I Bravi Maestri N° 4

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anno 1 - n° 4 agosto 2009 2ª settimana € 0,50 > chi possiede tutti i mezzi stabilisce tutti i fini < supplemento di informazione e formazione politica al periodico Ischiacity FOTO SCATTATA DOMENICA 19 LUGLIO 2009 TRA CAVA GRADO E SANT’ANGELO FOTO SCATTATA DOMENICA 19 LUGLIO 2009 TRA CAVA GRADO E SANT’ANGELO Brutti, sporchi e cattivi Brutti, sporchi e cattivi STRADA IN SALITA PER IL REGNO Problemi e prospettive dell’Area Marina Pro- tetta TOTODELEGHE Chi vince il braccio di ferro tra Bernardo & Pinto e i Mazzella Boys? A DENTI STRETTI che sia diventato il nemico pubblico n° 1? di Silvia Buchner [email protected] E’ bellissimo!... Fino a pochi mesi fa sindaci, albergatori e maggiorenti di vario calibro appena mi vedevano si apriva- no in un sorriso e si avvicina- vano a salutarmi – allora ero (solo!) il direttore di Ischiacity (rivista che parla solo di cose belle…); oggi, le stesse, iden- tiche persone grugniscono (nel migliore dei casi) solo a ve- dermi in lontananza (ma oggi sono il direttore de I Bravi Maestri - periodico che affron- ta i problemi dell’isola). Non avranno, per caso, la coda di paglia, queste “brave” perso- ne? Il fatto è che sia Ischiacity, sia I Bravi maestri (ma quelle brave persone non potranno mai capirlo!) sono le facce della medesima medaglia. E la medaglia, almeno finché sta nelle mie mani – non è mai cambiata: è Ischia. Parlar bene dell’isola, difen- derla, coccolarla, promuoverla vuol dire anche censirne i pro- blemi, metterli a fuoco e dibat- terne. Ecco! Ma è proprio sul dibattimento che questa gen- te crolla: non sono abituati a confrontarsi con gli altri. Non sono abituati a dover rispon- dere delle loro (ir)responsabi- lità! Non sono abituati ad (o quantomeno non desiderano) esser contraddetti. Non sono abituati (ignoranti come capre) a studiare i problemi, a docu- mentarsi, a capire, a cercare – autentiche – soluzioni! Sono solo dei piccoli squadristi di borgata abituati a gestire il proprio becero, violento, illo- gico, ottuso potere da quattro soldi! Hanno – come ai vecchi “bei tempi” – il manganello in una mano e nell’altra la bot- tiglia dell’olio di ricino. E li usano. A gogò! Beati loro che si sentono forti, bravi e corag- giosi. Beati loro che credono in tal modo di lavorare per il benessere dell’Isola. Beati loro Ibm che la notte riposano tranquil- li. Io al loro posto non ce la farei! Pensate, mi agito solo al pensiero di doverli combattere trascorrendo notti insonni ed ingoiando quotidianamente bocconi amari (e sono sicuro di essere dalla parte della ra- gione!), figuratevi se mi tro- vassi dalla loro parte: non po- trei darmi pace! Ischia è in crisi; la brava ed onesta gente perde lavoro, sti- pendi, certezze, stabilità per la sopravvivenza… La gente non chiede palazzi d’oro ma solo una piccola speranza di poter lavorare, possibilmente con dignità, e portare a casa quel giusto che permette alla pro- pria esistenza di arrivare alla fine del mese. Mentre i poteri forti dell’economia autoctona (leggi albergatori) prosperano, i loro dipendenti devono pie- garsi assai più che ad angolo retto per subire (possibilmen- te in silenzio) le vessazioni, le ingiurie, le percosse di una classe di dominatori economi- ci senza scrupoli. Delle giunte senza identità o del valore degli Assessori al Nulla di Riccardo Sepe Visconti [email protected] Oltre 120 a Forio, oltre 90 a Casamicciola Terme, meno a Ischia, dove Giosi Ferrandino ha azzerato la Giunta circa un mese fa, ma la bufera era iniziata prima, in concomitanza con le elezioni provinciali. Questi sono i giorni trascorsi ad aspettare che nei tre più importanti Comuni dell’isola vengano nuovamente insediate Giunte in pieno possesso dei loro poteri. Fa quantomeno pensare che tre amministrazioni si trovino a lavo- rare in questa condizione in altissima stagione, in un’estate densa di problemi e polemiche che coinvolgono anche il loro operato. Ci hanno fatto notare che i cittadini non sembrano preoccuparsene più di tanto, insinuando che forse percepiscono assenza di pro- getti e di operatività, sia che le Giunte siano insediate a tutti gli effetti, sia nella condizione contraria. Ma questo ragionamento contiene in sé un pericolo, perché in qualche modo assolve gli amministratori, catalogandoli nella sostanza come inutili. Ebbe- ne, è troppo semplice, sia perché tali considerazioni naturalmente le fa chi al governo non ci sta, sia perché costituiscono una forma di deresponsabilizzazione dei politici in carica. E questa è una pratica che va assolutamente abbandonata, anche da parte delle opposizioni: chi si è presentato agli elettori e ha ottenuto la mag- gioranza e quindi “l’investitura” a governare, deve farlo. Deve assumersi responsabilità, prendere decisioni, schierarsi per por- tare il proprio Comune in una direzione piuttosto che in un’altra, affrontarne i problemi. E questo deve rimanere un punto fermo per chi fa la politica come per chi cerca di capirla, perché è facile appassionarsi agli ‘sconvolgimenti’ che periodici, immancabil- mente attraversano almeno la metà delle amministrazioni isola- ne, spostando consiglieri ed assessori da una parte o dall’altra, e cadere nella tentazione di decifrare i meccanismi che ci sono dietro, di prevederli, come in una partita infinita. Ma il guaio di appassionarsi a tali minuscoli giochetti è che si tende a perdere di vista che gli amministratori non sono lì per costruire giunte, per mettere sul bilancino pesi da equilibrare, quello è il mezzo, il fine è un altro… il governo, appunto. Morta a creatura nun simm cchiù cumpare! continua a pag. 6

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I Bravi Maestri N° 4

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anno 1 - n° 4agosto 2009 2ª settimana€ 0,50

> chi possiede tutti i mezzi stabilisce tutti i fini <supplemento di

informazione e formazione politica al periodico Ischiacity

FOTO SCATTATA DOMENICA 19 LUGLIO 2009 TRA CAVA GRADO E SANT’ANGELO FOTO SCATTATA DOMENICA 19 LUGLIO 2009 TRA CAVA GRADO E SANT’ANGELO

Brutti, sporchi e cattiviBrutti, sporchi e cattivi

STRADA IN SALITA PER IL REGNO

Problemi e prospettive dell’Area Marina Pro-tetta

TOTODELEGHE

Chi vince il braccio di ferro tra Bernardo & Pinto e i Mazzella Boys?

A DENTI STRETTIche sia diventato il nemico pubblico n° 1?

di Silvia Buchner [email protected]

E’ bellissimo!... Fino a pochi mesi fa sindaci, albergatori e maggiorenti di vario calibro appena mi vedevano si apriva-no in un sorriso e si avvicina-vano a salutarmi – allora ero (solo!) il direttore di Ischiacity (rivista che parla solo di cose belle…); oggi, le stesse, iden-tiche persone grugniscono (nel migliore dei casi) solo a ve-dermi in lontananza (ma oggi sono il direttore de I Bravi Maestri - periodico che affron-ta i problemi dell’isola). Non avranno, per caso, la coda di paglia, queste “brave” perso-ne? Il fatto è che sia Ischiacity, sia I Bravi maestri (ma quelle brave persone non potranno mai capirlo!) sono le facce della medesima medaglia. E la medaglia, almeno finché sta nelle mie mani – non è mai cambiata: è Ischia. Parlar bene dell’isola, difen-derla, coccolarla, promuoverla vuol dire anche censirne i pro-blemi, metterli a fuoco e dibat-terne. Ecco! Ma è proprio sul dibattimento che questa gen-te crolla: non sono abituati a confrontarsi con gli altri. Non sono abituati a dover rispon-dere delle loro (ir)responsabi-

lità! Non sono abituati ad (o quantomeno non desiderano) esser contraddetti. Non sono abituati (ignoranti come capre) a studiare i problemi, a docu-mentarsi, a capire, a cercare – autentiche – soluzioni! Sono solo dei piccoli squadristi di borgata abituati a gestire il proprio becero, violento, illo-gico, ottuso potere da quattro soldi! Hanno – come ai vecchi “bei tempi” – il manganello in una mano e nell’altra la bot-tiglia dell’olio di ricino. E li usano. A gogò! Beati loro che si sentono forti, bravi e corag-giosi. Beati loro che credono in tal modo di lavorare per il benessere dell’Isola. Beati loro Ibm

che la notte riposano tranquil-li. Io al loro posto non ce la farei! Pensate, mi agito solo al pensiero di doverli combattere trascorrendo notti insonni ed ingoiando quotidianamente bocconi amari (e sono sicuro di essere dalla parte della ra-gione!), figuratevi se mi tro-vassi dalla loro parte: non po-trei darmi pace!Ischia è in crisi; la brava ed onesta gente perde lavoro, sti-pendi, certezze, stabilità per la sopravvivenza… La gente non chiede palazzi d’oro ma solo una piccola speranza di poter lavorare, possibilmente con dignità, e portare a casa quel giusto che permette alla pro-pria esistenza di arrivare alla fine del mese. Mentre i poteri forti dell’economia autoctona (leggi albergatori) prosperano, i loro dipendenti devono pie-garsi assai più che ad angolo retto per subire (possibilmen-te in silenzio) le vessazioni, le ingiurie, le percosse di una classe di dominatori economi-ci senza scrupoli.

Delle giunte senza identità o del valore degli Assessori al Nulla

di Riccardo Sepe Visconti [email protected]

Oltre 120 a Forio, oltre 90 a Casamicciola Terme, meno a Ischia, dove Giosi Ferrandino ha azzerato la Giunta circa un mese fa, ma la bufera era iniziata prima, in concomitanza con le elezioni provinciali. Questi sono i giorni trascorsi ad aspettare che nei tre più importanti Comuni dell’isola vengano nuovamente insediate Giunte in pieno possesso dei loro poteri.Fa quantomeno pensare che tre amministrazioni si trovino a lavo-rare in questa condizione in altissima stagione, in un’estate densa di problemi e polemiche che coinvolgono anche il loro operato. Ci hanno fatto notare che i cittadini non sembrano preoccuparsene più di tanto, insinuando che forse percepiscono assenza di pro-getti e di operatività, sia che le Giunte siano insediate a tutti gli effetti, sia nella condizione contraria. Ma questo ragionamento contiene in sé un pericolo, perché in qualche modo assolve gli amministratori, catalogandoli nella sostanza come inutili. Ebbe-ne, è troppo semplice, sia perché tali considerazioni naturalmente le fa chi al governo non ci sta, sia perché costituiscono una forma di deresponsabilizzazione dei politici in carica. E questa è una pratica che va assolutamente abbandonata, anche da parte delle opposizioni: chi si è presentato agli elettori e ha ottenuto la mag-gioranza e quindi “l’investitura” a governare, deve farlo. Deve assumersi responsabilità, prendere decisioni, schierarsi per por-tare il proprio Comune in una direzione piuttosto che in un’altra, affrontarne i problemi. E questo deve rimanere un punto fermo per chi fa la politica come per chi cerca di capirla, perché è facile appassionarsi agli ‘sconvolgimenti’ che periodici, immancabil-mente attraversano almeno la metà delle amministrazioni isola-ne, spostando consiglieri ed assessori da una parte o dall’altra, e cadere nella tentazione di decifrare i meccanismi che ci sono dietro, di prevederli, come in una partita infinita. Ma il guaio di appassionarsi a tali minuscoli giochetti è che si tende a perdere di vista che gli amministratori non sono lì per costruire giunte, per mettere sul bilancino pesi da equilibrare, quello è il mezzo, il fine è un altro… il governo, appunto.

Morta a creatura nun simm cchiù cumpare!

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CAOS UDC: L’UNIONE CHE DIVIDEChe sia proprio Carmine Bernardo il centro della crisi ad Ischia? Glielo abbiamo domandato...

LA CRISI DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA APERTA IN PRIMAVERA RISCHIA DI TRASCINARSI FINO ALL’AUTUNNO

di Riccardo Sepe Visconti [email protected]

computer in sala di attesa per lavorare alla sua posta elettronica. Pare che poi non abbia cancellato la password per cui altri avrebbero avuto accesso alle sue mail in cui si diceva, tra l’altro, che anda-vano distrutti gli incarichi dei dirigenti.Dal Comune non mando mail. Mi pare strano che siano en-trati nella mia posta elettro-nica. Ho sì controllato la mia posta mentre attendevo di par-lare con il Sindaco, ma non ho

fatto altro. Que-ste sono cose che non ho mai detto e mai fatto. Che io sia stato critico nei confronti dei dirigenti è vero e ho anche detto perché, proprio in consiglio comu-nale. Non mi dica che non sapeva che

circola questa storiella?Sì, lo sapevo, ma non nei det-tagli che mi sta dicendo lei.Potrebbe essere che Giosi Ferrandino dopo aver letto la sua posta abbia deciso che non vuole più voi dell’UDC in amministrazione?

Come mai non avete parte-cipato al consiglio comuna-le che si è tenuto venerdì 31 luglio?D’accordo con il segretario provinciale dell’UDC, Ciro Alfano, non ci siamo andati perché la nostra posizione ri-spetto alla maggioranza non è ancora chiara. Siamo in at-tesa di avere una risposta che il sindaco Ferrandino si era impegnato a dare ad Alfano 10-15 giorni fa. Il fatto che il sindaco Giosi Ferrandino non vi abbia risposto non è già di per sé il segnale che ha preso una de-cisione più che evidente?Noi vorremmo risposte chiare e il mantenimento degli impegni as-sunti.Mi è stata rac-contata una vicenda su cui vorrei sentire la sua posizio-ne. Sembra che qualche gior-no fa, per ritirare i biglietti per la festa di S. Anna, lei si fosse recato in Municipio e, aspettando di entrare dal Sindaco, abbia utilizzato un

Tutto può essere. Ma prima della crisi in consiglio co-munale sono stato l’unico a difendere l’amministrazione ed il Sindaco.Antonio Pinto ci ha detto che l’UDC pensava di avere due assesso-rati: a questo pun-to non se ne parla proprio…?!A noi interessa ri-lanciare l’azione amministrativa del Comune, ma possiamo anche dare un appoggio esterno. La nostra partecipazione attiva prevedeva di essere ben rap-presentati ed avevamo chiesto il vicesindaco, ma comunque eravamo disposti anche all’ap-poggio esterno.Mah, lei parla di appoggio esterno… Eppure, se stan-do all’interno avete una se-rie di frizioni, figuriamoci con l’appoggio esterno! Ieri, giorno dell’ultimo C. C. pri-ma della pausa estiva (Ndr. 31 luglio) si parlava anche di una mozione di sfiducia, non dico per far cadere il Sinda-co, ma per fargli capire che si regge solo sullo scarto di

un voto: essendo l’opposi-zione in sette sembra fossero

necessarie altre 3 firme e che fosse-ro state rastrel-late.E chi sono? Io non sono stato contat-tato da nessuno.E’ possibile che ci sia un rien-tro in Giunta di Christian Fer-randino?C e r t a m e n t e non per conto

dell’UDC.Non siamo andati all’ultimo Con-siglio Comunale perché la nostra posizione rispet-to alla maggio-ranza non è anco-ra chiara.

A me risulta che il gruppo di Sal-vatore Mazzella non sia mol-to contento di come vanno le cose in questa Amministrazio-ne.

“Oggi presupporre che un assessore non sia vicino al Sindaco per me è una cosa assurda, è antipolitica”

Il delfino di GiosiCHRISTIAN FERRANDINO: NEL 2007 ANDAVO A BUSSARE A CASA DELLE PERSONE E CHIEDE-VO IL VOTO PRIMA PER IL SINDACO, POI PER L’UDC ED INFINE LA PREFERENZA PER ME.

La sua rottura con Carmine Bernardo e l’abbandono dell’UDC sembrano una scelta forte… Tuttavia, avevo capito che Giosi Ferrandino le aveva fornito delle rassicurazioni nel senso che, se anche fosse uscito dall’UDC, avrebbe continuato a fare l’assessore.Due momenti fondamentali hanno scandito il mio allontanamento dall’UDC. Innanzitutto l’anno scorso, durante la precedente crisi, su richiesta del Sindaco che era dimissionario, rimisi il mandato sapendo con certezza, perché ne avevamo parlato dopo un anno di rapporti inesistenti, che il capogruppo dell’UDC non mi avrebbe riconfermato in Giunta.Ma allora le cose andarono diversamente…Ci fu una trattativa tra il Sindaco e l’UDC poi-ché ad altri membri del partito, come Rosanna Ambrosino, non andava bene che un assessore fosse cambiato, quindi alla fine hanno chiuso con due assessori, cioè Pinto (Ndr. Che lasciò la presidenza di Ischia Risorsa Mare) ed io che fui riconfermato. Però il rapporto con Bernar-do già era lacerato. Da quanto tempo non ha rapporti con la se-greteria locale dell’UDC?Forse da qualche anno, nel senso che la linea politica che sta por-tando avanti Bernardo insieme a Fausto Silvestro non la condi-vido.Ma quando lei è stato nominato assessore, non è stato espres-sione loro?Io sono stato espressione dell’UDC, ma non ritengo di essere stato espressione di chi oggi fa il capogruppo in consiglio co-munale.

Cosa ha incrinato i suoi rapporti politici con Bernardo?Io non condividevo la logica di essere opposizione all’interno della maggioranza. Lo stesso Bernardo non si è mai preso dei carichi di lavoro importanti da portare avanti, per non essere giu-dicato.Cosa significa questo, può fare un esempio?Intendo per esempio essere assessore, non l’ha mai voluto fare.Ma Bernardo per essere assessore dovrebbe rinunciare alla carica di consigliere.Scelta che hanno già fatto in molti, Luigi Telese, Luigi Boccanfu-so, Carmine Barile, Ottorino Mattera, Luciano Bazzoli (Ndr. Nei Comuni sopra i 16mila abitanti, la legge prevede che i consiglieri comunali eletti per accedere alla carica di assessore debbano di-mettersi da quella di consigliere. Il consigliere Telese, per aver fatto ciò, in seguito alla ‘defenestrazione’ subita dal Sindaco lo scorso anno, si ritrova adesso senza più alcuna carica).Nelle settimane scorse, invece, cosa è accaduto?Prima delle Elezioni provinciali in quota UDC c’erano due as-sessori, appunto, più le partecipate. A quel punto Bernardo, con Fausto Silvestro e Antonio Pinto, hanno emesso un comunicato a firma dell’UDC, in cui si rimettevano le deleghe perché il Sinda-co utilizzava i ruoli di assessore per fare campagna elettorale. Si trattava di una sorta di attacco scientificamente studiato, a poca

distanza dalle elezioni. In quel momento ero completamente in rotta con la linea del partito e stavo maturando la decisione di lasciare l’UDC, tuttavia farlo prima di una campagna elettorale, in cui c’era Giosi Ferrandino candidato e l’UDC che esprimeva un altro candidato, poteva sem-brare quasi un atto strumentale. Ugualmente, dopo il voto di Carmine Bernardo in consiglio comunale (Ndr. Contrario circa l’approvazione di debiti fuori bilancio) avrei potuto dire di non essere d’accordo con la linea del partito e uscire al momento in cui si apriva la crisi. Tuttavia, in entrambi i casi non l’ho fatto.Rimaniamo un momento sulle ultime elezio-ni: lei non ha fatto campagna elettorale per Gino Di Meglio?

No, ho votato l’UDC alle Europee, alle Provinciali, invece, ho votato Giosi Ferrandino.Quindi in sostanza era come aver lasciato l’UDC, perché non era quella l’indicazione del partito.La candidatura di Gino Di Meglio per quanto mi riguarda - e come peraltro la stessa Ambrosino ha dichiarato - non è stata candidatura condivisa. Mi consideravano già fuori dal partito, ed il fatto stesso di non interpellarmi per questa scelta è stato un

Rosanna Ambrosino fa sempre scelte moderate ed equilibrate, mentre è difficile tenere Bernardo sotto controllo. Lei ha pub-blicamente espresso il suo malessere, ma ha an-che sostenuto di sentirsi parte integrante di questa Amministrazione

Circa la possibilità di dare due assessorati all’UDC, parlando con il gruppo di Salvatore Mazzella, mi han-no detto che non era asso-lutamente possibile ed ho avuto la sensazione che loro avessero il polso della situa-zione più di voi.A me risulta che loro non è che siano molto contenti di come vanno le cose in questa Am-ministrazione. Tutta questa dietrologia non mi interessa, qual è la strategia politica? Io ho parlato male dei dirigenti, mi sto occupando dei lavori

Ibm

pubblici e ho chiesto chiari-menti sul centro polifunzio-nale.Quando ci sarà il prossimo Consiglio Comunale?A questo punto credo che si vada a finire a settembre.

da sinistra: Carmine Bernardo, Rosanna Ambrosino, Gianlu-ca Trani, Giuseppe Ferrandino

• Nella foto

di redazione [email protected]

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atteggiamento chiaro. Gino è un mio caro amico, ma per me non era un candidato compatibile con l’UDC alle Provinciali, per il semplice motivo che si ritiene in chiara alternativa al Sindaco. Ma il fatto stesso che l’UDC a Napoli, come non ha fatto altro-ve, già al primo turno sosteneva la destra, automaticamente voleva dire, chiunque fosse il candidato, andare contro Giosi Ferrandino.Noi come UDC abbiamo l’abitudine di esprimere un candidato locale, l’abbiamo fatto alle Regionali con Silvestro, alle scorse Provinciali con Bernardo, che io sostenni fortemente, l’abbia-mo fatto adesso con Di Meglio; tuttavia, per quanto ne so, era stato comunicato al Sindaco che doveva essere una candidatura di bandiera ed invece è stato individuato un candidato in netta contrapposizione con lui (Ndr. Gino Di Meglio, infatti, non ha mai nascosto la propria diffidenza nei confronti del sindaco Fer-randino). Torniamo allora all’ultima crisi che ha visto il sindaco Fer-randino azzerare tutte le deleghe della sua Giunta: lei che posizione ha tenuto?Io ho detto al Sindaco che c’era un interesse superiore, quello di chiudere la crisi. Se paradossalmente l’UDC, o parte dell’UDC, fosse uscito dall’amministrazione, avrei continuato a fare l’as-sessore, ma in quel momento non sarebbe stata una scelta saggia. Oggi quella che passa è la linea di pensiero dei consiglieri comu-nali: ma purtroppo nel duello la lotta è impari, perché la dottores-sa Ambrosino fa sempre scelte moderate ed equilibrate, mentre è difficile tenere Bernardo sotto controllo. Lei ha pubblicamente espresso il suo malessere, ma ha anche sostenuto di sentirsi parte integrante di questa Amministrazione, ragion per cui ha profuso ogni sforzo per attenuare lo scontro tra Bernardo ed il Sindaco. In questo quadro l’assessore (ndr. Christian Ferrandino si riferisce a se stesso) rap-presenta la parte debole: l’UDC ha scelto di rinun-ciare ad un assessore ed è passata la linea di Ber-nardo che ha riconferma-to Pinto e non me. Ciò ha creato il presupposto perché lasciassi il partito, cosa che è avve-nuta, però, non quando c’era una trattativa aperta, dove la mia uscita dall’UDC poteva significare un accordo con il Sindaco per mantenere l’assessorato, ma in un momento successivo, a crisi chiusa. La mia attività poteva continuare anche sotto altre vesti, per esempio membro di qualche C.d.A., presidente di qualche so-cietà, sempre in quota UDC, ma oggi non condivido la linea del partito e quindi non posso rimanere.Sembra davvero che “qualcuno” debba dirle grazie e non perché lei lo chieda. A questo punto lei ha qualche credito aperto nei confronti del Sindaco.Forse qualche credito ce l’ho, ma “grazie” il Sindaco me l’ha già detto. Nel momento in cui dovesse decidere di non recuperarmi in quanto candidato, in qualità di suo sostenitore alle elezioni Provinciali e di suo assessore per due anni, di certo la mia opi-nione sull’Amministrazione non cambierà. Perché se io per due anni l’ho sostenuta, il solo fatto di non essere più assessore non mi autorizza a cambiare idea.Lei dunque si sfila dall’UDC: per collocarsi dove?Esco dall’UDC, punto. E continuo a fare il mio mestiere, quello di consulente del lavoro. Continuo ad avere un ottimo rapporto con il Sindaco ma non solo con lui, anche se qualcuno pensa che io sia quasi il suo delfino. Mi sento ancora parte dell’Ammini-strazione, benché adesso non rivesta alcun ruolo. So che ci sono problemi interni ed instabilità determinati an-che da altri personaggi che con l’UDC non hanno niente a che fare.Mi sembra che siano stati superati, tant’è vero che si fa più di un consiglio comunale al mese, o quasi, chi frequenta il Comune ha modo di capire; inoltre ci sono riunioni di maggioranza, di giunta e le eventuali fibrillazioni possono venire fuori anche in quelle situazioni. Valutando il dato elettorale nel tempo l’UDC ha abbassato il suo consenso, perdendo pezzi, come Giuseppe Di Meglio, che fu il più votato nel 2002 e fu il primo a lasciare il partito, e poi Luca Montagna, Mario Amalfitano, Lello Cuomo. In tanti sono transitati nell’UDC e paradossalmente pare quasi che si preferisca tenere i piccoli rispetto ai grandi, quasi a voler portare il partito su uno standard di voti tale per cui può rappre-sentare qualcosa in consiglio comunale ed in amministrazione, ma senza far crescere grossi calibri.E quindi si farebbe in modo che vadano via?È una strategia. Oggi, però, l’UDC non può pretendere di essere in termini di preferenze l’ultima delle cinque liste e determina-re il cento per cento delle scelte politiche in amministrazione. Quando si è in un’amministrazione alcune scelte forzatamente non si condividono, ma se ogni volta che non si condivide qualco-sa, si va ad aprire una crisi e sparare a zero sulla stampa, questo è un atteggiamento sbagliato. L’UDC tra le liste della coalizione è quella che ha preso il minor numero di voti di preferenza, ma ci sono state comunque delle rappresentanze in giunta in base all’espressione dei consiglieri comunali, quindi c’era una sorta di pari dignità, però avere pari dignità in un’amministrazione signi-fica poter dire la propria opinione e amministrare delle deleghe, ma non avere potere di veto. Oggi il capogruppo dell’UDC ha grosse possibilità politiche, il problema è che evidentemente si pone male.

L’UDC non può pretende-re di essere in termini di preferenze l’ultima delle cinque liste e determina-re il cento per cento delle scelte politiche in ammi-nistrazione.

NON ABBIAMO INTESO, NON INTENDIAMO E NON INTENDEREMO ASSUMERE UN RUOLO DI OPPOSIZIONE

di redazione [email protected]

Questa intervista è stata rila-sciata pochi giorni prima del-la convocazione del Consiglio Comunale (31/07), nel quale dovevano essere comunicate le deleghe ai nuovi assessori del comune di Ischia. Invece, il Sindaco ha omesso di farlo ed il solo dato politico emer-so dal civico consesso è stata l’assenza - notata da tutti - dei rappresentanti dell’UDC. Venti di guerra?

E’ possibile che Giosi Fer-randino decida di nomina-re il settimo assessore e che quindi ce ne siano due a rap-presentare l’UDC?Abbiamo chiesto al Sindaco di impegnare l’UDC per quello che ha rappresentato, di avere le deleghe in funzione di quel-lo che ritiene dobbiamo dare in termini di collaborazione: né più, né meno. Quindi, se il Sindaco ci dà un solo assessore significa che ci vuole tenere ai margini del progetto politico, ci può dare deleghe ‘scadenti’ perché può darsi che non cre-da nel nostro lavoro. Tutto ciò rientra nelle sue competenze. Anche se vi dà un solo asses-sorato ma strategico, come il bilancio?Non so se ce lo darà. Se noi siamo marginali, perché do-vremmo avere le deleghe più importanti? Normalmente, un partito che ha sette consiglie-ri dovrebbe assumere il peso maggiore nell’amministrazio-ne e, di converso, se un partito ha un solo consigliere, può ri-cevere una delega importante che poi è difficile difendere? Penso proprio di no, è nella logica delle cose. Carichi ri-levanti come il bilancio van-no dati quando il partito ha lo spazio che gli compete.Il secondo assessore in quo-ta UDC potrebbe essere proprio Christian Fer-randino, di recen-te protagonista di un clamoroso allontanamento dal partito?Questa possibilità apparteneva a un disegno ‘eversivo’ che è stato tenta-to. Nella gestione della crisi, si sono esperiti due per-corsi alternativi a quella che era la politica uffi-ciale dell’UDC, sono stati tenta-tivi azionati dall’esterno, ma non hanno sortito gli effetti sperati da qualcuno. Ma è un problema che attiene all’inter-no dell’UDC e, visto come si stanno indirizzando le cose, non vorrei creare problemi a chicchessia. Noi pensiamo di avere gestito correttamente la

situazione, facendo prevalere le linee ufficiali e le rappre-sentanze reali che l’UDC ha all’interno di questa Ammini-strazione. Altrimenti, avrebbe rappresentato un partito diver-so da quello che si è impegna-to con l’elettorato due anni fa. Perché Christian Ferrandi-no è entrato in urto con voi?Ci sono delle regole da rispet-tare e Christian Ferrandino non ha assunto nessun ruolo durante la campagna elettora-le per le Provinciali, e anche rispetto alla sua delega non ha mai fatto squadra. Lui fu indicato per essere assessore proprio per il segno dell’ap-partenenza all’UDC, dopo che era stato candidato. Dopo la crisi dell’anno scorso, lo ab-biamo riconfermato, quindi

non abbiamo nulla da rimproverarci. In seguito, abbia-mo dovuto pren-dere atto della sua scelta, espressa preventivamente al segretario pro-vinciale del parti-to Ciro Alfano, di voler appoggiare alle recenti elezio-ni Provinciali il candidato del PD (Ndr. Il sindaco Giosi Ferrandi-no) contro quello dell’UDC, Gino Di Meglio. Il pro-blema è capire se

la politica la fanno i partiti o le persone: noi crediamo alla partecipazione dei partiti alla macchina amministrativa. L’alleanza preventiva alle ele-zioni comunali del 2007 fu un accordo politico, fatto dalle segreterie dei partiti. Anche in quell’occasione qualcuno

spinse per farci presentare come lista civica, perché non voleva apparentarsi con noi e noi indicammo la priorità di questa coalizione che avesse al centro la for-za rappresentata dall’UDC. Dopo due anni, la Mar-gherita è confluita a livello nazionale nel PD, l’UDEUR localmente non c’è più, il PD ha perso Luigi Telese per la strada: insomma questa Ammini-strazione è andata assumendo sem-pre più caratteristiche diverse da quelle di partenza.Negli incontri avuti, anche con Ciro Alfano, il vostro peso non è stato stabilito?Abbiamo rivendicato il nostro ruolo in questa amministra-zione, rappresentando, in ter-mini pratici, il medesimo peso di Fratellanza e Lavoro, che ha preso mille voti come noi, due assessori, un vicesindaco e la delega alla spesa. Non è che vogliamo guardare in casa degli altri, ma dovremmo ave-re ciò che ha una pari forza; se siamo messi nell’angolo, dobbiamo pensare che il Sin-daco non ci ritiene importanti o funzionali, o se va a pren-dere due consiglieri fuori e li paga mentre tiene gli altri in panchina, vuol dire che non ha fiducia in noi, per poi magari darci una delega che se non funziona, fa ricadere la colpa su di noi! Se il Sindaco non ha fiducia nell’UDC o non vede una prospettiva comune, che però per il Comune c’è, e se abbiamo mille voti, gli stessi presi alle Comunali del 2007 (anzi in termini di percentuali

sono di più, perché i votanti alle Provinciali sono stati di meno), ciò significa che rap-presentiamo la medesima for-za di due anni fa. Al Sindaco

abbiamo chiesto: “Hai ancora fi-ducia nell’UDC? E’ una fiducia a tempo, parziale?” Se è venuta meno non cambia nulla, perché lui i nume-ri per governare li ha, anche senza di noi. Parliamo an-che di fiducia dell’UDC in

questa Amministrazione. Nella seconda convocazione dell’ultimo consiglio comu-nale Carmine Bernardo ha votato contro alcuni debiti fuori bilancio.Quando ho rimesso le cariche da assessore, intendevamo fare un passo indietro dato che il Sindaco si era candida-to alla Provincia, dando a lui piena libertà e responsabilità. Lui ha aderito alla nostra scel-ta, annunciando che, dopo le elezioni, ci sarebbe stato un chiarimento: lo ha detto pub-blicamente con un comunica-to. L’invito per il chiarimento, dopo il 7 giugno, non c’è stato e abbiamo dovuto ritenere che il Sindaco volesse fare a meno dell’UDC. Infatti, nessuna ri-unione di gruppo ha preceduto il primo C. C. dopo le elezio-ni, e quindi o non si è tenuta o non ci hanno convocato. A quel punto, abbiamo deciso di dichiarare questi fatti in C. C. Anche la seconda convocazio-ne, in cui si parlava di temi delicatissimi, su fatti che pos-sono portare a delle responsa-bilità, non è stata preceduta

Abbiamo riven-dicato il mede-simo peso di Fratellanza e Lavoro, che ha preso mille voti come noi e ha due assessori, un vicesindaco e la delega alla spesa: dovrem-mo avere ciò che ha una pari forza.

Se la fiducia del Sindaco nell’UDC è venuta meno non cambia nul-la, perché lui i numeri per go-vernare li ha, an-che senza di noi.

Ibm

Penelope gli fa un baffo: Pinto tesse con pazienza la tela (e la notte la disfa)... intanto, i Proci banchettano ignari dell’arrivo di Ulisse.

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dal gruppo di maggioranza, e quindi Bernardo in sede di C. C. ha dovuto dichiarare di non voler assumere la respon-sabilità nei termini in cui era indicata. Una responsabi-lità di tipo finan-ziario?Sì, anche perché forse mancavano valutazioni da par-te dei dirigenti, che avrebbero potuto sollevare il con-sigliere da certe responsabilità. Il voto è stato contra-rio in ragione della mancata discussio-ne in gruppo della questione, questa è la vita di un’amministrazione: in C. C. se ci sono dei birilli alzano la mano, se ci sono cervel-li, parlano, dicendo come va confezionato un atto, quali ar-gomenti vanno in C. C. e con quali modalità. L’UDC fa la politica nel modo in cui va fat-

ta, se gli altri scelgono strade diverse vanno giudicati loro, quindi è a loro che va chiesto il perché di questi comporta-menti e non criminalizzato l’UDC perché ha votato contro.

Noi, comunque, abbiamo scelto di non andare a far numero con la minoranza, rimaniamo auto-nomi, non abbia-mo inteso, non intendiamo e non intenderemo as-sumere un ruolo di opposizione, perché l’impe-gno assunto per risolvere que-

stioni strategiche rimane, da qualunque parte stiamo. A che punto è il vostro iter con il sindaco Ferrandino?Il Sindaco ha un appuntamen-to ancora aperto con l’UDC, dovrà incontrare ancora il nostro segretario provinciale Ciro Alfano, non è accaduto

L’UDC fa la poli-tica nel modo in cui va fatta, se gli altri scelgono strade diverse vanno giudicati loro e non crimi-nalizzato l’UDC perché ha votato contro.

ancora per indisponibilità del Sindaco, ma le nostre posizio-ni sono chiare, i chiarimenti sono stati fatti. Noi intendia-mo portare avanti il mandato e siamo decisi a dare la mas-sima collaborazione, non nel senso di fare numero ma della responsabilità che intendiamo assumerci e quindi vogliamo che sia rispettata in termini di carichi di lavoro, la portata di quanto contiamo. Valete quanto il gruppo di Salvatore Mazzella, circa 1000 voti?Non facciamo questi conti. Ab-biamo corso per la Provincia anche per capire quanto valia-mo in voti. In questi due anni di governo, infatti, abbiamo dato un contributo per le dele-ghe assegnateci che non sono deleghe che portano voti, ma che hanno impegnato l’UDC a cercare le soluzioni a proble-matiche annose, dai trasporti a Ischia Thermal Center. Quali erano le vostre dele-ghe?

Trasporti, partecipate e abbia-mo gestito anche il problema I.T.C., che negli ultimi 10 anni nessuna Amministrazione ha cercato di risolvere. Ci as-sumiamo noi l’onere di aver tracciato una strada, infatti le soluzioni scelte sono quelle prospettate da noi. E ringrazio il Sindaco che con molta lealtà e determinazione non ha avuto timore di abbandonare una li-nea per seguire quella traccia-ta dall’UDC. Infatti, il Consi-

glio Comunale aveva deciso per un bando per la cessione d’azienda ma noi abbiamo subito capito che non avrebbe portato a nulla, anche per una mancata collaborazione dei soci privati. Per questi motivi, già nell’agosto 2008 abbiamo fatto la delibera per lo sfratto e poi per la richiesta di nuove concessioni di sfruttamento delle acque termali. Quindi vi riconoscete nelle decisioni prese sulla questio-

ne I.T.C.?Sì, pienamente. Soprattutto affermiamo di aver posto fine ad una gestione fallimentare e di aver gettato le basi per poter mettere sul mercato un’azien-da che non avesse pesi tali da impedire a privati interessati di partecipare. Si sta riferendo agli accordi stretti con gli ex dipendenti?Mi riferisco ai milioni di euro di debiti della vecchia socie-tà e nessuno avrebbe rilevato un’azienda con un tale pas-sivo, anzi forse il personale era l’aspetto meno pericoloso della vicenda. Vogliamo che la gara si effettui entro il 31 dicembre prossimo, in modo che per il 2010 il problema sia risolto.

Ibm

Il ballo dei debuttantiFinalmente dopo una lunghissima attesa il “Gruppo dei Maz-zella boys” riceve un incarico di governo (ma a far cosa?)

SALVATORE MAZZELLA E GIUSEPPE DI MEGLIO

di redazione [email protected]

A che serve avere Mario Basentini assessore senza deleghe?S. Mazzella: Nessuno dei nuovi assessori ha le deleghe.Ma non è che Ferrandino vi ha ‘fregato’ un’altra volta? Gli assessori servivano per fare la delibera di Giunta necessaria a portare a buon fine la conciliazione dinanzi al tribunale del Lavoro con gli ex dipendenti di Ischia Thermal Center.S. Mazzella: Assolutamente no.Allora che senso ha fare gli assessori così velocemente e non dare le deleghe?S. Mazzella: Bisognava fare il consiglio comunale e serviva che il governo del paese fosse pronto.La motivazione era nella necessità di stipulare l’accordo per I.T.C.S. Mazzella: Assolutamente, non solo; il paese non poteva rimanere senza amministrazione.Basentini che deleghe avrà? Il patrimonio non glielo danno…S. Mazzella e G. Di Meglio: E perché? Abbiamo chiesto tre deleghe specifiche e collegate fra loro, patrimonio, ambiente e partecipate, e stiamo aspettando; se non ce le danno lo deve dire il Sindaco in persona e deve fornire una motivazione valida per non dare il patrimonio e proporre un’alternativa.

Quindi, avrebbe un senso non darvi il patrimonio per non creare un superassessorato.S. Mazzella: Noi il progetto lo abbiamo, lo portiamo a effetto comunque, lo sottoporremo ai consiglieri di maggioranza e poi in consiglio comunale. Nell’incontro avuto con il Sindaco lui è stato di grande disponibilità, si è assunto le sue responsabilità in un momento particolare come questo, nel senso che sa di dover cambiare il modo di gestire le cose, pena il fallimento. Questo ha detto e noi su questa linea lo sosteniamo, tanto che abbiamo accettato di entrare in Giunta. Potevamo anche decidere di stare in maggioranza, votando di volta in volta ma senza assumerci la responsabilità di governo. La distribuzione delle deleghe, unita ai segnali di cambiamento di Ferrandino, speriamo che consenta di iniziare a lavorare sul serio. Ischia Risorsa Mare torna a Raffaele Mazzella?S. Mazzella: No, non ci pensiamo proprio. Quel che è certo è che noi avremo deleghe importanti e la rappresentanza nelle aziende partecipate. Il nostro gruppo nei primi due anni non ha partecipato attivamente all’amministrazione: alla fine della prima crisi, infatti, Raffaele Mazzella lasciò il posto di assessore e andò a Ischia Risorsa Mare, quindi noi non abbiamo

amministrato ancora il paese.Adesso, invece, è arrivato il vostro turno?G. Di Meglio: E’ il momento in cui possiamo operare, sembra che il Sindaco voglia cambiare la strategia. Non vado più nel gruppo di maggioranza a discutere, adesso mi sono dichiarato indipendente, ho il mio pacchetto di deleghe e sono in amministrazione per fare questo, non devo discutere prima con il sindaco poi con il vicesindaco… io non devo discutere proprio niente con loro, ho la delega e voglio agire in quell’ambito. Se passano due-tre mesi e le cose non si fanno, andiamo in consiglio comunale e presentiamo la nostra proposta, per vedere cosa si dice. Così funziona la politica.In questa stanza credo sia nata la candidatura di Isidoro Di Meglio, possiamo dire che è una creatura politica di Salvatore Mazzella?S. Mazzella: No. Quando Isidoro Di Meglio ha rotto gli indugi per la candidatura, ha chiesto la presenza mia, di Bruno Basentini, di Giosi Ferrandino e di Ciro Poli, c’erano queste persone, oltre alla sua famiglia, nel suo studio a via Morgioni, era una domenica due settimane prima della presentazione delle liste. Noi cercavamo adesioni per la nostra lista e lui decise di candidarsi. Adesso, invece, c’è una ventilata ipotesi che Di Meglio si avvicini all’UDC.G. Di Meglio e S. Mazzella: Ci hanno provato ma il tentativo è fallito. Tempo addietro Di Meglio ci disse “io divento indipendente in questa fase ma le nostre idee comuni sono valide e quindi domani mattina potremmo tornare insieme” (Ndr. Dopo l’elezione, Isidoro Di Meglio, in quanto presidente del C. C., ha lasciato la lista UDEUR Iscla Nova per dichiararsi indipendente).Ora questo ragionamento sembra un po’ meno d’attualità.S. Mazzella: A me non risulta.E allora l’incontro alle Querce, l’albergo del Sindaco, perché l’hanno fatto?G. Di Meglio: Può darsi che sia stato invitato per il suo ruolo istituzionale, sono amici di vecchia data con Salvatore Piccolo: perché ci chiede questo? A noi non interessa. Perché un passaggio di Di Meglio all’UDC metterebbe Bernardo alle corde e rafforzerebbe l’UDC e sarebbe interessante capire la vostra posizione.G. Di Meglio e S. Mazzella: In questo momento noi siamo indipendenti. Siamo il secondo gruppo della coalizione vincente per numero di preferenze, dopo la Margherita, avendo superato sia Fratellanza e Lavoro che l’UDC che i DS. Nonostante un consigliere si sia dichiarato indipendente dopo il primo C. C. il gruppo è rimasto intatto, noi riteniamo di avere quasi la stessa forza che avevamo nel 2007, anche se non abbiamo gestito niente. Chiamala presunzione ma è così, e non ci facciamo annettere da nessun gruppo, non vogliamo che la nostra idea e la nostra capacità politica venga comprata. L’operazione I.T.C. conviene alla comunità?G. Di Meglio: Per noi quello che si va a fare adesso non esiste proprio, lo sa il Sindaco e l’ho detto anche in C. C. Abbiamo votato perché

questa era una procedura messa in atto dal vecchio delegato alle partecipate (Ndr. Antonio Pinto, assessore per l’UDC), ma certo non andremo avanti su quella linea quando avremo la delega alle partecipate. Quindi, ancora una volta, c’è una linea diversa da quella del Sindaco ma anche da quella del presidente del Consiglio Comunale, Isidoro Di Meglio?G. Di Meglio: Se avremo la delega alle partecipate metteremo in atto il nostro progetto che riguarda tutte le partecipate e le gestioni del Comune. E per I.T.C. c’è un’idea completamente diversa da quella del bando, cui non parteciperà nessuno e, entro un anno e mezzo al massimo, saremo al punto di partenza.

Ibmin alto Giuseppe Di Meglio, sotto Mario Basentini, a sin. Salvatore Mazzella.

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Crimini e misfatti della giunta Ferrandino, secondo Luigi Mattera

IL CONSIGLIERE D’OPPOSIZIONE DEL PDL ATTACCA GLI SPRECHI DI DENARO E INTERPRETA L’ENTRATA NELL’UDC DI ALCUNI NOTABILI DELLA POLITICA CASAMICCIOLESE COME ATTO DI SOTTOMISSIONE AL SINDACO D’ISCHIA.

di redazione [email protected]

Voci di corridoio parlano di un bat-tibecco fra lei e Isidoro Di Meglio, presidente del consiglio comunale e membro della famiglia Di Meglio, proprietaria dell’hotel President presso il quale lei lavora come diret-tore sanitario del-le terme, arrivan-do ad aver messo in dubbio la sua permanenza qui.Qui mi trovo mol-to bene, ho un rapporto amicale e di vecchia data con la famiglia Di Meglio, prima ancora che professio-nale. Mai ha sfiorato Isidoro Di Me-glio il pensiero di fare una cosa del genere, altrimenti mi sarei dimesso. Ho detto alla persona che ha diffuso questa falsa notizia che il crimina-le che abbiamo come sindaco e che lui sta sostenendo, trascinerà la sua immagine nel fango, lo ha già fatto con Boccanfuso e Telese, facendoli litigare, adesso con Bernardo e Pinto e lui si sta prestando, ma poi lo sca-richerà, perché lui non riuscirà mai a diventare sindaco. Secondo lei la crisi con Bernardo è stata risolta?Secondo me daranno due assessora-ti all’UDC, rispolverando il settimo assessore, e lasciando il resto come sta. Inoltre, assegneranno a Christian Ferrandino un posto in una parteci-pata. Quella che è in pericolo è la li-nea politica, perché quando sento che il sindaco di Casamicciola D’Ambro-sio entra nell’UDC, lui fedelissimo di Giosi Ferrandino...Davvero dice che D’Ambrosio è an-cora vicino a Ferrandino?Lo dico, lo dico. Si vada a guardare i dati elettorali delle ultime Provin-ciali. Il candidato espresso dall’am-ministrazione di Casamicciola, S. Sirabella, ha preso circa 700 voti, l’ex sindaco Ferrandino ne ha presi 1200, come lo spiega se non con il fatto che quest’ultimo comanda ancora a Casamicciola? Sono succubi di Fer-randino.Non D’Ambrosio.No, tutti, compreso D’Ambrosio. E l’ingresso di D’Ambrosio, Silvitelli e qualcun altro nell’UDC serve a raf-forzare la platea degli aderenti al par-tito e mettere Bernardo fuori.Lei che conosce bene Isidoro Di Me-glio che idea si è fatto dell’incontro tenutosi alle Querce e - pare - fina-lizzato a portarlo dentro l’UDC?E’ possibile. Come qualunque al-tra operazione fatta oggi dall’UDC ischitana, anche questa è finalizzata a danneggiare Bernardo. Ciro Alfano ha detto che Bernardo non è in discussione.Ho imparato a conoscere queste per-sone, sono grandi bluffeur, Ferrandi-no ha distrutto 40 anni di amicizia tra Telese e Boccanfuso. La campagna elettorale del Sindaco è stata ‘ad per-sonam’: ha dato dei contributi a tutte le persone che lo hanno affiancato, il suo è un risultato elettorale personale

che ridimensiona chi gli sta attorno, i suoi sostenitori hanno fatto un passo indietro e oggi è il padrone incontra-stato del Comune. Lui si è rafforzato ma la squadra no, deve stare attento

a mantenere gli equilibri, pagando. Guarda caso, Pa-squalino Migliac-cio il 7 giugno è di-ventato revisore dei conti delle Tramvie Provinciali di Na-poli, Montagna ha potuto sistemare qualche vigilino o qualche ‘assessori-

no’. E’ un puzzle che si scompone e lui ricompone ogni 5-6 mesi. Ferrandino porterà a termine la sindacatura?Credo di sì, perché non dovrebbe, a meno che non sbaglia a dare qualcosa a qualcuno, generando insoddisfazio-ni.Che senso ha fare la Giunta così rapidamente ma non assegnare le deleghe?Probabilmente ci sono grandi diffi-coltà, legate a un’insoddisfazione per la performance dell’amministrazione da parte di qualche suo componente autorevole. Prima è accaduto con Te-lese, elemento determinante alla vit-toria di Ferrandino; un anno dopo è la volta di Carmine Bernardo che ha dichiarato pubblicamente che questa Amministrazione spreca il denaro pubblico in ‘feste, festicciuole e tric-caballacche’, quindi per rimanere in maggioranza ha chiesto una revisione della linea economico-finanziaria. E anche Bernardo, non a caso, è entra-

to nel mirino di questo Sindaco che si libera delle persone scomode per continuare a fare il nulla, l’effimero, devastando le risorse del Comune. Da una parte abbiamo debiti fuori bi-lancio per milioni di euro, dall’altra sperperano denaro pubblico, hanno affossato l’Ischia Thermal Center, hanno caricato di spese la partecipata Ischia Risorsa Mare. Ma Ischia Risorsa Mare non è sem-pre stata usata come ‘il bancomat dell’Amministrazione’?No, è Ferrandino che fa pagare a I.R.M. le feste, da Natale fino a quella di S. Anna, e anche il costo del per-sonale di I.T.C.: si può dire tutto della precedente gestione, ma con loro I.R.M. ren-deva una cassa di due-trecentomila euro.Pensa che la ria-pertura di Ischia Thermal Center sia un’operazio-ne valida?No, l’azienda è fallita, gli ex di-pendenti sono stati maltrattati dal Comune. Adesso hanno firmato un accordo con l’Amministrazione. Con il quale hanno dovuto rinunciare a tutto ciò che è maturato negli anni di lavoro per ottenere in cambio tre mesi di assunzione ciascuno! Si vede che hanno avuto una loro convenienza, altrimenti non avreb-bero accettato.

Vivono di speranza. Nel luglio 2008, un anno fa, dissi in C. C. che l’azien-da portava un avanzo di bilancio di 75mila euro, con cui si sarebbe potu-to pagare l’anno di gestione. Poiché i soci privati non ne vogliono sapere, dissi di rilevare senza corrispetti-vo in denaro le loro quote, prendere tutto noi, ridurre la massa debitoria; fra 2-3 anni avremmo potuto cercare un partner privato con un bando ce-dendo un’azienda che doveva però ri-manere sempre aperta, naturalmente governata da un management nuovo, di persone esperte.Passiamo ad un altro punto: più che mai quest’estate la costruzione del depuratore è di scottante attua-lità.Il depuratore sulla collina di S. Pie-tro è un’opera eccellente, ma i la-vori vanno a rilento, non per colpa dell’impresa, non per colpa di chi li ha progettati, ma perché sono venuti fuori dei cocci datati a loro dire IV sec. a.C. - vorrei sapere come! - per cui la Soprintendenza ha mandato un bel gruppetto di studiosi che stanno lì col pennelluccio in mano ed hanno paralizzato un’opera che secondo me andrebbe conclusa in tempi brevi.Risale a 15-20 giorni fa l’accordo fra la società S. Pietro della fami-glia Di Meglio, proprietaria dell’al-bergo omonimo, ed il commissa-riato alla depurazione delle acque che ha l’incarico per la costruzio-

ne del depuratore. La società S. Pietro vantava dei diritti su quell’area e sen-za l’accordo i lavo-ri non si potevano fare. Quindi, in par-te la responsabilità del rallentamento è da imputare anche a questo.Non è stato questo ad impedire i lavori, sono stati rallentati esclusivamente dalla Soprintendenza, con tutto il rispetto per la

storia dell’umanità che è passata sul-la nostra terra, devono fare in fretta perché la collettività ha bisogno del depuratore.In verità, c’è anche un altro pro-blema: la rete fognaria del comune di Ischia è realizzata solo per una piccola parte.A Ischia è quasi completa.Il capo dell’UTC, Silvano Arcamo-

ne, ci ha detto che la rete è pron-ta solo per circa il 15-20% (Ndr. Nell’intervista in questo numero).Non è così. La zona costiera è mes-sa in rete, ci sono già le pompe di sollevamento per portare i liquami sulla collina di S. Pietro e questa era la cosa più difficile da realizzare. E’ vero che la parte alta del paese è an-cora sprovvista di rete fognaria, ma si può ovviare in tempi brevi, favoriti dalla condizione di pendenza del ter-ritorio. Se il capo dell’ufficio tecnico pensa che ci sia ancora molto lavoro da fare, potrebbe comunicare il pro-blema all’Amministrazione, in modo che invece di occuparsi della Piazzet-ta si facciano i lotti per le fogne.

A proposito del depuratore e dello scavo sulla collina di S. Pietrodi Silvia Buchner

Non potendo dimenticare di essere la figlia di Giorgio Buchner (e di essere archeologa io stessa), leggendo alcune delle affermazioni del dr. Mattera, ho avvertito la necessità di chiarire alcuni punti.

I tempi di realizzazione del depuratore (e quindi gli eventuali ritardi sulla tabella di marcia) sono dettati non da un’unica ragione ma da una complessa serie di cause, non ultimi i problemi legati alla nave che rifornisce il cantiere, ma anche da ragioni burocratiche e tecniche. Quanto allo scavo archeologico, mi preme sottolineare che, come il dr. Mattera in quanto medico ha delle conoscenze specifiche in cui nessun ‘profano’ deve sognarsi di entrare (a meno che non sia evidente che si commettono errori di diagnosi), allo stesso modo chi effettua uno scavo archeologico ha alle spalle anni di studio e di pratica, nei quali si è impadronito degli strumenti tecnici necessari a datare gli oggetti ritrovati. Quindi, è scorretto dire “datati al IV sec. non si sa come”, poiché la datazione dei reperti come l’interpretazione dei dati di scavo vengono effettuate in base a valutazioni metodologicamente molto precise.Non dimentichiamo che una delle ragioni della fama di quest’isola e del suo valore culturale è costituita anche dal fatto che nell’VIII sec. a.C. i greci vi fondarono quella che, a tutt’oggi, rimane la più antica colonia fra le tante che sorsero in Magna Grecia, cioè in Italia Meridionale. E questo lo sappiamo grazie ad anni ed anni di scavi archeologici.In particolare, lo scavo sulla collina di S. Pietro, come mi ha spiegato la dr.ssa Nicoletta Manzi, che lo segue per conto della Soprintendenza archeologica, ha portato alla luce un insediamento rurale affiancato ad un’area sacra (tempio o struttura simile). Al momento i reperti (rivestimenti per tetti, anche dipinti, terrecotte architettoniche e vasellame) ci dicono che il sito era abitato nella seconda metà del VI sec. a.C.; sappiamo anche che fu distrutto circa 2 secoli dopo, in età ellenistica, dall’eruzione che creò il cratere che, una volta riempitosi di acqua, divenne il lago, aperto poi nel 1854 per creare l’odierno porto d’Ischia. Lo scavo di S. Pietro, dunque, consentirà di aggiungere un altro tassello alla ricostruzione della diffusione dei coloni greci nell’isola d’Ischia, dopo la scoperta del centro principale di Pithecusa a Lacco Ameno e quella della fattoria (in parte abitata contemporaneamente al sito di S. Pietro), a Punta Chiarito.

L’ingresso dei casamic-ciolesi Enzo D’Ambrosio, Peppe Silvitelli e qualcun altro nell’UDC serve a rafforzare la platea degli aderenti al partito e met-tere Bernardo fuori.

Ferrandino ha dato con-tributi a tutti quelli che lo hanno affiancato e il risultato elettorale alle Provinciali è un successo personale che ridimen-siona chi gli sta attorno, i suoi sostenitori hanno fat-to un passo indietro e oggi è il padrone incontrastato del Comune.

Ibm

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6 | N°4 | agosto 2009 2ª settimana

Ischia è quasi del tutto priva di fogne: infatti solo il 20% del territorio comu-nale è coperto dalla rete fognaria.

Presidente di Ischia Risorsa Mare, presidente di Ischia Ambiente, capo dell’Ufficio Tecnico del Comune. Abbiamo rivolto a Silvano Arcamone alcune domande in funzione delle sue tre diverse cariche.

Architetto uno e trino

di redazione [email protected]

se fossimo andati ad uno scontro con gli ex dipendenti, avrebbero costituito una quota di quanto sarebbe spettato loro come risarcimento.Che ruolo ha I.R.M. in questa operazione?Le attività delle Terme Comunali vengono gestite dal comune di Ischia, che si avvale di I.R.M. per una serie di servizi, tra cui il personale, attività di trasporti e manutenzione, altre attività potranno essere gestite direttamente dal Comune. Gli ex dipendenti diventano dipendenti a tempo determinato di I.R.M. per 3 mesi quest’anno e per sei mesi nel 2010. Dopo di che, almeno al momento si è stabilito che il Comune si fermerà. E’ possibile che si faccia una cordata di imprenditori ischitani?Sicuramente. Con il volume d’affari che c’è a Ischia, siamo i primi in Italia, e sarebbe paradossale che venissero da fuori a gestire le nostre terme.Il liquidatore della società, il dr. Renato Borsò,

mi ha espresso dei dubbi circa la reale riapertura. Perché secondo lei ha fatto una dichiarazione del genere?Siamo certi di aprire per agosto e pubblichiamo immediatamente anche il bando (Ndr. Oggi, 3 agosto, abbiamo parlato con il nuovo direttore di I.T.C., Dario Della

Vecchia, che ci ha confermato che la struttura è riaperta per le pulizie e il ripristino dei servizi, per poi aprire al pubblico entro pochissimi giorni). Chi la sostituirà, quando finirà la sua presidenza tecnica a Ischia Ambiente?Credo che dovrebbe andarci Luciano Bazzoli.Quale capo dell’U.T.C., può dirci sotto la responsabilità di chi è attualmente il Centro polifunzionale?Non essendo stati eseguiti i collaudi, l’opera è ancora in custodia della ditta che ha fatto i lavori la MAFRA.Abbiamo constatato che versa in un pesante stato di degrado.E’ un problema di cui abbiamo discusso più volte con la ditta.La quale deve avere ancora 1 milione di euro dal Comune?C’è una vecchia transazione fatta con l’amministrazione Brandi e messa in discussione dal commissario prefettizio. Voi non avete la possibilità di intervenire sulla ditta?Non possiamo mettere noi lì un custode, né

tanto meno manutenzione. Possiamo solo suggerire alla ditta di farlo lei e si eviterà costi e problemi maggiori.

Quindi i danni attuali ed e v e n t u a l i danni futuri

sono a t o t a l e c a r i c o d e l l a ditta?Cer to,

perché loro ci devono aprire per entrare e sono i responsabili di ciò che accade. Il problema è che il polifunzionale ha una storia lontanissima nel tempo. Poche settimane fa la commissione di collaudo ha inviato al Comune un verbale in cui ha ribadito la propria impossibilità ad operare. Questa commissione venne nominata moltissimi anni fa dalla regione Campania, erogatrice dei fondi. Sono 7 membri e adesso è molto difficile rimetterli tutti insieme, per cui sono stati convocati in Regione, ma se ne è presentata solo un parte che conferma la propria disponibilità a procedere; ma c’è un’altra parete, tra cui il presidente, che non è rintracciabile. La Regione, invece di revocare la vecchia commissione e nominarne una nuova, ha scelto di confermare solo quelli che hanno nuovamente dato la loro adesione, ma mancando il presidente sono impossibilitati ad operare e quindi al momento è tutto bloccato. Diciamo la verità: forse attualmente non c’è interesse da parte del Comune a prendere in mano il bene per gli alti costi di gestione.Noi abbiamo anche una forte intesa con la Provincia per vendere la parte che sarà occupata dalle scuole alla cifra di 9 milioni di euro e la Provincia l’ha messo anche in bilancio; ma si deve anche vedere che succede con il cambio di amministrazione. A che punto è la realizzazione della rete fognaria a Ischia?Ischia, rispetto agli altri Comuni, ha una particolarità, vale a dire che è quasi del tutto priva di fogne, mentre ha offerte infrastrutturali quasi da città modello. Casamicciola, invece, ha un impianto vetusto e inadeguato, ma che noi abbiamo in larga parte rinnovato, ma è abbastanza capillarmente diffuso, ma non hanno un palazzetto dello sport, non c’è un cinema.Può quantificare?Attualmente è coperto il 20% del territorio. A partire dal 2001 il ciclo delle acque

è commissariato e il Commissario al ciclo integrato delle acque ha il compito di realizzare fogne e depuratori, tanto è vero che il depuratore in costruzione a Ischia è stato avviato da loro e il progetto della rete fognaria collegata a quel depuratore è stato realizzato dal Commissario,

ma non finanziato. Si tratterebbe di un appalto del commissariato, quindi un’unica ditta che lo vince fa i lavori, il Comune deve gestire l’apertura e chiusura delle strade. E’ chiaro che è necessaria un’azione politica nei confronti del ministero dell’Ambiente, che è quello preposto, nell’ambito delle delibere CIPE, l’altro interlocutore importante è la regione Campania. Sarebbe utile, nel frattempo, eseguire la manutenzione straordinaria delle condotte sottomarine. Manutenzione che è in mano al CISI-EVI?Sì. Se cambiassimo tutte le condotte a mare sarebbe un buon passo in avanti: potrebbe farlo il CISI o i Comuni con un accordo di programma. Architetto, mi permetto un’ultima domanda (ricordando che Isidoro di Meglio chiosò in intervista il suo operato come direttore di Ischia Ambiente, definendolo “non deficiente”) e le chiedo: coerentemente con

l’aver azzerato la Giunta - salvo poi ricostruirne una priva di

deleghe - il Sindaco potrebbe sfiduciare anche il presidente del Consiglio Comunale?L’efficienza del presidente del consiglio è valutata dal consiglio comunale.

Lei ritiene che sia un presidente efficiente?Diciamo non deficiente.

In qualità di presidente di I.R.M., le chiedo dell’Ischia Thermal Center. Sul Golfo è apparsa una dichiarazione del Sindaco in cui s’impegna a garantire tre mesi di lavoro per quest’anno e sei mesi per il futuro.Il Sindaco intendeva dire per il 2010. Come dice anche l’atto di conciliazione fra il comune e gli ex dipendenti di I.T.C. che è stato appena sottoscritto dinanzi al giudice. Se è previsto un bando di concorso internazionale, come fa il Sindaco ad ipotecare il futuro?Nel bando, che verrà pubblicato a breve, ci sarà una clausola che prevede l’assunzione dei dipendenti. Se risponderà una società, che poi sarà ritenuta idonea in base ai requisiti richiesti e si aggiudicherà la gara, avrà poi l’obbligo di assumere i dipendenti. Nel caso in cui non partecipi nessuno, allora c’è l’impegno diretto dell’amministrazione e quindi dell’Ischia Risorsa Mare di assumerli per il 2010.Per quanto riguarda la stagione in corso, si tratta sicuramente di una situazione antieconomica, visto anche che proprio i mesi di luglio ed agosto sono quelli in cui le cure non si effettuano perché troppo caldi, quindi resta solo il periodo da settembre in poi per cercare di far lavorare lo stabilimento termale. Quanto costa questa operazione alla collettività?L’accordo è frutto di una serie di valutazioni, tra le quali c’è sicuramente l’intenzione di garantire una continuità lavorativa ai dipendenti, ma sussistono anche considerazioni connesse agli atti amministrativi finora messi in campo, tra cui le delibere di Consiglio Comunale di gennaio e marzo 2009, che avevano creato delle aspettative legittime nei lavoratori e ciò, a detta dei nostri legali, già costituivano elemento per loro per chiedere risarcimento. La situazione che si prospettava era questa: se rimanevamo fermi incorrevamo nel rischio creato dalle aspettative dei dipendenti, se aprivamo si incorreva ne rischio del trasferimento d’azienda: noi siamo andati incontro ai dipendenti riaprendo e loro sono venuti incontro al Comune accettando la conciliazione in cui rinunciano ad ogni pretesa rispetto a rivalersi sul Comune in quanto ex dipendenti di una società mista. Quindi la soluzione conciliativa limita i danni che il Comune e I.R.M. avrebbero potuto subire nel caso non si fosse fatto nulla. Poi si deve considerare il patrimonio dell’azienda: la riapertura anche parziale, e quindi la necessaria messa a punto dell’impiantistica, è fondamentale in prospettiva del bando e dell’appetibilità per i potenziali soggetti interessati. Inoltre limitando il periodo di assunzione dei lavoratori (3 mesi per ciascuno a rotazione per 5 mesi totali di apertura, agosto-dicembre) abbiamo ridotto le spese cui va incontro il Comune. Qual è la spesa prevista?Non posso fare cifre precise, ma le eventuali perdite sono ripagate dal riuscire ancora a tenere un’azienda sul mercato e dal fatto che comunque quei sold i ,

C’è una forte intesa con la Provincia per vendere alla Provincia per 9 milioni di euro la parte del Polifun-zionale che ospiterà le scuole.

Delle giunte senza identità o del valo-re degli assessori al nulla

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E mentre i giochi sono quasi di quartiere, le conseguenze sempre più spesso ricado-no sull’intera isola, sulla sua immagine, sul suo progresso (o regresso).Allora, si deve riflettere su questi Sindaci che governano mantenendo un potere di-mezzato. Posto, infatti, che gli assessori sono il braccio operativo dei sindaci, no-minarli ma non dare loro le deleghe cosa significa? Le riunioni di giunta si tengo-no (a Ischia la Giunta appena partorita ha firmato importanti documenti necessari a chiudere la questione Ischia Thermal Center, e non solo quello; ugualmente il sindaco D’Ambrosio le sue brave delibere di giunta le fa), quindi non si può dire che l’attività amministrativa sia ferma. Per un Sindaco tenersi le deleghe signi-fica forse avere un’arma di ricatto verso i suoi assessori e soprattutto i gruppi che li sostengono? O, viceversa, l’arma di ri-catto/contrattazione è in mano proprio a questi ultimi? A Ischia, per es., il gruppo del consigliere Giuseppe Di Meglio (il più votato alle Comunali 2007) fa richieste ben precise in termini di deleghe: il tra-scorrere delle settimane servirà al sinda-co Ferrandino a quadrare il cerchio, fra le istanze loro e quelle dell’UDC di Carmine Bernardo? In altre parole, prendere tempo serve a incontrarsi, mediare, contrattare per non sfasciare tutto, avendo però con-temporaneamente in piedi una giunta che firma quanto necessario?! Ugualmente, a Casamicciola Enzo D’Ambrosio può co-munque continuare ad amministrare con una parzialmente rinnovata Giunta a cin-que e intanto lui e i suoi ‘sherpa’ lavorano per portare dentro il sesto assessore, vale a dire per allargare la maggioranza, attual-mente a nove e quindi un po’ risicata, se si tiene conto della facilità con cui i con-siglieri casamicciolesi sbattono la porta. Mentre, una volta assegnate le deleghe, i giochi sono ufficialmente chiusi - fino alla prossima crisi.Morale: attenzione alle apparenze. Nel braccio di ferro fra i gruppi - e spesso i singoli consiglieri che diventano gruppo proclamandosi indipendenti - da una parte, ed i Sindaci dall’altra, le ‘Giunte dimezza-te’ è possibile che costituiscano uno stru-mento forte in mano ai secondi e, invece, indeboliscano i primi. Procede, infatti, il tempo della sindacatura e il “patrimonio politico” che appartiene a ciascun gruppo viene intaccato ogni giorno che si resta so-spesi da deleghe e incarichi diretti (loro li definiscono con understatement “carichi di lavoro”), fino a rischiare di ritrovarsi del tutto svalutati. Un mondo a parte quello di Forio, dove la crisi, innescata opportunamente da un documento di sfiducia prodotto da un nu-trito gruppo di consiglieri di maggioranza, ha avuto in realtà come sola significativa, concreta conseguenza la revoca, ormai oltre 4 mesi fa, della delega di assessore al porto e della carica di vicesindaco a Nicola Nicolella, mentre tutti gli altri as-sessori non hanno mai ufficialmente ri-messo le loro, benché il Sindaco lo abbia richiesto. Assessori in sella e con le loro deleghe, dunque, e tuttavia crisi politica aperta: perché il vicesindaco va sostitui-to e si vorrebbe farlo con Gianni Mattera, per mantenere l’appoggio del centrodestra all’amministrazione Regine, ma natural-mente il principale esponente del PDL a Forio, il defenestrato Nicolella non ci sta, come non ci sta chi ha preso più voti di Mattera - Gaetano Savio, ma anche Mena Amalfitano.

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7Agosto 2009 2ª settimana | N°4 |

Il pasticciaccio brutto della banchina dei MarescialliPer motivi - almeno finora - poco chiari, si è stabilito di sottrarre alla gestione di Ischia Risorsa Mare il tratto di banchina del porto d’Ischia destinato all’attracco dei megayachts e denominato banchina dei Marescialli. A detta di molti esperti, appaltare la gestione ad una ditta esterna è una clamorosa sciocchezza e determinerà assai probabilmente una perdita di guadagni. Abbiamo ascoltato le voci di due amministratori e di un tecnico per poter avere un quadro preciso della situazione.Le domande che abbiamo posto sono sostanzialmente due: - è vero che la banchina dei Marescialli verrà gestita dalla Luise & Sons?- Che senso ha sguarnire il patrimonio di Marina di Portosalvo del prestigioso attracco per i megayachts?

Lei è stato presidente della partecipata del Comune Ischia Risorsa Mare e assessore alle partecipate: cosa pensa delle scelte che si stanno facendo per il potenziamento del porto turistico, in particolare del bando per individuare un gestore dell’attracco per megayachts?Sono stato anche amministratore di Ischia Ambiente all’epoca in cui si aprì il porto, anzi siamo stati il primo Ente ad iniziare un’attività diportistica in modo concreto. Questo è il compito dell’ente pubblico, dare nuove opportunità e poi uscire dal mercato. Era il progetto di Sviluppo Italia, vale a dire creare un tipo di impresa che non è presente in un determinato territorio, per poi passarlo ai privati, ma in questa seconda fase siamo mancati. Nello specifico della banchina dei Marescialli il Comune, che è proprietario delle concessioni, mette a bando l’assegnazione dei servizi: è un comportamento in sé corretto e leggendo i bandi si capisce che tipo di servizi si vuole creare e a quale tipo di imprenditori si vuole aprire. Premetto che non conosco il bando che riguarda i posti per megayachts della banchina dei Marescialli, ma dico: sono 5 posti-barca, quella doveva essere la dimostrazione dell’efficienza di un’azienda privata del Comune. Se si è stati costretti a fare un bando, è il riconoscimento pubblico dell’incapacità manageriale a tutti i livelli. Quando ero a I.R.M. avevo già affrontato il problema dell’allestimento sia a mare che a terra e assumemmo, insieme a Luigi Telese, Antonio Di Monte che poi è diventato A.D. di Sviluppo Italia per i 100 porti d’Italia. Ci vuole l’umiltà di capire che su certi temi abbiamo ancora molto da imparare e lui è uno dei migliori, ha aperto molti porti, collaborava con il ministero della Marina Mercantile. La sua professionalità consentì di rendere professionali anche i nostri dipendenti e il regolamento dell’azienda è rimasto quello redatto allora, anche se ognuno che è passato dopo ha affermato di essere il più bravo.Cosa pensa dell’idea di rivolgersi ad un’azienda specializzata per gestire gli

Perché si è scelto di non affidare alla Marina di Portosalvo gli attracchi per i megayachts?Si tratta di una scelta politica, espressa da una delibera di Giunta. Chi tra gli assessori ha la delega a questo settore?

Chi gestirà gestione gli ormeggi turistici dedicati ai megayachts?La Regione aveva dato in concessione al Comune le tre banchine denominate di Palazzo D’Ambra, Fraulese e Marescialli. Ferrandino ha restituito le prime due, dicendo che non poteva gestirle, mentre a quella delle Terme Comunali, che aveva detto non poter essere gestita da terzi se non da Ischia Risorsa Mare, oggi c’è una società napoletana e si è creato anche un marchio ad hoc per realizzare l’operazione. Lei sta dicendo che la Luise & Sons già gestisce la banchina?Sì.Sapevo che la gara era in via di espletazione.Intanto c’è la Luise che ha portato personale proprio. Lì una barca paga 1000-1500 euro al giorno, si realizza molto e abbiamo un’azienda partecipata del Comune, Ischia Risorsa Mare, che attraverso la Marina di Portosalvo si occupa di un’intera area portuale: perché non può gestire anche quel tratto lì?

ormeggi per megayachts?Le barche si possono portare prendendo contatto con le dieci agenzie internazionali che operano in questo campo e non c’è bisogno di incaricare un’agenzia che, a sua volta, se le va a prendere da quelle dieci. I.R.M. aveva bisogno di una figura professionale che durante l’inverno andasse a stipulare i contratti con le agenzie che gestiscono i megayachts che quasi sempre sono in noleggio, evitando di avere un intermediario, anche perché Ischia si vende da sola. Tenendosi per sé il ruolo di contrattazione si fa crescere anche un’imprenditoria locale; se si affida, invece, ad un terzo che è a sua volta un’agenzia che colloca questo tipo di natanti, non sempre si riesce a fare un buon lavoro, perché può costituire un ostacolo il fatto che la prima agenzia tema di perdere il cliente, perché chi porta il natante qui si prende anche altri servizi molto redditizi, come il vettovagliamento ed il rifornimento di carburante. Non a caso, a Capri, dove la Luise & Sons è stata per vent’anni, adesso hanno fatto una causa per mandarla via. Oggi a Luise per chiudere il cerchio manca il porto, e quelli giusti sono Ischia e Capri, perché ora come ora Napoli non si vende ancora come prodotto per la nautica da diporto. D’altra parte, secondo il progetto fatto a suo tempo noi, a nostra volta, dobbiamo far crescere sul territorio l’indotto di alta qualità che è richiesto da un turismo del genere, creando un gruppo di strutture convenzionate per la ristorazione, lo shopping, i servizi, e che deve lavorare rispondendo ad un preciso protocollo.Comunque sull’isola c’è competizione fra i porti turistici dei diversi Comuni.Nel mio progetto questo andava superato: Ischia si deve proporre come l’isola che offre mille posti barca, fra poco il Viglieno ne avrà 800, se non ci mettiamo sul mercato uniti non abbiamo possibilità. Avrei fatto un consorzio, ma dev’essere uno solo che va a vendere il prodotto portuale dell’isola: per guidare questo settore che ha un valore economico molto alto ci vuole un vero professionista.

Tre giunte dei Comuni dell’isola d’Ischia sono in crisi: non ci sono altri termini per qualifica-re quanto sta avvenendo in questo periodo in ben tre Comuni (Ischia, Forio, Casamicciola): vi sono sì gli assessori, ma manca loro l’attri-buzione delle deleghe. Quindi queste giunte e - soprattutto - questi assessori si trovano in-vestiti del ruolo amministrativo (carica, per la quale percepiscono la relativa indennità) ma non possono “operare” (o, se si preferisce, “ammini-strare”) in quanto a loro i relativi Sindaci non hanno ancora ritenuto di attribuire i campi di competenza, i carichi di lavoro, in una parola le deleghe. Quindi percepiscono un’indennità per non far nulla !Un assessore senza deleghe è come un pompiere senza idrante, un soldato senza fucile, un cava-liere senza cavallo: in una parola è inutile. Allora perché queste nomine senza attribuzione di deleghe!?Evidentemente si tratta di un ulteriore segno del-lo svilimento della funzione pubblica e dell’am-ministrazione locale: un sindaco per equilibri politici nomina gli assessori (che si fregiano di questa nomina) ma non concede le deleghe evidentemente perché preferisce gestire tutto da solo, senza avere “impicci” ed “impacci” tra i piedi (specie se si debbono svolgere atti “deli-cati” è preferibile non avere “ficcanaso” che va-dano a verificare - mettiamo come esempio - gli atti di chiusura finale delle contabilità tecnica ed amministrativa del Polifunzionale di Ischia). Poi è evidente che i Sindaci non lo vogliono am-mettere, ma si tratta di amministrazioni in crisi in cui le pressioni “politiche” dei vari gruppi e gruppetti (spesso sono solo mono-personali) non consentono di amministrare il Paese. Specie nel periodo estivo le Amministrazioni dovrebbero essere “presenti” quotidianamen-te sui problemi (pensiamo alla vicenda degli espurghi, dell’inquinamento del nostro mare, agli articoli non favorevoli per le nostre località sui mass media nazionali): ci dovrebbero essere assessori che intervengono in virtù sia delle dele-ghe loro attribuite sia della compattezza politica e dell’autorevolezza (cosa diversa dall’autorità) di Giunte salde ed attive amministrativamente.La circostanza è particolarmente grave ma non seria (direbbe Ennio Flaiano) nel comune di Ischia ove gli assessori non sono anche consi-glieri comunali (come avviene a Casamicciola e Forio), oltre che per essere il Comune capoluogo che dovrebbe avere l’onore e l’onere di “dettare la linea” in temi delicati quali la depurazione, il traffico, i trasporti.Nel nostro Comune Giosi Ferrandino sembra-va aver risolto brillantemente la “crisi ammi-nistrativa” (da lui stesso aperta con la revoca degli assessori) effettuando la nomina della nuova Giunta e dei nuovi assessori; ma la sicu-rezza (o sicumera!?) dimostrata in televisione nell’annunciare le nuove nomine gli si è ribal-tata contro: dopo oltre 10 giorni e due sedute di Con-siglio comunale “a vuoto” per colpa della maggioranza assente, è evidente non solo che la “crisi” non si è risolta ma si è ulteriormente aggravata proprio per l’insipienza politica del sindaco d’Ischia a gestire veramente i problemi, al di là delle nomine (facili da fare ma difficili da pilotare).Ora il comune di Ischia si trova con assessori nominati senza deleghe che non sanno che fare, se non portare la loro “presenza” fisica in giun-ta per votare le delibere che evidentemente altri istruiscono per loro; ed alcuni di questi assessori sono di nuova nomina, alla loro prima esperien-za amministrativa e rischiano di bruciarsi senza nemmeno aver avuto il tempo di partecipare ve-ramente alla gestione del Comune.In fondo questo voleva Giosi: essere “un uomo solo al comando”. Contento lui, se gli altri glielo fanno fare…Sicuramente gli assessori di Giosi non fanno una bella figura, come non fanno una bella figu-ra le Istituzioni che scadono in questi giochetti di potere e di equilibrismo politico.Ma i cittadini sapranno giudicare quando (pri-ma o poi) saranno chiamati a valutare con il loro voto l’operato di questi amministratori e di que-sti sindaci.

Tre differenti punti di vista:

Il porto è una delega che è in mano al Sindaco, ma la delibera l’hanno firmata tutti. Si dice che i responsabili della Luise & Sons abbiano già incontrato gli ormeggiatori, presentandosi come i futuri gestori di quel tratto di banchina e che, d’altra parte, il bando di gara per l’assegnazione della gestione della banchina dei Marescialli sia stato apparecchiato con lo stesso criterio con cui un sarto cuce il vestito addosso al suo cliente.Con gli ormeggiatori poteva parlare anche Pinco Pallino… Noi abbiamo pubblicato un bando con tutti i crismi, in cui si richiedono requisiti molto accessibili, mentre se realmente la gara fosse stata tarata su Luise, si sarebbero potuti stabilire criteri di livello più elevato. Abbiamo preso, infatti, i requisiti del fatturato dello scorso anno, che in pratica è stato una ‘non gestione’ e qualsiasi ormeggiatore, non dico Marina di Portosalvo, avrebbe potuto partecipare. Il Comune resta il soggetto gestore, ma cerca una società che faccia i servizi di ormeggio, disormeggio, guardiania, servizi a terra, promozione ed accoglienza. Nell’ambito di queste attività viene riconosciuta al privato una percentuale rispetto al fatturato, che è al massimo del 40% (20% sulle barche che arrivano spontaneamente), il resto va al Comune. E’ una formula che consente la gestione di un’attività con un utile del 60%, cosa che non so dove si può trovare, perché se avessimo dovuto assumere il personale e pagare le attività di promozione, il tutto avrebbe avuto costi senza un utile di tale portata.Qual è la durata dell’affidamento?L’affidamento è fino al 31-12-2009, con proroga per il triennio di rinnovo della concessione. C’è lo zampino di qualche amministratore ischitano nell’immotivato e improvviso mutamento di scelte di alcuni politici casamicciolesi che, inizialmente favorevoli, hanno poi preso una posizione contraria all’ingresso di Luise & Sons nel porto di Casamicciola?Penso che Luise & Sons al momento non abbia nulla a che fare con Casamicciola e che lì non ci siano prospettive in tal senso. Sfido chiunque a portare il bando in qualsiasi sede per poterci trovare questo vestito che non c’è. Va anche detto che si tratta di settori molto specializzati, quelli che si occupano di queste cose non sono tanti e soprattutto chi opera su una certa zona non si sposta sulle altre. Quindi, se alla fine, l’affidatario sarà il leader del settore a Napoli…

Alcuni giorni dopo aver rilasciato l’intervista, l’architetto Arcamone ci ha detto che la sola azienda che ha risposto al bando è una società legata alla Luise & Sons.Come volevasi dimostrare.

Giunte alla fine

di Luigi Telese [email protected]

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LUIGI MATTERA_ consigliere di opposizione PDL

SILVANO ARCAMONE_ presidente di IRM

ANTONIO PINTO_ ex presidente di IRM

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quando era assessore a finanze e bi-lancio) ho fatto l’assessore rappre-sentando le difficoltà che c’erano nel bilancio e sono sempre stato ridico-lizzato, ritenuto esagerato, mi han-no sempre detto che remavo contro un’amministrazione vincente, che non dovevo fare opposizione interna. Ho sempre sostenuto che era necessaria una maggiore attenzione alla politica di bilancio, alle poche entrate ed alle uscite del Comune, a cercare risorse, a

non sprecare quelle che c’erano. L’at-tuale Amministrazione doveva tener conto di ciò fin dall’inizio ma la po-litica di bilancio che io auspicavo già

con la precedente amministrazione oggi non continua, per volontà di que-gli stessi elementi che all’epoca non l’hanno voluta.A chi si riferisce?Agli stessi che adesso stanno nell’amministra-

zione.Ma allora Sirabella non era né as-sessore né consigliere, era ammini-stratore delegato dell’AMCa: vuol dire che il problema è l’AMCa?Lo sta dicendo lei. Lo dico perché allora Sirabella non era in amministrazione diretta, il sindaco Giosi Ferrandino era un decisionista, lei stesso ci ha detto che nell’ultimo anno e mezzo fir-mava lui i bilanci e quindi tiriamo le conseguenze, nella speranza di fare un po’ di chiarez-za una volta e per tutte, smettendo di parlare sempre per allusioni.Certamente quel-lo è stato uno degli elementi, vede, quando un problema diventa grosso non trova mai origine in una sola cau-

sa. Il bilancio è fatto di tante voci che sono l’espressione contabile di scelte politiche, anche quella dell’AMCa è una scelta politica che ha comporta-to dei costi, certamente una gestione diversa dell’AMCa avrebbe portato costi minori, è quindi stata una del-le voci che ha contribuito in maniera rilevante.E la Marina di Casamicciola?Non dovrebbe aver gravato come l’AMCa per la ragione che ha dei

costi certi, mentre l’AMCa ha costi più incerti, difficoltà di gestione cer-tamente maggiori, di questo va dato atto, come accade per tutte le società che si occupano di RSU c’è un ele-mento di imprevedibilità ma anche di necessità delle spese. Per poter dire che veramente l’AMCa è stato il pro-blema dovrei conoscerne bene i conti ed a me non è mai stato dato il modo di farlo. Come credo a nessun consi-gliere comunale, forse l’ex sindaco Ferrandino conosce nel dettaglio le spese. Se tutti dobbiamo condividere in egual misura le responsabilità, tutti dobbiamo conoscere le fonti dei debi-ti e ciò non è sempre successo. I pro-blemi che già c’erano prima si sono esasperati: se con Ferrandino poteva essere un’esperienza importante per-ché c’era una buona amministrazio-ne, adesso la buona amministrazione non c’è più ma resta la disparità di trattamento, la condivisione solo di

responsabilità sen-za la certezza di un’azione ammini-strativa condivisa. Il sindaco Fer-randino era più ‘democratico’, nel senso che condivi-deva maggiormen-te le scelte rispetto a D’Ambrosio?Secondo il mio concetto di demo-crazia, non era il

massimo ma adesso stiamo a tutt’al-tri livelli. Purtroppo i sindaci devono barcamenarsi tra mille pressioni e

quindi quando amministrano vera-mente finiscono sempre per fare cose che non soddisfano tutti i consiglieri, Ferrandino però era uno che almeno la forma la salvava e quello che sa-pevi per certo era che se prendeva una decisione era sua. Oggi c’è un sindaco di cui si sa per certo che qua-lunque cosa decide non l’ha fatto lui, a meno che non si tratti di questioni di scarsa importanza. Parliamo della scelta di firmare il documento di sfi-ducia insieme ad Antonio Conte, in appoggio a quello prodotto da altri quattro consiglieri la scorsa primave-ra: perché faceste un documento a parte? Perché lui è rientrato?Conte venne estromesso insieme a me nell’occasione che ho detto. Il documento era la condivisione di un malessere espresso nella lettera di sfiducia di Gianfranco Mattera, Ciro Frallicciardi, Giovanni Monti e An-

tonio Carotenuto. Riteniamo che con una certa compagine non si va avan-ti e che bisogna azzerare le deleghe e ricominciare. Mi pare invece che l’amministrazione ha deciso di navi-gare a vista ed è andata a prendersi l’anello debole della catena, appunto A. Conte, che è quello che più poteva essere lusingato da un corteggiamen-to di breve respiro ed ha ritenuto di dover fare da stampella a questa Am-ministrazione claudicante. C’è poco da dire, se non rilevare l’incoerenza rispetto ad un documento sottoscritto appena 7 giorni prima dando solida-rietà ai quattro fuoriusciti. Io intuisco che in questo modo non si va avanti e preferisco restarne fuori. Per me re-sta un mistero quale delle due scelte, in netto contrasto fra loro, che Conte ha fatto sia quella cui aderisce real-mente. E’ un mistero che forse potremo ri-solvere quando il Sindaco assegne-rà le nuove deleghe?Certo, ma si deve tener conto del fatto che questo Sindaco purtroppo è com-pletamente soggiogato dalla persona-lità di Salvatore Sirabella, l’episodio delle stabilizzazioni è sintomatico di ciò e dire che Giosi Ferrandino possa far cambiare idea a D’Ambrosio è as-surdo, perché questi alla fine farà ciò che Sirabella gli chiede. Il problema non è D’Ambrosio, è capire gli altri sette che compongono la maggioran-za cosa intendono fare, cioè fino a che punto sono soggiogati da Sirabella (ndr. Gli assessori designati sono: Stani Senese, G. Battista Castagna, Peppe Silvitelli, Giovanni Monti e

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L’incontro con l’avvocato Francesco Capezza è avvenuto pochi giorni prima che il sindaco D’Ambrosio comunicasse i nomi degli assessori che compon-gono la nuova Giunta di Casamicciola Terme. Da allora - esattamente come accade a Ischia e Forio - si conoscono i volti degli assessori ma non le dele-ghe affidate loro: un modo come dire Assessori al Nulla.

IL PESSIMISMO SENZA SPERANZE DELL’EX ASSESSORE AL BILANCIO

di redazione [email protected]

Ci hanno detto che il sindaco D’Am-brosio ha faticato a rintracciarla per i colloqui necessari a rifare la Giunta.Il Sindaco mi ha sempre fatto chiama-re da terze persone, ma non ci siamo mai incontrati per parlare lui ed io, mentre gradirei avere un confronto a quattr’occhi, soprattutto dopo quello che è successo, perché gli incontri uf-ficiali con i gruppi non consentono di avere reali chiarimenti. L’ultima vol-ta che ho parlato con D’Ambrosio a livello istituzionale è stato alla vigilia di una riunione di Giunta (Ndr. Oltre un anno fa). Erano previste in quella circostanza le stabilizzazioni di due soli dipendenti del Comune (Ndr. Si trattava di assumere con un contratto stabile Anna Di Scala e Gelsomino Sirabella) su quindici che poteva-no usufruire di questo trattamento. Chiesi da quanto tempo si era decisa quella cosa, visto che io lo appren-devo il giorno stesso della Giunta, c’erano persone in Giunta che si fida-no di me e delle carte che guardo io e non ne sapevano niente, come me del resto. A sua volta, D’Ambrosio mi disse “Sulla questione stabilizzazioni ne so quanto te” e poi: “Se non ti sta bene, arrivederci”. Questa è l’ultima volta che ho avuto contatti ufficiali con il Sindaco e rimane per me un episodio non chiarito; dopo ho avuto due telefonate in cui mi comunicava-no di riunioni di maggioranza.Non pensa che dopo il risultato del-le elezioni provinciali il ruolo di Si-rabella verrà ridimensionato?Questa è una cosa che, credo, stiano discutendo all’interno della maggio-ranza. Se Sirabella imponeva loro certe scelte, e adesso si sono accor-ti che era esagerato rispetto all’effettivo peso politico che ha e quindi alla sua r a p p r e s e n t a t iv i -tà… Ha preso solo 719 voti contro due persone che sono giunte da fuori, uno da Lacco Ameno ed uno da Ischia.Dire che Giosi Ferrandino sia ve-nuto da fuori non regge proprio!D’accordo, allora perdere contro una persona venuta da fuori ed un ex sindaco che hanno raccolto più voti, significa che la rappresentatività della vecchia Amministrazione che ha consentito nel 2007 di prendere il 78% dei consensi, oggi non viene confermata all’attuale Amministra-zione. Significa che non sono rappre-sentati tutti da Salvatore Sirabella ma anche da qualcun altro, come è logico che fosse, perché si tratta della coda di una sindacatura che ha lasciato dei consiglieri all’interno dell’attuale maggioranza, consiglieri che dove-vano essere trattati con altrettanta dignità, se è vero come è vero che i conti li hanno fatti gli elettori e non sono più quelli di una volta.Non ci sono margini per un suo rien-tro in maggioranza?Si deve parlare e capire molte situa-zioni. Io per 5 anni (ndr. Capezza si riferisce alla sindacatura Ferrandino,

Antonio Conte). Non sono d’accordo: il problema invece è proprio D’Ambrosio, che a quanto dice lei (ed altri) si fa im-porre la volontà da un’altra perso-na: perché lo avete accettato come candidato a sindaco?

E’ vero, ma non potevamo immagi-nare che arrivasse a questo punto, che fino al giorno pri-ma dice una cosa, poi arriva quello e lui cambia posi-zione, con Giosi Ferrandino questo non sarebbe mai successo, D’Am-brosio dà ragione a chi alza di più la voce.Cosa pensa del

fatto che hanno scelto di non affi-darsi a Luise per le banchine dei megayachts? Nell’amministrazione di Casamic-ciola accade che per non subire co-stantemente le decisioni di Salvatore Sirabella, anche quell’unica volta che la sua opinione può essere giusta, si sceglie di bocciarla. Non credo, infat-ti, che quel contratto fosse una scelta sbagliata, tanto è vero che l’ammini-strazione di cui io ho fatto parte fece una delibera di intenti in cui ritenne che si poteva fare la società con Lu-ise a determinate condizioni, ossia che il Comune detenesse il 51% della società, che nominasse due ammi-nistratori, che la Luise facesse degli investimenti e che garantisse un cer-to numero di megayachts. In questo modo ci sarebbe stato un aumento del gettito. Hanno poi deciso di cambiare strada, perché a livello politico si sa-rebbe interpretato come una svendita del porto, o probabilmente perché sapevano che per la preponderanza di Sirabella, avrebbe scelto lui i due amministratori. Si tratta al momento di una decisione che ha fatto perde-re delle opportunità al Comune. Il problema è che quando un’Ammini-strazione non è serena, non ha al suo interno il germe della democraticità, cioè della facilità di dialogo e della trasparenza e si deve decidere con il retropensiero - in questo caso pen-sando che se si crea la società uno può approfittarne e gli altri restano esclusi - allora è chiaro che non si riescono a fare le cose. Ci vuole una squadra che sia serena, in modo che possa scegliere sempre quello che è il meglio per il paese. Ma questo la condanna a stare sempre fuori?Non mi interessa. Se ci fosse una squadra che mi dia garanzie rimarrei, ma allo stato dell’arte credo che così non si vada da nessuna parte e quindi non mi perdo niente. Lei ha preso 190 voti: chi le ha dato il suo voto non le chiede di agire per modificare la situazione?No. Nei cinque anni in cui ero asses-sore l’unica cosa che mi hanno chiesto e che non hanno avuto, era qualche posto di lavoro (Ndr. Nell’intervista che ci ha rilasciato in questo stesso numero, l’ex assessore alle finanze Carotenuto parla di un dipendente del settore economico finanziario, peraltro bravo nel suo lavoro, come di persona voluta da Francesco Ca-pezza, aggiungendo che si intendeva rimuoverlo dal suo posto, dopo la presa di distanza di Capezza dall’am-ministrazione attuale).Ma allora non sarebbe più coerente andare via?Probabilmente ha ragione, andarsene sarebbe la scelta più coerente.

Sono andati a prendersi l’anello debole della ca-tena, Antonio Conte, che è quello che più poteva essere lusingato da un corteggiamento di breve respiro ed ha ritenuto di dover fare da stampella a questa Amministrazione claudicante.

Se tutti dobbiamo condivi-dere in egual misura le re-sponsabilità, tutti dobbia-mo conoscere le fonti dei debiti e ciò non è sempre successo.

Giosi Ferrandino era il massimo della democra-zia ma adesso stiamo a tutt’altri livelli: lui almeno la forma la salvava e quel-lo che sapevi per certo era che se prendeva una deci-sione era sua.

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9Agosto 2009 2ª settimana | N°4 |

Il consigliere regionale dell’IDV Nicola Marrazzo ha imposto a Giovanni Monti suo referente a Casamic-ciola, di garantire l’ap-poggio alla maggioranza, immagino in prospettiva delle elezioni regionali del prossimo anno.

Per quali circostanze, circa un anno fa, lei fu nominato asses-sore esterno con delega a finanze e bilancio?Il consigliere Giovanni Monti (Ndr. Eletto con l’opposizione e passato poi con la maggioranza del sindaco D’Ambrosio) mi dis-se che avevano bisogno di un tecnico perché erano in un mare di guai. Ma aggiunse anche: “Devi fare solo il tecnico, la politica la faccio io”. Gli dissi che per me andava bene ma specificai i miei rapporti di amicizia con Giosi Ferrandino - aggiungendo che ritengo D’Ambrosio il suo successore naturale - e con Ma-rio Casillo, uno dei principali esponenti del PD a Napoli. Anzi parlai sia con Casillo che con Ferrandino e si chiarì bene che mi ritenevo libero quando invece sarebbe stato il momento di votare politicamente. Quale comportamento teneva in quanto assessore esterno?Quando c’erano discussioni in Giunta, io mi riferivo al politico che mi aveva portato, vale a dire Giovanni Monti. Controllavo quanto collegato al bilancio, se c’erano questio-ni politiche che non condividevo, non firmavo, ed è accaduto diverse volte. Chi l’ha scaricata, questa primavera: il Sin-daco o Monti?Monti, anche perché durante la campagna elet-torale per le Provinciali mi sono apertamente schierato con Giosi Ferrandino, che è in guerra con questa amministrazione per vicende loro (Ndr. E non con Salvatore Sirabella, candidato sostenuto dall’Ammistrazione), anche se, a pre-scindere da ciò, voto comunque PD.Perché Monti l’ha scaricata?Tutto è nato quando si firmò il famoso docu-mento di sfiducia (Ndr. Lo scorso mese di aprile quattro com-ponenti della maggioranza - Carotenuto appunto, Gianfranco Mattera, Ciro Frallicciardi e Giovanni Monti - indirizzarono al Sindaco una lettera in cui palesavano l’insoddisfazione per il modo in cui l’Amministrazione, cui anche loro appartenevano fino a quel momento, operava). Io, in quanto non ero un consi-gliere non avrei dovuto firmare, ma poiché da 4-5 mesi questo gruppetto di persone si riuniva per lamentarsi dell’amministra-zione e per dire che ci si doveva differenziare e non accodarsi alle loro scelleratezze, dissero che era necessario che firmassero tutti perché sarebbe stata una bomba. Nessuno di noi ha chiesto posti o una poltrona, ma di affrontare questione cruciali, come il Capriccio di Calise, il Savoia e altri contenziosi, come quello con la Cogest. Anzi per questo e per altri problemi durante il mio assessorato avevo iniziato a delineare una soluzione. Cosa accadde con Cogest (Ndr. L’azienda cui il Comune ave-va affidato il recupero dei tributi non pagati dai cittadini)?Quel problema si trascinava da 3 anni e l’ho risolto. L’avvocato che curava gli interessi della Cogest voleva la nomina del com-missario dicendo che il Comune lo prendeva in giro, non pagan-do quanto dovuto. Io ero stato nominato da soli 20 giorni, gli ho chiesto di darmi fiducia e ho fatto una transazione per cui, a fronte di 100mila euro pagati subito e di 48 rate da 18mila euro ciascuna, Cogest rinunciava agli interessi sulla sorta capitale di 750mila euro e avrebbe definito la transazione senza coinvolgere il commissario, peraltro già nominato. Ero riuscito a trovare an-che la copertura finanziaria. L’altro problema risolto da lei qual era?Il pignoramento chiesto dai creditori del Villa Savoia, 4 milio-ni e dispari di euro, riconosciuto come debito fuori bilancio. Il Comune non ha pagato e hanno pignorato tutto, anche beni non pignorabili come le scuole e la casa comunale. Dissi che doveva-mo opporci ma Gelsomino Sirabella, capo dell’ufficio legale, non era d’accordo, ritenendo che ci avremmo solo rimesso altre spese legali. Io insistetti e riuscii a ottenere di oppormi al pignoramen-to e di costituirci in giudizio, e di conseguenza il pignoramento è stato sospeso. Quindi chiesi la riduzione del pignoramento ai soli beni vendibili e l’unico bene alienabile erano le case comu-nali, che peraltro già volevamo vendere. Con il ricavato si poteva pagare il debito.Un altro bene del Comune è il Capriccio di Calise: come an-dava gestita per lei quella questione?Ero per la transazione, a fronte della quale Emiddio Calise rico-nosceva il Comune unico proprietario del bene, pagava tutti i ca-noni arretrati (2 milioni di euro in contanti, 2 investiti in ristrut-turazioni del bene) e in tal modo si azzeravano tutti i contenziosi col Comune, in cambio di una concessione di 15-20 anni ad un canone congruo di 120mila euro. Con i 2 milioni di euro contanti potevamo pagare una parte del debito Savoia. Questa per me era una soluzione ottimale.Ma durante l’inverno si è sempre parlato di vendita, che sem-brava fortemente voluta dal suo sponsor Monti!E’ vero, si è detto con insistenza che il consigliere Giovanni

Antonio Carotenuto: la mia veritàCosa ho fatto da assessore alle finanze per cercare di risana-re le disastrate casse del comune di Casamicciola Terme.

di redazione [email protected]

Monti fosse interessato a portare a termine la vendita, anche se io non ci credo. Io non ero d’accordo con la vendita e cercammo di convincerlo, dicendo che la procedura di vendita non era cor-retta, che non si poteva dare la prelazione a Calise e che ne sa-rebbe venuto un riverbero negativo nel paese e alla fine lui aveva accettato. Sulla questione Capriccio non grava anche un problema di proprietà del bene, ‘conteso’ fra il Comune ed il Demanio marittimo?Sì, ma in base alla legge finanziaria è possibile eseguire la ri-cognizione dei beni comunali che s’inseriscono nel piano delle alienazioni e vendite anche se sono proprietà dubbie: se dopo 60 giorni nessuno fa opposizione l’elenco ha valore di titolarità del bene che diviene a tutti gli effetti proprietà del Comune stesso. E noi seguimmo questa strada, come del resto altri enti locali, l’obiettivo della legge è proprio quello di consentire agli Enti di

poter vendere delle proprietà se hanno difficol-tà economiche. Il mio scopo, diventando asses-sore, è sempre stato quello di operare bene, non di fare la politica dei ‘piaceri’.Tuttavia, al suo nome viene associata la sto-ria dello spostamento al settore economico finanziario del Comune di Maria Teresa Ca-lise, fidanzata di un suo cugino.Questa fu la mia unica imposizione, quando fui chiamato come assessore. Il problema è nato perché c’era già Gabriella Monti, vicina al consigliere Cioffi, che faceva parte dello staff del Comune ma veniva pagata con i fondi del servizio sociale. La procedura era corretta, ma

Gianfranco Mattera fece opposizione e voleva che andasse via. Il vicesindaco Silvitelli per risolvere la cosa propose di nomi-narla responsabile del servizio economico-finanziario, si trattava anche di una questione politica, perché in tal modo la si sottra-eva al gruppo di Cioffi. Da parte mia, in quel momento stavo facendo di tutto per potenziare il mio ufficio, cercando di salvare anche persone non vicine a me, come Giuseppe Scotti, che lavora all’ufficio economico-finanziario: veniva dallo staff del Sindaco ed era una nomina dell’ex assessore Francesco Capezza e tutti, proprio in quanto nomina di Capezza, volevano toglierlo, ma io mi opposi perché è bravo nel suo lavoro. A Silvitelli dissi che, come tecnico, dovevo scegliere io chi dovesse collaborare con me. E, quindi, scelsi Maria Teresa Calise come responsabile del servizio economico-finanziario mentre Gabriella Monti sarebbe andata a fare la segretaria del Sindaco. Tra l’altro, già quando Giosi Ferrandino era sindaco, M. T. Calise era stata assunta nell’ufficio economico-finanziario, poi venne spostata a fare la segretaria, mentre l’altra ra-gazza non aveva mai avuto esperienze in questo ambito. Se era necessario sfruttare le risorse interne per una questione di risparmio, mi pa-reva più logico decidere in questo modo. Anzi, l’idea era che, nel momento in cui fossero entrati giovani che dovevano espletare il servizio civile nella segreteria del Sindaco, G. Monti sarebbe passata, essendo laureata in economia e com-mercio, all’ufficio tributi. In questo modo avrei avuto Anna Di Scala come capoarea, e perso-ne di esperienza sia all’economico-finanziario (Michele Rossano, Tonino Iaccarino e Pino Scotti) che ai tributi (Salvatore Iacono), a loro si aggiungevano le due laureate, già interne al Comune, Calise all’economico-finanziario e Monti ai tributi, ed essendoci una marea di contenziosi, li avremmo affidati a lei. Tutti furono d’ac-cordo, comprese le due ragazze.In qualità di ex assessore alle finanze, mi può dire se a Casa-micciola sono incapaci di risparmiare o di non spendere?Oggi, il Comune dovendo spendere non può farlo, volendo ri-sparmiare, non sa come farlo. Nell’ultimo bilancio le spese sono state ridotte all’osso, al minimo indispensabile per mandare avanti gli uffici, quindi nel momento in cui c’è uno straordinario, ti ritrovi a dover riconoscere un debito fuori bilancio in un servi-zio. Il problema vero però è un altro, cioè riuscire a potenziare le entrate del Comune: se ha già una grossa massa di debiti, che an-nualmente non riesce mai a pagare tutti, cui si aggiunge sempre qualche nuovo passivo dalla gestione ordinaria, non riesce mai a venirne fuori, se non aumentando appunto le entrate.Come è possibile farlo?Migliorando la riscossione dei tributi e trovando tutte le possibili soluzioni per avere degli introiti. Proprio a questo scopo, finché sono stato assessore alle finanze e bilancio, ho cercato di orga-nizzare la cartellonistica pubblicitaria. Mi mossi per ottenere la concessione, se n’è interessato anche Stani Senese (Ndr. Asses-

sore ai lavori pubblici), ma non ne ho saputo più niente mentre io progettavo di partire già da questa estate, prevedendo un’entra-ta di 100mila euro (e non 300mila come aveva fatto Sirabella). Inoltre, c’era la questione Capriccio: dissi chiaramente che se lo avessimo venduto, potevamo incassare 5-6 milioni di euro, ma poi se il Comune si fosse nuovamente trovato in una seria situa-zione debitoria, non avrebbe avuto più alcun bene, mentre penso che il compito di un buon amministratore, soprattutto se tecnico, sia sempre di trovare soluzioni alternative a quella più semplice, cioè la vendita. Con Emiddio Calise c’era un accordo scritto sui termini della transazione?No, solo accordi solo verbali, ma quando il Sindaco gli chiese una dimostrazione di buona volontà, che si doveva estrinsecare nel saldo dell’anno precedente, circa 60mila euro, lui lo ha fatto, perché credeva nella soluzione transattiva. Ma proprio su questo passaggio il mio operato venne sbeffeggiato. Era necessario di nuovo prendere possesso del bene, in quanto l’ex sindaco Ferran-dino aveva avviato la procedura per imporre a Calise di lasciare l’immobile. D’Ambrosio, invece, per evitare tutto ciò gli riconob-be una concessione temporanea che scadeva ad ottobre 2008, con l’impegno che nelle more si sarebbe definita la questione defini-tivamente (vendita o transazione). Il Comune, però, non ha fatto nulla e Calise, avendo comunque anche dei contenziosi in atto, disse che sarebbe intanto rimasto dentro la struttura. Si doveva giustificare questa situazione e quindi si decise di prendere pos-sesso con la forza. Dissi che moralmente era giusto, ma non sul piano procedurale, perché tutto l’iter di comunicazione di avvio del procedimento andava nuovamente fatto e solo dopo si poteva riprendersi il bene. Loro, il Sindaco e il responsabile degli affari legali G. Sirabella, non mi volevano ascoltare e chiamarono l’avv. Alessandro Barbieri. Lui mi dette ragione e io mi arrabbiai per-ché la ritenevo un’offesa nei miei confronti che sono anche avvo-cato e che non ravvisavo in Barbieri una maggiore preparazione ed esperienza legale. Mi sentii trattato male e dissi loro che, se volevano, ero pronto ad andarmene. Il giorno dopo cercarono di telefonarmi ripetutamente, risposi solo alla fine della giornata: volevano che corressi al Comune perché l’indomani era l’ultimo giorno utile per la comunicazione a Calise. Mi avevano sputta-nato davanti ad un mio collega coetaneo e ora mi volevano! Gli dissi di arrangiarsi, di chiamare Barbieri o i dirigenti ben pagati del Comune. E poi dissi a G. Monti che dopo questo episodio i miei rapporti con il Comune erano chiusi. Il giorno successivo si fece il documento di sfiducia e firmai. Perché il gruppo dei firmatari ha perso pezzi per strada?Il gruppo si sfasciò perché il consigliere regionale Nicola Mar-

razzo ha imposto a Giovanni Monti (Ndr. Uno dei firmatari), suo unico referente politico a Casamicciola, di garantire l’appoggio alla maggioranza, immagino in prospettiva delle elezioni regionali del prossimo anno. Gli altri dell’IDV che avevano firmato (Ndr. G. Mat-tera, C. Frallicciardi) non erano d’accordo ma Monti ha seguito il suo referente politico e mi disse “dobbiamo rientrare in maggioranza”, ma io rifiutai (Ndr. G. Monti, invece, è rientra-to ed è uno degli assessori, ancora senza dele-ghe, della nuova giunta D’Ambrosio). Lui mi aveva chiesto di fare il tecnico, poi mi hanno sbeffeggiato come tecnico, ora non mi poteva imporre una sua scelta politica!

Perché anche lei, con Frallicciardi, Barbieri e Mattera in una riunione ha votato contro la società con Luise per la gestione degli attracchi dei megayachts?In primo luogo per una ragione tecnica: la gara serviva per indi-viduare il partner - e aveva vinto Luise - che avrebbe costituito una società insieme alla partecipata del Comune Marina di Casa-micciola, ma le leggi sulle società in house dicono che una parte-cipata al 100% dal Comune non può avere partecipazioni in altre società; inoltre, perché poi la nuova società gestisse la banchina era necessario espletare un’ulteriore gara per dare in subconces-sione la concessione che è del Comune. Quelli favorevoli, invece, volevano far credere che la cosa fosse finita lì e ciò tecnicamente non era possibile. Inoltre, la Marina di Casamicciola aveva tut-te le potenzialità di fare da sola: il presidente Salvatore Farina, uomo di nomina politica, secondo me ha lavorato bene e lui vo-leva sviluppare le potenzialità della struttura, anzi quest’anno facendo tagli alle spese la società ha chiuso con un utile di 7000 euro. Inoltre, avevamo fatto dei conti e a fronte di 1 milione e 400mila euro di incasso della Marina, Luise contribuiva per il 10% (120mila euro circa), inoltre come agenzia gli dovevamo il 20% degli incassi come commissione e quindi in sostanza ci por-tava solo 40-50mila euro circa.

Mi hanno chiesto di fare il tecnico, ma nella questio-ne Capriccio di Calise il mio operato è stato sbef-feggiato: considerai chiu-so il rapporto con il Comu-ne e il giorno dopo firmai il documento di sfiducia.

Ibm

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www.ischiacitynetwork.itdalla redazione di ICN [email protected]

Politici, scienziati, saggi e tuttologhi potranno spendersi con i più bei discorsi nel cercare di convincerci che l’acqua del mare di Ischia è pulita, o forse, più semplicemente, balneabile, ma nessuno potrà mai sostituirsi ai nostri occhi ed al nostro umile buon senso! Il mare di Ischia quest’anno più che mai è lurido: insudiciato dalla spregiudicatezza di imprenditori banditi e dalla scelleratezza di cittadini incivili. Abbiamo visitato i quattro punti cardinali delle spiagge isolane: Sant’Angelo, Sorgeto, Casamicciola, la spiaggia della Mandra, i Maronti. Ovunque chiazze di lercio liquame. E questo è un dato inconfutabile, inequivocabile, ineludibile, incontestabile.E mentre le madri preoccupate ci chiedono spiegazioni, domandandoci se è il caso di far immergere i propri (piccoli!) figli in un mare che si presenta ad occhio nudo palesemente sporco, noi abbiamo chiesto al direttore dell’AMP – il biologo Riccardo Strada – probabilmente massima autorità locale su tali tematiche – di darci delle risposte. Ebbene il dottor Strada ha detto candidamente di non aver dati a disposizione e di non saper rispondere alle madri su cosa fare con i loro figli. Questa è la situazione in cui si trova Ischia nel 2009! I dati ARPAC sventolati boriosamente non ci convincono. Il protocollo di prelievo prevede una procedura di campionamento sul cui rispetto abbiamo più di un dubbio (il prelievo certificato va fatto a circa 30 cm sotto il pelo dell’acqua e ad una distanza dalla battigia tale che il fondale sia profondo 80-120 cm.), ma testimoni oculari ci hanno, per esempio, raccontato di aver visto raccogliere i campioni ad oltre 25 mt. dalla battigia della spiaggia tra il Bagno Cristina ed il Bagno Antonio (che si trovano nella zona dell’Antico Carcere di Punta Molino); a tal proposito abbiamo cercato di contattare l’Ufficio Relazioni Pubbliche dell’ARPAC senza riuscire a parlare con alcun addetto (il telefono squillava a vuoto).L’acqua è sporca, è visibilmente sporca e gli amministratori (responsabili di non aver avviato risolutivamente la posa della rete fognaria, di non aver accelerato la costruzione dei depuratori e non aver gestito la manutenzione delle condotte sottomarine di spurgo delle acque reflue) pretendono di rassicurarci con dichiarazioni ipocrite e mendaci. Nessuno ha il coraggio di ammettere il proprio fallimento. Nessuno ha la forza di rimboccarsi fattivamente ed umilmente le maniche e lavorare per ridare ad Ischia un mare pulito. Meglio - e meno laborioso - tacere i problemi e dissimulare la verità piuttosto che sottoporsi al giudizio dei cittadini ed ammettere i propri errori. Un sistema perfetto di politici arroganti e stolti combinato ad arte con funzionari negligenti e incompetenti!Accade così che i turisti ci abbandonano, che la crisi dilaga e questa gentaglia che ci amministra continua a parlare, parlare, parlare, parlare, parlare, parlare, parlare, parlare, parlare, parlare…

Antefatto:Qualche giorno fa, mi chiama il presidente dell’Area Marina Protetta, Albino Ambrosio, per chiedermi di chiarire bene che l’indignazione e la censura che esprimo contro gli amministratori ischitani, nella nota di commento al servizio video “Mare sporco ai Maronti”, pubblicato nel sito www.ischiacitynetwork.it, è frutto della mia coscienza e non della sua. Mi è stato quindi espressamente richiesto di precisare in maniera inequivocabile che se interpreto - come interpreto! - le dichiarazioni del giudice Ambrosio come “graffi laceranti contro l’omertà ed il silenzio di chi pretende di dire che ai Maronti tutto va bene (…)”, questa è una mia lettura (che come vedete ho virgolettato) che non deve essere confusa con lo spirito autentico delle parole del giudice (vai a sapere, poi, cosa avrà mai voluto dire di tanto diverso da ciò che io ho inteso!).Ne prendo diligentemente atto, mi scuso con l’interessato e con i lettori/spettatori che eventualmente non avessero bene attribuito la paternità di certi giudizi. Ma, naturalmente, tali giudizi li rivendico con orgoglio e decisione, poiché le immagini e la cronaca che noi (di ICN, come de I Bravi Maestri ed Ischiacity) riportiamo, è sempre, dico sempre, attendibile, verificata, verificabile e soprattutto… intellettualmente onesta, libera, indipendente. Così come fedeli sono tutte le nostre interviste - che vengono regolarmente e sempre registrate, d’accordo con gli intervistati, e successivamente dattilografate (e questo è un fatto contro il quale diffido chiunque a sostenere che noi di IBM – ICN abbiamo mai svolto un’intervista senza rispettare questo protocollo).Ritornando alla spiaggia dei Maronti, credo che, come tutte le coste dell’Isola, spesso a causa della scelleratezza di imprenditori senza scrupoli e cittadini senza coscienza, si trasforma in un posto sporco, inquinato e impraticabile, e questo è un fatto inconfutabile che moltissimi di noi sanno e del quale moltissimi di noi s’indignano.Personalmente combatto e combatterò sempre gli ipocriti che preferiscono sottacere i problemi piuttosto che affrontarli. Ecco, dunque, il testo corretto, con le nuove, indispensabili aggiunte in grassetto:

“UN’ORDINARIA,CALDA, AFFOLLATA DOMENICA AI MARONTI... DI MARE INQUINATO E SPORCO!”

Mentre percorriamo i tornanti della strada che ci porta alla spiaggia dei Maronti, affacciandoci dall’alto, vediamo - in prossimità del lato che guarda sulla zona denominata Petrelle - un grosso anello di sporcizia galleggiante. Si tratta certamente di reflui fognari, che ancora una volta - in barba a tutte le menzogne rassicuranti che ci propinano gli amministratori autoctoni – devastano la purezza del mare e la piacevolezza

delle vacanze di chi ha scelto i Maronti per rilassarsi. Povera, vecchia spiaggia! Offesa, umiliata, sfruttata, saccheggiata, sporcata, insultata!Già un po’ di settimane fa da qui partì l’inchiesta giornalistico-giudiziaria denominata “Dirty Island”, e noi di ICN proprio a proposito della spiaggia dei Maronti abbiamo raccolto il grido di allarme e di denuncia lanciato accoratamente dalla massima autorità nel campo: il presidente dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno – il giudice Albino Ambrosio.Le parole del giudice A ME SEMBRANO graffi laceranti contro l’omertà ed il silenzio di chi pretende di dire che AD ISCHIA tutto va bene e che nessun giornalista ha il diritto di evidenziare gli scempi poiché, così facendo, si amplificherebbero gli effetti della crisi del turismo! Come se a tacere i problemi si potessero risolvere!PER ME gli atteggiamenti ipocriti e mistificatori della classe dirigente amministrativa DELL’ISOLA D’ISCHIA, OGNI QUAL VOLTA SI MANIFESTANO, devono essere combattuti dai cittadini onesti, dalla gente semplice che ama e rispetta la natura, dai giornalisti che amano il paese in cui vivono e interpretano il proprio mestiere come una missione civile e non un semplice mezzo per portare a casa una manciata di quattrini!Il bello è di tutti. Il bello dovrebbe appartenere a ciascuno di noi: ne abbiamo il diritto, il titolo, l’autorità. Per questo dobbiamo difenderlo. Sempre.Il bello è la nostra ricchezza, la nostra pacificazione, il nostro futuro. Il bello è ciò che abbiamo da lasciare a chi presto prenderà il nostro posto.Nell’intervista abbiamo sentito anche il parere (che non sempre ci ha convinto!) di due esperti di spiaggia: i titolari di stabilimenti balneari Ernesto Di Iorio e Giovanni Pesce.Guardate, ascoltate e… riflettete. E se è il caso incazzatevi. Ma fatelo sul serio.

Un nostro servizio video sulla sporcizia del mare dei Maronti a qualcuno non è piaciuto... BRUTTI, SPORCHI E CATTIVI

Il mare è sporco e le mamme con bimbi piccoli fuggono. Il direttore dell’AMP non ha risposte per chi gli domanda cosa fare

Il dott. Strada ha detto candidamente di non aver dati a disposizione e non saper rispondere alle madri su cosa fare con i loro figli

Da Buonopane fin giù all’Olmitello un fiume di...Appena poche ore prima che i Carabinieri del NOE facessero un ulteriore sequestro siamo stati alla Cava di Candiano per filmare lo scempio degli scarichi fognari abusivi

La telecamera di Ischiacity Network, in col-laborazione con Gli Amici di Beppe Grillo dell’isola d’Ischia, ha compiuto un emblematico ed assai inquietante viaggio nel comune di Ba-rano, frazione di Buonopane dalla collina verso il mare, documentando lo sversamento illega-le di acque reflue bianche e nere da parte delle case delle frazioni di Candiano e Buttavento, che si trovano nella parte alta di Barano. Ille-gale è il selvaggio sversamento di rifiuti di ogni genere, edilizi naturalmente, ma anche banale spazzatura domestica; illegale è la presenza di schiuma, proveniente da detersivi. Più in basso, la cava di Terzana si presenta come una disca-rica di spazzatura e scarti di edilizia, anche qui scendono tubi volanti dalle abitazioni e le pareti della cava sono coperte di depositi lasciati dalle acque nere. L’acqua proveniente, infine, dalla cava Olmitello, nel suo punto di sbocco a mare, sulla spiaggia dei Maronti, si presenta molto torbida, e ben visibile è la scia che quest’acqua disegna lungo il litorale. Di certo tale aspetto è dovuto al carico di sedimenti che raccoglie lun-go il suo percorso, in particolare in una zona li-macciosa dell’alveo franata qualche anno fa. In passato, si è cercata una soluzione provvisoria per arginare le acque ed evitarne lo sbocco di-retto in mare, ma in inverno la forza dell’acqua

ha distrutto gli sbarramenti creati. Non dimen-tichiamo, però, quanto abbiamo girato con le nostre telecamere a monte: l’aspetto schiumoso, indicante la presenza di saponi, e l’odore nause-abondo delle acque di Terzana che, almeno in parte, arrivano fin qui.

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Belli e dannati

di redazione [email protected]

Immaginatevi (e lo scrivo con tutta l’invidia di un attempato cinquantenne sovrappeso) dei bei ragazzi, occhi luminosi, sguardo pulito, spalle larghe, schiena diritta, belle divise bianche, luccicanti, importanti… Immaginatevi uno di questi, che magari fa una scuola per allievo ufficiale, che si diploma, che viene comandato a lavorare in un territorio… magari un’isola… una a caso… (ma solo per esempio)… ecco: un’isola simile ad Ischia.Immaginiamoci che un tipo del genere, magari inzeppato di sani principi, al quale (ma forse questo è troppo) hanno insegnato il valore dell’Onore, dell’Amor di Patria, della difesa della Gente Semplice, del rispetto della Costituzione; immaginiamoci questa specie di semi-dio, idolatrato dalle ragazze , che magari sognano una vita al fianco di un eroe (dei nostri giorni) in divisa bianca! Immaginiamoci un ragazzo del genere: il mondo davanti, una carriera da percorrere, una vita da vivere (con profondità), dei valori da difendere (sempre). Sì, continuiamo a tener ferma questa immagine, che a poco a poco stiamo mettendo a fuoco nella nostra fantasia, e immaginiamoci ancora di ritrovare questo semi-dio a combattere (poiché è esattamente “combattere” il termine giusto) contro le illegalità, le menzogne, l’ipocrisia, la protervia dei potenti boriosi, l’ignoranza, la tracotanza la disonestà di tutti coloro (e sono molti, moltissimi) che credono di poter fare tutto ciò che desiderano di questa terra; Gente cinica, avida interessata solo ad arricchirsi di denaro o di potere!Ora provate a pensare cosa fareste voi se vi trovaste in possesso di tutte le prerogative di questo nostro eroe - di una moderna mitologia - e soprattutto, se vi trovaste a dover “combattere” in un territorio in cui l’illegalità è diffusa come le piattole e le cimici lo sono sul corpo di una vecchia bagascia di Calcutta! Provate!... Forse cerchereste di lavorare per il bene della comunità, forse cerchereste di spiegare agli amministratori corrotti, e/o stupidi, e/o incapaci che nascondere i mali di un territorio, piuttosto che evidenziarli e lavorare – onestamente – per risolverli, non è il miglior modo per aiutare il proprio Paese! Magari (se aveste, guarda caso, il compito di “sorvegliare” il mare e se trovaste che il vostro mare è divenuto una pattumiera) li avvertireste - se è nelle vostre competenze farlo - che il mare è sporco, forse inquinato, sicuramente – a differenza dell’assurdo burocratese – non balneabile! Poiché è probabile che accada per il mare qualcosa di simile a ciò che potrebbe succedere se l’ARPAC esaminasse, ad esempio, un piatto di minestra dove il cameriere ci ha pubblicamente sputato dentro, ebbene con tutta probabilità l’ARPAC asserirebbe che il piatto di minestra è commestibile!... Ma col cavolo che io lo mangerei! Ecco, cose del genere talvolta succedono anche in isole che – vagamente – ci ricordano Ischia: il mare è pieno di puppù, porcherie varie, oli, fanghiglia e liquami di varia natura, ma poiché l’ARPAC non rileva colibatteri, streptococchi e PCB gli improvvisati “magistrati alle acque” cercano grottescamente di convincerci che l’acqua è… BALNEABILE!Ebbene, sempre nei panni di questo fantomatico eroe-buono in divisa bianca, io mi aspetterei che egli fosse pronto a sacrificare anche la propria carriera pur di difendere beni preziosi quali: l’integrità dei cittadini, la difesa dell’ambiente, l’affermazione della verità, l’assolvimento dei propri compiti.Ma questo lo farebbe solo un fantomatico semi-dio, da me immaginato in un’isola che in realtà non esiste.Oggi, se qualcosa del genere accadesse ad Ischia e se un ufficiale si permettesse di denunciare pubblicamente il malgoverno di uno o più sindaci inefficienti, accadrebbe che quegli stessi sindaci – tanto inefficienti da inabissare nel baratro i territori che governano - si rizelerebbero a tal punto da preoccuparsi di chiamare qualche “papaverone con gradi e mostrine”, magari supinamente politicizzato e prono ai piedi di una casta di manigoldi - chiedendogli di bastonare il nostro giovane, onesto, illuso, eroe! Sì, la mitologia non appartiene più ai nostri giorni. Oggi, i nostri eroi non si aspetta più di ucciderli per legarne il cadavere dietro il carro dei vincitori. No. Oggi, i nostri eroi li tramortiamo, li umiliamo, li indeboliamo e… quindi… li leghiamo vivi dietro il nostro carro, felici di poter dimostrare al popolo stolto e stordito i segni della nostra potenza e della nostra imbattibilità.Ma per fortuna nulla di tutto ciò accade ad Ischia.E se qualcuno in questa storia ha creduto di riconoscere carnefici e vittime, lo giuro - con la stessa sincerità con la quale i sei sindaci, Franco Regine in testa, hanno giurato che l’acqua di Ischia è perfetta - sta commettendo un grosso errore.Buone vacanze a tutti.

Molto spesso gli addetti alla sicurezza ed alla prevenzione dello Stato operano in silenzio e dietro le quinte: non sempre i cittadini conoscono il lavoro di questi reparti. E, talvolta, specie dalle nostre parti, i politici se ne approfittano per scaricare tutte le loro inefficienze su di essi. Vediamo allora cosa ha combinato il Circomare di Ischia in questo primo spicchio d’estate.

Gli uomini in divisa bianca che proteggono il mare d’Ischia

Attività effettuata dall’ufficio Circondariale Marittimo di Ischia in materia di controllo ambientale.

I dati, riferiti al periodo 1 mag-gio - 28 luglio 2009, sono risul-tanti da documentazione agli atti dell’ufficio Circondariale Marittimo di Ischia e sono già trattati conformemente alle disposizioni che disciplina-no le attività d’istituto, come pure di volta in volta diffusi

dagli organi d’informazione. L’Ufficio Circondariale ha avviato nella scorsa stagione invernale una ricognizione del territorio dell’Isola fina-lizzata a verificare la presenza di scarichi non autorizzati sia nelle aree costiere che nell’en-troterra, come pure eventuali violazioni in materia di ge-stione di rifiuti. L’attività è stata svolta nell’ambito del piano di potenziamento della sorveglianza dell’ambiente marino e costiero sviluppa-

to dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto. Nell’ambito delle attività di verifica sono state attualmente controllati gli impianti di n° 21 esercizi commerciali, tra i quali n° 13 effettuavano at-tività di scarico senza alcuna autorizzazione e/o preventi-vo trattamento. In esito a tale attività sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria cinque gestori e contestate a carico degli altri violazioni di natura amministrativa che comporta-no sanzioni pecuniarie fino ad un massimo di euro 480.000. A seguito degli interventi in parola è stata altresì chiari-ta, e sembra anche risolta, la problematica spesso segnala-ta delle acque maleodoranti dall’alveo naturale sito tra Punta Chiarito e S. Angelo, al confine tra il comune di Forio e quello di Serrara Fontana. Sempre nell’ambito delle atti-vità di controllo ambientale, nell’ultimo quadrimestre di riferimento (gennaio - aprile, non ancora disponibili i dati del 2° quadrimestre), sono stati controllati (con schede di censimento e rilievi fotografi-ci) n° 91 automezzi impiegati nel trasporto via mare di ri-fiuti, in gran parte provenienti dalla raccolta di solidi urbani, riscontrando n° 04 violazioni della normativa di riferimento. Sempre nell’ambito delle atti-vità effettuate a difesa dell’am-biente costiero, nel periodo citato sono state effettuate n° 14 denunce e 5 sequestri pe-nali per abusi edilizi accertati sui litorali dell’isola d’Ischia. Per quanto riguarda l’attività effettuata dai mezzi nava-li in ordine al rispetto della normativa istitutiva dell’area marina protetta del regno di Nettuno, a partire dalla fine del mese di maggio sono state controllate n° 229 imbarcazio-ni da diporto e contestate n° 165 sanzioni amministrative a carico di altrettanti diporti-sti, in gran parte per il supe-ramento dei limiti di velocità, per la violazione degli spe-cifici decreti di riferimento. Si ritiene in ogni caso oppor-tuno evidenziare, come nello stesso periodo di riferimento e durante la stessa attività di cui sopra, sono state altresì sanzionate 30 unità da dipor-

to per la violazione di altra normativa di riferimento, se-questrate 2 unità e sospesa la patente nautica a carico di un diportista resosi respon-sabile di gravi atti di impru-denza. Parimenti lo stesso personale imbarcato ha assi-stito 15 imbarcazioni in dif-ficoltà e soccorso 68 persone. Relativamente alle verifiche dell’attività di pesca, nel solo ultimo mese il personale del-la Guardia Costiera di Ischia ha controllato n° 34 unità da pesca e sanzionato, per un to-tale di euro 9000, n° 6 unità da pesca, effettuando altresì il sequestro di 2700 metri di reti da posta derivanti a carico di pescherecci già inseriti in un’apposita black list di unità segnalate per l’utilizzo di tali attrezzi da pesca vietati, non-ché di una rete a strascico uti-lizzata in zona vietata. Sempre in materia di controllo delle attività di pesca e sempre nel mese di luglio sono stati effet-tuati n° 4 denunce penali e 3 sequestri per tentata frode in commercio e vendita di novel-lame, nonché comminate san-zioni per 3000 euro a carico di gestori di attività commerciali. Dal giorno 20 luglio è altresì iniziata l’attività effettuata nell’ambito della convenzio-ne per il potenziamento della sorveglianza nelle AAMM-PP stipulata con il Ministero dell’Ambiente, il cui termine è previsto per il 15 settembre p.v. L’attività viene effettuata il relazione al disposto di cui all’art. 7 del decreto 88/08 in data del ministero dell’am-biente, secondo il quale la sorveglianza spetta al Corpo delle Capitanerie di Porto ed alle polizie degli enti locali delegate alla gestione. L’ac-cordo prevede l’impiego di n° 1 unità navale per 6-8 ore giornaliere per 6 giorni a setti-mana. Il programma operativo di dettaglio è stato concordato tra il Consorzio di Gestione dell’Area Marina e la Capi-taneria di Porto di Napoli e prevede l’impiego alternativa-mente della motovedetta as-segnata al Comando di Ischia e di quella del Comando di Procida.

all’indirizzo www.ibravimaestri.it

VisitaMEA CULPA, MEA CULPA, MEA MAXIMA CULPA

Per un errore di trascrizione delle parole del consigliere di Forio Gianni Mattera, nell’intervista rilasciata nel numero 3 de I Bravi Maestri gli è stata attribuita una vicinanza ai consiglieri che hanno prodotto un documento di sfiducia verso l’amministrazione Regine, che non esiste, non aven-do egli né partecipato alla stesura, né firmato il documen-to. Ripubblichiamo, dunque, il testo corretto, scusandoci con gli interessati.

Nicolella e Morgera si sono tirati fuori dall’Ammini-strazione o ne sono stati buttati fuori? In un’intervista Nicolella mi confermava l’esistenza di problemi vari sulla delega al porto, però affermava di non essere in realtà stato messo in condizione di lavorare. Quello che posso dire, riguardo una situazione vissuta di-rettamente, è che quando 2-3 mesi fa ci fu un momento di crisi, c’è stato un documento sottoscritto da 8-9 consi-glieri di maggioranza i quali lamentavano la situazio-ne di impasse della vita amministrativa e quindi hanno chiesto al Sindaco di rivedere tutto il quadro della giun-ta e delle deleghe. Il Sindaco da parte sua ci ha chiesto di rimettere le deleghe, cosa che noi abbiamo puntualmente fatto.

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12 | N°4 | agosto 2009 2ª settimana

Cos’è un’area marina protetta e lei che ruolo riveste nel Re-gno di Nettuno?Mentre i parchi nazionali hanno un ente-parco che li gestisce con ampi margini di autonomia decisionale, le AMP vengono istituite dallo Stato ed affidate ad un ente gestore (enti pubblici, istituti di ricerca, associazioni ambientaliste riconosciute a livello naziona-le, singoli o consorziati fra loro) e l’organismo che acquisisce in gestione opera per conto del ministero dell’Ambiente, è come se lo Stato mantenesse la podestà e l’ente gestore è solo un esecuto-re, con una certa autonomia. L’AMP Regno di Nettuno ha come ente gestore un consorzio fra i sette Comuni delle isole di Ischia e Procida, questa forma è quella che si sta diffondendo negli ultimi anni, coinvolgendo gli Enti locali che hanno il controllo territo-riale. Essendo un consorzio fra entità pubbliche esso per legge deve avere un’assemblea, una giunta, un direttore generale ed un presidente. Per ragioni di risparmio si è scelto di far coincidere in un’unica figura il direttore generale del consorzio ed il direttore dell’AMP, ciò è possibile perché il consorzio è nato con l’esclusi-vo scopo di gestire l’AMP. Qual è la carriera che l’ha portata a ricoprire questo ruolo?Sono un biologo, mi sono occupato di pesca ed acquacoltura, il che mi ha portato inevitabilmente a studi sull’ambiente, cui sono poi dedicato completamente. Sono specializzato in gestione dell’interazione uomo-ambiente in mare, partendo dall’idea che il mare non è gestibile se non si governano le azioni e gli inte-ressi dell’uomo sul mare (pescatori, nautica). I direttori delle AMP che funzionano vengono tutti da questa impostazione professionale e siamo in pratica dei pionieri, nel senso che abbiamo cre-ato un settore che prima non esisteva.A che livello è l’operatività dell’AMP Regno di Nettuno?Per lavorare davvero l’AMP ha bisogno di un minimo di perso-nale, in questo momento il personale sono solo io, le amministra-zioni comunali non hanno messo una persona a disposizione, non hanno versato i fondi di istituzione del consorzio come avrebbero dovuto, solo il comune di Forio ci ha messo a disposizione una sede e un aiuto di personale che in questo momento però non pos-sono darci più. Nella compagine attuale io riesco a gestire l’or-dinaria amministrazione e impostare alcune cose, facendo bene attenzione a cosa privilegiare, in misura delle forze che ho io, e non l’Ente.Qual è l’entità di questi versamenti?

E SE I COMUNI COLLABORASSERO DAVVERO?Riccardo Strada direttore AMP - Pochi soldi, pochi uomini, tante promesse.

di redazione [email protected]

Nel Regno di chi ?Si tratta 15mila euro a Comune, da versare una tantum all’atto della creazione del consorzio, per un totale di 105mila euro.Non una cifra molto elevata…No, ma era utile.Non è assurdo che lei deve rispondere del proprio operato ad Enti che non le versano neppure 15mila euro?Non devo rispondere a loro, devo seguire i loro indirizzi, il che è diverso. Indirettamente sì rispondo anche a loro, ogni sindaco vuole sapere cosa accade e, se necessario, metterci la sua parola. Ma gli indirizzi per l’AMP sono chiari, di emanazione del Mi-nistero dell’Ambiente che non lascia mai il controllo e pone dei paletti in cui è consentito muoversi: per es. adesso i Sindaci è pro-babile che chiedano una sperimentazione sulla pesca subacquea, ma se il Ministero ricevesse una richiesta per permettere la pesca subacquea, gli verrebbe detto di no, e punto. Certo può variare la velocità e l’efficienza nell’attuazione dell’AMP, se le amministrazioni decidessero di investire sul serio si arriverebbe ai massimi livelli di efficienza, mentre al momen-to sostanzialmente stanno a guardare, aspettano di vedere cosa succede.Ma d’altra parte dipende anche da loro se l’AMP inizia a fun-zionare sul serio!L’attuale crisi economica ci mette in una situazione particolare. Prima i fondi dati dal Ministero dell’ambiente alle AMP erano sufficienti per la gestione e per altre iniziative. Fino a 3 anni fa, c’erano 500mila euro annui per ciascuna delle 22 AMP (15 mi-lioni totali), adesso le AMP sono aumentate a 26 mentre il fondo nazionale è sceso a 6 milioni di euro. Se tutto va bene avremo 240mila euro dal Ministero, poiché le spese di gestione sono circa 180mila, restano 50-60mila euro per ricerche e sperimentazio-ni, ed è ben poco, perché qualunque operazione in mare è molto costosa per ovvi motivi di professionalità e strumentazione. Ho detto questo per arrivare a ribadire che in tale situazione il contri-buto dei Comuni può fare la differenza. Quindi è previsto un ulteriore contributo?Secondo lo statuto, dopo il primo versamento, l’assemblea è libe-ra di stabilire contributi annuali. Inoltre, abbiamo chiesto ai Co-muni la disponibilità di vigili urbani che vengano con i volontari in mare, perché abbiamo bisogno di ufficiali di polizia giudizia-ria, dato che non riusciamo a collaborare bene con la Capitaneria

di Porto, che possano sanzionare. In particolare, per l’estate 2009 abbia-mo l’obiettivo di limitare e ordina-re il caos nel settore del traffico da diporto, ma è indispensabile anche avere il deterrente della sanzione, di-versamente ammonire e consigliare soltanto - che è quello che possiamo fare noi - non basta, nel momento in cui la gente capisce che non abbiamo armi ‘punitive’. Quindi abbiamo fatto un protocollo di accordo da sottopor-re alle Amministrazioni per avere i vigili. Alcuni ci hanno già messo a disposizione il personale.Gli stessi Sindaci che non permet-tono all’AMP di lavorare sul se-rio, affermano di volersi costituire parte civile nell’eventuale processo contro i responsabili di Spurgopoli. Ci vedo una forte contraddizione,

in primo luogo non dovrebbero darsi da fare per far lavorare una persona come lei?Io non entro nelle politiche dei singoli Comuni perché non mi compete, quindi non farò mai una critica, sono un loro dipendente ed in quanto tale dico sempre tutta la verità circa le implicazioni delle decisioni che prendono, ma le decisioni sono loro respon-sabilità. Io sono disposto a dichiarare che è inammissibile che in un’AMP non ci siano fogne depurate e che bisogna assolutamen-te dare una priorità a questo e l’AMP può essere uno strumen-to potente per aiutare i Comuni a raggiungere questo obiettivo. Non posso dire che l’acqua è in cattive condizioni perché non ho le misurazioni in mano, analisi che sono compito dell’ARPAC, ma soprattutto l’AMP è nata da poco ed io non ho abbastanza esperienza personale in merito, ma bisogna agire, l’inquinamento del mare è un’operazione masochistica spaventosa per l’econo-mia dell’isola. Sono stato ad una conferenza di servizi a Barano per il problema degli scarichi degli alberghi siti ai Maronti ed ho proposto loro un sistema per risolvere il problema con tecnologie piuttosto semplici e consolidate, è un depuratore naturale, appli-cabile su piccola scala molto diffusa. Esistono sistemi-tampone per diminuire l’impatto in mare degli scarichi fognari non depu-rati, in attesa che i depuratori siano pronti. Cosa si deve fare?In primo luogo un forte investimento d’immagine, nel senso che vanno creati nelle popolazioni isolane e nelle Amministrazioni la consapevolezza e l’orgoglio di avere un’AMP, bisogna trasforma-re la diffidenza e la paura, facendo capire il ritorno di immagine economico e in qualità della vita per l’isola. Da questo punto di vista, è sbagliato dire “non avrete limitazioni” “tutto rimar-rà come prima”, la resi-stenza, infatti, è legata al rifiuto del controllo ed il mare è l’emblema del luo-go in cui ognuno fa quello che gli pare, ma è errato continuare a far intendere questo. Perché ritiene che la Capitaneria di Porto non vi è d’aiuto? Credo sia un problema di impostazione culturale. Il corpo del-la C.P. ha due anime, quella degli ufficiali che stanno in ufficio e quella dei ‘poliziotti’ che escono sulle vedette per dare con-travvenzioni. Si sta cercando di creare una terza anima, quella del tutore dell’ambiente, per ora limitata a pochissime persone (10-15 ufficiali) su tutto il territorio nazionale. Il problema è che, finora, entrambe le componenti erano abituate ad avere l’ultima e definitiva parola in mare, l’istituzione dell’AMP rompe questo equilibrio, mentre paradossalmente si collabora bene con le C.P. che sono fisicamente lontane. Essendoci qui a Ischia abbiamo dei problemi, perché non accettano di avere direttive da noi. Avete il potere di darne?Il regolamento dice che la sorveglianza nell’AMP è fatta dalle C.P. e dalle polizie degli enti locali che costituiscono il consorzio, in coordinamento con il personale dedicato alla vigilanza ed al controllo dell’AMP. Loro non possono rifiutare, ma di fatto hanno atteggiamenti che ostacolano una reale collaborazione.Ma non sono coinvolti i rispettivi Ministeri?Sì, tanto che già ho scritto al Ministero dell’Ambiente ed agli uffi-ci da cui le C.P. dipendono, ed anche all’Ammiraglio, ma la buro-crazia è lenta, quindi torneremo a scrivere al Ministro. Quanti anni ci vogliono per tirare le somme e stabilire se l’AMP funziona o meno?Cinque anni, l’ho detto all’assemblea dei Sindaci: 3 per i primi risultati e 5 per un ritorno di soddisfazione da parte della popola-zione, perché l’AMP cambia il modo di gestire il mare.

Se le Amministrazioni decidessero di investire sul serio si arriverebbe ai massimi livelli di efficien-za, mentre al momento so-stanzialmente aspettano di vedere cosa succede.

E’ inammissibile che in un’AMP non ci siano fogne depurate: bisogna assolu-tamente dare una priorità a questo e l’AMP può esse-re uno strumento potente per aiutare i Comuni a rag-giungere l’obiettivo.

Il mare è l’emblema del luogo in cui ognuno fa quello che gli pare, ma è errato continuare a far in-tendere questo.

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13Agosto 2009 2ª settimana | N°4 |

Signor Direttore dell’AMP Regno di Nettuno, dr. Riccardo Strada, abbiamo raccolto dalla gente che ama il mare alcune domande per lei: per favore, ci risponda.

• 1) Cosa può dirci circa l’ipotesi di autorizzare nuovamente l’in-grasso dei tonni a Procida? • 2) E’ vero che nessun nuovo allevamento/ingrasso può essere au-torizzato all’interno di un AMP (Regolamento – G.U. 118 28 maggio 2008, Art. 5 comma 1- zona B di tutela generale, lettera O)? • 3) Il previsto studio di fattibilità che avrebbe dovuto realizzare un Ente Scientifico (Stazione Zoologica o Università Napoli) sulla idoneità dell’area ad un ingrasso di tonni è stato mai fatto? Ma gli studi di fattibilità, per definizione, non si fanno prima?• 4) Esistono progetti scientifici in elaborazione o in corso? Quanti di questi coinvolgono il laboratorio di Ischia della Stazione Zoo-logica di Napoli (unico laboratorio in Italia collocato all’interno del perimetro dell’AMP, nonché autore dello studio di fattibilità)?• 5) Perché l’ipotesi di zona A in zona “Scarrupata” tra gli scogli della “pietra crespa” e la “piana del capo Grosso” non è andata in porto?• 6) Cosa può dirci della messa in opera del tubo del gasdotto? Le vostre brochures, disponibili anche sugli aliscafi, indicano la dicitu-ra “Ischia Gas protegge la Posidonia oceanica”, siete certi che non ci sia stato impatto ambientale significativo? Che tipo di controllo avete messo in atto per verificare ciò? • 7) Può dirci se, oltre al maresciallo Alessandro Impagliazzo di Ca-samicciola, i Comuni dell’isola d’Ischia hanno assegnato all’AMP, secondo gli accordi sottoscritti, il supporto dei vigili urbani per il pattugliamento in mare?• 8) Perché se un diving di Ischia vuole portare i suoi clienti nell’AMP archeologica di Baia/Gaiola non può farlo se non accom-pagnato da un diving autorizzato dell’area stessa e invece i diving esterni all’AMP possono tranquillamente farlo (a seguito di vs. autorizzazione) nel Regno di Nettuno?• 9) Secondo lei, dr. Strada - ricordando che è direttore di un’AMP il cui scopo è, secondo il punto a) dell’art. 3 del decreto istitutivo, “la tutela e la valorizzazione, anche attraverso interventi di recupero ambientale, delle caratteristiche naturali, chimiche, fisiche e della biodiversità marina e costiera, anche in riferimento ai mammiferi marini ed in particolare al Delphinus delphis, incluso nella Lista Rossa delle specie a rischio di estinzione dell’IUC” - ad una madre che chiede se l’area marina è balenabile, cosa possia-mo rispondere? Se non ha dati a sua disposizione, per favore può procurarseli?• 10) Sono arrivate le quote (15mila euro) dei Comuni per la gestio-ne ordinaria? Se no, perché?• 11) Come mai nelle zone di ormeggio esistono anche corpi morti abusivi (non rovinano la Posidonia?) e altrettante decine di natanti che vi sono ormeggiati illegalmente?

(foto: a fianco un esemplificativo esempio di barche in ormeggio non consentito)

Bum! Bum! Chi è?L’area marina protetta

Gli attuali dirigenti del “Re-gno di Nettuno” (che brutto nome! C’è già chi si sente re o principe e vede gli altri come “sudditi”) intendono imporre l’ambientalismo come quelle persone che volevano espor-tare la democrazia a suon di bombe. E, a proposito di bom-be, è tutta da ridere la strava-gante vicenda di un dirigente dell’Area Marina Protetta che, a bordo di una imbarcazione sociale, ha partecipato alle riprese cinematografiche ef-fettuate qualche settimana fa a Ischia Ponte, durante le quali è stata fatta brillare una bomba (“controllata”, ma sempre una bomba) a bordo di un piccolo cabinato di vetroresina. Quel dirigente sostiene che i pesci non devono essere “disturba-ti” dai sub, perché altrimenti diventano diffidenti nei con-fronti degli umani.E le bombe? Sono state fatte brillare da artificieri di grande esperienza che però non hanno potuto evitare l’incendio della vetroresina, con l’inevitabile inquinamento.

Le bombe, santificate dalla presenza di dirigenti e imbar-cazioni dell’Area Marina Pro-tetta, ai pesci piacciono?La realtà è che ogni giorno che passa emerge con sempre mag-giore chiarezza la schizofrenia degli attuali dirigenti dell’Area Marina Protetta delle isole di Ischia, Procida e Vivara. Que-ste persone sanno di non go-dere del consenso necessario per imporre un regolamento burocratico e vessatorio che niente ha a che vedere con la difesa dell’ambiente. Essi sanno di essersi giocata ogni credibilità nei confronti degli isolani nel momento in cui hanno promesso cose che non potevano mantenere e hanno mentito sapendo di mentire. Per questo motivo tentano in ogni modo di guadagnare vi-sibilità mediatica con un pre-senzialismo esasperato sugli organi di stampa “amici” e nelle occasioni più disparate, anche quelle che contraddico-no le finalità stesse dell’Area Marina Protetta.

di Vincenzo Italiano [email protected]

È possibile conciliare inquinamento del mare e AMP?

Non cediamo al “benaltrismo”!

di Silvia Buchner [email protected]

“Che senso ha realizzare un’area marina pro-tetta se poi al suo interno si continuano a sca-ricare come sono, senza una parvenza di reale depurazione, le acque reflue bianche e nere di buona parte delle case e delle strutture turi-stiche dell’isola?”. Inquinamento del mare e Regno di Nettuno: la gente ne parla parecchio e in tanti amano mettere in risalto questo che considerano un paradosso: le due cose possono coesistere? La verità è che Ischia e Procida con-tinuano ad avere coste e fondali caratterizzati da un ecosistema di pregio, ricco di specie me-ritevoli di essere tutelate e che tuttavia, come ci hanno ben chiarito gli studiosi del Laboratorio del Benthos, mostrano inequivocabili segni di sofferenza: in questa diagnosi c’è la risposta a chi nega validità al progetto AMP. E’ evidente, infatti, che ischitani e procidani da soli, con gli ordinari mezzi amministrativi, non hanno la volontà o la capacità di proteggere il loro bene più prezioso, quello da cui dipende buona parte della credibilità e quindi del successo di queste isole come meta turistica. E allora ben venga l’AMP, se significherà porre dei limiti, delle re-gole da osservare, se alimenterà nel tempo la

crescita di coscienza civile in abitanti ed ammi-nistratori, se riuscirà – sarebbe davvero bello! – come ci ha detto il direttore Strada, anche ad inserirsi fattivamente negli ingranaggi kafkia-ni del sistema per dare impulso alla realizza-zione dei famosi depuratori. Anche se, proprio addentrandoci in questo mondo oltremodo complesso che riguarda ciò di cui ci liberiamo senza pensarci troppo della fine che farà, ab-biamo appreso che, in attesa dei depuratori me-

gagalattici che dovrebbero approdare lungo le nostre coste, sembra proprio che ci siano mezzi funzionali per ripulire i liquami prima di ver-sarli in mare. Eppure in quest’isola ricca, che vantava fino a qualche anno fa un terzo del PIL del settore turistico dell’intera regione Campa-nia, pare non sappiano neppure di cosa si tratti! A proposito di contraddizioni e paradossi…La verità è che inquinamento ed AMP sono nella nostra realtà le due facce – quindi inscin-dibili – della stessa medaglia, non a caso molti degli esperti che abbiamo ascoltato per il primo problema (vedi I Bravi Maestri nr. 3) lo sono anche del secondo. La cosa è inevitabile pro-prio per la ricchezza naturale e paesaggistica intrinseca al territorio di queste isole, che ne fanno al tempo stesso un ‘santuario’ della na-tura da proteggere ed una terra estremamente generosa ed accogliente per i suoi abitanti, che – ed è pure giusto che sia così – ne hanno ap-profittato, a terra come a mare. Facendone una fonte di grande prosperità diffusa, ma alcune scelte vanno ripensate proprio se si vuole che questa prosperità sia anche duratura e il Regno di Nettuno, al di là dei suoi scopi istituzionali, potrebbe essere una grande occasione per met-

tere mano a questo ripensamento. Senza cadere nella facile trappola del ‘benaltrismo’: creano l’AMP mentre i problemi dell’isola e del suo territorio martoriato e quindi le responsabi-lità sono altrove, di volta in volta nella pesca professionale, negli scarichi, nell’abusivismo, nell’eccesso di natanti (da una parte l’AMP, dall’altra sempre nuovi approdi turistici lungo le coste...); oppure, ci sono già leggi dello Stato che regolano molte di queste illegalità, che sen-so ha che lo faccia l’AMP? Proprio dalle parole dei nostri esperti emerge prepotentemente che si tratta di un meccanismo in cui tutto è corre-lato, che le responsabilità sono collettive, il che non vuol dire di nessuno – o meglio sempre di qualcun altro!La necessità del progetto area marina protetta deve essere ben chiara nel momento in cui si scende nello specifico dei meccanismi e dei regolamenti che la caratterizzano, meccanismi e regolamenti nei quali certe categorie vedono contraddizioni, limiti, paradossi. Perché l’AMP è così estesa? Ha un senso se poi non si han-no i mezzi economici per controllarla? Perché hanno consentito in area D la pesca a strascico? La pesca professionale sarà consentita solo alle marinerie locali? Perché l’area a protezione in-tegrale di Ischia è in mezzo al mare? Perché i pescatori in apnea non hanno alcuna possibilità di esercitare il loro sport (se non in un settore pare troppo ristretto)? Come sono stati arruolati i volontari e con quali prospettive? Sono alcune delle domande che ho sentito porre in questo primo viaggio alla scoperta del Regno di Net-tuno. Solo ad una parte di esse le interviste che seguono danno delle risposte, ma è nostra in-tenzione tornare sull’argomento per cercare le altre, convinti che i nostri lettori siano pronti alla riflessione e al tempo stesso che il valore di ciò che è in ballo merita attenzione ed onestà intellettuale. Da parte di tutti. Ibm

Ibm

AMP: il tempo delle scelte

Come ha chiarito molto bene il direttore del Regno di Nettuno Riccardo Strada, nell’intervi-sta che ci ha rilasciato, le aree marine protette sono emana-zione del ministero dell’Am-biente, da esso continuano a dipendere dopo la loro crea-zione e sono sottoposte ad una serie di regole che valgono per tutte le AMP del territorio na-zionale (assai esemplificativa a proposito la questione del-la pesca in apnea). Ma l’isola d’Ischia naturalmente vorreb-be fare repubblica a sé, agli ischitani risulta insopporta-bile l’idea di dover rinunciare alla condizione di ‘anarchia’ che ne regola i comportamenti a terra ed a mare. E nella fatti-specie, alcuni in buona, altri in malafede, vorrebbero un’AMP calibrata sulle esigenze di CIASCUNO di loro. Cosa im-possibile e diseducativa. Quindi, nonostante i suoi limi-ti e manchevolezze, è bene che la barra del timone dell’AMP resti nelle mani del ministero dell’Ambiente, e che questo non ceda a sollecitazioni più o meno pressanti, se non a fronte di ponderate riflessioni. Piuttosto ho il sospetto che si

sapeva bene quello che si fa-ceva quando si è stabilito di affidare alle entità presenti sul territorio solo la gestione con-servando il controllo a livello ministeriale, nel senso che è assai probabile che i manifesti anonimi, le ribellioni urlate o espresse con civili ragiona-menti, lo scomodare termini come “vessatorio”, “burocra-tico”, “calato dall’alto” siano un percorso inevitabile attra-verso cui sono passate altre AMP, immagino soprattutto nel sud Italia.Credo che tutto ciò vada ca-talogato come una crisi di crescita, da cui si spera che quest’isola uscirà più consa-pevole del valore di ciò che possiede e della necessità di doverlo rispettare prima che usare. E se solo serve a que-sto aver istituito un’AMP, con tutti i difetti che ha ed i com-promessi cui è dovuta sotto-stare (penso in particolare alle proposte non accettate circa la zonizzazione dell’AMP fatte dai maggiori esperti del mare ischitano, vale a dire gli stu-diosi del laboratorio del Ben-thos), è comunque benedetta.

Ibm

di Silvia Buchner [email protected]

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14 | N°4 | agosto 2009 2ª settimana

CHE FINE FAREMO?E’ assai probabile che con il nuovo Regolamen-to la pesca sub sarà proibita.

FRANCO GIARDINO E FRANCESCO PILATOPESCATORI SUB

di redazione [email protected]

Durante la fase organizzativa del progetto AMP c’erano stati dei confronti con l’asso-ciazione di pesca sportiva che raccoglie i pe-scatori subacquei e che lei presiede?La nostra associazione si chiama Sea One e con-ta circa 35 iscritti, di cui 15 agonisti, ed è l’unica

nell’isola che riunisce chi pratica la pesca in ap-nea; ricordo che pescare con le bombole, come anche con le luci di notte, è vietato dalla legge. Come associazione Sea One e come rappresen-tanza ufficiale della Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee) abbiamo

partecipato, nel corso di molti anni, agli incontri ed ai tavoli di discussione sulla nascente AMP. Dopo tanti scambi di vedute siamo riusciti a raggiungere l’intesa per un possibile accordo di zonizzazione che però, secondo le nostre richie-ste, doveva riguardare un’area molto più ampia di quella che poi nei fatti ci è stata concessa. Ci hanno asse-gnato, infatti, solo un piccolo tratto di mare tra le spiagge di Cava dell’Isola e Citara, noi invece chiedevamo uno spa-zio che grossomodo andava dal porto di Forio fino a Punta Imperatore. Questo perché il primo settore, che va dal Soc-corso fino alla parte balenabile di Cava, non è un arenile dove si trovano bagnanti, quindi le misure della distanza da terra per la pesca sono inferiori ri-spetto a dove ci sono le spiag-ge. Ora, nelle zone che ci sono state assegnate, fra Cava e Citara, allontanandosi di 500 mt., come è obbligatorio data la presenza delle spiagge, il tratto di mare che resta con una profondità utile a pescare è pochissimo e tra l’altro percorso dai natanti che raggiungono i Giardini Poseidon e da altri pescatori. Insom-ma, è il punto peggiore per esercitare la pesca, soprattutto nei mesi estivi.Tra pescatori subacquei ischitani e quelli che vengono da fuori, quante sono le persone in-teressate?Non è possibile fornire un dato preciso, ma considerando anche i pescatori occasionali gli isolani raggiungono più o meno le 400 unità. Se poi si sommano i pescatori che provengono da Procida, ed i napoletani, perché Napoli ha

In piedi da sin.: Francesco Giardino pres. Ass. Sea One, Raffaele Gagliardi, Francesco Pilato vicepresidente; a terra da sin.: Nicola Mazzella, Giuseppe Sal-vati, Claudio Del Gaudio.

• Nella foto

Lo scopo di cingere intera-mente l’isola con un’area protetta era di tutelarla non tanto dalla pesca su-bacquea quanto da attivi-tà come la pesca a strasci-co e il diportismo. Eppure, mentre tutte queste attivi-tà, regolamenti alla mano, sono comunque consenti-te entro certi limiti e pos-sono coesistere con l’AMP, è solo la pesca subacquea che viene completamente vietata.

sempre avuto grandi tradizioni di pesca suba-quea, con campioni vittoriosi di titoli nazionali e mondiali, il numero cresce notevolmente. Ov-viamente bisogna poi considerare anche tutti gli altri turisti.Tornando al discorso delle vostre richieste

sull’area per la pesca sub, a chi avete esposto le vostre esigenze e proposte?Tutte le richieste sono state avanzate in occasione degli incontri ufficiali che vedevano la partecipazione di delegati di ogni Comune, ed a volte invia-ti del Ministero (ndr. Il signor Giardino è intervenuto come uno dei rappresentanti del co-mune di Ischia). Esercitare la pesca subacquea quando tutta l’isola, ad eccezione di quel fazzolettino di mare a Forio, è interdetta per regolamento significa andare a pescare al-trove, e a questo punto noi ci domandiamo: dove? Il punto più vicino dove ciò è conces-so è Ponza, che si trova circa cinquanta miglia di distanza

da noi.A me risulta che nelle AMP italiane la pesca subacquea sia interdetta in modo totale.Inizialmente c’era la possibilità per i residenti di pescare nelle zone C, nel tempo tuttavia, le in-terdizioni sono state estese anche a queste aree. In realtà c’è da dire che la Fipsas non ha mai chiesto la revoca di queste disposizioni, perché non è nostro interesse andare a pescare nelle AMP. Il problema è che, a differenza di Spagna o Francia, dove le aree marine sono piccole e poche, in Italia si stanno sviluppando enorme-mente e di conseguenza i nostri spazi divengono sempre più risicati. Ciò che noi vogliamo non è praticare la pesca sub nell’area del Regno di Nettuno, ma che ci venga dedicata una zona adeguata nei nostri mari, evitando così costosi e difficili spostamenti.Se i responsabili avessero acconsentito a con-cedervi lo spazio in più da Cava dell’Isola a Forio, allora sareste stati soddisfatti?Nell’impossibilità di ottenere di più avevamo chiesto semplicemente uno spazio adeguato per svolgere la nostra attività senza stare tutti ad-

INTERVISTA A CRISTINA BUIA, DIRETTRICE DEL LABO-RATORIO DI ECOLOGIA DEL BENTHOS E BRUNO IACO-NO, COORDINATORE DELLE ATTIVITÀ SUBACQUEE DEL LABORATORIO

QUALITA’ AMBIENTALE COME PRIORITA’ ASSOLUTA

di redazione [email protected]

Mi dà un suo giudizio sul Regno di Nettuno?Buia: Teniamo da parte la questio-ne della zonizzazione, poiché penso che se una struttura scientifica è sta-ta chiamata a dare dei giudizi (ndr. Il Laboratorio del benthos ha eseguito lo studio di fatti-bilità preparatorio alla realizzazione dell’AMP) dovreb-be poi avere un peso nelle decisioni che si prendono, più di certi ritorni econo-mici, ciononostan-te penso che l’area marina protetta sia il futuro dell’isola. Ma un parco che sia attivo, sovvenzionato, che possa regolamentare gli attracchi e faccia

osservare determinate regole a mare: tutto ciò dovrebbe a mio parere au-mentare l’afflusso turistico e non ca-pisco come mai le Amministrazioni non si rendono conto che il miglio-ramento della qualità ambientale sia

l’unico – ripeto l’unico – modo per incentivare il turi-smo a Ischia.Iacono: Io ho fat-to parte del CdA dell’AMP come r a p p r e s e n t a n t e delle associazioni ambientalistiche e marinare (Delphis, Assomare, Mare-vivo, Legambiente)

e mi sono dimesso in maniera molto critica. L’AMP può essere, come è stato altrove, una risorsa importantis-

sima, un richiamo per nuove forme di turismo. Perché non siete soddisfatti della zonizzazione dell’AMP?Iacono: Lo studio di fattibilità per il progetto dell’AMP fatto dal nostro Laboratorio è stato considerato, a li-vello ministeriale, come uno dei mi-gliori per contributi e completezza, mai realizzato in Italia. Detto questo non era di nostra competenza dare indicazioni sulla zonizzazione ma dei riferimenti sulle caratteristiche delle varie zone, sì. Ebbene, attualmente la scelta di assegnare una zona A, a protezione integrale - e sembra non si potesse fare diversamente, altrimenti si andavano ad intaccare interessi di ristoranti rivieraschi (ndr. Nella zona della Scarrupata di Barano) - alle sec-che Bellommo e Pertuso (nella zona del banco di Ischia) quindi in mezzo al mare, scientificamente ha molto poco significato. Quanto al resto, le aree hanno senso se ci sono le boe che le delimitano e segnalano. Alle Formiche, invece, che è zona B NT, riservata esclusivamente ai diving per le immersioni - una nuova forma di turismo che funziona molto bene c’è di tutto, reti, nasse e paradossal-mente, da quanto ho capito, se anche ricevono una multa è immediatamen-te contestabile perché la zona non è delimitata. Il problema è che si toccano inte-ressi economici, per esempio quelli dei tanti porti turistici cui si stanno riconvertendo i Comuni ischitani mentre l’AMP vuole limitare l’af-flusso di natanti e ciò al momento è considerato antistorico.Iacono: Ma se si continua così i tanti approdi turistici dell’isola rimarranno vuoti. Il fatto è che l’AMP è una strut-tura retta politicamente e gli attuali

E’ necessario che l’AMP sia attiva, sovvenzionata, che possa regolamentare gli attracchi e faccia osser-vare determinate regole a mare.

Non capisco come mai le Amministrazioni non si rendono conto che il mi-glioramento della qualità ambientale sia l’unico - ripeto - l’unico modo per incentivare il turismo a Ischia.

politici sono albergatori e comun-que l’economia dell’isola si sostiene su di loro. Il Regno di Nettuno è in grave difficoltà dal punto di vista della gestione, non han-no fondi e se sono pochi quelli che arrivano dal mini-stero dell’Ambien-te, i Comuni la loro quota non l’hanno proprio versata.Se aveste un bimbo piccolo dove lo portereste a mare? O meglio lo portereste a mare?Buia: Non saprei proprio. Se avessi una barca lo porterei al largo.Iacono: Se è scirocco, non lo porto ai Maronti perché questo vento schiac-cia a terra nella fascia dei primi 10 metri dalla spiaggia tutti gli assor-benti e gli scarichi che si riversano lì in mare, mentre il maestrale porta questi rifiuti al largo. Lo porterei al

castello Aragonese… In generale, prenderei una barca e lo porterei a 500 metri dalla costa, perché il più

delle volte gli scari-chi partono da terra e restano vicini alla costa. Il problema è che Ischia è un’iso-la fortemente an-tropizzata, la gente al mattino si alza e va in bagno e quin-di è assolutamente necessario creare

un efficiente sistema di depurazione, è una priorità maggiore dei ripasci-menti e delle scogliere perché siamo un’isola turistica e i turisti vogliono il mare pulito. Allora, possiamo an-che creare migliaia di corpi morti a mare per far sì che non si ancorino le barche sulla Posidonia, ma se il mare è sporco…! Il problema è che questa non è sentita come una priorità, non c’è lungimiranza.

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Deve essere chiaro che noi pescatori in apnea comprendiamo perfetta-mente le ragioni di tutela delle acque portate avanti dall’AMP, ed anzi le condi-vidiamo proprio in quan-to persone che vivono il mare.

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dossati, ma non hanno voluto assecondare nem-meno questa richiesta.Qual è il motivo?Il problema non siamo noi, ma altre attività che in quelle zone si svolgono, come la pesca a stra-scico e il diportismo e lo scopo di cingere intera-mente l’isola con un’area protetta era di tutelarla non tanto dalla pesca subacquea quanto da que-ste altre attività, salvaguardando la Posidonia e la purezza dei mari. Eppure, mentre tutte queste attività, regolamenti alla mano, sono comunque consentite entro certi limiti e possono coesistere con l’AMP, è solo la pesca subacquea che vie-ne completamente vietata. Mi domando perché eliminare proprio la pesca subacquea, quando risulta l’unico tipo di pesca “di selezione”, per-ché il pescatore subacqueo sceglie la preda, in-dividuandone una che solitamente è grande ed ha già compiuto il suo ciclo riproduttivo e ad essa spara, a differenza per esempio di una rete

a strascico che cattura tutto ciò che incontra sul-la sua strada.Come associazione abbiamo sempre spinto nel senso dell’area marina, purché funzionasse corretta-mente, deve essere chiaro che comprendiamo perfettamente le ragioni di tutela delle acque portate avanti col progetto del Regno, ed anzi le condividia-mo proprio in quanto persone che vivono il mare. Ciò che non funziona da noi è che l’area scelta è troppo grande, e ciò non ha senso anche in rap-porto a molti studi scientifici che parlavano di proteggere la posidonia ed il sottocosta.Mi è stato detto che per alcuni la pesca su-bacquea è diventata in tutto e per tutto un

secondo mestiere.La Fipsas ha svolto un grande lavoro lungo tutte le coste italiane, in particolare quelle tirreniche,

per controllare il pescato delle diverse categorie di pescato-re professionista, agonista ed hobbista. Ebbene è risultato che una sola grande azienda di pesca nazionale riesce a catturare un quantitativo in chili di pesce enormemente superiore a quello che cattura la totalità dei subacquei italia-ni. C’è ancora da ricordare che non sempre l’attività dà grandi risultati, e nonostante il limite di pescato sia di cinque chili, in media un pescatore sporti-

vo prende meno di un chilo ad immersione. Mi riferisco a quei pescatori non professioni-

sti che volutamente prendono diversi chili di pesce e poi si recano presso le pescherie per venderli a nero. È un sistema che indubbia-mente conviene a questi soggetti, che incas-sano ‘soldi puliti’, così come ai gestori delle pescherie, che riescono ad ottenere la merce ad un prezzo inferiore rispetto a quello pra-ticato dalle “paranze”. Qual è dunque il con-fine tra il pescatore sportivo che svolge la sua attività legalmente e quello che lucra?Non posso entrare in questo discorso, bisogne-rebbe aprire un’inchiesta ufficiale. Per quanto mi riguarda non conosco soggetti che pratichino la nostra attività per lucro. Oggi a tutela di tutti c’è una legislazione molto precisa in materia: le pescherie devono acquistare il pesce con tutte le indicazione di provenienza, che devono esporre, e lo stesso tipo di controlli sono previsti per ri-storanti ed alberghi.

Come assessore alla risorsa mare di Forio e rappresen-tante al tavolo tecnico, che idea si è fatto dell’istitu-zione dell’AMP nell’isola d’Ischia?E’ uno strumento che se sfrut-tato bene non può portare altro che giovamenti a tutti noi, le AMP godono, infatti, di una corsia prefe-renziale per l’ottenimen-to di finan-ziamenti sia statali che comunitar i. Oggi c’è una grossa fetta di turismo sia italiano che interna-zionale che va alla ricer-ca di queste zone. Le mie pe r ple s s i t à principali ri-guardavano la presenza di scarichi a mare proprio nelle zone che dovevano ri-entrare nei confini del Regno di Nettuno. Addentrandomi meglio nell’argomento mi sono poi reso conto che que-sta operazione avrebbe potuto aiutarci anche sotto l’aspetto degli scarichi a mare e dei de-puratori.Riguardo ai depuratori Fo-rio è ancora molto indietro.Non è vero. Siamo indietro rispetto al comune di Ischia, ma sicuramente non rispetto a Casamicciola e Lacco Ameno

sede di istruttoria ha pensato ai pescatori subacquei è stato Forio. Abbiamo lasciato libero un bel pezzo del nostro territo-rio, fra Cava dell’Isola e punta Imperatore, forse da un punto di vista naturalistico il più pre-giato che abbiamo, proprio per consentire a queste persone di esercitare la propria passio-ne. Non ho ottenuto altro che critiche e violenti attacchi da questa categoria che cercavo di tutelare, inimicandomi ol-tretutto la categoria dei pesca-tori professionisti che vivono con il mare e che ora mi stan-no facendo notare i lati nega-tivi di questa azione. L’area è infatti diventata quasi una ter-ra di nessuno, dove ora vanno tutti e non c’è un’ade-guata forma di controllo delle attivi-tà che vi si s v o l g o n o . Per questo in collabora-zione con la Capitaneria di porto e i responsabi-li dell’AMP stiamo stu-diando dei p a l l i a t i v i che possano garantire la s i c u r e z z a della zona. Riguardo le modalità di pesca professionale, il regolamento non ha vietato nulla, ad ecce-zione della pesca con le fonti luminose e quella a strascico, che peraltro sono deleterie per l’economia del settore. A tal proposito infatti mi è sta-to riferito che i risultati sono stati da subito positivi. Inoltre, accadeva in passato, ed era di dominio pubblico, che la pe-sca sportiva venisse utilizzata come una sorta di secondo me-stiere; e un pescatore non pro-

fessionista che getta in mare una coffa con duemila ami, pescando dieci chili di saraghi per poi venderli, evidentemen-te creava un forte danno a chi vive di pesca. Noi siamo inter-venuti cercando di bilanciare le esigenze contrapposte delle parti, senza favorire nessuno. I pescatori sportivi devono capire che non ho tolto loro la possibilità di andare a pescare, semplicemente potranno farlo con strumenti che non siano i palangari (ndr. Vale a dire le coffe).È concorde con chi ritiene che i manifesti visti ad Ischia contro il Regno di Nettuno siano opera dei pescatori di Forio?

Non so dav-vero da chi provengano questi ma-nifesti. In nessun altro parco mari-no protetto è consentita la pesca con i palangari, è la legge che lo vie-ta. Il palan-garo è uno s t r u me nt o adoperabile solo dai pe-scatori pro-fessionisti, c h i u n q u e

voglia utilizzarlo non deve far altro che comprarsi una licenza di pesca. Ritengo che tutta questa iniziativa sia stru-mentale e invito i responsabili dei manifesti ad un confronto diretto, carte alla mano, con il sottoscritto. Cosa ha da dire sul man-cato versamento a favore dell’AMP della quota ini-ziale di 15 mila euro, che francamente mi sembrano spiccioli?La devoluzione di questa som-

L’unico Comune che in sede di istruttoria ha pen-sato ai pescatori subac-quei è stato Forio. Abbia-mo lasciato libero un bel pezzo del nostro territorio, proprio per consentire a queste persone di eser-citare la propria passione. Eppure, non ho ottenuto altro che critiche e vio-lenti attacchi da questa categoria che cercavo di tutelare.

che non hanno neppure indi-viduato l’area dove costruire il depuratore. Noi a Forio ab-biamo individuato l’area, è la zona che sta all’esterno del molo di sottoflutto in località Monticchio, che è stata ritenu-ta idonea da una commissione apposita. Il problema ora sono i finanziamenti, ed è qui che

l’AMP po-trebbe es-serci d’aiu-to.Se tutto ciò è vero, al-lora perché il Comune non vuole pagare il cont r ibu-to dovuto in quanto m e m b r o del consor-zio di ge-stione?Tenten na-menti ed incer tezze ci sono sta-ti, anche da

parte delle altre amministra-zioni isolane. Il tutto si è am-plificato nel momento in cui, a seguito delle elezioni vinte dal centrosinistra, è diventato ministro dell’ambiente Peco-raro Scanio; l’onorevole era molto amico dell’ex assessore provinciale Borrelli, il quale aveva sempre nei suoi piani la creazione di un parco protetto nel golfo di Napoli. È qui che io ho fiutato il pericolo; corre-vamo il serio rischio che, dopo tanti anni di studi di fattibilità,

di finanziamenti già elargiti a molti i comuni dell’isola e discussioni intorno a tavoli di lavoro a Roma, il progetto dell’AMP ci venisse imposto dall’alto, senza più interpel-larci. Questi miei timori si sono puntualmente avverati, ed il parco è stato creato da questi soggetti nel giro di sei mesi, dopo che per sei anni non si era fatto quasi nulla. Sento oggi in molti accusare il comune di Forio e me in particolare, dicendo che se noi non avessimo fatto pressioni la situazione non avrebbe avu-to la brusca accelerazione che in effetti c’è stata. Questo non è assolutamente vero. Sarei anche disposto a prendermi la responsabilità della nascita dell’AMP, ma la verità è che nell’ambito Conferenza Sta-to-Regioni era già stato tutto deciso. Io ho semplicemente avuto l’intuizione di riunire di nuovo intorno ad un tavolo tutti gli amministratori delle isole di Ischia e Procida per far sì che potessimo riprender-ci un giusto ruolo decisionale nelle questioni del Regno. La mia iniziativa ha comporta-to in primis l’approvazione di un regolamento del parco, che non è per nulla restrittivo come invece si dice. Per esem-pio, l’unico Comune che in

Roma ci ha imposto dall’alto il Regno di NettunoSe avessimo saputo di dover sostenere noi i costi dell’AMP, non ci sarebbe stato nessun Parco Marino

INTERVISTA A GIANNI MATTERA ma è prevista nello statuto del parco, approvato nel 2001 da tutti i sindaci. Nel bilan-cio approvato la settimana scorsa in C. C. ho provvedu-to ad appostare i fondi dovuti dal comune di Forio. C’è poi un’altra questione problema-tica di grande rilievo. Quando è entrato in vigore il regola-mento del Regno di Nettuno, i pescatori di Pozzuoli fecero ricorso al TAR contro il fatto che nell’AMP potessero ef-fettuare attività di pesca solo le marinerie facenti parte del consorzio. Questa era una norma che noi espressamente pretendemmo dal Ministero, proprio per favorire l’econo-mia dei nostri pescatori. Il TAR però accordò la sospen-siva per quella parte del rego-lamento, dandoci sostanzial-mente torto. Di conseguenza ci opponemmo alla decisio-ne, ma a tutt’oggi ancora non siamo entrati nel merito della questione ed il presidente del Regno non ha tentato ulterio-ri mosse per opporsi a quanto sta accadendo. Io ho proposto di cominciare ad investire di questo problema anche il Mi-nistero, poiché quando al ta-volo tecnico venne sottoscrit-to l’accordo, quella previsione normativa era una delle nostre prerogative basilari per andare avanti col progetto. Rispetto la sentenza del Tribunale, ma ora è il momento di fare pressioni sul Ministero affinché rispetti gli accordi presi, trovando una qualsiasi strada, altrimenti noi potremmo anche fermare il progetto.A me sembra che questo del Regno di Nettuno sia un bel progetto, ma solo sulla car-ta. Non sono state ancora installate di delimitazione, per cui molte delle sanzioni eventualmente comminate risulterebbero contestabili. Bisogna capire che quando nel 2001 venne sottoscritto lo sta-tuto era previsto che i Comuni versassero all’istituto 15 mila euro per farne iniziare le atti-vità, e che le successive spe-se di mantenimento fossero a carico del Ministero dell’Am-biente. Se poi in questo mo-mento di crisi ci sono stati dei tagli ai fondi non si può di cer-to venirne a fare una colpa ai Comuni, che non sono in una condizione economica tale da poter supplire alle mancanze dell’organo centrale di riferi-mento. Se dall’inizio avessimo saputo che le cose stavano così probabilmente non ci sarebbe stato nessun Regno di Nettu-no.

A un certo punto, ho capito che correvamo il serio ri-schio che, dopo tanti anni di studi di fattibilità, di finanziamenti già elargiti e discussioni intorno a tavoli di lavoro, il progetto dell’AMP ci venisse impo-sto dall’alto. Questi miei timori si sono puntual-mente avverati, ed il parco è stato creato nel giro di sei mesi, dopo che per sei anni non si era fatto quasi nulla.

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16 | N°4 | agosto 2009 2ª settimana

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supplemento di informazione e formazione

politica al periodico Ischiacity

vicedirettore: Silvia [email protected] | cell. 340 4022812 | fisso redazione 081. 983240

Progetto grafico: Umberto Arcamone - Fotoritocco: Romolo Tavani

EDITORE Anno 1 - N° 4Agosto 2009 2ª settimana• registrazione tribunale di Napoli, n°5 del 5 febbraio 2005• tipografia Epomeo s.n.c, via Torrione, 40 - 80077 Forio (Na)

AL SINDACO ED AL PRESIDENTE ICN DA’ FASTIDIO

L’intelligenza di un uomo s’intuisce anche dalla rapidità con la quale reagisce efficacemente in situazioni difficili. Se questo criterio fosse assoluto, non potremmo certo assegnare un valore sufficiente al Q. I. rispettivamente di Giosi Ferrandino e Isidoro Di Meglio, per il comportamento recentemente assunto in Consiglio Comunale davanti ad un pubblico perplesso. Infatti, colti in flagrante difetto, nel tentativo di censurare la libertà di informazione di una testata giornalistica indipendente, i Nostri, piuttosto che ammettere i loro goffi tentativi di compiere una palese ingiustizia e cavarsela con una manciata di scuse e qualche tiratina d’orecchie, hanno provato a fare la voce grossa per coprire con l’arroganza l’infondatezza e la profonda ingiustizia del loro tentativo di ammutolire Ischiacity Network.Tutto ciò avveniva in pieno consiglio comunale, quando insieme alla mia troupe, e dopo aver fatto regolare comunicazione testé protocollata con mesi di anticipo, ho preso posto nell’area dedicata alla stampa per compiere il mio mestiere di cronista. A questo punto i due notabili della politica ischitana, visibilmente tarantolati dalla mia (sgradita) presenza, hanno provato ad impedirmi di accendere la telecamera per seguire il dibattito politico degli esimi consiglieri. Se l’infamia dei due “minculpoppisti” (MinCulPop: Ministero della Cultura popolare, tristemente famoso in epoca fascista per le censure e le veline) non fosse stata stroncata dall’accorata arringa del consigliere Davide Conte (al quale si sono immediatamente

Consulenza Ambientale: Luca Tiberti

aggiunte le voci di altri consiglieri -sia di opposizione che di maggioranza), il mio staff avrebbe dovuto rinunciare al sacrosanto - e più volte difeso dalla Costituzione - diritto di cronaca. Nessuno dei presenti ha, naturalmente saputo motivare un comportamento apparentemente tanto bislacco quanto, in fin dei conti, grottesco. Ragionando sul fatto che - pochi mesi fa - il sindaco Ferrandino si è preoccupato di assegnare un congruo contributo all’emittente privata di un suo amico, proprio per assicurarsi un po’ di interesse da dedicare alle attività politiche della sua giunta, appare inverosimile che oggi cerchi di imbavagliare proprio me che ho sempre dimostrato grande serietà e molta pazienza nel mio lavoro. Mah, chissà, il caldo gioca brutti scherzi ed altrettanti ne gioca la paura di dover rendere conto, fino in fondo, del proprio operato al pubblico. E’ certamente più comodo deliberare a porte chiuse o, quanto meno, semichiuse. Ma il giochetto, almeno per questa volta, a Ferrandino e Di Meglio non è riuscito. Vale la pena di ricordare a loro signori che la mia testata giornalistica, a tutt’oggi, è la sola ad essersi ritagliato lo spazio di organo di informazione e formazione politica. Probabilmente i due amministratori non desiderano né che s’informi, né - peggio ancora - che si formi politicamente la cittadinanza. Forse Ferrandino e Di Meglio credono, con la loro ottusa arroganza, di poter tacitare le voci indipendenti, non capendo

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CERC

Adi Riccardo Sepe Visconti [email protected]

Franco SavastanoGrande conoscitore del mare di Ischia, in cui fa il sub dal 1964, si ritiene il padre putativo del Regno di Nettuno, infatti è da un suo progetto di riserva nella zona di San Pancrazio che è nata l’idea dell’AMP. Ha girato 11 AMP italiane per conoscere da vicino come funzionano.

Come rappresentante di Marevivo, lei era presente ai tavoli tecnici preparatori dell’AMP?Purtroppo no. In realtà l’As-somare, che è stata una delle associazioni in prima linea nel progetto AMP per le isole di Ischia e Procida, la creai pro-prio io insieme a Niki Ambro-sio. Ma rispetto ai connotati da dare all’AMP ho sempre avuto posizioni opposte a quelle di Ambrosio, ed a un certo punto, in quanto non mi era consenti-

to partecipare ai tavoli tecnici, ho preso le distanze.Che riserve ha sul Regno di Nettuno?E’ troppo ampio, ed il fatto stesso che la disponibilità eco-nomica del ministero dell’Am-biente si è ridotta conforta, a mio parere, la tesi minima-lista, che scaturisce proprio dall’aver visitato molte AMP personalmente. Ho constatato che quelle vaste non funziona-no, mentre quelle ristrette sì, perché consentono controlli

efficaci. Sono convinto sia una presa in giro pensare di controllare un’area così am-pia come quella del Regno di Nettuno. Ho sempre sostenuto che visto che il mare di Ischia e Procida ha la grande fortuna di avere intorno delle secche e le secche sono l’oasi naturale ideale per il ripopolamento ittico, che è uno degli scopi per cui si istituisce un’AMP, bisognava fare delle secche le zone ultraprotette. Nell’AMP di Punta Campanella dopo due o tre anni di zona A, si è avuto un tale sviluppo che il pesce è arrivato fino a Castellammare, perché lo scoglio dove hanno posizionato la zona A era ben individuato.In effetti, una delle zone A, a protezione integrale, si trova presso il banco di Ischia, che è una secca (Catena e Pertu-so).Infatti, sono d’accordo con la zona A a Bellommo e Pertuso: la profondità, l’acqua limpida

sono l’ideale per favorire il ripopolamento. Inoltre, una zona circoscritta come un banco si può controllare con le moderne tecnologie molto efficacemente e quindi è faci-le sanzionare senza poi avere contenziosi. Mentre alla Scar-rupata di Barano (ndr. Dove si era proposto in un primo tem-po di collocare una zona A), c’erano 10 mt. d’acqua a terra, quindi non era adatto. Non ri-tengo idonea anche la zona A presso Vivara, perché è vicina al canale in cui passano gli aliscafi e studi hanno stabilito che ciò disturba la riproduzio-ne di alcune specie di pesci. Una delle ragioni della tutela è la Posidonia, che circonda le coste dell’isola d’Ischia.Ci sono grandi biologi che hanno monitorato di recente la Posidonia e mi hanno spiegato che anche una mareggiata ne strappa grandi quantità che poi si spiaggiano. Sono feno-meni che non producono dan-

no, anzi rigenerano la pianta, come una potatura. Mi hanno detto anche che le ancore dei natanti fanno lo stesso lavoro, anzi il danno prodotto è mino-re di quello che può provocare una tempesta. La mia opinio-ne è che la Posidonia è sacra, produce ossigeno, è la culla

di molte specie di pesce che abbiamo nel nostro mare, ma non è una pianta a rischio di estinzione, è una pianta molto forte che resiste alle mareggia-te e anche alle ancore piccole.

foto sotto: coniugi SavastanoIbm

di redazione [email protected]

che è proprio attraverso questi atteggiamenti che mi inducono a perdere la mia obiettività e rinunciare alla vis ironica che, fino ad oggi, mi ha permesso di assorbire con bonaria accondiscendenza gli effetti delle mille corbellerie messe in pratica da questa amministrazione. In questa infausta situazione che, come una cartina di tornasole, mi ha permesso di saggiare il grado di tossicità sia del Sindaco che del Presidente del Consiglio Comunale, la sola grande lezione di stile me l’ha data Davide Conte: ben consapevole che la famiglia di Isidoro di Meglio gestisce un pacchetto di investimenti pubblicitari che avvantaggiano certamente l’azienda - Deltastudio - della famiglia Conte, ha accantonato totalmente e pubblicamente i propri interessi imprenditoriali, per perseguire esclusivamente interessi di civiltà, giustizia e libertà.Non posso che essergli grato. Molto!Quanto a Giosi ed Isidoro, mi auguro che in futuro sappiano dimostrare un pizzico di maggiore intelligenza e qualcosa in più di un semplice pizzico quanto a maggior senso di democrazia.

foto a fianco: Davide Conte