I FRATI DEL POPOLO - Diocesi Mazara del Vallo · 2011. 11. 7. · niente e nessuno più del Cristo,...

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L o hanno ritrovato negli archivi impolverati, quel quaderno dove sulla copertina c’è scritto “Dia- rio de la Comunità, Mazara del Vallo 26 aprile 1930 - 17 novembre 1930”. L’inedito racconto dei primi mesi d’attività delle Suore Oblate a Mazara del Vallo è custodito tra le pagine del loro primo diario, ora pubblicato, i cui contenuti vengono svelati. CON DIVI DERE Quindicinale della Diocesi di Mazara del Vallo ANNO IX N.14 DEL 30 OTTOBRE 2011 DISTRIBUZIONE GRATUITA Il ritorno a Mazara del Vallo dopo 70 anni I FRATI DEL POPOLO D a alcune settimane per le vie di Mazara del Vallo capita di vedere il saio dei frati francescani. Non si tratta di una presenza momentanea, ma della grazia per la nostra Chiesa di accogliere, dopo 70 anni, il carisma dei Frati Minori, la famiglia religiosa che ha raccolto l’eredità dei primi seguaci di San Francesco d’Assisi. La loro missione è di “osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, vi- vendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità. E questa testimo- nianza di vita essi vengono ad offrirci. Mi piace, tuttavia, sottolineare soprattutto il tema del dialogo e della pace. Come è noto San Francesco cercò un contatto col mondo arabo, attraverso l’incontro con Melek-el- Kâmel. G razie al “Progetto Policoro”, promosso dalla Cei, anche nella Diocesi di Mazara del Vallo quindici idee sono diventate realtà. Sono nate cooperative sociali, aziende e finanche un panificio a Pantelleria. La pastorale per le politiche del lavoro fornisce consulenza gratuita e svolge seminari di formazione tra i giovani degli istituti superiori. Editoriale San Francesco d’Assisi, Santo tra di noi a p a g i n a 2 di monsignor Domenico Mogavero a p a g i n a 7 a p a g i n a 3 Le esperienze Il “Progetto Policoro” nella Diocesi Quindici idee diventate realtà Ricordi Quel diario e la storia dell’anno 1930 L’inedito racconto delle Suore Oblate S e r v i z i o a l l e p a g i n e 4 e 5 Fra Francesco Furore, fra Giuseppe Garofalo, fra Michele Fava e fra Lorenzo Iacono sul lungomare Mazzini a Mazara del Vallo. (foto Firreri)

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  • Lo hanno ritrovato negli archiviimpolverati, quel quadernodove sulla copertina c’è scritto “Dia-rio de la Comunità, Mazara delVallo 26 aprile 1930 - 17 novembre1930”. L’inedito racconto dei primimesi d’attività delle Suore Oblate aMazara del Vallo è custodito tra lepagine del loro primo diario, orapubblicato, i cui contenuti vengonosvelati.

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    Quindicinale della Diocesi di Mazara del ValloANNO IX N.14 DEL 30 OTTOBRE 2011DISTRIBUZIONE GRATUITA

    Il ritorno a Mazara del Vallo dopo 70 anni

    I FRATI DEL POPOLO

    Da alcune settimane per le vie di Mazara del Vallocapita di vedere il saio dei frati francescani. Non sitratta di una presenza momentanea, ma della grazia per la nostra Chiesa diaccogliere, dopo 70 anni, il carisma dei Frati Minori, la famiglia religiosache ha raccolto l’eredità dei primi seguaci di San Francesco d’Assisi. La loromissione è di “osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, vi-vendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità. E questa testimo-nianza di vita essi vengono ad offrirci. Mi piace, tuttavia, sottolinearesoprattutto il tema del dialogo e della pace. Come è noto San Francescocercò un contatto col mondo arabo, attraverso l’incontro con Melek-el-Kâmel.

    Grazie al “Progetto Policoro”,promosso dalla Cei, anche nellaDiocesi di Mazara del Vallo quindiciidee sono diventate realtà. Sono natecooperative sociali, aziende e financheun panificio a Pantelleria. La pastoraleper le politiche del lavoro fornisceconsulenza gratuita e svolge seminaridi formazione tra i giovani degli istitutisuperiori.

    EditorialeSan Francesco d’Assisi, Santo tra di noi

    a pagina 2

    di monsignor Domenico Mogavero

    a pagina 7a pagina 3

    Le esperienzeIl “Progetto Policoro” nella DiocesiQuindici idee diventate realtà

    RicordiQuel diario e la storia dell’anno 1930L’inedito racconto delle Suore Oblate

    Servizio alle pagine 4 e 5

    Fra Francesco Furore,fra Giuseppe Garofalo,

    fra Michele Fava e fra Lorenzo Iaconosul lungomare Mazzini

    a Mazara del Vallo. (foto Firreri)

  • duen.14-30ottobre2011www.diocesidimazara.it

    La predicazione di Gesù nel Van-gelo di Marco è tutta contenuta nel-l’affermazione lapidaria“convertitevi e credete nel Vangelo”(Mc 1,15); ad essa segue immedia-tamente la chiamata dei primiquattro discepoli, Simone e Andrea,Giacomo e Giovanni (cfr Mc1,16-20),a esplicitarne in qualchemodo il significato. Il racconto sisnoda in maniera così semplice esintetica da indurci a credere che ledue coppie di fratelli, quasi irrespon-sabilmente, avessero lasciato, aquell’invito, famiglia e lavoro, perandare dietro al Signore, catturatida una improvvisa e “miracolosa”fede in lui. A ben guardare però iltesto cela e svela molto di più. Gesùsceglie come discepoli degli uominiqualsiasi, dei pescatori intenti alproprio lavoro, uomini di cui il testonon dice che fossero alla ricerca diun “rabbi”, di un maestro, da se-guire, come spesso accadeva a quel-l’epoca. La chiamata li sorprende, liinveste e sconvolge la loro esistenza;ma quel “prontamente” non costi-tuisce il frettoloso e incosciente ab-bandono delle proprieresponsabilità, bensì traduce nelconcreto la conversione del cuore edella mente. “Convertitevi e cre-dete”: capovolgete il vostro sguardosulla vita, affidatevi solo a Dio al dilà di ogni sconsolante esperienza. Ilvero discepolo non conosce mezzemisure: impara a non amareniente e nessuno più del Cristo, per-ché solo in lui ritroverà, centuplicati,le proprie gioie e i propri affetti. Eritroveremo quei discepoli ancoraintenti a pescare, vedremo Pietro,con Gesù, nella sua casa di Cafar-nao: la loro vita non è mutata, maè radicalmente nuova. Ciò non eli-mina però la fragilità e la paura:nessuno di quegli uomini si troveràsotto la Croce, Pietro rinnegheràGesù, temeranno la persecuzionedei giudei e si nasconderanno. Sololo Spirito santo cambierà la paurain coraggio e ci consentirà di procla-mare, come ha fatto Pietro, che ilCristo martirizzato è il Risorto (cfrAt 2,36).

    La signora Maria Canale (l’ultima a destra nella foto)dell’Adma di Marsala è stata nominata coordinatrice zonaleper le province di Trapani e Palermo nell’ambito del Consi-glio regionale della stessa associazione. La nomina è avve-nuta a Catania, alla presenza dei delegati ispettoriali donEdoardo Cutuli e suor Carmelina Cappello. Del consiglio,oltre la Canale, fanno parte: Luigina Ciaramella (presi-dente), Rosario Russo (vice presidente), Venera Petitto, Giu-seppe Auteri, Nicola Burrascano e Graziella Fichera.

    Da alcune settimane per le vie di Mazara del Vallocapita di vedere il saio dei frati francescani. Quattrofrati coi sandali che si incontrano nella quotidia-neità dei nostri giorni, tra le via della casba, il quar-tiere arabo che li accoglierà. Non si tratta di unapresenza momentanea, ma della grazia per la nostraChiesa di accogliere, dopo 70 anni (mancavano dal1941, quando l’ultima fraternità abitò alla Ma-donna del Paradiso), il carisma dei Frati Minori, lafamiglia religiosa che ha raccolto l’eredità dei primiseguaci di San Francesco d’Assisi. La loro missioneè di “osservare il santo Vangelo del Signore nostroGesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla diproprio e in castità” (Regola, cap. 1). E questa testi-monianza di vita essi vengono a offrirci. Lo spiritofrancescano ha sempre richiamato all’essenzialitàdel messaggio evangelico, particolarmente nellaproposta di uno stile di vita semplice e sobrio, nel-l’amore e nel rispetto verso il creato, nella ricercadel dialogo e nella promozione della pace. Si trattadi un orientamento esistenziale che mantiene frescae integra la propria attualità in questo nostrotempo. Mi piace, tuttavia, sottolineare soprattuttoil tema del dialogo e della pace. Come è noto SanFrancesco cercò un contatto con il mondo arabo,attraverso l’incontro con il potente sultano Melek-el-Kâmel. Armato solo della sua fede e della sem-plicità serena del suo tratto, riuscì a farsi riceveredal potente nemico del cristianesimo, credendo neldialogo della verità, nel rispetto reciproco e nellamutua comprensione, senza paure e senza riserve.Un esempio bello e attuale che i figli di San Fran-cesco non mancheranno di continuare nella nostraDiocesi (il loro impegno sarà rivolto a tutte le realtàdel territorio), avendo come obiettivo la pace fra ipopoli che, proprio nei giorni scorsi, il Papa Bene-detto XVI ha riproposto nella “Giornata di rifles-sione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizianel mondo”, celebrata ad Assisi. Il Papa, infatti, ri-tiene cruciale che le varie Chiese e comunità cri-stiane e i rappresentanti delle altre religioni dianonuovamente una testimonianza credibile e convintaa favore della pace e della giustizia nel mondo dioggi. E la nostra Chiesa ha colto nel dialogo inter-culturale e interreligioso tra le due sponde del Me-diterraneo un impegno pastorale prioritario,ispirandosi a Giorgio La Pira, scelto come figura diriferimento nel percorso pastorale diocesano di que-st’anno. Egli, con le stesse risorse di San Francesco,teorizzò, infatti, uno spazio mediterraneo, radicatonella tradizione di Abramo, padre di tutti i credenti,ebrei, cristiani e musulmani per coinvolgere tuttiin una sinergia nella quale “osare la pace per fede”(D. Bonhoeffer).

    LETTURE

    editorialeSan Francesco d’Assisi,Santo tra di noi

    Grani di Vangelodi Erina Ferlito

    di monsignor Domenico Mogavero

    FLASH

    SOMMARIOLe esperienzeCol “Progetto Policoro”quindici idee sonodiventate realtà 3

    La storiaDopo 70 anni il ritornodei Frati Minori a Ma-zara del Vallo 4 e 5

    FotocronacheLe foto per raccontarela vita della Diocesi

    6

    I ricordiQuei racconti delleSuore Oblate nel 1930a Mazara del Vallo 7

    PagineIl libro:“I cattolici, l’unitàd’Italia e la Questionemeridionale” 7

    In agendaGli appuntamenti deiprossimi 15 giorni inDiocesi 7

    MARSALA/1 Maria Canale nominata coordinatrice zonale dell’Adma

    Nella parrocchia Maria Santissima Ausiliatrice si è tenuta lacelebrazione per l’inizio del ministero pastorale di don GinoCostanzo, che ha preso il posto di don Alessandro Malaponte,parroco uscente.Testimoni sono stati il coordinatore dei Coope-ratori Salesiani, Manfredo Spadaro e don Enzo Galiano. Allafine della celebrazione il presidente dell’associazione “MariaSantissima Ausiliatrice” Maria Marino ha salutato e ringra-ziato a nome della famiglia salesiana don Alessandro Mala-ponte.

    MARSALA/2 Ai Salesiani possesso canonico di don Gino Costanzo

    ErratacorrigeSullo scorso numero di “Condividere”, per un errore, ab-biamo citato nella didascalia della copertina i cardinaliCamillo Ruini e Salvatore De Giorgi che accoglievano ilPapa appena sceso dall’elicottero, giunto a Mazara nel‘93. In effetti quelli ritratti nella foto sono i cardinali Ca-millo Ruini e Salvatore Pappalardo (e non De Giorgicome erroneamente indicato). Dell’errore ci scusiamocoi lettori.

  • tren.14-30ottobre2011 www.diocesidimazara.it

    Una cultura imprenditoriale che guardi allavoro non solo come mezzo di sosten-tamento ma anche come opportunitàdi sviluppo per il territorio. E poi valutare l’ideadel progetto d’impresa ed accompagnare l’inte-ressato alla ricerca delle migliori forme di finan-ziamento. Ecco le linee guida del “ProgettoPolicoro” che anche nel territorio della Diocesi diMazara del Vallo, da quando è stato attivato nel1999, ha dato i suoi frutti concreti. Quindici pro-getti sono nati, realtà che ora camminano con leloro gambe nel sociale e non solo. A Castelvetranooperano, ad esempio, le cooperative sociali «In-sieme» e «Talenti», a Mazara del Vallo è natal’agenzia di comunicazione «IdeaW», tre labora-tori e «GGinet Service» per la consulenza, venditaed assistenza informatica. «Gesti concreti» li defi-nisce don Edoardo Bonacasa, responsabile inDiocesi per la Pastorale giovanile e quella per iproblemi sociali e il lavoro. Ma come si è mossoil “Progetto Policoro” nella Diocesi di Mazara delVallo? «In questi anni ci siamo mossi lungo quat-tro direttrici principali: l’orientamento, la forma-zione, la consulenza, i gesti concreti, spiega don

    Bonacasa. L’atti-vità di orienta-mento si rivolgeagli studenti delle quinte classi degli istituti supe-riori del territorio diocesano e con loro affron-tiamo le tematiche riguardanti la ricerca attiva dellavoro e la cultura d’impresa, specie nella formacooperativa. L’obiettivo degli incontri è far emer-gere la visione del lavoro dei nostri giovani, riflet-tere sulla distorsione del concetto diimprenditorialità, ovvero su come spesso si arriviimpreparati ad affrontare tale realtà lavorativa esu quanto essa rappresenti “l’ultima spiaggia”, ten-tando anche di sradicare il mito del “posto fisso”».Il passo ulteriore è un seminario di orientamentoal lavoro ed alla cooperazione. «L’obiettivo - diceancora don Bonacasa - è quello di dotare i giovanidi strumenti utili a effettuare scelte consapevoli eresponsabili, dapprima relative al loro eventualepercorso di studi e poi all’accesso al mondo dellavoro. Ai ragazzi vengono forniti strumenti tec-nici e motivazionali per la creazione d’impresa,con particolare riguardo alla forma cooperativa,utilizzando sia lezioni frontali che laboratori, par-

    ticolarmente incisiveai fini dell’apprendi-mento tramite la spe-r i m e n t a z i o n eindividuale e digruppo». Per realiz-zare tutto questo il“Progetto Policoro” siavvale della consu-lenza dell’animatricedi comunità Ro-sanna Ragi e dellacollaborazione di unavera e propria filieradella formazione che include, fra gli altri, «Con-fcooperative», «Cenasca-Cisl», «Coldiretti Ine-coop» che mettono a disposizione professionalitàed esperienze. «La logica che guida la nostra con-sulenza è che il diretto interessato sia protagonistadel suo progetto, mentre noi lo accompagniamo»,conclude don Edoardo Bonacasa. (mf)

    “Progetto Policoro”,così cresce il lavoro:15 idee diventate realtà

    Nel territorio della Diocesi dal ‘99 sono nate aziende e cooperative grazie alla consulenza gratuita del Centro d’animazione territoriale Leesperienze

    È una delle realtà concrete nate nell’ambito del“Progetto Policoro” la cooperativa «Talenti» di Ca-stelvetrano che opera dal 1999 con sedici soci neiservizi alla persona ed in particolare di minori.Tra i soci fondatori della cooperativa c’è il direttoredella Caritas diocesana don Giuseppe Augello,scomparso nel 2003. In questi anni la cooperativaè stata protagonista di diversi progetti: dal 2001al 2004 ha condotto il progetto di mini-ludo

    «Tobia La Tartaruga», in collaborazione col Co-mune di Gibellina e l’istituto comprensivo. ColComune di Santa Ninfa, nel 2002, ha attuato ilprogetto di baby parking, in collaborazione con lascuola materna locale e che ha visto protagonisti ibambini del paese. Nel settembre del 2002 haaperto i battenti della comunità-alloggio «Il Gab-biano» che attualmente ospita 8 minori entro i 5anni d’età.

    Nella foto qui sopra: donEdoardo Bonacasa. Nella fotosotto: una stanza della comu-nità “Il Gabbiano” di Castel-vetrano.(foto Firreri)

    A Castelvetrano è nata la comunità-alloggio «Il Gabbiano»: dal 2002 ospita minori entro i 5 anni d’età

    Il “Progetto Policoro”, promosso dalla ConferenzaEpiscopale Italiana, è nato nel 1995, per iniziativadell’Ufficio nazionale per i problemi sociali ed il la-voro, in sinergia con la Caritas e il Servizio nazio-nale per la Pastorale giovanile, con il preciso compitodi far crescere e diffondere una nuova cultura del la-voro tra i giovani del Sud Italia. Il progetto, attualiz-zando l’invito a crescere insieme lanciato con

    lungimirante lucidità dai vescovi italiani nella nota«Chiesa italiana e Mezzogiorno: sviluppo nella soli-darietà» del 1989, si è radicato nella maggior partedelle diocesi del Mezzogiorno (Abruzzo-Molise, Ba-silicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna eSicilia). Ha promosso la nascita di oltre 400 espe-rienze lavorative (consorzi, cooperative, imprese) chedanno lavoro a circa 3000 giovani.

    l’iniziativa

    Quell’idea nata dai vescovi per una nuova cultura del lavoro nel Sudgli sportelliEcco dove chiedere la consulenza

    A Mazara del Vallo, in piazza della Repub-blica, 10 (sotto gli archi), lo sportello rimaneaperto il mercoledì dalle 15 alle 19 e il ve-nerdì dalle 9 alle 13. Telefono: 0923902738,email: [email protected]. A Castel-vetrano al Sistema delle piazze (presso Spor-tello Europa), lo sportello rimane aperto illunedì dalle 15 alle 18.

    il progetto

  • Ha 41 anni ed è di Pa-lermo. è entrato tra i fratiall’età di 19 anni, dopoaver abbandonato l’attivitàdi parrucchiere. Ha svoltoil postulato di un anno aBarcellona Pozzo di Gotto,poi il noviziato ad Ispica. Ilritorno a Barcellona gli èservito per completare glistudi scolastici per il con-seguimento del diploma epoi si è trasferito a Messinaper i cinque anni di studiteologici.

    la missione

    cinquen.14-30ottobre2011 www.diocesidimazara.itquattron.14-30ottobre2011www.diocesidimazara.it

    di Max Firreri

    Lastoria

    L’ultima fraternità visse nella parrocchia Madonna del Paradiso tra il 1923 e il 1941Nell’estate del 2010 l’esperienza di tre settimane vissuta proprio nella città del Satiro

    la storia

    Quattro sai a Mazara del Vallo:i Frati Minori tornano in cittàDa 70 anni non c’erano più

    Nella foto qui a fianco: Fra Mi-chele Fava, fra Francesco Furore,fra Lorenzo Iacono e fra Giu-seppe Garofalo nel vicolo dellaPilazza alla casba di Mazara delVallo. (foto Firreri)

    Nella foto qui sopra (in sensoorario): fra Francesco Furore conun bambino tra i vicoli del quar-tiere arabo a Mazara del Vallo.(foto Bono). Fra Lorenzo e fraGiuseppe insieme a suor ElviraRaparelli in una via della casba.Fra Giuseppe Garofalo e fra Mi-chele Fava in piazza Bagno allacasba. (foto Bono)

    Nella foto in basso: i quattrofrati a passeggio nella via Giu-seppe Garibaldi a Mazara delVallo. (foto Bono)

    La domanda più buffa che i bambini dellacasba, non appena li hanno visti passeggiaretra le viuzze del centro storico, gli hanno ri-volto è stata questa: «Ma siete lottatori di ju-jitsu?».La prima risata non ha nascosto l’imbarazzo ai quat-tro frati arrivati nella città del Satiro dopo settantaanni dall’ultima volta che i sai di colore marrone vis-sero qui un’esperienza di fraternità. Dal 1923 al 1941gli ultimi Frati Minori vissero nel Santuario della Ma-donna del Paradiso e prima - nel 1866 - una presenzasi legge nelle note storiche a Santa Maria di Gesù.Dal ’41 nessun’altra fraternità francescana era piùsorta a Mazara del Vallo. Una tiepida presenza si re-gistrò qualche anno addietro con l’arrivo delle SuoreFrancescane ma di frati - saio e sandali come SanFrancesco d’Assisi - in questi ultimi decenni nessunone aveva più visti. E quando, giorno dopo giorno, i

    commercianti di via Garibaldi e i bambini della casbali hanno visti passeggiare più spesso, qualcuno s’èchiesto chi fossero e da dove venissero. Ed eccoli quii Frati Francescani, «i frati del popolo» come loroamano definirsi, quattro giovani siciliani che hannoscelto la via della fraternità nella loro vita, lasciandosialle spalle - senza rimpianti - le esperienze vissute. AMazara del Vallo sono arrivati lo scorso 19 settembre,in una giornata di pioggia, preludio d’autunno. «Giànel 2010 - spiega fra Lorenzo Iacono - abbiamo vis-suto un’esperienza di tre settimane qui a Mazara delVallo». In effetti quella fu la prima tappa concreta diquel percorso che già nel 2005 aveva deciso il Capi-tolo provinciale dei Frati Minori e cioè quello di av-viare una presenza francescana tra gli immigratiresidenti a Mazara del Vallo. Prima dello scorso annoquella decisione era soltanto rimasta un’idea. Poi

    quella proposta a questi quattro frati di vivere un’espe-rienza a Mazara del Vallo. Così hanno iniziato a met-tere radici, a conoscere di più la realtà degli immigrati,a scoprire la casba. Per questo hanno scommesso inun impegno proprio in quel quartiere arabo, dove sivivono di più le difficoltà. I Frati Capitolari, sentitele loro esperienze vissute, hanno fatto la loro parte,votando nel maggio 2011, l’apertura immediata dellafraternità in una realtà marginale quale quella dellacasba, «qui - spiega fra Lorenzo - dove è forte l’esigenzadi una presenza ecclesiale che annunci l’amore di Dioper ogni uomo». Così hanno deciso di viverla lacasba. A contatto con gli immigrati, coi bambini diun’altra religione, giocando - perché no - anche a pal-lone con loro. E lì, nel cuore del quartiere che s’affacciasul porto-canale, troveranno accoglienza. Fra qualchesettimana andranno ad abitare nella canonica della

    i personaggi

    L’Ordine dei Frati Minori (in latino Ordo FratrumMinorum) è un istituto religioso maschile di dirittopontificio. L’Ordine deriva da quei gruppi (dettidella regolare osservanza) sorti all’interno del primitivoOrdine francescano subito dopo la morte del fondatore ecaratterizzati dall'aspirazione a una vita più ritirata e daun più rigoroso controllo sull'uso dei beni: entrati in con-flitto con i frati che accettavano il possesso comunitario deibeni (detti frati della comunità e poi Conventuali) vennerocostituiti in ordine autonomo da papa Leone X (bolla Itevos del 1517). L’ordine è nato formalmente nel 1897(bolla Felicitate quadam), a opera di papa Leone XIII,dall'unione delle quattro famiglie in cui erano divisi i fratidella regolare osservanza (Osservanti, Riformati, Recolletti,Alcantarini): a questi spetta il primato storico-giuridico ela precedanza d'onore (accordata da Leone X e confermatada Leone XIII) sugli altri gruppi del primo ordine france-scano (Conventuali e Cappuccini).

    Fra Francesco Furore

    chiesa di San Nicola. Intanto la loro ventata nuovadi evangelizzazione in città s’è sentita. Per loro sceltafra Lorenzo, fra Francesco, fra Giuseppe e fra Michelecamminano a piedi, «i mezzi pubblici li utilizziamosoltanto per andare fuori Mazara». In città vanno aspasso e con la loro fratellanza e i loro volti pieni diserenità riescono a strappare un sorriso anche a chinon può permetterselo. «Questa esperienza - spiegafra Francesco - non è migliore né superiore alle altreiniziative di apostolato o alle altre fraternità. Essa èsemplicemente una modalità diversa di arrivare alcuore dell’uomo, di quell’uomo che non sempre siincontra lungo i nostri sentieri». I sentieri lunghi dei«frati del popolo» pronti a rispondere alle sfide delmondo odierno «e così - dicono sorridendo - resti-tuire creativamente con la vita, con gesti concreti ildono del Vangelo che abbiamo ricevuto».

    Ha 40 anni ed è originariodi Ispica, in provincia diRagusa. Fra Lorenzo era unsottufficiale della Marinamilitare, nel ‘97 la scelta dientrare nell’Ordine deiFrati Minori. è stato nellefraternità di Collesano, Al-camo; poi il noviziato adIspica e cinque anni a Mes-sina. Ultimamente è statoparroco a San GiovanniBattista di Baida a Palermoe ha ricoperto l’incarico disegretario provinciale.

    Fra Lorenzo Iaconoè il più giovane dei quattro. FraGiuseppe Garofalo ha 29 annied è di Francofonte, in provinciadi Siracusa. è entrato nell’Or-dine nel 2002, dopo un anno distudi in filosofia all’Università diCatania. Ha fatto esperienzenelle fraternità di Collesano, Fa-vara, Ispica, Rieti. In quest’ul-timo anno è stato protagonistadi un’esperienza tra il Lazio e laToscana per affrondire unaspetto del carisma del loro or-dine. Ha fatto la sua professionesolenne lo scorso 8 ottobre.

    Fra Giuseppe Garofalo

    Fra Michele Fava ha 38anni e per 18 è stato unfabbro. è entrato nel-l’Ordine nel 2005 a Fa-vara, poi le sperienze adIspica, Fonte Colombo,Messina ed ora a Mazaradel Vallo. «La mia erauna vita regolarissima,poi quando il Signore ar-riva e chiama, ti chiedi ilperchè. Oggi è un con-tinuo scoprire in questaesperienza che fa parteoramai della mia vita».

    Fra Michele Fava

    L’Ordine dei Minori fu costituito nel 1897

    Ecco le scelte concrete sulle quali simuoverà l’evangelizzazione dei FratiMinori in tutto il territorio della Dio-cesi: «Una fratellanza che vive con ilcuore rivolto al Signore», «la comu-nione di vita in fraternità», «una frater-nità che vive in minorità, povertà esolidarietà»: per questo i frati non uti-lizzano l’auto, niente tv, niente perso-nale di servizio. «Una vita che diventarestituzione del dono del Vangelo» conla partecipazione alle iniziative dellaDiocesi e la proposta di incontri dellefraternità.

    Il loro impegno in povertà

  • sein.14-30ottobre2011www.diocesidimazara.it

    A TREVISOConfronto tra le Chiese di frontiera

    Si è tenuto a Fanzolo (Treviso) l’incontro tra irappresentanti della Diocesi di Mazara delVallo e quella di Treviso, dopo l’esperienza fattada alcuni giovani veneti nei beni confiscati e ge-stiti dalla “Fondazione San Vito Onlus” nel ter-ritorio della diocesi mazarese. L’incontro si ètenuto alla presenza di giovani e fedeli, duranteil quale monsignor Domenico Mogavero haparlato di immigrazione, disoccupazione giova-nile e lotta alla criminalità organizzata facendoriferimento all’esperienza della gestione dei beniconfiscati gestiti dalla “Fondazione San VitoOnlus”. (Nella foto: don Francesco Fiorino, donOtello Bisetto, monsignor Gianfranco AgostinoGardin, monsignor Mogavero, don Paolo Carnio edon Silvano Perissinotto).

    A MAZARA DEL VALLOSuccesso per la prima edizione del “G. P. Day”

    Successo di partecipazione alla prima edizione del “G. P. Day”,l’iniziativa dedicata al beato Giovanni Paolo II, svoltasi a Mazaradel Vallo lo scorso 22 ottobre. Per un intero pomeriggio, e sino asera, i giovani della Diocesi si sono dati appuntamento per momenti diriflessione e di preghiera per ricordare Giovanni Paolo II. Nella chiesadi San Francesco si è tenuto anche l’incontro col giornalista vaticanistadel Tg1 Fabio Zavattaro. (Nella tre foto di Filippo Serra: il concentra-mento dei giovani in piazza della Repubblica, l’ingresso del vescovo nellachiesa di San Francesco e la Veglia di preghiera conclusiva in piazza SanMichele).

    AL VILLAGGIO DELLA SOLIDARIETÀIncontro coi tunisini per il voto

    Al Villaggio della Solidarietà di Mazara delVallo si è tenuto l’incontro coi tunisini resi-denti in città in vista del voto per l’assemblea costi-tuente a Tunisi. Ad illustrare le modalità di voto, icandidati nei partiti della “primavera araba” sonostati Karim Hannachi e Semia Ksibi. I tunisini diMazara del Vallo, lo scorso week-end, hannoavuto la possibilità di votare nel seggio istituitopresso la scuola materna tunisina. All’interno delVillaggio della Solidarietà è attivo lo sportello mul-ticulturale, con la consulenza di Semia Ksibi.(Nella foto: un momento dell’incontro).

    Fotocronache

  • Per decenni è rimasto custodito in un ar-madio, scrigno pieno di testimonianze.Nessuno, prima d’ora, lo aveva sfogliatoper sapere, almeno, cosa vi fosse scritto. è statasuor Vera Peña a prenderlo in mano e a leggerequei racconti appassionati della vita di comunitàdelle Suore Oblate sin da loro arrivo a Mazara delVallo, il 26 aprile del 1930. Quell’inedito primoracconto ora è stato reso pubblico e per la primavolta sarà affidato nelle mani delle ventidue capi-tolari della Congregazione che il 31 ottobre fa-ranno visita - per la prima volta dalla fondazionedella Congregazione - al monastero di Santa Ca-terina a Mazara del Vallo, nell’ambito del nonocapitolo che a Roma porterà all’elezione della su-periora generale. Quel quaderno è “Il Diario dela Comunità” dove sono annotati tutti i partico-lari della vita quotidiana delle suore a Mazara delVallo, dal 26 aprile al 17 novembre del 1930.Racconti dei primi mesi della loro attività,quando le quattro suore che, provenienti daMonreale e dopo una breve sosta ad Alcamo, ar-rivarono in città e trovarono due benedettine nelmonastero di Santa Caterina. Erano suor Paola esuor Rosa, rimaste da sole a custodire il monastero«per non farlo prendere tutto al governo». Da lì apoco quelle due Bendettine divennero Oblate. Il

    30 aprile scrivono le suore nel diario ora reso pub-blico: «Le due buon vecchiette offrono anche anoi dolci e liquore dicendo che è la festa nostra.Andiamo a cena alle 9 e quindi a letto, piene digioia e di gratitudine al buon Dio». Ed ancora il20 maggio: «Niente oggi di speciale». L’indomaniappuntano: «Non abbiamo ancora affluenza diragazze, le opere s’impiantano lentamente per riu-scir solide». Pagine scritte di pugno che raccon-tano la testimonianza delle Oblate a Mazara sindal loro arrivo. Dopo periodi fiorenti che hannovisto la comunità arricchita anche da quindicisuore, oggi sono tre quelle rimaste: Antonia Va-lenti, Maria Di Liberto e Vera Peña. E in quel-l’armadio c’è il resto del racconto dei decenni.Ancora da sflogliare e scoprire. (mf)

    setten.14-30ottobre2011 www.diocesidimazara.it

    Quel diario con la storia delle Suore OblateI racconti del ‘30 scritti nel quaderno ritrovato

    Tra le pagine i momenti di vita quotidiana e le due benedettine trovate nel monasteroRicordi

    In questa foto: la copertina del “Diario de la Comunità”, l’ine-dito racconto delle Suore Oblate durante la loro esperienzavissuta tra il 26 aprile e il 17 novembre 1930 a Mazara delVallo. (foto Bono)

    MARSALA/4 NOVEMBRESeminario sull’educazione alla sessualitàL’associazione “Movimento per la vita” di Mar-sala ha organizzato il seminario “Educare allasessualità, educare alla vita” che si articolerà in seiincontri. Il primo venerdì 4 novembre (ore 18)presso la parrocchia Madonna della Sapienza, aSappusi di Marsala, sul tema “Concezione dellasessualità nelle correnti filosofiche: dall’esisten-zialismo al personalismo e la visione biblica dellasessualità”, con Paolo Mirabile. Info:3355811924 .

    MAZARA DEL VALLO/12 NOVEMBREAl Sacro Cuore festa della famiglia Sabato 12 novembre (dalle ore 16) nell’istitutodel Sacro Cuore di Mazara del Vallo si celebreràla Festa diocesana della famiglia. Terrà la medi-tazione e il confronto don Renzo Bonetti.Dopo seguirà la discussione.

    Inagenda

    Pagine

    Perché vale la pena leggere il testo dei lsegretario generale della Cei «I cattolici,l’unità d’Italia e la questione meridio-nale»? è un volumetto molto agile, della col-lana Oasi del Pozzo di Giacobbe, che raccogliedue interventi di don Mario sull’unità di Italia.Uno svolto a Bologna come prolusione del-l’Anno Accademico 2010-2011, l’altro a Co-negliano Veneto nel febbraio del 2011. Perchériproporli in modo diffuso? Quale contributoci si attende? Tre aspettative vengo ospitate erisolte da questo agile volumetto: è una sortadi “chiave interpretativa” per entrare nel magi-stero recente e profetico dei vescovi italiani «Perun paese solidale. Chiesa italiana e Mezzo-giorno», documento che non può già essereconsiderato patrimonio dimenticato, in unasorta di progettualità culturale profetica questovolumetto continua, nel versante magisteriale,la sponda dell’altro volumetto, sempre dellacollana Oasi «Rompere gli ormeggi. Perché alSud nessuno sia senza speranza», scritto da au-

    tori impegnati nel campo. è una rielaborazioneinteressante del concetto di cattolicesimo dipopolo, o popolare, propria dell’esperienza ita-liana, e dunque riprende le indicazioni delConvegno di Verona e soprattutto la propostadi Benedetto XVI, recuperando la grande in-tuizione del compianto vescovo Cataldo Naro.Infine, in terza istanza, si inserisce nel dibattitoattuale riguardo la questione dell’Unità d’Italiae il contributo che il cattolicesimo ha dato atale processo storico, politico e culturale. Dueframmenti, uno per testo, che invitano alla let-tura: «Cattolicesimo e Chiesa in Italia diconola forma storica del mistero – sacramento, cheha modellato una comunità umana non soloplasmandola come realtà ecclesiale, ma contri-buendo in misura decisiva a farle assumere laconfigurazione di comunità nazionale»(pagg.17-18). La reciprocità colta e sviluppata,senza riduzioni e senza confusioni, tra Catto-licesimo e Chiesa come luogo vivo del contri-buto alla crescita culturale, sociale e politica del

    nostro Paese, mi sembra una bella intuizionedel nostro autore. Del secondo intervento mipiace sottolineare lo sforzo, ben riuscito, del-l’autore di contestualizzare la questione meri-dionale non solo come preoccupazione deivescovi ma come contributo che la Chiesa inItalia continua a dare alla formazione delle co-scienze e alla scelta profetica della forza socialedei semplici. Mi sembra allora bello sottoli-neare che il nostro autore riesce ad indicare lacredibilità della speranza,che non è semplicementeutopia, come quella formadi democrazia che si reggesul contributo che la parte-cipazione popolare alla vitadi un paese può apportare.(don Vito Impellizzeri)

    I cattolici, l’Unità d’Italiae la questione meridionale

    Mariano Crociata edizioni Il Pozzo di Giacobbe, pag. 75

    7 euro

    «I cattolici, l’unità d’Italia e la Questione Meridionale», la “chiave interpretativa” di monsignor Crociata

    CONDIVIDEREQuindicinale d’informazione della Diocesi di Mazara del Vallo

    Registrazione Tribunale di Marsala n. 140/7 -2003

    EDITORE: Associazione culturale “Orizzonti Mediterranei”, piazza

    della Repubblica, 6, 91026 Mazara del Vallo (TP). REDAZIONE: telefono

    0923 902737, [email protected] EDITO-

    RIALE: monsignor Domenico Mogavero. DIRETTORE RESPONSA-

    BILE: don Francesco Fiorino. COORDINATORE DI REDAZIONE: Max

    Firreri. HANNO COLLABORATO: Erina Ferlito, don Vito Impellizzeri,

    Davide Chirco. IMPAGINAZIONE E GRAFICA: Antonino Modica.

    STAMPA: Grafiche Napoli Campobello di Mazara. Questo numero è

    stato chiuso in redazione il 26 ottobre 2011.

  • otton.14-30ottobre2011www.diocesidimazara.it

    Pianetaseminario

    I trasferimenti dei sacerdoti in DiocesiLaposta [email protected]

    Eccellenza, desidero chiedere con quali criteri si procede aitrasferimenti dei sacerdoti da una parrocchia all’altra.

    Giuseppe Rizzo (Castelvetrano)

    Carissimo, l’assegnazione e il trasferimento dei sacerdoti aun determinato ufficio risponde ad esigenze pastorali deifedeli. Il tempo di durata dell’incarico è solitamente deter-minato da norme universali. Un parroco, ordinaria-mente, è nominato per nove anni. Può capitare chequesto tempo non venga rispettato se circostanze di op-portunità richiedono un cambiamento.

    Il Centro studi guanelliani - Opera Don Gua-nella di Roma - ha avviato una campagna diricerca di documenti e scritti di don LuigiGuanella (nella foto) che lo scorso 23 ottobreè stato proclamato Santo. La ricerca è stata

    estesa anche ai tredici paesiche fanno parte della Dio-cesi di Mazara del Vallo.Una prima campagna fulanciata negli anni 1920-1940, durante la celebra-

    zione dei processi canonici, un’altra verso glianni ‘60, mentre era imminente la beatifica-zione. L’epistolario di Luigi Guanella, attual-mente in fase di ordinamento, comprendequasi 4.000 lettere, una fonte storica fonda-mentale che può essere incrementata. Da quil’appello del centro studi a chi possiede docu-menti e scritti su Guanella. Ci si potrà metterein contatto col centro chiamando allo066637984, oppure inviando un’e-mail a:[email protected].

    l’appello

    I l seminario vescovile di Mazara del Valloorganizza due percorsi formativi aperti achiunque voglia approfondire il proprio sa-pere su due campi che particolarmente, al giornod’oggi, richiedono un’equilibrata dose di cono-scenza: la Bibbia, con tutto ciò che la caratte-rizza e le diverse forme del Male presenti nellasocietà odierna. Le iniziative si terranno al se-minario vescovile di Mazara del Vallo. La primaè la scuola biblica che avrà inizio l’11 novembre,articolata con un incontro settimanale (il ve-nerdì, dalle 17,30 alle 19), alla quale si potràpartecipare gratuitamente. Due saranno i temiaffrontati: “Dio può parlare all’uomo? Lo svi-luppo della rivelazione biblica” e “Il Vangelo se-condo Marco”. La seconda, invece, è il ciclo diincontri pubblici mensili sul tema “Come agnelliin mezzo ai lupi: come affrontare le diverseforme del male”, che inizierà il 10 dicembre (ore16,30). Per le due iniziative non saranno rila-sciati attestati di partecipazione. Per iscriversi:3382372766, 3400941443, [email protected]. (Davide Chirco)

    Due percorsi di formazione

    Don Luigi Guanella, il centro studi cerca documenti e scritti

    Frontiere

    L’annuncio nelle Pelagie, durante la presentazione del libro “Sullo stesso barcone”

    Due isole nel Canale di Sicilia, con gli stessiproblemi, dai collegamenti a rischio aldisagio giovanile, alla valorizzazione delterritorio. Ecco perchè Lampedusa e Pantelleria cosìdistanti, alla fine sono vicine nelle loro criticità,anche legati agli sbarchi e all’accoglienza di fron-tiera. Proprio per questo il vescovo della Diocesi diMazara del Vallo ha proposto un gemellaggio trale due isole, «per condividere un percorso comuneche metta a confronto le esperienze delle due realtàe così trovare vie di risoluzione alle problematicheche si vivono nei due contesti isolani». L’annunciodi Mogavero è avvenuto proprio a Lampedusa,dove il prelato ha partecipato alla presentazione dellibro “Sullo stesso barcone” di Elena De Pasquale eNino Arena. Con Mogavero nell’isola simbolodell’accoglienza nel Mediterraneo sono arrivati ilpresidente della commissione per le migrazionidella Cei, monsignor Bruno Schettino, Giancarlo

    Perego, direttore della Fondazione “Migrantes” eSantino Tornesi, direttore dell’ufficio regionale perle migrazioni della Cesi. E Mogavero ha così con-cluso: «il gemellaggio passi anche tra le due Chiese,ecco perché ho pure proposto lo scambio d’espe-rienze sul campo dei parroci delle due isole».

    CONDIVIDEREIl nuovo

    direttore editoriale monsignor Domenico Mogavero direttore responsabile don Francesco Fiorino coordinatore di redazione Max Firreri

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    Pantelleria e Lampedusa con le stesse criticitàMonsignor Mogavero propone il gemellaggio