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Test Quiz Giochi Roberto Luciani EDURISK INGV Eruzioni e lave, ceneri e pennacchi, pericoli e rischi dei meravigliosi e terribili vulcani, raccontati dal vulcanico prof. Pof e dai suoi curiosi assistenti. C.M. 83718S Edizione fuori commercio

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TestQuizGiochi

Roberto Luciani

EEDDUURRIISSKKINGV

Eruzioni e lave, ceneri e pennacchi, pericoli e rischi dei meravigliosi

e terribili vulcani, raccontati dal vulcanico prof. Pof

e dai suoi curiosi assistenti.

C.M. 83718S

Edizione fuori commercio

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I vulcani hanno un fascino pazzesco, come dice il Prof. Pof, e non è raro che qualche vulcanologo rimbambi-sca, affetto da vulcanite acuta.Ma non è la passione per i vulcani che ci ha portato a progettare questo libro, quanto piuttosto il desideriodi conoscere e di far conoscere, che è la prima cosa da fare per proteggersi dai vulcani.I vulcani meritano una grande attenzione, così come i terremoti e le altre manifestazioni della vitalità delnostro pianeta. Gli uni e gli altri rappresentano un rischio vero, reale e costante, ma è un rischio che possia-mo ridurre e dal quale possiamo proteggerci.A volte anche i libri aiutano a farlo.

R. Camassi, C. NostroCoordinatori del progetto EDURISK, 2007

Progettazione editoriale: M. Cristina Zannoner, Rita Brugnara, Roberto Luciani Responsabile editoriale: Rita Brugnara

Coordinamento e supervisioneper l’Istituto Nazionale di Geofisica

e Vulcanologia INGV: Romano Camassi, Rosella Nave, Micol TodescoTesti e illustrazioni: Roberto Luciani

Progettazione grafica e impaginazione: Carlo Boschi Redazione: Fabio Leocata

Comitato scientifico: Maria Luisa Carapezza, Lilli Freda, Roberto Isaia,Warner Marzocchi, Rosella Nave, Concetta Nostro,Caterina Piccione, Piergiorgio Scarlato, Micol Todesco

Si ringraziano: Federica La Longa, Massimo Crescimbene

EDURISK significa educazione al rischio. In particolare al rischio sismico e vulcanico. EDURISK è un pro-getto pilota, promosso dal Dipartimento della Protezione Civile, che propone strumenti e percorsi formativiper la scuola, finalizzati alla riduzione del rischio. Noi e i vulcani è uno degli strumenti formativi per la scuo-la primaria realizzati dal progetto.Lavoro svolto con il contributo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e del Dipartimento dellaProtezione Civile.

www.giuntiprogettieducativi.itwww.edurisk.it

© 2007 Giunti Progetti Educativi, Firenze / INGV, Napoli, BolognaPrima edizione: gennaio 2007

Ristampa Anno6 5 4 3 2 1 0 2011 2010 2009 2008 2007

Stampato presso Giunti Industrie Grafiche S.p.A. – Stabilimento di Prato

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Roberto Luciani

EEDDUURRIISSKKINGV

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Ecco fatto, ragazzi! Fino alla primavera siamo

a posto!

Odio i cambi di stagione!

QUANDO È TROPPO È TROPPO

Forza Trombetta, non vedi che c’è ancora posto?

Hmmmppfff!!!

Quarrk?

Oh, oh... Si direbbe che stia per...

... esplodere!!!

Io sono il Prof. Pof, inventore e genio!

Perepè pepè!**

Quark, quarrrrk!*

* Anna, assistente papera.** Trombetta, assistente capo.

Chi ha parlato di vulcani?Accipìspoli, un vera eruzione! Be’, c’era da aspettarselo. Do-vrò comprare un armadio più grande. Almeno è stato diver-tente, visto che nessuno si è fatto male. Pensate se fosse sta-to pieno di magma come un vero vulcano! Meglio non pen-sarci. Anzi, pensiamoci! Sapete, i vulcani sono un sacco in-teressanti, so già che nella prossima pagina mi verrà vogliadi saperne di più. Ma prima, le presentazioni:

QUANDO È TROPPO È TROPPO2

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Anche se ha passato l’adolescenza da un pezzo, il nostro vecchio piane-ta soffre sempre di acne. I suoi foruncoletti sono proprio i vulcani. Sullafaccia della Terra ce ne sono moltissimi, alcune migliaia, anche se la mag-gior parte sta sul fondo del mare. Ora, perché mai la Terra ha tutti questiforuncoli? Per scoprirlo, la taglierò in due.

Nucleoduro e caldissimo.

Nucleoesternoliquido.

Ci sono voluti 200 milioni di anni.A proposito di uova sode...

Chi ne vuole?

Salve, piccolino!

Dai che non ti faccio male!

Come un uovo sodo Al centro della Terra, come nelle uova sode, c’èun nucleo duro e caldo, circondato da unostrato liquido (nucleo esterno). Attorno alnucleo esiste un altro strato molto spessodi rocce dense, detto mantello, che sicomporta un po’ come se fosse plastili-na calda. Intorno c’è la crosta, più fred-da, sulla quale state poggiando i piedi. Il mantello è più caldo vicino al nucleoche non vicino alla crosta: questo fattoprovoca dei movimenti lenti e gigante-schi che lo rimescolano tutto, un po’ co-me succede all’acqua che bollein una pentola.

Mantelloè spesso 2.900 chilometri!Il materiale più caldo salee genera dei movimenti.

Crostamari e continentipoggiano qui sopra.

Di solito le cose sono piùleggere quando sono cal-de che quando sono fredde.Per questo la “plastilina” del mantello e l’acqua sul fondo della pento-la tendono a salire e a galleggiare vicino alla superficie finché non siraffreddano. A quel punto tornano a scendere, in un ciclo continuo.

Ora viene il belloLa crosta terrestre non è affatto tutta intera, ma ha del-le fratture, come il guscio del nostro uovo sodo. Glienormi pezzi fra le fratture sono spostati dall’immensaforza dei movimenti dentro il mantello. Così sotto i no-stri piedi la terra non sta mai ferma, ma si muove pianpianino! Lo stesso avviene sul fondo dei mari, perchéanche loro sono adagiati sopra la crosta. I pezzi di cro-sta (detti placche) si allontanano o si avvicinano, siscontrano oppure scivolano uno sotto l’altro.

E ora attenzione: lungo imargini delle placche può suc-cedere che rocce del mantello odella crosta si sciolgano, trasformando-si in magma. Il magma, caldo e leggero, tende a risa-lire, approfittando delle fratture e infiltrandosi dovepuò. A volte riesce a farsi strada finché non sbuca al-l’aperto. È la nascita di un vulcano.

PROBLEMI DI ACNE

•Il nucleo più interno della Terra è enorme-mente caldo, ma non si scioglie. Perché?

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Perché a quella profondità la pressione è for-tissima. Il peso della materia che c’è intornopreme tanto che il metallo che forma il nucleonon può sciogliersi. È come quando schiac-ciate con la mano una morbida pallina digommapiuma: più fate forza più diventa pic-cola e dura!

A una velocità compresa fra 1 e 15 centime-tri l’anno, i continenti si sono staccati e sonoandati a spasso! Quanti anni ci saranno voluti?

Cinquecentomila anni500 milioni di anni200 milioni di anni

(Anche adesso, mentre state pensando, leplacche continuano a spostarsi con voi sopra.Chissà dove andranno a finire i continenti inun futuro lontano!)

Ed eccocom’è oggi:

A passo di lumacaEcco comeappariva ilmondo tantotempo fa:

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Un iceberg di fuoco La parte di un vulcano che sbuca dal terreno non ètutto il vulcano: la parte più grossa sta sottoterra, unpo’ come succede agli iceberg con l’acqua. Insomma,se il vulcano fosse un albero, le parti sotterranee sa-rebbero le sue radici. Del resto è da sotto che tutto co-mincia. Il magma che esce dal mantello sotto la crostaterrestre si accumula in una camera magmatica: è ilserbatoio del vulcano, che comunica con la superficieattraverso un condotto principale e altri condotti piùpiccoli. Il condotto sfocia nel cratere del vulcano.

Cratere

LavaCosì si chiama il magma unavolta in superficie, sia quandoè ancora fuso, sia quandoraffredda e diventa una roccia.

FumaroleAperture che lascianouscire nuvolette di gas.

Camera magmaticaIl magma si accumula qui prima di uscire.

Forza Anna, serve ancora

pomodoro!

Bisognerà trovargli un nome!

Stavo scherzando! Farò un piccolo modellino, eh?

VULCANO SOPRA E SOTTO

Condotti minori

Condotto

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Bolle di gasIl magma contiene gas disciolti, che salendoverso la superficie formano bolle sempre più grandi.

Un vulcano è la porta di comunicazione con le gran-dissime profondità sotterranee. Noi non potremo maiesplorarle, perché ci fa un po’ troppo caldo: migliaiadi gradi centigradi! Ma grazie al vulcano la materiaincandescente imprigionata da milioni di anni sale dal-le viscere della Terra e arriva fino a noi. Fin qui, si di-rebbe una comodità! Ma come è fatto un vulcano? An-che stavolta, per saperlo bisognerebbe aprirlo.

Eruzione di una lattinaUn vulcano è un sistema molto complesso, main fondo le sue eruzioni assomigliano a quel-le che si possono provocare in una lattina pie-na di bibita gassata. Normalmente, aprendo la lattina si sente unpsss: è una piccola quantità di gas che escetranquillamente fuori.

Se si agita leggermente la lattina, il gas sciol-to nella bibita sale e cerca di uscire facendopressione sul tappo. Aprendo la lattina, usciràanche un po’ di liquido, trascinato dal gas.

Scuotendo la lattina con forza il gas si accu-mula in alto, formando bolle più grandi e spin-gendo con grande forza. L’apertura si rive-lerà una vera eruzione esplosiva, con il gasche esce di colpo schizzando il liquido a gran-de altezza. È l’effetto della pressione.

•La lava si chiama così solo quando è in-candescente?

SìNo, si chiama lava anche se raffreddataLa lava è solo quella raffreddata. La mate-

ria incandescente è il magma

La risposta giusta è la seconda.

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•I vulcani possono esistere solo sulla Terra?

No, ci sono vulcani anche su altri pianeti! Ilpiù alto che si conosca è il gigantesco Mon-te Olimpo, sul pianeta Marte. È un vulcano ascudo alto 26 km, più di tre Everest uno sul-l’altro! Il suo diametro è di 500 km.

I vulcani non sono montagne che a uncerto punto vengono forate dal mag-ma sotterraneo e trasformate in bocchefiammeggianti. I vulcani nascono insie-me alla prima eruzione (e da quellesuccessive, se ce ne sono), e diventanocolline e montagne più o meno alteproprio a causa delle enormi quantità dilava, cenere e rocce sputate fuori. Questo materiale ha caratteristiche diverse esi accumula in modi differenti. Ecco perché ci sono diverse forme di vulcano.

Non è tuttoIn realtà il mondo dei vulcani è straordinariamente va-rio! Vulcani che esplodono, crollano, nascono dentro al-tri vulcani (è sempre il caso del Vesuvio), vulcani chenascono dal mare e perfino sotto i ghiacci.

A stratiSi chiamano strato-vulcani, perché le molte eru-zioni che li hanno prodotti hanno accumulatostrati su strati di ceneri e lave. Sono anche lorodei coni, ma con fianchi ripidi. Possono rag-giungere grandi altezze. Il nostro Vesuvio è unodi loro.

A scudoSono come un budino spiaccicato o lo scudo diun antico guerriero, appunto. Questa forma piùdolce si deve allo scorrere tranquillo della lava,che in questi vulcani è molto fluida, e all’accu-mulo di quest’ultima.

A piccoli coniNon molto alti, perché formati dall’accumulo diframmenti vulcanici sparati da una sola eruzio-ne. Hanno fianchi piuttosto ripidi e la bocca (oil cratere) grande.

CalderaIn alcuni casi, l’eruzioneè talmente violenta dasvuotare l’intera cameramagmatica. Il terrenosovrastante allora spro-fonda creando grandidepressioni che posso-no superare i 20 km didiametro.

SottomariniIsole come le Eolie sonoin realtà vulcani nati sulfondo del mare moltotempo fa. La loro veraaltezza quindi si do-vrebbe misurare a parti-re dal fondo marino!

A panettoneA volte la lava è piùfredda e così viscosache non ce la fa ascorrere via, ma si ac-cumula in poco spa-zio, a formare unaspecie di panettone(detto duomo) daifianchi ripidi.

CONI, SCUDI E PANETTONI8

Lava puzzlePresto, prima che esploda tutto! Aiuta la lavaa trovare la via d’uscita giusta.

Accipìspoli, sei proprio un bel tipetto.

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•Perché i vulcani eruttano?

Le rocce intorno alla camera magmatica sifratturano spinte dalla pressione del magma

Il magma caldo tende a salireI gas dentro il magma lo fanno dilatare

Complimenti! Avete senz’altro risposto giusto,perché tutti e tre i motivi possono causare del-le eruzioni vulcaniche.

Quando i vulcani stanno buoni possono sem-brare tutti uguali. Ma non appena si sve-gliano e si mettono al lavoro, be’… è allo-ra che vedi lo stile. Ma qual è lo stile di unvulcano? Secondo me è il modo che ha dieruttare: violento, calmo, tranquillo, arrab-biato… Se si ha a che fare con uno di questi gi-ganti di pietra e fuoco è meglio conoscere bene il suo stile, perché èda quello che può dipendere la nostra incolumità. I vulcani possonoessere entusiasmanti ma restano molto pericolosi lo stesso.

Stili diversiLe eruzioni non hanno tutte lo stesso stile! A volte la lavaviene lanciata in spruzzi o vomitata in colate che scendonogiù dai fianchi del vulcano. Altre volte invece il vulcano spa-ra in aria colonne di ceneri, gas, frammenti di magma e roc-ce solide, spesso a grande altezza. Nella sua lunga vita (an-che centinaia di migliaia di anni) uno stesso vulcano puòavere eruzioni di un tipo o dell’altro, grandi oppure piccole.

Gli spruzzi di lava sono incandescenti, certo, ma disolito non arrivano molto lontano. In certi casi, è per-fino possibile godersi il magnifico spettacolo… ma-gari da una certa distanza! I fiumi di lava travolgo-no tutto quello che trovano, ma sono di solito abba-stanza lenti da dare il tempo di mettersi in salvo.

Quando il magma è viscoso e pieno di gas, lo stile dell’eru-zione è esplosivo. Risalendo il condotto, i gas formano una spe-cie di schiuma fatta di bolle che si espandono fino a esplode-re, accelerando verso l’alto. Gas e frammenti di magma ven-gono scagliati fuori dal vulcano, formando una colonna alta an-che decine di km. Quando la colonna ricade sul vulcano, for-ma flussi piroclastici che travolgono tutto. Questi immensinuvoloni grigi possono sembrare innocui. Errore: sono velocis-simi, pesanti e molto caldi e perciò estremamente pericolosi.

E il tuo stile non mi piace affatto,

capito?

DIMMI COME ERUTTI E TI DIRÒ CHI SEI

Eruzioni esplosive Spruzzi di lava in fontanealte fino a centinaia di metrie lanci di bombe e cenereche ricadono intorno al cra-tere sono prodotte da pic-colissime e piccole esplo-sioni di bolle di gas nelmagma. Esplosioni più vio-lente invece formano un om-brello di ceneri e gas che siallarga nel cielo a decine dichilometri di altezza. Quan-do questa nube diventa piùpesante dell’aria ricade suuna superficie molto vasta,come una “pioggia” di ce-neri che ricopre ogni cosa.In alcuni casi questa piog-gia è così fitta da oscurareil sole, mentre la cenere de-positata può essere tanta dafar crollare i tetti delle case.Se la colonna eruttiva col-lassa, cioè crolla su se stes-sa, si formano i flussi piro-clastici! Pericolo!

Tipi di eruzioniLe eruzioni vengono classificate come effusive oesplosive proprio a seconda del loro stile, ricono-scibile anche dopo molto tempo dai depositi lasciatisul terreno.

Ci risiamo, ha sporcato di nuovo! 10

Latte o polenta?Quando il magma è fluido, le bolle di gas cheesso contiene riescono a raggiungere libera-mente la superficie, e l’eruzione consisterà incolate di lava, o in spruzzi non molto alti. Un po’come succede a un pentolino di latte che bolle.

Quando il magma è molto viscoso, le bolle digas restano imprigionate al suo interno finchéesplodono, frammentando il magma e cau-sando delle esplosioni. Molto in piccolo, èquello che succede alla polenta sul fuoco!

Eruzioni effusiveLa lava è molto fluida e con pochigas, e cola seguendo la pendenzadel terreno. Anche se può sembra-

re il contrario, le eruzioni effusivesono meno pericolose di quelleesplosive.

Comunque sia, è sempre bene mantenere

una certa distanza.www.edurisk

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Le eruzioni spalancano di colpo i forzieri dei te-sori nascosti nel cuore della Terra. Sono quantitàimmense di materiale fuso dalle temperature enormi.Una volta alla luce, si raffreddano rapidamente e diventano rocce ditanti tipi diversi. Ma cosa esce dalla bocca dei vulcani, precisamente?

Rocce vulcanicheEruttate dal vulcano come magma incandescente, sisono raffreddate e solidificate. Magmi con la stessacomposizione possono dar luogo a rocce diversissi-me, come ossidiana e pomice.

Proiettili vulcaniciRicordate le eruzioni esplosive? Sparano come canno-ni piccoli e grandi frammenti di rocce e ceneri.

LavaProdotta da eruzioni effusive. Lapiù comune si forma da magmipoco viscosi che sgorgano infontane o fiumi di lava. Scoria

Frammento scuro, è piùdenso di una pomice eha pochi buchini, cosìnon galleggia. Come lapomice viene fuori du-rante eruzioni esplosive.

TufoIl materiale trasportato dai flussipiroclastici raffreddandosi si puòcompattare formando questa roc-cia porosa, usata come materialeda costruzione.

CeneriQuando le bolle di gas nel magma esplodonolo riducono in frammenti piccolissimi (sotto ai2 mm) che costituiscono la cenere vulcanica,capace di essere trasportata dal vento per mi-gliaia di chilometri, oscurando il sole. Sono leceneri a formare i pennacchi delle eruzioni.

LapilliSono frammenti più grandi, fino a 6 cm circa.Sparati in aria a grande altezza, ricadonopiù o meno distanti intorno al vulcano.

BombeFrammenti di magma che raffreddandosi assumono varie forme, dai 6cm a vari metri di lunghezza.

A cacca di mucca (non scherzo!)

A fuso

A crosta di pane

A cavolfiore

Le lave sono tante Quando sono ancora fuse, le lave raggiungono temperature fra i 700 ei 1200°C (il forno di casa arriva al massimo a 250°C…). Quando inve-ce si raffreddano la maggior parte diventa basalto, una roccia scura chesi trova spesso alle pendici dei vulcani. Gli hawaiani, che se ne inten-dono perché le loro isole sono tutte vulcaniche, distinguono fra due ti-pi di lava, a seconda di quello che ne pensano i loro... piedi!

PahoehoeNon so se riuscite a pronunciarlo, ma credo che più o meno voglia di-re “quella-lava-che-se-ci-cammini-a-piedi-nudi-non-te-li-tagli”. Le colate diquesto tipo infatti sono lisce e smussate, anche se a volte si solidificanoin pieghe che ricordano una stoffa oppure delle corde attorcigliate.

AaPasseggiateci sopra scalzi e capirete per-ché si chiama così. È una lava più viscosadella pahoehoe, tanto che avanza a bloc-chi, spinta dalla nuova lava dietro. Si so-lidifica in superfici aguzze e taglienti.Pahoehoe e aa possono anche fuoriusciredallo stesso vulcano, nella stessa colata.

QUEL CHE GLI ESCE DI BOCCA

Non farlo mai più, capito?

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Le cose vomitate dai vulcani sono mol-te. Facciamoci piccoli col mio Pof-ri-duttore e guardiamole da vicino!

OssidianaÈ vetrosa perché si è raf-freddata prima di cristal-lizzare, dopo aver persobuona parte dei gas.

PomicePiù aria che pietra (infatti galleggia), si è raf-freddata mentre era piena di bolle di gas: al lo-ro posto sono rimasti tanti buchini.

Vulcano fai-da-teEcco come farsi un vulcano in casa (col per-messo dei genitori). Occorrono:1 piccola bottiglia di plastica, 1 imbuto, bi-carbonato, farina, aceto, colorante rosso, sab-bia in una vaschetta di plastica.

Aceto e bicarbonato pro-ducono anidride carboni-ca, che spinge fuori la fa-rina come fosse lava!

Mescolate bene in unatazza asciutta bicarbo-nato e farina.

Mettete la sabbia nellavaschetta e versate del-l’acqua. Non bagnatetroppo, la sabbia deveessere modellabile.

Versate in una tazza diaceto del colorante rosso.

Buona eruzione!

Versate il miscuglio nellabottiglia con l’imbuto.

Modellate la sabbia a for-ma di vulcano intorno al-la bottiglia.

Con l’imbuto versate l’a-ceto colorato nella botti-glia. Togliete l’imbuto.www.edurisk

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Fermi tutti, ho appena scoperto una cosaincredibile: la maggior parte di tutta lalava della Terra viene prodotta… in ma-re! Proprio così, e siccome non capiscoancora come sia possibile, prendia-mo il Pof-mergibile che ho appe-na inventato e andiamo a vedere!

Il magma fuoriesce dallaspaccatura fra le placche, esolidificandosi lentamente for-ma fantastiche montagne sot-tomarine alte anche 2.500metri, e suggestivi paesaggi.

Questi fumaioli neri sono in realtà ac-qua a 350 gradi, scura per i metalliche contiene e calda per la vicinanzacon il magma. Nel tempo i suoi mi-nerali “fabbricano” fumaioli alti anche10 metri. In questo bel calduccio vi-vono strani animaletti, fra cui coloniedi vermi che vivono dentro dei... tubi!

Questo vulcano ha formatouna montagna tanto alta daaffiorare in superficie e crea-re un’isola. Forse un giornolontano sprofonderà di nuo-vo, dando magari origine aun atollo.

FUOCO SOTT’ACQUA

Trombetta, tu resta qui e sorveglia quel piccolo sputafuoco!

Eruzioni sottomarine Credo di capire, adesso… Ricordate le fratture sullacrosta della Terra? La maggior parte di esse corre sulfondo degli oceani, per circa 75.000 chilometri! Daqueste spaccature il magma esce continuamente, maa contatto con l’acqua si raffredda e si solidifica, ac-cumulandosi e dando origine alla catena montuosapiù lunga del mondo, la dorsale oceanica.

Il magma fora la crosta della placca eforma un vulcano.

Il vecchio vulcano si spegne perché nonè più alimentato, e ne nasce uno nuovo.

La placca si sposta nel corso del tempo,il punto caldo resta fermo.

Un punto caldo… pure troppo!Sopra o sotto i mari, i vulcani (e i terremoti, loro parentistretti) nascono vicino ai margini tra le grandi placcheche formano la crosta terrestre. Non sempre però: alcu-ni punti della Terra danno vita a vulcani lontani dai bor-di delle placche. Sono i punti caldi, zone dove il mag-ma riesce a forare la crosta e a sbucare all’esterno, co-me un trapano. Ma la placca su cui si trova il vulcano simuove, mentre il punto caldo resta immobile: dopo mi-lioni di anni che succederà? Vediamo.

La risposta giusta è la seconda! Infatti gli atol-li sono colonie di coralli, sviluppate intorno al-le pendici di un vulcano. Quando il vulcanomuore, sprofonda lentamente complice anchel’erosione delle onde, mentre i coralli restano.

•Cosa indicano gli atolli corallini dell’Ocea-no Pacifico?

Che lì sta per nascere un vulcanoChe lì un tempo c’era un vulcano Che lì c’è un punto caldo

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Il magma sottomarino si raffred-da subito in superficie ma restacaldissimo all’interno, prenden-do così la caratteristica forma “acuscino”.

Punti che scottanoLe stelline rosse sono punti caldi, cioè zone do-ve i vulcani nascono non perché sono vicini auna frattura fra le placche terrestri, ma perchéil magma riesce a forare la crosta.Superbravi se individuate i punti caldi di:

Isole Hawaii Isole GalapagosIsole Azzorre Isola di Réunion

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Grandi eruzioniNella storia ci sono state eruzioni di potenzaterrificante. Alcune hanno cambiato il climadella Terra per anni, distrutto isole o città eucciso migliaia di persone. Pensate che i ma-teriali sparati in aria durante queste eruzionisi misurano in km3, cioè in cubi di un chilo-metro di lato!Trombetta per divertirsi ha scambiato le nubidi queste eruzioni storiche. Tocca a voi abbi-nare ogni nube al vulcano che l’ha eruttata!

Vesuvio 2, Monte St. Helens 4, Tambora 1,Pinatubo 3

Una forza spaventosaUna cosa che sarebbe bene ricordare sempre è che ivulcani agiscono in grande. La forza che scatenano du-rante un’eruzione è immensa, incontrollabile dall’uomo.L’energia sprigionata può essere di gran lunga superio-re a quella di un’esplosione atomica. E se i vulcani pos-sono ingannarci restandosene buoni anche per millen-ni, quando si svegliano sono capaci di agire così velo-cemente da non lasciare scampo a chi è nei pressi.

Stai calmino, non volevosculacciarti sul serio!

Maremoti o tsunamiSe un’eruzione riversa in mare grandi quantità di materiale, si formanoonde che viaggiando a grande velocità possono sommergere e devastarele coste. Questo fenomeno può anche essere provocato da scosse di ter-remoto così forti da causare uno spostamento del fondo marino.

UNA MONTAGNA DI GUAI

A questo pericolo non avevo pensato!

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FraneI fianchi dei vulcani sonospesso instabili, perché le lo-ro rocce sono fratturate o nonben consolidate. I movimentiinterni di gas e magma pos-sono contribuire a questa in-stabilità, generando franeche travolgono e seppelli-scono quello che incontrano.

200 -500 km/h

Questi vulcani! Quando dormono sono maestosi come gi-ganti mitologici, quando sparacchiano i loro spruzzi dilava sono spettacolari come fuochi artificiali, ma quan-do esagerano fanno semplicemente paura, e con loronon si scherza più. Ci sono molti pericoli che pro-vengono dalle eruzioni vulcaniche, direttamente oindirettamente. Vediamoli.

Va bene, dove ti sei nascosto?!

Flussi piroclasticiPercorrono grandi distanze in poco tem-po. Distruggono, asfissiano e bruciano tut-to quello che trovano sul percorso. Sonotra i fenomeni vulcanici più pericolosi.

Proiettili e ceneriLe bombe vulcaniche, a volte molto grosse, possono ferire o ucciderele persone e distruggere le cose intorno al cratere. Le ceneri possonoimpedire la respirazione, soffocare piante e coltivazioni e far crolla-re i tetti delle case. Se raggiungono gli strati più alti dell’atmosferapossono perfino cambiare il clima, abbassando la temperatura.

Colate di lavaAvanzando distruggono tutto, ma dan-no il tempo di scappare. Difficilmentesi spingono oltre le pendici del vulca-no, almeno dalle nostre parti!

Colate di fangoQuando la cenere si accumula sui rilievi,piogge intense possono trascinarla a val-le, formando colate di fango veloci e di-struttive. È un fenomeno che accade spes-so durante le eruzioni, ma può capitareanche molto tempo dopo, in occasione dipiogge intense.

79 d.C., Vesuvio (Italia)

3 km3

1980, Monte St. Helens (USA)

1 km3

1815, Tambora (Indonesia)

150 km3

1991, Pinatubo (Filippine)

8 km3

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•Un magma molto viscoso è meno pericolosodi un magma molto fluido.Vero o falso?

Strati su stratiCome una cipolla, molti vulcani sono fatti distrati. Questo ne ha 6, uno per ogni eruzioneavvenuta in passato.Colorate ogni strato in ordine d’età, comin-ciando dal più vecchio!

900 a.C.

1570

20061814

1208

1200

Falso: il magma viscoso provoca eruzioni piùesplosive e quindi più pericolose per noi.

1 Giallo, 2 Rosso, 3 Rosa, 4 Blu, 5 Verde, 6Marrone.

Rock languageMa molti millenni fa non c’era nessuno che si occu-passe di queste cose. Come si fa oggi a ricostruire lastoria di un vulcano? Che faccia avevano, per esempio,il Vesuvio o l’Etna da giovani? Non abbiamo nemme-no una foto! No, però abbiamo i vulcani: sono lorostessi, secondo le persone che li studiano, a raccon-tarci come sono andate le cose. Come? Con il loro lin-guaggio: quello delle rocce.

Campione da analizzare

Strati di rocce eruttate intempi diversi

Ricostruzione del profilo originale del vulcano:in passato un’eruzione esplosiva ha distrutto ilcratere originale, dentro il quale è nato il vul-cano attuale!

Gli scienziati esaminano gli strati che compongono ilcono vulcanico. Gli strati più profondi sono quelli piùantichi. Ogni strato di roccia vulcanica, una volta esa-minato, racconta molte cose sul tipo di eruzione. Undeposito di ceneri fini può significare ad esempioun’eruzione esplosiva. Mentre una colata di lava saràuscita da una più tranquilla eruzione effusiva. Con-frontando questi dati con l’attività attuale del vulcano,dopo un lavoro complicato e paziente, è possibile ri-costruire la sua storia, e per così dire il suo album difamiglia!

Ricostruire la storia Insomma, la storia di un vulcano dipende dalle sue eruzioni.Oggi possiamo filmarle, fotografarle, confrontare l’aspetto delvulcano prima e dopo. Quando la fotografia non esisteva an-cora, studiosi e cronisti antichi descrivevano gli eventi meglioche potevano. Il primo è stato Plinio il Giovane, che ci halasciato un bellissimo reportage della catastrofica eruzione delVesuvio nel 79 dopo Cristo, che seppellì sotto metri di cenerie lapilli Pompei ed Ercolano, uccidendo migliaia di persone.

Le eruzioni possono avvenire spesso o di rado, anche a distanza di mi-gliaia di anni, ma ogni volta modificano un po’ l’aspetto del vulcano.Così che dopo molto tempo la sua forma può cambiare parecchio!

FOTO DI FAMIGLIA Cheeeese!

Ceneri calde, lapilli incandescenti e quello in arrivo

sembra proprio un flusso piroclastico, il che significa...

... chiamatel’elicottero!!!

I vulcani non usano il nostro stesso orologio. Vo-glio dire che se la prendono molto comoda, per-ché il tempo a loro disposizione è molto piùlungo del nostro. Un vulcano può nascere inpoco tempo, e morire ancora più in fretta, ma-gari per una eruzione catastrofica che lo distrugge. Ma fra nascita e mor-te possono passare decine, centinaia di migliaia o anche milioni di anni,durante i quali il vulcano dorme, sonnecchia e si risveglia molte volte, cre-scendo e modificandosi di eruzione in eruzione.

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3.350 m.

Ma… c’è pericolo?Avete visto che i vulcani sono franoi! E alcuni sembrano molto ar-zilli, anche. Gli scienziati li de-finiscono addirittura “moltopericolosi”. Quello che michiedo è: ma non sarà ri-schioso vivere all’ombra diqueste gigantesche bocche dafuoco?

Dopo del tempo il suolo si risollevae torna all’asciutto. Sulle colonne re-stano i buchini fatti dalle colonie dicerti molluschi che vivono sotto il pe-lo dell’acqua. Queste tracce buche-rellate danno la misura di quanto erasceso il terreno. Molluschi precisi!

Fra le rovine del Serapeo,antico mercato romano aiCampi Flegrei, ci sono del-le colonne che raccontanobene quello che è successoqui. Prima il suolo sprofon-da e finisce sotto il livellodel mare.

Vulcani tricoloriI vulcani italiani, svegli o addormentati, si snodano lungo lacosta Tirrenica. I vulcani rossi sono quelli ancora attivi.

VulcanoCome Stromboli, Lipari e lealtre Eolie, è un’isola vulca-nica. L’ultima volta ha erut-tato nel 1890, difficile dire

quando lo farà di nuovo:per ora emette gas e

vapori dalle sue mol-te fumarole. In uncerto senso ha datoil nome a tutti i vul-cani del mondo.

Campi FlegreiÈ una grande caldera piena di crate-ri, formata da antichissime eruzioni ca-tastrofiche e da un susseguirsi di even-ti esplosivi minori. L’ultima eruzione,nel 1538, fece nascere in una setti-mana il Monte Nuovo, un piccolo vul-cano. Sembra che la caldera dorma,ma anche se non erutta si muove edemette grandissime quantità di gas.

CELEBRITÀ LOCALI

•L’Etna è il più grande vulcano d’Europa. Maquanto è alto?

3.012 m3.350 m4.011 m

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VesuvioÈ nato nella caldera di un vulcanopiù antico, quello del Monte Som-ma, il cui cratere sprofondò anti-camente. È uno dei vulcani più fa-mosi del mondo perché, seppel-lendo Pompei ed Ercolano, hain qualche modo “conservato”le loro celebri rovine. È ancheuno dei vulcani con più alto ri-schio, perché i suoi dintorni sonomolto abitati. Ha eruttato l’ultimavolta nel 1944.

StromboliPer gli antichi era il “farodel Mediterraneo”, per-ché erutta incessante-mente da molti secoli.Tuttavia la sua attività èmodesta e raramente perico-losa. I suoi spruzzi di lava rossa ei lanci di lapilli incandescenti so-no uno spettacolo bellissimo, spe-cialmente di notte.

Un suolo indeciso La caldera dei Campi Flegrei è famosa per uno stra-no fenomeno, chiamato bradisismo. Il suolo cioè sisolleva o si abbassa, a seconda dell’attività nel sot-tosuolo, “gonfiandosi” e “sgonfiandosi” ciclicamen-te. Per esempio, fra il 1982 e il 1984 il terreno si alzòfino a un metro e 80 centimetri! Da allora il suolosi sta abbassando progressivamente, anche se di tan-to in tanto si risolleva un poco: l’ultima volta di 4centimetri, nel 2000.

Sì dottore, è urgente! Mi sembra affetto

da bradisismo!

Un nome, una garanziaIl vulcano dell’isola di Vulcano si chiama…Vulcano! Proprio come il mitologico dio delfuoco che secondo gli antichi Romani avevala sua officina di fabbro proprio nelle visce-re dell’isola, dove forgiava i fulmini di Gio-ve. Eruzioni, brontolii e spruzzi di lava, in-somma, sarebbero stati i segni dell’attività deldio Vulcano e dei suoi aiutanti, i Ciclopi.

Eppur si muove!

Sapete una cosa? Guardando le famose placche in cui è suddivisa lacrosta terrestre, mi accorgo che quasi tutti i vulcani del mondo sonopiazzati sui loro bordi, o vicino ad essi. Ma perché stupirsi? È proprioin quelle zone che si realizzano le condizioni più adatte alla formazio-ne e alla risalita dei magmi! L’Italia sta vicino alla zona di contatto fradue importanti placche.

L’Italia si trova lungo il contatto fra laplacca Africana e quella Euro-Asiati-ca, che si muovono l’una verso l’altra.

Lipari

Ischia

Pantelleria

EtnaIl più grande vulcano d’Europa, e uno deipiù attivi del mondo. L’ultima eruzione ècominciata nel 2006. Complesso, ricco dicrateri e di coni, dalla storia lunga e inte-ressante, minaccia spesso con i suoi fiumidi lava le costruzioni sulle sue pendici,mentre le eruzioni esplosive sono più rare.

Stivale infuocatoI vulcani italiani sono come la pizza: famosiin tutto il mondo! Ma quali sono le regioni cheospitano i vulcani descritti nella pagina ac-canto? Coloratele!

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Mettiamo che siate allo zoo, davanti alla gabbiadel leone. Sapete bene che il leone non è un gat-tino, ma un animale pericoloso. Siccome però fralui e voi ci sono le sbarre, non correte nessun rischio.Adesso scavalcate le sbarre ed entrate nella gabbia. Pensate di correrequalche rischio adesso? Certo, non è detto che vi sbrani, forse vi igno-rerà o vi darà una bella leccata, ma… chi può saperlo?

Rischiare menoLa pericolosità è la probabilità che un vulcano erutti.Se il vulcano è attivo la pericolosità sale. E se quel vul-cano in passato ha eruttato in modo esplosivo, la peri-colosità sale anche di più.

Valore esposto è una pa-rola difficile, ma vuol direle persone, le case, i cam-pi, le cose che stanno vici-ne al vulcano, e quindi so-no esposte al pericolo.

Vulnerabilità è ancorapiù difficile, ma vuol direquella parte di persone,case, campagne ecc. chepuò essere danneggiatada una possibile eruzione.

Sapete qual è il risultato ditutta questa matematica?Che se il pericolo non di-pende da noi, il rischio in-vece sì. Contro un vulcanoin eruzione non si può fa-re quasi niente, perché lasua forza è immensamentesuperiore alla nostra. Quel-lo che possiamo fare è ri-durre il rischio. Come? Adesempio tenendoci il piùpossibile a distanza di si-curezza dai vulcani e cer-cando di capire quali sa-ranno le loro mosse. Perfare questo occorre primadi tutto conoscerli molto,molto bene.

Come? Non ci capite un’acca? Accipìspoli, ma èsemplicissimo, seguitemi.

IL RISCHIO È… MATEMATICO! Stai lì che è meglio!

•Se avviene un’eruzione, per quale vulcanoè più alto il rischio: Etna o Vesuvio?

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Chi rischia di più?Non ci sono dubbi: questo vecchio vulcano sista risvegliando! Sappiamo che in passato lesue eruzioni non sono mai state esplosive, mahanno vomitato grandi fiumi di lava.Quali fra i paesi intorno corrono più rischi,secondo voi?

Matematica rischiosa Insomma, pericolo e rischio sono cosediverse. Anche parlando di vulcani. Ivulcani sono belli ma pericolosi, eavrebbero bisogno di uno spazio tuttoloro per sfogarsi quando ne hanno vo-glia, senza danneggiare nessuno. Nellarealtà invece la gente sceglie spesso divivere sotto i vulcani, costruendo case ecittà e lavorando i campi resi fertili dal-le loro ceneri. A quel punto il rischioaumenta, eccome!

Per il Vesuvio, perché ha vulnerabilità e valo-re esposto molto alti: infatti lì vicino vivonomoltissime persone.

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Lo so che non l’hai fatto apposta! Un mestiere appassionante

I vulcanologi lavorano molto all’aria aperta. Infatti i vulcani de-vono essere studiati da vicino: assomigliano a organismi vivi,con le loro fasi di sonno e attività, le loro calme, le rabbie, i ca-pricci imprevedibili. Le eruzioni sono una vera pacchia per unvulcanologo, perché è lì che il vulcano rivela la sua vera na-

tura. Il suo lavoro consiste anche nel cogliere i segnali di pros-sime eruzioni e stimarne la probabilità, in modo da ridurre il ri-

schio per cose e persone.

Prelevare campioni di lava e misurarnela temperatura, protetti da caschie speciali tute controil calore.

Interpretare le onde sismiche prodotte daesplosioni artificiali per capire a che profon-dità si trova il magma e quanto ce n’è.

Misurare i cambiamenti delle distan-ze fra le fratture. I vulcani si muovono,e i loro spostamenti sono segnali im-portantissimi per i vulcanologi.

Raccogliere campioni di rocciae ceneri: una volta analizzatici diranno l’età, la profondità ela temperatura alle quali si è for-mato il magma.

Studiare e classificare tutti i cam-pioni raccolti: è come fare le analisia un paziente, per conoscere lo sta-to attuale del vulcano!

Studiare le immagini e i datidei satelliti, che sorveglianocostantemente le zone vulca-niche, i loro movimenti e la lo-ro temperatura.

Disegnare mappe precise dei vulca-ni e del materiale espulso: a confron-to con le vecchie cartine indicano icambiamenti avvenuti nel tempo.

Cercare di capire come funzionanole eruzioni vulcaniche. Con l’aiutodei computer si simulano alcuni tipidi eruzioni, un po’ come si fa con ilmovimento delle masse d’aria caldee fredde per le previsioni del tempo.

Prendere dei campioni di gas per ana-lizzarli. Alcuni sono tossici o addiritturamortali e ci vuole la maschera antigas.

•I vulcanologi sono:

Esperti di vulcaniStudiosi di vulcaniAppassionati di vulcani

In genere sono tutte e tre le cose!

Non sono rimbambito come pensano i miei as-sistenti di poca fede! Uno scienziato non rim-bambisce, si appassiona. A forza di indagare suivulcani devo aver preso la vulcanite. È una malat-tia che colpisce i vulcanologi, cioè gli studiosi divulcani. I loro studi sono molto difficili e severi, ma fi-niscono anche per diventare amore ardente, è la parola giusta.Diciamolo: i vulcani hanno un fascino pazzesco.

Cucci cucci cucci! Piri piri piri! Bello

di papà suo!

C’è una splendida eruzione in corso sul vul-cano Poffarbacco. Non possiamo perderel’occasione di studiarla da vicino! Ma ho pau-ra che il mio magazzino sia un caos. Aiuta-teci a trovare gli oggetti che ci possono ser-vire. Dovrebbero essere almeno otto.

Tuta, casco, scarponi, martello da geologo,taccuino, metro, macchina fotografica, bus-sola, binocolo.I � VULCANI

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Un po’ di fantasia aiuta a risolvere anchei problemi dei vulcanologi! Alcuni di lorousano mezzi radiocomandati o robotizza-ti per compiere lavori – come raccoglierecampioni di ceneri o misurare certe tem-perature – troppo rischiosi o impossibili perun uomo. Utile e divertente!

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•Chi sta per eruttare?Secondo voi, quali di questi vulcani danno se-gnali preoccupanti? Sceglietene 3.

Attenti ai segnali Nel caso del Vesuvio e delle altre zone vulcaniche co-

me i Campi Flegrei o l’isola di Ischia, a tenergli gliocchi addosso sono i tecnici e gli studiosi dell’os-servatorio vulcanologico più antico del mondo,l’Osservatorio Vesuviano, nato addirittura nel 1841.Nemmeno loro possono prevedere le eruzioni fu-

ture, ma attraverso una fitta rete di apparecchiaturesofisticate possono accorgersi quando qualcosanon va. Come? Dai segnali che il Vesuvio stesso

manda. Prima di un’eruzione infatti accadono parti-colari fenomeni, detti fenomeni precursori.

Piccoli terremoti possono essere segnali pre-cursori di un’eruzione. Così dei sismografi si-tuati in punti strategici inviano costantementedati sui movimenti del sottosuolo.

Anche le variazioni della forma delvulcano (a volte molto piccole) e ladeformazione del terreno avvertonoche qualcosa nel vulcano sta cam-biando. Quindi vengono controllatecostantemente e con precisione milli-metrica anche via satellite.

TUTTO BENE

ATTENZIONE

PREALLARME

ALLARME

Prevenire è veramente meglio!

Cosa dicono i controlli al vulcano? Possiamo stare tran-quilli anche oggi o dobbiamo preoccuparci? C’è un li-vello per ogni situazione.

Occhio al coloreIn base ai dati raccolti dai vulcanologi, la ProtezioneCivile dichiara il livello di allerta. Se i dati sono nor-mali significa che tutto va bene. Quando i segnali nonsono proprio uguali al solito si entra nel livello giallo:si controlla come si evolve la situazione, che potrebbepresto tornare normale. Il livello arancione significache i dati sono sempre più anomali, perciò è benepreoccuparsi di più, e la popolazione viene avvertitadel possibile pericolo. Solo nel livello rosso scatta l’al-larme: significa che ci sono chiari fenomeni precurso-ri, e sismologi e vulcanologi pensano che un’eruzionepossa avvenire nel giro di settimane.

Evacuazione!Il livello rosso fa scattare il piano della Protezione Ci-vile. È un piano di emergenza studiato prima, per pre-vedere ogni evenienza. Nel caso di una prossima eru-zione, l’unica cosa da fare è allontanarsi. Ad esem-pio per il Vesuvio, tutta la gente che vive nella zona apiù alto rischio prima che l’eruzione inizi dovrà allon-tanarsi e potrà essere ospitata in altre regioni italianegià stabilite. Così, con ordine e senza panico, si evite-ranno terribili danni alle persone, anche se non allecose. Tutto grazie al lavoro di tanti e a una sorve-glianza continua e tecnologicamente avanzata.

Un altro segno viene dai gas delvulcano. Se aumentano, diven-tano più caldi e cambiano dicomposizione è bene stare al-l’erta. Le emissioni delle fumaro-le vengono controllate spesso perpoter notare ogni mutamento.

Nella sala di sorveglianza questi dativengono controllati continuamente.

Guarda che ti vedo!

TI TENGO D’OCCHIO

Vivere sotto un vulcano attivo e dalle abitudiniesplosive come il nostro Vesuvio è molto ri-schioso, l’abbiamo visto. Eppure tante città sor-gono proprio ai piedi di questo “concittadino”piuttosto esuberante, che in passato, più spessodi quanto si pensi, ha devastato le regioni at-torno ai suoi fianchi. Quando si risveglierà? Nes-suno lo sa, ma la possibilità c’è, e bisogna vigi-lare. Il Vesuvio, come molti altri vulcani attividella Terra, è un sorvegliato speciale, 24 ore algiorno.

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Ogni medaglia ha un rovescio, ma ancheun diritto, perfino se si parla di vulcani.Non sono solo quei tipi belli e terribili che abbiamo visto finora.Vivere sotto il vulcano non è proprio una buona idea, ma se tanta gen-te in tutto il mondo si ostina a farlo ci saranno dei motivi. Infatti ci so-no. Il fatto è che i vulcani sanno anche essere dei gran bravi ragazzi,capaci di ottime azioni.

Elettricità da sottoterraNel profondo della Terra c’è di tutto tranne la luce. Peresempio c’è l’acqua. E questa acqua è molto calda,quando è vicina a una zona di vulcani. È un calore for-nito gratis dalla natura, perché non sfruttarlo? Un mo-do intelligente è quello di ricavarci la corrente elettri-ca. Ma come si fa ad accendere una lampadina con l’ac-qua, sia pure bollente? Si usa il vapore che l’acqua pro-duce. Il vapore viene incanalato e portato a una turbi-na, che girando trasforma la sua energia… vaporosa inenergia elettrica.

Cavi elettrici

Le conclusioni del Prof. PofI vulcani sono meraviglie naturali, né buone né cattive.Nell’infanzia della Terra hanno contribuito a creare granparte del mondo che vediamo. Esisteranno finché la Ter-ra esisterà. Sta a noi imparare a conviverci, sfruttando iloro doni e schivando più possibile le loro furie.

Ci siamo scordati di dare un nome al piccoletto.Pensateci voi, d’accordo?

Anche se lì per lì non sembra, le ce-neri vulcaniche sono un eccellentefertilizzante, ricco dei sali mine-rali che servono alle piante. Lo di-mostrano le rigogliose coltivazioniintorno alle nostre zone vulcaniche,dalla Campania alla Sicilia!

Quando il magma non viene erut-tato, raffredda lentamente sottoter-ra. Nelle ultime fasi di questo raf-freddamento, si possono formareminerali utili che si concentranoin vene o filoni che possono costi-tuire vere e proprie... miniere!

Molte rocce vulcaniche sono adat-te a costruire case e edifici, per-ché solide e impermeabili. Nei tem-pi remoti, anzi, l’uomo scavava vo-lentieri la sua abitazione dentro roc-ce vulcaniche, che si rivelavano unottimo riparo.

In aree vulcaniche, l’acqua del sot-tosuolo è calda, e può essere utiliz-zata per riscaldare gli ambienti. A vol-te, sprizza in superficie come geyser.

All’attività vulcanica è legata anchel’esistenza di sorgenti termali ef-ficaci nella cura di molte malattie.

Un ottimo utilizzo per le acque cal-de sotterranee è la produzione dienergia elettrica, mediante tur-bine azionate dal vapore.

QUEI BRAVI RAGAZZI

A

B

D

E

C

Falda profondadi acqua bollente

Turbina. È una mac-china che girando tra-sforma l’energia del-l’acqua o del vaporein energia elettrica.

Vapore

Condotti peril vapore

A - acqua termaleB – soffioneC – fumarolaD – geyserE - fanghi

L’acqua sotterranea, quando è in prossimità delmagma, si riscalda e crea un sacco di feno-meni! Sapete collegare ognuno al suo nome?Acqua termaleSoffioneFumarolaGeyser Fanghi

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Mi stavo chiedendo se Anna e Trombetta hanno imparato qualcosa inquesto viaggetto intorno ai vulcani. Così ho inventato un test e gliel’hofatto fare. Ma già che ci siete, provateci anche voi. Trovate la rispostaesatta a tutte le domande!

A. Un vulcano è

1. Una montagna forata dal magma sotterraneo2. Un punto della crosta da cui il magma sotterraneo sale in superficie3. Un punto del mantello particolarmente pieno di gas e rocce fuse

B. Il magma di un vulcano si accumula

1. Nei condotti laterali2. Nel cono vulcanico3. Nella camera magmatica

C. Eruzioni e terremoti

1. Non accadono mai insieme2. Accadono sempre insieme3. Possono essere collegati fra di loro

D. La dorsale oceanica è

1. Una lunghissima faglia sul fondo del mare2. Una catena montuosa sottomarina, formata dalla fuoriuscita di magma 3. Una catena di vulcani hawaiani

E. Una eruzione effusiva è caratterizzata da

1. Colate e fontane di lava senza esplosioni 2. Esplosioni e flussi piroclastici3. Esplosioni con lancio di bombe e lapilli incandescenti

F. Il Vesuvio è un vulcano con eruzioni solitamente di tipo

1. Sia effusivo che esplosivo2. Effusivo3. Esplosivo

G. Il rischio vulcanico dipende

1. Dai vulcani2. Dall’uomo3. Da entrambi

H. È possibile prevedere quando ci sarà un’eruzione

1. No, non è mai possibile2. No, ma da certi segnali ci si può mettere in guardia3. Sì, anche se non si può sapere l’ora esatta

I. Un fenomeno che può annunciare un’eruzione è

1. L’emissione di vapori dalle fumarole2. L’emissione di gas tossici3. La deformazione del vulcano

L. Non possiamo fare proprio un bel niente per salvarci da un’eruzione

1. Vero, non resta che rassegnarsi2. Falso, possiamo tenere duro usando la tecnologia3. Falso, possiamo cercare di metterci in salvo prima che avvenga

Vulcani attiviDa 8 a 10 punti Avete capito che con i vulcani non si scherza, e nesapete tanto che dovreste proprio approfondiredandovi alla vulcanologia!

Vulcani dormientiDa 4 a 7 puntiNe sapete abbastanza da avere rispetto per que-sti antichissimi signori del fuoco. Bravi!

Vulcani spentiDa 1 a 3 puntiLave e crateri restano per voi abbastanza miste-riosi. Siete sicuri di non sentirne il fascino?

Vulcani sprofondati0 puntiAccipìspoli, riconoscereste un vulcano solo stan-doci sopra mentre erutta. Non prendetevela: Trom-betta ha fatto lo stesso punteggio!

Contate le risposte esatte e scoprite quanto siete… vulcanici!

A-2 / B-3 / C-3 / D-2 / E-1 / F-1 / G-3 / H-2 / I-3 / L-3

SEI UN TIPO VULCANICO?30

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Libri

Violenti vulcani di Anita Ganeri, Salani 2000Divertirsi imparando quel che c’è da sapere su lave ederuzioni.

I vulcani di Christine Gaudin, Larus 2004Completo e illustrato, con schede sui vulcani e le eru-zioni più celebri.

Vulcani e terremoti di Robin Kerrod, White Star 2006Con molti esperimenti sorprendenti da fare in casa o ascuola.

Catastrofi naturali di Vittorio Rioda, Giunti Junior 2000Eruzioni catastrofiche, terremoti disastrosi e altre scia-gure spettacolari.

Vulcani e terremoti di Susanna van Rose, De Agostini1993Con ottime immagini, informazioni di ogni tipo e cu-riosità sui vulcani.

Siti

www.ingv.itIl sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia,e soprattutto i siti delle Sezioni di Napoli (OsservatorioVesuviano, www.ov.ingv.it) e Catania (www.ct.ingv.it),offrono informazioni storiche e geologiche sul Vesuvio,l’Etna e gli altri vulcani italiani, oltre a informazioni sulmonitoraggio in tempo reale.

www.vulcanoetna.itContiene moltissime foto, webcam e video delle eru-zioni del vulcano più grande d’Europa.

www.geologia.com/area_raga/raga_home.htmlSito di geologia dedicato ai ragazzi, comprende una se-zione sui vulcani.

www.stromboli.netSito con foto e video sui vulcani di tutto il mondo, e unasezione didattica con un utile foto-glossario.

www.protezionecivile.itSito della Protezione Civile, con una sezione sui rischinaturali dedicata ai bambini.

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