I finanziamenti per le fonti energetiche rinnovabili e le rendite parassitarie garantite...

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I finanziamenti per le fonti energetiche rinnovabili e le rendite parassitarie garantite all’incenerimento dei rifiuti contributo di Roberto Barocci, Forum Ambientalista Toscano

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I finanziamenti per le fonti energetiche rinnovabili

e le rendite parassitarie garantite all’incenerimento dei rifiuti

contributo di Roberto Barocci, Forum Ambientalista Toscano

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Secondo gli accordi di Kyoto l’Italia avrebbe dovuto ridurre del 6,5% le emissioni di CO2 prodotte nel 1990. Invece le abbiamo aumentate del 13%.

Pertanto si dovrà pagare a caro prezzo i certificati “verdi” dai paesi più virtuosi.

Bilancio energetico italiano nel 2004 in Mtep( f o n t e : M i n i s t e r o d e l l e a t i v i t à p r o d u t t i v e )

p r o d u z i o n e i n t e r n a0 , 4 ( 0 , 2 % )

d a c a r b o n e1 7 , 1 ( 8 , 7 % )

p r o d u z i o n e i n t e r n a1 0 , 7 ( 5 , 4 % )

d a g a s6 6 , 2 ( 3 3 , 8 % )

p r o d u z i o n e i n t e r n a5 , 4 ( 2 , 7 % )

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i n G i a p p o n e 2 4 0 M W a t t

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s o l a r e - f o t o v o l t a i c o0 , 1 ( 0 , 0 5 % )

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B ilan c io en erg etico ita lian o n e l 2 0 0 4 in M te p(fo n te: M in is tero d elle a tiv ità p ro d u ttiv e)

p rod u zion e in terna0,4 (0 ,2% )

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p rod u zion e in terna5,4 (2 ,7% )

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so lare-fo tovolta ico0 ,1 (0 ,05% )

p ari a 4 M W att

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195 ,5 (100% ) to ta le en ergia d isp on ib ile p er il con su m o in tern o

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LE CONSEGUENZE DELL’ACCORDO DI KYOTO

• I produttori di energia, che utilizzano fonti energetiche fossili e che non hanno rispettato le quote di riduzione di CO2 loro assegnate, saranno costretti a comprare sul mercato i certificati rilasciati dalla UE ai produttori di energia che hanno invece ridotto e superato le quote loro assegnate.

• Con tale meccanismo in Italia, complessivamente fuori quota del 19,5%, l’energia costerà molto di più che in altri paesi, ma il mancato sviluppo delle produzioni di energia da fonti rinnovabili sta già penalizzando la nostra ricerca scientifica e le imprese del settore.

• Si noti, ad esempio, nel precedente grafico le differenti quantità di energia prodotta dal solare fotovoltaico in Italia, rispetto alle quantità prodotte in Giappone o in Germania (dati del 2003).

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I FINANZIAMENTI STATALI PER LE FONTI RINNOVABILI

Esistono in Italia diverse forme per erogare contributi pubblici al fine di incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili, ma, per consistenza dei finanziamenti concessi, ci limitiamo essenzialmente a due sole forme: il così detto “Cip 6”, iniziato nel 1992 (dal numero del provvedimento del Comitato Interministeriale Prezzi ) e il più recente (operante dal 2002) meccanismo dei “Certificati Verdi”. Come vedremo funzionano in modo diverso. Prevalente è il Cip-6 e ambedue assommano a migliaia di milioni di euro/anno, ma complessivamente con risultati deludenti. L’uso razionale delle preziose risorse economiche pubbliche pretenderebbe che i contributi ai produttori di energia da fonti rinnovabili fossero concessi sulla base di criteri obiettivi, in modo da ottenere i migliori risultati possibili: cioè la maggiore quantità di energia da fonti rinnovabili, a parità di risorse economiche erogate.

Ci si aspetterebbe che, attraverso studi comparativi, fossero stati valutati i benefici complessivi producibili dalle varie filiere energetiche incentivabili, includendo i benefici dei produttori delle fonti, degli industriali, dei consumatori…fino ai vantaggi ambientali. Ci si aspetterebbe che i contributi erogati fossero proporzionali a tali benefici complessivi.

Così non è stato e, come vedremo, assistiamo invece a clamorose distorsioni, che contraddicono le stesse finalità della contribuzione, favorendo addirittura il consumo di risorse non rinnovabili, come nel caso dell’incenerimento dei rifiuti e del consumo del petrolio.

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Il CIP 6 e le rendite parassitarie

• Con il CIP n. 6 del 1992 lo Stato obbliga l'ENEL ad acquistare l'elettricità dai produttori di energia da fonti rinnovabili ad un prezzo triplo rispetto a quello corrente. L’aumento di costo viene trasferito sulle bollette dei consumatori.

• Ma oltre alle fonti rinnovabili, vengono incluse a beneficiare dei contributi anche le fonti “assimilate”“assimilate” alle rinnovabili, senza mai indicare un criterio per definire quali siano le fonti “assimilabili”. Tra le assimilabili vengono di fatto inclusi i residui della raffinazione del petrolio e i rifiuti solidi urbani, oltre a una lunga serie di rifiuti speciali.

• I contributi vengono in prevalenza dati proprio a quei produttori che non sviluppano nuove tecnologie da fonti effettivamente rinnovabili, ma garantiscono solo una rendita parassitaria, con una logica del tutto estranea a quella di promozione di nuove tecnologie pulite affidabili nel tempo.

• Il risultato è (e tutti ne sono consapevoli) che una buona percentuale degli impianti finanziati dal CIP n. 6 chiuderà quando il provvedimento esaurirà i suoi effetti, in quanto non sono economicamente validi (vedi gli inceneritori di rifiuti, già abbandonati in altri paesi europei e nord americani) e in quanto stanno usano fonti non rinnovabili e pertanto a costi crescenti.

• Ma, come vedremo, per gli inceneritori di rifiuti urbani, il Cip 6 produce anche altri danni…

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L’entità dei finanziamenti alle fonti energetiche “rinnovabili” e “assimilabili” erogati dal sistema del CIP 6, che attraversa impunemente diversi governi

– Il Comitato Interministeriale dei Prezzi (CIP) dal 1992 finanzia le fonti energetiche “rinnovabili”, tra le quali vengono incluse le fonti “assimilabili”, quali le morchie del petrolio e rifiuti urbani, pagando il triplo l’energia prodotta, per un costo complessivo in 15 anni di 60.000 miliardi di vecchie lire, trasferito sulle bollette ENEL (comp.tar.A3).

– Nel 1997 il Decreto Ronchi prevede incentivi finanziari all’incenerimento (art.33, comma 9).

– Un Decreto del 16.3.1999 (governo di centro sinistra) definisce art.2, comma 15) che "Fonti energetiche rinnovabili sono il sole, il vento, le risorse idriche, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso e la trasformazione in energia elettrica dei prodotti vegetali o dei rifiuti organici e inorganici".

– Nel 2004 circa 200 milioni di euro sono stati erogati agli inceneritori con il sistema del CIP 6.

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Chi ha beneficiato dei finanziamenti con il CIP 6 (dati 2003)

• Edison 41,2%

• Enron 10,8%

• Erg 10,2%

• Acea * 6,3%

• Foster Werler 5,1%

• ENIpower 4,3%

• API energia* 3,4%

• Elettra Lucchini 3,0%

*Tranne Acea e API, tutte le le altre società hanno dismesso o decentrato parte delle produzioni

industriali in Italia

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Le definizioni CEE di biomasse e di fonti energetiche rinnovabili e le furbizie italiane…

• La Direttiva Cee 2001/77 precisa anche cosa si intende per biomasse: “La parte biodegradabile dei prodotto, rifiuti e residui provenienti dall’agricoltura (comprendenti sostanze vegetali ed animali) e dalla silvicoltura e dalle industri connesse, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani.”

• Inoltre, nel preambolo alla Direttiva, al punto 8 si precisa: “Nel contesto di un futuro sistema di sostegno alle fonte energetiche rinnovabili non bisognerebbe promuovere l’incenerimento dei rifiuti urbani non separati, se tale promozione arrecasse pregiudizio alla gerarchia di trattamento dei rifiuti.”

• Cioè, secondo le Direttive CEE, prima ridurre, poi riciclare, poi recuperare materia, infine incenerire.

• Il Decreto italiano (governo di centro destra) 387/2003, che disciplina i certificati verdi, all’art.17, afferma: “Sono ammessi a beneficiare del regime riservato alle fonti energetiche rinnovabili i rifiuti, ivi compresa, anche tramite il ricorso a misure promozionali, la frazione non biodegradabile e i combustibili derivati dai rifiuti…”

• Art.229, comma 5 e 6 del D.Lgl 10.2.2006: “Il CDR-q è fonte rinnovabile, ai sensi …del D. Lgl. 387/2003, in misura proporzionale alla frazione biodegradabile in esso contenuta. Il CDR-q e CDR beneficiano del regime di incentivazione, di cui… al D.Lgl 387/2003.”

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Prime osservazioni sul Decreto Lgl. di Delega Ambientale 308/2004, emanato il 10.2.2006

• Scrive il Magistrato Gianfranco Amendola , in www.dirittoambiente.

com: • “In realtà, ciò che interessa questo legislatore, ancor più di quello del

1997, è la promozione della “termovalorizzazione” nel modo più ampio possibile. Sotto questo profilo, è certamente significativo notare che…è scomparsa la espressa scala di priorità comunitaria recepita nel 1997 dall’art.4…Ancor più significativo, infine l’art.229, comma 5, che in espresso contrasto con la normativa comunitaria, include il CDR tra le fonti rinnovabili (con relativi benefici)…

• Da quanto appena accennato, già risulta evidente che lo schema proposto contrasta con numerosi principi stabiliti dalla legge delega. In primo luogo con l’obbligo di “ dare piena e coerente attuazione alle direttive comunitarie…”

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Nella EU15 i sussidi diretti e indiretti per le fonti energetiche sono stati*:

carbone……..13 miliardi euro/annopetrolio e gas…….9 miliardi di euro/anno

fonti rinnovabili……5 miliardi di euro/anno*fonte Agenzia Europea per l’Ambente, 2004

Perché i finanziamenti, sia in Europa che in Italia, sono erogati secondo interessi clientelari, senza razionalità,

producendo distorsioni evidenti?

Proviamo a dare una risposta…

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Il declino industriale, la stagnazione

e la crescita della rendita monopolista

Dati Istat relativi all’andamento della produzione industriale del

2005, rispetto al 2004.(destagionalizzati e corretti per lo stesso n° giorni

lavorativi)

Complessivo produzione – 1,8%

• Tessile e abbigliamento -2,0%

• Prodotti chimici e fibre -5,4%

• Prodotti di metallo +0,8%

• Minerali non metalliferi +0,1%

• Energia elett-gas-acqua +16,0%

Dati Ires-Cgil relativi all’andamento della produzione industriale del 2005, rispetto al

2000.(destagionalizzati e corretti per lo stesso n° giorni

lavorativi)

Complessivo occupazione - 8,4%

• Tessile - 18,7%• Calzature -33.6%• Elettronici e di precisione -29,3%• Mezzi di trasporto -21,9%• Energia elett-gas –acqua +11,2%

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Il declino industriale, la stagnazione e la crescita della rendita monopolista

• I dati relativi al 2005 sul 2004 e quelli della fase in corso, relativi al 2005 sul 2000, parlano di un netto declino delle produzioni industriali e di una complessiva stagnazione economica del paese, ma anche del contemporaneo trasferimento di risorse finanziarie verso il settore dei servizi alle abitazioni (energia elettrica, gas, acqua, rifiuti…), che fanno registrare forti aumenti dei prezzi e, non risentendo del calo dei consumi come in altri settori, forti aumenti del valore complessivo fatturato.

• Non è casuale che contemporaneamente sia avvenuta la privatizzazione di questi settori, supportata da ben orchestrate campagne ideologiche volte a dimostrare che la gestione (di fatto monopolistica) privata di tali settori produce efficienza e che merita addirittura il contributo di finanziamenti pubblici…

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Dalla rendita dell’800, al profitto del ‘900, di nuovo alla

rendita nel 2000 …sinonimo di decadenza.

Perché la gestione privata degli ex monopoli pubblici (acqua, rifiuti urbani, gas, elettricità, trasporti…) è richiesta a gran voce dal capitale finanziario?

1. Acqua, illuminazione, riscaldamento, rifiuti…sono servizi necessari alle abitazioni e pertanto sono beni di prima necessità, a domanda rigida, i cui aumenti di prezzo, non riducono la domanda stessa, consentendo alti profitti e basso rischio, in quanto la fatturazione dei servizi è garantita dai valore dell’abitazione stessa.

2. Sono servizi che possono essere erogati attraverso una sola rete di distribuzione o impiantistica (conduttura, elettrodotto, autostrada…) e pertanto si strutturano in monopoli, garantendo rendite sicure.

3. Per questi stessi motivi nel ‘900 furono realizzati dagli Stati industriali moderni i monopoli pubblici…

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Chi e dove si è deciso di privatizzare le gestioni dei servizi primari alle abitazioni?

Vandana Shiva, Water Wars 2002 (Trad. italiana "Le guerre dell'acqua", Feltrinelli 2004 pag. 100) :

• “E' pratica comune della Banca mondiale e del Fmi inserire la deregulation dell'acqua tra le condizioni di prestito. Dei 40 finanziamenti del Fmi distribuiti nel 2000 tramite l'Ifc, ben 12 imponevano la privatizzazione parziale o totale della fornitura d'acqua e insistevano sull'introduzione di direttive per favorire "il pieno recupero dei costi" ed eliminare i sussidi. Sono sempre più numerosi i governi africani che per accedere ai prestiti cedono alle pressioni per la privatizzazione dell'acqua."

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Il sistema dei Certificati verdi

• In questo caso il decreto Bersani del 1999 ha inteso produrre una rendita a favore delle energie rinnovabili, ma anche in questo caso i rifiuti urbani sono stati inclusi tra le fonti rinnovabili, continuando a produrre distorsioni.

• Per iniziare a rispettare le Direttive CEE sulla energia, il Decreto prevede che dal 2002 tutti produttori e gli importatori di elettricità da fonti convenzionali hanno l’obbligo di immettere in rete un quantitativo di elettricità da fonti rinnovabili pari al 2% dell'energia prodotta o importata nell'anno precedente. I produttori da fonti non rinnovabili sono così obbligati a comprare sul mercato i certificati verdi in mano ai soli produttori di elettricità da fonti rinnovabili, che possono incassare in tal modo un prezzo da rendita legale.

• I certificati verdi sono titoli annuali attribuiti all'energia prodotta da fonti rinnovabili. Sono vendibili a un prezzo, determinato dal mercato, a chi ha l'obbligo di acquistarli e, attualmente, anche i certificati verdi hanno un prezzo triplo dell’energia prodotta con fonti convenzionali.

• Il Governo, anziché stabilire sulla base di un beneficio complessivo e generale quali fonti alternative agevolare, lascia che sia il mercato dei soli produttori finali di energia a stabilire quali forme sono le più convenienti.

• Se anziché un criterio mercantile fosse prevalso un criterio obiettivo economico generale, molto probabilmente avremmo che l’energia prodotta da biomasse agricole e forestali sarebbe la più vantaggiosa per la società…mentre con questo sistema non c’è offerta consistente di biomasse da parte del mondo agricolo…

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I finanziamenti alla produzione di elettricità da fonti rinnovabili - sistema dei certificati verdi

Ob.CEE : 22,1% da rinnovabili entro il 2010.

Sono le fonti rinnovabili, secondo la Direttiva CEE 2001/77:

• Eolica• Solare• Geotermica• Idraulica• Biomasse e rifiuti • Moto ondoso• Maree• Gas di discarica e da

depurazione

Ripartizione delle produzioni in Italia che beneficiano dei

certificati verdi (dati del 2004):

• Eolica 12,2%• Solare (fotovoltaico) 0,1%• Geotermica 32,6%• Idraulica 39,5%• Biomasse e rifiuti 15,6%• Altre 0%

Per un totale di 285 milioni di euro di valore commerciale, di cui 44,5 milioni a biomasse e rifiuti

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Perché incenerire una bottiglia di plastica è energeticamente, oltre che economicamente

insostenibile? Scrive Marco Caldiroli di Medicina Democratica su “La Rivista del

Manifesto”:

“Uno dei postulati pro-incenerimento è quello del recupero energetico… è altrettanto vero che per estrarre, trasportare, raffinare, trasformare e produrre quella bottiglia di plastica, è stata utilizzata una quantità ulteriore ed elevata di energia. Questa energia `invisibile', se la bottiglia viene bruciata, viene dissipata, `sparisce' (va ad alimentare l'entropia del mondo); viceversa se la bottiglia venisse riciclata (con riciclo meccanico o chimico), una parte anche di questa energia potrebbe essere reimmessa nel ciclo economico e di consumo e verrebbe ridotta l'entropia comunque inevitabile”

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Perché i finanziamenti alle fonti rinnovabili sono erogati secondo interessi clientelari e senza razionalità, producendo distorsioni evidenti?

Una possibile risposta:

• Il profitto industriale non è più socialmente in contraddizione con la rendita. In una fase di declino industriale e di lunga stagnazione economica, lo stesso capitale industriale si proietta sempre più frequentemente nella rendita, ottenendo dalla normativa e per via clientelare posizioni di rendita monopolistica. Contemporaneamente i Governi rinunciano alla efficacia e razionalità della loro azione e decadono in una alternanza che lascia inalterate le scelte, comunque subordinate agli stessi interessi clientelari.

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Le distorsioni di un finanziamento clientelare…

• Oltre a negare contributi preziosi alle effettive produzioni da fonti energetiche rinnovabili (in particolare nelle biomasse, nel solare e nel piccolo eolico), a ritardare nel nostro paese la diffusione di tali produzioni e delle relative nuove tecnologie necessarie alla soluzione del problema energetico ed a evitare le penalità previste con l’accordo di Kyoto, gli incentivi all’incenerimento dei rifiuti urbani producono sistemi complessivi di smaltimento più costosi ai cittadini, contrapponendosi obiettivamente alla crescita della raccolta differenziata dei prodotti e alla riduzione dei rifiuti prodotti.

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Evidenti distorsioni prodotte dai finanziamenti all’incenerimento dei rifiuti

Confronto tra i costi di gestione per abitante (€/ab.anno) alal variare delle modalità di raccolta di Rifiuti Urbani e della % di

Raccolta Differenziata(fonte:Federambiente e Scuola Agraria del Parco di Monza-19 province a

confronto)

y = 111,48x + 53,886R2 = 0,093

y = -118,7x + 142,88R2 = 0,3992

40

60

80

100

120

0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% 70,0% 80,0%

RD (%)

Co

sto

to

tale

pro

cap

ite

(€/a

b.a

nn

o)

umido&residuo CS

umido&residuo PP

Lineare (umido&residuo CS)

Lineare (umido&residuo PP)

 •       Nelle province dove la raccolta dei rifiuti

avviene con i cassonetti stradali (CS), con successiva produzione di CDR da avviare allo incenerimento (curva verde/gialla con andamento crescente), cresce la tassa sui rifiuti al crescere della Raccolta Differenziata, che non sfonda la quota reale del 35% per un evidente conflitto di interessi.

 •            Nelle province, dove la raccolta dei rifiuti

avviene con il sistema del porta a porta (PP), ritirando in giorni stabiliti i bidoncini o i sacchi depositati fuori della porta di casa, si riducono le tasse sui rifiuti e la Raccolta Differenziata arriva al 70% (curva verde con andamento calante).

 •             Dove sta l’ economicità e l’ efficenza del

sistema se in Toscana i costi per i cittadini sono crescenti, fino a tre volte superiori a quelli di altre province?

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Ancora evidenti distorsioni prodotte dai finanziamenti all’incenerimento dei rifiuti

Produzione annua procapite di Rifiuti Urbani in funzione delle percentuali di Raccolta Differenziata

e delle tipologie di raccolta dei Rifiuti Urbani

(Fonte: Federambiente e Scuola Agraria del Parco di Monza su 19 province a confronto)

•               Nelle province dove la raccolta dei rifiuti avviene con i cassonetti stradali (CS), con successiva produzione di CDR da avviare allo incenerimento, cresce la produzione dei rifiuti al crescere della Raccolta Differenziata, che non sfonda la quota reale del 35%… (curva verde/gialla con andamento crescente).•               Nelle province, dove la raccolta dei rifiuti avviene con il sistema del porta a porta (PP), ritirando in giorni stabiliti i bidoncini o i sacchi depositati fuori della porta di casa… la Raccolta Differenziata arriva al 70% e diminuisce la produzione complessiva dei rifiuti (curva verde con andamento calante).•               Dove sta l’efficacia del sistema se in Toscana le produzioni di rifiuti sono da anni crescenti?

  

y = -211,37x2 - 195,73x + 631,98

R2 = 0,6893

y = 1435,3x2 - 202,71x + 577,29

R2 = 0,1152

400,00

450,00

500,00

550,00

600,00

650,00

700,00

750,00

800,00

850,00

900,00

0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% 70,0% 80,0%

RD (%)

RU

pro

capi

te (k

g/ab

/a) umido&residuo CS

umido&residuo PP

Poli. (umido&residuo PP)

Poli. (umido&residuo CS)

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…e paghiamo cinque volte le distorsioni prodotte

• 1- L’incenerimento contribuisce alla diffusione di diossine e microparticelle, incrementando la presenza di tumori. Paghiamo in qualità della vita e anche per i costi per la tutela della nostra salute;

• 2- Nelle nostre bollette elettriche paghiamo una addizionale per finanziare con il CIP 6 l’energia prodotta dagli inceneritori, che altrimenti non sarebbe conveniente produrre;

• 3- Bruciando anche risorse non rinnovabili, si riducono le riserve naturali di materie prime, aumentano i costi di estrazione delle ridotte riserve disponibili che paghiamo a prezzi più elevati;

• 4- L’incenerimento dei rifiuti si contrappone in un conflitto d’interessi con la raccolta differenziata dei rifiuti e paghiamo la tariffa sullo smaltimento rifiuti il triplo di dove la raccolta differenziate si è potuta sviluppare;

• 5- Il finanziamento dell’incenerimento di rifiuti non biodegradabili comporta multe per le Sentenze della Corte di Giustizia Europea, pagate dai contribuenti italiani. Infine pagheremo a caro prezzo l’energia per non aver rispettato il trattato di Kyoto.