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HERMES SULLE ALI DELLA NOTIZIA N°5 MAGGIO-GIUGNO 2014-2015 - ANNO XXIX

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HERMESSULLE ALI DELLA NOTIZIA

N°5 MAGGIO-GIUGNO 2014-2015 - ANNO XXIX

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3 editoriale 4-5-6 scuola:un anno da rappresentanti dei rappresentanti

7 storia:ultra secret di gabriele zeni 8 attualità:procreazione assistita di elisabetta zuin

9 storia: aquile randagie di annalisa Xamin

10 cultura:robert capra di riccardo tessarin

11 scienza:curiosità sul cervello di teresa baggio

12 musica:rupè di krystel zen

13 mondo:ragogna, un mondo da scoprire di elena sofia furlan e sofia marchesin

14 videogiochi:dishonored di rachele moro

15 musica:daughter & muse di anna cavallin

16 cinema:c’erano una volta di beatrice tonietto

17 ipse dixit 18-19 l’angolo dello svago

20 oroscopo di gloria ceccon

direttore: irene cinel (4cs)

vicedirettore:riccardo tessarin(4bs)

impaginazione:leonardo cattarin (4bsa)

Grafica:michele beraldin (4bs)

Per collaborare scrivete a:[email protected]

N.5 Maggio-Giugno 2015 3

Alla fine di quest’anno scolastico, conclusosi nel migliore dei modi con la nostra premiazione ad Avellino, abbiamo portato a termine i 5 numeri del nostro bimensile d’informazione e i Quaderni del Brocchi, un duro lavoro che ci ha ricompensati da un lato con un premio, e dall’altro con un elevato numero di vendite. Voglio ringraziare infinitamente il Professor Dellai, per avermi raccolta in prima come mio docente di lettere, inserita in redazione e permesso in terza di dare la mia opinione e di provare a cambiare le cose. Senza la sua presenza e il suo supporto, sarebbe stata un’esperienza radicalmente diversa. Un grazie a Leonardo e Riccardo, che mi hanno sopportato per due anni, e a Michele che da quest’anno ha aiutato moltissimo questo giornale ad avere un’anima. Loro tre sono state le mie rocce, e ogni goccia d’inchiostro di questo giornale non ci sarebbe senza di loro. Hanno fatto più di quanto io possa descrivere, come colleghi e come amici, e posso ritenermi fortunata di averli conosciuti e di averli costretti (sì, costretti) a far parte della Redazione. Grazie, ragazzi, grazie. A volte mi stupisco di questo Liceo, delle immense qualità che nasconde. Siamo così tanti ragazzi, e ognuno di noi ha una storia, una passione, un sogno. Qui abbiamo cambiato molte cose: il formato, i colori, il nome, ma questo giornale è sempre “la voce degli studenti”, quindi invito tutti a partecipare ad esso. Potete disegnare, scrivere, inviare Ipse Dixit, dare consigli o critiche, ma non ritenetevi esonerati, non siate degli studenti passivi. Questa scuola vi appartiene! È vostro diritto esprimervi, anzi, è vostro dovere! Io, con questo editoriale, firmo la mia dipartita come direttrice di HERMES, e ci tengo a ringraziare tutti quanti mi sono stati vicini in questo proficuo biennio di direzione, in modo particolare i componenti della redazione, ma anche i rappresentanti d’istituto e tutti coloro che ci hanno aiutato. Credo nell’alternanza, nelle nuove giovani menti e spero di poter aiutare ancora molto questo giornale: sono certa che chi mi succederà sarà in grado di portare avanti e sviluppare ancor di più quello che abbiamo fatto sinora. Leonardo, Michele, Riccardo, me compresa, saremo di supporto per darvi sempre il massimo. Lascio la direzione con orgoglio per avere avuto il piacere di conoscere e stare vicino a magnifiche persone e continuerò ad essere presente come redattrice e alle riunioni che la quinta mi permetterà.

”Irene Cinel

puntiamo alla vetta ma ciò non significa che durante la scalata

non possiamo ammirare il panorama”

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un anno da rappresentante

dei rappresentanti d’istituto

rappresentante d'istituto, rap-presentante d'istituto, rappresen-tante d'istituto. sin dal giorno in cui ho varcato la soglia del broc-chi, questa parola è ricorsa spesso in me, una parola, un titolo molto ammirato tra i giovani, special-mente tra i liceali. ma chi è real-mente il rappresentante d'istitu-to? alcuni risponderebbero “un pazzo con tanto tempo libero a di-sposizione”, altri “un egocentrico con molta voglia di apparire e di mettersi in mostra”. Quale delle

due opinioni scegliere?erano le elezioni scorse quando, colpiti dal successo riscosso dai due candidati ettore e riccardo, io e il mio compare eugenio de-cidemmo, forse nemmeno senza pensarci troppo, che ci saremmo candidati l'anno venturo. non sa-pevo bene a cosa sarei andato in-contro, anzi non ne avevo la ben-ché minima idea, così trascorsi il rimanente anno solamente con questa ambizione, catturandomi anche diversi scherni da parte dei miei amici in quanto pretenzioso ed irrealista. con l 'arrivo di set-tembre tutto si fece più reale e de-cisi di mettermi all'opera. spesso mi domando chi me lo abbia fatto fare e a questo solo adesso riesco a darmi risposta. Preso dall'eufo-ria del momento mi misi subito al lavoro per organizzare una pseu-do campagna elettorale contan-do anche sull'appoggio di diversi miei amici tra i quali (michele be-raldin, eugenio artuso, giovanni bittante, leonardo zolin, giaco-mo meneghin e tantissimi altri) a cui rivolgo un sentito ringrazia-

mento tutt'oggi.17-18 ottobre 2014. Finalmente il fatidico giorno giunse e si ten-ne l'assemblea per l'elezione dei

rappresentanti d 'istituto. non posso nascondere di non aver mai sudato così tanto come in quei due giorni, specie ogniqualvol-ta sentivo leggere dal tavolo una domanda rivolta alla lista 3(male-detti specchi!). ma non importa-va, ormai l'assemblea si era con-clusa e non potevo far altro che aspettare i risultati. Questi giun-sero circa due settimane dopo. Quasi non ci credevo, io che fino a qualche mese fa non ero altro che un ragazzo normale, chiuso nella propria vita privata e nella pro-pria monotona routine, ora era appena stato eletto come primo rappresentante a quantità di voti nel liceo più grande del veneto. Ricordo ancora la fierezza con cui il giorno seguente entrai a scuo-la, sapevo che da quel momento avrei avuto una grossa respon-sabilità tra le mani e non volevo deludere le promesse fatte a tutti. Per prima cosa si creò il team for-mato dai quattro rappresentanti di istituto, di consulta, di sede e i capi security ed è qui che conob-bi una componente fondamentale per il successo di un buon lavoro di squadra: la collaborazione. Po-trà sembrare scontato ma, con la mia esperienza mi sono accorto che non è affatto così. È l'insie-me che vince e basta un solo ele-mento del gruppo per distruggere tutto l'operato e creare malintesi ed incomprensioni reciproche. un'altra capacità che sicuramente ho imparato da tale opportunità è stata quella del saper comunica-re con gli altri in modo efficace. spesso, me compreso, ne sottova-lutiamo l'importanza ma è vitale domarla e conoscerla a fondo in quanto mezzo indispensabile per far valere e difendere le nostre

idee in un mondo in cui l'arte del-la parola sta diventando sempre più qualcosa di elitario e ristretto.certamente anche la capacità or-ganizzativa ha assunto un ruolo chiave negli strumenti indispen-sabili per la buona riuscita di tutte le assemblee ed eventi organizza-ti. la competenza che ho ricava-to da tutti i pomeriggi spesi per le varie progettazioni, sia a casa che a scuola, e credetemi sono stati parecchi, credo che ricoprirà un tassello fondamentale del mio bagaglio personale in un futuro

sempre più incerto.Per concludere, vorrei dire che il ruolo di rappresentante è stato per me il modo per dare il mio piccolo contributo in una socie-tà dove spesso risulta comodo criticare, ma nel momento in cui bisogna sporcarsi veramente le mani e metterci la faccia solo po-chi rifuggono dal celarsi dietro a un muro fatto di ipocrisia e mene-freghismo. candidatevi, perché se volete che il cambiamento avven-ga realmente questo non può far

altro che partire da voi.

luca Favero (4ac)

N.5 Maggio-Giugno 2015 5

ci si rende conto di non esser più un misconosciuto studente di liceo classico quando si divie-ne degni d’essere contestati ed ammoniti, situazioni nelle quali, paradossalmente, affiora una ve-lata soddisfazione in se stessi e in quel frammento di celebrità che un rappresentante di provincia può decantare. Alla fine della fie-ra, tuttavia, quando si pongono al banco degli imputati il proprio operato e le impressioni dell’intero anno, ad assumere evidenza sono i segni più radicali ed importanti che questo incarico mi ha lascia-to, incisi in me insieme alle cica-trici che l’impegno e la fatica han-no inevitabilmente comportato. appare improbabile, nel corso di un anno, tentare di rivoluzionare un sistema o dare viva anima alle tante idee vagheggiate, ciò che è tuttavia possibile è prendere con-sapevolezza dei propri limiti, delle proprie capacità, rispondere alle aspettative degli altri e (cosa anco-ra più ardua) alle proprie. la scuo-la, infatti, tende inevitabilmente a dare ad un rappresentante più di quanto questi possa dare ad essa, formandolo e rendendolo matu-ro, volgendogli lo sguardo verso realtà, pensieri, scelte e occasioni di un’eterogeneità imprevista ed insperata. al termine del percorso, dunque, chi si era candidato con

l’effimera pretesa d’essere idolo e apostolo di utopici ideali, si accor-ge di non aver cambiato ma di es-sere stato cambiato. non è però un solo quadretto idilliaco questa esperienza: quando si trat-ta di persone e con le persone, è fa-cile infatti scontrarsi contro mura irremovibili, perdersi in paludi di ansie, competizioni, indistricabili contrasti, barricarsi dietro presun-zioni spesso sbagliate. la bravu-ra di un rappresentante (è questa forse l’unica solida lezione che ho appreso) non sta nel glorificare e raggiungere i propri obiettivi, ma nel non perderli d’occhio e pla-smarli sullo stampo del confronto, conciliandoli con le idee opposte e rinunciando ad essi se necessario. apparirebbe ipocrita quanto irre-ale incensare un ruolo di solo pre-gi, dimenticando quando, spesse volte, mi sono io stesso interroga-to sulla sua concreta validità, din-nanzi a problemi, incomprensioni e ostacoli che, se non hanno osteg-giato il lavoro, hanno almeno reso

tanto più dolce un risultato positi-vo. rimane dunque la soddisfazio-ne e quel senso vago di successo, al termine di un anno da rappresen-tante: sono forse lontane le grande ambizioni accarezzate con il solo pensiero ma resta, nell’osservare il terreno calpestato, la chiara con-sapevolezza d’aver compiuto un buon lavoro, d’esser cresciuto nel-le scelte, d’esser stato capace d’af-frontare e, qualche volta, vincere i

più invalicabili tra gli ostacoli.

nicola Pozzato(4ac)

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incredibile come sia già passato un anno scolastico, è proprio vero: le cose belle passano in fretta. un anno ricco di emozioni, soddisfa-zioni, fatiche, sudate, ritardi ma soprattutto tante parole da parte dei prof, del personale ata e della presidenza che inizialmente erano molto autoritari con me e con noi ma che poi hanno capito che non volevamo fare nessuna occupa-zione o stravolgere i piani per cui hanno iniziato a confrontarsi con noi ed ascoltare le belle cose che gli dicevamo. davvero non pos-so ancora realizzare il ruolo che ho interpretato. mi ha trasmesso qualcosa di talmente positivo che non lo dimenticherò mai. ricordo benissimo quel 25 ottobre quando il pomeriggio mi chiamò nicola preoccupato del fatto che la elena e luca potessero prendere decisio-ni da soli e quindi ci accordammo per fare una “coalizione” che poi si sciolse subito dato che le inten-zioni di luca ed elena non erano quelle di comandare. in quest’an-no favoloso ho conosciuto perso-ne magnifiche: i rappresentanti di sede i capi security, il personale che ho già citato, il mio compagno di lista, il prof. cortese che solo per sopportarmi è dimagrito di 20 chi-li e molte altre persone che non sto qui a nominare ma chiunque mi abbia dato dei consigli e chiunque mi abbia insultato io lo ringrazio perché c’è sempre da imparare. in questa esperienza ho sempre avu-to l’ansia di aspettare le assemblee per vedere che citazioni faceva ni-cola per farsi vedere, come si vesti-va la Elena per sfilare davanti ad un ragazzo alla quale lei tiene mol-to ( minimo 100 persone ci prova-vano con lei ogni turno) e alla fine luca che mi ha odiato per un bel po’ ma poi si è rassegnato all’idea di vincerla con me e quindi si è adattato seppur con qualche diffi-coltà. a parte gli scherzi ora con-

cludo seriamente ed invito tutti a candidarsi l’anno prossimo perché questa è un’esperienza che va fat-ta (vorrei fare dei pronostici ma la legge non me lo permette). grazie a tutti quelli che hanno avuto il coraggio di votarmi e ricordatevi che non mi sono dimenticato che devo cambiare la viabilità hahaha.

a presto.

riccardo de martino(3aes)

le aspettative, le emozio-ni e la fiducia in me stessa mi hanno sempre accompagna-ta nel percorso di quest’anno. Ora però risulta difficile fare un bi-lancio di ciò che sono e siamo stati, perché la voglia di partecipare atti-vamente, coinvolgere ed ascoltare tutti gli studenti è ancora molta. ricordo quella mattina del 25 ot-tobre 2014, in cui siamo venuti a conoscenza dell’incarico che c’era stato affidato; la gioia e la voglia di mettersi in gioco erano tut-to ciò che animava i nostri volti. Questo però era nulla a confronto dell’anno denso ed impegnativo, ma allo stesso tempo incredibil-mente affascinante, che ho trascor-so. Affascinante perché ho scoper-to un nuovo aspetto della scuola, sconosciuto fino ad allora ma ades-so parte integrante di me stessa, del mio presente e del mio futuro. tessere rapporti non solo con gli studenti ma anche con i do-centi, il personale ata ed i tec-nici mi ha reso infatti una per-sona più responsabile e matura. ecco perché la rappresentan-za è stata una delle esperienze più belle che io abbia mai fatto. trovare sostegno ed aiuto nei rappresentanti degli altri istitu-ti del bassanese, collaborare con i nostri rapp di classe e con tut-ti gli studenti, ricevere critiche e lamentele, riuscire a trovare

soluzioni ai problemi, conosce-re nuove persone, ma soprattut-to assistere alle crisi isteriche di dema, ascoltare le battute (?) di luca e aspettare con ansia ogni assemblea per vedere l’evolversi degli intrecci amorosi tra nicola e... (troverete la continuazione nel prossimo episodio di beautiful). Queste sì che sono le cose che rimpiangerò davvero, perché sono le persone con cui ho con-diviso quest’esperienza che l’hanno resa indimenticabile. un grazie dunque a tutti coloro che hanno intrapreso questa sfida accanto a me e che in me hanno

sempre creduto.

elena Perozzo(4ac)

N.5 Maggio-Giugno 2015 7

ultra secret

di Gabriele Zeni(4CS)

perchè gli alleati vinsero la guerra

Lo strepitoso successo del film “the Imitation Game” ha riacceso i riflet-tori sulla figura di uno scienziato, alan turing, che, assieme a molti al-tri tecnici e uomini di scienza, lavorò a bletchley Park durante la seconda guerra mondiale con un gruppo di macchine, tra cui colossus, l’antesi-gnano del computer. Per garantire la vittoria della gran bretagna. Per-ché, di fatto, churchill vinse la guer-ra grazie ad ultra secret, che riuscì a

sconfiggere Enigma.

già prima dell’inizio della guerra, l’alto comando tedesco e le autori-tà naziste facevano largo uso della macchina codificatrice elettro-mec-canica nota come enigma. la mac-china era stata inventata nel 1918 ed era quasi subito entrata nelle mire dell’esercito per la sua facilità di utilizzo e per la sua inviolabilità. o, almeno, questo pensavano i te-deschi. Perché, in realtà, matema-tici polacchi avevano già iniziato a carpirne i segreti. con la repentina sconfitta della Polonia nel settembre del 1939, tutti gli studi erano passati nelle mani degli inglesi. ma nel frat-tempo i tedeschi avevano migliorato le proprie codificatrici, aggiungendo rotori e inventando gli spinotti per lo scambio di lettere. ma gli inglesi ebbero dalla loro parte la fortuna. complici la precisione teutonica, per cui ogni messaggio terminava con le parole “heil hitler” (e per un qualsiasi codice le ripetizioni sono un grosso punto debole) e il succes-so dell’operazione Primrose, con cui i britannici catturarono nel maggio 1941 l’u-110, con a bordo un esem-plare della nuova macchina della marina a 8 rotori e il cifrario con le chiavi di enigma. da quel momento in poi, nessuna nuova modifica riu-scirà a sconfiggere i decrittatori di bletchley Park. gli scienziati e i tec-nici erano in grado di decrittare ogni dispaccio tedesco nell’arco di poche

ore, per poi portare i messaggi de-codificati al premier britannico. Era poi proprio Winston churchill ad in-formare i propri generali ed ammi-ragli, che di fatto fino alla fine della guerra e spesso anche dopo rimase-ro totalmente all’oscuro dell’esisten-za di ultra. Questo alone di segretez-za fu creato ad arte per proteggere la più importante fonte di informazio-ni inglese e per depistare gli agenti tedeschi dell’ammiraglio canaris. infatti, se i tedeschi avessero avu-to anche solo un sentore di tutto questo, avrebbero subito sostituito enigma con una macchina cifratrice nuova e più sicura, vanificando gli sforzi inglesi. i britannici, dunque, misero in atto tutta una serie di at-tività di depistaggio. la più comune, e quella che ebbe i maggiori risultati almeno nell’area mediterranea, fu di attribuire la “fuga” di notizie al comando militare italiano. in real-tà, i tedeschi avevano fornito all’al-leato italico le macchine enigma e il comandante in capo del Fronte meridionale, il feldmaresciallo al-bert Kesselring, forniva regolari e dettagliate descrizioni delle attivi-tà militari non solo al comandante dell’afrika Korps, il feldmaresciallo erwin rommel, ma anche al Quar-tier generale del Führer. in questo modo, gli inglesi conoscevano per-fettamente le intenzioni dei nemici. Due soli esempi saranno sufficienti a descrivere i vantaggi militari dati

da ultra:

1- tra il 27 e il 29 marzo 1941 la squadra navale italiana, comandata dall’ammiraglio iachino, si scon-trò contro la mediterranean Fleet dell’ammiraglio cunningham nelle acque del Peloponneso, in quella che è ricordata come la “battaglia di capo matapan”. l’esito per la mari-na italiana fu disastroso: una nave da battaglia, la vittorio veneto, dan-neggiata e tre incrociatori, lo zara, il

Pola e il Fiume, affondati nel corso di una sola notte senza aver sparato un solo colpo. il motivo? molto sem-plice: gli inglesi avevano intercetta-to sia le comunicazioni tedesche che quelle italiane, conoscevano la rotta della squadra italiana e la sua com-posizione. la battaglia non fu altro che un agguato teso alla flotta italia-na e al povero ammiraglio iachino, che per anni vivrà con i sensi di col-

pa per quella sconfitta.

2- tra il 23 ottobre e il 4 novembre 1942 la Panzerarmee afrika di er-win rommel si scontrò in una serie di battaglie, denominate generica-mente “battaglia di el alamein”, con la viii armata britannica del gene-rale bernard montgomery. anche qui, le forze dell’Asse furono sconfit-te e costrette a ritirarsi. e anche qui, ultra fornì agli inglesi un appoggio insuperabile: montgomery conosce-va i piani della “volpe del deserto” e sapeva della cronica mancanza di rifornimenti che affliggeva le for-ze italo-tedesche, rifornimenti che erano puntualmente inabissati dal-le siluranti e dagli aerei britannici. sempre grazie all’”infallibilità” di enigma, o, meglio, grazie al lavo-ro degli scienziati e dei tecnici di bletchley Park, che decrittavano i messaggi e li comunicavano alle autorità competenti. al pari di cun-ningham, montgomery non dovette far altro che creare l’imboscata per-fetta. Con l’unica differenza che, di fronte a rommel, anche il piano in-

glese rischiò di andare in pezzi.

la guerra, dunque, avrebbe potuto andare diversamente, se gli inglesi non avessero avuto dallo loro parte

ultra.

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la procreazione assistita

di Elisabetta Zuin (4AC)

generare: atto umano o sinonimo di “creare in laboratorio”

in quest’ultimi anni la crescita della sterilità, sia maschile che femminile, appare in forte aumento. le cause sono varie, ma ad aggravare la situazione è sicuramente l’età avanzata delle coppie che, desiderose di creare una famiglia, decidono di avere un figlio. Scrive la psicologa silvia Finzi: ”la realtà è che la nostra società non permette alle donne di avere figli nell’età giusta per la riproduzione e poi cerca di rimediare con metodi artificiali”. Prevalgono, infatti, ambizione e lavoro, almeno inizialmente, fino a quando non si sente il bisogno di diventare madre o padre. Per contrastare sterilità e infertilità, ossia l’incapacità di concepire e portare avanti una gravidanza dopo circa un anno di rapporti sessuali regolari senza l’uso di contraccettivi, la scienza ha pensato bene alla procreazione artificiale, di cui fanno parte diverse tecniche di fecondazione assistita. tra le tante vi sono l’“inseminazione artificiale”, forse la più semplice, che prevede l’inserimento di spermatozoi nel corpo della donna, e la “Fecondazione in vitro”( Fiv), che consente invece l’incontro, all’interno di un vetrino da laboratorio, dei gameti maschili e femminili, con il seguente trasferimento degli embrioni prodotti, nell’utero della donna. nel momento in cui il seme o l’ovulo appartengono ad una persona estranea alla

coppia si parla di fecondazione eterologa. ma forse ciò che più fa discutere oggi è la cosiddetta “madre surrogata”, che non solo offre il proprio ovulo, ma anche il proprio utero in affitto, spesso per procurarsi da vivere. ci sono diversi motivi per cui una persona potrebbe ritenere queste ultime due modalità di riproduzione moralmente non accettabili. non parlo di religione, perché non tutti credono e va bene così, ma del fatto che,a mio parere, le persone che si affidano a queste “nuove” tecniche, per egoismo non tengono conto dei problemi psichici che il figlio, una volta cresciuto, potrebbe riscontrare. sarebbe orribile per tutti venire a sapere di essere nato da una donna pagata per generarti e poi essere stato dato ad un’altra come merce di scambio,pensare che una persona ti ha portato in grembo per 9 mesi,non perchè ti desiderava, ma per denaro. non riesco a vedere nessun atto d’amore in tutto questo, solo egoismo e tanta superficialità, soprattutto dal momento che ci sono milioni di bambini orfani nel mondo, che hanno bisogno di una famiglia, di una casa. nel caso in cui, poi, venisse utilizzato solo il gamete di uno dei due individui della coppia, cosa proverebbe l’altro una volta nato il figlio? Non lo sentirebbe meno suo,sapendo che il partner ha partecipato attivamente alla sua nascita e

lui no? siamo essere umani, non macchine, proviamo sentimenti e sensazioni. Può succedere che l’individuo “passivo” della coppia non riesca a riconoscere il figlio, non per invidia o senso di inferiorità, ma per un mancato legame di sangue, che molto spesso viene sottovalutato. Queste tecniche fredde ed innaturali forse risolvono i problemi fisici di sterilità e infertilità che possono presentarsi all’interno di una coppia, ma ne producono altri ben più gravi. generare dovrebbe essere un atto umano, non un sinonimo di “creare in laboratorio”. nel pieno rispetto delle coppie che non possono avere figli e soffrono per questo, penso che accanirsi così tanto per avere un bambino non sia giusto. un segno d’amore sarebbe mettere da parte i propri desideri e pensare al bene di chi non c’è ancora e di chi, soprattutto c’è già, ma non

ha più nessuno.

N.5 Maggio-Giugno 2015 9

aquile randagie

di Annalisa Xamin(4CS)

“un giorno in più del fascismo”

non tutti sanno che anche gli scout hanno avuto un ruolo nel-

la seconda guerra mondiale.

si facevano chiamare aquile randagie i ragazzi del grup-po scout di milano e monza che svolgevano attività giovanili clandestine durante il periodo del fascismo. infatti, una delle cosiddette leggi Fascistissime, aveva decretato lo scioglimen-to di tutte le associazioni che non fossero l’opera nazionale balilla, e quindi anche dei re-parti scout nei centri inferiori a 20.000 abitanti, e l’obbligo di inserire l’acronimo onb (ope-ra nazionale balilla) nelle inse-

gne dei rimanenti.

anche i gruppi scout milano II e Milano VI deposero uffi-cialmente le proprie insegne, ma alcuni di essi si rifiutarono di cessare ogni attività. usan-do anche messaggi in codice e cifrati per non venire scoperti, quei ragazzi continuarono a ri-trovarsi svolgendo regolari atti-vità scout. il motto delle aquile randagie era “un giorno in più

del fascismo”.

il movimento scautistico clan-destino aveva un duplice scopo: mantenere l’idea di personalità, di libertà, di autonomia, di fra-ternità, e avere una propria forza di resistenza ideologica per im-pedire ai giovani di accettare una sola visuale della vita, della storia, della politica. Questa resistenza pacifica comportava per gli adulti

come minimo la perdita del posto di lavoro e per i giovani l’esclusio-ne dalla scuola. spesso, se veniva-no sorpresi dalle squadre fasciste, subivano anche soprusi e violenze

fisiche.

dopo l’armistizio dell’8 settem-bre 1943, le aquile randagie, assieme ad altri, diedero vita all’oscar (organizzazione scout collocamento assistenza ricercati) che si impegnò in un›opera di salvataggio di perseguitati e ricercati di diversa nazione, razza, religione, con

espatri in svizzera.

la prima attività era la fabbrica-zione di false tessere annonarie (durante la guerra, si usava per acquistare i generi razionati, tutti quelli di prima necessità. ogni bol-lino valeva una razione giornaliera settimanale o mensile), permessi di circolazione, carte di identità intestate a nomi fittizi con la resi-denza in territori occupati già dal-le truppe alleate. di conseguenza, bisognava trovare alloggio presso conventi o case ecclesiastiche in attesa di momenti favorevoli per attraversare il più velocemente possibile il confine con la Svizze-ra nella zona di varese. il nome di oscar, all’orecchio di chiunque, poteva sembrare il nome di una persona, perciò la comunicazio-ne avveniva telefonicamente pur sospettando la sorveglianza dei telefoni. chi doveva portar fuori gli ebrei segnalava: “Ciao Oscar, come stai, allora c’è da fare quella solita passeggiata o si deve fare quel deposito, o devi portare quel pacchetto, allora ci troviamo al

solito posto”. tutto questo poteva sembrare una conversazione tra

amici.

l’attività dell’o.s.c.a.r. si rias-sume in 2.166 espatri clandestini, 500 preallarmi e 3.000 documenti

falsi.

altri gruppi scout clandestini sono rimasti attivi in italia negli anni del fascismo (uno di essi si riuniva addirittura a Palazzo venezia, lo stesso dal cui balcone il duce si af-facciava per i suoi discorsi), ma le loro vicende non hanno avuto una così grande risonanza successiva.

il valore di tutto ciò risiede nel fat-to che furono dei ragazzi a dire no al fascismo, quando tutti gli altri

incece si piegavano.

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robert capra

di Riccardo Tessarin(4BS)

considerato il più grande fotogra-fo di guerra del novecento, robert capa inventò il fotogiornalismo moderno. sempre in prima linea, a fianco dei soldati nel centro dei combattimenti, le sue immagini sono diventate indelebili istanta-nee di vita e di morte. nato a bu-dapest nel 1913 andrè Friedman, origine ebraica, è un ragazzo ri-belle e sempre in movimento. stu-dia scienze Politiche a berlino e qui presso l’agenzia dephot ottie-ne il primo importante incarico: fotografare troskjj durante una conferenza a copenaghen. Per via delle leggi razziali di hitler è però costretto a rifugiarsi a Parigi nel 1933. in questo ambiente ric-co e stimolante, viene a contatto con moltissime persone fra cui Picasso ed hemingway e stringe amicizia con due famosi fotografi: david seymoure ed henri cartier bresson. il loro trio è completato dalla Leica, macchina fotografica perfetta e maneggevolissima per i reportage fotografici. Sono le sue

immagini sulla guerra di spagna però a consacrarlo a livello mon-diale. celeberrima l’immagine di un miliziano che, appena colpito, sta cadendo a terra mentre il fuci-le gli sfugge dalla mano. È proprio qui poi che perde la sua campagna di sempre, gerda taro, anche lei fotografa e giornalista. i due sono sempre assieme nel cuore dell’a-zione, ma lei viene tragicamen-te investita da un carro armato. sconvolto dalla perdita e dopo un lungo viaggio in cina nel 1938, capa emigra nel 1939, a new York. da qui, ottenuto l’accredi-to dall’esercito statunitense, par-teciperà come corrispondente di guerra allo sbarco in normandia. approdato sulle coste di omaha a fianco dei soldati americani, pur-troppo le sue suggestive foto sono andate distrutte durante il tratta-mento di sviluppo e se ne salvate solamente 11, leggermente sfoca-te. nel 1947 è uno dei cofondatori e primo presidente di magnum, cooperativa che unisce i migliori

fotografi e ne afferma la totale in-dipendenza e libertà creativa.

capa muore il 25 maggio 1954 in indocina, dopo aver calpestato una mina. si era allontanato di pochi metri dal sentiero battuto per inquadrare meglio la scena. Fu proprio questo l’aspetto che distinse robert capa da tutti i fo-tografi che erano venuti prima di lui: la vicinanza estrema ai sog-getti da riprendere. era sempre pronto ad avvicinarsi il più pos-sibile pur di scattare una buona foto. É questo il trucco che rende così vivide e vibranti di emozioni i suoi lavori; non vi sono solo im-magini infatti, ma anche storie e tragedie vere dietro alle sue foto. Numerosissimi conflitti, sparsi per il pianeta, ma tutti accomu-nati dallo stesso alone di morte e sofferenza, che conducono infine anche l’osservatore più disattento

a condannare la guerra. robert capa amava la pace, ne era profondamente innamorato. il suo più grande desiderio sarebbe

stato probabilmente quello che l’assenza di battaglie e scontri lo lasciasse senza lavoro. Fu un fotografo di conflitti sì, ma per

diffondere la pace.

N.5 Maggio-Giugno 2015 11

curiosità sul cervello

di Teresa Baggio(5BSU)

- il nostro cervello è l’organo più grasso del nostro corpo, poiché

composto da lipidi per il 60%

- non ci si può fare solletico da soli perché il cervello distingue tra tocco esterno e il tuo tocco

- dopo la decapitazione, la mente umana rimane cosciente per circa 15, 20 secondi: il san-gue nella nostra testa potrebbe essere sufficiente per fare in modo che una persona possa rimanere cosciente per alcuni secondi dopo la decapitazione.

- il neurochirurgo genovese sergio canavero ha dichiarato di avere intenzione di trapian-tare la testa di un uomo su un

nuovo corpo entro il 2017.

- centinaia di migliaia di sol-dati americani impiegati nelle campagne in iraq e afghanistan soffrono di trauma cranico da onda d’urto d’esplosione: una ferita invisibile con conseguen-ze fisiche e psicologiche profon-de, ma tuttora poco conosciute

- il neuropatologo tedesco oscar vogt eseguì un’attenta analisi del cervello di lenin e la sua conclusione fu: “nel iii stra-to corticale, specie nella parte profonda di molte aree cerebra-li, ho trovato neuroni piramida-li di straordinaria grandezza e numero, mai visti prima da me.

il reperto anatomico ci per-mette di identificare Lenin come un atleta del cervello e un gigante delle associazio-

ni”

- esiste un fungo killer chiamato Ophiocordyceps camponoti-balzani che è in grado di controllare la men-te delle formiche che, una vol-ta attaccate, vagano come veri e propri morti viventi al servi-zio del loro killer che le usa per trovare terreno fertile. una vol-ta trovato il luogo ideale dove disperdere le proprie spore, il

fungo uccide la sua preda.

- gli squali non entrano mai in una fase di sonno profondo come gli altri vertebrati. resta-no invece con gli occhi aperti, muovendosi più lentamente, ma mantenendo una parte del

cervello a riposo.

- saltare la prima colazione è dannoso per il cervello, che ha bisogno infatti di interrompere il digiuno notturno e il conse-guente calo glicemico. saltare la colazione provoca sonnolenza, scarsa concentrazione e spossa-

tezza.

- alcuni dei superalimenti per il cervello sono: noci, the verde, mirtilli, salmone, pomodoro e

cacao.

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rupè

di Krystel Zen(5BSU)

nuovi talenti: musica

i rupè sono un gruppo di recente for-mazione, nato da più realtà musicali

che si sono incontrate ed unite.

Il gruppo è formato da: Serafino Mona-co (voce e chitarra), riccardo rossetto (chitarra), eleonora rech (violino) e, aggiuntasi recentemente al gruppo,

elena cettato (viola).

neanche gli stessi componenti del gruppo sanno definire il loro genere, nel corso della loro crescita musicale i quattro hanno avuto influenze del tutto diverse, che vanno dalla musica classi-ca al rock classico arrivando al punk. ma nonostante i diversi interessi sono riusciti a giungere ad una sintesi mu-sicale particolare e che li caratterizza

come gruppo.

hanno partecipato recentemente al contest mhz live contest piazzandosi terzi, e da questa esperienza hanno de-ciso di dare una nuova forma alla loro produzione musicale, optando per una opera moderna, per così dire, ovvero: i quattro hanno pensato di far fronte

alla loro debole presenza scenica (biso-gna considerare che gli stumenti suonati non permettono grande libertà di movi-mento) attraverso un’escamotage che li

ha portati a lavorare su delle

lunghe narrazzioni che combinano musi-ca a brevi letture.bisogna inoltre pensare la musica dei rupè come una mostra arti-stica, un’esposizione nella quale le canzo-ni rappresentano i quadri mentre la voce, le varie letture sono i collegamenti tra di essi, che portano alla formazione di una storia che vuole essere essere raccontata

e condivisa.

domenica 7 giugno saranno impegnati al sounday Fest organizzato dai ma-lus antler, in cui suoneranno anche l’o-pificio del dubbio, Pena Kaustica, how Piano e gli stessi malus antler, a san vito d’altivole, dove dimostreranno a tutti il

loro talento.

N.5 Maggio-Giugno 2015 13

ragogna, un mondo da scoprire

di Elena Sofia Furlan e Sofia Marchesin(3ASA)

Quando arriva l’estate, gli italia-ni si dividono in due categorie: chi sceglie il mare e chi anela al fresco della montagna. Quello che molti di noi non sanno è che c’è anche un mondo compreso tra le coste e le vette in grado di regalare relax ed emozioni in una cornice ambientale di gran-

de fascino ed interesse.

Compreso tra le affollate spiag-ge di grado e lignano e le ma-estose vette delle dolomiti Friulane, si estende il Friuli col-linare, una terra ricca di spunti naturalistici, sportivi e cultura-li in cui ognuno può trovare la propria dimensione di vacanza. circondata dallo splendido an-fiteatro naturale delle colline moreniche, ragogna accoglie nel suo territorio un intero uni-verso: dalla pianura al fiume, dal lago alle colline e su fino ai monti; una varietà di habitat ed ecosistemi che ha reso questa località un vero “laboratorio a cielo aperto”. Questa meta rap-presenta il giusto compromes-so per chi ama scoprire nuovi

e suggestivi posti avendo tutto a portata di mano, bastano in-fatti, pochi minuti per spostarsi dalle alte vette delle dolomiti alle spiagge movimentate della

costa adriatica.

l’acqua è uno degli elementi su cui si fonda Ragogna; l’abitato si estende infatti tra lo scorrere del tagliamento e le tranquil-le acque del lago, che proprio dalla località prende il nome. il tagliamento, in località ta-bine, si trasforma in estate in una spiaggia frequentata dagli appassionati di tintarella, atti-rati dalla quiete e dalle acque

cristalline del corso d’acqua.

oltre ai suggestivi e variegati paesaggi offerti non manca la ricca proposta culturale con vi-site guidate ai musei, al castel-lo e agli edifici storici, mentre escursioni e pedalate in mezzo alla natura, completano il pro-gramma. l’appuntamento è dal

31 luglio al 3 agosto, il periodo giusto per una pausa tra le col-line friulane, per scoprire que-sto territorio ricco di sorprese e partecipare ad un evento che per tre edizioni consecutive è stato premiato da legambien-te come “sagra virtuosa” per la sua proposta gastronomica e per una gestione a basso im-pianto ambientale… insomma, una vacanza alternativa per chi ama la natura e scoprire nuove

mete.

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l’angolo dei videogame: disHonored

di Rachele Moro(4CL)

dishonored è un videogioco d'a-zione con ambientazione diesel-punk e dark Fantasy sviluppato da arkane studios e pubblicato da bethesda softworks. e' stato rilasciato in europa il 12 ottobre 2012, per Pc, Ps3, XboX360. Pri-ma di iniziare la recensione vera e propria è opportuno chiarire il significato degli aggettivi Diesel-punk e dark Fantasy. Per diesel-punk si intende uno stile simile allo cyberpunk ma con l'aggiunta di elementi neo-noir, riferimenti alla potenza petrolifera e alla per-cezione tecnocratica. il dark Fan-tasy è un sottogenere del fantasy ma con un'atmosfera più cupa con molti riferimenti all'horror. ritengo che dishonored nono-stante sia uscito un po' di tempo fa, rimanga un piccolo capolavoro che non mi stanca mai. curato in ogni minimo dettaglio, il game-play colpisce grazie alla plurali-tà di approcci disponibili e alla forte componente stealth che qui viene sfruttata al massimo della sua potenzialità. dal punto di vi-sta narrativo, la trama è piuttosto "standard" se presa a se stante. vestiamo i panni di corvo atta-no, guardia del corpo personale dell'imperatrice, accusato ingiu-stamente del suo assassinio e del rapimento di sua figlia Emily. corvo verrà aiutato a scappare di prigione da un gruppo di lealisti, fedeli all'ex sovrana. tutto questo con come sfondo un'epidemia di peste violentissima che dilaga di quartiere in quartiere deciman-do i cittadini di dunwall (la città dove è ambientata la vicenda). lo scopo del protagonista è sem-plice: eliminare uno ad uno i co-spiratori e salvare l'erede al trono

emily. la storia procede lineare fino all'ultima parte del gioco, nel quale si avranno colpi di scena inaspettati (no spoiler). la città in dishonored non funge soltanto da sfondo ma diventa un vero e pro-prio parcogiochi nel quale il gio-catore può moversi in completa li-bertà. il modo in cui ci muoviamo nel gioco, i poteri che decidiamo di sviluppare, l’etica del nostro comportamento plasma il mondo di gioco. e’ questo fattore che ren-de dishonored unico, ci sono due “vie” possibili da seguire: caos ed ordine. il primo è per i giocatori più irruenti che preferiscono la-sciarsi alle spalle una scia di ca-daveri, il risultato di questa scel-ta è una città invasa dal terrore e dagli appestati. la seconda scelta è per i giocatori più riflessivi che preferiscono risolvere le situazio-ni agendo dietro le quinte (allu-gando però il tempo di gioco), ciò ridurrà il numero di appestati e di guardie. uno degli aspetti più af-fascinanti dell’ordine è quello di poter finire il gioco senza versa-re una goccia di sangue, facendo

sparire in modo innocuo i propri bersagli. nonostante sia uscito nel 2012, dishonored risulta an-cora apprezzabilissimo. Fin dai primi momenti di gioco il suo stile particolare ci stuzzica con il deca-dentismo della città di Dunwall; le mura bianche degli edifici dell’imperatrice risalta sulle stra-de appestate dove i topi fanno da padroni. la peste consuma il vol-to e la pelle degli infetti mentre i signorotti se ne stanno nelle loro stanze lussuose, vestiti con delle maschere che nascondono il loro volto consumato dai vizi. il risul-tato è un’ambientazione curata in modo maniacale, dai libri disse-minati per tutto il mondo di gioco alle conversazioni dei personaggi. Il tutto con un tratto grafico sche-letrico, simile ad un cell shading pieno di sfumature che corona in modo esemplare una delle am-bientazioni dieselpunk più belle

di sempre.

“before you embark on a journey for revenge, dig two graves”

N.5 Maggio-Giugno 2015 15

daugHter & muse

di Anna Cavallin(5BSU)

Ci sono. Questo è la mia ultima recensione da studentessa del Brocchi (spero…) e per quanto la cosa mi intristisca sono costretta a salutarvi. Recensirò due gruppi che nella mia classifica personale rientrano nella top 5 e che sono assolutamente da conoscere. Daughter Gruppo londinese formatosi nel 2010, i Daughter sono una band indie rock, alterna-tive rock. Inizialmente questo era lo pseudonimo di Elena Tonra, successivamente divenuto nome del gruppo all’unione artistica della Tonra con il chitarrista Igor Haefeli ed il batterista Remi Aguilella. Nel 2012 firmano con l’etichetta 4AD con cui, nel 2013, rilasciano il loro primo album in studio If You Leave. Il titolo già prelude ad una perdita, una par-tenza, delineata e tracciata per tutto l’album, di una dolcezza struggente, empatico, in cui la cantante parla in prima persona delle sue esperienze e del suo dolore ma in cui ognuno di noi può ritrovarsi e cercare conforto. Come già anticipato, per tutto l’album si parla di perdita, in un susseguirsi di canzoni lente in cui si viene cullati dalla meravigliosa voce della Tonra, della delicatezza della chitarra e brevi interventi delle percussioni, che portano man mano verso un crescendo non solo inter-no alle singole canzoni ma a tutto l’album. Singoli estratti dall’album sono Smother, seconda traccia dell’album, leggera ed eterea (come del resto è lo stile dei Daughter) in cui la Tonra si rammarica di essere uscita dal grembo della madre, solo per soffrire e far soffrire; altro singolo è Human, in cui ci vie-ne ricordato che nonostante tutto, nonostante le ferite che la vita ci riserva, nonostante il dolore che si prova ed il non volerlo dimo-strare, nonostante si diventi degli animali che cercano solo di sopravvivere, ma che non vivono più, sotto la pelle si trova ancora un essere umano che ha bisogno di essere libera-to. Terzo ed ultimo singolo è Youth: We are the reckless, (Siamo gli avventati,) We are the wild youth. (Siamo la gioventù scatenata.) Chasing visions of our futures (Inseguiamo visioni dei nostri futuri.) One day we’ll reveal the truth: (Un giorno diremo la verità:) That one will die before he gets there. (Che moriremo prima di arrivarci.) Un dolore umano che per quanto proviamo a negarlo coinvolge noi tutti, dal primo all’ul-

timo è quello narrato dai Daughter nel loro esordio. Se mai deciderete di avventurarvi in quello che non posso far altro che definire come un viaggio all’interno delle paure, dei sentimenti e del dolore umano, non fatelo superficial-mente, godetevi appieno ogni singola nota, ogni singola parola che questi tre incredibili artisti ci hanno donato. I don’t wanna be alone. When these bones decay.. Muse Non mi soffermerò più di tanto sulla bio-grafia, parlerò invece dei due nuovi singoli estratti dall’ancora inedito nuovo album Drones. I Muse sono un gruppo britannico formatosi nel lontano a Teignmouth, nel Devon. Il loro è un alternative rock sperimentale, o meglio, la loro musica è influenzata da più correnti musicali, come l’elettronica, il progressive rock, l’hard rock… . La maggior parte dei testi sono scritti dal frontman Mat-thew Bellamy e trattano un’ambia gamma di categorie, dall’apocalisse alla politica, dagli UFO alla religione, dalla guerra alla vita. Componenti del gruppo sono: il frontman, cantante, pianista e chitarrista Matthew Bel-lamy, il bassista Chris Wolstenholme ed il batterista Dominic Howard.

Il nuovo album uscirà il 9 giugno di quest’an-no, ed è stato anticipato da due nuovi singoli, cronologicamente: Psycho e Dead Inside In queste due prime tracce si può notare il “ritorno alle origini” della band, quando ancora sperimentavano poco e si divertivano per lo più a fare casino, con la classica rabbia dell’hard rock. Interessante è la tematica di questo nuovo album: i droni. Tutti noi siamo droni (umani) che comandano altri droni (artificiali), delle macchine artificiali create da qualcun altro, che a loro volta hanno creato altre macchine artificiali per “fare il lavoro sporco”. Il video lyric ci mostra un sergente ed un suo sotto-posto: Sei un drone umano? (Sì, signore!) Sei una macchina per uccidere? (Sì, signore!) La tua mente è solo un programma E io sono il virus Sto cambiando la stazione Io aumenterò i tuoi limiti Ti trasformerò in un super-drone E ucciderai al mio comando

E io non ne sarò responsabile Sei un assassino psicopatico, dillo, “io sono un assassino psicopatico! Quella narrata dai Muse è una storia che pro-segue per tutto l’album, come ha annunciato Matt nel sito ufficiale della band, e vede la sua genesi in Dead Inside: “Questo è dove comincia la storia dell’album, dove il prota-gonista perde la speranza e diviene “morto dentro”, quindi vulnerabile alle forze oscure introdotte in Psycho e che scaturiscono negli altri pochi brani nell’album, prima di riuscire finalmente a debellarle, ribellandosi e sovra-stando queste forze oscure più avanti nella storia.” “Your ass belongs to me now.” E con questa, che diventerà probabilmente la mia citazione preferita della vita, da Psyco, mi appresto alla conclusione di questa mia ultima recensione, di quest’anno di giornali-no, di quest’anno scolastico: è stato un viag-gio duro, che non vedevo l’ora di concludere per poter finalmente uscire da questa città che mi va stretta e, come si suol dire, affacciarmi al mondo reale, per rendere quella citazione reale.

Spero che nessuno me ne voglia, ma due ringraziamenti voglio spenderli: a Chiara e Serena, che mi chiedono di dedicargli un arti-colo da quando sono entrata a far parte della redazione. Alla 5^BSU, perché anche se ci odiamo (you all know what I mean) in questi cinque anni ci siamo divertiti. A chiunque ab-bia speso anche solo cinque minuti per legge-re quello che scrivevo, ma che poi ha chiuso disgustato perché si è reso conto di quanto io sia un incapace [ndR: non è vero sei fenome-nale e mi piange il cuore averti tagliato gli articoli ogni volta perché scrivi troppo]. Alla Elle, alla Tess, alla Ste, alla Babs e alla Giog-gi, perché sono gli unici esseri umani decenti che ho incontrato in 18 anni di vita. Alle LW che sono persone molto speciali ma solo mie. Ed ultimi ma non meno importanti, tutti i miei colleghi del giornalino, al professor Del-lai e alla santa Irene che anche se ritardavo in modo epico con i miei articoli mi ha sempre aspettato. Quindi, addio? Arrivederci? E ricordate: your ass belongs to me.

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c’erano una volta

di Beatrice Tonietto(4AS)

...i film d’animazione

C’erano una volta i film d’anima-zione che in tutto il mondo incan-tavano grandi e piccini con la loro magia, fino a quando, un terribile giorno, Hollywood scagliò la sua

maledizione su di loro.

Nel corso della nostra infanzia, tutti noi abbiamo guardato i film d’animazione, soprattutto quelli Disney, e ci siamo affezionati ai personaggi; siamo cresciuti osser-vando i nostri beniamini disegnati a mano che vivevano le loro av-venture in una dimensione diversa dalla nostra, con colori sgargianti e forme particolari, che rendevano l’intera storia ancora più magica. Ultimamente però, tra le case pro-duttrici, si è fatta strada l’idea di trasportare nella “realtà” le classi-che fiabe mettendo da parte disegni e grafica, per sostituirli con attori in carne e ossa, effetti speciali e scenografie fasulle. Questa nuova moda è esplosa negli ultimi due anni, anche se prima c’erano già stati degli episodi isolati, come ad esempio “Cappuccetto rosso san-gue” o “Alice in Wonderland” di

Tim Burton.

La caratteristica principale, oltre a quella di essere il remake di film d’animazione, è la tendenza che questi film hanno di modificare la storia, in alcuni casi anche molto drasticamente. Rivisitando una fia-ba che, rispetto all’originale, è già stata riadattata per un pubblico di bambini, non sempre si ottengono dei risultati positivi; prendiamo per

esempio due film: “Maleficent” e “Hansel & Gretel – Cacciatori di

streghe”.

Il primo è la rivisitazione della favola della Bella Addormentata, ma vissuta dal punto di vista del-la strega cattiva che si chiama ap-punto Malefica. La storia è molto differente rispetto a quella che tutti conoscono, le due principali modi-fiche che saltano subito agli occhi, sono l’anima buona di Malefica e il risveglio di Aurora avvenuto gra-zie al bacio della strega e non del principe. Il film, nonostante questi cambiamenti, è stato accolto posi-tivamente sia dalla critica sia dal pubblico che ha amato l’interpre-tazione straordinaria di Angelina

Jolie.

La stessa cosa non si può dire del secondo esempio. Infatti, vedere i due fratelli che avevano rischiato di essere mangiati da una strega cattiva dentro una casetta di mar-zapane, crescere e diventare degli spietati cacciatori di streghe, han-

no causato la reazione opposta.

Questo dimostra che cercare di rendere “reale” qualcosa di magico e fantastico, non è così facile e bi-sogna fare attenzione. Comunque, per quanto “Maleficent” o altri film, siano stati amati dal pubbli-co, non potranno mai superare la bellezza dei film d’animazione e la prova ne è il clamoroso successo di “Frozen – Il regno di ghiaccio” che con i suoi incassi è il quarto film con il boxoffice più alto, dopo

successi come Avengers, Avatar e Titanic.

Grazie alla voglia di sognare dei bambini, e grazie soprattutto ai soldi pagati dai genitori, la male-dizione di Hollywood fu sconfitta e i film d’animazione vissero felici

e guardati.

N.5 Maggio-Giugno 2015 17

di Persona()

ipse dixit Invia le tue “Ipse Dixit” a: [email protected]

betto: Non distinguo mia figlia da un cassonetto

busana: il mio unico problema è quanta sciolina mettere sugli sci, chi se ne frega della prova esperta!

betto: avete compito di latino? e chi se ne frega!

martin: oh i missed you guys! no i was just joking!

biasi: Quei capelli cosa mi rappresenta-no?! uno sproporzionamento del cervel-lo?!

giancotti: lo que pienso es que el cami-no se llama camino porque es un camino. se hace caminando.

martin: going on a trip? With you guys?! never!

(facendo l’appello alla 4^ ora) biasi: sono stanca di fare la segretaria!

betto: cascasse il mondo e mi cascassero le palle oggi interrogo!

Banfi: le classi di betto hanno sempre le idee un po’ confuse...

giancotti: sono sposata da 29 anni... sì, voria coparme anca mi!

puppi: com’è bello naufragare in questo mars...

puppi: Quando spiego letteratura m’in-fervoro!

biasi: le conquiste non si fanno con i fiori!” (spiegando storia)

Banfi: ne abbiamo parlato l’anno pros-simo!

tessarolo: napoleone cedette venezia all’austria... non tutti i francesi sono ladri, ma bonaparte sì!

martin: non ci son le casse? e allora che ci stiamo a fare qua?!

studente: mi mette 8?Ferraro: in condotta?

martin: Quando parlo non so cosa sto facendo...

busana: se ci son due genitori con gli occhi azzurri e il figlio con gli occhi scuri, vuol dire che è passato il postino!

betto: o smetto di fumare o sto a casa da scuola... sto a casa!

busana: Queste lavagne sono un cesso!

Banfi: c’é qualcosa che posso fare per aiutarvi con gli esercizi?studente: toglierceli!

anzalone: nessuno mi caga!

biasi: siete dei rompini, siete insop-portabili! Quanto manca alla fine della scuola?!

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l’angolo dello svago

-Perché il bue sbatte la testa contro il muro?

Per farsi la bua.

-sapete qual è il tempo più odiato dai pomodori?il passato!

-Perché un pazzo non può guidare?Perché mette sempre in folle...

-sapete come fa un maiale quando cade dall’ottavo piano?

sPecK!!

-come si chiama la femmina del dob-berman?

dobberWoman!

N.5 Maggio-Giugno 2015 19

Differenze: 15

ARIETE

In amore potrete mettere il turbo e partire in quarta perché Giove porterà i suoi benefici al vostro segno, con la possibilità di conoscere nuove persone e fare diversi incontri speciali. Riuscirete finalmente a realizzare un vostro piccolo sogno nel cassetto.. che sia una bella vacanza rilas-sante? Questo è un bellissimo periodo perché finalmente tutti i vostri sforzi verranno sicuramente ricompensati. Il fato vuole ancora portare doni a voi e rendervi felici! Che dire, buon divertimento!

TORO

Preparatevi perché se la primavera non è stata eccezionale, la vostra estate al contrario sarà fantastica! Se siete cuori solitari agosto sarà per voi un mese ricco di possibilità per incontrare la vostra anima gemella, altrimenti se siete in coppia aspettatevi una grande complicità con il vostro partner. Se deciderete di affrontare nuovi percorsi di vita allora il fato sarà al vostro fianco, anche se sarà richiesto un vostro sforzo e nulla vi sarà regalato al 100%. In bocca al lupo!

GEMELLI

Sotto questo cielo i nuovi incontri e i nuovi amori possono essere contrastati, difficili da vivere, e forse non riusciranno a darvi quello che desi-derate dal profondo del vostro cuore. Siete sicuri di aver proprio chiuso con il passato? Avete proprio bisogno di una vacanza e un po’ di riposo. Forse vi sembrerà che la fortuna non vi tenga in considerazione ma andate avanti perché la ruota gira e girerà molto presto in meglio anche per voi. Buone vacanze!

CANCRO

A partire da ora le cose cominceranno a cambiare in meglio. L’estate ha in serbo per voi nuove occasioni per trovare il partner giusto con cui iniziare una bellissima storia d’amore. La vostra avventura finalmente avrà un lieto fine e qualcosa di inaspettato potrà stravolgere completa-mente il vostro presente. Il riposo e la tranquillità delle vacanze miglioreranno nettamente anche il vostro umore. Continuate ad impegnarvi e vedrete che il destino si ricorderà di voi. Buena Suerte!

LEONE

Sono finiti i tempi del rinchiudersi in casa, è ora di uscire, frequentare nuovi posti e riallacciare tutte le amicizie perdute. Potete ben sperare in piccole o grandi vincite e non sempre parliamo di denaro ma di valor i assai più preziosi come l’amicizia, l’amore o la famiglia. La fortuna potrà colpirvi favorevolmente a 360 gradi, quindi in tutti i settori della vostra vita. Viaggiare potrebbe essere un modo assai originale per aggiungere una nuova esperienza al vostro album dei ricordi. Divertitevi!

VERGINE

L’amore busserà alla vostra porta ma richiederà una buona dose di impegno per riuscire a conciliare gli impegni quotidiani con i momenti in compagnia del partner. Gli eventi positivi potranno essere tanti ma pochi saranno quelli importanti. Il fato deciderà di darvi una mano e di farvi cambiare aria per un po’.. direi che una piccola fuga all’estero riuscirà a darvi una nuova visione del mondo che vi circonda. Non fermatevi da-vanti a niente e riuscirete così a raggiungere la vostra meta. Auguri!

BILANCIA

L’estate è un ottimo periodo per innamorarsi,per perdere la testa per una nuova amicizia o conoscenza, perciò dovrete rimboccarvi le maniche ed affrontare scelte molto importanti. Vivete questi mesi all’insegna del divertimento perché se non li sfrutterete appieno, correrete poi il rischio di avere rimpianti riguardo al passato. Sfruttate ogni singola vostra giornata, fate quello che avete sognato di realizzare, è la vostra occasione. La fortuna ricordate che aiuta solo gli audaci! Carpe diem!

SCORPIONE

Anche se in questo periodo vi siete illusi o rassegnati nel settore amoroso, non è un buon motivo per gettare la spugna!

Forza, quest’estate darà una svolta al vostro settore affettivo-sentimentale. Dovrete però impegnarvi molto e combattere gli eventuali problemi di incomprensione o di poca comunicazione con il partner. Tutto quello che vi giungerà di buono sarà il frutto delle vostre energie e idee impe-gnate nella vita. Partite, andate a vedere il mondo e poi scrivete la vostra avventura perché niente è più importante di un prezioso ricordo. Siamo noi gli artefici del nostro destino.

SAGITTARIO

Una grande dose di fortuna dipingerà le vostre giornate estive e vi farà conoscere l’aspetto più bello della giovinezza. Lunghe ore sotto il sole e tante risate in compagnia degli amici, caratterizzeranno la vostra estate. Un pizzico di brivido lo aggiungerà anche il destino, portandovi a scelte davvero estreme e singolari. Incontri inaspettati faranno da cornice alla vostra storia che sarà tutta da raccontare! Con un cielo così che risplende di fortuna, non posso far altro che incitarvi a smettere di pensare e cominciare a fidarvi di più del vostro cuore.

CAPRICORNO

Giove non sarà al vostro fianco in questi mesi, ma in compenso Venere e Mercurio hanno deciso di influire positivamente su di voi e sulla vostra vita. Ecco perché, sono in arrivo grandi notizie che sapranno dare una scossa al vostro monotono presente. Quest’estate sarà l’estate del rischio dove non dovrete dare nulla per scontato. Di sicuro anche un po’ di romanticismo da parte vostra sarà sempre gradito visto che il partner vorrà cominciare a pensare al futuro e alle scelte che questo comporta. Il mare è un posto perfetto per conciliare amore e divertimento. Buone vacanze!

ACQUARIO

Fra tutti i segni zodiacali voi sarete per quest’estate i più fortunati! Proprio così il fato ha scelto di agire in maniera istantanea in tutti i settori della vostra vita. Che ne dite? Forse finalmente la ruota della fortuna ha girato anche per voi, e adesso è il vostro momento! Con questo cielo stellare dovete assolutamente pianificare qualcosa per i seguenti mesi estivi. Il riposo è importante certo, ma immaginate quanto brivido ed emozioni potrebbe darvi per esempio un bel viaggio sulle coste australiane! Direi che è ora di fare un salto a trovare i parenti e chi lo sa l’amore potrebbe essere li che vi sta aspettando. Coraggio, che la festa abbia inizio!

PESCI

Voi siete i più temerari di tutti e per questo meritate molta stima. Non vi arrendete mai, i problemi per voi non sono ostacoli ma una sfida per testare le vostre capacità. Con questo positivismo vi batterete anche quest’estate per coloro che amate e anche se qualcuno vi recherà qualche delusione voi sarete pronti a perdonare. Niente potrà rovinarvi questi mesi estivi! Prendetevi cura di voi stessi, scegliete mete tranquille per le vostre vacanze all’insegna del riposo e della meditazione. La fortuna vi sarà accanto per tutto il mese di luglio, credo che sia un ottimo periodo per innamorarsi!

oroscopo summer di Gloria Ceccon(4BES)