HS - Se Parla Sofri

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SE PARLA SOFRI Questo è un saggio del misterioso autore HS (Helter Skelter), apparso per la prima volta il 06/07/2008 sul sito Come Don Chisciotte Qualche tempo fa, nel mese della 35° ricorrenza dell'assassinio del commissario Luigi Calabresi, il presunto e discusso mandante del suo omicidio, Adriano Sofri ha scritto una lettera aperta ai giovani che intendessero abbracciare la strada della violenza "politica" . Per esprimere i suoi concetti, rifacendosi all'esperienza della propria militanza "sessantottina", Sofri ha scelto il giornale diretto dal suo amico Giuliano Ferrara "Il Foglio" di proprietà della famiglia Berlusconi. Come è noto, "Il Foglio" è un giornale vicino alle tesi neoconservatrici americane che raccoglie vari "ex" provenienti dalla sinistra extraparlamentare e, in special modo, Lotta Continua e Potere Operaio. D'altronde, tutti sanno, Ferrara è praticamente stato il precursore delle cosiddette tesi "teocon", care all'ala destra del cattolicesimo. Ma avremo l'occasione di approfondire… Quel che preme sottolineare è come Sofri abbia fatto una rivelazione inedita, non sul caso Calabresi, ma ugualmente sconcertante ancorché piuttosto vaga. Nella prima metà degli anni Settanta, si presume, un alto dirigente degli "affari riservati" (ed è presumibile che ci riferisca all'Ufficio Affari Riservati del Ministero degli Interni) avrebbe proposto a Sofri e ai "compagni" di Lotta Continua, di assassinare un esponente dei NAP, formazione armata di estrema sinistra operante soprattutto nel napoletano. La rivelazione è veramente inquietante: perché un alto dirigente di un servizio segreto, che all'epoca era accusato di orchestrare stragi, attentati e tensioni contro la sinistra, avrebbe dovuto esporsi per proporre a chi era considerato un nemico dello Stato un atto estremamente grave – un omicidio – generando, peraltro, dei sospetti? Perché Sofri ha fatto questa dichiarazione? Si tratta, forse, di un messaggio? Naturalmente Sofri ha detto che la proposta fu rifiutata, ma perché l'Ufficio Affari Riservati, allora, avrebbe valutato i "compagni" di Lotta Continua come in grado di compiere un assassinio? È credibile? In effetti la sparata ha tutta l'aria di essere l'ennesimo pistolotto ricattatorio di un paese che si consuma nei suoi ricatti. Recentemente il figlio di Calabresi, giornalista, ha scritto un libro sulle vittime del terrorismo "rosso" per cui si è pensato che quella di Sofri fosse una risposta. C'era qualche riferimento indiretto al caso Calabresi? Spesso, molti testimoni di estrema sinistra dell'epoca hanno parlato di mandanti e assassini provenienti dal loro ambiente, ma non da Lotta Continua bensì da quelli della lotta armata. Sofri voleva forse affermare che apparati dello Stato, il Potere, ha istigato e incoraggiato il terrorismo "rosso" e, forse, l'assassinio di Calabresi non è estraneo a questi "giochi". Procediamo… Sofri è una figura ben nota. Condannato in via definitiva per l'assassinio di Calabresi, pare oggi una figura di confine fra centrosinistra e centrodestra. Intellettuale dotato di buona penna, è piuttosto arrogante e saccente, nonché ambiguo. Penso che sia unico il suo caso in Italia, scrivendo sia per "Il Foglio" (area centrodestra) e "La Repubblica" (centrosinistra). Si può considerare una sorta di "neoconservatore" moderato e illuminato, filoamericano e filoisraeliano, pronto anche a muovere qualche critica a Bush jr. Tuttavia, in modo furbesco, giustifica gli interventi occidentali, NATO o USA per "esportare la democrazia" con l'argomento della "capitolazione di fronte al nazismo a Monaco del 1938". Insomma i vari Milosevic, Saddam Hussein, Ahmedinnejad e - perché no? - Putin sarebbero tutti degli Hitler a cui si deve reagire adeguatamente. Altro aspetto che accomuna Sofri ai neocon è l'ostilità e l'impegno antirusso, a partire dall'azione nella Bosnia Erzegovina. Sofri è, quindi, una figura molto vicina ai francesi Henry Levy e Glucksmann, non a caso anche loro ex sessantottini poi convertiti rapidamente alla causa filoamericana e antisovietica prima e poi antirussa. Sembra che i due protagonisti del maggio francese siano molto apprezzati dal neoconservatore americano Ledeen, probabilmente trockista in gioventù e poi ammiratore del fascismo italiano e di Mussolini. È noto l'impegno sia di Ledeen che dei due vecchi "sessantottini"

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SE PARLA SOFRI

Questo è un saggio del misterioso autore HS (Helter Skelter), apparso per la prima volta il 06/07/2008 sul sito Come Don Chisciotte

Qualche tempo fa, nel mese della 35° ricorrenza dell'assassinio del commissario Luigi Calabresi, il presunto e discusso mandante del suo omicidio, Adriano Sofri ha scritto una lettera aperta ai giovani che intendessero abbracciare la strada della violenza "politica" . Per esprimere i suoi concetti, rifacendosi all'esperienza della propria militanza "sessantottina", Sofri ha scelto il giornale diretto dal suo amico Giuliano Ferrara "Il Foglio" di proprietà della famiglia Berlusconi. Come è noto, "Il Foglio" è un giornale vicino alle tesi neoconservatrici americane che raccoglie vari "ex" provenienti dalla sinistra extraparlamentare e, in special modo, Lotta Continua e Potere Operaio. D'altronde, tutti sanno, Ferrara è praticamente stato il precursore delle cosiddette tesi "teocon", care all'ala destra del cattolicesimo. Ma avremo l'occasione di approfondire… Quel che preme sottolineare è come Sofri abbia fatto una rivelazione inedita, non sul caso Calabresi, ma ugualmente sconcertante ancorché piuttosto vaga.

Nella prima metà degli anni Settanta, si presume, un alto dirigente degli "affari riservati" (ed è presumibile che ci riferisca all'Ufficio Affari Riservati del Ministero degli Interni) avrebbe proposto a Sofri e ai "compagni" di Lotta Continua, di assassinare un esponente dei NAP, formazione armata di estrema sinistra operante soprattutto nel napoletano. La rivelazione è veramente inquietante: perché un alto dirigente di un servizio segreto, che all'epoca era accusato di orchestrare stragi, attentati e tensioni contro la sinistra, avrebbe dovuto esporsi per proporre a chi era considerato un nemico dello Stato un atto estremamente grave – un omicidio – generando, peraltro, dei sospetti? Perché Sofri ha fatto questa dichiarazione? Si tratta, forse, di un messaggio? Naturalmente Sofri ha detto che la proposta fu rifiutata, ma perché l'Ufficio Affari Riservati, allora, avrebbe valutato i "compagni" di Lotta Continua come in grado di compiere un assassinio? È credibile?

In effetti la sparata ha tutta l'aria di essere l'ennesimo pistolotto ricattatorio di un paese che si consuma nei suoi ricatti. Recentemente il figlio di Calabresi, giornalista, ha scritto un libro sulle vittime del terrorismo "rosso" per cui si è pensato che quella di Sofri fosse una risposta. C'era qualche riferimento indiretto al caso Calabresi? Spesso, molti testimoni di estrema sinistra dell'epoca hanno parlato di mandanti e assassini provenienti dal loro ambiente, ma non da Lotta Continua bensì da quelli della lotta armata. Sofri voleva forse affermare che apparati dello Stato, il Potere, ha istigato e incoraggiato il terrorismo "rosso" e, forse, l'assassinio di Calabresi non è estraneo a questi "giochi". Procediamo…

Sofri è una figura ben nota. Condannato in via definitiva per l'assassinio di Calabresi, pare oggi una figura di confine fra centrosinistra e centrodestra. Intellettuale dotato di buona penna, è piuttosto arrogante e saccente, nonché ambiguo. Penso che sia unico il suo caso in Italia, scrivendo sia per "Il Foglio" (area centrodestra) e "La Repubblica" (centrosinistra). Si può considerare una sorta di "neoconservatore" moderato e illuminato, filoamericano e filoisraeliano, pronto anche a muovere qualche critica a Bush jr. Tuttavia, in modo furbesco, giustifica gli interventi occidentali, NATO o USA per "esportare la democrazia" con l'argomento della "capitolazione di fronte al nazismo a Monaco del 1938". Insomma i vari Milosevic, Saddam Hussein, Ahmedinnejad e - perché no? - Putin sarebbero tutti degli Hitler a cui si deve reagire adeguatamente. Altro aspetto che accomuna Sofri ai neocon è l'ostilità e l'impegno antirusso, a partire dall'azione nella Bosnia Erzegovina. Sofri è, quindi, una figura molto vicina ai francesi Henry Levy e Glucksmann, non a caso anche loro ex sessantottini poi convertiti rapidamente alla causa filoamericana e antisovietica prima e poi antirussa. Sembra che i due protagonisti del maggio francese siano molto apprezzati dal neoconservatore americano Ledeen, probabilmente trockista in gioventù e poi ammiratore del fascismo italiano e di Mussolini. È noto l'impegno sia di Ledeen che dei due vecchi "sessantottini"

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francesi nel tentativo di rovesciare il regime iraniano degli ayatollah, naturalmente per vie "democratiche". Ma torniamo a Sofri per illustrarne i trascorsi sessantottini e per trattare anche della storia di quella che fu, quasi sicuramente, la formazione extraparlamentare più importante dell'epoca, Lotta Continua, di cui Sofri stesso fu leader.

Lotta Continua, sorta dalle "ceneri" del Sessantotto, fu, molto probabilmente, la formazione paradigmatica della sinistra extraparlamentare o Nuova Sinistra. Sicuramente non dogmatica come le altre, che si richiamavano al leninismo e al maoismo, accogliendo al suo interno le istanze libertarie e delle femministe. La linea "rivoluzionaria" non si chiudeva nell'"operaismo" (Potere Operaio) o nel settarismo "studentesco" (Movimento Studentesco), bensì cercava di aprirsi ad altri luoghi e soggetti sociali. La linea "ribellistica" e, vagamente, "spontaneistica" conduceva, però, ad errori di valutazione come nel caso della rivolta di Reggio, giudicata positivamente ed invece poi egemonizzata dai neofascisti. Insomma, anche in questo il caso di Lotta Continua era paradigmatico, concentrando in sé le tensioni, le contraddizioni ed anche le ambiguità dell'epoca. Meritoriamente, a dire il vero, Lotta Continua si impegnò a dimostrare l'innocenza degli anarchici nella strage di piazza Fontana e montò una vera campagna di stampa contro il commissario Calabresi reo della morte dell'anarchico Pinelli, "volato" da una finestra della Questura di Milano. Forse per questi motivi si attirò ire feroci all'epoca e i tentativi di coinvolgerla nella "strategia della tensione" furono più di uno. A più riprese i neofascisti rivendicarono a nome di Lotta Continua diversi attentati e si tentò, da parte della Divisione Carabinieri Pastrengo di Milano, di accreditare la pista "Lotta Continua" per quanto riguardava l'attentato ai tre carabinieri a Peteano, in cui, si seppe poi dal reo confesso neofascista Vinciguerra, erano coinvolti elementi di Ordine Nuovo. Curiosamente anche Simioni propose alle BR di attuare degli attentati contro la NATO e l'assassinio del principe Borghese, rivendicandoli a nome di Lotta Continua. Fortunatamente l'azione non andò in porto. Sicuramente i rapporti con Simioni non furono dei migliori: nel 1972 il giornale del gruppo pubblicò una lista di presunti agenti CIA fra i quali vi era Simioni. Quella lista proveniva, forse, dalle stesse BR che non si fidavano di Simioni, sempre più in odore di essere un agente provocatore. Intanto il commissario Calabresi venne assassinato e per quel delitto verrà puntato il dito, anni dopo, proprio su Lotta Continua, in particolar modo su Sofri, ritenuto il mandante. All'epoca Calabresi si stava ancora occupando della strage di piazza Fontana, della morte sospetta di Feltrinelli e di un traffico d'armi che alimentava il terrorismo in Italia. Il commissario aveva aperto un fascicolo su Bertoli, il sedicente anarchico che, l'anno dopo, attenterà alla vita del Ministro degli Interni Rumor provocando una strage alla Questura di Milano. È possibile che Calabresi avesse individuato piste che conducevano all'organizzazione paramilitare atlantica GLADIO. Per anni circolerà la voce che gli assassini del commissario provenivano dagli ambienti dell'estrema sinistra, ma da quale formazione in particolare? Recentemente è stato avanzato il sospetto che potesse essere implicato proprio il Superclan, l'ala scissionista delle BR guidata proprio da Simioni. In effetti l'omicidio sembra anticipare di qualche anno l'ondata terroristica sviluppata dalle BR di Moretti e del fido Gallinari, entrambi, in passato, militanti del Superclan. In seguito, com'è noto, i compagni del Superclan ripararono a Parigi ove fondarono la scuola di lingue Hyperion, una centrale del terrorismo internazionale. Vari elementi fanno pensare che l'Hyperion fosse collegata ai Comitati di Resistenza Democratica del filoamericano e filoinglese Sogno, a strutture NATO tipo STAY BEHIND, all'USIS, organismo delle Ambasciate USA e, forse, sostenuto dai finanziamenti della Fondazione Rockfeller. Divenuto capo delle BR, Moretti viaggiava spesso a

Parigi ove si incontrava con gli ex "compagni del Superclan, forse proprio presso l'Hyperion.

Tornando a Lotta Continua, l'informatissimo giornalista piduista con agganci nei servizi segreti, culturalmente di destra, Pecorelli accusò Sofri e l'organizzazione di estrema sinistra di essere finanziati dall'esponente socialista "autonomista" Mancini a scopo di destabilizzazione. In effetti Mancini teneva dei "flirt" con formazioni non propriamente pacifiche dell'estrema sinistra. È noto come egli sostenne, qualche

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tempo dopo, la fazione dell'Autonomia che gravitava intorno alla rivista Metropoli diretta dal prof. Piperno ex Potere Operaio. Questi verrà sospettato di essere a capo della fazione "trattativista" delle BR (quella di Morucci e Faranda) per intendersi e, secondo Giuliana Conforto, figlia della spia del KGB in odore di "doppiogiochismo" Giorgio Conforto, fu proprio Piperno a chiederle di ospitare i latitanti Morucci e Faranda nell'abitazione presso cui verranno arrestati. In effetti Mancini appare come una figura estremamente ambigua: in rapporti piuttosto buoni con il guru democristiano Andreotti, ma anche con il capo dell'Ufficio D del SID Maletti, presunto piduista contrapposto al direttore del SID Miceli, anch'egli piduista e in rapporti sia con Gelli che con Sindona. A proposito di P2 Mancini viene indicato nel Piano di Rinascita Democratica come uno dei politici del PSI in grado di rivitalizzare (certo nel senso auspicato da Gelli & c.) la politica italiana. Un altro esponente del PSI indicato nel Piano piduista è un certo Craxi… Da quel che si è visto, quindi, non è difficile immaginare come possa essere naturale l'approdo al PSI per molti giovani militanti di Lotta Continua e della sinistra extraparlamentare.

Un'altra informazione risulta, invece, più curiosa e, al tempo stesso, più inquietante. Il giornale di Lotta Continua veniva stampato da una tipografia di proprietà di due americani, tali Robert Hugh Cunningham e Robert Hugh Cunningham jr, naturalmente padre e figlio. Ma chi erano costoro? Il primo, un collaboratore del direttore della CIA Richard Helms, quello dei tempi del golpe cileno di Pinochet, per intendersi; il secondo verrà, invece, nominato responsabile delle attività informative in Europa per il Partito Repubblicano USA dal Presidente Reagan. Ciò lascia sbalorditi. Siamo, dunque, nei paraggi della CIA e, per giunta, del Partito Repubblicano… Le società dei Cunningham, allo stesso tempo, stampavano bollettini di disparati movimenti e gruppi politici: Notizie Radicali, appunto del Partito Radicale impegnato nelle lotte per i diritti civili; Nuova Repubblica del movimento gaullista, presidenzialista e filoatlantico dell'ex Ministro della Difesa Pacciardi le cui posizioni erano molto vicine a quelle di Sogno; Assalto, un foglio golpista e fascistoide ed, infine, Autonomia della fazione padovana del prof. Negri. Si tratta di gruppi politici dalle posizioni e linee molto lontane l'una dall'altra. La cosa che viene condivisa, invece, è la comune avversione alla tendenza egemonizzante nella vita politica italiana della DC e del PCI, il cosiddetto "cattocomunismo" e l'avvicinamento fra i due grandi partiti politici. Ed è questa avversione, questa ostilità che la CIA (e il Partito Repubblicano USA ma non solo) condivide con queste fazioni politiche. Il compromesso storico fra DC e PCI è ritenuto pericoloso per gli interessi USA e per la NATO. Al contrario, invece, nonostante gli attacchi agli americani e alla CIA, la sinistra extraparlamentare viene giustamente considerata, nel suo estremismo, velleitaria e, anzi questa presunta linea "rivoluzionaria" può essere utilizzata per agitare spettri su presunti pericoli per la NATO. È la politica della "destabilizzazione per la stabilizzazione", additare a pericoli presunti, alimentarli o agitarli per rafforzare la propria posizione. I giovanotti di Lotta Continua sapevano che la CIA era interessata a stampare il loro giornale, ma si giustificavano affermando che "la CIA faceva buoni prezzi e che era stata lasciata la massima libertà" (sic!). Ciò la dice lunga su quanto fosse autoreferenziale e velleitaria al tempo stesso la Nuova Sinistra italiana che, peraltro, non era certo favorevole al compromesso fra DC e PCI (ragion per cui molti approderanno al PSI). Altro discorso è, invece, la proposta di commettere un omicidio avanzata dall'Ufficio Affari Riservati del Viminale a Lotta Continua. Secondo qualcuno Sofri, nella sua lettera, avrebbe alluso proprio a Federico Umberto D'Amato che, fin dalla nascita del servizio segreto del Ministero degli Interni, ne è stato praticamente il capo occulto. Federico Umberto D'Amato, vicequestore durante la Seconda Guerra Mondiale, divenne un uomo di fiducia del capo della sezione X 2 dell'OSS, antesignana della CIA, il celebre James Jesus Angleton. Della sezione faceva parte il cosiddetto "cerchio della mafia", agenti italoamericani quali Corvo e Scamporino che erano, appunto, in contatto con la mafia italoamericana e la mafia sicula. Un altro del gruppo di agenti italoamericani era Gigliotti che terrà i rapporti della CIA con la Massoneria italiana fino all'ascesa di Gelli nella loggia Propaganda 2. Anticomunista viscerale, Angleton aveva concepito la non originale idea di utilizzare i neofascisti contro i comunisti e, a tale

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scopo, si servirà della collaborazione del principe Borghese, il comandante della X Mas. È da notare come l'organizzazione paramilitare atlantica GLADIO nasca proprio con la partecipazione di elementi del battaglione Vega della X Mas. Recentemente è emerso come, a proposito della strage di Portella delle Ginestre, il bandito Giuliano e la sua banda non fossero stati altro che un capro espiatorio e come vi fosse stata un'attiva partecipazione di mafiosi e militi della X Mas. Il nome di Angleton è stato fatto, non solo a proposito di questa strage, ma anche riguardo all'assassinio del Presidente J. F. Kennedy. Ciò la dice lunga sul tipo di personaggio. Per sua stessa ammissione (e vanto) D'Amato era uomo della CIA in Italia. Già a capo dell'Ufficio Sicurezza Patto Atlantico, quello per il rilascio dei NOS, i documenti d'accesso ai segreti NATO, D'Amato pare aver avuto un ruolo non secondario nella "strategia della tensione". Anche questo non dovrebbe costituire una sorpresa, infatti la CIA aveva messo a punto, sul finire degli anni Sessanta, l'operazione CHAOS, in vigore, non solo negli USA, ma anche negli altri paesi NATO (Gran Bretagna, Germania Federale, Francia, Italia), un'operazione di infiltrazione e provocazione nei gruppi dell'estrema sinistra. Direttore dell'operazione CHAOS era, appunto, Angleton e non è, quindi, illogico che si servisse del suo uomo di fiducia, D'Amato per le operazioni di infiltrazione e provocazione in Italia. A metà degli anni Sessanta l'Ufficio Affari Riservati lanciò l'operazione "Manifesti cinesi" che prevedeva di attizzare lo scontro fra i filosovietici del PCI e i maoisti. A quel tempo, infatti, le relazioni fra URSS e Cina erano tesissime. In quell'occasione D'Amato, con la mediazione del direttore del Borghese, esponente del MSI, Tedesco, si servì di elementi della formazione neofascista Avanguardia Nazionale di Delle Chiaie, travestiti da "maoisti". L'organizzazione di Delle Chiaie si specializzò nelle infiltrazioni delle formazioni maoiste a scopo di provocazione e sembra che la collaborazione fra D'Amato e Delle Chiaie non fosse puramente episodica. Da una propaggine di Avanguardia Nazionale nacque il cosiddetto "nazimaoismo", una bizzarra commistione fra estrema destra ed estrema sinistra inserita nel Movimento Studentesco. Gli studenti appartenenti a questo movimento creavano incidenti e scontri attaccando la polizia in modo del tutto gratuito. Sarà proprio Merlino, un "avanguardista" che si era riciclato anarchico fondando il movimento 22 Marzo in cui militava Valpreda a indirizzare le indagini su piazza Fontana e sulle bombe del 12 dicembre 1969 sulla "pista anarchica". Merlino era quasi sicuramente un uomo dell'Ufficio Affari Riservati del Viminale. Anche Delfo Zorzi, l'ordinovista indagato ma scagionato dall'accusa di essere l'uomo che aveva depositato la bomba nella Banca dell'Agricoltura, era un informatore di D'Amato. Secondo un'informativa del SID, redatta pochi giorni dopo la strage, gli ideatori della strategia delle bombe sarebbero stati proprio il capo di Avanguardia Nazionale Delle Chiaie e Guerin Serac, ex milite dell'OAS, l'organizzazione terroristica dei coloni francesi d'Algeria e a capo dell'internazionale "nera" di Lisbona Aginter Press coinvolta nella manipolazione del terrorismo internazionale. Secondo molti Aginter Press non era altro che lo strumento dell'operazione CHAOS della CIA in Europa e la stessa organizzazione non sarebbe altro che una struttura NATO. Il tutto rimanderebbe ad un ruolo dell'Ufficio Affari Riservati capeggiato da D'Amato, uomo della CIA e probabile strumento della "strategia della tensione" esso stesso. Sarà proprio l'Ufficio Affari Riservati, per bocca di un suo rappresentante, a teorizzare, durante una riunione operativa dei servizi segreti civili in abito NATO, l'infiltrazione, tramite lo sfruttamento di credenziali internazionali, nelle formazioni terroristiche dell'estrema sinistra. Ciò sembrerebbe rimandare all'Hyperion. Dopo aver silurato il SID nell'ambito della competizione fra servizi segreti civili e militari, in seguito alla liberazione del magistrato genovese Sossi da parte delle BR, D'Amato venne rimosso e l'Ufficio Affari Riservati smantellato. Tuttavia D'Amato continuò ad essere un consigliere molto ascoltato nel Ministero degli Interni. Molto apprezzato da Cossiga, D'Amato ne fu il consigliere anche durante i giorni del sequestro Moro e non si conosce quale fosse stato il suo contributo. Più tardi Russomanno, numero due del SISDE, il nuovo servizio segreto civile e già stretto collaboratore di D'Amato, rilasciò un'intervista al Corriere della Sera diretto dal piduista Di Bella e di proprietà dell'editore piduista Rizzoli nella quale rivelava l'imminenza di una vasta operazione delle polizie francese ed italiana contro la scuola di lingue Hyperion. Naturalmente l'operazione venne bruciata. È possibile che D'Amato tenesse contatti con gli uomini del Superclan, coloro che avrebbero fondato Hyperion a Parigi fin dai tempi dell'Ufficio Affari Riservati nell'ambito della "strategia della tensione" e che ciò

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dovesse essere occultato? Per la cronaca anche D'Amato era iscritto alla P2.

Visto quanto sopra non dovrebbe stupire che l'Ufficio Affari Riservati proponesse omicidi nell'ambito dell'estrema sinistra per attizzare la tensione. Inoltre bisogna ricordare che i NAP erano stati fondati anche da fuoriusciti da Lotta Continua per cui potevano esserci motivi di attrito fra le due formazioni. L'operazione dell'Ufficio Affari Riservati ricorda molto l'analoga COINTELPRO dell'FBI diretta da Hoover che, per annientare le Pantere Nere, seminava zizzania fra queste ultime e diverse gang giovanili. Forse non è un caso che D'Amato sia stato chiamato "l'Hoover italiano". Dove non sembra credibile Sofri è quando afferma che la proposta di omicidio sarebbe venuta da un alto dirigente degli Affari Riservati. Ora, c'è sicuramente una grande differenza fra il proporre un omicidio o il sostegno per la stampa di un bollettino. In ogni caso è difficile credere che un uomo come D'Amato, sicuramente una vecchia volpe, o un alto dirigente si espongano in prima persona in questo modo. È certo più credibile pensare che costoro si servano di un uomo degli Affari Riservati ben inserito negli ambienti di estrema sinistra. In questo senso un'idea ce l'avrei…

L'Ufficio Affari Riservati del Viminale poteva disporre, fin dagli anni Sessanta, di una piccola ma efficiente rete informativa inserita negli ambienti di estrema sinistra. Questa rete era coordinata da tale Ronga che, come molti, uscì dal PCI in seguito ai fatti d'Ungheria (1956) deluso anche dal comportamento dei comunisti italiani a riguardo per transitare nel PSDI. Iniziò, quindi, una proficua collaborazione con D'Amato e con il giornale di destra Il Borghese che, come abbiamo visto, aveva stretti rapporti con l'Ufficio Affari Riservati. Il futuro generale del SIFAR Santovito (P2) si interesserà a Ronga per un suo eventuale inserimento nella rete STAY BEHIND, quindi GLADIO. Per la cronaca, Santovito verrà coinvolto in oscure vicende come il Piano SOLO del generale De Lorenzo, il golpe "bianco" di Sogno e Pacciardi e le vicende relative al cosiddetto Super SISMI (retroscena del caso Moro, Billygate, depistaggi delle indagini sull'attentato alla stazione di Bologna, trattative per il rilascio dell'assessore Cirillo e caso Calvi). La rete informativa di Ronga era composta da trockisti e, in genere, aderenti alla sinistra extraparlamentare con venature "rivoluzionarie". Qualcuno, ironicamente, li ha definiti "gli extraparlamentari del Viminale". Fra costoro la figura più interessante è sicuramente quella dell'avvocato Cascone. Proprio a casa sua, a Roma, nel 1967, aveva tenuto una riunione a cui aveva partecipato Feltrinelli con l'obiettivo di unificare quell'area di estrema sinistra (trockisti, filocinesi, ecc…) che polemizzava con la linea legalitaria del PCI. Come è noto, l'editore "rosso" paventava un colpo di stato alla "greca", verificatosi, infatti, proprio in quell'anno ed intendeva organizzare una sorta di resistenza. Quindi, già allora l'Ufficio Affari Riservati era a conoscenza di molte cose sulla sinistra extraparlamentare. Inoltre la presenza di un'area di sinistra che non condivideva le scelte del PCI poteva tornare utile agli occhi degli strateghi della tensione. Ancora più interessante è il fatto che il nome di Cascone compaia relativamente ad alcuni retroscena del caso Moro. L'avvocato, infatti, difendeva Triaca, il titolare della tipografia in cui venivano stampati i comunicati brigatisti e nella quale era sta trovata la stampatrice proveniente dal RUS del SISMI, l'ufficio che gestiva i corpi speciali e, quindi, anche la GLADIO. Inoltre rappresentò anche i Conforto. Come abbiamo visto Giuliana Conforto aveva ospitato a casa sua gli ex brigatisti Morucci e Faranda. Nella medesima abitazione venne anche trovata la mitraglietta Skorpion con cui era stato ucciso Moro. Conviene spendere, invece qualche parola sul padre di Giuliana, Giorgio Conforto, spia del KGB sovietico fin dagli anni Trenta. In un'intervista rilasciata dopo aver guadagnato la pensione fu lo stesso D'Amato a rivelare che, fin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, lui ed Angleton sapevano che Conforto era una spia sovietica. Che vuol dire? Che, forse, Conforto era stato scoperto e poi arruolato per l'Ufficio Affari Riservati (qualcuno fa riferimento alla misteriosa struttura ANELLO) per fare il "doppio gioco" sotto il peso del ricatto? Quel che è lecito sospettare è che l'avvocato Cascone avesse rappresentato Triaca da un lato e i Conforto dall'altro su mandato di qualcun altro che, magari, era inserito nel Viminale.

È mia opinione che fosse stato Cascone o qualcuno inserito nella "rete Ronga" dell'Ufficio Affari

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Riservati del Viminale a fare la proposta a Sofri & c., ignari della vera identità di chi si trovavano di fronte. La verità sarebbe stata scoperta anni più tardi , quando le carte della Commissione d'Inchiesta sulle stragi vennero rese di pubblico dominio. Certamente Sofri ha capito quello che gli strateghi della tensione avevano tentato di fare. Ma allora perché non chiarire tutto senza additare ad un dirigente degli affari riservati ed offrendo in questo modo una versione non credibile dei fatti?Andiamo avanti…

Lotta Continua, come le altre organizzazioni dell'estrema sinistra, si sciolse a metà degli anni Settanta arenandosi sulla questione del femminismo. Rimase solo il foglio che, progressivamente, perse il suo carattere "rivoluzionario". Scoppiò il cosiddetto "movimento del Settantasette", un coacervo che faceva deflagrare contraddizioni vecchie e ne poneva nuove sul tavolo. Estremamente dissacratore, in un certo senso né di destra, né di sinistra (intese nel senso classico del termine ovviamente), era anche il frutto della nuova precarietà giovanile. Accanto a questioni concrete, si fece però anche strada una sorta di edonismo anarcoide e un ripiegamento via via sempre maggiore nel privato che, in un certo senso, per alcuni versi, anticipano gli anni del riflusso. Sotto un altro aspetto l'ala creativa viene soppiantata e soverchiata dalla cosiddetta Autonomia, un magma ambiguo e contiguo alla lotta armata. E poi c'è l'eroina, le droghe… Lotta Continua, pur avendo poco a che fare con il movimento, diviene un foglio critico e sarà protagonista di questo progressivo ripiegamento nel "privato". Sono gli anni della crisi internazionale del comunismo – di cui, peraltro, pure il movimento del Settantasette, con il suo spirito dissacratorio, era un sintomo – già palesata con l'invasione sovietica in Cecoslovacchia nel 1968 ed anche gli anni del curioso passaggio di molti dalla Nuova Sinistra libertaria alla Nuova Destra neoliberista. Molti transfughi del Sessantotto fiutano l'aria che sta cambiando e si adeguano, altri subiscono ricatti per un passato non proprio pacifico, altri si chiudono, appunto, nel privato. Il percorso di molti prevede il passaggio dalla sinistra extraparlamentare (soprattutto Lotta Continua e Potere Operaio) o, pure dal PCI al PSI di Craxi, per approdare, infine, ma molti anni più avanti, in Forza Italia di Berlusconi. In effetti, l'approdo verso il PSI era parso naturale, in quanto, effettivamente, questo partito era stato molto più sensibile del PCI nell'accogliere le istanze del Sessantotto e della sinistra extraparlamentare, specie riguardo i diritti civili. La polemica, invece, fra il PSI di Craxi e il PCI di Berlinguer, giudicato obsoleto, raggiungerà livelli aspri. Tuttavia lo spostamento a destra del PSI è palese. Dal 1979, in seguito all'affare ENI PETROMIN Craxi si avvicina a Gelli ed alla P2 avvicinandosi ai progetti presidenzialisti della loggia e da allora inizia un'irresistibile ascesa nel partito che lo porterà ad eliminare tutti i concorrenti della sua corrente "autonomista". D'altronde è noto come Gelli, Craxi ed anche Berlusconi condividessero i progetti politici. Inoltre il giornale del PSI Avanti chiamerà a collaborare il golpista "bianco" Sogno, altro elemento affine.

Sono gli anni Ottanta, gli anni del rampantismo, dello yuppismo e dell'edonismo consumistico. Sono gli anni del neoliberismo angloamericano, di Reagan e della Thatcher. Si afferma una Nuova Destra USA m anche internazionale che raggruppa elementi apparentemente non molto conciliabili come il neoliberismo "tecnocratico" della Trilateral e dei Rockfeller, il neoconservatorismo che muove argomenti di "difesa della democrazia" per promuovere nuove forme di imperialismo ed i falchi di vecchio stampo, specie repubblicani, dediti alla retorica patriottarda e all'anticomunismo. Il centro della Nuova Destra risiedeva certamente nel Centro di Studi Strategici ed Internazionali di Georgetown (CSIS) che raccoglieva gente come Kissinger, Colby, Cline, Haig, Luttwak e un certo Ledeen. Quest'ultimo era noto in Italia. Esperto di cose italiane, collaborava con il Giornale di Montanelli ed edito da Berlusconi, l'imprenditore legato a Craxi ed era consulente del Ministero degli Interni nei giorni del sequestro dell'onorevole Moro. Diventerà consigliere dell'ammiraglio Haig sotto la presidenza Reagan e verrà coinvolto nell'affare Iran Contras. Ledeen era probabilmente uno dei manovratori del SuperSISMI diretto dal duo piduista Santovito - Musumeci tramite il suo protetto, il faccendiere Pazienza. Ledeen ammetterà che il PSI di Craxi era diventato il vero cavallo di battaglia degli americani grazie ai decisi accenti anticomunisti del leader del PSI e ad uno stile più moderno di una DC non più molto affidabile per i suoi approcci con i comunisti. In

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effetti gli anni Ottanta saranno gli anni di Craxi (come gli anni Novanta saranno gli anni di Berlusconi), con il suo decisionismo che si sposava bene con lo stile presidenziale di Reagan. Craxi sarà ammirato da americani ed inglesi, soprattutto i repubblicani e i conservatori. Ledeen (e Pazienza) faranno da tramite tra il PSI craxiano e gli ambienti dell'amministrazione Reagan e del CSIS. In un certo senso i due sostituivano proprio Gelli e la P2, ormai cadute in disgrazia. È stato proprio Craxi a confermare, dopotutto, che i contatti con Gelli venivano tenuti perché aveva ottimi agganci americani, in sostanza gli stessi del duo Ledeen – Pazienza. Sarà proprio il delfino di Craxi, Martelli a testimoniare che, alla cerimonia di insediamento di Reagan alla Presidenza USA nel 1981, cerimonia a cui aveva presenziato in qualità di rappresentante del PSI, era presente anche Gelli. Anche Martelli è una figura interessante sotto molti profili. Era sicuramente il pupillo di Craxi a tenere i rapporti con Gelli e la P2 e, quindi, con gli ambienti legati al CSIS. La P2 finanzierà, tramite il Banco Ambrosiano sotto la presidenza di Calvi, il PSI intestando il conto denominato Protezione 633369 dell'UBS intestato proprio a Martelli. Dato che la lista della P2 rinvenuta a Castiglion Fibocchi era largamente incompleta a detta dello steso Gelli, è lecito sospettare che lo stesso Martelli potesse essere un piduista. Secondo il Piano di Rinascita Democratica, Craxi era uno dei politici da coltivare per conquistare al Piano, inoltre lo stesso Gelli, in un'intervista, auspicherà la nomina di Craxi a Presidente del Consiglio, cosa che, puntualmente, si avvererà. Non è logico pensare che Gelli avesse affiancato Craxi con qualcuno a lui vicino, magari per influenzarlo. Si tratta di illazioni, ma Gelli si servì certamente di queste tecniche di influenza per raggiungere i suoi scopi. In effetti Gelli lamenterà che l'esponente socialista si era dimenticato di lui… C'è un altro dato interessante. Documentalmente è provato che il SID, il vecchio servizio segreto militare, fece spiare Craxi da un esponente del PSI milanese agli inizi degli anni Settanta. La fonte era denominata "Marte", poi "Urano". Il pensiero a Martelli è naturale anche se lui negherà. Ammetterà, comunque, che il PSI (ma probabilmente anche parte della sinistra extraparlamentare), a quei tempi collaborava con il SID e i servizi segreti, in appoggio alle opposizioni e agli esuli dell'Europa dell'est. Per carità! Nulla di male, ma si tralascia il piccolo particolare che, in quel periodo le sinistre accusavano proprio i servizi segreti di essere i mandanti della strage di piazza Fontana e della strategia della tensione. Insomma, invece, qualcosa legava il "mussoliniano" Gelli al "socialista" Martelli. Ma ci sarebbe forse da stupirsi per una laison fa il presunto agente DIA e CIA Gelli ed il presunto informatore del SID Martelli? I rapporti con gli americani, tramite Ledeen, venivano ancora tenuti da Martelli. Si profila una complessa connection amministrazione Reagan e Bush – CSIS (Ledeen) – P2 (Gelli e Ortolani) – SuperSISMI (Pazienza e Santovito) – PSI (Craxi e Martelli). Non si deve dimenticare anche il ruolo giocato dal Vaticano, soprattutto in relazione all'appoggio a Solidarnosc. Si trattava anche di compiacere il papa polacco Giovanni Paolo II. Come è noto i dissidenti antisovietici di Solidarnosc ricevettero i finanziamenti sia dalla banca vaticana, lo IOR diretto da monsignor Marcinkus, presunto piduista e dalla banca della P2, il Banco Ambrosiano diretto dal piduista Calvi che, forse verrà assassinato perché in procinto di rivelare i maneggi di monsignor Marcinkus. Certo gli americani non erano dispiaciuti di queste operazioni che, anzi, certamente incoraggiavano e i risultati si vedono ancor oggi, infatti, in Europa, i paesi dell'Europa dell'est sono sicuramente i più filoamericani ("i liberatori dal comunismo") e, guarda caso, la Polonia si distingue fra tutti. Ma, in tutto questo, Sofri cosa c'entra? Beh! Innanzitutto il suo impegno per Solidarnosc era noto, poi, cosa un po' meno nota, era amico e consigliere dell'onorevole Martelli. E qui la cosa si fa interessante… Come abbiamo visto Sofri simpatizzava o qualcosa di più con il PSI e si era "convertito" ad una sorta di neoconservatorismo "moderato", meno "arrabbiato" dei Luttwak e dei Ledeen, ma di cui accoglieva gli argomenti. Possibile poi che non sapesse proprio niente dell'attività politica di Martelli, visto che era suo amico? E delle sue relazioni?

Agli inizi degli anni Ottanta il giudice della Procura di Trento Carlo Palermo condusse un'inchiesta scottante sui legami e gli intrecci fra traffici di armi e di droga disvelando il coinvolgimento di mafiosi, piduisti, terroristi e uomini legati agli ambienti dell'amministrazione USA di Reagan. In buona sostanza l'inchiesta anticipava quanto avrebbe rivelato anni dopo il contractor CIA Brenneke

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che comprava armi in Cecoslovacchia per conto dell'Agenzia. L'agente CIA parlava della connection CIA – P2 – mafia italoamericana e siciliana, dei traffici di armi e droga e del terrorismo sia di estrema sinistra che di estrema destra alimentati ad arte in Europa allo scopo di "stabilizzare attraverso la destabilizzazione", naturalmente in senso atlantico.

In un certo senso le sue dichiarazioni confermate anche da un altro agente CIA Razin, anticipavano la scoperta dell'organizzazione paramilitare GLADIO. Il giudice di Trento ebbe il "torto" di coinvolgere nella sua inchiesta dei faccendieri di area PSI fra cui Mach di Palmstein, un affarista che, in precedenza aveva presenziato ad una sorta di ricevimento in onore del banchiere "suicida" Calvi insieme ad una serie di personaggi come Pazienza, Carboni – in quel tempo socio di Berlusconi - l'ex direttore del SISMI Santovito e alcuni boss della banda della Magliana. Craxi, in quel periodo Presidente del Consiglio, andò su tutte le furie e fece pressione sul CSM, perché Palermo venisse trasferito. Cosa che puntualmente avvenne…

La destinazione era Trapani, città siciliana particolare e non solo per la presenza di cosche mafiose agguerrite, ma anche per le logge massoniche "deviate" e ad alta densità mafiosa raccolte attorno al Centro Scontrino, per l'ubicazione del Centro Scorpione dell'organizzazione atlantica GLADIO e per essere il centro di un movimento separatista e di annessione alla Libia di Gheddafi collocato piuttosto a destra. In questa città il giudice Palermo continuò le sue inchieste e, nell'aprile del 1985, scampò miracolosamente ad un'autobomba che, invece provocò la morte di una donna e dei suoi due gemellini. Fu delitto di mafia? C'entrava la massoneria? Oppure la stessa GLADIO? Certo è che il giudice Palermo, che poi si dimise, si occupava di inchieste tremendamente sospette. E Trapani è ancora al centro di un'altra vicenda che, forse, non è del tutto estranea alle inchieste del giudice Palermo. Nel settembre del 1988 Mauro Rostagno, giornalista, ex leader della componente "libertaria" venne assassinato presumibilmente dalla mafia trapanese. Secondo il giornalista Di Cori l'ex leader di Lotta Continua era riuscito a filmare i voli di un piccolo aeroporto in dotazione al Centro Scorpione della GLADIO. In esso gli aerei della cooperazione con gli aiuti destinati alla Somalia venivano svuotati e riempiti poi di armi. Dunque un traffico di armi che coinvolgeva la GLADIO. Sembra che Rostagno fosse venuto a conoscenza di quei traffici che, qualche anno più tardi, porteranno presumibilmente alla morte la giornalista Ilaria Alpi e l'operatore Hrovatin. Secondo un sedicente "gladiatore" intervistato alla trasmissione Report di RAITRE, la GLADIO era stata utilizzata per degli sporchi traffici dai potenti di allora. Traffici di armi, ma anche scorie radioattive e rifiuti tossici. Allora erano coinvolti imprenditori e faccendieri craxiani. Interessati agli affari immobiliari erano, invece, il futuro sindaco di Milano Pillitteri, già aderente alla Maggioranza Silenziosa di De Carolis (P2), ammiratore di Sogno (P2) e poi approdato dal PSDI al PSI di Craxi di cui divenne genero e anche Berlusconi, tycoon molto amico di Craxi. Non è improbabile che Craxi, quando era Presidente del Consiglio, avesse utilizzato i servigi di GLADIO, infatti allora intratteneva fitti rapporti con il dittatore somalo Siad Barre convertito alla causa "occidentale". Traffici di armi per il dittatore in cambio di terreno per i rifiuti? Possibile… È noto come Craxi avesse favorito un colpo di stato militare in Tunisia causando la destituzione dell'eroe nazionale Burghiba e che l'operazione era stata condotta dalla GLADIO. È possibile che l'organizzazione paramilitare, magari con l'appoggio logistico della mafia locale, fosse stata la responsabile operativa degli attentati a Palermo e Rostagno? Rostagno, poi, aveva scoperto i maneggi della comunità di recupero dalla droga Saman che egli stesso gestiva con l'aiuto di un altro oscuro personaggio, Cardella, sempre vicino ai socialisti. Sembra che anche Saman non fosse estranea ai traffici di cui sopra… Sempre secondo Di Cori Rostagno, allarmato, avrebbe riferito il tutto a una persona vicina all'allora Ministro della Giustizia. Il giornalista non dice chi fosse questo personaggio, ma Ministro della Giustizia del Governo Andreotti (l'ennesimo), era allora, appunto, Martelli e la comune militanza in Lotta Continua farebbe pensare proprio a Sofri. In effetti è lo stesso periodo in cui Sofri, ma anche i vertici di Lotta Continua vengono incriminati per l'assassino del commissario Calabresi con le dichiarazioni del "pentito" Marino. Questo "pentito" sarebbe stato gestito dal colonnello dei carabinieri Bonaventura che verrà indicato come colui che, in seguito alla

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perquisizione del covo brigatista di via Monte Nevoso a Milano sottrarrà copie dei "verbali" dell'interrogatorio di Moro da parte dei brigatisti. Un alto ufficiale in pensione del SISMI Cogliandro allestì una sorta di "servizio segreto privato" presumibilmente al servizio di Craxi. Dalle informative raccolte emerge un'ostilità nei confronti della cosiddetta "lobby di Lotta Continua", forse giudicata come una sorta di gruppo teso a influenzare da "sinistra" il PSI. Nei servizi segreti, ove, forse non mancavano scampoli di piduismo e nelle forze dell'ordine era diffusa un'avversione nei confronti degli ex di Lotta Continua? Si temeva che potesse trapelare qualcosa sui traffici somali? E anche nel PSI c'era qualcosa che si muoveva? Non si può escludere, comunque, che Rostagno avesse rivelato qualcosa a Sofri.

Nel 1987, alle elezioni politiche, il PSI craxiano registrò un parziale successo. Per l'occasione occorre ricordare che la mafia siciliana, Cosa Nostra, allora dominata dai corleonesi di Riina, aveva fatto spostare dei voti dalla DC al PSI (ma anche al Partito Radicale), quindi verso partiti garantisti. La DC non offriva più molte garanzie mentre i socialisti – con i radicali – si agitavano per promuovere la responsabilità penale dei giudici. Gli attacchi dei craxiani contro la Magistratura – un assaggio di quelli forse più gravi lanciati anni dopo da Berlusconi - erano cominciati in occasione di quelle inchieste della Magistratura milanese che toccavano la fuga di Sindona, la P2 e il crack del Banco Ambrosiano. Peraltro l'atteggiamento del PSI craxiano nei confronti dei giudici rispecchiava l'analogo atteggiamento di Gelli e dei piduisti, i quali volevano imporre il controllo dell'Esecutivo sulla Magistratura requirente. Questo atteggiamento, peraltro, era anche comune al garantismo dei Radicali e della sinistra extraparlamentare che avevano un'allergia nei confronti dei giudici risalente a qualche anno addietro. Martelli, poi Ministro della Giustizia, era stato eletto anche grazie a voti mafiosi. Che Riina e i mafiosi siciliani diffidassero della DC e tentassero un approccio nei confronti del PSI sembra confermato da dichiarazioni di pentiti. Riina aveva convocato il famoso stalliere mafioso di Arcore Mangano, per riferirgli che "era lui ad avere in mano Berlusconi". Il cavaliere doveva essere la via per arrivare proprio a Craxi. Nel 1990 viene varato il cosiddetto CAF (Craxi – Andreotti – Forlani), un governo di pentapartito (DC – PSI – PSDI – PRI – PLI), ma retto fondamentalmente dall'intesa fra i craxiani e la destra democristiana. Insomma una formula che non sarebbe dispiaciuta a Gelli che, una decina d'anni prima, auspicava l'accordo fra Craxi ed Andreotti, il primo come Presidente del Consiglio, il secondo della Repubblica, per promuovere un assetto costituzionale presidenzialista. Viene approvata la cosiddetta legge Mammì sull'assetto radiotelevisivo, una legge fatta su misura per Berlusconi, voluta fortemente da Craxi e che, in teoria, non sarebbe dispiaciuta a Gelli. La sinistra democristiana apre una crisi con le dimissioni di cinque ministri che vengono prontamente sostituiti da Andreotti, Presidente del Consiglio. Il paese è in fermento, agitazione e la Prima Repubblica mostra segni di crisi evidenti. Si affacciano nuove forze politiche come le Leghe, la Rete, i referendari… Il PCI, con il crollo del Muro e i fatti di piazza Tienammen, deve, a sua volta, affrontare una crisi non facile che porterà a un rinnovamento del partito, ormai liberatosi del marxismo. È proprio in quel 1990 che la crisi comincia a farsi acuta per la Repubblica. È utile rammentare come le gocce che fanno traboccare il vaso vengono da quei capitoli oscuri della storia repubblicana. In un servizio televisivo il contractor CIA Brenneke svela i rapporti fra CIA, mafia e P2 nella gestione di traffici d'armi e droga e nel finanziamento del terrorismo, mentre qualche mese più tardi il Presidente del Consiglio Andreotti si vede costretto a rivelare l'esistenza dell'organizzazione paramilitare atlantica GLADIO di cui si sospetta un ruolo nella "strategia della tensione". In via Montenevoso a Milano, ove anni prima, i carabinieri avevano rinvenuto copie del memoriale Moro in un covo brigatista, vengono trovate copie inedite in cui emerge l'esistenza della GLADIO e in cui viene attaccato il Presidente del Consiglio Andreotti. Il Presidente della Repubblica Cossiga, già "gladiatore" e Ministro degli Interni durante il sequestro Moro con i comitati di crisi colmi di piduisti, dà di matto. Si atteggia a paladino di una riforma presidenzialista dello stato italiano, attacca la Magistratura con cui avvia un conflitto di poteri piuttosto grave, difende i "gladiatori" e i piduisti, attacca i comunisti e i compagni di partito e propone una soluzione all'annosa questione dei detenuti degli anni di piombo con una sorta di amnistia generale.

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Un colpo di spugna perché si rimuovano le responsabilità (molteplici) dei tentativi di golpe veri o presunti, della strategia della tensione, delle stragi, del terrorismo e degli anni di piombo. L'impressione è quella : una soluzione che non dispiacerebbe non solo ai brigatisti rossi in carcere, ma pure ai terroristi neri e anche ai "gladiatori" o a gruppi armati consimili e ai servizi cosiddetti "deviati" e piduisti. A mio parere non è vero che i vecchi leader politici come i Craxi, gli Andreotti, i Cossiga, ecc… non fossero inconsapevoli della bufera. Sicuramente essi volevano cavalcare il cambiamento, ma è probabile che si fossero create divergenze con la sostanziale creazione di due cordate: da una parte Cossiga – Craxi – Gelli e dall'altra Andreotti – Martelli. La differenza sta nel fatto che, mentre questi ultimi pensavano di liberarsi, almeno parzialmente, del giogo dei rapporti con poteri forti o occulti (americani, nuove P2, massonerie "deviate, mafie, ecc…) guardando alle nuove forze politiche e concedendo qualcosa sul terreno della "questione morale", magari per avvicinarsi ai comunisti; i primi puntavano sulla riforma presidenzialista e, probabilmente, sul rinnovamento dei rapporti con i poteri suddetti. In questo frangente vediamo Gelli, logge "deviate", Cosa Nostra ed elementi di estrema destra impegnati nel creare improbabili movimenti e "leghe meridionali", a volte con venature separatiste a imitazione della Lega Nord con intenti destabilizzanti. Vi è coinvolto anche un senatore socialista già inquisito per favoreggiamento dei brigatisti. Che, invece, Andreotti e Martelli avessero tentato di rifarsi la "verginità" politica pare indubbio. Il Presidente del Consiglio deve rifarsi dei pesanti rapporti della sua corrente con la mafia siciliana, mentre, come abbiamo visto, il Ministro della Giustizia aveva preso voti dalla mafia a Palermo, magari inconsapevolmente, per cui si porterà in via Arenula proprio Falcone di cui diverrà sostenitore e sponsor politico. I rapporti di Martelli con Craxi, da cui vorrebbe affrancarsi, non sono più quelli di un tempo e anche con Gelli, ammesso che vi siano stati contatti non superficiali, sono cambiati. Quando Martelli verrà travolto dall'inchiesta sul Conto Protezione troverà il modo di accusare Gelli di essere all'origine dei suoi guai. Anche per Andreotti il discorso non cambia e i suoi guai politici e giudiziari cominciano probabilmente con le rivelazioni sulla GLADIO. Ma il futuro senatore a vita non si limita a questo, fa allusioni anche pesanti e poi, per l'attentato a papa Giovanni Paolo II punta il dito su padre Morlion – di cui, in gioventù, era stato segretario particolare. Morlion era stato un collaboratore della CIA. Insomma gli americani… Andreotti viene a sua volta fatto oggetto di attacchi e indicato come il vero capo della mafia e Grande Vecchio della strategia della tensione. E la mafia da che parte sta? I corleonesi paiono impegnati su diversi fronti: oltre ad agganciare nuovi soggetti politici diversi dalla DC e sperimentare in maniera autonoma nuove vie politiche di cui si è detto, da un lato si organizzano le vendette nei confronti dei magistrati che avevano allestito il maxiprocesso, quindi Falcone e Borsellino e dall'altro le esecuzioni dei "traditori" politici. Andreotti viene colpito indirettamente, prima con l'assassinio del suo proconsole in Sicilia, già in odore di mafia, Salvo Lima, poi con la strage di Capaci di cui rimane vittima il giudice Falcone, ma che viene attuata proprio nei giorni dell'elezione del Presidente della Repubblica. Cade la candidatura di Andreotti a favore di quella di Scalfaro. Infine viene assassinato l'esattore andreottiano Ignazio Salvo. L'antica relazione fra andreottiani e mafiosi si era rotta… È accertato, poi, che Cosa Nostra voleva assassinare Martelli, sponsor di Falcone per la sua elezione alla DIA. Due mesi dopo la strage di Capaci, con la strage di via D'Amelio, sempre a Palermo la mafia uccide anche il giudice Borsellino, amico e collega nel pool antimafia del giudice Falcone. Un paio di giorni prima della strage di Capaci Borsellino aveva rilasciato un'intervista al giornalista francese Calvi nella quale si faceva esplicito riferimento a Berlusconi e Dell'Utri come a riciclatori dei proventi dei traffici di droga di Cosa Nostra. Come è noto Dell'Utri, collaboratore e amico di Berlusconi, verrà condannato a nove anni per mafia in primo grado. Sembra che fosse stato proprio Dell'Utri a far assumere il mafioso Mangano come fattore da Berlusconi.

Ma in questa grave crisi istituzionale, in questa sorta di guerra di tutti contro tutti che faceva Sofri? E da che parte stava? Impregnato a difendersi dall'accusa di essere stato il mandante dell'omicidio del commissario Calabresi, Sofri fa una sorprendente rivelazione sul giornale Il Sabato, area CL, rivelazione che, forse non ha niente a che vedere con i suoi guai giudiziari, o forse no… Allora Il Sabato era diretto da un ex di Lotta Continua Paolo Liguori. Come è noto gli ex delle formazioni

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extraparlamentari dell'estrema sinistra sarebbero approdati poi o al PSI craxiano, o al Partito Radicale come alcuni noti estremisti di destra o, addirittura, sulle sponde cielline. Liguori sembra essere approdato a tutte le sponde! Da Lotta Continua a redattore di Radio Radicale, dal foglio anticomunista di Montanelli Giornale a quello dell'ENI Giorno, dal ciellino Sabato alle reti berlusconiane della Fininvest. È indicativo della mentalità mercenaria di molti di questi soggetti. Ma cosa disse, in sostanza Sofri? Secondo una fonte da lui interpellata, "accreditata per non dire sciocchezze", durante i giorni del sequestro Moro Gelli avrebbe occupato un ufficio presso il Ministero della Marina Mercantile e, come collaboratore dei servizi segreti, avrebbe partecipato ai comitati. Ai tempi Sofri si era impegnato con il suo giornale Lotta Continua per la liberazione di Moro mediante trattativa intrattenendo a tal scopo contatti con il PSI e i gruppi extraparlamentari. Insomma Sofri vuole tirare una frecciata dicendo in sostanza che, mentre lui, i "lottacontinuisti" (e il PSI) si erano impegnati per promuovere la trattativa, altri, negli ambienti ministeriali, peraltro colmi di piduisti, lavoravano per la fine dello statista. Insomma, in maniera non esplicita, si attaccano Gelli, la P2 ma anche Cossiga che era il Ministro degli Interni. Non è poi la prima volta che l'allora Presidente della Repubblica veniva fatto oggetto di attacchi riguardo il caso Moro. Tre anni prima, nel 1988, Craxi aveva fatto capire di essere in possesso delle bobine di registrazioni delle telefonate di un presunto brigatista che accusava Cossiga di essere fra i capi delle BR. Difficile da credere… Tuttavia qualche elemento di ricatto concreto Craxi e il PSI dovevano averlo visto che, da allora, le posizioni con il Presidente della Repubblica, soprattutto per quanto riguarda presidenzialismo e Magistratura, saranno sempre più convergenti. Ma adesso il contesto è un po' cambiato… Evidentemente all'interno del PSI non c'è più la stessa sintonia con il segretario Craxi. Non è, infatti, possibile che la fonte di Sofri fosse proprio Martelli che, a detta di Gelli, aveva intrattenuto con il Venerabile dei buoni rapporti in passato? È evidente che l'idillio con Gelli e con Craxi è cosa del passato per Martelli. Ma perché Sofri si presterebbe al gioco di queste rivelazioni? Innanzitutto egli è ben introdotto negli ambienti del PSI e sceglie di stare dalla parte del suo amico Martelli, impegnato, come abbiamo visto, ad un "rinnovamento politico". Credo anche, poi, che Sofri pensasse seriamente che i poteri occulti legati a Gelli o che lo erano stati, avessero brigato per incastrarlo nella vicenda dell'assassinio del commissario Calabresi. E qui rimando a quanto detto a proposito dell'omicidio Rostagno, ex Lotta Continua e amico di Sofri. Le rivelazioni vennero fatte su un giornale diretto da un ex "compagno" di Sofri e allora è veramente così illogico pensare che esistesse una lobby di Lotta Continua (operante soprattutto all'interno del PSI) come ritenevano infatti gli uomini del colonnello Cogliandro? Credo di no: all'interno soprattutto della stampa, in particolari frangenti, una sorta di solidarietà non superficiale è venuta fuori come nel caso Calabresi. Almeno questo era sicuramente il pensiero di settori dei poteri occulti e dei servizi segreti che, invece, guardavano con simpatia a Craxi, il quale, molto probabilmente, ricambiava. Ma c'è da aggiungere un ultimo elemento: il giornale Sabato era finanziato dall'andreottiano Sbardella, il quale, nel momento dell'offensiva mafiosa contro la corrente di Andreotti, denuncerà manovre di poteri forti e occulti nazionali ed internazionali. È noto come CL fosse una sorta di "braccio armato" di Andreotti oltre che della Chiesa. Il fatto che allora Andreotti e Martelli condividessero parecchie scelte, sembra chiudere il cerchio. Dunque da un lato Cossiga – Craxi – poteri a cui fa riferimento Gelli (Nuova Destra americana, mafia, servi segreti "deviati", logge massoniche "deviate", ecc…) e dall'altro Andreotti – Martelli – lobby di Lotta Continua. La prima metà degli anni Novanta in Italia si presenta, quindi, all'insegna del "di tutto di più". Senza cercare di azzardare un'interpretazione vi illustro alcuni degli eventi di maggior peso ed importanza: la "guerra di mercato" fra De Benedetti e Berlusconi per il controllo della Mondadori, la legge Mammì che sancisce il duopolio televisivo RAI – Fininvest di Berlusconi, le rivelazioni degli agenti CIA Brenneke e Le Winter sui rapporti CIA –P2 – mafia e fra Bush senior, allora Presidente USA, e Gelli, le esternazioni del Presidente della Repubblica Cossiga contro Magistratura, DC e PCI, l'accusa ad Orfei, consigliere di De Mita, di essere una spia del KGB, l'inchiesta del giudice Casson sulla strage di Peteano che porterà alla rivelazione della GLADIO da parte del neofascista Vinciguerra e la conferma del Presidente Andreotti in Parlamento, la scoperta delle copie "inedite"

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del memoriale Moro con riferimenti a GLADIO e attacchi ad Andreotti, le imprese della cosiddetta banda della Uno Bianca, che si sospetta essere una "scheggia impazzita" della GLADIO, la desecretazione dei documenti relativi al Piano SOLO, uno strano incidente che coinvolge il neofascista Delle Chiaie, l'inchiesta Mani Pulite, la maxitangente ENIMONT con contorno di suicidi fra politici socialisti, manager di stato e di Gardini, manager della Ferruzzi e finanziatore del PSI e, secondo il sedicente "gladiatore" militare Arconte, anche della GLADIO, l'inchiesta sul crack del Banco Ambrosiano e sul conto Protezione, l'inchiesta calabrese sulla cosiddetta massomafia, l'intreccio fra massoneria "deviata" e 'ndrangheta, l'inchiesta sui traffici Phoney Money che coinvolge la Lega, quella sui traffici di armi nei Balcani, le telefonate della finte rivendicazioni a nome della Falange Armata, forse ad opera di una sezione del SISMI (e che ricorda il recente spreco di buste e pallottole come avvertimento), lo scandalo dei fondi neri del SISDE, lo sventato finto attentato ad un treno ad opera di un collaboratore del SISDE e di un piccolo camorrista, le voci di presunti golpe (Ciolini, Saxa Rubra, Di Rosa, ecc…), un piccola bomba rivendicata da "nuove BR" alla base NATO di Aviano, l'individuazione di Maccari, il quarto carceriere di Moro, l'incriminazione di Andreotti per mafia e per l'assassinio del giornalista Pecorelli, l'incriminazione di Craxi, il riemergere del nome di Gelli in nuove inchieste (riciclaggio in Campania, rapporti 'ndrangheta – massoneria in Calabria, i nuovi movimenti "leghisti" mafiosi e di estrema destra), nuove morti sospette in Somalia (il "gladiatore" Li Causi, già a capo del centro Scorpione di Trapani, la Alpi e Hrovatin, il misterioso disastro della Moby Prince, la nuova inchiesta del giudice Salvini sulla strage di piazza Fontana, gli approcci di Riina e Cosa Nostra a Craxi e Berlusconi, il nuovo indipendentismo siciliano e meridionale pilotato da mafia e settori della massoneria, l'assassinio di Lima e Salvo, uomini vicini ad Andreotti, l'arresto di Contrada numero tre del SISDE per concorso esterno di aiuto alla mafia, le bombe mafiose del biennio 1992 – 1993 (Falcone, Borsellino, l'attentato a Costanzo, Roma, Firenze, Milano) con il corollario di avvertimenti a settori dei servizi, della massoneria e di "ordini cavallereschi", il sospetto suicidio di un mafioso, la visita in carcere in Inghilterra al mafioso Di Carlo, già indicato come l'assassino del banchiere Calvi, di agenti segreti americani e inglesi, l'arresto di Riina e il sospetto di mancata perquisizione della sua villetta, le trattative segrete fra organismi dello Stato e la mafia, il finto attentato a Palazzo Chigi, la mancata strage all'Olimpico di Roma, la gestazione e la formazione del "partito" di Berlusconi Forza Italia. Anni certamente convulsi, come si può vedere…

Dopo la morte di Borsellino, lo Stato non poteva rimanere inerte e così vennero arrestati diversi boss, nello stesso tempo si cercava di intavolare trattative come quella del ROS dei carabinieri che contattò l'ex sindaco di Palermo affiliato alla mafia Vito Ciancimino. I corleonesi pretendevano la revoca di una serie di misure come la confisca dei beni mafiosi e del 41 bis, probabilmente minacciando nuove stragi. Nel gennaio del 1993 venne arrestato Riina, il boss dei boss proprio dai carabinieri del ROS. Fra gli ambienti mafiosi corre ancora voce che fosse stato tradito da Provenzano, il superlatitante, solo recentemente catturato a sua volta. Sembra che fosse stato lui a indirizzare Ciancimino dai carabinieri. Quel che è certo è che i carabinieri arrestarono Riina fuori dalla villa e non effettuarono mai alcuna perquisizione doverosa dell'abitazione. Vi erano forse documenti scottanti che riguardavano le complicità di finanzieri, imprenditori, politici e professionisti alla mafia, documenti che potevano servire a Riina a scopo di ricatto. Non lo sapremo mai… I termini della trattative di cui si è detto paiono ancor oggi nebulose. Cosa Nostra sembra spaccarsi fra i "moderati" raccolti attorno a Provenzano e gli "intransigenti" seguaci di Riina. Comincia una nuova campagna terroristica fuori dall'isola, forse con la complicità dei soliti "poteri occulti" (servizi e logge massoniche "deviate"?) che prevede il danneggiamento di monumenti e i soliti avvertimenti e messaggi a chi deve intendere (Stato? Servizi segreti? Massoneria? Vaticano?). Quando la campagna cessa, con la consueta scia di sangue, il progetto berlusconiano di Forza Italia è ormai portato a termine e i movimenti "separatisti" manipolati dalla mafia vengono sciolti. Su questo progetto occorre pur dire qualche parola… Credo che il cavalier Berlusconi avesse ricevuto più sollecitazioni. Innanzitutto la Fininvest era sull'orlo del fallimento e il principale padrino politico, nonché amico, Craxi era ormai "bruciato" dalle inchieste giudiziarie. Scendere in campo

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costituiva forse l'unica via per impedire la vittoria dei propri avversari politici, specie il PDS – PCI. Vi erano poi certo le sollecitazioni di quei poteri che, molto probabilmente, erano stati fondamentali per la fortuna imprenditoriale del tycoon (vogliamo fare della ipotesi: la Nuova Destra americana? Vecchie e nuove P2? La mafia italoamericana e quella siciliana? Spezzoni dell'anticomunismo di casa nostra?). Non dimentichiamoci che Berlusconi era stato iscritto alla P2 e, secondo il giornalista Guarino, si era finanziato tramite il sistema di riciclaggio sindoniano, in sostanza quello mafioso. Forza Italia nasce sostanzialmente da Publitalia, la società di raccolta pubblicitaria, quindi, in sostanza, la più importante della galassia berlusconiana, diretta da Marcello Dell'Utri, in rapporti con elementi della mafia palermitana. Sarà lo stesso Craxi a dare il via all'operazione di Berlusconi, ma con una riserva, mentre Craxi privilegia un'operazione di marca "centrista" coinvolgendo elementi del vecchio pentapartito, Berlusconi, nel suo anticomunismo viscerale, guarda soprattutto alla Lega e ai postfascisti dell'MSI poi AN. I fatti daranno ragione al cavaliere. Oltre a Dell'Utri, fra i "padri" di Forza Italia troviamo proprio Ferrara, l'amico di Sofri, craxiano di ferro di cui più avanti ci occuperemo. Contrario al progetto era invece Costanzo che, già iscritto alla P2, in un periodo di rinnovato slancio antimafioso, aveva subito un grave attentato, probabilmente un avvertimento. Alla fine le elezioni le vince proprio Forza Italia con gli alleati di destra (Lega ed MSI), il pericolo di una sinistra al governo viene scongiurata per la gioia di molti e cessano le bombe mafiose per un periodo di stabilità e ritrovata pax (mafiosa). Basta guardare al primo governo Berlusconi per trovarvi tutta la sintesi dell'ostilità all'odiato "cattocomunismo" di memoria morotea: residui del vecchio CAF e Pentapartito, leghisti, neo e postfascisti, radicali pannelliani, ex comunisti, ex sessantottini convertiti, personaggi in odore di mafia, vecchi iscritti alla P2, craxiani e, naturalmente dipendenti Fininvest / Mediaset…

Sembra l'approdo della cordata Cossiga – Craxi – Gelli di cui si è detto… Questo per fare un panorama che, nella complessità degli eventi trattati, siano i più fedeli possibile ai fatti o cerchino di esserlo…

Torniamo a Sofri.

Negli anni successivi, anche grazie al plauso degli ex "compagni" di Lotta Continua, si è guadagnato simpatie e consensi dal centrodestra al centrosinistra. Penso che abbiano influito anche il suo impegno "umanitario", il suo "neoconservatorismo" moderato, nonché l'attivismo antisovietico e antirusso prima a favore di Solidarnosc in Polonia, poi dei dissidenti serbi nella Serbia di Milosevic e degli indipendentisti ceceni. Ciò non è bastato ad evitargli una condanna.

Tuttavia Sofri è uomo intelligente e accorto capace, come abbiamo visto, di scagliare le sue frecce in maniera mirata. A ciò si aggiunga che è stato un importante testimone della storia palese ma anche "occulta" dell'Italia dal 1968 al 1994. Egli potrebbe essere a conoscenza di alcuni retroscena di fatti come la strage di piazza Fontana, la morte dell'anarchico Pinelli, l'assassinio del commissario Calabresi, l'affaire Moro, i traffici somali e l'assassinio dell'amico ed ex "compagno" Rostagno. Potrebbe dire alcune cose sul ruolo degli infiltrati dell'Ufficio Affari Riservati del Viminale nelle infiltrazioni nell'ultrasinistra, dei rapporti fra esponenti del PSI e Lotta Continua o fra la CIA e la stampa di estrema sinistra di quegli anni. E ancora… sul passaggio di militanti del PCI e della sinistra extraparlamentare nelle file del PSI craxiano, sui rapporti di quest'ultimo con poteri "forti" come il CSIS, i neoconservatori americani legati alle amministrazioni Reagan - Bush (senior), la P2 di Gelli e il Vaticano fino alle lotte intestine nello stesso PSI al tramonto della Prima Repubblica in vista della gestazione del movimento berlusconiano Forza Italia. Ma perché queste rivelazioni sull'Ufficio Affari Riservati proprio ora? E perché la scelta del Foglio di Giuliano Ferrara? Posso azzardare delle ipotesi… Io non credo che Sofri parli per la sua posizione o, almeno, non solo… Mi viene in mente quel che disse Curcio, capo storico delle BR tempo fà e cioè che di certe cose non si sarebbe mai venuti a conoscenza per una sorta di complicità fra il Potere e coloro

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che vi si opponevano. Ricordo che ai tempi delle "picconate" e delle esternazioni di Cossiga, Presidente della Repubblica, fra le altre cose, voleva proporre una amnistia per i detenuti per terrorismo. Si trattava, evidentemente, di una soluzione interessata proveniente da un "gladiatore" che cercava di rimuovere gli episodi sconcertanti della "strategia della tensione". Curcio e compagni erano d'accordo per ovvie ragioni…

Come ben sappiamo, dagli anni di piombo sono trascorsi ormai una trentina d'anni e il "grosso" dei condannati per lotta armata sta per essere restituita alla libertà. È mia opinione che Sofri stia parlando a nome di costoro e che la rivelazione contenga un messaggio rivolto a due gruppi di soggetti: 1) quel che noi possiamo definire in maniera schematica i"poteri occulti" o "poteri forti" come la P2, l'Ufficio Affari Riservati o la GLADIO stessa che hanno avuto un ruolo negli anni della "strategia della tensione" e magari hanno strumentalizzato o, addirittura, eterodiretto la lotta armata brigatist; 2) i reduci del Sessantotto che, dalla Nuova Sinistra si sono convertiti al "moderatismo" o, addirittura, alla Nuova Destra, quelli che, magari hanno poi flirtato con il craxismo per poi allontanarsene al momento opportuno, quelli che, forse, si sono accodati a quei "poteri forti" o "poteri occulti", quelli che hanno scelto la convenienza o, magari, sono stati ricattati perché non estranei al clima di violenza degli anni Settanta. O magari, sotto sotto, hanno prestato opera di fiancheggiamento alle BR o agli altri gruppi armati senza poi pagare dazio. Si pensi, soprattutto, ad una generazione di giornalisti ed editorialisti celebri e già militanti non solo di Lotta Continua, ma magari anche di formazioni più estremiste come Potere Operaio di Negri, Scalzone e Piperno ove militò il "moderato" Paolo Mieli, direttore del Corriere della Sera, il foglio del grande capitalismo italiano, in cui scrive anche l'altro "moderato" Pierluigi Battista, altro reduce di una formazione della galassia estremista degli anni Settanta.

Forse, adesso che escono i "compagni" lottarmatisti, la festa per molti potrebbe essere guastata, con buona pace dei Cossiga e anche dei Mieli. Certo anche costoro, in genere, auspicavano l'"uscita" dei "compagni" dalle galere, ma Sofri mette in guardia: coloro che hanno veramente pagato, ora che non hanno più catene e condanne pendenti, potrebbero parlare… Qualcuno ha lanciato l'allarme: l'uscita dei "brigatisti storici" potrebbe innervare le forze delle nuove BR. Francamente non lo credo possibile, perché ormai ritroviamo di fronte a gente non più giovane, disillusa e che, forse, vuole trovare un posto nella società di oggi. E qui sta il punto… Di fronte ai "compagni" che si sono rifatti la vita e che hanno anche afferrato la pagnotta, i "compagni che hanno sbagliato" si accontentano anche delle briciole, ma comunque che sia qualcosa, altrimenti! Da qui, secondo me, l'avvertimento di Sofri che si è fatto portavoce dei reduci della lotta armata con cui ha condiviso l'esperienza carceraria. Ma perché la scelta del Foglio di Ferrara? Sofri, si sa, è amico di Ferrara, ma non bisogna sottovalutare la scelta. Il Foglio, di proprietà della famiglia Berlusconi e comunque attestato su posizioni di centrodestra, raccoglie molti ex "compagni" di Lotta Continua e di Potere Operaio. Secondo il giornalista Blondet, è il punto di riferimento del neoconservatore americano Ledeen usato per orientare in senso filoamericano e filoisraeliano. Come è noto i neoconservatori, per la maggior parte, sono anche loro soggetti che sono passati dalla Nuova Sinistra libertaria e sessantottina alla Nuova Destra neoconservatrice e neoliberista. Lo stesso percorso del suo direttore, Ferrara, è esemplare. Tenace militante del PCI fino al 1979, poi craxiano di ferro e, inevitabilmente, berlusconiano "illuminato". Un dato interessante della sua biografia, da lui stesso rivelato è che, a metà degli anni Ottanta, ha fatto l'informatore della CIA per conto della quale spiava Craxi. Un dato curioso di Sofri, quindi, è che sarebbe stato amico di due importanti esponenti del PSI (Martelli e Ferrara) che, per conto dei servizi segreti (italiani nel primo caso e americani nel secondo) spiavano Craxi. Insomma, a certi ambienti Craxi piaceva, ma, essendo leader del PSI, se ne valutava costantemente l'affidabilità.

Ferrara, dunque, agente della CIA e neoconservatore che, poi, non è cosa molto diversa, visti gli agganci di personaggi come Ledeen nei servizi segreti americani. Ma quale sarebbe l'interesse di un Ferrara per i vecchi brigatisti? Beh! Non è detto che, qualcuno, con le sue rivelazioni non

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danneggerebbe proprio i neocon e, allora, è meglio farseli amici convertendoli al "credo" neocon (o teocon come si dice in Italia) e reclutandoli. Sarebbe un buon serbatoio!

È vero: si tratta di ipotesi, magari totalmente infondate, ma io suggerirei di tenere d'occhio le firme del Foglio. Se accadesse, non dovrebbe mica poi stupire più di tanto. In questo paese siamo ormai abituati a tutto.

Vedremo poi se Sofri si imporrà di zittirsi o se centellinerà altre rivelazioni… H.S.Fonte: http://www.comedonchisciotte.org06.07.2007