I GRANDI SCIOPERI (INIZIO 1900) - Montclair State · PDF file · 2017-01-12aia,...

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I GRANDI SCIOPERI (INIZIO 1900) CONTESTO STORICO: All’inizio del novecento, le campagne e le fabbriche furono attraversate da ondate di scioperi di contadini ed operai che chiedevano migliori condizioni di lavoro, riforme per migliorare la produzione e aiuti per gli agricoltori e i lavoratori. Le donne, che ormai lavoravano da qualche anno fuori casa, non si tirarono indietro e cominciarono a scioperare. Nel 1906, le filandaie e le tessitrici si sollevarono chiedendo di limitare l’orario di lavoro a 10 ore giornaliere. Nel 1908 ci fu un grande sciopero agrario generale (vedi manifesto sotto). Le donne furono le principali protagoniste di questa lotta, anche perchè la loro paga era inferiore agli uomini. Allo sciopero del 1912 le mondine (ricepickers) che lavoravano nelle risaie in condizioni difficilissime, organizzarono una grande protesta che chiedeva la riduzione dell’orario a 8 ore. Contro di loro fu chiamata anche la cavalleria dell’esercito italiano, ma ottennero quello che chiedevano. Solo nel 1923 le otto ore lavorative divennero legge per tutti. Guardate la scena del film Novecento di Attilio Bertolucci (1976) che mette in scena lo sciopero agrario del 1908 e in cui si sente la nostra canzone. https://www.youtube.com/watch?v=fN56x_O0Oms Domande per la discussione: LA NOSTRA CANZONE È la canzone delle donne in sciopero, dedicata alla “lega”. La lega (legare: to bond) è un gruppo unito da uno scopo di protesta che lotta insieme. I versi si aprono con una sfida da parte delle donne che rifiutano il ruolo passivo in cui sono di solito relegate. La prima parola è una congiunzione concessiva: “sebbene” (although) che comincia subito a voltare la pagina della storia, dando un nuovo ruolo alle donne: “sebbene siamo donne, paura non abbiamo”. Essere madri rende le donne battagliere e feroci, come belve che difendono i loro cuccioli. Le loro armi sono pacifiche ma taglienti: le loro lingue. Cosí queste donne usano uno degli insulti di solito rivolti a loro (per esempio, le donne sono linguacciute, oche, chiacchierone) e lo trasformano nella loro forza.

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I GRANDI SCIOPERI (INIZIO 1900)

CONTESTO STORICO:

All’inizio del novecento, le campagne e le fabbriche furono attraversate da ondate di scioperi di

contadini ed operai che chiedevano migliori condizioni di lavoro, riforme per migliorare la

produzione e aiuti per gli agricoltori e i lavoratori. Le donne, che ormai lavoravano da qualche

anno fuori casa, non si tirarono indietro e cominciarono a scioperare. Nel 1906, le filandaie e le

tessitrici si sollevarono chiedendo di limitare l’orario di lavoro a 10 ore giornaliere. Nel 1908 ci

fu un grande sciopero agrario generale (vedi manifesto sotto). Le donne furono le principali

protagoniste di questa lotta, anche perchè la loro paga era inferiore agli uomini. Allo sciopero del

1912 le mondine (ricepickers) che lavoravano nelle risaie in condizioni difficilissime,

organizzarono una grande protesta che chiedeva la riduzione dell’orario a 8 ore. Contro di loro fu

chiamata anche la cavalleria dell’esercito italiano, ma ottennero quello che chiedevano. Solo nel

1923 le otto ore lavorative divennero legge per tutti.

Guardate la scena del film Novecento di Attilio Bertolucci (1976) che mette in scena lo sciopero

agrario del 1908 e in cui si sente la nostra canzone.

https://www.youtube.com/watch?v=fN56x_O0Oms

Domande per la discussione:

LA NOSTRA CANZONE

È la canzone delle donne in sciopero, dedicata alla “lega”. La lega (legare: to bond) è un gruppo

unito da uno scopo di protesta che lotta insieme. I versi si aprono con una sfida da parte delle

donne che rifiutano il ruolo passivo in cui sono di solito relegate. La prima parola è una

congiunzione concessiva: “sebbene” (although) che comincia subito a voltare la pagina della

storia, dando un nuovo ruolo alle donne: “sebbene siamo donne, paura non abbiamo”. Essere

madri rende le donne battagliere e feroci, come belve che difendono i loro cuccioli. Le loro armi

sono pacifiche ma taglienti: le loro lingue. Cosí queste donne usano uno degli insulti di solito

rivolti a loro (per esempio, le donne sono linguacciute, oche, chiacchierone) e lo trasformano

nella loro forza.

Le cantanti richiedono rispetto e giusto compenso, con un verbo alla forma imperativa: “aprite il

portafoglio”. Una strofa critica i “crumiri” che andando a lavorare quando gli altri fanno

sciopero, indeboliscono la protesta e la rendono inutile. I padroni, che posseggono le fabbriche e

i campi, sono considerati “pieni di orgoglio”. Un verso in dialetto padano “i voroma vees pagà”

significa “vogliamo essere pagate”.

La canzone entrò nel repertorio delle mondine e fu cantata tra il 1890 e la prima decade del 1900

nella pianura padana. La trovate qui: https://www.youtube.com/watch?v=ZCQHsJie8Mc,

cantata da Giovanna Marini e dal gruppo di Piadena.

La Lega Sebben che siamo donne Paura non abbiamo Per amor dei nostri figli (x2) In lega ci mettiamo Oi li oi li oi la e la lega la crescerà E noi altri socialisti / lavoratori (x2) Oi li oi li oi la e la lega la crescerà E noi altri lavoratori Vogliamo la libertà. E la libertà non viene Perchè non c'è l'unione Crumiri col padrone (x2) Son tutti d'ammazza Sebben che siamo donne Paura non abbiamo Abbiam delle belle buone lingue (x2) E ben ci difendiam E voialtri signoroni Che ci avete tanto orgoglio Abbassate la superbia (x2) E aprite il portafoglio.

The League Although we are women We have no fear For the sake of our children (x2) We gather in a League Oi li oi li oi la, the League will grow And we the Socialist / workers (x2) Oi li oi li oi la, the League will grow And we the workers We want freedom. But freedom does not come Because we are not united The strike breakers with the boss (x2) They should be killed Although we are women We are not afraid We have good sharp tongues And we can fend for ourselves And you fine gentlemen Who are so proud Lower your pride (x2) And open your wallet.

O li o li o la e la lega la crescerà E noialtri lavoratori (x2) I voroma vees pagà. O li o li o la e la lega la crescerà E noialtri socialisti (x2) Vogliamo la libertà

Oi li oi li oi la, the League will grow And we the workers Want to be paid. Oi li oi li oi la and the League will grow And we socialists We want freedom.

Vita da mondine

Guardate la scena di Riso amaro di Giuseppe De Santis (1949), in cui le mondine si parlano

cantando. In questa scena, che mostra anche il lavoro nella risaia con attenzione

documentaristica, le “crumire” o “clandestine” cercano di lavorare più forte delle mondine

regolamente assunte per rubare loro il lavoro. È una guerra tra povere.

https://www.youtube.com/watch?v=OrYmI96o8m4

crumiro/a: …………………………………………………..

clandestino/a: …………………………………………………..

Domande per la discussione:

Ecco la vita delle mondine negli anni ’50, descritta dal regista Matteo Bellizzi, che nel 2003 ha

realizzato il documentario Sorriso amaro, produzione Stefilm, un viaggio a ritroso nella memoria

del lavoro.

«Le donne - racconta Bellizzi - arrivavano con i treni speciali organizzati dal sindacato agricolo:

carri bestiame che le costringevano a viaggi durissimi. Ogni giorno le mondine lavoravano dalle

8 alle 10 ore; entravano nell' acqua all' alba con i piedi nudi, dovevano stare piegate per

eliminare l' erba l' infestante, un cappello di paglia (diventato il simbolo di questo lavoro) le

proteggeva dal solleone e gli insetti pungevano in continuazione. Alla sera, sfinite dal lavoro, le

mondariso avevano il tempo di rinfrescarsi in qualche corso d' acqua per poi tornare in cascina a

cenare: riso e fagioli per 40 giorni! Per riposarsi c' erano i dormitori, enormi stanzoni ricavati nel

sotto tetto della cascina, con le brandine di ferro e un materasso riempito di paglia. Le più

anziane crollavano per la stanchezza subito dopo il tramonto e le giovani, invece, uscivano sull'

aia, dove le aspettavano i ragazzi. Qualcuno portava una fisarmonica e immediatamente si

dimenticava la stanchezza e si cominciava a ballare".

Da Clara Cairoli, articolo in La Repubblica, 29 agosto 2007.

Questo è il manifesto dello sciopero agrario del 1908