I Giovani e La Televisione

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Pubblicato su: Corriere di Sestri Marzo 2008 TELEVISIONE “CATTIVA MAESTRA” DEI GIOVANI “Spegni la televisione e accendi il cervello”. Più che uno slogan da corteo, mi sembra un doveroso appello per tutti quei giovani, italiani e non, che ogni giorno passano ore davanti allo schermo. Senza volermi tirare fuori da questa massa, mi accorgo di quanto stia degenerando il rapporto fra giovani e televisione. Ma ancora di più preoccupano i bambini, veri bersagli inermi dello strumento televisivo. Nelle famiglie italiane, la nuova baby-sitter, quasi totalmente gratuita, si chiama Mediaset, Rai, Sky, e mille altri canali d’ogni genere. Tutti alla semplice portata di un telecomando. Per i genitori di oggi, è molto più comodo lasciare un figlio qualche ora solo, con la “cattiva maestra”, come la chiamava Karl Popper, che seguirlo e portarlo fuori all’aria aperta. Con questo non dico che tutti i giovani e i bambini della penisola siano marionette davanti alla televisione. Ma è un dato di fatto innegabile che questa “fabbrica d’immagini” si stia quasi creando uno spazio nel nucleo familiare. Basti pensare al televisore acceso durante il pranzo o la cena: è come se si avesse al tavolo un ospite che non smette mai di parlare, ti tiene con gli occhi incollati fissi su di lui, senza possibilità di dialogo. E spesso, se non piace quello che si sta vedendo, invece che premere il tasto rosso sul telecomando, si scorrono i canali finché non si decide di seguire silenziosi un diverso “ospite”. Si è detto prima “Televisione cattiva maestra”: ma è definita tale non solo per i contenuti spesso poco educativi, ma anche per gli strumenti di cui fa uso. L’immagine regna sulla parola: l’attenzione non diventa più un atto di volontà, ma viene tenuta alta sfruttando mille trucchi. Ci rende passivi. In ogni scena sullo schermo, siamo bombardati da colori, inquadrature sempre diverse, slogan da ogni parte, personaggi in continuo cambiamento: tutto perché non si vuole concedere all’attenzione un secondo di riposo. Gli indiscussi pregi avuti ampiamente in passato dalla televisione, e ora solo in parte, riescono ad emergere dal cumulo di “tv-spazzatura” a malapena, con enormi sforzi. La verità sembra sia stata bandita dal regno televisivo. Molti, forse troppi italiani non si rendono conto che sono i primi a criticarla ferocemente, ma poi sono gli stessi che dopo cena si siedono col telecomando in mano e fanno zapping fino a tarda notte. Lasciando soli in un’altra stanza i figli, a giocare con un altro telecomando e un altro schermo.

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Pubblicato su: Corriere di SestriMarzo 2008

TELEVISIONE “CATTIVA MAESTRA” DEI GIOVANI

“Spegni la televisione e accendi il cervello”. Più che uno slogan da corteo, mi sembra un doveroso appello per tutti quei giovani, italiani e non, che ogni giorno passano ore davanti allo schermo. Senza volermi tirare fuori da questa massa, mi accorgo di quanto stia degenerando il rapporto fra giovani e televisione. Ma ancora di più preoccupano i bambini, veri bersagli inermi dello strumento televisivo. Nelle famiglie italiane, la nuova baby-sitter, quasi totalmente gratuita, si chiama Mediaset, Rai, Sky, e mille altri canali d’ogni genere. Tutti alla semplice portata di un telecomando. Per i genitori di oggi, è molto più comodo lasciare un figlio qualche ora solo, con la “cattiva maestra”, come la chiamava Karl Popper, che seguirlo e portarlo fuori all’aria aperta. Con questo non dico che tutti i giovani e i bambini della penisola siano marionette davanti alla televisione. Ma è un dato di fatto innegabile che questa “fabbrica d’immagini” si stia quasi creando uno spazio nel nucleo familiare. Basti pensare al televisore acceso durante il pranzo o la cena: è come se si avesse al tavolo un ospite che non smette mai di parlare, ti tiene con gli occhi incollati fissi su di lui, senza possibilità di dialogo. E spesso, se non piace quello che si sta vedendo, invece che premere il tasto rosso sul telecomando, si scorrono i canali finché non si decide di seguire silenziosi un diverso “ospite”.Si è detto prima “Televisione cattiva maestra”: ma è definita tale non solo per i contenuti spesso poco educativi, ma anche per gli strumenti di cui fa uso. L’immagine regna sulla parola: l’attenzione non diventa più un atto di volontà, ma viene tenuta alta sfruttando mille trucchi. Ci rende passivi. In ogni scena sullo schermo, siamo bombardati da colori, inquadrature sempre diverse, slogan da ogni parte, personaggi in continuo cambiamento: tutto perché non si vuole concedere all’attenzione un secondo di riposo.Gli indiscussi pregi avuti ampiamente in passato dalla televisione, e ora solo in parte, riescono ad emergere dal cumulo di “tv-spazzatura” a malapena, con enormi sforzi. La verità sembra sia stata bandita dal regno televisivo. Molti, forse troppi italiani non si rendono conto che sono i primi a criticarla ferocemente, ma poi sono gli stessi che dopo cena si siedono col telecomando in mano e fanno zapping fino a tarda notte. Lasciando soli in un’altra stanza i figli, a giocare con un altro telecomando e un altro schermo. È anche così che, a mio avviso, si perdono le migliori occasioni per un dialogo fra genitori e ragazzi. Si perdono i rari momenti in cui la famiglia moderna può ritrovarsi insieme, raccontarsi e divertirsi. La serata davanti alla televisione, non lo metto in dubbio, è una costante di ogni casa italiana: ma non può e non deve diventare un’attività monotona, fissa e ripetitiva d’ogni momento libero.Sui contenuti sempre più violenti, offerti ai giovani ad ogni ora del giorno, Beppe Grillo ha recentemente lamentato che “l’uso della violenza è il rifugio della mancanza d’idee”. Quando manca lo spunto originale, la tv ricade nel violento, nel sangue, e così via. E più i bambini stanno SOLI con un telecomando in mano, più saranno richiamati da spettacoli cruenti, sedotti da quelle scene proibite e ai loro occhi ancora “trasgressive”. Questo è uno degli aspetti che trovo alla base della violenza della società moderna. Ci sarebbero altre centinaia di tematiche di cui parlare: ma concluderò con una poesia di Roald Dahl, rivolta a tutte le persone, ma soprattutto ai genitori, che magari hanno ritrovato in questo articolo alcuni momenti della loro vita.

"Perché un bambino sia bene educatouna cosa importante abbiamo imparato:non permettete mai e poi MAI,onde evitare un sacco di guai,che il miserello se ne stia fermodavanti a un qualche teleschermo.Anzi, il consiglio più pertinentesarebbe non istallare per nientequesti apparecchi che rendon cretinisia i più grandi che i più piccini.

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In tutte le case che abbiam visitatoc’era un bambino seduto impalato,lo sguardo lustro, la bava alla bocca,davanti a una buffa scatola sciocca.Taluni possono stare per oreMuti guardando il televisore.Lo sguardo fisso, l’aria di allocchi,fuor dalle orbite gli escono gli occhi.Seduti immoti, ipnotizzati,come ubriachi paralizzaticon il cervello telelavatoin un massiccio telebucato.È vero, signora, che tiene buonianche i bambini più birbaccioni,che così noie più non le dannoe fuori dai piedi un po’ se ne stannomentre lei scola e condisce la pastao con le amiche gioca a canasta –ma non si è mai fermata a pensarea tutti i danni che può causareuna massiccia esposizioneai raggi della televisione?Non si è mai chiesta esattamenteche effetto esercita sulla menteingenua della sua creaturaquell’invenzione contronatura?Fa a tutti i sensi l’anestesiauccide tutta la fantasia!Riempie la mente di paccottigliae fa venire gli occhi da triglia!Rende passivi e creduloni,allenta in blocco rotelle e bulloniche il cervello fan funzionare,non lascia piu’ nulla da immaginare,il gusto per le fiabe rovina,tutta la testa riduce in pappina!…”