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ITINERARI PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO L’AQUILA L’AQUILA 33 giorni 33 giorni Numero di terremoti al mese (M 2,0) in Italia centrale dal 2005 ad oggi. Magnitudo nel tempo nei due anni antecedenti il terremoto dell’aqui- lano. Le barre verticali indicano eventi con M 2,5; i più forti sono marcati in arancione. 9maggioduemila 9 9maggioduemila 9 Alle 3 e 33 locali del 6 aprile 2009, una scossa di magnitudo Richter Ml 5.8 (Mw 6.3) colpisce l’aquila- no e viene avvertita in tutta l’Italia centrale. La scossa principale avviene dopo alcuni mesi segnati da diversi eventi avvertiti dalla popolazione, ultimo dei quali la scossa delle 22.49 del 5 aprile, che aveva causato allarme nella popolazione. I terre- moti sono monitorati dal- l’Istituto Nazionale di Geo- fisica e Vulcanologia, con le stazioni della Rete Sismica Nazionale. L’allarme alla Protezione Civile scatta immediatamente. Dopo la scossa principale del 6 aprile, due altri eventi importanti si sono verificati il 7 e 9 Aprile. L’evoluzione della crisi sismica nel primo mese ha manifestato diversi eventi forti (M>4.0) in aree adiacenti a quella epicentrale e un numero molto elevato di eventi di magnitudo superiore a 2.0. Gli effetti più gravi sono stati osservati a Onna (X grado della scala MCS), e nelle località di Castelnuo- vo, Poggio di Roio, San Gregorio, Tempera e Villa Sant’Angelo. Il danneggiamento nel comune de L’Aquila è molto diversificato, data la sua estensione, le caratteristiche eterogenee del patrimonio edi- lizio e la risposta sismica locale. Le strutture geologiche attive e responsabili dei terremoti in questa zona sono faglie normali, ovve- ro distensive, con talora evidenze di superficie. La porzione attivata il 6 Aprile è compatibile con la faglia denominata di Paganica, lungo il cui affioramento sono state riscontrate deformazioni perma- nenti di alcuni centimetri. I dati satellitari hanno confermato un ribassamento nella conca Aquilana, che raggiunge valori massimi di 15-20 cm. La terra trema ed è abisso è come se il giorno ci tradisse… (Borges) Intensità macrosismiche (scala MCS) osservate dopo la scossa principale di aprile.

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I T I N E R A R I P E R L A R I D U Z I O N E D E L R I S C H I O

L’AQU

ILA

L’AQU

ILA

33 giorni33 giorniNumero di terremoti al mese (M ≥ 2,0) in Italia centrale dal 2005 ad oggi.

Magnitudo nel tempo nei due anniantecedenti il terremoto dell’aqui-lano. Le barre verticali indicanoeventi con M ≥ 2,5; i più fortisono marcati in arancione.

9maggioduemila99maggioduemila9

Alle 3 e 33 locali del 6aprile 2009, una scossa dimagnitudo Richter Ml 5.8(Mw 6.3) colpisce l’aquila-no e viene avvertita intutta l’Italia centrale. Lascossa principale avvienedopo alcuni mesi segnatida diversi eventi avvertitidalla popolazione, ultimodei quali la scossa delle22.49 del 5 aprile, cheaveva causato allarmenella popolazione. I terre-moti sono monitorati dal-l’Istituto Nazionale di Geo-fisica e Vulcanologia, conle stazioni della Rete Sismica Nazionale. L’allarme alla Protezione Civile scatta immediatamente.Dopo la scossa principale del 6 aprile, due altri eventi importanti si sono verificati il 7 e 9 Aprile.L’evoluzione della crisi sismica nel primo mese ha manifestato diversi eventi forti (M>4.0) in areeadiacenti a quella epicentrale e un numero molto elevato di eventi di magnitudo superiore a 2.0. Glieffetti più gravi sono stati osservati a Onna (X grado della scala MCS), e nelle località di Castelnuo-vo, Poggio di Roio, San Gregorio, Tempera e Villa Sant’Angelo. Il danneggiamento nel comune deL’Aquila è molto diversificato, data la sua estensione, le caratteristiche eterogenee del patrimonio edi-lizio e la risposta sismica locale.Le strutture geologiche attive e responsabili dei terremoti in questa zona sono faglie normali, ovve-ro distensive, con talora evidenze di superficie. La porzione attivata il 6 Aprile è compatibile con lafaglia denominata di Paganica, lungo il cui affioramento sono state riscontrate deformazioni perma-nenti di alcuni centimetri. I dati satellitari hanno confermato un ribassamento nella conca Aquilana,che raggiunge valori massimi di 15-20 cm.

La terra trema ed è abissoè come se il giorno ci tradisse…(Borges)

Intensità macrosismiche (scala MCS) osservate dopo la scossa principale di aprile.

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I T I N E R A R I P E R L A R I D U Z I O N E D E L R I S C H I O

Numero di terre-moti a bimestre(M ≥ 3,0) in Italianord-orientale dal1976 ad oggi. Neisei mesi successivial 6 maggio siconcentra circa unterzo delle scosseregistrate in tren-t’anni.

Magnitudo nel tempo per la sequenzasismica iniziata nel maggio 1976. Lebarre verticali indicano eventi con M ≥3,0; i più forti sono marcati in arancio-ne. Dopo i due forti eventi di maggio,c’è stata una ripresa della sismicità insettembre.

Laura, Romano e Vera (www.edurisk.it) hanno ideato queste pagine.Nino Bon ha curato la grafica.

Su questa pagina: immagini prima e dopo la ricostruzione di Venzone, Majano, e Forgaria tratte dal CD “Friuli 1976 viaggio nel terremoto”; pagina precedente: foto del danneggiamento nell’Aquilano di A. Cavaliere.

Alle 21 locali del 6 mag-gio 1976, una scossa dimagnitudo Ml 6.4 colpìil Friuli, e venne avver-tita in tutta l’Italia cen-tro-settentrionale. Ununico foreshock antici-pò di circa un minuto lascossa principale. Nelle settimane succes-sive la popolazioneavvertì un centinaio discosse. Dopo un periododi relativa quiete, insettembre vi fu unaripresa della sismicità,con 4 eventi di magni-tudo elevata, uno deiquali raggiunse magni-tudo 6.1. Le scosse di maggio e disettembre vennero loca-lizzate principalmentecon i dati della stazionedi Trieste dell’O.G.S. (oggi Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, www. inogs.it),la più vicina all’epicentro. Il monte San Simeone fu indicato come epicentro e divenne per tutti ilsimbolo dell’Orcolat, l’orco tradizionalmente associato ai terremoti. La massima intensità (X grado MCS) fu osservata a Gemona, Venzone e Trasaghis e danni ingenti inte-ressarono l’area fra Spilimbergo e Tarvisio. Studi successivi hanno localizzato quasi 500 scosse dimagnitudo superiore a 2.0, avvenute nel primo anno, e di ipotizzare la faglia che ha generato la scos-sa principale e quelle attivate nei mesi seguenti. La sequenza si esaurì con la scossa di magnitudo5.2 avvenuta nel settembre 1977. L’evento del 6 maggio 1976 causò un migliaio di morti. Negli ultimi 8 secoli si sono verificati effetti distruttivi nell’area del Friuli Venezia Giulia con un tempomedio di ricorrenza di circa 80 anni, mentre eventi al di sopra della soglia del danno leggero avven-gono circa ogni 6 anni. Solo un costante ed efficace impegno nell’adeguamento antisismico ci può salvaguardare da ciò chedice la statistica…

L’Orcolàt

Intensità macrosismiche (scala MCS) delle scosse di maggio. Entrarono in classificazionesismica successivamente al terremoto (DM 15/9/76, e provvedimenti successivi) i comu-ni danneggiati (intensità VII e superiori); i comuni dichiarati disastrati (danni pari osuperiori al VIII grado) vennero inseriti nell’allora Ia categoria (attuale zona sismica 1).

33 anniFRIULI 33 anniFRIULI