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quale ancora innovazione, ancora sviluppo negozio nuovo di 44° cong Venerdì 18 novembre Q Santa Luci Babbo Natale Cosa dice quest'anno il mer- cato dei giocattoli? Come si orienta e come ci orienta nella corsa agli acquisti? E in calo il mercato delle bambole, in cre- scita o in buona tenuta quello dei giochi elettronici. Ma c'è anche il grosso pro- blema della sicurezza del gio- cattolo, soprattutto per i barn- bini più piccoli. Il Parlamento Europeo se ne preoccupa di quando in quando: la legisla- zione italiana molto meno. A pag. sei Vera Squarcialupi, deputato al Parlamento Euro- peo ci informa su questo ar- gomento mentre Walter Co- lombo parla del mercato. Buono sconto ai soci Burro Giglio n. 6 -T.--11111111~1111 Corno - Villa Olmo 4-25 novembre 1983 o eg., rioTirilo cieil ovsz11 ° «xx2sr- lorsI(crii ° A pag. 2 il programma e le iniziative della manifestazione ore 9,30 — Apertura del Congresso: Enrico Migliavacca Vicepresidente della Associazione lombarda cooperative di consumo. Relazione di introduzione: Antonio Bertolini Presidente della Associazione lombarda cooperative di consumo. Inizio del dibattito. ore 1130 — Sospensione dei lavori e colazione. ore 15 — Ripresa dei lavori, dibattito. ore 18.30 — Conclusione dei lavori della prima giornata Sabato 19 novembre ore 9,30 — Continuazione del dibattito. Conclusioni della Presidenza della Associazione nazionale cooperative fra consumatori. Nomina degli organismi dirigenti della Associazione lombarda e dei delegati al Congresso nazionale. ore 12,30 — Termine dei lavori congressuali Partecipano ai lavori Rinaldo Ciocca e Sergio Soave, Presidente e Vicepresidente del Comitato regionale della Lega. Comitato Regionale Lombardo Anno 2, n° 10 Novembre 1983 Periodico mensile della Coop Lombardia Comitato di Redazione Sergio Ferrarlo. Sergio Ghiringhelli. Lidia Lommi. Daniele Moltrasio, Enrico Rossi. Adolfo Scalpelli. Ambrogio Vaghi, Giorgio Vorza Direttore responsabile Adolfo Scalpelli Impaginazione: Franco Malaguti Disegni: Marina Vecchi Editrice Unicoop Lombardia Viale Farnagosta, 75 20142 Milano - Tel. 84.65.846 Stampa: Coop "Il Guado" Castano P. - Tel. 0331-88.14.75 Spedizione in abbonamento postale gruppo 111/70. Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 144: del 14 aprile 1982 A Fine agosto Vigevano, ai primi di novembre Bareggio. A di- stanza di appena due mesi la Coop Lombardia apre un altro modernissimo superrhercato, or- goglio e vanto dei soci della più grande cooperativa di consumo della regione. La nuova realiz- zazione ha un significato che va ben al di là della conferma del- l'alto grado di imprenditorialità e di professionalità raggiunta dai soci, dal gruppo dirigente, dai quadri e da tutte le mae- stranze della Coop. Essa intende concretamente dimostrare che pure in un periodo di terribile crisi economica, non ancora pe- raltro al suo apice, la volontà e gli atti della cooperazione ade- rente alla Lega sono decisamen- te contro corrente. La Coop continua ad investire risorse fi- nanziarie per lo sviluppo della propria rete di vendita, per crea- re nuova occupazione, per crea- re nuovi servizi ed occasioni di risparmio per i consumatori. Vogliamo lavorare per la ripresa economica, anticiparla se possi- bile. Questa, nei fatti, è la nostra socialità. Questa è la differenza rfrOfaíd,a_tra-noi e le aziende priVate. I nostri, supermercati non si distinguono dagli _altri soltanto' per refiehetia. CoOp. come qualcuno vorrebbe far credere per ridi:1re%; signifeato e portata dei nbstri sforzi. La Co- op; non ',e_ infatti/uieetith«ta e basta. Essa - é"ben a ffro -é le mi-: gliaia di Soci e consumatori che frequentano i nostri negozi quo- tidianamente lo sanno assai bene. Dove la Coop si procura i mezzi per finanziare il proprio svilup- po? Sono i soci che rinunciano al dividendo degli utili di bilan- cio affinché essi rimangano in- divisi nella Coop. Sono ancora i soci che affidano all'azienda i loro risparmi in prestito, perché siano tradotti in nuovi investi- menti che procurano nuovi po- sti di lavoro e servizi moderni alla comunità. Questo è ii signi- ficato che noi diamo al nostro sviluppo. Ma non soltanto que- sto, Lavorando nel concreto sul- la via del rinnovamento del set- tore della distribuzione com- __Inerciale del-nostro Paese, noi siàmo :convinti di ,dare un forte contributo !anchei, al onténil mento dell'inflazidne, che :r.gp- [email protected] piaga più grasVdda nostra econorn5e / Riflettiamò un attimo su questi' dati diffusi nelle ultiMesettiina-y ne: mentre i prezzi derprcaititti industriali sono aumentati nel- l'ultimo anno di circa il 10 per cento, l'inflazione dei prezzi al consumo non riesce a scendere sotto il 15 per cento. A fine anno saremo certamente al di sopra di 2 o 3 punti di quel fatidico pro- gramma 13 per cento. Non vor- remmo apparire troppo sempli- cistici: sappiamo bene quanto contribuiscono a tenere alta l'in- flazione le tariffe e il costo dei servizi, il caro-dollaro, lo stesso deficit dello Stato. Ma non dobbiamo ( onderci che il grosso divari tra prezzi alla produzioner e.Rezzi al consumo dovutoqiiresistenzatar un si- : sterria dist ribut}vb diPiccoli ne- . geizi:' frantumato 'e costoso: Da ari- 6-n nesto sistema distribUtivo efattoresmoltiplicatorecleltasso di inflaziceCGiústatriertfé-léíesi del prOsSiino Congresso nazio- --ake7détre Cooperative di Con- sumo, che i cooperatori stanno appassionatamente discutendo in queste settimane• hanno po- sto al centro del dibattito lo svi- luppo e l'innovazione della rete di vendita cooperativa. Un obiet- tivo chiaramente anticrisi e un contributo al rinnovamento del settore distributivo. Ambrogio Vaghi i "Coop: innovazione e sviluppo ne2inte - esse dei consumatori" In ultima pagina la fotocronaca dell'apertura del nuovo supermercato di Bareggio Associazione lombarda cooperative di consumo

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qualeancora innovazione, ancora sviluppo

negozio nuovo di

44° congVenerdì 18 novembre

Q

SantaLuciBabboNataleCosa dice quest'anno il mer-cato dei giocattoli? Come siorienta e come ci orienta nellacorsa agli acquisti? E in calo ilmercato delle bambole, in cre-scita o in buona tenuta quellodei giochi elettronici.Ma c'è anche il grosso pro-blema della sicurezza del gio-cattolo, soprattutto per i barn-

bini più piccoli. Il ParlamentoEuropeo se ne preoccupa diquando in quando: la legisla-zione italiana molto meno.

A pag. sei Vera Squarcialupi,deputato al Parlamento Euro-peo ci informa su questo ar-gomento mentre Walter Co-lombo parla del mercato.

Buonoscontoai sociBurroGiglio

n. 6

-T.--11111111~1111

Corno - Villa Olmo

4-25novembre1983

oeg., rioTirilo

cieil ovsz11°«xx2sr-lorsI(crii°A pag. 2 il programmae le iniziative della manifestazione

ore 9,30 — Apertura del Congresso:Enrico Migliavacca Vicepresidente dellaAssociazione lombarda cooperative diconsumo.

Relazione di introduzione:Antonio Bertolini Presidente dellaAssociazione lombarda cooperative diconsumo.

Inizio del dibattito.

ore 1130 — Sospensione dei lavori e colazione.

ore 15 — Ripresa dei lavori, dibattito.

ore 18.30 — Conclusione dei lavori della prima giornata

Sabato 19 novembreore 9,30 — Continuazione del dibattito.

Conclusioni della Presidenza dellaAssociazione nazionale cooperative fraconsumatori.

Nomina degli organismi dirigenti dellaAssociazione lombarda e dei delegati alCongresso nazionale.

ore 12,30 — Termine dei lavori congressuali

Partecipano ai lavori Rinaldo Ciocca e Sergio Soave,Presidente e Vicepresidente del Comitato regionale dellaLega.

ComitatoRegionale

Lombardo Anno 2, n° 10

Novembre 1983 Periodico mensile dellaCoop Lombardia

Comitato di RedazioneSergio Ferrarlo. SergioGhiringhelli. Lidia Lommi.Daniele Moltrasio, Enrico Rossi.Adolfo Scalpelli. AmbrogioVaghi, Giorgio Vorza

Direttore responsabileAdolfo Scalpelli

Impaginazione:

Franco Malaguti

Disegni:

Marina Vecchi

Editrice Unicoop LombardiaViale Farnagosta, 7520142 Milano - Tel. 84.65.846

Stampa: Coop "Il Guado"Castano P. - Tel. 0331-88.14.75

Spedizione in abbonamentopostale gruppo 111/70.

Autorizzazione delTribunale di Milano n. 144:del 14 aprile 1982

A Fine agosto Vigevano, ai primidi novembre Bareggio. A di-stanza di appena due mesi laCoop Lombardia apre un altromodernissimo superrhercato, or-goglio e vanto dei soci della piùgrande cooperativa di consumodella regione. La nuova realiz-zazione ha un significato che vaben al di là della conferma del-l'alto grado di imprenditorialitàe di professionalità raggiuntadai soci, dal gruppo dirigente,dai quadri e da tutte le mae-stranze della Coop. Essa intendeconcretamente dimostrare chepure in un periodo di terribilecrisi economica, non ancora pe-raltro al suo apice, la volontà egli atti della cooperazione ade-rente alla Lega sono decisamen-te contro corrente. La Coopcontinua ad investire risorse fi-nanziarie per lo sviluppo dellapropria rete di vendita, per crea-re nuova occupazione, per crea-re nuovi servizi ed occasioni dirisparmio per i consumatori.Vogliamo lavorare per la ripresaeconomica, anticiparla se possi-bile.

Questa, nei fatti, è la nostrasocialità. Questa è la differenzarfrOfaíd,a_tra-noi e le aziendepriVate. I nostri, supermercatinon si distinguono dagli _altrisoltanto' per refiehetia. CoOp.come qualcuno vorrebbe farcredere per ridi:1re%; signifeato eportata dei nbstri sforzi. La Co-op; non ',e_ infatti/uieetith«ta ebasta. Essa - é"ben a ffro-é le mi-:gliaia di Soci e consumatori chefrequentano i nostri negozi quo-tidianamente lo sanno assaibene.Dove la Coop si procura i mezziper finanziare il proprio svilup-po? Sono i soci che rinuncianoal dividendo degli utili di bilan-cio affinché essi rimangano in-divisi nella Coop. Sono ancora isoci che affidano all'azienda iloro risparmi in prestito, perchésiano tradotti in nuovi investi-menti che procurano nuovi po-sti di lavoro e servizi modernialla comunità. Questo è ii signi-ficato che noi diamo al nostro

sviluppo. Ma non soltanto que-sto, Lavorando nel concreto sul-la via del rinnovamento del set-tore della distribuzione com-

__Inerciale del-nostro Paese, noisiàmo :convinti di ,dare un fortecontributo !anchei, al onténilmento dell'inflazidne, che :[email protected] piaga più grasVddanostra econorn5e/Riflettiamò un attimo su questi'dati diffusi nelle ultiMesettiina-yne: mentre i prezzi derprcaitittiindustriali sono aumentati nel-l'ultimo anno di circa il 10 percento, l'inflazione dei prezzi alconsumo non riesce a scenderesotto il 15 per cento. A fine annosaremo certamente al di sopra di2 o 3 punti di quel fatidico pro-gramma 13 per cento. Non vor-remmo apparire troppo sempli-cistici: sappiamo bene quantocontribuiscono a tenere alta l'in-flazione le tariffe e il costo dei

servizi, il caro-dollaro, lo stessodeficit dello Stato. Ma nondobbiamo ( onderci che ilgrosso divari tra prezzi allaproduzioner e.Rezzi al consumo

dovutoqiiresistenzatar un si-: sterria dist ribut}vb diPiccoli ne-

. geizi:' frantumato 'e costoso: Daari-6-n nesto sistema distribUtivoefattoresmoltiplicatorecleltassodi inflaziceCGiústatriertfé-léíesidel prOsSiino Congresso nazio-

--ake7détre Cooperative di Con-sumo, che i cooperatori stannoappassionatamente discutendoin queste settimane• hanno po-sto al centro del dibattito lo svi-luppo e l'innovazione della retedi vendita cooperativa. Un obiet-tivo chiaramente anticrisi e uncontributo al rinnovamento delsettore distributivo.Ambrogio Vaghi

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"Coop: innovazionee sviluppo ne2inte -essedei consumatori"

In ultima pagina la fotocronaca dell'aperturadel nuovo supermercato di Bareggio

Associazione lombarda cooperative di consumo

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Programma delle Giornate dei giovani consumatori

illa olmo - dal 14 al 25 novembre

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lshe tA •nanclevircrici

Buono sconto Soci n. 6valido dal 5 al 31dicembre 1983

Burro Gigliosigillo orogr. 500

ZOvenditaai sociL 1900

Ogni giorno, al mattino, dal 14 al 25 novembre visite delleclassi della scuola dell'obbligo alla

MostraE composta da oltre 100 pannelli nei quali sono trattati temi dieducazione alimentare, di informazione e formazione del con-sumatore soprattutto dei giovanie alle:

Anka2oralo 11 Supermercato

o L'immagine del prodotto (cosa c'è dentro la scatola)

e Coloranti e additivi (cosa c'è dentro la scatola)

© Anatomia della pubblicità

o Il gioco dell'oca

o L'igiene orale

o L'acqua dei nostri laghi

o L'iteneroteca

Il pomeriggio visita delle classi del tempo pieno, del pubblico,dei soci.

Parallelamente alle "giornate", per approfondire alcuni impor-tanti aspetti legati ai consumi, si terranno due convegni rivoltial mondo scientifico e politico

Venerdì 18 novembre, ore 21 salone Villa Olmo

"Le acque dei nostri laghi"Relatori: prof. Marco Vighi Idrobiologo - Università di Mila-no / Marilì Terribilini Associazione Consumatrici SvizzeraItaliana, Lugano / Giorgio Vozza Associazione RegionaleCoop Consumo

Giovedì 24 novembre, ore 18 salone Villa Olmo

"Alimentazione e salute"Relatori: Prof. Claudio Peri Istituto di Tecnologie Alimentaridell'Università di Milano Prof. Guido Tettamanti Facoltà diMedicina dell'Università di Milano / Oddone Pattini Asso-ciazione Nazionale Coop Consumo

coneerrtoDomenica l3 Novembre concerto a Villa Olmo di SeverinoGazzelloni accompagnato dal maestro Silvio Leonardi

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pattrairCo nfflostira, con la :7 211ÌZE, cleWi Cc3pDal 25 ottobre alla fine di novembre a Mila-no in via Guicciardini, "Nuovo Spazio", sonoesposti sei grandi disegni del grande architet-to Le Corbusier e sei preziose tavole ad ac-quarello dell'architetto Piero Bottoni, rap-presentante di cinquant'anni di urbanisticamoderna, deputato e docente universitario.La mostra curata dagli architetti GiancarloConsonasi, Lodovico Meneghetti e GraziellaTonon e allestita in una prestigiosa cornice daMaurizio Di Puoi°, ha il titolo "ArchivioBottoni - Le Corbusier "Urbanismo", Milano1934".I grandi pannelli sono stati disegnati da LeCorbusier nel giugno del 1934 durante unaconferenza tenuta a Milano, quando fuchiamato da Piero Bottoni perché illustrassele sue concezioni urbanistiche. Gli appuntiper la conferenza, i primi schizzi, le notazioniritrovati e riprodotti, sono parte integrante diquesta mostra. I disegni di Bottoni dal titolo

"La città cromatica" rappresentano l'interessedell'urbanistica per il colore nella città ed essisuscitarono molto interesse fin dalla primaapparizione nel 1927. Da molti anni nonvenivano però più esposti.Questi materiali preziosi per una storia del-l'urbanistica di questo secolo sono ora perdonazione di Giudi Bottoni e dei figli, dell'i-stituto milanese per la storia della Resistenzae del movimento operaio il quale li ha messi adisposizione della Provincia di Milano con laquale ha realizzato questa mostra in occasio-ne del congresso internazionale del design.La mostra è stata però realizzata con il con-tributo prezioso delle Cooperative di abita-zione e delle Cooperative di consumo aderen-ti alla Lega, divenute partner economico perquesta iniziativa insieme all'Aschimici -Gruppo Vernici. Riproduciamo lo scrittodella Coop apparso nel catalogo dellamostra.

L'intervento delle cooperativeCooperative di abitazione e cooperative fra con-sumatori contribuiscono alla realizzazione dellamostra "Archivio Bottoni - Le Corbusier, "Urba-nismo", Milano 1934" finanziando il restauro delletavole di Le Corbusier.Il senso di questo intervento sta nella volontà diconservare un bene culturale legato alla storia diMilano e, se pure in modo indiretto, alla storiadella cooperazione.Proprio a Milano e nella sua immediata periferia,tra la fine dell'800 e i primi del 900, si svilupparonopiù che in ogni altra parte d'Europa quelle coope-rative di abitazione "a proprietà indivisa" che col-legano le moderne forme di organizzazione ope-raia all'eredità del socialismo utopistico. È facilericonoscere il filo che lega il falansterio di Fourier,il familisterio di Godwin, l'unità di abitazione di LeCorbusier e certe esperienze cooperative milanesinelle quali fortissima si avverte la tendenzadell'autosufficienza.La casa di proprietà collettiva aveva al suo interno

il circolo per il tempo libero e l'educazione deilavoratori, il negozio per la vendita a prezzi popo-lari dei prodotti alimentari e di prima necessità, lasocietà di mutuo soccorso. Un'organizzazione aimargini e qualche volta contrapposta alla città,che si proponeva come esemplare per un modellosociale fondato sulla solidarietà, sul lavoro, sulladimensione collettiva dell'esistenza. Interrottabrutalmente dal fascismo, la cooperazione mila-nese rinacque nel clima della liberazione cercandosubito, da una parte, di rispondere alle più urgentinecessità delle classi lavoratrici - gli spacci coope-rativi e la ripresa delle cooperative di abitazionefurono i primi segnali di vitalità della tradizionecooperativa -, dall'altra, di collegarsi a quei giovaniintellettuali che, come Bottoni, avevano cercatoanche negli anni della retorica ufficiale fascista diaprirsi alle correnti di cultura internazionale.Il contributo e il ruolo della cooperazione allarinascita edilizia e urbanistica di Milano sono an-cora tutti da studiare.Oggi le cooperative di abitazione milanesi, siaquelle più antiche che mantengono il prezioso

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Ma quellache rimaniateoggiè preparatacose

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Un contorno che fa tanto inverno e cena di NataleFlavia Sponza

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Mielezucchero osenape? Ladiscussioneè aperta

I consiglidell'urnanistainvecel'Artusidice che...

Le giornate sono più corteormai, le serate d'invernofanno tornare la voglia di ri-unirsi in luoghi familiari at-torno alla tavola (Mentre sirichiamano le nostalgie e ildesiderio di cene estive sottoil pergolato). Ma d'invernosi pensa ai piatti di zuppe,polenta, brasati, Bolliti, consughi e salse che possanoesaltare certi sapori o sco-prirne di nuovi, per potervariare il menù nell'arco del-l'inverno. Il bollito, o lesso, èun tipico esempio. La porta-ta è costituita di varie carni,vitello, manzo, gallina, rate-chino, accompagnate da ver-dure lesse e tante salse: lasalsa verde a base di prez-zemolo, la salsa ketchup, dipomodoro, la maionese e lamostarda.Ecco, la mostarda. Ce n'é didue tipi: la salsa e il contornoa base di frutta. La salsa vie-ne preparata principalmentecon farina di senape biancaimpastata con aceto e aro-matizzata con pepe, cannel-la, chiodi di garofano ed al-tre spezie e si usa comune-mente come condimento divviirstel e carni variamentecucinate. Attualmente le piùcomuni e migliori sono quel-le inglesi e francesi di Digio-ne e di Bordeaux.La mostarda di frutta, tipicadelle zone di Cremona, Man-tova e Verona, si prepara intutt'altra maniera ed è riser-vata come accompagnamen-to del bollito. ll nome derivadal latino mustum ardens:anticamente, infatti, la mo-starda si preparava con mo-

sto bianco: se qusto era diprima spremitura dell'uva siottenevano mostarde di pri-ma qualità, se invece prove-niva dalla torchiatura dellevinacce si avevano mostardedi qualità decisamente piùscadente.

Si ritrovano testimonianzesul consumo della mostardain una lista di vivande delmonastero di Saint Gall, inuso intorno all'anno 1000,tra le varie e numerosissimeportate da benedire prima diessere consumate.Nel milletrecento-millequar-trocento la mostarda apparetra le integrazioni (insieme acarni di montone e di maia-le, carne secca, fagioli, cavolie zafferano) di un piatto na-to 'povero": la porrea. Latorta di porri era in origine iltradizionale piatto che i mo-naci di San Lorenzo, a Fi-renze, offrivano alle autoritànel giorno del santo patronoin segno di penitenza, ma coltempo i frati riuscirono adaggirare le norme sul digiu-no e sulla mortificazione deisensi integrando questa tor-ta con mostarda, cedendo,ahimél, alla tentazione dellagola.

E rieccola tra le portate di unbanchetto offerto nel 1513dalla città di Roma ai Medi-ci come accompagnamentodel vitello bollito; e ancoranel 1529 a Ferrara con por-cherie di latte arrosto ripienein un banchetto ideato daCristoforo da Messisburgo,uno dei primi autori di untrattato di ricette.

Lo zucchero, inteso come sac-carosio, fu conosciuto in Euro-pa ai tempi delle crociate, permerito degli Arabi in Sicilia edei Mori in Spagna che intro-dussero questo prodotto estrat-to dalla canna da zucchero, mavenne usato più come condi-mento, nelle salse, che comealimento fino alla fine delSeicento.L'estrazione dello zucchero dal-la barbabietola è un fatto anco-ra più recente, risale infatti allametà dei Settecento e solo unsecolo dopo la coltura di questeradici e l'industria saccariferariuscirono ad affermarsi in Eu-ropa. Prima di queste impor-tanti scoperte era il miele il dol-cificante più usato e più noto findai tempi più remoti.L'altro ingrediente importante,ma per alcuni non obbligatorio,

Oggi, industrialmente, la mo-starda di Cremona si producesenza mosto e senza miele, macon lo zucchero (saccarosio) e.spesso, con aggiunta di sciroppodi glucosio che, essendo già li-quido, non presenta problemi dicaramellizzazione durante la cot-tura, Questa mostarda è costitui-ta da un miscuglio di frutta se-micandita, sia di piccola pezza-

per la mostarda è la senape. Lasenape è una pianta spontaneadei campi di cui si utilizzano lefoglie, da cuocere o come basenelle zuppe, e i semi, da cui siestrae l'essenza che, diluita inalcool etilico, viene aggiunta al-la mostarda. Oltre a conferire alprodotto un aroma decisamen-te particolare, la senape ha an-che funzione antimuffa e antifer-mentativa.Questa breve panoramica sullozucchero e sulla senape è utileper capire come anche le ricetteper la preparazione della mo-starda siano diverse tra loro ri-guardo l'uso di questi ingre-dienti, a seconda che si preferi-sca rimanere saldamente attac-cati alle tradizioni o si vogliaottenere lo stesso prodotto piùfacilmente senza per altro ri-nunciare alia sua bontà.

tura, come ciliege e prugne, siagrossa ma tagliata a pezzi, in ge-nere pesche, albicocche, pere,meloni, cedri, zucche, arance,mandarini, ecc...Dato che questa frutta matura indiverse stagioni, la preparazione,cioè la canditura, avviene sepa-ratamente e quindi la mescolan-za della stessa viene fatta al mo-mento dell'inscatolamento. Que-

Nel Quattrocento visse uno deiprimi grandi umanisti gastro-nomi, Bartolomeo Platina, chescrisse un trattato in cui si tro-vano consigli di ogni specie ri-guardo vari argomenti, tra cui labuona cucina, il servizio dci cibia tavola e l'alimentazione in ge-nere. Per la preparazione dellamostarda, egli dice, bisogna farlessare la frutta fino a metà cot-tura in acqua, quindi lasciarlabollire di nuovo col miele.Quando è completamente cottasi stende all'ombra e, diventataquasi secca, si mette in un reci-piente e vi si versa sopra mieleraffinato e tiepido. La mostardadi Cremona, che è una delle piùfamose e che attraverso i secoli èdiventata un simbolo della tra-dizione natalizia lombarda, in-sieme al torrone, è sempre statapreparata praticamente nello

sta operazione viene compiuta ingenere all'inizio dell'inverno, inprevisione delle feste nataliziequando il consumo è maggiore.La canditura consiste nel fareimpregnare i tessuti dei frutti len-tamente di una soluzione zuc-cherina dalla concentrazione sem-pre più elevata, fino ad ottenerefrutti di consistenza quasi solida,cioè fino a quando lo zuccheroabbia sostituito quasi comple-tamente i succhi eellurari.

Durante l'ultimo bagno di can-ditura si aggiunge l'essenza di se-nape ed infine, al momento del-l'inscatolamento, si copre il tuttocon lo sciroppo.Questo sciroppo può essere lostesso utilizzato nell'ultimo ba-gno di canditura, previa filtra-zione, oppure può essere prepa-rato appositamente.Anche la mostarda veneta è

stesso modo con un'aggiunta inpiù: la senape. Questo aromaviene addizionato alla frutta invarie proporzioni (da I grammodi essenza ogni 5 chili di scirop-po, fino alla stessa quantità dìsenape ma per I chilo di scirop-po) a seconda che si voglia otte-nere un prodotto più o menopiccante, anche se la tradizionericorda soprattutto un prodottoche pizzica decisamente, tantoche è nato un modo comune didire: "Fa' vegni' la mostarda" (ealtri aggiungono "al naso") per'significare far arrabbiare, L'Ar-tusi, nel suo famoso libro di cu-cina, consiglia invece di cuoceremele e pere col vin santo e quin-di col mosto. Una volta raffred-dato il composto si aggiunga la"senape bianca in polvere scioltaprima con un poco di vino bencaldo" ed anche cedro candito.

molta famosa e merita un cen-no: differisce dalla precedente inquanto costituita prevalentemen-te di mele cotogne cotte in unasoluzione di acqua al 40 percen-to di zucchero, addizionata quin-di di frutta candita ed essenza disenape.

BibliografiaEnciclopedia Agraria Italia-na, Stabilimento Tipolitogra-fico del ramo editoriale degliAgricoltori, Roma, 1972. Mas-simo A lherini, 40110 anni a ta-vola, Fratelli Fabbri Editori,1972. Ottorina Perna Flozzi.La Lombardia in cucina. Giun-ti Martello Ed.. 1982.

Uno deidisegni diLe Corbusierpresentatialla mostradi Milano

carattere della "proprietà indivisa", sia le più recen-ti a "proprietà divisa", sono tra i più attivi operato-ri edilizi della città. I più impegnati, per esempio,nel settore deI recupero, avendo realizzato estesiinterventi sul loro patrimonio abitativo ai primidel 900 tanto che, forti di questa esperienza, lecooperative di abitazione della lega si sono propo-ste all'amministrazione comunale ci i Milano comepartners per le operazioni di recupero su tutto iIpatrimonio pubblico. Dal canto loro Ie cooperati-ve fra consumatori, chiusi i vecchi spacci del do-

hanno avviato un rinnovamento dellaloro rete di vendita che ne fa la più grande organiz-zazione di distribuzione alimentare in Italia.La cooperazione continua dunque a rinnovarsi,crea nuove case, negozi, circoli culturali e per iltempo libero, sovente nei luoghi dove erano nati,Ripropone i suoi valori radicali nella società, tra leforze popolari, con gli intellettuali più impegnatinella diffusione della cultura e per l'emancipazionedei lavoratori.

Collezione di mineraidonata alla Co®pda Giordano AffòIl socio Giordano Affò, vice-presidente dellasezione soci, di Milano via Livigno, nei giorniscorsi ha consegnato un'intera collezione diminerali regalandola alla cooperativa. Fruttodi un paziente lavoro di ricerca durato moltianni, questo materiale verrà ordinato e siste-mato in una saletta apposita in visione a chisarà ospite della nostra sede. Si tratta di ungesto generoso e apprezzato del quale avre-mo occasione di riparlare.

uasi dieci milionidelfla Coop per la gottacontro H leaffileTO

La giornata deI l ottobre è stata dedicata allaraccolta di fondi per le ricerche sul cancro suiniziativa dell'Associazione che si proponequesto scopo in modo precipuo.

Nei giorni scorsi la Coop Lombardia ha tra-smesso all'Associazione italiana per Ia ricercasul cancro la somma raccolta in base allapercentuale delle vendite effettuate nei suoinegozi il 1 ottobre. Sono 9 milioni e 230 milalire che sono stati inviati con una lettera in cuiil presidente della Coop Lombardia, Am-brogio Vaghi esprime l'augurio di successoalla ricerca e il pieno sostegno delle Coop atali iniziative.

Lezione Coop sullaeducazione alimentarea Locate TriadziConcordata con l'Amministrazione comuna-le e con il Preside della scuola media inferio-re, si è svolta nei giorni scorsi una giornatadedicata ai problemi di educazione alimenta-re che ha visto l'intervento di collaboratoridella Coop. Un'animazione sul piccolo labo-ratorio dei "coloranti" e una conferenza sul-l'igiene e la tecnologia alimentare sono state imomenti essenziali dell'interessante giornatache ha visto partecipi e coinvolti centinaia diraga zz

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Sono ormai dieci milioni gli ita-liani che ogni giorno consuma-no un pasto nelle mense azien-dali e scolastiche. Ecco. comesono suddivisi: 4,2 milioni i pastinelle aziende, 2,7 milioni nellescuole, 1,2 milioni negli ospedalie 1,6 nelle collettività.Il giro di affari esistente dietro ilbanco self-service è notevole;considerando che il prezzo me-dio di un pasto oscilla intornoalle 4000 lire, moltiplicandoquesta cifra per i dieci milioni dicoperti stimati e per i 220 giornilavorativi di un anno, si arrivaad un totale di 8.800 miliardi dilire, a cui bisogna aggiungere levarie spese di manutenzione e dirinnovo delle strutture.Non tutti questi soldi finisconoin tasca alle aziende di ristora-zione collettiva; scomponendole 4000 lire di un pasto si ha cheil 40-45 per cento della cifra co-pre il costo delle materie prime,un altro 40-45 per cento è desti-nato ai costi del personale e larimanente quota viene stimatacome utile e spese di gestione.Il servizio mensa viene quasisempre dato in appalto a terzimentre le spese di manutenzionee quelle relative alla luce, al gas,all'affitto dei locali ecc., non so-no mai a carico del ristoratore.In cifra pagata dal lavoratorenon è fissa, e a seconda dei con-tratti 'varia dalle 100 alle 3000lire circa. Nonostante le notevolidimensioni assunte dal fenome-no nessuno si è mai preoccupatodi studiare quale sia lo stato ge-nerale delle cucine, quali strut-ture esistono, come vengonofatti gli acquisti e quale sia la

qualità delle materie prime im-piegate. Recentemente è statapubblicata un'inchiesta campio-ne ('Ricerca qualitativa sul ser-vizio di ristorazione collettivanella provincia di Milano", coni-missionata dall'Assessorato al-l'Economia, Lavoro e Attivitàproduttive della Provincia diMilano alla Conal-Cooperativanuova alinreniazione di Milano)fatta su duecento mense azien-dali di Milano e provincia dallaquale è possibile trarre interes-santi elementi di confronto e digiudizio. Il dato più allarmanteemerso dall'indagine, riguardala carenza cronica di spazi e diattrezzature adeguate necessarieper operare secondo le normeigieniche di base. In particolarele cucine risultano troppo picco-le e in alcuni casi addiritturainagibili; nel 15% dei locali visi-tati mancava addirittura la cellafrigorifera per la conservazionedi prodotti come la carne e laverdura; tutto ciò accade nono-stante la legge preveda la pre-senza di celle differenziate per lesingole derrate. La conserva-zione degli alimenti in questemense viene effettuata mediantearmadi frigorifero (presenti intutte le cucine) all'interno deiquali viene posto indisc•imina-tamente qualsiasi tipo di ali-mento, sia esso crudo o cotto,lavorato n da lavorare. Non èrosi infrequente il caso di mensein cui le verdure vengono tenuteall'aria aperta mancando lo spa-zio nei frigoriferi. Molto diffusorisulta invece l'uso del surgelato-re presente nel 40 per cento dellemense.

La prima regola da seguirequando si pranza in mensa è dinon mangiare troppo affatican-do eccessivamente l'organismo:alcune ricerche fanno rilevareche tra il 50' e il 90" minutodopo il pranzo si registra sempreun alto numero di infortuni sullavoro proprio a causa della di-gestione. È inoltre buona regolanon farsi tentare troppo daipiatti e dalle salse troppo elabo-rate che più facilmente si pre-stano ad essere confezionate conavanzi di altre lavorazioni. Lostesso discorso è valido per pol-pettoni, ragù e ripieni, preparatisovente con i recuperi, soprat-tutto dove non esiste una com-missione di controllo. Da evita-re a nostro avviso sono pure iwurstel e le scatolette di carne.

Le fritture sono fatte in generecon olio di semi vari o olio disoia, notoriamente i meno indi-cati perché si alterano facilmen-

te quando sono sottoposti perlunghi periodi ad alte tempera-ture_ •È quindi consigliabile evi-tare le amate fritture e le patati-ne fritte preferendo insalate e al-tre pietanze offerte invitando ilgestore ad usare olio di semi diarachide o di oliva. Nel caso siscelga di mangiare formaggio èopportuno orientarsi verso pro-dotti tipici della zona evitando iprodotti fusi.Per le bevande il discorso diven-ta complicato: l'acqua non pre-senta controindicazioni ma ilvino si: in genere le bottiglie invendita sono di qualità medio-sdarsa è quindi consigliabile far-ne a meno oppure procurarneuna qualità migliore che eviti ibruciori di stomaco. In mensa èbuona norma orientarsi versopiatti semplici, poco elaborati,consumare molta frutta e ver-dura di stagione alimenti chedanno senso di sazietà ma nondi pesantezza.

Per quanto riguarda i prodottiusati, nel 68 per cento dei casiviene usata carne fresca. Secon-do l'indagine fatta a Milano eprovincia si constata che il bur-ro invece viene impiegato solonel 15 per cento dei piatti mentremargarine di qualità mediocrecoprono le rimanenti quote. Ilprosciutto cotto è senza dubbioil salume più mangiato in mensaanche se viene offerto solo al 25per cento dei commensali, neglialtri casi si tratta di spalla cottadi qualità e costo notevolmenteinferiore.È necessario inserire nei contrat-ti regole precise riguardanti il ti-po di carne da usare, le gram-mature dei piatti, il numero mi-nimo di addetti in cucina, inmodo da evitare lunghe code,vietare il riciclo dei sughi o dialtri avanzi, richiedere almenoun paio di analisi merceologicheall'anno sui prodotti alimentariusati o preparati. Purtroppo i

lavoratori non intervengono sem-pre in questa fase preliminaredove si definiscono le premessedi ordine generale.Ricette miracolose per risolverele malattie delle mense non esi-stono, soprattutto in un periododi crisi economica, in cui le in-dustrie tendono a ridurre drasti-camente gli investimenti impro-duttivi che naturalmente com-prendono quelli relativi al rin-novamento delle attrezzature eal miglioramento della qualitàdei prodotti.

Vigevano - Una delegazione cinese (nella foto) ha visitato il 22 ottobre, ospite della Coop Lombardia, ilnuovo supermercato aperto alla fine di agosto. Accompagnata dal presidente e dal vicepresidente,Bertolini e Migliavacca, dell'Associazione lombarda delle cooperative di consumo, la delegazione si èvivamente interessata delle strutture commerciali cooperative.

L'improvvisa imperma1adà prezzi degli di semi

Olio di semi vari, vinaccioli, soia, arachidi: unaumento repentino, senza preavviso, forse anchedifficilmente giustificabile.Il primo "ritocco" (si fa per dire) è avvenuto a metàottobre.Una lattina, marca X, che si pagava prima 1160lire è passata a 1320, ma con una perdita, per lacooperativa del 30 per cento per non applicare dicolpo tutto l'aumento verificatosi alla produzione.La Coop si è assunta (per ora) l'onere di questaperdita, pur di non gravare con aumenti spropor-zionati e improvvisi su soci e clienti.L'avvisaglia dell'aumento si era avuta ai primi diottobre quando i produttori avevano informatoche avrebbero dovuto far fronte all'impennata deldollaro, alla bassa produzione agricola verificatasinella stagione. Motivi che non giustificano di persè l'impetuoso salto del prezzo dell'olio di semi senon ci si aggiunge forse anche la terza voce,speculazione.In base alla decisione della produzione i prezzi diquesto prodotto sono aumentati anche oltre il 50per cento, creando una paurosa sproporzionerispetto al mercato dell'olio di oliva. Per il quale,per altro, si profila la minaccia di alti aumenti se laCee realizzasse il suo progetto di sopprimere i

contributi o parte di essi alla produzione.Per tornare agli olii di semi, la Coop dovràpurtroppo procedere a quell'aumento ulteriore deiprezzi che pur in perdita ha preferito finoraapplicare solo parzialmente.

La prilffla assemblead& Sodi(115 -AgevanoVenerdì 21 ottobre presso il cinema Moderno, si èsvolta la prima assemblea dei Soci di Vigevanoalla presenza del presidente Ambrogio Vaghi, deldirettore alle vendite Guido Toletti e di SergioGhiringhelli direttore sociale. Dopo una relazioneintroduttiva di Ghiringhelli che ha dato informa-zioni sull'andamento del punto di vendita e suaspetti politico sociali della cooperazione, si è svol-to il dibattito con gli interventi di alcuni soci,centrati su particolari problemi emersi in questaprima fase di gestione, ai quali hanno dato oppor-tune risposte sia il presidente, sia il direttore allevendite. Infine si è proceduto alla elezione delComitato di Sezione che ha visto eletti i Soci: G.Ponzé, E. Michelini, D. Bonfico, S. Zangani, P.Creanza, U. Grassullo, R. Laverai, R. Politi, A.Gennari, G. Beliusehi, S. Cosimo, O. Becciolini.

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Ecco quanto la Coop èimpegnata nella ristorazioneNel 1982 le 59 cooperative di ristorazionecollettiva che fanno capo alla Lega (Asso-ciazione nazionale cooperative servizi)hanno ottenuto un fatturato di 190 mi-liardi, con un incremento del 21 per centorispetto all'anno precedente. Con 4000addetti hanno prodotto circa 60 milioni dipasti e per quest'anno si prevede un fattu-rato di circa 250 miliardi.Le cooperative di ristorazione collettivasono presenti in tutti i segmenti di merca-to: scuole, università, ospedali e aziende.Il grosso di queste imprese è concentratoin Emilia e in Toscana, ma esperienze dinotevole interesse sono presenti da alcunianni anche in altre regioni. In Sicilia per

esempio la "Camst" è la maggiore impresadel settore, in Lombardia la "Cern" e la"Lombarda mense" stanno crescendo 9ritmi molto rapidi.Dove è possibile la Lega propone chesiano gli stessi lavoratori ad organizzarecooperative di utenza e a gestire il servizio.La proposta della cooperazione è che siarrivi ad un'analisi dei bacini di utenza e aprocessi di unificazione e razionalizzazio-ne dei servizi di ristorazione.Si propone di avviare una fase di concen-trazione delle aziende minori, con la crea-zione di consorzi aperti ad imprese privatedel settore che diano le necessarie garan-zie.

zione collettiva

Mirraril cane vuic:ròCuta

Un'utopialocaliaccoglientie cucineattrezzate?

Una delle note più dolenti dellemense aziendali è indubbiamen-te rappresentata dalle strutturedi cucina e di sala. Troppo spes-so si lavora in locali ricavati davecchi capannoni con magazzi-ni bui dove diventa impossibilemantenere ordine ed igiene: lapresenza di stufe e fornelli in-adeguati, di impianti di aspira-zione insufficienti con conse-guente formazione di muffa allepareti non facilita il lavoro. Insimili condizioni diventa difficilefare buone e adeguate pulizie,mentre aumentano le possibilitàdi infortuni dovuti spesso aduna pavimentazione inadeguatae troppo scivolosa.Situazioni di questo tipo rap-presentano una condizione in-accettabile ma purtroppo anco-ra molto diffusa.Una linea "seif-service" e una sa-la da pranzo poste in ambientiluminosi, spaziosi, sono spessoun sogno per il personale di cu-

L'in i orma tic] è entrata anche incucina destinata ad affiancare ilcuoco mentre opera sui fornelli.Si eviterà cosi l'approssimazio-ne nell'ordinazione delle merci enei bilanci calorici dei menù e sipotrà ottimizzare l'acquisto eli-minando gli squilibri dietetici.I] calcolatore riesce infatti aprogrammare sulla base delmenù la lista delle materie primeda acquistare indicando perogni prodotto il prezzo richiestodai vari fornitori offrendo unapanoramica completa del mer-cato. Il terminale può essere in-stallato direttamente in mensa.Alla base dello studio c'è un la-voro di codificazione effettuatosu oltre 400 alimenti per ognunodei quali sono stati calcolati iIvalore calorico, proteico, vita-minico, l'apporto di grassi, zuc-cheri, ecc. 11 calcolatore fornisceanche una serie di tabulati difacile lettura per il cuoco elen-cando il valore calorico di ogni

piatto e il contenuto in grassi. incolesterolo ecc. Si può inoltreipotizzare menò diversi per ra-gazzi, adulti, uomini addetti ailavori pesanti e a mansioni se-dentarie prendendo in conside-razione dati e giudizi rilevati daimedici di fabbrica o scolastici.Una delle prime mense in Italiaad installare il computer è statala Gestioni cooperative mense(GCM) di Milano che nel 1982presso la mensa dell'UniversitàBocconi iniziava la sperimenta-zione con il terminale.1 risultati sono stati buoni e do-po poco tempo anche la Coris diModena ha utilizzato il sistemaormai in uso in diverse mense.

cina e per i commensali. Al con-trario l'idea di fare quindici mi-nuti di coda, prendere il vassoio,il bicchiere e il tovagliolo di car-ta, scegliere in fretta i piatti, labibita e il contorno, pagare edandare di corsa al tavolo, sono'tutte azioni meccanizzate cherendono oggettivamente menogradevole il pasto. Se poi a ciò siaggiunge la presenza di localirumorosi, affollati e poco acco-glienti si capisce perché il mec-canismo mensa si inceppa spes-so e volentieri.

Il computerti dicequantoe comenutrirti

A VfgevanoMunione della Consultadelle SeZillargi SodLa consulta dei comitati di sezione soci è uno deimomenti più validi di confronto tra azienda co-operativa e base sociale. Lo conferma anche l'in-contro più recente, svoltosi sabato 22 ottobre aVigevano, al quale hanno partecipato 117 dirigentiin rappresentanza di 28 sezioni soci (mancava soloArcore).L'esame delle tesi del VII congresso nazionaledella Associazione nazionale cooperative di con-sumo e del IV congresso regionale delle cooperati-ve di consumo sono state oggetto dell'ampia rela-zione del presidente Ambrogio Vaghi a cui esegui-to un vivace dibattito. Sui contenuti delle tesi, suiproblemi inerenti la gestione dei negozi e del rap-porto con i soci sono intervenuti: Vecchini, Allievi,ZuccheIli, Paredi, Cosimo, Affò, Mastropasqua,Alfieri, Nativo, Ronchi, Milanesi, Penata, Dolce,Mazzucchelli, Magani.Le conclusioni sono state di Antonio Bertolini,Presidente della Associazione regionale, che haparticolarmente insistito sulla necessità di sceltecoraggiose con le quali si deve misurare la Coopdegli anni ottanta.Terminati i lavori i partecipanti alla Consultahanno poi compiuto una visita collettiva agli im-pianti del supermercato Coop di Vigevano. Nella foto, un aspetto del salone della riunione della Consulta

ME Ma M15 REI

Una doverosa -predsazioneSul numero immediatamente precedente a questo,in una pagina di presentazione del nuovo negozioCoop di Bareggio, l'estensore del testo, racco-gliendo dichiarazioni di persone della zona in me-rito particolarmente al noto criminosa fatto dellancio di una bomba a! passaggio della processio-ne della Madonna Pellegrina, ha riportato talidichiarazioni in modo che potrebbero sembrareoffensive per i credenti di fede cattolica ciò che nonera assolutamente nelle intenzioni di chi scriveva.La cosa ha suscitato perplessità e disappunto tranumerosi cooperatori, ed il giustificato risentimen-to di Don Francesco Maggi, parroco del Tempiodella Madonna Pellegrina, che nc ha scritto inproposito, civilmente, su un recente numero delsettimanale "Luce". Lasciamo ovviamente e inte-ramente la responsabilità di quanto riportato e deigiudizi espressi all'estensore del testo che ha firma-to la pagina. Siamo però dispiaciuti per l'accadu-to. La Coop è un'organizzazione di difesa deiconsumatori aperta a cittadini di ogni credo politi-co e fede religiosa. Al suo interno, ognuno haavuto e sempre avrà diritto alla libera espressione eal pieno reciproco rispetto dei propri convinci-menti politici, religiosi, ideali. Valori di libertà cheauspichiamo si esplichino compiutamente e più ingenerale anche nella Società civile, proprio inquanta siamo organizzazione democratica.

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QUIRTIELo o

7JT,fi

1 giocattoli a disposizione deibambini sono un'infinità. Si cal-cola infatti che in commercio cene siano più di 60.000, in conti-nuo aumento. Ai giocattoli tra-dizionali si aggiungono, infatti,giocattoli elettrici, meccanici,chimici, giocatiolifivizionali cheimitano le cose degli adulti (dal-le macchine per cucire ai forni dicottura) e infine i giochi elettro-nici, videocomandati o teleco-mandati.Ma il giocattolo, più di ogni al-tro prodotto, può presentare deirischi per il bambino. Può essereil modo stesso col quale il gio-cattolo è stato .fabbricato o ilmateriale del quale è compostoa rappresentare un pericolo perla sua salute e la sua sicurezza.Ma il rischio sta anche nel modoimproprio con il quale il giocat-tolo può essere usato, soprattut-to dai bimbi più piccoli e piùvivaci.

giocattolo può essere quindipericoloso per le sue proprietàfisiche, mec•aniche, chimiche,igieniche, esplosive, radioattivee per la sua infiammabilità, oper più cause contemporanea-mente. Per questo è indispensa-bile che per i giocattoli esistanonorme severe di sicurezza chepossano essere controllate daautorità e laboratori specializza-ti e attendibili.Nello stesso tempo è indispen-sabile avere anche strumenti le-gislativi ed amministrativi suffi-cienti per ritirare dal commercioi giocattoli che si rivelano peri-colosi, come spesso capita perquelli _fabbricati nelle metropoli

del capitalismo selvaggio qualiHong Kong e Taiwan, di pocoprezzo ma di alto rischio.

Nella lotta per il giocattolo sicu-ro c'è però, anche una subdolaconcorrenza fra i paesi produt-tori. Qualcuno di questi paesi èseverissinio nelle regole del com-mer•io interno ma flessibilissi-mo e »tolto permissivo perquanto riguarda le esportazioni.Altri paesi, come invece è il casodell'Italia, trascurano il mercatointerno (e nel passato l'hannoignorato del tutto) pur essendopienamente in grado di produr-re giocattoli molto sicuri perl'esportazione.

Leggi anche se molto diversesulla sicurezza dei giocattoli so-no state di recente emanate neiPaesi Bassi, in Francia, in Bel-gio e in kalia, con un tasso mol-to diverso di pernússività e digaranzia per i consumatori.Diverso è anche l'atteggiamentodei vari paesi nei confronti dellapubblicità dei giocattoli - in par-ticolare alla televisione - che •o-stituisce un potente strumentodi persuasione al consumo, siasul bambino sia sugli adulti delAVO ambiente famigliare. L'indi-spensabile, quindi, che anche lapubblicità di tali prodotti sìa.sottoposta ad un minimo dicontrollo per evitare che il con-sumatore sia indotto in erroresulle proprietà e le caratteristi-che di sicurezza del giocattolo, eper permettere nello stesso tem-po che egli sia informato sulleprecauzioni da prendere e sullaetà minima per l'uso.

E solofabbricante

a direse il giocattoli°è sicuro

Dal 28 marzo scorso l'Italia hauna "mezza" legge sui giocattoli.Meglio di niente - è vero - maperché mai il consumatore ita-liano deve sempre accontentarsidelle "mezze" leggi, che soddi-sfano più le esigenze dei produt-tori e dei commercianti che quel-le dei consumatori, in questo ca-so specifico dei bambini?In paesi come la Germania Fe-derale, la Francia, la Gran Bre-tagna e gli Stati Uniti le leggiconsentono a un giocattolo diessere messo in commercio solose accompagnato da un certifi-cato rilasciato da un ente o labo-ratorio che ne ha provato lasicurezza.A queste prove, infatti, si sotto-pongono i giocattoli italiani chevanno all'estero.La "mezza" legge consente inve-ce ai giocattoli di circolare inItalia solo con un'autocertifica-rione, una specie di autopatente

di sicurezza emessa dall'O stessoproduttore che non dirà mai epoi mai che un giocattolo da luifabbricato è pericoloso. Unalegge insomma che anche laThatcher ci invidierebbe!Le prove e i controlli potrà farlipoi qualcuno, non si sa bene chiin quanto non esistono appositestrutture e quelle indicate dallalegge appaiono insufficienti enon adatte allo scopo come laStazione sperimentale della setae della cellulosa, carta e fibretessili.Solamente se qualcuno scopriràche il giocattolo è insicuro, sipotrà ritirarlo dal mercato. Macome recuperarlo se avrà rag-giunto centinaia di negozi, mer-catini, fiere, pesche di bene-ficienza?C'è inoltre da aggiungere che lalegge italiana prevede solo Pathtocertificazione per le proprietàmeccaniche, elettriche e d'in-fiammabilità. Restano escluse leproprietà chimiche che riguar-dano la tossicità (materiali, ver-nici e coloranti) molto rischiosaper consumatori imprevedibilicome sono appunto i bambini.

EParllarnentoEuropeovorrebbeche...

I giocattoli fabbricati e vendutiin Europa avranno un marchiocon la E maiuscola accanto allaquale compariranno alcune let-tere per indicare se hanno supe-rato le prove in materia di pro-prietà meccaniche e fisiche (M),di infiammabilità (F) e di pro-prietà elettriche (E).Ciò avverrà se andrà in porto ladirettiva-quadro sulla sicurezzadei giocattoli, accompagnata daaltre due direttive sulle proprietàfisiche e meccaniche e sull'in-fiammabilità, che sono state sot-toposte al parere del Parlamen-to europeo. I nuovi testi do-vrebbero prendere il posto diuna direttiva precedente che erastata respinta in quanto un po'troppo complessa per assicurareuna fedele esecuzione ma ancheperché sgradita ai fabbricantieuropei di giocattoli.Altre direttive comunitarie sulleproprietà chimiche e sui rischi

elettrici saranno presentate inseguito.Lo scopo è quello di proteggerela salute e la sicurezza dei piccoliconsumatori, ma è anche quellodi sopprimere gli ostacoli tecniciagli scambi fra gli Stati. Pur-troppo, però molto spesso que-sto secondo scopo prevale sulprimo.Negli allegati delle direttive cheil Parlamento europeo sta esa-minando sono indicati, fra l'al-tro, gli obiettivi di sicurezza deigiocattoli. I rischi di annega-mento, per esempio, possonoessere causati da giocattoli nau-tici e da articoli galleggianti divari tipi - come imbarcazionigonfiabili, materassini, zattere -che alla vendita sono presentaticome giocattoli.Per quanto riguarda l'infiam-mabilità, ad esempio, si dice chei giocattoli devono essere fatti dimateriali che non bruciano sot-to l'azione diretta della fiamma,o nei quali il fuoco si spegneappena la fonte infiammata siallontana, o che sono compostidi materiali che bruciano lenta-mente.

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Il giocattolo è in crisi: accentrata stagionalità degliarticoli concorrenza straniera, ma anche mancan-za di idee e di novità. Si riciclano idee vecchie chedanno luogo a indirizzi e tendenze contrastanti,fra cui è difficile raccapezzarsi. In costante calo lebambole, solo i Puffi e la intramontabile Barbieresistono dignitosamente.Il crollo verticale degli "spaziali" ha interrotto lafase del modellismo a creatività limitata per cuinon si vedono possibilità di travaso, salvo unosviluppo delle forme più evolute e complesse deigiochi d'assemblaggio tipo Lego.Il soldatino dopo la morte dei vari Mazinga -risorge sotto le sembianze dei personaggi dellesaghe nordiche di cui ultimamente il cinema haproposto molteplici interpretazioni.Per autopiste e modelliamo semovente si assite allaricerca delle prestazioni più complesse per la pro-posta di veicoli addirittura oltre la realtà: le variepiste stunt-cars e i modelli radiocomandati contrazione integrale, cambio di velocità, sterzataprogressiva, mobilità fuoristradistica.Nel campo del modellismo statico, dopo la risco-perta dei modelli d'epoca, sta aumentando la ri-chiesta relativa agli automezzi pesanti da lavoro,forse in conseguenza allo stimolo - anch'esso diprovenienza USA - dei films e serials sui BigTnicks, i mastodontici camion tutti colori e

cromature.I giochi elettronici sono in fase di transizione: nelvolgere di 3-5 anni i giochi tascabili o a consolleverranno soppiantati dall'uso ludico dell'HomeComputer, l'elaboratore che soddisferà le esigenzegestionali e ricreative della famiglia di fine secolo(una nota casa produttrice di elaboratori rivela chenegli USA migliaia di famiglie hanno già "unComputer per amico").A questo punto sorge spontanea una domanda:ma noi, la Coop, cosa venderemo? Partendo dalpresupposto che non siamo venditori specializzati,lavoriamo per soddisfare le molteplici esigenze cheancora, all'interno del ventaglio di gusti e di biso-gni individuali, si manifesteranno; del resto, inquesto campo è difficile che si manifesti una ten-denza "totalizzante".Un'ultima indicazione: c'è uno sviluppo dei giochiad uso collettivo, con differenti gradi di difficoltà;il gioco inteso come funzione collettiva del tempolibero e anche come esercizio delle capacità creati-ve e inventive.Per concludere, una doverosa comunicazione: inmancanza di una precisa regolamentazione italia-na, la Coop venderà esclusivamente giochi sicuri,conformi alle più severe norme dei Paesi dellaCEE.

Walter Colombo

Due mesi dopo l'entrata in vigore del decreto ministerialesulla sicurezza dei giocattoli, la Gazzetta Ufficiale ha pub-blicato una errata-corrige del Ministero dell'industria nel-la quale si diceva: "E stato uno sbaglio tipografico ciò cheavete letto, cioè che i joules (l'energia cinetica) dei proiettilisparati dalle armi giocattolo era stata abbassata da 0,5 a0,3 joules. Tutto rimane quindi come prima, cioè 0,5joules".Ce la dobbiamo prendere col tipografo o dobbiamo com-plimentarci per l'energia cinetica dimostrata dai gruppi dipressione dei fabbricanti di armi - giocattolo?

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Vera Squarcialupi - Commissione per la tuteladei consumatori del Parlamento Europeo Sessantamila modelli in commercio. Come scegliere?

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Foto di fidefonso De Stefani Bareggio: il negozio è appena nato, ma è già grande

Scene di una inaugurazione

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Due momenti dell'inaugurazione: il saluto della presidenza alle autorità (a sinistra); nella foto di destra il vicepresidente Ferrarlo (il primo a sinistra, con Andrea Franchi e Ambrogio Vaghi) mentre porge l'augurio dibuon lavoro al personale (nelle foto piccole in basso a destra.

La pirazvlikaInaugurazione con le autorità.nel tardo pomeriggio del 2 no-vembre a Bareggio. 11 super-mercato Coop è scintillante diluci e di colon.Verdi. rossi e gialli si accostano,si distinguono, si sfuggono, siconfondono. Banchi pieni dimerce tutta in ordine. Autorità epubblico invitato guardano cu-riosi e scoprono le innovazioni.Crocchi e capannelli si formanoe si sciolgono e si ricompongo-no. Nella confusione è stata col-ta la presenza tra gli altri (ci scu-siamo delle omissioni, ma non èstato possibile registrare tutti)di:Sergio Soave vicepresidente Le-ga regionale lombarda; AntonioBertolini e Enrico Migliavaccapresidente e vicepresidenteARLCC; Enrico Pescatori Pre-sidente CIMEP; dott. OrazioPicciotto Crisafulli assessore alcommercio e turismo regioneLombardia; dott. Guido DeLazzari, sindaco di Bareggiocon Gianfranco Bedinelli, vicesindaco. Dario Colombo, asses-sore all'urbanistica, Guido Co-va, ass. finanze, Ernesto Pisanu.ass. sport e tempo libero. Gianni

Ciceri, ass. LL.PP.. OnorinoMaestroni. ass. P.I., Eros Plac-chi. sindaco di Cornaredo; Re-nato Restelli, vice sindaco diSedriano; Giuseppe Baglio, sin-daco di Vittuone con GiuseppeMangone, vice sindaco, LilianaColzani, ass. sanità ed ecologia;arch. Elio Bosio. sindaco di Ci-nisello Balsamo; Vittorio Tre?,zi, ass. R.L. PP. di Cinisello Bal-samo; arch. Adriano Ponticello,uff. urbanistico del comune diNovate Milanese; arch. Giam-piero Lazzaroni, capo uff. tecni-co di Bareggio: Manlio Cozza-ni, comandante vigili urbani diBareggio; Roberto Vitali, segre-tario provinciale PC1: erano in-oltre presenti segretari di sezionedei partiti: PCI. P51, DC. PSDIdi Bareggio e dell'hinterland;Venegoni e Frigerio responsabi-li sindacali della zona dei Ma-gentino: doti. Giovanni Galli diMilano: geom. Mario Bassi diVergiate; oltre naturalmente a]presidente e vicepresidente dellaCoop Lombardia AmbrogioVaghi e Sergio Ferrario con ilcapo negozio di Bareggio An-drea Franchi.

L'esterno del nuovo negozio con la grande insegna: il primo giorno divendila.

Saluto ilpellsonalleTutti intorno a due tavoli a ri-dosso delle casse, Sergio Ferra-rio vicepresidente della CoopLombardia, la padrona di casa,ha salutato il personale e ha po-sto l'augurio di buon lavoro.Questo è un incontro tutto no-stro, ha esordito. Qui abbiamocominciato a lavorare sei mesifa, abbiamo rispettato i nostriimpegni, ma l'impegno più gros-so comincia appena aprirannole casse. Allora cominceremo a

conoscere le risposte alle nostreattese. E il vostro ruolo, di per-sonale addetto diventa impor-tante, siete in primo piano.Siete voi che potete far sceglierealla gente di venire più volentieriqui a fare la spesa. Se siete corte-si e tutto funziona voi createl'immagine positiva della Coop,insieme alla qualità dei prodotti,Vi consegniamo questo nostroneonato perché si sviluppi, per-ché "la Coop sei tu".Andrea Franchi, direttore delnegozio, è stato lapidario: conqualcuno ci si conosce già, con inuovi c'è solo da inziare un rap-porto di serietà, onestà e reci-proca fiducia.Buon lavoro.

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per sud gfiAsuperratz quota mifie

Se eè qualiamche ama li numeTilUfficio Soci:

ci si iscrive alla Coop

Un intenso lavoro di rapporti edi attività sociali si è svolto nellesettimane di vigilia dell'aperturadel supermercato.Incontri con sindaci, assessori erappresentanti delle forze politi-che e sociali sono avvenuti a Vit-tuone, Sedriano, Bareggio eCornaredo, ma altri sono anco-ra in programma per II futuro.A tali incontri hanno partecipa-to la presidenza e altri dirigentiche hanno illustrato gli aspettitecnici della nuova apertura, lafisionomia e gli scopi sociali del-la Coop Lombardia.

Sono anche avvenute circa 31)riunioni con consigli dí fabbricae alcune assemblee con i lavora-tori; numerosi incontri con for-ze sociali, partiti, circoli coope-rativi.

Tutta questa attività ha por-tato al momento dell'apertura, apiù di mille adesioni di nuovisoci.

Per chi vuole un'informazione minuziosa sul nuovo negozio, perchi ama le cifre ecco alcuni dati sulla costruzione di Bareggio.Progetto Arch, Elio BosioDirettore dei lavori Ing. Alberto Vezzani

Area di vendita mq 1.300Area totale del piano terreno (compresa la ban-china scarico merci e la pensilina frontale) mq 2.854Area 1° piano mq 370Casse n° IIScaffalatura (a terra) ml. 294Banco ortofrutta - refrigerato mi. 15Banco ortofrutta - non refrigerato ml. 12.5Banco carni ml. 17.5Banco tradizionale salumi ml. 8.75Banco salumi/latticini ml. 17.70Banco pasta fresca ml. 2Armadio surgelati ml. 10.25Armadio,/vasca gelati ml. 5.10Celle frigorifere (complessivi) me. 194

Area di vendita alimentari

mq

[000Arca di vendita non alimentari

mq

300