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Luca 5, 1-11 Chiamata dei primi quattro discepoli 1 In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2 vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3 Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. 4 Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5 Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6 Fecero cosi e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7 Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8 Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore». 9 Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10 così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». 11 E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. ( Bibbia Cei : versione 2008 ) LETTURA (= leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)

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Luca 5, 1-11 Chiamata dei primi quattro discepoli

1In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret,

2 vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e

lavavano le reti. 3 Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di

scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. 4

Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e

gettate le vostre reti per la pesca». 5 Simone rispose: «Maestro,

abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla

tua parola getterò le reti». 6 Fecero cosi e presero una quantità

enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7 Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi

affondare. 8 Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un

peccatore». 9 Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che

erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10 così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a

Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini».11 E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

( Bibbia Cei : versione 2008 )

LETTURA (= leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)

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Luca 5, 1-11 In quel tempo, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la

folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche

ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca,

che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad

ammaestrare le folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone:

«Prendi il largo e calate le reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo

faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le

reti». E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano.

Allora fecero cenno ai compagni dell`altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi

vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. Al veder

questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore,

allontanati da me che sono un peccatore». Grande stupore infatti aveva preso lui e

tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure

Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a

Simone: «Non temere; d`ora in poi sarai pescatore di uomini». Tirate le barche a

terra, lasciarono tutto e lo seguirono

( Bibbia Cei : versione 1971 )

Esegesi Gesù traccia il suo programma a Nazaret, e i nazaretani lo respingono, poi guarisce i malati a Cafarnao ( 4, 31-44 ) e quelli di Cafarnao vogliono tenerlo con loro,

quasi sequestrarlo. Con questo nuovo episodio (5, 1-11 ), sulla riva del lago, la missione di Gesù si va precisando ed egli dalla folla anonima fa emergere alcune persone e le associa

al suo destino, cominciando da Pietro. Anche Marco ( 1, 16-20 ) e Matteo (4, 18-22 )

riportano la chiamata dei primi discepoli, e i loro racconti concordano quasi alla lettera. Luca invece procede in modo autonomo, come fa anche Giovanni ( 1, 35 ss ), e unisce alla chiamata il racconto della pesca miracolosa. Questo fatto non si trova negli altri

Sinottici, ma è raccontano da Giovanni che lo situa dopo la risurrezione (Gv 21, 1-14 ). Il racconto di Luca contiene molti elementi di teofania reperibili anche nella scena della

chiamata di Isaia. (Is 1,1ss )

STAVA PRESSO IL LAGO (1)

Poco prima (Lc 4, 18 ss ) di questa scena, Gesù aveva proclamato di essere stato

“consacrato” per annunziare il lieto messaggio ai poveri. Presso il lago, che altrove è

detto “mare”, Gesù prima di chiamare gli apostoli, insegna alla folla, che è conquistata dal

rabbi e desidera ascoltarlo. Si tratta di un ascolto non curioso e profano, ma con chiaro

significato religioso. LA PAROLA (1 ) La “parola” è il termine chiave di tutta la pericope. E’ la parola che viene annunziata, è sulla parola che Pietro getta la rete e ancora sulla parola di Gesù che con i

compagni lascia tutto e segue Gesù.

SULLA BARCA, CHE ERA DI SIMONE (3 ) Gesù aveva insegnato nella sinagoga, ora insegna nel lago, sulla barca di Simone,

che già aveva accolto Gesù nella sua casa (4, 38 ).

PRENDI IL LARGO E CALATE LE RETI (4 ) Sembra di sentire il comando fatto ad Abramo: “Esci dalla tua terra”. L’ordine di

calare le reti è al plurale, perché con Pietro si trovano anche Giovanni e Giacomo e,

secondo Marco 1, 16, anche Andrea.

MAESTRO ( 4 ) Pietro usa la parola “maestro” ( “epistata” ), e non “rabbi”, per sottolineare la

potenza di Gesù che aveva già esperimentata a casa sua, nella guarigione della suocera ( 4,

38).

SULLA TUA PAROLA ( 4 )

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Si fida di Gesù, come Abramo e conta sull’efficacia della sua parola. Anche

altrove troviamo la certezza che la parola di Gesù ha autorità: “ Che parola è mai questa che

comanda agli spiriti immondi …ed essi se ne vanno” ( 4, 36 ) “ La sua parola possedeva

autorità” ( 4, 32 ).

UNA QUANTITA’ ENORME ( 6 ) Le reti che quasi si rompono, le barche che quasi affondano presentano bene

l’incontro decisivo con Gesù. Il prodigio colpisce profondamente i pescatori: essi sono presi

da profondo timore religioso e si accorgono di trovarsi alla presenza del “Signore”. Lo

stesso timore e la dichiarazione di indegnità che fa Pietro troviamo nel brano che racconta la

vocazione di Isaia.

SIMON PIETRO ( 8 ) Simone, cui viene aggiunto il soprannone di “Pietro”, che riceverà da Gesù in 6, 14

quando gli cambierà il nome, riconosce nel maestro, che ha dato l’ordine, il “Signore” e nel

tempo stesso coglie la sua indegnità: “sono un peccatore” . Il peccatore Pietro è uno dei

peccatori che Gesù è venuto a salvare.

GRANDE STUPORE ( 9 ) Tutti sono restati sbalorditi per la pesca abbondante. E qui vengono nominati

Giacomo e Giovanni.

NON TEMERE ( 9 ) Gesù dissipa ogni timore e promette a Simone una nuova occupazione: dovrà

essere pescatore di uomini. La stessa cosa Gesù propone, anche se non è detto

espressamente, a Giacomo e Giovanni.

LASCIARONO TUTTO E LO SEGUIRONO ( 11 ) I discepoli lasciano tutto e seguono Gesù. Confrontando questo episodio con

Giovanni 1, 35-51 si capisce che la risposta non è stata istantanea, ma meditata. Luca

sottolinea il radicalismo della sequela. Su di essa l’evangelista calcherà la mano anche

altrove: il pubblicano Levi lascia tutto e va dietro il Maestro (5, 28 ); per seguire Cristo

bisogna rinunziare a tutti i beni ( 14, 33 ).

IL RACCONTO DI GIOVANNI ( 21, 1-14 )

Anche Giovanni racconta la pesca miracolosa, ma la situa dopo la risurrezione.

Non sappiamo quale dei due racconti è meglio collocato. I due racconti hanno punti in comune e sottolineature diverse: In comune: l’inutilità del lavoro senza Gesù, le reti gettate

al comando di Gesù, Simone come principale attore. Le differenze: la collocazione in

momenti diversi, in Luca associato alla chiamata, in Giovanni alla risurrezione; in Giovanni

appare la figura della Chiesa e Gesù che agisce per mezzo dei discepoli.

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MEDITAZIONE (=meditare con attenzione e ascoltare con amore)

PER CHI GESU DORME E PER CHI VEGLIA "Montato su una delle barche, che era di Simone, lo pregò di scostarsi un poco da

terra" (Lc 5,3). Appena il Signore ebbe operato alcune guarigioni, il luogo non fu piú

sufficiente a trattenere la folla dal desiderio di essere risanata il tempo. Cadeva la sera, ma la

folla lo seguiva; incontra il lago e la folla gli è da presso; per questo Gesù sale sulla barca di

Pietro. E` questa la barca che, secondo Matteo, è scossa dalle onde, e che, secondo Luca, si riempie di pesci, perché tu riconosca gli inizi così tempestosi della Chiesa, e i tempi

successivi cosí fruttuosi. I pesci sono infatti coloro che navigano nel mare della vita. Là,

Cristo dorme ancora presso i discepoli, qui egli dà ordini; dorme per coloro che tremano,

veglia tra quanti sono già fortificati. Ma dal Profeta hai già sentito dire in qual modo dorme

Cristo: "Io dormo, ma il mio cuore veglia" (Ct 5,2). (Ambrogio, In Luc. 4, 68-72)

CRISTO COMANDA AI VENTI Opportunamente san Matteo non tralascia di testimoniare la manifestazione della

potenza divina, quando narra che Cristo comanda ai venti (cf. Mt 8,26). Non si tratta

infatti di scienza umana - come avete udito dai Giudei quando dicevano: «Con una parola

comanda agli spiriti» - ma c`è il segno della potenza celeste, allorché il mare agitato si calma,

gli elementi obbediscono all`ordine della voce divina, gli oggetti insensibili acquistano il

senso dell`obbedienza. Il mistero della presenza divina si rivela quando i flutti del mondo si calmano, quando una parola sconfigge lo spirito immondo: ma questo aspetto non

sopprime l`altro, ma l`uno e l`altro vengono esaltati. Riconosci il miracolo nel

comportamento degli elementi, l`insegnamento nei misteri. (Ambrogio, In Luc. 4, 68-72)

LA CHIESA CONDOTTA DA PIETRO Benché il Signore comandi agli altri di gettare le reti, solo a Pietro dice: "vai al

largo" (Lc 5,4), cioè avventurati nel mare profondo delle dispute. Che cosa c`è infatti di

cosí alto come vedere l`altezza dei misteri, riconoscere il Figlio di Dio, proclamare la sua

divina generazione? Sebbene lo spirito umano non possa comprenderla pienamente con la

penetrazione della ragione, tuttavia la pienezza della fede può abbracciarla. Infatti, anche se

non mi è concesso di sapere come egli è nato, tuttavia non mi è permesso ignorare il fatto che

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egli è nato; ignoro il modo della sua generazione, ma ne riconosco la verità. Non eravamo là,

quando il Figlio di Dio era generato dal Padre; ma eravamo là quando dal Padre fu dichiarato Figlio di Dio. Se non crediamo a Dio, a chi crediamo? Tutto ciò che crediamo, lo

crediamo per avere visto o per avere udito. Ebbene, la vista sovente si inganna, ma l`udito fa

fede. Vogliamo discutere della veridicità del testimone? Se attestassero persone dabbene,

giudicheremmo sconveniente non creder loro: qui Dio afferma, il Figlio prova, il sole che si

eclissa lo riconosce, la terra tremando lo testimonia (cf. Mt 27,45-51; Lc 23,44).La Chiesa è condotta da Pietro nel mare alto delle dispute, per vedere, da un lato, il Figlio di Dio che

risorge, e dall`altro lo Spirito Santo che si effonde. Che cosa sono le reti dell`apostolo, che il

Signore gli ordina di gettare, se non il significato delle parole, il senso del discorso, le profondità delle dispute, che non lasciano piú sfuggire coloro che ne sono presi? Ed è

giusto che gli strumenti della pesca apostolica siano le reti, perché le reti non fanno morire

chi vi è preso, ma lo conservano, lo traggono dalle profondità alla luce e dal fondo conducono

in alto chi fluttuava sott`acqua. (Ambrogio, In Luc. 4, 68-72)

UOMO, GLORIA DI DIO Conosci dunque te stessa, o anima bella: tu sei l`immagine di Dio. Conosci te

stesso, o uomo: tu sei la gloria di Dio. Ascolta in qual modo ne sei la gloria. Dice il Profeta:

"La tua scienza è divenuta mirabile provenendo da me", cioè: nella mia opera la tua maestà è

piú ammirabile, la tua sapienza viene esaltata nel senno dell`uomo. Mentre io considero me

stesso, che tu cogli anche nei pensieri segreti e negli intimi sentimenti, io riconosco i misteri

della tua scienza. Conosci dunque te stesso, o uomo, quanto grande tu sei e vigila su di te

perché, una volta o l`altra, incappando nei lacci del diavolo che ti dà la caccia, tu non ne

divenga preda, perché tu per caso non finisca nelle fauci di quel tetro leone che ruggisce "e

va in giro cercando chi divorare". (Ambrogio, Hexaemeron, 6, 50)

PESCATORI DI CRISTO Tu sei pescatore di Cristo, al quale si dice: "Da questo momento darai la vita agli

uomini". Getta le tue reti, getta i tuoi sguardi, getta le tue parole, cosí da non opprimere

nessuno, ma da sostenere chi vacilla. "Bada", dice, "a te stesso". Sta` saldo per non cadere,

corri in modo da guadagnare il premio, gareggia così da resistere sino alla fine, perché la

corona è dovuta soltanto a un combattimento regolare. Tu sei un soldato: spia con attenzione

il nemico, perché di notte non strisci sino a te; sei un atleta: sta` piú vicino all`avversario con

le mani che con il volto, perché non colpisca il tuo occhio. Lo sguardo sia libero, astuto

l`incedere per stendere a terra l`avversario quando ti si precipita contro, per serrarlo fra le

braccia quando si ritrae, per evitare le ferite con la vigilanza dello sguardo, per impedirle

assalendolo con decisione. Se poi sarai ferito, bada alla tua salute, corri dal medico, cerca il

rimedio della penitenza. Bada a te stesso, perché hai una carne pronta a cadere. Venga a visitarti, medico buono delle anime, la parola divina, sparga su di te gli insegnamenti del

Signore come rimedi salutari. Bada a te stesso, perché le parole celate nel tuo cuore non

siano inique; serpeggiano infatti come veleno e causano contagi mortali. Bada a te stesso,

per non dimenticare Iddio che ti ha creato e non pronunciare inutilmente il suo nome.

(Ambrogio, Hexaemeron, 6, 50)

NON TEMERE Quando lo stupore e l`ammirazione si impadronirono di Simon Pietro e dei suoi

compagni e l`animo tutto si raccolse su quei fatti straordinari, Pietro, comprendendo che ciò

non poteva essere opera dell`umana forza, umilmente si gettò ai piedi di Cristo

riconoscendo in lui il suo Signore, dicendogli: "Signore, allontanati da me che sono un

peccatore" (Lc 5,8s) e non sono degno di stare in tua compagnia. Allontanati da me, poiché

sono un comune mortale, mentre tu sei il Dio-uomo; io peccatore, tu santo; io il servo, tu il

Padrone. Quante cose mi dividono da te: la debolezza della mia natura, l`abiezione della

colpa, il peccato. Si considerò indegno di trovarsi in presenza di una persona così santa.

Questo dimostra quanto si debba temere di toccare le cose sante, di stare attorno all`altare e di

accostarsi all`Eucaristia. Cristo, però, confortò Pietro spiegandogli che pescare voleva dire

essere pescatori di uomini e questo avrebbe dovuto fare. Gli disse dunque: Non aver paura,

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non meravigliarti, ma piuttosto rallegrati e credi che sei destinato ad una pesca piú

grande: avrai un`altra barca e altre reti. Finora hai preso i pesci con le reti, d`ora in poi - cioè

in un prossimo futuro - prenderai gli uomini con la parola, e con la dottrina salutifera li

condurrai sulla via della salvezza, poiché tu sei chiamato al servizio della Parola. (Ludolfo il

Certosino, Vita Dom. Christi, 1, 29)

PESCA ABBONDANTE In Pietro - che per tutta la notte nulla aveva preso, ma dopo aver gettato le reti alle

parole di Cristo fece una pesca abbondante, eppure nelle parole: "Signore, allontanati da

me che sono un peccatore", non si attribuisce altro che la colpa - abbiamo l`immagine di

colui che predica il Vangelo. Quando fa assegnamento soltanto sulla propria forza, non ricava

alcun utile, sostenuto però dalla potenza divina ottiene grandi frutti. Pietro si gettò ai piedi di

Gesú dopo aver catturato una enorme quantità di pesci.

Questo ci insegna che il predicatore, catturando con la sua eloquenza un gran numero di uomini, deve umiliarsi interamente davanti a Dio e a lui deve riconoscere ogni

cosa, a sé invece nulla se non gli errori. Allora troverà forza nel Signore che gli dirà: Non

aver paura, avrai in futuro un successo ancora piú grande: d`ora in poi catturerai un maggior

numero di uomini. (Ludolfo il Certosino, Vita Dom. Christi, 1, 29)

LIBERI DA TUTTO La scelta dei pescatori (cf. Mt 4,18-22) illustra l`attività del loro futuro incarico

derivante dal loro mestiere umano: gli uomini, alla stregua dei pesci tirati su dal mare,

debbono emergere dal secolo verso un luogo superiore, ossia verso la luce del soggiorno

dei cieli. Abbandonando mestiere, patria, casa, ci insegnano, se vogliamo seguire Cristo, a non essere trattenuti né dall`inquietudine della vita nel mondo, né dall`attacamento alla casa

paterna. La scelta di quattro apostoli all`inizio, insieme alla veracità dei fatti, dal momento

che questi sono effettivamente avvenuti, prefigura il numero futuro degli evangelisti. (Ilario di Poitiers, In Matth., 3, 6)

IL MISTERO DELLA BARCA Con questa barca si realizza una pesca straordinaria, il cui risultato va oltre le

possibilità della barca stessa tanto che bisogna chiamarne un'altra in aiuto. In essa si esplica l'atto di fede in Gesù. Da essa viene un preciso appello a un modo totalmente nuovo di

essere «pescatori». Andando un po' al di là dei fatti esterni, si può dire che in questa barca si vive un quotidiano che oscilla tra i fatti e l'evento che si cela dietro di essi, tra il mistero e

i suoi segni di manifestazione: ciò che avviene in questa barca è più profondo di ciò che si

vede con gli occhi del corpo. Nel mistero della barca splende il mistero stesso di Cristo: in

essa egli opera con la parola (annuncia — lancia inviti) e con la potenza della sua persona

(compie il miracolo); e ciò che ne risulta è una nuova dimensione della storia. Gli uomini si qualificano e ricevono un'identità nuova: Simone diventa Simon Pietro ; egli e i suoi

amici diventano «pescatori di uomini», scoprendo un'identità precisa: seguire Cristo

svolgendo un compito ben definito nei confronti degli altri uomini. La vocazione del

cristiano può specificarsi su mille strade diverse, ma il fondamento è sempre lo stesso: la sequela di Cristo in un compito per l'uomo. Dal missionario al contemplativo non vi può

essere radice vocazionale diversa, pena lo scadere in un misticismo disincarnato o in un

impegno sociale tutto orizzontale. (Giovanni Giovini )

IL DISEGNO DI GESU’ Quali garanzie di riuscita in un compito così sproporzionatamente grande per loro

semplici pescatori? Da loro l'esperienza della forza della sua parola: una pesca così

straordinaria rende evidente il potere di quella parola. Da gente del mestiere essi mettono

puntualmente in risalto tutti i particolari. Il tempo: era di giorno, la pesca si fa di notte; la

quantità di pesci: le reti stavano per strapparsi; chiedono aiuto all'altra barca: quasi

affondavano. Il fatto è così enorme che li lascia sconvolti. Dunque la garanzia è la persona e la parola di Gesù: hanno visto la sua forza, possono fidarsi, possono credere. Il disegno di

Gesù è chiararmente abbozzato; sul lago di Genezaret c'è il primo embrione del popolo di

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Dio: le folle, gli apostoli, il capo Pietro, al centro Gesù Cristo e la sua parola, per una

missione precisa. Forse non hanno capito tutto subito, ma gli atteggiamenti fondamentali ci

sono: credono alla parola di Gesù, con umiltà; accettano la sfida che ha loro posto il Maestro;

abbandonano le reti e lo seguono. (Giovanni Gallo )

GETTATE LE RETI L'ordine di Gesù agli apostoli («Gettate le reti») li coglie in un momento in cui

sono stanchi e sfiduciati: «abbiamo lavorato tutta la notte e non abbiamo preso nulla».

Quando Giovanni Paolo II insisteva sulla nuova evangelizzazione in fondo ci poneva lo stesso ordine di Gesù: «Gettate le reti»; i pescatori di uomini oggi siamo noi. Anche nella

comunità cristiana si trova spesso un diffuso atteggiamento di stanchezza e di sfiducia e

non mancano i motivi, come non mancavano per gli apostoli: abbiamo lavorato tanto e non

abbiamo preso niente. Parrocchie che vedono diminuire di anno in anno la gente che

frequenta la Chiesa; genitori che vedono i figli allontanarsi dalla fede e dalla pratica religiosa,

nonostante i loro insegnamenti e i loro esempi; sul piano sociale e politico abbiamo

insegnato, predicato, formato e vi sono questi risultati. Eppure il papa ci dice: gettate la rete, la nuova evangelizzazione. La fiducia non è nella nostra fatica e nell'efficienza delle

nostre iniziative (quella notte non hanno preso nulla: eppure erano bravi pescatori) ma nella

presenza e nella parola di Gesù: Egli è capace di far cambiare le cose. Ma quando? I tempi

sono nelle mani di Dio. Alle volte altri è chi semina e altri chi miete. Comunque a noi tocca

seminare, gettare le reti: nella famiglia, nella scuola, nella parrocchia, nei gruppi giovanili,

nella formazione socio-politica, con fiducia. ( Giovanni Gallo )

GESU’ IL MAESTRO Il brano evangelico presenta Gesù intendo a parlare alle folle come uno che

ammaestra , che si presenta come “maestro” della gente, e non solo come un “rabbi”

ebraico. L’insegnamento di Gesù è un fatto nuovo, è un modo nuovo e immediato di

annunziare la volontà di Dio. Lui stesso è la “Parola” eterna rivolta verso Dio e

pronunziata sul mondo, che svela il libero e salvifico volere di Dio. Perciò il ministero di

Gesù, “Maestro” e “Parola” non è solo al principio del ministero apostolico, ma ne è anche

il perenne criterio interiore. Dice S. Agostino: “ Le vostre orecchie sono toccate dal suono

delle mie parole, ma il maestro è interiore. Noi possiamo istruirvi con il rumore della nostra

voce ma se non c’è, al di dentro, qualcuno che vi ammaestra, il rumore che noi facciamo è

vano. Fuori abbiamo i maestri, ma la cattedra di colui che istruisce è nei cieli”. Viene così a

galla un guidare alla verità che dà forma alla parola Dio dentro il nostro cuore: ascoltare la parola di Dio è obbedire, è convertirsi alla Parola che dischiude dentro di noi tutte le sue

ricchezze. Nasce, attorno al Maestro interiore, l’esperienza della fede, decisiva del vivere

cristiano. (Gianni Colzani )

DISCEPOLI DI GESU’ PER VOCAZIONE Presentato a Nazaret il suo programma, Gesù inizia il suo cammino di predicatore

itinerante compiendo gesti di liberazione ( miracoli ). Ma subito sceglie e chiama alcune persone in modo particolare, perché camminino con lui: sono i discepoli, e tra essi in primo

piano, Pietro. Quella raccontata dal brano del Vangelo di oggi è appunto una scena di vocazione, parallela alle grandi vocazioni profetiche dell’Antico Testamento, come quella di

Isaia narrata nella prima lettura. Qui, come là, tutto parla della Parola di Dio. Sulla parola di Gesù, Pietro getta le reti al largo, anche se lo specialista della pesca è lui e non

Gesù, artigiano dell’entroterra. Sulla parola di Gesù lui i suoi tre compagni lasciano tutto e

lo seguono. Si comincia con Gesù che annunzia la parola di Dio alla folla che si accalca

presso il lago e si finisce con la parola di Gesù che garantisce l’efficacia della missione dei

discepoli. La chiamata sta in mezzo.( Giovanni Saldarini )

VOCAZIONE MATRIMONIALE E’ la vocazione della maggioranza, di quasi la totalità degli uomini e delle donne. E’ un modo eccelso di esprimere e di vivere la fondamentale vocazione all’amore e

il mistero dell’alleanza di Dio con l’umanità. La vocazione matrimoniale è una chiamata ad esprimere con la vita la gioia, la comunione, l’amore: l’amore dei coniugi deve rivelare

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l’amore di Dio per l’umanità, la loro gioia le conseguenze dell’amore vero, la loro vita deve

invitare a vivere in comunione. I coniugi cristiani, che come tutti i credenti hanno la

vocazione di annunciatori del Vangelo, sono chiamati a fare della loro famiglia un piccola

chiesa, luogo di santità.

VOCAZIONE SACEDOTALE E RELIGIOSA Alcuni sono chiamato ad impegnarsi a tempo pieno nel servizio della Chiesa e nell’annunzio del Vangelo. Chiamati, come tutti gli uomini, a fare della loro vita un dono di

amore, fanno per vocazione una scelta particolarmente totalitaria per Gesù e dedicano

tutta l’esistenza all’annunzio della sua buona Novella, rinunziando anche alla famiglia per

dedicarsi completamente alla missione cristiana di annunziare Cristo con la vita e con la

parola.

NON TEMERE

Simone ha paura: quando Dio si avvicina è per cambiare le cose, e siccome le

cose le cambia servendosi di noi, è evidente che l’avvicinarsi di Dio significa che qualcosa

deve cambiare in noi. Anche Isaia ha paura…. Come si può lavorare per conto di Dio se siamo peccatori? Come possiamo sperare di far passare la parola di Dio se il popolo che

ascolta è un popolo di peccatori?

Simone ha paura e Gesù dice: “ Non temere”… Ciò non significa che il peccato

non esiste… significa che il peccato non può essere assunto come un motivo per

allontanarsi da Dio o neutralizzare la sua presenza. Irrigidirsi stanchi e delusi sul proprio

ricorrente peccato vuol dire crearsi un alibi per evitare l’impegno. Gesù dà fiducia, affida un incarico, chiama al lavorio per radunare le folle attorno

a lui. Noi ci stanchiamo così in fretta, siamo così presto delusi degli altri e più ancora di noi

stessi. E ci fermiamo. Gesù offre sempre una possibilità, crede in noi più di quanto

riusciamo noi a credere in noi stessi. “Lasciarono tutto e lo seguirono”. Il quadro si dissolve su questa nota finale:

restano due barche a ricordare un lavoro, una vita e il luogo, il momento in cui questo lavoro

e questa vita sono cambiati… Seguono Gesù. Non c’è più niente. C’è solo lui e quelli che lo seguono. La storia non è finita, il sipario non cala, il quadro è aperto. Tra quelli che lo

seguono ci siamo anche noi. (Domenico Pezzini )

INTERROGATIVI L’uomo per natura è chiamato ad amare, è fatto per donare. Vivere da egoisti non è

solo mettersi contro Dio e i fratelli, ma anche mettersi contro se stessi e fallire la vita. Ne

sono convinto? Quando Dio irrompe nella vita dell’uomo, sconvolge i suoi piani, sradica sicurezze,

domanda rinunzia a progetti individualistici e ci proietta verso un amore grande. Ho sentito

Dio irrompere in me? Ho veramente compreso che ogni cristiano, per il solo fatto di essere battezzato,

fa parte della stirpe dei testimoni di Cristo, dei messaggeri del Vangelo? Vedo il matrimonio

come una vocazione all’amore vicendevole e a testimoniare l’amore di Dio verso il mondo

e la famiglia come una piccola chiesa, in cui crescere nella santità?

PREGHIERA (= pregare la parola)

Page 9: Luca 5, 1-11 - donboscoparrocchia.pcn.net · Luca 5, 1-11 In quel tempo, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare

• Signore Gesù. infondi in noi la luce del tuo Santo Spirito, affinché siamo conquistati e sedotti

dalla tua Parola, deposta nei nostri cuori. Fa' che le siamo fedeli sia nella vittoria che nella

sconfitta, nelle gioie e nei dolori dell'esistenza, e siamo presso i nostri fratelli i messaggeri

coraggiosi e disinteressati del tuo Vangelo. ( Suore Benedettine Mater Ecclesiae )

• O Dio di infinita grandezza, che affidi alle nostre labbra impure e alle nostre fragili mani il

compito di portare agli uomini l’annunzio del Vangelo, sostienici con il tuo Spirito, perché

la tua parola. accolta da cuori aperti e generosi, fruttifichi in ogni parte della terra. ( Colletta 5

perannum C )

• Signore Gesù, oggi, come «in quei giorni» del tuo ministero a Nazaret, tu stai in mezzo a noi,

tuoi familiari, come uno straniero. Straniero al nostro cuore che, malato di timore e

diffidenza, non si apre al dono della tua presenza, della tua parola inedita, della tua semplice

verità. Non siamo forse anche noi, nonostante le nostre presunzioni di sapere e di voler

verificare, «gente testarda e pagana nel cuore e nelle orecchie»? Cerchiamo la verità, ma

non vogliamo accogliere quella che non coincide con le nostre idee; vogliamo un

salvatore, ma non lo riconosciamo se non è secondo le nostre aspettative; cosi resistiamo allo

Spirito di verità, rifiutiamo gli autentici profeti; mettiamo a morte il Giusto. A causa delle

nostre orgogliose prevenzioni e delle nostre ostinate chiusure alle imprevedibili visite di

Dio, noi ci scandalizziamo di te, Signore Gesù, e ti mettiamo ai margini della nostra vita.

Tutto questo potrebbe avere un esito tragico. ( S. Benedettine Mater Ecclesiae )

• Noi ti scacciamo fuori dai nostri confini, ti escludiamo dalle nostre città, ti chiudiamo le porte

delle nostre case per non dover prendere sul serio le tue parole, per non doverci scontrare con

il mistero della tua persona. Ma tu prosegui il tuo lungo cammino di croce, tu misuri con i

tuoi passi risoluti tutte le nostre strade, e sali a Gerusalemme dove ti attende il rifiuto più

assurdo dal popolo a cui, ogni giorno, tendi le mani dalla croce. ( S. Benedettine Mater

Ecclesiae )

• Serba in eterno la tua fedeltà, o Signore: agli oppressi rendi giustizia, all'affamato procura il suo

cibo, i ceppi spezza a chi è prigioniero: apri gli occhi ai ciechi, Signore! ( David Maria

Turoldo)

• In te mi rifugio, Signore, ch'io non resti confuso in eterno. Liberami, difendimi per la tua

giustizia, porgimi ascolto e salvami. Sii per me rupe di difesa, baluardo inaccessibile, poiché

tu sei mio rifugio e mia fortezza. Mio Dio, salvami dalle mani dell'empio. Sei tu, Signore, la

mia speranza, la mia fiducia fin dalla mia giovinezza. Su di te mi appoggiai fin dal

grembo materno, dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno. Dirò le meraviglie del

Signore, ricorderò che tu solo sei giusto. Tu mi hai istruito, o Dio, fin dalla giovinezza e

ancora oggi proclamo i tuoi prodigi. ( Dal salmo 70)

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• All'ombra della tua croce condotti dalla tua piissima Madre, veniamo a rifugiarci e umilmente

t'imploriamo: Per le nostre molte dispersioni che ci rendono distratti e smemorati, Signore,

pietà.

• Per le nostre presunzioni e leggerezze che ci portano a giudicare solo dalle apparenze,

Signore, pietà.

• Per le nostre paure camuffate di prudenza che ci tengono schiavi di noi stessi, incapaci di

donarci e di accogliere, Signore, pietà.

• Per il nostro egoismo e le nostre freddezze che ci precludono l'esperienza profonda dell'amore,

Signore, pietà.

• Per i nostri molti rifiuti e vili tradimenti, per le nostre sorde violenze e le nostre aggressive

difese davanti al tuo amore disarmato, Signore, pietà.

• Per le nostre responsabilità riguardo a tutte le ingiustizie e le sopraffazioni che si compiono

nel mondo verso i deboli e gli indifesi, Signore, pietà.

• Per la grazia della Parola che ogni giorno sciupiamo perché abbiamo il cuore indurito e la

mente piena di superbia, Signore, pietà.

• Per la disistima che abbiamo verso quelli che ci vivono accanto e la noncuranza dei loro diritti

e bisogni, Signore, pietà.

• Per la parzialità dei nostri giudizi e la disattenzione a chi non ha prestigio, Signore, pietà.

• Per tutti i nostri pensieri e sentimenti inconfessati e non trasparenti alla tua luce, non

conformi al tuo volere, Signore, pietà.

• Degnati, Signore, di donarci una fede semplice, umile e pura, che sappia riconoscere le tue

visite di salvezza e rendere gloria al tuo santo nome. ( S. Benedettine Mater Ecclesiae )

• Signore, libera la nostra fede dal bisogno di «miracoli», e nutrila invece con l'energia che

nasce dall'affidarci alla forza pura e trascinante della tua parola.

• Signore, che hai scelto «ciò che nel mondo è debole per confondere i forti» (ICor 1,27), libera

la nostra fede dalla paura della «debolezza».

• Signore, libera la nostra Chiesa dall'illusione di possederti, e dal rischio conseguente di

ignorarti: donaci di accogliere con attenzione e riconoscenza quelli di «fuori» che mettono

in questione la nostra fede e ci insegnano a riscoprirti.

• Salve, Madre della gioia celeste; salve, tu che alimenti in noi un gaudio sublime; salve, sede

della gioia che salva; salve, o mistico luogo della gioia ineffabile, salve, o tu che ci offri la

gioia perenne. Chi potrebbe descrivere il tuo splendore? Chi potrebbe raccontare il tuo

mistero? Tu hai superato ogni creatura; noi ti acclamiamo: salve, o piena di grazia! (Sofronio

di Gerusalemme;

CONTEMPLAZIONE ( = silenziosa accoglienza della parola di Dio)

AZIONE ( = assunzione di impegni concreti )

Viviamo continuamente secondo la vocazione che tutti abbiamo dal Signore.

5 Domenica durante l’anno: C

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