I cani la band: tra social strategy e viral marketing

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Band 2.0_ICani: il sorprendente successo di una band emergente grazie a una buona politica di Viral Marketing Abstract In questo articolo si è trattato il tema del Viral Marketing nel Web 2.0 come strategia di comunicazione per una band emergente. Negli ultimi anni si è assistito ad uno slittamento del pubblico dei vecchi media sui nuovi media; di conseguenza anche il marketing si è dovuto adeguare alla suddetta situazione. Partendo da alcune ricerche sull'utilizzo che gli italiani fanno dei social media, appare necessario per le aziende, come per le band emergenti, far leva su alcuni elementi cardine che tengono gli users/readers maggiormente incollati al web, ovvero la creazione di contenuti informativi, l'offerta di prodotti/servizi, il voyeurismo. Partendo dagli studi di Barabasi sulle reti, si sono poi analizzate le modalità di ideazione di una strategia di Viral Marketing. Si è scelto di considerare come caso di analisi la strategia della band romana ICani. Si sono presi a campione dei fan della band e li si è sottoposti a questionario quali-quantitativo per verificare l'effettiva riuscita della strategia virale, e soprattutto per indagare quali elementi avevano reso la strategia efficace. Introduction 1. I Social Media in Italia Il IX rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione 1 , rilasciato a luglio 2011, ci consegna l’istantanea di un paese diviso, in cui gli utenti di Internet rappresentano il 53,1% (+6,1% rispetto al 2009) della popolazione. Questo dato mostra però un’ulteriore divisione generazionale e di istruzione: l’87,4% degli utenti ha un’età compresa tra 14-29 anni e il 72,2% ha un’istruzione elevata. Aumentano considerevolmente gli italiani con una dieta mediale aperta a Internet, che viene considerato il mezzo di comunicazione più credibile: dal 5,7% del 2006 al 17% del 2011. La fonte principale d’informazione rimane la televisione: l’80,9% degli italiani guarda i telegiornali (ma tra i giovani di 14-29 anni il dato scende al 69,2%), il 41,4% cita i motori di ricerca e il 26,8% Facebook (rispettivamente al 65,7% e 61,5% per i giovani). I principali utilizzi della Rete, almeno una volta nell’ultimo mese, sono la consultazione di mappe (37,9%), l’ascolto della musica (26,5%), l’home banking (22,5%), gli acquisti (19,3%), la prenotazione di viaggi (18%), la visione di film (14,6%) e la ricerca di lavoro (12,3%). Il 67,8% degli italiani conosce almeno un social media, quota che sale al 91,8% tra i giovani (14-29 anni), ma si attesta comunque al 31,8% tra gli over 65 anni. Si tratta complessivamente di 33,5 milioni di persone, in crescita rispetto ai 32,9 milioni del 2009. Il più popolare è Facebook (noto al 65,3% della popolazione) insieme a YouTube (53%); seguono Messenger (41%), Skype (37,4%) e Twitter (21,3%). Quelli più utilizzati sono YouTube (dal 54,5% degli italiani che accedono a Internet, l’86,5% dei giovani) e Facebook 1 Censis, Italia, "Come Internet ha cambiato la nostra vita quotidiana", comunicato stampa 13 Luglio 2011. Il sorprendente successo di una band emergente grazie a una buona politica di Viral Marketing 1

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Paper prodotto in occasione dell'esame di Media e Reti sociali, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. In particolar modo avevo scelto di incentrare la ricerca sul settore delle band emergenti italiane e intitolare il lavoro in questione “I Cani: il sorprendente successo di una band emergente grazie a una buona politica di Viral Marketing”.

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Band 2.0_ICani: il sorprendente successo di una band emergente grazie a una buona politica di Viral Marketing

Abstract

In questo articolo si è trattato il tema del Viral Marketing nel Web 2.0 come strategia di

comunicazione per una band emergente. Negli ultimi anni si è assistito ad uno slittamento

del pubblico dei vecchi media sui nuovi media; di conseguenza anche il marketing si è

dovuto adeguare alla suddetta situazione. Partendo da alcune ricerche sull'utilizzo che gli

italiani fanno dei social media, appare necessario per le aziende, come per le band

emergenti, far leva su alcuni elementi cardine che tengono gli users/readers maggiormente

incollati al web, ovvero la creazione di contenuti informativi, l'offerta di prodotti/servizi, il

voyeurismo. Partendo dagli studi di Barabasi sulle reti, si sono poi analizzate le modalità di

ideazione di una strategia di Viral Marketing. Si è scelto di considerare come caso di

analisi la strategia della band romana ICani. Si sono presi a campione dei fan della band e li

si è sottoposti a questionario quali-quantitativo per verificare l'effettiva riuscita della

strategia virale, e soprattutto per indagare quali elementi avevano reso la strategia

efficace.

Introduction

1. I Social Media in ItaliaIl IX rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione1, rilasciato a luglio 2011, ci consegna

l’istantanea di un paese diviso, in cui gli utenti di Internet rappresentano il 53,1% (+6,1%

rispetto al 2009) della popolazione. Questo dato mostra però un’ulteriore divisione

generazionale e di istruzione: l’87,4% degli utenti ha un’età compresa tra 14-29 anni e il

72,2% ha un’istruzione elevata. Aumentano considerevolmente gli italiani con una dieta

mediale aperta a Internet, che viene considerato il mezzo di comunicazione più credibile:

dal 5,7% del 2006 al 17% del 2011. La fonte principale d’informazione rimane la

televisione: l’80,9% degli italiani guarda i telegiornali (ma tra i giovani di 14-29 anni il dato

scende al 69,2%), il 41,4% cita i motori di ricerca e il 26,8% Facebook (rispettivamente al

65,7% e 61,5% per i giovani).

I principali utilizzi della Rete, almeno una volta nell’ultimo mese, sono la consultazione di

mappe (37,9%), l’ascolto della musica (26,5%), l’home banking (22,5%), gli acquisti

(19,3%), la prenotazione di viaggi (18%), la visione di film (14,6%) e la ricerca di lavoro

(12,3%).

Il 67,8% degli italiani conosce almeno un social media, quota che sale al 91,8% tra i giovani

(14-29 anni), ma si attesta comunque al 31,8% tra gli over 65 anni. Si tratta

complessivamente di 33,5 milioni di persone, in crescita rispetto ai 32,9 milioni del 2009. Il

più popolare è Facebook (noto al 65,3% della popolazione) insieme a YouTube (53%);

seguono Messenger (41%), Skype (37,4%) e Twitter (21,3%). Quelli più utilizzati sono

YouTube (dal 54,5% degli italiani che accedono a Internet, l’86,5% dei giovani) e Facebook

1 Censis, Italia, "Come Internet ha cambiato la nostra vita quotidiana", comunicato stampa 13

Luglio 2011.

Il sorprendente successo di una band emergente grazie a una buona politica di Viral Marketing 1

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(dal 49%, l’88,1% dei giovani). Quest’ultimo viene utilizzato mediamente più di un’ora al

giorno, mentre Twitter mezz’ora al giorno.

1.1 FacebookIl fenomeno Facebook nel nostro paese ha seguito una parabola diametralmente opposta a

quella emblematica di Second Life, il mondo metaforico dei Linden Lab che, nel 2007-

2008, fu indubbiamente costruita, spinta e poi affossata dai media mainstream e dagli uffici

stampa delle aziende che si vantavano di aver colonizzato per prime i suoi territori2. Infatti,

se si paragona la rassegna stampa con il progredire degli iscritti, si nota che Facebook

esplode nella prima settimana del settembre 2008, in coincidenza col ritorno degli italiani

dalle vacanze e in assenza di copertura stampa significativa.

L’ipotesi che si può fare, confortata dagli studi sociologici che considerano Facebook uno

strumento di bonding (utile cioè a rinsaldare rapporti esistenti), è che alla fine dell’estate

molti italiani si siano lasciati con la promessa di restare in contatto attraverso questo

nuovo strumento di relazioni per poi, dopo essersi iscritti, essere catturati dai suoi

meccanismi virali di scoperta di nuovi contatti, dalle sue applicazioni giocose, dalla chat

interna e dal fascino voyeristico del lifestreaming. Da un punto di vista sociologico questa

massa di persone che ha scoperto i social network, guardata con sospetto dagli early

adopter, determinerà sicuramente delle mutazioni nel modo di usare il mezzo, ma anche di

percepire noi stessi all’interno del mondo della comunicazione3.

1.2 La blogosfera italiana Da oltre 10 anni i blog in Italia costituiscono un tassello fondamentale del più vasto

ecosistema dell’informazione. Accanto ai blog personali, nucleo originario della blogosfera,

hanno trovato posto dapprima i network di nanopublishing e i blog multiautore, poi i

magazine online che hanno cercato, chi più, chi meno, di conservare alcuni tratti

caratteristici dei blog. Tentare di individuare le dimensioni del fenomeno è impresa ardua.

Con il tempo le piattaforme utili alla creazione di un blog si sono moltiplicate a dismisura

(da Splinder, WordPress, Blogger fino agli spazi offerti dai portali Virgilio, Kataweb, Libero

e così via) e i contorni del concetto di blog si sono fatti sempre più sfumati. La società di

ricerca Human Highway e Liquida hanno aggiornato i risultati di uno studio

sull’informazione online e le abitudini di lettura degli italiani4 che mostra alcuni dati

interessanti.

• Anche se i giornali non godono di ottima salute, la fame d’informazione è in crescita,

ma il suo consumo diventa sempre più frammentato e irregolare.

• I gestori di blog sono 1,7 milioni (nel 2009 erano 1,2 milioni).

• Il 23% dell’utenza Internet, ovvero 5,6 milioni di individui, si dichiara lettore assiduo

di blog (+10% rispetto al 2009).

• In particolare i blog di attualità sono consultati da 4,9 milioni di individui, anche se i

lettori assidui di questo tipo di blog sono calati rispetto al 2009 a 1,8 milioni (-30%

in un solo anno). Lo studio sostiene che, probabilmente, cala l’affezione, ma

2 Cosenza V. (2011), Social Media ROI, Milano, Apogeo.

3 Cosenza V., Ibidem

4 http://bit.ly/t6JdN9

2 Il sorprendente successo di una band emergente grazie a una buona politica di Viral Marketing

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l’informazione dei blog viene comunque fruita attraverso i rilanci sui social network.

• I lettori assidui di blog hanno un profilo ben differenziato rispetto alla media

dell’utenza Internet: in gran parte uomini, concentrati in modo crescente

all’aumentare dell’età (elevata concentrazione oltre i 45 anni), con livello di

istruzione più elevato della media.

Il sorprendente successo di una band emergente grazie a una buona politica di Viral Marketing 3

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Illustrazione 1: Distribuzione e suddivisione degli utenti Facebook in Italia 2011

(http://vincos.it)

4 Il sorprendente successo di una band emergente grazie a una buona politica di Viral Marketing

Page 5: I cani la band: tra social strategy e viral marketing

Conceptual foundations

2. L'importanza delle RetiNel 2001 il fisico ungherese Albert-Laszlo Barabasi ha elaborato un modello topologico di

Internet, fondato sul concetto delle reti. Barabasi muove dal presupposto che le dinamiche

di Internet non sono analizzabili in quanto prodotto dall'intenzionalità umana. In ogni caso,

le reti Internet presentano analogie più stringenti con le modalità di organizzazione degli

organismi biologici o degli ecosistemi.Negli anni precedenti gli studi di Barabasi la

comunità scientifica era convinta che le reti fossero basate su leggi casuali. Secondo

quanto affermato da Barabasi e il suo team di ricerca, la rete Internet è un grafo che si

basa su una legge a invarianza di scala.

Ogni grafo è composto da un numero di nodi (hub) collegati tra loro da un certo numero di

collegamenti (link). La maggior parte dei nodi è composta di pochi link, tenuti assieme da

un numero esiguo di hub altamente connessi tra loro. Così come avviene nella società

umana, vi sono alcuni individui che ricoprono il ruolo di opinion leader, orientando i

comportamenti delle altre persone, dando vita a mode, movimenti e tendenze di vario

genere. Inoltre, quella Internet, è una rete caratterizzata da fenomeni di clustering.

Illustrazione 2: Rappresentazione grafica della legge di potenza e di

invarianza di scala

3. La Rete diventa POP5

Come accennato precedentemente, negli ultimi anni è avvenuto un cambiamento di

pubblico e di atteggiamento. L'audience dei media tradizionali, si è spostata sui nuovi

media, divenendo uno user o un reader costantemente connesso.

"Quello che cambia, innanzitutto, è il senso della posizione nella comunicazione. Eravamo

5 Cosenza V., Ibidem

Il sorprendente successo di una band emergente grazie a una buona politica di Viral Marketing 5

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abituati a essere (e pensarci come) pubblico, consumatori e cittadini, e ad abitare in un

quadro di comunicazioni di massa, credendo di poter sviluppare comunicazioni

interpersonali profondamente distinte dal mondo dei mass media. Avevamo solo una

cerchia di amici o conoscenti che poteva estendersi unicamente attraverso eventi che

avvenivano in spazi e tempi materiali. Oggi, invece, ci troviamo di fronte allo sviluppo di

tecnologie di comunicazione e pratiche correlate che cambiano la nostra idea di amicizia e

cerchia sociale, che mutano il nostro percepirci come oggetto passivo di comunicazioni di

massa e il nostro pensarci come cittadini, consumatori, pubblico. Il paradigma

comunicativo è cambiato: non siamo più solo “oggetto” di comunicazione ma “soggetto” di

questa6."

Giovanni Boccia Artieri, docente di Sociologia all’Università di Urbino, parla di ascesa

della cyberborghesia, ossia “di quella classe media digitale che usa i nuovi media, senza

essere geek, che ha un’idea della Rete ma solo associata a stretti interessi personali che

oscillano fra informazione e intrattenimento”7. L’aspetto da non sottovalutare, sostiene

Boccia Artieri, è che l’utilizzo quotidiano di questi nuovi strumenti di socialità ci permette

di “accedere a nuove metafore di utilizzo dei vecchi media e probabilmente daremo un

nuovo senso al modo di stare assieme”.

Per quanto riguarda il numero degli utenti, a livello mondiale l’Italia è all’undicesimo posto

di una classifica dominata da Stati Uniti, Indonesia, India e Turchia, e al quarto tra i Paesi

europei, dopo Regno Unito, Francia e Germania. A novembre del 2011 Facebook ha

superato 21 milioni di iscritti italiani (o meglio, utenti attivi nel mese, secondo le

rilevazioni della piattaforma). Di questi, 13 milioni si connettono ogni giorno e 7 milioni e

mezzo accedono da dispositivo mobile ogni mese. Sono numeri impressionanti se si pensa

che Audiweb rileva che nel giorno medio sono 13,9 milioni gli italiani che usano Internet,

mentre sono 9 milioni quelli che navigano da smartphone ogni mese. Quindi, ogni giorno,

oltre il 90% degli utenti della Rete controlla il proprio profilo. Una percentuale che, pur

ridimensionata da doppi profili o profili non rispettanti le policy, è comunque considerevole

per una singola destinazione del Web. Gli italiani iscritti di sesso maschile rappresentano il

53%, mentre quelli di sesso femminile il 46%. Un dato in controtendenza rispetto agli altri

Paesi occidentali, dove il rapporto è invertito. Oggi i giovani di età compresa tra i 19 e i 24

anni rappresentano ancora la quota maggiore di iscritti, seguiti da coloro che hanno un’età

compresa tra i 36 e i 45 anni. Il dato più interessante è che la crescita negli ultimi mesi è

trainata dalla fascia d'età tra i 46 e i 55 anni e dagli ultra cinquantaseienni.

4. La necessità di un Marketing Connesso: Buzz, WOM e ViralIl concetto di Connected Marketing è usato da Justin Kirby e da Paul Marsden, autori

dell'omonimo testo8, come termine per rappresentare le forme non convenzionali di Viral

Marketing, Buzz Marketing e Word Of Mouth (WOM). La differenza tra il marketing

tradizionale e quello connesso riguarda principalmente la loro applicazione. Il Marketing

tradizionale di basa su una logica di transazione, utilizzando una modalità di fruizione

unidirezionale. Un esempio è uno spot televisivo, uno spot radiofonico o una pubblicità per

mezzo stampa.

6 Giovanni Boccia Artieri, Network Effect – Quando la rete diventa pop, Codice Edizioni, 2009.

7 http://bit.ly/sa1yGB

8 Justin Kirby & Paul Marsden (2006), Connected marketing, Oxford, UK: Butterworth-

Heinemann

6 Il sorprendente successo di una band emergente grazie a una buona politica di Viral Marketing

Page 7: I cani la band: tra social strategy e viral marketing

Il Marketing connesso si basa invece sulla relazione, ovvero su una comunicazione

bidirezionale. Con il Connected Marketing è possibile instaurare un rapporto con gli users

o coi consumatori in caso ci si trovi di fronte a un brand. Secondo Kirby, il Word Of Mouth

può essere definito come "the promotion of a company or its products and services

through an initiative conceived and designed to get the people talking about positivly about

that company, products or services". Il potere del passaparola sta nei "grandi numeri":

• il 67% dei consumatori ritiene che il WOM sia il primo fattore di influenza nelle

scelte (McKinsey/Thomson Lighstone);

• il 93% dei consumatori identifica nel passaparola la migliore risorsa per acquisire

idee e informazioni su prodotti e servizi costosi come la casa, l'automobile, il pc

(NOP World).

Secondo Emanuel Rosen il Buzz è la rappresentazione di una rete, in cui i nodi sono gli

individui ed i collegamenti sono rappresentati dalle comunicazioni. Quando si è in presenza

di una comunicazione che genera buzz, un numero elevato di utenti comunica e condivide

una specifica informazione.

Seguendo l'analisi di Gianluca Arnesano, autore del testo "Viral Marketing", l'origine

sociologica del buzz marketing risale alla teoria sulla comunicazione del "Two step Flow"

di Lazarsfeld del 1955. Questa teoria è una delle prime a dare una dimostrazione di come

gli utenti singoli fungano da canale di amplificazione del messaggio.

Il Viral Marketing è, sempre secondo Justin Kirby, "the promotion of a company or its

products and services through a persuasive message designed to spread, tipically on line,

from person to person".

Per GoViral, viral agency leader europea, "Viral Marketing is consumer-driven marketing

as opposed to traditional interuption marketing that is controlled and driven by the

marketer. It is a planner initiative where an advertiser or creative agency develop and

spread on line marketing messages that have qualities that motivate the receiver to

became a sender. Viral Marketing combines know how, creativity and technical skills".

Ci sono tre componenti fondamentali di questo processo di peer-to-peer:

• ideazione;

• seeding (inseminazione);

• tracking (ricerca).

Mentre l'ideazione e la ricerca sono fasi assai note anche in altri ambiti, si darà in questa

sede, una breve descrizione del "seeding". Il seeder è colui che identifica chi sono i

migliori hub (opinion leader o siti) e quali sono i canali più veloci e con maggior potenziale.

Di conseguenza, la fase denominata "seeding" identifica tutti gli sforzi di individuare i nodi

chiave di una determinata rete.

4.1 Sei elementi per una buona strategia di Viral Marketing9

Come è piuttosto ovvio, l'espresisone "Viral Marketing" si basa sulla metafora del contagio

da parte dei virus. Per meglio comprendere i meccanismi di diffusione, proniamo una

9 Ralph F. Wilson , The Six Simple Principles of Viral Marketing, February 1, 2005. Originally

published 2/1/2000

Il sorprendente successo di una band emergente grazie a una buona politica di Viral Marketing 7

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seconda metafora: quella del sasso lanciato in uno stagno. Come le increspature dell'acqua

si diffondo sempre più distante dal punto in cui è stato lanciato il sasso nello stagno, un

buon marketing virale viene pensato affinchè le “increspature” (messaggi/obiettivi della

strategia) si propaghino verso i nodi più esterni dela rete, in modo estremamente rapido.

Occorre, innanzitutto, premettere che alcune strategie di marketing virale funzionano

meglio di altre e che non esistono buone startegie ma solo capaci strateghi.

Di seguito sono elencati sei principi da non dimenticare durante la costruzione di una

strategia:

1. Ha origine dalla promozione di prodotti o servizi;

2. Favorisce il trasferimento senza sforzo di contenuti ad altri utenti;

3. Passa da gruppi piccoli a gruppi grandi di consumatori;

4. Sfrutta le motivazioni e comportamenti comuni agli utenti;

5. Utilizza reti di comunicazione esistenti;

6. Si avvale delle risorse altrui.

Si esaminano nel seguito ognuno dei suddetti elementi.

1. Ha origine dalla promozione di prodotti o servizi: "Free" è la parola più potente nel

vocabolario di chiunque lavori nel settore marketing. La maggior parte dei

programmi di marketing virale ruota attorno alla fruizione gratuita di prodotti o

servizi, per attirare, per lo meno in un primo momento, l'attenzione. Ciò è quanto si

afferma nella seconda legge di Wilson del Web Marketing ovvero "La legge del dare

e del vendere"10. Il fatto che un prodotto/servizio sia "Cheap" o "gratuito" può

generare un'onda di interesse, ma il “free” inteso come libero da ogni licenza/diritti

può allargare notevolmente l'interesse, soprattutto nell'ambito musicale. Il

marketing virale è soggetto ad una gratificazione ritardata, quindi la fase di

valutazione ex post deve essere rimandata a numerosi mesi dopo l'ideazione, anche

se una buona campagna virale dà i suoi frutti anche nell'immediato. Nel caso di un

video postato su Facebook è possibile prendere in considerazione nel breve

termine, parametri come i “Mi Piace”, commenti e condivisioni. Portando come

esempio recente di video virale la campagna di TNT, questa ha avuto in solo un

giorno e mezzo più di 4 milioni di visualizzazioni. Non è possibile trarre profitto a

breve termine, ma si deve riuscire a generare un'ondata di interesse che porti un

vantaggio di lunga durata.

2. Favorisce il trasferimento senza sforzo ad altri: come anticipato, l'espressione Viral

Marketing si basa sulla metafora del meccanismo di trasmissione dei virus. Una

messaggio viral ha successo solo quando è facile da trasmettere. Il messaggio di

marketing deve essere facile da trasferire e replicare e deve essere trasmesso

tramite mezzi di facile utilizzo: email, sito web, grafica, software download. Il Viral

marketing si sviluppa principalmente su Internet, perché la comunicazione è

istantanea, è diventata accessibile ai più ed è poco costosa. L'unico sforzo richiesto

al consumer/user è la semplice copia e trasmissione del messaggio.

3. Passa da gruppi piccoli a gruppi grandi di consumatori: per diffondere a macchia

d'olio il messaggio, il metodo di trasmissione deve essere rapidamente trasferibile

10 www.wilsonweb.com

8 Il sorprendente successo di una band emergente grazie a una buona politica di Viral Marketing

Page 9: I cani la band: tra social strategy e viral marketing

da comunità piccole (nicchie, opinion leader, élite) ad altre molto grandi. Già dal

momento in cui si sceglie Facebook come canale, si è consapevoli che la reach è

potenzialmente illimitata. Inoltre chi possiede una pagina Facebook può, grazie ad

un servizio gratuito offerto dallo stesso social network, conoscere: reach della

pagina (numero totale di tutti gli amici dei fan), total reach weekly (contenuto

collegato alla propria pagina, quindi citazioni, tag etc.), virality (percentuale di

persone che hanno creato una storia attorno al nostro messaggio rispetto al totale

di coloro che hanno visto ad esempio una determinata notizia)11.

4. Sfrutta le motivazioni e i comportamenti comuni: la maggior parte dei piani di

marketing virale mirano ad approfittare di comuni motivazioni umane. Già il rapporto

Censis 2009 sulla comunicazione forniva i seguenti dati sulle attività preferite dagli

italiani su Facebook (presentati nei paragrafi precedenti anche nella versione più

recente, senza distinzione di genere):

• Guardare cosa c'è nelle bacheche degli amici (45,2% donne, 37,5% uomini)

• Inviare messaggi personali (40,9% donne, 40,1% uomini)

• Inserire commenti nelle bacheche degli amici (40% donne, 33,9% uomini)

• Chattare con chi è in linea (39,5% donne, 32,2% uomini)

• Utilizzare le applicazioni disponibili (30,2% donne, 19,4% uomini)

• Inserire foto/video/file musicali (19,4% donne, 23% uomini)

• Aderire a gruppi di interessi (12,5% donne, 10,3% uomini)

• Altro

Inoltre video particolarmente divertenti, emotivi o di spiaccata bellezza esecutiva,

sono più propensi ad avere diffusione virale. E' inoltre importante che il contenuto

della nostra campagna virale contenga valori universalmente condivisibili. Un caso

recente è quello del video promozionale di Procter&Gamble per le Olimpiadi di

Londra 2012 "Grazie Mamma" che in pochissimi giorni ha avuto milioni di

visualizzazioni in quanto l'attaccamento e la gratitudine alla propria madre, sono

valori che appartengono alla maggior parte degli utenti connessi12.

5. Utilizza reti di comunicazione esistenti: le persone connesse fruiscono, elaborano,

riproducono enormi flussi di comunicazione. I sociologi dicono che ogni persona ha

una cerchia più intima di 8 a 12 persone nella loro fitta rete di amici, parenti e

collaboratori; altre invece, come ad esempio i blogger o gli iscritti ai social

network, possiedono una più ampia rete, dispongono cioè ciascuno di una propria

reti di audience13. Se nel sistema tradizionale dei media è presente un numero

ristretto di emittenti, i media mainstream, che generano ciascuno un elevato numero

di spettatori, nel mondo digitale il rapporto si rovescia. Come si accennava nel

punto “Passa da gruppi piccoli a gruppi grandi di consumatori”, grazie alla Rete

Internet milioni di singoli utenti producono contenuti rivolti alle altre persone che

11 Intervento a Young Digital Lab 10-11 maggio 2012, "Social Media Analytics" di Marco Pezzano

12 Intervento a Young Digital Lab 10-11 maggio 2012, "Ottimi video Vs Socialmediafail" di Guido

Ghedin

13 Ralph F. Wilson, Ibidem

Il sorprendente successo di una band emergente grazie a una buona politica di Viral Marketing 9

Page 10: I cani la band: tra social strategy e viral marketing

fanno parte del loro piccolo network relazionale e che costituiscono la loro

audience. Questi, relazionandosi tra loro, creano una “coda lunga”14 di tante piccole

audience che, sommate nel loro complesso, possono superare il numero degli

spettatori legati ai media classici. Si è passati quindi da una comunicazione

monodirezionale dall'alto al basso, ad una comunicazione multidirezionale

partecipativa.

6. Si avvale delle risorse altrui: i piani più creativi di marketing virale tendono ad

utilizzare le risorse degli altri per ottenere il passaparola. Per risorse altrui si

intendono sia programmi di affiliazione, collegamenti di testo, grafica sui siti web

degli altri, tag a fondo pagina, oppure semplicemente è l'utente stesso a costituire

una risorsa importante per un brand. Un caso esemplare di utente come risorsa si

può notare nel seguente esempio: Just Dance, gioco Wii con 30 milioni nel mondo di

copie vendute. Nel momento in cui si doveva ideare una campagna per le versioni

successive, in rete stavano girando video con bambini, ma anche anziane, mentre

giocavano a Just Dance e si esibivano in un divertente spettacolo ballato e cantato15.

Quindi si decise che lo spot sarebbe stato semplicemente un insieme di video virali.

Con due mila euro di costi di esecuzione, la pagina Facebook di Just Dance passò da

1000 fan a 20 mila (ad oggi sono 160 mila fan).

Results of Data Mining

5. Come diventare una band emergente di successo grazie al ViralIn questa parte di lavoro si è analizzato come il buon utilizzo delle reti sia essenziale per la

diffusione di una promozione virale. Si è preso come esempio il caso di una band

emergente, ICani, diventati famosi, prima della pubblicazione del loro primo album o

dell'inizio di un tour, grazie a strategie di Viral Marketing.

Il “gruppo italiano dell’anno” ha precocemente riempito le pagine di decine di blog prima di

approdare su giornali del calibro del Corriere della Sera, la Repubblica, l’Unità, ponendo

l’accento, tuttavia, non sul valore artistico del loro primo lavoro in studio quanto sulle

vicende che hanno condotto ad esso, in buona parte slegate dalla musica suonata in sé e

per sé.

Qui si colloca il capolavoro dell’ufficio marketing de ICani o della piccola etichetta

indipendente 42Records che li ha prodotti. Difficile dire quanto la strategia di

comunicazione sia stata studiata a tavolino o meno, ma è altrettanto difficile credere che

non ve sia stata alcuna, e che il tutto sia sortito da un approccio naif o disinteressato verso

i complicati meccanismi di un’industria discografica in vorticoso cambiamento.

A livello macro la strategia è stata la seguente: nessun concerto all’attivo nella fase in cui

montava l’attenzione sulla band, totale anonimato dei membri, voci mai ufficialmente

smentite di un eventuale side-project di Max Gazzè (o di un’ancora più improbabile reunion

dei vecchi 883 sotto un altro nome). Sono loro stessi a scherzare sulle voci che circolano,

postando ironici status su Facebook "I Cani. Gruppo fondato da Antonio Gramsci"e "I Cani:

l'unico gruppo paragonabile a chiunque. Tipo il Grande Maestro Amedeo Minghi" e

14 Www.wired.it

15 Intervento a Young Digiatl Lab 10-11 maggio 2012, "Tra strategia e digital PR" di Valentina

Alemanno

10 Il sorprendente successo di una band emergente grazie a una buona politica di Viral Marketing

Page 11: I cani la band: tra social strategy e viral marketing

introducono così il link della canzone "Perdona e dimentica" "Il perdono e la vergogna. La

nuova fiction di Canale 5 con Gabriel Garko e Manuela Arcuri. Guarda il video su

YouTube". Una pubblicità fatta di passaparola ma soprattutto Facebook.

ICani suonano un genere che potrebbe essere definito electro-pop, con sfumature punk e

indie. Hanno un disco pubblicato e tre compilation16 , che con le loro vendite hanno

ripagato quanto speso nella fase di promozione dalla piccola 42Records.

Il pubblico è rappresentato dallo 'stereotipo' del radical chic che si trasferisce sui nuovi

media, o come preferisce dire Giovanni Boccia Altieri, della cyberborghesia, ossia “di

quella classe media digitale che usa i social media senza essere geek, che ha un’idea della

Rete ma solo associata a stretti interessi personali che oscillano fra informazione e

intrattenimento”. Ciò è desumibile anche da un' intervista del front man Niccolò Contessa

«Il nome ICani nasce in quanto il cane non viene associato a nessuna immagine in

particolare. E' una vox media: può essere inteso sia come cane randagio che come cane da

salotto, fortemente borghese». Contessa ha confessato un' infanzia-giovinezza da "ricco

cattocomunista", con i genitori che «si compravano la Repubblica e, io che andavo alle

manifestazioni e facevo la vita del “bravo ragazzo di sinistra”».

Si sono, inoltre, sottolineati nei paragrafi precendti i vari utilizzi che gli italiani fanno della

Rete Internet e dei social network (guardare le bacheche altrui, ascoltare musica, reperire

informazioni). La band romana sembra, ovviamente, esserne consapevole, oggi come ai

tempi del debutto. Alla domanda di UniRoma.Tv "Il web può essere un buon canale per

diventare famosi o avere notorietà?" Niccolò Contessa risponde infatti: «Sì. Sembra che

per come sia fatta ora la fruizione della musica e il conoscere la musica, sia indispensabile

passare per il web, perché è il modo in cui gran parte della gente conosce la musica.

Quindi credo che addirittura non sia più uno strumento utile ma forse quello

indispensabile».

Contessa ha chiesto l'amicizia su Facebook alle persone giuste (opinion leader del

settore), ha lavorato in maniera intelligente coi blog e così la rete ha iniziato ad avere hub

ad elevato numero di link.

5.1 Il passaparola in RetePer valutare le dinamiche del passaparola in Rete, si è condotto un sondaggio. Sono stati

sottoposti a intervista quali-quantitativa alcuni fan della pagina Facebook della band e

alcuni users nella sezione "Invitati" (non per forza utenti che hanno cliccato "Parteciperò")

nelle pagine "Eventi" relativi a due concerti de ICani. Gli eventi in questione erano "ICani

in concerto @Palanatale S.Benedetto del Tronto"(dicembre 2011) e "Carnevale Animale

Velvet Rimini L'Orso e Icani"(febbraio 2012). Il sondaggio ha avuto durata dal 14 marzo al

14 maggio 2012. Degli utenti intervistati , il 42% afferma di essere venuto a conoscenza

della band perché gliene ha parlato un amico, un altro 42% tramite i social media. Tra

coloro "contagiati" grazie ai social media, il 60% ne ha sentito parlare su Facebook, il 12%

su Youtube (tra i suggerimenti) e il 28 % su Internet in generale (blog, siti di musica ecc.).

Il 63% degli intervistati, a loro volta, ha parlato della band con circa 15 persone, un 32%

con un numero di persone compreso tra 20 e 30, un 6% con più di 35 persone. Un 42%

16 Compilation natalizia di Polaroid (2010), Il sorprendente album d'esordio de ICani (2011), Con

Due Deca (2012), I Cani non sono i Pinguini non sono i Cani (2012).

Il sorprendente successo di una band emergente grazie a una buona politica di Viral Marketing 11

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degli intervistati afferma di aver pubblicato su Facebook una canzone de ICani almeno 5

volte e un 33% più di 5 volte.

A portare la band così in alto sono stati due singoli circolati su YouTube e sui vari social

network nell’estate del 2010, Wes Anderson e I Pariolini di 18 anni, caricati su Sonic Cloud (oltre 1.000 ascolti nell'immediato) ed un altro brano, Il pranzo di Santo Stefano, comparso nella compilation natalizia di Polaroid (dicembre 2010). A questi si è aggiunto, ad

aprile 2011, il primo estratto dal disco d’esordio, Velleità. Poi è partito l'effetto valanga

della promozione virale per Il sorprendente album d'esordio de ICani.

Il tutto avrebbe potuto stroncare sul nascere un album che, pur autodefinendosi

ironicamente “sorprendente”, aveva il difetto di presentarsi già sentito per quattro

undicesimi. Uscito ufficialmente solo lunedì 11 luglio 2011, per quanto tutti l’avessero in

loop da mesi (grazie allo streaming su Rockit), il disco ha avuto un'immaginabile successo

già al debutto: sedicesimo posto nella classifica generale degli album più venduti su iTunes

e secondo posto (tra Eddie Vedder e i Radiohead) nella speciale classifica dedicata

all’alternative rock.

Sempre del campione intervistato, però, solo il 23% ha acquistato l'abum, un 13% ha

scaricato la loro musica da iTunes, il 74% ha scaricato musica in altri modi (non per forza

illegali, come ad esempio da Rockit). Nonostante i dati di vendita sembrerebbero

apparentemente poco entusiasmanti, dai questionari è emerso un forte attaccamento alla

band, al punto che il 59% del campione ha partecipato a un loro live e un 39% degli

intervistati partecipa attivamente a discussioni sui social media, riguardanti la band. Anche

per le compilation "Con Due Deca" e "I cani non sono i pinguini non sono i cani" è stato

possibile il download gratuito.

5.2 La carta vincente della non-immagine Bisogna segnalare che la band in un primo tempo ha portato avanti una ribellione

all'immagine, tramite l'adozione dell'anonimato. Inizialmente ICani non erano altro che una

one man band. Che la voce fosse di Niccolò Contessa, romano, ex leader del gruppo

elettronico Tavrvs, fino al festival Mi Ami, (a metà giugno 2011), non se ne aveva la più

pallida idea. Del cantante non esistevano foto, nessuno sapeva che faccia avesse, e

nemmeno come si chiamasse, nè tantomeno che fosse laureato in matematica. Come

spiega lui stesso in un'intervista a UniRoma.Tv «Essere adolescenti oggi, essere ragazzi è

molto difficile, perché siamo tutti quanti costantemente in vetrina, impegnati promuovere

un'immagine di noi attraverso i social network, i blog o il modo in cui andiamo vestiti alle

serate». Anche da qui l'idea dell'anonimato, della non-immagine, unita poi alla timidezza.

Continua sempre Contessa: «Mi sembra che nel paese in cui viviamo, apparire sia

diventato un valore ancora più grande dei soldi. La gente sogna più di apparire che di

diventare ricca».

Come, però, si è evidenziato nella prima parte del lavoro, non è possibile progettare una

campagna viral a priori. Non è sufficiente utilizzare reti pre-esistenti di persone aventi

interessi comuni. Non basta stimolare la curiosità della gente, dovuta a quell'intrinseco

voyeurismo, nè tanto meno è sufficiente dispensare musica gratuita. E' fondamentale

invece avere un messaggio, un contenuto da poter diffondere. Sempre leggendo i

questionari proposti al nostro campione di utenti facebook, è emerso infatti che i fattori di

successo della band, a loro dire, siano molteplici. Il 23% degli intervistati sostiene che

l'espediente dell'anonimato abbia suscitato molta curiosità. Di conseguenza un 25% ritiene

12 Il sorprendente successo di una band emergente grazie a una buona politica di Viral Marketing

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che il contagio del passaparola, grazie alla curiosità suscitata, abbia avuto grandi meriti. Il

72% degli intervistati ritiene, tuttavia, che siano stati indubbiamente il genere musicale e i

testi ad aver decretato il successo della band. La Rete e il Viral Marketing aiutano, ma per

avere successo, per vendere musica, ci vogliono i contenuti.

5.3 I testi, nitida fotografia del sociale I testi fanno, dunque, buona parte del successo della band. Gli intervistati dicono di

preferire Hipsteria per un 22%, Le Coppie 20% e Velleità 18%. La fotografia sociale è

esattissima, a partire dai brand, dalle marche (in Hipsteria si cita American Apparel), dagli

oggetti (le reflex, i leggins fluorescenti, le maglie a righe) e i social network (Flickr e

Facebok). I libri letti sono di David Foster Wallace e le canzone ascoltate di Daniel

Jhonston. I pariolini di 18 anni «comprano e vendono cocaina, fanno i filmini con le

quartine». Ne Le Coppie si trovano anche considerazioni che usano l'appeal scientifico a

cui infondo si è abituati (vedi le notizie di pseudoscienza che prendono più di un po' della

parte leggera dei telegiornali) per diffondere massime di vita, frasi perfette da mettere

come status di Facebook, come: «La statistica afferma che spesso chi dà il primo bacio nel

seguito del primo amplesso sarà quello che ne uscirà male». Oppure: «La statistica afferma

che spesso il primo a staccarsi dal primo dei baci è lo stesso che alla fine dirà di

troncare». Altre invece si addicono bene a Twitter, come «Vado al parco e leggo David

Foster Wallace». Altre parti di testo sembrano estrapolate da una conversazione in chat tra

due adolescenti: «Caterina tu mi odi e io lo so di non farci bella figura, ma se solo tu fossi

stata più attraente, (...) io non avrei fatto finta di niente».

La musica elettronica è fatta di arpeggi (generati automaticamente da software) e batterie

a basso costo. In un'intervista Contessa ha detto di aver voluto mantenere la musica a

livello minimal, perché i testi erano già abbastanza complessi, senza rime.

6. ConclusioniIn questo articolo si è visto come allo slittamento del pubblico dei vecchi media sui nuovi

media ha corrisposto un cambiamento radicale delle strategie marketing. Il Viral Marketing

nel Web 2.0 come strategia di promozione si profila come una tappa pressocché necessaria

per una band emergente, come per un'azienda che voglia promuovere un proprio prodotto.

Partendo da alcune ricerche Censis sull'utilizzo che gli italiani fanno dei social media è

emerso come occorra far leva su alcuni elementi cardine che motivano maggiormente gli

users/readers a stare connessi al web. La creazione di contenuti informativi, l'offerta di

prodotti/servizi , il voyeurismo e la curiosità sono le principali motivazioni di connessione.

Si è scelto di considerare come caso di analisi la strategia promozionale della band romana

ICani. Si sono presi a campione dei fan della band e users selezionati da alcune pagine

eventi collegate alla band. Li si è sottoposti a questionario quali-quantitativo per verificare

l'effettiva riuscita della strategia virale, e soprattutto per indagare quali elementi avevano

reso la strategia efficace. Dalla rierca è emersa una certa corrispondenza con quanto

evidenziato dalla letteratura precedente, ovvero che per esistono elementi ricorrenti tra

casi di strategie virali ben riuscite. Tra questi elementi connotanti è stato possibile

rintracciare quelli essenziali:

• una rete (network)caratterizzata da un esiguo numero nodi (hub), per lo più gli

opinion leader, aventi un gran numero di collegamenti (link) può essere una carta

Il sorprendente successo di una band emergente grazie a una buona politica di Viral Marketing 13

Page 14: I cani la band: tra social strategy e viral marketing

vincente. La band de ICani ha fatto leva sugli hub ad alto numero di link (blogger del

settore musicale o persone particolarmente influenti su Facebook, aumentando così

la velocità di diffusione del loro messaggio promozionale (i loro singoli). Nella

promozione virale della band de ICani la rete delle relazioni fisiche ha avuto la

stessa influenza di quella "digitale"dei social network, nella circolazione delle

notizie e delle canzoni. Il 42% degli intervistati ha dichiarato di aver conosciuto la

band perché gliene ha parlato un amico e un altro 42% attraverso i social media. Il

63% degli intervistati, a loro volta, ha parlato della band con circa 15 persone, un

32% con un numero di persone compreso tra 20 e 30, un 6% con più di 35 persone.

Un 42% degli intervistati afferma di aver pubblicato su Facebook una canzone de

ICani almeno 5 volte e un 33% più di 5 volte. L'effetto ha valanga ha avuto dai dati

riportati una buona riuscita.

• La non immagine, inoltre, ha stimolato la curiosità degli utenti internet, che sono

stati indotti a seguire le vicende della band con più ossessività. Le voci mai

smentite inizialmente sulla identità nascosta del cantante sono state alimentate dalla

stessa band con ironici stati e commenti su Facebook, fino al festival di Miami dove

si sono mostrati per la prima volta a viso scoperto.

• Il download gratuito ha favorito, inzialmente, la circolazione dei primi singoli,

favorendo la fidelizzazione dei fan, che dopo mesi sarebbero stati i futuri acquirenti

dell'album e delle compilation.

• In ultimo, si ricorda che una buona strategia viral ha bisogno di un messaggio da

poter trasmette. Nel caso della campagna virale messa in atto dalla etichetta

indipendente 42records per promuovere Icani, il messaggio erano testi e contenuto

delle canzoni. Il linguaggio molto vicino ai giovani di fascia 18-24 simile a quello

utilizzato nei social network ha favorito il successo per due motivi. Per prima cosa,

ancora in Italia nessuno aveva mai descritto in maniera così autentica il mutato

scenario italiano della cyberborghesia, ovvero della borghesia ai tempi del web 2.0.

Inoltre le esperienze descritte nelle canzone sono uno spaccato di vita

adolescenziale facilmente condivisibile dai giovani utenti in rete.

7. Bibliografia e sitografia• Effects of Word of Mouth Versus Traditional Marketing: finding from an Internet

Social Networking Site, MichaelTrusov, Randolph E. Bucklin, Koen Pauwels, 2009

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