I DIALOGO POSSIBILE

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.............................................................................................................................. .................................................................................... ............................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................... In applicazione delle indicazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II, la Conferenza Episcopa- le Italiana, nel settem- bre 1989, ha stabilito che il 17 gennaio di ogni anno si celebri nelle comunità ecclesia- li una "Giornata di dia- logo religioso ebrai- co-cristiano". La data scelta per cele- brare tale giornata è il giorno prima dell'ini- zio della "Settimana di preghiere per l'unità dei cristiani", per espri- mere che è necessario ri- trovare le nostre comuni radici prima di comin- ciare a cercare l'unità. Scopo della Giornata è quello di sensibilizzare i cristiani verso il ri- spetto, il dialogo e la conoscenza della tra- dizione ebraica. La giornata del dialogo ebraico-cristiano è in- fatti segno di una Chie- sa che sa di essere in- viata in una storia che essa riconosce come storia di salvezza del- l'unico Dio. Per que- sto - nulla togliendo alla propria coscienza di verità - dialoga e la- vora con tutti gli uo- mini, senza considera- re come barriere inva- licabili le diversità di culture, di radici stori- che, di fedi religiose. I n tal modo, la giorna- ta diviene anche un fat- to culturale, l'espressio- ne di uno stile di vita. Si tratta pertanto di un'occasione preziosa per educare i cattolici al dialogo, rispettoso e sereno, e perché cre- scano nella propria identità, attraverso l'in- contro e il confronto con chi professa una fede diversa dalla loro, tanto più quando in questa fede essi ravvi- sano comuni radici o -come si è espresso il Santo Padre -, ricono- scono in coloro che la professano, i propri "fratelli maggiori". I motivi di questo dia- logo possono essere così riassunti: La Chiesa ha uno spe- ciale rapporto con gli ebrei. Cristo, nella sua perfetta umanità, ap- partiene al popolo ebraico. A questo stes- so popolo apparten- gono la sua e nostra madre Maria, come pure gli Apostoli. La Chiesa è profonda- mente collegata al po- polo ebraico, che Dio ha scelto per manife- stare la sua attenzione all'uomo, e con il quale ha stretto una speciale alleanza. L'alleanza nel mistero pasquale del Cristo, che la Chiesa perpetua e comunica nel suo pellegrinaggio terreno, non revoca o sostituisce questo pat- to, ma lo realizza e lo rende nuovo, secondo la promessa fatta ai profeti. Il nostro amore di cri- stiani verso Cristo, le Sacre Scritture, Maria, la Chiesa fondata sugli Apostoli, ci conducono ad amare in modo par- ticolare anche il popo- lo ebraico. Il popolo ebraico, nel- la sua storia, ha subi- to molte ingiustizie e persecuzioni. "L'olocausto", da esso vissuto nel corso del- l'ultima guerra mon- diale, è una pagina di inaudito e incancella- bile dolore. Pure oggi continuano a circolare contro gli ebrei pregiudizi e pre- venzioni. Siamo tutti chiamati a riflettere su queste sofferenze del popolo ebraico e a ripararle con concreti gesti di stima e di fraternità. L' antisemitismo è contrario al Vangelo e alla legge naturale. na conferma questo uguale fondamentale principio: ogni uomo ha uguale dignità. Nessuno è suddito, nessuno può essere privilegiato; tutti sia- mo pellegrini in que- sto mondo, con uguali diritti e doveri. Il dialogo con i fratelli ebrei costituisce un passo importante nel cammino verso una più piena comunione con tutti gli uomini. La società del nostro tempo si caratterizza sempre più per l'in- contro tra i popoli, le culture e le religioni. È un fenomeno desti- nato a crescere nel fu- turo. La Sapienza divi- na, vera artefice della storia, ci conduce a prendere coscienza dell'interdipendenza dei popoli, delle cause ............................................................................................. ............................................................................................. I NSEGNAMENTO R ECIPROCO ................................................................................................... Gli Ebrei: R OTTURE D OLOROSE La religione Cristiana nasce nel I secolo e pian piano diventa una religione molto impor- tante. Nel 1054 si ha la prima grande scissione all'in- terno della Chiesa. La divisione tra i Cri- stiani d'Occidente e i Cristiani d’Oriente prende il nome di Sci- sma d'Oriente: da que- sto momento in poi si parlerà di ortodossi e cattolici. Nel XVI secolo il Cat- tolicesimo va incontro ad un'ulteriore frattura: da qui l'origine del Pro- testantesimo, che avrà risvolti politici di tipo rivoluzionario. Intrighi e beghe politi- che di un tempo oramai lontano hanno diviso i cristiani. Le diversità nella pratica della reli- gione e delle relative norme, naturalmente, sono un ostacolo al- l'unità della fede. Q uesto però non do- vrebbe essere un'occa- sione per fomentare un odio interetnico. Non è per questo mo- tivo che Cristo è venuto a portare la sua parola sulla terra. Il cattolicesimo si de- finisce una Chiesa uni- versale. Tutte le par- rocchie dei diversi pae- si del mondo sono in comunicazione tra loro, condividono una fede comune e riconoscono il Papa come loro capo, della Chiesa. Al contrario, la Chiesa Ortodossa è una comu- nione di Chiese cristia- seppe, venduto dai fratelli a una carovana di mercanti di passag- gio e divenuto visir in Egitto, non lo chiamò a sé con tutta la sua gente perché potessero scam- pare da una grave ca- restia (1550 a.C. ca.). Durante questo tra- sferimento l'identità del popolo ebraico si con- solidò, finendo per or- L' immagine di sopra illu- stra una carovana di e- brei in fuga verso l'Egitto Il dialogo ecumenico fra le religioni "una misteriosa discordia, che rende più ricca l'amicizia e la concordia". Il mistero del dialogo con "gli altri", religiosi di altre fe- di cristiane, ebrei e altri credenti di tradi- zioni aliene ed anche laici non credenti ........................... Nonostante le differenze e le difficoltà è importante il dialogo fra le chiese e non solo. Gli ortodossi hanno sempre parlato della conoscenza integrale: per arrivare alla verità bisogna usare il cuore D IALOGO P OSSIBILE LE O RIGINI DI UN P OPOLO... ...che sono alle radici della nostra fede All’interno del Cristianesimo quante guer- re! Nel quar- tiere, nel posto di lavoro, quante guerre per invidie, gelosie e potere Papa Francesco partecipa ad una preghiera ecumenica alla Cattedrale di Lund il 31 ottobre 2016 a Lund, in Svezia. Il Papa ha dato il via a una visita di due giorni in Svezia per celebrare il 500° anniversario della Riforma - un viaggio altamente simbolico, dato che il movimento dissenziente di Martin Lutero ha provocato in Europa, secoli di amare e sanguinose separazioni Le immagini di sinistra. In alto. Gerusalemme, Papa Francesco e il rabbino Shmuel Rabinovitch s'incamminano verso il Muro del pianto, luogo sacro per tutti gli ebrei. Avvenimento accaduto in occasione della visita del Papa in israele,avvenuta il 26 maggio del 2014. Immagine sotto. Papa Francesco abbrac- cia il patriarca eucumenico Bartolomeo, della Chie- sa russa ortodossa L'incontro è avvenuto a Bari, il 7 luglio 2018 scorso, davanti alla tomba di san Nicola Cristo, nella sua incar- nazione, ha assunto la natura umana e con ciò ha accolto ogni uomo e tutto l'uomo. Gesù ci ha insegnato ad amare senza distinzioni di razza, di sesso, di con- dizione sociale, di ap- partenenza culturale. Il comandamento su- premo che egli ci ha donato, e che contiene tutti gli altri, è quello della carità verso tut- ti. Il cristiano, pertan- to, rifiuta ogni discri- minazione. La stessa ragione uma- delle loro sofferenze, della reciprocità delle varie culture, dell'unità del genere umano. Leggendo nei segni dei tempi, alla luce della rivelazione divina, sia- mo chiamati a dialoga- re con tutti i fratelli, antichi e nuovi, impa- rando ad amarli, ap- prezzando e accoglien- do il bene che è in loro, purificando e maturan- do le ragioni della no- stra fede in Cristo, tro- vando proprio nell'in- contro e nella comunio- ne radici più profon- de per la fedeltà alla verità. Accogliere e rispet- tare l'altro nella diver- sità, offrirsi a lui con ve- rità, senza intolleranze. Il dialogo così conce- pito è lode a Dio, stru- mento di verità e ser- vizio all'uomo.. ........................................................ ......................................................... ............................................................................... tentazione dell’autore- ferenzialità, che impe- disce di cogliere ciò che lo Spirito Santo opera al di fuori dei propri spazi". - ganizzarsi attorno a tredici tribù: due trae- vano origine da Efraim e Manasse, figli di Giu- seppe; undici dagli altri figli di Giacobbe (Ruben, Simeone, Levi, Giuda, Issacar, Zabulon, Beniamino, Gad, Asser, Dan e Neftali).. rare le loro divisioni”, la riconciliazione tra i cristiani “è un dono gra- tuito di Dio”, ribadisce Francesco, nell’omelia dei secondi Vespri del- la solennità della con- versione di san Paolo, cele- brati di recente- nella Basi- lica di San Paolo fuori- le Mura alla pre- senza dei rappresen- tanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali presenti a Roma, a con- clusione della Settima- na di preghiera per l’unità dei cristiani.. Secondo il racconto biblico, le origini lonta- ne del popolo ebraico hanno per scenario la Mesopotamia dove, intorno al 2000 a.C., vivevano allo stato se- mi nomade alcune tri- bù semite (da Sem o meglio Scem, figlio di Noè, il patriarca che secondo il racconto biblico si salvò dal Diluvio). Allevavano bestiame, soprattutto pecore, e talvolta erano indot- te da varie circostanze a sostare più o meno a lungo nei pressi delle grandi città. A tale tribù appartene- va Abramo(Avram, Avraham). Questi, con la moglie Sara e il nipo- te Lot, recando con sé i suoi servi e i suoi be ni, migrò nella terra di Canaan (l’antico nome della Palestina): la Bib- bia dice per ordine del Signore. Nella terra di Canaan visse quindi Isacco, figlio di Abramo e di Sara, che ebbe a sua volta dalla moglie Rebecca due gemelli, uno dei quali ebbe no- me Giacobbe. Giacobbe soggiornò a lungo in Palestina fino a quando il figlio Giu- ........................... “U n’autentica ricon- ciliazione tra i cristiani potrà realizzarsi quan- do sapremo riconosce- re i doni gli uni degli altri e saremo capaci, con umiltà e docilità, di imparare gli uni dagli altri, senza atten- dere che siano gli altri a imparare prima da noi”. Papa Francesco confer- ma la rotta tracciata nel mare aperto dell'e- cumensimo. Il passato non deve pa- ralizzare, ricorda il Pa- pa, che sprona le varie confessioni (cattolici, ortodossi, protetstanti) "ad uscire da ogni iso- lamento, a superare la ................................................................................................... ca, la religione Ortodos- sa è la più praticata. I protestanti credono che soltanto la Bibbia sia la testimonianza e la fonte della rivela- zione di Dio all’uma- nità. Non riconoscono né le regole della chiesa cattolica, né il Papa. Praticamente, prote- stano contro l’autorità del Papa e contro la Chiesa, non ammetto- no né le icone, né la croce, né il battesimo dei bambini, perché secondo loro tutto questo è frutto di una interpretazione e di un'invenzione dei fedeli. L'unico punto di riferi- mento per i protestanti è la Bibbia. . ne di dimensione e competenze nazionali. Esse sono: -Ortodossa Russa, -Ortodossa Greca, -Ortodossa Serba, -Greco-Ortodossa, -Ortodossa Romena, e altre ancora. Ognuna delle Chiese ortodosse è indipen- dente dalle altre (auto- cefalia) dal punto di vista amministrativo. La Chiesa Ortodossa Russa è guidata dal Patriarca di Mosca, il padrone della Chiesa di Dio nelle sue 3 manifestazioni (Padre, Figlio e Spirito Santo). La Chiesa Ortodossa Greca è guidata dall'ar- civescovo di Atene. E così via. I n Russia, Ucraina, Bie- lorussia e altri paesi dell’ex Unione Sovieti- Nessun passo defini- tivo è possibile se non si guarda a ciò che ac- comuna (la Croce di Cristo). E se non si prega invo- cando l'unità come do- no di Dio. "Prima di es- sere uno sforzo umano di credenti che cer- cano di supe-

Transcript of I DIALOGO POSSIBILE

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In applicazione delle indicazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II, la Conferenza Episcopa-le Italiana, nel settem-bre 1989, ha stabilito che il 17 gennaio diogni anno si celebri nelle comunità ecclesia-li una "Giornata di dia-logo religioso ebrai-co-cristiano".La data scelta per cele-brare tale giornata è il giorno prima dell'ini-zio della "Settimana di preghiere per l'unità dei cristiani", per espri-mere che è necessario ri-trovare le nostre comuniradici prima di comin-ciare a cercare l'unità.Scopo della Giornata è quello di sensibilizzare i cristiani verso il ri-spetto, il dialogo e laconoscenza della tra-dizione ebraica.La giornata del dialogo

ebraico-cristiano è in-fatti segno di una Chie-sa che sa di essere in-viata in una storia che essa riconosce come storia di salvezza del-l'unico Dio. Per que-sto - nulla togliendoalla propria coscienza di verità - dialoga e la-vora con tutti gli uo-mini, senza considera-re come barriere inva-licabili le diversità di culture, di radici stori-che, di fedi religiose. In tal modo, la giorna-ta diviene anche un fat-to culturale, l'espressio-ne di uno stile di vita.Si tratta pertanto di un'occasione preziosa per educare i cattolicial dialogo, rispettosoe sereno, e perché cre-scano nella propriaidentità, attraverso l'in- contro e il confronto

con chi professa unafede diversa dalla loro, tanto più quando inquesta fede essi ravvi-sano comuni radici o -come si è espresso il Santo Padre -, ricono-scono in coloro che la professano, i propri "fratelli maggiori".I motivi di questo dia-logo possono essere così riassunti:

La Chiesa ha uno spe-ciale rapporto con gli ebrei. Cristo, nella sua perfetta umanità, ap-partiene al popolo ebraico. A questo stes-so popolo apparten-gono la sua e nostra madre Maria, comepure gli Apostoli.La Chiesa è profonda-mente collegata al po-polo ebraico, che Dio

ha scelto per manife-stare la sua attenzione all'uomo, e con il qualeha stretto una speciale alleanza. L'alleanza nel mistero pasquale delCristo, che la Chiesa perpetua e comunica nel suo pellegrinaggioterreno, non revoca o sostituisce questo pat-to, ma lo realizza e lorende nuovo, secondo la promessa fatta aiprofeti. Il nostro amore di cri-stiani verso Cristo, le Sacre Scritture, Maria, la Chiesa fondata sugli Apostoli, ci conduconoad amare in modo par- ticolare anche il popo-lo ebraico.Il popolo ebraico, nel-la sua storia, ha subi-to molte ingiustizie e persecuzioni.

"L'olocausto", da esso vissuto nel corso del-l'ultima guerra mon-diale, è una pagina di inaudito e incancella-bile dolore.Pure oggi continuano a circolare contro gli ebrei pregiudizi e pre-venzioni.Siamo tutti chiamati ariflettere su questesofferenze del popolo ebraico e a ripararle con concreti gesti di stima e di fraternità.L' antisemitismo ècontrario al Vangelo ealla legge naturale.

na conferma questo uguale fondamentale principio: ogni uomo ha uguale dignità.Nessuno è suddito,nessuno può essere privilegiato; tutti sia-mo pellegrini in que-sto mondo, con uguali diritti e doveri.Il dialogo con i fratelliebrei costituisce unpasso importante nelcammino verso unapiù piena comunione con tutti gli uomini.

La società del nostro tempo si caratterizza sempre più per l'in-contro tra i popoli, le culture e le religioni. È un fenomeno desti-nato a crescere nel fu- turo. La Sapienza divi-na, vera artefice dellastoria, ci conduce aprendere coscienzadell'interdipendenza dei popoli, delle cause

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INSEGNAMENTO RECIPROCO

................................................................................................... Gli Ebrei: ROTTURE

DOLOROSE

La religione Cristiana nasce nel I secolo e pian piano diventa una religione molto impor-tante.Nel 1054 si ha la prima grande scissione all'in-terno della Chiesa. La divisione tra i Cri-stiani d'Occidente e i Cristiani d’Oriente prende il nome di Sci-sma d'Oriente: da que-sto momento in poi si parlerà di ortodossi e cattolici.Nel XVI secolo il Cat-tolicesimo va incontro ad un'ulteriore frattura: da qui l'origine del Pro-testantesimo, che avrà risvolti politici di tipo rivoluzionario.Intrighi e beghe politi-che di un tempo oramai lontano hanno diviso i cristiani. Le diversità

nella pratica della reli-gione e delle relative norme, naturalmente, sono un ostacolo al-l'unità della fede. Questo però non do-vrebbe essere un'occa-sione per fomentare un odio interetnico.Non è per questo mo-tivo che Cristo è venuto a portare la sua parola sulla terra.Il cattolicesimo si de-finisce una Chiesa uni-versale. Tutte le par-rocchie dei diversi pae-si del mondo sono in comunicazione tra loro, condividono una fede comune e riconoscono il Papa come loro capo, della Chiesa.Al contrario, la Chiesa Ortodossa è una comu-nione di Chiese cristia-

seppe, venduto daifratelli a una carovana di mercanti di passag-gio e divenuto visir in Egitto, non lo chiamò a sé con tutta la sua gente perché potessero scam-pare da una grave ca-restia (1550 a.C. ca.).

Durante questo tra-sferimento l'identità delpopolo ebraico si con-solidò, finendo per or-

L' immagine di sopra illu-stra una carovana di e-brei in fuga verso l'Egitto

Il dialogo ecumenico fra le religioni "una misteriosa discordia, che rende più ricca l'amicizia e la concordia". Il mistero del dialogo con "gli altri", religiosi di altre fe-di cristiane, ebrei e altri credenti di tradi-zioni aliene ed anche laici non credenti

...........................

Nonostante le differenze e le difficoltà è importante ildialogo fra le chiese e non solo.Gli ortodossi hanno sempre parlato dellaconoscenza integrale: per arrivare alla verità bisogna usare il cuore

DIALOGO POSSIBILE

LE ORIGINIDI UN POPOLO...

...che sono alle radici della nostra fede

All’interno del Cristianesimo quante guer-re! Nel quar-tiere, nel posto di lavoro, quante guerre per invidie, gelosie e poterePapa Francesco partecipa ad una preghiera ecumenica alla Cattedrale di Lund il 31 ottobre 2016 a Lund, in Svezia. Il Papa ha dato il via a una visita di due giorni in Svezia per celebrare il 500° anniversario della Riforma - un viaggio altamente simbolico, dato che il movimento dissenziente di Martin Lutero ha provocato in Europa, secoli di amare e sanguinose separazioni

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Cronologia

Le immagini di sinistra. In alto. Gerusalemme, Papa Francesco e il rabbino Shmuel Rabinovitch s'incamminano verso il Muro del pianto, luogo sacro per tutti gli ebrei. Avvenimento accaduto in occasionedella visita del Papa in israele,avvenuta il 26 maggio del 2014. Immagine sotto. Papa Francesco abbrac-cia il patriarca eucumenico Bartolomeo, della Chie-sa russa ortodossa L'incontro è avvenuto a Bari, il 7 luglio 2018 scorso, davanti alla tomba di san Nicola

Cristo, nella sua incar-nazione, ha assunto la natura umana e con ciòha accolto ogni uomo e tutto l'uomo. Gesù ci ha insegnato ad amare senza distinzioni di razza, di sesso, di con-dizione sociale, di ap-partenenza culturale. Il comandamento su-premo che egli ci hadonato, e che contiene tutti gli altri, è quello della carità verso tut-ti. Il cristiano, pertan-to, rifiuta ogni discri-minazione.La stessa ragione uma-

delle loro sofferenze, della reciprocità delle varie culture, dell'unità del genere umano.Leggendo nei segni deitempi, alla luce della rivelazione divina, sia-mo chiamati a dialoga-re con tutti i fratelli,antichi e nuovi, impa-rando ad amarli, ap-prezzando e accoglien-do il bene che è in loro, purificando e maturan-do le ragioni della no-stra fede in Cristo, tro-vando proprio nell'in-contro e nella comunio-ne radici più profon-de per la fedeltà alla verità.

Accogliere e rispet-tare l'altro nella diver-sità, offrirsi a lui con ve- rità, senza intolleranze.Il dialogo così conce-pito è lode a Dio, stru-mento di verità e ser-vizio all'uomo..

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tentazione dell’autore-ferenzialità, che impe-disce di cogliere ciò chelo Spirito Santo opera al di fuori dei propri spazi".

-ganizzarsi attorno a tredici tribù: due trae-vano origine da Efraim e Manasse, figli di Giu-seppe; undici daglialtri figli di Giacobbe(Ruben, Simeone, Levi, Giuda, Issacar, Zabulon, Beniamino, Gad, Asser, Dan e Neftali)..

rare le loro divisioni”, la riconciliazione tra i cristiani “è un dono gra- tuito di Dio”, ribadisce Francesco, nell’omelia dei secondi Vespri del- la solennità della con- versione di san Paolo, cele- brati di recente- nella Basi- lica di San Paolo fuori- le Mura alla pre-senza dei rappresen-tanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali presenti a Roma, a con-clusione della Settima-na di preghiera per l’unità dei cristiani..

Secondo il racconto biblico, le origini lonta-ne del popolo ebraico hanno per scenario la Mesopotamia dove, intorno al 2000 a.C.,vivevano allo stato se-mi nomade alcune tri-bù semite (da Sem o meglio Scem, figlio di Noè, il patriarca che secondo il racconto biblico si salvò dalDiluvio). Allevavano bestiame,soprattutto pecore, e talvolta erano indot-te da varie circostanzea sostare più o meno a lungo nei pressi delle grandi città. A tale tribù appartene-va Abramo(Avram, Avraham). Questi, con la moglie Sara e il nipo-te Lot, recando con sé i suoi servi e i suoi beni, migrò nella terra diCanaan (l’antico nome della Palestina): la Bib-bia dice per ordine delSignore.Nella terra di Canaan visse quindi Isacco,figlio di Abramo e diSara, che ebbe a suavolta dalla moglie Rebecca due gemelli, uno dei quali ebbe no- me Giacobbe.Giacobbe soggiornò alungo in Palestina finoa quando il figlio Giu-

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“Un’autentica ricon-ciliazione tra i cristiani potrà realizzarsi quan-do sapremo riconosce-re i doni gli uni degli altri e saremo capaci, con umiltà e docilità, di imparare gli uni dagli altri, senza atten-dere che siano gli altri a imparare prima danoi”.Papa Francesco confer-ma la rotta tracciata nel mare aperto dell'e-cumensimo.Il passato non deve pa- ralizzare, ricorda il Pa-pa, che sprona le varieconfessioni (cattolici,ortodossi, protetstanti)"ad uscire da ogni iso- lamento, a superare la

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ca, la religione Ortodos-sa è la più praticata.I protestanti credonoche soltanto la Bibbiasia la testimonianza e la fonte della rivela-zione di Dio all’uma-nità.

Non riconoscono né le regole della chiesa cattolica, né il Papa.Praticamente, prote-stano contro l’autorità del Papa e contro la Chiesa, non ammetto-no né le icone, né la croce, né il battesimodei bambini, perché secondo loro tutto questo è frutto di una interpretazione e di un'invenzione dei fedeli. L'unico punto di riferi-mento per i protestanti è la Bibbia..

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ne di dimensione e competenze nazionali.Esse sono: -Ortodossa Russa, -Ortodossa Greca, -Ortodossa Serba, -Greco-Ortodossa, -Ortodossa Romena, e altre ancora.Ognuna delle Chieseortodosse è indipen-dente dalle altre (auto-cefalia) dal punto di vista amministrativo. La Chiesa OrtodossaRussa è guidata dal Patriarca di Mosca, ilpadrone della Chiesa di Dio nelle sue 3 manifestazioni (Padre, Figlio e Spirito Santo).La Chiesa Ortodossa Greca è guidata dall'ar- civescovo di Atene. E così via.

In Russia, Ucraina, Bie-lorussia e altri paesi dell’ex Unione Sovieti-

Nessun passo defini-tivo è possibile se non si guarda a ciò che ac-comuna (la Croce di Cristo). E se non si prega invo-cando l'unità come do-no di Dio. "Prima di es-sere uno sforzo umano di credenti che cer-cano di supe-

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Per Papa Francesco, "la Chiesa è come un ospedale da campo", deve curare le ferite. Ecco perchè ci sono tre buone ragioni per camminare nel dialogo. La prima è per rispon-dere a un imperativo etico e curare le ferite inflitte al popolo ebrai-co nella sua lunga storia.La seconda è approfon-dire la riflessione teo-logica proposta da Nostra Aetate.(1)

La terza, è il compiere una grande mitzvà,(2) cioè te-nere viva una speranzain un mondo dilaniatoda conflitti spaventosi. Così parla, in modoappassionato e deciso, Suor Mary Claire Boys, un’autentica autorità del prestigioso Union Theological Seminary. Suor Mary si sofferma sulla «gran quantità di inchiostro teologico versato per capire le Lettere ai Romani di San Paolo». Paolo non sperimentò una conver-sione bensì una chiama-ta: parlava di virgulti innestati sullo stesso albero d’ulivo, voleva convertire i gentili e innestarli sulla radice ebraica. Se la Bibbia è il libro della Chiesa, la Chiesa ha il dovere di far conoscere l’Anti-co Testamento ai suoi fedeli, non solo in una lettura ebraica ma pro-prio in un’ottica didialogo e comprensio-ne di ciò che sono gli ebrei. Solo la conoscen-za accorcia e annulla le distanze.

Il mondo cristiano deve finalmente uscire da una forma di trion-falismo, da un senso di vanto e superiorità ormai inaccettabili, un peccato di superbia che ha portato solo male.A Roma, nel ghettoc'è una chiesa dove costringevano gli ebrei ad ascoltare i sermoni per obbligar-li a convertirsi, e poi le frasi in ebraico e latino sulla facciata della chiesa.Papa Francesco ha tra

i suoi amici più cari Rav Skorka, rabbino capo di Buenos Aires: se altri Papi avessero avuto amici tra grandi ebrei la storia sarebbe stata diversa. Assistere oggi alla ricchezza del dialogo è una grazia della mia vita. Ripartire quindi da una lettura più at-tenta di Nostra Aetate: basta con dei raccontidella Passione e dei

Farisei che siano sot-tilmente denigratori, basta con narrazioni dal Vangelo che non tengano conto di un tikkun(3) e della nuova posizione del mondo cristiano. L’accusa di deicidio che sta al centro dellastoria tormentata tra ebrei e cristiani deve essere resa inaccetta-bile e sanzionata an-che nei ranghi più semplici della Chiesa.

(1) La Nostra Aetate, è l’espressione della volontà della Chiesa ad aprirsi alla conoscenza delle altre tradizioni religiose con cui ogni giorno opera.

(2) Mitzvà, indica il momento in cui il bambino ebreo raggiun-ge la maturità, 13 anni e un giorno per i maschi, 12 anni e un giorno per le ragazze, diven-tando responsabile delle azioni compiute e in considerazione di distinguere il bene e il male.

(3) Il termine tikkun appare nel talmud, significa" istru-zione". Il talmud è uno dei testi sacri dell'ebraismo.

fisso da Ponzio Pilato insieme alla classe sa-cerdotale al potere inquel tempo. Ricordia-moci che Gesù non si oppose al giudaismo ma all’Impero Romano che stava opprimendo il Regno di Dio e che vo- leva sostituirsi ad esso.

I fondamentalismi ra-dicali oggi sono un pe- ricolo per tutti. Non è questa strada, l’unica da percorrere. Magari, come dice il Talmud,non porteremo a termi-ne l'opera ma non pos-siamo esimerci dal con-tribuire a costruirla. F.D.Dobbiamo insegnare

una conoscenza teolo-gica della morte di Gesù, tornare ai testi storici, inserire la Pas-sione nel suo contesto storico e dire che per i Romani crocifiggere era la norma e che per terrorizzare i popoli conquistati lasciavano i corpi esposti per gior-ni e giorni. La crocifis-sione era il terrorismo di stato dell’Impero Ro- mano. Gesù fu croce-

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al livello stesso della loro propria identità”.In questa prospettiva, il cristianesimo na-sce dall'ebraismo; Gesù non era ebreo? Per di più i cristiani non hanno forse adottato “le Scritture ebraiche” (l'Antico Te-stamento) come primaparte del loro testo fondante

UN "MEA CULPA"CHE RENDE GRANDE LA CHIESA

UN "MEA CULPA"CHE RENDE GRANDE LA CHIESA

UN "MEA CULPA"CHE RENDE GRANDE LA CHIESA

La rivalutazione dei nostri Fratelli maggiori

La Chiesa cattolica vi-ve -dopo il Concilio Vati-cano II- un periodo didialogo con gli ebrei.Dagli anni '60 è molto cambiato lo sguardo che essa porta sull'e-braismo e sugli ebrei –come testimoniano i numerosi documenti ufficiali sull'ebraismo.–Si è, in qualche modo, tentato di cancellare due-mila anni di disprezzo. Questa evoluzione, di cui ci si può ben ralle-grare, rappresenta un vero progresso in rap-porto all'insegnamen-to ecclesiale che, per secoli, ha affrontato in modo negativo ogni questione relativa agli ebrei e all'ebraismo.I documenti della Chie-sa cattolica di oggi pre-tendono che i rapportitra il cristianesimo el'ebraismo siano unici e che essi siano “legati

perpetrate contro gliEbrei. In queste con- dizioni, cosa può significare per i cri-stiani l'incontro con

l'ebraismo fondato su una tale elaborazione storica e teologica?Non entreremo nel di-battito sull'identità e-braica di quelli per i quali l'ebraismo è sino-nimo di appartenenzasociologica o politica.

Ciò a cui si punta è piuttosto l'incontro con una testimonianza re-ligiosa vivente. Oggi, trentacinque anni dopo il Concilio, una certa ideologia "ebrai-co-cristiana "si è instau-rata poco a poco come fondamento dell'incon-tro ebraico-cristiano..

(la Bibbia)? Infine, i cri- stiani, dimenticando que- sti legami, si sareb- bero resi responsa- bili di tutte le violenze storiche

Che l'ebreo venga considerato come uncapro espiatorio per delle frustrazioni che nulla hanno a che vedere con l'ebraismo, è cosa evidente, ancorché ripugnante. Và comunque nettamente ostacolata l'idea secondo la quale l'ebreo merita d'essere discriminato in quanto "deicida".Nei vangeli, con cui noi cristiani ci basiamo,nel potere romano l'antisemitismo è molto accentuato, diffuso e ci influenza.

La Chiesa cattolica ha smesso di considerare gliebrei deicidi: in un mondo secolarizzato quell'accusa non ha più senso

LA SECOLARECONDANNA

Sant'Adele, Ss.PietroPaolo, SpiritoSanto

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In questi giorni stia-mo celebrando l’otta-vario di preghiera per l’unità dei Cristianiavendo la gioia di ospi-tare nella nostra Comu-nità Parrocchiale i due incontri in programma quest’anno. Nel primo, che si è tenuto martedì scorso, abbiamo incon-trato Padre Pietro Isac, Responsabile della Chiesa Ortodossa Cop-ta in Milano.Nel secondo, che si ter- rà Venerdì 25 gennaio, vivremo assieme una Veglia di preghiera per invocare il dono dell'u-nità tra tutti i cristiani. Unità non significa uni-formità, ma capacità di riconoscerci, purnella differenza

dalle divergenze e dalle diversità, un le-game che ci unisce al-l’interno dell’unica Chiesa, pur fatta di es-pressioni diverse, che è frutto della stessa fe-de in Cristo Gesù.

Penso che il sentimen-to che dobbiamo avere verso fratelli di confes-sioni diverse, sia innan-zitutto di stima ed il desiderio e l’umiltà che ci deve accompagnare sia quello che tutti con-tinuino a “convertirsi”ovvero a orientare sempre e nuovamente il proprio sguardo alVangelo e a Gesù: solo questo può aiutarci a compiere quel cammi-

no che ci conforme-rà sempre più a Lui e, inevitabilmente, se avremo il Vangelo e Gesù nel cuore, diven-terà un’esigenza irri-nunciabile tornare ad essere, giorno dopo giorno, un cuor solo e un’anima sola in una comunione che non sia solo spirituale, ma possa manifestarsi an-che visibilmente nella realtà ecclesiale, sì per-ché Cristo non può es-sere diviso in se stesso. Quanto ci vorrà? Non lo so: preoccupia-moci nel frattempo di partire dalle nostre Comunità, molto spes-so divise al loro inter-

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n. 0320 Gen. 2019Anno I

"UNICA CHIESA , UNICO GREGGE"(non dimenticando le radici ebraiche)

delle tradizioni e talvol- ta anche di differenzedottrinali, parte di quel-l’unico gregge guidato da Cristo Signore e al quale apparteniamo in virtù del medesimo Battesimo che ci ha reso cristiani.

Credo che il primodono che occorra ancora invocare sia quello dello “sguardo fraterno”, vincendo in-vece la tentazione di guardarci con un po’ di ostilità o pregiudizio perché l’altra partenon è come noi o non la pensa come noi. Lo sguardo fraterno, na- sce dall’avere coscienzache vi è, a prescindere

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no da cattiverie, maldi-cenze, invidie, gelosie, pregiudizi.

E’ vero anche che, partendo da questa constatazione, vien da dire che il cammino verso l’unità sarà anco-ra lungo o, forse, anco-ra ha da cominciare, re-stando probabilmente un’utopia su questa terra, ma certamente compiendosi in manie-ra piena e definitiva nella Gerusalemme Celeste, quando tutti saremo nel-l’unica co-munione di amore in Dio!donGabriele

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......................... .............. .... ......IL PONTE