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Affollata da volontari del- le associazioni che opera- no in ambito ospedaliero e assistenziale, la «Caedra- le del malato» (così è stato definito il piazzale interno dell’ospedale civile «Card. Massaja») ha ospitato, sa- bato 12 febbraio pomerig- gio, la funzione presieduta dal vescovo di Asti, mons. Francesco Ravinale. La celebrazione culminan- te della 19ª Giornata mon- diale del Malato ad Asti, è stata preceduta, venerdì 11 sera, presso l’ospedale stes- so, da un’adorazione eucari- stica guidata dal cappellano don Claudio Sganga. Inol- tre, tui i sofferenti (chi non ha in famiglia un caso di ma- laia?) sono stati ricordati nelle preghiere, sabato e do- menica, in tue le parroc- chie della diocesi. La commovente celebra- zione, alla presenza di no- tevoli autorità ciadine (dal prefeo Paola Picciafuochi, all’assessore comunale An- gela Quaglia con fascia tri- colore e dal presidente della Fondazione C.R. Asti, Mi- chele Maggiora), è stata ar- ricchita da alcuni partico- lari segni, soo la direzione del giovane cappellano don Claudio (mentre la profes- soressa Carla Giovara illu- strava i vari passaggi all’as- semblea): all’inizio un gio- vane ammalato, Davide Vec- chio, ha portato all’altare una croce, prima del canto iniziale; dopo la preghiera dei fedeli, prima della pre- sentazione dei doni, il ve- scovo ha consegnato i «tes- serini» a 21 ministri stra- ordinari della Comunione della cappellania; al termi- ne, è ancora il vescovo a be- nedire due carrozzine dona- te all’Unitalsi da Giuseppe Tartaglino in memoria della moglie Armanda. La Messa è stata anima- ta dal coro «Nostra Don- na di Loreto» di Costigliole d’Asti (direore Anna Ma- ria Migliasso, organista Si- monea Steffenino), che ha eseguito il «Cantate Do- mino» di Belliard, «Fratel- lo Sole», l’«Ave Maria» di Lourdes, «Amici miei» e «Choeur» di Saint-Saëns. All’omelia («Dalle sue pia- ghe siete stati guariti»), dove mons. Ravinale ha invitato a rifleere sul mistero della sofferenza: «L’ostensione del- la Sindone ci ha fao contem- plare il volto del Signore» così come «Le piaghe di Cristo sof- ferente ci ricordano l’amore che Dio ha per noi», il vescovo ha esortato le personalità politi- che e amministrative a inve- stire sempre più energie in struure sanitarie che siano d’aiuto e di sostegno ai soffe- renti, soprauo i più poveri e bisognosi. «In questi ultimi mesi - ci ha deo don Claudio Sgan- ga - ho avuto moltissimi se- gnali di disagio da parte del personale sanitario (sia me- dici che infermiere) per il cari- co eccessivo di lavoro. Gente in lacrime che mi dice che non ce la fa più, medici che afferma- no che non si può più lavorare e addiriura una caposala che mi ha deo: “prega perchè da noi una volta o l’altra ci scap- pa il morto!” (nel senso che a questi ritmi è facile commee- re errori anche fatali)». La sana amministrazione da parte della politica e l’af- fidamento alla Vergine Ma- ria (Salute degli infermi e Consolatrice dei sofferen- ti) da parte del vescovo, sa- pranno «alleviare le piaghe di ogni atello o sorella am- malati, negli ospedali o case di cura, nelle famiglie, veden- do sempre nei volti dei malati il Volto di Cristo». > Stemas Partecipatissima e intensa la Messa, presieduta dal vescovo all’ospedale Massaja Dalla “Cattedrale del malato” l’invito a riconoscere il Volto di Cristo 20 __________________________________________ INFORMAZIONE RELIGIOSA ______________ 18 febbraio 2011 | Gazzetta d’Asti E’ stata la felice intuizione del papa Giovanni Paolo II a fare dell’11 febbraio, memoria della Madonna di Lourdes, la Giornata Mondiale del Malato. Se da Lourdes tui, e in particolare i malati, tornano, se non guariti, almeno rasse- renati e consolati, perché non offrire all’intera Chiesa la possibilità della stessa esperienza di grazia? Si è mosso di qui mons. Francesco Ravinale nell’omelia tenuta durante la Messa presieduta proprio venerdì 11 feb- braio presso la nuova sede della clinica S. Anna, nel villag- gio Bellavista. Alla presenza della direzione sanitaria e amministrativa della Casa, del personale e dei pazienti quasi al completo, il Vescovo, ispirandosi al messaggio di papa Benedeo per a Giornata del Malato 2011, ha quindi ricordato a tui che davvero “siamo stati guariti dalla piaghe di Gesù”. La soffe- renza, la croce e la morte del Figlio di Dio, anche se non tolgono il dolore umano, sono la via per trovare un senso al dolore e alla vita stessa. Questo perché Gesù è risorto. Il crocifisso, che i malati del S. Anna possono guardare in cia- scuna delle proprie camere, non è un morto ma il Vivente , colui che ha vinto il dolore e la morte, anche per noi. Infine, il Vescovo, pensando ai giovani, come fa lo stesso papa nel suo messaggio, indica l’esempio di Chiara Badano, recente beata, una giovane che nella sua amicizia con Gesù ha trovato la forza per vivere con speranza e senso anche la malaia e la morte. Le parole del Vescovo sono state accol- te da tui con serietà e commozione. Con la celebrazione presieduta dal Vescovo, è stata inau- gurata la cappella, ancora in fase di ultimazione, dove ogni sabato pomeriggio viene celebrata l’Eucaristia per i pazien- ti. Giornata del malato alla clinica S. Anna con il vescovo Siamo un gruppo di per- sone appartenenti ad un’as- sociazione di caolici che, soo la guida e la prote- zione della Madonna Im- macolata, si sono riunite in una “Legione” (“Legio Ma- riae”), per operare indivi- dualmente e comunitaria- mente, con preghiere, ope- re e sacrificio, per il bene di tui. Nella Parrocchia del Don Bosco (gli iscrii sono 17), questa associazio- ne è nata il 7 gennaio 1982 e da quel giorno, tui i mem- bri ad essa appartenenti, si sono incontrati in assem- blea una volta alla seima- na, il giovedì, sino ai giorni nostri. Ogni membro possiede un foglieo chiamato “Tes- sera” contente le preghie- re che verranno recitate in- sieme; in qualunque luogo essi si incontrino, può esse- re usata come segno di rico- noscimento ed appartenen- za alla legione. C’è un presidente e un vice presidente che hanno il compito di dirigere la ri- unione, di “Praesidium”; un segretario il quale compila il verbale, il tesoriere che rac- coglie e conserva le offerte in denaro di ciascun mem- bro e le amministra per le spese della comunità. Infine c’è il Direore Spi- rituale (figura importantis- sima nel gruppo), il quale ha il compito di istruirci sui vari punti riguardanti il re- golamento della “Legio Ma- riae” trai dal “Manuale”. La riunione si apre con l’invocazione e la preghie- ra allo Spirito Santo; segue la recita di 5 decine del San- to Rosario e la leura spiri- tuale del “Manuale”; subi- to dopo viene leo il verba- le della riunione preceden- te, il resoconto del tesoriere e la recita della “Catena Le- gionis”. Il nostro Direore Spi- rituale intraiene l’assem- blea sull’“Allocutio” (leura e commento al “Manuale”). Al termine dell’“Allocu- tio”, si farà la collea segre- ta, quindi verrà lea la pre- ghiera a Frank Duff, fonda- tore della “Legione di Ma- ria”, il quale nacque a Dubli- no il 7 giugno 1889. Le sorelle della “Legio Mariae” del Don Bosco, in- vitano tui coloro che lo de- siderano, a venire a far parte di questa associazione; tro- veranno un ambiente sere- no ed accogliente, dove si reciterà il Santo Rosario e si pregherà soo la protezione della Santa Vergine Imma- colata. Ci si incontra ogni giovedì alle ore 15.30. I 17 iscritti si trovano ogni giovedì alle 15.30 La Legio Mariae al Don Bosco L’anziana signora R. ha un peluche in braccio; i suoi occhi azzurri spae- sati risaltano nella stanza color pe- sca dell’ospedale. Nel letto di fianco al suo c’è un’altra donna ma le due non si parlano mai. Fuori è quasi buio. Arri- vano i vassoi fumanti della cena. Il cli- ma è cordiale e le infermiere sono gen- tilissime, ma piuttosto indaffarate: in questo reparto molti pazienti non han- no famigliari ad assisterli ed è compito loro sopperire. La seconda signora vie- ne aiutata dal figlio a sollevarsi nel let- to e a mangiare. Invece la signora R. continua a tene- re le mani quasi immobili in grembo vi- cino al peluche. Non riesce a mangiare da sola e i suoi parenti questa sera non possono essere con lei. “Buona sera signora!” diciamo il mio collega ed io, entrando con i nostri grembiuli azzur- ri, sorridendo per presentarci. “Siamo due volontari e siamo qui per aiutarla a cenare, se vuole”. La signora guar- da interrogativa: in fondo questo ap- proccio confidenziale viene da perso- ne che lei non conosce. Annuisce vaga e ci guarda indossare i guanti di lattice, aprire i vari contenitori con le pietan- ze e prendere il tovagliolo per lei. Il mio collega le fa assaggiare la minestra e poi la purè, mentre io cerco di parlar- le e stabilire un contatto non solo pra- tico. Lei non ci stacca gli occhi di dos- so ma non risponde. Il figlio della don- na a fianco ci dice sottovoce che la si- gnora non dice quasi nulla. D’accor- do, non dice ma certamente ascolta: parliamo tra noi e a lei, tenendo il di- scorso aperto, senza domande e alle- gro. Essere volontari in due è un gran- de aiuto: il collega, soprattutto quando è un amico, è spunto inesauribile di iro- nia. Per un malato, anche solo ascolta- re discorsi che allontanano dai pensie- ri ripetitivi di una degenza in ospedale, può essere un raggio di luce. E a volte suscita energie nuove. Siamo alla frutta!... Nel senso che il barattolino di frutta passata è termina- to, la signora ha mangiato e sta beven- do l’ultimo sorso d’acqua. Mentre ripo- niamo tutto e ci apprestiamo a salu- tarla, notiamo le sue iniziali sul suo fo- glio menù e tiriamo a indovinare il suo nome. “Rita!” ci spiazza lei, rompendo il silenzio e salutandoci:“Buonasera!”. Così siamo presenti per fare due chiacchiere nella monotonia di cer- te giornate in ospedale, o per aiutare nei pasti. Con l’occhio non alle cose da fare ma alla persona e al suo desiderio di relazione, intatto anche se impedito dalla malattia e dall’abbandono, anche quando magari si riduce a una stretta di mano nel silenzio. Dopo la 19ª Giornata Mondiale del malato a cura dell’Ufcio Diocesano per la Pastorale della Salute Prima di tutto... la vita! Abbiamo chiesto a 5 associazioni ecclesiali operanti nel campo della salute di sviluppare a partire dalla propria esperienza il tema annuale proposto dalla CEI per la Pastorale della Salute 5 AVO (Associazione Volontari Ospedalieri) Con Gesù per trovare un senso al dolore

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Page 1: I 17 iscritti si trovano ogni giovedì alle 15.30 La Legio ...€¦ · ria”, il quale nacque a Dubli-no il 7 giugno 1889. Le sorelle della “Legio Mariae” del Don Bosco, in-vitano

Aff ollata da volontari del-le associazioni che opera-no in ambito ospedaliero e assistenziale, la «Catt edra-le del malato» (così è stato defi nito il piazzale interno dell’ospedale civile «Card. Massaja») ha ospitato, sa-bato 12 febbraio pomerig-gio, la funzione presieduta dal vescovo di Asti, mons. Francesco Ravinale.

La celebrazione culminan-te della 19ª Giornata mon-diale del Malato ad Asti, è stata preceduta, venerdì 11 sera, presso l’ospedale stes-so, da un’adorazione eucari-stica guidata dal cappellano don Claudio Sganga. Inol-tre, tutt i i soff erenti (chi non ha in famiglia un caso di ma-latt ia?) sono stati ricordati nelle preghiere, sabato e do-menica, in tutt e le parroc-chie della diocesi.

La commovente celebra-zione, alla presenza di no-tevoli autorità citt adine (dal prefett o Paola Picciafuochi, all’assessore comunale An-gela Quaglia con fascia tri-colore e dal presidente della Fondazione C.R. Asti, Mi-chele Maggiora), è stata ar-ricchita da alcuni partico-lari segni, sott o la direzione del giovane cappellano don Claudio (mentre la profes-soressa Carla Giovara illu-strava i vari passaggi all’as-semblea): all’inizio un gio-vane ammalato, Davide Vec-chio, ha portato all’altare una croce, prima del canto iniziale; dopo la preghiera dei fedeli, prima della pre-sentazione dei doni, il ve-

scovo ha consegnato i «tes-serini» a 21 ministri stra-ordinari della Comunione della cappellania; al termi-ne, è ancora il vescovo a be-nedire due carrozzine dona-te all’Unitalsi da Giuseppe Tartaglino in memoria della moglie Armanda.

La Messa è stata anima-ta dal coro «Nostra Don-na di Loreto» di Costigliole d’Asti (dirett ore Anna Ma-ria Migliasso, organista Si-monett a Steff enino), che ha eseguito il «Cantate Do-mino» di Belliard, «Fratel-lo Sole», l’«Ave Maria» di Lourdes, «Amici miei» e «Choeur» di Saint-Saëns.

All’omelia («Dalle sue pia-ghe siete stati guariti»), dove

mons. Ravinale ha invitato a rifl ett ere sul mistero della soff erenza: «L’ostensione del-la Sindone ci ha fatt o contem-plare il volto del Signore» così come «Le piaghe di Cristo sof-ferente ci ricordano l’amore che Dio ha per noi», il vescovo ha esortato le personalità politi-che e amministrative a inve-stire sempre più energie in strutt ure sanitarie che siano d’aiuto e di sostegno ai soff e-renti, sopratt utt o i più poveri e bisognosi.

«In questi ultimi mesi - ci ha dett o don Claudio Sgan-ga - ho avuto moltissimi se-gnali di disagio da parte del personale sanitario (sia me-dici che infermiere) per il cari-co eccessivo di lavoro. Gente in

lacrime che mi dice che non ce la fa più, medici che aff erma-no che non si può più lavorare e addiritt ura una caposala che mi ha dett o: “prega perchè da noi una volta o l’altra ci scap-pa il morto!” (nel senso che a questi ritmi è facile commett e-re errori anche fatali)».

La sana amministrazione da parte della politica e l’af-fi damento alla Vergine Ma-ria (Salute degli infermi e Consolatrice dei soff eren-ti) da parte del vescovo, sa-pranno «alleviare le piaghe di ogni fr atello o sorella am-malati, negli ospedali o case di cura, nelle famiglie, veden-do sempre nei volti dei malati il Volto di Cristo».

> Stemas

Partecipatissima e intensa la Messa, presieduta dal vescovo all’ospedale Massaja

Dalla “Cattedrale del malato”l’invito a riconoscere il Volto di Cristo

20 __________________________________________ INFORMAZIONE RELIGIOSA ______________ 18 febbraio 2011 | Gazzetta d’Asti

E’ stata la felice intuizione del papa Giovanni Paolo II a fare dell’11 febbraio, memoria della Madonna di Lourdes, la Giornata Mondiale del Malato. Se da Lourdes tutt i, e in particolare i malati, tornano, se non guariti, almeno rasse-renati e consolati, perché non off rire all’intera Chiesa la possibilità della stessa esperienza di grazia?

Si è mosso di qui mons. Francesco Ravinale nell’omelia tenuta durante la Messa presieduta proprio venerdì 11 feb-braio presso la nuova sede della clinica S. Anna, nel villag-gio Bellavista.

Alla presenza della direzione sanitaria e amministrativa della Casa, del personale e dei pazienti quasi al completo, il Vescovo, ispirandosi al messaggio di papa Benedett o per a Giornata del Malato 2011, ha quindi ricordato a tutt i che davvero “siamo stati guariti dalla piaghe di Gesù”. La soff e-renza, la croce e la morte del Figlio di Dio, anche se non tolgono il dolore umano, sono la via per trovare un senso al dolore e alla vita stessa. Questo perché Gesù è risorto. Il crocifi sso, che i malati del S. Anna possono guardare in cia-scuna delle proprie camere, non è un morto ma il Vivente , colui che ha vinto il dolore e la morte, anche per noi.

Infi ne, il Vescovo, pensando ai giovani, come fa lo stesso papa nel suo messaggio, indica l’esempio di Chiara Badano, recente beata, una giovane che nella sua amicizia con Gesù ha trovato la forza per vivere con speranza e senso anche la malatt ia e la morte. Le parole del Vescovo sono state accol-te da tutt i con serietà e commozione.

Con la celebrazione presieduta dal Vescovo, è stata inau-gurata la cappella, ancora in fase di ultimazione, dove ogni sabato pomeriggio viene celebrata l’Eucaristia per i pazien-ti.

Giornata del malato alla clinica S. Anna con il vescovo

Siamo un gruppo di per-sone appartenenti ad un’as-sociazione di catt olici che, sott o la guida e la prote-zione della Madonna Im-macolata, si sono riunite in una “Legione” (“Legio Ma-riae”), per operare indivi-dualmente e comunitaria-mente, con preghiere, ope-re e sacrifi cio, per il bene di tutt i. Nella Parrocchia del Don Bosco (gli iscritt i sono 17), questa associazio-ne è nata il 7 gennaio 1982 e da quel giorno, tutt i i mem-bri ad essa appartenenti, si sono incontrati in assem-blea una volta alla sett ima-na, il giovedì, sino ai giorni nostri.

Ogni membro possiede un fogliett o chiamato “Tes-sera” contente le preghie-re che verranno recitate in-sieme; in qualunque luogo essi si incontrino, può esse-

re usata come segno di rico-noscimento ed appartenen-za alla legione.

C’è un presidente e un vice presidente che hanno il compito di dirigere la ri-unione, di “Praesidium”; un segretario il quale compila il verbale, il tesoriere che rac-coglie e conserva le off erte in denaro di ciascun mem-bro e le amministra per le spese della comunità.

Infi ne c’è il Dirett ore Spi-rituale (fi gura importantis-sima nel gruppo), il quale ha il compito di istruirci sui vari punti riguardanti il re-golamento della “Legio Ma-riae” tratt i dal “Manuale”.

La riunione si apre con l’invocazione e la preghie-ra allo Spirito Santo; segue la recita di 5 decine del San-to Rosario e la lett ura spiri-tuale del “Manuale”; subi-to dopo viene lett o il verba-

le della riunione preceden-te, il resoconto del tesoriere e la recita della “Catena Le-gionis”.

Il nostro Dirett ore Spi-rituale intratt iene l’assem-blea sull’“Allocutio” (lett ura e commento al “Manuale”). Al termine dell’“Allocu-tio”, si farà la collett a segre-ta, quindi verrà lett a la pre-ghiera a Frank Duff , fonda-tore della “Legione di Ma-ria”, il quale nacque a Dubli-no il 7 giugno 1889.

Le sorelle della “Legio Mariae” del Don Bosco, in-vitano tutt i coloro che lo de-siderano, a venire a far parte di questa associazione; tro-veranno un ambiente sere-no ed accogliente, dove si reciterà il Santo Rosario e si pregherà sott o la protezione della Santa Vergine Imma-colata. Ci si incontra ogni giovedì alle ore 15.30.

I 17 iscritti si trovano ogni giovedì alle 15.30

La Legio Mariae al Don Bosco

L’anziana signora R. ha un peluche in braccio; i suoi occhi azzurri spae-sati risaltano nella stanza color pe-sca dell’ospedale. Nel letto di fi anco al suo c’è un’altra donna ma le due non si parlano mai. Fuori è quasi buio. Arri-vano i vassoi fumanti della cena. Il cli-ma è cordiale e le infermiere sono gen-tilissime, ma piuttosto indaffarate: in questo reparto molti pazienti non han-no famigliari ad assisterli ed è compito loro sopperire. La seconda signora vie-ne aiutata dal fi glio a sollevarsi nel let-to e a mangiare.

Invece la signora R. continua a tene-re le mani quasi immobili in grembo vi-cino al peluche. Non riesce a mangiare da sola e i suoi parenti questa sera non possono essere con lei. “Buona sera signora!” diciamo il mio collega ed io, entrando con i nostri grembiuli azzur-ri, sorridendo per presentarci. “Siamo due volontari e siamo qui per aiutarla a cenare, se vuole”. La signora guar-da interrogativa: in fondo questo ap-proccio confi denziale viene da perso-ne che lei non conosce. Annuisce vaga e ci guarda indossare i guanti di lattice, aprire i vari contenitori con le pietan-ze e prendere il tovagliolo per lei. Il mio collega le fa assaggiare la minestra e poi la purè, mentre io cerco di parlar-le e stabilire un contatto non solo pra-

tico. Lei non ci stacca gli occhi di dos-so ma non risponde. Il fi glio della don-na a fi anco ci dice sottovoce che la si-gnora non dice quasi nulla. D’accor-do, non dice ma certamente ascolta: parliamo tra noi e a lei, tenendo il di-scorso aperto, senza domande e alle-gro. Essere volontari in due è un gran-de aiuto: il collega, soprattutto quando è un amico, è spunto inesauribile di iro-nia. Per un malato, anche solo ascolta-re discorsi che allontanano dai pensie-ri ripetitivi di una degenza in ospedale, può essere un raggio di luce. E a volte suscita energie nuove.

Siamo alla frutta!... Nel senso che il barattolino di frutta passata è termina-to, la signora ha mangiato e sta beven-do l’ultimo sorso d’acqua. Mentre ripo-niamo tutto e ci apprestiamo a salu-tarla, notiamo le sue iniziali sul suo fo-glio menù e tiriamo a indovinare il suo nome. “Rita!” ci spiazza lei, rompendo il silenzio e salutandoci:“Buonasera!”.

Così siamo presenti per fare due chiacchiere nella monotonia di cer-te giornate in ospedale, o per aiutare nei pasti. Con l’occhio non alle cose da fare ma alla persona e al suo desiderio di relazione, intatto anche se impedito dalla malattia e dall’abbandono, anche quando magari si riduce a una stretta di mano nel silenzio.

Dopo la 19ª Giornata Mondiale del malatoa cura dell’Uffi cio Diocesano per la Pastorale della Salute

Prima di tutto... la vita!Abbiamo chiesto a 5 associazioni ecclesiali operanti nel campo della salute di sviluppare

a partire dalla propria esperienza il tema annuale proposto dalla CEI per la Pastorale della Salute

5 AVO (Associazione Volontari Ospedalieri)

Con Gesù per trovareun senso al dolore

Page 2: I 17 iscritti si trovano ogni giovedì alle 15.30 La Legio ...€¦ · ria”, il quale nacque a Dubli-no il 7 giugno 1889. Le sorelle della “Legio Mariae” del Don Bosco, in-vitano

Incontri pastoralidel vescovo

Sabato 19 a Torino alle 9 al Tribunale ecclesia-•

stico regionale piemontese partecipa all’apertura

dell’anno giudiziario.

Lunedì 21 con i preti giovani si reca in pellegrinag-•

gio al santuario di Oropa.

Giovedì 24 alle 11 nella sede della Fondazione •

Cassa Risparmio di Asti partecipa alla conferenza

stampa per la presentazione della rassegna con-

certistica “…anNOTAzioni”; alle 21 a Masio nella

chiesa della Maddalena presiede l’incontro per la

chiusura della visita pastorale.

Venerdì 25 a Biella partecipa ai festeggiamenti per •

l’85 compleanno del vescovo emerito Mons. Mas-

simo Giustetti; alle 19 all’Opera pia Milliavacca

presiede la riunione del Consiglio pastorale diocesano.

Sabato 26 alle 21 nel salone della parrocchia di N.S. di Lourdes (Asti) presenta la •

lettera pastorale al gruppo famiglia.

Il Vescovo da udienza mercoledì 23 dalle 9 alle 12 e giovedì 24 dalle 9 alle 10.30.

VISITA PASTORALEVISITA PASTORALE

Il Vescovo celebra l’Eucaristia:

Sabato 19 alle 16.30 nella parrocchia di Pralormo. -

Domenica 20 alle 8 nel santuario della Madonna della Spina; alle 9.30 nella par- -

rocchia di Cellarengo e alle 11 a Villanova nella chiesa della stazione.

Sabato 26 alle 17 a Villanova nella parrocchia di S. Pietro -

Domenica 27 a Villanova alle 9 nel santuario della Madonnina e alle 10,30 nella -

chiesa di S. Martino.

Amare il proprio nemico è possibileQuella che ci viene proposta oggi da

Gesù è una rivoluzione di pensiero, di cuore e di volontà; è passare da un dare/ricevere di bene o di male in proporzio-ne equa, quasi pesato sulla bilancia del-la nostra umana giustizia, ad una perfe-zione nella carità che ha sapore divino. Ci viene chiesto di essere “come il Padre”, noi che ci gloriamo del nome di fi gli. Una somiglianza divina che abbiamo ricevuto il giorno del battesimo come sigillo inde-lebile in noi, ma che rischia di venire sfi -gurata da sentimenti di rivendicazione, di odio e di pretesa giustizia, spesso ca-muff ati da un fi nto bene che li legittima e che ci fa stare con la coscienza tranquilla. Senza considerare poi, che odio genera odio, vendetta ulteriore vendetta in una spirale infi nita.

È necessario, anzi urgente, passare da questa “sapienza” umana, che in real-tà si rivela stoltezza, alla sapienza di Dio. Come? «Rifl ettiamo attentamente che il Signore dice: “amate i vostri nemici e fate del bene a quelli che vi odiano”, poiché il Signore nostro Gesù Cristo, di cui dob-biamo seguire le orme, chiamò amico il suo traditore e si off rì spontaneamente ai suoi crocifi ssori. Sono dunque nostri amici tutti coloro che ingiustamente ci infl iggono tribolazioni e angustie, igno-minie e ingiurie, dolori e soff erenze, mar-

tirio e morte, e li dobbiamo amare molto perché, a motivo di ciò che essi ci infl ig-gono abbiamo la vita eterna» (San Fran-cesco d’Assisi). Ma questa è ritenuta stol-tezza dagli uomini; stoltezza non consi-derare nessuno nemico, ma riconoscere, anche in chi ci ha fatto del male, un fra-tello da amare.

Amare il nemico non signifi ca esse-re impassibili davanti all’ingiustizia ri-cevuta, ma bruciare nel proprio intimo, per l’amore di Dio, a motivo del pecca-to dell’anima di lui. Un fuoco d’amore e di compassione deve ardere dentro di noi, lo stesso fuoco che ardeva nel cuo-re di Gesù umiliato e appeso nudo sulla croce. Non essere più preoccupati di di-fendere la nostra dignità, il nostro onore, anche la nostra ragione, covando e infl ig-gendo altro male, ma soff rire realmente per il male che c’è nel fratello, che sem-pre più lo rende schiavo, lo distrugge in-teriormente, annientando la sua immagi-ne divina.

Vivere in noi la riconciliazione, guarire il nostro cuore indurito e atrofi zzato per giungere a desiderare con tutte le nostre forze la guarigione del cuore di chi ci ha fatto del male, è la via da percorrere per ritrovare la nostra più vera somiglianza con il Padre.

> Don Igor Sciolla

(Lv 19,1-2.17-18; Sal 102; 1Cor 3,16-23; Mt 5,38-48)

MEDITANDO LA PAROLADOMENICA 20 FEBBRAIO - SETTIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Gazzetta d’Asti | 18 febbraio 2011 _________________ INFORMAZIONE RELIGIOSA ________________________________________ 21

Da alcuni anni a questa parte il 31 gennaio ha assun-to nella mia vita un signifi -cato particolare. Infatt i pro-prio in questo giorno del 1888 moriva uno dei miei miti. Nelle sue lett ere si fi r-mava Sac. Giò Bosco, ma la gente allora come adesso lo conosce come Don Bosco.

Da quando questo santo è entrato nella mia vita, anche un giorno qualunque di gen-naio è diventato il momento ideale per fare festa.

Anche nell’oratorio sale-siano di Asti l’obiett ivo di gennaio è quello di prepara-re al meglio la festa di Don Bosco e per quest’anno le

iniziative sono state spalma-te su ben quatt ro giorni, da venerdì 28 a lunedì 31 gen-naio. Abbiamo comincia-to con una proposta alla sua seconda edizione, in segui-to al successo ott enuto per la prima: una carovana per il quartiere Don Bosco, riser-vata ai ragazzi del dopo cre-sima e delle superiori e in al-ternativa al consueto gruppo serale del venerdì sera. Mi spiego meglio per i profani delle carovane (del carovi-ta o del caro diario): si trat-ta di un giro a piedi che per-mett e all’oratorio di mostra-re lett eralmente la propria faccia, e di far sentire la pro-pria voce, ai condomini del quartiere.

Alla guida del folto grup-po, lo storico pulmino Daily dell’oratorio, ansimante per lo sforzo, diff ondeva musi-ca da una cassa abbarbicata sul suo tett uccio. Al seguito i ragazzi seguivano San Daily muniti di fi schiett i e bandie-re, portatori sani di allegria att raverso via Petrarca, via Brovardi e via Conte Verde.

L’entusiasmo è stato tale che siamo riusciti ad att ira-re alle fi nestre moltissimi inquilini, incuriositi da una confusione bizzarra per una fredda serata di gennaio. In realtà le reazioni sono sta-te eterogenee: alcuni hanno chiuso le persiane convin-ti di trovarsi davanti un cor-teo di no global infi ammati, altri ci hanno guardato con una certa indiff erenza, in at-tesa che la pubblicità su Ca-nale 5 terminasse, altri anco-ra hanno risposto con sorrisi e mani sventolanti in rispo-sta ai nostri saluti. In defi ni-tiva, un successo. Un ott imo modo per iniziare i festeg-giamenti del nostro santo.

Il giorno successivo, sa-bato 29, non ci siamo cer-to addormentati sugli allo-ri. I gruppi di prima e secon-da superiore si sono lett eral-

mente rimboccati le mani-che: i primi hanno organiz-zato e animato una tombo-lata nel pensionato Marello mentre i secondi si sono oc-cupati della festa per i bam-bini dirett amente in orato-rio. Essendo io uno dei quat-tro animatori che si dedica-no al gruppo di prima supe-riore ho vissuto più da vici-no la tombolata, per la qua-le abbiamo voluto prepara-re tutt o nei minimi dett agli, dalle schedine con i numeri ai premi per i fortunati, dalla scenografi a della sala alle ac-curate coreografi e messe in att o durante il gioco, insom-ma una carrellata di allegria e colori con l’intento di por-tare agli ospiti della casa una fett a dell’entusiasmo di cui siamo provvisti.

Inoltre abbiamo potuto mett ere alla prova i ragaz-zi att raverso un’esperienza non facile, in quanto, anche durante un semplice gioco, ogni anziano richiede att en-zioni diff erenti; i nostri tee-nagers hanno risposto posi-tivamente alla chiamata, di-mostrando pazienza e im-pegno, oltre che mett endo a disposizione i propri oc-chi e le proprie orecchie per

gli ospiti della casa. Tra que-sti combatt ivi giocatori alla fi ne l’hanno spuntata la si-gnora Maria, 91 anni, e il si-gnor Marcello, 101 anni: sono stati dichiarati entram-bi all’unanimità vincitori in-tergalatt ici per questa prima edizione della Tombolata di Don Bosco.

Nel fratt empo in oratorio i numerosi bambini delle ele-mentari e delle medie han-no potuto assistere da vicino ad un grande spett acolo del mago Beppe Ponzo, sempre seguiti dal nostro gruppo di ragazzi di seconda superiore, che si è occupato dell’anima-zione prima e dopo lo spet-tacolo.

Domenica 30, oltre che salutare la lott a allo scudet-to (in quanto Juventino), ho partecipato insieme agli altri animatori universitari all’in-contro serale di formazione, tenuto dal nostro Don Jacek e dagli animatori più grandi e riservato interamente alla fi gura di Don Bosco: un’ana-lisi approfondita che ci ha mostrato le diffi coltà di un uomo oltre che di un santo, alle prese con continui spo-stamenti del suo oratorio e con le opposizioni di mol-

ti politici rilevanti dell’epo-ca. L’esempio di un uomo che ha saputo seguire il suo sogno fi no all’ultimo, inse-gnando forse qualcosa a chi si sente troppo impegnato con la realtà per poter guar-dare verso l’alto.

La ciliegina sulla torta di questo movimentato we-ekend è stata la festa di lu-nedì 31 gennaio, iniziata con la sovraff ollata Messa delle 18,30 in presenza del nostro vescovo Francesco Ravinale e proseguita con la cena del centro giovanile in refett orio e con un gioco che ha messo a dura prova le capacità psi-cofi siche dei nostri ragazzi.

Concludo immaginan-domi Don Bosco sorridere mentre guarda questi nostri quatt ro giorni, essendo lui il primo a conoscere la bel-lezza e la ricchezza di vive-re esperienze del genere in-sieme ad altre persone. Det-to questo mi congedo, asciu-gandomi una lacrimuccia per questa festa appena fi ni-ta e, allo stesso tempo, sorri-do, consapevole di essere un po’ più vicino alla prossima.

A proposito, quanti giorni mancano a Pasqua?

> Simone Negro

Racconto dei quattro giorni di iniziative per ragazzi, adulti e anziani nella parrocchia di corso Dante

Don Bosco festeggiato anche con la tombola e con la magia

INCONTRO TECNICO AL DON BOSCO Secondo appuntamento di preparazione alla Gmg di Madrid: l’invito è rivolto a tutti i giovani sia prescritti che no e ai genito-ri (in particolare dei minorenni). Chiusura iscrizioni lunedì 28 febbraio. Ci troviamo nella sala verde della Parrocchia Don Bo-sco (Asti) venerdì 18 febbraio ore 21. Durante l’incontro, sarà attiva la Segreteria Gmg per chi volesse versare l’iscrizione.Per iscriversi (le iscrizioni si chiuderanno lunedì 28 febbraio) è sufficiente contattare l’ufficio di Pastorale Giovanile (via Mil-liavacca 9, Asti) ai numeri 0141.32.19.96 o 0141.35.00.11 op-puretramite mail [email protected] fornendo i propri dati e versando un acconto di € 300 sul cc. bancario che verrà in-dicato (ovviamente, chi ha già versato € 100 di preiscrizione, dovrà soltanto aggiungere la differenza). E’ comunque obbli-gatorio consegnare all’ufficio di Pastorale Giovanilela ricevuta del bonifico bancario. L’acconto serve per garantirsi l’accesso all’evento a prescindere dal pacchetto scelto.I pacchetti che puoi scegliere sono:Pacchetto gemellaggio + Settimana Gmg Madrid: gemellag-gio con la Diocesi spagnola di Logrono + settimana Gmg a Ma-drid. Periodo dal 10 al 22 agosto 2011. Costo € 490 (viaggio in pullman).Pacchetto settimana: settimana GMG a Madrid dal 14 al 22 agosto 2011. Costo € 400 (viaggio in pullman).Pacchetto weekend: weekend GMG Madrid (Veglia e SS.Messa conclusiva con Benedetto XVI) 20-21 agosto. Costo € 90 (viag-gio escluso: ognuno si organizza autonomamente).

PROSSIMI INCONTRI GMG Sabato 21 maggio• - ore 16 - Alessandria (Cittadella) • In-contro giovani Asti, Alessandria, Casale: “GMG è insieme”Domenica 3 luglio• - ore 17 - Seminario Vescovile (Asti) • 3° Incontro tecnicoDomenica 24 luglio • - ore 10 - Santuario di Crea • Incontro giovani Asti, Alessandria, Casale: “La GMG è alle porte”Domenica 25 settembre • - ore 10 - San Damiano d’Asti • Incontro giovani Asti, Alessandria, Casale: “dalla GMG alla parrocchia”

“SIAMO IN RETE” Per prepararsi spiritualmente alla GMG, perché la Parola di Dio diventi punto di riferimento per le nostre giornate, perché gli Incontra Giovani non rimangano step isolati, Pastorale Giova-nile e CDV ti propongono l’appuntamento settimanale via mail ([email protected]).

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