Humanitas Il concetto di humanitas verrà in seguito largamente ripreso in ambito rinascimentale da...
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Humanitas•Il concetto di humanitas verrà in seguito largamente ripreso in ambito rinascimentale da Coluccio Salutati, che per primo renderà al vocabolo la connotazione legata al movimento storico dell’umanesimo.
La cultura
• Denominatore comune nella qualità aristocratica
• Virtù civili, cittadinanza politica• Realizzazione dell’umanità degli uomini liberi
•Durante il Rinascimento la nozione di cultura subisce una prima crisi con l’emergere di un sapere pratico, che opera nelle attività dei mechanici e contribuisce allo sviluppo delle tecnologie, delineando un primo embrione della separazione fra cultura umanistica e cultura scientifica.
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John Dee (1527-1609)
La cultura
•Nel 1700 comincia a imporsi il senso figurato del termine, che nel 1718 fa il suo ingresso nel Dictionnaire de l’Académie Française, dove è spesso seguita da un complemento (cultura delle arti, delle lettere, delle scienze).
La cultura
•Progressivamente il termine Progressivamente il termine cultureculture si libera dei si libera dei complementi e finisce per essere adoperato solo per complementi e finisce per essere adoperato solo per indicare la formazione, l’educazione dello spirito, l’azione indicare la formazione, l’educazione dello spirito, l’azione di istruire. Infine si passa alla di istruire. Infine si passa alla cultureculture come condizione, uso come condizione, uso legittimato dall’legittimato dall’AcadémieAcadémie (ed. 1798), che disapprova «uno (ed. 1798), che disapprova «uno spirito naturale e senza cultura», sottolineando spirito naturale e senza cultura», sottolineando un’opposizione concettuale fra un’opposizione concettuale fra naturanatura e e culturacultura
•Proprio dall’illuminismo proviene la critica più netta alla visione aristocratica della cultura. Poiché lo strumento dell’educazione è la ragione, di cui è dotato ogni uomo, la cultura diventa un patrimonio tendenzialmente universale, anziché un decoro dell’animo riservato ai dotti.
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•Nel francese del sec. XVIII, però, il termine civilisation, che indicava precedentemente il «buon gusto» e le «buone maniere», viene ad assorbire il significato illuministico di cultura come patrimonio potenziale di tutta l’umanità e quindi l’opposizione ideologica tra cultura illuministica e cultura aristocratico-formale non si traduce qui nella contrapposizione delle due parole. Anche perché nell’illuminismo francese la civilisation, pur opponendosi al formalismo aristocratico, tende spesso a riferirsi a un affinamento dei costumi che superi la mera, «negativa» naturalezza degli impulsi.
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•In tedesco, invece, la parola Kultur inizia a indicare prevalentemente l’espressione della natura umana (insistendo l’Aufklarung sui valori autentici dell’individuo, naturali e istintivi), mentre la Zivilisation esprime un complesso di norme e di valori soprattutto esteriori e convenzionali.
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•L’accento posto da molti pensatori (Rousseau, Kant, L’accento posto da molti pensatori (Rousseau, Kant, Lessing) sull’educazione come valorizzazione della genuina Lessing) sull’educazione come valorizzazione della genuina natura umana, porta in auge una accezione di cultura più natura umana, porta in auge una accezione di cultura più specifica e dinamica, da cui inizia a distinguersi, per specifica e dinamica, da cui inizia a distinguersi, per opposizione, la nozione di opposizione, la nozione di civiltàciviltà. .
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La cultura•Il concetto di culture è parte integrante dell’ideologia degli Illuministi, per i quali I’opposizione fra natura e cultura è fondamentale. Il termine è usato al singolare e designa la somma delle conoscenze accumulate e tramandate da tutta l’umanità nella sua evoluzione, riflettendo così l’universalismo e l’umanesimo dei Philosophes.
La cultura
•In questo contesto la cultura è il carattere proprio dell’Uomo, al di là delle distinzioni fra i popoli e le classi sociali, e condivide l’ottimismo del momento, fondato sulla fiducia nella perfettibilità dell’essere umano. Il progresso nasce dall’istruzione, cioè dalla sempre maggiore estensione della cultura.
Bildung•Il termine Bildung, complessa e intraducibile propaggine del verbo bilden («formare»), ha la radice nel sostantivo bild («immagine», «figura», ma anche «idea») e suggerisce un senso di “formazione” connesso più che al semplice “prender forma” al raggiungimento di una configurazione ideale, alla “formazione” dell’uomo in senso spirituale e culturale. Esso connota perciò un insieme più vasto della semplice “educazione” e nel significato di “processo di formazione spirituale” acclude la forma interiore che l’essere umano assume sviluppando le sue attitudini entro il contenuto spirituale del suo ambiente.
Bildung
•La La bildungbildung, includendo la dimensione dell’insegnamento come quella , includendo la dimensione dell’insegnamento come quella dell’apprendimento, non riguarda solo la somma delle conoscenze e dell’apprendimento, non riguarda solo la somma delle conoscenze e delle competenze, ma anche i valori, l’etica, la personalità e delle competenze, ma anche i valori, l’etica, la personalità e l’autenticità dell’individuo, sfociando nella autoformazione come l’autenticità dell’individuo, sfociando nella autoformazione come processo interiore di sviluppo: educazione morale, formazione del processo interiore di sviluppo: educazione morale, formazione del carattere, ricerca dell’armonia interiore. carattere, ricerca dell’armonia interiore.
Bildung
•La cultura come bildung si riferisce perciò a una struttura di simboli e significati trasmessi storicamente con cui gli uomini comunicano, perpetuano e sviluppano la loro conoscenza e i loro atteggiamenti verso la vita.
Goethe
•«L’uomo conosce se stesso solo in quanto conosce il mondo, di cui acquista coscienza dentro di sé come l’acquista di sé nel mondo».
La cultura
•Nella stessa sfera semantica (riflettendo cioè le stesse concezioni fondamentali), nel francese del 700 esplode un altro termine destinato a grande fortuna: Civilisation. Le due parole hanno quasi il medesimo significato, ma non coincidono del tutto: l’una evoca più i progressi individuali, l’altra più quelli collettivi.
Kultur
•In Germania, il termine Kultur nasce nello stesso periodo e con lo stesso significato, ma evolve rapidamente in senso più limitativo dell’omologo francese, acquistando in compenso una più vasta popolarità.
Kultur
•Il senso figurato del termine piace alla borghesia intellettuale tedesca - esclusa dall’azione politica da un’aristocrazia chiusa e arrogante - e se ne serve per dar voce al suo risentimento, contrapponendo l’autenticità e la profondità dei valori “spirituali” alla superficiale e insincera imitazione della corte francese.
Kultur
•Gli intellettuali tedeschi rimproverano alla classe al potere di trascurare le arti e la letteratura, favorendo una superficiale e frivola “civilizzazione”. Nel contrasto fra cultura e civilizzazione si rispecchiano così sistemi di valori contrapposti: da una parte l’autenticità, l’arricchimento intellettuale e spirituale, dall’altra solo brillante apparenza e raffinata leggerezza.
Kultur•La borghesia intellettuale si sente l’unica depositaria della cultura tedesca, contro la nobiltà e il popolino che ne sono privi, sviluppando così, nel passaggio dal piano sociale a quello politico, una concezione sempre più elevata della sua missione in nome della cultura, come portavoce della coscienza nazionale.
Johann Gottlieb Fichte (1762-1814)
Kultur
•Nel corso dell’800 si Nel corso dell’800 si radicalizza il contrasto fra la radicalizza il contrasto fra la KulturKultur tedesca, territoriale e tedesca, territoriale e nazionalista, e la nazionalista, e la Culture/CivilisationCulture/Civilisation francese, francese, elettiva e cosmopolita.elettiva e cosmopolita.
•L’opposizione fra Kultur e Zivilisation, già netta in Kant, prosegue lungo la storia del pensiero tedesco e trova al principio del sec. XX una espressione radicale nel Tramonto dell’Occidente (1918-21) di Spengler e nelle Considerazioni di un impolitico (1919) di Thomas Mann.
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•In queste due opere si ravvisa nella Zivilisation il momento culminante, ma anche irrigidito, artificioso e prossimo alla decadenza, di un ciclo di Kultur.
•L’approccio tradizionale delle scienze sociali si è servito di due modalità per definire la cultura.•La modalità umanistica.•La modalità delle scienze sociali (in specie: l'antropologia).
Quanto di meglio…
•La tradizione umanistica sedimenta nel mondo occidentale l’idea della cultura come una sfera superiore di valore universale, spesso contrapposta alla sfera materiale della società o alla civilizzazione. Nella coppia cultura/civiltà la seconda veniva a coincidere con i progressi tecnologici della “rivoluzione industriale” e le relative, non sempre idilliache, trasformazioni sociali. La controversia esprimeva la protesta contro il pensiero illuminista e il suo ottimismo tecnologico e razionale.
Quanto di meglio…
•La critica al progresso segna anche una convergenza con la posizione marxiana, soprattutto con la critica del rapporto monetario nella produzione/riproduzione capitalistico, in base al quale la “persona” è ridotta a “entità economica”, alienata e mercificata.
Quanto di meglio…
•La cultura si propone quindi in questo senso come il polo positivo, la salvezza dalla civilizzazione. Dall’apologia del progresso si trapassa nell’apologia della cultura, nell’universalismo etnocentrico e/o etnocentrismo che tematizza la cultura occidentale come il vertice assoluto dell’esperienza umana.
Quanto di meglio…
•Il canto del cigno della humanitas coincide con uno dei primi appelli contro la barbarie della civiltà capitalistica, un appello disperato dall’interno che non contiene neppure la larvata ammirazione del Manifesto marxiano. È l’appello di Matthew Arnold (1822-1888) che raccoglie le sollecitudini della questione sociale, le ansie dei conservatori, il disinganno degli eruditi, il fastidio per lo stupido ottimismo della società vittoriana.
L’insigne uomo di lettere, ispettore scolastico, critico letterario e cattedratico a Oxford, è un intellettuale tradizionalista ma attento ai problemi della società; nel suo Culture and Anarchy (1869), contrappone un ideale di cultura alta – una sorta di teoria universale del valore culturale - all’anarchia del mondo moderno, invocando il recupero della tradizione umanistica.
Quanto di meglio…
Secondo Arnold, il gretto materialismo del culto delle macchine e della libertà (industrializzazione e democrazia, sottolinea la Griswold) poteva precipitare l’Inghilterra nel filisteismo idiota delle classi medie oppure nell’anarchismo sociale delle classi sovversive, con grave danno per le attività spirituali e culturali.
Quanto di meglio…
Invece la cultura è l’unica via di salvezza dell’umanità, la cultura come studio della perfezione che conferisce dolcezza e luce, unico antidoto a un progresso, altrimenti buio e opaco.
Quanto di meglio…
•L’idea di dolcezza e luce viene L’idea di dolcezza e luce viene dalla parabola sui ragni e le api dalla parabola sui ragni e le api di Jonathan Swiftdi Jonathan Swift
Arnold divide la società in tre ceti: barbari (aristocratici, discendenti dai signori feudali), filistei (i borghesi) e plebe (classe operaia). Secondo lui, nessuno di questi tre gruppi è in grado di interpretare la cultura: soltanto i dotti e gli artisti ne sono capaci.
Quanto di meglio…
•Gli scienziati positivisti insorgono e si apre una contesa con Thomas Huxley.
Le due culture
Le due culture•Tomas Henry Huxley (1825-1895), discepolo di Darwin, contesta le tesi di Arnold, difendendo, in Culture and Science, l’importanza dell’istruzione di stampo scientifico anziché umanistico-letterario. In una conferenza (Literature and Science) tenuta nel 1882 Matthew Arnold riporterà questa affermazione di Huxley: «allo scopo di conseguire una vera cultura, una formazione di tipo esclusivamente scientifico è almeno altrettanto efficace di una di tipo esclusivamente letterario».
Quanto di meglio…
•Nel saggio Literature and Science Arnold ribadisce la convinzione della dominante ideologia vittoriana circa la necessità degli studi letterari e classici (in particolare greci) come espressione e realizzazione al tempo stesso dei caratteri e dei desideri innati dell'umanità. Per Arnold le humanæ letteræ - «ciò che di meglio è stato pensato ed enunciato al mondo» - «possiedono un’energia fortificante, edificante, stimolante e suggestiva che può aiutarci mirabilmente a mettere in relazione i risultati della scienza moderna con il nostro bisogno di una guida, con il nostro bisogno di bellezza».
Quanto di meglio…
•Per quanto datata, la visione di Arnold conserva per noi un aspetto importante: la tendenza della cultura a diventare a criticism of life. Inoltre, la contrapposizione umanistica tra cultura e anarchia e dogma anticipa quella fra “cultura di minoranza e civiltà di massa”. La Griswold sintetizza così l’obiettivo di Arnold: “la cultura può essere l’agente umanizzante che modera le conseguenze della modernizzazione”.