Gesù sceglie - Dossier Catechista · possibile riconoscere le attese sbagliate della gen-te su...

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1ª domenica di Quaresima «C» Gesù sceglie Leggere • Gesù, pieno di Spirito Santo, si allon- tanò dal Giordano ed era guidato dallo Spiri- to nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni… «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diven- ti pane»… «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria…». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui… ». «Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». Dopo aver esauri- to ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato (Lc 4,1-13). Segno • Una pietra, un pane, una Bibbia. Capire Giordano: in questo fiume Gesù è bat- tezzato, da qui parte la missione e la rivelazione del suo essere «Figlio dell’uomo». • Guidato dallo Spirito: anche il tempo della prova non è un tem- po disgraziato, bensì ricolmo di grazia. • Deserto: luogo per Gesù della prova. • Quaranta: è un nu- mero simbolico, che caratterizza periodi decisivi della vita del popolo di Dio e dei servi del Signore. Tentato: di fronte a chi gli suggerisce una via messianica diversa, Gesù antepone l’ascolto della Parola di Dio. • Diavolo: è colui che separa. La tentazione vuole ottenere la lacerazione della re- lazione con Dio. • Pane: è qualcosa che seduce gli occhi e riempie la bocca. In questa tentazione è possibile riconoscere le attese sbagliate della gen- te su Gesù. • Potere: è idolatria, perché non è ri- conosciuta l’unica signoria di Dio. La tentazione prenderà il volto delle richieste degli stessi disce- poli. • Tempio: è la tentazione radicale della fe- de, è dare lo spettacolo di un prodigioso soccorso divino. • Metterai alla prova: Dio va obbedito, non tentato. • Fissato: è il tempo della Passione. Riflettere • Per cambiare il mondo Gesù avreb- be potuto fare delle cose straordinarie e apparire come un superuomo. Lo spirito del male avrebbe voluto indurre Gesù a presentarsi così, avrebbe voluto che il Figlio di Dio non si presentasse uomo come noi. Ma Gesù scelse di essere un uomo, di aver fame, di non voler diventare un uomo di po- tere. Gesù poteva scegliere, dire sì o no. Egli disse no allo spirito del male. Disse sì a Dio. Anche tu sei libero di scegliere, di dire sì o no, per- ché lo Spirito di Dio è in te. Durante la quaresi- ma puoi esercitarti a scegliere. Scegliere che il tuo spirito è più importante del tuo ventre, scegliere che gli altri siano degli amici, e non degli «schia- vi» al tuo servizio. Scegliere di unirsi agli altri, e giocare anche con quelli che tu hai l’abitudine di schiacciare con la tua forza. Scegliendo questo, tu diventi libero. Come Gesù. Raccontare • Un tale arrivò di corsa da Socrate e gli disse: «Ascoltami, Socrate, devo raccontar- ti una cosa». «Fermati!», lo interruppe il saggio. «Hai fatto passare quello che vuoi dirmi attraver- so i tre setacci?». «Tre setacci?», domandò l’altro meravigliato. «Ebbene – riprese Socrate – il primo setaccio è quello della verità. Hai controllato che tutto quello che mi vuoi raccontare sia vero?». «No, l’ho sentito dire e...». «Ma sicuramente l’hai controllato col secondo setaccio. È quello della bontà. Ciò che mi vuoi raccontare è buono?». Un po’ esitante l’altro disse: «No, al contrario...». «Al- lora adoperiamo il terzo setaccio. È necessario che tu mi racconti questa cosa?». «Necessario proprio no...». «Dunque – concluse Socrate – se non è una cosa né vera, né buona, né necessaria, non distur- bare né me né te con questo racconto». Rito Ambrosiano • Domenica all’inizio di Quaresima - anno C, 1ª di Quaresima: Mt 4,1-11; vedi 1ª dom. di Qua- resima A, in Dossier Catechista, febb. 2008 e marzo 2011. È domenica, ragazzi! Dossier Catechista Febbraio 2013 58

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1ª domenica di Quaresima «C»

Gesù sceglieLeggere • Gesù, pieno di Spirito Santo, si allon-tanò dal Giordano ed era guidato dallo Spiri-to nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni… «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diven-ti pane»… «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria…». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui… ». «Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». Dopo aver esauri-to ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato (Lc 4,1-13).

Segno • Una pietra, un pane, una Bibbia.

Capire • Giordano: in questo fiume Gesù è bat-tezzato, da qui parte la missione e la rivelazione del suo essere «Figlio dell’uomo». • Guidato dallo Spirito: anche il tempo della prova non è un tem-po disgraziato, bensì ricolmo di grazia. • Deserto: luogo per Gesù della prova. • Quaranta: è un nu-mero simbolico, che caratterizza periodi decisivi della vita del popolo di Dio e dei servi del Signore. • Tentato: di fronte a chi gli suggerisce una via

messianica diversa, Gesù antepone l’ascolto della Parola di Dio. • Diavolo: è colui che separa. La tentazione vuole ottenere la lacerazione della re-lazione con Dio. • Pane: è qualcosa che seduce gli occhi e riempie la bocca. In questa tentazione è possibile riconoscere le attese sbagliate della gen-te su Gesù. • Potere: è idolatria, perché non è ri-conosciuta l’unica signoria di Dio. La tentazione prenderà il volto delle richieste degli stessi disce-poli. • Tempio: è la tentazione radicale della fe-de, è dare lo spettacolo di un prodigioso soccorso divino. • Metterai alla prova: Dio va obbedito, non tentato. • Fissato: è il tempo della Passione. Riflettere • Per cambiare il mondo Gesù avreb-be potuto fare delle cose straordinarie e apparire come un superuomo. Lo spirito del male avrebbe voluto indurre Gesù a presentarsi così, avrebbe voluto che il Figlio di Dio non si presentasse uomo come noi. Ma Gesù scelse di essere un uomo, di aver fame, di non voler diventare un uomo di po-tere. Gesù poteva scegliere, dire sì o no. Egli disse no allo spirito del male. Disse sì a Dio. Anche tu sei libero di scegliere, di dire sì o no, per-ché lo Spirito di Dio è in te. Durante la quaresi-ma puoi esercitarti a scegliere. Scegliere che il tuo spirito è più importante del tuo ventre, scegliere che gli altri siano degli amici, e non degli «schia-vi» al tuo servizio. Scegliere di unirsi agli altri, e giocare anche con quelli che tu hai l’abitudine di schiacciare con la tua forza. Scegliendo questo, tu diventi libero. Come Gesù.

Raccontare • Un tale arrivò di corsa da Socrate e gli disse: «Ascoltami, Socrate, devo raccontar-ti una cosa». «Fermati!», lo interruppe il saggio. «Hai fatto passare quello che vuoi dirmi attraver-so i tre setacci?». «Tre setacci?», domandò l’altro meravigliato. «Ebbene – riprese Socrate – il primo setaccio è quello della verità. Hai controllato che tutto quello che mi vuoi raccontare sia vero?». «No, l’ho sentito dire e...». «Ma sicuramente l’hai controllato col secondo setaccio. È quello della bontà. Ciò che mi vuoi raccontare è buono?». Un po’ esitante l’altro disse: «No, al contrario...». «Al-lora adoperiamo il terzo setaccio. È necessario che tu mi racconti questa cosa?». «Necessario proprio no...». «Dunque – concluse Socrate – se non è una cosa né vera, né buona, né necessaria, non distur-bare né me né te con questo racconto».

Rito Ambrosiano • Domenica all’inizio di Quaresima - anno C, 1ª di Quaresima: Mt 4,1-11; vedi 1ª dom. di Qua-resima A, in Dossier Catechista, febb. 2008 e marzo 2011.

È domenica, ragazzi!

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2ª domenica di Quaresima «C»

Nulla ferma GesùLeggere • Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo… il suo volto cambiò d’aspetto… due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compa-gni erano oppressi dal sonno… «Facciamo tre ca-panne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. E dalla nube uscì una voce… Appena la voce cessò, restò Gesù solo (Lc 9,28b-36).

Segno • La veste bianca del Battesimo, il cero pasquale e il Vangelo (ascolto).

Capire • Mosè, Elia: le due figure che vissero in un rapporto di intimità con Dio. Luca è l’unico a dirci il loro dialogo. • Esodo: è il mistero pasquale nella sua globalità: passione, morte, risurrezione, ascensione, dono dello Spirito. • Pietro e com-pagni: non si dimostrano all’altezza della situa-zione, ossia non capiscono il Maestro. Saranno così fino a quando il risorto aprirà loro gli occhi. • Capanne: progettare una «tenda» risponde al desiderio inconscio di tenere Dio, di circoscrivere la sua presenza in luoghi e tempi ben definiti. • Nube - voce: la duplice teofania visiva e uditiva dice l’identità di Gesù.

Riflettere • Gesù è salito su una montagna. D’improvviso il suo volto diventa come la luce. Vedendolo così trasformato, Pietro che lo accom-pagna comprende che è lui l’inviato di Dio. Vor-rebbe che tutto restasse sempre così. È disposto a piazzare due tende. Ma intanto Gesù ritorna a essere come prima: deve partire. È venuto per vi-vere con gli uomini, per parlare e camminare con loro. Deve discendere dal monte per incontrare la gente. Non può fermarsi là sul monte. Gesù va sempre avanti. Niente può fermarlo, neanche la morte. Anche tu sei invitato ad andare avanti, verso gli altri, a non restare tutto solo nel tuo an-golo. Così ha fatto Pietro: anche lui è poi disceso, e ha percorso il mondo per Gesù.

Raccontare • Per conoscere veramente Gesù, dobbiamo stare con lui. Un giovane cinese decise di diventare un provetto intagliatore di giada. Si recò perciò dal migliore maestro di tutta la Cina e si mise a bottega da lui. Il primo giorno, il mae-stro gli mise in mano un pezzo di giada e gli disse: «Tienilo stretto in pugno». Per tutto il giorno il

giovane rimase fermo con il pugno chiuso. Non fece altro. Il giorno dopo, si presentò baldanzoso dal maestro, convinto di imparare qualcosa di nuovo. Ma il maestro gli mise in mano un pezzo di giada e gli disse: «Stringi il pugno». E per tut-to il giorno il giovane rimase nuovamente fermo impalato con il pugno stretto su un pezzo di gia-da. Così il giorno dopo e il giorno dopo ancora. Per un anno intero. Un mattino, come era ormai abituato a fare, il giovane si presentò dal maestro con la mano aperta. Come al solito, il maestro gli mise una pietra in mano. Ma, appena la pietra gli sfiorò la mano, il giovane esclamò: «Ma que-sta non è giada!». Il maestro sorrise: «Ora, cono-sci la giada». • Dio può farsi vedere. «Dio nel suo amore, nella sua bontà verso gli uomini, nella sua potenza è giunto fino a concedere a coloro che lo amano il privilegio di vederlo. L’uomo con le sue sole forze non potrà mai vedere Dio. Ma se Dio lo vuole, può farsi vedere da chi vuole, quan-do vuole e come vuole. Come coloro che vedo-no la luce, sono nella luce e partecipano al suo splendore, così coloro che vedono Dio sono in Dio e partecipano al suo splendore. Lo splendore di Dio dona la vita: coloro che vedono Dio ricevono dunque la vita» (sant’Ireneo).

Rito Ambrosiano • Domenica della samaritana - an-no C, 2ª di Quaresima: Gv 4,5-42; vedi 3ª dom. di Quare-sima A, in Dossier Catechista, febb. 2008 e marzo 2011.

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5ª domenica del Tempo Ordinario «C», 1ª, 2ª, 3ª domenica di Quaresima «C»

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3ª domenica di Quaresima «C»

Gesù protestaLeggere • Si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei… «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei?... Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la tor-re di Sìloe… No, io vi dico, ma se non vi converti-te, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale… venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaio-lo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dun-que!”… “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime”» (Lc 13,1-9).

Segno • Delle pietre buttate alla rinfusa, un ra-mo verde.

Capire • Fatto: una repressione brutale della po-lizia romana dentro un luogo sacro. Dei Galilei sono stati coinvolti in un tumulto insurrezionale mentre offrivano sacrifici. • Stesso modo: per Ge-sù la fine può arrivare in qualsiasi momento, la storia è breve e ognuno può vedersi minacciato all’improvviso. • Parabola: è lo strumento attra-

verso cui Gesù mette in guarda chi ascolta: la pa-zienza di Dio è grande, ma prima o poi ci aspetta il giudizio. • Frutti: di conversione. • Trovò: è Ge-sù che prende atto della nostra sterilità. • Vigna-iolo: colui che intercede e si fa carico della sterili-tà. • Tre anni: il tempo in cui la vigna è pronta a produrre frutto. È il tempo della pazienza e della misericordia di Dio. • Anno: il tempo che si pro-lunga è un segno di misericordia. • Zappato: è l’impegno fecondo di Dio in Gesù a nostro favore.

Riflettere • Arriva la notizia di una catastrofe: 18 persone sono morte per il crollo di una torre. Arrivano anche altre cattive notizie: i soldati han-no ucciso dei pellegrini mentre si trovavano nel Tempio. Subito alcuni vanno a domandare a Ge-sù di chi è la colpa. La gente ha già una sua spie-gazione: tutti quelli che muoiono nei crolli o nei massacri sono dei peccatori che Dio ha punito. Ma Gesù protesta. Suo Padre non è affatto un Dio così. È paziente, ama gli uomini. Spera sempre che un peccatore possa cambiare modo di vivere, e lo aiuta, come fa il contadino che spera che la pianta di fico che non ha ancora dato frutti, pos-sa darne in seguito. Gesù dà un consiglio a quel-li che sono venuti a interrogarlo: «Convertitevi, cambiate vita, smettete di fare il male, altrimenti un giorno non potrete vivere con Dio». Oggi Gesù ci dà lo stesso ammonimento: «Non perdete il vo-stro tempo, cambiate ora il vostro cuore».

Raccontare • C’era una volta un uomo di no-vant’anni che si mise a piantare un albero. Pas-sarono tre giovani, i quali presero a schernirlo. «Capiremmo se facesse qualcosa, tanto per pas-sare il tempo», dicevano tra loro, «ma piantare un albero alla sua età!...». L’uomo continuò a lavorare come se non li avesse uditi. In silenzio, scavò una buca e vi piantò il suo albero. Non molto tempo dopo, morì. Trascorsero trent’anni. Un giorno i ragazzi, ormai uomini, passarono ac-canto all’albero senza riconoscerlo e, vedendo che era carico di frutti maturi, li colsero e li mangia-rono con soddisfazione (Ullmann). • «Se tu tro-vassi sulla strada un diamante caduto nel fango, che cosa faresti?». Risposi: «Non avrei nessuna ripugnanza a sporcarmi, lo prenderei, lo laverei, ridonandolo in questo modo alla sua originale brillantezza». «Fa’ così con l’uomo», disse il mo-naco, «perché ogni uomo è ben più importante di un diamante».

Rito Ambrosiano • Domenica di Abramo - anno C, 3ª di Quaresima: Gv 8,31-59.

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È domenica, ragazzi!5ª domenica del Tempo Ordinario «C»,

1ª, 2ª, 3ª domenica di Quaresima «C»

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4ª domenica di Quaresima «C»

«Vangelo nel Vangelo»Leggere • I farisei e gli scribi mormoravano… Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo ave-va due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio…”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse… una grande carestia… lo mandò a pascolare i porci. Avrebbe voluto sa-ziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci… “Mi alzerò, andrò da mio padre… Ho peccato ver-so il cielo e davanti a te... Trattami come uno dei tuoi salariati”… “Presto, portate qui il vestito più bello… mettetegli i sandali ai piedi”. Il figlio mag-giore si trovava nei campi. Al ritorno udì la musi-ca e le danze… Egli si indignò… Suo padre uscì a supplicarlo… “ora che è tornato questo tuo fi-glio… hai ammazzato il vitello grasso”… “Figlio, tu sei sempre con me… era perduto ed è stato ri-trovato”» (Lc 15,1-3.11-32).

Segno • Un taccuino aperto con un gruzzoletto di soldi disordinatamente disseminati (eredità e sperpero).

Capire • Mormoravano: scribi e farisei biasima-no l’agire di Gesù. • Giovane: tre i personaggi: un padre e due figli. L’ultimo cerca la sua autono-mia. • Patrimonio: cioè l’eredità. • Sostanze: let-teralmente: la «vita». Il padre condivide tra i figli i mezzi di sussistenza. • Carestia: un fatto molto frequente, perché la vita dipendeva dall’agricol-tura. • Porci: gli ebrei non allevavano maiali e non ne mangiavano le carni. • Saziarsi: non po-teva vivere sfamandosi nello stesso modo dei ma-iali. • Salariati: è uno scambio, non una conver-sione. • Cielo: cioè verso Dio. • Sandali: è proprio degli schiavi non portare le calzature. • Indignò: il figlio maggiore considera il padre un padre-padrone. Ha una mentalità tipica dei farisei. • Questo tuo figlio: non c’è rapporto di fratelli. • Figlio: riemerge l’amore del Padre. Non vuole sa-lariati in casa, ma figli in un rapporto d’amore.

Riflettere • Oggi siamo invitati alla riconcilia-zione. Ognuno dei testi della Parola di Dio ne par-la a suo modo, lo dicono e lo ripetono. Dio ci co-nosce e ci ama come un padre, egli concede a ciascuno il perdono quando lo imploriamo. La parabola del Vangelo ci rivela la paternità infini-ta di Dio. È un «Vangelo nel Vangelo», la sintesi di tutta la «buona notizia». Gesù ci chiede di ac-cogliere questo Dio che ci lascia liberi e che poi ci accoglie con amore, senza rimproveri... Gesù è solidale con i peccatori, sta dalla parte di quelli che erano lontani da Dio. Quelli che non po-tevano essere commensali con gli uomini giusti e religiosi, Gesù li accoglie con apertura e con simpa-tia fino a mangiare con loro, mettendosi in comu-nione con loro, condividendo con loro la tavola.

Raccontare • Giovanni Crisostomo, riferendosi al perdono concesso da Gesù al buon ladrone in croce, scrive: «Il ladrone che cosa ha detto? Cosa ha fatto? Ha digiunato? Ha pianto? S’è stracciato le vesti? Ha mostrato prima segni di conversione? Nulla di tutto questo: al contrario, ottiene la sal-vezza subito dopo la sua invocazione. Nota la ra-pidità: dalla croce al cielo, dalla condanna alla salvezza». • Un uomo sedeva nel mio stesso scom-partimento in treno. A ogni stazione si alzava e guardava fuori del finestrino, poi si risiedeva. Do-po quattro o cinque stazioni il vicino di posto gli chiese preoccupato: «C’è qualcosa che non va? Mi sembra così terribilmente agitato». L’uomo lo guardò e rispose: «Veramente avrei dovuto cam-biare da un bel po’ di tempo. Sto andando nella direzione sbagliata...» (Ferrero, 365 piccole storie per l’anima, EllEdici, p. 124).

Rito Ambrosiano • Domenica del cieco - anno C, 4ª di Quaresima: Gv 9,1-38b (v. 4ª dom. di Quar. A in Dossier Catechista feb. 2008, apr. 2011).

Marino GoBBin

È domenica, ragazzi!

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5ª domenica di Quaresima «C»

Miseria e misericordiaLeggere • Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tem-pio… Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio… «Ora Mosè, nel-la Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra… Lo lasciarono solo… Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove so-no? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispo-se: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più» (Gv 8,1-11).

Segno • La legge, cioè un codice giudiziario, e delle catene.

Capire • Monte degli Ulivi: il Getsemani, «l’or-to dell’olio», dove il Salvatore patirà la sua ago-nia. • Sedette: indica autorità dell’insegnamen-to. Gesù tiene cattedra. È l’atteggiamento di chi

educa, forma i suoi allievi. • Donna: dov’è l’uo-mo che ha peccato con lei? Solo la donna viene posta nel mezzo per essere condannata. • Adul-terio: vuol dire «andare da un altro». Può essere un idolo o il nostro io, quando poniamo al cen-tro della nostra vita altro che non sia Dio. • Scri-vere: il gesto è invito a quegli accusatori di rico-noscersi peccatori. • Terra: gesto per dare tem-po… • Senza peccato: invito a guardare se stes-si. • Pietra: Gesù, il solo innocente, riesce a di-sarmare le mani degli accusatori. • Nessuno: gli accusatori sono spariti, non rimane nessuno di loro. • Neanch’io: vero atto di perdono. Solo chi ha ricevuto l’offesa è in grado effettivamente di perdonare. Gesù perdona perché è venuto a prendere sopra di sé il peccato degli uomini.

Riflettere • Meno uno è buono, più giudica e condanna gli altri. Qualche volta si sente dire: «Dio ti punirà!». Come se Dio avesse il medesi-mo modo di pensare che abbiamo noi! Egli è sommamente buono e perfetto, e ama troppo gli uomini per fare come pensano certuni di noi. Gesù, che è buono, perdona quelli che a volte si lasciano vincere dalla loro debolezza e non sono fedeli, come ha perdonato quella donna adulte-ra, infedele a suo marito. Egli ha anche perdo-nato quelli che lo hanno messo in croce. È la prova che il perdono di Dio è più forte dell’odio, è più grande di tutte le ingiustizie.

Raccontare • «Ci sono molti che credono che l’Aids sia la vendetta di Dio, ma io penso che ci è stata mandata per insegnare alla gente ad amare, ad avere compassione per il prossimo. Ho imparato di più sull’amore, la generosità e la comprensione umana da gente che ho incon-trato in questa grande avventura nel mondo dell’Aids di quanto mi è accaduto nel mondo spietato e competitivo nel quale ho passato la mia vita» (Anthony Perkins, morto di Aids). • L’attrice Claudia Koll, che pure aveva avuto esperienze cinematografiche discutibili, si è in-contrata con il Signore e si è messa a servizio delle missioni e del volontariato: «Ho incontrato il Signore in un momento drammatico della mia vita», ha ricordato, «in cui nessun uomo avrebbe potuto aiutarmi; solo il Signore, che scruta negli abissi del cuore, poteva farlo. Ho gridato, e lui mi ha risposto entrando nel mio cuore con una grande carezza d’amore; ha sa-nato alcune ferite e ha perdonato alcuni miei peccati; mi ha rinnovata e mi ha messa al servi-zio della sua vigna…».

Rito Ambrosiano • Domenica di Lazzaro - anno C, 5ª di Quaresima: Gv 11,1-53 (v. 5ª dom. di Quar. A in Dossier Catechista feb. 2008, apr. 2011).

È domenica, ragazzi!

Dossier Catechista Marzo 201358

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Domenica delle Palme «C» Passione del Signore

Contemplare Cristo crocifissoLeggere • Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna»… «Non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accu-sate…». Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne… «Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?». Uno dei malfattori lo insultava… L’altro invece: «Non hai alcun timore di Dio…»… E disse: «Ge-sù, ricordati di me quando entrerai nel tuo re-gno»… Si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio… Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Pa-dre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Vi-sto ciò che era accaduto, il centurione dava glo-ria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto (Lc 23,1-49).

Segno • I segni della liturgia: le palme o rami di ulivo e la croce. Questa sarà fiorita da rami verdi e circondata di mantelli o stoffe.

Capire • Capi dei sacerdoti: cioè Anna e Caifa, scribi e anziani, cioè i membri del sinedrio. • Motivo di condanna: tutti lo riconoscono inno-cente: lo attestano Pilato per tre volte, le donne, il popolo, il ladrone, il centurione. • Legno ver-de, legno secco: Gesù parla della prova che Ge-rusalemme, condannandolo a morte, conoscerà essa stessa per mano dei Romani. • Velo del tempio: nel Tempio di Gerusalemme, un velo separava il Santo dei Santi, una sala sacra che era il segno della presenza di Dio. Alla morte di Gesù, il velo si spezzò in due… • Gridando: Ge-sù muore sereno e fiducioso. Il suo grido non è l’urlo della sofferenza umana di fronte alla mor-te, ma la preghiera vespertina di ogni giudeo. • Padre: appellativo che indica l’eccezionale inti-mità di Gesù con Dio. • Centurione: il coman-dante di cento soldati romani. È un pagano a riconoscere la straordinarietà dell’evento. • Spettacolo: si deve parlare di «contemplazione» perché questo è la «passione» per Luca.

Riflettere • Si acclama, si distendono mantelli sulla strada: questa è la grande occasione! Gesù accetta che lo acclamino. Osanna! Altre volte,

dopo alcuni miracoli prodigiosi, Gesù ordina ai suoi discepoli: «Non ditelo a nessuno!». Oggi Gesù lascia fare. Si lascia festeggiare da tutti, è dunque veramente quello che tutti attendeva-no: il Messia, il re d’Israele. Ma Gesù non caval-ca un cavallo di guerra come i re, alla testa dei loro eserciti. Gesù ha preferito un asinello, come un povero, come uno che non vuole combattere. Gesù è un re pacifico. Quello che lui porta a Ge-rusalemme è la pace e la giustizia, che lui lascia festeggiare per una giornata.

Raccontare • «Quelle mani che hanno bene-detto tutti ora sono inchiodate alla croce, e i pie-di che hanno tanto camminato per seminare speranza e amore ora sono attaccati al patibolo. Perché, Signore, non sei sceso dalla croce rispon-dendo alle nostre provocazioni? Non sono sceso dalla croce perché altrimenti avrei consacrato la forza come signora del mondo, mentre è l’amo-re l’unica forza che può cambiare il mondo. Per-ché, Signore, questo pesantissimo prezzo? Per dirvi che Dio è amore, infinito amore, amore onnipotente» (card. Angelo Comastri). • Vedi: B. FErrEro, 365 piccole storie per l’anima, EllEdici 2007: La pietra preziosa, p. 227; Lo scorpione, p. 246; L’esempio, p. 280; Il trattino, p. 351.

Rito Ambrosiano • Domenica delle Palme - Messa per la benedizione delle Palme: Gv 12,12-16; Messa nel gior-no: Gv 11,55—12,11.

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4ª, 5ª domenica di Quaresima «C», Domenica delle Palme «C», Domenica di Pasqua