I cristiani, come Pietro, sono coloro che seguono Gesù e lavorano … · [1] Un giorno, mentre,...

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1 I cristiani, come Pietro, sono coloro che seguono Gesù e lavorano per il Regno del Perdono. Nell’esperienza di Pietro tutti gli atteggiamenti e le dimensioni del Cristianesimo.. Primo passo: PIETRO ACCOGLIE GESU’ (Lc. 5, 1-11) [1]Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret [2]e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. [3]Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. [4]Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». [5]Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». [6]E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. [7]Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. [8]Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». [9]Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; [10]così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». [11]Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Gesù ha appena presentato il suo programma nella sinagoga di Cafarnao che già ha posato lo sguardo su alcune persone. In mezzo ad una folla anonima presto dovranno emergere alcuni personaggi, chiamati per nome, destinati a diventare suoi discepoli. Tra questi compare subito un volto preciso, una figura ben caratterizzata: Simon Pietro, pescatore originario di Bethzaida di Galilea , con un nome dal significato particolarissimo, un nome che vuol dire “roccia”.

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I cristiani, come Pietro, sono coloro che seguono Gesù e lavorano per il Regno del Perdono.

Nell’esperienza di Pietro tutti gli atteggiamenti e le dimensioni del Cristianesimo..

Primo passo: PIETRO ACCOGLIE GESU’ (Lc. 5, 1-11) [1]Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret [2]e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. [3]Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. [4]Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». [5]Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». [6]E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. [7]Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. [8]Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». [9]Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; [10]così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». [11]Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Gesù ha appena presentato il suo programma

nella sinagoga di Cafarnao che già ha posato lo

sguardo su alcune persone. In mezzo ad una

folla anonima presto dovranno emergere alcuni

personaggi, chiamati per nome, destinati a

diventare suoi discepoli. Tra questi compare

subito un volto preciso, una figura ben

caratterizzata: Simon Pietro, pescatore

originario di Bethzaida di Galilea , con un nome

dal significato particolarissimo, un nome che

vuol dire “roccia”.

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In Luca si possono cogliere alcuni elementi interessanti:

- Gesù sale sulla barca di Pietro (v. 3). Gesù parla del Regno, ammaestra la folla che arrivano ad acclamarlo e ad applaudirlo… da

questo “successo” Gesù prende le distanze, vede due barche e sale su quella di Simone

ormeggiata a riva… Forse Pietro non si trovava in quel luogo per cercare Gesù, per

ascoltare la Parola del Regno, probabilmente stava riassettando le reti, rimuginava sulla

faticaccia di tutta la nottata e sulla pesca che era stata quasi nulla… Pietro non fa niente

di particolare: permette solo che Gesù salga sulla sua barca, la mette a disposizione di quel

maestro perché la sua barca diventi il suo nuovo PULPITO.

- Gesù invita Pietro a prendere il largo (v. 4). Prima Gesù ha lasciato un messaggio che andava bene per tutti, poi ha una parola propria

per ogni singola persona, la parola del richiamo, del perdono e della consolazione, della

scelta, della chiamata, della speranza. E la sua Parola va contro le conoscenze e le

esperienze di Pietro. I pescatori erano stanchi, avevano faticato tutta la notte le speranze

di trovare pesce di giorno erano nulle..., ma Simone si fida, capisce che è parola di maestro

e cala di nuovo le reti. E la speranza, incredibilmente, si avvera: le reti si rompono, le

barche quasi affondano, la forza di Pietro non basta, è costretto a chiamare gli amici.

Incontrare Gesù è qualcosa che si doveva condividere, un dono di cui far partecipi anche

altri, una gioia espansiva.

- Gesù fa di Pietro un pescatore di uomini (v. 10-11). Ripreso dal suo primo e non ultimo momento di totale smarrimento, Pietro si getta in

ginocchio ai piedi di Gesù, lo riconosce Signore ma nello stesso tempo ha ancora bisogno di

capire: Chi è colui che compie simili cose? Perchè proprio A LUI? Di primo istinto non si

sente degno e vorrebbe allontanarsi… Ma Gesù cerca colui che ha sbagliato e gli dice -Non

temere! Dio ti ha scelto, ti ha amato ed ora ti chiama-. E quando Dio stesso ti chiama ti

trasforma, ti cambia nome , ti offre un altro mestiere, ti indica altri orizzonti. Come se

dicesse: - Non temere Pietro: tu continuerai a condurre la barca, ma ti attenderanno pesci

diversi e più numerosi di quelli che hai visto oggi… tu non sarai solo, io sarò con te, con te ci

saranno anche i tuoi amici e fratelli, Andrea Giacomo Giovanni, ma tu sarai di più, tu avrai

un ruolo particolare, tu dovrai essere la roccia per la mia casa!

Dopo questa giornata i pensieri di Pietro potrebbero essere questi:

“TANTE VOLTE LA MIA VITA SIGNORE E’ STATA QUEL MARE CHE NON DA’ NIENTE,

E’ STATA UNA NOTTE FALLITA... MA SULLA MIA PICCOLA BARCA POVERA,

SBALLOTTATA DAI VENTI C’E’ UN POSTO ANCHE PER TE, ANZI TI HO FATTO

SUBITO UN POSTO SPECIALE PERCHE’ SENZA DI TE NON SO PIU’ DA CHE PARTE

PESCARE, DA CHE PARTE ANDARE, DA CHE PARTE SPINGERE LA MIA VITA.

INDICAMI DOVE GETTARE LE RETI, E SE POI VEDI CHE POSSO ESSERE UN BUON

PESCATORE PER TE E CON TE, CHIAMAMI E DAMMI SEMPRE IL CORAGGIO DI

SEGUIRTI SUBITO. “

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Secondo passo: PIETRO DOMANDA (Lc. 18, 28-30) (cf. Mt. 19,27)

[28]Pietro allora disse: «Noi abbiamo lasciato tutte le nostre cose e ti abbiamo seguito». [29]Ed egli rispose: «In verità vi dico, non c'è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, [30]che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà».

- Il regno è dei poveri e dei semplici. Gesù ha appena terminato di raccontare una parabola per rimarcare la necessità di non

scoraggiarsi mai. Aggiunge che il modo di pregare dei ‘suoi’ deve avere l’umiltà del

pubblicano e chiama attorno a sé dei bambini, li accarezza e li pone come metro di entrata

nel Regno. Come esempio racconta di un giovane ricco a cui Dio non poteva bastare, che non

aveva l’atteggiamento del povero e che “se ne va triste”. Pietro è veramente frastornato.

La barca è ancora lì, lasciata in riva al

lago, ormai unita alle altre barche ,

ha fatto tanta strada con il suo

Maestro, ma ancora gli sorgono dubbi

e interrogativi che, da uomo pratico,

non lo lasciano tranquillo. Tenta un

veloce esame di coscienza per

rivedere la sua posizione , per cercare

di capire se alla scuola di Gesù ha

ormai imparato a pregare, se il suo

atteggiamento è quello giusto, se il

lasciare tutto è stato un gesto

interessato o un atto di generosa

fiducia nelle mani del Padre. E Pietro,

sinceramente, capisce che il cammino

è lungo. Il suo cuore è ancora legato a

tanti scogli, ma soprattutto ha il

timore di non aver giocato bene la sua

vita, gli nasce la paura che il cambio

con il suo Gesù divenga per lui una perdita…

- Noi che abbiamo lasciato tutto cosa otterremo? (v. 28) E’ la domanda di chi cerca condizioni, di chi dà la disponibilità ma non totalmente, con

ancora il desiderio di ricevere, più che di dare. Pietro ricorda a Gesù le poche sicurezze

che hanno lasciato. Lui afferma in modo certo e sicuro (“in verità”) che nessuna scelta va

fatta senza un fine preciso, senza uno scopo e senza significato. Una vita e un operare senza motivazioni diventa sterile e povera. Quel che si lascia o si accetta è per Gesù.

Quello che i discepoli cercavano come ricompensa esisteva già. Una ricompensa data già su questa terra che avrà il suo coronamento nel tempo che verrà. Pietro non ha avuto paura, è

stato schietto. Questi dubbi continueranno ad emergere, e Pietro ogni tanto si fermerà a

chiedere: - Se non fosse vero?-

Anche dopo questa giornata Pietro avrebbe potuto pensare:

4“PERCHE’ SIGNORE MI HANNO INSEGNATO A CALCOLARE TUTTO? AD

ESSERE MOLTO ATTENTO E A FARE DI OGNI COSA UN CONTRATTO? CALCOLO

TROPPO SPESSO IL MIO LAVORO, IL MIO AVVENIRE, CERCO IL MESTIERE CHE MI

RENDE DI PIU’, CALCOLO ANCHE LE AMICIZIE CHE MI FANNO PIU’ COMODO. MA I

TUOI CALCOLI ERANO DIVERSI, MI HAi PROMESSO GLI INTERESSI DEL CENTO

PER UNO. AIUTAMI SIGNORE AD USARE IL TUO METODO, A DONARE CON LE TUE

PROPORZIONI E SOPRATTUTTO A FIDARMI DELLE TUE PROMESSE.”

Terzo passo: PIETRO RISPONDE (Lc. 9, 18-22)

[18]Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?». [19]Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto». [20]Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio». [21]Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. [22]«Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno».

Oggi vanno di moda i sondaggi e le interviste per conoscere , prima di decidere, le idee

delle persone, per agire nel modo migliore evitando dubbi e insuccessi. Gesù lo ha fatto

per primo.

- Chi sono io secondo la gente? (v. 18) Era un momento decisivo scandito dalla preghiera in un luogo solitario. Era il modo con cui

Gesù si preparava ai grandi eventi. Il segreto fino ad allora tenuto nascosto doveva

essere rivelato. La gente sapeva subito accorgersi che Gesù era un personaggio

straordinario, ma come lo erano i re o i profeti… non riuscivano ad andare oltre…

-Tu sei il Cristo di Dio (v. 20) Invece Pietro risponde con tutta la sua fede. E per la fede non conta il numero , il

sondaggio, il pensiero dominante, ciò che converrebbe fare o dire per essere ascoltati…

conta la risposta personale. Fino a quando Pietro non quantifica la sua risposta e non si

impegna a verificarla, non può ancora affermare di credere in Gesù… Solo quando, in nome

dei suoi amici e di tutta la Chiesa, dice che Gesù è il Cristo , il Figlio di Dio… allora il

Messia lo nomina “BEATO”… perchè è sempre stato umile, forse non comprendeva

TUTTO, ma ha affermato il massimo… Ci troviamo di fronte ad una dichiarazione di

felicità, in Matteo è l’unica riservata ad una persona precisa, a Pietro. Forse Pietro

testimonia, per un momento, di aver compreso e penetrato nel modo più esteso il mistero

di Gesù: Cristo e Dio, avendolo collocato nel mondo del divino.

- Tu sei Pietro (v. 21) Gesù non lascia mai nessun discorso in sospeso e porta sempre a conclusione ogni suo

progetto. Qui lo fa in modo concreto, mette Pietro a fondamento della sua Chiesa e lui,

forse, ripensa alla sua casa, alla famiglia, alla barca, ma in silenzio.. perchè qualsiasi

sorpresa, gioia o domanda viene bloccata dal segreto che chiede il Maestro.

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Quarto passo: PIETRO SI ENTUSIASMA (Lc. 9, 28-36) [28]Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. [29]E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. [30]Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, [31]apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. [32]Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. [33]Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quel che diceva. [34]Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. [35]E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo». [36]Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Prima dell’ultimo viaggio per Gerusalemme, in questo cammino di gloria e di sofferenza, di

morte e di vita, Gesù indica una vita nuova, attraverso una strada che tutti possono

percorrere.

- Gesù prende con sé Pietro Giacomo e Giovanni (v. 28) Per camminare con Gesù verso Gerusalemme occorre essere adeguatamente preparati,

disporsi a sopportare qualsiasi fatica ed incomprensione, pronti a riprendersi dopo

eventuali sbagli e cadute, sempre più immersi nella vita di Cristo e nel suo mistero. E Gesù

vuole aiutare i suoi apostoli in questo lavoro di preparazione, vuole offrire loro opportune

occasioni di crescita e, in modo particolare, desidera curare personalmente i tre amici più

intimi, facendoli partecipi di un’esperienza sensazionale. Soprattutto Pietro ha bisogno di

aiuto. Aveva appena avuto un piccolo battibecco con Gesù stesso (vedi Marco, fonte

diretta di Pietro). Aveva appena indovinato l’essenza di Gesù, Figlio di Dio, e subito

commette l’errore di protestare nel non voler accettare che Gesù parli della sua prossima

morte e resurrezione. Prima Gesù l’aveva fatto ‘Beato!’ ora lo nomina ‘Satana’.

Come per ogni uomo, la morte fa paura; alla sofferenza

Pietro non è abituato e alla resurrezione crede poco. Il

modo di pensare è umano, legato agli interessi,

dominato dalle cose che si vedono e danno successo.

Pietro ha bisogno della pazienza di Gesù, che gli vada

incontro e lo inviti a salire sul monte con Lui, per

vedere meglio, per distaccarsi dagli egoismi e dalle

comodità, per capire che al di là delle sue meschine

vedute esistono realtà stupende e meravigliose, esiste

un Dio che gli vuole parlare, esiste un mondo nuovo, un

modo diverso di fare comunità.

- Gesù sale sul monte a pregare (v. 28) La sua scuola di preghiera è pregare, appartarsi e

salire, trovare momenti di silenzio e luoghi adatti. Il

monte possiede, per tutta la Bibbia e per Gesù, una ricchezza e un significato particolare:

luogo dell’incontro con Dio e delle sue rivelazioni. Per Gesù è già stato luogo di tentazione,

6di discorsi e dello svelarsi della sua identità… e lo sarà fino alla morte in croce.

Ora sale con il capo della sua chiesa, Pietro, con chi per primo morirà, Giacomo e con il suo

confidente, Giovanni. Ma tenere il suo passo è faticosissimo, così come è stato duro

pregare con Lui nel Getzemani. I “suoi” non comprendono i momenti decisivi, né la

rivelazione che stanno per ricevere, nè i pericoli che stanno correndo. Proprio non riescono

a pregare, Gesù chiede loro allora di stargli almeno vicino. La scena della trasfigurazione

insegna che la preghiera cambia, trasfigura, illumina e trasforma tutta la persona. Questa

scena rimarrà impressa per sempre nel cuore e negli occhi di Pietro, la racconterà più volte

nella sua predicazione e la descriverà in una sua lettera: << Siamo stati testimoni oculari

della sua grandezza. Egli ricevette infatti onore e gloria da Dio Padre quando, dalla

maestosa gloria, gli fu rivolta questa voce: questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi

sono compiaciuto. Questa voce noi l’abbiamo udita scendere dal cielo mentre eravamo con

lui sul monte santo>> (2 Pt. 1, 16-18)

Pietro capisce che più prega più acquista familiarità con Dio Padre, Figlio e Spirito, sente

sempre più chiaramente la loro voce nella vita e nella storia, trasformando il suo modo di

essere, di pensare e di agire.

- Maestro è bello stare qui! (v. 33) La proposta di Pietro appare tanto stonata e fuori posto, come avesse voluto rompere un

fastidioso silenzio, che gli evangelisti, per scusarlo di tale cantonata, commentano. “Non

sapeva quel che diceva”. E’ vero, con tale affermazione Pietro avrebbe voluto fermare il

cammino di Gesù, non permettergli di proseguire verso quella scandalosa strada della

croce. Ancora occorrerà pregare e fare silenzio, meditare nel proprio cuore, perché

solamente dopo la Pasqua si potrà gridare a tutti che Cristo è risorto!

L’animo di Pietro è perfettamente umano: ha bisogno di vivere esperienze simili per dire

che con il suo Maestro ci stava bene, che quei momenti lo riempivano di gioia, che

camminare con lui dava il senso alla sua vita.

Quinto passo: IL PERDONO DI PIETRO SI MOLTIPLICA (Mt. 18, 19-22) [19]In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. [20]Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro». [21]Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». [22]E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.

Nel vangelo di Matteo Gesù sta parlando della sua Chiesa, sta descrivendo le

caratteristiche che la sua comunità deve assumere. Un Regno nel quale si entra diventando

piccoli come bambini; una famiglia dove bisogna impiegare tutte le forze per non creare

scandali , a costo di rimetterci la vita; una casa dentro la quale tutti debbono trovare

7 un posto e nessuno deve rimanere fuori; dei fratelli che si riuniscono per pregare insieme

e per rendere viva la presenza del Signore.

Ma c’è un aspetto

che, in questo

momento, sta

particolarmente a

cuore a Gesù: i

membri della sua

comunità devono

imparare ad

accettarsi, a

correggersi

vicendevolmente i

difetti, a perdonare

fraternamente le

offese, a superare i

pericoli del peccato, a vivere nell’amore.

- Quante volte Signore? (v. 21) “Va bene maestro, e’ giusto quanto dici, dobbiamo amarci a vicenda. Mi impegnerò a

perdonare mio fratello, farò di tutto per correggere quelli che sbagliano, spenderò la mia

vita per salvare coloro che vivono nel peccato. Ma questo impegno verso una persona, fino a

quando deve durare? Se la perdono e ancora mi offende? Fino a quanto dovrò continuare?

E’ sufficiente sette volte?”

Non sta chiedendo quante volte si può sbagliare, perché sa che non c’è limite all’errore

umano, vuole sapere fino a dove può arrivare la sua mansuetudine, azzardando nella

domanda una saggia risposta: un numero di volte sacro e perfetto per gli Ebrei come il

sette, può andare bene? Ancora calcoli, ancora limiti per non esagerare. Un gesto di bontà

e crede di aver fatto chissà che cosa… E Gesù ingrandisce anche le sue più ‘sacre’ misure,

assume i suoi numeri e li moltiplica all’infinito.

- Settanta volte sette! (v. 22) Gesù vuol dire a Pietro , a colui al quale ha dato le chiavi del Regno, che dovrà sforzarsi di

avere il cuore grande quasi come quello di Dio, un cuore che non conosce limiti all’ amore e

alla capacità di perdonare. Perdono che Pietro non può offrire perché prima dovrà

sperimentarlo….

Solamente se facciamo esperienza del perdono diventiamo capaci di perdonare. Solo

quando comprendiamo che Dio, per primo, ci ha perdonati, acquistiamo la forza di fare agli

altri il dono del perdono. Dopo la Pasqua Pietro scriverà ai cristiani: <<Siate tutti concordi,

partecipi della gioia e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi,

umili; non rendete male per male, né ingiuria per ingiuria, ma, al contrario, rispondete

benedicendo; poiché a questo siete stati chiamati per avere in eredità la benedizione…

Soprattutto conservate tra voi una grande carità, perché la carità copre una moltitudine di

peccati>>.

(1Pt. 3, 8-9; 4,8).

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- Ti darò le chiavi del Regno dei cieli (Mt. 16,20)

Pietro ormai è stato scelto per la Chiesa. Deve esserne il fondamento, la guida; la deve

dirigere, difendere, governare. Deve far sì che la Chiesa diventi nel mondo segno vivo della

presenza di Cristo; deve invitare gli uomini ad unirsi come pietre preziose a Cristo, pietra

viva, per edificare l’edificio di Dio. Le chiavi che Pietro tiene nelle mani devono essere

soprattutto le chiavi del perdono, della misericordia, dell’amore, perché così Cristo gli ha

chiesto, perché così Cristo ha fatto e insegnato. E la chiesa di oggi, sulla scia di Pietro,

dovrebbe aiutare gli uomini a scoprire la meraviglia del perdono e a viverne l’esperienza

concreta.

Sesto passo: PIETRO SI FA SERVIRE (Gv. 13, 1-17)

[1]Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. [2]Mentre cenavano, quando gia il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, [3]Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, [4]si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. [5]Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. [6]Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». [7]Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo». [8]Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». [9]Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!». [10]Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti». [11]Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete mondi».[12]Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? [13]Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. [14]Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. [15]Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. [16]In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. [17]Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica.

Con il racconto della lavanda dei piedi ci si ritrova, nel vangelo di Giovanni, nell’intimità del

Cenacolo, dove “l’apostolo che Gesù amava” ricostruisce e contestualizza tutti i discorsi di

addio del Maestro. Tali discorsi vengono anche ritenuti quasi un insegnamento privato, una

consegna particolare, i ricordi più intimi e le raccomandazioni di cui gli apostoli avranno più

bisogno quando saranno soli. Gesù dà inizio ai suoi discorsi con un segno , compiendo un

gesto per rendere più efficace la sua Parola, per poter concludere con somma coerenza:

“Vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi”(v. 16). Ed è l’esempio

dell’umiltà, del farsi piccolo, dell’abbassarsi verso il fratello, del fare di tutta la propria

vita un continuo servizio verso il prossimo.

- Gesù li amò fino alla fine (v.1) Ogni persona vive dei momenti particolari nella sua vita, per ognuno scocca quell’ora in cui è

chiamato a compiere dei gesti decisivi, a fare delle scelte determinanti in base alle quali

tutta la vita assume significato. Per Gesù è giunta ormai la sua “ora”, tutto il vangelo di

Giovanni ne è scandito: l’ora che ha atteso e per il quale è preparato, l’ora che lo qualifica

come Figlio di Dio e che lo porta sulla croce, l’ora della sofferenza e della glorificazione.

9Gesù vuole allora lasciare agli amici un ultimo segno del suo amore totale; ma è un segno

che non deve e non può lasciarli spettatori: li deve rendere attivi, compartecipi, perché il

mistero dell’amore sta per avere ormai il suo compimento. E quando si consuma il mistero

dell’amore –specie se questo è il mistero

di Cristo- si trasferisce nei presenti

un’onda sconvolgente che li obbliga a

delle decisioni. La loro “ORA” viene

confrontata con quella di Gesù, la loro

vita viene commisurata con la sua:

trovano qui tutti gli elementi per vedere

e giudicare se le loro azioni, i loro

desideri, i loro sentimenti, possono

essere misurati con il metro di Cristo,

che è il metro dell’amore. In questa

scena drammatica emergono due

persone: Pietro e Giuda. Hanno assistito

ambedue al gesto di Gesù, ne hanno

seguito tutti i particolari, domandandosi

il motivo di una simile azione…ed arrivano a conclusioni diverse….

- Maestro, tu lavi i piedi a me? (v. 6) Ancora una volta Gesù sceglie Pietro, i suoi piedi. L’azione è stata riportata con una

precisione estrema, ed ogni piccolo dettaglio si carica di significato. Durante il pasto, Gesù

si alza da tavola, depone il mantello, versa dell’acqua in un catino e si mette a lavare i piedi

ai suoi discepoli. Questo era un lavoro riservato agli schiavi verso i loro padroni, oppure un

servizio dei bambini verso i loro padri. La reazione di Pietro è improvvisa ed impetuosa: non

permetterà mai che il Maestro si abbassi a tanto. Emerge ancora una volta Pietro in tutta

la ricchezza del suo carattere: questo vecchio pescatore non saprà tante cose, non

comprenderà molto bene i discorsi e le parabole di Gesù, ma questa volta è deciso nella sua

generosità e soprattutto sa di dover difendere un certo decoro e una certa reputazione: il

Messia non può mettersi di fare un lavoro da schiavi! Soprattutto il Messia che tutti

aspettavano, e che forse anche lui si immaginava di seguire, un Messia potente, di un regno

grande, di un re da difendere anche con la spada!

Gesù che lo conosce bene vince ogni resistenza di Pietro cogliendolo su un punto sensibile:

“Se non ti lasci lavare, non avrai parte del mio regno”.

Accettare Gesù è accettare tutto il suo messaggio, rispettare le sue scelte anche quando

queste sono compromettenti e sconvolgono i piani di Pietro, non rispondono alle sue attese.

Il desiderio di Gesù era far partecipare Pietro del suo Regno: il regno dell’amore,

dell’umiltà, dove REGNARE è SERVIRE!!! E Pietro va da un estremo all’altro, prima aveva

dichiarato che non si sarebbe MAI fatto lavare i piedi, ora gli offre anche MANI e CAPO,

tutto di sé stesso.

- Avete capito quello che ho fatto? Pietro ha capito che la vita acquista valore solamente quando non ci si chiude in se stessi,

non si vive per i propri interessi o tornaconti, ma si apre il cuore e si offrono le proprie

10capacità al mondo per tutti quelli che stanno accanto e che hanno bisogno. La chiesa di

Gesù doveva essere pronta ad accettare la parte più umile e difficile, una chiesa chiamata

a governare servendo e a predicare amando. Semplicemente perché Lui ha dato

quell’esempio: “Pur essendo Dio, spogliò sé stesso, assumendo la condizione di servo,

facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. “ (Fil. 2, 6-8).

Settimo passo: PIETRO SPERIMENTA IL PERDONO (Mc. 14, 26-31; 53-55; 66-72) [26]E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. [27]Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, poiché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse. [28]Ma, dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea». [29]Allora Pietro gli disse: «Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò». [30]Gesù gli disse: «In verità ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte». [31]Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Se anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano anche tutti gli altri. …. …. [53]Allora condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. [54]Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del sommo sacerdote; e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. [55]Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano…………………… …….[66]Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote [67]e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fissò e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». [68]Ma egli negò: «Non so e non capisco quello che vuoi dire». Uscì quindi fuori del cortile e il gallo cantò. [69]E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è di quelli». [70]Ma egli negò di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Pietro: «Tu sei certo di quelli, perché sei Galileo». [71]Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo che voi dite». [72]Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte». E scoppiò in pianto.

Gesù ha appena celebrato la Pasqua con i suoi discepoli, hanno cantato l’Hallel della lode e

del ringraziamento; e prima di avviarsi verso l’orto degli ulivi Gesù prega il padre perché “i

suoi” abbiano la forza di superare ogni prova e difficoltà.

- Tutti rimarrete scandalizzati (v.27)

Gesù non ha mai voluto cogliere di sorpresa i suoi amici; li ha sempre preparati a tutto,

avvisati e premuniti, loro non sempre hanno compreso. Ora sa che nel suo dramma verranno

coinvolti anche i suoi amici, lo aveva predetto loro tante volte: “Vi perseguiteranno e vi

maltratteranno, credendo di dar lode a Dio… Beati voi quando diranno male di voi….pregate

per non cadere in tentazione”. Ora Gesù mette a nudo la loro paura, la loro debolezza: si

daranno alla fuga per salvare la propria pelle e lo lasceranno solo. Sembrerà che tutto

crolli, che tutto sia stato inutile, sarà la notte dello spirito. Erano convinti e credevano che

lui fosse il Figlio di Dio, gli volevano anche bene, ma non avevano il coraggio di manifestarlo

e di dirlo agli altri, erano incapaci di una decisione ferma, di una rinuncia totale.

11- Non conosco quell’uomo (v.71) Pietro protesta energicamente, fa il temerario, ma in modo incosciente, senza orgoglio. E’ il

grido spontaneo di un cuore grande e buono che in questo momento si sente capace di

tutto: “Se anche dovessi morire con te non ti rinnegherò”. L’esperienza dimostra che

contando solo sulle sue forze Pietro riesce invece a fare ben poco, o peggio, sentendosi

forte e migliore degli altri rischia di cadere ancora più in basso. Il fatto che tutti gli

evangelisti riferiscano, in modo preciso e rimarcato, il rinnegamento di Pietro è segno

evidente che Pietro stesso ne ha parlato spesso ai suoi amici, ne ha fatto oggetto della sua

predicazione, l’ha voluto ripetutamente confessare agli altri, come segno di sincera umiltà

e come richiesta di perdono a

tutta la comunità. Mentre Gesù

viene processato, Pietro vive il

suo dramma di paura e di

tormento, il desiderio di poter

fare qualcosa per il suo maestro e

di incapacità per la sua

impotenza. Gira per il cortile,

segue i movimenti di Gesù da

lontano, si avvicina al fuoco per

riscaldarsi, tenta di nascondersi

in mezzo alla gente. Ma un vero

discepolo di Gesù non può

mimetizzarsi in mezzo agli altri,

non può passare inosservato,

senza destare sospetto. Il modo di fare, l’accento del parlare, il comportamento e lo

stesso luogo di provenienza sono dei segni indicatori. Come sono belle e significative,

PIETRO, le accuse che ti vengono rivolte! <<Anche tu eri con lui! Sei un Galileo! Sei uno di

loro! Il tuo parlare ti tradisce!>>. Non esiste un rimprovero più consolante per un seguace

di Gesù: venir accusato di essere stato con lui, di essersi immedesimato nel suo modo di

fare, aver acquisito il suo accento e il suo modo di parlare. Ma tutto questo costa. E’ la

vera grazia acquistata a caro prezzo, è l’adesione totale a Gesù. E Pietro non riesce a

compromettersi, non è fedele… Per comodità, per paura, è più facile per Pietro negare, far

finta di non sapere chi sia quell’uomo…

- Pietro pianse amaramente (v.72) Dev’essere stata interminabile quell’ora durante la quale Pietro veniva interrogato sulla sua

identità. Ma per fortuna arriva, come gli era stato predetto, il canto del gallo… E’ quasi una

liberazione, è uno scoppio di pianto amaro che lo fa risentire peccatore e bisognoso della

comprensione e del perdono di Gesù. Gesù passa puntualmente, e voltandosi guardò Pietro,

“e Pietro si ricordò le parole del Signore”. Lo sguardo triste di Gesù per l’abbandono subito

è altrettanto ricolmo di immensa bontà. E’ lo sguardo incrociato di due persone che, nel

silenzio più muto, si comunicano le ricchezze più intime; è lo sguardo misericordioso di Gesù

che comprende e perdona; è lo sguardo penitente di Pietro che capisce e ricorda; è lo

12sguardo della bontà che invita a riprendere e a ricominciare, a guardare avanti; è lo

sguardo dello smarrimento che non sa fare altro che scoppiare nel pianto. Là dove Pietro è

scappato per nascondere la sua vergogna e piangere il suo sbaglio, già fin dal 5° sec. è

stata eretta una chiesa, nominata del “galli-canto”.

Dopo questa giornata Pietro avrà pensato a lungo e pregato il suo Signore:

SIGNORE, CONCEDIMI LACRIME PER PIANGERE IL MIO PECCATO,

E’ UN PECCATO DI PRESUNZIOEN E OSTENTATA SICUREZZA,

UN PECCATO DI PAURA, DI PIGRIZIA, DI COMODITA’.

E’ IL PECCATO DI RICONOSCERTI SOLTANTO QUANDO E’ FACILE,

IL PECCATO DI NON DIRE AGLI ALTRI LA TUA PAROLA,

DI NON COMUNICARE IL TUO ESEMPIO.

LASCIA SIGNORE CHE , COME QUEL GIORNO,

I MIEI OCCHI RIMANGANO FISSI AI TUOI,

E IL TUO SGUARDO RESTI SEMPRE PER ME

RIMPROVERO, PERDONO

CONSOLAZIONE , SPERANZA.

Ottavo passo: PIETRO VIDE E CREDETTE (Gv. 20, 1-9) 1]Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. [2]Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». [3]Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. [4]Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. [5]Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. [6]Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, [7]e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. [8]Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. [9]Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. [10]I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.

Gesù, un giorno ha fatto a Pietro la promessa del cento per uno, e Pietro in quei tre giorni

bui si sarà chiesto: “ E se non fosse vero? E se tutto fosse finito? Che ne faccio ora della

mia vita? Dovrò riprendere a fare il pescatore, ricominciare tutto da capo?”

- Di buon mattino, quand’era ancora buio.(v. 1)

Giovanni, con il suo simbolismo notte-giorno, tenebra-luce, coglie Pietro nel suo oscuro

momento di smarrimento e dolore. Forse Pietro cercava con ansia in che modo fosse

realizzabile la promessa di Gesù: “Non sarete soli, io sarò sempre con voi”… e mentre

tentava di sbrigliare la matassa dei suoi pensieri, arriva esterrefatta e senza più fiato

Maria di Magdala.. A Pietro capita proprio così: ad una disgrazia se ne aggiunge un’altra,

una disavventura aggrava un male già grande… Lo sconforto è totale: Maria pensa che

abbiano anche portato via il corpo di Gesù. Gli occhi sono offuscati! Il cuore è gelido nel

13suo dolore! La mente non ha più la capacità di ricordare! Pietro e Maria sono la copia dei

due viandanti di Emmaus: stanchi, tristi, lenti e tardi a credere alla parola., con gli occhi

incapaci di riconoscere Gesù.

- Pietro e Giovanni corrono al sepolcro.(v.4)

Questa fuga affannosa ed incerta di Pietro non può farci dimenticare la sua “fuga” di poco

tempo prima: Pietro era fuggito ed aveva abbandonato Gesù per paura dei giudei, ora va di

corsa a cercarlo per paura che l’abbiano portato via. Pietro che nel cortile del Sinedrio

scappava da un angolo all’altro per timore di essere riconosciuto, ora va spedito verso il

sepolcro e non gli importa che qualcuno lo possa vedere. Pietro che non ha avuto il coraggio

di dire che “era uno di quelli” , un seguace di Gesù, ora è deciso a tutto…. Anche se non

aveva ancora visto, la speranza del suo cuore che Cristo fosse vivo si stava consolidando…

Ma, senza amore sarebbe nata ancora la paura solita di Pietro, quella che non gli avrebbe

permesso di entrare, vedere e credere, invece lui aveva l’altro discepolo, “quello che Gesù

amava”… E’ Giovanni che parte con lui, gli apre la strada, lo aspetta e lo introduce nel

mistero della Resurrezione.

- Vide e credette (v.8) ….I ladri non avrebbero mai lasciato le bende per terra ed il sudario piegato, in un luogo a

parte, portando via solo i resti di un corpo…queste diventano il segno del miracolo più

grande di tutta l’umanità: è proprio vero, Gesù è risorto!

Più tardi, nel suo primo

discorso a Gerusalemme

urlerà: “Questo Gesù Dio l’ha

risuscitato e noi tutti ne

siamo testimoni”. Ora non

può ancora gridare; rimane

immobile, senza fiato, anche

se avrebbe tutta la voglia di

urlare e piangere!” Sta

guardando confuso quella

tomba vuota e quelle poche

cose rimaste…. Aspettando

di tornare dai suoi amici e di

mettersi all’opera……..

Nono passo: PIETRO MI AMI? (Gv. 21, 15-19)

[1]Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: [2]si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. [3]Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. [4]Quando gia era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. [5]Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». [6]Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. [7]Allora quel discepolo che

14Gesù amava disse a Pietro: «E' il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. [8]Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. [9]Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. [10]Disse loro Gesù: «Portate un pò del pesce che avete preso or ora». [11]Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. [12]Gesù disse loro: «Venite a mangiare». Enessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore. [13]Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. [14]Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti. [15]Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». [16]Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». [17]Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. [18]In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». [19]Questo gli disse per indicare con qu?». ale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi». [20]Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». [21]Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?». [22]Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi». [23]Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te.

- Sul mare di Tiberiade (v. 1) I fatti narrati da Giovanni dopo la Resurrezione riprendono gli elementi già incontrati nel

capitolo quinto del vangelo di Luca, la promessa fatta a Pietro nella prima pesca – ti farò

pescatore di uomini- viene qui confermata dal Signore risorto.

Assistiamo ad un nuovo momento di povertà ed incertezza: il lavoro e la pesca non danno

frutti senza il Signore. Pietro si accorge di una presenza misteriosa a riva, ma aspetta il

riconoscimento ufficiale del discepolo “che Egli amava” per gettarsi in acqua pur di

arrivare primo da Gesù.

E Gesù ha già predisposto sulla riva ciò che serviva perché l’incontro potesse diventare una

festa, un convito fraterno, il segno distintivo dei cristiani, una mensa, come nel cenacolo,

come nella moltiplicazione dei pani.

- Simone, mi vuoi bene più di tutti? (v. 15) Pietro affronta l’esame dell’amore, ma non è più sfrontato, impulsivo… questa volta si

chiude e si imbarazza, non sa adoperare altre parole se non quelle di Gesù stesso, ed

affidarsi alla sua conoscenza divina: “Signore, tu lo sai che ti amo”.

Come per dirgli: - Tu mi conosci bene, sai come sono, mi hai scelto tu, ti ho promesso tante

cose, ho sbagliato quasi sempre… Nonostante tutto , ti voglio bene, un bene immenso e sono

sempre disposto a dare la vita per te!

Gesù non vuole umiliare Pietro ricordandogli la sera del tradimento, ma vuole fargli capire

quello che è sempre stato detto nella storia sacra ogni volta in cui Dio chiama : ti ho scelto

non perché tu sei migliore degli altri o perché mi hai amato di più, ma proprio perché IO ti

ho scelto, perché IO ti ho voluto bene, perché tu possa essere fedele alla tua vocazione:

ora tu dovrai amare più degli altri.

15

- Seguimi (v.19) Gesù fa diventare Pietro capo e responsabile di tutto il gregge e questo lo porterà alla

dedizione totale, alla strada del martirio. Ciò che valeva per il Maestro ora vale per il suo

successore: “Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore ed offro la vita per le mie

pecore”.

Ora Pietro non risponde più con le parole pericolose di un tempo, risponde con la sua vita,

affida al Signore la sua disponibilità. Gesù lo invita a seguirlo, e Pietro, con un gesto

delicatissimo e amorevole gli chiede cosa fare di Giovanni, come per dirgli: -Non farmi

patire da solo, lascia che venga con me colui che mi ha fatto capire tante cose, che mi ha

aiutato a riconoscerti, che soprattutto, mi ha insegnato ad amarti!

Come a Bethsaida, all’inizio della sua nuova vita, ora Pietro segue Gesù, ma verso la strada

della Resurrezione, che passerà necessariamente dalla cima del Calvario.

L’ultima preghiera di Pietro potrebbe essere:

SIGNORE, AVREI BISOGNO CHE TUTTI I GIORNI MI CHIEDESSI

MI AMI TU?

PERCHE’ SE TU NON CI SEI, IO NON SAPRO’ AMARE.

FAMMI SENTIRE SEMPRE LA TUA PAROLA

PERCHE’ IL MIO CUORE SI

SCALDI MENTRE TU PARLI

E ARDA DEL TUO AMORE.

ALLORA IL MIO CAMMINO

DIVENTERA’ PIU’ SICURO

RICONOSCERO’ SEMPRE LA TUA

PRESENZA

AVRO’ MAGGIORI FORZE PER

SEGUIRTI.

NON LASCIARMI MAI IN PACE

CON LA TUA DOMANDA D’AMORE

FINO A QUANDO

IL TUO AMORE

NON SIA IN ME.

16

Decimo passo: PIETRO TESTIMONIA E GUARISCE

(At. 2, 14-3,10)

[14]A voi tutti che vi trovate a Gerusalemme, vi sia ben noto questo e fate attenzione alle mie parole: [15]Questi uomini non sono ubriachi come voi sospettate, essendo appena le nove del mattino. [16]Accade invece quello che predisse il profeta Gioele…. [22] Gesù di Nazaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete -, [23]dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. [24]Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. ……[32]Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. [33]Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire. ….. [36]Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!». [37]All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». [38]E Pietro disse: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. [39]Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro». [40]Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa». [41]Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone. [42]Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. [43]Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. [44]Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; [45]chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. [46]Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, [47]lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. [48]Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati. [1]Un giorno Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera verso le tre del pomeriggio. [2]Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita e lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta «Bella» a chiedere l'elemosina a coloro che entravano nel tempio. [3]Questi, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, domandò loro l'elemosina. [4]Allora Pietro fissò lo sguardo su di lui insieme a Giovanni e disse: «Guarda verso di noi». [5]Ed egli si volse verso di loro, aspettandosi di ricevere qualche cosa. [6]Ma Pietro gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!». [7]E, presolo per la mano destra, lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono [8]e balzato in piedi camminava; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio. [9]Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio [10]e riconoscevano che era quello che sedeva a chiedere l'elemosina alla porta Bella del tempio ed erano meravigliati e stupiti per quello che gli era accaduto.

Pietro ora ha capito pienamente qual è la sua missione. Sa che deve mantenere la promessa

d’amore totale al suo Maestro. Si sente completamente investito dall’incarico datogli da

Gesù risorto. E’ pronto al successo e alla sconfitta, all’acclamazione e alla critica e fra poco

sarà pronto al carcere e alle persecuzioni . Pietro ha capito soprattutto che lui è la voce, è

la pietra , è lo strumento, e chi opera è lo spirito di Dio.

- Noi tutti ne siamo testimoni.(2,32) E’ veramente bello sentire Pietro pronunciare questa parola : “Testimone!” Siamo di fronte

al Pietro completamente trasformato! Lui, il pauroso, il traditore, colui che non ha avuto il

coraggio di riconoscerlo, ora non ha più paura di nessuno , anzi ha la forza di attaccare gli

altri. Ed ecco il messaggio di Pietro e di tutta la Chiesa: GESU’ è stato tradito, è stato

17consegnato ed inchiodato, ma Dio lo ha resuscitato proclamandolo Signore. E’

questo il centro della fede cristiana! E Pietro in ogni occasione dice che loro ne sono

testimoni . Ora per lui e per tutti quelli che incontra ogni cosa è possibile…

- Cosa dobbiamo fare?(v. 37) Adesso è Pietro chiamato a rispondere. Le sue parole hanno sconvolto, hanno scosso

dall’indifferenza e lui usa le stesse parole che aveva indicato Giovanni Battista:

“Convertitevi e fatevi Battezzare!” Viene proposto un cambiamento radicale, una

conversione di rotta, una rivoluzione nella propria condotta. ll cristiano è per sua natura un

testimone, colui che ha il coraggio di dire agli altri quello in cui crede, colui che sa cogliere

le occasioni per parlare di Cristo e del suo amore.

Anche ogni gesto deve diventare un segno della presenza di Dio, un’occasione per

annunziare che il Signore è risorto, è vivo e agisce.

- Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera (3,1) I discepoli stanno mettendo in pratica i continui ammonimenti di Gesù di pregare con

insistenza, senza stancarsi mai di sentirsi uniti e figli dello stesso Padre. Stanno salendo al

tempio per questo, ma vengono interrotti nel cammino da una persona che non può salire

perché ammalata. Questa persona non poteva nemmeno entrare nel tempio, ma si

accontentava che alcuni generosi deponessero sugli scalini della porta un po’ di carità.

Pietro e Giovanni ricordano bene il l’insegnamento di Gesù sul rapporto tra l’amore di Dio e

l’amore del prossimo, e non possono arrivare al tempio senza aver portato con loro, davanti

al Signore, ogni fratello che avrebbero incontrato sulla strada.

- Pietro fissò o sguardo su di lui.(3,4) Dove c’è una persona che prega lì c’è la carità. Dove c’è un luogo dedito al culto, lì si compie

un gesto d’amore. Pietro viene attirato dal

gesto lamentevole e dallo sguardo di speranza

del povero sciancato, si ferma e fissa il suo

sguardo su di lui. E’ un gesto stupendo che

insegna a guardare i poveri con amore. Pietro,

allora invita al dialogo chiedendo a sua volta il

suo sguardo. Pietro ha ancora negli occhi i

diversi sguardi di Gesù , dalla chiamata al

perdono, ed ha imparato che le persone possono

conoscersi guardandosi in silenzio, possono

capirsi, amarsi, aiutarsi. E’ anche capace di

percepire le domande e le attese di chi sta

davanti , essendo disposti a fare qualsiasi cosa,

a dare tutto. Pietro si china e gli prende la

mano… ma anche la sua mano non possiede

niente… ha però qualcosa di più forte e

importante e quello glielo regala: “Nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina.” La

povertà di Pietro è la ricchezza di Gesù: il dono della vita, la grazia della salute, la forza

dello Spirito. Forse quel povero malato si era anche illuso di aver sentito “oro e argento”,

18non pretendeva tanto, ma ricevette cento volte tanto, la salute, la salvezza, la gioia di

poter correre e saltare, la possibilità di entrare nel tempio a lodare Dio! Con quel gesto,

quella parola viva –Cammina!- Pietro ha compreso che Gesù è sceso veramente su di loro in

Spirito ed ha veramente dato a lui e agli apostoli il dono di risanare gli ammalati.

- In nome di Gesù (3,6; 3,11ss). Pietro si preoccupa di testimoniare ai presenti che tutto ciò è avvenuto per la persona di

Cristo, e coglie questa occasione per annunciarlo di nuovo. Quello che è avvenuto non è

merito suo, egli non ha poteri personali. Pietro è stato strumento umile, mediatore

ubbidiente, colui che ha pregato e creduto. Lui è il testimone, testimonia che l’autore della

vita è stato risuscitato da Dio , è vivo , continua ad operare, ed ha appena regalato un po’ di

vita a quest’uomo che non poteva camminare.

Quello che Pietro aveva, non era suo, gli è stato donato. Quello che gli è stato donato non è

solo per lui, ha valore se lo mette a disposizione e a servizio degli altri.

A cura di

Annalisa Tundo

BIBLIOGRAFIA

Giovanni Ciravegna, “Pietro, una chiamata, una conversione”, Ed. PAOLINE

Settimio Cipriani, “La figura di Pietro”, Ed. ANCORA

Carlo Maria Martini, Il segreto della prima lettera di Pietro, Ed. PIEMME

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