7 OTTOBRE 2012 “Io camminerò” L’emigrazione silenziosa · PDF...

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MAGAZINE DOMENICALE DI AMERICA OGGI www.oggi7.info 7 OTTOBRE 2012 Il Nobel dei batteriofagi Contributi \ Luria OGGI 7 7 7 7 7 Primo Piano \ Severino Informazione e legalità SERVIZIO A PAGINA 3 Vivere in tendopoli Terremoto \ Emilia Il viaggio transatlantico nel cimema muto. “Dagli Appennini alle Ande” di Umberto Paradisi (1916) alla Montclair State University. La partenza dall’Italia delle donne sole “Io camminerò” PAG. 7 PAG. 4 PAG. 5 L’emigrazione silenziosa Una scena del film Dagli Appennini alle Ande (1916)

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Il Nobel dei batteriofagiContributi \ Luria

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Primo Piano \ SeverinoInformazione e legalità

SERVIZIO A PAGINA 3

Vivere in tendopoliTerremoto \ Emilia

Il viaggio transatlantico nel cimema muto. “Dagli Appennini alle Ande” di UmbertoParadisi (1916) alla Montclair State University. La partenza dall’Italia delle donne sole

“Io camminerò”

PAG. 7PAG. 4 PAG. 5

L’emigrazionesilenziosa

Una scena del film�“Dagli Appennini alle Ande�”(1916)

OGGI3PRIMO PIANO \ SPETTACOLO & SOCIETÀ“Dagli Appennini alle Ande” alla Montclair State University: il viaggio transatlanticonel cinema muto. La partenza delle donne sole, soprattutto verso il Sud America

L’emigrazione silenziosaINQUECENTO anni fa moriva Ameri-go Vespucci, navigatore italiano cheavrebbe dato il suo nome ad un gran-de continente: per celebrare questoC

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anniversario e discutere insieme questioni ri-guardanti la storia dell�’esplorazione e dell�’emi-grazione, molti eventi sono stati organizzati al-l�’interno della cornice dell�’Italian Heritage andCulture Month. Lo scorso giovedì 27 settembrestudenti, professori, membri della comunità ita-loamericana del New Jersey, insieme al vice-sindaco di Montclair, si sono riuniti nella Le-showitz Hall della Montclair State Universityper un evento speciale sponsorizzato dalla In-serra Chair in Italian and Italian American Stu-dies in collaborazione con la Scuola di MusicaJohn J. Cali e il Coccia Institute for the ItalianExperience in America. Intitolato il viaggio trans-atlantico dei migranti nel cinema italiano delleorigini, il programma ha proposto una sapientecombinazione di storia, cinema e musica dalvivo, partendo dall�’adattamento per il grandeschermo del noto racconto �“Dagli Appenninialle Ande�” di Edmondo De Amicis.

La prof.ssa Teresa Fiore, Inserra Chair in Ita-lian and Italian American Studies a MontclairState University, responsabile dell�’ideazione eorganizzazione del programma, ha aperto la se-rata raccontando la genesi del progetto: la deci-sione di parlare di navigazione ed esplorazionenon attraverso le grandi figure storiche, ma at-traverso i milioni di emigrati italiani che seppuranonimamente hanno solcato gli oceani e co-nosciuto nuovi mondi; l�’acquisizione della co-pia del film muto �“Dagli Appennini alle Ande�”di Umberto Paradisi del 1916 presso la presti-giosa Cineteca di Bologna; la creazione di sot-totitoli in inglese in collaborazione con il prof.Galoppe e la prof.ssa Marisa Trubiano (Diparti-mento di Spagnolo e Italiano); la scelta dei mu-sicisti Chris Opperman e Marco Cappelli per lacomposizione della musica originale da suona-re dal vivo durante la proiezione; e infine l�’in-clusione di un intervento introduttivo dellaprof.ssa Jacqueline Reich dell�’Università diStony Brook sul tema della rappresentazionecinematografica del viaggio transatlantico deimigranti. Tutti questi elementi hanno contribu-ito alla riuscita di una serata ricca di spunti cul-turali che ha parlato al pubblico presente in ter-mini sia personali che d�’interesse storico e ar-tistico.

�“Il programma è nuovamente il risultato diuna sinergia tra dipartimenti, istituti, ogranizza-zioni italoamericane del New Jersey, volta a cre-are piacevoli momenti di apprendimento e scam-bio sulla storia e la cultura della diaspora italia-na aperti ad un pubblico misto, provenienteanche da New York, che è in sintesi l�’obiettivoprincipale della programmazione Inserra�”, ha di-chiarato la prof.ssa Fiore.

All�’inizio del suo discorso, la prof.ssaReich ha condiviso due esempi classici del temadel viaggio transatlantico nella storia del cine-ma italiano e americano: da un lato la famosa

scena della partenza e dell�’arrivo in �“Il Padrino�– Parte II�”, e dall�’altro la sequenza dell�’allonta-namento della nave degli emigrati dalla banchi-na del porto, tratta dal meno famoso ma altret-tanto splendido film, �“Nuovomondo�”. Con que-sti due esempi, la relatrice ha introdotto il suodiscorso sul viaggio degli emigranti al cinema,visto da una prospettiva essenzialmente trans-atlantica, anziché come parte della storia di unsolo paese. Ha poi proposto un discorso sulleorigini del cinema italiano, che un tempo si me-scolava al vaudeville e a spettacoli ambulanticon musica che accompagnava il film dal vivo.Questa introduzione ha preparato il pubblicoall�’apprezzamento della serata stessa: quandole luci si sono abbassate e i musicisti hannocominciato a suonare, il numeroso pubblico dicirca 130 persone si è sentito trasportato in unasala italiana dell�’epoca.

Il film proiettato, �“Dagli Appennini alleAnde�”, si basa su un racconto incluso nel fa-moso libro di De Amicis, «Cuore», pubblicatonel 1886. Incentrata sul rapporto madre-figlio equindi madrepatria-giovani cittadini nell�’Italiada poco unita, la storia segue il viaggio del pic-colo Marco che da solo, all�’età di 13 anni, lasciaGenova per andare a cercare la madre che èemigrata in Argentina per lavorare come dome-stica e aiutare la famiglia indebitata. Questo viag-gio si trasforma in un�’esplorazione lunga e fati-cosa di un paese come l�’Argentina, della sua

geografia e della sua gente, che culmina dopoinfinite traversie con il ritrovamento della ma-dre. Adattata per il cinema e la televisione varievolte nel corso dei decenni, la storia del giova-ne e coraggioso Marco continua a essere unclassico a livello internazionale.

La versione mostrata a Montclair State Uni-versity, interpretata con delicata bravura da Er-manno Roveri, non è molto diversa dalla storiaoriginale come trama dal taglio melodrammati-co, ma ha permesso di vedere i protagonistidella storia esprimersi intensamente con il cor-po secondo lo stile degli attori dell�’epoca eascoltare le ricercate soluzioni musicali di ChrisOpperman (Scuola di Musica Cali) e MarcoCappelli. I due musicisti hanno fatto un lavorosplendido rendendo le emozioni del film attra-verso i loro strumenti (il pianoforte, la tromba ela chitarra con effetti elettronici): quando il pro-

mento musicale in parte improvvisato è stataquella di �“unire la musica tonale per i momentidistesi della trama a soluzioni atonali per le fasidi tensione, creando un�’alternanza di momentimelodici e momenti astratti che rispecchia il con-testo storico e artistico in cui vediamo il filmoggi�”. Il risultato ha affascinato il pubblico, e inparticolare i numerosi studenti che partecipanoregolarmente alle iniziative dell�’Inserra Chair.Come ha detto la studentessa di MSU JaimePisauro, �“la performance musicale unita al film èstata splendida... senza dubbio mi ha aiutato asentire le emozioni reali di ciascun personaggiodel film, e sono felice di avere partecipato a que-sta serata legata al programma dei corsi di italia-no che seguo al campus�”.

Il viaggio transatlantico di Marco così comequello attraverso un/il nuovo mondo è quellodi milioni di italiani che sono emigrati nel corso

di più di un secolo, spostandosi specialmenteverso il Sud America all�’inizio. Una storia menoconosciuta dagli statunitensi che pensano agliUSA come meta principale se non unica del viag-gio italiano, cosí come meno conosciuta è lastoria delle donne emigrate da sole già alla finedell�’800 e persino quella dei viaggi dei bambiniche partivano senza i genitori. Secondo ladott.ssa Mary Ann Re del Coccia Institute, �“laserata è stata un�’occasione per i membri dellacomunità italoamericana presenti in sala di ri-flettere sulla loro esperienza di emigrazione: leimmagini, la musica e le parole hanno fatto emer-gere ricordi di famiglia, e in alcuni casi provoca-to aperta commozione�”.

Alla fine del film, quando Marco può final-mente riabbracciare sua madre, le parole sulloschermo erano le seguenti: �“Gioia in ogni cuo-re�”, che è proprio quello che il pubblico in salaha provato a conclusione della serata, che ciauguriamo possa essere riproposta anche inaltre sedi universitarie e non, sia nel New Jerseyche a New York per dare la possibilità a tantealtre persone di vedere questo raro film con unacolonna sonora originale suonata dal vivo.

[L�’articolo - adattamento di un pezzoscritto per il giornale �“The Montclarion�” - è

stato tradotto da Cinzia Bernardo]

Nelle foto, una scena del film�“Dagli Appennini alle Ande�”,

gli organizzatori dell�’eventoalla Montclair State University

(da sinistra: Galoppe, Reich, Fiore,Opperman e Cappelli)

e, accanto al titolo, Ameriga Vespucci

UCA Martera, tarantino, giramondo, la-vora da oltre dieci anni comedocumentarista, autore e regista tv perRai-Mediaset-La7. Dal luglio 2011 a mar-L

di Vincenzo Pascaledi Vincenzo Pascaledi Vincenzo Pascaledi Vincenzo Pascaledi Vincenzo Pascale

La Guardia “visto” da Martera

zo 2012 si trasferisce a New York, dove realizza duedocumentari per il programma �“La storia siamo noi�”dedicati il primo alla vita di Fiorello La Guardia e ilsecondo alla poco conosciuta emigrazione italiananegli Stati Uniti da Colombo all'Unità d'Italia. Nellostesso periodo, ricostruisce il periodo americanodi Mike Bongiorno attraverso i documentidesecreatati degli archivi governativi americani perun documentario di futura realizzazione. Al mo-mento sta preparando una serie di speciali, in vistadell'Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti in

PERSONAGGI

programma nel 2013, legati alla storia comune ita-liana e americana.

Com�’è nata l'idea di un documentario suFiorello La Guardia?

«Assieme al divo del cinema muto RodolfoValentino, Fiorello La Guardia ful'italoamericano più famoso degli Stati Uniti nel-la prima metà del Novecento. Su Valentino, pro-totipo del latin lover, si è visto e scritto di tutto,ma su Fiorello è sceso l'oblio, almeno in Italia.Da qui è nata l'idea di dedicargli un documenta-rio che lo faccia scoprire soprattutto a chi pensache Fiorello sia solo il nome di uno showmansiciliano. Anche se deve essere sembrato curiosoa Mike Bongiorno, battezzato a New York nel1924 proprio da Fiorello La Guardia, ritrovarsicome compagno di lavoro nei suoi ultimi anniproprio un'artista che porta il nome di La Guar-dia».

Chi era Fiorello La Guardia?«Un italiano eccezionale, straordinario e

atipico, sia fisicamente che moralmente. Non acaso il titolo che ho scelto è "L'incorruttibile".Una qualità che lo rende ancora a un secolo didistanza una mosca bianca, visto il devastantelivello di corruzione che domina la politica. Dipadre pugliese e madre ebrea triestina, la suavita è una successione incredibile di eventi stori-ci: nasce a New York nel 1882, cresce nel Westancora segregazionista, ancora adolescente rac-conta la guerra ispano-americana per il quoti-diano di Joseph Pulitzer, da addetto consolare interra d'Istria si occupa degli emigranti arrivan-do a parlare sette lingue, partecipa alla PrimaGuerra Mondiale come aviatore spericolato, tor-na nella Grande Mela negli anni '20 e diventa ilprimo deputato italo-americano del Congresso.

Nel '34 viene eletto sindaco di New York City,

carica che manterrà per altri due mandati sino al'45, rimanendo per sempre nella memoria deinewyorkesi e degli americani per i suoi interven-ti nel welfare negli anni cupi della Grande De-pressione. Quando morì nel 1947 aveva solo 8mila dollari. Fu anche il primo politico al qualeBroadway dedicò addirittura un musical».

Che impressione ha ricevuto dalla comunitàitaliana di NY su Fiorello La Guardia? Perché èancora molto popolare negli Stati Uniti?

«Di grande partecipazione. Il ricordo, soprat-tutto per via della sua identità multiculturale, èancora vivo a New York: dal Primo Levi Centeral John Calandra Institute, dall'Italian AmericanMuseum alla Columbus Citizen Foundation, sinoal mercato ortofrutticolo di Arthur Avenue, da luifatto edificare nel Bronx nel 1940. Quanto agliamericani, il suo nome oggi forse è più noto perl'aeroporto omonimo e trovo scandaloso cheHollywood non gli abbia mai dedicato un film,forse perché pensano che un italiano onesto chelottò contro la mafia non fa cassetta».

[email protected]

tagonista dellastoria, il piccoloMarco, avevapaura, anche glispettatori prova-vano paura;quando si senti-va incoraggiato acontinuare il suoviaggio, tutti nel-la sala tiravanoun sospiro di sol-lievo. Un ben ca-librato accompa-gnamento densodi emozioni mu-sicali, quello diOpperman e Cap-pelli, trasmessoda arpeggi e dis-sonanze che rim-balzavano conagilità da unostrumento all�’al-tro.

Come ha fat-to notare il chi-tarrista Cappellidurante il dibat-tito, l�’idea di que-sto accompagna-