I Continenti Perduti

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on Nel testo Mondo Aurorale di Primordia Ed. queste tematiche vengono approfondite I CONTINENTI PERDUTI, LA LUNA E LE CESURE EPOCALI Silvano Lorenzoni Edizioni Primordia Introduzione 1. Atlantide, Mu, Lemuria, Gondwana, Iperborea 1.1 Note introduttive 1.2 Atlantide 1.2.1 L'Atlantide classica 1.2.2 Le 'colonie' atlantidee 1

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I continenti perdut

Transcript of I Continenti Perduti

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Nel testo Mondo Aurorale di Primordia Ed. queste tematiche vengono approfondite

I CONTINENTI PERDUTI, LA LUNA E LE CESURE EPOCALISilvano Lorenzoni

Edizioni Primordia

Introduzione

1. Atlantide, Mu, Lemuria, Gondwana, Iperborea

1.1 Note introduttive

1.2 Atlantide

1.2.1 L'Atlantide classica

1.2.2 Le 'colonie' atlantidee

1.2.2.1 Generalit

1.2.2.2 I megaliti

1.2.3 Le 'Atlantidi-Ersatz'

1.2.3.1 Generalit

1.2.3.2 L'Atlantide nel Mare del Nord di Jrgen Spanuth

1.2.3.3 Le 'Atlantidi' sotterranee

1.3 Mu

1.4 Lemuria

1.5 Gondwana

1.6 Iperborea

1.7 Qualche conclusione

2. Welteislehre - la Luna, arbitra dei destini umani

2.1 La Welteislehre

2.2 'Umanit' arcaiche e catastrofi cosmiche

2.3 La Luna, arbitra dei destini umani

2.3.1 Metafisica lunare

2.3.2 Luna metafisica e Luna astronomica

3. Cesure epocali

INTRODUZIONE

Al lettore non sar forse sfuggito come nella letteratura fantascientificae, in generale, fantastica, affiori ripetitivamente il tema del 'dopo': delmondo che ci sar dopo questo, destinato necessariamente al dissolvimento,con obliterazione della presente civilt e modo di vita. Questo

tema non tanto nuovo: ai tempi della 'guerra fredda', il 'dopo' era generalmentepresentato come il post-olocausto nucleare, a sua volta prospettato come un'fenomeno della natura', per prevenire il quale non c'era niente da fare.Adesso, la tematica del post-catastrofe ecologica si fa avanti sempre piinsistentemente - non senza una valida ragione - presentata anche quellacome qualcosa di 'inevitabile'. Il fatto che masse crescenti di genti civiliaccettino supinamente questo tipo di cose come 'fenomeni della natura' diper s un indicatore addizionale che effettivamente stiamo andando incontroa un'epoca di stravolgimento esistenziale: a una cesura nel tempo.Sotto queste condizioni stato ritenuto utile di riproporre la casisticadei 'continenti perduti' - 'inabissati' -, ma affrontandola sotto punti divista totalmente diversi da quelli semplicemente storici o fantascientifici o sensazionalistici - generalmente adottati nellaletteratura corrente. Sull'Atlantide esistono 20 - 25.000 pubblicazioni, fralibri e opuscoli (pochissime, spesso quasi niente, sugli altri 'continentiperduti'). A questa pletora di carta stampata non sarebbe stato certo ilcaso di aggiungere, se non si avesse avuto la convinzione di avere da direqualcosa di nuovo e di diverso.Questo libro, originalmente, doveva fare da appendice a un altro,sull'argomento dell'equilibrio antropocosmico, che lo scrivente ha inprogetto e che sar probabilmente completato nel prossimo futuro. Si poioptato per una stesura separata per non appesantire eccessivamente queltesto e anche perch quello dei 'continenti perduti' un tema che puessere trattato indipendentemente e che possiede un suo specifico interesse.

Sandrigo, 24-30.01.01

1. ATLANTIDE, MU, LEMURIA, GONDWANA, IPERBOREA

1.1 Note introduttive

Come schema strutturale - come 'struttura portante' o paradigma -, per unesposto generale dell'argomento dei 'continenti perduti', si pu adottarequello ammesso dalla letteratura teosofica (1). L si prospetta unasuccessione di 'razze radicali', o 'razze madri', a ognuna delle quali sipresume sia corrisposto uno specifico habitat - 'continente'; 'mondo' -destinato alla lunga alla distruzione catastrofica, per inabissamento oconflagrazione vulcanica, come conseguenza di sconvolgimenti naturali;facendo cos posto alla seguente 'razza radicale', abitante di un altro'mondo' non carente per di un qualche nesso di continuit con quelloprecedente. Ogni 'razza madre', dopo la sua caduta, lascia indietro deiresiduati umanoidi, dalla psicologia spesso incomprensibile; e icorrispondenti 'continenti' dei relitti geologici, sotto forma,generalmente, di isole.Da notarsi comunque che anche nella letteratura teosofica - peraltro, siachiaro, pregevole - non sembra esserci il concetto dell'illimitato divenire,senza principio n fine, che invece proprio di ogni Weltanschauungsanamente tradizionale: anche i teosofi soggiacciono, forse senzaavvedersene, alla concezione segmentaria del tempo, secondo la quale ognicosa deve avere avuto un inizio e deve, alla lunga, finire in gloria dopo unprocesso di 'perfezionamento'. Le 'razze madri' verrebbero a essere in tuttosette (quattro passate, una presente, due future). L'umanit civile attualeverrebbe a essere la quinta 'razza madre', quella atlantidea la quarta equella lemuriana la terza. E il ciclo dovrebbe finire per chiudersi condegli esseri 'perfetti' (qui si mette mano a concetti tipo riincarnazione,karma, ecc., resi fumosi da un'interpretazione moralistica) (2). Viceversa,la teosofia mostra sempre una preoccupazione per coordinare la propriacronologia con quella della scienza geologica ufficiale, quella delle 'regeologiche' (3). Ne risulta che le 'razze madri' pi antiche convissero coni dinosauri e altri animali preistorici - n la cosa assurda: l'uomo('uomo' in senso lato) di immemoriale antichit e l'antropogenesi (ammessoche di antropogenesi si possa parlare) si perde nella notte dei tempi (4).La presunta 'modernit' della specie umana, sostenuta maldestramente dallascienza ufficiale contemporanea, obbedisce al dogma evoluzionisticodarwiniano e non ha niente di veramente scientifico.I testi teosofici (e non solo quelli) molto spesso dicono di fareriferimento a documenti di antichit immemoriale, la cui visione permessasolo a persone 'qualificate' (la Blawacki faceva riferimento a unfantomatico libro tibetano, le cosiddette Stanze di Dzyan [5], mentre il gicitato Scott-Elliot parla di antichissime mappe su terracotta o pergamena);nonch a fonti psichiche (6), cio alle possibilit parapsicologiche dicerti 'veggenti' particolarmente dotati.Si tratta, chiaro, di fonti poco verificabili e anche magari opinabili; ilche non togli che, nell'insieme, la visione teosofica sia, a parer nostro,adatta a fare da struttura portante per questo argomento. Essa fu adottata,peraltro, dallo stesso Julius Evola (7).N le 'fonti psichiche' vanno prese del tutto sottogamba - anche se,ovviamente, ci vuole un certo criterio nel valutarle. In riguardo, il casodi ricordare che l'Atlantide non fu un'invenzione di Platone, n egli l'unico autore dell'antichit che ne parla: invece vero che la 'nozione'di una grande civilt scomparsa posta a 'occidente' ('oltre le Colonned'Ercole') era molto diffusa a quei tempi - essa circolava nella 'psichecollettiva' dell'Europa antica. Viceversa, nell'Africa nera c'era unadiffusissima 'nozione' secondo la quale i negri non si consideravano unarazza giovane, ma enormemente arcaica e crepuscolare (8) - e i negrisarebbero, secondo la letteratura teosofica, fra i 'fossili viventi' che ciha lasciati indietro la Lemuria.La geologia ufficiale ci assicura che l'Atlantide platonica (e, a fortiori,il resto dei 'continenti scomparsi') non possono essere esistiti (9). Qui il caso di ricordare che la scienza ufficiale, che spesso e volentieri seguemode culturali, ha un valore del tutto relativo quando si tratta di valutareeventi posti in epoche o luoghi remoti - per esempio, la teoria della derivadei continenti, lanciata da Alfred Wegener nel 1915, fu inizialmente copertadi ridicolo dai santoni dell'establishment scientifico (allora erano in vogai 'ponti intercontinentali'), mentre adesso divenuta una colonna portantedella scienza geologica ufficiale (fino a quando, staremo a vedere). Valecomunque l'osservazione che una cosa prendere alla lettera la svariataletteratura sull'Atlantide ecc. e un'altra ammettere che i 'continentiperduti' possano avere avuto un'esistenza obiettiva di qualche genere, in unpassato difficilmente precisabile.Si gi menzionato che sull'Atlantide ci sono migliaia di pubblicazioni emolte meno sugli altri 'continenti perduti': si tratta sempre di scrittispecifici su di un certo 'continente'. Che lo scrivente sappia, l'unicaopera dove si cerchi di dare una visione d'insieme quella di Serge Hutin,Hommes et civilisations fantastiques (10).

1.2 Atlantide

1.2.1 L'Atlantide classica

L'Atlantide, come essa generalmente intesa, viene a essere quella 'grandeisola' oltre le Colonne d'Ercole descritta da Platone nei suoi dialoghiCritia e Timeo. La letteratura in riguardo ipertrofica (11), e qui ci silimiter a qualche pertinente osservazione. - Secondo certe fonti (12),l'Atlantide originalmente sarebbe stata una specie di ponteintercontinentale fra l'America e l'Europa che si sarebbe 'sgretolato' a piriprese, l'Atlantide platonica venendo a essere quel che ancora ne rimanevaverso la met dell'XI millennio a.C., quando essa scomparve per immersionenei flutti del mare.

Qui interessa fare notare che estremamente improbabile che Platone si siainventato di sana pianta il suo racconto e che invece si pu prendere percerta la verit di quanto egli afferma (che glie lo aveva raccontatoCritone, che a sua volta lo aveva ascoltato da suo nonno Solone, che loaveva appreso da sacerdoti egiziani). E comunque, prima, contemporaneamentee dopo Platone, parecchi autori antichi hanno parlato dell'Atlantide, intermini analoghi a quelli platonici anche se in minore dettaglio: Esiodo,Omero (nella sua Odissea), Solone, Euripide, Strabone, Dioniso diAlicarnasso, Diodoro Siculo, Plinio, Teopompo, Marcello (13) - il temadell'Atlantide faceva parte della 'memoria ancestrale collettiva' di tuttoil Mediterraneo da lunghissimo tempo. Questo sembrerebbe invalidare quelleteorie secondo le quali l'Atlantide avrebbe potuto essere nei pi svariatiluoghi, mentre Platone, a conoscenza di un qualche cataclisma geologico ometeorologico di grandi dimensioni, lo avrebbe utilizzato come spunto perimbastire la sua storia. Qualche notizia in riguardo sar data pi avanti,ma va detto subito che tutte queste teorie si rivelano insoddisfacenti: lasvariate 'Atlantidi' poste nei pi disparati luoghi del mondo non sonol'Atlantide.

1.2.2 Le 'colonie' atlantidee

1.2.2.1 Generalit

Nella letteratura sull'Atlantide rappresentata spesso l'idea che prima delsuo inabissamento essa avrebbe fondato una serie di colonie sia in Europache in America, le quali, in qualche modo, ne avrebbero prolungato lacivilt - pur serbando un ricordo impreciso e confuso delle loro origini. Lacivilt delle piramidi - presente dall'Egitto attraverso la Sumeria finoall'estremo Oriente e anche in America (14) - stata indicata come il piprobabile 'prolungamento culturale' dell'Atlantide. Meno attenzione invece stata data al fenomeno megalitico, che pure, in questo riguardo, forsepresenta un maggiore interesse. Sul megalitismo ci si dilungher un po'nella sezione che segue.

1.2.2.2 I megaliti

Il fenomeno megalitico si dato in Europa, in Nord Africa, nel MedioOriente, e poi attraverso l'Asia centrale e meridionale si esteso agliarcipelaghi del Pacifico e all'Australia e ha attraversato il Sahara perraggiungere l'Africa nera; ed presente anche in America (15) - di notevoleimportanza il fatto che il megalitismo legato, in Eurasia e in Africa, alculto del toro. Secondo alcuni autori, fra i quali Alberto Cesare Ambesi ePierre Carnac (16), nella civilt megalitica si dovrebbe ravvedere ilnocciolo dell'idea dell'Atlantide, tanto pi che essa fu, in parte,fisicamente sommersa ai tempi della fine dell'ultima glaciazione (fattoammesso ufficialmente anche dalle scienze universitarie). Il megalitismoeuropeo perfettamente documentato, quelli asiatico e polinesiano moltomeno, scarsissimamente quello americano (17), con l'eccezione di certeformazioni subacquee nella zona di Bimini (isole Bahamas) che potrebberoessere resti megalitici e che certuni hanno addirittura voluto identificarecon la platonica Atlantide (18). Si tratta comunque di una faccenda ancorapochissimo chiara.

La civilt megalitica, in tempi preistorici e protostorici, ebbe comeorigine l'Europa occidentale da dove, per diffusione culturale, si esteseenormemente (anche il megalitismo americano ha da essere visto,probabilmente, come di origine europea, anche se in riguardo qualsiasiaffermazione non pu essere se non arbitraria). La 'sostanza genetica' deisuoi artefici ha da ravvedersi in quella sottorazza della razza europide cheebbe come centro di diffusione quella medesima Europa occidentale, a ovestdel Reno - la 'razza' mediterranea o, pi esattamente, occidentale (19). Ela civilt megalitica ebbe delle caratteristiche tutte proprie che larendono il candidato pi idoneo per incarnare l'Atlantide platonica: cultodel toro, orientamento ctonio dei suoi culti religiosi e - moltoimportante - la spiccata lunarit del suo orientamento astrologico (20).Alcuni fra i monumenti megalitici principali (per esempio, Stonehenge [21]),sembrerebbero essere stati osservatori astronomici nei quali appositisacerdoti elaboravano oroscopi lunari (22). Tutte queste sonocaratteristiche crepuscolari e decadenti, da un punto di vista tradizionalesuperiore, che indicano in quella civilt qualcosa di residuale, al seguitodi una qualche catastrofe. N va sottovalutato il fatto che la costruzionedei megaliti propone degli insolubili problemi tecnici (per chi ragionisulla falsariga del pensiero tecnico contemporaneo), non dissimili da quelliproposti dalle costruzioni incaiche del Per (23) - su di questo siritorner alla fine di questo scritto.

1.2.3 Le 'Atlantidi-Ersatz'

1.2.3.1 Generalit

Si gi menzionato come certuni, nell'impossibilit di prendere allalettera il racconto di Platone, ma non riuscendo a vedere le sue eventualivalenze simboliche, abbiano ipotizzato che egli abbia preso come spuntoqualche catastrofe fisica o storica meglio conosciuta per imbastire i suoiracconti. Poi, molti hanno usato il concetto di Atlantide per costruire disana pianta dei mondi inventati o per dare un qualche 'paludamento di lusso'a storie pi o meno immaginarie poste nel passato di luoghi che a lorostavano a cuore (24). Sotto questa casistica ricadono le ipotesidell'Atlantide a Thera, di Spiridon Marinatos, quella nella Spagnameridionale, di Adolf Schulten, e tante altre descritte in dettaglio nelleopere atlantologiche da noi gi indicate nelle note. appena il caso diripetere che queste 'Atlantidi-Ersatz' non convincono assolutamente. Ci sisoffermer brevemente su due casi poco conosciuti, sia per ragione dicompletezza che per il loro valore particolare.

1.2.3.2 L'Atlantide nel Mare del Nord di Jrgen Spanuth

Il pastore luterano Jrgen Spanuth, parroco in un paesino dello Schleswigposto in quell'incantevole Dithmarsch alla quale il pittore Hans-Heinz Domkededic un'eccellente collezione di paesaggi (25), sostenne in un suopoderoso e documentatissimo libro (26) che l'Atlantide era stata nel Maredel Nord, fra la Dithmarsch e l'isola di Helgoland; e che il suoinabissamento non sarebbe stato se non verso la met del II millennio a.C.Queste sue affrmazioni egli basa, essenzialmente, su due presupposti: (a)quando Platone parlava di 10.000 anni prima della sua epoca, si trattavainvece di 10.000 mesi, in quanto gli egiziani parlavano, sembra, in terminidi mesi e non di anni e che quindi a Solone avrebbero raccontato chel'Atlantide si era inabissata 10.000 mesi, e non anni, addietro (e lui capmale); (b) la validit del cosiddetto eschatologische Schema [schemaescatologico] secondo il quale ci sarebbe stata una tendenza in tutte leopere letterarie dell'antichit di proiettare nel futuro disastri realmenteaccaduti nel passato: per cui, i racconti apocalittici dell'Edda (Ragnark),nonch di fonti classiche ed egiziane, si riferirebbero a cose realmenteaccadute nel passato. Basandosi su di queste due assunzioni, egli approdaall'idea che i platonici atlanti furono in realt i filistei e i hiksos cheverso la met del II millennio conquistarono l'Egitto ('germani' provenientidallo Schleswig, secondo lo Spanuth, illiri invece in base ai moderni datidell'indoeuropeistica). Lo Spanuth conclude dicendo che la platonicaPoseidonia, capitale dell'Atlantide, doveva essere nel Mare del Nord, nonlontano da dove adesso c' l'isola di Helgoland, e che nel fondo marino('Steingrund') della zona ne dovrebbero rimanere le tracce.

1.2.3.3 Le 'Atlantidi' sotterranee

Esiste una persistente leggenda a proposito di un 'Re del Mondo' e di unacivilt sotterranea fondata - o nella quale avrebbero trovato rifugio - deinon meglio identificabili 'saggi' provenienti da qualche luogo imprecisatotravolto da una qualche catastrofe (27). - Qui vale la pena di ricordarecome, indipendentemente da qualsiasi riferimento mitico, Ivan Sanderson (28)aveva convincentemente ipotizzato l'esistenza di una civilt sottomarinaindipendente e parallela a quella sulla superficie della terra (se c'era,adesso sar certamente stata affogata dalla montante contaminazione deglioceani). Il Sanderson non faceva ipotesi su quali potessero essere gliesseri portanti di quella ipotetica civilt; ma il suo libro vale adimostrare come esista la possibilit obiettiva dell'esistenza di civiltdel tutto dislocate, poste in 'nicchie ecologiche' diverse, che meninoognuna una sua esistenza autonoma senza neanche rendersi conto l'unadell'altra.

Comunque, forse abusivamente, anche la casistica delle 'citt sotterranee' stata abbinata al fatto 'Atlantide' - e cos, soprattutto in Sud America,'citt atlantidee' poste sotto i massicci montagnosi o nel sottosuoloamazzonico sono state indicate da diversi esploratori, come Percy Fawcett ePaul Gregor (29). Allo scivente tocc, durante il suo soggiorno in SudAmerica, di fare la conoscenza di un esploratore italiano, Roberto Lovato,che lo assicur di avere trovato una citt 'atlantidea' sotterranea vicinoalle sorgenti dell'Uraricuari (30).

1.3 Mu

Stando alla documentazione esistente, tutto ci che si riferisce a Mu,continente 'inabissatosi' nel Pacifico centrale grosso modo allo stessotempo dell'Atlantide (circa XI millennio a.C.), ha la sua origine nellepubblicazioni di James Churchward, ufficiale coloniale inglese in Indianella seconda met del secolo XIX (31). Egli ne avrebbe appreso l'esistenzaattraverso certe tavolette di terracotta - le 'tavolette deinaacal' -custodite in un tempio indiano del cui risi egli era divenutoamico. I naacal sarebbero stati una confraternita di 'saggi', provenienti daMu, i quali le avrebbero scritte o a Mu stesso, prima del suo inabissamento,oppure in Birmania dopo il medesimo, da dove poi esse furono esportate inIndia. Churchward d una trascrizione dell'alfabeto di Mu nei suoi scritti,ma gli originali delle tavolette non sembra siano stati mai pi visti daalcuno dopo di lui. In quelle tavolette sarebbe stata descritta la storia diMu (vecchia di oltre 50.000 anni) nonch una dettagliata descrizione delmedesimo, presentato come una specie di 'paradiso tropicale' altamentecivile, nel quale convivevano pacificamente tutte le razze umane ma dove larazza bianca aveva in mano il potere. L'inabissamento di Mu viene attribuitoa un improbabile processo geologico (collasso di sacche di gas poste sottola sua superficie), che avrebbe lasciato indietro come relitti gliarcipelaghi del Pacifico (un po' come, secondo certuni, le isoledell'Atlantico orientale sarebbero relitti dell'Atlantide).

In modo non dissimile a quanto stato affermato sull'Atlantide, Mu avrebbe,prima del suo inabissamento, 'colonizzato' e incivilito altre terre,incominciano dalla costa americana del Pacifico e dall'Asia orientale ecentrale, da dove i suoi tentacoli sarebbero arrivati un po' dappertutto (lastessa Atlantide viene indicata come una colonia di Mu). La civilt dellepiramidi viene indicata come di origine muana, e sarebbe giunta in Egittodal Medio Oriente e l dall'Asia centrale. - Il Churchward, dopo averevisionato le tavolette dei naacal, dedic il resto della sua vita a cercareevidenza per puntellare la sua teoria dell'origine muana di tutta lacivilt. Questo suo lavoro egli descrive nelle sue opere e fu proseguito daun suo discepolo francese, Jean-Claude Vincent (32). Sia il Churchward cheil Vincent danno un'importanza determinante a certe pietre incise (del IImillennio a.C., secondo si afferma), trovate nel Messico occidentale da uncerto William Niven.Un'analisi comparata di quanto ha da dire Churchward sul conto di Mu e dellaclassica teoria platonica dell'Atlantide - poi sviluppata dagli atlantologi,teosofi o meno - rende l'idea che Mu venga a essere una specie di immaginespeculare dell'Atlantide, posta ai suoi antipodi ma conservante tutte le suecaratteristiche principali, reali o presunte.Sappiamo che il Churchward era un 'patito' dell'India e dell'Asiasud-orientale - e si evidenziato che l'idea del continente di Mu esclusivamente sua, nel senso che (a differenza del caso dell'Atlantide diPlatone) non sostenuta da alcuna documentazione indipendente. Insorgequindi il sospetto che anche Mu possa essere un'altra 'Atlantide-Ersatz'.

1.4 Lemuria

Il continente della Lemuria, sito nell'Oceano Indiano, fu proposto dallaBlawacki come 'supporto' per la sua quarta 'razza radicale', e lo chiamLemuria ricalcando il nome che lo zoologo Philip Sclater aveva dato a unipotetico continente che un tempo, secondo lui, era esistito nell'OceanoIndiano. Esso sarebbe stato distrutto, eoni addietro, da attivit vulcanica(non per inabissamento). Il gi citato Scott-Elliot l'unico che siriferisca in dettaglio a questo continente; e per quanto egli asserisca dibasarsi su fonti soprattutto 'psichiche', quanto ha da dire non manca dispunti notevolmente interessanti.Vestigia della Lemuria sarebbero l'Australia e la Nuova Zelanda, ilMadagascar, l'Africa meridionale e la Terra del Fuoco. Queste sono propriole terre dove fino a recentissimamente allignavano (e in parte, ancoraallignano) quei tipi umani descritti dagli etnologi come posti all'ultimogradino della specie: negri, boscimani, australoidi d'Australia e Indostan,pigmei di vario tipo, fueghini (tutti esplicitamenti menzionati dalloScott-Elliot come 'fossili viventi' lemuriani). Particolarmente interessante il Madagascar, isola che per quel che riguarda la sua flora e la sua faunaviene a essere un microcontinente a s stante, n africana n asiatica (33).Anche se, storicamente, il Madagascar fu popolato per la prima volta dagenti indonesiane solo un migliaio di anni fa (e adesso, attraversol'importazione di schiavi, la sua popolazione si quasi interamenteafricanizzata), la sua atmosfera 'psichica' e religiosa non manca di trattiparticolari che non sono n indonesiani n bant (34) - residuo psichico,forse, di un'umanit arcaica ormai fisicamente estinta.Alla Lemuria stata anche attribuita una 'civilt', nei suoi tempi di pienorigoglio - che per non immaginabile se non come qualcosa di ctonio esinistro, sul tipo di quella meroitica o zimbabweana. L'uomo lemuriano,supporto di questa civilt, descritto come uno strano esseresemi-rettiliano, dall'intelligenza larvale, dotato di un 'terzo occhio' ecoevo dei dinosauri, che egli anche addomesticava (35); mentre le suecomunicazioni avvenivano per via telepatica - col tempo, gli uominiavrebbero perso le facolt telepatiche generalizzate e la lingua ebbeorigine. Ma anche questo non sarebbe stato il primo 'uomo' ad abitare laLemuria: prima di lui vi sarebbero state 'razze dalle ossa molli' (36): "ilgigantesco corpo gelatinoso di questi esseri mostruosi cominci lentamente amodificarsi e le sue membra e ossa molli si trasformarono in una pi solidastruttura" - qui c' un conturbante parallelismo con certe antropogenesimitiche australiane (37).Come nel caso dell'Atlantide, il fatto 'Lemuria' non deve esserenecessariamente essere preso alla lettera, ma potrebbe stare a indicare una'civilt' - e una sua 'umanit'-supporto - fiorita nella notte degli eoni; icui residui hanno da essere visti in certe etnie animalesche della parte Suddel mondo (38) e il cui ricordo permane nell''immaginario collettivo' dicerte popolazioni.

1.5 Gondwana

'Continente' ipotizzato dall'Hutin (39) per rendere anche l'Antartide ilrelitto di una terra che negli eoni del passato avrebbe potuto essere sededi una difficilmente definibile civilt. (L'Hutin afferma, senza dareriferimenti bibliografici, che sotto i ghiacci antartici, nel 1961,sarebbero stati identificati resti di pavimentazioni o scalinate.) Il nome'Gondwana' (i gond furono una popolazione australoide di infimo livellodell'Indostan centrale) stato scelto con riferimento alla teoriawegeneriana della deriva dei continenti: la primeva Pangea si sarebbespezzata in due monconi, la Gondwana a Sud e la 'Laurasia' a Nord.

1.6 Iperborea

Il caso dell'Iperborea atipico rispetto rispetto agli altri, quando ci siimmaginava una catastrofe naturale distruttiva posta alla fine di un periododi decadenza culturale e spirituale. Qui invece, con riferimento allemitologie indoeuropee, si vede il Nord come scaturigine di civilt e dirinascita spirituale, dal quale i nostri antenati ariani sarebbero emigraticome conseguenza di peggioramenti climatici quando essi erano all'apogeodella loro capacit e della loro cultura: quindi non relitti di una qualcherazza gi involuta, catastroficamente travolta da un improvviso e spaventosocataclisma naturale. In riguardo, di ottimo riferimento la spesso citataRivolta contro il mondo moderno di Julius Evola; mentre l'origine articadegli indoeuropei proposta quale dato scientifico 'positivo' in unprezioso libretto di Jean Haudry (40). La tesi - dovuta a Serge Hutin - diun continente iperbore 'sommerso' (alla stregua dell'Atlantide; e i cuiresidui sarebbero certe isole periartiche come le Spitzberg, le Jan Mayen.ecc.) obbedisce probabilmente alla volont di incastrare anche il fattodelle origini indoeuropee nel paradigma dei 'continenti perduti'.

1.7 Qualche conclusione

Da notarsi innanzi tutto come la successione cronologica dei 'continentiscomparsi' - per via catastrofica: Atlantide-Mu, Lemuria, Gondwana - ciporta da Nord a Sud, quasi a significare un 'movimento' di civiltscaturenti dal Nord ('Iperborea') e obliterate a Sud. Qui ci troviamo dinuovo davanti a un'enigmatica metafisica della storia dell'involuzioneumana, legata all'equilibrio antropocosmico, argomento sul quale, in questasede, non ci possiamo dilungare.Si poi menzionato che le fini catastrofiche incontrate dai 'continentiperduti' non hanno necessariamente da essere prese alla lettera. Si trattapiuttosto del fatto che la dissoluzione di quella che pot essere stata unagrande e fiorente civilt, al punto di perdersene addirittura il ricordostorico - la sua trasformazione in un 'fantasma psichico' - pu passareall'inconscio collettivo di certi gruppi di popolazioni cammuffato da'inabissamento', 'terremoto', 'eruzione vulcanica', ecc. Sia per chiaro chequesto non esclude la concomitanza di una qualche apocalisse anche fisica -per esempio, l'inabissamento dell'Atlantide va appaiato alla finedell'ultima ra glaciale, quando ci furono vaste inondazioni.Qui si entra nella casistica della concomitanza fra fatti fisici e fattimetafisici - il gi menzionato equilibrio antropocosmico. In riguardo, cuna persistente 'nozione' secondo la quale le catastrofi che portaronoall'estinzione dei continenti perduti potrebbero essere state conseguenzadell'abuso di certi 'poteri' - che Julius Evola chiam 'magia neratitanica' - scappati di mano ai loro originatori e resisi autonomi, conspaventosi sguiti. Qui siamo abbastanza palesemente davanti ai possibilisviluppi di una 'scienza' di tipo moderno, la quale, vista come metodologiaper l'attuazione di un dominio distruttivo sulla natura, viene a essere npi n meno che una forma particolarmente sinistra di magia nera (41). Non necessario immaginarsi la catastrofe finale come uno scenario apocalitticoilluminato da un'infinit di funghi termonucleari, come fa, per esempio,Charles Berlitz. Le cose potrebbero essere andate in modo molto pi'indolore', come sta succedendo adesso con lo snaturamento di tutta lanatura come conseguenza di attivit finanziarie, commerciali, industrialiselvagge - la cosiddetta catastrofe ecologica (42). - Un'altra conturbanteanalogia fra l'Europa 'post-atlantidea' e quella contemporanea la presenzadi grandi masse di non-europidi nel suo territorio. La presenza dinon-europidi nell'Europa preistorica fu riconosciuta dai paleontologi ancoraalla fine del XIX secolo (43): si trattava di neandertaliani (44) nonch dielementi negroidi e boscimaneschi, dei quali non rimasta traccia se noncome reperti fossili. Adesso, invece, c' una straordinaria presenzaextracomunitaria.

N gli apocalittici collassi di civilt hanno da essere vistinecessariamente come fatti di portata globale. C' da credere che la civiltpossa essere stata qualcosa di permanente al mondo, con alti e bassilocalizzati (sia pure su aree anche estremamente grandi). Per quel cheriguarda i nostri tempi - quelli post-glaciali - di particolare significanza il ritrovamento di quella brillante civilt dei Balcani che, fino a dovese ne sa, la civilt pi antica del mondo. I reperti archeologici cipermettono di arrivare fino all'VIII millennio a.C., avvicinandoci alla datadella sommersione dell'Atlantide, ma le radici di questa civilt si perdononella notte dei tempi (45).

Questa civilt aveva sviluppato, fra l'altro, una scrittura che dovetteesistere almeno due millenni prima di quella sumera e che si diram versoOvest e verso Est. Nell'Europa occidentale megalitica ('post-atlantidea') sisvilupparono forme di scrittura direttamente ricollegabili a quella dellacivilt dei Balcani (in modo particolare quella di Glozel, nella Franciacentrale, ma anche nella Penisola Iberica). Viceversa, siccome la civiltdei Balcani aveva degli avamposti in Asia Minore, esiste la possibilit cheanche la scrittura fenicia sia una variante di quella balcanica (46).

Concludiamo questo capitolo indicando l'assoluta non-essenzialit di un'alto livello tecnologico' ('magia nera titanica') per potere svilupparedelle squisite civilt, sia sul piano materiale che su quello intellettualee artistico, capaci di perdurare per tempo indefinito in una condizione diperfetto equilibrio con l'ambiente (47). Qui, quel che valeva, era laqualit spirituale delle popolazioni. - In riguardo, un'osservazionesull'ascesa e il trionfo di Roma non fuori contesto. Non sono mancatitanti ottusi, soprattutto di area anglosassone, che hanno preteso diattribuire la formazione dell'Impero di Roma a una conquista non dissimile aquelle che portarono alla formazione degli imperi coloniali europei degliultimi cinque secoli: delle nazioni 'progredite', usando armi 'moderne',hanno sottoposto dei selvaggi. Invece vero che, dal punto di vistatecnico, Roma non era superiore alla maggioranza delle popolazioni europeecontro le quali si trov a combattere. Il successo di Roma si dovette a unasuperiore qualificazione metafisica, 'a essere stata segnata dagli di'. Sec' stato un impero che pu reggere il confronto con Roma, almeno entrocerti limiti, fu quello dei tartari, fondato da Cinghis-Khan. I metodi usatidai tartari e dai romani per affermare il loro dominio non furonoparticolarmente dissimili, e ambedue furono estremamente duri. Eppure,quando si disintegrarono, ambedue questi imperi furono rimpianti daidiscendenti di coloro che erano stati sottomessi nel pi violento dei modi:perch, passata la conquista, ambedue avevano portato un sistema socialemolto preferibile a quanto c'era stato prima e incomparabilmente migliore dici che venne dopo.

2. WELTEISLEHRE - LA LUNA ARBITRA DEI DESTINI UMANI

2.1 Welteislehre

La Welteislehre - la dottrina del ghiaccio cosmico - fu proposta nel 1913 daHanns Hrbiger (1860-1931); e poi in forma riveduta, in collaborazione conil selenologo Philipp Fauth, nel 1925 (48). Si tratta di un tentativo dicombattere la scienza ufficiale sul suo proprio terreno - cosa eccellente -,ma accettandone, almeno in parte, i paradigmi, mettendosi quindinecessariamente sulla difensiva e a svantaggio rispetto all'imperanteestablishment. Comunque, la teoria di Hrbiger rappresenta probabilmentel'unica sintesi sistematica del lato 'scientifico' del sapere umano e dellemitologie di tutte le popolazioni. Questo fa della Welteislehre una genuinaopera d'arte, di straordinaria bellezza e ancora valida come punto dipartenza - con le dovute rettificazioni - per una cosmologia alternativa. -Nella Welteislehre non si prende assolutamente in considerazione la teoriawegeneriana delle derive continentali; la Terra di Hrbiger sempre stata,geologicamente, quella di adesso.

Hrbiger pone l'origine del sistema solare in un imprecisato ma remotopassato, e lo fa conseguenza dell'incontro di una gigantesca massa ignea, ilcui residuo il Sole, con un corpo fatto di ghiaccio. Il vapore alloragenerato avrebbe causato un'immane esplosione che avrebbe lanciato svariati'pianeti' verso lo spazio, dei quali un determinato numero si sarebbe messoa gravitare attorno al Sole.

Ma, sempre secondo Hrbiger, lo spazio sidereo non vuoto: esso pervasoda polvere e da gas rarefatto, per cui il moto dei corpi celesti risultafrenato e le loro orbite non sono fisse ma spirali sempre pi stretteattorno al corpo centrale (Sole). Le molteplici (fino a sette o otto) Luneche la Terra ha avuto nel passato furono pianeti che un tempo circolavanofra la Terra e Marte: con il restringersi delle loro orbite, essi siavvicinarono alla Terra e ne vennero catturati; poi ebbero un'orbita aspirale attorno alla Terra, sulla quale, alla lunga, essi precipitaronocausando immani disastri e dando inizio, ogni volta, a dei tempi senza Luna(le diverse Lune, non esclusa quella presente, vengono immaginate comeformate da un guscio di ghiaccio racchiudente una massa di melma epietrame). Dopo il collasso del presente sistema Terra-Luna, il prossimo eultimo satellite terrestre sar Marte, dopo di che la Terra stessaprecipiter nel Sole.

La fenomenologia della nascita, vita e morte di ogni sistema Terra-Luna descritto in dettaglio, per esempio, da Hanns Fischer (50) (il presentesistema sarebbe ai suoi inizi, la nostra Luna attuale essendo statacatturata verso il X - XI millennio a.C.).

Nei tempi senza Luna la Terra gode di una distribuzione uniforme dell'acquanegli oceani e dell'aria nell'atmosfera. Con la cattura di una nuova Lunaincomincia subito a esserci un innalzamento delle acque e dell'aria sottol'orbita lunare (grosso modo equatoriale), innalzamento che diviene semprepi pronunciato a seconda che la Luna si avvicina, fino a formare un'altacintura attorno ai tropici. Quando la Luna molto vicina, la cintura, perqualche tempo, si trasforma in due montagne d'acqua e aria poste allo zenite al nadir lunari, che circolano attorno alla Terra assieme alla Luna;montagne che si ridissolvono in un'altissima cintura oceanica quando la Luna vicinissima. Sopravviene poi la disintegrazione della Luna accompagnata dagrandi cadute di acqua e grandine - il 'diluvio' - e dal rilassarsi dellacintura oceanica, con conseguente migrazione delle acque verso le zonepolari, causando enormi inondazioni. Inoltre, l'avvicinamento lunare fasentire i suoi effetti sul manto terrestre, causando un generalizzatovulcanismo. - Secondo la Welteislehre la cattura della presente Luna, causadi un innalzamento degli oceani vicino ai tropici, fu causadell'inabissamento simultaneo della platonica Atlantide, della Lemuria e diun non meglio definito Osterinselknigreich [regno dell'Isola di Pasqua].Siccome non c' alcuna evidenza che Hanns Hrbiger conoscesse l'opera delChurchward, non chiaro se questo 'regno' debba identificarsi con Mu.

A questo punto il Fischer fa un passo avanti, identificando le epochegeologiche (secondo sono evidenziate dal susseguirsi dei giacimentigeologici [51]) con i Mondzeiten [epoche lunari]; durante ognuno dei qualila vita procedette in unisono con le specifiche condizioni dei tempi (52).Facendo riferimento a Edgar Dacqu egli afferma che l''uomo' (uomo comeWesen ['essere', 'entelechia'] e non come specifica Form/Gestalt [forma,figura]) esiste almeno dal Primario. - Siccome, secondo Hanns Fischer, ilghiaccio necessario perch ci possa essere fossilizzazione, ci si deveaspettare delle discontinuit nel record fossile, corrispondenti ai tempisenza Luna, durante i quali la Terra avrebbe avuto un clima mitegeneralizzato (la presenza della Luna, assottigliando l'aria nelle zonepolari, causa della glaciazione) (54).

2.2 'Umanit' arcaiche e catastrofi cosmiche

Il tema della continuit della civilt, al di l di catastrofi e diinvoluzioni (se ne parlato alla fine del Cap. 1) stato impostato dalhrbigeriano Denis Saurat (55) in termini della Welteislehre. Egli indica unfilo conduttore che dalla notte dei tempi arriva fino ai nostri giorni;sostenuto dalla 'memoria inconscia collettiva' (che poi si estrinseca inmiti, leggende, ecc.), nonch da reperti archeologici. (Vale la pena dinotare che, in fondo, gli spunti indicati dal Saurat sono utilizzabili ancheindipendentemente dalla Welteislehre.)

Secondo la Welteislehre, ammessa dal Saurat, ogni epoca geologicacorrisponderebbe a una Luna, e il collasso della Luna ne farebbe dasuggello. Un periodo senza Luna farebbe poi da separazione fra un'epocageologica e la seguente. Secondo i calcoli di Hrbiger, ripresi dal Saurat,le terre sempre emerse nel globo, attraverso le diverse lunazioni(ricordiamoci che la Welteislehre non wegeneriana) verrebbero a essere iseguenti altopiani: Imalaia, Messico, Ande, Nuova Guinea, Etiopia; ed sulle Ande, a Tihuanaco, che Saurat cerca quella che, secondo lui, l'evidenza pi probante per le sue teorie.

Il Primario sarebbe stato dominato dagli 'insetti', il Secondario dagliinsetti e dai 'giganti', il Terziario dai giganti e dagli uomini, ilQuaternario dagli uomini (non c' menzione di che cosa ci possa essere statoprima degli insetti primari o di che cosa verr dopo dell'uomo attuale).Ognuno di questi diversi esseri fu - l'uomo, - dotato di una suaintelligenza e svilupp forme civili. Il passo da ogni Luna alla seguentesignific la fine dell'habitat proprio di ognuno di loro, determinando nonla loro scomparsa immediata, ma la loro involuzione degenerativa, che fecedi loro prima degli esseri sinistri, maledetti e deformi e poi delle speciedi robot animalizzati, prodromo della loro eventuale scomparsa fisica. Anchequesto, alla lunga, il destino dell'uomo, quale esso adesso . Il Saurat,attraverso le sue analisi mitologiche, vorrebbe dimostrare che le religioniumane fanno riferimento ai giganti; e quelle che dovettero essere lereligioni dei giganti, agli insetti.

Gli sviluppi del Saurat sono straordinariamente interessanti; e in riguardovale la pena di metterli a confronto con le idee di Edgar Dacqu. L''uomo',quale 'entelechia', potrebbe essere l'essere pi antico di tutti i tempi -essere proprio 'eterno' o, meglio fuori dal tempo - e potrebbe manifestarsiin tanti modi diversi. Dacqu, come Scott-Elliot, immaginava comepredecessore dell'Homo sapiens contemporaneo un essere in certo e qual modo'rettiliano'. E non c' niente che vieti di ipotizzare un 'uomo-insetto'ancora pi arcaico.

2.3 La Luna arbitra dei destini umani

2.3.1 Metafisica lunare

Tutte le mitologie conosciute indicano la Luna come arbitro dei destiniumani (57); ed stato indicato che il 'regime notturno dell'immagine' unarchetipo fondamentale dell'immaginario umano - e signora della notte laLuna (58). Le fasi della Luna hanno da sempre rivelato all'uomo la misuradel tempo (59) e la misura in generale: la Luna 'la madre dellapluralit'; e non a caso nelle lingue indoeuropee l'etimologia della parola'Luna' coincide quasi sempre con quella di 'misura'. La qualit magica dellefasi lunari sempre stata riconosciuta dagli umani; la Luna non solomisura del tempo, ma promessa esplicita di eterno ritorno (60).

Tutto nel cosmo collegato, e questi legami ne formano la struttura: questofu perfettamente capito dall'uomo tradizionale. E la Luna, in quanto normadei ritmi, la grande legatrice e tessitrice che mette insieme gli svariatipiani cosmici: essa tesse la rete cosmica e quindi, di necessit, anche idestini umani. Non a caso essa, regina di tutte le cose viventi e guida deimorti, spessissimo concepita come un enorme ragno dai popoli pieterogenei. E presso molte civilt le Grandi Dee (generalmente trinitarie,inglobanti gli aspetti di Luna, Terra e Vegetazione) furono viste comepadrone del tempo e del destino. La grande dea ind Kali deriva il suo nomeda kala, tempo. Ma kala vuole anche dire nero - e il tempo nero perchduro, irrazionale e senza piet. Non a caso la Luna ha spesso assuntoconnotati tenebrosi (61) e la magia lunare stata non di rado equiparata aforme particolarmente sinistre di goezia (62).

Nel mondo sublunare - retto dal divenire, la cui misura il tempo - niente definitivo: e questo proprio in ragione del fatto di essere soggetto altempo (63). E la Luna, reggitrice del tempo, quindi causa (metafisica) ditutte le catastrofi che stravolgono il cosmo.

3.2.3 Luna metafisica e Luna astronomica

La 'scienza' contemporanea ha degradato la Luna (e non solo la Luna) asemplce oggetto (64). E, a parere dello scrivente, alla Welteislehre variconosciuto il merito di avere fatto un tentativo di ridare alla Luna ilruolo suo proprio di 'tessitrice' e facitrice dei destini umani, sia puredentro a un paradigma di tipo meccanicistico, di contro alla'scienza'cosiddetta ufficiale. In questo senso la Welteislehre fu e rimaneun nobile monumento dell'ingegno europeo.

Valgono un paio di osservazione a proposito della 'validazione' finale dellevedute scientificiste che sarebbe stata data dai voli spaziali - viaggiosulla Luna, sonde interplanetarie: (a) a diversi, non escluso lo scrivente,sar parso strano che, se per davvero nell'ormai lontano 1969 si arrivsulla Luna, il viaggio non sia stato ripetuto. Adesso, con gli ulteriorisviluppi che ci sono stati nei campi della metallurgia, della missilistica,dell'elettronica, dell'informatica, l'impresa dovrebbe essere molto piagevole e molto pi a buon mercato; (b) le notizie che vengono date aproposito di 'sonde spaziali' sono saltuarie e poco convincenti. Trattandosipoi di cose interamente in mano americana, la faccenda pochissimorassicurante (65).

Non avrebbe niente di strano che tutta la trafila del 'volo spaziale' siastata fin dai suoi inizi una colossale montatura (66). Anche se unasicurezza definitiva in argomento non si potr avere se non quando certiarchivi vengano resi pubblici (il che non sar tanto presto), se questosospetto dovesse rivelarsi una realt, si sarebbe smascherata una delle piimponenti falsificazioni storiche di tutti i tempi (67).

3. LE CESURE EPOCALI

Si vuole concludere indicando come il fenomeno delle 'cesure epocali',sviluppato dallo scrivente nel suo gi spesso citato Chronos, trovi un'ovviaapplicazione anche alla casistica dei 'continenti perduti'.

Ogni essere osservante, in ragione della sua specificit psico-biologica,percepisce e interagisce con la natura circondante - cio: ha una relazioneio-non io - a lui particolare, che quella che in Chronos stata definitacon il termine di prigione kantiana (ogni tipo di essere osservante e agenteha una sua 'prigione kantiana'). Una prigione kantiana consiste in unospazio, un tempo e una causalit specifici a ogni soggetto.

In particolare, questo sar vero per ogni collettivo umano - per ogni'uomo', in senso lato - facitore di civilt. E quest'uomo, soggetto aldivenire, dove non esiste la permanenza, destinato, alla lunga, a subireun processo di decadenza, per cui la sua natura psico-biologica stessa simodifica fino a farlo percepire il non-io in modo diverso da quello chepoteva essere prima stato a lui proprio. I prodromi di questo rovesciamentosono gi stati descritti dallo scrivente come uno snaturamento del tempo; ed sua intenzione quella di approfondire l'argomento in un suo prossimoscritto sull'equilibrio antropocosmico, con specifico riferimento allamodernit contemporanea.

L'esperienza esistenziale del cambiamento - la cesura epocale (68) - nonpotr non essere se non quella di una catastrofica lacerazione. Da notarsiche essa non sar semplicemente percepita come una catastrofe: essafattualmente lo sar, perch un rovesciamento della relazione fra l'io e ilnon-io non pu essere altro che un fatto distruttivo anche dal punto divista 'fisico' - fatto che passer poi alla 'memoria collettiva' post-cesuraepocale come qualcosa di apocalittico. Ecco dunque una possibileinterpretazione dell''inabissamento' dell'Atlantide e della Lemuria'distrutta dai vulcani'; mentre le successive 'Lune' proposte dallaWelteislehre potrebbero rappresentare il modo diverso di percepire il cieloprima e dopo ogni cesura epocale.

I nessi causali, spaziali e temporali fra soggetto e oggetto specifici diuna particolare prigione kantiana saranno, di massima, incomprensibili perchi non vi sia egli stesso all'interno e, al limite, descrivibili solo permezzo di geometrie pluridimensionali o non-euclidee, logichenon-aristoteliche e altri accorgimenti matematici del genere. Ci che gliappartenenti a una determinata prigione kantiana possono o potevano farenormalmente, potr sembrare 'miracoloso' a chi vi sia fuori. Quindi anche iproblemi tecnici dell'erezione dei megaliti forse sono solo apparenti: chi imegaliti eresse, apparteneva, totalmente o parzialmente, a un'altra prigionekantiana, entro la quale le causalit fisiche - le cosiddette 'leggi dellanatura' - non erano le stesse che noi adesso teniamo per valide.

NOTE AL TESTO :

(1) La dottrina teosofica fu codificata dalla fondatrice della SocietTeosofica, Jelena Petrowna Blawacki, nella sua opera principale, La dottrinasegreta (edizione italiana Napoleone, Roma, 1971; originale Adyar, Madras[India], 1888), della quale un buon riassunto stato fatto da Arthur E.Powell, Il sistema solare, Bocca, Milano, 1947. Per quel che riguardaspecificamente l'argomento dei continenti perduti, di ottimo riferimento il libro di W. Scott-Elliot (pseudonimo di W. Williamson), Storia diAtlantide e della Lemuria sommersa, Adyar, Torino, 1997 (originale 1896 perl'Atlantide e 1904 per la Lemuria, prima edizione combinata 1925).

(2) Sull'influenza sotterranea monoteista sul modo di ragionare di tanti chepure si credono dei 'liberi pensatori', cfr. Silvano Lorenzoni, Origine delmonoteismo e sua diffusione e conseguenze in Europa, Istituto Mediterraneodi Studi Politeisti, Marostica (Vicenza), 2000.

(3) Su quale valore possano avere queste estrapolazioni cronologiche, cfr.Silvano Lorenzoni, Chronos. Saggio sulla metafisica del tempo, di prossimapubblicazione.

(4) In riguardo, indispensabili sono le opere di Edgar Dacqu, un autore cheesercit un'influenza importante anche su Julius Evola, e in particolareUrwelt, Sage und Menschheit, Oldenbourg, Mnchen, 1928 e Leben als Symbol,Oldenbourg, Mnchen, 1928. Ottimo anche Giuseppe Sermonti, La Luna nelbosco, Rusconi, Milano, 1985.

(5) Delle quali essa ne pubblic una 'traduzione' in inglese presso laHermetic Publishing Co., San Diego (California, Stati Uniti), 1915; comunquesono riportate anche nella Dottrina segreta, cit.

(6) La Blawacki era essa stessa psichicamente dotata, mentre loScott-Elliot, cit., usava le capacit parapsicologiche del teosofo ingleseCharles Webster Leadbeater.

(7) Rivolta contro il mondo moderno, Mediterranee, Roma, 1969.

(8) Questo menzionato da Serge Hutin nel suo Hommes et civilisationsfantastiques, J'ai lu, Paris, 1970; e lo scrivente ha potuto apprenderlo inprima persona durante la sua decennale permanenza in Africa. L'autore difantascienza Emilio Tumminelli ha imbastito attorno a questa nozione undivertente romanzo di lettura leggera, La pietra misteriosa, Campironi,Milano, 1975. - Adesso, con la pandemia di AIDS, c' da credere che quella'crepuscolarit' possa divenire estinzione. Cfr. Silvio Waldner, Ladeformazione della natura, Ar, Padova, 1997.

(9) Cfr., per esempio, Alberto Cesare Ambesi, Atlantide il continenteperduto, Xenia, Milano, 1994.

(10) Serge Hutin, Hommes, cit. un libro ben fatto al quale si farfrequente riferimento, che per, come spesso capita nelle opere dell'Hutin,lascia alquanto a desiderare per quel che riguarda i riferimentibibliografici.

(11) Sia pure a livello divulgativo, due libri di Charles Berlitz, DasAtlantis-Rtsel, Zsolnay, Wien, 1976 e Mysteries from forgotten worlds,Corgi, New York, 1972, sono parecchio ben fatti (anche il Berlitz facevaaffidamento su di un veggente americano della prima met del XX secolo,Edgar Cayce). Di utile riferimento anche Alberto Cesare Ambesi, op. cit. e,soprattutto, Marius Lleget, La Atlntida, A.T.E., Barcelona, 1977.Quest'ultima opera, forse una delle migliori in argomento, perestremamente frammentaria e incompleta nella sua bibliografia.

(12) Cfr. W. Scott-Elliot, op. cit.; Marius Lleget, op. cit.

(13) Cfr. Alberto Cesare Ambesi, op. cit., Marius Lleget, op. cit., CharlesBerlitz, Das Atlantis-Rtsel, cit., ecc.

(14) Andrew Tomas (Los secretos de la Atlntida, Plaza y Jans, Barcelona,1969) afferma che l'azteca Tenochtitln verrebbe a essere una replica quasiperfetta della platonica Poseidonia, capitale dell'Atlantide.

(15) Uno studio dettagliato in riguardo, che include una buona bibliografia,fu pubblicato dallo scrivente sulla rivista "Primordia" (Milano), nn. XV(ottobre 1999) e XVI (marzo 2000) (Ricordiamo i nostri antichi padripagani). In quello studio si mette in risalto la concomitanza delmegalitismo con il culto del toro. Per quel che riguarda il megalitismonegli arcipelaghi del Pacifico esiste un interessante libro (A. Riesenfeld,The megalythic culture of Melanesia, Leiden, 1950) dove l'autore indica comel la civilt megalitica sarebbe stata portata da invasori dal coloritochiaro dediti a riti religiosi di tipo lunare provenienti da Ovest.

(16) Pierre Carnac, La historia empieza en Bimini, Plaza y Jans, Barcelona,1976.

(17) Lo scrivente, durante la sua ventennale permanenza in Sud America, ebbeoccasione di visitare e fotografare un campo di megaliti nella zona deiCaraibi del quale non ha trovato menzione nella letteratura rintracciabilein Europa.

(18) Cfr. Pierre Carnac, op. cit.; Charles Berlitz, Das Atlantis-Rtsel,cit. Gli ultimissimi sviluppi dell'archeologia subacquea delle Bahamas sonodati da Andrew Collins, Gateway to Atlantis, Headline, London, 2000.

(19) In riguardo, fondamentali sono le opere di Hans. F. K. Gnther, inparticolare la sua Rassenkunde des deutschen Volkes, Lehmann, Mnchen, 1939.

(20) Julius Evola, op. cit., identificava la civilt atlantidea conquell'et dell'argento dominata dall'astro notturno.

(21) Ma anche altri, ancora pi antichi e pi grandi di Stonehenge, fattiper di legno (e dei quali non rimangono se non le fondamenta), nell'Europasettentrionale e centrale (i 'megaliti di legno', di cui parla RobertHeine-Geldern, cfr. Silvano Lorenzoni, Ricordiamo i nostri antichi padripagani, cit.). Una scoperta in riguardo stata fatta recentemente inGermania (cfr. il quotidiano "La Padania" del 24.09.00).

(22) Cfr., per esempio, Serge Hutin, Hommes, cit.

(23) Cfr. Mario Polia, Gli Incas, Xenia, Milano, 1999.

(24) Lo scrivente, quando era in Sud America, ebbe occasione di conoscereuna signora Maria Verschuren che lo assicur che l'Atlantide era stata lapenisola di Paraguan, nel Mar dei Caraibi.

(25) Hans-Heinz Domke, Dithmarscher Skizzenbuch, WestholsteinischeVerlagsanstalt Boyens, Heide, 1976.

(26) Jrgen Spanuth, Atlantis, Grabert, Tbingen, 1965. Cfr. anche GerhardGadow, Der Atlantis-Streit, Fischer, Frankfurt, 1977.

(27) Cfr., per esempio, Ferdinand Ossendowski, Hommes, betes et dieux, J'ailu, Paris, 1973; Gastone Ventura, Agartha e Schamballah, Centrointernazionale di studi tradizionali, senza indicazione di luogo o data dipubblicazione (anni Novanta) (ma comunque reperibile presso la libreria percorrispondenza Carpe Librum di Nove [Vicenza]); Serge Hutin, Des mondessouterrains au Roi du Monde, Albin Michel, Paris, 1976.

(28) Ivan Sanderson, Invisible residents, Avon, New York, 1973.

(29) Citati da Serge Hutin, Hommes, cit.

(30) Un dettagliato resoconto dell''Atlantide' di Roberto Lovato statopubblicato dallo scrivente sul foglio di diffusione libraria "Cronache dalSottomondo" (Treviso), marzo 2001.

(31) James Churchward, Mu, le continent perdu, J'ai lu, Paris, 1969. Unriassunto ben fatto delle opere del Churchward stato fatto da StephanSantesson, Le dossier Mu, J'ai lu, Paris, 1976.

(32) Louis-Claude Vincent, Le paradis perdu de Mu, La source d'or, Marsat,1975 (2 voll.).

(33) Cfr., per esempio, Willy Ley, Exotic zoology, Viking, New York, 1959.

(34) Cfr. Serge Hutin, Hommes, cit.; Mircea Eliade, Trattato di storiacomparata delle religioni, Boringhieri, Torino, 1976 (originale 1948).

(35) Qui c' un interessante parallelo con le idee di Edgar Dacqu, cit. - anche probabile che Edgar Rice Burroughs, inventore di Tarzan, si siaispirato allo Scott-Elliot nell'imbastire i suoi romanzi di fantascienzamarziana e veneriana.

(36) Cfr. anche Julius Evola, op. cit.

(37) Cfr. Mircea Eliade, Rligions australiennes, Payot, Paris, 1972.

(38) Questo si ricollega alla dotrina involutiva dell'origine dei selvaggi,visti non come razze 'giovani', ma come residui degenerati o degenerescentidi genti che ebbero un livello molto superiore. Su di questo argomento loscrivente ha in progetto un'opera specifica.

(39) Serge Hutin, Hommes, cit.

(40) Jean Haudry, Les indoeuropens, Presses Universitaires de France,Paris, 1981 (una traduzione italiana vedr presto la luce per i tipi di Ar,Padova). Questo testo d anche un'esauriente bibliografia.

(41) Cfr. Silvano Lorenzoni, Origine del monoteismo, cit.

(42) In riguardo, si consulti per esempio Silvio Waldner, Deformazione, cit.Un parallelo, su scala sociale, pu essere fatto fra la rivoluzione franceseo russa, violentissime, e la rivoluzione industriale, 'indolore', la quale,a lunga scadenza, ebbe risultati ancora pi distruttivi, in quanto fattoredenaturante della compagine sociale europea, e che anzi fu determinanteperch anche tanti fatti sanguinari e violenti potessero avere luogo. Cfr.Massimo Fini, La ragione aveva torto?, Camunia, Belluno, 1985.

(43) Cfr., per esempio, Heinrich Driesmans, Der Mensch der Urzeit, Streckerund Schrder, Stuttgart, 1923; Piero Leonardi, L'evoluzione dei viventi,Morcelliana, Brescia, 1950.

(44) Nel neandertaliano si ha da ravvisare un elemento di tipo australoide,simile, se non identico, all'australiano. Cfr. John R. Baker, Race, OxfordUniversity Press, Oxford (Inghilterra), 1974; Vittorio Di Cesare, Gliaborigeni australiani, Xenia, Milano, 1996 (dove dato anche un discretoresoconto del megalitismo australiano).

(45) Cfr. Marija Gimbutas, Old Europe, c. 7000-3500 b.C., in "Journal ofindo-european studies" I, 1973 e Il linguaggio della dea, Neri Pozza,Vicenza, 1997 (originale 1989); Mircea Eliade, Histoire des croyances et desides rligieuses, Payot, Paris, 1976 (3 voll.) dove menzionata anche unacivilt pre-sumera in Mesopotamia (civilt di El-Obeid).

(46) Cfr. Patrick Ferryn et Ivan Verheyden, Chroniques des civilisationsdisparues, Laffont, Paris, 1976.

(47) E comunque (cfr. Patrick Ferryn et Ivan Verheyden, op. cit.), anchepresso le societ preistoriche e protostoriche si riscontravano deiritrovati tecnici a dir poco sorprendenti.

(48) L'opera originale di Hanns Hrbiger adesso difficilmente accessibile.Il migliore esposto sintetico della Welteislehre probabilmente quello diHanns Fischer (Weltwenden, Voigtlnder, Leipzig, 1928), ripreso pirecentemente da Rudolf Elmayer (Eingriffe aus dem Kosmos, Bauer, Freiburg,1971). L'interessante opuscolo di Wilhelm Maurer (Geheimnisse des Weltalls,Hugin, Wetter, 1983) colloca il Hrbiger nel contesto dei selenologi e degliesploratori antartici tedeschi della prima met del XX secolo.

(49) Il che non ha impedito che certi disonesti si siano appropriati dispunti hrbigeriani per imbastire teorie 'ineccepibilmente scientifiche' sulfuturo del sistema Terra-Luna senza mai citare Hrbiger (tanto per citarneuno: Lloyd Motz, Destruction of the Earth-Moon system, rivista "Naturalhistory", New York, aprile 1976).

(50) Hanns Fischer, cit.

(51) La corrispondente cronologia solo un'estrapolazione, in fondoarbitraria, del tempo misurato dall'uomo quale egli adesso . Il problemadella valutazione del tempo discussa in dettaglio da Silvano Lorenzoni,Chronos, cit.

(52) Qui si rifiuta ogni 'evoluzionismo', soprattutto se di stampodarwiniano - cfr. Chronos, cit. In argomento, un articolo sar pubblicatoprossimamente dallo scrivente sul bollettino di diffusione libraria"Cronache dal Sottomondo" (Treviso): Un evoluzionista plotiniano, LeoneCroizat.

(53) Edgar Dacqu, Urwelt, cit.

(54) Anche le scienze ineccepibilmente ufficiali hanno dovuto recentementeammettere che la biogenesi (la cosiddetta 'evoluzione', secondo evidenziatadal record fossile) ha un andamento discontinuo. Cfr., per esempio, RobertoFondi, Organicismo o evoluzionismo, Il Corallo - Il Settimo Sigillo, Roma,1984.

(55) Denis Saurat, L'Atlantide et le rgne des gants, J'ai lu, Paris, 1954;La rligion des gants et la civilisation des insects, J'ai lu, Paris, 1955.Il Saurat si appoggia, per quel che riguarda l'etologia degli insetti, a unoscienziato e poeta sudafricano che meriterebbe di essere meglio conosciuto,Eugne Marais (le cui opere complete, a cura di Leon Rousseau, sono stateripubblicate dalla Rubicon Pers, Kaapstad, 1986).

(56) Questo ammesso adesso anche dalla scienza 'ufficiale', se non pertutto il Primario almeno per i suoi ultimi periodi, il Carbonifero e ilPermiano - cfr., per esempio, Philip Callahan, The evolution of insects,Holiday House, New York, 1972. In riguardo, viene da fare la pertinenteosservazione che, sempre secondo la scienza ufficiale, il Permiano ful'ultimo periodo nel quale la temperatura media della Terra sia statasuperiore a quella attuale di ben 5. Adesso, con l'effetto serra, si staandando incontro a condizioni climatiche simili a quelle del Permiano, percui forse lecito attendersi una controffensiva degli insetti per ladominazione del mondo.

(57) Cfr. Mircea Eliade, Storia, cit.

(58) Gilbert Durand, les structures anthropologiques de l'imaginaire,Bordas, Paris, 1969.

(59) Cfr. anche Wilhelm Erbt, Weltgeschichte auf rassischer Grundlage,Moritz Diensterweg, Frankfurt am Main, 1925.

(60) Neppure la Luna fu adorata per s stessa ma quale simbolo di ci cherivelava nel contesto della sacralit generalizzata della natura (la 'naturaquale simbolo'). Fecero eccezione i semiti, la cui tendenza sempre stataquella di confondere il simbolo con ci che esso simboleggiava (fenomeno delfeticismo). Non a caso il monoteismo fu in origine un fenomeno semitico -cfr. Silvano Lorenzoni, Origine del monoteismo, cit.

(61) Cfr. Roberto Sicuteri, Lilith, la Luna nera, Astrolabio-Ubaldini, Roma,1980.

(62) Cfr., per esempio, Magia lunare, traduzione dal tedesco di SilvanoLorenzoni, Libreria Editrice Letture Sconsigliate, Marostica (Vicenza),1999.

(63) Si consulti Chronos, cit.

(64) Sul 'valore' che possano avere le estrapolazioni cronologiche fattedalla scienza 'ufficiale', cfr. Chronos, cit.

(65) Cfr. Silvio Waldner, Stati Uniti, Iberoamerica, Sud Africa: tre messe apunto, di prossima pubblicazione.

(66) Cfr. Bill Kaysing, Non siamo mai stati sulla Luna, Cult Media Netedizioni, Roma, 1997. Da questo libro fu tratto il film Capricorn One.

(67) Le altre essendo la 'donazione di Costantino' e il cosiddetto'olocausto'.

(68) Un genuino frattale cronologico, per usare una terminologia matematicaadesso alla moda. Cfr. Tiziano Terranova, Dizionario di realt virtuale evita artificiale, Edizioni dell'Ortica, Bologna, 1995.

I CONTINENTI PERDUTI, LA LUNA E LE CESURE EPOCALI

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