I dati dei Centri di Ascolto Anno 2013 1. Superficiecirca 2000kmq Popolazione223.085 abitanti ...

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Caritas diocesana Sassari I dati dei Centri di Ascolto Anno 2013 1

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Caritas diocesana Sassari

I dati dei Centri di Ascolto

Anno 2013

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La Diocesi di Sassari

Superficie circa 2000kmq

Popolazione 223.085 abitanti

Comuni 28

Parrocchie 60

Dati Istat (provvisori) del Novembre 2013

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BanariBessude

BonnanaroBonorvaBorutta

CargegheCheremule

ChiaramontiCodrongianos

CossoineFlorinas

GiaveIttiri

MoresMurosOsiloOssi

PloaghePorto Torres

SassariSennori

SiligoSorso

StintinoThiesi

TissiTorralba

Usini

0 20000 40000 60000 80000 100000 120000 140000

Popolazione residente nei comuni della diocesi a Novembre 2013(Fonte ISTAT dati provvisori)

I paesi della diocesi

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BanariBessude

BonnanaroBorutta

BonorvaCheremule

CossoineGiaveSiligoThiesi

TorralbaCargeghe

CodrongianosFlorinas

Ittiri MoresMuros

OssiPloaghe

ChiaramontiOsilo

SennoriPorto Torres

SassariSorso

StintinoTissiUsini

0 20000 40000 60000 80000 100000 120000 140000

Anglona

Logudoro

Meilogu

Pianura di Sassari

I territori della diocesi

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meilogu6%

Logud. Occ.12%

Anglona6%

Pianura di Sas-

sari77%

Distribuzione della popolazione nei territori della Diocesi

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Industria

Commercio

Edilizia

Turismo

Scambi con l’estero

Disoccupazione

Cassa integrazione

Contratti part-time

Finanziamenti alle famiglie

Mutui per l’acquisto di abitazioni

Quadro economico della Diocesi

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Quadro economico della Diocesi

il sassarese è tra le aree della Sardegna complessivamente più colpite dalla crisi industriale.

Scambi con l’estero migliorati, si registra una ripresa delle vendite all’estero

(soprattutto nel comparto lattiero caseario)

Si continua a registrare una significativa discesa del settore edilizia

Riduzione delle imprese del commercio

Attività turistiche in ulteriore peggioramento ; Nella sola provincia di Sassari il

numero di soggiorni si è ridotto del 24,7 per cento

.Aumentata la disoccupazione soprattutto quella maschile e dei giovani inferiori a

35 anni

Aumentato il ricorso alla cassa integrazione e ai contratti part-time (il 70% è

involontario)

In ulteriore calo i finanziamenti concessi alle famiglie e i mutui per l’acquisto delle

abitazioni.

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Popolazione residente nella città di Sassari

(Periodo 2009-2013)

Anni di riferimento

Popolazione di Sassari

1/01/2009

1/01/2010

1/01/2011

1/01/2012

1/01/2013

Soli cittadini italiani

residenti

128.367 128.068 127.949 121.221 122.706

Soli cittadini stranieri residenti

1.939 2.268 2.709 2.403 2.966

Popolazione

complessiva residente

130.306 130.336 130.658 123.624 125.672

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I Centri di Ascolto (CdA) della

diocesi di Sassari

CdA diocesano (per tutti)

CdA diocesano per Immigrati

CdA parrocchiale di Santa Maria di Pisa (per tutti)

CdA parrocchiale del Sacro Cuore (per tutti)

CdA parrocchiale di San Gavino (Porto Torres) (per tutti)

CdA parrocchiale San Pietro in Vincoli (Ittiri) (per tutti)

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Numero delle persone

ascoltateCentri

di AscoltoValori

assoluti

Valori percentua

li

CdA diocesano 652 62,9

CdA per Immigrati 180 17,4

CdA S. Maria di Pisa 98 9,5

CdA Sacro Cuore 41 4,0

CdA S. Gavino (Porto Torres) 48 4,6

CdA S. Pietro Ittiri 17 1,6

Totali 1036 100,0

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Il genere

48%52%

maschifemmine

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I nuovi accessi

le persone che si sono presentate ai

CdA per la prima volta nel 2013

45%

55% nuovi accessiritorni

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La cittadinanza

68%

32%

Italiana

Straniera

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Aree di provenienza dei cittadini stranieri

Eu-ropa; 39%

Africa; 43%

Asia;

16%

America centrale e meridionale; 2%

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I paesi stranieri più rappresentati

CdA diocesano

Romania

28%

Senegal 23%

Marocco 14%

Ukraina 7%

Rete CdA

Romania 20%

Senegal 20%

Marocco 14%

Bangladesh 8 %

CdA per immigrati

Senegal 16%

Bangladesh

14%

Marocco 13%

Romania 13%

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Le classi di età e il genere

15-1

9

20-2

4

25-2

9

30-3

4

35-3

9

40-4

4

45-4

9

50-5

4

55-5

9

60-6

4

65-6

9

70-7

4

75-7

9

80-8

4

85-8

9

0.0

2.0

4.0

6.0

8.0

10.0

12.0

14.0

16.0

Maschi

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Stato civile

Coniugato/a

Celibe o nubile

Separato/a legalmente

Vedovo/a

Divorziato/a

39.0

40.2

14.0

1.4

5.4

45.5

24.6

16.8

9.8

3.3

FM

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Nucleo di appartenenza

Solo/a; 20,9

In nu-cleo con conosce

nti o soggetti esterni

alla propria famiglia

; 12.7

Istituto; 5.6

Coabitazione di piu' famiglie; 0.1 Col solo coniuge; 0.4

Coniuge+figli+ altri familiari; 59.7

Famiglie di fatto;

0.2

Con figli (senza

coniuge); 0.3

Altro; 0.2

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Età e generela crisi del lavoro

e la povertà maschile

Circa il 96% delle persone ascoltate (Anno 2013) ha un’età compresa tra i 20 e i 64.Le femmine, seppure complessivamente rappresentino la quota più alta del totale delle persone, nel 2013 sono state superate dai maschi nelle classi di età 40-54 anni 60-69 anni.

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Le fragilità della famiglia

I dati sul genere, stato civile e nucleo di appartenenza evidenziano che il perdurare della crisi economica e la mancanza di lavoro, con conseguente impossibilità a disporre di un reddito, hanno contribuito a:

1. Aggravare situazioni familiari già fragili.2. Destabilizzare l’equilibrio anche delle famiglie

sorrette da legami forti e stabili con conseguente: Aumento del numero delle separazioni. Aumento delle convivenze di breve durata Aumento dei bisogni abitativi (per i padri soli e separati). Aumento del numero di giovani costretti ad interrompere gli

studi nonostante i successi scolastici precedenti Aumento del numero delle persone che necessitano di cure

per sopraggiunti disturbi psichici.

3. Incrementare il numero delle persone che ricorrono al gioco d’azzardo.

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Dimora abituale

ha un domicilio è senza dimora

92%

8%

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Livello d’istruzione

analfabeta

nessun titolo

licenza elementare

licenza media inferiore

licenza media superiore

diploma professionale

diploma universit.

laurea

altro

2%

9%

29%

45%

8%

5%

1%

2%

0,3%

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La condizione professionale

disoccupato73%

oc-cu-

pato6%

casalinga4%

pensionato10% altro

1%

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I bisogni

povertà problemi economici

problemi di occupazione lavoro

problemi familiari

istruzione

salute

problematiche abitative

immigrazione

dipendenze

detenzione e giustizia

handicap

altri problemi

27.2%

25.5%

13.6%

7.5%

7.1%

6.1%

3.2%

2.3%

2.5%

0.8%

3.8%

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Le richieste e gli interventi

ascolto

beni e servizi materiali

sussidi economici

consulenza

lavoro

sanità

alloggio

sostegno socioassistenziale

coinvolgimenti

orientamento

scuola istruzione

24.8

40.5

25.4

3.9

1.2

3.3

0.8

0.0

0.0

0.0

0.1

24.7

38.2

19.1

4.1

0.0

2.0

0.3

0.2

5.5

5.9

0.1

in-ter-venti

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La mensa Caritas di via Rolando

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

26

39 42 4552

61 65 64

8390

Media presenze a pranzodal 2004 al 2013

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Come promuovere la carità

nel contesto della realtà attuale?

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• dall’ aiuto materiale all’attenzione alla persona, in tutta la sua globalità

• dall’impegno di pochi al coinvolgimento di tutti

• dall’aiuto occasionale, all’intervento organico e emotivo continuativo

• dall’ elemosina all’accoglienza, fraternità, giustizia

• dalla delega alla partecipazione (carità in rete) con le realtà del territorio, le Istituzioni, e i cittadini di

buona volontà ?

Come passare cioè

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la centralità della persona,

la qualità delle relazioni all’interno delle

comunità,

la corresponsabilità e l’interazione

1. occorre impegnarsi in un

«cantiere» di

rinnovamento in cui

riaffermare:

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2. Occorrono politiche che guardino al futuro

e si muovano nell'ottica della prevenzione

accanto ad interventi di contenimento del "disagio" cronico e che risultano essere

sempre prevalenti, predispongano progetti per sostenere le famiglie che si

trovano involontariamente senza lavoro e senza reddito, onde evitare

che scivolino progressivamente in situazioni di forte disagio e si stabilizzino

in condizioni di povertà estrema.

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3. Occorrono parrocchie aperte a tutti

Le parrocchie devono continuare ad assicurare la

dimensione popolare della Chiesa, rinnovandone il legame

con il territorio nelle sue concrete e molteplici dimensioni

sociali e culturali: c’è bisogno di parrocchie che siano case

aperte a tutti, che sappiano ascoltare le attese e i bisogni

della gente, che si prendano cura dei poveri, offrano

collaborazione ed entrino in dialogo con altri soggetti

sociali e con le istituzioni, nel rispetto delle competenze,

ma anche con la consapevolezza di avere un dono grande,

il Vangelo, e risorse generose gli stessi cristiani.

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Fare prevenzione per combattere la povertà significa occuparsi dei “non ancora poveri” cioè :

Occuparsi di tutte le fasi di sviluppo dei minori fin dalla

nascita per assicurare loro ciò che la famiglia non è in

grado di dare in termini di risorse materiali, affettive e

valoriali

Assicurare l’istruzione e la formazione

Creare servizi e luoghi che favoriscano la socializzazione e

l’integrazione

“Il modo migliore per combattere la povertà è prevenirla”

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La povertà è un problema che riguarda tutti”

Una società giusta ed accogliente ha bisogno per realizzarsi

non solo di leggi adeguate, di istituzioni e di gruppi solidali

che le realizzino, ma sopratutto di comunità territoriali, quindi

di singoli individui che si assumano l’impegno per costruirla.

Per poter ottenere risultati da “piani di lotta alla povertà” è

necessario quindi uno sforzo congiunto delle istituzioni

pubbliche e di persone che:

Non aspettino o deleghino ad altri la cura dei poveri

mettano a disposizione le proprie risorse spirituali ed umane

per costruire relazioni ricche di attenzioni, di legami di

fraternità e comunione.

siano i soggetti costruttori di una società migliore in tutti gli

ambiti della loro vita familiare , sociale e lavorativa.

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Il ruolo e il compito della famiglia è fondamentale in quanto:

è la prima palestra in cui ci si educa alla vita promuove l’identità della persona dove è presente, aiuta i componenti a sviluppare il senso

di responsabilità, ad arricchirsi di valori e di spiritualità dove è assente rappresenta la causa del malessere o il

fattore di rischio grave in mancanza della famiglia è fondamentale la presenza

di famiglie sostitutive e di figure genitoriali di riferimento.

1/3 la famiglia

I tre soggetti fondamentali nella lotta alla povertà

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La scuola è il luogo dove, attraverso la trasmissione di

conoscenze e la promozione di valori, si favorisce lo

sviluppo delle capacità critiche e relazionali e

l’autonomia di giudizio delle persone.

L’istruzione è un diritto fondamentale di tutti i bambini

La scuola deve garantire pari opportunità per tutti.

La mancanza di istruzione priva la persona di

opportunità per sviluppare un personale progetto di vita

e pregiudica negativamente l’accesso a tutti gli ambiti

della vita: familiare, lavorativa, sociale, relazionale.

2/3 la scuola

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Il ruolo e il compito della comunità è fondamentale perché le reti di

solidarietà si costruiscono con le persone, le parrocchie, i gruppi, il

vicinato.

Ciascuno di noi può costituire nel proprio territorio un esempio, un

punto di riferimento, un sostegno per chi non ce la fa da solo.

Ciascuno di noi può contribuire a creare una comunità ricca di

spiritualità e che adotti stili di vita alternativi ad alcune mode e alla

cultura corrente: l'attenzione ai poveri, l'uso ricco di gratuità del

proprio tempo e del proprio denaro, il senso dell'altro, l'accoglienza e il

rispetto della diversità, l'apertura delle proprie case, …

Ciascun cittadino credente esprime la testimonianza della carità

contribuendo a costruire con e nelle istituzioni il bene comune (fare il

bene il proprio lavoro, pagare le tasse…)

Spesso, un’esperienza di povertà materiale si accompagna ad una

povertà relazionale, ad una mancanza di contatti con gli altri.

3/3 la comunità

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Comunità e parrocchia

Alcuni suggerimenti tratti dalla nota pastorale dell’episcopato italiano

“IL VOLTO MISSIONARIO

DELLE PARROCCHIE

IN UN MONDO CHE CAMBIA”

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Comunità e parrocchia

“La presenza della parrocchia nel territorio si esprime

anzitutto nel tessere rapporti diretti con tutti i suoi

abitanti, cristiani e non cristiani, partecipi della vita della

comunità o ai suoi margini. Nulla nella vita della gente,

eventi lieti o tristi, deve sfuggire alla conoscenza e alla

presenza discreta e attiva della parrocchia, fatta di

prossimità, condivisione, cura … Presenza nel territorio

vuol dire sollecitudine verso i più deboli e gli ultimi, farsi

carico degli emarginati, servizio dei poveri vecchi e nuovi,

premura per i malati, per i minori in disagio”.Par 10, pag 23. Segno della fecondità del Vangelo nel territorio.

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Non diamo per scontato che tra noi e attorno a noi, sia conosciuto il Vangelo di Gesù

Le parrocchie devono essere dimore che sanno accogliere e

ascoltare paure e speranze della gente, domande e

attese, anche inespresse, e che sanno offrire una

coraggiosa testimonianza e un annuncio credibile della

verità che è Cristo”. “Una parrocchia missionaria è al

servizio della fede delle persone, soprattutto degli

adulti, da raggiungere nelle dimensioni degli affetti, del

lavoro e del riposo; occorre in particolare, sostenere le

famiglie nella preparazione al matrimonio, nell’attesa dei

figli, nella responsabilità educativa, nei momenti di

sofferenza.”

Pag 2. Introduzione.

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Parrocchia e minori

“Occorre sostenere la responsabilità

educativa primaria dei genitori, dando

continuità ai percorsi formativi della

parrocchia e delle altre agenzie educative

del territorio”. È necessario il dialogo della

parrocchia con tutta la scuola; accanto ai

sacerdoti è importante la presenza degli

insegnanti di religione cattolica.Par. 9, pag. 20. Per la maturità della fede: la cura degli adulti e della famiglia

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Parrocchia e famiglia

Occorre essere presenti nei “momenti di difficoltà

delle famiglie:” mancanza del lavoro, “di malattie o

di altre sofferenze, in cui persone anche ai margini

della vita di fede sentono il bisogno di una parola e

di un gesto che esprimano condivisione umana e si

radichino nel mistero di Dio. “Accanto ai sacerdoti è

importante la presenza di coppie di sposi e/o di

figure autorevoli di riferimento che siano

espressione di una comunità che accoglie, che toglie

dall’isolamento …Par. 9, pag. 20. Per la maturità della fede: la cura degli adulti e della famiglia

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Nessuno si senta escluso

La comunità parrocchiale “esprima vicinanza e si prenda

cura anche dei matrimoni in difficoltà, delle situazioni

irregolari,” dei cittadini stranieri, dei carcerati ,…

“aiutando le persone a trovare percorsi di chiarificazione

e sostegno per il cammino di fede.

Nessuno si senta escluso dalla vita della parrocchia: spazi

di attiva partecipazione possono essere individuati tra le

varie forme del servizio della carità anche per coloro che,

in ragione della loro condizione familiare, non possono

accedere all’Eucaristia o assumere ruoli connessi con la

vita sacramentale e con il servizio della Parola”.Par. 9, pagg. 20/21. Per la maturità della fede: la cura degli adulti e della famiglia

Page 43: I dati dei Centri di Ascolto Anno 2013 1.  Superficiecirca 2000kmq  Popolazione223.085 abitanti  Comuni28  Parrocchie60 Dati Istat (provvisori) del.

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È l'ora di una nuova « fantasia della carità », che si dispieghi non tanto e non solo nell'efficacia dei soccorsi prestati,ma nella capacità di farsi vicini, solidali con chi soffre,così che il gesto di aiuto sia sentito non come obolo umiliante, ma come fraterna condivisione.Dobbiamo per questo fare in modo che i poveri si sentano, in ogni comunità cristiana, come « a casa loro ».Non sarebbe, questo stile, la più grande ed efficace presentazionedella buona novella del Regno?Senza questa forma di evangelizzazione, compiuta attraverso la caritàe la testimonianza della povertà cristiana, l'annuncio del Vangelo, che pur è la prima carità, rischia di essere incompresoo di affogare in quel mare di parole a cui l'odierna società della comunicazione quotidianamente ci espone.La carità delle opere assicura una forza inequivocabile alla carità delle parole.Giovanni Paolo II,Novo Millennio Ineunte, 50Roma, 6 gennaio 2001

Scommettere sulla carità