di marketing, sui finanziamenti pubblici, sulle opportunità di nuovi mercati. www.enoliexpo.com

SALone DeL GUSTo

e TeRRA MADRe

Torino, 2

5 – 29 ottobre

2012

Un unico grande evento, una grande narrazione collettiva che pas-

sa per territori e persone, descrivendo un patrim

onio gastronomico

incredibile. Con Slow Food e Terra Madre, uniti nello slogan “cibi

che cambiano il mondo”.

10-11-12 Novembre 2012Il Merano WineFestival rappresenta l’evento più esclusivo per appassionati wine

lover e raffinati gourmand. Nell’elegante Kurhaus si potrà degustare il meglio

della produzione enologica nazionale e internazionale e una gustosa selezione

di tipicità. Una curata rassegna di vini biologici e biodinamici aprirà il Festival il

9 Novembre con l’esclusivo evento bio&dynamica.

Merano WineFestival, an exclusive event for gourmets.

www.meranowinefestival.com

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VinOnlinedi Claudia Cataldo

Lestradedelvino.com è un portale tematico sul mondo dell’enogastronomia sarda, punto di riferimento per appassionati, addetti del settore o semplici curiosi. Nasce dalla voglia di far conoscere il vino sardo e i prodotti regionali, raccontandone le origini e la storia. L’intento è quello di puntare i riflettori su realtà che riescono a creare vini di assoluta eccellenza, ma rimangono poco conosciute o confinate all’interno dell’isola. Un contenitore che riunisce numerose azienze vitivinicole, di-stillerie, liquorifici, oleifici e microbirrifici, spaziando dal grande produttore a quello di nicchia, ricorrendo a pareri di esperti quali giornalisti, sommelier, enologi e pro-duttori. Un sito ricco e completo, con articoli aggiornati, notizie, segnalazioni di eventi enogastronomici, con un’ordinata suddivisione per aree tematiche che rende la fruizione semplice e piacevole. Per gli amanti della buona tavola, non manca una sfiziosa sezione di ricette locali. www.lestradedelvino.com

Nasce in un giorno particolare, che già la dice lunga sui suoi intenti: l’8 marzo. Infatti winewomenwant.it è un sito dinamico e giovane che guarda al mondo del vino con uno sguardo nuovo, al femminile. Winewomenwant è prima di tutto un sito internet che parla di enologia nelle sue diverse sfaccettature, attraverso vezzose e civettuole lenti rosa. “L’idea del progetto nasce dalla voglia di raccontare quel legame che condividono il vino e le donne. Perché il vino è capace di donare emozione, sensibilità e passione, tutti aspetti che ritroviamo in diversa misura anche nell’universo femminile”. Sono proprio le donne, infatti, a raccontare, con un approccio sensibile ma tagliente, preciso ma frizzante, storie, personaggi ed etichette. Sono giornaliste, somme-lier , blogger e produttrici: insomma, wine lovers, che dan-no il loro contributo in tre rubriche principali – Un sorso con, Degustibus, Enovagando. A queste si aggiungono anche altre sezioni dedicate a “Stile”, “Tendenze”, “Cultura”, “Be-nessere” e anche “Eros”. www.winewomenwant.it

Le strade che portano alla Sardegna enogastronomica

Winewomenwant: il vino visto dalle donne!{ {

Il Librodi Mariavera Speciale

Esce in questi giorni il libro di Adua Villa, somme-lier, curatrice di rubriche enogastronomiche per Libero e per altre testate italiane, voce femminile di Decanter su Radio2 e volto noto della tv. Quando si parla di vino la chiarezza è fonda-mentale, parte del piacere di un vino sta nel sa-pere che cos’è, da dove viene, com’è stato fatto e con quali cibi va abbinato. Con gusto, amore e piacere Adua Villa guida i lettori alla scoperta di uno dei più grandi pia-ceri della vita, il vino, svelandone tutti i segreti. Dalla semplice lettura di un’etichetta a come va aperta una bottiglia e servito un vino, passando per una panoramica dei migliori vitigni italiani. E

poi l’analisi sensoriale e le più sorprendenti combinazioni dei cocktail a base di vino. L’autrice spiega come entrare nel modo giusto meraviglioso mondo del vino per saperne apprezzare la convivialità e i pia-ceri con responsabilità e divertimento. Un itinerario ricco di sorprese e consigli utili che forse potrebbe finire per ap-passionare anche gli astemi.

Adua Villauna sommelier per amicaSonzognoIn uscita a settembre

I consigli di Adua Villa per un abbinamento perfetto

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G.R. GaMBeRini SRLVia Pederzana, 9 – Villanova - 40055 Castenaso (BO)Tel. 051 6053121 - Fax 051 6053234www.impolveratori.it

G.R. Gamberini le – vere - impolveratrici

pneumaticheNata alla fine degli anni Sessan-

ta, la G.R. di Gamberini Remo si è costantemente consolidata all’interno del panorama della

meccanizzazione agricola Made in Italy, sempre proiettata verso l’applicazione di nuove tecnologie al servizio dell’agricol-tura.Oggi G.R. Gamberini esporta in tutti e cin-que i continenti, grazie a consolidate rela-zioni costruite nel tempo con i suoi conces-sionari e importatori esteri.Fiore all’occhiello della produzione azien-dale sono le impolveratrici pneumatiche, a cui si affiancano gli atomizzatori, i ne-bulizzatori a basso volume e le soluzioni tecnologicamente avanzate per il diserbo. “Le nostre impolveratrici pneumati-che sono quelle vere” – amano afferma-re alla G.R. Gamberini – cioè quelle che aspirano lo zolfo: qui si producono fin dai primi anni Settanta e sono valse significa-

tivi riconoscimenti da parte di istituzioni e tecnici. Le impolveratrici pneumatiche si distinguono per alta qualità ed elevate performances: partendo dalla capacità di 25 kg fino ad arrivare a 600 kg (780 litri), la gamma firmata G.R. Gamberini si dimo-stra la più completa presente sul mercato, anche in virtù della disponibilità di testate per i diversi tipi di trattamento. GR20 – GR50 – GR75: due uscite orientabili per spalliera e tendone, sistema di distribu-zione penumatico, con aspirazione dello zolfo dall’alto che consente un’erogazione costante del prodotto. GR100 – GR 200 – GR400 – GR600: la polvere viene dosata con il sistema di miscelazione aria/polvere in aspirazione, con erogazione costante del prodotto; testate intercambiabili. Lo zolfo è un prezioso alleato nella lotta all’oidio della vite e G.R. Gamberini lo sa bene. Ha un forte potere anticrittogamico ed è efficace per trattamenti polverulenti nella lotta preventiva all’oidio, in quanto esercita un’azione disidratante sul micelio del fungo. Rispetto ai trattamenti con zolfo bagnabile, i trattamenti polverulenti eser-citati dall’azienda garantiscono una mi-gliore penetrazione all’interno della massa verde. •

Una gamma di modelli che offre soluzioni ad hoc per ogni esigenza nel vigneto. Oltre quarant’anni di esperienza nel settore

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È tempo di crisi e di risparmio per il mondo del vino, i grandi capitali da

investire sono un lusso di pochi e si ritorna ad un’ enologia economica: quella col miglior rapporto qualità-prezzo. È il caso dei legni di cantina: con la crisi diminuiscono le vendite ed aumentano le rigenerazioni o “asciature”. L’operazione prende il nome dallo strumento una volta usato per farla, una piccola “ascia”, e consiste nell’asportare dai 4 agli 8 millimetri di legno interno della botte. I motivi per cui si rigenera sono molteplici. Lo si fa per asportare i tartrati, che impediscono il passaggio di ossigeno e composti del legno; per eliminare la muffa profonda di una vecchia botte, oppure per debellare il terrore di ogni cantiniere: il Brettanomyces, sperando che l’asciatura sia sufficiente. Il lavoro attualmente si fa con dei “pialletti” elettrici, in mano ad uno o due operatori, che entrano nel tino dalla portella inferiore, dotati di maschere e aspiratore per sottrarre i vapori dell’alcol e la polvere di legno prodotta. Successivamente alla piallatura si può smerigliare il tino, di solito solo la metà inferiore: quella a contatto con la maggior quantità di depositi del vino. Nel caso in cui sia

una barrique a necessitare della rigenerazione invece, i millimetri asportati si riducono a massimo 4 e si deve aprirla prima per lavorarla. I tempi

dell’asciatura non sono in genere eccessivi: per un tino da 50 Hl ci vogliono circa 4 ore, con gli strumenti moderni. La difficoltà è piuttosto nel decidere il numero di asciature. C’è chi ne suggerisce al massimo una, e chi ne opera, su richiesta, fino a 3 nell’arco della vita del tino. La prima si fa solitamente dopo un minimo di 5 anni di utilizzo del tino (è il caso di

una botte un po’ trascurata), gli anni si allungano a 10 se il tino è tenuto bene: ovvero senza presenza massiccia di tartrati. Per quanto riguarda la barrique dopo i primi 30 mesi si apre e si ascia, riutilizzandola per altrettanti mesi; ma c’è anche chi aspetta fino a 4 anni prima di rigenerarla. Infine i costi, che si calcolano in base agli ettolitri di capienza della botte da lavorare. Difficile fare una stima “Italiana”: il costo al Sud varia dai 15 ai 50 euro ad ettolitro, che in media raddoppiano al Nord. Come tutti i mestieri “di una volta” quella dell’asciatore è una professione che va perdendosi e si sente la mancanza di giovani: troppa fatica, troppo tempo per imparare, probabilmente un guadagno dignitoso ma modesto. E allora chissà che con questa famosa crisi, qualcuno dei tanti laureati disoccupati, invece di “buttarsi via” nell’aspettativa, non si “rigeneri” nell’attività del mastro asciatore! •

La crisi non ferma il mondo del vino, ma ne aguzza l’ingegno:

rigenerare una botte può essere la soluzione giusta per risparmiare, senza perdere il

gusto di un vino passato in legno.

di Max Brod

ASCIATURA Vecchio mestiere, nuove richieste

Alcune ditte forniscono, per le barriques, la possibilità di tostatarle dopo la lavorazione, al fine di rinnovare l’intensità delle cessioni organolettiche

Botti & Barruques

La durata dell’asciatura dipende anche dal tipo di legno che si lavo-ra (le vecchie botti in quercia sono le più dure), oltre che dalla capien-za della botte e dalla quantità di legno da asportare.

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Risponde Marco Graziano, asciatore professionista

Quali sono le principali difficoltà del suo la-voro?“Quelle legate all’ambiente di lavoro, che è prin-cipalmente l’interno delle botti. Una botte troppo asciutta è svantaggiosa per la produzione eleva-ta di polvere, quella appena svuotata ha il proble-ma dei vapori di alcol, altre volte invece è stata sanitizzata con la solforosa e bisogna aspettare mezza giornata prima di entrarci”.Perché mancano i giovani nel suo settore?“Credo non sia ben conosciuta la possibilità di questo tipo di lavoro. Rispetto al mondo del vino rappresenta una piccola percentuale dell’offerta lavorativa, ma con senza dubbio è un’attività con la quale si può dignitosamente sostentarsi”. Come vede il futuro del settore?“Essendo legata all’utilizzo del legno in cantina, la storia ci insegna che ci sono alti e bassi. Ma credo che finché ci saranno botti e barriques ci sarà bisogno del nostro lavoro”.

Ingegneria agrariaMeCCAnizzAzione

ecosostenibile e..di qualità!

il prof. Vieri dell’università di Firenze ci

racconta lo stato dell’arte dell’ingegneria agraria, tra innovazione, ambiente e le so-lite problematiche “all’italiana”Gli studi sulle meccanizzazioni del vigneto fanno notevoli passi avanti, convergendo su obbiettivi di eco-sostenibilità e qualità della produzione. Ma le sfide europee vedono l’Italia fanalino di coda nell’adempimento dei suoi do-veri: inadempienza che non aiuta la già difficile

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Via Europa, 11 - 43022 Basilicagoiano - Parma (Italy) - Tel. + 39.0521.687125 - Fax +39.0521.687101E-mail: [email protected] - Web: www.ferrarigroup.com

situazione del settore vitivinicolo. Di questo ed altro parliamo con il Professor Marco Vieri, presidente del Corso di Laurea in Vi-ticoltura ed Enologia di Firenze, docente di Ingegneria delle Produzioni Vitivinicole e re-sponsabile di numerose ricerche nel campo dell’ingegneria agraria.

Professore, a che punto è la ricerca nel campo della meccanizzazione viticola?“La ricerca è abbastanza avanzata, sia per lo sviluppo di tecnologie nella mecca-nizzazione delle aziende leader, sia nella meccanizzazione delle realtà di viticoltura conservativa (le aree marginali)”.Quali sono i principali settori di svilup-po?“Sono principalmente la “meccanica pura”: dove abbiamo lo sviluppo di dispositivi sem-pre più efficienti e piccoli, come i quad trak (quad semicingolati); e il campo delle VRA (applicazione a rate variabile) con altrettanti sviluppi. Uno di questi riguarda la concima-zione: attraverso gli strumenti di geomatica (informatica che usa dati georeferenziali), si creano “mappature di prescrizione” che come mappe del navigatore possono esse-re lette da un piccolissimo computer, e co-mandare automaticamente la macchina per distribuire, a seconda dello stato agronomi-co del vigneto, diverse quantità di prodotto a diverse concentrazioni. Cosa non è ancora meccanizzabile nel vigneto?“Sicuramente la vendemmia verde. Ci sono ricerche avanzatissime sulla potatura, ma ancora non esistono in commercio mac-chine in grado di operare una potatura di qualità”. Quali sono le innovazioni più importanti del settore?La telemetria, ovvero la capacità di moni-torare la macchina, vedere dov’è e cosa fa via web; ed il Web gis: l’archiviazione e la gestione web di tutti i dati, raccolti nello spazio e nel tempo, che consente un know-how aziendale senza pari.È costoso meccanizzare?“Molte volte non è il costo, il problema, ma la capacità degli utilizzatori di gestire quella risorsa. A causa di ciò le macchine hanno poche ore di utilizzo annuo, i tempi di am-mortamento si allungano e così i tempi ne-cessari al rinnovo parco macchine”.Ci sono vantaggi ambientali nella mec-canizzazione?“Assolutamente sì. Basti pensare che, ad esempio, nelle concimazioni si distribuisce

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Le ore ad ettaro spese su un vigneto sono in media 250 ma con una meccanizzazione di massa si può arrivare a 50.

solo ciò che serve e dove serve. L’utilizzo delle macchine rende possibile il progetto europeo di riduzione del 50% dell’utilizzo di pesticidi”.Meccanizzazione vuol dire sempre minor qualità?“Dipende dalla appropriatezza degli inter-venti. L’utensile necessario all’operazione, che sia usato dall’uomo o dalla macchina, è sempre lo stesso, la differenza sta nella qualità del lavoro, che con la macchina è più difficile da ottenere. Va detto però, ad esempio, che la distribuzione di un concime con la georeferenziazione è molto più accu-rata e precisa di quella a mano, quindi tutto dipende dal tipo di operazione che si vuole

meccanizzare”.Qual è la problematica più impellente per l’italia dei viticoltori?“Una delle emergenze nella viticoltura italia-na è l’inadempienza rispetto alle direttive eu-ropee, in merito al D.L. del 14 agosto 2012, che recepisce la Direttiva Europea 128/2009 che impone il controllo delle macchine per la distribuzione dei prodotti chimici. La ne-gligenza è tale che, chi vende alla grande distribuzione organizzata, è costretto a cer-carsi enti certificatori per vendere il proprio prodotto. A causa di ciò l’Italia, da nazione leader nel campo della ricerca, è diventata il fanalino di coda europeo, e la Toscana è il fanalino di coda italiano”.

Nei paesi in via di sviluppo la meccanizzazione può essere un problema socio economico di rilievo, infatti per una macchina agricola acquistata, si licenziano fino a 400 operai.

Meccanizzazione dell’opera di legatura

Vigneto ad elevata meccanizzazione

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ricordano il miele. Un vino evocativo, che custodisce in sé l’immaginario della sua isola, aspra e dolce a un tempo, e ricca di profumi.Le scelte per il futuro del Grillo si com-piono già in vigna: irrigazione abbon-dante per le uve da vino secco, onde evi-tare un eccessivo accumulo di zuccheri nella fase della maturazione, e surmatu-razione, quasi appassimento sulla pian-ta, per le uve destinate alla produzione del Marsala. Al tradizionale sistema di allevamento ad alberello oggi si prefe-risce la spalliera per le viti più giovani, per favorirne la naturale vigoria. C’è ancora molto da scoprire nel canto del Grillo. Le prove più recenti lascia-no presagire che non si tratti soltanto di una moda passeggera ma che possiamo aspettarci altre piacevoli sorprese da questo grande vitigno siciliano.•

Il Grillo, u Riddu, come lo chiamano i vignaioli siciliani, è una varietà a bac-ca bianca coltivata nell’area di Trapani e Marsala. C’è chi vuole le sue origini

in Puglia, o forse, come suggerisce Attilio Scienza, in un antico incrocio naturale tra Carricante e zibibbo. La sua presenza è ben documentata in ampie aree della Sicilia oc-cidentale nell’Ottocento, dopo l’invasione della fillossera, dimostrandosi una varietà resistente alle malattie, alle alte temperature e alle avversità climatiche in genere. Intor-no agli anni Trenta del Novecento il Grillo rappresentava il 60% della produzione iso-lana, ma da quel momento la quota si riduce progressivamente. Oggi pur essendo uno dei vitigni più rappresentativi dell’isola (concor-re a ben nove denominazioni tra Doc e Docg), è coltivato in un’area geografica limitatissi-ma che abbraccia la zona costiera fra Trapa-ni e Marsala, la Valle del Belice e la strada dell’Alcamo.Per via delle sue caratteristiche naturali, alta alcolicità e buona attitudine all’ossidazione, il Grillo è tradizionalmente associato alla produzione del Marsala, contendendosi il primato con Cataratto e Inzolia. La primave-ra del vino siciliano degli anni Novanta farà nascere negli agricoltori il desiderio di spe-rimentare nuovi orizzonti per il Grillo sco-

prendone l’incredibile potenziale espressivo. Vendemmiato nei tempi giusti e vinificato con le necessarie precauzioni per evitare

l’ossidazione, il Grillo è in grado di regala-re vini bianchi secchi di grande personalità e con un corredo aromatico intenso e molto interessante: ortica, pepe verde e gelsomino, sentori agrumati e profumi vegetali di fieno e origano, note minerali, sapidità, morbidezza. Compagno ideale per piatti di pesce, crosta-cei e fritture, si distingue per eleganza e fre-schezza, e rivela una buona attitudine all’in-vecchiamento regalando note più dolci che

TALIANI SI NASCE!i La rubrica dedicata alle antiche varietà autoctone italiane meno conosciute che grazie al lavoro di viticoltori coraggiosi e amanti del loro territorio mettono in luce la grande varietà e ricchezza della nostra enologia

di Mariavera Speciale

C’era una volta….il Grillo

Il canto delle vigne di Sicilia

PuRPiCieddi MuRati(PoLPi aFFoGati aL PoModoRo)

TIngredienti per 4 persone: 800 g di polpetti di scoglio molto pic-coli, 400 g di pomodoro pelato, 1 spicchio d’aglio, prezzemolo, menta, peperoncino rosso, ½ bicchiere di Grillo

Preparazione: in un tegame, meglio se di coccio, rosolare in olio l’aglio, il peperoncino e il prezzemolo, unire i polpi e dopo qual-che minuto bagnare con il Grillo. Lasciare evaporare e aggiun-gere i pomodori pelati e la menta. Coprire e cuocere per 40 mi-nuti a fuoco lento. Prima di servire, decorare con foglie di menta.

RIC

ETT

A

Carta d’identità:GRiLLo

GRILLO G

RILLO GRILLO

GR

ILLO

2012

nome: Grillo (Riddu)

origine: Sicilia occidentale

Foglia: media, pentagonale o quasi orbico-lare, pentalobata o quasi intera

Grappolo: medio, cilindrico o conico, a vol-te alato, spargolo o mediamente compatto

acino: medio o grosso, di forma sferoidale, buccia leggermente pruinosa, consistente e spessa, trasparente, di colore giallo dora-to con chiazze color ruggine; polpa carno-sa, dolce e croccante

Segni particolari: grande vigoria, alta al-colicità, facile ossidazione

Vino: secco, aromatico, elegante, note floreali, sentori agrumati e profumi vegetali, nell’invecchiamento assume note dolci e marsalate

denominazioni: Marsala (Oro), Alcamo, Contea di Sclafani, Contessa Entellina, Erice, Delia Nivolelli, Mamertino di Milazzo, Monreale, Sambuca di Sicilia

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DoveCentro polifunzionale di San GratoVia dell’artigianato n.4 26900 Lodi

OrariGiovedì 1 / 10.00 - 19.00Venerdì 2 / 10.00 - 19.00Sabato 3 / 10.00 - 24.00Domenica 4 / 10.00 - 19.00

Ingressointero 10,00 € ridotto (12-18 anni ) 5,00 €soci Onav* 5,00 €

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Una sola Cooperativa che esporta più dell’intera Francia? A Rauscedo si può!

Tutto incominciò dall’esperienza di un ufficiale dell’eserci-to che, dopo la Gran-

de Guerra, insegnò la tecnica dell’”innesto al tavolo” ai con-tadini di Rauscedo. La comunità del posto poi, sfruttando i terre-ni leggeri - per l’impianto degli innesti-talea - e quelli ricchi - per l’impianto delle viti - si è moltiplicata di numero e com-petenze, dai primi 20 soci, fino ai 250 vivaisti che compongono l’attuale Vivai Cooperativi Rau-scedo (VCR). I soci si tramanda-no la tecnica di padre in figlio: un sistema che ha funzionato, vista la crescita esponenziale dagli iniziali 600.000 innesti de-gli anni ’30, fino alle attuali 60 mln di barbatelle: di cui 26 mln esportate (una cifra superiore

al dato dell’intera Francia). Ma VCR non è solo numeri e fattu-rato, non è solo 1000 Ha a vivaio e 4000 combinazioni diverse di innesti: dal 1965 si fa ricerca e si programma il futuro della Coope-rativa nel Centro Sperimentale di VCR che da allora ha iscritto più di 350 nuovi cloni al Registro Nazionale delle Varietà di Vite. “Il nostro punto forte è il fatto di

occuparci del prodotto dall’inizio alla fine: dalla selezione ai con-trolli la responsabilità è nostra, dunque non possiamo permetter-ci errori” ci spiega il Dott. Sar-tori, che continua: “Esportando in 30 paesi differenti subiamo 30 controlli sanitari di Stato sulle nostre barbatelle: anche questa è una garanzia non da poco”. A concludere il panorama d’avan-

guardia, la recente collabora-zione con l’Istituto di Genomica Applicata di Udine, per studiare gli ibridi di quarta generazione: obbiettivo? Produrre cloni re-sistenti alla peronospora dalle qualità enologiche competitive; e se la storia di VCR ci insegna qualcosa, c’è da fare affidamento che anche questo obbiettivo ver-rà raggiunto con successo! •

I dettagli di una comunità che fa storia a sé: numeri da capogiro che danno grande lustro al made in Italy nel mondo

VCR - ViVai CooPeRatiVi RauSCedo ScarlVia Udine, 39 - 33090 rauscedo (PN)[email protected]

Le qualità enologiche dei cloni Rauscedo sono messe alla prova da periodiche degustazioni; partecipano all’evento esperti del settore, enologi-giornalisti e Unione Italiana Vini.

Euge

nio S

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Per un grande Sangiovese ricco di colore e quadro polifenolico di elevato profilo qualitativo vi consiglio i seguenti cloni:Sangiovese VCR 5, VCR 23, VCR 102, VCR 105, VCR 106, VCR 109, VCR 207, VCR 235

DAVID BAMBINIAGRONOMO, CAPO AREA VCR DAL 2003

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: per vini con buon contenuto in antociani, strutturati, speziato-fe-nolici. Indicato il taglio con VCR 209 per vini da lungo invecchiamento.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: per vini con ottimo contenuto in antociani, di buona struttura, spe-ziati, per lungo invecchiamento in taglio con VCR 23 e/o R 24.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: per vini ricchi in antociani, fruttati, di ottima struttura, da me-dio-lungo invecchiamento; tannini particolarmente morbidi e rotondi.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: per vini speziato-fruttati di corpo, sapidi, da prolungato invecchia-mento. Evidenti le note di floreale (viola) e speziato-fenolico.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: per vini fruttato-floreali da breve–medio invecchiamento. Evidenti sono anche le note speziate. Discreta la struttura.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: per vini da lungo invecchiamento, speziati, ricchi in colore; otti-mo il taglio con il VCR 5 e il VCR 103.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: per vini di elevati sentori speziati da medio-lungo invecchiamen-to: è il classico Prugnolo.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: per vini con ottima struttura, dotati di tannini dolci, rotondi. Interessante il taglio con il VCR 106. Molto accentuate le componenti speziato-fenolico e fruttato.

VCR 235 (Biotipo Chianti)

VCR 207 (Biotipo Todi)

VCR 5 (Biotipo Brunello) VCR 106 (Biotipo Morellino)

VCR 109 (Biotipo Morellino)VCR 23 (Biotipo Romagnolo)

VCR 102 (Biotipo Prugnolo)

VCR 105 (Biotipo Morellino)

SANGIOVESE

PER U LT ER IOR I INFOR M A Z ION I T EC N I C HE V IS I TA I L S I TO

W W W.VIVA IR AUSCEDO.COMVivai Cooperativi Rauscedo

Rauscedo (PN)Tel. 0427.948811

VCR: IL NUMERO 1 AL MONDO DEL VIVAISMO VITICOLO

Dal 1969 ad oggi i Vivai Cooperativi Rauscedo hanno selezionato un gran numero di cloni di Sangiovese nei diversi areali di coltivazione: Montalcino, Chianti, Scansano, Todi e Colline della Romagna. Fra gli oltre 20 cloni selezionati alcuni sono particolarmente ricchi di colore e dotati di un quadro polifenolico stabile e di alto pregio. Un patrimonio unico per i viticoltori!

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FABBRO

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Colombardo presenta la trivella idraulica versatile

La trivella idrauli-ca versatile può essere posizio-nata sia poste-

riormente sul sollevatore idraulico universale che anteriormente (su apposi-ta staffa) ad una trattrice anche se sprovvista di sol-levatore idraulico.Dispone di pistone pro-fondità, sollevamento, spostamento laterale e inclinazione flottante dell’utensile (punta).Di serie viene equipag-giata di punta elicoidale ø 130 mm (altri diametri a richiesta); come optional,

la stessa può essere corre-data di punta speciale fre-satrice per estirpo piante e preparazione del terreno per la rimessa manuale della barbatella (diametro di lavoro c.ca 0,40/0,50 mt); altre dimensioni di punte elicoidali a richie-sta.La trivella idraulica può essere dotata di accesso-rio “pinza idraulica” per l’estrazione dei pali di sostegno usurati o rotti e di speciale utensile utile per avvitare ancoraggi ad elica, per il sostegno della palizzata dei filari.

La novità tecnica è si-curamente la versatilità dell’attrezzo, con possi-bilità di montaggio sulla parte anteriore della trat-trice che permette così all’operatore di procedere con estrema sicurezza e comodità, senza dover as-sumere posture scomode, faticose e con notevole be-neficio della visibilità. •

CoLoMBaRdo San Marzano Oliveto 14050 Regione Leiso 30/31 - tel. +39 0141 856108 - fax+39 0141 [email protected] - www.colombardo.com

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Azienda con espe-rienza quaran-tennale, grande creatività degli

addetti ai lavori ed espor-tazioni in tutto il mondo, e se aggiungiamo la conduzione familiare, sembra il tipico profilo della genialità itali-ana, sempre più spesso però, con sede all’estero. Ed in-vece no! La famiglia Scotton, da sempre legata alla terra Veneta, nel 2011 inaugura il nuovo stabilimento di pro-duzione, a Borso del Grappa, dando continuità all’altra grande caratteristica azien-dale: il made in Italy. Dotata di tutti i migliori macchinari per accoppiare, goffrare, stampare e lavorare i nu-

merosi formati di scatole per tutte le esigenze, l’azienda brevetta spesso i suoi prodot-ti innovativi. Il vasto assorti-mento di colori e formati con-sente di spaziare, per quanto riguarda i contenitori rivolti al mondo del vino, dalla clas-sica valigetta, fino al modello “steso”. Ma Scotton non si limita alla varietà di prodot-ti, completi per tipologia e prezzo: la ricerca rimane un punto forte del gruppo. Lo di-mostra la nuova idea: la linea Pelle. Una trovata particolare e molto richiesta, che oltre ai colori marrone, bianco, rosso e grigio, quest’anno lancia due vere novità: l’oro e il nero, scatole eleganti per prodotti di qualità. La

scatola Pelle Oro è resa lu-cida e brillante da uno strato di polipropilene accoppiato al cartone, successivamente goffrato. La scatola Pelle Nera, che sta andando fortis-simo all’estero, rappresenta il top dell’eleganza, stam-pata anche all’interno: per dare un valore aggiunto di qualità, a ciò che contiene. Grazie poi, al magazzino ro-botizzato, che garantisce una rapida evasione degli ordini, ed allo staff ad alta prepara-zione - in grado di produrre articoli su misura e per ogni tipologia di prodotto - Scot-ton diventa la risposta sicura ad ogni esigenza per il pack-aging del mondo vitivinicolo.(m.b.)•

SCotton S.p.aVia Vallina Orticella, 1

31030 BORSO DEL GRAPPA TREVISO (TV)

Tel. 0423 913300Fax 0423 913399

www.scotton.it [email protected]

L’eleganza a servizio del vinoScotton

Scotton sarà presente all’edizione

2013 del Vinitaly sempre con l’originalità

del made in Italy

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Quando il prodotto è “cucito addosso al cliente”!Da produzione artigia-

nale a produzione in-dustriale senza cam-biare l’affidabilità del

servizio e la qualità dei prodotti? Con Quinti si può! Basti pensare che la sua storia parte nel 1840 nella zona di Arezzo, come bot-tega artigiana nel settore della meccanica. Ne sono passati di anni da allora, e adesso Quinti produce macchine per la tappa-tura e l’imbottigliamento con la stessa precisione di una volta,

ma su una scala decisamente più grande. Si chiama “EASY LINE” la linea di tappatrici, divisa in tre categorie: Little, Basic e Bigger a seconda delle esigenze del cliente. La EASY LINE SISTEM invece, è l’imbot-tigliatrice top di gamma, nelle versioni vino, olio e birra: una macchina con elevato rapporto qualità prezzo. A dimostrazione della professionalità di Quinti, i suoi progetti sono promossi alle principali fiere nazionali ed in-

ternazionali, ed è presente in Stati Uniti, Europa ed Asia. Al SIMEI 2011 ha presentato la nuova macchina imbottigliatri-ce compatta, per vino e birra, con sistema isobarico di riem-pimento in assenza di ossigeno: la EASY LINE SYSTEM WINE e BEER; sviluppata con un si-stema di riempimento di quali-tà che può essere utilizzato per il vino in “assenza di ossigeno” e per la birra “isobarico”. “Cu-ciamo addosso al cliente i nostri

prodotti, è questo il nostro punto forte” ci spiega lo Staff dirigen-ziale Quinti., a dimostrazione che l’ufficio tecnico dell’azienda è pronto a soddisfare qualsiasi necessità. Ma quinti si contrad-distingue anche per un’altra caratteristica: la prontezza e l’affidabilità nell’assistenza ai clienti, e chi ha a che fare con le pratiche di imbottigliamento sa bene che, questa garanzia, vale anche da sola la scelta del forni-tore giusto! •

Quinti unisce esperienza e modernità nella produzione di imbottigliatrici per i produttori di vino birra e olio

Quinti è molto competente anche nel settore dell’olio. La EASY LINE SISTEM versione olio infatti, è una macchina con caratteristiche tecniche che si rivelano ad hoc per circa l’80% dei produttori.

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La Oropack Snc è una azienda giovane e dina-mica, che mette la sua professionalità al servi-

zio del cliente, per rispondere a tutte le sue esigenze. L’azienda si distingue per una spiccata specia-lizzazione nella commercializza-zione e nella personalizzazione di

buste in carta o plastica, scatole per bottiglie di vino, shoppers e sacchetti regalo per negozi di va-ria natura, gioiellerie e profume-rie. La filosofia aziendale si basa su tre cardini: tecniche di stampa all’avanguardia, esperienza nel-la selezione dei prodotti e tanta passione. Il risultato finale sono

prodotti di straordinaria eleganza e bellezza, ma anche e soprattutto qualità. L’azienda lavora su gran-di – ma anche piccole – quantità: permettere al cliente di ordinare anche piccoli quantitativi è un modo per evitargli le giacenze di magazzino. La linea wine si com-pone di numerose soluzioni, di volta in volta personalizzabili in base alla scelta dei modelli, dei colori, del tipo di carta. Ogni bag o scatola può essere ulteriormente arricchita con stampe a caldo o ad

inchiostro, con il logo dell’azien-da, i suoi recapiti o quello che si desidera. Sul sito è possibile visio-nare i vari cataloghi e richiedere un preventivo senza impegno. Per i lettori de I Grandi Vini la Oro-pack Snc ha pensato a un’offerta in esclusiva, nella versione silver e gold, di cui beneficiare fino al 31 ottobre. Se è vero che quello che c’è nella bottiglia è importante, è altrettanto vero che anche la busta (in carta o plastica che sia)...vuole la sua parte. (c.c.)•

Fatevi riconoscere!

oropack, un modo semplice ed economico per farsi riconoscere

e ricordare

oRoPaCk S.n.C. Via Pietro Fantuzzi, 37 TEL. 335 8480538 [email protected] - www.oropack.net - www.scatolebomboniere.com

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L’Enologia Naturale

Laboratorio Polo di Polo Maurizio via G. Verdi, 32 - 31046 Oderzo (TV) tel. +39 0422 815518 [email protected] www.pololab.com

Allasalute!La nostra.

Il Laboratorio Polo rappresenta la più avanzata realtà tecnologica rivolta all’eliminazione dei residui di pesticidi nel vino. Grazie ad una strumentazione all’avanguardia, unica a livello mondiale nel settore enologico, il Laboratorio Polo è in grado di effettuare precise analisi multiresiduali dei pesticidi, individuando sino a 200 principi attivi potenzialmente presenti che, grazie ai continui progressi, saliranno in breve tempo a 350. Ma non basta: grazie alla sua divisione di ricerca, il Laboratorio Polo fornisce l’indicazione di tecniche agronomiche ed enologiche rivolte all’abbattimento, anche totale, sia delle tracce dannose alla salute, sia dei fenomeni di arresto della fermentazione e di rifermentazione indesiderata. Per queste ragioni e per questo impegno costantemente teso all’ultima frontiera della ricerca, il Laboratorio Polo ha ricevuto riconoscimenti dell’Unione Europea, del Ministero della Ricerca e della Regione del Veneto. Pololab è l’avanguardia della naturalità.

Di chi vuole produrre e bere vino di qualità senza residui di pesticidi.ipsofactory.it

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Laboratorio Polo, vino, fra scienza e natura

Il Laboratorio Polo è il più avanzato centro di ricerca, consulenza e produzione in campo enologico del

panorama italiano. L’esperienza accumulata sfiora la soglia dei trent’anni. Il Laboratorio vanta i più importanti accreditamenti del settore tra i quali ACCRE-DIA e MIUR e l’autorizzazio-ne MIPAAF per il rilascio di certificati ufficiali nel settore vitivinicolo, per il territorio na-zionale e per l’esportazione. La peculiarità Polo è la continua ricerca dell’innovazione, in tut-ti gli aspetti che interessano il settore vitivinicolo: dai tappi all’analisi delle acque impie-gate nel ciclo produttivo. Fra i vari progetti e studi, il Labora-torio Polo lavora da un anno ad una ricerca co-finanziata dalla Regione e con fondi UE per il monitoraggio di pesticidi chi-mici e coformulanti in relazione a possibili anomalie osservate

durante le fermentazioni dei vini. La vite e l’uva assorbono queste sostanze che possono, in diversa misura, essere trasferite nel mosto e successivamente nel vino. Grazie ad una dotazione di strumenti analitici altamente

all’avanguardia ed estremamen-te sensibili alla rilevazione delle molecole ricercate, è possibile individuarne anche la presen-za in minime tracce. Mettere in relazione questi residui con gli arresti di fermentazione è uno

studio assolutamente innovativo, che permetterà di risolvere del-le problematiche non legate alle tecniche di vinificazione, ma a molecole di fitofarmaci apporta-te dalle uve e presenti nel mosto. Si parla di una nuova “idea” di enologia, a metà fra la scienza e la naturalità. Fra i vari traguardi raggiunti dal Laboratorio Polo negli anni di attività si elenca-no il metodo per vinificare senza l’aggiunta di anidride solforosa, peraltro ottenendo vini – bianchi e rossi – di grande longevità, e lo studio sull’annosa questione dell’odore di tappo, di cui il La-boratorio Polo è stato il primo in Europa a determinare la gamma di metaboliti che ne sono l’ori-gine. Precisione, sicurezza, tec-nologia si sposano con la ricerca di un equilibrio naturale, con un approccio biotecnologico a solu-zioni che tendono la mano prima di tutto ai processi biochimici vitali. •

Un centro di ricerca all’avanguardia, del quale avvalersi per aiutare – con la tecnologia – i naturali processi biochimici vitali

nella produzione di vino di qualità

LaBoRatoRio PoLoVia Verdi, 32 - 31046 Oderzo (TV) - Tel. 0422-815518 - Fax 0422-716302

www.pololab.com - [email protected]

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Gutmann, vivaisti per passionedi Marta Mecatti

Un’Azienda a condu-zione familiare che vanta ben 50 anni di esperienza nel settore

del vivaismo. Il cuore è in Tren-tino Alto Adige, in provincia di Bolzano, ma l’esperienza e la professionalità di Alois Gutmann & Figli non si ferma ai confini re-gionali. I produttori vinicoli che lo hanno scelto, infatti, non sono ubicati solamente in Italia, ma anche in Germania e in Austria, Paesi dove l’Azienda è in con-tinua crescita. Gutmann è una società specializzata nella pro-duzione e commercializzazione di barbatelle tradizionali di tutti

i tipi, alle quali, da tre anni, si sono aggiunte quelle “giganti” alte 80 cm, perfette sia per i rim-piazzi, sia per i nuovi impianti. Il vantaggio, per le cantine che le utilizzano, è la tempistica deci-samente ridotta del lavoro in vi-gna. Dopo una iniziale diffidenza da parte dei produttori italiani

nei confronti di questi “barba-telloni” (molto utilizzati, invece, dai loro colleghi tedeschi che li hanno scoperti già da qualche anno), anche nella nostra peniso-la stanno avendo in questo perio-do un vero e proprio boom. Oltre a cinque ettari di vigneti di pro-prietà, Gutmann si è specializza-

ta nel tempo anche in impianti di legno americano selvatico con tutti i tipi di portainnesti desti-nati a diverse tipologie di terre-no. Nei quaranta ettari ubicati in provincia di Verona si coltivano viti madri sia per portainnesti di tipo tradizionale, sia per quelli di uso internazionale tra cui i mo-delli 3309, 41B, 161/49, 420A, 101/14 e 1103 Paulsen. Un’altra peculiarità di Alois Gutmann è la creazione di barbatelle in va-setto, un prodotto studiato per soddisfare le esigenze di un al-tro target di clienti, quelli che decidono di creare un nuovo im-pianto solo a posteriori. Grazie a questa tipologia di barbatelle il viticoltore riesce a determinare con precisione il numero delle viti desiderate, il clone e il por-tainnesto. •

Dopo quelle tradizionali, la Società altoatesina implementa la produzione dei “barbatelloni”

PeteR GutMann Via Roen, 839040 Termeno sulla Strada del Vino (BZ) Tel. 0471 860102 Fax 0471 860894www.vitis.biz - [email protected]

Tra le Aziende vinicole più prestigiose che hanno scelto Alois Gutmann & Figli ci sono, solo per citarne alcune, Banfi, Castellani, Ruffino e Hofstätter.

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L’importanza dell’AlveareL’alveare è un elemento

indispensabile dell’im-ballo, preserva i prodot-ti da rotture e mantiene

integra la confezione, l’etichetta-tura o un’eventuale decorazione. Lo sa bene l’Alveare s.r.l. che è specializzata nella produzione di separatori in cartone ondulato e in cartoncino teso, macchinabili, in quanto forniti di uno specia-le gancio fustellato che evita il dissociarsi degli elementi, e di qualsiasi formato e personaliz-zazione. Riciclabili al 100%,

gli interni prodotti a Campo-longo sul Brenta in provincia di Vicenza sono confezionati in comodi palbox con coperchio, che preservano le caratteristiche qualitative e ne rendono pratico l’utilizzo; la tecnologia produt-tiva è elevata, con ben 20 linee di lavoro all’avanguardia. Grazie alla lunga esperienza dell’Azien-da, che l’anno scorso ha festeg-giato il ventesimo anno di attivi-tà, non è un problema qualsiasi tipo di richiesta del cliente, alla quale l’Alveare andrà senz’altro

incontro. Ma affidarsi all’Alveare significa anche assistenza post vendita, direttamente dal clien-te, e consulenza nella progetta-zione di nuove soluzioni d’imbal-lo. Inoltre la distribuzione della merce con mezzi propri garantirà l’evasione degli ordini in tempi brevi e preserverà la qualità del prodotto sino all’arrivo. Gli al-veari sono commercializzati con buoni risultati anche all’estero. Un pacchetto di offerte decisa-mente competitivo..chiaramente imballato L’Alveare!

Produrre materiale da imballaggio può sembrare cosa semplice, è invece necessaria tecnologia avanzata e flessibilità di progettazione!

I separatori in cartoncino teso hanno un ingombro minimo per lo stoccaggio poiché, per merito del basso spessore degli elementi componenti l’alveare, lo spazio di immagazzinaggio si riduce sino a 2/3 rispetto a quello necessario per gli alveari in cartone ondulato.20 anni di attività! L’Alveare è riconoscente a tutti i clienti per la collaborazione e la crescita di questi

anni e dà un benvenuto a tutti quelli che vorranno avvalersi dell’esperienza acquisita in un ventennio di lavoro.

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P.E.P.I l’etichettificio che non ti aspettavi

Da più di venti anni nel settore del packaging con clienti in tutta

Italia, l’Etichettificio P.E.P.I, non teme molti rivali nel suo campo. Nato a Querce-ta (Lucca) dalla passione di Gabrielli e Lazzerini, uno perito tecnico con esperien-ze nel settore sviluppo ma-teriali e tecnologie, l’altro grafico creativo, P.E.P.I. van-ta un’attrezzatura a disposi-zione del cliente comune a pochi etichettifici. Ben sei

macchine da stampa. Dalla nuova generazione di mac-chine FLEXO con il con-trollo di registro automatico, alle tradizionali FLEXO, per arrivare alle semirotative con stampa a caldo. Inoltre, a completare il vasto “par-co macchine” la novità del 2012 è la stampa OFF-SET con una macchina di ultima generazione. L’azienda si contraddistingue particolar-mente anche per i materiali utilizzati, carte e materiali speciali autoadesivi, tutto di

primissima qualità ed acqui-stato da cartiere certificate. Il Reparto Grafica e di pre-stampa è in grado di venire incontro a tutte le esigen-ze del cliente, realizzando all’interno grazie alla loro competenza, oppure su file del cliente, il prodotto/art-work richiesto. Nello stabi-limento è possibile stampare e verniciare, stampare oro a freddo e a caldo, fustella-re (mezzo taglio o passante) in un unico passaggio e con registro assoluto. La qualità finale, gestita da un sistema iso 9001, è garantita inoltre da due tavoli di controllo “intelligenti” che si occu-pano di eliminare eventuali prodotti difettati, e il siste-ma di ”tolleranza zero” che certifica la corrispondenza colore, la leggibilità dei co-dici a barre. Garantendo al cliente un servizio rigorosa-mente in tempi brevi, qualità sicuramente accattivante di una Azienda da tenersi ben stretta.

Personale specializzato e parco macchine invidiabile al completo servizio del cliente

Uno stabilimento all’avanguardia e in constante crescita nel panorama italiano

P.E.P.I. si avvale della collaborazione di 14 dipendenti formati all’interno, ognuno con un alto grado di specializzazione nelle mansioni assegnate

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Maniaci del controllo e collezionisti di garanzieManiaci del controllo e collezionisti di garanziePerché rifornirsi da Bel-

bo Sugheri? Semplice: attenzione maniacale nel controllo dei tappi

e garanzie che nessun atro può darvi! Il laboratorio di analisi di Belbo Sugheri - il cuore dell’at-tività - è in linea con i migliori laboratori d’Italia, strumento fon-damentale per verificare che il materiale commercializzato non sia difettoso e rientri nel “disci-plinare del sughero”: un patto di qualità recentemente stabili-to tra i più importanti produttori di sughero italiani. Il prodotto più innovativo è il tappo tecnico

DIAMANTE, di tecnologia fran-cese e distribuito in esclusiva in Italia dal Gruppo Paolo Araldo. Il tappo fa il pieno di garanzie: zero rischio del gusto di tappo, estrazione ed eliminazione di oltre 150 molecole deviatrici del gusto e una garanzia (unici a fornirla) per la tenuta del tappo nel tempo. Belbo Sugheri infatti garantisce dieci anni per il DIA-MANTE 10, cinque, tre e due anni per i rispettivi DIAMANTE

5, 3 e 2, ciascuno dei quali carat-terizzato da una permeabilità all’ ossigeno definita e costante. Ma Belbo Sugheri non si ferma alla commercializzazione, realizza anche tappi in sughero naturale direttamente nel cuore dell’ area produttiva di sughero in Sarde-gna: Calangianus. “Per noi, lavo-rare con cifre non troppo elevate è sinonimo di qualità!” ci spiega Jacopo Araldo, direttore azien-dale, che continua: “Il tappo in

sughero naturale è controllato so-prattutto dal punto di vista orga-nolettico; la produzione, che non punta sui grandi numeri, è per-ciò accuratissima in ogni passag-gio”. Di qualità parlano anche i clienti di Belbo Sugheri, che gli riconoscono l’assistenza rapida e affidabile su tutto il territorio ita-liano: l’ennesima riprova che si tratta di un fornitore con il quale conviene stringere rapporti dura-turi! •

Belbo Sugheri (Gruppo Paolo Araldo) vuol dire qualità nel vero senso della parola e non abbandona mai il cliente, in qualsiasi parte d’Italia si trovi!

Belbo Sugheri SrlReg. San Vito, 9014042 - CALAMANDRANA (AT)TEL. 0141 75793 Fax 0141 75734www.belbosugheri.it [email protected]

Stabilimento e laboratorio di Belbo Sugheri sono stati recentemente rinnovati, inoltre l’azienda è stata la prima in Piemonte ad ottenere la certificazione di settore CeLiÈGe, oltre alla classica iSo 9001

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L’etica dell’etichetta

ROTOCEL SRL viene fondata nel 1980 da Celso Cantelli, compo-

nente di una famiglia bologne-se che si occupa dal 1930 di stampa ed editoria, che conta oggi 5 stabilimenti produttivi nei diversi ambiti grafici.L’etichetta, come ben sapete, è il “vestito” del Vostro pro-dotto ed ha il compito impor-tantissimo e difficilissimo di contraddistinguersi e conqui-stare l’attenzione del consu-matore, un’azione vera e pro-pria di marketing, solo così si fa la differenza, sposando la filosofia di concetto packaging = marketing. E’ con queste caratteristiche etiche che Rotocel srl ha investito tutte le sue energie nelle migliori tecnologie, per essere in grado di dare massi-ma libertà di scelta agli studi grafici, e poter raggiungere un risultato di eccellenza, un’ele-vatissima definizione e perso-nalizzazione.

Grazie alle attrezzature di ultima generazione con tec-nologie miste per la realizza-zione della piccola-media e alta tiratura, e un continuo e costante aggiornamento sulla preparazione dei nostri colla-boratori con corsi specializ-zati del settore, consentono a ROTOCEL di produrre etichette in carta, materiali plastici e metallizzati, con stampa in offset digitale, flexografica, serigrafica, la-minazione a caldo, plastifi-cazione, verniciatura, rilievi a secco e braille, portando attualmente la produzione della Rotocel ad alti livelli di qualità, tali da inserire la società nella “top ten” delle aziende italiane specializzate nel settore.

In questo difficile momento di mercato, dove non è più permesso fare scorte di ma-gazzino e si acquista solo sul venduto, di conseguenza i tempi di consegna diventano sempre più fulminei, noi del-la Rotocel srl, introducendo un gestionale che consente la pianificazione e il control-lo della produzione, siamo in grado di garantire tempi di realizzazione, nella maggior parte dei casi, che non su-perano i 10 giorni. I nostri uffici sono aperti dal lunedì al venerdì dalle 08.30 alle 18.30 orario continuato, il personale ROTOCEL srl è a completa disposizione per dare supporto e prestare consulenza ad ogni Vostra esigenza. •

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Denominazione di Origine Controllata

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Via Lombardia, 1/D 40060 - Osteria Grande (BO) Tel. 051/6258484 r.a. - Telefax 051/6255548

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Etichette di alta qualità con rifiniture in foil a caldo, lucidature, braille,inserimento del dato variabile per piccole, medie e alte tirature.

Perchè l’etichetta del vostroprodotto deve trasmettereun’azione vera e propriadi marketing.

Tempi di consegna maisuperiori ai 10 giorni lavorativi.

Assistenza, consulenza professionale, affiancamento grafico, tutti i giorni dalle ore 08,00 alle 18,30 orario continuato.

Quando si sposa la teoria ETICA dell’ETICHETTA.

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In un mondo dove l’apparenza e l’este-tica assumono un ruolo primario, l’etichetta diventa il mezzo con cui convincere il cliente all’acquisto. E’

quindi necessario che questa si differenzi dalle altre, che parli del prodotto che rap-presenta e dei valori dell’azienda cui si ri-ferisce. Da oltre quindici anni Umbralabel si occupa proprio della progettazione e della stampa di etichette per tutti i settori mer-ceologici, con par-ticolare attenzione all’enologico, all’ole-ario e al gastronomi-co di qualità. L’azienda umbra pro-

pone un servizio particolarmente completo, fornendo ai propri clienti una consulenza sia grafica che tecnica, mettendo in primo piano rapidità e flessibilità, ma sempre con un elevato standard di qualità. Le tecnologie di stampa e finitura più avan-zate, unite ad una cura artigianale, rendo-

no ogni prodotto firma-to Umbralabel unico e prezioso, mentre la fitta rete commercia-le ben distribuita sul territorio permette di evadere ogni richiesta del cliente con un alto grado di soddisfazione. L’etichetta è il vostro valore e Umbralabel è il partner ideale per realizzarla! (l.m.)•

La Vostra soddisfazione è il

nostro obiettivo

Servizio accurato e ottimo rapporto

qualità-prezzo caratterizzano Umbralabel

e la sua produzione di etichette

I numeri di UMBRALABEL

1500 mq di superficie

20 collaboratori

3 grafici interni

4 collaboratori esterni

3 agenti di zona

2 partner commerciali

8 unità produttive

2 macchine per la

stampa digitale

4 tecniche di stampa

convenzionale combinate

anche con il digitale

400 clienti nel 2011

e nel 2012

1500 richieste evase

ogni anno

600.000 mq di carta

stampata

80.000.000 di

etichette prodotte ogni

anno1000 spedizioni ogni

anno in tutta Italia

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MARCo GRAziAno: BOTTAIO DAL 1882!

PeRBACCo! È ARRIVATO PERBACCO ® E IL VINO VIAGGIA TRANQUILLO

SiRio ALiBeRTi: L’INNOVAzIONE AL SERVIzIO DELL’ENOLOGIA

La Sirio Aliberti è un’impresa produttrice di autoclavi, vinificatori e serbatoi per il settore enologico e alimentare fondata nel 1953. La Società fa parte del Gruppo Della Toffola, una delle maggiori realtà industriali del settore. Il processo costruttivo, adotta le più avanzate tecnologie per garantire prodotti di assoluta affidabilità. Componente fondamentale è la continua innovazione nella progettazione e nell’impiego di nuovi materiali come ad esem-pio gli acciai inossidabili “duplex” di recente sviluppo nel campo enologico. Il risultato è una gamma completa di prodotti di grande qualità esportati in Europa e in moltissimi Pa-esi del mondo.

SiRio aLiBeRti SrlFraz. San Vito, 7814042 - CALAMANDRANA (AT)Tel. 0141 75545Fax 0141 75303 [email protected] www.sirioaliberti.com

Marco Graziano: bottaio dal 1882. Con questo slo-gan potrebbe esordire il giovane imprenditore pro-veniente da una famiglia che si occupa di botti dal 1882. Rappresentante della quarta generazione di appassionati del legno e del vino, quindici anni fa, Marco Graziano prendeva in mano l’attività di fami-glia dedicandosi in particolare al settore dell’asciatu-ra e della manutenzione. Da allora ha lavorato con

rinomate cantine in tutta Italia, rigenerando in loco qualsiasi tipo di legno. Abbinata a questa attività, c’è la costruzione e manutenzione di botti dai 2 ai 5 etto-litri nel laboratorio personale. Ultima, ma non per im-portanza, l’esperienza che lo lega ai migliori fornitori di legno francese in Italia, che si affidano a lui per la manutenzione di botti e barriques direttamente nelle cantine dei clienti.

ERREVI S.r.l. azienda leader nella produzione di manufatti in polistirolo espanso sintetiz-zato (EPS materiale riciclabile al 100 % ) ha lanciato sul mer-cato PERBACCO ®: un imballo specifico per la spedizione del vino, con marchio registrato e modello depositato, leggero sì, ma particolarmente resi-stente agli urti (da vedere, in merito, il “Test urto” sul sito), facilmente sigillabile con una reggetta termosaldata e do-tato di una losanga interna

per l’inserimento di una per-gamena o di un gadget. PER-BACCO ®, ormai utilizzato da rinomate cantine italiane, protegge il vino da importanti sbalzi termici, riutilizzabile e personalizzabile con un’esclu-siva stampa digitale in qua-dricromia. E se si rompe una bottiglia? Nessun problema, a differenza del cartone, l’ESP garantisce una impermeabilità che limita i danni e gli even-tuali travasi di liquido.

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GRaziano M. & a. sasStrada Oriolo, 45 - 27058 VOGHERA (PV) TEL. 0383 366208 CELL. 348 [email protected]

NewsTecniche

Page 123: I Grandi Vini Settembre-Ottobre

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hinoWA PReSenTA iL TRATToRino CinGoLATo REALIzzATO PER ASSOLVERE AI COMPITI PIù GRAVOSI

ESPERIENzA, AFFIDABILITà E COMPETENzA NELLA CoSTRUzione Di MACChine innoVATiVe e ALL’AVAnGUARDiA

SALeS SPA RinnoVA iL SiTo WeB: LA MODERNITà AL SERVIzIO DEI SUOI CLIENTIIl tempo è sempre di meno e la rapidità della ricerca in rete dell’informazione necessaria è vitale: queste sono state le motivazioni alla base del restyling com-pleto del sito web Sales SpA. È uno stru-mento di consultazione con un’estetica semplice, che offre al visitatore le infor-mazioni che cerca, nel modo più chiaro possibile. Tra i segmenti più interessanti la sezione SOLUZIONI, dove proponia-mo i nostri prodotti più innovativi, come le etichette ecocompatibili, gli inchiostri termo cromici o di sicurezza e le solu-zioni RFID.Inoltre, in collaborazione con il fornitore Raflatac, nella sezione PROGETTA LA TUA ETICHETTA è possibile effettuare una simulazione della propria etichetta, scegliendo i diversi materiali e potendo-la vedere in 3D applicata sul contenitore primario scelto. Buona navigazione!

SaLeS SPaVia Chivasso 3/5 - 10098 Rivoli (TO)Tel. +39 011 9571000 Fax. +39 011 9592138Sito: www.salesspa.comE-mail: [email protected]

Hinowa, azienda specializzata nello sviluppo di macchine su cingolatura in gomma, presenta sul mercato il nuovo trattorino cin-golato Hinowa Doc Track 37.100, realizzato per assolvere i compiti più gravosi operando in sicurezza, velocemente e con semplicità.

La macchina, una delle più per-formanti esistenti sul mercato, è ideale per luoghi stretti, pendenti e dissestati. L’operatore è collocato nella cabina o tettuccio omologati antiribaltamento e antischiaccia-mento e, comodamente seduto, per mezzo di due manipolatori idraulici, controlla perfettamente tutte le funzioni del trattorino, com-presa la traslazione. Questa è affi-data ad un sistema idrostatico con velocità variabile da 0 a 15 km/h. La presa di forza idraulica frontale, tramite un apposito sgancio rapi-do, permette di usare accessori omologati Hinowa come trinciaer-ba con traslatore, tosaerba a lame,

turbina da neve, lama frontale re-golabile, mentre la presa di forza posteriore permette di agganciare cassone ribaltabile, atomizzatore, biotrituratore, spargisale, botte an-tincendio e sollevatore e tre punti con cardano. La cingolatura in gomma è com-pletamente ammortizzata e può essere eseguita la controrotazione dei cingoli. (L.M.)

hinowa S.P.a.Via Fontana - 37054 Nogara (Vr)Tel. 0442 539100 Fax 0442 [email protected] www.hinowa.com

Nata nel 1928 l’Azienda Ciancaglini ha da sempre investito la sua esperienza, la sua affidabilità e la sua competenza, nella progettazione e nella costruzione di macchine competitive e all’avanguardia, che vengono testate su campo e migliorate rispettando le esigente dell’operatore. Dalla specializzazione degli ultimi anni nel campo dei

vigneti e dei frutteti è nato il prodotto di punta dell’azien-da, lo scalzatore interfilare, con lama in acciaio trattato, essenziale per praticare il diserbo ecologico. Questo è realizzato con materiali di qualità e ad alta resistenza all’usura e, al posto della lama, si possono applicare in modo semplice e veloce accessori come l’aratrino, la dischiera e il fresino rotante. Lo scalzatore interfilare viene applicato alle macchine aziendali, adattabili a qualsiasi tipo di filare: i modelli Superstar-Dual permettono infatti di lavorare in una sola passata sia la fila centrale che l’interfila, mentre i modelli Gold-Variant lavorano solo l’interfila.L’azienda sarà presente all’ EIMA 2012 che si terrà a Bologna dal 7 all’ 11 Novembre, padiglione 36, stand F8.

CianCaGLini S.n.C.Viale D. Alighieri, 55 - 66020 Scerni (Ch)Tel. 0873 919300 - Fax 0873 [email protected] - www.ciancaglini.com

hinoWA DoC TRACK 37.100

CiAnCAGLini: AL SeRVizio DeLL’AGRiCoLTURA

eTiCheTTe

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VinPLAST: UN NUOVO MODO PER STOCCARE IL VINO, PULITO, SICURO E CONVENIENTE

FeRRARi GRoUP PRESENTA IL SUO PRODOTTO DI PUNTA, FORTE, VERSATILE, SICURO E ITALIANO!

La CMP Srl è un’azienda di portata na-zionale, che mette la sua esperienza al servizio di tre settori diversi: si occupa di pallets di plastica e complementi d’im-ballaggio, di contenitori e di manuten-zione in campo enologico, proponendo sistemi funzionali per lo stoccaggio del vino imbottigliato. L’azienda riesce a proporre concrete soluzioni a problemi come l’igienicità del settore alimentare/farmaceutico, l’export in nazioni con rigide norme d’ingresso, la sicurezza e l’integrità dei prodotti. Innovazione e attenzione sono il cuore della filosofia aziendale. Manifestazione di questa filo-sofia è Vinplast®, un nuovo sistema per lo stoccaggio del vino, alternativo alle gabbie di metallo e ai paretali in legno: un’interfalda termoformata di materiale plastico con alloggiamenti studiati per

l’accoglimento di bottiglie di vario tipo, come bottiglie champagne, borgognotte, bordolesi sia cilindriche che coniche. I vantaggi in termini di sicurezza, comodi-tà, affidabilità e costi sono evidenti. Le bottiglie non sono a contatto fra loro e per questo rimangono al riparo da qualsiasi scalfittura, protette da polvere e agenti esterni. Inoltre Vinplast® riduce note-volmente lo spazio richiesto e permette di velocizzare l’inventario della cantina; può essere anche facilmente automa-tizzato, grazie all’impianto di specifiche macchine, rendendo il processo di stoc-caggio sempre più veloce, semplice ed economico. Si riducono notevolmente i costi di manodopera e i tempi. Servizio eccellente, tempestività delle consegne, cortesia e professionalità completano il profilo dell’azienda.

SToCCAGGio

LA TAPPATRiCe zeUS

NewsTecniche

Sarà la Tappatrice Zeus, completamente creata, prodotta e assemblata in Italia, uno degli articoli protagonisti dell’edizione 2012 di Eima di Ferrari Group, azienda italiana leader nella produzione di prodotti in materiali plastici alimentari con brevetti internazionali.Questa è completamente realizzata in acciaio Inox, con testata e prismi in acciaio indurito con trattamento termico, fresati a con-trollo numerico ed ha come caratteristica principale la versatilità. Riesce infatti a tappare bottiglie di dimensioni diverse, da quelle classiche da vino, ai bottiglioni, alle magnum, con altezza mas-sima 65 cm e diametro 21 cm, con qualsiasi tipo di tappo, sia quelli in sughero, sia quelli sintetici, con diametro massimo 40 mm e altezza massima 60 millimetri. I suoi piedini snodati antiscivolo sono adatti ad ogni superficie, la maniglia e le ruote posteriori sono utili per un facile e comodo trasporto e la manutenzione è facilissima. La Tappatrice Zeus sarà visionabile dal 7 all’11 Novembre pros-simi ad Eima, padiglione 44, stand B16. FERRARI GROUP S.r.l.Via Europa, 11 - 43022 Basilicagoiano (Parma)Tel. 0521 687125 - Fax 0521 [email protected] - www.ferrarigroup.com

CMP Srl Via Revello, 38 - 12037 Saluzzo (CN) Tel. 0175 217.560/540.102 - Fax 0175 217.552www.vinplast.it - www.cmp-plast.it www.vinplast.eu [email protected] [email protected]

Sicurezza, innovazione e attenzione, ma anche risparmio (di denaro e di tempo): questo la filosofia aziendale della CMP

Page 125: I Grandi Vini Settembre-Ottobre

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ViNpLAsT: un nuovo modo per stoccare il vino, pulito, sicuro e conveniente

FerrAri Group presenta il suo prodotto di punta, forte, versatile, sicuro e italiano!

La CMP Srl è un’azienda di portata na-zionale, che mette la sua esperienza al servizio di tre settori diversi: si occupa di pallets di plastica e complementi d’im-ballaggio, di contenitori e di manuten-zione in campo enologico, proponendo sistemi funzionali per lo stoccaggio del vino imbottigliato. L’azienda riesce a proporre concrete soluzioni a problemi come l’igienicità del settore alimentare/farmaceutico, l’export in nazioni con rigide norme d’ingresso, la sicurezza e l’integrità dei prodotti. Innovazione e attenzione sono il cuore della filosofia aziendale. Manifestazione di questa filo-sofia è Vinplast®, un nuovo sistema per lo stoccaggio del vino, alternativo alle gabbie di metallo e ai paretali in legno: un’interfalda termoformata di materiale plastico con alloggiamenti studiati per

l’accoglimento di bottiglie di vario tipo, come bottiglie champagne, borgognotte, bordolesi sia cilindriche che coniche. I vantaggi in termini di sicurezza, comodi-tà, affidabilità e costi sono evidenti. Le bottiglie non sono a contatto fra loro e per questo rimangono al riparo da qualsiasi scalfittura, protette da polvere e agenti esterni. Inoltre Vinplast® riduce note-volmente lo spazio richiesto e permette di velocizzare l’inventario della cantina; può essere anche facilmente automa-tizzato, grazie all’impianto di specifiche macchine, rendendo il processo di stoc-caggio sempre più veloce, semplice ed economico. Si riducono notevolmente i costi di manodopera e i tempi. Servizio eccellente, tempestività delle consegne, cortesia e professionalità completano il profilo dell’azienda.

sToCCAGGio

LA TAppATriCe zeus

NewsTecniche

Sarà la Tappatrice Zeus, completamente creata, prodotta e assemblata in Italia, uno degli articoli protagonisti dell’edizione 2012 di Eima di Ferrari Group, azienda italiana leader nella produzione di prodotti in materiali plastici alimentari con brevetti internazionali.Questa è completamente realizzata in acciaio Inox, con testata e prismi in acciaio indurito con trattamento termico, fresati a con-trollo numerico ed ha come caratteristica principale la versatilità. Riesce infatti a tappare bottiglie di dimensioni diverse, da quelle classiche da vino, ai bottiglioni, alle magnum, con altezza mas-sima 65 cm e diametro 21 cm, con qualsiasi tipo di tappo, sia quelli in sughero, sia quelli sintetici, con diametro massimo 40 mm e altezza massima 60 millimetri. I suoi piedini snodati antiscivolo sono adatti ad ogni superficie, la maniglia e le ruote posteriori sono utili per un facile e comodo trasporto e la manutenzione è facilissima. La Tappatrice Zeus sarà visionabile dal 7 all’11 Novembre pros-simi ad Eima, padiglione 44, stand B16. FERRARI GROUP S.r.l.Via Europa, 11 - 43022 Basilicagoiano (Parma)Tel. 0521 687125 - Fax 0521 [email protected] - www.ferrarigroup.com

CMP Srl Via Revello, 38 - 12037 Saluzzo (CN) Tel. 0175 217.560/540.102 - Fax 0175 217.552www.vinplast.it - www.cmp-plast.it www.vinplast.eu [email protected] [email protected]

Sicurezza, innovazione e attenzione, ma anche risparmio (di denaro e di tempo): questo la filosofia aziendale della CMP

Page 126: I Grandi Vini Settembre-Ottobre

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Strength of Ideas, for a Record-Breaking Show.

2012Bologna

2012ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI MACCHINE PER L’AGRICOLTURA E IL GIARDINAGGIO

INTERNATIONAL AGRICULTURAL AND GARDENING MACHINERY EXHIBITION

/

La forza delle idee,per un’edizione da primato.

Organizzata da UNACOMA SERVICESurl con la collaborazione di BolognaFiere SpaOrganized by UNACOMA SERVICE Surl in collaboration with BolognaFiere Spa

Unacoma ServiceItalia - 00159 Roma - Via Venafro, 5Tel. (+39) 06.432.981 - Fax (+39) [email protected] - www.eima.it

www.eima.it

210.000 mq, 4 saloni tematici, 25.000 modelli, 1600 espositori, 200 convegni e workshop.210,000 m2, 4 themed salons, 25,000 models,1600 exhibitors, 200 conferences and workshops.

Page 127: I Grandi Vini Settembre-Ottobre

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uno sguardo al futuro

eima internatio-nal si prepara a un’edizione da record. rispetto

alla superficie raggiunta nel 2010 (105 mila metri qua-drati netti), la grande bien-nale della meccanizzazione per l’agricoltura, il giardi-naggio, la cura del verde e la componentistica raggiunge-rà i 118 mila metri quadrati netti all’interno dei padiglio-ni, ai quali si aggiungono i circa 20 mila metri quadrati di aree esterne per le prove di mezzi meccanici destinati alle filiere bioenergetiche. con soddisfazione, questi dati sono stati annunciati durante la conferenza stam-pa dello scorso luglio, nella quale sono intervenuti mas-simo Goldoni, presidente federunacoma e duccio campagnoli, presidente Bo-lognafiere. accanto ai con-solidati tre saloni tematici (eima componenti, eima energy ed eima m.i.a), tornerà il settore giardinag-

gio. saranno circa 1.700 le industrie espositrici, prove-nienti da 40 paesi, mentre per quanto riguarda la par-tecipazione dei visitatori e degli operatori economici si prevede di superare il ri-sultato di 166.400 unità (di cui oltre 26.000 provenienti dall’estero in rappresentan-za di 140 paesi) ottenuto nell’edizione 2010. “eima international si svolge in un momento particolarmente dinamico e interessante per il settore della meccanizza-zione - ha spiegato il pre-sidente di federunacoma massimo Goldoni nel corso della conferenza - che vede una crescita consistente del-la domanda da parte dei co-lossi asiatici, ma anche della turchia, della russia e del Brasile, e che registra una ripresa anche sui tradiziona-li mercati dell’europa occi-dentale e degli stati uniti”. il trend del settore è netta-mente positivo, con buoni incrementi di vendite che in

alcuni paesi sono definibili come formidabili. “la ripre-sa dei mercati internazionali – ha ricordato il presidente Goldoni – favorisce le espor-tazioni dell’industria italia-na, che dopo il saldo 2011 già molto positivo - con una crescita delle esportazioni di oltre il 14% sia per le trattri-ci che per le altre tipologie di macchine - mostra un ini-zio d’anno promettente, con incrementi nei primi quattro mesi - dati istat - del 18,4% in valore per le trattrici (534 milioni di euro), e dell’8,3% per le altre tipologie di mac-chine (963 milioni di euro)”. visto l’apprezzamento rice-vuto nelle passate edizioni, l’eima riproporrà la suddi-visione in 14 settori di spe-cializzazione, per un totale di 1.000 voci merceologi-che, con padiglioni tematici che rappresenteranno veri “saloni nel salone”. •

eimA international 2012: sempre più internazionale, grande, specializzata e dinamica

Quando: 7 – 11 novembre 2012

Dove: Bologna, BolognaFiere

Orario d’ingresso: dalle 9:00 alle 18:30

Modalità d’accesso: il 7 e l’8 novembre l’ingresso è riservato agli operatori muniti di invito. Il costo del biglietto d’ingresso al pubblico è di 50,00 euro.

Nei rimanenti 3 giorni la manife-stazione è aperta al pubblico e il prezzo del biglietto di ingresso è di 15,00 euro.

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Strength of Ideas, for a Record-Breaking Show.

2012Bologna

2012

ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI MACCHINE PER L’AGRICOLTURA E IL GIARDINAGGIO

INTERNATIONAL AGRICULTURAL AND GARDENING MACHINERY EXHIBITION

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La forza delle idee,

per un’edizione da primato.

Organizzata da UNACOMA SERVICESurl con la collaborazione di BolognaFiere Spa

Organized by UNACOMA SERVICE Surl in collaboration with BolognaFiere Spa

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Italia - 00159 Roma - Via Venafro, 5

Tel. (+39) 06.432.981 - Fax (+39) 06.4076.370

[email protected] - www.eima.it

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210.000 mq, 4 saloni tematici, 25.000 modelli, 1600 espositori, 200 convegni e workshop.

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Strength of Ideas, for a Record-Breaking Show.

2012 Bologna

2012

ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI MACCHINE PER L’AGRICOLTURA E IL GIARDINAGGIO

INTERNATIONAL AGRICULTURAL AND GARDENING MACHINERY EXHIBITION

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La forza delle idee,

per un’edizione da primato.

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Unacoma ServiceItalia - 00159 Roma - Via Venafro, 5

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2012

Bologna

2012

ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI MACCHINE PER L’AGRICOLTURA E IL GIARDINAGGIO

INTERNATIONAL AGRICULTURAL AND GARDENING MACHINERY EXHIBITION

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La forza delle

idee,

per un’edizion

e da primato.

Organizzata da UNACOMA SERVICESurl con la collaborazione di BolognaFiere Spa

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Unacoma Service

Italia - 00159 Roma - Via Venafro, 5

Tel. (+39) 06.432.981 - Fax (+39) 06.4076.370

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2012

Bologna

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ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI MACCHINE PER L’AGRICOLTURA E IL GIARDINAGGIO

INTERNATIONAL AGRICULTURAL AND GARDENING MACHINERY EXHIBITION

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La forza delle idee,per un’edizione da primato.

Organizzata da UNACOMA SERVICESurl con la collaborazione di BolognaFiere Spa

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Italia - 00159 Roma - Via Venafro, 5

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La forza delle idee,per un’edizione da primato.

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Page 129: I Grandi Vini Settembre-Ottobre

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