I disastri naturali - Protezione Civile•Portata massima per diversi tempi di ritorno (Qt)...
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I disastri naturaliBovisio Masciago 21.11.2016
I disastri naturaliBovisio Masciago 21.11.2016
La classificazione dei rischi:La classificazione dei rischi:NATURALI
•SISMICO (terremoti/maremoti)•VULCANICO•IDROGEOLOGICO
(DA ALLUVIONI ED ESONDAZIONI)
•IDROGEOLOGICO (DA FRANE)•DA VALANGHE•DA FENOMENI METEORICI ECCEZIONALI
•Temporali•Trombe d’aria•Nevicate –
gelicidi
•Ecc.
La classificazione dei rischi:La classificazione dei rischi:
CONNESSI CON L’ATTIVITA’
DELL’UOMO•INDUSTRIALE•TRASPORTO DI
SOSTANZE PERICOLOSE
•SISMICO (terremoti/maremoti)•VULCANICO•IDROGEOLOGICO
(DA ALLUVIONI ED ESONDAZIONI)
•IDROGEOLOGICO (DA FRANE)•DA VALANGHE•DA FENOMENI METEORICI ECCEZIONALI
•Temporali•Trombe d’aria•Nevicate –
gelicidi
•Ecc.
In Italia il 40% della popolazione vive in aree a rischio, dove il 64% degli edifici non è
costruito secondo le norme anti sismiche.
In Italia nell'ultimo secolo sono
morte 138.154 persone
Il rischio sismico:Il rischio sismico:
In Italia il 40% della popolazione vive in aree a rischio, dove il 64% degli edifici non è
costruito secondo le norme anti sismiche.
In Italia nell'ultimo secolo sono
morte 138.154 persone
Il rischio sismico:Il rischio sismico:
Il rischio sismico:Il rischio sismico:I terremotiSono
fenomeni
naturali
la maggior
parte dei
quali
avviene
ai
bordi
delle
zolle, in cui si
pensa
sia suddivisa
la litosfera; i movimenti
relativi
delle
zolle
provocano
deformazioni
negli
strati
più
esterni
della Terra con conseguente
accumulo
di
energia
Il terremoto
è
una
ridistribuzione
dell’energia accumulata.
La zona
sorgente
appartiene
ad un piano di scorrimento
relativo
detto
FAGLIA
e si
assimila
ad un
punto
detto
IPOCENTRO
a cui corrisponde, sulla superficie
terrestre, un punto
detto
EPICENTRO
Il rischio sismico:Il rischio sismico:
Le Ondel’energia
accumulata
durante
la fase
di
sforzo dall’ammasso
di
roccia
tende
a liberarsi
sotto forma di
perturbazione
con un
movimento
composito
di onde
di
volume (P di
compressione, S di
taglio) e di
superficie
(onde
di
Reyleigh, onde
di
Love)
Il rischio sismico:Il rischio sismico:
LA MISURA DI
UN TERREMOTO
La Magnitudo
è
una misura dell’energia rilasciata durante un terremoto nella porzione di crosta dove questo si genera. Si misura mediante i sismografi con la scala Richter
: ogni terremoto è
caratterizzato da una propria
magnitudo
L'intensità
classifica gli effetti che un terremoto produce sulle costruzioni, sul terreno e sulle persone: il suo valore cambia da luogo a luogo. Le scale di Intensità
più
note
derivano da quella formulata dal sismologo italiano G. Mercalli
che è
suddivisa in 12 gradi di Intensità
N.B.: Un terremoto è
definito da un solo valore di magnitudo e da più
valori di Intensità
Il rischio sismico:Il rischio sismico:
Il rischio sismico:Il rischio sismico:Il terremoto
è
particolarmente
critico
perchè
•Non è
prevedibile
in quanto
non sono
noti precursori
di
evento
certi
ed
univoci
•Ha dinamiche
di
sviluppo
pressochè
immediate, durata
breve
(qualche
secondo)
•Colpisce
territori
molto vasti
contemporaneamente•Coinvolge
contemporaneamente
moltissime
persone•Compromette
la funzionalità
di
moltissimi
servizi
•Tende
ad “annullare”
la capacità
di
reazione
del territorio
Il rischio sismico:Il rischio sismico:Attività
dei
Volontari
in scenari
operativi:
•
In considerazione
delle
caratteristiche
proprie
del fenomeno
i soccorsi
provengono
da
fuori
territorio
•
Nella
prima fase
l’attività
prevalente
è
il
S.A.R. e la stabilizzazione
dello
scenario (operatori
U.S.A.R.
–
Cinofili
-
Sanitari)•
Nella
seconda
fase
è
preminente
l’attività
di
supporto
ed
assistenza
alla
popolazione
(logistica –
psicologia) e di
definizione
del danno
(tecnici
rilevatori)•
Successivamente
occorre
mettere
in sicurezza
(carpentieri) e ripristinare
i servizi
essenziali
In Italia ci sono circa
10 vulcani attivie sono circa
2 milioni le persone esposte al rischio vulcanico.
Il rischio vulcanico:Il rischio vulcanico:
Per la tipologia delle eruzioni attese, prevalentemente esplosive, e per il grado di antropizzazione del territorio, le zone più
a rischio sono quella napoletana
interessata dal Vesuvio (circa 700.000 persone) e quella dei Campi Flegrei (da 200.000 a 400.000 persone)
Etna17 luglio 2006
Stromboli2007
Attività
dei
Volontari
in scenari
operativi:•
In considerazione
delle
caratteristiche
proprie
del
fenomeno
e degli
strumenti
conoscitivi
del S.N.P.C. l’attività
si
svolge
nell’immediatezza
del fenomeno
•
Nella
prima fase
l’attività
prevalente
è
quella
di evacuazione
ed
assistenza
della
popolazione
•
Nella
seconda
fase
è
preminente
l’attività
di supporto
ed
assistenza
alla
popolazione
sfollata
(logistica
–
psicologia) ed
il
monitoraggio•
Eventualmente
potrebbe
essere
necessario
operare con protocolli
S.A.R. (operatori
U.S.A.R. – Cinofili
-
Sanitari)
Il rischio vulcanico:Il rischio vulcanico:
L'acqua disfa li monti e riempie le valli e
vorrebbe ridurre la Terra in perfetta
sfericità, s'ella potesse
(Leonardo Da Vinci)
Il rischio idroIl rischio idro--geologico:geologico:
Il rischio idroIl rischio idro--geologico:geologico:
Nel
1970
la Commissione
De Marchi
definiva
il
dissesto
idrogeologico
come “l’insieme dei processi che vanno dalle erosioni contenute e lente alle forme più
consistenti della degradazione superficiale e sottosuperficiale di versanti, fino alle forme imponenti e gravi delle frane.
A questi fenomeni si aggiungono generalmente i processi lungo i corsi d’acqua come esondazioni, sovralluvionamenti e le alluvioni in genere”
È
il
rischio
legato al manifestarsi
di fenomeni
generati
dalla
continua
evoluzione
dinamica
del territorio
il
cui risultato
e’
visibile
nella
modellazione
dei
versanti, delle
valli
e delle
pianure
In Italia negli ultimi 100 anni in Italia ci sono state 5.600 alluvioni e 12.000 frane
per un totale di oltre 3500 vittime
Negli ultimi 15 anni, si sono registrate circa 316 vittime
e oltre 50 milioni di € di danni
Il rischio idroIl rischio idro--geologico:geologico:
FRANA : movimento
determinato
dalla
gravità, che
coinvolge
masse anche
notevoli
di
roccia
o
terreno
(fino
a centinaia
di
milioni
di
m³)
Il rischio Il rischio idroidrogeologico:geologico:
Il rischio Il rischio idroidrogeologico:geologico:
Per quanto
riguarda
i nostri
fini
classificheremo le frane
in base al tipo
di
movimento
(cinematismo) distinguendo:
CROLLISCIVOLAMENTI
COLATE (debris flows)SPROFONDAMENTI
Il rischio Il rischio idroidrogeologico:geologico:Crolli
= repentini
distacchi
di
massi
o di
porzioni
di
parete
rocciosa, il
cui movimento
avviene
prevalentemente
nell’ariasono
in genere
innescati
da
circolazione
di
acqua
nelle
fratture
e da
cicli
di
gelo-disgelo
Sono
caratterizzate
da
elevate energie
cinetiche
e imprevedibilità comportano
rischi
molto elevati
anche
in presenza
di
piccoli
volumi
Il rischio Il rischio idroidrogeologico:geologico:Scivolamenti
= movimenti
traslazionali
di
rocce
o terreni
sciolti
lungo
superfici
planari, circolari
o curvilineegeneralmente
innescate
da
abbondante
presenza
di
acqua
e possono
evolvere
in colate
(terreni) o valanghe
di
roccia
Le masse in gioco
e le caratteristiche
proprie
dei
movimenti
determinano notevoli
danni
in particolare
alle
infrastrutture
Il rischio Il rischio idroidrogeologico:geologico:Colate
= movimenti
assimilabili
a quelli
di
un fluido
ad
elevata
viscositàsi
sviluppano
in genere
in terreni
sciolti
e sono
spesso
innescate
dalla
presenza
di
acqua
Le masse si
muovono
come fluidi
con grandi
velocità
e coprendo
notevoli distanze; il
comportamento
è
funzione
della
pendenza
del versante, della
granulometria del terreno e della quantità d’acqua presente
Il rischio Il rischio idroidrogeologico:geologico:Sprofondamenti
= movimenti subverticali
dovuti al
cedimento di volte sotterranee od all’assestamento di terreniin presenza di terreni con formazioni di caverne o doline o i aree in cui la falda compie
movimenti verticali consistenti
Normalmente generano sforzi differenziali notevoli sulle strutture coinvolte, di difficile valutazione lo stato di esaurimento del fenomeno
Gli “occhi pollini” rientrano in questa tipologia
Attività
dei
Volontari
in scenari
operativi:•
L’attività
dipende
molto dalla
cinematica
del
fenomeno
e dal
materiale
coinvolto•
Frane
di
roccia
(crollo, scivolamento, debris
flows) determinano
attività
prevalente
di soccorso
a persona con protocolli
S.A.R. (operatori
U.S.A.R. –
Cinofili
-
Sanitari)•
Frane
di
materiali
sciolti
(scivolamenti)
possono
avere
dinamiche
più
progressive con l’individuazione
di
segni
premonitori: l’attività
prevalente
è
di
supporto
ed
assistenza
alla popolazione
sfollata
(logistica
–
psicologia) ed
il
monitoraggio
(gestione
cancelli)
Il rischio Il rischio idroidrogeologico:geologico:
Il rischio idroIl rischio idrogeologicogeologico::SONO I FENOMENI LEGATI ALLE
DINAMICHE EVOLUTIVE DEI CORSI D’ACQUA A SEGUITO DELLO SCORRIMENTO DELLE ACQUE
(SUPERFICIALE E/O SOTTERRANEO)
ALCUNE CIFRE:
DAL 1918 AL 1990 (FONTE A.V.I.) IN LOMBARDIA
87 EVENTI METEOPLUVIOMETRICI HANNO GENERATO
371 FENOMENI DI ESONDAZIONE PRODOTTI DA
95 CORSI D’ACQUA
IL 12,7% DEI COMUNI DELLA LOMBARDIA HA AVUTO
ALMENO 1 EVENTO
Il rischio idroIl rischio idrogeologicogeologico::Il territorio, che
raccoglie
tutte
le acque
di
scorrimento
che
affluiscono
in un fiume, costituisce
il
bacino
idrografico
di quel
corso
d'acqua.
Ogni
bacino
è
separato
dall'altro
dai
crinali
delle
montagne, detti
spartiacque
Il rischio idroIl rischio idrogeologicogeologico::
IL BACINO IDROGRAFICO VIENE CARATTERIZZATO ATTRAVERSO ALCUNI PARAMETRI IDROLOGICI:
•Area del Bacino (A)
•Tempo di corrivazione
(Tc): tempo necessario perchè
la goccia cascata nel punto più
lontano passi attraverso la sezione di chiusura del bacino
•Bilancio idrologico (A = D + E + T + I)
• Coefficiente di deflusso (=D/A)
•Portata massima per diversi tempi di ritorno (Qt)
•Pendenza media/minima/massima
•Caratteristiche morfometriche
•ecc.
Il rischio idroIl rischio idrogeologicogeologico::LE CARATTERISTICHE IDROLOGICHE SERVONO PER
DETERMINARE LE CORRELAZIONI TRA LE PIOGGE E LE PORTATE
LE CARATTERISTICHE IDRAULICHE DEL CORSO D’ACQUA INVECE SERVONO PER CORRELARE LE PORTATE ALLE QUOTE
RAGGIUNTE DALL’ACQUA
Questo si può fare attraverso la formula di Chezy:
Q = A*K*√(R*i)
Ciò vuol dire che possiamo trovare una correlazione (indiretta) tra le piogge e le quote raggiunte dall’acqua in
una determinata sezione
Il rischio idroIl rischio idrogeologicogeologico::Per parlare
la stessa
lingua si
stabilisce
che
ci
si
riferisce
alle
sponde
tenendo
le spalle
alla
sorgente:
Il rischio idroIl rischio idrogeologicogeologico::Sempre
per parlare
la stessa
lingua:
Si intende per inondazione
il fenomeno di invasione ed espansione delle acque su vaste aree prodotto da una rottura o un sormonto dell’argine naturale o artificiale, connesso ad un evento di piena di un corso d’acqua.
I territori coperti dalle acque sono
inondati, mentre il corso d’acqua che esce dal suo letto esonda.
Il termine più
generale “alluvione”
viene utilizzato per indicare tutti i danni prodotti da un evento di piena di un
corso d’acqua, sia quelli legati all’inondazione di territori sia quelli più
propriamente connessi con l’instabilità
delle sue
sponde, l’erosione accelerata alla testata del bacino e l’instabilità
dei versanti.
Versilia 19 Giugno 1996
13 Morti
Piemonte Novembre
200023 Morti
Valle d’Aosta 2000
23 Morti
Fiumi lombardi novembre 20022 Morti
Messina Ottobre 200931 morti e 6 dispersi. Oltre 500 sfollati
Atrani 9 Settembre 20101 disperso
Gli interventi in emergenza
Arginature di emergenza con sacchi di sabbia, rinforzo degli argini artificiali, interventi sui fontanazzi mediante coronelle
Il rischio idroIl rischio idrogeologicogeologico::
Ore 10,45
Ore 15,45
Ore 15,30
Ore 15,40
Aspetto principale dell’attività
di protezione civile: il “fattore tempo”
Torrente Quiliano, 22 settembre 1992
Aspetto principale dell’attività
di protezione civile: il “fattore tempo”
Torrente Quiliano, 22 settembre 1992
The day after
..al posto sbagliato
..nel punto più pericoloso
Il rischio idroIl rischio idrogeologicogeologico::Da non sottovalutare MAI…il “rischio curiosi”
Il rischio idroIl rischio idrogeologicogeologico::
Emette l’Avviso diCondizioni Meteo Avverse
(CMA)
Emette l’Avviso di Criticità
e definisce loStato di Attivazione
Informa
Lo trasmette a
1546 comuni lombardi
circa 1300 Comandi di Polizia Locale
12 Prefetture
12 Province
12 Sedi territoriali
23 Comunità
Montane
Direzioni regionali VVF e CFS
Gestori infrastrutture criticheCentro Meteo RegionaleCMR
Centro Funzionale Monitoraggio RischiCFMR
La previsione meteorologica delle nevicate
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