I cristiani, come Pietro, sono coloro che seguono Gesù e lavorano … · [1] Un giorno, mentre,...
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I cristiani, come Pietro, sono coloro che seguono Gesù e lavorano per il Regno del Perdono.
Nell’esperienza di Pietro tutti gli atteggiamenti e le dimensioni del Cristianesimo..
Primo passo: PIETRO ACCOGLIE GESU’ (Lc. 5, 1-11) [1]Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret [2]e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. [3]Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. [4]Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». [5]Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». [6]E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. [7]Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. [8]Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». [9]Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; [10]così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». [11]Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Gesù ha appena presentato il suo programma
nella sinagoga di Cafarnao che già ha posato lo
sguardo su alcune persone. In mezzo ad una
folla anonima presto dovranno emergere alcuni
personaggi, chiamati per nome, destinati a
diventare suoi discepoli. Tra questi compare
subito un volto preciso, una figura ben
caratterizzata: Simon Pietro, pescatore
originario di Bethzaida di Galilea , con un nome
dal significato particolarissimo, un nome che
vuol dire “roccia”.
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In Luca si possono cogliere alcuni elementi interessanti:
- Gesù sale sulla barca di Pietro (v. 3). Gesù parla del Regno, ammaestra la folla che arrivano ad acclamarlo e ad applaudirlo… da
questo “successo” Gesù prende le distanze, vede due barche e sale su quella di Simone
ormeggiata a riva… Forse Pietro non si trovava in quel luogo per cercare Gesù, per
ascoltare la Parola del Regno, probabilmente stava riassettando le reti, rimuginava sulla
faticaccia di tutta la nottata e sulla pesca che era stata quasi nulla… Pietro non fa niente
di particolare: permette solo che Gesù salga sulla sua barca, la mette a disposizione di quel
maestro perché la sua barca diventi il suo nuovo PULPITO.
- Gesù invita Pietro a prendere il largo (v. 4). Prima Gesù ha lasciato un messaggio che andava bene per tutti, poi ha una parola propria
per ogni singola persona, la parola del richiamo, del perdono e della consolazione, della
scelta, della chiamata, della speranza. E la sua Parola va contro le conoscenze e le
esperienze di Pietro. I pescatori erano stanchi, avevano faticato tutta la notte le speranze
di trovare pesce di giorno erano nulle..., ma Simone si fida, capisce che è parola di maestro
e cala di nuovo le reti. E la speranza, incredibilmente, si avvera: le reti si rompono, le
barche quasi affondano, la forza di Pietro non basta, è costretto a chiamare gli amici.
Incontrare Gesù è qualcosa che si doveva condividere, un dono di cui far partecipi anche
altri, una gioia espansiva.
- Gesù fa di Pietro un pescatore di uomini (v. 10-11). Ripreso dal suo primo e non ultimo momento di totale smarrimento, Pietro si getta in
ginocchio ai piedi di Gesù, lo riconosce Signore ma nello stesso tempo ha ancora bisogno di
capire: Chi è colui che compie simili cose? Perchè proprio A LUI? Di primo istinto non si
sente degno e vorrebbe allontanarsi… Ma Gesù cerca colui che ha sbagliato e gli dice -Non
temere! Dio ti ha scelto, ti ha amato ed ora ti chiama-. E quando Dio stesso ti chiama ti
trasforma, ti cambia nome , ti offre un altro mestiere, ti indica altri orizzonti. Come se
dicesse: - Non temere Pietro: tu continuerai a condurre la barca, ma ti attenderanno pesci
diversi e più numerosi di quelli che hai visto oggi… tu non sarai solo, io sarò con te, con te ci
saranno anche i tuoi amici e fratelli, Andrea Giacomo Giovanni, ma tu sarai di più, tu avrai
un ruolo particolare, tu dovrai essere la roccia per la mia casa!
Dopo questa giornata i pensieri di Pietro potrebbero essere questi:
“TANTE VOLTE LA MIA VITA SIGNORE E’ STATA QUEL MARE CHE NON DA’ NIENTE,
E’ STATA UNA NOTTE FALLITA... MA SULLA MIA PICCOLA BARCA POVERA,
SBALLOTTATA DAI VENTI C’E’ UN POSTO ANCHE PER TE, ANZI TI HO FATTO
SUBITO UN POSTO SPECIALE PERCHE’ SENZA DI TE NON SO PIU’ DA CHE PARTE
PESCARE, DA CHE PARTE ANDARE, DA CHE PARTE SPINGERE LA MIA VITA.
INDICAMI DOVE GETTARE LE RETI, E SE POI VEDI CHE POSSO ESSERE UN BUON
PESCATORE PER TE E CON TE, CHIAMAMI E DAMMI SEMPRE IL CORAGGIO DI
SEGUIRTI SUBITO. “
3
Secondo passo: PIETRO DOMANDA (Lc. 18, 28-30) (cf. Mt. 19,27)
[28]Pietro allora disse: «Noi abbiamo lasciato tutte le nostre cose e ti abbiamo seguito». [29]Ed egli rispose: «In verità vi dico, non c'è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, [30]che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà».
- Il regno è dei poveri e dei semplici. Gesù ha appena terminato di raccontare una parabola per rimarcare la necessità di non
scoraggiarsi mai. Aggiunge che il modo di pregare dei ‘suoi’ deve avere l’umiltà del
pubblicano e chiama attorno a sé dei bambini, li accarezza e li pone come metro di entrata
nel Regno. Come esempio racconta di un giovane ricco a cui Dio non poteva bastare, che non
aveva l’atteggiamento del povero e che “se ne va triste”. Pietro è veramente frastornato.
La barca è ancora lì, lasciata in riva al
lago, ormai unita alle altre barche ,
ha fatto tanta strada con il suo
Maestro, ma ancora gli sorgono dubbi
e interrogativi che, da uomo pratico,
non lo lasciano tranquillo. Tenta un
veloce esame di coscienza per
rivedere la sua posizione , per cercare
di capire se alla scuola di Gesù ha
ormai imparato a pregare, se il suo
atteggiamento è quello giusto, se il
lasciare tutto è stato un gesto
interessato o un atto di generosa
fiducia nelle mani del Padre. E Pietro,
sinceramente, capisce che il cammino
è lungo. Il suo cuore è ancora legato a
tanti scogli, ma soprattutto ha il
timore di non aver giocato bene la sua
vita, gli nasce la paura che il cambio
con il suo Gesù divenga per lui una perdita…
- Noi che abbiamo lasciato tutto cosa otterremo? (v. 28) E’ la domanda di chi cerca condizioni, di chi dà la disponibilità ma non totalmente, con
ancora il desiderio di ricevere, più che di dare. Pietro ricorda a Gesù le poche sicurezze
che hanno lasciato. Lui afferma in modo certo e sicuro (“in verità”) che nessuna scelta va
fatta senza un fine preciso, senza uno scopo e senza significato. Una vita e un operare senza motivazioni diventa sterile e povera. Quel che si lascia o si accetta è per Gesù.
Quello che i discepoli cercavano come ricompensa esisteva già. Una ricompensa data già su questa terra che avrà il suo coronamento nel tempo che verrà. Pietro non ha avuto paura, è
stato schietto. Questi dubbi continueranno ad emergere, e Pietro ogni tanto si fermerà a
chiedere: - Se non fosse vero?-
Anche dopo questa giornata Pietro avrebbe potuto pensare:
4“PERCHE’ SIGNORE MI HANNO INSEGNATO A CALCOLARE TUTTO? AD
ESSERE MOLTO ATTENTO E A FARE DI OGNI COSA UN CONTRATTO? CALCOLO
TROPPO SPESSO IL MIO LAVORO, IL MIO AVVENIRE, CERCO IL MESTIERE CHE MI
RENDE DI PIU’, CALCOLO ANCHE LE AMICIZIE CHE MI FANNO PIU’ COMODO. MA I
TUOI CALCOLI ERANO DIVERSI, MI HAi PROMESSO GLI INTERESSI DEL CENTO
PER UNO. AIUTAMI SIGNORE AD USARE IL TUO METODO, A DONARE CON LE TUE
PROPORZIONI E SOPRATTUTTO A FIDARMI DELLE TUE PROMESSE.”
Terzo passo: PIETRO RISPONDE (Lc. 9, 18-22)
[18]Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?». [19]Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto». [20]Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio». [21]Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. [22]«Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno».
Oggi vanno di moda i sondaggi e le interviste per conoscere , prima di decidere, le idee
delle persone, per agire nel modo migliore evitando dubbi e insuccessi. Gesù lo ha fatto
per primo.
- Chi sono io secondo la gente? (v. 18) Era un momento decisivo scandito dalla preghiera in un luogo solitario. Era il modo con cui
Gesù si preparava ai grandi eventi. Il segreto fino ad allora tenuto nascosto doveva
essere rivelato. La gente sapeva subito accorgersi che Gesù era un personaggio
straordinario, ma come lo erano i re o i profeti… non riuscivano ad andare oltre…
-Tu sei il Cristo di Dio (v. 20) Invece Pietro risponde con tutta la sua fede. E per la fede non conta il numero , il
sondaggio, il pensiero dominante, ciò che converrebbe fare o dire per essere ascoltati…
conta la risposta personale. Fino a quando Pietro non quantifica la sua risposta e non si
impegna a verificarla, non può ancora affermare di credere in Gesù… Solo quando, in nome
dei suoi amici e di tutta la Chiesa, dice che Gesù è il Cristo , il Figlio di Dio… allora il
Messia lo nomina “BEATO”… perchè è sempre stato umile, forse non comprendeva
TUTTO, ma ha affermato il massimo… Ci troviamo di fronte ad una dichiarazione di
felicità, in Matteo è l’unica riservata ad una persona precisa, a Pietro. Forse Pietro
testimonia, per un momento, di aver compreso e penetrato nel modo più esteso il mistero
di Gesù: Cristo e Dio, avendolo collocato nel mondo del divino.
- Tu sei Pietro (v. 21) Gesù non lascia mai nessun discorso in sospeso e porta sempre a conclusione ogni suo
progetto. Qui lo fa in modo concreto, mette Pietro a fondamento della sua Chiesa e lui,
forse, ripensa alla sua casa, alla famiglia, alla barca, ma in silenzio.. perchè qualsiasi
sorpresa, gioia o domanda viene bloccata dal segreto che chiede il Maestro.
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Quarto passo: PIETRO SI ENTUSIASMA (Lc. 9, 28-36) [28]Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. [29]E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. [30]Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, [31]apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. [32]Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. [33]Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quel che diceva. [34]Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. [35]E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo». [36]Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Prima dell’ultimo viaggio per Gerusalemme, in questo cammino di gloria e di sofferenza, di
morte e di vita, Gesù indica una vita nuova, attraverso una strada che tutti possono
percorrere.
- Gesù prende con sé Pietro Giacomo e Giovanni (v. 28) Per camminare con Gesù verso Gerusalemme occorre essere adeguatamente preparati,
disporsi a sopportare qualsiasi fatica ed incomprensione, pronti a riprendersi dopo
eventuali sbagli e cadute, sempre più immersi nella vita di Cristo e nel suo mistero. E Gesù
vuole aiutare i suoi apostoli in questo lavoro di preparazione, vuole offrire loro opportune
occasioni di crescita e, in modo particolare, desidera curare personalmente i tre amici più
intimi, facendoli partecipi di un’esperienza sensazionale. Soprattutto Pietro ha bisogno di
aiuto. Aveva appena avuto un piccolo battibecco con Gesù stesso (vedi Marco, fonte
diretta di Pietro). Aveva appena indovinato l’essenza di Gesù, Figlio di Dio, e subito
commette l’errore di protestare nel non voler accettare che Gesù parli della sua prossima
morte e resurrezione. Prima Gesù l’aveva fatto ‘Beato!’ ora lo nomina ‘Satana’.
Come per ogni uomo, la morte fa paura; alla sofferenza
Pietro non è abituato e alla resurrezione crede poco. Il
modo di pensare è umano, legato agli interessi,
dominato dalle cose che si vedono e danno successo.
Pietro ha bisogno della pazienza di Gesù, che gli vada
incontro e lo inviti a salire sul monte con Lui, per
vedere meglio, per distaccarsi dagli egoismi e dalle
comodità, per capire che al di là delle sue meschine
vedute esistono realtà stupende e meravigliose, esiste
un Dio che gli vuole parlare, esiste un mondo nuovo, un
modo diverso di fare comunità.
- Gesù sale sul monte a pregare (v. 28) La sua scuola di preghiera è pregare, appartarsi e
salire, trovare momenti di silenzio e luoghi adatti. Il
monte possiede, per tutta la Bibbia e per Gesù, una ricchezza e un significato particolare:
luogo dell’incontro con Dio e delle sue rivelazioni. Per Gesù è già stato luogo di tentazione,
6di discorsi e dello svelarsi della sua identità… e lo sarà fino alla morte in croce.
Ora sale con il capo della sua chiesa, Pietro, con chi per primo morirà, Giacomo e con il suo
confidente, Giovanni. Ma tenere il suo passo è faticosissimo, così come è stato duro
pregare con Lui nel Getzemani. I “suoi” non comprendono i momenti decisivi, né la
rivelazione che stanno per ricevere, nè i pericoli che stanno correndo. Proprio non riescono
a pregare, Gesù chiede loro allora di stargli almeno vicino. La scena della trasfigurazione
insegna che la preghiera cambia, trasfigura, illumina e trasforma tutta la persona. Questa
scena rimarrà impressa per sempre nel cuore e negli occhi di Pietro, la racconterà più volte
nella sua predicazione e la descriverà in una sua lettera: << Siamo stati testimoni oculari
della sua grandezza. Egli ricevette infatti onore e gloria da Dio Padre quando, dalla
maestosa gloria, gli fu rivolta questa voce: questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi
sono compiaciuto. Questa voce noi l’abbiamo udita scendere dal cielo mentre eravamo con
lui sul monte santo>> (2 Pt. 1, 16-18)
Pietro capisce che più prega più acquista familiarità con Dio Padre, Figlio e Spirito, sente
sempre più chiaramente la loro voce nella vita e nella storia, trasformando il suo modo di
essere, di pensare e di agire.
- Maestro è bello stare qui! (v. 33) La proposta di Pietro appare tanto stonata e fuori posto, come avesse voluto rompere un
fastidioso silenzio, che gli evangelisti, per scusarlo di tale cantonata, commentano. “Non
sapeva quel che diceva”. E’ vero, con tale affermazione Pietro avrebbe voluto fermare il
cammino di Gesù, non permettergli di proseguire verso quella scandalosa strada della
croce. Ancora occorrerà pregare e fare silenzio, meditare nel proprio cuore, perché
solamente dopo la Pasqua si potrà gridare a tutti che Cristo è risorto!
L’animo di Pietro è perfettamente umano: ha bisogno di vivere esperienze simili per dire
che con il suo Maestro ci stava bene, che quei momenti lo riempivano di gioia, che
camminare con lui dava il senso alla sua vita.
Quinto passo: IL PERDONO DI PIETRO SI MOLTIPLICA (Mt. 18, 19-22) [19]In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. [20]Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro». [21]Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». [22]E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
Nel vangelo di Matteo Gesù sta parlando della sua Chiesa, sta descrivendo le
caratteristiche che la sua comunità deve assumere. Un Regno nel quale si entra diventando
piccoli come bambini; una famiglia dove bisogna impiegare tutte le forze per non creare
scandali , a costo di rimetterci la vita; una casa dentro la quale tutti debbono trovare
7 un posto e nessuno deve rimanere fuori; dei fratelli che si riuniscono per pregare insieme
e per rendere viva la presenza del Signore.
Ma c’è un aspetto
che, in questo
momento, sta
particolarmente a
cuore a Gesù: i
membri della sua
comunità devono
imparare ad
accettarsi, a
correggersi
vicendevolmente i
difetti, a perdonare
fraternamente le
offese, a superare i
pericoli del peccato, a vivere nell’amore.
- Quante volte Signore? (v. 21) “Va bene maestro, e’ giusto quanto dici, dobbiamo amarci a vicenda. Mi impegnerò a
perdonare mio fratello, farò di tutto per correggere quelli che sbagliano, spenderò la mia
vita per salvare coloro che vivono nel peccato. Ma questo impegno verso una persona, fino a
quando deve durare? Se la perdono e ancora mi offende? Fino a quanto dovrò continuare?
E’ sufficiente sette volte?”
Non sta chiedendo quante volte si può sbagliare, perché sa che non c’è limite all’errore
umano, vuole sapere fino a dove può arrivare la sua mansuetudine, azzardando nella
domanda una saggia risposta: un numero di volte sacro e perfetto per gli Ebrei come il
sette, può andare bene? Ancora calcoli, ancora limiti per non esagerare. Un gesto di bontà
e crede di aver fatto chissà che cosa… E Gesù ingrandisce anche le sue più ‘sacre’ misure,
assume i suoi numeri e li moltiplica all’infinito.
- Settanta volte sette! (v. 22) Gesù vuol dire a Pietro , a colui al quale ha dato le chiavi del Regno, che dovrà sforzarsi di
avere il cuore grande quasi come quello di Dio, un cuore che non conosce limiti all’ amore e
alla capacità di perdonare. Perdono che Pietro non può offrire perché prima dovrà
sperimentarlo….
Solamente se facciamo esperienza del perdono diventiamo capaci di perdonare. Solo
quando comprendiamo che Dio, per primo, ci ha perdonati, acquistiamo la forza di fare agli
altri il dono del perdono. Dopo la Pasqua Pietro scriverà ai cristiani: <<Siate tutti concordi,
partecipi della gioia e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi,
umili; non rendete male per male, né ingiuria per ingiuria, ma, al contrario, rispondete
benedicendo; poiché a questo siete stati chiamati per avere in eredità la benedizione…
Soprattutto conservate tra voi una grande carità, perché la carità copre una moltitudine di
peccati>>.
(1Pt. 3, 8-9; 4,8).
8
- Ti darò le chiavi del Regno dei cieli (Mt. 16,20)
Pietro ormai è stato scelto per la Chiesa. Deve esserne il fondamento, la guida; la deve
dirigere, difendere, governare. Deve far sì che la Chiesa diventi nel mondo segno vivo della
presenza di Cristo; deve invitare gli uomini ad unirsi come pietre preziose a Cristo, pietra
viva, per edificare l’edificio di Dio. Le chiavi che Pietro tiene nelle mani devono essere
soprattutto le chiavi del perdono, della misericordia, dell’amore, perché così Cristo gli ha
chiesto, perché così Cristo ha fatto e insegnato. E la chiesa di oggi, sulla scia di Pietro,
dovrebbe aiutare gli uomini a scoprire la meraviglia del perdono e a viverne l’esperienza
concreta.
Sesto passo: PIETRO SI FA SERVIRE (Gv. 13, 1-17)
[1]Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. [2]Mentre cenavano, quando gia il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, [3]Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, [4]si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. [5]Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. [6]Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». [7]Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo». [8]Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». [9]Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!». [10]Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti». [11]Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete mondi».[12]Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? [13]Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. [14]Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. [15]Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. [16]In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. [17]Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica.
Con il racconto della lavanda dei piedi ci si ritrova, nel vangelo di Giovanni, nell’intimità del
Cenacolo, dove “l’apostolo che Gesù amava” ricostruisce e contestualizza tutti i discorsi di
addio del Maestro. Tali discorsi vengono anche ritenuti quasi un insegnamento privato, una
consegna particolare, i ricordi più intimi e le raccomandazioni di cui gli apostoli avranno più
bisogno quando saranno soli. Gesù dà inizio ai suoi discorsi con un segno , compiendo un
gesto per rendere più efficace la sua Parola, per poter concludere con somma coerenza:
“Vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi”(v. 16). Ed è l’esempio
dell’umiltà, del farsi piccolo, dell’abbassarsi verso il fratello, del fare di tutta la propria
vita un continuo servizio verso il prossimo.
- Gesù li amò fino alla fine (v.1) Ogni persona vive dei momenti particolari nella sua vita, per ognuno scocca quell’ora in cui è
chiamato a compiere dei gesti decisivi, a fare delle scelte determinanti in base alle quali
tutta la vita assume significato. Per Gesù è giunta ormai la sua “ora”, tutto il vangelo di
Giovanni ne è scandito: l’ora che ha atteso e per il quale è preparato, l’ora che lo qualifica
come Figlio di Dio e che lo porta sulla croce, l’ora della sofferenza e della glorificazione.
9Gesù vuole allora lasciare agli amici un ultimo segno del suo amore totale; ma è un segno
che non deve e non può lasciarli spettatori: li deve rendere attivi, compartecipi, perché il
mistero dell’amore sta per avere ormai il suo compimento. E quando si consuma il mistero
dell’amore –specie se questo è il mistero
di Cristo- si trasferisce nei presenti
un’onda sconvolgente che li obbliga a
delle decisioni. La loro “ORA” viene
confrontata con quella di Gesù, la loro
vita viene commisurata con la sua:
trovano qui tutti gli elementi per vedere
e giudicare se le loro azioni, i loro
desideri, i loro sentimenti, possono
essere misurati con il metro di Cristo,
che è il metro dell’amore. In questa
scena drammatica emergono due
persone: Pietro e Giuda. Hanno assistito
ambedue al gesto di Gesù, ne hanno
seguito tutti i particolari, domandandosi
il motivo di una simile azione…ed arrivano a conclusioni diverse….
- Maestro, tu lavi i piedi a me? (v. 6) Ancora una volta Gesù sceglie Pietro, i suoi piedi. L’azione è stata riportata con una
precisione estrema, ed ogni piccolo dettaglio si carica di significato. Durante il pasto, Gesù
si alza da tavola, depone il mantello, versa dell’acqua in un catino e si mette a lavare i piedi
ai suoi discepoli. Questo era un lavoro riservato agli schiavi verso i loro padroni, oppure un
servizio dei bambini verso i loro padri. La reazione di Pietro è improvvisa ed impetuosa: non
permetterà mai che il Maestro si abbassi a tanto. Emerge ancora una volta Pietro in tutta
la ricchezza del suo carattere: questo vecchio pescatore non saprà tante cose, non
comprenderà molto bene i discorsi e le parabole di Gesù, ma questa volta è deciso nella sua
generosità e soprattutto sa di dover difendere un certo decoro e una certa reputazione: il
Messia non può mettersi di fare un lavoro da schiavi! Soprattutto il Messia che tutti
aspettavano, e che forse anche lui si immaginava di seguire, un Messia potente, di un regno
grande, di un re da difendere anche con la spada!
Gesù che lo conosce bene vince ogni resistenza di Pietro cogliendolo su un punto sensibile:
“Se non ti lasci lavare, non avrai parte del mio regno”.
Accettare Gesù è accettare tutto il suo messaggio, rispettare le sue scelte anche quando
queste sono compromettenti e sconvolgono i piani di Pietro, non rispondono alle sue attese.
Il desiderio di Gesù era far partecipare Pietro del suo Regno: il regno dell’amore,
dell’umiltà, dove REGNARE è SERVIRE!!! E Pietro va da un estremo all’altro, prima aveva
dichiarato che non si sarebbe MAI fatto lavare i piedi, ora gli offre anche MANI e CAPO,
tutto di sé stesso.
- Avete capito quello che ho fatto? Pietro ha capito che la vita acquista valore solamente quando non ci si chiude in se stessi,
non si vive per i propri interessi o tornaconti, ma si apre il cuore e si offrono le proprie
10capacità al mondo per tutti quelli che stanno accanto e che hanno bisogno. La chiesa di
Gesù doveva essere pronta ad accettare la parte più umile e difficile, una chiesa chiamata
a governare servendo e a predicare amando. Semplicemente perché Lui ha dato
quell’esempio: “Pur essendo Dio, spogliò sé stesso, assumendo la condizione di servo,
facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. “ (Fil. 2, 6-8).
Settimo passo: PIETRO SPERIMENTA IL PERDONO (Mc. 14, 26-31; 53-55; 66-72) [26]E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. [27]Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, poiché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse. [28]Ma, dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea». [29]Allora Pietro gli disse: «Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò». [30]Gesù gli disse: «In verità ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte». [31]Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Se anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano anche tutti gli altri. …. …. [53]Allora condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. [54]Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del sommo sacerdote; e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. [55]Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano…………………… …….[66]Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote [67]e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fissò e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». [68]Ma egli negò: «Non so e non capisco quello che vuoi dire». Uscì quindi fuori del cortile e il gallo cantò. [69]E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è di quelli». [70]Ma egli negò di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Pietro: «Tu sei certo di quelli, perché sei Galileo». [71]Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo che voi dite». [72]Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte». E scoppiò in pianto.
Gesù ha appena celebrato la Pasqua con i suoi discepoli, hanno cantato l’Hallel della lode e
del ringraziamento; e prima di avviarsi verso l’orto degli ulivi Gesù prega il padre perché “i
suoi” abbiano la forza di superare ogni prova e difficoltà.
- Tutti rimarrete scandalizzati (v.27)
Gesù non ha mai voluto cogliere di sorpresa i suoi amici; li ha sempre preparati a tutto,
avvisati e premuniti, loro non sempre hanno compreso. Ora sa che nel suo dramma verranno
coinvolti anche i suoi amici, lo aveva predetto loro tante volte: “Vi perseguiteranno e vi
maltratteranno, credendo di dar lode a Dio… Beati voi quando diranno male di voi….pregate
per non cadere in tentazione”. Ora Gesù mette a nudo la loro paura, la loro debolezza: si
daranno alla fuga per salvare la propria pelle e lo lasceranno solo. Sembrerà che tutto
crolli, che tutto sia stato inutile, sarà la notte dello spirito. Erano convinti e credevano che
lui fosse il Figlio di Dio, gli volevano anche bene, ma non avevano il coraggio di manifestarlo
e di dirlo agli altri, erano incapaci di una decisione ferma, di una rinuncia totale.
11- Non conosco quell’uomo (v.71) Pietro protesta energicamente, fa il temerario, ma in modo incosciente, senza orgoglio. E’ il
grido spontaneo di un cuore grande e buono che in questo momento si sente capace di
tutto: “Se anche dovessi morire con te non ti rinnegherò”. L’esperienza dimostra che
contando solo sulle sue forze Pietro riesce invece a fare ben poco, o peggio, sentendosi
forte e migliore degli altri rischia di cadere ancora più in basso. Il fatto che tutti gli
evangelisti riferiscano, in modo preciso e rimarcato, il rinnegamento di Pietro è segno
evidente che Pietro stesso ne ha parlato spesso ai suoi amici, ne ha fatto oggetto della sua
predicazione, l’ha voluto ripetutamente confessare agli altri, come segno di sincera umiltà
e come richiesta di perdono a
tutta la comunità. Mentre Gesù
viene processato, Pietro vive il
suo dramma di paura e di
tormento, il desiderio di poter
fare qualcosa per il suo maestro e
di incapacità per la sua
impotenza. Gira per il cortile,
segue i movimenti di Gesù da
lontano, si avvicina al fuoco per
riscaldarsi, tenta di nascondersi
in mezzo alla gente. Ma un vero
discepolo di Gesù non può
mimetizzarsi in mezzo agli altri,
non può passare inosservato,
senza destare sospetto. Il modo di fare, l’accento del parlare, il comportamento e lo
stesso luogo di provenienza sono dei segni indicatori. Come sono belle e significative,
PIETRO, le accuse che ti vengono rivolte! <<Anche tu eri con lui! Sei un Galileo! Sei uno di
loro! Il tuo parlare ti tradisce!>>. Non esiste un rimprovero più consolante per un seguace
di Gesù: venir accusato di essere stato con lui, di essersi immedesimato nel suo modo di
fare, aver acquisito il suo accento e il suo modo di parlare. Ma tutto questo costa. E’ la
vera grazia acquistata a caro prezzo, è l’adesione totale a Gesù. E Pietro non riesce a
compromettersi, non è fedele… Per comodità, per paura, è più facile per Pietro negare, far
finta di non sapere chi sia quell’uomo…
- Pietro pianse amaramente (v.72) Dev’essere stata interminabile quell’ora durante la quale Pietro veniva interrogato sulla sua
identità. Ma per fortuna arriva, come gli era stato predetto, il canto del gallo… E’ quasi una
liberazione, è uno scoppio di pianto amaro che lo fa risentire peccatore e bisognoso della
comprensione e del perdono di Gesù. Gesù passa puntualmente, e voltandosi guardò Pietro,
“e Pietro si ricordò le parole del Signore”. Lo sguardo triste di Gesù per l’abbandono subito
è altrettanto ricolmo di immensa bontà. E’ lo sguardo incrociato di due persone che, nel
silenzio più muto, si comunicano le ricchezze più intime; è lo sguardo misericordioso di Gesù
che comprende e perdona; è lo sguardo penitente di Pietro che capisce e ricorda; è lo
12sguardo della bontà che invita a riprendere e a ricominciare, a guardare avanti; è lo
sguardo dello smarrimento che non sa fare altro che scoppiare nel pianto. Là dove Pietro è
scappato per nascondere la sua vergogna e piangere il suo sbaglio, già fin dal 5° sec. è
stata eretta una chiesa, nominata del “galli-canto”.
Dopo questa giornata Pietro avrà pensato a lungo e pregato il suo Signore:
SIGNORE, CONCEDIMI LACRIME PER PIANGERE IL MIO PECCATO,
E’ UN PECCATO DI PRESUNZIOEN E OSTENTATA SICUREZZA,
UN PECCATO DI PAURA, DI PIGRIZIA, DI COMODITA’.
E’ IL PECCATO DI RICONOSCERTI SOLTANTO QUANDO E’ FACILE,
IL PECCATO DI NON DIRE AGLI ALTRI LA TUA PAROLA,
DI NON COMUNICARE IL TUO ESEMPIO.
LASCIA SIGNORE CHE , COME QUEL GIORNO,
I MIEI OCCHI RIMANGANO FISSI AI TUOI,
E IL TUO SGUARDO RESTI SEMPRE PER ME
RIMPROVERO, PERDONO
CONSOLAZIONE , SPERANZA.
Ottavo passo: PIETRO VIDE E CREDETTE (Gv. 20, 1-9) 1]Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. [2]Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». [3]Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. [4]Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. [5]Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. [6]Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, [7]e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. [8]Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. [9]Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. [10]I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.
Gesù, un giorno ha fatto a Pietro la promessa del cento per uno, e Pietro in quei tre giorni
bui si sarà chiesto: “ E se non fosse vero? E se tutto fosse finito? Che ne faccio ora della
mia vita? Dovrò riprendere a fare il pescatore, ricominciare tutto da capo?”
- Di buon mattino, quand’era ancora buio.(v. 1)
Giovanni, con il suo simbolismo notte-giorno, tenebra-luce, coglie Pietro nel suo oscuro
momento di smarrimento e dolore. Forse Pietro cercava con ansia in che modo fosse
realizzabile la promessa di Gesù: “Non sarete soli, io sarò sempre con voi”… e mentre
tentava di sbrigliare la matassa dei suoi pensieri, arriva esterrefatta e senza più fiato
Maria di Magdala.. A Pietro capita proprio così: ad una disgrazia se ne aggiunge un’altra,
una disavventura aggrava un male già grande… Lo sconforto è totale: Maria pensa che
abbiano anche portato via il corpo di Gesù. Gli occhi sono offuscati! Il cuore è gelido nel
13suo dolore! La mente non ha più la capacità di ricordare! Pietro e Maria sono la copia dei
due viandanti di Emmaus: stanchi, tristi, lenti e tardi a credere alla parola., con gli occhi
incapaci di riconoscere Gesù.
- Pietro e Giovanni corrono al sepolcro.(v.4)
Questa fuga affannosa ed incerta di Pietro non può farci dimenticare la sua “fuga” di poco
tempo prima: Pietro era fuggito ed aveva abbandonato Gesù per paura dei giudei, ora va di
corsa a cercarlo per paura che l’abbiano portato via. Pietro che nel cortile del Sinedrio
scappava da un angolo all’altro per timore di essere riconosciuto, ora va spedito verso il
sepolcro e non gli importa che qualcuno lo possa vedere. Pietro che non ha avuto il coraggio
di dire che “era uno di quelli” , un seguace di Gesù, ora è deciso a tutto…. Anche se non
aveva ancora visto, la speranza del suo cuore che Cristo fosse vivo si stava consolidando…
Ma, senza amore sarebbe nata ancora la paura solita di Pietro, quella che non gli avrebbe
permesso di entrare, vedere e credere, invece lui aveva l’altro discepolo, “quello che Gesù
amava”… E’ Giovanni che parte con lui, gli apre la strada, lo aspetta e lo introduce nel
mistero della Resurrezione.
- Vide e credette (v.8) ….I ladri non avrebbero mai lasciato le bende per terra ed il sudario piegato, in un luogo a
parte, portando via solo i resti di un corpo…queste diventano il segno del miracolo più
grande di tutta l’umanità: è proprio vero, Gesù è risorto!
Più tardi, nel suo primo
discorso a Gerusalemme
urlerà: “Questo Gesù Dio l’ha
risuscitato e noi tutti ne
siamo testimoni”. Ora non
può ancora gridare; rimane
immobile, senza fiato, anche
se avrebbe tutta la voglia di
urlare e piangere!” Sta
guardando confuso quella
tomba vuota e quelle poche
cose rimaste…. Aspettando
di tornare dai suoi amici e di
mettersi all’opera……..
Nono passo: PIETRO MI AMI? (Gv. 21, 15-19)
[1]Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: [2]si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. [3]Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. [4]Quando gia era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. [5]Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». [6]Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. [7]Allora quel discepolo che
14Gesù amava disse a Pietro: «E' il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. [8]Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. [9]Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. [10]Disse loro Gesù: «Portate un pò del pesce che avete preso or ora». [11]Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. [12]Gesù disse loro: «Venite a mangiare». Enessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore. [13]Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. [14]Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti. [15]Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». [16]Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». [17]Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. [18]In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». [19]Questo gli disse per indicare con qu?». ale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi». [20]Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». [21]Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?». [22]Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi». [23]Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te.
- Sul mare di Tiberiade (v. 1) I fatti narrati da Giovanni dopo la Resurrezione riprendono gli elementi già incontrati nel
capitolo quinto del vangelo di Luca, la promessa fatta a Pietro nella prima pesca – ti farò
pescatore di uomini- viene qui confermata dal Signore risorto.
Assistiamo ad un nuovo momento di povertà ed incertezza: il lavoro e la pesca non danno
frutti senza il Signore. Pietro si accorge di una presenza misteriosa a riva, ma aspetta il
riconoscimento ufficiale del discepolo “che Egli amava” per gettarsi in acqua pur di
arrivare primo da Gesù.
E Gesù ha già predisposto sulla riva ciò che serviva perché l’incontro potesse diventare una
festa, un convito fraterno, il segno distintivo dei cristiani, una mensa, come nel cenacolo,
come nella moltiplicazione dei pani.
- Simone, mi vuoi bene più di tutti? (v. 15) Pietro affronta l’esame dell’amore, ma non è più sfrontato, impulsivo… questa volta si
chiude e si imbarazza, non sa adoperare altre parole se non quelle di Gesù stesso, ed
affidarsi alla sua conoscenza divina: “Signore, tu lo sai che ti amo”.
Come per dirgli: - Tu mi conosci bene, sai come sono, mi hai scelto tu, ti ho promesso tante
cose, ho sbagliato quasi sempre… Nonostante tutto , ti voglio bene, un bene immenso e sono
sempre disposto a dare la vita per te!
Gesù non vuole umiliare Pietro ricordandogli la sera del tradimento, ma vuole fargli capire
quello che è sempre stato detto nella storia sacra ogni volta in cui Dio chiama : ti ho scelto
non perché tu sei migliore degli altri o perché mi hai amato di più, ma proprio perché IO ti
ho scelto, perché IO ti ho voluto bene, perché tu possa essere fedele alla tua vocazione:
ora tu dovrai amare più degli altri.
15
- Seguimi (v.19) Gesù fa diventare Pietro capo e responsabile di tutto il gregge e questo lo porterà alla
dedizione totale, alla strada del martirio. Ciò che valeva per il Maestro ora vale per il suo
successore: “Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore ed offro la vita per le mie
pecore”.
Ora Pietro non risponde più con le parole pericolose di un tempo, risponde con la sua vita,
affida al Signore la sua disponibilità. Gesù lo invita a seguirlo, e Pietro, con un gesto
delicatissimo e amorevole gli chiede cosa fare di Giovanni, come per dirgli: -Non farmi
patire da solo, lascia che venga con me colui che mi ha fatto capire tante cose, che mi ha
aiutato a riconoscerti, che soprattutto, mi ha insegnato ad amarti!
Come a Bethsaida, all’inizio della sua nuova vita, ora Pietro segue Gesù, ma verso la strada
della Resurrezione, che passerà necessariamente dalla cima del Calvario.
L’ultima preghiera di Pietro potrebbe essere:
SIGNORE, AVREI BISOGNO CHE TUTTI I GIORNI MI CHIEDESSI
MI AMI TU?
PERCHE’ SE TU NON CI SEI, IO NON SAPRO’ AMARE.
FAMMI SENTIRE SEMPRE LA TUA PAROLA
PERCHE’ IL MIO CUORE SI
SCALDI MENTRE TU PARLI
E ARDA DEL TUO AMORE.
ALLORA IL MIO CAMMINO
DIVENTERA’ PIU’ SICURO
RICONOSCERO’ SEMPRE LA TUA
PRESENZA
AVRO’ MAGGIORI FORZE PER
SEGUIRTI.
NON LASCIARMI MAI IN PACE
CON LA TUA DOMANDA D’AMORE
FINO A QUANDO
IL TUO AMORE
NON SIA IN ME.
16
Decimo passo: PIETRO TESTIMONIA E GUARISCE
(At. 2, 14-3,10)
[14]A voi tutti che vi trovate a Gerusalemme, vi sia ben noto questo e fate attenzione alle mie parole: [15]Questi uomini non sono ubriachi come voi sospettate, essendo appena le nove del mattino. [16]Accade invece quello che predisse il profeta Gioele…. [22] Gesù di Nazaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete -, [23]dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. [24]Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. ……[32]Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. [33]Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire. ….. [36]Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!». [37]All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». [38]E Pietro disse: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. [39]Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro». [40]Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa». [41]Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone. [42]Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. [43]Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. [44]Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; [45]chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. [46]Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, [47]lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. [48]Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati. [1]Un giorno Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera verso le tre del pomeriggio. [2]Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita e lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta «Bella» a chiedere l'elemosina a coloro che entravano nel tempio. [3]Questi, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, domandò loro l'elemosina. [4]Allora Pietro fissò lo sguardo su di lui insieme a Giovanni e disse: «Guarda verso di noi». [5]Ed egli si volse verso di loro, aspettandosi di ricevere qualche cosa. [6]Ma Pietro gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!». [7]E, presolo per la mano destra, lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono [8]e balzato in piedi camminava; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio. [9]Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio [10]e riconoscevano che era quello che sedeva a chiedere l'elemosina alla porta Bella del tempio ed erano meravigliati e stupiti per quello che gli era accaduto.
Pietro ora ha capito pienamente qual è la sua missione. Sa che deve mantenere la promessa
d’amore totale al suo Maestro. Si sente completamente investito dall’incarico datogli da
Gesù risorto. E’ pronto al successo e alla sconfitta, all’acclamazione e alla critica e fra poco
sarà pronto al carcere e alle persecuzioni . Pietro ha capito soprattutto che lui è la voce, è
la pietra , è lo strumento, e chi opera è lo spirito di Dio.
- Noi tutti ne siamo testimoni.(2,32) E’ veramente bello sentire Pietro pronunciare questa parola : “Testimone!” Siamo di fronte
al Pietro completamente trasformato! Lui, il pauroso, il traditore, colui che non ha avuto il
coraggio di riconoscerlo, ora non ha più paura di nessuno , anzi ha la forza di attaccare gli
altri. Ed ecco il messaggio di Pietro e di tutta la Chiesa: GESU’ è stato tradito, è stato
17consegnato ed inchiodato, ma Dio lo ha resuscitato proclamandolo Signore. E’
questo il centro della fede cristiana! E Pietro in ogni occasione dice che loro ne sono
testimoni . Ora per lui e per tutti quelli che incontra ogni cosa è possibile…
- Cosa dobbiamo fare?(v. 37) Adesso è Pietro chiamato a rispondere. Le sue parole hanno sconvolto, hanno scosso
dall’indifferenza e lui usa le stesse parole che aveva indicato Giovanni Battista:
“Convertitevi e fatevi Battezzare!” Viene proposto un cambiamento radicale, una
conversione di rotta, una rivoluzione nella propria condotta. ll cristiano è per sua natura un
testimone, colui che ha il coraggio di dire agli altri quello in cui crede, colui che sa cogliere
le occasioni per parlare di Cristo e del suo amore.
Anche ogni gesto deve diventare un segno della presenza di Dio, un’occasione per
annunziare che il Signore è risorto, è vivo e agisce.
- Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera (3,1) I discepoli stanno mettendo in pratica i continui ammonimenti di Gesù di pregare con
insistenza, senza stancarsi mai di sentirsi uniti e figli dello stesso Padre. Stanno salendo al
tempio per questo, ma vengono interrotti nel cammino da una persona che non può salire
perché ammalata. Questa persona non poteva nemmeno entrare nel tempio, ma si
accontentava che alcuni generosi deponessero sugli scalini della porta un po’ di carità.
Pietro e Giovanni ricordano bene il l’insegnamento di Gesù sul rapporto tra l’amore di Dio e
l’amore del prossimo, e non possono arrivare al tempio senza aver portato con loro, davanti
al Signore, ogni fratello che avrebbero incontrato sulla strada.
- Pietro fissò o sguardo su di lui.(3,4) Dove c’è una persona che prega lì c’è la carità. Dove c’è un luogo dedito al culto, lì si compie
un gesto d’amore. Pietro viene attirato dal
gesto lamentevole e dallo sguardo di speranza
del povero sciancato, si ferma e fissa il suo
sguardo su di lui. E’ un gesto stupendo che
insegna a guardare i poveri con amore. Pietro,
allora invita al dialogo chiedendo a sua volta il
suo sguardo. Pietro ha ancora negli occhi i
diversi sguardi di Gesù , dalla chiamata al
perdono, ed ha imparato che le persone possono
conoscersi guardandosi in silenzio, possono
capirsi, amarsi, aiutarsi. E’ anche capace di
percepire le domande e le attese di chi sta
davanti , essendo disposti a fare qualsiasi cosa,
a dare tutto. Pietro si china e gli prende la
mano… ma anche la sua mano non possiede
niente… ha però qualcosa di più forte e
importante e quello glielo regala: “Nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina.” La
povertà di Pietro è la ricchezza di Gesù: il dono della vita, la grazia della salute, la forza
dello Spirito. Forse quel povero malato si era anche illuso di aver sentito “oro e argento”,
18non pretendeva tanto, ma ricevette cento volte tanto, la salute, la salvezza, la gioia di
poter correre e saltare, la possibilità di entrare nel tempio a lodare Dio! Con quel gesto,
quella parola viva –Cammina!- Pietro ha compreso che Gesù è sceso veramente su di loro in
Spirito ed ha veramente dato a lui e agli apostoli il dono di risanare gli ammalati.
- In nome di Gesù (3,6; 3,11ss). Pietro si preoccupa di testimoniare ai presenti che tutto ciò è avvenuto per la persona di
Cristo, e coglie questa occasione per annunciarlo di nuovo. Quello che è avvenuto non è
merito suo, egli non ha poteri personali. Pietro è stato strumento umile, mediatore
ubbidiente, colui che ha pregato e creduto. Lui è il testimone, testimonia che l’autore della
vita è stato risuscitato da Dio , è vivo , continua ad operare, ed ha appena regalato un po’ di
vita a quest’uomo che non poteva camminare.
Quello che Pietro aveva, non era suo, gli è stato donato. Quello che gli è stato donato non è
solo per lui, ha valore se lo mette a disposizione e a servizio degli altri.
A cura di
Annalisa Tundo
BIBLIOGRAFIA
Giovanni Ciravegna, “Pietro, una chiamata, una conversione”, Ed. PAOLINE
Settimio Cipriani, “La figura di Pietro”, Ed. ANCORA
Carlo Maria Martini, Il segreto della prima lettera di Pietro, Ed. PIEMME