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FIG. l - ROMA, GAB. NAZ. DELLE STAMPE - CLAUDE LORRAIN : PAESAGGIO (Fot. O. Sav io) MARCO CHIARINI I DISEGNI DI CLAUDE LORRAIN NEL GABINETTO NAZIONALE DELLE STAMPE A ROMA D ELLA DIECINA di disegni assegnati ne- gli inventari del gabinetto Nazionale delle Stampe a Roma a Claude Lorrain, sia sulla base delle firme autografe, sia per riferimento tradizio- nale dalla collezione di provenienza (in quasi tutti i casi la Corsini), Il sia, infine, per ipotesi di studio, non tutti sono ç\scrivibili alla sua mano. Tuttavia, pur te- nendo conto delle esclusioni e dei cambi di attribuzione intervenuti recentemente,2l la consistenza dei pezzi riferibili con un buon margine di certezza a Claude giunge oggi, grazie alle identificazioni e al vaglio del materiale effettuati in questi ultimi tempi , ai quindici fogli, di cui cinque recano disegni su en- trambe le facce : di essi, solo due lasciano ancora in qualche dubbio circa la certezza del riferimento al Lorenese. 3l 332 Il numero cosÌ raggiunto rende la raccolta del Ga - binetto delle Stampe la più ricca di opere di Claude Lorrain in Italia, e anche la più importante, data la qua - lità quasi sempre molto alta degli esemplari, pochi dei quali sono tuttavia noti da tempo agli specialisti della materia. Ma ciò che rende di particolare valore la pre - senza del piccolo gruppo di disegni raccolti sotto il nome del Lorenese - tanto rari da reperire in qualche numero, fuor che agli Uffizi, nella Fondazione Horne di Firenze e nella Galleria Pallavicini di Roma, nelle collezioni pubbliche e private italiane - è il loro sca- glionarsi entro un arco amplissimo di tempo - all'in- circa quarant'anni - dell' intensa attività dell' artista, dando un'idea sufficientemente completa dello sviluppo del suo linguaggio in questo campo, dal periodo in CUi Claude comincia ad affermarsi tr a i maggiori ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

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FIG. l - ROMA, GAB. NAZ. DELLE STAMPE - CLAUDE LORRAIN : PAESAGGIO (Fot. O. Savio)

MARCO CHIARINI

I DISEGNI DI CLAUDE LORRAIN NEL GABINETTO NAZIONALE DELLE STAMPE A ROMA

D ELLA DIECINA di disegni assegnati ne­gli inventari del gabinetto Nazionale delle Stampe a Roma a Claude Lorrain, sia sulla

base delle firme autografe, sia per riferimento tradizio­nale dalla collezione di provenienza (in quasi tutti i casi la Corsini), Il sia, infine, per ipotesi di studio, non tutti sono ç\scrivibili alla sua mano. Tuttavia, pur te ­nendo conto delle esclusioni e dei cambi di attribuzione intervenuti recentemente,2l la consistenza dei pezzi riferibili con un buon margine di certezza a Claude giunge oggi, grazie alle identificazioni e al vaglio del materiale effettuati in questi ultimi tempi, ai quindici fogli , di cui cinque recano disegni su en­trambe le facce : di essi, solo due lasciano ancora in qualche dubbio circa la certezza del riferimento al Lorenese. 3l

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Il numero cosÌ raggiunto rende la raccolta del Ga­binetto delle Stampe la più ricca di opere di Claude Lorrain in Italia, e anche la più importante, data la qua­lità quasi sempre molto alta degli esemplari, pochi dei quali sono tuttavia noti da tempo agli specialisti della materia. Ma ciò che rende di particolare valore la pre­senza del piccolo gruppo di disegni raccolti sotto il nome del Lorenese - tanto rari da reperire in qualche numero, fuor che agli Uffizi, nella Fondazione Horne di Firenze e nella Galleria Pallavicini di Roma, nelle collezioni pubbliche e private italiane - è il loro sca­glionarsi entro un arco amplissimo di tempo - all' in­circa quarant'anni - dell ' intensa attività dell' artista, dando un'idea sufficientemente completa dello sviluppo del suo linguaggio in questo campo, dal periodo in CUi Claude comincia ad affermarsi tra i maggiori

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paesaggisti a Roma fino all' estrema vecchiaia. Si può così seguire bene anche l'impiego, nel volgere del tem­po, di tecniche particolari - da Claude usate con maestria impareg­giabile - , a documentare attraverso di esse il vario aderire del suo lin­guaggio formale a poetiche che mu­tano con l'età e l'esperienza, in un rinnovarsi perenne di motivi, evocati sempre dallo spettacolo di Roma e della sua campagna.

Questa evoluzione eccezionale del­la sua tecnica grafica, come fatto autonomo e sganciato da riferimenti alle opere pittoriche, quasi postulato da Claude, e che non trova riscontri tra i suoi contemporanei - lo stesso Poussin ha una costanza di fraseggio e di riscontro con i quadri, da farne un caso esemplare dal lato oppo­sto -, ha inizio, per la serie del

FIG. 2 - ROMA, GAB. NAZ. DELLE STAMPE - CLAUDE LORRAIN: STUDIO DI SOTTOBOSCO (Fot. G. F. N .)

Gabinetto delle Stampe, al'incirca veso il 1635 o '37, con il gruppo - il più ricco di fogli - in rap­porto a un periodo relativamente giovanile e della prima maturità, e che si possono scalare tra questa data fin verso il '45. È ancora un momento di ri­cerche precise, per Claude, che si avvale di prece­denti immediati - in specie di quelli istituiti dagli esempi fiamminghi - per volgersi a interessi pae­saggistici che sono ancora nella trama di quel 've­dutismo' che era stato creato a Roma dai 'nordici' tra la fine del ' 500 e gli inizi del' 600. 4) L'adesione al motivo del vedutismo documentario fiammingo è in­fatti testimoniata dal 'Panorama dell'Aventino da Monte Caprino ', 5) dove tuttavia il più angusto limite del documento a carattere topografico è ampiamente superato dall' estrema bellezza della resa pittorica del momento - quasi di primo mattino - in cui è colta la visione della collina romana che si profila, con la massa degli edifici in controluce o illuminati a luce radente, sull'ansa assolata del Tevere a Ponte Rotto. La minuzia dei particolari vergati a penna, con sottigliezza I fiam­minga " è appunto testimonianza del permanere in Claude di quelle suggestioni: tuttavia la fusione tonale operata dalla luce - sul modulo fondamentale stabilito dalle accensioni solari rilevate a biacca sugli edifici, dal primo piano segnato dalla proda con scarsi arbusti, dallo specchio dell'acqua e dalla campagna lontana, a contrasto con la macchia di bistro scuro delle nubi -è già oltre quanto poteva affermare, ad esempio, un Breenbergh. Tale studio intensamente' naturale ' viene di continuo approfondito, in questo decennio, dal Lo­renese, che si prova con accorgimenti particolari - ad esempio l'uso di carta preparata a colore - ad aumen-

tare la profondità spaziale, da lui così acutamente inda­gata nei celebri temi del 'tramonto sul porto' realiz­zati in pittura, e a ricercare effetti di atmosfera in un momento particolare della giornata, accostandosi con

FIG. 3 - ROMA, GAB. NAZ. DELLE STAMPE CLAUDE LORRAIN : PAESAGGIO (Fot. O. Sal'io)

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FIG. 4 - ROMA, GAB. NAZ. DELLE STAMPE - CLAUDE LORRAIN (?) : PAESAGGIO (Fot. G. F. N .)

capacità incredibile alla realtà, cogliendone la poesia dell'ora: come nel disegno su carta azzurra - a matita e bistro - che rende, con sobria evidenza, la luce so­lare di un mattino sulle rive del Tevere. 6)

È sempre in questo decennio che vediamo Claude affrontare uno dei suoi temi preferiti nei disegni' d'a­près nature' : quello degli alberi nella campagna romana. È un tema inesauribile, sia còlto di per se stesso - come nel celebre ' Albero' del Gabinetto dei Disegni degli Uffizi,7) - sia completato dallo studio dell'ambiente circostante, com' è nei quattro fogli che chiudono le ricerche di questo primo periodo, nel gruppo giovanile del Gabinetto delle Stampe. I1 primo (fig. I) illumina splendidamente la novità e l'originalità del tema tra­dotto in immagine dal Lorenese: se ancora si avverte un ricordo (come del resto anche nel foglio illustrato alla fig . 3) del Breenbergh, nel violento contrasto del bistro in rapporto alle zone della carta lasciate scoperte - procedimento breenberghiano per eccellenza -tuttavia la ricerca d'ambiente tipica dei fiamminghi è rifusa tutta nel senso fortissimo di accensione solare sulle masse folte degli alberi, nel vario attenuarsi della luce sui toni meno fondi del bistro steso direttamente col pennello senza una traccia da seguire, nel lucore abbagliato della campagna che si intuisce nel fondo,

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con la sua tipica torre di guardia, nell'afa silente del meriggio d'estate. Ancora più acuto si fa lo studio delle masse degli alberi e del contrasto di luci e di penombre da esse creati e dal vari atteggiarsi di rami e fronde , nel celebre foglio tradizionalmente intitolato 'Alle falde del Gianicolo ' (fig 2). Invece di descrivere un tratto aperto di campagna, qui Claude affronta il tema del , sous-bois ' - anzi da lui inventato, come ha giusta­mente indicato il Kitson, 8) - con un approfondimento di ricerca acutissimo in relazione all' esiguità dei mezzi adoperati, com' è anche in un altro noto disegno dello stesso genere e dello stesso periodo, oggi a Haarlem: 9)

bistro condotto col pennello, qualche tratto di penna e inchiostro a precisare tal uni particolari. È evidente il rapporto inverso, rispetto all' esemplare precedente (fig. I), della massa boscosa in controluce sul cielo appena velato da , un'uniforme, sottile coloritura a bi­stro, e le lame di sole - è la carta lasciata del tutto priva di tinta - a suggerire il gioco instabile dei raggi attra­verso il folto delle fronde. Studi che suggeriscono una continuità di linguaggio, sul filo conduttore gettato da Claude, fino a Corot, e agli esercizi ad acquarello, su motivi analoghi, di Cézanne. Indubbiamente la tecnica del Lorenese tocca in questo periodo uno dei punti più alti e proprio per la sua semplice essenzialità: è, infatti,

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FIG. 5 - ROMA, GAB. NAZ. DELLE STAMPE CLAUDE LORRAIN: STUDI DI AQUILE (1654) (Fot. G. F. N.)

un processo continuo di semplificazione dei mezzi a beneficio di una profonda verità di rappresentazione, tuttavia idealizzata in una intensità di linguaggio che esula dal I documento' visivo qual'era stato inteso dai fiamminghi; piuttosto è un ritorno alla grande tradi­zione cinquecentesca del paesaggio - da Tiziano ai Carracci -, trasposta nei suoi quadri - si guardi al I Pastore' della Galleria Pallavicini o alle due versioni del I Mulino', di un decennio più tarde - in accento epico o arcadico. Tale processo di idealizzazione si ri­flette - e siamo agli inizi del quinto decennio - anche nei disegni: questa I Vallata tiberina' (fig. 3), ad esem­pio, indica già, soprattutto nella quinta di fronde sulla sinistra, una forte ten-

lì denza a I inquadrare' la realtà traspo-nendola in sentimento fantastico, anche se il forte contrasto creato dal bistro condotto a pennello su una lieve trac­cia a carboncino e una certa crudezza di risalti di luce che annullano, quasi, i valori atmosferici, potrebbero far pensare a un momento più giovanile e breenberghiano. Il taglio sicuro, la scioltezza del tracciato in una trama compositiva idealizzata, tipica da que­sto momento in poi, fanno pronun­ciare il nome del Lorenese anche per quest'altro foglio, di qualità indubbia (fig. 4), ma che tuttavia lascia in qual­che incertezza, imputabile anche al cattivo stato di conservazione. Con esso, comunque, si chiuderebbe la fase più giovanile registrata dai di­segni del Gabinetto delle Stampe.

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FIG. 6 - ROMA, GAB. NAZ. DELLE STAMPE CLAUDE LORRAIN: STUDI DI AQUILE

dal Lorenese, ormai nella piena maturità: nè, pur­troppo, ci sono fogli che coprano l'intermezzo di dieci anni circa che corre tra questo e il gruppo precedente, anni in cui la calligrafia di Claude si fa tanto più complessa e studiata, volta a una ricerca di equilibrio I classico' che trova soluzioni squisite in pittura - basti pensare alla I Veduta dei Delfi' della Galleria Doria-Pamphili -, ma che raggela non poco l'immediatezza dei disegni, non più còlti dal vero, e ragionati a tavolino, più spesso, ora, come I idea' del quadro da eseguire, e con una finitezza d'esecuzione che vorrebbe emulare quella pittorica.

Al passar di decennio ci imbattia­mo in cinque disegni datati e firmati

FIG. 7 - ROMA, GAB. NAZ. DELLE STAMPE - CLAUDE LORRAIN: STUDI DI AQUILE (FOl. G. F. N.)

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nel graduale modularsi dei piani, una profondità spaziale più sugge­rita per virtù d'effetti che per ricer­ca atmosferica. E si veda la I Veduta di Nemi " dove la nube di fumo si allarga in modo del tutto irreale, con forte trasposizione fantastica e romantica.

FIG. 8 - ROMA, GAB. NAZ. DELLE STAMPE - CLAUDE LORRAIN: ADORAZIONE

DEI MAGI (1654) (Fot . O. Savio)

Il tratto della penna, in questi fo­gli, è più meccanico, insistito, tale da giustificare in parte - e nono­stante la presenza della scritta in­dubbiamente di mano di Claude -l'incertezza dimostrata da tal uno circa l'attribuzione al Lorenese del­la I Veduta di Nemi' (v. il n. IO

del Catalogo qui di seguito). La tec­nica usata è quella tipica al Lore­nese in quest'epoca: penna e in­chiostro bruno, un tratteggio fitto al posto delle pennelleggiature a bi­stro a suggerire le ombre, ridotte queste ultime a zone assai più esi-

Tolto il caso particolare di questi I Studi di aquile' (figg. 5, 6, 7), dettati da una ragione contingente più che da un reale interesse per il soggetto, raramente trattato da Claude, il tema del paesaggio com' è affron­tato dal Lorenese nel sesto decennio del '600 ci è docu­mentato dalla grande I Adorazione dei Magi' del 1654 (fig. 8), dalla I Veduta di Nemi ' del 1657 (fig. IO) e dal I Paesaggio fluviale' ispirato alla valle del Tevere, il

gue rispetto ai contrastatissimi dise­gni giovanili; il segno è meno ricco e pittorico, e si sof­ferma a descrivere minuziosamente le anfrattuosità del terreno, la discontinuità dei monti acuminati del fondo, la natura diversa delle foglie, mentre la biacca è usata solo più per effetti decorativi che per una reale indica­zione di valori luministici e atmosferici.

Con gli ultimi quattro fogli del Gabinetto delle Stam­pe abbiamo alcuni rari esempi di quanto abbia ancora da

cui riferimento a Claude mi appare ora meno certo di quanto non pen­sassi un tempo. [o) Il carattere ideale a cui sono improntati questi tre fo­gli - anche la • Veduta di Nemi', che non v'è dubbio sia stata ripresa sul posto - indica bene l'atteggia­mento del Lorenese nella seconda metà del decennio e il suo stile che non varia, sia che disegni dal vero, sia che rievochi di fantasia: l'idea­lizzazione giunge al massino grado, quasi con una punta di romantici­smo incipiente, entro una cornice di sapore arcadico sapientemente do­sata. I contrasti stessi di luce - evo­cati per il forte contrappunto delle ombre in genere addensate sul pri­mo piano o sui margini laterali, a inquadrare e equilibrare la scena in uno spazio preciso, non più indeter­minato lembo di natura -, sono di carattere astratto, posti a indicare,

FIG. 9 - ROMA, GAB. NAZ. DELLE STAMPE - CLAUDE LORRAIN: ENEA A DELO (FaI. G. F. N.)

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dire un ingegno alto come quello del Lorenese, ormai alle soglie della vecchiaia, in fatto di paesaggio. Il me­tro è ormai quello complesso, classicizzante, delle sue opere mature e tarde in pittura, ricche di una cultura classica nata nello stretto contatto e nella comprensione di una natura da cui trae origine: lontano dal Poussin in quanto questi ha di razionale e studiato equilibrio, Claude interpreta l'antico in senso fiabesco e quasi pre­romantico, evocato da una natura varia, appassionata­mente descritta, animata in favole classiche di avveni­menti senza tempo. Le composizioni si arricchiscono di un'intensità nuova, rispetto ai più scarni risultati del sesto decennio, di elementi e riferimenti culturali fit­tissimi, mediati tuttavia da un senso pittorico sottile, variato dai mezzi di ogni minima sfumatura. La tecnica, studiatissima, si arricchisce: carboncino, bistro, biacca, inchiostro e tocchi di tempera colorata, la carta prepa­rata in toni d'azzurro intenso, ceruleo, o di un rosa quasi lilla, si fondono nella rievocazione di un paesag­gio che vuole essere quello delle Bucoliche e dell'Eneide virgiliane. V' è un rinato interesse per gli aspetti più spontanei e immediati della natura - attestato anche, in questo momento, dalla cura con cui l'anziano artista va raccogliendo i suoi studi giovanili in una serie di quaderni e album a noi pervenuti solo in minima parte integri o sia pure identificabili nei fogli oggi separati II)

- che si riflette anche in opere meditate come l'Enea a Delo' (fig. 9), o come la 'Scena di sacrificio' (fig. II), che hanno la pienezza compositiva, la finitezza e com­plessità di rapporti tonali - soprattutto il secondo -di una pittura su tela. Ma la felicità interpretativa del vecchio artista - attestata anche dai rapidi schizzi dal vero, come questi del verso del secondo foglio (fig. 12)

- fuori da ogni richiamo ai miti del mondo classico, secondo quegli aspetti più intimi della natura ch'egli aveva saputo indicare in gioventù, ci è dimostrata nel suo grado più alto e intenso da altri due superbi disegni su carta cerulea, recentemente identificati, in cui l'ade­sione spontanea dell' artista, ormai nell' estrema vecchiez­za, al dato naturale avviene, soprattutto nel primo 12)

per via di una ~ottilissima trasposiz;ione classicistica; mentre nel secondo (fig. 13) - ritorno al motivo giova­nile del' sous-bois ' - è chiara l'invenzione fantastica delle ghirlande di fronde degli alberi, soprattutto di quelle che scendono irrealmente a terra, le foglie enor­mi, del grande leccio a destra. La grafia del Lorenese, ormai ottantenne, ritrova una freschezza improvvisa nel segno unghiato, corsivo, con accenni di un 'pointil­lisme' impreveduto, nello studio di queste foglie in con­troluce, intensificato dalla luminosità della carta tinta d'azzurro, che si esprime con un'immediatezza ancor più efficace nei rapidi appunti sul verso (fig. 14), con studi di fronde e di una figura, dove il viso in 'negativo' o i volumi indicati da tratti rapidi e precisi di pennello sembrano anticipare gli acquarelli del vecchio Cézanne.

FIG. IO - ROMA, GAB. NAZ. DELLE STAMPE

CLAUDE LORRAIN: VEDUTA DI NEMI (16571) (Fot. G. F. N.)

CATALOGO

Per facilitare il riscontro, si danno i numeri d'inventario prece­denti alla nuova numerazione, eseguita pochi mesi fa.

1. - • Veduta dell'Aventino' - (F.C. 125241. Penna e inchio­stro bruno, su traccia a carboncino, tinteggiato a bistro, lumeg­giature a biacca, carta bianca, mm. 165 X 261).

La veduta è presa da Monte Caprino, che si trova a destra del Campidoglio. Sono clùaramente visibili gli edifici sorti in varie epoche sul colle. Il disegno, come ho già supposto,'3) è databile in prossimità del disegno con Campo Vaccino del Christ Church di Oxford, dal Sutton datato intorno al 1637. 14)

Questa veduta dell'Aventino, per le ragioni esposte nel testo, può toccare anche a un paio d'anni prima, intorno al '35. Il R6thlisberger 15) segnala un disegno simile a questo, ma di un ventennio circa più tardi (1656), nel British Museum di Londra. 16)

2. - • Tar di Quinto' ? - (F. C. 125252. recto: matita su carta bianca preparata in azzurro; su questo lato del foglio è affiorata la tinteggiatura a bistro dell'altro lato. verso: matita, tinteg­giato a bistro; è affiorata la tinteggiatura in azzurro del recto; mm. 224 I /2 X 323)·

L'identificazione con Tar di Quinto risulta problematica e difficilmente verifica bile.

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FIG. II - ROMA, GAB. NAZ. DELLE STAMPE - CLAUDE LORRAIN: SCENA DI SACRIFICIO (Fot . G. F. N .)

Il foglio reca su entrambe le facce due numeri : 38 (?) sul recto, 40 sul verso.

Mentre in un primo tempo supponevo che il numero del verso ­preceduto dalla firma dell 'artista - indicasse la data di esecuzione del disegno, 17) giustamente il Kitson avvertiva - pur non rile­vando il numero che compare anche sul recto - come tali cifre si riferissero a una numerazione apposta da Claude ai fogli da lui raccolti e riuniti in album e quaderni . 18) È probabile però, se si deve accettare tale interpretazione anche per il numero del recto, che tali quaderni fossero anche disfatti e ricomposti in una successione diversa dal Lorenese, dato che nel nostro caso i numeri del recto e del verso non coincidono. Il foglio è databile verso la fine del quarto decennio del '600.

3. - • Campagna romana ' (fig . I) - (F. C. 125172. Pennello e bistro, carta nocciola, mm. 187 X 303).

Negli inventari del Gabinetto Naz. delle Stampe reca l'attri­buzione a • Scuola toscana del XVII secolo '. Inedito.

Per lo studio delle masse morbide del fogliame, l'attenzione ai contrasti di luce e l'identità dei mezzi usati , è vicino a esempi come lo • Studio con rocce e vegetazione ' (riprodotto in W. fRIEDLANDER, Claude Lorrain, Miinchen 1921, p. 165), al • Pae­saggio' n. 46 dell'Album Wildenstein (riprodotto in M. ROTHLI­SBERGER, L'Album Wildenstein, cit., p. 28, tav. 46) o al celebre • Albero' del Gabinetto dei Disegni degli Uffizi, databile verso il 1638. 19) La data più probabile per il foglio del Gabinetto delle Stampe sembra dunque cadere tra il 1635 e il 1640. Per i contatti , ancora reperibili, con il Breenbergh, si veda il testo.

4. - • Alle falde del Gianicolo' (fig. 2) - (F. C. 125248. Penna e inchiostro bruno, tinteggiato a bistro, carta bianca, mm. 219 X 316).

Il bellissimo disegno, riprodotto dal Courthion, 20) è stato indicato dal Kitson 21) come facente parte di uno dei quaderni o album di disegni raccolti in vecchiaia dal Lorenese, e precisa ­mente di quello dallo studioso denominato ' Libro B ' e formato da fogli databili tra la fine del quarto e gli inizi del quinto decen­nio del '600.

Il foglio ha misure quasi identiche a un altro famoso studio di sottobosco, oggi nel Teyler Museum di Haarlem (L. 15. Vedi lo riprodotto nel Catalogo della mostra L 'ideale classico del S eicento ... , cit. , scheda n . 206) .

5. - • Vallata tiberina ' ? (fig . 3) - (F. C. 1251 30. Pennello e bistro su traccia a carboncino, carta bianca, mm. 265 X 2061 /2).

Reca l'attribuzione a Jacopo Bassano, il cui nome compare, tracciato a carboncino, sul margine inferiore a sinistra. 22) Inedito.

li foglio reca sul margine superiore un numero e una lettera : -5(?)-A, nella tipica, incerta calligrafia di Claude. Il numero seguito dalla lettera potrebbe indicare - com'è stato accennato a proposito del disegno n. 2 -l'appartenenza originaria del foglio a uno dei quaderni di disegni del Lorenese. 23) Il disegno, che ha un'accentuazione di contrasti non solo breenberghiana ma anche poussiniana, 24) trova riscontro soprattutto in fogli come quelli del British Museum riprodotti da FRIEDLANDER, op . cit ., pp. 166-67 . La data più probabile sembra quella degli inizi del quinto de­cennio.

6. - • Campagna romana ' (fig . 4) - (F. C. 125135. Pennello, penna e inchiostro, tinteggiato a bistro e seppia, carta bianca, mm. 275 X 407).

Il foglio è inventariato come di • Anonimo olandese del XVII secolo '. Inedito.

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Il richiamo a disegni come quello al n. precedente mi sembra evidente, soprat­tutto nel modo di disporre e tratteggiare a pennello tronchi e fogliame; anche la tecnica, a pennello direttamente sulla carta (i tratti di penna potrebbero essere una ripassatura più tarda) , sembra quella di Claude. Da datarsi attorno agli inizi del quinto decennio del '600.

7. - • Studi di aquile' (fig. 5) - (F. C. 125942. Penna e inchiostro bruno, carta bianca, mm. 206 X 271). Sul margine in­feriore scritta autografa del Lorenese : le iour de roy aigle arivez a logis de m. m. guefie, e la data: 1654.

Il Gerstenberg 25) interpretò erronea ­mente l'iscrizione, rettamente decifrata dal Rothlisberger. 26) Etienne Gueffier, il per­sonaggio nominato, fu per trent'anni in­viato dal governo francese a Roma, prima come segretario d'ambasciata, poi come ambasciatore • ad interim ' . Claude era in buoni rapporti col Gueffier, per il quale dipinse alcuni quadri . 27)

8. - • Studi di aquile' (figg. 6, 7) - (F. C. 125941. recto e verso : penna e inchio­stro bruno, carta bianca, mm. 203 X 272).

Il disegno del recto, inedito, reca la firma : Claudio f ' (feci t).

Eseguiti, come hanno indicato Gersten­berg 28) e Rothlisberger, 29) nella stessa occasione in cui fu fatto il disegno

FIG. 12 - ROMA, GAB. NAZ. DELLE STAMPE - CLAUDE LORRAIN: STUDI DI UOMO CHE ZAPPA (F. C. 125251 v.) (Fot . G. F. N.)

precedente (1654).

9. - • Adorazione dei Magi' (fig. 8) - (F. C. 125303. Penna e bistro su traccia a carboncino, lumeggiature a biacca, carta bian­ca, mm. 337 X 441).

Il disegno è datato e firmato: Claudio Gellee. I (n). V(rbe). Fecit . Roma 1964.

Il Rothlisberger, 30) che lo ha recentemente pubblicato,3 I ) sup­pone che il disegno sia modello preparatorio per un quadro per­duto, eseguito a • pendant' della • Predica sul monte Tabor', eseguita lo stesso anno. 32)

IO. - • Veduta di Nemi ' (fig. IO) - (F. C. 128569. Penna e in­chiostro bruno, tinteggiato a bistro e seppia, rialzato di biacca, carta bianca, mm. 4II X 253).

Nell'angolo inferiore sinistro, la scritta autografa e la data, frammentarie : CLA V (in monogramma) fecit NEMI T E ... DE DIAN ... I6 .. 7 (probabilmente 1657); a destra, dove si scorge il lago, la parola: lago .

L'autografia del disegno fu posta in dubbio dal Gerstenberg, 33) nonostante la scritta autografa, che trova corrispondenza in altre apposte dal Lorenese a suoi fogli (cfr. il °0. 7-23 del British Museum, riprodotto da M. ROTHLISBERGER, op. cit., in Zeitschr. fiir Kunstgesch. , XXIV, 1961, pp. 177, fig . 8) e in altro del Museo di Lione (ivi, fig . 12).

Il riferimento al Grimaldi, avanzato dal Gerstenberg che pen­sava falsa la firma e la scritta, non fu condiviso dal Kitson e dal Knab, che lo ritenevano giustamente di Claude.34)

Il tema qui trattato dal Lorenese compare anche in altri dise­gni, spesso relativi solamente agli aspetti più pittoreschi delle rive del lago di Nemi (cfr. il disegno con la capanna - una ca­panna si intravede tra gli alberi anche nel foglio del Gab. delle Stampe - nel Teyler Museum di Haarlem, S. I I; vedilo ripro­dotto in A. M. HIND, The Drawings of Claude Lorrain, London­New York 1925, tav.33)·

II . - • Paesaggio fluviale ' - (F. C. 128570. Penna e inchiostro bruno, acquarellato a seppia, carta bianca, mm. 221 1/2 X 329).

È un motivo comune a questo momento del Lorenese, anche nei quadri. Supposto autografo piuttosto tardo,35) certa mecca­nicità del tratto lascerebbe in qualche dubbio circa l'appartenenza a Claude.

12. - • Enea a Delo ' (fig. 9) - (F. C. 125304. Penna e bistro, su traccia a carboncino, tinteggiato a seppia, carta bianca, mm. 31 = 2 1/2 X 437).

Sotto ai personaggi sono vergati i rispettivi nomi : Ascagno, Aenea, Anchise, Re Anius.

Datato erroneamente dal Knab, 36) è stato giustamente posto in rapporto dal Rothlisberger 37) col quadro di analogo soggetto nella National Gallery di Londra, n. 1018 (ma del quale, tut­tavia, non è studio o modello preparatorio), databile attorno al 1672. 38)

Il soggetto è quello riportato da OVIDIO, Met., XIII, 631 SS.,

e da VIRGILIO, Aen., III, 73 ss.

13. - • Scena di ra:rificio ' (fig. II) - (F. C. 125251. Carbon­cino, penna, bistro, lumeggiature a biacca e tempera, carta bianca, mm 212 X 313. Sul verso (fig. 12), inedito, tre studi di uomo che zappa, a penna e inchiostro) .

Il disegno non ha riferimento con alcun quadro noto di Claude e trova riscontro solo in un altro disegno del mede­simo soggetto - identificato dal Rothlisberger 39) con quello dell 'Aen., VII, 81 ss. (II padre di Psiche implora l'ora­colo di Apollo per avere suggerimenti sul matrimonio della figlia) - e in un quadro del 1663 (Coli. Lord Fairhaven). La data più probabile è quella proposta dal Roth1isberger, attorno al 1670.

14. - • Pastorale ' - (F. C. 125160. Carboncino, penna e in­chiostro bruno, tinteggiato a bistro e seppia, carta azzurra, mm. 270 1/2 X 397 1/2. Sul verso, a carboncino lumeggiato di biacca, due studi per il pastore che conduce la vacca) . Sul mar­gine inferiore a sinistra, antica scritta a penna con l'attribuzione al Bamboccio.

Ho già supposto 40) che questo sia uno studio preparator;o per le figure di pastori che ricorrono, sia pure con varianti, nei due paesaggi pastorali quasi identici, uno a Monaco, Alte Pinakothek (1670), l'altro presso Lord Fairhaven, 1675 c. (vedi le riproduzioni in M . ROTHLISBERGER, Claude Lorrain, cit., figg. 286-7), anni nei quali dovrebbe cadere l'esecuzione del disegno. Esso ha, tuttavia, notevoli affinità, sia nella tec­nica, sia nell'uso di carta azzurra, col foglio n. 19 dell' Album Wildenstein più volte citato, datato dal Rothlisberger attorno al 1654. Come questo disegno, anche l'esemplare del Gabinetto

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Disegni inediti di Claude (e uno del Pous­sin) nel Gab. Naz. delle Stampe a Roma, in Paragone, XI, 1960, n . 131, p . 6055.), mentre per un ter2;o (una veduta di Ca­stel S. Angelo ; F. C. 128551) credo si possa indicare il nome dell'Anesi (ma su di esso si veda il Catalogo di Vedute ro­mane, cit.). Si tralascia qui l'indica2;ione degli altri disegni che vanno sotto il no­me del Lorenese, e per la scarse2;2;a di qualità, e per l'inattendibilità del riferi­mento, sia pure a un ambito di cultura in rela2;ione a quella c1audiana.

3) Cfr. i nn. 6 e II del Catalogo che segue al testo introduttivo.

FIG. 13 - ROMA, GAB. NAZ. DELLE STAMPE - CLAUDE LORRAIN: SENTIERO NEL BOSCO (Fot. G. F. N.)

4) Tra i fogli che meglio dimostrano l'accostamento del Lorenese agli esempi fiamminghi (Poelenburgh, Breenbergh), è da ricordare - oltre la ben nota serie dei disegni che facevano parte di un qua­dernetto oggi diviso tra le raccolte del British Museum e di Windsor Casti e (su di essi si veda A. BLUNT, French Dra­wings at Windsor Castle, London 1955, nn. 50-57, e, più recentemente, M . KIT­SON, in Catalogo della mostra 'L'ideale classico del Seicento e la pittura di pae­saggio', Bologna 1962, pp. 419-20) - il disegno n. 36 dell'Album Wildenstein, re­centemente pubblicato (cfr. M. R6THLIS­BERGER, Claude Lorrain, L'Album Wilden­stein, Paris 1962, p. 36).

5) Vedilo riprodotto in M. CHIARINI, Disegni inediti di Claude ..... , cit., tav. 75.

6) Vedilo riprodotto ivi, tav. 46. delle Stampe reca la riquadratura a inchiostro e non è quin­di escluso che esso facesse originariamente parte di qualche taccuino poi smembrato.

15. - ' Sentiero nel bosco ' (fig. 13) - (F. C. 125132. Pennello e bistro, carta a2;2;urra, mm. 241 1/2 X 294. Sul verso (fig · 14) studi di fogliame e di una figura con brocca e bicchiere) .

Negli inventari del Gabinetto delle Stampe è attribuito a Ja­copo Bassano. 41 ) Inedito.

È disegno indubbiamente assai tardo, anche per la tecnica che risponde agli esempi noti di questo momento. Lo stesso modo di tratteggiare i contorni, punteggiati a momenti, si ritrova in un disegno del Teyler Museum di Haarlem (riprodotto in A. M. HIND, op. cit., tav. 16). Il motivo fu particolarmente caro a Claude, che lo trattò in diverse fasi della sua attività (cfr . A. M . HIND, op. cit., tavv. II, 14, e M. KITSON, Claude's Books oj Drawings jrom Nature, cit., fig. 74)'

Ringra2;io la Dire2;ione del Gabinetto N a2;ionale delle Stam­pe per il consenso a pubblicare quei fogli che verranno a far parte del Catalogo dei disegni di Vedute romane dal XVI al XVJII secolo, da me redatto per quell'Istituto, e di prossima pu bblica2;ione.

I) I fondi corsiniani sono quelli che formano il maggior com­plesso della colle2;ione di disegni del Gab. delle Stampe, e sono indicati dalla sigla F . C. (Fondo Corsini). Tuttavia, fin dalla costituzione di quella colle2;ione nel XVIII secolo, in essa ven­nero a confluire anche pe2;2;i provenienti da altre note collezioni romane, come ad esempio quella del Cavaceppi. Talune attri­bU2;ioni sono ancora quelle formulate ai tempi dei Corsini, mentre altre vennero via via avan2;ate nel riordinamento e nello spoglio del materiale.

2) Tra gli esemplari più interessanti, un foglio (F. C. 125306; proveniente dalla colI. Cava ceppi) è stato attribuito dal R6tWi­sberger a un anonimo artista italiano del XVIII secolo, autore an­che di altri disegni oggi in diverse colle2;ioni (cfr. M . R6THLISBER­GER, Bemerk. z. zeichner. Oeuvre von Claude Lorrain, in Zeitschr. j . Kunstgesch., XXIV, 196r, p. 176, n. 19) ; per un altro (F. C. 128526) ho avan2;ato l'attribu2;ione al Poussin (cfr. M . CHIARINI,

34°

7) Cfr. M . KITSON, in Catalogo della mostra ' L'ideale classi-co ' ..... , cit., p . 422, n. 204.

8) Op. cit., p. 425, n. 206. 9) Teyler Museum. Cfr. nota precedente. IO) Cfr. M . CHIARINI, Disegni inediti di Claude ..... , cit., p . 63,

tav. 48. I I) Sul problema dei quaderni di disegni raccolti da Claude

in tarda età, cfr. soprattutto M. KITSON, Claude's Books oj Dra­wings jrom Nature, in Burl. Mag., CIII, 1961, p. 252 55., e M . R6THLISBERGER, L'Album Wildenstein, cit., e i nn. 2, 4, 5, 14 del Catalogo.

12) Vedilo riprodotto in M . CHIARINI, Ancora un disegno di Claude e una precisazione, in Paragone, XII, 1961, n. 135, p. 67 s., tav. 64.

13) Cfr. M . CHIARINI, Disegni inediti di Claude ... , cit., p . 63, tav. 45.

14) Nel Catalogo della mostra I Artists in XVJIth Century Rome ', London 1955, p. 37.

15) Cfr. M . R6THLISBERGER, Claude Lorrain, The Paintings, New Haven 1961, p . 438.

16) Cfr. A. M . HIND, Cat. oj the Drawings oj Claude Lorrain, London 1926, n. 231.

17) Cfr. Disegni inediti di Claude ... , cit., p. 63, tavv. 46, 47. 18) Cfr. M. KITSON, Claude's Books oj Drawings ... , cit.,

p. 253 s . 19) Cfr. la scheda relativa in Catalogo della mostra I L'ideale

classico ... " cit., p . 422, n . 204. 20) P. COURTHION, Claude Gellée dit le Lorrain, Paris, 1932,

tav. LXXXV. 21) Claude's Books oj Drawings ... , cit., p. 254, n. 12. 22) Sono grato al Signor H. M . Calmann, di Londra, per aver­

mi gentilmente segnalato la presen2;a di questo disegno di Claude - assieme anche al foglio descritto al n. 15 - nella cartella che ospita i disegni attribuiti a Jacopo Bassano.

23) Su questo punto cfr. i nn. 2 e 4 del Catalogo ; vedi inoltre M . KITSON, op. cit., e M . R6THLISBERGER, L'Album Wildenstein, cit., passim.

24) Sui rapporti in questo periodo tra il Lorenese e il Poussin, cfr. M . KITSON, The Relationship between Claude and Poussin in Landscape, in Zeitschr. j. Kunstgesch., XXIV, 1961, p. 142 55.

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25) Cfr. K. GERSTENBERG, Beitriige zur Claude Lorrain-For­schung, io Jahrb. f . Kunstwiss., I, 1923, p. 283 SS.

26) Cfr. M . ROTHLISBERGER, Claude Lorrain, The Paintings, cit., pp. 143, 144 n. 3.

27) Cfr. oota precedente. 28) Op. cit., loc. cito 29) Op. cit., loc. cito 30) Claude Lorrain, cit ., pp. 315 n. I, 333 n. 2. 31 ) Bemerkungen ... , cit., io Zeitschr. f. Kunstgesch., cit., p. 174,

fig . IO.

32 ) Claude Lorrain, cit., p. 330, LV, 138. 33) Cfr. K . GERSTENBERG, The Problem of the Claude Dra­

wings : Claude and the Italian Landscape painters, in Old Master Drawings, VI, 1931, p. 2 SS.

34) Cfr. E. KNAB, Der heutige Bestand an Zeichnungen Claude Lorrains im Boymans Museum, in Bull. Mus. Boymans, VII, 1956, O. 4, pp. I I I n. I I , 118 n. 24.

35) Cfr. M. CHIARINI, Disegni inediti di Claudli . ... , cit., p . 63, tav. 48.

36) Cfr. E. KNAB, Die Zeichn. Claude Lorrains in der Alber­tina, in Alte und Neue Kunst, II, 1953, p . 147.

37) Claude Lorrain, cit., p . 423. 38) Cfr. M. DAVIES, Nat. Gall. Catalogues. French School,

Londoo 1946, p. 27 s., O. !OI8. 39) Claude Lorrain, cit., p. 423. 40) lo Paragone, XII, 1961, O. 135, p . 67 5S ., ta­

vola 64. 41 ) Cfr. nota 21.

FIG. 14 - ROMA, GAB. NAZ. DELLE STAMPE - CLAUDE LORRAIN: STUDI DI FOGLIAME E FIGURA (F. C. 125132 v.) (Fot . G. F. N .)

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