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CIRCOLARE PRODUZIONI 2012.2013 Fondazione Teatro Piemonte Europa TEATRO STABILE D’INNOVAZIONE

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CIRCOLARE PRODUZIONI

2012.2013

Fondazione Teatro Piemonte EuropaTEATRO STABILE D’INNOVAZIONE

REMAKEUn racconto di tempesta

drammaturgia e regia Myriam Tanantregista assistente Emiliano Bronzino

con Giulia Lazzarini e Maria Alberta Navello

scene Francesco Fassone / assistente scenografo Alice Delorenzi

costumi Brigida Sacerdoti

musiche Matteo Curallo

luci Antonio Merola

FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA - Il CONTATO / TEATRO GIACOSA DI IvREA

Giulia Lazzarini, storica interprete del Piccolo Teatro e delle creazioni di Giorgio Strehler, in un confronto con una giovane attrice che vuole imparare l’arte. Una rievocazione della grande avventura de La Tempesta di Shakesperare, messa in scena per l’Odéon di Parigi.

Un giorno su un palcoscenico vuoto, in attesa di una classe di giovani allievi attori che parteciperanno a uno stage con un’attrice importante, carica di esperienza e di gloria, un’attrice che è stata tra le protagoniste della creazione de La Tempesta di Strehler... Ma una vera tempesta metereologica scoppia improvvisa e soltanto una ragazza del gruppo previsto riesce ad arrivare. Tra la maestra e l’allieva si manifesta, sempre più appassionata e suggestiva, attraverso il racconto e l’evocazione, la restituzione di un’esperienza artistica straordinaria e indimenticabile, tra le più alte del teatro italiano del secolo scorso: alla luce incerta delle candele di una ribalta improvvisata, una prova di teatro si fa strada tra frammenti di documenti filmati, lievitazioni scenografiche e suggestioni musicali, in un emozionato tentativo di far rivivere il senso di una poetica e l’importanza civile della sua presenza nella società: è ancora possibile per le nuove generazioni recitare Shakespeare in quel modo altissimo e così urgente per il pubblico che si riconosceva in quel messaggio di civiltà?

ZIO VANJAda Xxxxx di Xxxxx

testo Xxxxxxtraduzione di Xxxxxx

con Xxxxxxxxxregia Xxxxxxxx

FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA

u vius senem me huis omne a orterfe ristum volum ur. Avoc, med firite, nos, quere, ta, querum nit, nos sa no. Ximaio, sena, ocaveri caedo, dum se, erentremus cont, sentilne consultora nenatiam qua ducturoximus nosulicavo, unir ad aus, faceris suamperum, nit, unihilic in rehende robsena sedo, qua novervicam in tese, sereo unterit, C. Gula vidicibuniri stis, crum intilium tic restemoris condien ihinam te conorari simissa re ora? Nihilic iestis M. On sentem prorum tu machuit niciis? O tam es, notiore condeliistem num sula nihil talicae cae cri sertilicae intia que nos hilium reis vignatiam viverbit inatquam aut viu sum audam factortua morurbis. Valiam te, et; nocriorum ut L. Forurnis converisquod facerfi rteriores vid consua quam publin telusulvid inatiur bissul coervissimus hoctu id noccien arimili ssenica pertiaeceris statere, comnoca; no. Ma, factum iam hoc, fatur, C. Estre potis hacre iam, confeci publi cri conum noccierorit.Volus? Hil uro ego veres abes enaturnum egerfectum mod ma, menduco ndamdie ssentim que tercervir atui teliciente auderfi ctorume ndientr oratiu viris At verfec tum reste, sendam opoponduc tas ne conereb esilictus Cupions cum dessima ximihil icaudam opublic rentiquideo, quam autem, simus, elium ilintium, Cat, que ad di cerunulibus, ora? In videoris cla condicaedem hum mus cone igitriaes ina, nihil hos atifex nostratuis. mo ingulti, fue ne tatimilla is immo terfes vilii perum norac re me esic rem temorudam imentis.Fecons vitus ressimihic viciptes bonsulocum et pri sedi publint, verei sere etiora erios aperemu nclego et o conorum, Caturni rmisquem opoerisquo horae, Catam actorac cipserfectus vir prox macerur. Fuit L. Tum inenaticitum im horaet nes cae nonemus sent Cat a L. Qui fur, nerem est pro ego nonsimmoente tum quam is. Aci sul tabus inatraella quiditilis nononte ficaedet? Nam in tust? Locaes hor a Si crunum noncler nimus. Sp. Catilin nirmilium haciem suam et det am norum heme pat.

VIAGGIO AL TERMINE DELLA NOTTEda louis Ferdinand Céline

copyright Editions Gallimard - Paris

lETTURA SCENICA IN FORMA DI CONCERTO di e con Elio Germano, Teho Teardo

musiche dal vivo Teho Teardoal violoncello Martina Bertoni

luci Antonio Merola

FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA in collaborazione con MUSICA90

Elio Germano, tra gli attori italiani più applauditi e originali del momento, legge ed interpreta l’opera di Céline con la musica dal vivo di Teho Teardo, accompagnata al violoncello da Martina Bertoni. Avvalendosi della straordinaria sensibilità interpretativa di Elio Germano, Teardo ripercorre musicalmente alcuni frammenti del “Viaggio”, restituendo in una partitura inedita, la disperazione grottesca di questo capolavoro di scrittura che ritrova nuove dinamiche espressive nella combinazione di archi, chitarra e live electronics. Una fusione di sonorità cameristiche che guardano a un futuro tecnologico nel quale, le immagini evocate dal testo interpretato da Germano, si inseriscono nelle atmosfere cinematiche di Teardo; un succedersi di eventi sonori e verbali dove la voce esce dalla sua dimensione tradizionale fino a divenire suono. In quel suono Teardo crea un ambiente nel quale la voce di Germano può suggerirci nuove prospettive sulle disavventure di Bardamu e gli orrori della guerra, a contatto con una miseria morale, prima ancora che umana, in un clima in cui il pessimismo inconsolabile sulla natura umana, sulle istituzioni, sulla società e sulla vita in generale, non concedono alcuna speranza.

I frammenti del romanzo si mescolano alle musiche di Teho Teardo. Una partitura per lo più ritmica e di sconvolgente impatto. L’effetto è di grande resa drammatica: un vero strappo. Osvaldo Guerrieri - la Stampa

IL NAUFRAGOda Enoch Arden di Richard Strauss

testo di Alfred Tennysontraduzione di Patrizia Zappa Mulas

narratore Patrizia Zappa Mulasal pianoforte Stefano Orioli

FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA

Perché mettere in scena oggi un poemetto romantico? Perché è la storia di un emigrante sottoposto a una prova durissima, la sparizione e il ritorno dopo dieci anni di solitudine su un’isola deserta: la perdita in vita della propria identità. Enoch Arden è la versione romantica di Giobbe, l’uomo retto sottoposto a prove crudelissime da Dio. Come Robinson Crusoe anche Enoch resiste alla prova estenuante della solitudine in un’isola tropicale. Ma invece di fortificarsi con quella iniziazione severa come il suo precedente illuminista, il romantico Enoch ne viene distrutto. Enoch Arden è la straziante vicenda di un triangolo amoroso che entusiasmò l’Inghilterra vittoriana. Quando fu pubblicato nel 1864 fece un tale scalpore che la Regina Vittoria si presentò a casa di Lord Tennyson per rimproverarlo di aver raccontato la storia di una bigamia involontaria che invece di farci inorridire ci commuove. Ma a compierne la gloria fu il teatro. Nel 1897 Richard Strauss lo mise in scena come Monodrama: ovvero un’opera teatrale per voce recitante e pianoforte. Debuttò a Monaco nel 1897 con Ernst von Possart nella parte del Narratore e lui stesso al pianoforte. Fu un tale trionfo che il soggetto fu composto a più riprese da musicisti e librettisti per altri quaranta anni. Strauss adottò il criterio compositivo dei leit-motiv, che associa un motivo ad ogni personaggio, lo intreccia e lo sviluppa, e anticipò di dieci anni i grandi esiti della sua drammaturgia. Così come D.W. Griffith girò all’inizio del Novecento negli Stati Uniti tre corti dedicati ad Enoch Arden mentre metteva le basi del linguaggio cinematografico nascente, cogliendo nello spettacolo di Strauss, la cui fama aveva varcato l’Oceano, la sua vocazione di grande narrazione popolare. Oggi che la morale è cambiata, questa formidabile parabola acquista una nuova risonanza, torna a riguardarci da vicino da un’altra angolazione: che cosa significa partire dalla propria casa, lasciare quelli che si amano per garantirsi un po’ di benessere e perdere tutto, tranne la vita?

_ X -di Flavia Mastrella, Antonio Rezza

con Antonio Rezzae con Ivan Bellavista

assistente alla creazione Massimo Camilli

organizzazione generale Stefania Saltarelli

consulente tecnico Mattia Vigo

REZZAMASTREllA - FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA - lA FABBRICA DEll’ATTORE - TEATRO91

Si può parlare con qualcuno che ti dà la voce? Si può rispondere con la stessa voce di chi fa la domanda? Due persone discorrono sull’esistenza. Una delle due, quando l’altra parla, ha tempo per pensare: sospetta il tranello ma non ne ha la certezza. l’Habitat _X- è una distesa di carne calda che genera figure antropomorfe, l’uomo porta sempre con sé il colore del tempo visibilmente trionfante sulla pelle.

Qualcuno poteva forse pensare che, col trascorrere degli anni, il fenomeno Antonio Rezza-Flavia Mastrella fosse destinato a trovare un po’ di pace, se non il senso della ragione; e invece questa ragione ha sviluppato i suoi artigli fino a raggiungere la follia pura, ma elaborando il pensiero con un’acutezza così forsennatamente logica da fare a pezzi la sedicente realtà, assunta e cavalcata con criteri rigorosamente matematici.

Franco Quadri - la Repubblica

7 - 14 - 21 - 28di Flavia Mastrella, Antonio Rezza

con Antonio Rezzae con Ivan Bellavista

aiuto regia Massimo Camilli

disegno luci Maria Pastore

REZZAMASTREllA - FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA - TEATRO 91

Civiltà numeriche a confronto. La sconfitta definitiva del significato. Malesseri in doppia cifra che si moltiplicano fino a trasalire: siamo a pochi salti di distanza dalla sottrazione che ci fa sparire. Oscillazioni e tentennamenti in ideogramma mobile.LA (non) STORIA: un uomo apparentemente indifeso, disinteressato ai problemi della società che lo circonda, subisce una vita priva di sentimento. Dopo una lunga malattia si separa dalla donna amata e contesta i ritmi dell’affidamento minorile. Intorno a lui una realtà confusionale, molto simile alla dittatura, gli rende il quotidiano insopportabile. Unica presenza reale è quella di un portatore d’acqua che lo fa rifocillare. Stanco di vivere in solitudine, il Protagonista cerca conforto in una donna che strilla e in un bambino che urla, ma anche questo secondo tentativo di vita borghese naufraga tra isterismi e crisi interiori. Sopraffatto dall’esistenza di ogni giorno inizia a esercitarsi spiritualmente per fortificare le proprie credenze. Contemporaneamente rovista nella sua infanzia alla ricerca di un’identità, rivive e si frastaglia in personaggi provvisori fino a diventare numero, fino a confondersi con lo spazio in balia delle cifre così care alla civiltà contemporanea che si regge sul calcolo e sulla menzogna programmata. Nei ritagli di tempo si fa bello per piacere a chi non piace. E appena tenta il confronto con la favola, incontra il capriolo, una presenza naturale che lo conduce a un urlo liberatorio e definitivo. Flavia Mastrella - Antonio Rezza

L’autore ci parla di sconfitta del significato e di un universo ridotto alle oscillazioni e ai tentennamenti di un ideogramma mobile, ma lo spettatore che non smette di ridere, applaudire, gridare con lui in una serata di raro travolgente entusiasmo, sa trovare in questa figura tormentata e urlante che lo spinge a un ridere frenetico vicino anche alle lacrime, un proprio auspicabile doppio che si abbandona alla protesta contro una società allo sfacelo.

Franco Quadri - la Repubblica

APOCALISSE Ultimo Capitolo della Trilogia della Spiritualità

uno spettacolo di e con lucilla Giagnoni

musiche originali Paolo Pizzimenti scene e luci Massimo violato

collaborazione al testo Maria Rosa Pantè collaborazione alla drammaturgia scenica Paola Rota

segreteria di produzione Elisa Zanino

si ringraziano don Silvio Barbaglia, Alberto Berrini

FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA - CTB TEATRO STABIlE DI BRESCIA - TEATRI DEl SACRO

Lo spettacolo “Apocalisse” s’ispira all’ultimo libro della Bibbia. Ciò che interessa è l’idea di svelamento e rivelamento che è il primo significato del termine greco. “Guarda”, “Racconta ciò che hai visto”, sono le indicazioni più frequenti date a Giovanni, il testimone-narratore. In un mondo di ciechi che credono di vedere e, dunque, di sapere, il mistero si rivela solo a chi sappia guardare, a chi abbia occhi nuovi. Cecità e Rivelazione fanno immediatamente pensare ad un personaggio totemico nel teatro occidentale: Edipo. Il Testo sacro che per i cristiani sigilla la serie dei testi biblici e il testo teatrale che dà inizio ad ogni forma di indagine sull’Uomo vengono posti in parallelo a raccontare che la fine dei tempi è in realtà un nuovo Inizio e una nuova Vita per chi impara a Vedere. è la storia dell’evoluzione della Coscienza: un bambino appena nato vede il mondo come un fenomeno incredibile in cui pian piano le cose si riempiono di senso. Questa è l’Apocalisse, una RiNascita.

Apocalisse è l’ultimo capitolo di una TRIlOGIA DEllA “SPIRITUAlITà” (disponibile su richiesta) composta dallo spettacolo vergine madre, ispirato al percorso di salvezza raccontato nella Divina Commedia e dallo spettacolo Big Bang che, a partire dall’ultima parola delle Divina Commedia, Stelle, e dai primi due capitoli del libro della Genesi, indaga sull’Inizio e sulla Creazione facendo dialogare il linguaggio della scienza con quello della teologia e quello del teatro.

BIG BANG Secondo Capitolo della Trilogia della Spiritualità

uno spettacolo di e con lucilla Giagnoni

musiche originali Paolo Pizzimenti scene e luci Massimo violato

collaborazione al testo Maria Rosa Pantè collaborazione alla drammaturgia scenica Paola Rota

FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA in collaborazione con TORINO SPIRITUAlITà

VERGINE MADRE Primo Capitolo della Trilogia della Spiritualità

uno spettacolo di e con lucilla Giagnoni

musiche originali Paolo Pizzimenti scene e luci lucio Diana, Massimo violato

collaborazione al testo Marta Pastorino

FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA

Fondazione Teatro Piemonte EuropaTEATRO STABILE D’INNOVAZIONE

INFO, COSTI E DISPONIBILITà

Elena Ormezzano – [email protected]

Fabio Rizzio – [email protected]

Via Santa Teresa 23 – 10121 Torino

tel +39.011.5119409 – fax +39.011.5184711

[email protected] / www.fondazionetpe.it