HI-END MAGAZINE...effetti di due approcci distinti al discorso della resa finale, ognuno dei quali...

8
HI-END MAGAZINE ®

Transcript of HI-END MAGAZINE...effetti di due approcci distinti al discorso della resa finale, ognuno dei quali...

Page 1: HI-END MAGAZINE...effetti di due approcci distinti al discorso della resa finale, ognuno dei quali predilige gli aspetti che indico fra poco e offre al-l’utente finale una possibilità

HI-END MAGAZINE®

Page 2: HI-END MAGAZINE...effetti di due approcci distinti al discorso della resa finale, ognuno dei quali predilige gli aspetti che indico fra poco e offre al-l’utente finale una possibilità

49PS AUDIO DIRECTSTREAM FDS 265

Sto scappando da non so chi in una specie di zonaindustriale sporca e scura, sento di non saperedove vado ma continuo a correre. Quanti sono

non lo so, ma devo fuggire in fretta… vengo catapultatoin qualche modo in una matrice nera di numeri, mi-liardi di bit allineati e velocissimi intorno a me, misveglio. Forse mi ha fatto male leggere il manuale delPS Audio DirectStream prima di dormire: tutta quellacosa dei sovracampionamenti DSD dei segnali in in-gresso mi ha lasciato un po’ interdetto, ci sono miliardidi bit anche den-tro un branomusicale e qual-cosa che li di-strica e li ricom-pone. Sono dinuovo in unaspecie di pat-tern numericoverde e nero,Struttura di“Matrix” che siscompone inzeri e uno e si ri-compone in og-getti secondo la mia abilità di programmarli. E un tiziomi insegue camminando sulle pareti, anche io possofarlo in questo ambiente e cerco di sfuggirgli in tutti imodi cercando una cabina del telefono, ma lui mi mi-naccia di cambiare il firmware e mi sveglio di nuovo.Forse quel lettore della pagina Facebook di Fedeltà delSuono che mi ha chiesto di fare un test comparativo deidue firmware di questo PS Audio mi ha tenuto in an-sia per tutto questo tempo? Devo rileggere al più pre-sto “Neuromante” di William Gibson e rivedere “Ma-trix”, ma anche “Nirvana” di Salvatores. Più tardi, però,ora devo recensire un DAC (banalizzando molto).

DESCRIZIONEAl di là del gusto personale, siamo di fronte ad un og-

getto che non può non piacere.Certo, il design di un converti-tore o di un music server è re-lativamente semplice perchénon ci sono cassetti, potenzio-metri e altre appendici da si-stemare, ma questo è ben riu-scito nelle dimensioni, nelleproporzioni e nei piccoli ac-corgimenti. Il display è suffi-

c i e n t e m e n t eampio ancheper un pre-sbite e le sor-genti custo-mizzabili nelnome: nessunopuò sbagliareinput. Il ta-stino a sinistraè uno standbyche in praticatoglie correntesolo al touch

screen: infatti icircuiti rimangono alimentati(e si sente dal calduccio cheemana il coperchio) e per spe-gnere tutto occorre operare sulpiccolo interruttore posto sulpannello posteriore. Sempre làdietro ci sono i consueti in-gressi digitali in numero diuno per tipo: coassiale, ottico,XLR e USB, due ingressi I2s e leuscite analogiche bilanciate esbilanciate. Mi pare giusto checi siano gli XLR in questa fa-scia di prezzo, mi pare ridut-tivo che ci sia solo un ingresso

“Il cielo sopra il porto era del colore di uno schermo televisivo sintonizzato su un canale morto”.Inizia così il più grande romanzo Cyberpunk di tutti i tempi e io mi sono sentito a metà fra Case,hacker dello sprawl che cerca di violare i segreti delle multinazionali e Neo di “Matrix” alla ri-cerca della verità. Mi sono perso in un mare di bit, ne riemergerò con della musica...

di Dimitri Santini

NEUROMANTE IN SALSA MATRIX

CONVERTITORE D/APS AUDIO DIRECTSTREAM

(...) forse è proprio questo che piùmi è piaciuto, la naturalezza con cuirende credibile una musica non naturaleperché troppo ricca di particolari che dalvivo l’orecchio non coglie. E invece, pa-radossalmente, sono stato rapito pro-prio dall’incredibile ricchezza dell’ascoltodi tanti brani. Chapeau!

Page 3: HI-END MAGAZINE...effetti di due approcci distinti al discorso della resa finale, ognuno dei quali predilige gli aspetti che indico fra poco e offre al-l’utente finale una possibilità

digitale, specie il più comune coassiale: questo dispo-sitivo ha infatti un controllo digitale del volume e unguadagno sufficiente a farlo diventare un preamplifi-catore a tutti gli effetti, e concentratore di sorgenti.Vero è che ci sono anche due ingressi I2s, ma questaconnessione con cavo HDMI nonè ancora diffusissima. Mettia-mola così: questi americani sonogià avanti coi tempi, infatti...

TECNICA… infatti hanno deciso di usareun chip proprietario, non uno diquelli “off-the-shelf” come dicono loro. Perché? Perpoterlo programmare e riprogrammare in base alle esi-genze che col tempo cambiano, per poterli adattaremeglio ai nuovi formati audioche prima o poi arrive-ranno. Non sono iprimi

a farlo, alcune aziendecominciano a snobbare i Sabre, i Burr Brown ecompagnia bella per spostare la battaglia sul software diconversione. Non per niente il “core” di questo stru-mento è proprio la programmabilità (FPGA: Field Pro-grammable Gate Array) e l’idea di eliminare lo stadioanalogico di uscita. Una cosa per volta: il segnale in in-gresso viene convertito in DSD e sovracampionato per10 volte la frequenza standard di 2,8 MHz e dopo essere

stato processato viene abbassato a 5,6 MHz. E qui co-mincia il bello: il formato DSD è facile da gestire, bastaun filtro passa basso (dicono loro, eh…) ed è lineare, inpiù i bit hanno un peso identico e ogni errore conta“uno” e tutta una serie di altri vantaggi che non cito; la

sua modulazione finale non vienepiù demandata ad un filtro at-tivo, bensì a dei trasformatori au-dio a banda alta, coadiuvati daaccorgimenti particolari anchenello switch di uscita (quello chegenera gli “zero” e gli “uno” fi-

nali). Si aggiunga un solo clock(un “master” clock) e il gioco è fatto. Nonostante siauna capra in elettronica ho trovato molto interessantetutta la documentazione che si trova sul sito ufficiale diPS Audio e che spazia dalla filosofia che sottende que-

ste scelte tecniche alle

ragioni scientifi-che di molti accorgimenti. Lettura consigliata non solo ai nerd… Ah, possiedeuno slot SD per l’aggiornamento firmware (vedi ri-quadro) e un altro per inserire una scheda di rete esfruttare il network domestico per prelevare musica neiserver di casa.

50 FDS 265 PS AUDIO DIRECTSTREAM

(...) non sbaglia un colpo erestituisce una chiarezza di ese-cuzione da far impallidire.

Huron VS. TorreysEssere o non essere, questo è il problema: perché due firmware? La filosofia di utilizzare chip proprietari e di spostare sul soft-ware il peso della conversione ha subito messo in moto i programmatori e dunque questo DAC può essere personalizzato conun sistema Huron in luogo del Torreys con cui arriva dalla fabbrica. Intendiamoci: sono due versioni licenziate e disponibili uffi-cialmente sul sito di PS Audio assieme ai driver e a tutto quanto serve per far funzionare al meglio i convertitori americani. Sequalcuno pensa che siano masturbazioni cerebrali (come io spesso ho pensato) è completamente fuori strada: la differenza c’èe si sente, seppure non sia (s)travolgente e rubo lo spazio che normalmente dedico al “WAF” per parlarne. Si tratta a tutti glieffetti di due approcci distinti al discorso della resa finale, ognuno dei quali predilige gli aspetti che indico fra poco e offre al-l’utente finale una possibilità in più per avvicinare il DirectStream al proprio gusto. Un po’ sullo stile delle schede audio o am-plificatori digitali che consentono di sostituire degli operazionali per modificare il suono.L’operazione è elementare e basta una schedina SD (fornita) e una connessione internet per scaricare il firmware da un PC. Poisi spegne il DirectStream, si inserisce la schedina, si riaccende e lui fa tutto da solo.Dopo aver provato entrambe le soluzioni ho deciso di condurre tutta la prova con il Torreys che ho gradito maggiormente. Que-st’ultimo firmware predilige l’equilibrio tonale e la grande musicalità, sacrificando un poco di dettaglio in gamma alta ed evi-tando di spingere troppo sul pedale dei bassi come scrivo nella parte dedicata all’ascolto. Viceversa l’Huron sposta il fuoco sul-l’impatto e adotta quella che sembra essere un’equalizzazione più spinta alle frequenze estreme della banda, forse posizionandoqualcosa un po’ troppo indietro. Ottima resa, per carità, con altrettanta musicalità ma, a mio avviso, meno realismo. Entram-be ottime alternative, de gustibus quindi… e visto che a cambiare firmware ci si impiega un minuto perché non deciderlo in baseal mood del giorno?

Page 4: HI-END MAGAZINE...effetti di due approcci distinti al discorso della resa finale, ognuno dei quali predilige gli aspetti che indico fra poco e offre al-l’utente finale una possibilità

ASCOLTOPer questo test ho dato fondo alla mia libreria liquida,invero meno fornita di quella solida ma ricca di capo-lavori (modestamente e sempre secondo il mio gustopersonale) e il primo che cito è un colosso, “Wish YouWere Here” (DSD 64) dei Pink Floyd. In Have a Cigar èdavvero bella la resa del master asciutto: ricchezza didettagli ma anche molta musi-calità. La voce effettata ha unimpatto eccezionale e ti tiradentro il pezzo con forza.Wish You Were Here è unpezzo strasentito (forse ha an-che stancato, alla lunga), mal’esperienza che il Direct-Stream fa vivere è in qualchemodo del tutto nuova e ina-spettata: il grande dettaglioestrapolato dalla chitarra acustica non la rende co-munque innaturale, anzi, e la voce piatta e un po’ mo-nodica si piazza in mezzo alla scena con grande reali-smo. Ho volutamente “saltato” Shine on You CrazyDiamond perché essendo un brano trito e ritrito tutti neconoscono ogni secondo, ma comunque va fatta trat-tazione a parte di questo capolavoro. L’interminabile

introduzione e l’aria di attesa che evoca sono rese inmodo penetrante, asciutto e deciso; la chitarra arrivanon certo inaspettatamente e riesce comunque a stupireper la grande chiarezza e l’enorme dettaglio, ma quelloche entusiasma è la profondità della grancassa. Linea dibasso perfetta, voce naturale e scena ampia: questoDAC rende giustizia agli enormi sforzi di produzione

dell’album.Proseguo con “Random AccessMemories” (FLAC 24/88) deiDaft Punk, che io definisco unmaster STRATOSFERICO:dite quello che vi pare sul ge-nere, ma questo disco spacca.Da subito impressiona laquantità di bassi e la grandegestione: molti convertitori

che ho ascoltato tendono adenfatizzare la gamma bassa per aumentare l’impatto,questo PS Audio cerca di spingerli al massimo senzaviolentarli e all’ascoltatore arriva solo la vibrazionesullo stomaco senza la fastidiosa confusione che uncattivo controllo può generare. Trasparenza da paura:anche un orecchio non allenato può capire in un solcolpo quanti sono a suonare… Quanto detto è evidente

51PS AUDIO DIRECTSTREAM FDS 265

(...) questo signorino è un bel-l’oggetto tuttofare, con doti sonichedi primissimo ordine e grandi capa-cità di inserimento in un impiantogià fatto o in via di sviluppo.

Page 5: HI-END MAGAZINE...effetti di due approcci distinti al discorso della resa finale, ognuno dei quali predilige gli aspetti che indico fra poco e offre al-l’utente finale una possibilità

sin dalla prima traccia, ma in The Gate of Love rag-giunge livelli inaspettati. Io che mi innamoro di unDAC? Tutto è possibile… Ma capisco che ogni ascoltomi piace perché tutto è composto e misurato, l’abilità ri-costruttiva viene esibita senza la muscolarità o la pi-gnoleria di certi concorrenti e viene da chiudere gli oc-chi e godersi ogni dettaglio. Quando si ascolta questo

DirectStream il cervello scompone e riamalgama, an-dando in simmetria con il convertitore che, alla finfine, fa proprio lo stesso lavoro. Questo apparecchio favibrare simpateticamente le corde della psicoacusticaed emoziona ad ogni ascolto. Giorgio by Moroder è en-tusiasmante: Giovanni Giorgio Moroder racconta di sé

stesso e della nascita della musica elettronica italiananegli anni ‘70 mentre sotto il parlato si dipana un temache ad un certo punto diventa esplosivo. Una linea dibasso strepitosa e una batteria di un realismo assurdoirrompono sulla scena con grande impatto e chi ascoltanon può fare a meno di alzare il volume. In tutto il di-sco si gode il contrasto fra le voci sintetiche e irreali ele melodie acustiche tristi ed evocative, spesso sup-portate da parti elettroniche perfettamente centrate.Ad un certo punto ho smesso di prendere appunti e misono goduto tutto il resto del disco, compresi i pezzipiù commerciali come Get Lucky con Pharrell Williams.Chiudo con un po’ di classica, giusto per aumentare ilcontrasto con la delirante introduzione cyberpunk e miaffido ad una certezza: Mozart e il suo quartetto per ar-chi K421, eseguito da Arcanto Quartet con Jörg Wid-mann (FLAC 24/88). Quello che è interessante è lagrande capacità di assecondare la dinamica del forte edel fortissimo; ottima la timbrica e bellissima la tra-sparenza, tutto sembra indietro e si ha l’impressione diessere seduti non proprio vicino al palco – ragion percui ogni variazione di volume sorprende e incanta, av-vicinando tutto all’improvviso. Notevolissima la“stanza” che si ricrea, a volte si ha la sensazione che gi-randosi si vedrà il nostro vicino di sedia e il resto delpubblico... Il minuetto del terzo movimento è bellissimo, gli stru-menti sono molto plastici ed è lodevole l’impegno chei progettisti hanno profuso nel non cedere alle sirenedell’eccessivo dettaglio: secondo alcuni sarebbe il“plus” che i file ad alta risoluzione possono dare allaclassica e io non sono per nulla d’accordo. Ma devo am-mettere che la ricchezza di informazione che provienedal pizzicato e dalle parti più ritmate è piaciuta anchea me...

CONCLUSIONIIo non lo userei come preamplificatore, ma questo si-gnorino è un bell’oggetto tuttofare, con doti soniche diprimissimo ordine e grandi capacità di inserimento inun impianto già fatto o in via di sviluppo. Nessuno sacome sarà il futuro della musica liquida, ma questa fi-losofia progettuale potrebbe allungare di molto la vitadi un convertitore e rendere il DirectStream una scelta,

52 FDS 265 PS AUDIO DIRECTSTREAM

CARATTERISTICHE TECNICHE

PS AUDIO DIRECTSTREAM DAC BLACK

INGRESSI DIGITALI: I2S (2 x connettore HDMI), CoassialeS/PDIF, XLR Bilanciato, TOSLINK, USB, Network Bridge slotFREQUENZE DI CAMPIONAMENTO: I2S, S/PDIF, USB – da44,1 kHz a 352,8 kHz 16 bit, 24 bit, DSD 64, DSD 128;TOSLINK – da 44,1 kHz a 96 kHz 16 bit, 24 bit; XLR(AES/EBU) – da 44,1 kHz a 192 kHz 16 bit, 24 bit, DSD 64USCITE ANALOGICHE: sbilanciato RCA e bilanciato XLRLIVELLO DI USCITA: 1,41 Vrms (+5 dBV)/3,15 – massimo2,81 Vrms (+8 dBV)/5,3 Vrms (+12 dBV)IMPEDENZA DI USCITA: 100Ω/200ΩRISPOSTA IN FREQUENZA: 20 Hz – 20 kHz +/- 0,25 dBTHD @ 1 kHz (su tutta la banda): <0,03%STADIO DI USCITA: Trasformatori Audio passiviRAPPORTO SEGNALE/RUMORE (digital processing): >146dBMETODO DI CONVERSIONE: Delta Sigma (DSD) Single-bitdouble ratePESO: 13,5 kgDIMENSIONI: 43 x 100 x 360 mm (L x A x P)CONSUMO: 30 W

Prezzo: € 8.500,00

Distributore:MPI Electronicwww.mpielectronic.com

Quello che è interessante è la grandecapacità di assecondare la dinamica delforte e del fortissimo; ottima la timbricae bellissima la trasparenza, tutto sembraindietro e si ha l’impressione di essere se-duti non proprio vicino al palco – ragionper cui ogni variazione di volume sor-prende e incanta, avvicinando tutto al-l’improvviso. Notevolissima la “stanza”che si ricrea, a volte si ha la sensazioneche girandosi si vedrà il nostro vicino disedia e il resto del pubblico...

Page 6: HI-END MAGAZINE...effetti di due approcci distinti al discorso della resa finale, ognuno dei quali predilige gli aspetti che indico fra poco e offre al-l’utente finale una possibilità

se non definitiva, almeno di lungo termine. Siccomecerco il pelo nell’uovo manca forse un po’ di musicalità(ma veramente poco poco) rispetto a concorrenti constadi di uscita più tradizionali (mi viene in mente qual-che DAC a valvole), ma non sbaglia un colpo e resti-tuisce una chiarezza di esecuzione da far impallidire.

Come ho detto per altre elettroniche: ci si abitua subitoad averlo e ci si abitua subito al suo livello sonoro, que-sto per me è indice di estrema competenza ed è unasensazione che percepisco solo con componenti dav-vero ben riusciti. Attenzione; questa sviolinata arrivada uno che preferisce metterei dischi sul piattello eche ascolta il 95% della propria musica a 44,1 kHz,quindi vale doppio. Usato come convertitore fa cantareanche le meccaniche non meravigliose (non so come fa)e con i file hi-res lascia a bocca aperta senza strafare:forse è proprio questo che più mi è piaciuto, la natura-lezza con cui rende credibile una musica non naturaleperché troppo ricca di particolari che dal vivo l’orecchionon coglie. E invece, paradossalmente, sono stato ra-pito proprio dall’incredibile ricchezza dell’ascolto ditanti brani. Chapeau!

53PS AUDIO DIRECTSTREAM FDS 265

IL MIO IMPIANTO

Sorgente digitale per musica liquida: Mac Book Air (AmarraSimphony), Windows 10 (Foobar)Sorgente digitale: SACD Sony DVP NS930VL, Arcam FMJUDP 411, DAC PS Audio DirectStream PerfectWaveAmplificatore integrato: Musical Fidelity A200, AccuphaseE-270Diffusori: Chartwell LS 3/5A by Graham Audio, KEF LS50Cavi di segnale: Sound Fidelity Silver, Acrolink 7N-A2200 IIICavi di potenza: Autocostruiti a 24 conduttori solid core,Quality Audio Natural MkIICavi COAX: Sound Fidelity Silver

ALCUNI DEI DISCHI UTILIZZATI

Wish You Were Here – Pink Floyd – Harvest/EMIRandom Access Memories – Daft Punk – ColumbiaArcanto Quartet, Jorg Widmann – W.A. Mozart StringQuartet in D minor K421 – Harmonia Mundi

(...) ogni ascolto mi piace perchétutto è composto e misurato, l’abilità ri-costruttiva viene esibita senza la musco-larità o la pignoleria di certi concorrentie viene da chiudere gli occhi e godersiogni dettaglio. Quando si ascolta questoDirectStream il cervello scompone e ria-malgama, andando in simmetria con ilconvertitore che, alla fin fine, fa propriolo stesso lavoro. Questo apparecchio favibrare simpateticamente le corde dellapsicoacustica ed emoziona ad ogniascolto.

Page 7: HI-END MAGAZINE...effetti di due approcci distinti al discorso della resa finale, ognuno dei quali predilige gli aspetti che indico fra poco e offre al-l’utente finale una possibilità
Page 8: HI-END MAGAZINE...effetti di due approcci distinti al discorso della resa finale, ognuno dei quali predilige gli aspetti che indico fra poco e offre al-l’utente finale una possibilità