Harry Potter 8 - Cap. 1_18

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Noi siamo gli scrittori. . . cioè VOI siete gli scrittori, i bardie i trovatelli che hanno il compito di CREARE UN MONDOche è invisibile ed impalpabile agli occhi del lettore, un mondodove la storia che raccontiamo nasce, prende forma, si model-la e vive. . . e VOI siete anche quelli che ci DEVONO parlaredel CUORE e della MENTE di quelli che vivono nel MONDOche abbiamo costruito: noi lettori siamo come fantasmi anelantinient'altro che un'ombra della nostra antica vestigia d'umanità,esseri che non possono ricordare le emozioni. . .

SIETE VOI a DOVERCI parlare delle EMOZIONI del MON-DO.

Evitate il compromesso, siate creativi, non abbiate paura disperimentare, non continuate a rimestare il fondo del calderone,ma non alzate neanche troppo gli occhi del dritto sentiero.

Abbiate cuore, vivete le emozioni, vivete ogni istante di quel-lo che scrivete (per non parlare di quello che vivete) e solo cosìpotrete davvero raccontare una storia che diventa reale agli occhidel lettore!

Albus di HP8.

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Capitolo 1

RITORNO AD

HOGWARTS

Harry si svegliò disteso a faccia in giù, il punto in cui l'anate-ma che uccide lo aveva colpito gli faceva un gran male. Rimasequalche istante in ascolto, immobile e con gli occhi serrati, aspet-tando di sentire le urla di trionfo dei Mangiamorte per la sua�ne.

Tese le orecchie, ma l'unico rumore che riuscì a distinguereera un orrendo suono a metà tra un risucchio e un gemito.

Aprì gli occhi di un millimetro, per vedere da dove venissequel rumore, ma impiegò qualche secondo a capire che non sitrovava disteso nella Foresta, circondato da Voldemort e i suoiMangiamorte.

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Sbatté gli occhi, aggrediti da una violenta luce arancione, poi�nalmente riuscì a distinguere sette persone che lo salutavanoanimatamente, tutti con indosso sgargianti abiti arancioni, emuniti di manici di scopa. Erano i giocatori dei �Cannoni diChudley� che lo salutavano dai poster appesi nella stanza diRon.

Si tirò a sedere in mezzo al letto e si voltò, sbadigliando,verso quello dell'amico.

Ron era completamente rannicchiato sotto il copriletto, an-ch'esso arancione e guarnito con due `C' gigantesche e una palladi cannone.

Quel rumore innaturale, a metà tra un risucchio e un gemito,ancora udibile, sembrava essere il respiro dell'amico. Ron con-tinuava a respirare in quella maniera disgustosa e innaturale, ead ogni suo respiro sembrava arrivare anche uno sgradevole epenetrante puzzo di fogna.

�Ron?� lo chiamò Harry, con la voce ancora impastata dalsonno.

Ma Ron non si mosse. Harry lo chiamò altre volte, a vocesempre più alta, ma l'amico non dava il minimo segno di averlosentito.

Harry scese dal letto preoccupato. Era impossibile che Ronnon lo sentisse gridare il suo nome tanto erano vicini i letti.

Prese i suoi occhiali dal comodino, ma senza perdere mai divista una ciocca sparuta dei capelli di Ron che spuntava da sottole coperte. In due passi fu al suo capezzale, e, mentre con unamano �niva di sistemarsi gli occhiali sul naso, con l'altra tirò unlembo della coperta scoprendo il volto di Ron.

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Harry urlò e cadde all'indietro scivolando su una ciabat-ta, tirandosi addosso la coperta e perdendone tra le pieghe gliocchiali.

Ron a quel punto si alzò a sedere in mezzo al letto, urlandoe gemendo a sua volta, in maniera decisamente innaturale e nonumana. Quello non era Ron. Gli assomigliava per forma e taglia,aveva cespugliosi capelli rossi sulla testa e indossava quello chesembrava essere un suo vecchio pigiama, ma non era Ron. Eradeforme, coperto di enormi e rivoltanti pustole e continuava aululare e a divincolarsi come una bestia ferita.

Harry arrancò sul pavimento come uno scalmanato, avvin-ghiandosi sempre più nella coperta che si era trascinato dietrocadendo. Cercando di arrivare carponi a prendere la bacchettache aveva lasciato sotto il suo cuscino, sentì rompersi sotto ilginocchio i suoi occhiali.

In quel momento si aprì la porta della stanza, e sulla soglia,pur senza occhiali, riconobbe la �gura e la voce del vero Ron.

�Harry cosa diavolo. . . � disse Ron �ssandolo esterrefatto.Harry era a terra, sconvolto, i capelli ancor più spettinati delsolito e arrotolato per metà tra le coperte.

�RON! Grazie al cielo! Nel tuo letto c'è. . . � disse Harrymettendo entrambe le mani sotto al cuscino e tirandone fuoridue bacchette.

�Harry ma sei impazzito? Quello è il nostro demone!� Harry�ssò Ron a bocca aperta, e poi tornò a guardare la �gura checontinuava a ululare imperterrita nel letto.

Solo allora ricordò che la sera prima erano tornati per laprima volta alla Tana da quando c'era stata la battaglia adHogwarts. Era tardi e non c'era stato tempo per rimandare il

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demone, che si era �nto Ron con la spruzzolosi per tutto l'annoprecedente, su nella sua so�tta.

Così Harry, stanco morto, aveva accettato di dormire con ildemone, e Ron era andato a dormire in camera con Ginny.

�Avevo. . . avevo dimenticato� disse Harry con un �lo di vocee arrossendo velocemente.

Ron scoppiò a ridere, una risata a pieni polmoni, esagerata,liberatoria. La morte di Fred aveva sconvolto tutti, come quelladi Lupin e Tonks. Nessuno rideva più da giorni, la loro assenzapesava tra loro come un macigno. Harry si unì a malincuore allarisata di Ron, solo per non rovinare quel momento, solo per lagioia di sentir ridere l'amico.

Ron prese la coperta da terra e la stese sulla testa del demo-ne, che, tornato nuovamente invisibile, parve calmarsi e ripresea ronfare in quel suo modo disgustoso.

�Vieni, scendi a fare colazione, hai proprio bisogno di met-tere qualcosa nello stomaco. Ginny e George sono già in cucina.Sbrigati prima che arrivi anche Percy� disse chiudendo la porta,e continuando a ridere nel corridoio.

Harry prese da terra i resti degli occhiali, vi puntò la suabacchetta e disse �Reparo�. Gli occhiali tornarono come nuovi.Harry se li in�lò e cominciò a vestirsi. Nascose la bacchetta disambuco sotto al materasso e mise la sua nella tasca dei pan-taloni. Uscì dalla stanza massaggiandosi delicatamente il pun-to in cui l'anatema che uccide l'aveva colpito ormai tanti gior-ni addietro, anche se in certi momenti sembrava fosse appenasuccesso.

Scese lentamente, attraverso una scala zigzagante, i tre pianiche lo separavano dalla cucina della Tana.

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La piccola cucina era come al solito piuttosto ingombra. Lasignora Weasley si muoveva per la stanza rumorosamente. Men-tre un mestolo girava i fagioli e un coltello imburrava il pane amezz'aria, lei continuava a lanciare salsicce in una padella enor-me, gettando occhiate malinconiche al tavolo della cucina dovei suoi �gli mangiavano in silenzio.

La vecchia radio vicino al lavandino aveva appena annuncia-to L'ora della magia, ospite Rita Skeeter con interessanti novi-tà sull'epico scontro tra Colui-che-nondeve-essere-nominato e ilPrescelto. Harry scosse il capo. Erano passati dieci giorni daquando lui e Voldemort si erano battuti, la notizia era rimbal-zata per tutto il mondo magico come un boccino d'oro. Persinolui, che aveva evitato in tutti i modi di parlare con chicchessia,era stato costretto a narrare l'accaduto più volte. Era naturaleche la gente volesse sapere, che volesse essere tranquillizzata,che volesse essere sicura che Voldemort fosse morto per sempre.A questo punto dell'�epico scontro� era stato detto veramentetutto, che Rita Skeeter avesse interessanti novità era pazzesco,lei non c'era quel giorno! Forse Harry avrebbe dovuto mentiree dire che anche lei era una Mangiamorte e farla chiudere adAzkaban, pensò mentre si sedeva tra George e Ginny al tavolodella cucina.

Tutti lo salutarono, improvvisamente sorridenti, contenti dipoter ridere ancora al racconto di Ron e del demone in pigiama,grati di aver qualcosa di cui ridere. Appena il suo sedere avevatoccato la super�cie della sedia la signora Weasley gli aveva giàriempito il piatto.

�Adesso arrivano altre salsicce Harry caro, inizia pure amangiare� disse mentre spegneva la radio.

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Ginny gli carezzò la mano mentre gli versava del succo d'a-rancia, intanto che Ron continuava a mimare a George comeHarry fosse stato sopra�atto dal demone e dalla sua per�dacoperta.

�Non vedo l'ora che torni Hermione per raccontarglielo� con-cluse Ron addentando una salsiccia. Hermione era andata inAustralia a recuperare i suoi genitori a cui aveva modi�cato iricordi. Sarebbe stata via alcuni giorni per reintrodurli ad unavita normale e per stare un po' con loro.

Tutti ripresero a mangiare smarriti nei propri pensieri.Harry pensò a quanto dolce sarebbe potuto essere quel mo-

mento se Sirius, Silente, Fred, Lupin, Tonks e per�no Pitonnon fossero morti e avessero trascorso quel periodo di pace tuttiinsieme.

Harry non sapeva cosa avrebbe fatto ora. In quei dieci giorniche erano stati lontani dalla Tana si erano occupati di seppellirei loro cari e di dare una mano dove necessitava, non aveva avutotempo per pensare a nulla. Voleva lasciare tranquilla per un po'la famiglia Weasley, e trascorrere un periodo a ri�ettere su cosasarebbe stato ora della sua vita. Forse sarebbe stato megliopartire oggi stesso per Grimmauld Place, lì ci sarebbe statoalmeno Kreacker a fargli compagnia. Ma la signora Weasleydi�cilmente l'avrebbe lasciato andar via così. Aveva anche unamezza idea di scrivere una lettera a suo cugino Dudley. Volevadirgli che ora potevano stare tranquilli, e cominciare, per lagioia di zio Vernon e zia Petunia, una vita veramente normale,lontano da lui e dal suo mondo.

Appena tutto si fosse tranquillizzato sarebbe dovuto anchetornare ad Hogwarts, per nascondere la bacchetta di sambuco.

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Ne avevano discusso con il quadro di Silente nell'u�cio dei Pre-sidi e avevano deciso così, seppure tra le mille proteste di Ron,che pensava fosse uno spreco che una bacchetta così potente gia-cesse inutilizzata per sempre. Solo che Hogwarts in quei giorniera un via vai di maghi venuti da ogni parte del mondo perdare una mano nella ricostruzione della scuola, e non era statopossibile nasconderla senza dare troppo nell'occhio.

Mentre terminava quel pensiero dalla �nestra aperta preci-pitarono dentro quattro allocchi che planarono sul tavolo dellacucina scombinando piatti e bicchieri ancora in parte pieni. Tut-ti e quattro i gu� sollevarono una zampa dove era legata unagrossa busta quadrata. Le buste recavano l'intestazione di Hog-warts ed erano indirizzate a Ginny, come era naturale che fosse,ma anche a Harry, Ron e George, che si �ssarono in silenzio.

Ognuno cominciò ad armeggiare con il laccio che legava lapropria busta alla zampa del gufo. Harry riuscì a slegarla perprimo, aprì la busta, estrasse il foglio di pergamena e lesse:

Caro signor Potter,ci pregiamo di informarla che, in base al nuovo statuto sco-

lastico, tutti gli studenti che per �causa di forza maggiore� nonabbiano potuto frequentare l'anno accademico appena trascor-so avranno la possibilità di tornare a scuola. Essendo, come danoi appurato, intervenuta nel suo caso �causa di forza maggiore�siamo lieti di darle l'opportunità di completare i suoi studi.

Le ricordiamo che il nuovo anno scolastico comincerà il pri-mo settembre. L'espresso per Hogwarts partirà dalla stazione diKing's Cross, binario nove e tre quarti, alle undici in punto.Allego la lista dei libri di testo per gli studenti del settimo anno.

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Cordialmente,

Professoressa M. McGranittPreside

P.S. Il professor Albus Silente, dall'interno del suo ritratto, siunisce a me nel richiedere la sua gradita presenza.

c�Ron. . . � chiamò Harry l'amico che non si era ancora voltatoe continuava leggere e rileggere quel pezzo di pergamena.

�Anche tu?� chiese piano.�Io. . .mi chiedono di tornare a scuola, un altro anno di

scuola!� disse Ron incantato.�Hey non vi montate la testa, l'hanno chiesto anche a me�

disse George dando un pugno sulla spalla sia a Ron che a Harry.�E cosa pensate di fare?� chiese Ginny, che solo ora aveva

a�errato il contenuto della lettera.�Ci vanno tutti e tre!� tuonò la signora Weasley in un tono

che non ammetteva repliche, sbattendo la padella con le salsiccesul tavolo e facendo volare via tutti e quattro i gu�.

Per quanto avesse passato �abbastanza guai per una vitaintera�, più guai e dolori di qualsiasi mago adulto, per la primavolta da un anno a questa parte, si sentì contento di esserenuovamente solo uno studente.

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Capitolo 2

IL PIÙ OSCURO DEI

LIBRI

Era arrivato troppo presto, il piccolo negozio di libri non eraancora aperto. Non gli rimase che aspettare, non poteva per-mettersi di dare nell'occhio.

Si sedette su una panchina dall'altro lato della strada. Erastanco, ormai era passato quasi un mese da quando era partitoper la missione. La prima parte, la più pericolosa, era compiuta.Ma anche ora, il semplice fatto di trovarsi in città, era un rischio.

Proprio per questo era ricorso alla Pozione Polisucco. L'a-veva bevuta poco prima di materializzarsi ai margini del paese.Aveva utilizzato i capelli di un grasso babbano ubriaco che avevaincontrato la sera prima. Si sentiva impacciato e disgustato da

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quel nuovo aspetto, ma era necessario, doveva restare nascosto.Ripensò a quel che era accaduto qualche giorno prima, quan-

do aveva �nalmente trovato il castello che gli era stato descritto�una fortezza, nera come la notte�. Secondo quello che avevaappreso, Grindelwald aveva passato gli ultimi anni della sua vi-ta rinchiuso in una cella nella più alta delle torri. E proprio lìera stato trovato misteriosamente morto. Solo in seguito avevascoperto che era

stato proprio Voldemort a ucciderlo nella sua ricerca dellaBacchetta di Sambuco.

Ma lui cercava qualcos'altro in quella fortezza. Aveva fati-cato per riuscire a superare tutti gli incantesimi di protezionedisseminati nel castello, ma alla �ne ce l'aveva fatta. Avevain�ne scovato ciò che solo nei suoi sogni sperava di trovare.

Si ridestò dai suoi pensieri. Tirò fuori un giornale malcon-cio dalla tasca interna della stretta giacca. Non capiva propriocome i babbani potessero portare abiti così scomodi! Il giornaleera La Gazzetta del Profeta di qualche giorno prima. L'articoloprincipale gli fece torcere le budella:

SIGLATO ACCORDO CON LE CREATUREMAGICHE

È stato �nalmente istituito il CIOcCoCreMa (Centro Intermi-nisteriale di Oculata Collaborazione con le Creature Magiche).

Lo ha reso noto ieri il Ministro della Magia in persona. IlMinistro Kingsley ha raccontato in anteprima al nostro giornaleche �Dopo i recenti accadimenti che ci hanno visto uniti nella

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lotta alle forze Oscure, per confermare il rapporto di collabora-zione che deve esistere tra i Maghi e le Streghe e tutte le altrecreature magiche è stato creato questo nuovo organo�.

Sarà composto per metà da membri del ministero e per metàda rappresentanti delle altre creature magiche di tutto il mondo.Gli El� domestici e i Centauri hanno già aderito e presto siaggiungeranno i rappresentanti di altri gruppi.

Per sovrintendere alla sigla di questo importante accordo siè recato in visita u�ciale al Ministero il Presidente dei Maghid'America con una nutrita delegazione di maghi americani �Èun passo importante�, ha detto il Presidente John Waynegan,�Noi maghi degli Stati Uniti ci impegneremo per far sì che que-sto patto sia stipulato nel migliore dei modi e rappresenti unvantaggio per tutti noi�.

Smise di leggere. Era atterrito, maghi ridotti allo stesso livellodegli el� domestici.

Non solo si era ritornati allo stato delle cose precedente alritorno di Voldemort, ma si era andati oltre. L'entusiasmo perla morte del Signore Oscuro, così a lungo repressa, aveva con-tagiato tutta la popolazione magica, e una voglia di rispetto ecollaborazione era entrata nel cuore di ognuno.

Anche se lui, naturalmente, non la pensava così. Il suosangue puro ribolliva nelle vene.

Riprese a leggere. Un tra�letto sul fondo della pagina ri-cordava che erano in corso i preparativi per l'inizio del nuovoanno ad Hogwarts. �Grazie al contributo dei maghi americanisono �nalmente terminate le opere di ricostruzione della nostra

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amata Hogwarts - a pag. 4 intervista alla Preside McGranitt eindiscrezioni sul rinnovato corpo insegnanti�.

Sentì un rumore provenire dall'altro lato della strada. Lepesanti imposte di legno del negozio che stava tenendo d'occhiosi aprirono lentamente. Sulla soglia apparve la sagoma curva diun uomo molto vecchio. Canuto, con la pelle bianca e venatacome una pergamena, non sembrava più neanche un mago, dopotanti anni vissuti in mezzo ai babbani.

Il vecchio fece un paio di passi, guardò a destra e a sinistrae poi rientrò.

�è arrivato il momento� mormorò tra sé, mettendo via ilgiornale e dirigendosi verso la libreria.

All'interno c'erano libri ovunque, alcuni disposti ordinata-mente sugli sca�ali, ma la maggior parte impilati in modo in-stabile in ogni angolo della stanza.

�Buongiorno, buongiorno, posso esserle utile?� lo accolse ilvecchio da dietro il bancone.

�Certo. Mi sarai molto utile� rispose il mago, con un �lo dimalignità mal celato nella voce.

�Cinereus, non mi riconosci?�.Il vecchio parve barcollare dietro il bancone. La Pozione

Polisucco gli aveva cambiato il viso e la corporatura, ma la suavoce, profonda e rauca, era inconfondibile.

�Cosa fai qui. . . non dovresti farti vedere in giro. Io. . . io nonvoglio aver più nulla a che fare con voi!�.

�Abbiamo bisogno di te Cinereus�.�Non pronunciare quel nome, non mi appartiene più. . . voi

ancora non vi siete rassegnati! Ormai è �nita, non abbiamo più

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nessuna speranza. Siamo fortunati a non essere �niti tutti adAzkaban e se qualcuno sapesse che sei. . . �.

�Basta Cinereus! Ci occorrono le tue conoscenze. Prendi letue cose e vieni con me�.

�Lasciatemi stare! A cosa posso servirvi, sono solo un po-vero vecchio. Quello in cui credevo non mi interessa più, vogliosolo passare in pace gli ultimi anni che mi rimangono� disselamentoso.

�Cinereus non abbiamo tempo da perdere. Non farmi arrab-biare o io. . . �.

Il vecchio non gli diede tempo di terminare la frase, con unmovimento sorprendentemente rapido, estrasse la bacchetta dasotto il bancone. Ma prima di poter formulare un incantesimol'altro gridò �Expelliarmus�.

La bacchetta di Cinereus volò contro un'alta pila di librifacendola crollare.

�Cominciamo male Cinereus, cominciamo molto male� disseil mago digrignando i denti.

Si sentirono dei passi arrivare dal retro del negozio e una pic-cola donna anziana, ancora avvolta in una sgargiante vestagliabordò, si a�acciò da una porta nascosta dietro una tenda.

�Chi ha gridato? Cosa mai. . . � quando vide un uomo pun-tare una bacchetta contro suo marito so�ocò a stento un grido,portandosi sconvolta le mani alla bocca.

Il mago la degnò appena di uno sguardo. �Va tutto benevero Cinereus?� continuò tornando a �ssare il vecchio �Ora suomarito verrà via con me signora. A lei il compito di far crederea tutti che è costretto a letto da una grave malattia. Siamo

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in pochi e dobbiamo restare nascosti, ma non credere che nonsiamo in grado di uccidere una vecchia strega come tua moglie!�.

Rimasero per alcuni istanti tutti immobili e in silenzio.�Hai capito Cinereus?� disse il mago rompendo il silenzio.�Si ho capito� si arrese il vecchio.Il mago raccolse la bacchetta di Cinereus da terra e la fece

sparire nell'interno della giacca, prese per un braccio il vecchioe si smaterializzarono.

La moglie si lasciò cadere su una sedia. Aveva sperato chetutto fosse �nito. Finalmente anche suo marito sembrava decisoa vivere la vecchiaia in serenità. Ora era tutto cambiato, dinuovo.

Si rimaterializzarono all'interno di un bosco.�Muoviti, ora dobbiamo raggiungere gli altri� disse con voce

rauca iniziando a camminare. I due uomini camminavano a sten-to all'interno della �tta boscaglia. Quei luoghi probabilmentenon venivano frequentati da tempi immemorabili.

Il freddo entrava nelle ossa. Nonostante fosse pieno giorno,una nebbia �tta avvolgeva tutto. Nemmeno le bacchette riusci-vano a illuminare più di qualche passo avanti. Altre persone nonavrebbero resistito in quell'ambiente, sarebbero state sopra�at-te da un senso di oppressione, private di ogni scintilla di vitalità.Ma su loro due i dissennatori non avevano alcun e�etto, la lo-ro anima era malvagia, non c'era niente di cui potevano essereprivati.

L'allegria e il buon umore che erano calati su tutta la terradopo l'epica battaglia di Hogwarts, aveva decimato i dissennato-ri. Si erano ritirati in questa regione dove la miseria e la povertàgià toglievano ogni speranza nel futuro. Con il loro arrivo tutto

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era anche peggiorato, nessun mago con un po' di sale in zuccaavrebbe messo piede in questa zona. Ma per loro era diverso,quello era diventato il luogo più adatto per nascondersi.

�Ecco ci siamo� disse il mago. Davanti a loro c'era un massosu cui erano incisi due segni incrociati. Allungò la sua bacchettasopra il masso e bisbigliò alcune formule.

�Ora possiamo passare, ma in fretta, gli incantesimi di pro-tezione si riattiveranno subito�.

�Chi vuoi che ci trovi in questo posto dimenticato. . . e chidovrebbe cercarci?� si lamentò Cinereus ansimando.

�Taci vecchio! Pensi che non abbiamo considerato ogni eve-nienza?� rispose il mago adirato.

Proprio in quell'istante cessò l'e�etto della Pozione Polisuc-co. Erano anni che Cinereus, dal suo nascondiglio babbano,non assisteva a questa magia. Quel corpo grasso e gioviale sicontrasse sino a tornare, sotto i suoi occhi disperati, la scarnasagoma del mago con cui un tempo aveva condiviso tanti ideali.

Oramai erano arrivati, ma intravidero la sagoma del ruderesolo all'ultimo istante, quasi invisibile tra la �tta vegetazione.

Gli anni di abbandono e la natura avevano preso il soprav-vento. Rampicanti, solidi come manici di scopa, sembravanovoler stritolare la casa. Molti rami avevano sfondato le �nestreed erano usciti dal tetto, facendo saltare la maggior parte delletegole.

Salirono tre gradini e si fermarono sulla soglia. Alla portaera attaccato un antico batacchio in ottone, ra�gurante la testadi una piccola s�nge.

Il mago bussò deciso tre volte, e, quando l'eco del batacchiocessò, gli occhi d'ottone della s�nge si animarono.

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Si mossero vispi, �ssando dapprima Cinereus per poi fermar-si sul mago che aveva bussato.

�Quando si è spento il sacro fuoco?� disse la s�nge in unsussurro.

�Sempre arde il sacro fuoco� mormorò reverente il mago.E mentre gli occhi della s�nge tornarono a chiudersi, la porta

si aprì piano.Entrarono, il salone che li accolse era enorme, troppo grande

rispetto alle dimensioni esterne della casa. Delle �nestre visibilidall'esterno non c'era traccia, le pareti erano prive di apertu-re. La scarsa luce proveniva da poche candele che bruciavanosospese a mezz'aria, in prossimità delle pareti tutt'attorno al-la stanza. A terra, sotto di ognuna, si era accumulata moltacera, ma le candele erano ancora intatte, non davano l'idea diconsumarsi.

Al centro della sala un tavolo di legno scuro occupava buonaparte della stanza, i tre maghi che vi erano seduti si voltaronoverso di loro con aria impaziente.

�Vedo che sei riuscito a scovare il nostro caro amico. Haidunque trovato anche ciò che cercavamo?� esordì uno dei tremaghi in uno strano accento.

�Ne dubitavi forse?� disse il mago dirigendosi verso di loroe spingendo malamente Cinereus avanti.

�Non è stato semplice ma ce l'ho fatta�.Estrasse da sotto il mantello un sacchetto di sto�a legato

con un cordino. Si avvicinò al tavolo adagiandocelo sopra. Lotoccò con la bacchetta e il sacchetto scomparve, mostrando unvecchio libro frusto.

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Negli occhi di Cinereus si accese un bagliore. Dal suo sguardotraspariva stupore e reverenza. Non avrebbe mai pensato dipoter vedere quel libro prima di morire. Nel corso della suavita era incappato in alcuni riferimenti alla sua esistenza, ma sipensava fosse sparito da secoli.

Ad Hogwarts ne esisteva una copia. Era però una ben miseracopia, trascritta secoli dopo in maniera incompleta. Nonostan-te ciò Silente aveva voluto nasconderla ugualmente, togliendoladalla sezione dei libri proibiti. Quello che aveva davanti erail volume originale, apparentemente integro. Pur essendo allavista solo un insieme di vecchie pergamene rilegate, era tangibi-le l'enorme potere che queste sprigionavano. La paura che eracresciuta dentro di lui stava velocemente lasciando il posto alrichiamo di quel potere.

�Vedo che hai riconosciuto il libro Cinereus. Spero per teche sarai capace di tradurlo� disse il mago nella sua stranapronuncia.

Cinereus si avvicinò �ssando la copertina. Con reverenzagirò alcune pagine, toccandole solo con la punta delle dita.

�Allora ne sei capace?� gli mise fretta un altro mago.�Piano, piano, dovete capire che questo libro è vecchio di

secoli, e la scrittura utilizzata forse è ancora più antica, nonposso sapere. . . �.

Ma l'altro lo interruppe gridando e puntandogli contro labacchetta. �Cinereus sì o no?�.

�Certo, certo. . . � continuò Cinereus tremando �Non pen-savo esistesse ancora, sapevo che una trascrizione successivaera conservata nella biblioteca di Hogwarts, ma non avrei maipensato di avere tra le mani l'originale�.

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Rimase in silenzio alcuni secondi, tornando ad osservare lacopertina logora.

��Segreti dell'Arte Più Oscura�, è un libro molto pericolo-so. . . �.

Di nuovo l'altro non lo lasciò parlare �Questo lo sappia-mo! Tu occupati solo di tradurlo, siete in pochi ormai capaci difarlo�.

�Ma cosa volete farne, questo libro è. . . �.�Ogni cosa a suo tempo Cinereus, ogni cosa a suo tempo�.

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Capitolo 3

VITA ALLA TANA

Nei giorni seguenti, alla Tana tutti cercarono di riprendere lavita di sempre, ma era come chiedere ad un uomo senza unagamba di non zoppicare. La signora Weasley coinvolgeva chiun-que le capitasse a tiro nel vortice delle pulizie casalinghe. Qual-siasi attività fosse servita a tenere lontani i pensieri era graditaa tutti.

George, anche se a malincuore, tornò ad occuparsi del ne-gozio di scherzi. Sapeva che Fred non avrebbe voluto che fosserimasto chiuso troppo a lungo. Ora che stava per iniziare l'annoscolastico erano praticamente invasi dai gu�, tutti avevano unbisogno urgente di ordinare qualche �Tiro Vispo Weasley� daportare ad Hogwarts.

Harry e Ron si dedicavano prevalentemente alla pulizia delgiardino, che era grande e pieno di erbacce e aveva continua-

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mente bisogno di una sistemata.Anche la disinfestazione dagli gnomi era diventata una spe-

cie di rito giornaliero. Ogni giorno ne allontanavano decine, maquelli continuavano a tornare. Quando cominciava la disinfesta-zione, invece di nascondersi, correvano come pazzi per il giardinourtandosi uno con l'altro, non erano di�cili da acciu�are.

Harry ne a�errò uno per le orecchie. Era piuttosto grosso,con la testa completamente calva ed esageratamente bitorzoluta.Aveva imparato anni prima a non �darsi degli gnomi, quandouno di questi lo aveva morso ad una mano. Lo gnomo scalciavae si dimenava come una furia, ma Harry con un movimentocollaudato lo mise a testa in giù e lo a�errò per le caviglie.Cominciò a farlo roteare sempre più velocemente girando su sestesso. Improvvisamente mollò la presa e quello volò molti metrioltre la siepe che delimitava il loro giardino, atterrando con untonfo.

�Non capisco come facciano a non farsi male� disse Har-ry appoggiandosi allo steccato, far girare gli gnomi alla lungapoteva diventare faticoso.

�Sono tanto coriacei quanto stupidi� disse Ron mollando ilsuo.

Lo gnomo lanciato da Ron schizzò alto, ma a metà del suovolo si scontrò imprevedibilmente con qualcosa nel cielo, preci-pitando poco prima della siepe.

Harry e Ron corsero a vedere cosa fosse caduto. Lo gnomosi era rialzato e aveva ripreso a correre senza una meta insiemeagli altri, a terra era rimasta invece una piccola palla di piume.

�Complimenti Ron, hai appena abbattuto Leotordo.� disseHarry, che aveva riconosciuto il gufo dell'amico.

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Ron si chinò sulle ginocchia preoccupato. Prese Leotordotra le braccia lisciandogli piano le piume tutte scompigliate.

�Leo, Leotordo. . . ti prego rispondimi� disse con un �lo divoce.

Leotordo aprì piano gli occhi e bubbolò debolmente in segnodi risposta, poi alzò la zampa mostrando una pergamena. Ronsospirò sollevato continuando ad accarezzare le piume del suopiccolo gufo.

Harry allungò la mano per prendere la pergamena dalla zam-pa di Leotordo, ma Ron si voltò velocemente di schiena.

� per me� disse. Prese la pergamena dalla zampa e passò ilgufo a Harry, girandosi nuovamente per leggere.

Leotordo e Harry si �ssarono perplessi.Dopo pochi istanti Ron, tese la pergamena ad Harry. �è di

Hermione. . . � iniziò deluso �ma è per tutti e due� disse pao-nazzo in viso, praticamente la faccia e i capelli avevano lo stessocolore.

Si scambiarono nuovamente Leotordo che sembrava ancoraun po' intontito ed Harry incominciò a leggere.

Cari Ron e Harry,spero tanto che stiate tutti bene. Io e i miei genitori siamo

�nalmente tornati dall'Australia. Mio padre aveva quasi messoin piedi un allevamento di canguri, e una volta restituitagli lamemoria, gli è quasi dispiaciuto tornare alla sua vecchia vita.Al contrario mia madre è stata entusiasta, in più di un'occasioneha rischiato di essere divorata dagli alligatori!

A questo punto immagino che anche voi avrete ricevuto postada Hogwarts. . . non è meraviglioso? Certo così all'improvviso,

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non ci hanno dato molto tempo per ripassare, ma ho ideato unpiano giornaliero di studio abbastanza �tto da permettermi diripercorrere tutto il programma degli scorsi anni, non si sa mai,sempre meglio essere previdenti!

L'ho inviato anche a voi, mi raccomando di seguirlo alla let-tera altrimenti non farete in tempo a fare un ripasso veramentecompleto.

Ho comunque previsto una piccola pausa nel programma peril compleanno di Harry!

Ci vediamo il 31 luglio.A presto,

vostra Hermione.

�Tipico di Hermione. . . a me non era neanche passata per lamente l'idea di ripassare!� disse Harry divertito, mentre davaun'occhiata incredulo a quello che doveva essere il programma,una seconda pergamena scritta in maniera incredibilmente �tta.

�Già, tipico . . . � rispose malinconico Ron, assestando ungran calcio allo gnomo più vicino.

�Praticamente secondo questo programma ora dovremmo es-sere a studiare �Storia della Magia� e nel caso avessimo �nitoprima, dovremmo essere a studiare �Incantesimi�. Non ci cre-do. . . Hermione ha ideato un programma di studio aggiuntivo aduno già impossibile da attuare! Lei sicuramente corre il rischiodi �nire di ripassare in anticipo. . . e anche noi, vero Ron?� chieseHarry divertito.

�Già� rispose Ron, che però non sembrò cogliere l'ironia �Haavuto così tanto da fare con questo programma da non potermi

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scrivere neanche . . . � si interruppe arrossendo improvvisamentecome un semaforo babbano.

Harry lo �ssò divertito in attesa che completasse la frase, maRon in tutta risposta riprese ad inseguire gnomi con maggiorfoga.

A Harry capitò tra i piedi uno degli gnomi più piccoli cheavesse mai visto, sembrava una vecchia patata con le gambe,alta non più di quindici centimetri. Cominciò a rotearla mec-canicamente, ri�ettendo su come sarebbe stato triste in questigiorni senza la presenza costante di Ginny.

Certo la signora Weasley la teneva impegnata con le puliziee anche Ginny aveva molto da ripassare, ma il semplice fatto disaperla nella stanza accanto lo faceva stare bene. Anche se inquell'istante stava girando su se stesso come una trottola impaz-zita, con uno gnomo tra le mani, poteva mollarlo in qualunqueistante e correre da lei anche solo per salutarla, per s�orarla.Ogni volta che si incontravano per casa trovavano una scusa pertoccarsi, una piccola carezza, uno sguardo, un occhiolino, unbacio rubato in giardino.

Capiva l'amico, non solo era lontano dalla sua Hermione, maevidentemente aspettava una missiva romantica che non era arri-vata. Ron doveva avergli scritto una lettera inviandola con Leo-tordo, ma il piccolo gufo era tornato indietro con una rispostadi tutt'altro genere.

Probabilmente ne avranno da litigare quei due, già era dif-�cile gestirli prima, �guriamoci ora. . . pensò Harry un po'preoccupato. L'esperienza gli aveva insegnato che ogni voltache i suoi amici litigavano ne pagava puntualmente anche lui leconseguenze.

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Verso le sette gli gnomi erano ormai tutti volati. Harry eRon andarono a prepararsi per la cena, consapevoli del fattoche l'indomani ne avrebbero trovati altrettanti.

Ginny li chiamò per la cena poco dopo. La tavola era comeal solito carica della generosa e succulenta cucina della signo-ra Weasley: pasticcio di pollo, prosciutto farcito e abbondantiporzioni di patate al forno con pancetta.

Ron si sedette al suo posto e addentò un pezzo di prosciuttofarcito.

�Ron, non puoi aspettare un momento che arrivi tuo pa-dre? Devi essere sempre il primo ad ingozzarsi?� disse la signoraWeasley seccata, mentre controllava una crostata di zucca nelforno.

Prima che Ron potesse giusti�carsi, si udirono due schiocchi,e il signor Weasley comparve dal nulla insieme a Percy. Harrynon li aveva mai visti così accigliati.

�Sono degli insolenti, ecco cosa sono!� disse Percy stizzito,raddrizzando sul naso i suoi occhiali di corno.

�Hai ragione Percy, hai ragione. . . � rispose il signor Weasleystancamente, mentre abbracciava la moglie, �è tutto il giornoche me lo ripeti. . . �.

Si sedettero a mangiare tutti con molto appetito. Solo Percysembrava più interessato a continuare la discussione iniziata inu�cio con il padre.

�Quel loro presidente mezzo cowboy John Waynegan chi sicrede di essere! Il Ministro Shacklebolt è troppo permissivo�disse in tono pomposo.

�Non piace neanche a me Waynegan, ma Kingsley come poli-ticante è piuttosto ingenuo, è stato sempre un Auror. Waynegan

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lo ha convinto che è ora di dare una rinfrescata, di fare piazzapulita dei vecchi metodi. Tecnicamente poi le sue proposte sonosempre lodevoli� disse il signor Weasley in tono stanco. �Si èintrufolato con questa storia del CIOcCoCreMa, e ora Kingsleygli chiede consiglio praticamente su tutto. . . �.

�Ma come ha potuto farsi convincere a nominare �ACQua�quel Donald Troom!� riprese Percy, più inviperito che mai.

�Soprattutto se quel posto lo volevi tu, eh?� disse il signorWeasley sorridendo con la bocca piena di patate.

�Che cosa è un ACQua, caro?� domandò la signora Weasley,versando della burro birra a Percy che era diventato paonazzo.

�ACQua: Addetto Controllore Qualità. una carica che han-no in America. Questo �controllore� stabilisce delle direttive permantenere alto lo standard qualitativo. Ti faccio un esempio: daoggi in poi le pergamene ministeriali per uso interno dovrannoessere scritte solo con inchiostro �ibiscus porpora�, quelle spediteall'esterno in inchiostro �verde sangue di drago� anticontra�azio-ne. Le pratiche dovranno essere raggruppate solo con �mollettineparlanti�, così ogni volta che si riprenderà in mano la pratica lamollettina ricorderà chi l'ha fatta e a chi appartiene. . . �.

�Beh mi sembrano cose ben fatte, ti sei sempre lamentato deldisordine che regnava al ministero nella gestione delle pratiche. . . � rispose la signora Weasley.

�Il problema è che il signor Troom, del tutto in buona fede,ha convinto il ministero ad usare questi due inchiostri, appunto�sangue di drago� e �ibiscus porpora� che producono solo in duefabbriche che si trovano negli Stati Uniti. Idem per le mollettineincantate, le fanno solo in una piccola fabbrica in California. Equesti sono solo alcuni esempi. Il vero problema è che ora con

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la scusa di riordinare, catalogare e uniformare, hanno accesso atutti i nostri documenti, anche a quelli top-secret, in poche pa-role ci stanno spiando, solo che sono spie designate da noi stes-si! Kingsley non se ne rende conto, e anche volendo ora sarebbedi�coltoso allontanarli senza creare un incidente internazionale.Quando gliene ho parlato ha minimizzato, ha detto che stiamocollaborando e che la loro presenza è solo provvisoria�.

�Tu che ne pensi Harry, di questa invasione americana?�domandò Percy imprevedibilmente ad Harry, che stava raccon-tando sottovoce a Ginny dell'arrivo di Leotordo e della reazionedi Ron.

�Oh, non ho un'opinione in proposito, voglio tenermi il piùlontano possibile dagli a�ari del ministero quest'anno. . . �.

�Beh dovranno interessarti per forza questi americani, per-ché ad Hogwarts te ne troverai un bel po' !�.

�Cosa?� disse Ron, che per la prima volta alzava la testa dalpiatto, �ssando il padre.

�Sì� rispose stanco il signor Weasley, �Sono molti i diplo-matici, gli assistenti e le guardie del corpo che sono qui con lerispettive famiglie. Quindi i loro �gli verranno a studiare convoi. Nella ricostruzione di Hogwarts hanno ampliato un'ala delcastello e ne è uscito un piccolo dormitorio. Hanno aiutato co-sì tanto nella ricostruzione della scuola che né Kingsley né laMcGranitt hanno potuto opporsi. . . �.

Ron alzò gli occhi al cielo e borbottò qualcosa, come �nonsi può mai stare tranquilli�, ma prima che qualcuno potessedomandargli cosa avesse detto, si alzò e salì diritto in camera.

Harry rimase un altro po' in cucina, tentando di spiegareal signor Weasley come facessero navi grosse come quelle da

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crociera o le petroliere, a galleggiare sull'acqua senza l'uso dellamagia.

Dopo essersi dati tutti la buonanotte, scambiando con Gin-ny un bacio frettoloso sul pianerottolo buio, raggiunse Ron incamera.

Ron indossava già il pigiama. Sdraiato sul suo letto conti-nuava a lanciare verso il so�tto, una riproduzione di pezza diun boccino d'oro.

Harry si sedette sul suo letto e attese.Ron non lo degnò di uno sguardo. Continuava a lanciare e a

riacciu�are il boccino. Harry contò 75 lanci e altrettante preseprima di rivolgergli la parola.

�Allora Ron? Che ne pensi di questi americani?� Ron mancòla presa e il boccino rotolò a terra.

�Niente� rispose seccato raccogliendo la pallina di pezza.Harry si sdraiò a sua volta sul proprio letto. Ron aveva

ripreso a lanciare il boccino, evidentemente non aveva voglia diparlare.

� una rottura bella e buona, ecco cos'è!� riprese inaspetta-tamente, stupendo Harry.

�E perché dovrebbe scocciarci?. . . Non credo che la tua siasolidarietà con Percy!� disse Harry divertito.

�Hai mai visto i maghi americani?� disse Ron serio.�Veramente no. . . sono diversi da noi?�.�Sono sempre dei bestioni muscolosi �ssati con lo sport.

Tutti biondi e abbronzati con le loro tavole da surf magiche.Giocano un Quidditch da urlo che è molto più spettacolare delnostro. . . sono praticamente bravi in tutto!� disse ormai prati-

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camente infuriato, scagliando il boccino di pezza in un angolodella stanza.

�Buon per loro! E allora? A noi cosa importa?� risposeHarry sull'orlo della disperazione.

�E allora, e allora. . . niente! Lascia stare, notte.� risposeRon girandosi dall'altra parte e �ccandosi sotto il lenzuolo.

Non era decisamente la giornata adatta per parlare con l'a-mico, Harry decise di lasciar perdere.

Spense la luce e si mise anche lui a letto. Sistemò la bac-chetta di Sambuco sotto il cuscino e la sua sul comodino vicinoagli occhiali.

Dopo pochi istanti Ron iniziò a russare. L'arrivo di questimaghi statunitensi, in �n dei conti, non gli aveva tolto il sonno.

Harry sentì la bacchetta di Sambuco premere attraverso ilcuscino. La sistemò un po' meglio, cominciando a ri�ettere sucome e quando l'avrebbe nascosta. Già la scuola di per sé sa-rebbe stata piuttosto gremita, rimetterla nella tomba di Silente,con la presenza di questi maghi stranieri, poteva diventare unaseccatura.

Rimase disteso a �ssare il buio per molto tempo, cercandouna soluzione.

Si addormentò, cullato dall'incessante russare di Ron, fan-tasticando sull'eventualità di creare un diversivo dinamitardousando alcuni �Tiri Vispi Weasley�, con buona pace di Gazza edella McGranitt.

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Capitolo 4

COMPLEANNO A

GODRIC'S HOLLOW

I giorni seguenti continuarono a susseguirsi tutti uguali. Harrye Ron avevano sostituito l'abituale caccia agli gnomi da giardinocon lunghe sedute, seppur non ai livelli consigliati da Hermione,dedicate allo studio. Restare un anno lontani dalla scuola avevasvuotato quasi completamente le loro menti da qualsiasi nozionescolastica.

Quando Harry iniziava a leggere in �Storia della magia�, dellaguerra dei giganti, il suo pensiero si perdeva sempre amaramen-te tra i ricordi della battaglia di Hogwarts, in cui aveva potutovedere con i propri occhi la loro furia distruttiva. Ron passavamolto tempo con il libro aperto e lo sguardo a scrutare il cie-

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lo, come in attesa di qualcosa. Di�cilmente Hermione sarebbestata contenta di loro.

Il signor Weasley e Percy passavano sempre più tempo allavoro. Adeguare il loro u�cio a tutte le direttive �qualitative�di Donald Troom stava diventando di per sé un lavoro a tempopieno per tutti gli impiegati del ministero. La sera, persinoPercy era sempre troppo stanco, anche solo per lamentarsi.

La signora Weasley continuava a sfornare prelibatezze a tut-te le ore e a seguire le pulizie della casa e del giardino senzasosta. Faceva in modo di non far mai trovare per casa copie del-la Gazzetta del Profeta, e siccome l'unica radio di casa Weasleysi era rotta, non avevano nessuna notizia dal mondo magico.

Arrivò in�ne il 31 luglio. Quella notte Harry non aveva dor-mito molto. L'agitazione per il viaggio che aveva in programmaper quel mattino, aveva tenuto quasi completamente lontano ilsonno. Nonostante ciò, non vedeva l'ora di alzarsi.

Guardò la sveglia sul comodino. È ora, pensò tra sé scen-dendo dal letto. Si vestì cercando di non svegliare Ron, in�lòentrambe le bacchette nella tasca dei jeans e uscì dalla stanzasenza fare il minimo rumore.

Harry non aveva mai sentito la casa così silenziosa. Arri-vato in cucina a�errò un paio di merendine alla melassa dallacredenza e uscì in giardino. Percorse il vialetto e, giunto oltreil cancello, si smaterializzò. Ricomparve ai margini della viaprincipale di un piccolo villaggio.

Era da tanto che voleva tornare in quel posto, ma avevavoluto attendere una data particolare. Aveva atteso che fosse ilgiorno del suo diciottesimo compleanno. Si era regalato quellavisita solitaria per festeggiare in un modo tutto suo.

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Cominciò a camminare, lungo una strada costeggiata da vil-lette, come mesi prima aveva fatto insieme ad Hermione. Ancheadesso, come allora, si domandò se vera

mente volesse vedere, se veramente volesse liberarsi di quelpeso dal cuore.

Improvvisamente avvertì un formicolio dietro la testa, lasgradevole sensazione di essere �ssato. Si voltò di scatto mavide solo alcune signore uscire da un negozio con delle borsedelle spesa in mano. Un anno vissuto in clandestinità aveva la-sciato nel suo animo più di una traccia. Si sentiva, nonostantetutto, teso e sospettoso.

Si voltò e continuò a camminare lungo la piazza, diretto almonumento ai caduti. A metà della piazza, poco prima chel'obelisco si trasformasse, vide un ragazzo che lo �ssava insi-stentemente. Stava con la schiena appoggiata al monumento, lebraccia incrociate, e �ssava Harry mentre si avvicinava. Porta-va calcato sulla testa un berretto da baseball, da cui uscivanodisordinatamente lunghi capelli biondi. Era piuttosto robusto,e continuava a �ssarlo da sotto il cappello con uno sguardo chea Harry non piacque; sembrava lo stesse aspettando. Harry con-tinuò a camminare, �ssandolo con la coda dell'occhio. Invece dicontinuare dritto verso il monumento, piegò a destra, dirigendosiinvece alla chiesa. Non capiva perché quel ragazzo continuasse aguardarlo con tanta insistenza. Anche ora che gli dava le spalle,sentiva di nuovo la sgradevole sensazione di essere osservato.

Dopo pochi minuti arrivò davanti alla chiesetta. Si voltò in-dietro più volte ma nessuno lo stava seguendo. Entrò dal cancel-lo, lasciando fuori tutti i pensieri, sicuramente si era sbagliato,probabilmente quel ragazzo stava guardando i suoi capelli spet-

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tinati o la sua maglietta troppo larga. Girò attorno all'edi�cioe raggiunse il cimitero.

Facendo attenzione che non ci fosse nessuno, levò la suabacchetta e fece apparire un grande mazzo di �ori.

Il cimitero che ricordava era tutto bianco. L'unica voltache l'aveva visto, l'anno prima, uno spesso strato di neve copri-va tutto. Ora, invece, le lapidi risaltavano tra il verde intensodell'erba e i colori dei �ori freschi.

Fu colpito da una tomba dall'aspetto più recente delle altre.Si avvicinò. Era quella di Bathilda Bath, il cui corpo era statotrovato solo qualche mese prima.

Proseguì attraverso il cimitero e raggiunse la tomba di Ken-dra Silente e della �glia Ariana. Non le aveva conosciute, comenon aveva conosciuto Bathilda, ma avevano fatto parte come luidi quella lunga, triste storia che era �nalmente giunta all'epilo-go. Tolse alcuni �ori dal mazzo e li sistemò come meglio potésulle tombe.

Due �le più in la scorse il marmo bianco della lapide dei suoigenitori. La raggiunse, con il cuore gon�o.

Si chinò piegando le ginocchia in modo da avere i nomi disuo padre e di sua madre all'altezza degli occhi.

Non riuscì a trattenere le lacrime, aveva sempre dovuto esse-re forte, ora �nalmente poteva sfogarsi. Il suo non era un piantodi dolore ma di liberazione.

�L'ultimo nemico che sarà scon�tto è la morte�. Pensò alleparole incise sul marmo. Adesso quella frase aveva un signi�-cato. L'anno prima era ritornato dalla morte, aveva deciso divivere con tutto il dolore e le conseguenze che

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questo comportava. Aveva rimandato la sua battaglia con lamorte ad un futuro il più possibile lontano.

Per un momento gli parve di vedere i suoi genitori abbracciatiche lo salutavano. Sorrise, stava piangendo e sorridendo allostesso tempo. Spostò gli occhiali e si asciugò il viso. Alzandosiin piedi li salutò anche lui. Gettò alla tomba un ultimo sguardocarico di amore e voltandosi si diresse verso l'uscita.

Attraversò la piazza fermandosi davanti al monumento aicaduti. Quel ragazzo col berretto non c'era più. Come Harrysapeva, il monumento al centro della piazza di Godric's Hol-low era molto speciale. Per i babbani era il simbolo della lorogratitudine verso i caduti in guerra. Per i maghi, invece, rap-presentava il ricordo dei Potter e del giorno in cui Voldemortera scomparso la prima volta.

Si avvicinò, con gli occhi ancora lucidi. Il marmo scomparve,al suo posto apparvero tre �gure di pietra. Suo padre e suamadre con in braccio il piccolo Harry. Finalmente la pace e laserenità che vedeva in quel bambino erano anche le sue.

Riprese a camminare nella direzione opposta a quella da cuiera arrivato. Quasi alla �ne della �la di villette, �nalmente, videla sua vecchia casa. La siepe ribelle attorno al giardino, l'erbaalta e parte del secondo piano esplosa. Tutto era come se loricordava.

La �ssò. Chissà, forse un giorno avrebbe trovato il coraggioper entrare. Si immaginò la casa ristrutturata,

l'erba tagliata e lui che tornava a vivere lì. Magari con Ginny.Il futuro era lontano. Ora doveva pensare ai suoi amici e ai

festeggiamenti che lo attendevano quella sera.

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La via era deserta, ma un attimo prima di smaterializzarsi,si accorse che qualcuno lo stava �ssando. Appoggiato al murodella villetta di fronte, il ragazzo che aveva visto nella piazza loguardava sorridendo.

Harry riapparve con uno schiocco fuori dal giardino dellaTana. Era scosso, il cuore gli batteva talmente forte che pensògli avrebbe sfondato il petto. Come era potuto accadere?

Aveva controllato con attenzione che la strada fosse desertaprima di smaterializzarsi; era assolutamente certo che non cifosse nessuno. A quel punto era evidente che quel ragazzo loaveva seguito �n dall'inizio. Non c'era altra spiegazione.

Si incamminò lentamente lungo il vialetto, guardandosi in-torno preoccupato. Cosa devo fare? pensò frastornato. Se quelragazzo era un babbano, da un momento all'altro avrebbe avutoun richiamo dal Ministero. Ma era pronto a giurare che fosse unmago, chi altri sarebbe potuto apparire così improvvisamentedal nulla?

Nonostante nell'anno appena trascorso avesse imparato a fa-re a�damento solo sulle proprie forze, inconsciamente provò ildisperato desiderio di poterne parlare con Sirius o con Silente.

Aprì la porta della cucina, completamente assorto nei suoipensieri, ed entrò.

�TANTI AUGURI, HARRY!� lo sorprese Molly Weasley fa-cendolo sobbalzare. Aveva completamente dimenticato che fosseil suo compleanno. La signora Weasley gli corse incontro e loschiacciò tra le sue forti braccia. �Sei tornato �nalmente!�.

�Sì. . . grazie mille!� riuscì a rispondere Harry, quasi senza�ato, stretto nel suo abbraccio.

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�Siediti caro, ho appena preparato la colazione� gli dissetornando ai fornelli, con gli occhi un po' lucidi. La signoraWeasley continuava a commuoversi per lui in continuazione.

Ron era già seduto a tavola, intento a rimpinzarsi. Lo accolsecon una sonora pacca sulla spalla. �Gnon `mpleagno. . . � riuscìa dirgli sputacchiandogli addosso pezzi di pancetta e uova chesaltavano fuori dalla bocca piena.

Mentre Harry tentava di pulirsi con un tovagliolo dai rima-sugli del pasto di Ron, vide poggiata su una sedia una borsa chestava letteralmente per esplodere tanto era piena di libri.

�Ron, ma è arrivata Hermione?� domandò Harry, che sapevache quella borsa non poteva appartenere che a lei.

�è di sopra con Ginny� rispose Ron con noncuranza, spal-mando su una fetta di pane tostato una dose sconsiderata diburro.

�E cosa aspettavi a dirmelo?� lo rimproverò Harry alzandosi.Ron si in�lò per intero la fetta di pane in bocca, rispondendo

all'amico con un'alzata di spalle.Harry portò gli occhi al cielo, e scuotendo la testa corse su

per le scale, verso la camera di Ginny.La porta era aperta, Hermione e Ginny stavano parlando

al centro della stanza �testone! Vorrei sapere cosa gli prendeadesso!� sentì dire ad Hermione.

Prima di essere visto, Harry ebbe il tempo di distinguereuna delle espressioni di Hermione che conosceva meglio. Era lafaccia che aveva solitamente quando era infuriata con Ron.

�Buon compleanno Harry!� gli disse Ginny appena lo vide,gettandoglisi al collo con un gran sorriso. Harry si abbandonòtra le sue braccia, dimenticandosi del ragazzo che lo aveva pedi-

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nato a Godric's Hollow, e dimenticandosi anche di Hermione chedoveva essere dietro di lui. Era di�cile preoccuparsi di qualcosain quel momento. Raramente si sentiva così sollevato, e quelgiorno era già la seconda volta. Quando Ginny allentò la presa,entrambi si lanciarono uno sguardo di intesa. Harry era sicuroche anche Ginny stesse pensando al bacio che gli aveva regalatoper i suoi diciassette anni.

�Tanti auguri Harry� disse timidamente Hermione facen-do capolino da dietro, un po' imbarazzata. �Scusate ma. . . �cominciò, �ssandosi la punta dei piedi.

�Oh, ma quali scuse!!� disse Harry abbracciandola con en-tusiasmo �Come stai piuttosto, tutto bene? E i tuoi genitori?�.

�Oh, loro stanno bene. E. . . anche io� rispose debolmente.Sia Harry che Ginny rimasero a �ssarla, era palesemente giù

di corda.�Sono solo un po' stanca� riprese Hermione in risposta ai

loro sguardi, con un pochino più di entusiasmo �Sai, un po'il viaggio in Australia, un po' tutto quello che c'è da ripassa-re. . . ho avuto pochissimo tempo per riposarmi� si a�rettò adaggiungere �A voi invece come va con il mio programma? Sieteriusciti a seguirlo tutto? L'ho chiesto a Ron quando sono arriva-ta ma non mi ha neanche risposto. . . � disse Hermione gettandouno sguardo a Ginny.

�Bene, piuttosto bene direi. . . � rispose Harry imbarazza-to. Lui e Ron non erano andati molto oltre un decimo delprogramma suggerito da Hermione.

�Ottimo! Allora ho fatto bene a portare alcuni libri di ap-profondimento per il M.A.G.O. che avevo a casa. Francamentepensavo di essere stata troppo ottimista a portarveli!�.

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Ottimista è dir poco pensò Harry, considerato che da sei annisia lui che Ron sbarcavano l'anno scolastico grazie al suo aiutoe ai suoi appunti.

In quel momento sentirono la signora Weasley chiamarli agran voce dalla cucina per la colazione. Quando

scesero, di Ron non c'era traccia, ma nessuno di loro siazzardò a fare domande.

Anche se non aveva assistito direttamente al litigio, Harryimmaginò che ce ne fosse stato uno, ed era pronto a scommettereche Ron avesse accolto Hermione con uno dei suoi soliti musilunghi dovuti a - solo lui sapeva quale - o�esa imperdonabile.

Quando furono tutti seduti a tavola, la signora Weasley riem-pì il piatto di Harry con tanta pancetta fritta, uova e pane to-stato che avrebbe potuto sfamare l'intero tavolo dei Grifondoroad Hogwarts.

Cominciò a mangiare con appetito, contento che nessuno glichiedesse dove fosse sparito quella mattina. Non voleva com-muovere nessuno con la storia della visita alla tomba dei suoi ge-nitori. Di sicuro la signoraWeasley sarebbe scoppiata in lacrime,e probabilmente anche Ginny ed Hermione.

Mentre ascoltava distrattamente i progetti per la serata, ilsuo pensiero tornò a quel ragazzo che, ne era ormai praticamentecerto, lo aveva pedinato a Godric's Hollow.

Aveva letto in quello strano sguardo, in quel sorriso storto,tutto fuorché buone intenzioni.

Non sapeva se parlarne con i suoi amici, tantomeno ora cheera arrivata Hermione. Probabilmente lei lo avrebbe rimprove-rato per essersi smaterializzato con tanta leggerezza, e avrebbe

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poi comunque sminuito la sua sensazione di essere pedinato dachicchessia.

�Harry caro, allora cosa preferisci per dolce oggi?� lo riscosseimprovvisamente la signora Weasley.

�Oh fa lo stesso, veramente. . . � rispose Harry, che non siera accorto che la discussione si fosse spostata sulla sua torta dicompleanno.

�Eh no! la tua festa, almeno la torta devi deciderla tu!Una torta di zuccotti alle fragole o la crostata di nocciolottimelassati?� chiese la signora Weasley, con l'aria di chi ritieneche dalla risposta dipendano i destini dell'umanità.

Inizialmente Harry non voleva festeggiare il suo diciottesi-mo compleanno, pensava che l'assenza di Fred, Lupin e Tonksavrebbe reso vano ogni festeggiamento. Ma la signora Weasleyaveva insistito tanto che alla �ne erano rimasti d'accordo suuna festicciola veramente molto intima. Oltre ovviamente al sig.Weasley e a Percy, li avrebbe raggiunti solo George. Hermioneera praticamente l'unico ospite che non fosse della famiglia.

�Allora proverei volentieri la crostata di nocciolotti melas-sati, non l'ho mai assaggiata� rispose Harry.

Decisa la torta, la signora Weasley ricominciò ad armeggiareai fornelli, Ginny e una depressa Hermione salirono in cameralasciando intendere che preferivano stare sole, e ad Harry nonrimase che andare a cercare Ron.

Lo trovò in giardino seduto sotto un albero con in mano unvecchio libro sui �Cannoni di Chudley� ,che doveva aver letto eriletto almeno un migliaio di volte.

�Ciao Ron� lo salutò sedendosi.

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Ron alzò appena lo sguardo dal libro, guardandosi intornocon di�denza.

�Ciao� rispose con un tono piuttosto cupo, tornando a leg-gere.

Harry era stato sempre piuttosto preoccupato dal rapportotra Ron ed Hermione. Se ora si fossero lasciati, conoscendo Ron,probabilmente non si sarebbero più rivolti la parola, e lui nonvoleva passare il resto della sua vita cercando di riconciliarli.

�Come mai hai già litigato con Hermione?� domandò Harrysenza tanti preamboli.

�Io non litigo con nessuno!� rispose Ron voltando violente-mente pagina.

Era di�cile per Harry comprendere il perchè delle incom-prensioni tra Ron ed Hermione, per quel poco che ne sapeval'unica cosa che aveva creato problemi alla sua storia con Ginnyera stata la caccia mortale a Voldemort, che, oltre ad essere unbuon motivo di rottura, di�cilmente si sarebbe ripetuta. . .

Ron invece si ostinava ad o�endersi per ogni stupidaggine, lasua insicurezza, paradossalmente, sembrava aumentata ora che�nalmente sapeva di essere ricambiato da Hermione.

�No sai, mi sembrava..� concluse Harry. Se avesse insistitocon le domande, Ron per stizza non avrebbe risposto. Raccolseinvece un bastoncino e cominciò a giocherellarci.

�Lo sai cosa mi ha detto appena è arrivata? Eh, dopo tuttoil tempo che non ci vedevamo?� riprese Ron furibondo dopoalcuni istanti, senza smettere di �ssare il libro.

�Mi ha detto: Buongiorno Ron. Allora, come procede lostudio?� disse, facendo un'imitazione improponibile della vocedi Hermione.

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�Sei appena arrivata, dovresti avere mille cose da dirmi -tipo che bello vederti, ad esempio. . . - e la prima cosa che midomandi è questa? Io sono rimasto senza parole. In rispostaal mio silenzio allora, lo sai cosa ha detto? Che stupida sonostata a pensare che avresti seguito il mio programma!� continuòRon, sempre �ssando il vecchio libro. Sembrava intenzionato adincendiarlo con lo sguardo.

�E tu cosa hai risposto. . . � domandò Harry timidamente,temendo l'esplosione dell'amico.

�Non meritava risposta!! Ho girato i tacchi e me ne sonoandato!� concluse Ron voltando la pagina del libro con tantafoga che gli rimase in mano.

�Ma sai come è fatta Hermione, mette lo studio prima ditutto. . . �.

�Come ti sentiresti a venire dopo lo studio nella personaleclassi�ca di Ginny?� ormai la faccia di Ron era di un rosso de-cisamente fuori dalla norma. Le orecchie in particolare avevanoassunto una sfumatura oltremodo preoccupante.

�Io le ho scritto una lettera! Lei l'unica che mi ha invia-to. . . beh la conosci. Eppure a Victor Krum gli scriveva ecco-me! Forse a me non ha nulla da dire che non riguardi la miaistruzione!�.

Calò un silenzio carico di tensione, Ron sembrava troppoinfuriato per parlare ed Harry maledì la sua totale mancanza diargomenti appropriati all'occasione, ma, come a ricordargli chele cose possono sempre peggiorare, accadde ciò che temeva piùdi qualsiasi altra cosa: Ron gli chiese chi avesse ragione.

Harry tentò una debole difesa a favore di Hermione dicendoche forse era un po' imbarazzata e che Ron forse, e sottolineò

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il forse, era stato troppo precipitoso, ma l'espressione omicidadell'amico lo convinse a dargli comunque ragione su tutta lalinea, e a chiudere il discorso con un neutrale �Le donne chi lecapisce è bravo� che parve soddisfare Ron.

Hermione e Ron passarono il resto della giornata ad evitarsi.Così anche Ginny e Harry furono costretti a rimanere lontani.Harry non faceva che pensare al momento in cui sarebbe rimastosolo con lei, ma si era quasi rassegnato all'idea che quel giornoprobabilmente quel momento non sarebbe mai arrivato.

Non poteva rischiare di far innervosire ancora di più Ronfacendosi scoprire magari proprio intento a baciarsi con suasorella. Troppe emozioni per un giorno solo. . . le sue orecchiesarebbero esplose rischiando di ferire qualcuno.

Alle sette arrivò George con un enorme pacco per Harry. Alleotto due schiocchi annunciarono che anche il signor Weasley ePercy si erano materializzati.

La cena fu eccezionale, Harry non ricordava di aver mai man-giato nulla di così buono: maialino fritto ripieno di salsicce, leleggendarie patatine polacche aromatizzate alla pancetta, purèal formaggio e tre tipi di pane diverso. La signora Weasley con-tinuava sistematicamente a riempirgli il piatto senza neancheaspettare che Harry lo svuotasse.

A tavola George continuava a punzecchiare Percy come aivecchi tempi, il signor Weasley non la smetteva di fare domandead una sconsolata Hermione, su come facessero i babbani a farequesto o quello senza magia. Solo Ron continuava a mangiare atesta bassa senza �atare.

Se ci fosse stato anche Fred, la si sarebbe potuta scambiareper una cena di qualche anno prima, quando Voldemort era solo

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un nome che non doveva essere pronunciato e non un pericoloreale.

Nonostante tutti si professassero satolli, trovarono comunqueuno spazio per la spettacolare crostata di nocciolotti melassa-ti, de�nita all'unanimità sicuramente la torta più buona che lasignora Weasley avesse mai fatto.

�Oh beh, sono stata fortunata! Di�cilmente i nocciolottilievitano così bene� disse con modestia Molly al sig. Weasleyche si complimentava più di tutti.

Finita la torta, �nalmente Harry poté cominciare ad aprire iregali. Iniziò con quello di George, che era enorme, grande quasiquanto un baule. La scatola conteneva decine di altri conteni-tori. Era un campionario completo di tutti gli scherzi presential negozio, e almeno una confezione di ogni qualità di dolciumeproveniente da Mielandia. Harry, volendo, non sarebbe dovutoandare al negozio di dolci per i prossimi due anni.

Hermione gli aveva regalato due statuine di bronzo a forma dicanguro, comprate in Australia. Appena Harry le ebbe scartate,Ron cominciò a sghignazzare apertamente.

�Vedi Harry, qualche stupido potrebbe pensare che questisiano solo due soprammobili� disse, lanciando un'occhiataccia aRon che continuava beatamente a ridacchiare.

Hermione prese un pezzo di carta, ci scrisse qualcosa so-pra, e lo ripiegò facendolo diventare piccolo come l'incarto di uncioccolatino.

Prese un canguro e lo portò vicino a George, poi tornò vicinoad Harry che aveva l'altro.

�Ora guarda, in�lo il bigliettino nel marsupio del canguro�.Il bigliettino scomparve immediatamente nella piccola fessura.

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�Ok George, ora puoi controllare nella tasca del tuo�. Geor-ge prese il piccolo canguro di ottone e guardò nella piccola fes-sura, che �no ad un istante prima era vuota, dove era apparsoun bigliettino di carta tutto piegato.

�Leggi pure cosa c'è scritto� disse Hermione gongolante.

�Risus abundat in ore stultorum� lesse George ad alta voce.

�Il riso abbonda sulla bocca degli stolti� tradusse immedia-tamente Hermione, �ssando Ron che aveva smesso di ridere.

�Con questo Harry, puoi mandare messaggi a qualsiasi di-stanza, istantaneamente e senza rischio di essere intercettato.Ho pensato che anche in futuro, quando sarai un Auror, ti saràutile. . . �.

�Grazie Hermione, è veramente fantastico!� disse Harry sin-ceramente contento. I regali di Hermione erano sempre tra isuoi preferiti. Il kit per la manutenzione delle scope era tutt'orauna delle cose più belle che avesse mai ricevuto, dopo la Fireboltovviamente.

La signora Weasley gli passò un grosso pacco informe. Harrysapeva perfettamente cos'era prima ancora di aprirlo: un ma-glione di lana alla Weasley, quest'anno di un bel verde prato.Harry le dedicò un lungo abbraccio, era stata già così buona aorganizzare quella cena.

�Tieni Harry, non è molto ma. . . � disse Ron gravemente,tenendo la testa bassa.

�Beh qualsiasi cosa sia, non sarà all'altezza del regalo di Her-mione� lo punzecchiò George, che aveva colto l'evidente tensionetra i due.

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Harry scartò il pacco, era una piccola borraccia da appenderealla scopa. �Grazie mille Ron, mi serviva proprio� disse Harrytranquillizzando l'amico. Sicuramente

era un regalo dozzinale in confronto a quello di Hermione,ma era comunque realmente utile.

Finalmente fu il turno di Ginny. Gli diede una scatola tuttacolorata, con un grosso �occo giallo. Quando Harry la prese inmano s'accorse che la scatola vibrava vivacemente.

Guardò Ginny perplesso.Aprì la scatola e dentro vide una piccola palla di pelo rotonda

color oro. Inizialmente pensò fosse un boccino di pezza comequello di Ron, ma quando la vide roteare e sbattere gli occhicapì di cosa si trattasse.

�Una Pu�ola Pigmea! Grazie Ginny�. Harry abbracciò dislancio Ginny, che lo strinse con entusiasmo.

�Hey, ma questa non viene dal mio negozio!� esclamò Georgeavvicinandosi.

�L'ho presa al Serraglio Stregato� disse Ginny accarezzando-la �Ha detto il proprietario che è di una varietà molto intelligentee raramente alcune manifestano anche poteri magici�.

�E da dove viene?� chiese Ron, avvicinandosi per vederla davicino.

�Sono americane, vengono dalla Death Valley� rispose Gin-ny.

Ron, che sembrava avere una forte avversione per tutto ciòprovenisse dagli Stati Uniti, ritirò la mano con cui stava peraccarezzarla e tornò a sedersi.

�Come pensi di chiamarla?� domandò Hermione ad Harry.�Non saprei. . . � rispose Harry accarezzandola.

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�Bleah! Unghia di piedi, è davvero ripugnante!!� disse Roninaspettatamente, sputando qualcosa nel suo tovagliolo.

L'intero tavolo si girò a �ssarlo.�Scusate, ho preso una caramella Tutti i gusti + uno� disse

Ron con fare disgustato, tentando di pulirsi la lingua con unlembo del tovagliolo.

�Mangia una di queste, vedrai che il saporaccio andrà via�gli suggerì George passandogli una piccola gomma.

Non appena Ron ebbe iniziato a masticarla, questa iniziòa lievitare nella sua bocca. Dopo pochi istanti non era più ingrado di muovere le mascelle. Le guance di Ron si tesero almassimo, sembrava uno scoiattolo con due noci nella bocca.

Improvvisamente, dalle labbra, iniziò a gon�arsi un enormepallone che tirava Ron verso l'alto. Il ragazzo iniziò a sollevarsidalla sedia trascinato verso il so�tto, scalciando e agitandosisenza sosta.

Ginny salì sul tavolo e cercò di forare la gomma con unaforchetta, ma senza risultato.

�George fai qualcosa! Tuo fratello è tutto rosso, non re-spira!� gridò la signora Weasley preoccupata, ma quest'ultimoera troppo impegnato a ridere per poter anche solo pensare dirispondere.

�Deglonfa!� Hermione aveva raggiunto Ginny e aveva bucatoil pallone con la bacchetta.

Ron cadde a terra con un sonoro schianto.La signora Weasley si precipitò ad aiutarlo. Ron si alzò bor-

bottando inviperito parole incomprensibili con la bocca ancoraimpastata dalla gomma, lanciando occhiate infuocate a Georgeche ancora rideva.

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Il signor Weasley, che stava ridendo anche lui, divenne im-provvisamente serio non appena incrociò lo sguardo di sua mo-glie.

�Chiedi subito scusa a tuo fratello!� disse cercando di avereun tono autoritario.

�Scusa fratellino, non ho saputo resistere� disse George an-che se non aveva ancora smesso del tutto di ridere.

�Si può sapere che diavoleria era, questa volta?� chiese lasignora Weasley.

�Era una Bubblemou, una delle più recenti creazioni di Fred,mamma. Bubblemou, perfetta come una bubble, buona comeuna mou, ti farà toccare il cielo! . . . e non in senso metaforico!�rispose George entusiasta.

�Tutto bene Ron?� disse Hermione avvicinandosi a Ron, chestava togliendosi ancora pezzi di gomma dalla faccia.

�Ghon aeevo gisogno gnel uuo ajuto� farfugliò Ron, lancian-dogli un'occhiataccia carica di risentimento.

Detto questo salì in camera senza salutare nessuno.Hermione rimase impalata. Ad Harry sembrò di udire un

singhiozzo prima di vederla correre fuori in giardino.Ginny fece per raggiungerla ma Harry la prese per un braccio

�Lascia, vado io� disse a malincuore.La trovò seduta su una vecchia sedia alla destra del portico.�Oh, Harry� disse lei con un �lo di voce.�Sono. . . venuto a vedere come stavi. . . � rispose Harry im-

pacciato.Non sapeva cosa dirle. In cucina un impulso gli aveva sugge-

rito che dovesse essere lui a raggiungerla e non Ginny. In fondoHermione era sua amica da molto più tempo.

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�Ehm. . . sai, Ron ultimamente è un po' nervoso e. . . � ten-tennò Harry.

�Non parlarmi di Ron, ok? Non mi interessa minimamentecosa gli passa per la testa!� sbottò Hermione.

� tutto il giorno invece che voglio parlarti di una cosa� disseevidentemente sollevata, nel suo solito tono battagliero.

�Che ne è della bacchetta di Sambuco?� gli disse guardan-dolo dritto negli occhi.

� sempre qui nella mia tasca� rispose Harry tastandola.�La porti sempre dietro? Ancora non l'hai nascosta?� stra-

buzzò gli occhi Hermione.�Beh, dovevo rimetterla nella tomba di Silente. . .ma ancora

non c'è stato tempo perché. . . �.�Harry è della massima importanza che tu la nasconda im-

mediatamente! Se qualcuno dovesse scoprire che tu possiediquella bacchetta leggendaria. . . ogni mago cercherebbe di im-possessarsene!!� disse Hermione rudemente.

�Sì lo so Hermione, appena tornati ad Hogwarts. . . �.�No Harry, devi farlo subito! troppo rischioso. . . tenerla in

tasca poi è da incoscienti! Non sarei dovuta andare in Australiasenza risolvere questa cosa. . . �.

�Guarda Hermione, che anche quando sei lontana riesco an-cora a cavarmela� la interruppe Harry stizzito, contento orapiù che mai di non avergli raccontato del suo strano incontro aGodric's Hollow.

�Come ben sai, non posso materializzarmi all'interno del-la scuola. Dovrei materializzarmi ad Hogsmeade e poi anda-re a bussare al cancello di Hogwarts per chiedere di andare ascoperchiare la tomba di Silente. . .mi sembra decisamente più

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rischiosa questa strada, che aspettare semplicemente l'inizio del-l'anno scolastico. Come puoi vedere anch'io ho ri�ettuto sullaquestione!� concluse con più arroganza di quanto avesse voluto.

Hermione, con cipiglio severo, stava per replicare quandola porta della cucina si aprì. Era Ginny, che si avvicinò loroandandosi ad appoggiare alla spalla di Harry.

�Beh, visto che la mia presenza non è gradita a tutti, e checomunque in mia assenza siete in grado di cavarvela da soli,tolgo il disturbo� disse improvvisamente sfoggiando un sorrisostiracchiato.

Entrò a grandi passi in casa, per riuscirne poco dopo con lasua borsa.

�Ginny, ricordati di salutarmi George, quando sono entra-ta era già andato via. Ci vediamo il primo settembre� disse,sistemandosi lo zaino sulle spalle.

�Dai Hermione, fermati per la notte� la pregò Ginny.�Sarei comunque partita domani dopo colazione, se vado via

ora guadagno un paio d'ore di studio domattina�.Harry fece un go�o tentativo di dirle qualcosa, ma Hermione

lo ignorò. Si a�rettò a baciare Ginny, rivolgendo a lui solo uncenno sbrigativo di saluto mentre si smaterializzava con unoschiocco.

Harry raccontò brevemente a Ginny cosa si fossero detti conHermione, ammettendo in�ne di essersi innervosito troppo, datala situazione.

Ma non sopportava che lei avesse insinuato che non sarebbedovuta partire per occuparsi personalmente di nascondere labacchetta di Sambuco. Era come dire che lui era un bambino didue anni e lei sua madre.

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�sono sicuro che alla �ne non ha replicato perché ha capitoche avevo ragione io a dire che ormai conviene aspettare l'iniziodell'anno per nasconderla. . . � Ginny lo zittì mettendogli un ditosulla bocca, gli strinse le braccia al collo e lo baciò.

Fu un bacio lunghissimo, o per lo meno così parve ad Harry.

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Capitolo 5

STRANI INCONTRI A

DIAGON ALLEY

�Dai Snitch, salta su!� disse Harry stancamente, tendendo lamano verso la sua Pu�ola Pigmea. Snitch gli era sembrato unnome adatto, così piccola e di un vivido color oro, gli avevaricordato subito un boccino da Quidditch.

Quella lo guardò allegra e cominciò a roteare su sé stessa.�No Snitch! Non rotolare, salta. . . qui, sulla mia mano� in-

sistette Harry. Era seduto sul suo letto con la Pu�ola di �anco,tentando inutilmente, come nei giorni passati, di insegnargli afare qualcosa.

�Meno male che è una varietà intelligente!� disse Ron, men-tre �niva di vestirsi.

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�La Pu�ola di Ginny � che non è americana � ha imparatoa saltare dopo neanche un'ora!� commentò sarcastico.

Dalla sera del compleanno e della partenza di Hermione, Ronera particolarmente acido.

Harry cercava di assecondarlo in ogni modo, cercando di di-strarlo e passandoci più tempo possibile insieme, ma in tut-ta risposta si trovava ad essere il bersaglio preferito delle suefrecciatine.

Insomma per Harry non era facile, soprattutto perchè trala compagnia di un Ron immusonito e di una raggiante Ginnypreferiva di gran lunga la seconda.

Quello che gli sarebbe servito era una Giratempo di quelleche Hermione usava il terzo anno, in modo da poter conciliareil piacere, Ginny e il dovere, il suo suscettibile amico Ron, ededicare del tempo ad entrambi.

Quella sera, dopo aver ricevuto in giardino da Ginny l'augu-rio di compleanno che aveva sognato per tutto il giorno, Harrysi era precipitato in camera da Ron.

Appena aperta la porta ebbe il tempo di vedere l'amico ser-rare improvvisamente gli occhi e ostentare un respiro esagerata-mente pesante.

Harry stava per dirgli quanto male �ngesse di dormire, quan-do all'improvviso udì del trambusto provenire dal pollaio. Qual-cosa aveva svegliato le galline, che correvano schiamazzando nelcortile. Harry pensò ad una volpe, quando dalla �nestra apertaun gufo capitombolò al centro della stanza.

Era ridotto male. Si capiva che aveva avuto un viaggio piut-tosto lungo e tormentato. Tra le sue piume, impolverate e ar-ru�ate oltremodo, spiccavano alcune penne di gallina. Eviden-

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temente le inquiline del pollaio dovevano essersi vendicate peressere state svegliate così all'improvviso.

Ron, che aveva smesso di �ngersi addormentato per guardarecosa stesse accadendo, corse a raccoglierlo.

�È un gufo di Hogwarts� disse, s�landogli dalla zampa unalettera e un pacchetto informe.

� per te� disse Ron passandogli la posta, e cercando dilisciare le penne al povero gufo.

Harry aprì la lettera � di Hagrid!� lesse sorpreso.

Buon compleanno Harry!

Sono proprio spiaciuto di non essere lì con te.Avrei voluto darti una bella pacca sulla spalla, come si fa

tra uomini. Invece, sono dovuto rimanere con la mia Frilly chefaceva nascere i suoi frillini. Quando vieni sentirai che suoni.Sono tanto carini. Come facevo a lasciarli soli?

Ieri, al Paiolo Magico un mago vendeva un sacco di �co-si�americani. Cerano un mucchio di maghi tutti contenti che liprovavano, così mi sono detto: �Cavolo, questi li devo proprioregalare a Harry�. Non ci ho capito niente di come funziona-no, quel mago mi ha detto che ti fanno viaggiare di un'ora peròall'indietro, insomma vedi tu!

Tra due settimane vado a Diagon Alley a comprarci un po' dicose importanti per Hogwarts, ti va se ci incontriamo per man-giarci un bel gelato? Se proprio non puoi ti aspetto a Hogwartsche ci beviamo un tè con i miei biscotti.

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Hagrid

�Hagrid mi ha mandato un regalo di compleanno, pensavose ne fosse dimenticato!� disse Harry.

Ron adagiò il gufo, ancora piuttosto intontito, nella gabbiadi Leotordo dove c'erano acqua e biscotti cu�ci, e poi tornò asedersi con circospezione vicino all'amico. Cono

scendo Hagrid, dentro quel pacco informe, poteva esserciqualche animale non meno pericoloso di uno Schiopodo Spa-racoda.

Harry prese il pacchetto, incartato grossolanamente, e lo aprìpiuttosto incuriosito, sotto lo sguardo attento di Ron.

Una vistosa, quanto improbabile montatura di corno, incor-niciava le più enormi e spesse lenti, del più strano paio di occhialiche Harry avesse mai visto.

Su un piccolo cartellino, legato con una cordicella, c'erascritto Retroglass � il tuo viaggio nel tempo.

Harry tolse i propri occhiali e indossò i Retroglass.

�Sei terribile Harry!� gli disse Ron ridendo.

Attesero alcuni istanti, ma non accadde nulla. Tutto era talee quale.

�Questo è un altro scherzo che hanno fatto ad Hagrid� con-cluse Harry, ridendo a sua volta mentre rimetteva i propri oc-chiali.

Ron smise improvvisamente di ridere. Evidentemente avevaricordato il motivo per cui doveva essere arrabbiato. Tornò adormire senza dire una parola.

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Da quell'ultima risata Harry non ne sentì altre. Nonostantefossero passate quasi due settimane da quella sera, il suo umorenon sembrava essere migliorato.

Se ne stava la maggior parte del tempo chiuso in camera,uscendo solo per mangiare o per lagnarsi di qualcosa come unvecchio troll.

Harry tentò di toccare il tasto Hermione solo in due occasio-ni.

La prima volta suggerì di mettere un po' più impegno nelseguire il suo programma di studi, e Ron in tutta risposta � bor-bottando in maniera totalmente incomprensibile � raccolse tuttii suoi libri in un grosso sacco e li depositò in so�tta, restandointrattabile per tutto il resto della giornata.

La seconda volta fu la mattina precedente, mentre facevanocolazione. Harry domandò timidamente se non fosse il caso dimandare un gufo ad Hermione per sapere se l'indomani volesseraggiungerli a Diagon Alley per incontrarsi insieme con Hagrid.

Ci mancò poco che Ron si strozzasse con il panino al pro-sciutto che stava mangiando.

Alla �ne dovette intervenire la signora Weasley: gli diedeuna pacca così forte sulla schiena � ormai era cianotico � cheil povero Ron sputò il pezzo di panino direttamente fuori dalla�nestra.

Harry intuì che l'amico non aveva gradito l'idea.Dopo colazione, quando Ron non era a portata di orecchio,

Ginny risolse la situazione e decise di inviare lei un gufo adHermione, in cui le chiedeva di andare a Diagon Alley insieme.Harry ne fu sollevato, così non si sarebbe sentito in colpa pernon averla invitata.

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Ne appro�ttò per allegare alla pergamena anche i suoi saluti.Non si azzardava a mandarle un gufo personalmente temendoche fosse ancora arrabbiata anche con lui.

�Andiamo?� disse Ron, �nendo di allacciarsi le scarpe �Iosono pronto�.

Harry prese Snitch e se lo appoggiò sulla spalla, come facevaGinny con Arnold quando dovevano uscire �Fermo Snitch, dabravo, non ti muovere�.

In tutta risposta Snitch cominciò a rotolare da una spallaall'altra di Harry, saltandogli di tanto in tanto sulla testa.

�No, fermo. . . dai mettiti qui� gli disse Harry disperato, ten-tando inutilmente di rimetterlo nuovamente sulla spalla.

�Devi stare fermo Snitch o non puoi venire a Diagon Alley!�.

�Ehi, o viene lui o vengo io!� esclamò Ron agitato �A menoche non sia per riportarlo al Serraglio Stregato, in quel caso. . . �.

�Va bene, va bene non lo porto� disse Harry prendendolodalla spalla per adagiarlo sul letto.

Di colpo la stanza si fece buia. Sparirono Ron, Snitch, illetto, i manifesti dei cannoni di Chudley e anche il muro su cuierano appesi. Harry era piombato nel nulla, solo.

�RON! RON!� gridò Harry terrorizzato, girandosi intornoinfermo sulle gambe. Prese istintivamente dalla tasca dei pan-taloni la Bacchetta di Sambuco, per illuminare quel nulla cosìopprimente.

Ma prima ancora di formulare la parola Lumos, cominciaro-no a delinearsi i contorni di una stradina. In pochi istanti si reseconto di trovarsi in un piccolo vicolo scarsamente illuminato.

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Non è possibile pensò. Dove mi trovo? Non ebbe il tempo diterminare quel pensiero che improvvisamente sentì un'esplosioneprovenire alle sue spalle.

Si voltò appena in tempo per vedere apparire dal nulla unacarrozza nera, trascinata da un enorme toro anch'esso nero comela pece.

La carrozza procedeva verso di lui a tutta velocità e non c'eranessun cocchiere a governarla. Il toro non accennava minima-mente ad interrompere la sua corsa scalmanata, e anche volendoormai, non avrebbe fatto in tempo, era troppo vicino.

Harry riuscì a buttarsi di lato, appiattendosi contro uno deimuri dello stretto vicolo, chiudendo gli occhi e sperando di nonessere travolto.

Il toro sbu�ò rumorosamente. Harry aprì gli occhi, sembravaimpossibile, ma la carrozza era immobile, proprio davanti a lui.

La tendina che copriva il vetro si scostò. Di poco, ma abba-stanza per far scorgere ad Harry la sagoma di una persona.

L'uomo all'interno fece sporgere dal �nestrino la propria ma-no. Harry pensò per un attimo che volesse stringergli la sua,per scusarsi, ma invece la mano cominciò a muoversi in manierasinuosa, �ettendo le dita come se stessero suonando una sinfonia.

Harry sentì la bacchetta di Sambuco tirare. Cercava di sgu-sciare dalla sua mano per andare verso quella dello sconosciuto.

Harry la teneva a sé con tutta la forza di cui era capace,ma ben presto fu costretto a stringerla con entrambe le mani,la bacchetta tirava sempre più forte. Chiuse gli occhi e puntòi piedi nel tentativo disperato di trattenerla, ma ormai era apochi centimetri dalle dita dello sconosciuto.

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Il cuore gli batteva sempre più forte, sembrava che lo stesseropunzecchiando con un attizzatoio incandescente.

Aprì gli occhi. Davanti a lui c'era la faccia di Ron che loguardava con aria a dir poco preoccupata.

Era tornato alla Tana, nella luminosa stanza che dividevacon Ron.

Nella mano non stringeva più nulla, si tastò disperatamente,in cerca della bacchetta di Sambuco. Per fortuna era al suoposto, accanto alla sua bacchetta, nella tasca dei pantaloni.

�Harry, ma che ti prende?� chiese Ron allarmato.Non rispose, aveva il �atone. Cominciò a respirare lenta-

mente, cercando di calmarsi.Solo allora vide Snitch tremare vistosamente sul letto. Non

aveva il suo solito color oro, era più scura, quasi arancione.� così da quando hai iniziato ad agitarti� intervenne Ron

seguendo lo sguardo preoccupato dell'amico.�Va tutto bene Snitch, calmati!� gli disse Harry accarezzan-

dolo dolcemente.La Pu�ola si riprese istantaneamente. Tornò al suo vivi-

do color oro e cominciò a saltellare allegramente da una parteall'altra del letto.

Harry si sentì un po' sollevato.�Allora, cosa ti è successo?� Chiese Ron.�Non lo so, ti giuro che non lo so. . . � Harry tentò di spiegare

a Ron cosa fosse accaduto. Anche se non sapeva spiegarlo innessun modo. Sicuramente non si era addormentato e non erasvenuto. E non aveva avuto neanche una visione come quelledella Cooman. Ron gli aveva detto che se ne era stato senza

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dire una parola, impalato e ansimante per non più di un paio diminuti.

�Ehm, ma ti fa. . . ti fa male la cicatrice?� domandò Ronintimorito dalla possibile risposta.

�No, assolutamente! stata un tipo di visione completamentediversa da quelle che condividevo con Voldemort. Non so chepensare e. . . � si interruppe. E non so con chi parlarne pensòtra se. Nuovamente tornò a desiderare di avere un padrino a cuispedire un gufo, o un preside infallibile che potesse occuparsidella cosa.

�Senti Harry, forse oggi preferisci riposarti, magari vado soloio e avviso Hagrid. . . � disse Ron mettendogli una mano sullaspalla.

�Grazie Ron ma sto bene. Mi sembra già tutto così lontano.�ed era vero. La visione era stata molto reale concluse Harry, maora stava già sbiadendo come un sogno.

Sulla soglia della stanza Harry ebbe un ripensamento. Presela Bacchetta di Sambuco e la nascose sotto il materasso. Quellavisione lo aveva impressionato più di quanto fosse disposto adammettere, e comunque la prudenza non era mai troppa. Al-la Tana, con i suoi incantesimi di protezione, sarebbe stata alsicuro.

Decisero per il momento di non allarmare né Ginny né nessunaltro.

�Ok ti copro io. Non dirò a Ginny e a mia madre che seipazzo!� disse Ron zig-zagando giù per le scale della tana.

Scesi in salotto, si piazzarono davanti al camino. Con di-sappunto di Harry, che odiava la metropolvere sin dalla prima

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volta che l'aveva usata �nendo a Nocturn Alley, decisero di usareproprio quella.

La signora Weasley, lo aveva pregato in gran segreto, di farsmaterializzare Ron il meno possibile. Ora che era sempre cosìnervoso avrebbe corso il rischio di lasciarsi dietro qualche pezzodi sé.

Presero dal vaso un pizzico di polvere magica, si avvicinaronoal fuoco, e la gettarono tra le �amme. Con uno schianto ilfuoco divenne verde, ci saltarono dentro a turno gridando a vocealtissima �Diagon Alley�.

Come purtroppo rammentava, la sensazione di essere trasci-nato giù per un tubo, stordito da un rumore tremendo e accecatoda brillanti �amme verdi, lo faceva star male.

Cercò di tenere gli occhi il più aperti possibile nonostantela fuliggine, tentando di intravedere il negozio di George, doveavevano deciso di apparire.

Molti camini vorticarono confusi davanti ai suoi occhi, stret-ti come due fessure, quando �nalmente riconobbe quello chesembrava essere lo sgargiante negozio �Tiri vispi Weasley�. For-mulato quel pensiero, si ritrovò a sbattere sonoramente il sederesul marmo tiepido del camino di George.

Giusto il tempo di sistemarsi gli occhiali sul naso, e sco-starsi i capelli pieni di fuliggine dalla fronte e Ron si schiantòdolorosamente sulla sua schiena.

�Perché ancora non ti sei tolto? Vuoi ammazzarti?!� gli disseRon con le gambe avvinghiate intorno al suo collo.

�Cof, cof. . .mi sono distratto� rispose Harry tossendo, unpo' per la fuliggine e un po' perché l'amico lo stava strangolandotra le gambe.

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�Cosa stai combinando Ron? Levatevi dal mio camino orischiate di far male a qualche cliente vero!� li accolse George,venendo loro incontro in uno sgargiantissimo completo magenta.

�Ma Harry non si è tolto. . . � si giusti�cò Ron.George diede una mano ad Harry a rialzarsi, ignorando com-

pletamente le lamentele del fratello.Mentre si spazzolava dalla polvere, Harry si guardò intorno.

Il negozio era pieno di clienti, tutti accalcati intorno agli altis-simi sca�ali, che facevano incetta delle più disparate diavolerie.

La maggior parte dei ragazzi si trovava davanti agli standsdelle �Merendine Marinare�, del �Torrone Sanguinolento� e dei�Sogni svegli brevettati�.

�Ora che si avvicina l'inizio della scuola tutti hanno fretta diassicurarsi la possibilità di saltare qualche lezione� disse Georgecogliendo lo sguardo di Harry.

�Quest'anno ho aggiunto le �Piume Sgorganaso�. Sono unaforza, guarda. . . TYRON VIENI QUI!� gridò Gorge.

Dopo pochi istanti arrivò di corsa, con un po' di �atone,un vecchietto sorridente con la corporatura esile e una testagrandissima, sembrava un lecca-lecca tutto avvizzito.

�Tyron, fai vedere il funzionamento delle �Piume Sgorgana-so�� disse George porgendogli una piuma di un vivido colorerosso scarlatto, che teneva in tasca.

Tyron prese la piuma e cominciò a solleticarcisi il naso. Ciimpiegò alcuni istanti, poiché a causa del tremore che aveva allamano, a volte si passava la piuma sulla guancia, a volte sullabocca e in alcuni istanti per�no �n sull'occhio.

Finalmente riuscì a so�ermarsi sul naso per alcuni istanti, ecome risultato emise un sonoro starnuto.

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Immediatamente cominciò a sgorgargli, copioso e inarresta-bile come un �ume in piena, un �otto di sangue dal naso.

Tyron restò immobile, sempre sorridente, a lasciare che ilsangue si riversasse sul pavimento in un'enorme pozza. Georgelo indicava tutto contento, mentre Harry e Ron �ssavano la scenaterrorizzati.

�Ok Tyron, può bastare� gli disse Gorge porgendogli unfazzoletto.

Tyron si tamponò il naso, restituì la piuma a George, escomparì trotterellando nel retrobottega.

�Ma chi è quel poveraccio?� chiese Ron allibito.� Tyron. Dà una mano in negozio e mi aiuta a testare

nuove invenzioni. Gli altri commessi non hanno mai voglia disperimentare. . . � rispose George, tirando fuori

la bacchetta e facendo sparire la macchia di sangue dal pa-vimento.

�Ma è una persona anziana. . . non hai paura che muoia?� lointerrogò nuovamente Ron.

�Ma sei stupido o cosa? Non è mica sangue quello! Vedila piuma ora è un po' meno rossa di prima. Si può usare trevolte prima che torni bianca del tutto� disse George mettendola piuma usata vicino ad una nuova, che era e�ettivamente diun rosso molto più intenso.

Improvvisamente Harry si accorse che davanti ad uno scaf-fale pieno di scatole rosa shocking, su cui troneggiava uno stri-scione con scritto �Filtri d'amore�, delle ragazze che �no ad unattimo prima erano impegnatissime a leggere le proprietà deivari �ltri, ora lo stavano �ssando, indicandolo e ridacchiandoesageratamente.

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Harry stava per chiedere a Ron e a George cosa avessero daguardare, quando un commesso si fece largo tra la folla tentandodi richiamare l'attenzione di George.

�Signor George!� disse il ragazzo con la divisa magenta delnegozio �Signor George, può venire nel retro per cortesia? Ty-ron è scivolato facendo cadere due casse di �Piume al Pepe�!Tutti gli inservienti che erano nel retro stanno starnutendo comematti. . . compreso Tyron�.

Le Piume al Pepe erano un'altra nuova invenzione di George.Te le stro�navi sotto al naso ed eri vittima di una crisi di starnutiincontrollata.

�E allora? Eseguite il contro incantesimo che vi ho fattovedere� rispose George sbrigativo.

�Il contro incantesimo che ci ha fatto vedere non funziona si-gnore, continuano tutti a starnutire, c'è muco dappertutto e. . . �continuò allarmato il giovane commesso.

�Ok, ok ho capito. Harry senti, devo andare a vedere cosaha combinato Tyron. . . � disse George.

�Oh certo, anche noi dobbiamo andare, abbiamo un appun-tamento con Hagrid� rispose Harry.

�Tanto qui non hai nulla da comprare, ti ho già regalatotutto per il tuo compleanno, e Ron comunque non ha un soldo,quindi. . . � disse George sorridendo e assicurandosi che il fratellolo avesse sentito.

Harry non si sarebbe mai abituato a sentir chiamare Georgesignore, soprattutto se a farlo era un ragazzo che doveva avereall'incirca la sua stessa età.

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Nello stesso modo in cui non si sarebbe mai abituato a ve-derlo da solo. Quando Harry lo guardava cercava con lo sguardosempre istintivamente anche Fred.

Anche le sue parole sembravano strane pronunciate solo dalui. Come quest'ultima frase Tanto qui non hai nulla da com-prare, ti ho già regalato tutto per il tuo compleanno. . . era laparte che in e�etti avrebbe detto George ma sarebbe stato Freda terminarla con Ron comunque non ha un soldo, quindi . . .

George scomparve nel retro, trascinandosi dietro il riluttantecommesso.

Harry e Ron uscirono dal negozio, senza accorgendosi che or-mai, tutti i clienti, avevano smesso di interessarsi alla mercanziaper �ssarli e indicarli a bocca aperta.

Fuori il sole splendeva alto. I negozi di Diagon Alley eranodi nuovo tutti aperti, con la loro sgargiantissima merce esposta�no in mezzo alla strada. Calderoni di tutte le misure e mate-riali, gabbie contenenti civette, gu� e barbagianni traboccavanodall'Emporio del Gufo. Da tutte le vetrine i più disparati oggettibrillavano alla luce del sole.

Poche persone ciondolavano stancamente per la via con quelcaldo, erano tutte stipate nei negozi in cerca di fresco.

Anche la bottega di Olivander era di nuovo aperta. Harrypreferì passare dall'altro lato della strada, non aveva voglia diparlare con il vecchio fabbricante di bacchette. Solo leggere ilnome �Olivander� sull'insegna gli aveva ricordato la fuga da casaMalfoy e la morte di Dobby.

Mentre cercava di scacciare quel pensiero, si accorse di uninsolito tramestio che veniva dalle sue spalle.

Se ne rese conto anche Ron perché si voltarono all'unisono.

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Vedendo tutti quegli occhi puntati verso di loro ad Harryvenne un mezzo accidente. Riconobbe poi alcune delle facce cheaveva visto �no a poco prima fare acquisti nel negozio di George.

�Eccoli, si sono girati!� li udì vociare tra loro �. . . guarda lacicatrice!�.

Ron, evidentemente non abituato a una situazione del gene-re, arrossì più del solito e cercò di nascondersi dietro

l'amico, tentando di capire se tutte quelle persone eranointeressate solo a Harry o anche a lui.

In pochi istanti si trovarono praticamente circondati da unatrentina, tra bambini e ragazzi, stipati quasi uno sopra l'altro,intenti a sgomitarsi e a sussurrare indicandoli. �è Harry Pot-ter! E quello vicino a lui è il suo aiutante!� gridò un ragaz-zo cicciottello che teneva tra le mani una busta dei �Tiri VispiWeasley�.

Le ultime parole ebbero appena il tempo di giungere alleorecchie ormai viola di Ron.

�Io non sono �l'aiutante� di nessuno!� gridò spostandosi dadietro Harry e gon�ando il petto più che poté.

�Però sembra proprio l'aiutante dai capelli rossi. . . � com-mentarono due dei bambini più piccoli in prima �la.

A queste parole Harry tappò prontamente la bocca a Ron,ma anche attraverso la mano di Harry era possibile intuire al-cune delle vivaci imprecazioni dell'aiutante dai capelli rossi.

Tutti cominciarono a ridere stringendo maggiormente il cer-chio intorno ad Harry, che a stento riusciva a trattenere il semprepiù infuriato Ron.

Improvvisamente tra quella piccola folla, delicatamente macon decisione, si fece largo una �gura talmente imponente, che

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li avrebbe sovrastati anche se si fossero messi tutti uno sopral'altro.

�Largo, via non ci sta mica nulla da vedere qui eh. . . forzalargo!�.

�Hagrid grazie al cielo!� disse Harry contento come non maidi vedere l'amico mezzo gigante.

La folla si era fatta un pochino più dietro ma nessuno se neera ancora andato.

�Che ci piglia a questi ragazzi Harry? Ron. . . come mai seitutto così rosso?�.

�Quei nanerottoli hanno detto che sono l'aiutante di Harry!�rispose Ron ringhiando verso la folla.

Hagrid si girò �Questo qui è Ronald Weasley ed è un eroedella battaglia di Hogwarts! AMICO e non AIUTANTE di Har-ry chiaro? E ora sparite e non scocciate più questi due ragazzieh. . . � disse minaccioso mimando una piccola carica.

A quel punto i più piccoli scapparono a gambe levate, mentrei più grandicelli si dispersero tentando di mantenere un minimodi dignità in più.

�Ron! Harry! Che piacere vedervi!� gli disse Hagrid ab-bracciandoli entrambi nella sua prevedibile morsa stritolatrice�E Hermione? Pensavo che sarebbe venuta anche lei. . . �.

�Non è potuta venire. . . � si a�rettò a rispondere Harry, scor-gendo con la coda dell'occhio l'espressione contrariata di Ron alsolo nome della ragazza.

�E cos'è che ci aveva da fare che non poteva pigliarsi ungelato con noi?� domandò Hagrid incuriosito.

�Hagrid ma non dovevamo vederci da Florian?� tentò dicambiare discorso Harry.

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�Stavo proprio per andarci quando vi ho visto. . . Andiamoa mangiarci un bel gelato, o�ro io!� disse allegro dandogli unapoderosa pacca sulla schiena.

In pochi minuti furono alla Gelateria Florian Fortebraccio,Ron e Harry si sedettero a un tavolino sgombro, mentre Hagridprese la panca che era lì vicino per sedersi anche lui.

�Novità da Hogwarts?� chiese sbrigativo Ron, evidentemen-te intenzionato a non tornare sull'argomento Hermione.

�Oh un mucchio!� rispose Hagrid alzando gli occhi al cielo�La professoressa McGranitt come saprete è la Preside ora, edè sempre piena di cose da fare poverina! Ci saranno due nuoviinsegnanti quest'anno e. . . � queste parole ridestarono l'interessedi Ron come se fosse risorto da una morte precoce �Che tipi sonoi nuovi insegnanti? Li conosciamo?� chiese impaziente.

�Non li conosco nessuno dei due ancora. . .ma purtroppo unodei due è un impiccione di americano� rispose Hagrid bisbiglian-do ma battendo il pugno sul tavolo.

�Perché bisbigli?� chiese Harry.�Harry ma non ce li hai gli occhi tu? Qui è pieno zeppo di

americani! Ne arrivano ogni giorno! E ora sono pure riuscitiad entrare a Hogwarts!� continuò sempre sottovoce. �La Mc-Granitt ha cercato di opporsi, ma alla �ne ha dovuto prenderloalmeno uno. . . E questo le scoccia parecchio�.

�Beh ma non è la prima volta che ospitiamo alunni e profes-sori di altre scuole no? Cioè quando c'è stato il torneo Trema-ghi. . . � sopraggiunse Harry, incuriosito.

�Si lo so, ma lì c'era un accordo. Ora però il loro Presi-dente. . . � e alla parola �loro� fece una smor�a di disgusto �Ha

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voluto un professore americano a Hogwarts! E questo non èandato proprio giù alla McGranitt!�.

�E allora? Lei può decidere se assumerlo o non assumer-lo. . . � disse Ron che odiava gli americani per partito preso �IlMinistero ha fatto amicizia con loro, mica Hogwarts!�.

�Si, ma gli americani hanno aiutato molto nella ricostruzionedella scuola� puntualizzò Harry.

�Ci hai azzeccato� annuì Hagrid.In quel momento si avvicinò al tavolo un uomo molto alto,

con vistose cicatrici sul viso e sulle braccia scoperte.�Perbacco Florian!� commentò Hagrid dispiaciuto �Ti han-

no proprio conciato male quei malnati di Mangiamorte!�.�Già� rispose lui con voce piatta �Mi hanno tenuto rin-

chiuso per mesi nei sotterranei di Villa Malfoy, ma posso dirmifortunato. . . �.

Per la seconda volta in poche ore Harry si trovò a pensarea �Villa Malfoy�. Fissando Fortebraccio fu assalito dal senso dicolpa per tutte le persone che non era riuscito a salvare. Ancorauna volta tentò di scacciare quel pensiero. Era con Ron edHagrid e doveva pensare a loro, a non rattristarli con i suoimusi lunghi.

Mentre si gustavano tre grosse coppe gelato o�erte da Ha-grid, Ron e Harry gli spiegarono nel dettaglio tutto quello cheavevano fatto alla Tana, partendo dalle pulizie della casa �noal giorno del compleanno di Harry, mentre Ron zittiva l'amicoogni volta che il discorso rischiava di avvicinarsi all'argomento�Hermione�.

Terminati i dolci, Hagrid tirò fuori da una delle sue enormitasche un piccolo orologio a cipolla e guardò l'ora. �Perbacco

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quanto è tardi! Dovrete fare un sacco di compere! E anche iociò da �nire i miei acquisti!� aggiunse indicando con un gestodella testa alcune borse poste vicino a lui, che né Harry né Ronavevano notato prima di quel momento.

�Io devo fare prima un salto alla Gringott� disse Harrycontrollando il suo sacchetto con dentro poche falci.

�Ma sei impazzito Harry? Non ci puoi mica andare da soloin quel covo di folletti dopo quello che hai combinato!� disseHagrid �Quelli saranno arrabbiati a morte! Ti ci accompagnoio! Che ci provino a fare i prepotenti!�.

�Grazie Hagrid, forse hai ragione. . . � ammise Harry un po'preoccupato.

�Beh, visto che ti accompagna Hagrid vado al Serraglio Stre-gato a prendere dei biscotti gu�ci per Leotordo che li ha �ni-ti. . . � disse Ron alzandosi dalla sedia visibilmente sollevato alpensiero di non dover incontrare nessun folletto.

�Allora rincontriamoci tutti al Serraglio che anche io devocomprarci delle cose� concluse Hagrid incamminandosi.

Appena Ron si fu allontanato, Hagrid si rivolse a Harry contono solenne.

�Harry, devo darti questa da parte del Ministro�.Mentre lo diceva aveva uno sguardo attento a�nché nessuno

potesse notare che stava tirando fuori dal pastrano una bustachiusa con un sigillo dorato. La porse a Harry, che, sorpreso, laguardò attentamente, come per vedere se fosse reale o se fosseuno scherzo.

La rigirò più volte tra le dita prima di so�ermarsi ad os-servare il grosso timbro dorato che la sigillava. Rappresentavauna grossa �M� che lui riconobbe come il simbolo del Ministero

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della Magia, ma sotto di esso vi era un altro timbro: Inchiostrospiaggioso � M.B.I. - Magical Bureau of Investigation.

�Hagrid, ma c'è un timbro americano qui. . . cosa è l'MBI?�chiese esterrefatto.

Hagrid annuì con aria contrariata �L'em-bi-ai : Magical Bu-reau of Investigation � Sono i servizi segreti americani. . . �ccanoi loro grossi nasi dappertutto con la storia di rendere tutto piùsicuro. Sai, a volte ho l'impressione che il loro capo sia unaspecie di reincarnazione della Umbridge!�.

A quel nome Harry rabbrividì, ma non sentì il bisogno diaggiungere altro. Il signor Weasley e Percy erano stati giàabbastanza chiari sull'argomento.

�Hai idea di cosa voglia il Ministero. . . �.�No mi dispiace. Kingsley è passato dalla scuola ieri per

discutere alcune cose con il quadro di Silente e quando l'ho in-contrato e ci ho detto che oggi ci saremmo incontrati mi hachiesto se potevo dartela io. . . �.

Harry non indugiò oltre e ruppe il sigillo.

Caro Harry,ti aspetto il giorno 12 agosto p.v. presso il Ministero della

Magia, U�cio del Ministro.Desidero avere un colloquio con te alle 10.00. Ti prego di

essere puntuale. Non rivelare a nessuno il contenuto di questalettera.

Ti abbraccio,

Kingsley Shacklebolt.

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Non appena ebbe �nito di leggere, la pergamena volò viadalle sue mani, si avvicinò al suo orecchio e sussurrò con unavoce sibilante �Sssi ricordi, Sssignor Potter! Dieci in punto deldodici agosssto all'U�cio Del Minissstro!�. Detto questo si al-lontanò di pochi centimetri e, senza fare il minimo rumore, sidissolse in tanti minuscoli granelli di sabbia dorati.

Ancora un po' turbato, ma non del tutto sorpreso che unalettera potesse sbriciolarsi, Harry si incamminò pensieroso in-sieme ad Hagrid lungo il viale che portava alla Gringott.

�Non è che diceva molto `sta lettera eh. . . probabilmente vor-rà parlarti di un premio penso, magari ti vogliono dedicare unavia. . . Potter Alley!� disse Hagrid euforico.

Harry sorrise debolmente, non sapeva perché ma il suo sestosenso gli diceva che era una cosa poco probabile.

L'ultima volta che era stato alla Gringott, l'anno prima, loaveva fatto sotto mentite spoglie col preciso intento di sottrarrequalcosa dalla banca. Non sapeva come i folletti lo avrebberoaccolto. Sperava che avessero capito le particolari circostanzeche lo avevano costretto ad agire in quel modo, ma ora non neera più tanto sicuro. Conoscendo la loro natura, sicuramente loconsideravano ancora un ladro, ma faceva a�damento sul fattoche essere un loro cliente, un ottimo cliente per di più, per ifolletti fosse importante. Gli a�ari prima di tutto.

Non appena entrato non ebbe più dubbi, una cinquantinadi folletti abbandonarono le loro attività e iniziarono a seguireattentamente ogni suo movimento. Per fortuna sentiva alle suespalle la possente �gura di Hagrid che gli dava coraggio.

Si guardò intorno, tutto era tornato a posto. In poco tempoi folletti avevano riparato i danni fatti dal drago durante la fuga

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e ricostruito tutto esattamente com'era.Si avvicinò al lungo bancone rivolgendosi ad un folletto che

sembrava meno scontroso degli altri.�Vorrei fare un prelievo dalla mia camera blindata� esordì

Harry timidamente.Il folletto stava trascrivendo alcune cifre da una pergamena

ad un'altra e sembrò non accorgersi di lui.�Senti un po' piccoletto, ci sei qui per lavorare o per fare i

comodi tuoi?� tuonò Hagrid.Solo allora il piccolo banchiere alzò la testa, si sistemò gli

occhiali e scrutò attentamente i due. Dopodiché saltò giù dallosgabello e si diresse verso un altro folletto che sedeva dietro unagrande scrivania, probabilmente un suo superiore.

I due iniziarono a confabulare senza che Harry riuscisse asentire alcunché.

�Credo che ci siano dei problemi. . . avevi ragione tu, qui den-tro non sono più ben accetto.� sussurrò imbarazzato ad Hagrid.

�Non preoccuparti, ci hai i tuoi diritti, non possono micanon darti i tuoi soldi� lo rassicurò l'amico.

Poco dopo il folletto fece ritorno alla sua postazione e, senzadegnarli di uno sguardo, tornò alle sue trascrizioni.

Harry strinse i pugni, visibilmente innervosito. Stava perlamentarsi quando un piccolo drappello di folletti li raggiun-se. In testa c'era il folletto anziano che sedeva dietro la grandescrivania.

�Prego signor Potter, da questa parte. Capirà che nel suocaso, dobbiamo prendere delle misure di sicurezza particolari,data la sua attitudine a prendere possesso di oggetti non suoied ad arrecare danni alle strutture�.

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L'irritazione di Harry superò la soglia di autocontrollo.�MA IO NON SONO UN LADRO!� gridò. �Non capite che

era necessario distruggere quella coppa per poter scon�ggereVoldemort?�.

�Noi siamo estranei alle vicende tra maghi. Abbiamo il do-vere di assicurare ai nostri clienti la massima protezione perquello che ci a�dano. Non avremmo più la loro �ducia altri-menti. Ma ora basta, venga che la scortiamo alla sua camerablindata, prima lascia la nostra banca meglio è!�.

Harry era furioso, l'imbarazzo di poco prima era scomparsodel tutto. Tentò comunque di trattenersi, su una cosa il follettoaveva ragione, prima avrebbe lasciato la banca prima si sarebbesentito meglio.

Seguirono il piccolo drappello attraverso una delle porte cheportavano dall'atrio ai binari per le grotte.

Il capo folletto chiamò con un �schio un paio di carrelli chesubito arrivarono sul binario vicino a loro. Si sistemarono indue di questi, marcati strettamente dalle loro guardie.

Ci volle poco tempo per raggiungere il suo forziere. Duran-te quel piccolo tratto, però, avevano passato due getti d'acquasimili alla Cascata del Ladro e due avamposti dove folletti conelmetto e manganello ispezionavano i carrelli. Ai vertici dellaGringott dovevano essersi preoccupati un bel po' per essere statiimbrogliati se avevano aggiunto tutte quelle protezioni.

Il cumulo di monete d'oro che i suoi genitori gli avevanolasciato era ancora lì. Harry ne fu sollevato, per qual

che istante aveva temuto che i folletti si fossero presi unaparte delle monete come risarcimento.

�Signor Potter faccia alla svelta� lo incitò il folletto capo.

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�Hey, razza di gnomo da giardino! Stacci un po' attento aquello che dici! Harry fai con comodo.�.

Harry lanciò uno sguardo di gratitudine ad Hagrid, e si con-centrò sul da farsi. Decise di prendere un po' più di denaro delsolito, per ritardare il più possibile il suo ritorno lì sotto.

Riempì il piccolo sacchetto di sto�a che si era portato dietroe allacciò accuratamente il cordino.

�Ho �nito, possiamo andare�.Durante il viaggio di ritorno ci fu meno tensione, tutti si

sentivano un po' sollevati.Arrivati nel grande atrio di marmo il drappello che aveva

fatto loro da scorta si disperse. Harry e Hagrid puntarono versol'uscita.

�Grazie di avermi accompagnato� disse Harry.�Lo sai che ti aiuto con piacere! E poi se ti avevo lasciato

solo chissà cosa di facevano quelli là!� rispose Hagrid.Harry rise divertito mentre attraversavano il portone per

uscire. Varcata la soglia si attardò per tenere la porta aper-ta e lasciar passare una signora che teneva un fagotto tra lebraccia. Harry e la signora incrociarono lo sguardo.

I capelli lunghi e castani, gli occhi dolci, calmi. Era propriolei. Ma allora era chiaro cosa, anzi . . . chi teneva tra le braccia.Harry sentì gli occhi inumidirsi e il cuore battere forte.

�Oh Harry, sei proprio tu?� le disse lei per prima.Dopo tutto quello che aveva passato, Andromeda Tonks era

davvero in forma. Probabilmente, occuparsi del nipote, le ave-va dato il coraggio di andare avanti e sembrava che l'avesseaddirittura ringiovanita.

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Spostò parte della coperta facendo sì che si potesse vedereil viso del piccolo Teddy. Stava dormendo ma la luce lo svegliòsubito. Il piccolo si esibì in un lunghissimo sbadiglio e poi aprìgli occhi. I capelli erano di un azzurro tenue.

Harry rimase senza parole.

�Bello come sua madre, a parte gli occhi si intende, quellisono sicuramente di Remus� disse orgogliosa la nonna.

Harry annuì, anche se non aveva mai capito come facesseroa vedere delle somiglianze in bambini così piccoli.

�Teddy, tesoro, questo e Harry. . . il tuo padrino!� disse lasignora Tonks.

Il piccolo rise gon�ando le guance pa�ute e in un attimo icapelli passarono dall'azzurro ad un blu acceso.

�A quest'età cambiano colore almeno dieci volte al giorno�.

Harry �ssò la chioma del piccolo variare di tonalità.

�Mi dispiace . . . � disse Harry con voce strozzata riuscendo�nalmente a spiaccicare qualche parola.

�Come dici Harry? Guarda che non è un grosso problema cisi abitua subito!�.

Harry si schiarì la voce e continuò.

�No, non parlavo dei capelli. Stavo dicendo che mi dispia-ce di non essere ancora passato a trovarvi, mi dispiace di nonesservi stato vicino in questo periodo di�cile. . . �.

La signora Tonks lo interruppe.

�Non dirlo nemmeno per scherzo, tu non hai certamentepassato momenti migliori; avrai pure diritto anche tu ad un po'di tranquillità, non ti pare?�.

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�Si. . . solo che i suoi genitori non ci sono più. . . se le cosefossero andate diversamente, forse ora potrebbe avere un padree una madre� disse torcendosi le mani.

�Se le cose fossero andate diversamente forse ora il SignoreOscuro sarebbe ancora al potere e Teddy non potrebbe avereuna vita felice. Senti Harry, Remus e Dora sono morti e nonpuoi darti la colpa per questo; hanno dato la loro vita per unmondo migliore in cui possa crescere anche loro �glio. Pro-prio tu dovresti capire quanto sia importante un sacri�cio comequesto!�.

Detto questo si avvicinò ad Harry e lo strinse forte con ilbraccio libero. Era incredibile la sua forza d'animo, aveva persotutti i suoi a�etti ma era lei a dare conforto.

�Comunque non pensare che una tua visita sia sgradita, laporta di casa nostra è sempre aperta per te!�.

�Potrei . . . ?� Chiese Harry allungando le braccia verso Ted-dy.

�Oh . . . certo!� Rispose la signora Tonks porgendo il fagottoad Harry.

�Anzi, . . . che ne dici di occupartene per qualche minuto,intanto io sbrigo qualche faccenda in banca�.

�Ma. . . non so se sono in grado. . . � disse Harry indeciso.�Non preoccuparti, ha appena mangiato e al resto ci pensano

i Pannolini Autopulenti. E poi c'è Hagrid, se c'è anche lui nonho nulla di cui preoccuparmi� Lo rassicurò la signora Tonkssorridendo.

�Allora penso che potrei provare!� disse Harry.Hagrid, che �no a quel momento era rimasto in disparte per

lasciare i due a parlare serenamente, intervenne.

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�Dromeda non ti preoccupare, ci sto io che lo aiuto . . . coibambini ci ho successo io!�.

�Bene allora, ci vediamo tra un po'� disse la signora Tonkssistemando la coperta di Teddy.

Harry si ritrovò con il �glioccio in braccio, incerto su comemuoversi per non fargli male. Il piccolo continuava a rideretentando di acciu�are i capelli spettinati di Harry.

E così questo è Teddy pensò Harry mentre iniziava a scen-dere dalla gradinata ed a incamminarsi lungo il viale insieme adHagrid.

Harry ripensò alle parole della signora Tonks. Proprio tudovresti capire quanto sia importante un sacri�cio

come questo! Aveva ragione. Era incredibile come il destinodi Teddy assomigliasse tanto al suo.

In quel momento Harry promise al piccolo, ma anche a sestesso, che gli sarebbe stato vicino e che avrebbe mantenuto vivala memoria dei suoi genitori. Voleva che Teddy avesse tutto ciòa cui lui aveva dovuto rinunciare.

La voce di Hagrid lo fece ridestare dai suoi pensieri.�Harry, andiamo al Serraglio Stregato a far conoscere Teddy

anche a Ron, e poi devo comprarci un po' di cibo per i frillini.Ti ci ho già parlato di loro, vero?�.

�Oh, sì. Me lo hai scritto nella lettera�.Si avvicinarono alla vetrina. Teddy cominciò a ridere guar-

dando dei simpatici uccellini azzurri che stavano volteggiandoin una gabbia sospesa in alto.

�Quelli sono dei Colibrì Piuma Blù, non ci smettono mai divolare, nemmeno quando mangiano e dormono� precisò Hagrid.

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Poi prese Teddy con le braccia e lo sollevò �no alla gabbia. Conun bambino così piccolo in braccio, sembrava ancora più gigante.

Un manifesto sistemato in basso nella vetrina attirò l'at-tenzione di Harry. Al centro c'era il muso di un enorme toronero come la pece con due enormi corna. Sotto all'immagineuna scritta diceva: Tori da tiro della Transilvania, i più forti ditutta Europa! Prossimamente disponibili in questo negozio.

La mente di Harry non poté far altro che ritornare al sognodi quella mattina e a quell'enorme toro nero che trainava lacarrozza. Le coincidenze si disse.

Erano ancora intenti ad ammirare le acrobazie aeree dei Co-librì Piuma Blù, quando si sentì una strano rumore provenire dalvicolo accanto alla vetrina del negozio. Harry avrebbe giuratodi aver sentito un nitrito. Si sporse per dare un'occhiata.

Il vicolo a ridosso del serraglio stregato era notevolmentelargo, probabilmente per le esigenze di rifornimento del nego-zio. I muri erano fatti con le tipiche mattonelle rosse e avevanoun aspetto trascurato. Scatoloni e ciarpame di ogni genere eraaccatastato ai lati.

Quello che attirò l'attenzione di Harry, però, fu una sagomanera in fondo al vicolo. Poteva sbagliarsi ma sembrava propriouna carrozza. Forse il sogno stava condizionando la sua mentema il suo sesto senso gli diceva che doveva vederci chiaro.

Essersi trovato davanti l'immagine del toro nero, poteva es-sere stata una coincidenza, ma se quella era veramente una car-rozza, la faccenda diventava alquanto anomala. E poi dov'eraRon? Possibile che se ne fosse andato senza aspettarli?

Harry si avvicinò ad Hagrid.

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�Potresti tenere Teddy per qualche istante? Devo fare unacosa. . . � domandò Harry pensieroso.

�Certo, certo! Non ti preoccupare. Ma c'è qualcosa che nonva?�.

�Niente, tutto bene. Voglio solo controllare una cosa�.Era agitato, ma dopotutto Diagon Alley era un posto sicuro.

Dopo essersi assicurato che Teddy fosse a posto,si incamminò piano nel vicolo appiattendosi il più possibile

al muro.Il vicolo era silenzioso, la luce del sole non riusciva a pene-

trare direttamente e la carrozza era ferma in una zona relati-vamente buia. Come in tante altre occasioni, rimpianse di nonaver portato con sé il Mantello dell'Invisibilità, in quel momentoavrebbe fatto molto comodo. Per fortuna tutte le cianfrusagliebuttate per strada gli o�rivano un minimo riparo.

A metà del vicolo non ebbe più dubbi. La sagoma nera eraun'enorme carrozza legata a due cavalli, neri anch'essi.

Estrasse la bacchetta. Il cuore iniziò ad aumentare il ritmo.Sentì delle voci all'interno. Qualcuno si stava lamentando.

A pochi passi le voci diventarono più chiare. Ebbe un tu�o alcuore. C'era qualcosa di molto strano. Una delle voci sembravaquella di Ron.

�Non so dove sia, ve l'ho già detto! Dopo la battaglia Hog-warts non l'ho più vista!�.

Il pensiero di Harry ritornò in un lampo al sogno. . . La bac-chetta! Devo chiamare Hagrid.

� chiaro che non collabora dobbiamo passare alle manierepiù forti!� disse una strana voce, che poco aveva di umano.

�Ma vi ho detto che non ne so nulla!� gridò Ron.

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�Preferisco controllare. . . Apri la tua mente!� disse una se-conda voce.

L'occlumanzia, pensò Harry, Non c'è tempo, devo interveniresubito! Tese la bacchetta.

�Nebbiosum!�.Una �tta nebbiolina prese ad uscire copiosa dalla punta della

bacchetta ed ad invadere tutto il vicolo.I cavalli iniziarono a dimenarsi e a nitrire.�Cosa succede?� disse l'uomo con la voce innaturale.Harry vide a�acciarsi uno degli uomini dallo sportello di sini-

stra, allora silenziosamente corse allo sportello di destra. Tentòdi aprirlo ma non si muoveva.

�Alohomora!� sussurrò.Sentì la serratura sbloccarsi e il �nalmente riuscì a spalancare

la porta. Ebbe solo il tempo di riconoscere la sagoma dell'amico,lo a�errò per il braccio e lo tirò con tutta la forza che aveva versola strada.

Caddero entrambi a terra. Con orrore ad Harry sfuggì labacchetta di mano.

Sentì un forte schiocco. Chiuse gli occhi rassegnato a ricevereuna maledizione senza neanche la possibilità di difendersi.

Videro invece un lampo di luce. Poi la nebbiolina iniziò adissolversi. La carrozza era sparita.

Ron era come inebetito. Harry raccolse la sua bacchetta,a�errò l'amico per un braccio e lo trascinò correndo fuori dalvicolo.

Una volta davanti alle vetrine del Serraglio stregato, ansi-manti si gettarono a terra.

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Hagrid si girò verso di loro e li raggiunse con un unico gi-gantesco passo.

�Che caspita succede?� chiese �E tu Ron, da dove saltifuori?�.

Detto questo, tenendo con un braccio Teddy, con l'altrosollevò prima un ragazzo e poi l'altro.

�Grazie, Hagrid!� disse Harry, iniziando a respirare più len-tamente.

Ron era pallido come non mai, lo sguardo �sso verso un nonprecisato punto sulla strada.

�Allora si può sapere chi erano quei due? Come sei �nito inquella carrozza?� chiese Harry.

Hagrid aggrottò le sopracciglia non capendo di cosa stavanoparlando.

�Stavo per entrare al serraglio, ero proprio in questo punto,quando una voce dal vicolo mi ha chiamato Ragazzo, potrestiaiutarmi ti prego e io come un ingenuo mi sono fatto abbindo-lare. Appena ho girato l'angolo mi si sono irrigiditi tutti i mu-scoli, una sensazione sgradevolissima te lo assicuro. Ho iniziatoa camminare contro la mia volontà �n sopra la carrozza�.

�La Maledizione Imperio� disse Harry.�No, era qualcos'altro, io ero cosciente di quello che facevo,

ma non potevo oppormi�.�Per mille gu�, questa è magia potente. Che diavolo succe-

de?� esclamò Hagrid.Sentendo il tono del gigante, il piccolo Teddy iniziò a pian-

gere.�Oh, no, piccolino, non fare così� disse Hagrid coccolandolo

per tranquillizzarlo.

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Ci fu un attimo di silenzio.�Ma chi erano, li hai visti?� chiese Harry impaziente.�No, era tutto buio. Ma quel che è più strano è che erano in

due ma si distingueva solo una �gura. Era come se fossero dueuomini in uno! E poi una delle voci era così strana. . . volevanosapere della Bacchetta di Sambuco! Per fortuna sono riuscito anon dirgli niente, anche se . . . � si interruppe Ron dubbioso.

�Anche se?� Lo incalzò Harry.�Beh, c'eri anche tu. . . ha tentato di leggermi nella mente,

può essere che sia riuscito a scoprire qualcosa. . . �.Harry sospirò e ri�etté sul da farsi. Poi si rivolse ad Hagrid.�Ti prego, puoi riportare Teddy ad Andromeda. Scusati da

parte mia, ma adesso è meglio che ce ne andiamo da questoposto, non è sicuro�.

�Teddy?� Disse Ron, avvicinandosi. Solo in quel momentosembrava essersi accorto del piccolo.

�Oh, sì. Ho incontrato Andromeda alla Gringott e me loha lasciato per un po'� E io non sono stato in grado di passarenemmeno un ora con lui. Pensò amareggiato dovendo già venirmeno ai suoi propositi verso Teddy.

�Ci hai ragione Harry! Meglio che andate. Non preoccupartiper Teddy, Dromeda capirà�.

�Dai Ron andiamo�.�Dobbiamo avvertire l'Ordine, e forse dovrò incontrare King-

sley prima del previsto� disse Harry.�Che vuol dire �prima del previsto�?�.�Oh, certo, tu non lo sai. Hagrid mi ha consegnato una

lettera di Kingsley�.�Cosa?� disse Ron esterrefatto.

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�Mi ha scritto che vuole incontrarmi nel suo u�cio�.�Incontrarti per cosa?�.�Non ne ho la più pallida idea. Anche se adesso so di cosa

parleremo. . . �.Fino a quella mattina il mondo aveva ripreso a girare nel

verso giusto. I preparativi per un nuovo, tranquillo anno a Hog-warts erano iniziati. Ora tutto era cambiato. Di nuovo erano inpericolo, qualcuno voleva impossessarsi della bacchetta con chis-sà quali scopi. I programmi per la scuola passavano in secondopiano. C'erano cose più urgenti.

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Capitolo 6

UN NUOVO AUROR

AL MINISTERO

In quel momento Harry avrebbe voluto avere Hermione accantoa sè. Ron non sapeva della lettera che Ginny le aveva speditoannunciandole che loro si sarebbero trovati a Diagon Alley quelgiorno. O non era ancora arrivata, o non sarebbe venuta perniente. Dopo la sua fuga dalla tana forse non era ancora prontaad incontrarli. In ogni caso Harry non voleva aspettare oltre.Voleva togliersi da lì il più in fretta possibile.

Harry e Ron sbrigarono i loro acquisti velocemente. Si re-carono in farmacia per fornirsi degli ingredienti per le lezionidi Pozioni e poi al Ghirigoro per acquistare i libri per il nuovoanno scolastico.

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Arrivarono al �Tiri Vispi Weasley�, il negozio era, se possibi-le, più a�ollato di quando lo avevano lasciato. George era attor-niato da una marea di ragazzini che gli arrivavano a malapenaalla cintura dei pantaloni.

Tutti volevano acquistare le ultime novità in fatto di pastic-che vomitose e torrone sanguinolento. Harry e Ron cercarono diavvicinarglisi il più possibile, ma tra i pacchi dei libri e le testedei maghetti non riuscirono a raggiungerlo.

�Hey!� urlò Harry al di sopra degli schiamazzanti ragazzini.George si voltò verso di loro cercando di districarsi tra le innu-merevoli braccia alzate che indicavano gli sca�ali alle sue spalle.�Come? Non sento!� rispose di rimando.

�Noi torniamo alla Tana� cercò di farsi sentire Harry. �Civediamo lì per pranzo�.

�No, penso che rimarrò qui. Avvisa tu la mamma che man-gerò un panino in negozio. Come vedi ho molto lavoro e non miposso allontanare�.

�Come vuoi� fu la risposta di Harry.Ron, che era rimasto alle sue spalle, si girò per aprire un

varco verso il camino. Lui lo seguì cercando di non perdere perstrada gli scatoloni che reggeva tra le braccia.

Prese la polvere verde da un'urna d'argento posata sul ca-mino. Era appartenuta alla famiglia Black, l'aveva regalata aGeorge e Fred per il loro compleanno.

Preceduto da Ron entrò nel camino.�Tana!�.Harry pronunciò il nome della destinazione scandendo be-

ne le sillabe per evitare spiacevoli inconvenienti. Questa volta

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Ron si era levato in tempo dal braciere del salotto prima chearrivasse.

�Oh, eccovi qua �nalmente!� li accolse la voce preoccupatadella signora Weasley, mentre i due ragazzi cercavano di levarsile ultime tracce di fuliggine dagli occhi e dai vestiti.

�Oh, santo cielo Ron, sei tutto intero? Stai bene?� continuòstritolando in un abbraccio il �glio.

La signora Weasley era davvero sconvolta. Doveva aversaputo quello che era successo. Ma come?

�Mamma, sto bene, almeno che non mi spezzi qualche ossotu!�.

�Oh, scusa caro . . .ma insomma si può sapere cosa ti è suc-cesso . . . la tua lancetta sull'orologio della cucina era su . . . suPericolo Mortale�.

�Ora sto bene non preoccuparti� ripetè Ron per rassicurarla.�Poi tuo padre mi ha mandato un gufo dicendomi che torna-

va a casa per pranzo perché doveva parlare con voi. Non sapevocosa pensare!�.

Solo allora Harry si accorse di Ginny. Era sulla porta dellacucina e osservava attentamente la scena. Anche lei aveva unosguardo preoccupato.

Le fece un cenno indicando le scale, come ad inviarla adandare sopra.

�Nulla di grave mamma, ne parliamo dopo. . . � disse Ronmentre con Harry già saliva le .

Molly a malincuore, contenta di vederli sani e salvi, li lasciòandare in camera.

In camera, Ron si sedette sul letto con le mani strette sulbordo del materasso. Harry, invece, prese a camminare avanti e

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indietro sollevando piccole nuvole di polvere al suo passaggio eschivando Snitch e Arnold che stavano rotolando sul pavimento.Ginny li guardava perplessa.

�Ragazzi, allora mi volete dire cos'è successo?� senza guar-dare Ron, si rivolse a Harry. �Avete fatto strani incontri aDiagon Alley?�.

�Dai, diglielo� sbottò Ron.�Dirmi cosa?�.�Che qualcuno vuole rubare la bacchetta di sambuco!� ri-

spose tutto d'un �ato.L'espressione di Ginny era a dir poco terrorizzata, non se lo

era aspettato.�Cosa? . . .Ma di cosa state parlando? Si può sapere cosa è

successo?�.�Ecco. . . � iniziò Ron guardando l'amico. Harry annuì con

la testa come a dare il permesso a Ron di continuare. �. . . sonostato rapito!�.

Non aveva senso non dire niente a Ginny, quello che erasuccesso era troppo grave, era meglio che tutti fossero preparati.

Le raccontarono approssimativamente quello che era acca-duto quella mattina.

�Ma non è tutto. . . � continuò Harry. �Prima di partire dacasa, mi è successa una cosa strana. . . �.

�E vero!� disse Ron. �Me n'ero quasi dimenticato. Cavoloproprio una cosa strana!�.

�Si, è vero. Non è andata proprio come nel sogno ma ci sonotroppi particolari in comune. . . � convenne Harry tentando diriordinare i pensieri.

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�Ora basta!� Ginny si era parata davanti ad Harry con lemani sui �anchi, come faceva sua madre quando li

sgridava. �Si può sapere cosa sta succedendo, una volta pertutte? Parlate come se io non fossi qui. . . spiegatevi meglio!�.

Ginny, la gattina, sapeva tirare fuori gli artigli, quando vo-leva, come sua madre durante il combattimento con Bellatrix.

�Ecco. . . stamattina, quando ero ancora in camera, ho avutocome un sogno ad occhi aperti. Ho visto una carrozza trainatada due tori. E dentro c'era qualcuno che voleva la bacchetta.Insomma faccio una visione in cui c'è una carrozza trainata datori e poi subito dopo una carrozza con due maghi dentro ra-pisce Ron! E poi nella mia visione avevano cercato di rubarmila bacchetta di sambuco e all'improvviso succede che chiedonodella bacchetta di Sambuco!�.

Ci furono attimi di silenzio. Harry e Ron si zittirono scer-vellandosi su quello che poteva essere stata la visione.

�Potrebbe essere una premonizione� intervenne Ginny intono vago.

�No, non era una visione come quelle della Cooman e poinon ho previsto il futuro precisamente ma metaforicamente nelsenso che non è accaduto come nella mia visione. Ron che èstato attaccato, non io� disse Harry.

�E non è stato nemmeno come nelle visioni che avevo inpassato. Era diverso, molto più realistico di un sogno fatto dinotte, ma non quanto le visioni di Voldemort è qui

non ero Voldemort, ma me stesso . . . � continuò Harry conuna nota di monotonia nella voce stanco di ripeterlo.

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�Comunque siamo sicuri che lui non è tornato. Abbiamodistrutto tutti gli Horcrux!� disse Ron sicuro, ma nella voceaveva subito un lieve calo di tono alla parola Horcrux.

�Cosa facciamo adesso?� disse Ginny.Ci fu ancora un attimo di silenzio.�Se ci fosse qui Hermione avrebbe sicuramente qualche pro-

posta� disse Harry guardando Ron di sottecchi per vederne lareazione.

�Sappiamo già cosa direbbe no? �Harry! La situazione ègrave, dobbiamo avvertire subito il ministero, loro sapranno cosafare� e poi avrebbe aggiunto �Vedi che avevo ragione quando tidicevo che dovevi nascondere subito la bacchetta� fece Ron inuna pessima imitazione di Hermione.

�E come al solito avrebbe avuto ragione. La bacchetta disambuco! La devi nascondere subito. Se quelli sono riusciti aleggermi la mente, sapranno dove venire a prenderla!�.

Ginny si portò le mani alla bocca come a so�ocare un grido.Harry l'attirò a se. L'abbracciò lisciandole i capelli.

�Non avere paura. Non ti succederà niente di brutto� ledisse con voce calda per rassicurarla.

�Non è per me che ho paura� gli rispose Ginny con le paroleso�ocate dal maglione di Harry �Ma per noi tutti.�.

�Sono preoccupato anche io. . . sono convinto che la cosa mi-gliore sia di andare a parlare subito con Kingsley�.

�Ah già. . . la lettera! Dille anche di quella!� li interruppeRon agitato.

Ginny lo guardò con aria interrogativa.�Kingsley mi ha mandato una lettera che diceva che mi dovrò

recare al ministero nel suo u�cio il 12 agosto. C'era scritto

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anche che non dovevo rivelarlo a nessuno� Harry continuò acamminare e per un poco l'unico rumore fu quello dei suoi passisull'impiantito di legno della camera. Poi Ron ruppe il silenzio.

�Di che cosa pensi ti voglia parlare Kingsley? Secondo mevorrà lodarti con qualche premio per il grande gesto eroico chehai fatto. Ne sono sicuro!� aggiunse con tono da tron�o dacerimonia u�ciale. �Un Ordine di Merlino, Prima Classe, per iServigi resi al Mondo Magico dal Signor Harry Potter�.

Un sorriso arricciò le labbra di Harry.�Non ne sono così sicuro, se fosse stato solo un premio non

credo che ci sarebbe stata tutta questa segretezza. . . � disse rin-graziando in cuor suo l'amico per il tentativo di sdrammatiz-zare la situazione. �. . . è senz'altro qualcosa di pericoloso� dis-se Harry diventando cupo. Ginny gli si avvicinò, prendendoglidelicatamente la mano.

�Ma cosa? Qualcosa su Voldemort!� disse Ron.Harry lo guardo �sso.�Che . . . che c'è?� continuò guardando la strana faccia di

Harry.�Hai appena pronunciato il suo nome!� rispose sorpreso.�Oh, si. Beh, da quando lo hai scon�tto sto cercando di

essere più coraggioso al riguardo. . . �.Harry capì subito il senso dell'a�ermazione di Ron, o, meglio,

su chi avesse intenzione di fare colpo, ma non disse niente aproposito.

�Devo trovare il modo di incontrare Kingsley al più presto�.I tre stettero qualche minuto zitti cercando di rielaborare

tutto quello che si erano detti.Il silenzio fu interrotto dalla voce della signora Weasley.

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�RAGAZZI VENITE, ARRIVATO PAPÀ�.Quando scesero il signor Weasley in piedi in cucina con

l'espressione evidentemente tesa.�Tutto bene ragazzi?� chiese con tono apprensivo.Harry e Ron annuirono.�Meno male che state bene� disse visibilmente sollevato.

�Hagrid ci ha avvisato di quello che vi è successo. Il ministroKingsley vuole anticipare ad oggi il vostro incontro.�.

Harry non disse niente. In tutti i loro discorsi non aveva-no pensato ad Hagrid. Era normale che l'amico avesse fattoqualcosa.

�Ora mangiamo con calma e poi ti porto al ministero conme�.

Ron dovette ripetere nuovamente la storia per i suoi genitori.Ad Harry parve che l'amico stesse leggermente romanzando iltutto ma lo lasciò fare.

Erano altre cose ad impensierirlo, il ministro voleva incon-trarlo subito. Ciò signi�cava che era veramente qualcosa dimolto serio quello di cui dovevano parlare.

Terminato il racconto di Ron il signor Weasley cercò di cam-biare discorso, per alleggerire per quanto possibile l'atmosfera.

�C'è grande fermento al Ministero in questi giorni, da quan-do Kingsley è diventato Ministro della Magia ha rivoluzionatotutti gli u�ci. Sai, molti Mangiamorte avevano preso posto inu�ci strategici e adesso quei posti sono vacanti. Il ministro de-ve stare molto attento a chi assegnarli. Devono meritare la sua�ducia. Sarebbe un disastro se qualche seguace di Tu-sai-chirimanesse al Ministero�.

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�Si signor Weasley, sarebbe un disastro� convenne Harrymeccanicamente, mentre nella sua testa ripassava ciò che avreb-be detto a Kingsley.

�E poi con questi americani tra i piedi a farci compilaremontagne di moduli per ogni sciocchezza il lavoro si accumu-la e a �ne giornata c'è sempre qualche imprevisto. Abbiamobisogno di persone �date che ci diano una mano. Lo dico sem-pre a Kingsley, ma lui sembra avere molta �ducia in questiamericani. . . �.

Lo sguardo del signor Weasley cadde sull'orologio della cu-cina �Accidenti! tardi! Bisogna che andiamo� il signor Weasleysi alzò e salutò la moglie con un bacio sulla guancia.

Harry lo seguì fuori dalla casa, lungo il vialetto �no fuori allastaccionata.

�Ti guido io�.

Il signor Weasley lo prese per il braccio. Sparirono in unsonoro Crac.

Dopo pochi secondi si ritrovò in un vicolo buio della Lon-dra Babbana, dove l'unico oggetto interessante era una grandecabina telefonica di colore rosso che risaltava nella semioscurità.

�Signor Weasley, sa di cosa mi deve parlare Kingsley?� chieseHarry.

�Non lo so ragazzo. . . data l'urgenza credo che abbia a chefare con le persone che hanno aggredito Ron. Ma non deve esseresolo questo, altrimenti avrebbe convocato anche Ron. Non loso, proprio non lo so� concluse indicandogli la cabina telefonicarossa nel vicolo.

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�Tu entrerai dall'entrata per i visitatori è già tutto predi-sposto. Io devo passare per quella dei dipendenti. . . questioniburocratiche� disse sottolineando amaramente le ultime parole�.

Harry salutò il signor Weasley e si avvicinò alla cabina. L'ul-tima volta che aveva visitato il Ministero, era entrato tramiteun passaggio in un bagno che non ricordava bene dove fosse.

Avvicinatosi alla cabina, però, si accorse che era occupata;un uomo alto e bruno, con spalle molto larghe e vestito congiacca e cravatta, stava avendo un'animata conversazione conqualcuno all'altro capo del �lo. Harry rimase molto sorpreso ditrovare un Babbano lì, ma giunse in fretta alla conclusione chequella per i Babbani non era altro che una cabina telefonica.

Dopo poco l'uomo posò la cornetta e uscì di fretta dallacabina, quasi senza accorgersi di Harry, che riuscì però a notarealcune brutte cicatrici che gli sfregiavano il viso.

Un po' incerto dopo aver visto il volto del Babbano, Harryentrò e digitò il codice per avere accesso al Ministero della Magia(sei, due, quattro, quattro e due); Harry si aspettava che lasolita voce meccanica gli chiedesse chi era, invece, udì una vocemaschile un po' acuta.

�Benvenuto al Ministro della Magia, signor Potter!�.Harry rimase sorpreso da quella novità. Fece appena in

tempo a chiedersi a chi appartenesse la nuova voce di ben-venuto, quando si ritrovò letteralmente catapultato al centrodell'Atrium.

Appena si rese conto del velocissimo spostamento, vide difronte a lui una sagoma alta e robusta con folti capelli biondiche gli coprivano le spalle.

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�Benvenuto, signor Potter. Mi chiamo Larry Brown, e sonoqui per scortarla all'U�cio del Ministro della Magia� aveva unostrano accento che non aveva mai sentito, evidentemente dovevaessere uno degli americani.

�Buongiorno� rispose Harry timidamente.�Prego, mi segua�.Seguì il corpulento mago che, a passo spedito, attraversò

l'Atrium, molto più a�ollato di come Harry lo ricordava.Tutto era tornato alla normalità; la statua dorata rappre-

sentante il mago, il centauro e il Goblin si ergeva nuovamente alcentro della stanza, mentre numerosissime aeroplanini di cartasfrecciavano ovunque. In fondo vi erano gli ascensori che porta-vano ai vari piani sotterranei del Ministero e che, come al solito,ospitavano una gran �la di persone. Harry si diresse verso diloro, ma il signor Brown lo riprese immediatamente.

�No, signor Potter, noi utilizzeremo un ascensore privato�Harry non rispose limitandosi a seguire la sua guida.

Larry Brown condusse Harry oltre un arco alla destra del-l'Atrium che lui non aveva mai notato; dopo di esso si aprivaun'altra stanza molto grande. Al centro si stagliava un'enormestatua di ottone, ra�gurante un uomo non molto alto e con ilviso spigoloso che stringeva la mano ad un sorridente Kingsley

Harry notò che, sotto la statua, vi era incisa una scrittaa caratteri dorati: L'alleanza MA-MI (Maghi AmericaniMa-ghi Inglesi), sancita da John Waynegan, Presidente dei Ma-ghi d'America, e da Kingsley Shacklebolt, Ministro della MagiaInglese.

Senza spendere alcuna parola sull'imponente costruzione, Lar-ry Brown condusse Harry ad un ascensore al centro della parete

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opposta all'ingresso.Al loro arrivo, le porte dell'ascensore si aprirono e i due sa-

lirono senza �atare; quindi la macchina iniziò a muoversi piut-tosto lentamente, almeno così sembrava ad Harry. Non riuscivaa capire se salisse o scendesse.

�Ho sentito molto parlare di lei, signor Potter� disse ad untratto Larry Brown, osservando con desiderio la cicatrice sullafronte di Harry ma parlando sempre con un tono decoroso. �Esarei molto curioso di conoscere più approfonditamente la suastoria�.

�Sono sicuro che la mia storia sia già stata raccontata mol-tissime volte in tutte le salse dalla Gazzetta del Profetache lamia versione sia più interessante� rispose con tono sarcastico.

�Su questo ha ragione� disse il signor Brown rivolgendogliun sorriso compiaciuto.

All'improvviso la porta dell'ascensore si aprì senza che Harrysi fosse accorto che la macchina si era fermata.

�Siamo arrivati, signor Potter� disse con voce calma e mel-li�ua.

Usciti dall'ascensore si trovarono dentro una stanza quadratamolto larga. Nella parete di fronte erano collocati due maestosispecchi contornati da una bellissima cornice dorata che ad Harryricordarono lo specchio delle brame.

Al centro, immobile tra i due specchi, c'era l'uomo in giaccae cravatta pieno di cicatrici che aveva visto nella cabina pocoprima e che lo stava osservando attentamente. Stava fermo inpiedi a gambe leggermente divaricate, con le braccia stese da-vanti a se, mani nelle mani, dalle quali spuntava una bacchetta.

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La bacchetta più piccola che Harry avesse mai visto. Incerto sucosa dovesse fare, rivolse uno sguardo al signor Brown.

�Prego, signor Potter, lo specchio a sinistra�.A un passo dallo specchio, la guardia puntò la sua bacchetta

verso la super�cie lucida e ri�ettente, per rimettersi subito doponella posizione di partenza. Pochi istanti dopo lo specchio scom-parve per rivelare l'interno di una stanza rotonda, �nementearredata, con un alto so�tto e molti quadri alle pareti.

In fondo, un'enorme scrivania in legno pregiato tutta intar-siata era posta sopra un grande tappeto. Dietro di essa una pol-trona e davanti due comode sedie in pelle rossa, probabilmentedi drago. Al centro, fermi uno di fronte all'altro, si trovavanoKingsley e un uomo non troppo alto, dalla corporatura tozza, lespalle basse. Quando si voltò, vide che aveva un viso squadra-to, la mascella volitiva, una pesante montatura sugli occhiali davista. I capelli erano corti e ricci, di colore grigio.

La calda voce di Kingsley lo riportò al motivo per cui era lì.�Ah eccoti, Harry. Finalmente, ti stavo aspettando� disse il

ministro.�Buongiorno signor Ministro� ribatté Harry.�Niente formalismi con me, Harry. Per te sono solo King-

sley� gli disse sorridendo �Vieni, ti presento il signor LoganDerringer, Segretario del Presidente dei Maghi d'America�.

�Sono molto lieto di fare la sua conoscenza, signor Potter. Lasua fama è arrivata �no a noi� disse con voce bassa Derringer.Ma ora vi lascio alle vostre discussioni. Ho parecchio lavoro dasbrigare. . . e anche voi� aggiunse congedandosi con un sorrisoa�abile.

Kingsley girò attorno alla sua scrivania.

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�Accomodati pure Harry�.Harry avanzò verso la poltrona e si sedette.Dietro le spalle di Kingsley un quadro attirò la sua attenzio-

ne. Lo ritenne subito molto strano e inadatto all'arredamentodella stanza, era posto in penombra e Harry era sicuro di avervisto una chioma argentea sparire all'improvviso dal ritratto.

Sopra la scrivania Harry notò che vi erano piume stranissime,boccette d'inchiostro multicolori e una pila di buste, tutte conil sigillo dorato della lettera che aveva portato Hagrid a DiagonAlley.

Rivolse un sorriso ad un Kingsley piuttosto pallido e connumerose cicatrici intorno alla bocca e agli occhi, che evidente-mente erano gli ultimi segni della guerra contro Voldemort.

�Ingegnoso, vero, lo Specchio Blocca-indesiderati?� disse King-sley per cercare di rompere il ghiaccio.

�Un'invenzione americana. E' uno specchio normale che sitrasforma in un passaggio segreto�.

Harry annuì senza entusiasmo.�Avrai notato tutte le novità che ci sono state qui al mini-

stero dopo la tua ultima spiacevole visita�.Harry si riprese dai suoi pensieri.�Oh certo. . . ho visto che ci sono molti americani qui� disse

cercando di sottolineare la sua contrarietà. Ora capiva le per-plessità di Percy e del Signor Weasley circa le intromissioni degliamericani al Ministero.

�Si, sono venuti a darci una mano per ricostruire tutta lamacchina burocratica del ministero, loro sono degli specialisti,soprattutto dopo che Voldemort ne aveva preso possesso. Haiconosciuto ora il Segretario del loro Presidente: Logan Derrin-

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ger. Ha lo studio accanto al mio. Lui è sempre in contattocon Waynegan, così riesco sempre a scambiare velocemente in-formazioni, è un uomo molto e�ciente e anche un piacevoleconversatore. . . �.

�Mi è sembrata una persona simpatica� convenne Harry.�Si hai ragione, ha un sorriso accattivante al quale non si

può dire di no. La sua è una storia molto triste e allo stessotempo esaltante. Devi sapere che la sua famiglia fuggì dall'Eu-ropa al tempo del primo impero di Lord Voldemort. Lui si eradiplomato a pieni voti alla scuola di Durmstrang, ma dovetteseguire la famiglia in America. Lì si è dato molto da fare �no adiventare l'uomo di �ducia del Presidente�.

Poi si fece serio. Prese un lungo respiro e si sistemò sullapoltrona.

�Hagrid mi ha raccontato quello che è successo. Ti devo lemie scuse . . . �.

�Come?� lo interruppe Harry.�. . . vedi, avrei dovuto metterti in guardia prima. Non avevo

informazioni che il pericolo potesse essere così imminente, loavevo sottovalutato�.

�Di cosa stai parlando?� chiese Harry impaziente. Pendevadalle sue labbra. Tutte le peggiori ipotesi che avevano formu-lato sul rapimento stavano diventando concrete. E �nalmenteavrebbe scoperto il perché di quella lettera e avrebbe messo �nea tutte le congetture sul motivo dette e ripetute con Ron.

�Il nostro governo e quello americano, sono molto preoccupa-ti per alcuni fatti che stanno accadendo a livello internazionale

�Dopo la morte di Voldemort e dei suoi Mangiamorte, quellirimasti, che non sono �niti ad Azkaban, sono scomparsi. Ci

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sono forti possibilità che siano fuggiti in America. Il servizio diAuror americano ha ultimamente riconosciuto alcuni pericolosielementi aggirarsi nei pressi della scuola di Widgester. Temiamoche possano essersi in�ltrati nella scuola o che abbiano tentato diassoldare qualcuno. Purtroppo non sono riusciti ad acciu�arli.

�Derringer, che ha studiato a Durmstrang e ha ancora con-tatti nella scuola, dice che lì sta succedendo la stessa cosa. Pareche siano stati trafugati alcuni oggetti magici proprio da quell'i-stituto. Inoltre, ha avuto notizie dal suo paese che la fortezza diNurmengard dove si trovava la prigione di Gellert Grindelwaldè stata violata. Hanno trovato tracce di Magia Oscura dentrole mura della prigione�.

�Lo so. Ho visto Voldemort uccidere Grindelwald nella suacella� si intromise Harry.

�No, questo è successo dopo che le difese erano state rin-forzate. Anche ad Hogwarts non è tutto tranquillo. Le nostresquadre di Auror che pattugliano i con�ni di Hogwarts han-no notato delle falle nelle barriere degli incantesimi messi perproteggere la scuola. Questo è successo diverse volte. Sono pic-colissime tracce. Anche ad un mago esperto sarebbero passateinosservate, ma non ai nostri Auror che sono i migliori in tuttoil mondo�.

Kingsley fece una pausa per lasciare che Harry assimilassetutte le informazioni che gli aveva dato.

�E poi?� chiese Harry.

�E poi niente. Non hanno fatto nessun altra mossa. Perquesto non era ancora intervenuto. Ho aumentato i controlli, inostri Auror sono sempre in stretto contatto con i colleghi ame-

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ricani ma non abbiamo avuto nessun segnale concreto. Almeno�no. . . �.

�Almeno �no a stamattina� concluse Harry.�Esatto. Fino a stamattina. Non pensavamo che fossero

talmente in forze da poter organizzare un attacco in pieno giornoa Diagon Alley�.

Ecco spiegato l'attacco a Ron, ma perché non hanno attac-cato me direttamente? pensò Harry preoccupato.

�Senti Harry, so di risvegliare in te brutti ricordi, ma quan-do ti trovavi nella foresta di Hogwarts poco prima di uccidereVoldemort lo hai sentito accennare a qualche progetto partico-lare che stesse a cuore a lui e ai suoi Mangiamorte?� domandòKingsley �ssandolo speranzosamente.

�No, non ricordo di aver sentito niente che non riguardasseme e lui. In quel momento il suo unico pensiero era quellodi uccidermi e di avere �nalmente campo libero per conquistareHogwarts e il mondo. . . � Harry abbassò lo sguardo, perso dietroai ricordi.

�Non fa niente, non preoccuparti. Dovevo farti questa do-manda per essere sicuro che non ci fosse sfuggito niente�.

Kingsley alzò la bacchetta dalla scrivania. Una brocca simosse da un tavolino messo in un angolo e, sgocciolando, volòverso la scrivania. Iniziò a versare dell'acqua in due bicchieriapparsi dal nulla dinanzi a loro. Harry aveva la gola secca manessuna voglia di bere.

�Riguardo a stamattina� continuò Kingsley �Secondo Ha-grid erano interessati alla Bacchetta di Sambuco�.

Harry annuì.

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�Devo chiederti una cosa molto importante� aspettò un at-timo prima di riprendere. �Hai ancora con te la Bacchetta diSambuco? Era uno dei motivi per cui ti avevo

convocato, anche secondo Waynegan era molto importantesapere che �ne avesse fatto.�.

Kingsley lo �ssò con attenzione. Harry non si era aspettatoquella domanda. Pensava che quello fosse solo un suo problema.In quel preciso istante decise che non avrebbe detto a Kingsley laverità sulla bacchetta, non ora che gli aveva riferito che era ancheinteresse di Waynegan sapere che �ne avesse fatto. Tantomenogli avrebbe parlato della visione che aveva avuto quella mattina.

�La bacchetta è al sicuro. Si trova in un posto in cui nonpotrà più essere trovata. una cosa che avevo concordato conSilente, nasconderla e non rivelare a nessuno il luogo. . . � mentìHarry.

Kingsley continuò a �ssarlo in silenzio per alcuni istanti.�Ma hai detto che era solo uno dei motivi dell'incontro, quale

è l'atro motivo?� continuò Harry prima che Kingsley potesseinsistere sulla natura del nascondiglio.

Kingsley riprese accigliato, era evidente che la risposta diHarry non avesse soddisfatto le sue aspettative.

�Quello che sto per dirti è della massima segretezza. Nondovrai farne parola con nessuno, nemmeno con i tuoi amici piùcari. . .ma vedo che sei capacissimo di mantenere un segreto�.

Harry trasalì sperando che Kingsley non se ne fosse accorto.�Non vogliamo che corrano rischi inutili. Anche tu del resto

non dovrai esporti troppo. So di darti un nuovo pesoin un momento nel quale pensavi di poterti �nalmente ri-

posare e prendere in mano la tua vita senza dipendere dalle

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scelte altrui. Come ti ho detto abbiamo delle serie preoccupa-zioni riguardo la sicurezza di Hogwarts. Dobbiamo assicurareil maggior controllo possibile all'esterno dei con�ni della scuolama anche all'interno. E qui entri in gioco tu�.

Harry non capiva dove volesse andare a parare.�Dopo quello che è successo stamattina sono ancora più con-

vinto della necessità della mia proposta. . .ma arriviamo al pun-to, vorrei che tu accettassi il mio invito. . . l'invito del Ministerodella Magia, a lavorare per noi, a lavorare per noi entrando nellasquadra degli Auror�.

Harry era sopra�atto dall'emozione. Diventare Auror! Comesuo padre, aveva sempre sognato di poter lavorare come Auror alMinistero della Magia, ma dopo l'anno trascorso a vagabondareper l'Inghilterra alla ricerca degli Horcrux ci aveva rinunciato.Poi la lettera della McGranitt gli aveva ridato la speranza. Orasembrava una certezza.

�Non hai ancora terminato gli studi, ma potremo formaliz-zare il tuo incarico �nita la scuola, dopo il diploma. Intantolavorerai con la squadra di Auror che si occupa della sicurezzadi Hogwarts e con te all'interno della scuola avremo più possi-bilità di controllo. Inoltre, se qualcuno vuole impadronirsi dellaBacchetta, è meglio che tu sia informato su tutto�.

Fece una pausa e si alzò avvicinandosi ad Harry.�Non voglio che mi risponda subito, Harry. Pensaci tut-

to il tempo che vuoi. Hagrid mi avviserà se vorrai incontrar-mi. . . anche nel caso tu volessi con�darmi il luogo in cui hainascosto la bacchetta, per essere sicuri della sua inaccessibili-tà. . . troveremo una soluzione per vederci senza destare sospet-ti�.

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Harry si alzò e si riempi i polmoni d'aria. Gli sembrava fossepassata un'eternità dall'ultimo respiro.

�Grazie� disse. �Sono stordito dall'onore. . . è una grossaresponsabilità lavorare per il Ministero, non so se sarò all'altez-za. . . �.

�Beh, Harry Potter� ribatté Kingsley cingendogli le spallecon un braccio �Se non lo sei tu all'altezza, chi allora?� dissescoppiando in una fragorosa risata.

Harry si sforzò di sorridere a sua volta. In quel momento losconvolgeva più la proposta di Kingsley che non il pericolo deinuovi maghi oscuri.

�Va bene Harry, per oggi abbiamo �nito. . . un'ultima cosa. . . �.

�Si?� rispose Harry titubante, temendo che volesse nuova-mente domandargli della bacchetta.

�. . . fai attenzione, mi raccomando�.Si diressero verso la specchio-porta. Harry notò che da que-

sto lato lo specchio lasciava vedere l'esterno come attraverso unvetro.

Vide il signor Brown davanti alla parete opposta, lì ad aspet-tarlo.

Kingsley, accanto a lui, �ssò un punto imprecisato davantia sé. Poi, rivolgendogli un sorriso, lo invitò ad attraversare ilvarco. Harry si stupì per come aveva tolto l'incantesimo.

Era davvero in gamba! Lo aveva fatto senza emettere alcunsuono. Fino ad allora aveva visto farlo solo a Silente e a Piton.Ebbe dei dubbi sul fatto di poter mai diventare un Auror. Nonera ancora riuscito a fare gli incantesimi non verbali. Attraver-sando il varco sentì di nuovo quella corrente fredda attraversar-

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gli il corpo, ma cessò nell'istante in cui si ritrovò davanti a unsorridente signor Brown.

Kingsley si voltò verso di lui e lo salutò velocemente.�Bene. Allora Harry pensaci su e fammi sapere al più pre-

sto�.�Lo farò, non dubitarne� rispose Harry.�Il signor Brown ti accompagnerà all'uscita� disse un attimo

prima di rientrare nella sua stanza.�Prego signor Potter, mi segua� disse Brown voltandosi ver-

so l'ascensore.Arrivati nell'Atrium. Brown gli diede le indicazioni per usci-

re dal ministero.�Spero di rivederla spesso qui da noi� lo salutò Brown ten-

dendogli la mano. Harry era sorpreso. Sembrava che tuttisapessero del suo incarico tranne lui.

Si avviò verso la fontana. Da uno dei camini vide uscire trala folla una donna che gli veniva incontro sorridendo.

Harry si sorprese per il suo abbigliamento. Una Babbana alministero?

La donna era vestita con un tailleur blu con gonna cortae camicetta bianca che metteva in risalto la sua carnagione. Icapelli lunghi erano domati in un'acconciatura che li raccoglievasulla nuca. Era uno schianto! Si accorse che teneva tra le bracciaun fascio di pergamene. Lei gli rivolse la parola.

�Harry, anche tu da queste parti?�.Fu colto di sorpresa.�Oh. . . Hermione!� esclamò stupefatto. Si chiese che faccia

da sciocco avesse.

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La trasformazione di Hermione da ragazza un po' schiva adonna in carriera era stata così, così ben riuscita. . . Pensò a Rone a quanto era stupido il suo comportamento. Al suo posto nonl'avrebbe lasciata sola nemmeno un momento.

Durante l'anno precedente, passato a perlustrare tutta l'In-ghilterra, aveva avuto modo di conoscerla a fondo, di vederedentro il suo cuore. Aveva capito la sua so�erenza per l'abban-dono di Ron. Avrebbe voluto abbracciarla forte, ma non volevaessere frainteso. Se le cose fossero andate diversamente forseloro due. . . non voleva pensarci. Nè lei nè Ron avevano avutoil coraggio di dichiarare il loro amore, �no a quando lei non siera lasciata andare a quel bacio liberatorio nella stanza dellenecessità.

Hermione, lui non ne aveva mai dubitato, era bella dentro.Ora col suo aspetto dimostrava a tutto il mondo quanto fossebella anche fuori.

�Sai Harry, ho letto sulla Gazzetta del Profeta dell'istituzio-ne del CIOcCoCreMa e ho dato la mia disponibilità al ministeroper collaborare tramite il CREPA per sensibilizzare quelle fami-glie che ancora si ri�utano di liberare i loro el� domestici�. Isuoi occhi scintillavano mentre lo diceva.

�A proposito. Sai chi è il portavoce degli el�? Il nostro caroKreacher�.

�Kreacher?� la interruppe Harry.

�Si, dopo aver guidato gli el� domestici delle cucine di Hog-warts contro Voldemort, loro lo hanno eletto a capo della dele-gazione trattante per i diritti degli el�. La preside McGranitt liha liberati per il loro valoroso comportamento durante la bat-

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taglia. Molti di loro, i più anziani, non volevano saperne, maKreacher li ha convinti� si fermò per riprendere �ato.

In più la McGranitt mi ha nominata Caposcuola e non hoancora scritto uno straccio di bozza per il discorso ai prefetti.E se sbaglio o dimentico qualcosa?�.

Hermione era un �ume di parole. Sembrava facesse di tuttoper distrarre Harry dal ricordo del loro ultimo incontro. Har-ry avrebbe voluto scusarsi. Ma di cosa? La permalosità diHermione lo metteva sempre di cattivo umore.

Si rese conto di quanto gli mancasse. Era felicissimo di averlaincontrata, ora più che mai la sua razionalità gli sarebbe statadi aiuto.

�Hermione ascolta un momento. . . dall'ultima volta che cisiamo visti sono successe delle cose, devo parlarti. . . �.

�Per la barba di Merlino!� Hermione lo interruppe. �Harry,sono in ritardassimo e sai quanto odio arrivare tardi. Abbracciatutti da parte mia, mi raccomando!� poi si avviò velocementeverso i cancelli.

Harry rimase di stucco, non lo aveva lasciato parlare! Avevatantissime cose da dirle, ma la distanza che si era creata tra diloro non glielo aveva permesso.

�Quando ci rivedremo?� gli urlò dietro quando ormai era giàdistante.

�Presto, spero� rispose Hermione prima di sparire tra lafolla.

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Capitolo 7

IL RIFLESSO DI UNO

SPECCHIO

Secondo le istruzioni del signor Brown, Harry avrebbe dovutorientrare alla Tana usando uno dei caminetti del Ministero, madecise di fare un giro, prima. Aveva bisogno di schiarirsi le idee.

Camminò per la Londra Babbana. Quella passeggiata insolitudine gli servì per riordinare le idee: vedere una città nor-male, senza nessun segno di magia, gli fece bene. Erano successetante, troppe cose in un solo giorno.

Riapparve nel caminetto della Tana che era ormai sera. Lametropolvere era un comodo mezzo di trasporto, ma tre voltein un giorno poteva diventare sgradevole.

I Weasley erano già seduti a tavola per la cena, anche se

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non c'era alcun piatto sul tavolo. Lo stavano aspettando: forseaveva tardato un po' troppo. Il pomeriggio era volato.

Tutti lo �ssavano con aria impaziente, ansiosi di conoscerele novità. Anche Ron sembrava nervoso, ma Harry ipotizzò chefosse più a causa della fame che per altro.

Salutò tutti e si sedette a tavola.�Dai, Harry, cosa ti ha detto Kingsley? Non tenerci sulle

spine!� lo accolse Ginny.Harry non ebbe il tempo di rispondere, perché la signora

Weasley iniziò a portare in tavola la cena. Valutò bene cosa dire;aveva deciso di non dire niente ai signori Weasley dell'incaricopropostogli dal Ministro.

�Ecco. . . � esordì �Pare che ci sia qualche Mago Oscuro an-cora in attività�.

�Cofa?� domandò Ron, la bocca già piena di purè.�Ci sono informazioni dagli Auror di tutto il mondo, anche

in America (e qui fece un breve cenno d'intesa a Percy e al signorWeasley), a proposito di sparizioni di oggetti magici, e gli Aurorpensano che siano opera di Maghi Oscuri�.

�Cavolo, Harry! Allora quello che mi ha attaccato. . . nellacarrozza. . . era un Mangiamorte!� disse Ron �ccandosi in boccamezza bistecca.

�Tutto lo lascia pensare� concluse lui senza emozione.La signora Weasley portò le mani al viso. Il signor Weasley

sembrava tranquillo, probabilmente molte di quelle informazionile conosceva già.

�Comunque� continuò Harry �quello di stamattina sembraessere stato l'avvenimento più grave. Al Ministero non sono aconoscenza altri fatti del genere�.

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�Io, invece, ho qualcos'altro da comunicarvi� aggiunse il si-gnor Weasley all'improvviso, sorridendo beatamente. Si vedevache non stava più nella pelle.

�Molly cara, ci sono delle novità! Sono stato promosso!� Lesue guance erano rosse come il colore dei capelli.

La signora Weasley emise un gridolino di gioia, iniziò a corre-re sul posto con un mestolo in mano e si �ondò ad abbracciarlo,urlando: �Arthur, come sono contenta!�.

Ginny e Ron si scambiarono un sorriso (Ron mostrando qual-cosa in bocca che assomigliava molto a pappa reale), mentrePercy incurvò solo un po' la bocca all'insù.

�Il Ministro mi ha dato un incarico molto importante� conti-nuò lui appena si fu liberato dall'abbraccio della moglie �Mi hamesso a capo del C.I.MA., la Confederazione Internazionale deiMAghi. Dovrò occuparmi delle relazioni del nostro Ministerocon quelli dei Paesi stranieri. Continuerò ancora ad occupar-mi del Comitato Scuse ai Babbani, ma avrò relazioni anche conl'Ambasciatore Americano al Ministero�.

�So che l'U.F.F.A.A. è al tuo stesso piano� intervenne Percy,con un tono troppo piatto per l'occasione.

�Si, ora sto al quinto piano ed ho un u�cio grandissimo con�nestre enormi!�. Mentre lo diceva gli brillavano gli occhi. AHarry venne in mente il vecchio stanzino dove il signor Weasleylavorava con il collega Perkins e nel quale non c'era nemmenouna �nestra.

�L'u�a. . . Cos'è l'u�a, papà?� chiese Ginny, che, come glialtri, non ne aveva mai sentito parlare.

�L'U.F.F.A.A. è l'UFFicio dell'Ambasciatore Americano� siintromise Percy, con voce solenne �Sono seriamente preoccupa-

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to da tutti questi cambiamenti. Hai visto, papà, cosa è successoal secondo piano? Hanno messo l'M.B.I. negli U�ci Ammini-strativi del Tribunale del Wizengamot, di �anco al QuartiereGenerale degli Auror.

Non faccio altro che vedere, dalla mattina alla sera, maghivestiti in frac neri con cappelli a cilindro come quello del loroPresidente. Ridicoli!�.

Harry assunse un'aria preoccupata, e chiese: �Come mai lihanno messi sullo stesso piano degli Auror? Kingsley non hapaura che possano spiarli?�.

�Non so proprio cos'abbia per la testa il Ministro. So solo cheil Segretario del Presidente lo ha convinto a metterli lì per averlipiù vicini alle loro stanze. Se ci fosse necessità arriverebberopiù in fretta dal Ministro�. Percy era sconsolato, ma allo stessotempo orgoglioso di sapere così tante cose più degli altri.

Harry si convinse ancora di più di aver fatto bene a nonrivelare a Kingsley di avere ancora la Bacchetta di Sambucocon sé, e del tentativo di rubargliela. Non voleva intromissionidi nessun genere, �guriamoci degli Americani.

�Adesso basta rimuginare!� intervenne il signor Weasley conallegria, appena tutti ebbero �nito di mangiare, anche se Ronsembrava desideroso di un'altra bistecca �E' ora di festeggiare!Molly, tira fuori quel vino che ci ha regalato il signor Lovegoodper i ragazzi. Io e Percy, invece, berremo volentieri del whiskyincendiario�. Era euforico, ma Harry non sottovalutava i dubbidi Percy per la continua presenza di estranei al Ministero.

�Ma, Arthur, il vino non farà male ai ragazzi?�.�Mamma, ormai siamo maggiorenni, e anche Ginny lo sarà

tra poco�. Anche Ron aveva voglia di festeggiare.

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Si sedettero a tavola e bevvero con grande allegria. Era tantotempo che non si rideva più in quella casa.

Non appena l'ultima fetta di torta alla melassa fu sparitanello stomaco di Ron, Harry fece intendere a Ginny di aspettarlinella loro camera.

Salite le scale, la trovò, seduta sul letto, con ancora quell'ariapensierosa che aveva mantenuto per tutta la serata.

�Allora, mi dici cosa ti ha detto Kingsley?� chiese rivolta adHarry appena fu entrato, lasciandolo di stucco.

�Ma ce lo ha già detto, Ginny; non ti ricordi?� disse Ronappena dietro di Harry e a voce stranamente alta, forse pere�etto del dopocena.

�Ti conosco, lo so che non ci hai detto tutto. E poi il Ministroti ha mandato la lettera prima di sapere di stamattina. Non tiavrebbe mai chiamato solo per qualche oggetto scomparso�.

Harry era stranito per quanto Ginny riuscisse a leggerli nellamente. Decise che non erano necessari giri di parole.

�Mi ha chiesto di diventare Auror� disse con la voce piùpiatta possibile.

Le facce dei due erano a dir poco sbalordite.�Cavolo! Harry sarai il più giovane Auror della storia magi-

ca!� esclamò Ron.Harry gli dette una pacca sulla testa facendogli segno di

abbassare la voce.Ginny era in silenzio. Sul suo volto si leggeva un qualche

cosa che non andava.�Harry, cosa hai intenzione di fare?� chiese con fermezza

mentre lui le si sedeva accanto sul letto.

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Lui raccontò per �lo e per segno tutto ciò che Kingsley gliaveva detto. Alla �ne del racconto i due fratelli erano più basitidi quanto lo erano stati all'inizio.

�Questa storia non �nirà mai� disse Ginny sconsolata.�Ce la caveremo anche questa volta, vero Harry?�. Ron si

rivolse ad Harry cercando il suo aiuto per darsi coraggio.�Non sono forse io il migliore?�. Harry cercò di sdramma-

tizzare la situazione, ma il suo sorriso non risultò credibile; poiaccennò loro dell'incontro con Hermione, ma fece l'errore di direquanto era in forma e felice nel fare il suo lavoro. Ron rimasedeluso nel sapere che lui non era al centro delle sue attenzioni;l'e�etto fu che per tutto il resto della serata fu più taciturno escontroso che mai.

Quella notte, Harry non chiuse quasi occhio. Troppe coseerano accadute nell'ultima giornata: l'incontro con il MinistroKingsley e con Hermione; nonché la proposta di diventare Auror,il lavoro di una vita.

Aveva deciso; avrebbe accettato la proposta.Inoltre, il compleanno di Ginny era imminente. Era sicura-

mente meno pericoloso rischiare di incontrare qualche Mangia-morte in giro per il mondo che arrivare all'undici agosto senzanemmeno uno straccio di regalo!

Sul suo orologio erano segnate le tre meno un quarto quandolo vide per l'ultima volta, prima di addormentarsi.

�Harry?�.Erano le nove quando la voce di Ron lo chiamò dal letto a

�anco.�Harry, sei sveglio?�.

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�Ora si, sono sveglio� rispose lui con voce scontrosa, sbadi-gliando e alzandosi a sedere sul letto.

�Che hai? Ti senti male? Hai una faccia orrenda. . . � disseRon preoccupato.

�Sono solo stanco, ho dormito poco�. Sbatté gli occhi esbadigliò.

�Secondo te cosa posso regalare a Ginny?� aggiunse poi,mentre si strusciava gli occhi con le nocche.

Ron scoppiò a ridere: �E io che pensavo che non avessi dor-mito per chi sa quale motivo! Ecco il grande cruccio di HarryPotter, �cosa regalo a Ginny per il suo compleanno�?�.

Iniziò una risata canzonatoria, ma smise subito vedendo l'e-spressione basita di Harry.

�Oddio, fai paura Harry, sei pallido come un cencio! Hai cer-te occhiaie che sembra che ti abbiano colpito due CannocchialiTirapugni, una voce spaventosa e i capelli che fanno concorren-za ad Hagrid. A confronto Merlino è Mister Universo!� Stavoltarisero entrambi.

�Oggi pomeriggio mi devi coprire, vado a Diagon Alley avedere cosa posso prendere� disse Harry alzandosi e vestendosi.Anche Ron fece lo stesso.

�Non pensi sia pericoloso tornare a Diagon Alley da solo?�.�Non penso che ci riproveranno, e poi questa volta mi tro-

verebbero pronto!� Rispose sicuro alzando la bacchetta con ariadi s�da.

�Va bene, ti coprirò. Ma mi devi un favore�.Uscirono di camera e scesero le scale �no al pianerottolo

davanti alla stanza di Ginny.

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�Vai a pettinarti e a darti una sciacquata, se non vuoi chelo faccia la mamma�.

Harry si diresse verso il bagno ed aprì la porta. Si lavòla faccia e le mani e cercò con un pettine di lisciarsi un po' icapelli. Dopo qualche minuto aveva i capelli un po' meno gon�,ma sempre molto crespi. Scosse la testa, gettando il pettine nelmobile accanto alla doccia.

Uscito, trovò Ron e Ginny che lo stavano aspettando.�Ginny, cosa vorresti per regalo di compleanno?� chiese Ron

con �nta noncuranza appena vide Harry, che lo tra�sse conun'occhiataccia.

�Potresti prendermi un po' di roba nel negozio di George�rispose tranquillamente lei.

�E da Harry?�.�Niente in particolare, so che qualsiasi cosa sarà, mi piacerà�

rispose lei, lanciando un sorriso a Harry; ma lui non ricambiò ilgesto, deprimendosi ancora di più.

Entrati in cucina, si sedette accanto a Ron e iniziò, in silen-zio, a mangiare uova e pane tostato. Ginny e il signor Weasleyerano seduti davanti a loro e la signora Weasley stava lavandole stoviglie.

Driiin!Il suono di un campanello provenne da un vecchio tostapane

babbano che il signor Weasley aveva stregato per funzionaresenza energia elettrica.

�Arthur, il pane!�.Il signor Weasley si girò verso l'apparecchio in tempo per

prendere al volo le fette abbrustolite del pane tostato e perdistribuirle sui piatti.

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�Come va Harry? Dormito bene?� chiese, poi, sorridendo.�Sì, grazie� mentì lui.�Si vede� commentò Ginny a bassa voce per non farsi sentire

da suo padre e con tono sarcastico. Harry le lanciò uno sguardoalla �è-tutta-colpa-tua�, ma lei, per fortuna, non lo comprese.

�Su, Harry, mangia qualcos'altro! Ti devi nutrire!� disse lasignora Weasley, facendogli atterrare davanti un piatto con uovae pancetta fumanti.

�Perché folo lui � defe nutrire?� chiese, o�eso, Ron con labocca piena, in un esplicito tentativo di avere qualcos'altro damangiare.

�Mangia pure questo, non ho più fame� lo rimbeccò Harrypassandogli il piatto pieno.

Dopo la colazione, Harry uscì in giardino. Doveva trovare ilmodo di recarsi a Diagon Alley senza farsi scoprire dalla signoraWeasley. Non lo avrebbe mai lasciato andare, soprattutto dopol'attentato del giorno prima. Rivolse indietro lo sguardo �no anotare con la coda dell'occhio

una piccola Molly Weasley che lo osservava con espressionepreoccupata dalla �nestra della cucina.

Ron lo raggiunse mentre provava, senza successo, a far en-trare la camicia dentro i pantaloni con una mano, mentre conl'altra trasportava due grossi libri di scuola.

�E io sarei un pigrone! La mamma insiste perché inizi astudiare sul serio! Non la smette più di dirmi che quest'anno nonposso abbandonare la scuola e che devo prendere il M.AG.O.!�sbraitò con voce troppo felice per quello che stava dicendo.

�Che vuoi farci. . . E' il compito delle madri quello di stareaddosso ai �gli� cercò di consolarlo Harry, ma non dovette risul-

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tare troppo convinto �Ma non mi dirai che hai veramente vogliadi ubbidirle? E poi te l'ho detto che voglio andare a DiagonAlley�.

�Qui sta il bello. Pensavo che per coprirti con la mamma po-tremmo portare qui lo spaventapasseri dell'orto e tras�gurarloin modo che da lontano somigli a te, così la mamma avrà l'im-pressione che noi siamo qui a studiare mentre tu sei a comprareil regalo�.

�Ma allora ogni tanto te ne vengono di idee buone!� si con-gratulò Harry �Anche se te che studi per due ore non è moltocredibile!�.

Dopo le operazioni di camu�amento e disinfestazione daglignomi che a�ollavano il manichino, i due ragazzi si ritennerosoddisfatti del loro lavoro.

�E' ora che vada�.Harry parlò con un lieve tremito nella voce.�Ok, non preoccuparti. Sarò perfetto nella parte dello stu-

dente!�.Harry rispose al sorriso di Ron con un'espressione vagamen-

te rassicurante. Poi, avanzò velocemente �no allo steccato chedelimitava la proprietà della famiglia di Ron, si guardò beneintorno per accertarsi che nessuno lo vedesse sparire e lasciò laTana con un piccolo �crac�.

Un secondo prima di Smaterializzarsi gli venne in mente che,se la mattina precedente Kingsley avesse voluto sottoporlo aun processo per Uso Improprio della Materializzazione, qualcheanno ad Azkaban non glielo avrebbe tolto nessuno.

Dopo pochi secondi si trovò sulla soglia del Paiolo Magico.Era rischioso, ma aveva preferito Smaterializzarsi proprio lì per

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non destare il minimo sospetto ai Babbani che andavano avantie indietro la via; dopotutto aveva fatto pratica un anno prima,quando era rimasto rinchiuso un mese in Grimmauld Place.

Tirò una catenella appesa accanto alla porta, e subito unacameriera venne ad aprire. Appena lo vide, iniziò a sorriderglientusiasta, senza dire una parola. Harry cercò di ricambiareal sorriso, facendo �nta di non accorgersi che tutti i clienti lo�ssavano e parlottavano tra loro.

�Che avete da guardare? una persona normale, non un feno-meno da baraccone!� ruggì Tom, il barista, alla gente, che subitotornò a fare ciò che l'aveva impegnata �no a quell'istante.

Appena Tom gli fu vicino, Harry lo ringraziò e si sedette albancone.

Appena si fu seduto, la cameriera ritornò correndo e gli porseuna foto (che lo ritraeva mentre puntava la bacchetta di lato) euna piuma già intinta in un inchiostro di colore rosa shock, chea Harry ricordava tanto quello usato da Allock per �rmare lesue foto.

�M-mi fai un autografo?� gli chiese, balbettando timidamen-te.

Harry chiuse gli occhi per qualche secondo, in cui la ragazzaarretrò di qualche passo aspettandosi una sfuriata. Riaperte lepalpebre, la guardò stancamente e prese foto e piuma.

�Cosa vuoi che scriva?�.�Scrivici �A Emily, la tua più grande ammiratrice. Un giorno

scon�ggerai anche tu un Mago Oscuro� e poi la �rma� sussurròtimidamente la cameriera ricevendo uno sguardo di rimproveroda Tom, dopo il quale arrossì violentemente. Harry �rmò infretta e le porse la foto.

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�Grazie!� squittì Emily con gli occhi pieni di lacrime di gioia.Doveva avere quindici o sedici anni; �forse è una Maganò,

visto che non l'ho mai vista a scuola�. pensò Harry, restituendolela piuma.

La ragazzina corse via di nuovo, probabilmente a mettere lafoto al sicuro nel suo armadietto.

�Cosa ti porta qui?� chiese Tom non appena lei fu sparitanel retrobottega, mentre gli porgeva un boccale di Burrobirra.

�Devo comprare un regalo per Ginny� rispose Harry beven-do un sorso.

�Ginny. . . Ginny Weasley�?�Sì, lei. Stiamo insieme da quasi due anni. Sta per compiere

diciassette anni e io non so cosa regalarle� disse Harry, bevendoancora un po'.

�Oh, brava ragazza, simpatica e carina. Qualche volta miha aiutato a pulire. . . Trattala bene mi raccomando� commentòTom sorridendo.

�Certo! Grazie per la Burrobirra, Tom!� si congedò Har-ry, allontanando il boccale vuoto e lasciando cinque zellini sulbancone.

Salutò con un cenno della mano e uscì nel minuscolo cor-tiletto fuori dal bar. Contò tre mattoni in verticale e due inorizzontale sopra il cassonetto e aspettò che il muro si aprissedel tutto sulla via di Diagon Alley.

Senza indugi si diresse verso Tiri Vispi Weasley. George, chestava pulendo l'insegna del negozio, lo vide subito e gli andòincontro.

�Ciao Harry! Come mai sei qui. . . da solo?� gli chiese scor-gendo a destra e sinistra se vedeva qualche suo familiare.

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�Devo comprare un regalo per Ginny. Hai qualche idea?�disse Harry, mentre entravano nel negozio.

�Beh, le piace il Quidditch� rispose George con il tono di chiha appena raggiunto una conclusione molto sudata.

�Questo lo sapevo anche io�.�Sembra un maschiaccio, una dura, ma le piacciono cosette

tipo profumi, gioielli o vestiti eleganti, sai�.�Lo so per esperienza che non è a�atto un maschiaccio tua

sorella� disse Harry senza pensare e scoppiando a ridere renden-dosi conto di cosa aveva detto.

Anche George rise.�Dovresti regalarle qualcosa sul Quidditch, o roba da fem-

mine. Puoi regalarle una scopa nuova, o una divisa di qual-che squadra famosa, un abito da sera� propose, sistemando unascatola campione di Scherzi Per Tutti.

�No. non voglio �nire a comprarle un vestito. . . E le attrez-zature da Quidditch non vanno bene. . . Ci vorrebbe qualcosa dipiù personale sai. . . Una collana? Magari con il suo nome, o conle sue iniziali!�. Anche Harry stava pensando.

�Sarebbe più carino con i vostri nomi o con le vostre iniziali,o con una frase!�.

�Una cosa tipo la collana di Ron?� chiese, anche se conoscevagià la risposta.

�Quella d'oro massiccio? Orribile. Ma agli Gnomi è piaciu-ta�. Risero entrambi.

�U�a, non lo so cosa puoi regalarle! La dovresti conosce-re bene: sei il suo ragazzo da quasi due anni!� sbottò Georgeesasperato appena i due tornarono alla serietà di prima.

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�E tu sei suo fratello da diciassette!� ribatté Harry appog-giando la testa al muro.

Stettero in silenzio per un po', pensando.�Un animale!� esclamò Harry all'improvviso.�Ha già Arnold� disse George indicando una cesta piena di

Pu�ole Pigmee di mille colori.�Ma non ha animali da trasporto, un gufo le sarebbe utile�.�Può prendere Errol o Leo, o i gu� della scuola�.�Errol può portare poco, Leo non sopporta il peso di una

busta vuota, e i gu� della scuola. . . sono della scuola!�.�Potrebbe piacerle, ma una civetta è meglio, una civetta

grigia, o bianca sarebbe bella!�.�Una civetta bianca. . . come Edvige. . . �.�Oh, scusami, non volevo, mi dispiace Harry� disse George,

mettendogli una mano sulla spalla.�Non ti preoccupare, non fa niente. E' solo un ricordo ormai,

un brutto ricordo�. Respirò profondamente e si appoggiò dinuovo con la schiena al muro.

�Io devo tornare al lavoro. Fai un giro e guarda un po' dinegozi. Troverai di sicuro qualcosa� disse George con un sorriso.

�Ok, ho ancora due ore buone, ci vediamo alla Tana!� dis-se Harry rispondendo al sorriso e avviandosi verso il centro diDiagon Alley.

�Ci si vede l'undici! Vengo anche io a cena. Non possoperdermi la mia sorellina che diventa maggiorenne!�lo salutòGeorge.

Andò velocemente all'Emporio del Gufo e osservò tutti glianimali esposti.

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Ce n'erano di tutti i tipi: barbagianni, gu�, civette, allocchidi mille colori e grandezze. Non sapeva quale scegliere.

�Ehi, stai più attento!�.Un mago molto anziano era quasi caduto a terra. Harry ave-

va camminato con la testa per aria mentre guardava gli animali,col risultato che era �nito addosso all'uomo senza accorgersene.

�Aberforth!�.Harry era sorpreso di vedere il fratello di Silente a Diagon

Alley. Non l'aveva più visto dall'ultima battaglia, ma ora eravistosamente più sereno.

�Potter, non ti avevo riconosciuto! Bel modo che hai disalutare. Ora salti addosso alla gente?�.

Harry si scusò subito; il fratello di Silente continuava a inti-morirlo.

Aberforth lo squadrò e, col solito tono burbero, disse: �Nonpreoccuparti, ragazzo, le mie ossa sono ancora intatte�.

�Come vanno le cose?� domandò Harry, curioso di sapere seanche a Hogsmeade si fosse sentita l'in�uenza americana.

�Non c'è male. Tu Potter come stai?�.�Abbastanza bene. . . Purtroppo il ricordo della battaglia è

ancora fresco� ammise Harry.�Senso di colpa, eh? Non è stata colpa tua, Potter. E' inutile

continuare a rimuginare.Chissà come faceva a capirti mio fratello� disse Aberforth

scuotendo la testa.Harry non trattene un sorrisetto. A volte lui stesso non

riusciva a capirsi.�Nemmeno io so come faceva, ma so che lo ha fatto molto

bene�.

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�Beh, Potter, in tutta sincerità io mio fratello pensavo diaverlo inquadrato bene, ma, invece, non avevo capito niente�borbottò Aberforth, e poi proseguì in tono deciso �Comunqueper i morti non possiamo fare più niente. E' sui vivi che dob-biamo concentrarci. Spero che verrai a trovarmi quando saraidi nuovo a scuola; anche Ariana sarà felice di rivederti�.

Aberforth si avvicinò al bancone dell'Emporio per pagare.Harry lo seguì con lo sguardo, senza in realtà vederlo. Pensavaall'ultima volta che era andato alla Testa di Porco. Rivide ilcamino, il quadro di Ariana, i mobili e la tappezzeria di pococonto della stanza, la mensola del camino. Era coperta da fotopolverose della sua famiglia, da due piantine tutte secche e dauno specchietto; lo specchietto di Sirius.

Gli sarebbe piaciuto averlo, ma non gli sarebbe servito aniente senza la copia.

E poi non aveva nessuno con cui usarlo, nessuno da vedere,chiamare, nessuno che gli mancasse.

Inspiegabilmente pensò a Ginny e allo specchietto. Li so-vrappose mentalmente. E poi al volto di Ginny si sovrappose ilsuo.

�Aspetta, Aberforth!� gridò, andando incontro all'uomo cheusciva dal negozio �Lo specchietto di Sirius, quello per parlarea distanza, lo hai ancora?�.

�Sì, perché?�. Aberforth era sconcertato dalla domanda.�Devo fare il regalo alla mia ragazza. . . Ginny Weasley, non

so se la conosci. . . �.� Certo che la conosco� sbottò lui �L'unica �glia di Arthur

Weasley. Anche lei ha partecipato al caos nel mio pub qualchemese fa�. Nella sua voce si sentiva una nota di amarezza, che

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venne subito so�ocata da un nuovo tono, che Harry non gli avevamai sentito pronunciare: �Ho capito, buona scelta ragazzo! SaiSmaterializzarti vero?�.

�Certo� rispose Harry sorridendo a sua volta, notando conpiacere che come il fratello, anche lui lo capiva bene.

Si Materializzarono davanti al pub della Testa di Porco, aHogsmeade.

Harry scacciò i ricordi della notte di qualche mese prima, cheirrompevano nella sua mente mentre entravano e salivano nellastanza di Aberforth, al piano superiore del locale.

Harry fu sorpreso di vedere tutti i cambiamenti che eranostati apportati durante l'estate; non sembrava la stessa stanza.La carta da parati beige e la moquette bianca, entrambe nuove,erano pulite e davano un'aria luminosa alla stanzetta. I mobilierano stati riparati e profumavano di cera d'api. Sul caminoe sulle foto non si vedeva un granello di polvere. Il quadro diAriana era molto più colorato e la ragazza sorrideva salutandolocon al mano. Harry rispose al saluto e si avvicinò.

Poi lo vide; lo specchietto era accanto alle piantine, ora fre-sche e rigogliose, proprio dove l'aveva visto l'ultima volta. Loprese in mano e vi si specchiò.

Sedendosi su una poltrona, chiese: �Secondo te è una buonaidea? Io pensavo che ci sarà utile l'anno prossimo quando lei saràa scuola, mentre io no, ma può servire anche in altri momenti,giusto?�.

Aberforth sorrise e rispose: �Non ti preoccupare, le piacerà,stanne certo�.

Harry sorrise e guardò l'orologio.

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Era tardi, la copertura di Ron non avrebbe ancor a rettoa lungo. Già per lui studiare due ore consecutive era troppo,se poi lo lasciava lì ancora di più, rischiavano davvero di esserescoperti.

�Adesso devo andare, altrimenti mando tutto il piano all'a-ria, e non voglio che Ginny scopra cosa le voglio regalare!�.

�Le rovineresti la sorpresa� commentò Aberforth con tonoovvio, accompagnandolo alla porta della stanza. Ma quandostava per aprirla Ariana lo chiamò e gli fece segno con l'indicedella mano destra di avvicinarsi. Aberforth andò da lei, che glisussurrò qualcosa all'orecchio e rise.

�Ariana dice che sarebbe più bello se lo abbellissi un po',visto che è per una ragazza, magari con una cornice o dei �ori�.

�Ok! Grazie di tutto, alla prossima!�. Harry salutò, sorri-dendo e pensando a come abbellirlo.

Quando fu fuori dal pub, Disilluse il regalo e si Smaterializzòda dietro al cassonetto dove erano apparsi pochi minuti prima.

Pochi istanti dopo era comparso nello stesso punto da cuiaveva lasciato la Tana.

Entrò di fretta nel giardino e vide Ron che lo guardava torvoseduto all'ombra di un albero di Mecamilla Cotonosa.

Appena lo vide, si alzò e lo raggiunse, con un'espressioneesageratamente furiosa.

Appena gli fu accanto lo prese per le spalle e sussurrò infu-riato: �Cavolo, Harry, arrivi solo ora! Ginny e mamma non lasmettevano più di fare domande!�.

�Scusami! Ma. . . hanno scoperto dello spaventapasseri?!�.Harry non se l'aspettava proprio.

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�No. . . Cioè mamma non ha sospettato niente, ma Ginnyl'ha notato dopo solo mezz'ora! Allora ho deciso di toglierlo dimezzo e di inventarmi una storia, per accontentare sia lei sia lamamma. . . �.

�Hai fatto bene. Cosa ti sei inventato per coprirmi?�.

�Ho detto che eri andato a trovare un tuo vecchio amico giùin paese, si chiama Matthew Lichit, è un Babbano e ha la nostraetà. Pensa velocemente a cosa potreste aver fatto, come e dovel'hai conosciuto� spiegò Ron in fretta.

Harry lasciò il regalo Disilluso sotto l'albero e poi entrò incasa, trovando la signora Weasley che controllava le stovigliementre si stavano lavando e ascoltava la radio. �BentornatoHarry! Ron mi ha detto che sei andato a trovare un vecchioamico, un certo Matthew, giusto?� disse Molly senza guardarli.

�Ehm. . . Sì, sono andato da lui� mentì Harry sedendosi sullasedia più vicina.

�Dove lo hai conosciuto?� chiese Molly girandosi e ispezio-nandoli attentamente.

�Alla scuola dove andavo quando vivevo a Privet Drive. Eral'unica persona con cui ho fatto amicizia laggiù�.

�Cosa avete fatto?�.

�Abbiamo parlato un po'. Gli ho detto che ero dagli zii invacanza nel villaggio e avevo pensato di andarlo a trovare�.

A quanto pareva la signora Weasley aveva creduto a tuttequeste bugie, perché non aggiunse altro e continuò a sorvegliarele stoviglie, per poi ordinar loro di imbandire la tavola per ilpranzo.

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Dopo aver mangiato a sazietà, Harry e Ron salirono in si-lenzio �no in camera, dato che Ron era vistosamente ansioso disapere cos'era successo a Diagon Alley.

Erano pena entrati dalla porta, quando un fracasso assor-dante rimbombò di piani di sotto. Subito dopo, udirono duestrilli e dei passi pesanti che salivano le scale.

�Mi sa che è meglio se ti nascondi Harry!� commentò Ron,la voce evidentemente preoccupata.

La maniglia si abbassò, ottenendo l'e�etto di far indietreg-giare Harry di qualche passo. La porta si spalancò con un bottosordo, mostrando una Ginny infuriatissima,

che guardava Harry con uno sguardo da far fuggire un leone.In e�etti, Ginny era rimasta insolitamente cupa per tutto il

pranzo. Lo sguardo sempre �sso nel suo piatto, non aveva quasiaperto bocca, ma ciò non aveva insospettito più di tanto Harry;almeno, non al punto da aspettarsi una scenata come quella chegli si preannunciava.

Harry indietreggiò ancora e Ron trattenne il respiro, for-se perché sapeva benissimo cosa sarebbe accaduto vedendo lasorella rossa in viso in quel modo.

Neanche il tempo di chiarire bene cosa fosse successo, cheHarry si ritrovò schiacciato sulle lenzuola del letto, con le ma-ni bloccate da quelle di Ginny per impedirgli di utilizzare laBacchetta.

�DOVE CAVOLO SEI STATO? NON CI CREDO CHESEI ANDATO DAL TUO AMICHETTO! DIMMI DOVE SEISTATO O GIURO CHE TI STROZZO!�.

�N-Non posso d-d-dirtelo� La voce di Harry era abbastanzarotta dal poco respiro che gli causava la morsa di Ginny.

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�NON ME LO PUOI DIRE? PERCHÈ NON PUOI? UNACOSA SEGRETA? BRUTTO SCHIFOSO. . . � non riuscì a �-nire la frase, perché le sue labbra furono occupate.

Harry si era liberato con un abile scatto, aveva rovesciato lasituazione e la stava baciando.

Ginny gli diede una botta sulla spalla e cercò di allontanarloinvano, mentre si sentì il rumore di Ron che usciva dalla stanzasbattendo la porta e lasciandoli soli.

Non passarono neanche dieci secondi, che qualcuno bussò al-la porta, ma i due non risposero. La porta era appena socchiusa,quando Harry si accorse che stava entrando qualcuno. Staccòun attimo Ginny e chiese chi era.

�Sono Molly�.Ginny si alzò bruscamente e si a�acciò alla �nestra, e Harry

fece �nta di cercare qualcosa sotto il letto.La signora Weasley entrò con un cesto di panni appena stirati

e lo posò sul letto di Ron, sorrise ad Harry ed uscì, non primache un imbarazzato Ron si fosse ripresentato davanti alla porta.

Senza dare il tempo all'amico di aprire bocca, Harry cercòdi riscattarsi dal rischio che aveva appena corso, dicendo: �Viva di andare a volare un po'? Siamo tutti fuori allenamento, cifarà bene!� ma il suo �nto entusiasmo non contagiò nessuno.

Vedendo Ron ancora imbarazzato e con lo sguardo rivoltoverso il pavimento, si diresse verso la �nestra, dove Ginny eraancora intenta a �ssare un qualche punto all'orizzonte. Appenale fu vicino sentì il suo respiro a�annoso e ancora agitato perl'accaduto, ma, subito dopo, lei scattò verso la porta e uscì, conlo sguardo arrossato che osservava, triste, il pavimento.

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�Fammi vedere cosa hai preso!� disse Ron, in un esplicitotentativo di rompere la tensione creatasi.

Senza dire una parola, Harry si a�acciò alla �nestra, puntòla bacchetta verso la Mecamilla e disse: �Accio regalo!�.

Il regalo Disilluso salì verso di lui e entrò dalla �nestra.Dopo aver fatto svanire l'incantesimo, lo mostrò a Ron, che

sembrò del tutto sorpreso di vedere quell'oggetto.�Guarda, questo specchio ci ha salvato la vita, ricordi?�.�Sì, ma perché lo vuoi regalare a Ginny?� chiese Ron.�Perché almeno l'anno prossimo ci potremo vedere, e an-

che quest'anno da dormitorio a dormitorio, o durante le lezioni,quando siamo lontani insomma. Mi sembrava carina come cosa,no?�.

�Sì, molto carina. . . � Ron sembrava improvvisamente deluso�Peccato che queste idee vengano solo a te, ne venisse una ame. . . Almeno Hermione non si arrabbierebbe di continuo!�.

Harry lo guardò, ma non disse niente, preferendo iniziaresubito a lavorare sullo specchio.

Tirò fuori dalla tasca la sua bacchetta di agrifoglio, la puntòverso lo specchio posato sul letto e mormorò: �Geminio�.

All'istante una copia dell'oggetto si creò di �anco all'origi-nale, ma Harry notò subito che c'era qualcosa che non andava.

La prese in mano e notò con timore che la cornice che circon-dava il vetro dello specchio era molto meno ri�nita dell'originale.

Un enorme dubbio lo investì; passò lo specchio copiato aRon, che non disse niente ma si limitò ad ammirarsi

nel ri�esso. Poi prese in mano l'originale, osservò per unistante il suo viso preoccupato, quando Ron chiese: �Ma qui,ora, non dovrei vedere la tua faccia?�.

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Ciò che Harry aveva temuto era diventata una tremenda real-tà: l'incantesimo Geminio serviva a creare copie di un oggetto,ma queste non possedevano le stesse qualità magiche.

All'improvviso si ricordò di due momenti dell'anno preceden-te in cui aveva visto il frutto di quella formula; al Ministero dellaMagia, Hermione aveva usato quell'incantesimo per creare unacopia vistosamente fasulla del medaglione di Serpeverde (comed'altra parte aveva già fatto Regulus Black anni prima), men-tre pochi mesi prima, alla Gringott, nella camera blindata dellafamiglia Lestrange, si creavano copie incandescenti di coppe eoggetti preziosi, tutti privi di valore.

Come aveva potuto pensare che fosse così facile copiare unoggetto magico raro come lo specchio di Sirius.

Ma, poi, mentre anche Ron stava aggrottando la fronte perpensare ad una possibile soluzione, gli venne in mente una via;l'unica strada possibile per aggirare il problema. Se quello nonavesse funzionato non avrebbe potuto fare altro che arrendersiall'evidenza dei fatti.

Prese la bacchetta di Sambuco e disse, con voce incerta:�Geminio�.

Immediatamente, la copia apparve accanto a quella originale.�Ehi Harry, su questo specchio c'è la tua faccia!� strillò Ron,

prendendo in mano la riproduzione perfetta appena creatasi di�anco all'originale.

�E su questo dovrebbe apparire la tua, Ron!� disse Harry,sospirando, soddisfatto, nel constatare che l'incantesimo dellaBacchetta di Sambuco era riuscito alla perfezione �Perfetto�.Il viso di Ron era apparso nello specchio dopo che lui avevapronunciato il suo nome.

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Poi, con la Bacchetta modellò una cornice molto semplice,che ricalcava perfettamente i bordi dello specchio originale. Nonera bellissima, ma era tutto quello che riusciva a fare; la decoròcon due rose di un vivido colore rosso su vertici opposti primadi ritenersi soddisfatto del suo lavoro.

Prese i due specchietti e li mise in una scatoletta di cartoneche era sotto il letto, foderandoli prima con una carta spessa emorbida per non farli rompere.

Dopo aver fatto mutare il colore della scatola in un rosatenue e aver aggiunto alcune decorazioni, andò dritto verso ilsuo baule che aveva acquistato il giorno prima a Diagon Alley,ne estrasse una pergamena nuova, l'inchiostro e una piuma e viscrisse sopra un messaggio.

�Cosa le scrivi?�. Ron cercava di sbirciare da sopra il suoletto.

�Non sono a�ari tuoi!� rispose deciso Harry, mentre riponevail tutto nell'armadio e lo Disilludeva per sicurezza.

Quando si girò di nuovo, vide Ron che lo guardava torvo,evidentemente o�eso.

�Hai fatto tutto?� gli chiese l'amico con tono provocatorio.�Sì, spero che le piaccia� rispose Harry, sospirando.�Le piacerà, ne sono certo. Tu sai come prenderla per il

verso giusto. Lo sapessi fare anche io con Hermione. . . �. Ilsuo tono di voce era improvvisamente cambiato; evidentementeaveva fatto l'o�eso per scherzo.

�Non dire così. Tu con Hermione fai quello che puoi, e iouguale con Ginny� cercò di rincuorarlo Harry, anche se sapevabenissimo che non sarebbe servito a molto.

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�Ma tu e Ginny non litigate di continuo! Io e Hermionesi. . . �.

Passarono alcuni giorni, durante i quali Harry e Ginny limi-tarono al minimo il bisogno di parlarsi, per motivi che a Harryerano ignoti. Riteneva che ciò fosse causato dall'arrivo improv-viso della signora Weasley in camera qualche giorno prima, manon poteva esserne certo. L'unica cosa sicura era che Ginnycercava clamorosamente di evitare il suo sguardo.

La mattina del dieci agosto, la vigilia del compleanno diGinny, Harry si svegliò con un profumino di uova e pancettache proveniva dalla cucina. Ron non era nel suo letto, quindi sipoté vestire senza il sottofondo di borbottii inutili riguardantigli ultimi sogni dell'amico su Hermione, e scese in cucina.

Trovò la signora Weasley come sempre inda�arata tra i for-nelli.

�Ciao Harry caro, mi dispiace dirtelo, ma oggi ho mandatoRon ad aiutare George al negozio. Sapevo che gli

serviva una mano e ho mandato lui, tanto qui non combine-rebbe nulla di utile�.

�Non preoccuparti� aggiunse poi di fretta, mentre riempivaun piatto con quattro uova al tegamino e spostando la sediacome per invitarlo a mangiare � solo per oggi�.

Appena Harry ebbe messo in bocca il primo boccone, Ginnyspuntò silenziosamente dalle scale per fare colazione. Sul voltodella ragazza era ancora dipinta una strana espressione.

Quando ebbero �nito e riposto i piatti nel lavandino, men-tre una spazzola li lavava da soli, Ginny chiese cortesemente aHarry di aiutarla a far scendere Arnold dalla cima dell'armadiodi camera sua dove si era nascosto per giocare.

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Harry accettò, nella speranza che l'invito non nascondessequalche discorso imbarazzante, ma quando entrò nella stanzavide Arnold ancora profondamente addormentato sul letto diGinny.

�Dovevo parlarti� disse lei mentre chiudeva la porta e siaccingeva ad abbracciarlo.

�Sospettavo che ci fosse qualcosa sotto� replicò lui con untono misto tra l'ovvio e il noioso �Ti si leggeva in faccia cheavevi qualche cosa da dire. dall'altro giorno che sei così; daquando tua madre ci ha. . . �.

�Non da quel momento, ma dal tuo viaggio al Ministero� lointerrupe lei �Mi hai distrutta. Mi sono già immaginata tantevolte la tua morte. Tutto l'anno scorso io ero in pensiero perte. . . sempre. E ora vengo a sapere che hai deciso di fare ilmestiere più pericoloso di tutti�.

Internamente felice che il discorso non andasse a parare sul-l'arrivo di sua madre in camera, Harry si accorse dagli occhi dellaragazza quanto dolore stava provando. Erano occhi così belli eprofondi. Le loro teste si avvicinarono e si abbandonarono adun lungo bacio.

Sembrava fosse passata un'eternità quando si allontanaronoe si abbracciarono. E lui le sussurrò all'orecchio, con voce il piùsolenne possibile: �Ho deciso di accettare. Nulla mi potrà farcambiare idea, ma sappi che, qualunque cosa succederà, io saròsempre accanto a te�.

Detto questo, uscì dalla stanza, senza neanche osare guar-darla in faccia. Il pensiero di provocarle una simile so�erenza lofaceva stare male.

Ron tornò dopo pranzo con un'aria stanca.

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�Quei nanerottoli infami!� commentò, sedendosi su una se-dia in sala da pranzo �Noi non eravamo così alla loro età, por-tavamo rispetto per i più vecchi�.

Ma Harry non ascoltava veramente ciò che Ron diceva. Du-rante i momenti in cui prendeva �ato, lui annuiva o diceva cosedel tipo �si�, �certo� o �hai ragione tu�, per farlo sentire compreso.

La sua testa era altrove. Pensava sempre di più al gufo chequella mattina, subito dopo essere uscito dalla camera di Ginny,aveva spedito a Kingsley.

Sulla lettera c'era solo scritto Accetto, nel caso venisse inter-cettata.

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Capitolo 8

CUORI E LETTERE

�Che ne dici di un po' di Quidditch?� chiese Harry.Ron distolse lo sguardo dal libro di Tras�gurazione e nei suoi

occhi piano piano riapparve una scintilla di vitalità.�Dici sul serio? Stiamo studiando da appena mezz'ora. . . �

rispose poco convinto di quello che stava dicendo.�Beh, mezz'ora in cui sei sempre alla stessa pagina!�.�È roba di�cile� mugugnò.�Nemmeno io oggi riesco a concentrarmi, l'unica Tras�gu-

razione che ho in mente in questo momento ha a che fare conquesto libro e un Boccino da Quidditch, che ne dici?�. Volevaun pomeriggio lontano dallo studio e completamente dedicatoal Quidditch.

Ron rise chiudendo il suo libro; non era stato di�cile con-vincerlo.

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Presero le loro scope e si diressero verso il campetto rialzatoe nascosto dagli alberi dove si erano allenati quasi tutte le estati.

Stavano camminando e chiacchierando tranquilli quando Gin-ny li superò, correndo. Appena la videro, i due amici spiccaronouna corsa per inseguirla.

In pochi secondi la raggiunsero, e solo allora lei smise dicorrere.

�Vi va se mi alleno con voi?� chiese subito dopo.Harry annuì e Ron, facendo spallucce, rispose �Per me va

bene� per poi spiccare il volo �no all'entrata del campetto.Fu allora che Harry si rivolse a Ginny un po' preoccupato

dopo la discussione del mattino: �Come stai?�.�Lascia stare, ok?� lo interruppe subito lei con tono minac-

cioso e crucciato allo stesso tempo �Mi basta sapere che tu seifelice facendo l'Auror, ma giuro che la prima volta che ti ac-cade qualcosa. . . Diciamo che ti converrebbe farti molto male,altrimenti ci penserei io a �nirti!�.

Lui sorrise e la baciò lievemente sulla fronte.Ron aspettò qualche secondo, poi, vedendo che non si de-

cidevano a decollare, li raggiunse e chiese: �Allora, prima mialleno io a parare e poi voi. Va bene?�.

�Certo�. Harry annuì, felice che Ginny avesse capito lasituazione.

�Anche perché sei quello che ha più bisogno di allenarsi�aggiunse Ginny, provocando le risate di Harry. Ron fece unasmor�a, ma poi cercò di concentrarsi: evidentemente voleva faredel suo meglio.

Harry fece velocemente apparire dal nulla delle palle da cal-cio e altre da golf, così, Ginny poteva allenarsi a tirare le �nte

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Plu�e, mentre Ron, che nel frattempo aveva fatto intrecciare irami di due alberi in un cerchio simulando una porta, avrebbecercato di pararle.

Al suo turno, Harry si spostò velocemente verso destra, maall'ultimo istante sterzò a sinistra e lanciò con forza il pallonein quella direzione.

Ron, pronto sulla destra, si buttò velocemente dall'altro lato,ma riuscì solo a s�orare la palla con le dita di una mano primache quella cadesse a terra. Si precipitò a raccoglierla e la rilanciòall'amico.

�Tutto qui?� Ginny, pochi metri più in là di Harry, li pren-deva in giro, divertita �Senza o�esa, ma siete scadenti, ragazzi�.

Dopo qualche ora, fra lanci, parate (a volte tentate, a volteriuscite) e commenti maligni da parte di Ginny o d'incoraggia-mento, Ron riuscì a fare una parata spettacolare, facendo unacapriola a mezz'aria e fermando la palla con la coda della scopa.

�Allora non hai niente da dire adesso?� chiese allora allasorella.

Lei rispose con una linguaccia: �Se non ti avessi spronatonon avresti combinato nulla di buono!�.

�Piantala, avevo solo bisogno di riprendere un po' la mano.Comunque è tardi, è meglio se mi ritiro in gloria per oggi!�.

�Non è giusto!� si lamentò Harry, �Volevo allenarmi an-ch'io!�.

Quando scesero a terra, era troppo tardi per allenarsi con lepalline da golf e, quindi, si avviarono verso casa, non senza cheHarry avesse sottolineato che non si era potuto allenare.

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�Dovremmo ricominciare ad allenarci così più spesso �noall'inizio della scuola� azzardò Ginny mentre scendevano dalcolle.

�Hai ragione� Harry era completamente d'accordo con lei�In fondo non giochiamo a Quidditch da più di un anno. Tuche ne pensi Ron?�.

Ma Ron si limitò a sbu�are, mentre portava la scopa a spallegiù per il leggero pendio.

�Dai Ron! Tirati su, si può sempre rimediare� cercò ditirarlo su Ginny e anche Harry cercò di metterci del suo.

�Guarda che tutti i giocatori di Quidditch della scuola so-no nella nostra situazione�. Ma Ron non sembrò per nienterincuorato dalle loro parole.

�Rimediare? Ma non avete visto? Faccio schifo! Una paratabuona in due ore!�.

�Non dire così, so che puoi migliorare; se ci credi davveropuoi fare miracoli�.

�Il problema è crederci� concluse Ron in tono cavernoso.Né Harry né Ginny seppero cosa rispondere.Quando arrivarono alla Tana, Harry e Ginny andarono a

riporre le scope nel capanno, portandoci anche quella di Ron,che preferì entrare subito in casa.

Giunto nel ripostiglio, Harry avvolse le tre scope in un pannoe le appoggiò sopra un vecchio mobile attaccato dalle termiti,mentre Ginny lo osservava da dietro.

Quando varcarono la soglia della cucina Ron non c'era, men-tre la signora Weasley era come sempre inda�arata ai fornelli.

�Credo che Ron sia salito in camera sua� disse lei appena siaccorse della loro presenza �Sembrava molto demoralizzato. . . �.

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Ginny cercò immediatamente di cambiare discorso, chieden-do chi era stato invitato per cena la sera successiva.

�Naturalmente vengono Bill, Fleur, Percy e George, ma Char-lie mi deve ancora dare la conferma� rispose la madre �Ho pen-sato di invitare anche Hagrid, è sempre stato così gentile con noi!Ed Hermione, se vuoi. Se ti va di invitare qualcun altro. . . bastache me lo dici per tempo�.

�Penso che chiederò anche a Luna di venire. . . � concluseGinny, abbastanza soddisfatta, prima di salire le scale; Harry laseguì subito.

Contrariamente a ciò che pensava Ginny, però, salì �no allacamera di Ron ed entrò.

L'amico era disteso sul suo letto e lo salutò con un cenno.�Sai, un po' ti invidio� esordì tristemente.�Guarda che anche io sono fuori allenamento� ammise Har-

ry, stupito dalla domanda.�No, non per quello� lo corresse Ron �Ti invidio perché hai

una ragazza che ti adora, che passerebbe ogni singolo istante conte. Io invece ho una �quasi ragazza� che mette lo studio primadi me�.

Harry ebbe appena il tempo di chiedersi come avesse fattoRon a passare dallo sconforto per il Quidditch a quello per Her-mione, ma rispose prontamente a quello che aveva appena dettol'amico.

�Hermione ti vuole bene. Non pensare sempre al peggio�.�Non pensare sempre al peggio?!�il tono di Ron si era fatto

più alto. �Ma se. . . �.Subito dopo, però, si interruppe, dato che proprio in quel-

l'istante giunse dalla cucina la voce della signora Weasley che

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annunciava che la cena era pronta; così, per la fortuna di Har-ry, l'ennesimo discorso sui problemi tra Ron ed Hermione futroncato sul nascere.

La mattina dopo, un rumore proveniente dabbasso svegliòHarry, che cercò subito tentoni gli occhiali, e se li in�lò sbadi-gliando.

Gli ci volle un po' per mettere a fuoco la scena che gli sipresentava e, quando si rese conto di chi aveva davanti, arrossìe si tirò le lenzuola �no al collo, perché aveva indosso soltantoun paio di boxer.

�Scusami se ti ho svegliato� gli sussurrò Ginny, con un dolcesorriso stampato sul viso.

�Buongiorno� rispose anche lui sottovoce, mentre prendevauna T-shirt dal cesto di panni che era accanto al suo letto e sela in�lava �Che ci fai qui?�.

�Volevo vedere se eravate già svegli� rispose la ragazza, se-dendosi accanto a lui e dandogli un lieve bacio sulle

labbra. Lui ricambiò, poi si allontanò come se avesse presola scossa.

Portò un dito davanti alla bocca e poi indicò Ron, per faresegno a Ginny di stare attenta a non svegliare il fratello.

�A proposito, mi pare che oggi sia il compleanno di qual-cuno. . . � disse, poi, sporgendosi per prendersi un altro bacio�Tanti auguri�.

�Posso darti ora il tuo regalo?� aggiunse subito dopo, al-zandosi e aprendo l'armadio, senza dare il tempo a Ginny dirispondere.

Dopo aver tirato fuori il pacchetto rosa, lo diede a Ginny conun sorriso; lei lo prese e se lo rigirò fra le mani.

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�Attenta!� la apostrofò Harry, quando lei iniziò a scuoterlovicino all'orecchio per sentire cos'era.

Lei sorrise leggermente, poi sciolse il nastro che legava lascatola e ne sollevò il coperchio.

Quando alzò gli specchietti per togliere la carta in cui eranoavvolti, cadde una busta bianca, che raccolse e aprì immediata-mente, mentre Harry arrossiva leggermente.

Tantissimi auguri per i tuoi 17 anni! Sei la cosa più bella chemi sia capitata.

Harry.

Ginny rilesse quel biglietto più e più volte con gli occhi luci-di, ma non pianse (Per fortuna pensò Harry, vedendo gli occhiinumidirsi); poi lo ripiegò, lo in�lò nella busta e lo rimise nellascatola, rivolgendogli un leggero sorriso intimidito.

Poi riprese in mano i due specchietti e se li rigirò fra le maniper qualche minuto, scrutandoli, sospettosa.

�Perché due?�.�Perché sono specchi gemelli� concluse lui, come se fosse

ovvio.Ginny storse le sopracciglia; non aveva capito cosa intendeva

Harry per �gemelli�.�Servono a comunicare fra di noi se mai fossimo lontani; ba-

sta pronunciare il nome di chi possiede l'altro specchio. . . Guarda�le spiegò lui, vedendo il suo cipiglio incerto.

Poi prese lo specchio semplice, vi guardò dentro e sussurròil nome di Ginny, mentre lei �ssava l'altro, con lo sguardo di chisi aspetta che ne scaturisca fuori uno stormo di colombe.

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�Vedo la tua faccia!� concluse dopo un istante, mantenendoun tono di voce basso per non svegliare Ron �Ti vedo!�.

�Ho pensato che saranno utili se saremo mai lontani� aggiun-se timidamente Harry, osservandola mentre riponeva il regalonella scatola.

Quando Harry �nì di parlare lei si fermò con le mani ap-poggiate sulla scatola; lentamente la sollevò e la appoggiò sulmaterasso.

Poi si voltò, gli buttò le braccia al collo e lo baciò con tra-sporto; purtroppo, però, Ron riprese a russare, riportandoli allarealtà.

Harry si alzò in piedi, e si mise a sistemare gli abiti del cestonell'armadio, mentre Ginny riprendeva la scatola e ne tiravafuori lo specchio con le rose.

�Questo regalo è bellissimo, l'unico problema. . . �.Harry sbiancò, temendo di aver sbagliato qualcosa; Ginny lo

guardò, indovinandone i pensieri.�Ma cosa hai capito! Bellissimo il regalo solo che. . . questi

�orellini� commentò �Non ti dispiace se. . . �.�Fai pure� rispose, sollevato, Harry �Li ho aggiunti io sotto

consiglio di Ariana, ma se non ti piacciono. . . �.�Ariana?� il tono di Ginny era immediatamente cambiato.�La ragazza dipinta nel ritratto in casa di Aberforth Silente;

lo specchio originale ce l'aveva lui�. Harry rispose tutto d'un�ato, con voce pronta e piatta, ma dal tono della ragazza avevainteso che era in atto un preoccupante moto di agitazione.

A queste parole, Ginny sembrò calmarsi; prese la sua bac-chetta e fece Evanescere le due rose che ornavano la semplice

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cornice; mentre lo faceva, però, non poté nascondere un sorrisocompiaciuto.

�Così va meglio� commentò in�ne la ragazza, in un ulti-mo tentativo di dimenticare le parole di pochi secondi prima eammirando lo specchio.

Harry �nì di riporre un paio di calzini in un cassetto e tornòad accomodarsi accanto a lei.

Si era appena seduto, quando Ron socchiuse gli occhi; Ginnyse ne accorse e fece per alzarsi, ma il fratello spalancò le palpe-bre, svegliandosi di colpo, e chiese con fare sospettoso: �Che cifai tu qui a quest'ora?�.

Lei arrossì un poco, mentre Harry abbassò lo sguardo, conevidente espressione colpevole.

�Ero curiosa di vedere il regalo di compleanno di Harry�esordì poi Ginny, cercando di mantenere un tono calmo e rassi-curante �Non sono magni�ci questi specchi?�.

Il fratello sgranò gli occhi e commentò con aria di super-�cialità: �Si si sono belli. . .ma tanto sapevo già cosa volevaregalarti�.

Dopo le parole di Ron, Ginny sbu�ò spazientita; si aspettavacertamente una reazione diversa dal fratello.

�Comunque auguri!�.�Grazie� rispose fredda, mentre apriva la porta e usciva dalla

stanza.Quando Harry e Ron entrarono in cucina per la colazione,

sentirono subito tubare da sopra la credenza ed alzarono gliocchi; due grossi allocchi li osservavano con cipiglio quasi severo,il primo tutto sporco di marmellata. Doveva essere stato lui asvegliare Harry con quello strano rumore.

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Intanto Ron si era avvicinato al tavolo e osservava le duebuste che vi erano appoggiate sopra con aria inorridita.

Anche Harry andò a vedere a chi erano indirizzate e fu stupi-to nel vedere il sigillo di Hogwarts; una era rivolta a lui e l'altraa Ron.

�Cavolo� sussurrò Ron prendendo in mano la sua busta;Subito dopo, la signora Weasley apparve dal ripostiglio della

cucina e sorrise guardandoli, per poi iniziare con noncuranza apreparare uova e bacon per la loro colazione.

Harry aprì la sua busta e iniziò a leggere la pergamena scrit-ta con inchiostro verde blu cielo:

Caro Signor Potter,siamo lieti di informarLa che per il prossimo anno scolastico

Lei è stato designato come Capitano della Squadra di Quidditchdella Casa di Grifondoro nella Scuola di Magia e Stregoneria diHogwarts.

Augurandole ogni bene,

Aurora SinistraDirettrice della Casa di Grifondoro

La busta conteneva il distintivo scarlatto per il ruolo diCapitano.

Harry non poté che essere sollevato nel leggere la missiva;la cosa che colpì la sua attenzione fu la �rma: Aurora Sinistra,Direttrice della Casa di Grifondoro.

Probabilmente il ruolo di Preside era incompatibile con quel-lo di Direttrice e la McGranitt aveva dovuto passare il compi-

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to alla professoressa Sinistra, l'insegnante di Astronomia. Saràstrano dopo tanti anni, pensò.

Alzando lo sguardo, notò che Ron non era altrettanto feli-ce; di �anco a lui, leggeva e rileggeva la pergamena con occhisgranati.

�Cosa c'è?� gli chiese, in tono titubante, mentre gli allocchisulla credenza riprendevano rumorosamente il volo, dopo essersiaccertati che gli interessati avessero letto i messaggi.

�S-sono stato nominato P-Prefetto. . . � sospirò lui, come sestesse per dire qualcosa di molto indecente.

�Ma che bella notizia!� li interruppe la signora Weasley, la-sciando due uova che si rompevano da sole e si gettavano su unapadella e avvicinandosi al �glio �Non sai come sono contentaper te! Di nuovo Prefetto! Non ci speravo più. . . �.

�Perché?� domandò Ron, guardando la madre di sbieco.�Vedi, Ron. . . l'anno scorso, dopo il matrimonio di Bill e

Fleur� e fece un gesto come per dire �ci siamo capiti� �è ar-rivata la lettera che ti nominava Prefetto, ma siccome voi dueed Hermione eravate già scappati e tu non saresti dovuto an-dare a Hogwarts per colpa della Spruzzolosi ho dovuto inviareuna lettera di rinuncia. . . Non puoi immaginare quanto mi siadispiaciuto!�.

Detto questo abbracciò Ron, ancora apparentemente scon-volto, e chiese a Harry se anche lui era stato nominato Prefetto.

�No� iniziò lui �Sono stato nominato Capitano della Squa-dra di Quidditch�.

�Ottimo!� si congratulò lei, per poi abbracciarlo, dare unpizzicotto sulla guancia del �glio e tornare pimpante ai fornelli.

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�Ma perché sembri così inorridito?� sussurrò Harry a Ron,mentre i due si sedevano a tavola.

�Leggi�. L'aveva detto come se stesse per vomitare.Harry prese in mano la pergamena scritta con lo stesso in-

chiostro della sua nella calligra�a bassa e larga di Lumacorno elesse:

Caro signor Weasley,siamo lieti di informarLa che anche quest'anno Lei è stato

nominato Prefetto della Casa di Grifondoro.Conosce già le sue mansioni e i suoi doveri per tale ruolo,

ma Le ricordiamo ugualmente che il giorno 1 settembre p.v. Leidovrà recarsi nel vagone dei Prefetti sull'Espresso per Hogwarts,dove si terrà il discorso della Caposcuola della sua Casa, la si-gnorina Hermione Granger.

Sperando che stia bene,

Horace E. F. LumacornoVicepreside

Harry capì subito perché Ron era così stranito; Hermione erastata nominata Caposcuola e quindi lui si trovava un gradinosotto di lei.

�Ron dovresti essere felice per. . . � iniziò, ma fu interrottodall'improvviso arrivo nella stanza di Ginny.

�Mamma, stasera vengono anche Luna e Hermione� an-nunciò lei, appena scesa dai piani superiori, per poi sedersi easpettare che la colazione fosse pronta.

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Harry notò che appena la ragazza aveva nominato Hermione,Ron si era rabbuiato ancora di più.

La signora Weasley annuì e andò ad abbracciare e baciarela �glia, facendole gli auguri; poi iniziò a preparare la colazioneanche per lei.

Quando tutti e tre ebbero mangiato a sazietà, Harry si alzòe mise i suoi piatti nell'acquaio (dove nel frattempo le stovigliedella sera prima si stavano auto-lavando), poi uscì, seguito daglialtri due.

�Ginny!� gridò Ron mentre raggiungeva lei ed Harry vicinoal recinto del giardino �Come ti è saltato in mente di invitareHermione?�.

�Scusa, non pensavo ci fosse niente di male ad invitare unamia amica!� rispose lei, con voce ironicamente a�ranta.

�Fai anche la spiritosa adesso! Lo sai che abbiamo litigato!Harry, diglielo anche tu. . . �.

�Non dare la colpa a me se ti comporti da schifo�. Gin-ny aveva fatto tacere Harry con un gesto della mano e si eraavvicinata al fratello, perdendo la calma.

�Come ti permetti?� ruggì lui, infuriato.�Abbassate la voce� intervenne Harry con tono piatto �Non

vorrete che vostra madre vi senta?�.�Stai zitto, Harry� gli intimò prontamente la ragazza �So

come comportarmi con mio fratello� poi continuò, rivolta a Ron�Senti tu, un rapporto si basa sulla sincerità e sulla lealtà e setu e Hermione non parlate non voglio rimetterci io. Quindi o leparli tu e fate pace o stai

zitto, ma non terrai il muso lungo tutta la sera del miocompleanno�.

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�Come ti permetti di dirmi una cosa simile! Lo so benissimocome comportarmi con le ragazze!�.

�Certo� Ginny stava vistosamente trattenendo una risata discherno �Come no; lo vedo. Da quant'è che non parlate? Fammipensare. . . Un paio di settimane, proprio un bel rapporto�.

�Cosa ne puoi sapere tu di un rapporto sincero, visto che inun anno hai cambiato tre ragazzi ?� la attaccò il fratello.

Dopo questa uscita di Ron, anche Harry iniziò a scaldarsi.�Cosa?!�.Detto questo Ginny sfoderò la bacchetta; Ron fece lo stesso.Si �ssarono negli occhi per pochi istanti; evidentemente nes-

suno dei due sapeva cosa fare.Anche Harry stringeva in mano la Bacchetta, ma non l'a-

veva sfoderata, era pronto ad intervenire se la situazione fossedegenerata.

Ad un certo punto Ron trasse dalla tasca un piccolo pacchet-to, dicendo, con tono di disgusto: �Speravo di consegnartelo inun modo totalmente diverso� e lo lanciò a Ginny, con tutta laforza che sembrava avere in corpo; poi si voltò e si diresse incasa.

Lei agitò prontamente la bacchetta e fece lentamente levita-re l'involucro verso di sé, mentre osservava il fratello camminarecon passo svelto verso la porta della cucina. Quando le fu ar-rivato in mano lo scartò; conteneva una piccola spilla nera, cheaveva la forma di un'elaborata �G� in stile gotico.

Appena Ron ebbe svoltato l'angolo, Ginny si rivolse ad Har-ry, che teneva ancora stretta in tasca la Bacchetta: � L'hotrattato malissimo, vero?�.

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Harry si sentiva tra due fuochi. Doveva scegliere tra il dareragione alla sua ragazza o al suo migliore amico; non potevatrovarsi in una situazione peggiore di quella.

Peggio di così non potrebbe andare si trovò a pensare mentreri�etteva su cosa dire a Ginny. Anzi, forse sarebbe peggio se mitrovassi tra Hermione e Ron.

In�ne decise di cavarsela con poche parole neutre: � unaquestione tra voi due. . . Prova a parlargli, lo sai che in questoperiodo è più giù che mai�.

Ginny sembrò sentirsi abbastanza risollevata dalle sue paro-le, perché disse, con tono sicuro di sé: �Bene�, e poi si avviòvelocemente all'inseguimento del fratello.

Harry preferì non entrare nella Tana; ritenne che in quellafaccenda Ginny e Ron dovessero risolvere i loro dissapori senzala sua presenza.

Nel pomeriggio andarono tutti e tre al campetto dei Weasleyper allenarsi a Quidditch; Ron sbagliò gran parte delle parate,e anche questa volta Harry non riuscì ad allenarsi con le palleda golf.

�Dovrò comprarmi una scopa nuova� concluse Harry, mentretutti e tre tornavano alla Tana a metà pomeriggio �Ho già usatotroppo la vecchia scopa di George e ora che sono Capitano diGrifondoro. . . �.

�Sei Capitano?� lo interruppe bruscamente Ginny �Da quan-do lo sai? Perché non mi hai detto niente?�.

Harry le spiegò velocemente della mattina, e Ron sbu�òquando pronunciò il nome �Prefetto�.

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�Sono contentissima!� disse lei alla �ne del discorso di Harry�Dai Ron! almeno sappiamo che saremo subito in squadra!�.

Harry le scoccò uno sguardo di fuoco e lei scoppiò a ridere;Ron non sembrava essersi risollevato per niente.

Erano quasi arrivati alla Tana quando videro davanti a lorola �gura di una giovane ragazza non molto alta e dai capellidi un colore biondo sporco che veniva loro incontro, con un'an-datura molto simile a quella di un cavallo; i capelli salivano escendevano continuamente, dandole un'aria ancora più bizzar-ra di quella che le dava il lungo vestito coloro acquamarina cheindossava.

�Luna!� esclamò Ginny, correndole incontro.Harry e Ron si guardarono, sorpresi dall'abbigliamento della

ragazza, e accelerarono il passo verso l'amicaAppena raggiunsero le due ragazze, Luna si buttò pratica-

mente in braccio a Harry, poi a Ron, e poi disse con noncuranza:�Ciao, eroi!�.

Ron e Harry si guardarono e sorrisero; si ricordavano �ntroppo bene di averle salvato la vita pochi mesi prima, quandoera rinchiusa nei sotterranei di Villa Malfoy con Olivander, ilFabbricante di Bacchette.

Dopo un'ora arrivò anche Hermione, che si Materializzò ap-pena fuori il recinto della Tana e con passo svelto raggiunse ilgruppetto sotto l'albero di Mecamilla Cotonosa dove Luna stavaloro raccontando la sua estate; era andata in giro per il mondocon il padre, in cerca di qualche animale immaginario.

Appena li ebbe raggiunti, Hermione abbracciò Luna ed Har-ry, poi fece gli auguri a Ginny e salutò Ron con un semplice�ciao� e un forzato sorriso falso e stiracchiato.

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Da parte sua Ron ripose freddamente, con la voce tremante,e si girò, lanciandole uno sguardo tra l'a�ranto e l'arrabbiato eandando il più lontano possibile da lei.

Harry la guardò seguire Ron con occhi lucidi, voltarsi emormorare qualcosa alle amiche.

�Ho sentito che sei stata nominata Caposcuola!� iniziò su-bito dopo Ginny, cercando di ignorare il comportamento delfratello.

Hermione si limitò ad annuire, ma poi aggiunse, con la vocemeno rotta: �Devo tenere il discorso per i Prefetti sull'Espressoper Hogwarts. Spero di riuscire a prepararlo in tempo, sapete,ci sono così tante cose da dire. . . �.

�Immagino che due settimane possano essere su�cienti� com-mentò Luna, sorridendo, con il suo solito tono sognante.

�Spero di si� fu la risposta pronta di Hermione, che poiaggiunse: �Vi va di salire? Devo mostrare il mio regalo allafesteggiata. . . �.

Harry si accorse del tono orgoglioso con cui lo diceva e si sbri-gò a salutare e ad allontanarsi; non voleva saperne di questionifemminili.

Decise di andare da Ron, che era seduto ad un tavolo dipietra nascosto dietro la casa, con lo sguardo �sso verso il basso.Vedendolo in quelle condizioni, Harry dovette ammettere chegli faceva un po' pena, ma si sedette e gli mise una mano sullaspalla, rimanendo in silenzio. Dopo pochi secondi l'amico alzòlo sguardo dalla fredda pietra del tavolo con un'espressione diprofonda gratitudine, mormorando: �Grazie�.

Intimidito dalla reazione di Ron alle sue premure, Harry scos-se la testa e chiese, con il tono più gioviale possibile: � Ti va di

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giocare a scacchi?�.

Ron sorrise e annuì; poi si alzò e si diresse verso casa, segui-to a ruota da Harry, mentre tentava di asciugarsi dalla guanciadestra quella che doveva essere una piccola lacrima.

La sera arrivò in fretta e cominciarono ad arrivare gli invitati.

George arrivò per primo, e posò un grosso pacco verde su unapoltrona nel salotto, per poi iniziare subito a giocare a scacchicon Harry e Ron.

Poco dopo sopraggiunsero Bill e Fleur; lei, sempre bellissi-ma, si mise immediatamente ad aiutare la signora Weasley apreparare la carne (perché al songue come la fasciamo noi fran-scesi, non la fa nessuno), mentre Bill aiutava sua madre edapparecchiare in giardino.

Charlie e Hagrid raggiunsero la Tana praticamente nellostesso istante e si accomodarono in salotto a parlare di Draghi.

Appena prima che la cena fosse pronta, anche Percy e ilsignor Weasley tornarono dal Ministero, entrambi vistosamentespossati per la giornata.

Ginny accolse tutti con entusiasmo, ma subito dopo che suopadre fu arrivato e si fu sistemato, salì con Hermione e Lunaper cambiarsi d'abito.

Solo quando fu tutto apparecchiato e il cibo fu pronto, lasignora Weasley mandò Harry a chiamare le ragazze.

Salito �no al pianerottolo della camera di Ginny, bussò trevolte alla porta; sentì una risata e dei sussurri provenire dall'in-terno, mentre Luna apriva, ridendo.

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Entrò con fare incerto, e vide Ginny ed Hermione che loosservavano con aria soddisfatta, guardandolo di sottecchi dasopra il letto.

�Come hai fatto?� sussurrò Hermione, mentre anche Lunale raggiungeva.

�Fiuto� rispose Ginny.Harry scosse la testa e si limitò a dire: � pronto, scendete�,

per poi tornare in giardino e sedersi tra Ron e George.Poco dopo Ginny arrivò e si accomodò a capo tavola con

Hermione e Luna ai lati. Indossava un vestito nuovo, di rasorosso con un'ampia scollatura �a V� e un cordoncino nero ai

�anchi; quello doveva essere il regalo di Hermione. Harryscartò l'ipotesi che potesse essere quello di Luna solo per il fattoche era un abito normale.

Rimase incantato ad osservarla per quelli che gli sembra-vano minuti interminabili; era davvero bella con quel vestito.Mentre la scrutava cercando di non essere notato da nessuno,vide che indossava la spilla che le aveva regalato Ron; anchel'amico, seduto alla sua destra, sembrava esserne lievementecompiaciuto.

Poi, ridestatosi dalle chiacchiere di Ron e George, si accorseappena in tempo che la signora Weasley e Fleur stavano arri-vando con due enormi vassoi carichi di crostini e antipasti diogni tipo.

Il signor Weasley e Percy stavano parlando del lavoro al Mi-nistero, così cercò di ascoltare ciò che dicevano, mentre gli altriparlavano dei risultati delle ultime partite di Quidditch.

�Sai, l'Auror di Durmstrang. . . � sentì dire al signor Weasley,ma non riuscì a capire altro.

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Dopo aver rinunciato ad origliare, si voltò verso Hagrid, chestava mangiando, mentre Charlie gli parlava con fare abbastanzadisinvolto.

Le portate si susseguirono veloci ed abbondanti tra chiac-chiere e risate, e dopo poco più di un'ora, mentre il sole stavainiziando a tramontare, la signora Weasley portò in tavola unenorme torta di glassa rossa a forma di Plu�a.

Quando ciascuno ebbe mangiato almeno due enormi fette ditorta ed il vassoio fu completamente pulito, Molly annunciò chela festeggiata poteva scartare i regali.

Ginny annuì, evidentemente in attesa di aprire i pacchi cheaveva visto s�lare davanti ai suoi occhi.

Subito, ognuno dei commensali prese la sua bacchetta e lapuntò verso il salotto, ma Ginny li interruppe, dicendo, con tonoorgoglioso: �Fermi tutti! Ora posso farlo da sola�.

Alzò velocemente la sua bacchetta e la agitò verso la �ne-stra del salotto, da dove poco dopo apparvero tutti gli incarticolorati: il grande regalo di George, quello minuscolo di Hagrid,un sacchettino di Bill e Fleur e altri pacchetti che Harry nonaveva visto arrivare, perché troppo intento ad essere scon�tto ascacchi da Ron.

�Il nostro ti piascerà moltissimo� commentò subito Fleur,mentre tutti i regali atterravano dolcemente davanti alla festeg-giata in estasi.

Ginny cominciò ad aprire il pacchetto più piccolo, che eraquello di Hagrid.

Lo scartò velocemente e scoprì che era un �schietto intagliatoa mano.

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�È un �schietto richiama gnomi� spiegò Hagrid, col tono dichi presenta una delle Meraviglie del Mondo.

�Grazie!� Ginny cercò di sembrare il più contenta possibile,ma le si leggeva in faccia che un �schietto attira gnomi non erail suo sogno �Ci servirà per la prossima disinfestazione, veropapà?�.

Il signor Weasley annuì dall'altro capo della tavola, contentodi aver davanti un manufatto semiBabbano, mentre lei aprivaun pacchetto leggermente più grande, che era da parte di Bill eFleur.

Lo aprì alla svelta, speranzosa nel buon gusto di Fleur, eammirò il braccialetto dorato e gli orecchini di una lucente pietranera stesi su un cuscinetto di gomma piuma; se li mise con l'aiutodi Hermione e ringraziò calorosamente fratello e cognata.

�Come sei jolie con quelli orecchinì, tesoro! Stanno d'incan-to con quel grazioso vestito!� commentò la seconda, sorridendoradiosa.

Ginny continuò ad aprire i regali e scoprì che la madre eil padre le avevano regalato un piccolo ma elegante orologiod'oro; era usanza della famiglia Weasley donare un orologio aldiciassettesimo compleanno dei �gli

Il regalo di Luna era uno stereo Babbano modi�cato magi-camente insieme con alcuni CD, mentre quello di Percy era unvoluminoso libro sulla vita di Gwenog Jones.

Dopo aver ringraziato entrambi, prese il regalo di Charlie: sitrattava un Set per la cura delle Pu�ole Pigmee.

�Arnold ne sarà felicissimo!� fu il suo commento.�Poi lo presti anche a me? Se funziona per Arnold funzionerà

anche per Snitch�chiese Harry scherzoso.

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L'ultimo regalo era di George; con grande sorpresa di Ginny(amara per Ron), conteneva una raccolta completa di tutti iprodotti di Tiri Vispi Weasley.

�Manca il discorso� disse Ron appena lei ebbe �nito di scar-tare l'ultimo pacco.

Ginny sorrise e si alzò in piedi; poi si schiarì la voce e disse:�Grazie a tutti, siete stati veramente gentili, sono felice

di vedere che siete venuti tutti alla mia festa, anche se nonimportava. . . �.

�Come non importava? Lo potevi dire prima, almeno rima-nevo in negozio! Tyron combina sempre più guai in quest'ultimoperiodo!� la interruppe George nel suo solito tono giocoso, facen-do ridere tutti tranne la signora Weasley e Ginny, che continuòimperterrita: �Ringrazio anche Hermione per il meravigliosovestito che indosso. . . � Hermione parve molto lusingata dopoche molti dei presenti commentarono positivamente l'abito �perla bellissima spilla (e indicò il gingillo che aveva appuntato alvestito) ed Harry, che mi ha donato uno splendido specchio�.

Concluso il discorso, la signora Weasley iniziò a sparecchiare,mentre gli ospiti si spostarono in salotto per un brindisi alcolico;Harry, invece, si o�rì di aiutare Ginny a portare tutti i regali incamera sua.

�Finalmente soli. . . � mormorò lui, avvicinandosi e bacian-dola con dolcezza.

Per tutto il giorno non avevano avuto occasione per stareinsieme da soli, ma in fondo, pensò Harry, Ginny era diventatamaggiorenne ed era giusto che condividesse quell'evento uniconella vita con tutti i suoi cari, non solo con lui.

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Si staccarono dopo quella che sembrava un'eternità e, mentreentrambi scendevano di nuovo al piano terra, Harry sentì il cuorebattere più forte di quanto ricordasse nella sua vita, quandosentì Ginny sussurrare: �Questo è il regalo più bello�.

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Capitolo 9

IN VIAGGIO PER

HOGWARTS

Una pioggia incessante picchiettava contro i �nestrini dell'autodel Ministero mentre Harry osservava distrattamente sfrecciarefuori la Londra Babbana. Era in�ne giunto il giorno del lororitorno ad Hogwarts e cominciava a sentirsi emozionato quasicome la prima volta che aveva viaggiato verso la scuola.

Gli ultimi giorni alla Tana, nonostante avesse passato tantibei momenti insieme a Ginny appartandosi con mille espedien-ti, erano stati un vero disastro a causa di Ron e della signoraWeasley. Tutti e due, per motivi diversi, erano piuttosto ner-vosi e irascibili. Ron era ancora intrattabile per via delle sueincomprensioni irrisolte con Hermione. Dal giorno seguente alla

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festa di Ginny gironzolava per la Tana come una Caccabomba adorologeria, pronto ad innescarsi al minimo contatto con esserevivente. Una volta Harry lo aveva sentito da dietro la portaavere una lunga e complessa lite persino col povero Leotordo.

A sua volta la signora Weasley trovava sempre un pretestoper esortarli animatamente a lavorare o studiare con

maggiore impegno. Sembrava proprio intenzionata a farlistare fuori casa il minor tempo possibile, pronta a sgridarli ognivolta che varcavano la soglia dell'abitazione. Harry comprende-va il suo desiderio di tenerli tutti vicini il più possibile, potevasolo immaginare quanta fosse la paura di separasi dai suoi �-gli rimasti e non poterli tenere continuamente sott'occhio, ma ilrisultato �nale era che alla Tana si respirava un'aria piuttostotesa.

Nell'auto tutti facevano silenzio, Ginny si era appisolata sullaspalla della madre, che aveva insistito con forza per accompa-gnarli �no al treno, Ron guardava con ostinazione fuori dall'al-tro �nestrino, apparentemente quasi senza respirare, e persinol'autista non aveva mai aperto bocca, salutandoli anche al suoarrivo solo con un gesto sbrigativo della mano.

Quella mattina Harry era stato svegliato dall'amico che par-lava animatamente nel sonno. Inforcò gli occhiali e si avvicinòsilenziosamente al suo letto per tentare di capire cosa bofon-chiasse.

�scusa stavo russando, scusa . . .� disse Ron chiaramente,nonostante muovesse appena le labbra. Harry si mise una manosulla bocca nel tentativo di reprimere un attacco di ilarità chealtrimenti avrebbe svegliato tutta la Tana. Corse nuovamen-te al suo letto e schiacciò la faccia contro il cuscino, le risate

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che tentavano prepotentemente di venir fuori non erano dettatetanto da quelle dolci parole, ma dall'espressione compiaciuta edestasiata che aveva il giovane Weasley in quel momento.

Quando durante la colazione Harry lo aveva interrogato, consorniona disinvoltura, sulla natura del sogno, Ron era rimastoimmobile la forchetta a mezz'aria.

�Non so di cosa parli� aveva risposto in�ne portando il boc-cone alla bocca. Dopodiché si era trincerato in un silenzio totale,non emettendo più neanche i soliti grugniti mentre spazzolavale ultime salsicce. Harry tentò di pungolarlo ancora un paio divolte con disinvoltura, ma alla �ne si arrese per paura di spin-gere Ron in uno stato di mutismo vegetale de�nitivo, d'altrondenon aveva certo bisogno di alcuna conferma per interpretare lanatura, e tantomeno la protagonista, del sogno dell'amico.

Giunsero a King's Cross in perfetto orario, le auto del Mi-nistero della Magia non temevano il tra�co, si trovavano mi-steriosamente sempre a capo di qualunque �la si formasse nellestrade londinesi, riuscendo a trovare ogni semaforo verde, anchese proprio in quel semaforo era appena scattato il rosso.

L'autista scaricò i loro numerosi bauli dal portabagagli in-cantato dell'auto, che altrimenti mai avrebbe potuto conteneretanta roba, salutò la famiglia con il medesimo gesto

silenzioso e in un attimo scomparve alla loro vista nonostanteil tra�co babbano quasi bloccato davanti alla stazione.

La signora Weasley scortò i ragazzi verso i binari, chiaman-doli di continuo appena restavano indietro di qualche passo, ave-va insistito praticamente tutte le sere con il marito a�nché an-che lui potesse accompagnarli quel mattino, ma come al solitosembrava che al Ministero non ci fosse possibilità di avere un

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momento libero. Anche Percy aveva manifestato la sua impos-sibilità ad assentarsi dal lavoro, seppure nessuno glielo avessechiesto.

Harry spinse per primo il carrello verso la barriera che sepa-rava i binari nove e dieci, e in un istante si trovò davanti all'E-spresso per Hogwarts, che già sbu�ava davanti ad un binario piùa�ollato che mai. Solo in quell'istante Harry pensò alla vecchialocomotiva scarlatta come ad una cara amica, che per anni loaveva portato lontano dai problemi della sua convivenza forzatacon i Dursley, verso la sua legittima vita da mago. Quando Ron,Ginny e la signora Weasley lo raggiunsero cominciarono ad av-viarsi con decisione verso la coda del treno, dove sembrava chela folla fosse un po' meno. Harry tentava di non urtare nessunocon i suoi voluminosi bagagli per dare nell'occhio il meno pos-sibile. Il signor Weasley lo aveva avvisato la sera prima a cenache i maghi vedendolo, in particolare i ragazzi più piccoli, sareb-bero letteralmente impazziti. Tutti avrebbero voluto salutare,toccare e fotografare l'eroe di Hogwarts �E vorranno farlo

tutti insieme, anche a costo di saltarti sopra� lo ammonìbonariamente Arthur �Cerca di non farti notare. . . per quantosarà possibile!�.

In realtà Harry non stava facendo molta fatica a mimetiz-zarsi tanto era il caos, mai aveva visto tanti maghi alla stazionee così diversi tra loro. Era facile indovinare tra i presenti qualifossero i maghi americani. Intanto spiccavano tra la folla perchésembravano essere i più chiassosi e irrequieti, poi i loro abiti era-no decisamente molto più sportivi e, nonostante anche gli inglesiusassero tessuti piuttosto vivaci, i loro vestiti erano addiritturasfavillanti. Probabilmente erano sto�e incantate pensò Harry,

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perchè alcune sembravano emettere a tratti proprio una piccolaluce.

�Harry! Hey Harry!� Harry guardò davanti e vide Hermionefarsi strada tra la gente. Quando lo raggiunse lo salutò con uncaldo ma frettoloso abbraccio. Lei indossava già l'uniforme diHogwarts e portava in bella vista una grossa spilla rossa e gialla,su cui era incisa un'elaborata �C�.

�Finalmente il gran giorno, hai visto quanta gente!� gli dis-se mentre abbracciava e baciava ora anche Ginny e la signoraWeasley.

Harry non rispose, si girò invece intorno alla ricerca di Ronche sembrava essere completamente sparito insieme al carrellocon le sue cose. Mentre cercava di distinguere la rossa capi-gliatura dell'amico tra le centinaia di teste che aveva intorno, ilrespiro gli morì in gola. Tutta la folla che li

circondava inda�arata �no ad un istante prima era ora quasipietri�cata e si stringeva lentamente intorno a loro. Non smet-tevano di �ssarli con sguardi perplessi e incuriositi, indicandoli ebisbigliando rumorosamente senza ritegno. Harry si voltò versoHermione che lo �ssava già con aria morti�cata mordendosi unlabro. Era stata lei a chiamarlo a gran voce in mezzo a tuttaquella gente e ora tutti lo avevano riconosciuto. Ci fu un pri-mo coraggioso �ash e poi all'unisono partirono centinaia di altremacchine fotogra�che. Nel giro di un istante Harry non riuscìpiù a distinguere nulla di ciò che lo circondava tanto lo stavanoabbagliando gli scatti.

Non aveva idea di come uscire da quella situazione, ci sa-rebbe voluto Hagrid per disperdere quella folla fuori controllo,ma l'amico gigante era quanto mai lontano. Ginny, la signora

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Weasley ed Hermione potevano essere ovunque, lui ormai ve-niva liberamente strattonato a destra e sinistra, la profezia delsignor Weasley si era avverata. Stava valutando se fosse reato ono tirare fuori la bacchetta e schiantarli tutti, quando improvvi-samente il terreno sotto i loro piedi venne scosso terribilmente.Si udirono grida e molte delle persone che si erano arrampicateaddirittura sui propri bauli per fotografare Harry cadde a terra.

�MANTENETE LA CALMA E FATE LARGO� tuonò unavoce metallica sovrastando ogni altro suono. La folla si aprìbisbigliando prima spaventata, poi eccitata. Un uomo alto quasidue metri e dalla corporatura granitica veniva

avanti verso Harry tenendo la bacchetta davanti alla boccacome se parlasse ad un microfono. Rapidamente con un ge-sto inaspettato la puntò verso terra, facendo scaturire un altrotremendo scossone, che quietò gli ultimi agitati.

�FATE PASSARE E MANTENETE LA CALMA� disseportando nuovamente la bacchetta alla bocca. Evidentementequest'ultima ampli�cava, con una magia che Harry non avevamai visto, la voce dell'uomo anche se a vederlo, grande e grossocome era, non sembrava averne bisogno.

Indossava una giacca a righe nere e bianche, ma Harry nonpoté fare a meno di notare che le righe bianche diventavanonere e viceversa, ma in maniera così frequente che il risultatofaceva veramente venire il mal di testa. In testa teneva un vec-chio cilindro un po' consumato, decisamente troppo piccolo perlui, che stonava totalmente sia con il vestito sgargiante che conl'atteggiamento sportivo ed energico dell'uomo.

Quando raggiunse Harry lo prese per un braccio e lo trascinòaccanto a sé.

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�Guardate è Hudson Willis� gridò qualcuno tra la folla. �Èvero è proprio lui� risposero altri. Tutte le persone che a primavista sembravano americane scoppiarono in un fragoroso e scal-manato applauso, mentre la maggior parte dei presenti chiedevaal vicino chi fosse quell'uomo.

Harry era visibilmente stordito, il signor Hudson Willis con-tinuava a tenerlo saldamente per il braccio accanto a sé senzacurarsi di lui, mentre salutava e sorrideva tranquillamente versola folla.

�Il treno per Hogwarts sta per partire, vi prego di salutare ivostri �gli e allontanarvi un po' dai binari. Siamo tutti contentiche con noi ci sia Harry Potter, ma vi prego di non assalirlo inquesto modo mai più, è solo un ragazzo. . . �.

La stessa folla che �no ad un istante prima sembrava in-tenzionata a portarsi a casa un pezzetto di Harry ora annuivasaggiamente come se tale idea non gli avesse mai s�orato lamente.

�'altronde non è per merito suo se i Golden Chocolate hannovinto per dieci anni di �la il Campionato Nazionale!� esclamòsempre sorridendo.

�È merito tuo Hudson� urlò un anziano mago con un cap-pellino calcato in testa �sei tu il campione� fece eco un bambinodi non più di sei anni che si trovava in braccio ad una signora apochi passi da Harry, e a quell'esclamazione tutti applaudirononuovamente.

Il �schio di avvertimento dell'espresso riscosse tutti da quellostato di eccitazione, e una nuvola di vapore che fuoriusciva dasotto il treno li convinse a riunirsi ai propri cari e ai propribagagli.

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Un uomo si avvicinò a grandi passi ad Hudson riferendo-gli con aria greve una cosa all'orecchio, questi �nalmente lasciòHarry e senza rivolgergli alcun segno di intesa si diresse a passosvelto verso la locomotiva.

Harry lo guardò andare via senza riuscire a spiccicare unaparola, cosa ci faceva alla stazione di King's Cross quello chegli era sembrato di capire fosse un noto campione sportivo ame-ricano? Che fosse il genitore di uno dei ragazzi? Ma alloraperché quell'uomo era venuto a chiamarlo con fare così miste-rioso? Mentre riusciva ancora a distinguer in lontananza partedel cilindro che si confondeva con il resto della folla Harry furaggiunto da Ginny, la signora Weasley ed Hermione.

�Scusa Harry è stata colpa mia, come mi è venuto in mentedi chiamarti in quel modo davanti a tutti� si scusò Hermionecon gli occhi lucidi, mentre Harry cercava la mano di Ginny perstringergliela, contento che stesse bene.

�Non preoccuparti Hermione, non è stata colpa tua. . . chipoteva aspettarselo!� disse ripensando alle raccomandazioni delsignor Weasley.

�Dov'è Ron?� chiese Molly che non smetteva di guardarsiintorno inquieta, ora imitata anche da Hermione.

�Ehm è sparito prima che succedesse il parapiglia, credofosse salito sul treno appena ha visto. . . � stava per dire �appenaha visto Hermione correre verso di noi� ma per fortuna riuscìa correggersi �ha visto la gente che cominciava ad agitarsi!�concluse.

�Ora scusatemi ma devo correre dagli altri Prefetti. Sape-te, è tradizione che il Caposcuola faccia loro un discorso, c'holavorato tutta la notte e. . . �.

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�Capisco� fece Harry mentre tentava di rigirare il suo baulecapovolto.

Probabilmente l'amica non era riuscita a prendere sonnoquella notte, ed era rimasta sveglia a perfezionare anche la piùpiccola virgola del suo sicuramente pomposo discorso.

Hermione salutò la signora Weasley e si a�rettò a salire sullacarrozza più vicina.

Harry �nì di riunire tutti i bagagli proprio quando il trenoemise l'ultimo �schio di avvertimento cominciando a muoversi.

�Presto, presto!� disse la Sig.ra Weasley abbracciando siaHarry che Ginny più volte.

�Salutatemi quel testone di Ron e ditegli di mandarmi ungufo appena arrivate. Voi due fate i bravi e scrivete spesso e miraccomando. . . � disse mentre cercava nella sua grande e caoticaborsa un fazzoletto per asciugarsi gli occhi �. . . fate i bravi�ripeté ancora una volta quando ormai erano già saliti.

Il treno iniziò lentamente a prendere velocità e Harry comin-ciò a farsi strada per il corridoio a testa bassa senza incrociarelo sguardo di nessuno.

�Speriamo che quell'idiota di mio fratello abbia almeno presouno scompartimento� a�ermò Ginny piuttosto seccata.

�Me lo auguro� rispose Harry dando uno strattone al bauleche si era incastrato nell'intercapedine tra un vagone e l'altro.

Camminarono lentamente lungo il corridoio trascinando leloro cose, scrutando velocemente l'interno degli scompartimenti,che erano �no ad ora tutti occupati. Il treno era evidentementepiù pieno del solito. Harry non poté fare a meno di notare che glistudenti di tutte le classi continuavano a �ssarlo con rinnovatointeresse. Lanciò un'occhiataccia a un ragazzo che conosceva

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solo di vista e che sembrava stesse per avvicinarsi. Questi sifermò dov'era perdendo tutto l'entusiasmo con cui si era mosso.Harry si domandò se valesse la pena di schiantarne uno a casoper dare una lezione a tutti. Si ripromise di pensarci con calma.

Finalmente da una delle ultime carrozze videro Ron farglicenno da dentro uno scomparto, tranquillo e felice come se nullafosse accaduto.

�Tutto bene?� domandò Ron vedendo le loro facce scure.�Tutto bene? Ma sei scemo o cosa! Non hai visto tutto quel

casino? Ti eri addormentato?�.�Quando è successo tutto ormai ero quaggiù e non c'è stato

modo di raggiungervi. . . poi è arrivato HudsonWillis ed è andatotutto bene no? Come è da vicino Harry? tosto come sembra?�.

�Ma non hai capito che Harry e anche io e la mamma abbia-mo rischiato di rimanere schiacciati tra la folla? E tu per le tuestupide liti con Hermione sei sparito senza dire nulla a nessuno?E se ci fosse servita una mano? E se. . . �.

�Dai Ginny lascia stare, ormai è andata e Ron non pote-va prevedere quello che sarebbe successo. . . � intervenne Harrymentre tirava fuori dalle ceste Snitch e Arnold, che cominciaronoa rimbalzare allegramente per lo scompartimento.

Lasciarono cadere l'argomento sistemandosi comodamente.Ron si sedette vicino al �nestrino a braccia incrociate chiusonuovamente nel suo ostinato mutismo. Harry, che non soppor-tava di vederlo così si ricordò che l'amico pochi istanti primaaveva nominato Hudson Willis come se lo conoscesse.

�Ron tu conosci quell'Hudson Willis?�.�Certo che lo conosco è una leggenda!� disse Ron voltandosi

ora più tranquillo.

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�Non mi stupisco che tu non lo conosca, non leggi mai nulladi Quidditch! Comunque lui gioca nella divisione americana equindi non tutti lo conoscono, ma in ogni caso lui è il migliorein tutto, nelle acrobazie, nel disarcionare gli avversari. . . le suepicchiate sono storia!�.

�Ma cosa ci faceva qui secondo te?�.�Non saprei sono due anni che si è ritirato. Ma si è ritirato

da vincitore, ha vinto il suo decimo titolo consecutivo e. . . �.In quel momento, un bambino, sicuramente del primo anno,

bussò debolmente all'entrata della cabina.�Ho. . . io ho. . . io ho un messaggio per Harry Potter� esordì

il piccolo quasi tremando.�Lo hai trovato, cosa vuoi?� disse Ron.�Dai non spaventare i bambini già il primo giorno!� lo rim-

proverò Harry proseguendo in tono cordiale �Dimmi, sono ioHarry. Chi mi cerca?�.

�Il professor Lumacorno ha detto che vi aspetta tutti a pran-zo nella sua carrozza, vuole festeggiare gli �eroi di Hogwarts�!�disse tutto d'un �ato.

�Oh che bellezza, il Lumaclub è di nuovo in attività!� escla-mò Harry ironicamente. Quella notizia non lo rallegrava nemme-no un po'. Certo il professor Lumacorno era una brava persona,ma il suo modo di fare non gli era mai piaciuto.

�Ok grazie piccolo, dì al professore che se riusciremo faremoun salto nella sua carrozza�, il bambino annuì e corse via.

Harry poggiò stancamente la testa sulla spalla di Ginny cheinizio a leggere una rivista che aveva tirato fuori dal baule.

Ron tornò a voltarsi verso il �nestrino a braccia incrociate,il viso teso e pensieroso.

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Harry prese la decisione che quella storia doveva �nire. Sepossibile già prima di arrivare ad Hogwarts. Una volta

a scuola, Ron e Hermione non avrebbero potuto continuaread evitarsi: la situazione doveva risolversi il prima possibile. Luiavrebbe dovuto. . . non riuscì a terminare quel pensiero, si stavaaddormentando. . .

Harry si ritrovò a camminare lungo i binari, non sapeva co-me fosse �nito lì ma l'unica cosa che gli sembrava sensata eraseguire il percorso del treno. Lo spazio era molto stretto, il bi-nario era stato ricavato sul versante di una montagna, alla suadestra si innalzava il muro roccioso e alla sua sinistra si aprivalo strapiombo.

A quel punto si accorse che c'era qualcuno che camminavaun po' più avanti a lui. Un uomo avvolto in un mantello nero.

�HEY!� chiamò Harry.L'uomo non rispose.�Sa dirmi dove siamo?� chiese.L'uomo si voltò. Aveva il cappuccio calato sulla testa, non

era possibile vederlo in faccia. Si chinò raccogliendo un sasso daterra e iniziò a lanciarlo e riprenderlo con la mano.

�Mi scusi, non so dove siamo, potrebbe aiutarmi?�.L'uomo alzò il braccio, caricò il tiro e scagliò la pietra contro

di lui.Harry fece appena in tempo ad accorgersi del lancio e a

muoversi sul lato per schivarlo. Era al limite del burrone.In questi casi i ri�essi da giocatore di Quidditch facevano

comodo.�Ma è impazzito! Cosa. . . �.

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Non fece in tempo a parlare che l'uomo gli tirò un'altrapietra.

Questa volta non fu altrettanto pronto: fu colpito dritto infronte. Perse l'equilibrio.

Senza quasi rendersene conto si ritrovò a precipitare giù neldirupo.

La testa gli pulsava dolorosamente.Poi, improvvisamente, tutto divenne bianco e so�ce ed Har-

ry iniziò a volare in aria. Solo allora intravide qualcosa sotto dilui, sembrava un bosco.

Iniziò a planare dolcemente. Arrivato più vicino a terra siaccorse che c'era un edi�cio decadente. Continuava a scendere,stava per impattare contro il tetto.

Portò istintivamente le braccia in avanti per proteggere ilviso. Non successe niente. Attraversò il tetto come se fossefatto di niente.

Si ritrovò in una stanza buia. C'era solo una �oca luce cheproveniva da un angolo. Un uomo incappucciato, era sedutoad un grande tavolo, consultando attentamente un vecchio li-bro malconcio. Sul tavolo c'era anche una pergamena su cuiuna penna stava scrivendo incessantemente: probabilmente sta-va prendendo appunti. La pagina era riempita con dei simboliche Harry non conosceva.

Cercò di vedere in faccia l'uomo ma proprio in quel momentosentì delle voci. Più in la c'erano altre persone. Un uomo stavaparlando. �Per fortuna che è in nostro possesso, a quanto diceCinereus il suo potere è più grande di quanto immaginavamo. . . � la voce si a�evolì, la stanza iniziò a svanire. Era di nuovotutto bianco.

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Aprì gli occhi, ritrovandosi nello scomparto del treno, era statosolo un sogno.

Snitch tremava vistosamente sulle sue ginocchia, aveva lastessa colorazione arancio scuro che aveva assunto quel giornoin camera sua e, come allora, sembrava proprio che reagisse conagitazione quando Harry faceva sogni inquieti.

Il sogno da cui si era appena svegliato era stato davvero stra-no. Poteva trattarsi di una premonizione? O più probabilmente,era stato solo il frutto della sua immaginazione?

Harry si guardò intorno, nello scomparto era rimasto solo.

Uscì nel corridoio sbadigliando, ma fuori c'erano solo alcuniragazzi che discutevano animatamente di una partita di Quiddit-ch, di Ginny e Ron neanche l'ombra. Decise di rientrare primache qualcuno lo notasse, ma proprio mentre stava richiudendole porte dello scompartimento, le grida di un'Hermione furiosasquarciarono il silenzio dell'espresso. Harry si precipitò lungo ilcorridoio nella direzione da cui aveva sentito provenire la vocedell'amica, passò veloce

mente nell'altra carrozza e appena superata la porta divi-soria vide Ron e Ginny nel corridoio, assiepati insieme ad altriragazzi, davanti alla porta di uno scomparto.

Harry si avvicinò guardando a sua volta all'interno col �atosospeso. Hermione discuteva animatamente faccia a faccia conun ragazzo biondo, evidentemente un americano. Dietro di luialtri due ragazzi sghignazzavano malevoli all'indirizzo di Her-mione. Seduto a terra, tra Hermione e l'americano biondo, unragazzino spaurito guardava sconcertato prima uno poi l'altro.

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Harry rimase senza �ato, il biondino che stava litigando conl'amica sembrava lo stesso che l'aveva seguito a Godric's Hollow.Certo non poteva esserne sicuro, il cappello che portava bencalcato in testa quel giorno mascherava i lineamenti del viso,ma più lo guardava più era pronto a giurare che fosse propriolui.

�Bene, bene, guardate un po' chi abbiamo qui, Harry Pot-ter!� disse proprio il ragazzo biondo �ssandolo con un sorriso discherno e un'aria di superiorità.

�Hermione! Che succede?� domandò Harry entrando a suavolta nello scomparto, facendosi largo tra Ron e Ginny cheancora non lo avevano visto.

�Oh, ora che è arrivato Harry Potter sicuramente potràaiutarci a risolvere questa fastidiosa questione. . . �.

Harry guardò Hermione con aria interrogativa. La ragazzasospirò, cercando di riprendere il controllo.

�Lui� disse indicando nervosamente l'americano �sostieneche questo ragazzino sia entrato nel loro scomparto e gli abbiarubato una Mementool. . . � concluse indicando il piccoletto se-duto sul pavimento, che li guardava con la bocca sbarrata e gliocchi imploranti.

�Una Memencosa?� domandò Harry.�Una Mementool, mio caro amico. . . una preziosa ricordella

di ultima generazione! Può essere usata come gioiello, porta-chiavi o incastonata nella cintura, come la mia. Va stretta fra lemani e se compare un fumo rosso bisogna pronunciare la formulaMemento! Il fumo scompare e al suo posto si trova l'immaginedell'oggetto dimenticato. Naturalmente non potete conoscerla,è un'invenzione americana e voi siete così arretrati. . . �.

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�Tutto qui? E per una cosa del genere vi si sentiva urlareper tutto il treno?�.

�Scusate, ma in America, noi, i criminali li puniamo, non liproteggiamo. . . per una questione di orgoglio, sapete? Ma forsevoi inglesi non conoscete questa parola. . . �.

�Veramente noi inglesi abbiamo problemi più seri che attac-car briga con ragazzini più piccoli. . . � disse Harry indicando ilpiccolo mago tremante.

�Oh, ma nessuno di noi voleva attaccar briga con lui, vero ra-gazzi? Vogliamo solo che ci ridia quello che ci appartiene. . . nonvi sembra forse una richiesta giusta?�.

Harry si voltò verso Hermione cercando di interpretarne l'e-spressione. In e�etti quella era una situazione che dovevanorisolvere i prefetti e a maggior ragione era compito del Capo-scuola far rispettare le regole, anche se in favore di un'insolentee borioso ragazzo americano.

�Sei entrato nel loro scomparto e hai rubato la Mementool aquesto ragazzo?� disse Hermione rivolgendosi per la prima voltaal ragazzo a terra.

�No! Non sono stato io! Non ho fatto niente! Davvero!�rispose quest'ultimo agitato.

Hermione gli accarezzò una spalla, tentando di tranquilliz-zarlo.

�Visto? Non è stato lui. . . �.�E vi �date? è solo un ragazzino e. . . �.Una voce fredda e imponente interruppe il battibecco dei

ragazzi.�Che sta succedendo?�.

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L'alta �gura di Draco Malfoy era comparsa dal nulla, seguitadal solito stuolo di Serpeverde.

La situazione si era fatta davvero a�ollata.Harry trattenne il �ato.Non rivedeva Draco dalla battaglia �nale, l'ultima immagine

che lo riguardava era impressa a fuoco nella sua mente: tutti etre i Malfoy che si stringevano in un abbraccio a �ne scontro,quando Voldemort era ormai morto. Harry non poté far a menodi notare come ogni anno assomigliasse sempre

di più a suo padre Lucius. I capelli biondi, lunghi ormai �noalla base del collo e tirati indietro, gli occhi sottili e freddi, ilpasso sicuro e l'aria di costante superiorità.

Sì, erano veramente identici.Chissà come aveva passato l'estate Malfoy, penso Harry. A

sorpresa scoprì di non averci mai pensato. La morte dei suoiamici, la scon�tta del signore Oscuro, la nuova vita, i rimpiantie le soddisfazioni avevano riempito tutte le sue giornate, nonlasciandogli neanche un momento per pensare a Malfoy.

Quella famiglia era legata alla sua vita in maniera impres-sionante. Draco era stato uno dei primi ragazzi che aveva co-nosciuto il primo anno, ricordava ancora quel ragazzino che glio�riva la sua amicizia sulle scale di Hogwarts deridendo Ron.

E la punizione che avevano subito assieme, costretti ad an-dare nella Foresta Proibita? Come dimenticarsene! Era sta-ta proprio quella la prima volta che aveva incontrato il nuovoVoldemort che si cibava del sangue di unicorno.

E le risate per quella volta che Moody lo aveva trasformatoin un furetto? Sembrava impossibile quel giorno ipotizzare cheDraco giunto al sesto anno avrebbe avuto l'incarico da Volde-

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mort in persona di uccidere Silente. Harry che aveva assistitoalla scena contro la sua volontà si chiedeva ancora se mai Dracone avrebbe avuto il coraggio.

Lo aveva rincontrato a Malfoy Manor, quando erano rin-chiusi nelle prigioni. In quell'occasione era ancora più pallido escarno del solito.

Alla �ne, era stato grazie a Narcissa che Harry aveva potutoportare a termine il suo piano. Era stata lei infatti a mentire aVoldemort, a�ermandone la morte. In cambio aveva solo volutosapere se il suo Draco era ancora vivo e stava bene. Già, sec'era una cosa che Harry aveva sempre invidiato a Draco eraproprio questo, la famiglia. Non che i Malfoy brillassero perbontà d'animo e altruismo, e lui non era certo interessato alleloro ricchezze, ma erano certamente molto legati. Il loro a�ettoera forte.

Se fosse toccata anche a lui una vita normale, chissà se avreb-be avuto un rapporto così profondo con i suoi genitori come loavevano i Malfoy o se invece il rapporto con la sua famigliasarebbe stato più super�ciale come aveva visto per molti suoicompagni di casa.

�Piantala di �ssarmi così Potter, rischi di sciuparmi. . . �disse Draco risvegliando Harry dai suoi pensieri.

I Serpeverde risero a crepapelle.�Sparisci Malfoy!� esclamò Ron paonazzo, le orecchie pros-

sime a fumare.�Stai a cuccia Weasley� disse rivolto a Ron, �sono venuto

solo per capire cosa stava succedendo. . . la �soave� voce dellanostra cara Caposcuola si sentiva �n nel nostro scomparto. . . �.

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Hermione �ssò con astio Draco mentre alle sue spalle il grup-po degli americani ridacchiò.

�Nulla che ti riguarda Malfoy, puoi tornartene. . . �.�Sono invece certo che riguardi più noi che voi Grifoni. . . Tu!�

la interruppe Draco, rivolgendosi poi al ragazzino che sostavaancora sul pavimento.

�Sei tu la causa di tutto, giusto?�.Il ragazzino annuì velocemente, tenendo la bocca spalancata.

Draco sorrise soddisfatto.�Come immaginavo. . . Allora? Che è successo?�.L'americano ridacchiò, facendo qualche passo in avanti per

fronteggiare Malfoy.�Te lo dico io, questo ragazzino è un ladro�.�E che cosa avrebbe rubato?�.�Una Mementool. . . �.Draco sghignazzò, seguito a ruota da Goyle, Zabini e Nott.�Tutto qui? Tutta questa storia per una simile paccotti-

glia? Un oggetto inutile per chi abbia un minimo di cervello eun minimo di gusto. . .mi sorprende che tu ne possedessi uno,Hyde. . . che caduta di stile!�.

Harry �ssò Draco stupito, aveva chiamato l'americano Hyde,quindi lo conosceva già.

Hyde continuò a sorridere ma era evidentemente in di�coltà,i due ragazzi che lo spalleggiavano schiumavano a loro volta dirabbia. Nessuno era bravo come Draco a far perdere le sta�e.

�Può essere Malfoy, può essere, ma resta il fatto che è statocommesso un furto. . . �.

�Oh, che cosa spiacevole. . . �.

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Le risate di Goyle ormai rimbombavano per tutto il corridoioin modo davvero sgradevole.

Harry si sentiva stranamente fuori luogo.Di solito era lui al posto di Hyde, deriso da Draco, di solito

era Ron quello fumante di rabbia al suo �anco. Per qualcheperversa ragione, Harry iniziò a sorridere davanti a quella scena.

Malfoy si frugò vistosamente nella tasca, estraendone in�neun Galeone.

�Ecco, tieni. . . un galeone per Bryan Hyde e non fare com-plimenti! è un preciso dovere della Madrepatria aiutare le suecolonie quando queste si trovano in ristrettezze. . . �.

Bryan �ssò la mano di Draco ad occhi sgranati. Il viso dell'a-mericano si trasformò per un attimo in una maschera di rabbiaferoce, ed Harry notò l'impercettibile movimento della manodestra di Hyde che si dirigeva verso la tasca posteriore in cercadella bacchetta. Ma fu solo un attimo, Hyde riuscì in qualchemodo a dominarsi e a riportare sul suo viso il solito ghigno daiena.

Senza dire una parola, uscì dallo scomparto ridacchiando,facendosi strada a spallate seguito dai suoi compagni.

Draco �ssò il ragazzino che continuava a restare imperterritosul pavimento della carrozza.

�Beh? Che cosa aspetti ad alzarti?�.Veloce il piccoletto schizzò in piedi, cercando di togliere la

polvere dalla divisa nuova di zecca.�Il tuo nome?�.�Daniel. . . Daniel Fox. . . �.Il ragazzo balbettava e Harry notò come guardava ammirato

Draco, venerandolo come se fosse una qualche divinità pagana.

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Incominciò a frugare freneticamente nella sua tasca, estraendonein�ne il contenuto.

�Ecco! Questa è per lei Signor Malfoy!�.Draco, sorpreso da tanta devozione, prese in mano la piccola

Mementool, grande come un boccino.�Sì, credo proprio che questo ragazzino sarà un ottimo Ser-

peverde. . . �.La piccola sfera dopo l'ordine di Malfoy fece apparire l'im-

magine di un piccolo libro verde.�Il mio libro di Pozioni. . . devo averlo dimenticato a casa.

Sarà meglio che me lo faccia spedire. . . �.Malfoy giocherellò con la sfera, passandosela da una mano

all'altra mostrandola ai suoi compagni.�Un oggetto molto utile, non trovate? Allora Fox, vieni con

noi? Così potrai spiegarci come hai fatto a fregarli . . . non è daescludere che nelle prossime giornate gli Americani si accorganodi aver �accidentalmente� perso qualche altro oggetto curioso�.

�Sì! Certo signor Malfoy! Sarà un piacere per me signorMalfoy!�.

�La casa di Serpeverde, Fox, è una casa caratterizzata dasempre per qualità come ambizione e astuzia e. . . �.

Draco si bloccò, Pansy con la solita faccia da mastino gliaveva stretto titubante un braccio e tutti gli altri Serpeverdedietro di lui lo �ssavano dubbiosi.

�Draco. . . ecco. . . vedi. . . �.�Muoviti Pansy. Non ho tutto il giorno per ascoltarti�.�Conosco Fox . . . è . . . è un Mezzosangue. . . �.L'ultima parola fu distorta dalla bocca di Pansy come se

stesse per avere un conato di vomito.

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Draco alzò appena un sopracciglio, impassibile.�Ah, ecco . . . � era stato colto in fallo. �Beh da quest'anno le

regole sono cambiate. La legge imposta da Salazar Serpeverde,per cui solo i Purosangue possono entrare nella sua Casa, è stataabrogata. Nostro malgrado dovremo sorbirci diversi ragazzi non�gli di maghi quest'anno, facciamo almeno in modo che sianodegni�.

Pansy non replicò, indietreggiando verso le sue amiche.Draco si voltò, per andarsene, Harry sorrise mentre la bocca

di Ron a quelle parole si spalancò a dismisura. Harry non riuscìa resistere, doveva parlargli.

�Draco!�.Malfoy si voltò sbu�ando.�Non una parola Potter. Sono certo che hai frainteso tutta

la situazione. . . �.�A me sembra invece molto chiara. . . �.�Già! Non sei poi così viscido. . . � disse Hermione in tono

canzonatorio.Ginny ridacchiò, seguita a ruota dal fratello.�Un Malfoy gentile. . . chi lo avrebbe mai detto?!�.Draco mantenne la sua solita arroganza, �ssando impassibile

i quattro che a stento trattenevano le risate.�è stato un bel gesto Draco, davvero. . . �.�Potter questo è il MIO treno che porta alla MIA scuo-

la. . . non permetterò certo al primo arrivato di maltrattare leMIE cose. . . �.

Harry sorrise e per un breve istante gli sembrò che anche ilghigno di Draco fosse un sorriso.

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�Non ho altro tempo da perdere per parlare con un Ca-storo, una Piattola in miniatura e Lenticchia quindi, se voletescusarmi. . . �.

Le orecchie di Ron che avevano ripreso un colorito normaledurante il litigio fra Draco e Hyde tornarono rosso accese.

Hermione fece appello a tutto il suo autocontrollo per nonsaltargli addosso.

�Lo sai che questa storia non �nisce qui vero?� gli disseritornando nel suo ruolo di Caposcuola.

Draco proseguì lungo il corridoio, seguito dagli altri Serpe-verde, senza neanche voltarsi. Malfoy non sarebbe mai cambia-to, o almeno, non del tutto pensò Harry sorridendo.

Erano rimasti soli nel corridoio, anche i curiosi si erano al-lontanati. Harry sentì il suo stomaco brontolare e si ricordò cosìdell'impegno che avevano per pranzo.

�Che ne dite se andiamo a mangiare qualcosa da Lumacor-no?�.

�In e�etti ho proprio appetito� disse Ron raggiante, scac-ciando ogni preoccupazione dalla mente.

Harry vide Ron voltarsi esitante verso Hermione.�Vieni. . . vieni anche tu?� sputò fuori.�In e�etti non avevo tanta voglia di andare, ma se veni-

te anche voi. . . vengo volentieri� rispose Hermione �ssandosi lescarpe per non incontrare lo sguardo di Ron, che sembrava ora�nalmente un po' più rilassato.

Non era proprio pace fatta pensò Harry, ma per iniziarepoteva andare.

Quando arrivarono, la carrozza di Lumacorno era già pienadi gente. Le pareti erano adorne di sto�e e tende, tutte in

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una tonalità rosso scuro. Sul so�tto era �ssato un lampadarioenorme, sproporzionato per l'altezza della carrozza, tanto chequasi toccava il piano del grande tavolo che occupava il centrodella stanza.

Seduto vicino al �nestrino il professor Lumacorno era intentoad intrattenere una �tta conversazione con qualcuno che Harrynon riusciva a vedere, la visuale ostruita da alcuni ragazzi chegià due anni prima erano stati membri del Lumaclub e da moltialtri nuovi, probabilmente al loro primo anno.

Prima che potessero avvicinarsi al professore Neville si paròdavanti a loro seguito da Luna.

�Hey, ragazzi! Siete arrivati �nalmente. Allora come avetepassato l'estate? Io. . . �.

In quel momento si aprì in varco tra le persone e �nalmen-te Harry riuscì a scorgere il professore. Lumacorno era sgra-ziatamente appollaiato su una sedia, o almeno così si potevaipotizzare, perché la sedia era completamente nascosta sotto lasua mole. Harry andò a salutare il vecchio professore quando sifermò per lo stupore. Seduto di �anco a Lumacorno, impetti-to e composto con l'enorme sorriso stampato sulla faccia c'eraHudson Willis.

Harry pensava che se ne fosse andato quando lo aveva vistoallontanarsi verso la testa del treno. Cosa ci faceva HudsonWillis sull'Espresso per Hogwarts?

Mentre Harry se ne stava impalato, Lumacorno lo vide, ecominciò a chiamarlo a gran voce. Aveva riservato dei postiper loro. Fece accomodare Ginny, Hermione e Ron vicino a lui.Harry, Luna e Neville si sedettero di fronte.

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Ron era estasiato. Non smetteva di �ssare il campione diQuidditch letteralmente a bocca aperta, Harry si aspettava daun momento all'altro di vedere la saliva dell'amico colare sulpavimento della carrozza.

�Caro Hudson mi pare di capire che hai già conosciuto ilnostro �Harry Nazionale�, questi cari ragazzi invece sono RonaldWeasley, sua sorella Ginny, la signorina Hermione

Granger, Neville Paciock e Luna Lovegood� disse Lumacor-no pomposo.

�Ragazzi sono lieto di presentarvi Hudson Willis, o meglioora dovrei dire professor Willis, mio amico di lunga data. Que-st'anno sarà lui ad insegnarvi Difesa Contro le Arti Oscure. Sonocerto che molti di voi lo conosceranno come campione di Quid-ditch, ma credo di non esagerare se dico che è il più grandeesperto di Arti Oscure d'oltre oceano!�.

Sicuramente l'incontrò di quella mattina alla stazione nonaveva lasciato ad Harry quest'impressione.

Willis portò la mano al cilindro alzandolo impercettibilmen-te.

�Horace, tu mi lusinghi� disse con falsa modestia, �Comun-que, stando a quello che mi hai raccontato, questi ragazzi pro-babilmente la sanno più lunga di me. . . � continuò rivolgendosia Harry: �, ragazzo, hai scon�tto uno dei più potenti maghidi tutti i tempi, tanto più che era armato con la leggendariaBacchetta di Sambuco�.

Harry fu colto di sorpresa. I dettagli della battaglia di Hog-warts ormai erano di dominio pubblico e questo non era sicura-mente un bene: il suo compito sarebbe stato ancora più di�cile.La Bacchetta di Sambuco destava decisamente troppo interesse.

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�Lei esagera,� rispose Harry, �Voldemort è stato più decisivonel determinare la sua �ne di quanto lo sia stato io. In certi casi,più che l'arma, la cosa più importante è il cuore di chi la usa�.

�Su ragazzo, non sottovalutarti. Vedo che Horace non haesagerato descrivendo la tua modestia. Quello che hai detto ègiusto, ma ricordati che un'arma rimane potente qualunque siala persona che la possiede. L'importante è che a possederla sianole persone giuste. . . �.

Si sentì uno sgradevole rumore provenire da sotto il tavolo:lo stomaco di Ron reclamava pesantemente. Lumacorno feceuna grassa risata e, grato di avere un pretesto per riprenderele redini della conversazione, disse: �Hai ragione ragazzo, siamoqui per mangiare non per chiacchierare. Buon appetito a tutti!�disse rivolto a Ron che divenne, per quanto possibile, ancora piùrosso.

Harry ringraziò il proverbiale appetito dell'amico per avevafatto deviare il discorso. L'interesse del professor Willis per laBacchetta non gli piaceva, e le sue parole lo stavano mettendoa disagio.

Lumacorno, levò la bacchetta e la porta della carrozza sispalancò. Un mucchio di piatti pieni di pietanze iniziarono alevitare nella stanza per andare a posarsi ordinatamente sul ta-volo. Per lui questi incontri erano essenziali per tessere la suaragnatela di rapporti e il pranzo doveva essere l'occasione peruna lunga chiacchierata.

�Sai Hudson, Harry mi ha con�dato che vuole diventare unAuror. Penso che con te come insegnante non avrà. . . �.

Improvvisamente si interruppe.

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I bicchieri sul tavolo iniziarono ad oscillare tintinnando unocontro l'altro.

Dall'esterno arrivò un forte rumore sordo, un fragore cheHarry sentì vibrare all'interno del suo torace prima ancora di av-vertirlo nelle orecchie. Non riuscì a ricondurre quella sensazionea niente che avesse già provato.

�Oddio . . . c'è un burrone!� gridò Ron guardando fuori dalla�nestra nella speranza di capire da dove provenisse quel rumo-re. Il quel tratto il binario era stato costruito sul ciglio di unostrapiombo e il treno correva ad un niente dal vuoto.

Harry andò ad un �nestrino al lato opposto a quello in cui sitrovava Ron guardando verso l'alto. Un'enorme sagoma scurasi stava rapidamente avvicinando: un pezzo di montagna si erastaccato e rotolava pesantemente verso di loro.

�Tutti a terra!� gridò disperatamente.Un attimo dopo la massa di roccia colpì violentemente il

treno. La mente di Harry andò velocemente a Ginny, saltò sultavolo e si avventò su di lei tirandola a terra e proteggendolacon il corpo. I vetri dei �nestrini esplosero lanciando schegge intutte le direzioni.

Il colpo aveva sbilanciato la carrozza che si stava lentamentepiegando sul lato; solo la velocità data dalla locomotiva impedi-va al treno di ribaltarsi completamente. Il pesante tavolo iniziòa scivolare verso di loro abbattendo le sedie, piatti e bicchierirovinarono a terra. Harry si schiacciò su Ginny parandosi tralei e il tavolo.

Hermione, Ron, Lumacorno e altri si trovavano al loro �ancoappiattiti contro il muro.

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Harry chiuse gli occhi preparandosi all'inevitabile impatto,ma il colpo del duro legno del tavolo non arrivò. Si trovaronoinvece tutti avvolti da qualcosa di elastico e morbido.

Aprì gli occhi incredulo, in altre circostanze forse si sarebbemesso a ridere: il tavolo, le sedie e persino le vettovaglie eranospariti, al loro posto c'era un gigantesco materasso in gomma.Su di esso vide Neville, caduto gambe all'aria, letteralmenteintrecciato ad altri quattro o cinque corpi. Un palloncino verdeaveva preso il posto del lampadario.

Dietro di loro la massiccia sagoma del professor Willis li os-servava tenendosi con una mano al telaio del �nestrino ormaiscoppiato, mentre con l'altra teneva la bacchetta rivolta versotutti i presenti.

Aveva agito con una velocità formidabile.Harry lo �ssò con aria interrogativa e lui rispose con un oc-

chiolino e un mezzo sorriso compiaciuto. Dopodiché fece scom-parire l'ingombrante materassino.

Le pareti della carrozza cigolarono, ormai il precario equili-brio in cui si trovava il treno era rotto: si stava inesorabilmentepiegando verso il burrone.

In una frazione di secondo si ritrovarono scaraventati in tuttele direzioni. La carrozza compì un intero giro su se stessa preci-pitando. Il leggendario Espresso per Hogwarts era u�cialmentesenza controllo: stava cadendo nel dirupo.

La forza che spingeva in basso il treno li fece sollevare eschiacciare contro il so�tto.

Non c'era tempo, Harry tasto i pantaloni in cerca della Bac-chetta di Sambuco, in quella situazione non poteva permettersidi provare se la sua era su�cientemente potente.

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Quando �nalmente riuscì a in�lare la mano in tasca, sentì,tra le grida generali, la voce del professor Willis: �WingardiumLeviosa!�.

Era ancora saldamente ancorato alla �nestra, apparentemen-te calmo, con la bacchetta protesa in avanti.

�Wingardium Leviosa!� tuonò ancora con rinnovato vigore.Il treno �nalmente rallentò la sua corsa. Ora, il viso di Willisfaceva trasparire tutto lo sforzo in cui era impegnato. Agitònuovamente la bacchetta e il treno si bloccò completamente.

Il contraccolpo li fece staccare dal so�tto e schiantare sulpavimento.

Harry sentì un forte dolore alla gamba destra, aveva preso unbrutto colpo. Cercò disperatamente Ginny con gli occhi, rilas-sandosi solo quando la vide, poco dietro a lui, apparentementeillesa.

�Grazie al cielo!� disse Lumacorno mettendosi a sedere.Al quarto movimento del professor Hudson il treno iniziò a

risalire. La locomotiva �schiò riavviando i motori, i pistoni delleruote iniziarono a muoversi sbu�ando. Il treno prese lentamentevelocità come se stesse percorrendo un binario invisibile.

Ben presto anche tutti i vagoni seguirono la locomotiva nellasua traiettoria. Il treno salì in alto �no al punto da cui eracaduto. Si posizionò in modo elegante sopra i veri binari e conun tonfo ritornò nella sua sede naturale fermandosi.

Erano tutti a terra senza parole. Anche il professor Willis sigettò sul pavimento visibilmente stravolto.

�Cielo Hudson, se non fosse stato per te ora . . . � disseLumacorno.

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�Se non fosse stato per me, ci avrebbe pensato qualcun altro.Per un attimo ho temuto di non farcela, ma poi ho trovato laforza!� rispose l'altro con respiro a�annato, sottolineando il suomerito.

�Ma cosa è stato?� chiese Lumacorno.�Una. . . frana� disse Harry.�Guardate lassù� disse Hermione. Era in piedi vicino a quel-

lo che rimaneva del �nestrino indicando qualcosa in alto. Harry,a denti stretti per il dolore alla gamba, si avvicinò a guardare:nella montagna scura, risaltava una super�cie di pietra nuda chevedeva la luce del sole per la prima volta dopo milioni di anni.

�Proprio ora doveva staccarsi?� disse Lumacorno sorridendo.�Per fortuna l'abbiamo scampata, grazie a te naturalmente�continuò riferendosi al professor Willis.

Harry aveva sottovalutato il nuovo professore. I suoi modiplateali e sbru�oni gli avevano fatto credere che fosse un tipotutto fumo e niente arrosto. Si era sbagliato.

La forza di cui era stato capace era degna di un grande mago.E poi, la prontezza e la velocità con cui aveva reagito erano statesorprendenti.

Dal �nestrino videro che molti studenti stavano scendendodal treno in quel piccolo spazio in piano che c'era tra la rotaiae il muro di roccia.

�Horace, è meglio che tu vada subito ad Hogwarts ad avver-tire la signora preside, ci penso io qui� disse Hudson dirigendosifuori dallo scompartimento.

�Si hai ragione� disse. �Vi precederò a scuola, tu intantoassicurati che stiano tutti bene�.

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Detto questo lanciò un'occhiata ai presenti e sparì veloce-mente con uno schiocco.

Quando Harry e gli altri uscirono, trovarono gran parte deglistudenti già scesi a terra tutti più o meno storditi dall'accaduto.Alcuni ragazzi erano lievemente feriti e un paio di ragazze delsettimo anno stavano prestando loro le prime cure.

�Tutto bene?� chiese Ginny apprensiva, evidentemente si eraaccorta che Harry stava leggermente zoppicando.

�Oh, non è niente� minimizzo lui.Hermione stava scrutando la montagna con quella strana

espressione che faceva quando c'era qualcosa che non riusciva acapire.

�Sarà, ma a me sembra un po' troppo netta quella super�cie,quante sono le probabilità che si crepi una montagna solida comequella� disse guardando in alto.

In e�etti la roccia sembrava tranciata di netto.�Bisognerebbe chiederlo ai due maghi che sono volati via da

quel punto della montagna poco prima che si staccasse� dis-se Luna senza rivolgersi a nessuno in particolare, mentre si si-stemava un'improbabile molletta per capelli fatta con carta diCioccorane e colla.

�Sei sicura Luna? Maghi su una scopa proprio in quel puntodella montagna?� disse prontamente Harry prima che Hermionereplicasse alla strampalata a�ermazione dell'amica.

�Oh si, ho dato un'occhiata fuori e c'erano questi due ma-ghi che si allontanavano a tutta velocità sulle loro scope. . . forseavevano capito che stava per crollare la montagna e sono scap-pati� concluse Luna come se nulla fosse, rimettendosi in tasca

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la strana molletta che si era sfaldata completamente tornandoad essere solo una carta di Cioccorana tutta stropicciata.

�Ma Luna non ti passa per la testa che forse proprio lorohanno fatto crollare la montagna!� disse Ron esasperato, dandovoce ai pensieri di tutti.

�E perché mai avrebbero dovuto farlo?� rispose Luna �ssan-dolo con i suoi occhi sporgenti.

�Luna ma tu potresti riconoscerli? Li hai visti bene?� inter-venne Harry prima che Ron potesse aprir bocca.

�No, non saprei erano molto lontani. . . forse ripensandoci po-tevano essere anche due grossi uccelli� concluse Luna comincian-do a scrutare il cielo nella speranza di rivederli.

Ron si mise le nocche della mano in bocca per non esplo-dere, anche Ginny che sempre era paziente con l'amica si giròscuotendo la testa.

�Poter sapere cosa hai visto veramente!� disse Harry scon-fortato.

�Eh, già� fece Hermione �In questo caso sarebbe stato moltoutile avere uno di quei cosi americani che vanno tanto di modaultimamente�.

�Di cosa parli?� chiese Ginny.�Si chiamano Retroglass, sono degli occhiali che ti permetto-

no di vedere cose successe nel passato,� spiegò, �l'unico difettoè che sono l'ennesima invenzione portata dagli americani!�.

Ron incrociò lo sguardo di Harry sorridendo.�Vuoi vedere che. . . � disse Harry.�Lo spero. . . � rispose l'amico prima di sparire in un lampo

nel treno.Gli altri si guardarono sbigottiti cercando di capirci qualcosa.

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Ron ricomparve dopo un paio di minuti che sembrarono ore.Aveva qualcosa in mano.

�Ce ne hai messo di tempo, si può sapere dove sei sparito�disse Hermione.

�Ehm, c'è un po' di confusione tra i bagagli�.�Se funzionano . . . questo è il momento buono di dimostrar-

lo!� disse Harry.Ron gli porse i Retroglass che aveva mandato Hagrid per il

suo compleanno.�Si può sapere dove gli hai trovati?� chiese Hermione.�Sono il regalo di Hagrid per il compleanno di Harry!�.Harry tolse i suoi e inforcò gli occhiali magici. Guardò in

alto. Sul suo volto si leggeva la delusione.�Allora?� chiese Ginny.�Niente, solo quella stupida montagna spaccata!�.�Ma Harry, se devi vedere il passato, devi usarli al contrario,

non ti pare?� disse Luna come se fosse la cosa più logica delmondo.

Harry, scoraggiato, fece anche quell'ultima prova.Si levò gli occhiali e li voltò con le stanghette verso la mon-

tagna. Le lenti erano ancora lontane che gli si stampo in visoun sorriso a trentadue denti: vedeva la roccia ancora intatta.

�Luna sei un genio!� disse Harry con gratitudine.Lei rispose con un sorrisetto lusingato.Si avvicinò i Retroglass agli occhi, ora la frana era già ca-

duta. Giocò un po' con la distanza, ormai aveva capito comefunzionavano! Più erano lontani e più si vedeva una cosa suc-cessa nel passato, più li avvicinava più gli avvenimenti eranorecenti.

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Aveva individuato il momento giusto, quello in cui cadeva lafrana. Vide un lampo, e poi la roccia che si crepava velocementee si staccava.

Harry ritornò serio.�Cosa vedi?� chiese Ron impaziente.�Due uomini. Due uomini avvolti in un mantello nero. Sono

stati loro! Non è stato un incidente!. . .�Ora uno si sporge, ammira il suo lavoro�.Harry puntò gli occhiali verso lo strapiombo, facendo atten-

zione a mantenere sempre la stessa distanza dagli occhiali, iltreno stava cadendo. Tornò sul mago.

�Ha estratto la bacchetta, ma cosa sta facendo?�.Riguardò in basso.�Ora il treno è fermo�.�Probabilmente cercava di impedire al professor Hudson si

salvare il treno� disse Ginny.�Ora non ci sono più, se ne sono già andati, e infatti il treno

ha iniziato a risalire�.Harry ripose i Retroglass in tasca.�Ricordatemi di o�rire una Burrorirra ad Hagrid quando lo

vediamo�.�Appena possibile dovrò riferire tutto alla McGranitt� disse

Hermione.Ed io a Kingsley pensò Harry.Il treno �schiò, era nuovamente pronto a ripartire, tutti i

vetri erano già stati sistemati e i bauli ordinati negli scomparti.Risalirono in carrozza sistemandosi tutti insieme.

�Speriamo non ci siano altre sorprese� disse Ginny.

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�Lo spero proprio� rispose Harry guardando attraverso il�nestrino.

L'avevano scampata. Ma questa volta avevano rischiato gros-so. A Diagon Alley si erano limitati ad aggredire Ron, ora,invece, non avevano esitato a mettere a rischio la vita

di centinaia di ragazzi. Tutto per quella maledetta Bacchettadi Sambuco. Era sicuro che se quello non era stato un incidenteera accaduto a causa sua. Ancora una volta doveva sopportareil peso di essere la fonte dei guai altrui. Tornando a scuolaaveva messo in pericolo tutti i suoi compagni. Si chiese se avessefatto la scelta giusta. In ogni caso doveva portare a terminel'ultimo compito a�datogli da Silente: doveva mettere al sicurola Bacchetta. Qualche mese prima aveva preso la decisione dinon tenerla per sé e l'aveva usata per riparare la sua. Averlasempre con sé e non poterla utilizzare non era facile.

Al compleanno di Ginny con troppa leggerezza non avevaesitato ad utilizzarla per duplicare lo specchio. In quel momentol'unica cosa che gli premeva era fare colpo sull'amata.

Doveva liberarsene al più presto, il suo potere era allo stessotempo troppo grande e troppo pericoloso.

Ora qualsiasi posto in cui pensasse di riporla non gli sem-brava adatto. I Maghi Oscuri di cui gli aveva parlato Kingsleyerano evidentemente senza scrupoli.

Come se non bastasse c'era anche la seccatura dei maghiamericani.

Guardò fuori. Si stava facendo sera, il sole era calato e lapoca luce presente si di�ondeva da dietro le montagne. Or-mai si potevano riconoscere le familiari vette che circondavanoHogwarts.

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Una volta arrivati a scuola, sperò, sarebbero stati più alsicuro.

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Capitolo 10

IL PRIMO

TENTATIVO

Quando l'espresso si fermò alla stazione di Hogsmeade il sole eraormai calato. Mai arrivo fu più silenzioso: l'incidente avvenutodurante il viaggio teneva impegnati i pensieri di ognuno. Harry,con sua grande gioia, riuscì a scendere dal treno in tutta tran-quillità senza che nessuno badasse troppo a lui. In lontananzavide i ragazzi americani che si stringevano intorno ad HudsonWillis che, spuntando i nomi da una pergamena, provvedevapersonalmente a farli salire sulle carrozze.

Dall'altro lato Hagrid invece stava radunato, come tradizio-ne, i numerosi bambini del primo anno che, nel classico silenziodi chi si trova per la prima volta al cospetto del mezzo gigante,

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lo ascoltavano ammaliati.Non appena li vide da lontano, velocemente corse loro in

contro.�Harry! Ron! Ginny! Luna! Neville!� esclamò stritolan-

doli ad uno ad uno tra le braccia possenti. �Sono felice chestate bene! Quando ho saputo. . . Oh, avrei voluto esserci adaiutarvi. . . �.

�Non preoccuparti, dopo tutto stiamo tutti bene!� lo rassi-curò Ginny.

�Certo . . . certo. Ma sono felice di vedervi!�, poi, cercandodi avere un atteggiamento più formale, continuò, �Harry, la Mc-Granitt vuole vederti nel suo studio prima dello smistamento.La prima carrozza è riservata a voi�.

Harry si chiese come mai la preside volesse vederlo, nonpoteva sapere di quello che avevano scoperto e Lumacorno, aquest'ora, doveva averle già raccontato il resto.

Guardò Hagrid chiedendo spiegazioni.�Non ci so niente io! Mi ha solo detto di avvertirti. Ah. . . dimenticavo�,

aggiunse con un �lo di voce, �il Dragocorno Spiumato è il miopreferito�.

Ron lo guardò con la stessa espressione che riservava a Lu-na dopo una delle sue uscite strampalate, ma Harry non parvestupito.

�Ok, grazie di tutto�.Prima di salire sulla loro carrozza, Harry notò come molti

studenti, che pure erano arrivati prima di loro, se ne stavanoimpalati a pochi passi delle carrozze senza nessuna intenzionedi salire.

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Harry impiegò alcuni istanti a capire cosa stesse accadendo:moltissimi ragazzi �ssavano con orrore per la prima volta glischeletrici cavalli alati che trainavano le carrozze. Fino a dueanni prima solo lui e Luna erano in grado di vedere i Thestral,ora, al contrario, erano pochissimi gli studenti le cui vite nonerano state s�orate dalla morte e che quindi non capivano cosabloccasse i compagni. Ginny si strinse forte

a lui, anche lei e Ron stavano �ssando con sgomento per laprima volta i lugubri Thestral. Salirono sulla carrozza e giunseroin silenzio al castello.

Alla debole luce della luna, il castello di Hogwarts sembravalo stesso di sempre. Dopo quello che aveva detto il signor Wea-sley, si sarebbe aspettato di vedere un nuovo dormitorio, invecenon ce n'era traccia. Harry fu lieto di notare che tutto era statoricostruito fedelmente, senza alcuna modi�ca. Le torri che ave-va visto crollare erano nuovamente al loro posto e nulla, se noni dolorosi ricordi, poteva testimoniare il contrario.

Il Thestral si fermò proprio davanti all'ingresso ripartendovelocemente appena furono scesi.

Davanti al portone una lanterna venne loro incontro dondo-lando nervosamente.

�Cosa ci fate già qui? Le altre carrozze devono ancora par-tire� sentirono improvvisamente pronunciare dall'inconfondibilevoce di Gazza.

Solo avvicinandosi riuscirono a vederlo nitidamente. Conuna mano teneva la lanterna e con l'altra l'inseparabile MrsPurr, scrutandoli con il solito sguardo torvo.

�Ah, siete voi. . . � disse. �Entrate, presto! Non state qui aperdere tempo. Tu Potter, muoviti la preside ti aspetta�.

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�Agli ordini!� fece Harry divertito.Nonostante i suoi modi rozzi e scortesi, Gazza era un pezzo

di Hogwarts ed Harry fu felice di rivedere persino lui.Avevano lasciato la scuola mezza distrutta, con pietre e travi

cadute in ogni dove, alcune delle quali tristementemacchiate dal sangue di tanti innocenti. Sembrava una rovi-

na irreparabile, una ferita insanabile per l'antico edi�cio. Inveceora ogni pietra era tornata al suo posto. Ogni singola lastra dimarmo nuovamente integra. Tutto risplendeva magni�camentealla luce delle candele che, a centinaia, erano disposte ovunque.

Avevano fatto un lavoro impressionante. Se davvero gli ame-ricani erano stati determinanti nella ristrutturazione, forse va-leva la pena di sopportare Bryan Hyde per qualche mese!

�Io vado, ci vediamo tra poco per lo smistamento� disseHarry agli amici ancora impegnati a guardarsi intorno a boccaaperta.

Percorse velocemente la scalinata di marmo che portava al-l'u�cio della Preside. Corse lungo il corridoio arrivando algargoyle di pietra.

�Parola d'ordine� disse quest'ultimo.�Dragocorno Spiumato� rispose prontamente.Il gargoyle si scostò di lato rivelando la scala a chiocciola che

Harry aveva percorso tante volte. Salì qualche gradino ferman-dosi quando udì la voce della McGranitt. Non era sola, stavaparlando con qualcuno.

� l'avevo detto: secoli di tradizioni non potevano essere igno-rate. Hogwarts ha quattro fondatori, quattro fondatori perquattro case. . . �.

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Il tono della preside sembrava soddisfatto. Harry rimase adorigliare nel tentativo di capire di cosa stessero parlando.

�Minerva. . .mi rendo conto che per te è andato tutto per ilmeglio, ma per me la situazione rimane delicata�.

Era la voce di Kingsley. Era con lui che la preside stava par-lando. Probabilmente era per questo che la McGranitt lo avevachiamato. Bene, pensò, così parlerò con entrambi contempora-neamente.

�Lo so che dopo sei tu che devi vedertela con Waynegan masarebbe stato veramente inaccettabile avere una quinta casa!�.

Quindi gli americani avrebbero voluto costituire una Casatutta per loro! Ma per qualche motivo le cose non dovevanoessere andate come se le aspettavano.

La voce della preside si alzò di tono: �Certo che i brutti vizisono di�cili da perdere, vero Potter? Sempre ad origliare. . . �.

Harry trasalì. L'imbarazzo gli nacque nella pancia e pianpiano salì �no al viso, doveva avere il tipico colorito di Ron.

Fece pochi passi �ssando il pavimento senza avere il coraggiodi alzare lo sguardo. Si rese conto all'improvviso che non stavaentrando nell'u�cio di Silente, ma in quello di Minerva McGra-nitt. Quante cose avrebbe trovato cambiate? Quante cose gliavrebbero riportato alla mente le sue chiacchierate con il vec-chio preside? Sospirò. Non poteva certo rimanere lì sulla portaall'in�nito.

Si fece avanti a testa bassa, scompigliandosi i capelli sullanuca e accennando un sorriso imbarazzato.

�Beh ecco. . . non era mia intenzione, solo non volevo inter-rompere. . . � cercò malamente di giusti�carsi.

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�Non preoccuparti, non era niente che non potessi senti-re Potter, altrimenti ti avrei fatto uscire immediatamente� lorassicurò la McGranitt.

Alzò piano lo sguardo, con fatica e trepidazione. La Mc-Granitt gli sorrideva da dietro la scrivania che, con sua grandegioia, era sempre al solito posto, coperta di carte polverose,pergamene ingiallite e penne spiumate. Notò invece l'assenza,comprensibile, del trespolo di Fanny. Quanto si era spaventatola prima volta che la aveva vista morire? Ricordava lo sguardofurbo di Silente che, al momento della morte dell'animale, gliaveva sorriso soddisfatto.

Un debole ronzio attirò lo sguardo di Harry. Polveroso,spiegazzato e pieno di toppe il Cappello Parlante sonnecchiavatranquillo sulla sua mensola, perso in chissà quali sogni.

Notò invece con un po' di tristezza che sia il pensatoio sia laspada di Godric Grifondoro avevano abbandonato la loro solitacollocazione. La spada adesso risplendeva debolmente dall'in-terno di una vecchia teca di mogano, adagiata su un elegantecuscino di velluto rosso. La teca occupava proprio il posto doveun tempo Harry si specchiava nel pensatoio con il Preside perconoscere il passato di Voldemort.

�Minerva ha ritenuto più saggio mettere via il pensatoio pertirarlo fuori solo al momento opportuno, e sinceramente nonposso darle torto. È una donna molto ordinata e precisa, nonha voluto rischiare che qualcuno, urtandolo, lo rompesse!�.

Harry sussultò.Non si sarebbe mai abituato al suono di quella voce. Vol-

tandosi vide Silente sorridergli dal suo ritratto. Solo che quellonon era il vero Silente, era solo la sua rappresentazione. Però

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era bello ascoltare nuovamente la sua voce, era bello ingannarsiancora.

�Oh, tu mi lusinghi Albus. . . � disse la McGranitt, sorriden-do al ritratto. �Siediti Harry� continuò facendo apparire unapoltroncina di fronte alla scrivania, accanto a quella dove eraseduto Kingsley.

�Buonasera signor Ministro� disse Harry dopo essersi sedu-to.

�Per favore Harry, lo sai che per te sono solo Kingsley�rispose bonario.

�Ti stai chiedendo di cosa stavamo parlando?� Chiese lapreside. �Vedi gli americani volevano partecipare alla Coppadelle Case e alla Coppa di Quidditch�.

Certo! Se avessero avuto una loro Casa, avrebbero ancheavuto una loro squadra di Quidditch, dopotutto non gli sareb-be dispiaciuto: era sicuramente un buon modo per a�rontarliapertamente, senza violare nessuna regola. Non ci sarebbe sta-to niente di meglio che battere quegli sbru�oni su un campo dagioco, anche se Ron non sarebbe stato contento. Un brivido per-corse la schiena di Harry al solo pensiero di cosa sarebbe potutoaccadere all'amico dopo il primo punto degli americani!

�Il signor Weasley aveva detto che doveva esserci un nuovodormitorio, ma non l'ho visto arrivando. . . � chiese Harry.

�Oh, sì. Hanno provato a costruirlo ma Hogwarts non erad'accordo!�.

�Avevo capito che non era possibile fare nulla per impedir-lo. . . �.

�Hai ragione, noi non potevamo fare niente. Ma il castellosì!�.

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�Cosa?�.

�Gli americani hanno costruito il loro dormitorio per - se nonho perso il conto - sette volte, ma ogni volta che terminavanola costruzione, l'edi�cio crollava su sé stesso. Alla �ne si sonoarresi! Probabilmente c'è qualche vincolo magico che impediscemodi�che così invasive, è stata una sorpresa anche per me. Lìdove con la diplomazia non sono riuscita a far niente, ci hannopensato gli antichi sortilegi che impregnano le mura del castelloa risolvere il problema�.

I misteri della scuola non �nivano mai di stupirlo.

�Ma allora dove dormiranno gli americani?�.

Kingsley si inserì nella discussione. �Su Harry, non vorraisapere tutto adesso. . . resisti qualche minuto, a cena verrannospiegate tutte le novità! Ti dico solo che hanno rivisto moltedelle loro aspettative.

�Ma adesso veniamo al perché sei qui: ti abbiamo fatto chia-mare per sentire la tua impressione sull'incidente all'espresso. Ioe Minerva ci stavamo domandando. . . �.

�Temo che non sia un incidente purtroppo. . . � lo interrup-pe Harry, per qualche momento, la curiosità per il destino degliamericani lo aveva distratto dai butti eventi del pomeriggio.Iniziò a raccontare quello che era accaduto, quello che aveva-no scoperto grazie ai Retroglass e dei due uomini avvolti nelmantello.

I dettagli di Harry sorpresero gli altri due maghi.

�Ma perché questo attacco?� disse Kingsley visibilmentepreoccupato massaggiandosi le tempie.

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�Penso che l'attacco sia dovuto alla mia presenza su queltreno. . . � accennò Harry, �E se è così la mia sola presenza aHogwarts potrebbe attirarli qui. . . �.

Si bloccò. La preside lo guardò come per incitarlo a prose-guire.

� è meglio che io vada via. . . non me la sento di rimanere efar rischiare tutta la scuola�.

Ci aveva già pensato, ma dirlo ad alta voce lo rendeva ve-ro. Se i maghi oscuri agivano per impossessarsi della Bac-chetta come poteva permettersi di mettere in pericolo l'interaHogwarts?

�Ma non ha senso. . . l'unico motivo per cui potrebbero essereinteressati a te è se tu avessi ancora la Bacchetta di Sambuco,ma come mi hai detto l'altra volta nel mio studio è già in unposto sicuro. . . �.

�Ehm. . . certo, certo è vero� mentì Harry.�E comunque non dirlo neanche per scherzo Potter!� in-

tervenne la preside con voce ferma. �Non ricordi cosa dicevaSilente. . . �.

�Non c'è posto più sicuro di Hogwarts� recitò il vecchioPreside improvvisamente dal ritratto lisciandosi la barba.

�Ma Kingsley ha detto che ci sono falle nelle barriere degliincantesimi messi per proteggere la scuola!� esclamò Harry quasidisperato.

�Tracce Harry, tracce, deboli tentativi ma nulla di concreto.Oltretutto tutte le difese sono state rinforzate� minimizzò ilMinistro.

�Resta il fatto che sarebbero attirati qui!� insistette Harry.

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�Pensaci bene, perché credi abbiano fatto un così maldestroattacco al treno? Dopotutto Willis è riuscito a risolvere tuttopraticamente con le sue sole forze�.

Harry rimase in silenzio ad ascoltare.�Ti dirò come la vedo io. Forse credono che tu abbia ancora

la Bacchetta. O, forse, con l'attacco al treno non volevano colpi-re te. . .Ma sono sicuro che fossero consci del fatto che una voltaad Hogwarts avrebbero potuto fare ben poco, qualsiasi fosse illoro piano. Così hanno tentato una mossa azzardata nell'ultimomomento possibile: durante il viaggio in treno�.

Avevano ragione, Hogwarts era il posto più sicuro. Ma lo-ro non consideravano il fatto che, in quel preciso momento, laBacchetta di Sambuco era in quello stesso studio nella tasca deisuoi pantaloni.

�Rimane il fatto che io, insieme a tutti gli altri studenti,abbiamo rischiato grosso�.

�Su questo hai perfettamente ragione� intervenne la Mc-Granitt. �E per questo dovrò scusarmi con tutte le famiglie edassicurare che da oggi in poi controlleremo a�nché non ci sianoaltri incidenti�.

�Sto pensando che non sia il caso di divulgare quello che cihai detto, penso sia meglio che si continui a credere che si siatrattato di un incidente. In questo momento il mondo magicoha bisogno di stabilità e tranquillità, molte famiglie comincianoora a riprendersi dal dolore per le perdite dei propri cari. . . �.

�Sono d'accordo� disse Harry che pure odiava le bugie diquesto genere. �Io e gli altri non faremo parola di quello cheabbiamo visto�.

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�Bene, penso che abbiamo fatto un po' di chiarezza, adessoè meglio che scendiamo ormai saranno tutti arrivati. Devo dareinizio allo smistamento� concluse la McGranitt.

Si alzarono, Harry strinse la mano al Ministro promettendodi tenerlo informato e rivolse un saluto al ritratto di Silente chegli strizzava l'occhio dal dipinto. Fu in quel momento che nellasua testa qualcosa gli fece notare un particolare sbagliato, nellastanza mancava qualcosa di importante, qualcosa che non c'eramai stato, ma che ora doveva esserci per forza.

�PITON!�.La McGranitt alzò perplessa lo sguardo su Harry che conti-

nuava a guardarsi intorno agitato.�Potter. . . tutto bene?�.�Non è possibile. . . Professoressa io. . . io non vedo il ritrat-

to. . . il ritratto di Piton. . . �.Era stupito dalle sue stesse parole. Quello che stava dicendo

era ridicolo!Adesso la McGranitt gli avrebbe indicato un punto preciso

sulla parete dove Piton di certo lo stava �ssando con il solitocipiglio severo.

La Preside si tolse gli occhiali, iniziando a pulirne le lenticon un fazzolettino.

�Mi dispiace Potter, ma il suo ritratto non è presente. . . �.�Cosa vuol dire?�.Si rimise lenta gli occhiali, �ssandolo dispiaciuta.�Ordini del Ministero� disse lanciando un'occhiata a King-

sley.Era assurdo. . . perché mai il Ministero avrebbe interferito in

una cosa del genere?

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Il suo silenzio e lo sguardo interrogativo spronarono il Mini-stro ad intervenire.

�Molti credono ancora che Piton fosse una spia di Volde-mort�.

�Ma è ridicolo! Si tratta di un assurdo malinteso! Piton eradalla parte dell'Ordine! Lo è sempre stato!�.

E lui se n'era accorto troppo tardi.�Certo Harry, ma al momento ci sono ancora indagini, posi-

zioni da chiarire. . . �.�Ma tu sei Kingsley Shacklebolt, il Ministro della Magia,

com'è possibile che tu non possa fare niente?�.�Harry, le cose non sono semplici come sembrano. Proprio

tu dovresti capire come sia facile per tutti dubitare di Piton. . . �.Harry sospirò, �ssando uno spazio vuoto nella parete. Non se

lo sarebbe mai perdonato. Aveva odiato Piton, lo aveva odiatonel profondo. Forse quanto Voldemort stesso.

E dopo lo scontro �nale, ripensando agli anni passati, glierano venuti in mente tutti i gesti, tutte le azioni che aveva malinterpretato. Le rispostacce, le accuse. Per Harry era semprelui il colpevole. Quante volte aveva cercato di convincere Silen-te della vera natura del professore di Pozioni? E quante volteSilente irremovibile si era dimostrato totalmente �ducioso neisuoi confronti?

Non aveva mai potuto a�rontare un vero discorso con lui. Oalmeno, un discorso sincero.

Aveva scoperto la sua vera natura solo alla sua morte, osser-vando i suoi ricordi; solo allora si era reso conto degli errori cheaveva compiuto.

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I ricordi gli a�orarono alla mente invadenti e inattesi so-vrapponendosi prepotentemente.

Piton che lo �ssa concentrato al primo anno, poco primadello smistamento.

Piton che lo deride in classe e toglie punti ai Grifondoro.Piton che durante le lezioni di Occlumanzia si tocca incon-

sciamente l'avambraccio sinistro.Piton che litiga con Sirius e o�ende suo padre.Piton che prepara la pozione per Lupin.Piton che litiga con la Umbridge e che minaccia Raptor.Piton che confessa al limitare della Foresta Proibita di non

voler adempiere il suo compito.Piton che uccide Silente sulla Torre di Astronomia.Piton che gli muore fra le braccia.Guar. . . da. . .mi.�Potter?�.Harry si destò dallo strano torpore in cui era caduto.La McGranitt lo stava �ssando preoccupata.Harry si passò agitato una mano sulla fronte, sudava.�Preside. . . non è giusto, dopo tutto quello che ha fatto. . . non

è giusto che. . . �.�Lo so Potter, lo so. . . � Minerva si sedette di nuovo, mas-

saggiandosi la fronte.Anche Harry tornò al suo posto, lasciandosi pesantemente

cadere sulla poltroncina.In fondo, a chi importava il ricordo di un ex-Mangiamorte

dalla dubbia fedeltà?A chi interessava veramente sapere se Piton era dalla parte

di Voldemort o no?

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Chi poteva voler difendere veramente Piton?Piton non aveva nessuno che lo piangesse. Che lo difendesse.

In fondo anche lui lo aveva sempre disprezzato da vivo.Ma, adesso che era morto, non avrebbe permesso che spro-

fondasse nell'oblio o, peggio, nell'indi�erenza, non avrebbe per-messo che ne andasse perso il ricordo.

�Devo fare qualcosa. . . glielo devo, almeno questo glielo devo. . . �.

�Tutti glielo dobbiamo Harry� disse la McGranitt sorridendostanca da dietro i piccoli occhiali.

�Hai tutto il mio appoggio per quest'impresa, voglio che tulo sappia. E ti prometto che io farò la mia parte, farò tuttoquello che mi è possibile� lo rassicurò Kingsley.

�Preferirei l'impossibile� rispose Harry sorridendo.�Ora si è fatto veramente tardi. . . Harry comincia a scendere,

io devo far �rmare alcune pergamene al Ministro prima che vadavia� gli disse la McGranitt.

�Harry, ancora una cosa� lo richiamò inaspettatamente ilMinistro quando lui era già fuori dalla porta �Sei sempre cer-to che la bacchetta sia al sicuro?� gli disse Kingsley �ssandolointensamente.

Harry annuì debolmente con il capo, chiedendosi �no a chepunto avesse convinto il ministro che la Bacchetta fosse bennascosta. Ma il vero problema comunque non era di cosa ilMinistro fosse convinto ma dove mettere realmente la Bacchetta.

La McGranitt parve accorgersi della sua espressione preoc-cupata.

�Avrai tempo per pensarci, ora è tempo di far festa, c'è losmistamento!�.

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Harry scese le scale assorto nelle sue preoccupazioni: dovevatrovare un nascondiglio alla Bacchetta di Sambuco. Per col-pa della sua incertezza era stato costretto a mentire a Kingsleyper l'ennesima volta. Ma nella sua testa continuavano a vorti-care disordinatamente mille pensieri: il ragazzo biondo che loaveva pedinato e la sua straordinaria somiglianza con Hyde, l'i-naspettata imboscata all'Espresso, l'attacco a Diagon Alley, ilgrattacapo costante della guerra tra Ron ed Hermione e ora an-che la crescente frustrazione per come era stato trattato Piton.E pensare che aveva creduto di tornare ad essere, almeno perl'ultimo anno, un semplice studente come gli altri.

Arrivato fuori alla Sala Grande sentì un gran fracasso pro-venire dall'interno. Si a�acciò sbirciando da dietro al portoned'entrata. La maggior parte dei ragazzi erano in piedi e si chia-mavano da una parte all'altra della sala facendo una gran con-fusione. Alcuni di loro mostravano ai propri compagni i lividiche sicuramente si erano procurati durante l'incidente al treno.

Gli studenti americani stavano in piedi raggruppati tutti as-sieme e continuavano a guardarsi in giro a�ascinati. Per quantopotessero credersi i migliori in tutto, Hogwarts non poteva chestupire chiunque la vedesse per la prima volta.

Lo sguardo di Harry si fermò sulla tavola degli insegnanti.Hudson Willis, l'ex campione di Quidditch, parlava ininterrot-tamente gesticolando senza sosta con la Cooman. Sicuramentestava raccontando alla professoressa la disavventura dell'Espres-so. Probabilmente di lì a poco la Cooman avrebbe a�ermato diaver previsto tale sciagura e di presagirne altre peggiori per itempi a venire. Chissà quanto avrebbe impiegato Willis a capire

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che la Cooman era un po' svitata.Il resto dei professori invece si erano riuniti intorno a Luma-

corno assorti probabilmente nella cronaca della stessastoria. Horace, con un bicchiere di vino tra le mani stava

mimando quella che sembrava la traiettoria del treno giù per lascarpata e la relativa ripresa.

Erano tutti molto presi, sicuramente ci sarebbe voluto unpo' di tempo prima che tornasse a regnare la calma.

Si rese conto che una situazione così favorevole forse nonsi sarebbe più ripetuta. Erano tutti riuniti in Sala Grande esopratutto erano tutti distratti. Non immaginava un'altra oc-casione così propizia, se in quel momento avesse ritardato ancoradi qualche minuto il suo ingresso, nessuno si sarebbe accorto dinulla.

Doveva prendere una decisione, doveva scegliere il luogo adat-to al riposo della Bacchetta di Sambuco, non poteva indugiareoltre. Non doveva bruciare quell'occasione.

Tutti i dubbi che aveva avuto �no a quel momento si frantu-marono come un muro di cartapesta colpito da un Troll di mon-tagna, dopotutto l'aveva sempre saputo: l'unico posto giustoper la Stecca della Morte era la tomba di Silente.

Improvvisamente sentì delle voci avvicinarsi dall'esterno. Sequalcuno l'avesse visto ora, il suo piano sarebbe saltato sul na-scere. Risalì le scale nascondendosi dietro la prima statua cheincontrò. Sentì qualcuno uscire dalla Sala Grande e, poco dopo,l'inconfondibile voce di Hagrid: �State buoni! Adesso vi lascionelle mani del professor Lumacorno . . . �.

Il mezzogigante era appena arrivato con gli studenti del pri-mo anno e Lumacorno era uscito dalla Sala Grande per acco-

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glierli.Appena in tempo, pensò Harry.Lumacorno riuscì a zittire i nuovi arrivati e li condusse in

una stanza dall'altra parte dell'ingresso per il consueto discorsodi benvenuto.

Harry stava per uscire allo scoperto quando sentì dei pas-si provenire ora dalla direzione opposta. Tornò ad appiattirsidietro la statua. La preside passò davanti a lui a passo svel-to, evidentemente trafelata per essersi attardata troppo con ilMinistro.

Gli era passata veramente molto vicino. Harry si guardò ingiro con attenzione e poi uscì dal suo nascondiglio precipitandosifuori dal castello.

Era l'idea più scontata, ma la più sicura. Era quasi impos-sibile che la tomba di marmo bianco venisse profanata nuova-mente; quella volta c'era voluto Voldemort stesso più tutti i suoiMangiamorte per prendere il controllo di Hogwarts e rubare laBacchetta.

L'aria nel giardino davanti alla scuola era mite e piacevole.Nell'improvviso silenzio si udivano esclusivamente il fruscio dellefronde degli alberi e lo sciabordio delle barche, che avevano por-tato gli studenti del primo anno, che si stavano già allontanandosulla super�cie del lago.

Si incamminò lentamente senza paura di dare nell'occhio,domandandosi come avrebbe dovuto agire. Come avrebbe po-tuto aprire il sarcofago di pietra? Qualcuno si era preso la brigadi aggiungere degli incantesimi protettivi? E sopratutto, cosaavrebbe visto al suo interno? Fu preso dal panico, non aveva

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preso in considerazione troppe cose. Anche in quel momento iconsigli di Silente sarebbero stati utili.

L'inconfondibile rumore di un ramo spezzato ruppe brusca-mente il silenzio e la trama dei suoi pensieri. Il rumore provenivadalla �la di alberi alla sua destra. Rimase immobile con la manoposata sulla bacchetta. Per un attimo gli parve di distinguerepersino un'ombra, ma i rami mossi dal vento proiettavano ombreovunque intorno agli alberi.

Rimase immobile per un paio di minuti, ma non udì altrirumori se non il frusciare del bosco.

Riprese a camminare con maggiore circospezione, desideran-do ardentemente di portare a termine quel compito che diven-tava ogni minuto più sgradito.

Raggiunse in�ne la bianca tomba di Silente. La s�orò delica-tamente con le dita. Era liscia e fresca e sembrava incoraggiarloa concludere quella storia.

Portò la mano in tasca per prendere la Bacchetta di Sambucoquando una voce alle sue spalle gli gelò letteralmente il sangue.

�Ragazzo cosa fai lì, dovresti essere in Sala Grande con tuttigli altri!�.

Harry si voltò di scatto.Appoggiato al suo bastone, un vecchio mago, puntava la sua

bacchetta verso Harry. Era alto quasi due metri, ma talmenteingobbito che i suoi occhi lo �ssavano dal basso verso alto. Ilviso giallo, chiazzato e rugoso, facevano sembrare la sua testacalva una vecchia mela marcia.

Harry si aggiustò la maglia sui pantaloni cercando nervosa-mente di nascondere la Bacchetta. Pensava di essere solo, invecec'era qualcun altro che si aggirava nel parco. Ma chi

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era? E cosa ci faceva vicino alla tomba di Silente proprioin quel preciso istante? Una cosa era certa, se avesse volutoschiantarlo, o peggio, lo avrebbe già fatto perché Harry nonl'aveva minimamente sentito avvicinarsi.

�Come ti chiami ragazzo?� continuò l'anziano mago con uninsolito accento.

�Io sono Harry. . . Harry Potter� rispose Harry con la mentein subbuglio alla ricerca di una giusti�cazione per non essere inSala Grande con gli altri.

�Oh, certo, la cicatrice. . . � disse per nulla sorpreso. �Co-munque potevi aspettare domani per omaggiare la tomba diSilente�.

Gli o�riva la spiegazione perfetta. �Ah sì, certo. Solo cheavevo voglia di farlo subito . . . �.

�Questo ti fa onore, ma resta il fatto che adesso dovrestiessere in Sala Grande�.

�Vado� disse, �Ma se mi posso permettere. . . potrei saperechi è lei?�.

�Che scortese che sono, mi chiamo Jatturius, ma ora vai�rispose senza ulteriori spiegazioni.

Harry cominciò a correre verso la porta d'entrata dannandosiper l'occasione sprecata.

�Non correre ragazzo o ti farai male� gli gridò dietro ilvecchio.

�Certo, grazie . . . � rispose Harry rallentando il passo e fa-cendogli un cenno con la mano.

Proprio mentre era girato mise il piede in una piccola bucadel terreno e si ritrovò con la faccia spiaccicata nell'erba.

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�Accidenti!� esclamò rialzandosi e pulendosi le ginocchia dal-la terra. Si voltò ma il vecchio mago malfermo e sorretto dalsuo bastone non c'era già più.

Jatturius, come diavolo aveva fatto a muoversi così veloce-mente? pensò Harry, Ma soprattutto cosa diamine faceva lui nelparco di Hogwarts a quell'ora?

Il nome gli era del tutto nuovo, ma, a giudicare dall'aspetto,questa volta non si trattava certamente di un campione di Quid-ditch. La sua presenza nel parco aveva mandato all'aria il suopiano. Ma si rese conto che il suo non poteva neanche de�nirsiun piano, aveva agito in modo a�rettato e imprudente. Ora cheil suo primo tentativo di nascondere la bacchetta era andato infumo non sapeva quando avrebbe avuto di nuovo un'occasionedel genere.

Aprendo il grande portone di quercia all'entrata del castel-lo, si voltò dando una rapida occhiata al parco. In lontanan-za riusciva ancora a distinguere la tomba bianca che sembravasplendere davanti al lago nero e al cielo scuro, illuminato solo daun'in�nità di stelle. E pensare che solo quello mattina a Londradiluviava.

La Sala Grande ora era immersa nel silenzio e, come sem-pre, il so�tto incantato ri�etteva la volta celeste sfavillante distelle. Le innumerevoli candele che galleggiavano a mezz'aria il-luminavano i quattro tavoli dove ora tutti gli studenti sedevanoordinatamente.

I loro sguardi erano tutti rivolti verso il tavolo dei professori,ma non erano gli insegnanti che �ssavano con tanto

interesse, ma i due sgabelli che erano posizionati davanti alloro tavolo.

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Su di uno sgabello c'era il Cappello parlante e su quello alsuo �anco un vecchio cilindro.

Harry, cercando di non farsi notare, si diresse verso il ta-volo dei Grifondoro. Per sua fortuna solo due o tre ragazzi siaccorsero del suo arrivo squadrandolo con interesse da capo apiedi.

Si sedette in fretta tra Ron e Ginny.�Che cosa ti è successo?� mormorò Ginny togliendoli un po'

di terra dal viso �La McGranitt è arrivata da un pezzo!�.�Ti sei perso anche lo smistamento� aggiunse Ron.�Ne parliamo dopo. . . qui piuttosto? Cosa stiamo aspettan-

do? Che ci fa quel cilindro vicino al Cappello Parlante?�.�C'è stato lo smistamento e il cappello parlante ha fatto il

solito lavoro con i ragazzi del primo anno. Poi mentre Vitiouslo stava portando via il Cappello ha esclamato qualcosa su unaltro copricapo che si nascondeva tra di noi, sul farsi vedere. . . �.

�Se non ti fai vedere che intenzioni potrai mai avere? qual-cosa del genere mi pare� intervenne Ron.

�Si qualcosa così e a quel punto il cilindro che aveva in testail professor Willis si è presentato, alla Cooman per poco non gliè preso un colpo! Vitious si è esaltato moltissimo, ha detto chequesti oggetti magici sono rarissimi e che gli sarebbe piaciutoascoltarlo e così Willis ha proposto di farli esibire entrambi,così. . . �.

Ginny non riuscì a terminare la frase perché in quel momentoil Cappello parlante inaspettatamente ruppe il silenzio.

�Sono perplesso e assai sospettoso,non ricordo altri cappelli se vado a ritroso;

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Son più di mille anni che fui cucito,per dar consiglio all'uomo erudito;Poi in faccia ho visto tanti studenti,e di ognuno di essi ho letto le menti;Ora, ti prego, non puoi più tacere,chi ti donò la parola e per quale volere?�.

Gli studenti di Hogwarts esplosero in un tripudio di applausi egrida di incitamento.

In quel momento Harry si accorse che, divisi tra i quattro ta-voli, gli studenti americani sedevano silenziosi. Si sporse un po'in avanti per vedere in quanti sedessero al tavolo di Grifondoro.

Gli occhi glaciali di Bryan Hyde lo tra�ssero, mentre lui stavasorridendo e giocherellando con un coltello dal fondo del tavolo.

Com'era possibile? Certo se quel giorno a Godric's Hollowera veramente lui il coraggio non gli mancava, ma era veramenteadatto a sedere in quel tavolo? Se fosse dipeso da lui lo avreb-be messo direttamente a Serpeverde! Oltre a lui c'era un'altradecina di ragazzi che, indubbiamente, venivano da oltre oceano.

Dopo alcuni istanti la Preside alzò le mani per calmare glianimi, e non appena tutti fecero silenzio il Cilindro attaccò asua volta.

�Ma non ti guardi, povera pezza?Ma quant'è misera la tua sto�a grezza!Sarai il cappello incantato dai quattro,ma chi ti indosserebbe ormai, un matto?Tra queste mura tutta la tua povera vita,ma non hai visto la terra in�nita?Io ho visto il mondo, lontano e vicino,

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Son l'ormai noto Cilindro Canterino�.

A quelle parole furono gli studenti americani ad alzarsi e a sfor-zarsi di fare quanta più confusione fosse possibile. Alcuni ragazzicontinuavano a battersi le mani l'un l'altro e ad ancheggiare instrani balletti.

Con loro la McGranitt fu più paziente, attendendo che deci-dessero da soli di tornare a sedersi.

�Sarai pur noto, giramondo e brillante,Ma in quanto a giudizio non sei costante!Se non hai mai smistato studenti,i tuoi giudizi saranno incoscienti.Se devo dirlo con parole chiare:tu non sei bravo nemmeno a cantare;Dei quattro fondatori io sono l'incanto;tu al più d'un cappellaio matto il vanto!�.

Tutti gli studenti di Hogwarts tornarono ad alzarsi per applau-dire e incitare il loro caro cappello con ancora più foga. AncheHarry, gettando di tanto in tanto un'occhiata a Bryan Hyde,stava applaudendo �no a spellarsi le mani.

Questa volta il cilindro canterino non attese che la Presidecalmasse gli animi e riprese la sua �lastrocca gridando così forteda coprire in buona parte quel frastuono.

�A sentir bene sembri più tu il matto,forse il tuo lavoro s'è troppo protratto;Quindi dai retta, abbi un po' di decoro,non sei più degno per questo lavoro!

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Io non son bravo a cantare neppure?Signor cappello, hai orecchie un po' dure.In un momento �niamo l'accordo,per te questa scuola sarà un sol ricordo!Cercate l'America sul vostro atlante,e dite addio al cappello parlante!�.

Gli americani tornarono ad alzarsi. Era evidente il tentativo,dato il loro scarso numero, di tentare di strafare. Uno di loro,al tavolo dei Serpeverde, si alzò in piedi sulla panca e fece unacapriola all'indietro atterrando però malamente su uno studen-te di Hogwarts seduto al suo �anco. Lo studente di Serpeverde,appena ripresosi dall'urto, diede uno spintone allo studente ame-ricano, nonostante si stesse scusando, mandandolo lungo distesosul pavimento.

A quel punto altri due studenti americani seduti al tavolodi Corvonero si alzarono a loro volta con le bacchette in pugnopronti a sferrare qualche sortilegio.

Ma in quel preciso istante, dal fondo della Sala Grande, sisentì un forte boato che riecheggiò lungo tutte le pareti inon-dando tutto il salone. Tutti sobbalzarono colti di sorpresa.

La preside McGranitt era in piedi con la bacchetta in mano.

�Fermi! Tornate tutti al vostro posto e mettete via le bac-chette. Evidentemente i nostri cari �copricapi� con il loro ehm. . . spettacolo, hanno scaldato troppo gli animi� disse la McGra-nitt accigliata.

�Prego il professor Vitious di riporre il nostro caro Cap-pello parlante e altrettanto può fare il professor Willis con il

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suo cilindro. Ringraziamo tutti e due con un bell'applauso�paci�co�!�.

Tutti applaudirono svogliatamente guardandosi in cagnesco.�Dunque, bentrovati a tutti!� disse la McGranitt avvicinan-

dosi allo scranno da cui aveva sempre parlato Silente. La lucedelle candele si ri�etteva sui suoi occhiali.

�In particolare ai nostri ospiti che sono venuti da tanto lon-tano. È inutile che raccomandi a voi tutti di essere particolar-mente gentili e ospitali. Come avrete capito sono stati smistatinelle varie case perché ehm. . . per problemi tecnici non siamoriusciti a realizzare in tempo un nuovo dormitorio�.

Il professor Willis fece una strana smor�a contrariata.La preside si schiarì la voce e riprese.�Quest'anno, con onore, assolverò l'incarico di preside e per

questo motivo ho dovuto lasciare il ruolo di Direttrice di Gri-fondoro alla professoressa Sinistra che, ne sono sicura, farà unottimo lavoro!�.

Dal tavolo di Grifondoro si alzò una calorosa applauso e l'in-segnate di Astronomia si alzò in piedi e fece un breve inchino diringraziamento.

Poi la McGranitt continuò: �Per lo stesso motivo non po-trò nemmeno insegnare come di consueto tras�gurazione. Col-go così l'occasione per presentare uno dei due nuovi professoriche quest'anno insegneranno ad Hogwarts, il professor Jattu-rius Uglick che ha, su mia richiesta, accettato la cattedra diTras�gurazione�.

Risuonò qualche applauso sparso e poco entusiasta.�Accidenti!� esclamò Harry che ancora non lo aveva notato

al tavolo con gli altri insegnanti.

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�Conosci quella mummia?� domandò Ron.�Non proprio, te lo dico dopo. . .ma da quanto tempo è

seduto con gli altri professori?� domando Harry all'orecchiodell'amico.

�Beh da sempre, è arrivato poco prima della McGranitt�.�Non è possibile, deve essersi per forza allontanato ad un

certo punto!�.�No, non mi pare proprio� rispose Ron.La sbilenca �gura di Jatturius sembrava �ssare Harry atten-

tamente. Era impossibile che fosse stato sempre in salagrande se pochi minuti prima era fuori con lui alla tomba

di Silente, evidentemente si era assentato e Ron non lo avevanotato, concluse Harry.

�Il nostro secondo nuovo professore� riprese la McGranitt�che certo ormai conoscerete, è Hudson Willis che occuperà lacattedra di Difesa Contro le Arti Oscure�.

L'applauso questa volta fu fragoroso e quasi unanime. Glistudenti americani stavano applaudendo �no a s�nirsi, ma anchegli studenti di Hogwarts, che avevano ormai saputo della suaimpresa sull'Espresso, sembravano sinceramente entusiasti. Inparticolar modo Ron, che era addirittura scattato in piedi.

Il professor Willis si alzò con le braccia alzate salutando al-legramente tutti i ragazzi. Portava nuovamente ben calcato sul-la testa il cilindro incantato, che ora non sembrava diverso daqualsiasi altro normale cappello.

�Come ultima cosa, prima di lasciarvi al piacere del cibo,devo dire due parole sulla controversa questione della compo-sizione delle classi. Come sapete, ci sono molti studenti chel'anno scorso non hanno potuto frequentare la scuola. Questi,

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naturalmente riprenderanno gli studi da dove sono stati costret-ti ad interromperli. Tutti gli altri, purtroppo non hanno potutoavere una formazione completa com'è uso di questa scuola, equindi non hanno potuto sostenere gli esami per accedere allaclasse successiva. Tuttavia . . . �.

La preside non riuscì a �nire di parlare che un coro di dis-senso si alzò dalla Sala Grande.

�Tuttavia, a meno che queste urla non mi facciano cambiareidea,� disse ottenendo un immediato silenzio �in ragione delladi�cile situazione in cui tutti gli studenti hanno dovuto passarel'ultimo anno e del coraggio che molti di loro hanno dimostratonel mantenere saldi i valori e i principi di Hogwarts anche inun contesto così avverso, io, insieme a tutti gli altri insegnantiabbiamo deciso dare l'opportunità a tutti coloro che ne avesserovoglia, e che durante l'estate si siano impegnati duramente, die�ettuare un esame di riparazione sostitutivo nel prossimo mesedi ottobre che consenta di accedere all'anno di corso successivo�.

Questa volta un boato di ovazioni riempì la Sala Grandea cui la preside rispose con uno sguardo che oscillava tra ilcompiaciuto e l'arrabbiato.

Harry aveva pensato a molte cose da quando gli era arrivatala lettera per Hogwarts, ma non si era mai reso conto di quantofosse complicata la faccenda.

�Ancora un attimo . . . � riprese la preside cercando di rista-bilire il silenzio, �ancora cinque parole: che il banchetto abbiainizio!�.

Come sempre fu un banchetto strepitoso. La sala gran-de rimbombava di chiacchiere, e del tintinnio incessante delleposate.

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Harry, pur mangiando con appetito, non vedeva l'ora che�nisse la cena per poter parlare con i suoi amici in un luo-go tranquillo e decidere insieme una strategia su come riporrela bacchetta di Sambuco nella tomba di Silente. SicuramenteHermione avrebbe escogitato un buon piano.

�Hai visto tra tanti americani chi hanno mandato a Grifon-doro?� disse Ron leccando senza ritegno il fondo del suo piattod'oro nel tentativo di recuperare le ultime tracce di crema dimirtilli.

�Ho visto. . .ma chi lo ha deciso?�.�Il Cappello Parlante. . . chi altri? Devi vedere che faccia

hanno fatto quando ha iniziato a parlare! Qualcuno alla �ne haanche applaudito. . . �.

�Non Hyde scommetto!�.�Hyde per poco non veniva smistato, è comparso appena in

tempo. . . pochi minuti prima che arrivassi tu�.�Come? E me lo dici adesso?� esclamò Harry facendosi più

vicino all'amico per �ssarlo da vicino.�Non vorrai che ti dica quando Hyde va in bagno o quando

si allontana per vedere se gli hanno rubato qualche altra cosa!�.�No certo, solo che è una ben strana coincidenza. . . �.�Hai visto chi altri abbiamo l'onore di ospitare al nostro

tavolo? Quel ragazzino del treno, Daniel Fox� disse Ron indi-candolo nel tentativo di cambiare discorso.

�Davvero? Pensavo anche io come Malfoy che sarebbe �-nito a Serpeverde. . . be', comunque se il Cappello Parlante hadeciso così. . . avrà avuto le sue buone ragioni!� concluse Harryguardandolo mentre chiacchierava animatamente con un altrobambino del primo anno.

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Quando gli ultimi bignè e i restanti bocconi di torta furonospariti dai piatti, la McGranitt diede il permesso ai prefetti discortare gli studenti nei relativi dormitori.

Harry, Ron e Ginny si accodarono ai Grifondoro che saliva-no la scalinata di marmo capitanati da una serissima Hermio-ne che spiegava ai nuovi arrivati come arrivare senza perdersiall'ingresso nascosto della torre di Grifondoro.

Il grande ritratto della signora grassa appena li vide chiese:�Parola d'ordine?�.

�Ascoltate tutti, la nuova parola d'ordine è �Cocktail di Cac-tus�� ripeté più volte Hermione per farlo capire bene alla folladi ragazzi.

�Ma chi le sceglie queste parole d'ordine?� disse al alta voceHyde facendo sghignazzare il gruppo di americani che sostavacompatto alla �ne della �la.

Hermione fece �nta di non sentire assicurandosi di fare en-trare i più piccoli e spiegando loro quali fossero le loro stanze.

Quando anche Harry sorpassò il ritratto, ormai era rimastofuori solo Bryan che se n'era stato in disparte. Si voltò pervederlo entrare ma, inaspettatamente, la Signora Grassa avevarichiuso il passaggio!

Si sentì la voce di Hyde da fuori.�Hey, che scherzo è questo? Fammi entrare!�.�Parola d'ordine� rispose la signora dal ritratto con tono

neutro.�Oh, che sciocchezze! E va bene �Cocktail di Cactus��.�Sbagliato�.�Ma come? Un attimo fa era quella!�.

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�Mi pareva di aver capito che non fosse di tuo gradimentocosì l'ho cambiata!�.

�Che cosa?�.Harry si allontanò sghignazzando e raggiunse Hermione la-

sciando la Signora Grassa a vedersela con l'americano.�Sei bravissima! Hai visto la faccia dei più piccoli quando

gli hai detto che alle scale di Hogwarts piace cambiare?�.�Già, sembra ieri quando l'hanno detto a noi. . . comunque

Harry volevo avvisarti che ho la lista che mi ha dato il pro-fessor Willis con la disposizione dei posti letto degli america-ni. . . beh. . . avete Hyde in camera con voi!�.

�In camera con noi?! Tra tante stanze. . . proprio la nostra!E adesso chi lo dice a Ron? Un'altra strana coincidenza in cuicentra quel Bryan. . . ,� poi abbassò il tono, �Senti Hermione, iodevo parlarti di alcune cose . . . �.

�Non ora Harry, mi dispiace ho ancora un mucchio di coseda fare, puoi aspettare �no a domani?� poi lasciando Harrygridò �HEY, DANIEL! Cosa stai facendo? Guarda che ti tengod'occhio . . . �.

Harry si arrese. L'amica quella sera non gli avrebbe datoretta e anche lui in fondo, stanco com'era, non desiderava altroche sdraiarsi nel proprio letto a baldacchino nella sua familiarestanza rotonda.

�Ok Hermione ne parleremo domani� disse salutandola men-tre saliva la scala a chiocciola respirando nuovamente aria dicasa.

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Capitolo 11

IL PRINCIPE SOTTO

INCHIESTA

Harry aprì lentamente gli occhi abbagliato dal sole che entravaprepotentemente dentro la stanza. Sentendo l'odore delle len-zuola pulite del suo letto - il suo letto di Hogwarts - provò quellasensazione di benessere che solo la scuola, che era la sua primae vera casa, gli poteva dare.

Già la sera prima, mentre si dirigeva nella sua stanza, erastato avvolto da quel sentimento, caldo e confortevole come unodei maglioni della signora Weasley.

Le disavventure del viaggio e tutti gli accadimenti che loavevano visto all'opera la sera precedente, lo avevano a dir pocoscombussolato, ma a �ne serata, nonostante la necessità impel-

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lente di con�darsi con Hermione, era stato contento di poter�nalmente riposare serenamente nel suo letto a baldacchino.

Aprendo la porta del dormitorio era stato scosso da un'e-mozione forte, davvero aveva sentito di essere ritornato allasua cara Hogwarts, splendida come prima dell'ultimo, tragicocombattimento.

Si era reso conto, però, che quello sarebbe stato l'ultimoanno che avrebbe passato lì, e questa volta ne era sicuro. Da lìa qualche semestre Hogwarts non sarebbe stata più il suo posto.Ma si sa, tutti hanno bisogno di un luogo sicuro in cui tornare,e lui non faceva certo eccezione. Sarebbe riuscito a trovare unaltro letto in cui svegliarsi e provare quella sensazione di pace?

I letti a baldacchino - che ora erano sei - le tende scarlatte ei bauli già sistemati ai loro posti, che meraviglia!

Sebbene Harry desiderasse riposare, non aveva potuto farea meno di restare sveglio con Ron, Dean, Seamus e Neville �noa tarda notte. Avevano molte cose da raccontarsi ed, evitan-do accuratamente qualsiasi argomento che riportasse alla bat-taglia di Hogwarts, avevano riso insieme anche delle cose piùinsigni�canti, contenti di trovarsi nuovamente insieme. QuandoNeville aveva mostrato il suo baule traboccante di piume Auto-correggenti e a Risposta-pronta, Ron e Harry erano caduti dalletto tenendosi la pancia.

�Andiamo Neville, non penserai mica di usarle durante iM.A.G.O., vero? Non lo sai che non è possibile?�, aveva dettoDean ridacchiando, mentre uno scoraggiato Neville riponeva lepiume dentro il baule.

Quando si erano resi conto che era ormai passata l'una, sidecisero ad andare a dormire, �Altrimenti� aveva sentenzia-

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to Ron �domattina non basteranno nemmeno dieci Strilletteredella mamma a svegliarci!�.

Poco dopo che ognuno si era coricato nel proprio letto, laporta del dormitorio si era aperta ed Harry aveva visto entrareil loro nuovo compagno di stanza: Bryan Hyde. Finalmente, inqualche modo, la Signora Grassa lo aveva fatto entrare. . .

Bryan!Si ridestò dai ricordi della sera prima e istintivamente tastò

sotto al suo cuscino, veri�cando che le bacchette fossero ancoraal loro posto.

Sì tirò a sedere, cercando il nuovo compagno di stanza. Ilsuo letto era vuoto, le coperte erano già riassettate e il cuscinoben sprimacciato al suo posto: lui era già sceso.

Meglio così si disse.C'era una sottile linea di eventi che, per quanto potevano

essere spiegati in molti altri modi, lo portavano a dubitare dilui. Il giorno del suo compleanno, a Godric's Hollow, era semprepiù sicuro che fosse proprio Hyde a guardarlo con aria be�ar-da appoggiato al monumento dei suoi genitori. Certo, potevabenissimo essere stato qualcuno che gli assomigliasse particolar-mente, ma riteneva che questa fosse una possibilità remota. Mala vera domanda era: perché? Perché era là in quel momento?

Se era là per lui, e questo sembrava abbastanza ovvio, nonriusciva a capire il suo comportamento. Se avesse solo volutoconoscerlo si sarebbe fatto vicino in quell'occasione o più tar-di. Ma se non voleva conoscerlo, allora voleva dire che lo stavaspiando, ma allora perché si era fatto vedere?

Quello che lo preoccupava era che la Bacchetta era l'uni-co obiettivo per cui qualcuno avesse motivo di seguire le sue

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mosse. In e�etti, ad occhi esterni, il suo viaggio a Godric'sHollow, da solo, di mattina presto, poteva sembrare un momen-to utile a nascondere la Bacchetta. E poi il luogo stesso avevauna sua valenza simbolica e quindi poteva sembrare un possibilenascondiglio.

Chissà, forse dopo che aveva lasciato il cimitero qualcunoaveva ispezionato la tomba di Ignotus Peverell o quella dei suoistessi genitori, per accertarsi che la Stecca della Morte non fossee�ettivamente lì. La sera prima, mentre era uscito nel parco, ef-fettivamente intenzionato a nasconderla, Ron aveva giurato cheBryan non era in Sala Grande. Solo una coincidenza? Oppureno? Se le sue congetture catturavano anche solo una bricioladi verità, stava condividendo la stanza con un suo potenzialenemico.

Ma il comportamento del ragazzo era ambiguo, non era coe-rente con quella sua spiegazione.

Sospirò e guardò Snitch. A�anco al suo letto, come da istru-zioni di Ginny, aveva sistemato un piccolo cestino che fungevada giaciglio per la piccola Pu�ola che, ora, era un'uniforme palladi pelo giallo, addormentata in un sonno profondo.

Dall'altro lato, naturalmente anche Ron stava ancora dor-mendo sul bordo del materasso, con un braccio a penzoloni sul�anco del letto e la faccia schiacciata contro il cuscino in unaposa innaturale. È da anni che mi chiedo come faccia a dormirecosì. . . pensò Harry.

Poi prese la sua bacchetta e, puntandola sul cuscino del-l'amico, disse �Wingardium Leviosa�, sollevandogli il cuscino,poi lo strattonò via di colpo facendo rimbalzare la testa di Ronpesantemente sul materasso.

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Ron si svegliò di soprassalto imprecando: �Per i calzini puz-zolenti di Merlino! Ma che cavolo . . . ?�.

Si guardò intorno ancora stordito dal sonno poi, vedendoHarry, disse a bocca impastata �Te l'ho già detto quanto tidetesto, Harry?�.

�No, oggi è la prima volta� rispose lui con un enorme facciadi bronzo. �Svegliati, non vorrai ritardare già il primo giorno?�.

Ron si rigirò e si tirò le coperte sulla testa.�Rischiamo di saltare la colazione!� incalzò.Quell'argomento doveva esser stato più convincente, Ron

uscì dal suo nido.�Comunque ti detesto�.Poi come se un bolide lo avesse preso in pieno spalancò gli

occhi rivolto al letto di Bryan: si era ricordato di lui.�Penso sia già sceso. . . � spiegò Harry.�Odio pensare che dovremo svegliarci ogni giorno guardando

la sua faccia!� mugugnò Ron e prese ad estrarre i vestiti dalbaule, sbadigliando sonoramente.

Quando scesero, la Sala Grande era già gremita. La pri-ma cosa che risultò subito chiara era che, oltre agli studenti diHogwarts, nei tavoli delle quattro case si era aggiunta tutta latruppa americana.

�Oh miseriaccia. . . siamo stati invasi dagli yankees!� bor-bottò Ron storcendo platealmente il naso mentre �ssava il ta-volo di Grifondoro a�ollato dagli americani �niti lì dopo losmistamento.

Comunque c'era sempre posto per tutti! Harry sospettò che,per quanta gente fosse entrata in quel salone, nessuno sarebbemai rimasto in piedi: aveva come l'impressione che ci fossero

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più posti del solito! Poi si ricordò della magia di Hogwarts e,pensando a cosa avrebbe detto Hermione, sorrise: Oh, Harrysono davvero l'unica ad aver letto Storia di Hogwarts?.

Gli americani si riconoscevano da lontano, in ogni tavolataerano facilmente individuabili, seduti tutti vicini. L'apparte-nenza ad una casa comune stava già smussando le tensioni, e,qua e là, i ragazzi più socievoli stavano già cercando di coin-volgere gli stranieri nel loro mondo, indicando le grandi clessi-dre, il so�tto, oppure qualche altra meraviglia di quel luogo,probabilmente spiegando le straordinarietà della Sala Grande edel castello. Ribellandosi alla costruzione del quinto dormito-rio, Hogwarts, aveva costretto i ragazzi ad integrarsi; e questoavrebbe sicuramente contribuito a far �lare liscio l'anno.

Mentre i due amici avanzavano lungo il tavolo del Grifondo-ro, Harry scorse fra gli americani il viso di Bryan. Il ragazzobiondo incrociò il suo guardò per poi girarsi rapidamente ver-so i suoi compagni a chiacchierare. Per loro sarebbe stato piùdi�cile raggiungere gli obiettivi della preside pensò fra se.

Camminarono in mezzo ai ragazzi che andavano e venivano,raggiungendo le ragazze.

�Ben svegliati!� disse Ginny.�Grazie� rispose Harry sedendole accanto e cingendola a sé

con un braccio.In quel momento la professoressa Sinistra li raggiunse, in

mano portava un disordinato groviglio di foglietti. Aveva un'a-ria stralunata, i capelli in disordine e aveva perso il suo solitosguardo svagato; in poche parole sembrava una pazza!

�Accidenti ragazzi,� esordì, alzando i grandi occhi azzur-ri al cielo, �sto facendo una confusione con tutti questi orari.

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Studenti nuovi, studenti vecchi, studenti che ripetono l'anno eamericani. C'è da strapparsi i capelli!! Le stelle sono più ras-sicuranti, prevedibili. Con un po' di studio sai sempre dovetrovarle!�.

Poi, evidentemente esasperata, lanciò in aria tutto quelloche aveva in mano e pronunciò: �Ordinem!�. Istantaneamentei foglietti iniziarono a ricadere in un'ordinata pila sul tavolo.�Così va meglio�.

E, sistematasi i lunghi capelli castani dietro le orecchie, ini-ziò la distribuzione: �Granger: Tras�gurazione Pozioni, DifesaConto le Arti Oscure, Incantesimi, Erbologia, Aritmanzia e An-tiche Rune. Ah. . . che le stelle ti diano la forza!�. Poi continuò,�Potter e Weasley, Ron Weasley� precisò, �Tras�gurazione, Po-zioni, Difesa Conto le Arti Oscure, Incantesimi, Erbologia e na-turalmente come indicato dalla nostra preside su nuove dispo-sizioni del ministero lei signor Potter dovrà frequentare Astro-nomia cosa che detto fra noi mi rende un tantino contenta�disse la Professoressa Sinistra �Bene, con voi ho �nito. Possocontinuare, Paciock: Erbologia, . . . �.

La professoressa continuò a elencare le materie degli altricompagni proseguendo lungo il tavolo.

�Come Astronomia? Perché devi frequentarla solo tu?� chie-se Ron a Harry quasi o�eso di non frequentare anche lui lamateria.

Hermione, per poco non si a�ogò con il bicchiere d'acquache stava bevendo mentre Harry, dopo averle dato due bu�ettisulla schiena, ed essersi ripreso da un attacco di risa, si accinse aspiegare sottovoce: �È stata una idea di Kingsley per facilitare

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le mie eventuali uscite notturne o occasionali missioni, ma sevuoi fare una lezione in più parlerò con Kingsley . . . �.

Ron ci pensò su e poi, ricordandosi il motivo per cui avesserinunciato alla materia, cioè le lunghe sedute notturne, disse�No grazie, passo�.

�Mi sembrava. . . avevo quasi paura di aver sbagliato piane-ta� disse a quel punto Hermione senza rivolgersi a nessuno inparticolare.

Se Ron l'aveva sentita non lo diede a vedere, iniziò a servirsicon due fette di tutte le torte presenti sul tavolo, ben attento anon farsene sfuggire nessuna. Il suo piatto sembrava una piccolapiramide egizia appiccicaticcia.

�Alla prima ora abbiamo Erbologia con la Sprite� lesse Her-mione a voce alta. �Oh, e subito dopo la prima lezione di DifesaContro le Arti Oscure con Willis�.

�Lo fapevo, ma�agna� bofonchiò Ron, come sempre a boccapiena.

�Pensavo che Willis fosse un tuo idolo, non dovresti esserecontento di conoscerlo?� chiese Ginny.

�Certo, ad una partita di Quidditch, fuori da uno stadio,mi andrebbe bene un posto qualsiasi ma non un'aula di scuola!Sono sicuro che per stasera lo odierò più di Gorgorovich. . . e direche per lui la Plu�a era un oggetto non identi�cato!� risposedopo aver de�nitivamente mandato giù l'enorme boccone.

Gli altri risero divertiti, Ron non si smentiva mai.Ormai erano quasi alla �ne della colazione, quando Hermio-

ne, dopo aver letto come al solito la Gazzetta del Profeta, appre-standosi ad alzarsi per adempire ai suoi doveri, sentì i discorsi

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di un gruppo di ragazze americane che le stavano passando a�anco.

�Ma hai letto l'articolo su questo giornale?� disse una ragaz-za slanciata e magra. Era come tutte le ragazze americane, conun'aria imbronciata e lo sguardo di chi la sa lunga, due enormiocchi azzurri incorniciati da una folta chioma bionda legata edivisa in due trecce che le davano un aspetto sbarazzino; la suabocca leggermente sottile ma con due labbra molto rosse che ledavano un aria da Barbie poco cresciuta.

�No Hawaii, di che giornale parli?� rispose una delle altreragazze che componeva il gruppo. Erano tutte biondissime comequella con le trecce.

�Di questo!�, e così dicendo le mostrò una rivista che avevain mano, �È Il Settimanale delle Streghe. Sai e il più glamourche questi provinciali hanno�.

�E cosa dice il giornale?�.Hawaii rispose: �Oh, niente, parla solo di un docente di

questa scuola di zotici; a quanto pare era un poco di buono�.A quel punto la curiosità prevalse su l'irritazione che Hermio-

ne provò nei confronti di quelle americane, �Certe volte Ron haproprio ragione� pensò mentre si avvicinava al gruppetto. Poicon fare quasi cerimonioso, le fermò e chiese �Scusate ma que-sta zotica provinciale vi vorrebbe chiedere se le potreste prestarequel giornale�.

Le ragazze sulle prime sembrarono molto irritate dalla pre-sa in giro, ma poi notarono la spilla scintillante da Caposcuolasulla divisa di Hermione, quindi, facendo buon viso a cattivogioco, risposero anche loro tramite la ragazza con le trecce chesembrava la capo cheerleader in un tono cerimonioso che sapeva

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di presa per i fondelli: �Oh! Sì certamente, nessun problema,tanto non vale neanche la carta con cui è scritto�. Così dicendo,la ragazza con le trecce glielo porse accennando anche un inchi-no, facendo aumentare l'irritazione di Hermione che, prendendoil giornale, sputò uno sgarbato grazie per poi girarle le spalle eritornare verso il suo posto.

Quando si sedette, Ron, vedendola cosi infuriata, le chiesecosa le fosse capitato. E questo fu l'errore peggiore che potessefare visto che lei lo investì con una serie di a�ermazioni di quelleche nemmeno Ron stesso avrebbe saputo tirar fuori.

Alla �ne intervenne Harry �Calmati Hermione qui nessunoce l'ha con te. Ron ti ha solo chiesto cosa avevi. . . sei atterrata suquel tavolo come un gufo inferocito!� A quel punto Hermione,che ormai aveva sbollito con Ron, fece un profondo respiro eraccontò cosa le fosse appena accaduto.

�Vedi che avevo ragione io! Puah, le americane! Solo per-ché sono così carine si credono chissà chi!� sbottò Ron, ammic-cando in direzione dell'amico. Hermione gli lanciò un'occhia-taccia e lui si a�rettò ad aggiungere �Stupide biondine, senzacervello. . . � salvandosi con queste ultime parole da un'ennesimasfuriata della ragazza.

�Bene, vediamo questo articolo che le ha agitate tanto!�disse Harry.

Hermione allora aprì il giornale mettendolo in mezzo. Giàleggendo le prime righe, fu come se fossero stati colpiti da unaserie di Stupe�cium.

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RITA SKEETER AGGREDITA A HOGWARTSNELL'IMMINENZA DELL'USCITA DEL SUO

NUOVO LIBRO.

Ieri pomeriggio (1° settembre) una strana vicenda ha vistocoinvolta la nota giornalista Rita Skeeter. L' intrepida reporterè stata brutalmente aggredita da due non meglio identi�cati in-dividui di cui non possiamo citare i nomi ma che chiameremoA.M. e R.B. (sigle che, ad esempio, potrebbe stare per AugustusMerlin e Regis Bloodhound) spacciatisi per Auror durante unadelle sue ricerche per scoprire cosa bolle nel pentolone di Hog-warts. In esclusiva al nostro giornale, la Skeeter, ha accettatodi darci la sua versione.

Carissima Rita, vuoi raccontarci come si sono svolti i fatti?�Quei due bestioni mi hanno inseguita senza ritegno ridendo

spregevolmente di me, una povera donna indifesa fra le grin�e didue mostri. Io non mi sono persa d'animo ma, dopo una rocam-bolesca fuga, sono purtroppo �nita malamente per colpa di quelmezzo gigante del guardiacaccia, che mi ha ostacolata ponendo-mi innanzi dei brutti mostri enormi e artigliati, che, subito, mihanno aggredito e, se non fosse stato per la mia bravura comefattucchiera, sarei morta. Avete capito bene sarei morta!

Dicevo, dopo la rocambolesca fuga, nella quale mi sono di-fesa con unghie, denti e pennini, quando ormai non avevo piùsperanze, mi sono fermata e, forte della mia penna e del miotaccuino, li ho minacciati di rovinarli se mi avessero toccato,ma i due mostri dicendomi che erano Auror - cosa che io dubitograndemente visto che non mi hanno mostrato alcun distintivo- mi hanno strattonato malamente per poi sbattermi fuori della

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scuola, senza rispettare i miei diritti di giornalista e reporterdella verità.

Tutto questo mi pone una serie inquietante di domande: co-sa facevano, se era vero, due Auror ad Hogwarts? Cosa combinail ministero? C'entra l'indagine su Piton? Il ministero sta na-scondendo troppe cose, cosa c'entrano gli americani? Io, statenesicuri miei assidui lettori, lo scoprirò, a costo di dover scrivereun nuovo libro�.

Queste sono le inquietanti rivelazioni della giornalista d'in-chiesta per antonomasia.

Le domande che si pone la nostra beneamata Rita Skeeter,sono alimentate da strani fatti, infatti, come già anticipato dalei stessa, pare che presso il Ministero della Magia, si stianoraccogliendo documentazioni e testimonianze atte a stabilire chifosse veramente il prof. Severus Piton, defunto, nel corso dellaormai leggendaria battaglia di Hogwarts, sembra, per mano diColui-Che-Non-Deve-essere-Nominato.

Ma allora è per questo che la giornalista è stata aggredita?Chiediamolo a lei stessa.

�Ma mi sembra chiaro, no? È ormai prossima la pubblica-zione del mio ultimo sforzo editoriale ed è palese che qualcunocerchi di tapparmi la bocca! I poteri forti non vogliono checiò che ho scoperto venga messo a disposizione dell'opinionepubblica perché sanno quanto credito io abbia nei confronti deimiei a�ezionati lettori. Ma io non ci sto! Ed è per questo chevoglio già da subito, prima che mi accada qualcosa di peggio,pubblicare su questo giornale che mi ospita (Settimanale delleStreghe N.d.R.), che oramai è uno degli ultimi giornali liberi incircolazione, un piccolo estratto del mio lavoro�.

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Ed è con grandissima gioia, cari ed assidui lettori, che, soloper voi in esclusiva, presentiamo un primo estratto dal nuovofuturo bestseller dell'accattivante e biondissima Rita Skeeter:�Severus Piton: Santo o Canaglia?�. La celebre giornalista e lasua penna stregata si sono subite rimesse a lavoro dopo l'enormesuccesso e prestigio conseguito con il romanzo �Vita e menzognedi Albus Silente�, libro che ha provocato sconcerto e scalporein tutto il mondo magico. Quali segreti oscuri, scheletri nell'ar-madio o sorelle Magonò (vedi biogra�a Silente) sarà riuscita ascovare questa volta l'infallibile Rita? Ebbene lei stessa ci harivelato che si è completamente immersa nella vita dell'ex pro-fessore e preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwartsper quasi 5 mesi, con l'intenzione di far luce su questo contro-verso personaggio.

�PITON: SANTO O CANAGLIA?�DI RITA SKEETER

Prefazione

Se vi dicessi che sul suo naso si potrebbe applicare il teoremadi Pitagora, che il suo peggior nemico è lo shampoo, e che hatatuato sul braccio sinistro il marchio nero, ma che nonostanteciò Albus Silente non ha mai voluto mettere in discussione lasua lealtà, riuscireste a capire di chi sto parlando? Be', se dopotutti questi indizi non si è, all'istante, creata nella vostra mentel'immagine di Severus Piton, dovreste fare una visitina al SanMungo, gente!

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Ebbene sì, cari lettori, io, Rita Skeeter, armata soltanto del-la mia penna, della mia determinazione fuori dal comune e dellamia curiosità morbosa, ho voluto fare un immenso favore allacomunità magica scrivendo questo libro. In questa nuova biogra-�a, infatti, potrete trovare tutte le risposte alle domande che datempo vi perseguitano. Ma non pensiate che, �nito di leggere,resterete indi�erenti: Severus Piton ha molti segreti, tanti chenon si potrebbero nascondere tutti neanche nel suo immenso na-so, e non sono tutti segreti innocenti! Ricavare le informazioniqui contenute è stato, lo ammetto, per me estremamente arduo.Piton, infatti, non era certo quello che si dice �un simpaticone�,e per questo non ha molti amici che possano ricordare la suavita.

Le testimonianze della sua infanzia mi sono per lo più statecon�date da Barny Boozle, ex addetto alla manutenzione magi-ca ormai in pensione, attualmente ancora residente in Spinner'sEnd, quartiere in cui abitava una volta il nostro già citato uomodal pro�lo asimmetrico. Per quanto riguarda gli anni trascor-si a scuola, diciamo che molti di coloro che hanno conosciutoPiton durante i sette anni a Hogwarts, o sono stati rinchiusiad Azkaban con l'accusa di essere �Mangiamorte�, oppure sonoragazzi che lo ricordano principalmente come un �tipo bizzarro�o, per citare le parole di Arthur Snogdrow, �Un pazzo che avevapiù forfora che capelli!�

Per ciò che concerne la sua relazione con il potere oscuro, ilprofessor Severus Piton, secondo informazioni raccolte da fontiineccepibili (com'è mia consuetudine), è stato uno dei primi Ma-ghi Oscuri che giurarono fedeltà a Lord Voldemort (ormai pos-siamo nominarlo senza paura), noti, appunto, al mondo magico

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come Mangiamorte, per quanto, almeno secondo testimonianzeraccolte da varie fonti (non ultime, le stesse dichiarazioni resedall'Eroe di Hogwarts, il sig. Harry Potter) sui �giuramenti difedeltà� di Piton, ci sarebbe molto da discutere.

Infatti, sono talmente tante e contrastanti le testimonianzerelative al doppio gioco di Piton e�ettuato alternativamente infavore dell'una o dell'altra fazione, che, suppongo, avesse quan-tomeno bisogno di una �ricordella� per rammentarsi per chi stes-se e�ettivamente lavorando in ogni momento della sua ambiguacarriera!

Suscita inoltre perplessità, l'accanimento dimostrato propriodal Sig. Harry Potter (che più di ogni altro ha subito continueangherie nel corso della sua carriera scolastica), nei confrontidel prof. Severus Piton.

In proposito, il libro che vi sto presentando con questa breverecensione, proseguendo, secondo il mio stile, nell'accanita ri-cerca della verità - per quanto spiacevole questa possa sembrare- indagherà su possibili ambigui sviluppi nella vicenda, scavandonella vita del giovane Piton.

La mia sorprendente abilità nello scovare le fonti più im-probabili, mi ha infatti permesso di ottenere dichiarazioni dallaSig.ra Petunia Evans in Dursley (sorella della madre del sig.Harry Potter). Seguendo tale fonte, ci sarebbe stata una re-lazione tra �quell'orribile ragazzo� (così viene de�nito da lei ilProf. Severus Piton) e sua sorella Lily Evans.

Ciò ci porta a formulare, ed a raccogliere di conseguenzale relative prove, delle ipotetiche spiegazioni del diverso atteg-giamento del sig. Harry Potter verso il prima tanto odiato edetestato, e poi difeso strenuamente, professor Severus Piton.

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In fondo, come recita un vecchio proverbio latino di originibabbane:

�Mater semper certa est, pater nunquam� (la madre è sem-pre sicura, il padre, invece no).

Queste sono solo poche righe dello stuzzicante libro della Skee-ter, ma chi ha avuto la grandissima fortuna di leggerlo in ante-prima, ci assicura che il resto supera di gran lunga le aspettativedel lettore! Per questo, se non volete che il giornalismo liberosia imbavagliato, assicuratevi sin d'ora la vostra personale copiadi �Piton: Santo o Canaglia?�, compilando il tagliando di pre-notazione a pag 12 e inviandolo via gufo al Ghirigoro, DiagonAlley, Londra.

�Questa la sigillo a vita in un barattolo, se mi capita a tiro!�esclamò Hermione a denti stretti, osservando Harry, che non riu-sciva proferire parola, sopra�atto come era dalla rabbia. �Dopola Battaglia di Hogwarts, persino La Gazzetta del Profeta nonla stava più a sentire! E invece lei ha scritto un'altra schifezzadi libro!�.

�Sarà vero che è stata aggredita?� chiese Ron.�Ma Ron!� lo riprese Ginny �Ti sembra che gli Auror vadano

in giro ad aggredire le vecchiette? E poi ha citato anche Hagrid. . . �.

�Quello che è sicuro è che ha sfruttato la vicenda per farsiun'immensa pubblicità!� concluse Hermione. �E tu, Harry, cosane pensi?�.

Harry la guardò, poi, quasi sconsolato scuotendo la testa,a�ermò �Cosa vuoi che pensi? Piton non ha nessuno che lo di-

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fenda, è normale che prima o poi sarebbe uscito qualcuno cheavrebbe appro�ttato dell'occasione e, detto tra noi, chi è piùquali�cata di quello scarafaggio della Skeeter, per farlo?� men-tre diceva questo, il ragazzo si guardava intorno quasi che lasoluzione si trovasse tra le stoviglie sul tavolo.

In realtà non gli importava un �co secco della Skeeter. Quelloche gli stava a cuore era Piton. Solo la sera prima aveva scopertoche non c'era il suo ritratto e, ora, un libro gettava ulteriorefango su di lui.

Allora, si rese conto che non aveva ancora avuto modo diraccontare agli amici ciò che gli era successo la sera precedente.Disse loro di come avesse cercato di nascondere la bacchetta edi come il professor Uglick lo avesse fermato.

�Ma Harry,� disse Hermione, �sei stato un pazzo ad agirecosì. Avremmo dovuto preparare un piano, considerare le variapossibilità. . . E poi come avresti fatto ad aprire la tomba?�.

Hermione aveva perfettamente ragione, dopotutto era lei laparte razionale del gruppo.

�Hai ragione, ma mi era sembrata una buona occasione. . . �.�La prossima volta dovremmo studiare un piano più preci-

so!� concluse Hermione.Poi, Harry, racconto dell'assenza del quadro di Piton dall'uf-

�cio della preside.�Caspita!�, esclamò Ron.�Ma allora la Sketeer avrà vita facile!� esclamò Hermione.Harry sapeva che doveva fare qualcosa per risolvere la fac-

cenda, ma non credeva di dover fare così in fretta. Se la Skee-ter riusciva a farsi ulteriore pubblicità nessuno avrebbe potutofermarla, doveva trovare una soluzione.

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Poi Ron, cercando di risollevare il morale generale, puntò labacchetta su Il Settimanle delle Streghe e lo fece sollevare in aria.Dopo qualche istante una pioggia di coriandoli bianchi iniziò acadere sopra le loro teste. Ron sorrise soddisfatto: �Intanto ilgiornale ha avuto ciò che si meritava!� poi s�lò qualche foglio daLa Gazzetta del Profeta e se lo aprì davanti. �Mago Sport Oggi,l'inserto sportivo del Profeta: queste sono letture interessanti!�disse prima di immergersi nella lettura del Quidditch-mercato.

�Solo stracciando il giornale non è che risolviamo molto�puntualizzò Hermione , �dovremmo fare qualcosa di più�.

�Hai ragione� disse Ginny, �solo che. . . solo che mi suonacosì strano difendere Piton!�.

Harry guardò la ragazza, non poteva darle certo torto. Pitonaveva reso la vita di tutti un inferno pur se con nobili intenzioni,poi fu colpito da una delle sue famosi intuizioni, �Ron potrestipassarmi un attimo il giornale�, disse mentre lo strappava dallemani di Ron, che ricambiò con un'occhiataccia piena di proteste.

Hermione lo guardò stranita �Ma. . . come fai a pensare alleclassi�che del Quidditch, mentre parliamo di cose così serie?�.

Ma Harry pareva distratto mentre sfogliava rapidamente lepagine, �Scusa devo solo controllare una cosa che mi sembradi aver letto tempo fa� Harry sfoglio animosamente il giornale�nché non trovò ciò che cercava, �Eccolo! Avevo letto bene. . . sìmi pareva . . . � parlava più a se stesso che ai compagni. �Adessopossiamo andare a lezione!� disse chiudendo il giornale.

�Lo sai che sei strano, vero?� gli chiese ironicamente Her-mione ma, prima che Harry potesse intervenire per dare unaqualche spiegazione, intervenne Ron �Bah! Per te sono tutti

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strani: solo perché uno dà un'occhiata al giornale sportivo nondeve mica essere ricoverato al San Mungo!�.

�Certo, se sono tutti asini come te, è impossibile curarli!�.A quel punto i due incominciarono una delle loro tediose

discussioni e Harry rinunciò a spiegare il suo piano. Poi, erameglio non immischiare gli amici, in �n dei conti non sapevache sviluppi avrebbe portato la sua idea e quali conseguenze. Sialzò in piedi sgranchendosi le gambe e, proprio in quel momen-to, la professoressa Sinistra, che evidentemente aveva �nito ladistribuzione degli orari, camminò verso di lui.

�Potter, stavo dimenticando una cosa! Come ti ho avvisatoper iscritto, sei stato nominato capitano della squadra di Grifon-doro. Lo so che è inutile che lo dica, ma come mio primo annoda Direttrice non voglio che la squadra faccia brutte �gure! Miraccomando, vedi di mettere insieme un buon gruppo!�.

�Non si preoccupi, professoressa�, rispose, �vedrà che dare-mo tutti il massimo!�.

�Ci conto� lo congedò la professoressa.�Ragazzi è tardi, dobbiamo andare alla serra sette per la

lezione: siamo già in ritardo�, disse Hermione.Harry salutò Ginny con un bacio e poi i tre si diressero verso

l'uscita.Arrivarono alle serre in leggero ritardo, ma la Sprite non

disse niente.�Essere eroi certe volte aiuta!� commentò sarcastico Ron,

cosa che gli fece guadagnare una delle solite occhiatacce gelidedi Hermione.

�Benvenuti a tutti cari ragazzi� esordì la Sprite sempre conquel suo sorriso radioso che metteva di buon umore, Harry la

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osservò mentre introduceva la lezione vestita sempre con abitipieni di terra e le unghie perennemente nere e con quel suo ca-pello talmente liso che non si capiva come faceva a stare diritto.Eppure non aveva mai sentito nessuno fare commenti su di lei;per giunta la classe rimaneva sempre attenta senza che lei al-zasse mai la voce. Era incredibile, nonostante la sua discretamole faceva tutto con estrema leggiadria. . . era bello che certecose non fossero cambiate.

Dopo una breve introduzione sull'anno scolastico e sull'im-portanza dei M.A.G.O. e aver chiarito che dai suoi allievi siaspettava non meno di un �O�, iniziò la lezione.

�Sapete, quest'anno studieremo cose stupende, parteciperetead esperimenti mai tentati su questo emisfero e, forse, creere-mo una nuova specie�, le premesse erano molto interessanti e glistudenti parevano assai incuriositi, �Allora, cosa potrei farvi ve-dere come succoso antipasto di quello che vi aspetta quest'anno. . . �, la Sprite parve pensarci un po' su, come se avesse qualchedubbio, anche se a Harry e Hermione sembrò una mossa studiataper catturare la loro attenzione, poi disse �Ah! Ecco. . . ci sono�,si girò, tra�cò dentro uno strano armadio e ne estrasse un vasocon un �ore di un bianco quasi accecante. Intorno al �ore parevaci fosse una strana aura luminescente, �Ragazzi vi presento laPhalaenopsis a�ectus-animi o, più volgarmente, �Orchidea delleEmozioni��, a quelle parole tutta la classe all'unisono emise un�Ooooohh!�.

La professoressa Sprite, compiaciuta, continuò �Sapete, èmolto rara, e per ora non si è ancora riusciti a farla riprodur-re in questo emisfero. Ma ovviamente la sua particolarità nonè questa. Il fatto straordinario è che, chiunque si avvicini alla

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pianta, trasmette involontariamente le sue emozioni, facendo-la cambiare di colore. In Asia, luogo in cui ha origine, è usataesclusivamente dagli Auror allo stesso modo della macchina dellaverità dei Babbani ma, a di�erenza di quella, la pianta è infal-libile. Non può essere imbrogliata come i Legilimens o alteratacon un antidoto come il Veritaserum. Insomma è la perfettamacchina della verità�.

�Ma perché studiamo questa pianta se è così preziosa daessere usata solo dagli Auror?� domandò Hermione perplessa.

�Ottima domanda, cinque punti per Grifondoro� disse laSprite scatenando l'entusiasmo dei componenti di Grifondoro -compresi gli americani che ne facevano parte - per la conquistadei primi punti dell'anno.

�Dopo molte di�coltà, il ministero è riuscito a mettere manosu alcuni esemplari, e ha deciso di cercare di farla riprodurre perpoter usare le sue fantastiche peculiarità. Così ne è stato datoun esemplare ad ogni luogo in cui fosse possibile uno studioed eventuale riproduzione, e, come voi sapete bene, Hogwartsda sempre è stata all'avanguardia in questo campo e io, comeresponsabile di questa disciplina ho deciso di farne materia distudio� spiegò soddisfatta.

�Ora la farò passare tra di voi, così noterete come cambieràcolore in base all'umore e al carattere di chi gli sarà vicino�.

A quel punto tutti i ragazzi, uno a uno, poterono sperimen-tare gli e�etti della pianta. Era incredibile: passava dal gialloal rosa o dal verde al rosso, così morbidamente che era impos-sibile rendersi conto quando e�ettivamente mutava colore. Erala cosa più spettacolare che gli studenti avessero visto ultima-

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mente. Anche gli americani rimasero estasiati considerando cheil profumo del �ore predisponeva la persona vicina ad aprirsi.

Lip Styk, una ragazza americana piena di piercing e conla divisa della scuola visibilmente accorciata, emise dei risoliniultrasonici quando la pianta, nelle sue mani, diventò di un rosashocking quasi fosforescente.

�È un colore troppo glamour! Cosa vuol dire prof?� doman-dò sistemandosi una ciocca di capelli davanti agli occhi.

�Be', non conosco tutti i colori a memoria� disse la Sprite unpo' imbarazzata �Ma mi sembra che il rosa, quando raggiungequella tonalità, sia segno di eccessiva stupi. . . frivolezza�.

�Oh, fantastico!� disse lei tutta contenta, passando la piantaa Ron che sghignazzava apertamente.

La pianta divenne di un caldo blu con striature rosa pallide,quasi gli stessi colori che erano apparsi pochi istanti prima anchea Neville.

Poi la passò ad Hermione che gli stava accanto, e la piantadivenne invece verde con macchie azzurre. Ma tutti quelli cheerano lì vicino avevano strabuzzato gli occhi, specialmente Ron.Infatti, c'era stato un momento, un brevissimo istante, in cuila pianta aveva virato al rosso scarlatto, con sottili venaturedorate.

�Come mai è diventata rossa?� domandò ancora Lip, masti-cando una gomma in modo insolente.

�È molto interessante quello che è successo! Prima la piantaera intimamente legata al signor Weasley, ed esprimeva il suocolore, pochi istanti dopo, invece, era espressione dell'anima del-la signorina Granger. Ma c'è stato un momento in cui la piantaè rimasta in bilico tra le due essenze, ed ha potuto trovare un

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colore anche per quello stato. Ma questo è risultato possibilesolo perché tra le due anime esiste un collegamento�.

�Sì, ma perché ha assunto quel colore?� chiese ancora laragazza americana.

�Be', signorina, non servirebbe neanche aver letto il manualeper interpretarlo! Insomma il rosso è universalmente riconosciu-to come il colore dell'amore, in questo caso indica inequivoca-bilmente il vero amore�.

A quelle parole, Ron iniziò a cambiar colore; in e�etti, luiera una sorta di Orchidea delle Emozioni di sé stesso! La classeiniziò a mormorare visibilmente. Le ragazze sospirarono beate,mentre i ragazzi sorridevano sornioni. Fortunatamente per Ron,il brusio venne presto interrotto dal suono della campana, lalezione era �nita.

�Bene ragazzi nella prossima lezione termineremo il giro.Preparate intanto almeno venti centimetri di pergamena sul-l'argomento�.

I ragazzi uscirono dalla serra commentando positivamente lalezione e dirigendosi verso l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure.Ron, scuro in volto, fu il primo a scappare per non rischiare didover incrociare lo sguardo di Hermione. Harry, sorridendo,dovette correre per raggiungerlo.

Quando arrivò davanti l'aula del professor Willis, c'era già unfolto gruppo di persone che, parlottando, si accalcavano �ssandoun foglio appeso al muro.

A tutti gli studenti.La lezione del 2 settembre di Difesa Contro le Arti

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si svolgerà presso il campo di Quidditch della scuola.Non tardate.Hudson Willis.

�Wow,� fece Ron �forse non sarà così male!�.�Penso proprio di no!� esclamò Harry.Ma una voce alle loro spalle dissentì. �Non mi sembra un

modo serio di iniziare l'anno� sentenziò Hermione storcendo ilnaso.

Il gruppo raggiunse velocemente il campo esterno dove ilprofessor Willis li attendeva.

Era da molto tempo che Harry non ci entrava, si ricordò chepresto avrebbe dovuto anche occuparsi della squadra di Quiddit-ch. Le partite sarebbero iniziate di lì a poco e, probabilmente,già nei giorni successivi avrebbe dovuto fare le selezioni.

�Venite, venite tutti avanti!� li accolse il professore facendoampi gesti con le mani.

Il gruppo si raccolse intorno a lui. Indossava ancora il di-sorientante vestito a righe bianche e nere sfarfallanti. In testateneva calcato il Cilindro Canterino. A vederlo adesso, non sisarebbe mai detto che fosse diverso da qualsiasi altro copricapo;ma solo ora capiva perché il professore non sostituiva quel vec-chio e sgualcito cappello che stonava con il suo abbigliamentosgargiantemente impeccabile.

�Ormai mi conoscete tutti, comunque mi ripresento: io so-no il professor Hudson Willis e per quest'anno sarò molto lietodi essere il vostro professore di Difesa Contro le Arti Oscure.Qualcuno di voi sa già qualcosa di me?�.

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Alle domande dei professori, normalmente era Hermione adalzare la mano pronta a snocciolare una risposta impeccabile.Questa volta, paradossalmente, fu Ron a farsi notare con leginocchia che già tremavano e con una strana brama negli occhi.

�Prego signor Weasley�.�Be', lei è una leggenda, i Golden Chocolate hanno vinto

dieci titoli di lega americana consecutivi e in gran parte è me-rito suo. Detiene il record di velocità su scopa, quello per imaggior punti segnati in carriera ed è l'unico ad aver eseguitotrentacinque giri della morte consecutivi senza vomitare!� dissetutto d'un �ato.

Hermione lo guardò con disapprovazione. �Ah, se studias-se con lo stesso impegno con cui si interessa di Quidditch. . . �sussurrò ad Harry.

�Bene signor Weasley! Però si è dimenticato qualcosa perfare un quadro completo. Hyde?�.

Harry sentì la voce del biondino dietro a lui �Ha anche vintotre premi Scopa d'oro e il prestigioso premio Miglior Giocatoredi Quidditch al Mondo per due anni consecutivi� disse come seormai conoscesse quella �lastrocca a memoria.

Fino a quel momento Harry non si era minimamente accortoche ci fosse anche lui in mezzo agli studenti, aveva il dono diapparire quando meno lo si aspettava. Però, dopotutto, avrebbedovuto intuire che avrebbe frequentato le lezioni del professoreamericano.

�Mi pareva di aver dimenticato qualcosa!� disse Ron sotto-voce.

Il professore, poi, tese la mano in avanti senza dire niente.Un Manico di Scopa arrivò con un veloce sibilo per fermarsi

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nella sicura presa del professore. Era un modello vecchio e ma-landato, di quelli che normalmente ammu�vano nelle cantinedella scuola.

Il professore saltò rapido sulla scopa che prese il volo in unbatter di ciglia. Si esibì in una successione di rotazioni, giravoltee picchiate. Poi salì in piedi sul manico rimanendo in equilibrioe continuando a volare ad una velocità folle.

Dal gruppo si levarono urla di ammirazione e applausi neimomenti più adrenalinici.

�È incredibile! E per di più con quella scopa mezza rotta. . . �disse Harry.

Ron era di �anco a lui con la bocca spalancata.

Solo Hermione sembrava leggermente contrariata, probabil-mente non riusciva a credere che la prima lezione di Difesa Con-tro le Arti Oscure del settimo anno consistesse in un'esibizionedi volo.

Il professore salì alto nel cielo, poi si fermò un istante, portòla scopa perpendicolare al terreno e si lasciò andare verso ilbasso. Iniziò ad acquistare velocità, sempre di più. Si potevasentire il rumore della scopa che viaggiava fulminea.

Non accennava a rallentare anche se era sempre più vicino aterra.

Una ragazza lanciò un gridolino impaurito.

Il professore dava l'impressione di schiantarsi, ormai stava apochi piedi dal suolo.

Harry portò le braccia davanti alla faccia allarmato da quelloche stava succedendo.

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Improvvisamente, quando già s�orava i �li d'erba, la scopasi fermò. Fino a quel momento aveva continuato ad accelerarema ora era immobile.

Il Manico di Scopa si inclinò tornando orizzontale. Il pro-fessore scese sistemandosi i vestiti ma non il cilindro. Solo conla magia si poteva spiegare come il cappello fosse rimasto in-collato alla sua testa nonostante tutta quella serie di acrobazie.Poi parlò con voce incredibilmente calma come se �no a quelmomento fosse rimasto seduto a leggere.

�Questo è un campo di Quidditch, e come i vostri compagnici hanno dimostrato all'inizio della lezione, la mia fama in tuttoil mondo si basa sui miei meriti sportivi. Adesso vi ho dato unapiccola dimostrazione delle mie abilità e spero vi abbia fattopiacere.

�Ebbene, questa è stata la prima e l'ultima volta che mivedrete volare. Il Quidditch è stato molto importante per mema non è stato tutta la mia vita. Ho frequentato la celeberrimaScuola per Maghi e Streghe di Ozward diplomandomi con ilmassimo dei voti in tutte le discipline e ho sempre continuato astudiare anche mentre giocavo�.

Ora era Hermione quella che sembrava più attenta.

�Da sempre i miei studi si sono concentrati sulle Arti Oscure.Da due anni, da quando ho lasciato lo sport, ho girato il mon-do continuando ad aumentare il mio sapere. Penso, anzi sonosicuro, che per voi non ci sia al mondo un insegnante miglioredi me in questo momento.

�Allora, adesso possiamo iniziare la lezione�. Detto questoschiocco le dita e accanto a lui comparve un gigantesco map-

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pamondo magico. �Bene diamo un'occhiata a questo planisfe-ro. . . �.

�Lo sapevo, lo sapevo, sapevo che andava a �nire così�disse tra i denti Ron �e non c'è nemmeno un banco su cuiappoggiarmi�.

�. . . voi avete conoscenza diretta solo della magia della nostraparte del mondo. . . �.

�Non lamentarti, almeno non devi prendere appunti!� glidisse Harry.

�. . . dovete sapere che, oltre a quella occidentale, di cui in-dubbiamente Hogwarts è il tempio indiscusso, esistono altre cor-renti di scuole di magia. E in ogni cultura magica purtroppo sisono sviluppati dei cancri malvagi, quelli che noi chiamiamo ma-gia oscura. Noi, in questo anno, cercheremo di studiarle un po'tutte!!�.

�Sempre di meno mi piace questo Hudson Willis!� sospiròRon a bassa voce.

�Noi in America,� continuò, �abbiamo avuto la fortuna diamalgamarci con le popolazioni locali precolombiane e con i ma-ghi di origine africana. Durante le deportazioni degli schiavi,molti maghi africani si sono lasciati deportare nel tentativo -purtroppo vano - di liberarli o, quantomeno, di proteggerli . Ecosì siamo venuti in contatto con altre correnti magiche�. Men-tre parlava segnava con precisione i punti della terra da cuiprovenivano i vari gruppi di maghi.

�Ma professore,� intervenne Hermione, alzando la mano �sequeste forme di magia sono e�ettivamente più potenti e validedella nostra, perché non studiamo direttamente queste?�.

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�Non è esatto ciò che ha detto, Signorina Granger. Anche seha posto un'ottima domanda che, tra l'altro, mi fornisce l'occa-sione per chiarire un concetto fondamentale,� continuò il profes-sor Willis, �ossia che non esiste un tipo di magia che sia supe-riore ad un'altro; è giusto, invece, considerarle complementari:ci sono cose di�cili od impossibili da ottenere con la magia tra-dizionale, che, magari, possono essere sbrigate tranquillamentecon l'incanto creato da uno stregone degli altopiani o di qualchesperduta isola del Paci�co! Dobbiamo, insomma, avere l'umiltàdi ammettere di non essere noi gli unici ed assoluti depositaridel sapere magico!�.

�Senti chi parla di umiltà!� commentò di nuovo Ron,.�E poi, non tutti i Maghi Oscuri che potreste dover a�ron-

tare in futuro, provengono da scuole di pensiero Occidentale,�continuò il professor Willis �per cui è necessario che vi docu-mentiate opportunamente su tutto ciò che potreste trovare, aldi là delle mura di Hogwarts! Ci sono persone malvagie checommettono e�eratezze in ogni momento e in ogni luogo . . . �.

�È vero, professore!� intervenne una graziosa ragazza di co-lore, con una acconciatura a treccine �Dalle mie parti, vicinoNew Orleans, si racconta ancora oggi la storia di una famigliasterminata per rappresaglia da un Mago Oscuro del luogo. Pen-sate che i due maghi uccisi erano due Auror dell'MBI. Nelloscontro è morta anche la loro �glia più grande mentre del �gliopiccolo non si è saputo più nient . . . �.

�Grazie, grazie, signorina Freebird� incominciò il professorWillis, �ci ha fornito un esempio molto interessante di quello chedicevo, ma non è questa la sede per raccontare questi spiacevolifatti di cronaca�.

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Neville e Harry, a quel racconto, ebbero un brivido: quan-to rassomigliava alla loro, quella storia appena accennata dalprofessor Willis e da Clarice!

In qualche modo, il racconto, aveva indotto Harry a fare delleconsiderazioni sui nuovi compagni: In fondo, pensò tra sé e sé,questi americani sono come noi, con storie analoghe alle nostre:tra loro ci sono buoni e cattivi; l'unica vera di�erenza è che sononati dall'altra parte dell'Oceano, ed hanno altre abitudini, a cuici dovremo abituare. . .Certo che se facessero un piccolo sforzoanche loro!

Casualmente, mentre era assorto in questi pensieri, portò losguardo su Bryan Hyde e notò che aveva abbandonato la suaeterna espressione di impassibile ironia: in qualche modo, dopol'intervento di Clarice, si era incupito. Per un momento adHarry parve di vedere gli occhi di Hyde farsi lucidi, prima chequesti li sfregasse vigorosamente. Probabilmente era solo colpadel vento, che in quella giornata era carico del polline degli alberidi Hogwarts.

Subito la voce del professor Hudson Willis riportò sia luisia gli altri al presente: �Per concludere l'argomento, vi pre-annuncio sin da ora che le lezioni teoriche saranno intervallateda �sedute di duello�, nelle quali, oltre ad esercitarvi su incan-ti particolari, come avete fatto sino ad ora, verranno e�ettuatiduelli magici a �tema libero�, durante le quali dovrete a�rontareil vostro avversario utilizzando tecniche di vostra scelta, esclusi,ovviamente, gli �anatemi senza perdono��. A questo punto ilprofessor Willis fece una breve pausa, dopodiché concluse: �Ameno che non vogliate tentare di liberarvi del vostro insegnan-te, visto che, almeno per i primi tempi, il vostro avversario sarò

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io!�.A questa battuta del professore, una risata si levò unanime

dalla folla degli studenti.�Bene ragazzi, per oggi basta. Spero vi siate goduti questo

bel sole dato che d'ora in poi dovremo rimanere chiusi in aula!Per la prossima lezione vorrei che sceglieste uno degli argomentitrattati oggi e lo approfondiste. Diciamo che un rotolo di perga-mena di venti, no venticinque centimetri possa andar bene comeprima volta�.

Il professore non smetteva mai di stupire, la prima impres-sione era stata pessima: un pallone gon�ato egocentrico. Equello rimaneva un aspetto del suo carattere. Poi sul treno ave-va mostrato la sua grande dote magica. Ed oggi era passatodalle acrobazie sulla scopa ad una dettagliata lezione sulle ma-gie oscure. Sbru�one, potente mago, grande volatore e bravoprofessore. Qual era il vero Hudson Willis?

Il mappamondo che stava ancora al suo �anco scoppiò comeuna bolla di sapone e il professore dichiarò conclusa la lezione.

�Uno dei miei idoli del Quidditch ora è un professore rom-piscatole! Ma perché è dovuto succedere?� si domandò retori-camente Ron.

I ragazzi uscirono dal campo di Quidditch commentando lalezione e dirigendosi verso la Sala Grande.

Quando arrivarono, il pranzo era già cominciato. Harry, Her-mione e Ron si diressero verso Ginny, che gli aveva tenuto il po-sto, �Sono così a�amato che mangerei un ippogrifo! La lezionemi ha messo fame� disse allegro Ron.

Ginny subito lo punzecchiò �È da quando sono nata che ate qualsiasi cosa fai ti mette fame!� subito un'allegra risata si

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allargò fra i commensali, persino Ron, nonostante fosse puntosul vivo non si fece rovinare il buon umore.

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Capitolo 12

LA PRIMA STELLA

Il giorno seguente, Harry si svegliò molto presto a causa di Ron,che continuava a fare i soliti sogni sulla sua amata Hermione.In alcuni momenti il ragazzo fu addirittura costretto a in�lar-si il pugno in bocca per non ridere a causa dell'eccessiva fogadell'amico.

Harry pensò alla giornata precedente, al momento d'imba-razzo tra Ron e Hermione durante Erbologia e alla lezione delprofessor Willis, che non riusciva ancora a inquadrare bene. In-somma, sapeva il fatto suo, ma lui proprio non riusciva a capirese gli stesse simpatico o meno . . . più o meno la stessa sensazioneche aveva provato due anni prima con il professor Lumacorno.

Da quel che capiva era l'unico ad essere sveglio nella camera.Anche Hyde ronfava sonoramente, facendo concorrenza a Ron.Bryan Hyde stava diventando il suo cruccio: in quel momento

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avrebbe voluto svegliarlo, prenderlo per il colletto e fargli unpaio di domande.

Accidenti a lui e a tutti i suoi compagni: come quella Hawaii,una ragazza che, a quanto sembrava, la sapeva lunga. L'avevavista per la prima volta quella mattina, quando era passata conil giornale in mano. Il giornale con cui era venuto a conoscenzadel libro su Piton, il libro con cui la Skeeter voleva screditarel'uomo a cui Harry doveva tutto.

Harry si svegliò de�nitivamente. Il problema �Piton� andavaassolutamente risolto: sapeva che doveva fare qualcosa e avevagià una certa idea, ma temeva che il Ministro avrebbe preferitoche agisse con maggior cautela. Per questo decise di tenere persé i suoi intenti.

Dopo essersi vestito in tutta fretta, uscì dal dormitorio, at-traversò il ritratto della signora Grassa e corse a perdi�ato versola sua meta: la Guferia. Gli costava molto non dire quello chestava facendo ai suoi amici, ma non voleva che fossero coinvoltinelle polemiche che sarebbero sicuramente sorte.

Vi entrò ansimando per la corsa e si guardò intorno, tradecine e decine di gu� e civette che andavano e venivano e lanevicata di piume che alzavano ad ogni battito d'ali; il suo oc-chio si posò su un preciso punto della rastrelliera. Mancava unacosa, una sola cosa, in tutto quel ritorno al passato: Edvige,la sua candida civetta delle nevi; per Harry era stata un'amica,sempre al suo �anco, qualunque cosa accadesse e in quel mo-mento il dolore per la sua perdita si acuì. Ricordava come fosseieri quando, sette anni prima a Diagon Alley, Hagrid gliel'avevaregalata e lui, Harry, era rimasto senza �ato nel vederla.

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Si ridestò dai suoi pensieri nostalgici e, dopo aver scara-bocchiato due righe su una pergamena (con una piuma auto-inchiostrante che aveva preso l'abitudine di portarsi sempre die-tro), scelse uno dei volatili della scuola e spedì un breve mes-saggio. Sul fronte c'era scritto �per A. J.�.

Una volta spedita la lettera si guardò intorno; la decisioneera presa e non si poteva tornare indietro, il destino ineluttabilesi era ormai messo in moto. Harry si sentì sollevato: una cosa inmeno a cui pensare. Tornò alla torre di Grifondoro rimuginandoancora su quell'annosa situazione A �anco del letto vide Snitchche dormiva teneramente: l'aveva un po' trascurato negli ultimitempi. Lo raccolse per portarlo a letto con lui ma non fecein tempo a sistemare il cuscino che improvvisamente la stanzainiziò a girargli intorno. Perse il contatto con la realtà.

Tutto si fece bianco e luminoso. Sentiva delle voci: quelladella McGranitt e quella di Vitious ma, pur guardandosi attor-no, non riusciva a vedere nessuno. I professori, però, sembravanoagitati: doveva esserci qualcun altro, qualcuno contro cui stava-no combattendo. A quel punto, davanti a lui, iniziò a formarsiuna sfera dai contorni inde�niti che oscurava ogni cosa, come sela luce non riuscisse a penetrarla.

Continuò a crescere davanti ai suoi occhi e poi iniziò ad avan-zare verso di lui, ma Harry era incapace di muoversi. Si deli-neò qualcosa di oscuro al suo interno, degli enormi tentacolineri che proruppero dalla sfera e si mossero sinuosi cercando diraggiungerlo.

Harry non sapeva come difendersi. Estrasse la bacchet-ta e iniziò a lanciare ogni sorta di incantesimo che gli venisse

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in mente, ma nulla aveva e�etto: i tentacoli continuavano adavvicinarsi.

Sentì una voce: �Usa la luce!�.Non sapeva chi avesse parlato, ma ad un tratto seppe cosa

fare. Puntò la bacchetta e gridò: �Refulgeo!�.Con stupore notò che la bacchetta che impugnava non era

la sua �data bacchetta di agrifoglio, ma la Bacchetta di Sam-buco. La luce iniziò a sprigionarsi con violenza, raggiungendo itentacoli che ora si ritraevano, respinti dall'incanto.

Harry si sentì scuotere violentemente.Aprì gli occhi. Era nuovamente nella sua camera. In pie-

di accanto al letto c'era Bryan Hyde con i capelli arru�ati dalsonno.

�Ti senti bene? Che cavolo ti è preso?� chiese l'americano.�Gr-zie. . . � fu la sola cosa che riuscì a biascicare, ancora

inebetito dalla visione.�E fai qualcosa per quella Pu�ola. . . non ha una bella cera!�.Harry guardò Snitch: era nuovamente diventato arancione.�Ma ti sembra normale? È solo la prima settimana e sono

già indietro, come farò a continuare con questo ritmo?� disseRon stressato mentre raccoglieva i suoi libri da un tavolo dellabiblioteca. Era sabato sera: la settimana era trascorsa senzaaltre novità da quando Harry aveva avuto quell'ultima e stranavisione, anche se lui e Ron erano già indietro con i compiti.

�Impegnandoti di più e in�lando �nalmente il naso sui libri!�rispose acida Hermione.

Harry, che era in mezzo ai due, esclamò stizzito: �Non inco-minciate con i vostri soliti battibecchi, mi sembrava aveste fattopace. . . o era solo una breve tregua armata?�.

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Ron guardò in cagnesco l'amico e poi sbu�ò infastidito daquella a�ermazione; anche Hermione guardò Harry ma dopo uncenno diniego con la testa distolse lo sguardo.

�E per di più oggi ci roviniamo il sabato sera per quellalezione supplementare . . . �.

�Ma Ron. . . cosa dici?� rimbeccò Hermione. �Avremo l'oc-casione di osservare un evento eccezionale! Sono settecento anniche non succede. Ti rendi conto della fortuna che abbiamo? Eper di più potremo osservarla dalla Torre di Astronomia!�.

La mattina precedente, infatti, era stato a�sso un avviso inSala Grande:

In occasione dell'irripetibile evento astronomico di sabato 5 set-tembre, il suddetto giorno, alle ore 21, tutti gli studenti di Hog-warts saranno invitati a partecipare nell'uscita collettiva nel par-co del castello, accompagnati dai loro rispettivi insegnanti e pre-fetti. Per gli studenti del sesto e settimo anno, invece, saràprevista una lezione aggiuntiva di approfondimento sulla Torredi Astronomia, a cura della professoressa Sinistra. Per questiultimi, si prega di essere presenti, e soprattutto puntuali.Minerva McGranitt,PRESIDE DELLA SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIADI HOGWARTS.

�Appunto! Se abbiamo aspettato settecento anni, cosa cam-biava qualche giorno in più?� esclamò Ron mentre lasciavano labiblioteca.

Poco dopo vennero raggiunti da Ginny che si accodò ai treverso la Sala Grande per la cena.

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�Allora com'è andata la giornata? Oggi per me è statamagni�ca, ho avuto buone notizie. A proposito Hermione poiti dovrei parlare di una certa questione . . . �. Harry la �ssòincuriosito mentre lei gli si avvinghiava al braccio.

�Certo quando vuoi!� rispose Hermione. Le due ebbero iltipico fuggevole sguardo d'intesa tra ragazze che Harry non poténon notare. Si chiese cosa stessero architettando quelle due e,anticipando Ron, che stava per aprire bocca, chiese: �Di chequestione devi parlare con Hermione?�.

Ginny lo guardò con aria divertita. �Oh, niente. . . cose dadonne, roba che a voi non interesserebbe neanche fra un milionedi anni!�.

Dopo aver cenato, i quattro si a�rettarono verso la Torredi Astronomia; quando raggiunsero la cima della Torre, questaera già colma di gente. Fino a quel momento Harry non ciaveva pensato, ma era la prima volta che saliva lì da quandoSilente era morto. E lui non aveva potuto far niente per salvarloo, per meglio dire, Silente non gli aveva dato la possibilità diintervenire: aveva messo la salvezza di Harry prima della suavita. Certo gli rimaneva poco da vivere ormai, solo qualchemese. . .ma quanto valeva anche un solo giorno in più della vitadi Albus Silente?

Ma era inutile rimuginarci sopra: ormai quello che era suc-cesso faceva parte del passato e quella era solo la Torre diAstronomia.

Si riprese dai suoi pensieri distratto da un sonoro sbadigliodi Ron.

A Harry, quella serata provocava sentimenti contrastanti: laTorre di Astronomia non rievocava di certo piacevoli ricordi, ma

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l'atmosfera di quella sera e la presenza di Ginny lì al suo �ancogli davano un senso di pace interiore che non provava da un po'di tempo

Si sedettero a terra e la professoressa Sinistra iniziò a parlare.Tutti stavano in silenzio ad ascoltarla. �Un caldo benvenuto atutti voi! Sono davvero felice che siate qui! Sapete, questaserata sarà particolarmente speciale per tutti noi: pochi maghie streghe hanno avuto la nostra stessa opportunità: stasera lestelle avranno un ruolo importantissimo per noi: ci donerannoqualcosa di. . .magico�.

�Peccato che il cielo sia velato!� esclamò piano Harry. Ine�etti una leggera coltre di nubi impediva una perfetta visualedel cielo stellato. �Non riusciremo a vedere molto. . . �.

�Oh, non credo!� rispose Ginny.Harry non capì cosa intendesse dire ma, in risposta, la pro-

fessoressa Sinistra alzò la bacchetta verso l'alto, mosse quasiimpercettibilmente le labbra e un piccolo mulinello di vento silevò verso il cielo. Come una tromba d'aria al contrario, l'incan-to iniziò progressivamente a spazzare il cielo disperdendo ognitraccia di nubi e la volta celeste apparve in tutto il suo splen-dore. La posizione di Hogwarts, lontana da ogni città, e il cielopulito dalla magia, mettevano i ragazzi davanti ad uno spettaco-lo fantastico: miliardi di stelle risplendevano sopra le loro teste.Tutti rimasero a�ascinati.

Harry guardò Ginny accanto a lui: al chiarore delle stelle eraancora più bella. Purtroppo adesso che era iniziata la scuolariuscivano a passare ben poco tempo insieme. E il prossimoanno? pensò Harry: Ginny sarebbe stata ad Hogwarts e luichissà dove in giro per il mondo. Chissà come se la sarebbero

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cavata. Magari poteva chiedere a Kingsley di metterlo con gliAuror che sorvegliavano la scuola.

I suoi pensieri furono interrotti da alcune grida di stupo-re: �Guardate che bello!� esclamò una ragazza del sesto anno,indicando il cielo. Harry alzò lo sguardo e rimase a�ascinato:uno splendido disegno di stelle emergeva dall'oscurità, trapuntosulla volta celeste, e pareva riempire tutto il cielo con la sualuminosità.

La professoressa Sinistra interruppe il brusio di ammirazioneche si era sparso fra i ragazzi �A�ascinante vero?� esordì conun sorriso sulle labbra.

�Quella che vedete questa sera è una costellazione moltoimportante per noi: in questo momento le stelle ci stanno rac-contando qualcosa di meraviglioso, una storia che ha più di set-tecento anni, una storia che, proprio fra poco, raggiungerà unpunto cardine della magia stessa. Questa è la costellazione delSagittario�. La professoressa fece una breve pausa, scrutandoil cielo; evidentemente voleva appro�ttare di quel momento peraccendere ancora di più la curiosità fra gli studenti. �Ora vichiederete cosa c'entri il Sagittario in questa sera, e soprattuttoperché proprio questo segno.

�Fin dall'antichità� continuò, �per gli uomini, il segno delSagittario è sempre stato simbolo di lotta, una lotta, se voglia-mo, che va oltre i limiti terreni: una lotta che ha origine nellamitologia, una lotta fra il Bene e il Male. Il suo nome, come spe-ro che tutti sappiate, deriva dal latino �sagitta�, cioè �freccia�,e, come ben vedete, la �gura che si disegna con quelle stelle, èproprio la �gura di un arciere, più precisamente di un centauro,armato di arco.

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�Gli antichi Babbani Greci ritenevano che questa �gura fosseun tale Crotus, il centauro che inventò l'arte del tiro con l'arco,�glio della nutrice delle Muse, le nove giovani patrone dell'Arte.Secondo la mitologia, furono proprio le Muse a decidere di inse-rire il centauro nella volta celeste, come segno eterno della suaabilità nella caccia e del suo coraggio nel combattere i nemici;e proprio questa sera accadrà un evento eccezionale, che, sette-cento anni or sono, ha lasciato agli uomini una nuova speranzadi scon�ggere il Male.

�Prima di spiegarvi l'evento eccezionale di questa sera, vor-rei chiarirvi un po' le caratteristiche di questa costellazione. Oh,non servirà� spiegò ad una ragazza del sesto anno che si stavaavvicinando ad un telescopio. �Stasera la costellazione si puòosservare benissimo ad occhio nudo! Come vedete� disse, indi-cando la grande �gura dell'arciere che risplendeva nel cielo, �ilSagittario è facilmente riconoscibile dalle tre stelle fondamentaliche ne fanno parte: la Kaus Australis -e indicò con la bacchettala stella più in basso- la Kaus Media -e la puntò sulla stella pocopiù in alto- e la Kaus Borealis� disse, indicando in�ne la stellapiù a sinistra.

�Il termine �Kaus� non è un nome dato a caso, ma derivadall'arabo antico, e signi�ca, appunto, �arco�� spiegò, e fece conla bacchetta un gesto che pareva unire le tre stelle.

Gli studenti, forse per la straordinarietà di quella serata, nonparevano a�atto annoiati, ma, al contrario, seguivano la spie-gazione con molto interesse, cosa che non accadeva quasi mai;persino Ron, che prima pareva irritato alla prospettiva di quellaserata, era preso completamente da quelle parole, e spesso sigirava a guardare la costellazione, a�ascinato: le tre stelle indi-

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cate dalla professoressa Sinistra erano, in qualche modo, diversedalle altre, e parevano circondate da un alone rossastro che lerendeva diverse. Harry lo vide e accennò un sorriso.

�Queste tre stelle� continuò la professoressa, interrompendoi pensieri di Harry, �formano quella che da molti esperti - bab-bani e maghi - viene de�nita la �Teiera� e che si trova proprioal centro della nostra Galassia.

�Le altre stelle del Sagittario�, disse, facendo un gesto ampiocon la bacchetta, per indicare il resto della costellazione, �sonopiù - per così dire - mutevoli delle tre di cui vi ho appena parlato.

�Nunki, la stella a sinistra della Kaus Borealis� disse, pun-tando la bacchetta su quella che pareva la stella più grande, alcentro della costellazione, �ha un nome che per gli antichi ha ilsigni�cato di prosperità, poiché proprio Nunki venne chiamatauna città sacra e �orida sul �ume Eufrate dagli antichi Babilo-nesi� spiegò ad un gruppo di studenti che ora non faceva altroche ammirare insistentemente la volta celeste.

�Poco più in basso di Nunki, si trova Axilla� disse, abbassan-do leggermente la bacchetta per indicare la stella. �Il cui nomesigni�ca �ascella� e, non a caso, rappresenta la parte più altadel braccio del centauro�, spiegò, poggiando l'altra mano sullaparte inferiore della spalla, per far capire meglio agli studenti laposizione della stella.

�Più in alto di Nunki, invece� disse, e indicò il punto lu-minoso al di sopra della stella gigante, �si trova Albaldah, unastella molto grande e luminosa, ma con una densità bassissimarispetto alle altre, poiché le sue particelle sono molto distantile une dalle altre: per questo non è eccezionalmente luminosa;

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ma è comunque la stella che fa da �cardine� alla costellazione,poiché è quella che si muove più lentamente di tutte�.

Mentre la professoressa continuava la spiegazione, gli stu-denti parevano ormai completamente assorti nei loro pensieri,pensieri che evidentemente erano tutti rivolti a quella grande�gura splendente che sembrava guardarli dall'alto del cielo.

�Ragazzi!!� esclamò lei, interrompendo il momento di trancedegli studenti.

�Le stelle sono a�ascinanti, ma tornate con i piedi per terra!Sveglia!� disse con un ampio sorriso, mentre i ragazzi ridacchia-vano tra di loro. La professoressa fece per continuare la spiega-zione, quando ad un tratto uno studente, che Harry riconobbeper un americano, esclamò: �Oh!! Che succede?� puntando ildito su una stella, la più a destra della costellazione.

Gli altri studenti alzarono lo sguardo e rimasero abbaglia-ti: la stella indicata dal ragazzo ora emetteva strani baglioriluminosissimi, rosso fuoco, e pareva che lampeggiasse nel cielo.

Harry rimase stupito: guardò Ginny accanto a lui, sorriden-te, e la strinse forte a sé.

�Dovremmo esserci quasi� disse, con un sussurro, la profes-soressa Sinistra, agli studenti che borbottavano fra di loro. �Nonpreoccupatevi ragazzi. Quella che avete appena visto� spiegò,�è Al-Naslstellapunta della freccia�.

�Al-Nasl è una delle stelle più luminose di tutto il centrodella Galassia, perché è una stella primigenia� spiegò con unapunta di emozione nella voce; a quelle parole, molti ragazzi ri-masero perplessi: non avevano idea di cosa volessero dire quelleparole, così lei, interpretando le espressioni sul loro volto, conti-nuò: �Per darvi una de�nizione più semplice, le stelle primigenie

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non sono altro che le prime stelle. Stelle molto più grandi, mol-to più dense e molto più forti delle altre; stelle che, dalla lorocreazione, non hanno perso una sola goccia di potere, e tuttoracontinuano a preservarlo.

�Non a caso, proprio Al-Nasl è stata ribattezzata con un al-tro nome: Minami, che in giapponese antico signi�ca appunto�prima stella�. E' dalle stelle primigenie, come Minami, che vie-ne la Magia� spiegò la professoressa, facendo sussultare gli stu-denti, eccitati, che cominciarono a bisbigliare tra di loro. �Unamagia che però non è quella che utilizziamo noi con gli incante-simi� proseguì lei, interrompendo i brusii dei ragazzi, �che nonha nulla a che fare con la magia quotidiana. No: è una magiacon la �emme� maiuscola, una magia selvaggia, per così dire,potentissima, incontrollata, allo stato primordiale e, cosa piùimportante di tutte . . . in�nita.

�Stasera� disse con un' emozione ormai incontrollabile, �laTerra si troverà nel punto più vicino ad essa, come non si trova-va da settecento anni, grazie al ciclo della Via Lattea, e alloraMinami ci donerà una magia straordinaria, benevola ed eccezio-nalmente grande: farà rivivere, per così dire, le nostre bacchette,dotandole di una piccola parte di questo suo potere�.

�Professoressa� chiese intimidito un ragazzo del sesto anno,�ma. . . lei sa di preciso cosa accadrà fra poco? Voglio dire. . . chee�etti ha questa stella s-su di noi?�.

La professoressa non rispose subito a quella domanda, tantaera l'emozione per l'attesa di quel momento magico.

�Nessuno lo sa con precisione: posso dire solo che le bac-chette si uniranno in coro per ricevere quel potere straordina-rio�. Quelle parole furono seguite da mormorii di eccitazione

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da parte dei ragazzi. Harry rimase immobile. . . Le bacchette sisarebbero unite in coro per ricevere quel potere straordinariopensò, ripetendo le parole della professoressa. Quasi mecca-nicamente s�lò la sua bacchetta dalla veste e la ammirò allaluce dei bagliori della stella primigenia: erano passati otto annida quando l'aveva impugnata per la prima volta da Olivander:quante ne aveva passate. . . si era per�no spezzata, l'anno prima,nella casa di Bathilda; ricordò il dispiacere immenso che avevaprovato e quando, in�ne, l'aveva riaggiustata con la Bacchettadi Sambuco ed era tornata come nuova, facendogli provare quelpiacevole calore alle dita.

E quella notte chissà cosa sarebbe accaduto.�Guardate. . .Minami!� esclamò una ragazza, interrompen-

do i suoi ricordi, e tutti volsero lo sguardo verso la costellazione:Minami aveva cominciato a risplendere sempre di più ed emana-va bagliori ogni volta più luminosi; pareva gettare luce da ogniparte, tanto grande era il suo potere, e sembrava addirittura chefosse diventata più grande da quando l'avevano ammirata pocoprima. Molti studenti addirittura non riuscivano a resistere aquella luce con lo sguardo, e dovettero coprirsi gli occhi. Conloro grande stupore, i bagliori rossi cominciavano a schiarirsisempre di più: erano diventati arancioni, poi dorati, gialli. . .

In quel momento cominciò ad alzarsi il vento: un lieve einnocente fruscio di vento lasciò man mano il posto a folatesempre più forti che scompigliavano i capelli e le vesti degli stu-denti e coprivano i loro mormorii di stupore; la professoressaSinistra, tuttavia, attendeva il momento in cui il potere avreb-be raggiunto il culmine, immobile, tenendo lo sguardo �sso suMinami.

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�Che cos'è questo vento?� chiese un ragazzo, intimorito.�È Minami�, rispose la professoressa con un grande sorriso

sul volto.I secondi passavano, ma il vento non accennava a calmarsi,

tutt'altro: dalla torre i ragazzi videro gli alberi della Forestaagitarsi violentemente e persino la super�cie del lago, che primaera liscia come uno specchio, ora era increspata da piccole onde.Poi, tutto si illuminò: Minami divenne di un bianco splendente,più luminosa che mai, e rischiarò tutto l'orizzonte ed ogni singoloparticolare di quel paesaggio, come un piccolo sole notturno.

�Tirate fuori le bacchette presto!�, esclamò la professoressaa voce alta, per coprire l'ululato del vento. I ragazzi s�laronovelocemente le loro bacchette dalle vesti e le tennero ben strettenella mano. All'improvviso, accadde: la bacchetta della profes-soressa Sinistra, che lei teneva alta verso il cielo, cominciò ademanare bagliori di luce splendente, che rilucevano esattamentecome la stella nel cielo.

�Guardate!� esclamò la professoressa con un sorriso, ammi-rando la propria bacchetta. E fu la volta delle altre: le bacchettedegli studenti cominciarono a risplendere anch'esse del poteredi Minami. Ad un tratto, da lontano, si sentì una strana madolcissima melodia, lieve, profonda.

�Le creature del lago� spiegò la professoressa.�Questa melodia che sentite non è altro che un e�etto del

potere di Minami che si ripercuote non solo sulle creature mari-ne, ma anche sull'ambiente circostante: ascoltate� disse, quasiin un sussurro. La melodia delle creature, i versi degli altri ani-mali della foresta, lo scrosciare delle onde sulla super�cie dellago e il frusciare del vento tra le fronde della Foresta rendevano

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il momento eccezionale. Harry, come Ginny al suo �anco, osser-vava entusiasta la scena: anche le loro bacchette risplendevano,e parevano essersi quasi unite in quello strano coro di luce.

�È meraviglioso�, disse Ginny, quasi in un sussurro, strin-gendosi ad Harry. Ron ed Hermione, subito dietro di loro, eranoinvece entrambi silenziosi: Hermione osservava ammirata la pro-pria bacchetta, mentre Ron, al suo �anco, non aveva occhi cheper lei. Harry sorrise, vedendo il proprio amico con quella stranaespressione ingenua sul volto. Non sapeva quanto tempo fossetrascorso dall'inizio dell'evento, né quando sarebbe �nito: tuttopareva sfocato attorno a lui. . .

Non faceva altro che guardare Ginny lì accanto: alla lucedi Minami aveva acquistato qualcosa di meraviglioso che Harrynon sapeva spiegare. Provò un fortissimo desiderio di baciarla,proprio lì sotto le stelle: non ci pensò due volte: avvicinò il suovolto e la baciò. Avrebbe voluto che quel momento di estasi fossedurato in eterno: lui e Ginny in quella serata magica con il ventoche le scompigliava i capelli e la melodia che lo accompagnava. . .

Quando si staccarono, le bacchette rilucevano di una lucediversa.

�Il potere sta diminuendo. . . osservate� disse la professoressaSinistra.

Era vero: i bagliori di luce che scaturivano dalle bacchetteora erano diventati dorati, poi arancioni.

�Si sta ripetendo, al contrario, quel che poco fa abbiamovisto accadere a Minami� spiegò la professoressa a voce alta,mentre il vento pareva diminuire. La luce delle bacchette cam-biò: divenne prima di un rosso cremisi, poi di un rosso fuoco e

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in�ne cominciò ad a�evolirsi pian piano, sempre di più, �nchétutto non si spense.

I ragazzi erano ancora accecati da quella luce e dovetteroaspettare ancora qualche secondo per riabituare la vista all'o-scurità della notte.

�Minami sta tornando alla normalità� sussurrò la profes-soressa: la luce emanata dalla stella primigenia si a�evolì no-tevolmente, tornando di quel rosso fuoco di prima. La melo-dia rallentò: ormai sembrava quasi una ninna-nanna cantata alcielo.

Il vento diminuì la sua forza, ritornando una lieve e piacevolebrezza. Con grande stupore dei ragazzi, la costellazione delSagittario divenne di un piacevole rosso cremisi, illuminando lavolta celeste.

�E' il potere di Minami� spiegò la professoressa.�D'ora in poi, per molti anni, questa costellazione si presen-

terà a noi in questa nuova luce. Ma questo non è tutto: quelloche abbiamo visto stasera succederà ancora, nei prossimi mesiMinami risplenderà così altre sei volte� disse eccitata.

�Davvero?� fece Ginny.�Sì: si sa che settecento anni fa l'evento proseguì anche nei

mesi successivi alla prima apparizione di Minami per sette volte,come sette sono le stelle della costellazione. Quindi credo cheavverrà così anche questa volta� terminò sorridendo.

E tutto cessò.Gli studenti e la professoressa si risistemarono le vesti scom-

pigliate dal vento.�Meraviglioso vero?� disse la professoressa Sinistra. I ra-

gazzi risposero tutti con un sorriso e guardarono ammirati le

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proprie bacchette: parevano emanare uno strano calore alle di-ta, simile a quello che aveva provato Harry impugnando la suabacchetta appena riparata.

�Credo davvero che questo sia tutto per stasera ragazzi. Nondimenticate mai questi momenti, questa serata: tenetela semprecon voi nei vostri ricordi più belli� concluse la professoressa,felice.

�Bene. . . possiamo tornare giù adesso. È molto tardi� conti-nuò, avviandosi verso le scale. Ma improvvisamente Harry provòuno strano senso di inquietudine, come un nodo allo stomaco.

Proprio in quel momento, nel buio pesto che avvolgeva Hog-warts, uno strano bagliore verde rischiarò parte del cielo; si sentìil rumore sordo di legno che si spaccava. Proveniva dal parco,dalla sponda del lago.

Harry non ne era sicuro, ma qualcosa era scattato dentrodi lui; un campanello d'allarme gli diceva che c'era qualcosa distrano: quello non era il bagliore di un comune incantesimo, eracerto fosse di un Avada Kedavra. Non era l'unico ad esserseneaccorto: si voltò in cerca degli amici e dal loro sguardo capì cheerano giunti alla stessa conclusione.

Seguì rapidamente un bagliore rosso. Uno Schiantesimo,pensò Harry. A quel punto, metà dei presenti era in piedi ap-poggiata al parapetto, ma nell'oscurità non si riusciva a vederegranché. Improvvisamente una luce bianca abbagliante riempìil cielo. Poco prima di essere completamente accecato, Harrydistinse due sagome nel parco. Poi tutto si fece bianco e chiusegli occhi dal dolore.

Riordinò velocemente le idee, guardò le �gure dei suoi amiciche pian piano si facevano più nitide, si scambiarono un cenno

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d'intesa e si avviarono a scendere dalla Torre.Mentre si muovevano scorse ancora qualche bagliore blu e

rosso e sentì la professoressa Sinistra che chiedeva loro dovestessero andando, ma non l'ascoltarono e presero a scendere.

Erano quasi arrivati nell'atrio quando, voltando un angolo,andarono quasi a sbattere contro una trafelata McGranitt.

�Potter!� esclamò.�Cosa sta succedendo, signora preside?� chiese Hermione.�Non lo so di preciso: sto uscendo per accertarmene proprio

adesso�. La sua voce leggermente alterata: non lasciava dubbioche fosse capitato qualcosa di poco piacevole.

�Venite anche voi così non dovrò preoccuparmi che mi se-guiate di nascosto, creando ulteriori disagi�. Quando la presidediceva disagi, i quattro sapevano che nel suo linguaggio signi�-cava guai grossi, perciò senza alcun altro indugio, la seguironoimmediatamente.

Si stavano avviando verso il portone d'ingresso quando da-vanti a loro si parò Vitious.

�Minerva!� ansimò. �Ti stavo cercando. . . presto, sono en-trati nella scuola. . . almeno uno di loro; due studenti lo hannovisto che si dirigeva . . . �. Prese �ato. �. . . verso la presidenza!�.

Harry vide le narici della McGranitt fremere di rabbia: �San-to cielo Filius!� esclamò. �E dove sono gli Auror?�.

�Stanno arrivando Minerva. . . saranno qui tra poco!�.La McGranitt prese a salire la scalinata.�Voi restate qui! Non muovetevi, può essere pericoloso�

ordinò decisa. Mentre già si allontanava col professor Vitious.Pericoloso? pensò Harry. La preside non si ricordava che

solo cinque mesi prima, solo pochi metri più in là, si erano trovati

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di fronte a Voldemort e decine di Mangiamorte? Harry pensòun attimo e poi si rivolse agli amici. �Bene, io li seguo. . . voirestate qui in caso di pericolo . . . �.

Fece per muoversi quando Ginny gli si parò davanti. �Tunon vai da nessuna parte! Non hai sentito la McGranitt?!� dissedecisa.

Ron, equivocando quanto detto dalla sorella, continuò: �Haragione, Harry: ci muoviamo tutti o nessuno. Se vai tu vengoanche io. Qualcuno dovrà coprirti le spalle�. Parlò mostrandoil coraggio che tirava fuori solo nei momenti peggiori.

Hermione, sbottando in preda all'ansia, lo rimbeccò: �Smet-tila di dire stupidaggini, non era questo che intendeva dire tuasorella! E poi dove vorresti andare, se non sai nemmeno con chiti dovrai confrontare?�.

Nel suo tono c'era sincera preoccupazione, ma Ron parvenon coglierla: �Ecco!! Io lo sapevo. . .mi ritieni un incapace! Loso che per te non sono mai all'altezza: io. . . io non sono Harryo Krum! Comunque fatti dire una cosa . . . �. Ma Hermioneavvampò facendo zittire il ragazzo: �Sei uno stupido! Come alsolito non capisci niente: io sono preoccupata per te . . . �.

Ma neanche lei riuscì a �nire la frase perché Ginny si imposesu tutti. �BASTA!! La volete piantare con i vostri battibecchie i vostri gesti eroici! ORA STATE ZITTI! Parlo io se non vidispiace!�. La sua determinazione o forse il tono e la posturasimile a quelle di Molly fu tale da far zittire il gruppo all'istante.Ginny, facendo un lungo respiro, guardò Harry negli occhi edisse: �Harry, ragiona un momento. . . perché credi che sianoentrati questi maghi? Non ti sembrerebbe prudente tenerti ilpiù lontano possibile? Io. . . io non voglio rischiare di perderti

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ancora!�. Nella �oca luce del castello vide che ormai parlavacon gli occhi lucidi.

A Harry si strinse il cuore, combattuto com'era fra il suodovere come Auror e il suo amore per Ginny. Le mani comin-ciarono a sudare, si sentiva stretto fra l'incudine e il martello,lacerato da una battaglia interiore. Cosa fare? pensò. Il silenziosi protrasse per qualche interminabile istante, mentre i due ra-gazzi si guardavano �sso negli occhi. Era un discorso di sguardiquasi come se comunicassero a livello telepatico. Poi lui lasciò lemani di lei e disse: �Devo andare. . . �. Lei lo �ssò intensamentee gli disse: �Ti amo�. Due parole bellissime che però in quelmomento non facevano altro che rendere più di�cile per Harryla decisione che aveva appena preso. Con un'ombra di amarez-za in volto, le voltò le spalle e si diresse verso il corridoio dellapresidenza seguito da Ron, senza neanche voltarsi per timore diincrociare il suo sguardo. . .

I due ragazzi dopo aver lasciato Ginny e Hermione, si af-frettarono a raggiungere i professori, entrambi presi dai loropensieri. Non impiegarono molto a raggiungere i professori,attraversando i corridoi vuoti e silenziosi di Hogwarts a tuttavelocità.

La McGranitt e Vitious avanzarono cauti verso il gargoyle dipietra, seguiti a breve distanza e furtivamente da Harry e Ron.Sembrava non vi fosse nessuno, ma i due professori erano tesicome corde di violino pronte a vibrare stuzzicate da un archetto.Bacchette alla mano avanzavano un passo alla volta nel buio esilenzioso corridoio.

�Chi pensi che sia?� chiese ad un tratto Ron con voce �e-bile all'orecchio di Harry. Questi, quasi senza pensare, rispose:

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�Forse gli stessi che ci hanno aggredito a Diagon Alley, o i dueche hanno fatto franare il costone . . . �.

�A meno che che non siano sempre gli stessi tutte le volte!�ribatté Ron. Harry ri�etté su quella possibilità e annuì in segnodi assenso mentre sommessamente diceva: �Può essere . . . �.

Ormai i professori avevano raggiunto il gargoyle, ma il cor-ridoio sembrava deserto.

�Minerva, qui non vedo nessuno. . . e se i due allievi si fosserosbagliati?� disse ad un tratto Vitious con voce bassa e tremante,da cui traspariva la sua agitazione e il suo nervosismo.

�Non lo so Filius. . . è vero che non abbiamo incontrato nes-suno, ma la prudenza non è mai troppa. Inoltre non credo che. . . �. Le parole le morirono in gola. Improvvisamente, comese fosse stato generato dallo stesso buio che gli stava intorno,un essere incappucciato si parò loro innanzi. Non si riuscivanoquasi a distinguere le sue fattezze, tanto si confondevano con ilbuio circostante; l'unica cosa che spiccava era lo strano meda-glione che gli cingeva il collo, anche se, da dove si trovava Harry,non lo si riusciva a vedere chiaramente. I due ragazzi si eranoaccovacciati dietro un'armatura a una decina di passi dai lorodocenti, e da li assistevano a tutta la scena.

�Bene bene. Finalmente è arrivato qualcuno ad aprirmi laporta, questo stupido Gargoyle si ri�uta di farmi passare!� dissecon uno strano accento dal sapore leggermente asiatico, �ssandocon odio la statua di pietra. Fece una brevissima pausa e conti-nuò: �L'avrei fatto saltare, ma credo che ciò non mi garantiscail passaggio! Ma adesso ci siete voi, dunque se cortesemente mifaceste accomodare, ve ne sarei grato�.

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Vitious rimase interdetto di fronte a tutta quella sfacciatag-gine e levò la bacchetta, pronto ad attaccare l'intruso; al con-trario la McGranitt, anche se aveva la bacchetta levata e giàpronta a scagliare qualche incantesimo, decise di rispondere atono all'intruso: �Sono Minerva McGranitt, preside di questascuola. . . spero per lei che abbia una buona spiegazione per lasua presenza in questo corridoio, altrimenti non lascerò che fac-cia un solo passo in più! Adesso si presenti, come conviene a chichiede ospitalità, anche se nel suo caso non si può certo parlaredi ospite gradito . . . �.

Parlò a denti stretti mentre le labbra si facevano sottili. Alleparole della McGranitt, Ron non poté trattenere un sorriso dicompiacimento e sussurrò nell'orecchio di Harry �Adesso se lasquaglia come se avesse il fuoco alla coda della scopa�.

Nel frattempo il misterioso e sgradito ospite controbatté. �Aquanto vedo, Silente almeno l'umorismo è riuscito a insegnar-glielo! Vediamo se ve la cavate con la bacchetta come con leparole!�.

A quel punto anche Vitious prese coraggio e disse: �A menoche lei non ci voglia scon�ggere a fanfaronate è meglio che la-sciamo parlare le bacchette!�. Le ultime parole uscirono un po'acute dalla sua bocca, segno di un crescente nervosismo.

�Toh! Ha parlato il criceto. . . parole grosse per una specie dignomo tutto agghindato La sua famiglia di roditori farà fatica ariconoscerlo ora!� lo schernì, dopo di che proruppe in una risatamaligna, pienamente soddisfatto del suo commento.

Harry iniziò a innervosirsi sentendo le ultime parole e quelghigno: non sopportava che qualcuno si facesse be�e dei suoiprofessori. . . ricordò per un momento il professor Vitious quan-

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do, durante il quinto anno, lo premiò per il suo coraggio nelrilasciare un' intervista su Voldemort sotto il naso della Um-bridge consegnandogli una manciata di Api Frizzole in segreto. . .

Anche Ron scalpitava e solo la mano di Harry sulla sua spallagli impedì di farsi scoprire.

�Penso lei abbia capito che non è il benvenuto qui. . . o for-se le mie allusioni non sono state chiare? Dunque glielo dicochiaramente: sarebbe il caso che lei uscisse dalla mia scuola,se poi non conosce la strada gliela posso insegnare io. . .magariusando la mia bacchetta! Sa, giusto perché le rimanga beneimpresso nella mente. . . �. Minerva McGranitt si erse in tuttala sua statura, imperiosa e determinata. Bacchetta alla mano,non intendeva più tollerare l'intruso, specialmente dopo ciò cheaveva detto a Vitious. Le labbra sottili, gli occhi puntati sullapreda, non tremava, non fremeva. Era lì, imponente, pronta ascattare al minimo sentore di movimento del mago.

L'intruso dallo strano accento parve stizzito dalla reazionedella preside e, convinto com'era della sua ineguagliabile supe-riorità, volle chiudere la questione velocemente: �Signori. . .mipare che il tempo per i convenevoli sia �nito�.

Vitious reagì tempestivamente erigendo una barriera che bloc-cò l'incantesimo, un forte getto d'aria.

�Allora sai anche fare le magie, gnomo?� disse il mago oscu-ro sogghignando. La sua risata si trasformò ben presto in unringhio, poiché dovette pararsi da una ra�ca, all'apparenza ca-suale, di Schiantesimi lanciati dalla McGranitt. I colpi pare-vano aver mancato il bersaglio ma poi, dopo averlo superato,convergevano verso di lui colpendolo da diverse angolazioni.

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Il mago arretrò di qualche passo. �Notevole, veramente note-vole!� disse bloccandoli tutti con un ampio gesto della bacchetta.Poi incalzò: �Rama Satsujin!�. Alcune lame d'aria falciaronoil corridoio tranciando armature e statue. La McGranitt nonsi fece spaventare e, dopo aver mormorato alcune parole, eresseinnanzi a sé un muro luminoso sul quale i colpi cozzarono comeun suono di gong senza nemmeno scal�rlo. Il sorriso dell'intrusosvanì come la sua convinzione di poter vincere; divenne scuro inviso rendendosi conto che non sarebbe stata una passeggiata.

Anche Vitious iniziò a mostrare le sue qualità; fece levitarein maniera quasi statica i pezzi delle statue e delle armatureappena distrutte. Poi, d'un tratto, questi vennero lanciati comedardi verso il nemico che alzò la bacchetta, ma non riuscì apararli tutti: alcuni frammenti passarono colpendolo. Anche senon riuscirono ad abbatterlo, gli tolsero comunque il �ato. Ilmago oscuro ora pareva indemoniato, tanto la rabbia trasparivadal suo corpo. Iniziò un lungo disegno con la bacchetta: a Harrysembrò un complicato arabesco. I due professori e i due ragazzine seguivano, incantati, i movimenti.

Quando ebbe �nito, dal buio del corridoio presero vita nume-rosi tentacoli acuminati fatti dalla stessa oscurità da cui eranostati generati. Iniziarono a frustare l'aria cercando di colpire idue professori. La magia fu terribile: Vitious venne centratodiverse volte e alla �ne cadde.

La McGranitt, invece, stava resistendo anche se con evidentedi�coltà. Il mago oscuro rideva sguaiatamente. �È inutile chelei tenti di resistere. . . l'Infernus Obscurus, anche se non si puòpraticare ovunque, è una magia troppo potente; persino per lei!Fra qualche secondo cadrà come il nostro criceto. . . e allora io

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sarò libero di fare ciò per cui sono venuto�.

L'orrore si disegnò sul volto di Ron. Mollò la presa di Harry euscì allo scoperto. �Confringo!�. Un �uido uscì dalla bacchettacreando una massa quasi sferica. Con un deciso movimento dellabacchetta Ron la scagliò contro l'avversario. L'intruso deviò conleggerezza il colpo che andò a �nire contro il muro, aprendo unosquarcio su una stanza.

�Cosa credi di fare? Né tu, né il tuo amico nascosto là dietropotete alcunché! Vi conviene scappare �nché avete ancora l'usodelle gambe!�. Proprio in quel momento un tentacolo si allungòe colpì Ron, scaraventandolo un paio di metri indietro.

La McGranitt era appoggiata solo su una gamba: l'altra eragià stata colpita un paio di volte. Probabilmente aveva doloreanche ad un �anco, dato che vi teneva premuta la mano libera.Al terzo colpo cadde in ginocchio e uno sguardo di trionfo sidisegnò sul volto del mago.

Harry si scrollò di dosso il terrore che lo aveva immobiliz-zato �no a quel momento. La visione dei tentacoli gli avevariportato alla mente il sogno di quella mattina. Si alzò, estras-se la sua bacchetta e, facendo fondo a tutta la sua forza, cercòdi proteggere la preside: �Protectio Inviolabilis!�. Fortunata-mente i tentacoli, pur frantumando le protezioni di Harry senzadi�coltà, non riuscirono a raggiungere la McGranitt.

Grazie a quella momentanea tregua, la McGranitt ebbe lapossibilità di riprendere �ato e di rialzarsi, ma ora i tentacolisi muovevano anche contro Harry. Il mago oscuro, accortosidell'improvvisa ripresa della McGranitt, concentrò di nuovo icolpi su di lei, deciso a �nirla.

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Harry si guardò attorno: Ron e Vitious erano a terra prividi forze e la preside era sul punto di crollare. E ora cosa possofare? pensò Harry. Tutto sembrava inutile, ma poi la soluzionegli balenò davanti al naso: la Bacchetta di Sambuco era lì, gal-leggiava luminosa a due passi da lui come se l'avesse appellata.La sua luce era limpida e armoniosa, come prima sulla Torre diAstronomia, quasi avesse catturato la magia di Minami ed orastesse sprigionando la sua energia.

I tentacoli si ritirarono rapidamente allontanandosi dalla fon-te di luce. Ron urlò: �Cavolo Harry, guarda! I cosi si ritirano!�.

Sapeva cosa doveva fare. Harry a�errò la Bacchetta e, te-nendola stretta in mano, si avvicinò alla preside e a Vitious,che nel frattempo aveva ripreso conoscenza. Ora anche il magooscuro guardava con stupore ragazzo e bacchetta, ma la luce erasempre più splendente, tanto che era di�cile osservare la scena.

Il mago sembrava stregato dalla bacchetta di Harry, era evi-dente che l'aveva riconosciuta. Si guardò intorno osservandoattentamente i presenti. Era indeciso: sembrava bramasse dallavoglia di stringere la Stecca della Morte, ma allo stesso tem-po era intimorito da tutte quelle bacchette puntate contro dilui. Decise di dare il tutto per tutto, si concentrò e i tentacoliripresero forza e si scagliarono verso il gruppo.

Qualcosa nel suo inconscio guidò Harry, alzò la bacchetta edisse: �Chiudete gli occhi in fretta. . . . Reful. . . �.

�Fermo, incosciente!�. Una voce decisa e potente risuonò nelcorridoio alle sue spalle. Harry si bloccò.

Il suo sguardo guizzò per un istante verso il corridoio, cercan-do di capire chi ci fosse alle sue spalle: tre maghi, probabilmente

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Auror di guardia alla scuola e, davanti a loro, colui che lo avevafermato, il professor Jatturius Uglick.

�Ragazzo non andare oltre . . . � continuò il professore. �Cipensiamo noi a questo qui!�.

Harry tentennava e sembrò che il mago lo avesse intuito:con le ultime energie che aveva in corpo stava cercando di daremassima violenza ai colpi dei tentacoli.

Cosa devo fare? si chiese tra sé. Non capiva perché il pro-fessore tentasse di bloccarlo, ma la luce sembrava essere l'unicacosa capace di neutralizzare l'Infernum Obscurum.

E la visione era stata chiara.Non aveva tempo: doveva andare avanti. Strinse con forza

le dita intorno alla Bacchetta di Sambuco. Poi si concentrò equasi gridò: �Refulgeo!�.

Una luce intensa si sprigionò dalla bacchetta illuminandoogni minuscolo anfratto del corridoio. Tutto era ben visibile: ilbuio era totalmente scomparso e con esso anche i tentacoli.

Era grati�cante il potere che riusciva ad esprimere grazie allaBacchetta di Sambuco, una sensazione di potere immenso. Inquel momento era conscio che avrebbe potuto fare qualunquecosa, se solo lo avesse voluto.

Ma davanti a lui non c'era più nessuno: il mago si era dile-guato, come si fosse smaterializzato, svanito nel nulla. Neanchela preside riusciva a capacitarsene: nessuno può smaterializzarsia Hogwarts, di questo ne erano tutti assolutamente sicuri.

I tre Auror scattarono lungo il corridoio puntando le bacchet-te in ogni direzione. Il professor Uglick si avvicinò alla preside e,sebbene avesse lui stesso evidenti di�coltà a mantenersi stabile,l'aiutò ad alzarsi.

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�Jatturius, perché volevi fermarlo?�.�Lascia stare Minerva. . . ormai quel ch'è fatto, è fatto�.�Potter, mi pareva di essere stata abbastanza chiara . . . � lo

riprese la McGranitt. �avevo detto di rimanere al sicuro! Tu ilsignor Weasley avete rischiato di farvi del male.

�Comunque grazie, senza di te non ce l'avremmo fatta. An-che se dobbiamo chiarire questa storia della bacchetta, è statauna fortuna che tu l'avessi con te!� concluse la McGranitt.

�Non ne sarei sicuro Minerva. . . � disse Uglick. Dal tono sicapì che non avrebbe dato ulteriori spiegazioni.

Passò qualche minuto mentre tutti i presenti tiravano il �a-to. Il primo a parlare fu Vitious �Gran bell'incantesimo signorPotter! Non c'è che dire, anche se non mi capacito del perché unsemplice Lumos, seppur potentissimo come quello, abbia avutosuccesso dove i nostri incantesimi migliori fallivano . . . �.

Harry guardò i suoi amici ma i loro volti non esprimevanoaltro che smarrimento. Senza una risposta alla domanda diVitious, si strinse nelle spalle.

Fu la preside ad intervenire: �Filius, avrai notato che l'in-cantesimo di quel mago si nutriva di buio e della sua energia;Harry ha eliminato totalmente l'oscurità con quell' incantesimoe il mago si è quasi prosciugato per sostenere il suo incantesimo.La luce è stata la chiave di tutto. Anche se credo che moltodel merito vada a questa notte e a quella bacchetta . . . �. Preseper un attimo �ato dando il tempo ai presenti di assimilare ilconcetto, poi riprese: �Filius come ti senti. . . e voi?�.

Il mago ancora dolorante rispose: �Ho avuto giornate miglio-ri, comunque niente che un buon bicchierino non possa guarire!�.Anche i ragazzi erano tutto sommato illesi.

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Poi Harry chiese alla preside: �Lei come sta professoressa?Il �anco. . . le fa molto male?�.

�Non si preoccupi signor Potter, non è niente che Poppynon sappia rimettere a posto. Signor Weasley aiuti il professorVitious�. Fece per alzarsi ma oscillò pericolosamente.

�Aspetti . . . � disse Harry. Poi si fece vicino e porse il braccioalla della professoressa. �Si appoggi a me� s'o�rì.

�Grazie Potter. . . un paio di gambe in più non fanno di certomale!�.

Harry doveva ancora capire cosa fosse successo quella notte.Non comprendeva come fosse stato possibile che qualcuno sifosse introdotto all'interno di Hogwarts, ma purtroppo il moti-vo dell'intrusione era chiaro: la Bacchetta di Sambuco. Avevadeciso di rimanere a scuola convinto che fosse il luogo più sicu-ro, dove nessuno sarebbe riuscito a nuocere a lui e ai suoi amici.Ma si era sbagliato. Se erano riusciti ad entrare anche lì, alloradove sarebbe stato al sicuro?

Nemmeno i professori si spiegavano come quel mago fosseriuscito ad entrare ed ad uscire dalla scuola. Ma aveva dimo-strato di essere molto potente. Questa volta ne era uscito solograzie alla visione che gli aveva suggerito cosa fare. Ma Vitiousaveva ragione: come un semplice Incantesimo di Luce era riusci-to a scon�ggere una magia oscura così potente? A questo puntoera chiaro che le visioni lo stavano aiutando in tutti i momentidi di�coltà, anche se non capiva da dove avessero origine.

C'era un altro punto che non gli era chiaro: perché il profes-sor Uglick aveva cercato di evitare che facesse l'unica cosa chepoteva risolvere la situazione? Il primo giorno di scuola gli ave-

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va impedito di nascondere la bacchetta e oggi non voleva che lautilizzasse per fermare l'intruso. C'era qualcosa del nuovo pro-fessore che non convinceva per niente Harry. Aveva un bruttopresentimento.

Ginny stava correndo verso di lui, i capelli splendenti allaluce del sole, raggiante di felicità.

�Harry, sei tornato!�. Si lanciò al suo collo e lo baciò. �Misei mancato da morire� sussurrò, mentre una lacrima le solcavail viso.

Lui la abbracciò più forte; detestava farla piangere, ma nonaveva avuto scelta, aveva dovuto lasciarla sola con Hermione.Ma, dopotutto, in qualche modo le sue lacrime lo rassicuravano:erano la prova dell'amore che la ragazza provava per lui. Ginnysi asciugò la lacrima, lo trascinò sull'erba vicino al faggio, al lorofaggio, e stendendosi appoggiò la testa contro il suo petto.

�Sai� iniziò Harry guardando il lago, �lo scorso anno, mentreero via con Ron e Hermione, sentivo tremendamente la mancan-za di questo posto�. Lei lo guardò, perplessa.

�E se poi pensavo al fatto che tu eri qui senza di me . . . �continuò, �ero praticamente distrutto dal dolore�.

Ginny abbassò lo sguardo, gli occhi lucidi. Dopo qualche se-condo lei sussurrò �Harry, alla Tana ho avuto modo di pensarci,ne ho parlato anche con Hermione. . . ed era d'accordo con me,perciò . . . � Si fermò, aspettando la reazione di Harry, che laguardò curioso

�Pensavo che potremmo . . . �.�Harry! HARRY!� sentì una voce più bassa, diversa da quel-

la di Ginny, e aprì gli occhi quel tanto che bastava per vedereRon che apriva le tende del suo letto. �Harry, che cavolo! Non

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ti saresti svegliato nemmeno se un corno di Erumpent ti fosseesploso in testa! Dai scendiamo a fare colazione�.

Si mise seduto, coprendosi il volto con le mani, accecatodalla luce del mattino che entrava attraverso le tende scostatedella �nestra. Era proprio strano. Cioè, tutti i suoi sogni eranosempre stati strani, ma questo lo era stato più di tutti. Ma checosa voleva fare Ginny?Appena arrivò alla soluzione, gli parvetanto ovvia, che arrossì, e la vista di Ron non contribuì certo afarlo sentire meno imbarazzato.

�Certo che potevi essere un po' più delicato! Per colpa tuaavrò mal di testa per tutto il giorno!� rispose a Ron, sperandoche l'amico non gli chiedesse perché era arrossito. Inforcò gliocchiali e si vestì, ri�ettendo ancora sul sogno e maledicendol'amico per averlo svegliato così bruscamente. Scendendo in-contrarono Hermione e Ginny che sbadigliava vistosamente; ildormitorio era deserto: gli altri dovevano già essere scesi a farecolazione. Appena il suo sguardo incrociò quello di Harry, luiavvampò, ripensando al sogno. Ginny lo guardò interrogativa,accortasi della sua reazione, ma non fece domande, e probabil-mente prese nota mentalmente di chiederglielo appena fosserorestati soli.

Arrivati nella sala grande si sedettero vicini a Neville intentoa sfogliare un libro di Erbologia.

�Ehilà, Neville!� salutò Ron.

�Ciao, ragazzi!� rispose l'amico alzando lo sguardo su di loroe vedendo la faccia di Harry aggiunse: �Tutto bene?�.

�Mai stato meglio!� sbottò Harry lanciando un'occhiatacciaa Ron ormai già impegnato con le sue uova strapazzate.

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Mentre si versava del Succo di Zucca nel bicchiere, ricevetteuna forte gomitata da Ron e buona parte della bevanda �nì so-pra l'abbondante porzione di bacon che aveva nel piatto. �Nonmi hai ancora dato abbastanza fastidio per stamattina?� Ma l'a-mico era intento a �ssare in direzione del tavolo degli insegnantie Harry si accorse che la McGranitt stava marciando decisa versodi loro.

�Potter, seguimi nel mio u�cio!� ordinò.

Harry guardò sconsolato le prelibatezze che ricoprivano iltavolo.

�Avrai tempo di fare colazione più tardi, ora ti prego diseguirmi�.

Harry lasciò malvolentieri il suo posto, rimpiangendo di nonessere sceso prima. Me lo sarei dovuto aspettare, considerandoquello che è successo ieri. . . ri�etté sconsolato.

La preside pronunciò la parola d'ordine davanti al gargoylee invitò Harry a salire la scala mobile a chiocciola. Aprendo laporta dell'u�cio, Harry cercò subito con lo sguardo Albus Si-lente che, nel suo ritratto, era intento a conversare serenamentecon il suo vicino. Vedendolo entrare, Silente gli rivolse un sorri-so sereno, che Harry ricambiò. Solo allora si accorse che l'u�cionon era vuoto: Kingsley, che �no ad allora era rimasto sedutodavanti alla scrivania della preside, si voltò verso di lui.

�Buongiorno Kingsley� salutò.

�Ciao Harry� disse serio. Harry notò che non aveva la suatipica aria serena, ma sembrava un po' preoccupato.

�La Preside mi ha informato di ciò che è accaduto ieri�.

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Harry sentì un brivido attraversarlo dalla testa ai piedi, comese fosse stato disilluso, e abbassò lo sguardo. La McGranitt simise in un angolo, per non disturbare la conversazione.

�Kingsley, io volevo nasconderla, ma non sapevo dove, ogniluogo mi sembrava troppo scontato, e, soprattutto, pensavoche più sicuro di Hogwarts non ci fosse nessun luogo. Ma misbagliavo . . . �.

Harry si lasciò cadere sulla sedia davanti alla scrivania, co-me colpito da uno Schiantesimo, vergognandosi di aver traditola �ducia del Ministro, ma ancora di più per aver fatto una brut-tissima �gura davanti a Silente (o meglio, al suo ritratto). Datoche il ministro non aprì bocca, Harry lo guardò. Lui lo stava�ssando, e nei suoi occhi si leggeva a mala pena l'irritazioneprovocata da Harry.

�Bene� iniziò Kingsley. �Anzi male. Non avresti dovu-to mentirmi Harry. Ti avrei aiutato a trovare una soluzione.Penso che tu possa immaginare la gravità di ciò che hai fatto;anzi. . . di ciò che non hai fatto� era calmo, straordinariamen-te calmo, e questo fece vergognare ancora di più Harry, cheaveva ormai rinunciato a giusti�carsi. Inoltre, non ci sarebbenemmeno riuscito. Aveva la gola secca. Aveva deluso Kingsley,Silente, la McGranitt e soprattutto se stesso. Tutti i maghi neiquadri tacevano, Silente lo guardava con un'espressione indeci-frabile. Avrebbe preferito a�rontare, da solo, tutti i draghi delTorneo Tre Maghi piuttosto che essere lì. Adesso sapeva che nonavrebbe mai dovuto rimandare quel momento: avrebbe dovutonascondere subito la bacchetta.

�Ti rendi conto che adesso, chiunque siano i maghi che sonointeressati alla bacchetta, non solo sanno che non è nascosta ma

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sanno esattamente dove trovarla? Ti rendi conto che hai messoin pericolo l'intera scuola?�. Harry ormai era assalito dai sensidi colpa.

�Ma io . . . �.�Harry, non serve che dici niente� disse poi, di nuovo serio,

�Ma dopo quello che è successo ieri, ritengo che sia giunta l'oradi iniziare il tuo addestramento. Già domani mattina verraidirettamente al ministero per iniziare le prove, non possiamorimandare oltre: devi essere preparato ad ogni evenienza. Peril tempo necessario sarai giusti�cato per le assenze alle lezioni�Harry annuì, travolto da quella rivelazione: l'indomani sarebbediventato un Auror a tutti gli e�etti.

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Capitolo 12 e ½

LA PRIMA

TRACCIA

La luna era alta nel cielo e si stagliava contro il vasto pro�lo dellemontagne; la sua luce risplendeva nelle chiare acque del piccolo�umiciattolo che scorreva placidamente nella stretta valle cir-condata da alti alberi, antichi quanto le montagne. Quel luogo,per molti, era solo una meta da picnic, ma per pochi eletti eraun luogo sacro.

Con un debole scoppiettio, una �gura ammantata si mate-rializzò al limitare del bosco. L'uomo era alto e snello, conun portamento decisamente elegante; si sbottonò il mantello daviaggio gettandolo su una pietra. Indossava un paio di pantalo-ni eleganti, una camicia bianca e scarpe di vernice. Il volto era

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piuttosto giovane, coperto da una leggera peluria bionda, segnodi barba non rasata da almeno due giorni. I lunghi capelli biondierano tenuti in una coda di cavallo che gli conferiva un aspettoda cantante di un gruppo rock degli anni sessanta.

L'uomo si arrotolò le maniche della camicia ed estrasse dallatasca dei pantaloni un bacchetta che rigirò più volte fra le dita,prima di puntarla in alto e mormorare: �Homenum Revelio�.

Un leggerissimo bagliore si di�use dalla punta della bacchet-ta, come le increspature che si di�ondono concentricamente sul-la super�cie dell'acqua; dopo alcuni secondi la bacchetta vibròproducendo nel mago uno sbu�o d'impazienza.

Soppesò la bacchetta fra le mani e mormorò tra sé: �Idioti!�Quattro deboli pop risuonarono nell'aria attorno a lui mentre

altrettante �gure si materializzavano all'istante con le bacchettelevate.

Il mago biondo levò gli occhi al cielo mentre una voce rudegli ordinava di gettare la bacchetta a terra e di sollevare le mani.

Così l'uomo parlò. La sua voce era calma e non moltoprofonda: faceva pensare al ghiaccio.

�Io vi avevo avvertiti di non seguirmi . . . �.Detto ciò levò nuovamente la bacchetta al cielo e mormorò:

�Comprimo�.Si udì un leggero risucchio seguito dall'implosione dell'aria

circostante che spedì i quattro maghi in ogni direzione.Il mago biondo puntò nuovamente con tranquillità la bac-

chetta contro uno dei quattro avversari pronunciando: �Petri-�cus Totalus�; poi lanciò uno Schiantesimo verso un secondomago alla sua destra. Intanto gli altri due, che si erano risolle-vati da terra, iniziarono a sparare a ra�ca incantesimi contro il

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mago biondo. Questi teneva la bacchetta sollevata davanti a luie la muoveva a destra o a sinistra ogni volta che il �otto di lucedi un incantesimo gli si avvicinava, come se volesse parare una�ondo di spada. Sorprendentemente gli incantesimi deviavanoil loro corso e scomparivano oltre la cima degli alberi.

I due avversari si fermarono per un istante stupefatti, dandoal mago biondo il tempo di sorridere maliziosamente e di levaredritta la bacchetta.

�Avada Kedavra� pronunciò. I due maghi si gettarono dilato all'unisono, ma il �otto verde colpì uno dei due sulla spallasinistra, facendolo rotolare in aria inerme, privo di vita.

Il mago biondo abbassò la bacchetta e si guardò intorno percercare l'ultimo mago che, evidentemente, si era nascosto dietroil vasto tronco di uno degli alberi.

E si era nascosto bene.Imprecò platealmente mentre �ssava la sua bacchetta con

cipiglio pensoso. La bacchetta posata placidamente sul suo pal-mo si mosse come l'ago di una bussola, indicandogli, dopo alcuniincerti movimenti, un punto dritto davanti a lui.

Il mago biondo sorrise e levò la bacchetta. Il terreno sotto isuoi piedi si allontanò e lui si librò in avanti, posandosi silenzio-samente su di un ramo. Sotto di lui intravide la �gura tremantedell'ultimo dei suoi stupidi avversari. Scosse la testa, deluso.

Una parola, un �otto di luce verde, e l'uomo si accasciòstecchito ai piedi dell'albero.

Il mago biondo gettò una rapida occhiata all'orologio e si se-dette su di una radice sporgente, vicino alla sua ultima vittima.

�Mio caro idiota� disse al cadavere, �Sei morto davvero trop-po velocemente! Come ci si può divertire con Auror così ine-

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sperti? Oh, e ringrazia che qui ci sia io e non quel cinesinoborioso che avrebbe certamente iniziato a lanciare a ra�ca lesue maledette fatture orientali. . . bah!�.

Diede un calcio al cadavere e poi incrociò le braccia, in attesa,continuando a mugugnare tra sé: �Sperando che quel piccoloidiota non mandi tutti i piani a rotoli: sarebbe stato meglio seci fossi andato io al posto suo; per questa volta passi, ma seoserà contraddirmi ancora una volta, giuro che . . . �

Levò gli occhi al cielo, lì dove la stella avrebbe iniziato arisplendere fra qualche momento. Intinse la mano nell'acqua pertergersi il viso dal sudore, poi si alzò in piedi e levò la bacchettadritta verso il cielo. Proprio in quel momento Minami iniziò arisplendere.

La sua bacchetta prese a vibrare e ad illuminarsi. Il magobiondo, dopo aver contato sette secondi sull'orologio da polsoche portava al braccio sinistro, spostò la bacchetta davanti alui, reggendola come una torcia. La puntò verso il �umiciattoloe, dopo alcuni secondi, una luce iniziò a risplendere dal fondale.

L'uomo fu attraversato da un brivido di eccitazione. Stavaper concludere la sua ricerca. Immerse la punta della bacchettanell'acqua e mormorò un incantesimo: �Modum pono acquae exsententia mea�.

L'acqua iniziò a ribollire e a modi�carsi; lentamente il liqui-do chiaro si sollevò dal fondo pietroso andando a formare dellecolonne reggenti un tetto intorno all'oggetto della sua ricerca.

Il mago biondo sussultò e sorrise soddisfatto.Le luci nel cielo cambiarono colore. �La Manifestazione sta

per concludersi, mi devo sbrigare� mormorò.

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Lasciando scorrere la bacchetta nell'acqua intorno a lui siavviò sulle pietre del fondo del �umiciattolo e raggiunse consei passi il suo centro; il mago raccolse l'oggetto della sua lungaricerca e tornò sulla riva. Un secondo più tardi l'acqua del �umericadde sul suo letto e riprese il suo corso fra spruzzi e gorgheggi.

Il mago biondo non se ne curò, ma si avvicinò al corpodel mago pietri�cato e pronunciò il contro incantesimo; nongli diede neanche il tempo di riprendersi: appellò la bacchettadell'avversario a�errandola con la sinistra.

Sollevò le due bacchette contro di lui, dicendo con sprezzo:�Non imbrattarmi la camicia, maiale!�.

Roteò le braccia per torcere le bacchette e sibilò: �Sectum-sempra�.

Fiotti di sangue proruppero dal corpo del mago; ripeté l'in-cantesimo �nché l'uomo non fu morto, dopodiché gettò via labacchetta a lui estranea e intinse la sua nel sangue dell'uomoche macchiava l'erba circostante.

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Capitolo 13

UFFICIO AUROR

Harry si svegliò presto quella mattina e il ricordo di ciò che erasuccesso il giorno prima lo colpì con la forza di una doccia gelata.Kingsley lo aveva creduto infallibile, si era �dato ciecamente dilui, lo aveva appoggiato e aiutato.

Il grande Harry Potter aveva fallito ed aveva dimostrato atutti di essere soltanto un ragazzo. Non avrebbe mai dimen-ticato l'amara delusione che aveva letto negli occhi tristi diKingsley. Sarebbe stato meglio se avesse urlato, se lo avesselicenziato. Harry avrebbe persino preferito che lo avesse s�datoimmediatamente a duello. Invece gli aveva detto chiaramente etranquillamente cosa pensava di lui: lo aveva deluso, gli avevamentito.

Ciò che bruciava più di tutto non era l'aver tradito il Mini-stro e tutta la comunità magica che rappresentava, bensì l'aver

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deluso un amico. Questo lo faceva stare tremendamente male:la piena consapevolezza che aveva delle sue azioni pulsava comeuna ferita; senza contare la certezza dolorosa che, a causa del-la sua testardaggine nel voler gestire da solo la situazione, oratutta la scuola si trovava in grave pericolo.

Harry sentiva i pensieri che vorticavano nella sua testa comeapi impazzite, lo pungevano ripetutamente, pensieri che feriva-no, che non gli davano pace. Seduto a gambe incrociate sul suoletto, guardò il cielo fuori dalla �nestra: nuvoloni grigi e mi-nacciosi so�ocavano l'azzurro; l'acqua del lago era nera come lapece e il vento increspava la sua super�cie come carta stagno-la; i tuoni facevano vibrare rumorosamente i vetri delle �nestrecon violenza tale da credere che non avrebbero resistito a quellosuccessivo.

Possibile che anche il cielo ce l'avesse con lui? Harry, conla strana sensazione di avere un ruggente nuvolone grigio al po-sto dello stomaco, cominciava a crederlo veramente. Decise chepensarci non avrebbe cambiato le cose: per riconquistare la �-ducia di Kingsley non gli serviva certo provare rimorso. Il suosudore e il suo impegno futuri avrebbero testimoniato per luile intenzioni di rimediare al guaio che aveva combinato; quellamattina Kingsley lo aspettava al Ministero, per addestrarlo eper testare le sue capacità.

Così �nalmente, pensò amaramente Harry, si renderà contoche io e il ruolo di Auror siamo incompatibili: io i guai non lirisolvo. . . li creo!

La sera prima era rimasto sveglio sino a tarda notte nel-la gelida Sala Comune, Ron e Hermione silenziosi al suo �anco.Verso le due avevano sentito un tonfo contro un vetro: un grosso

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gufo dall'aria �era con le piume grigie, lucide e bagnate, avevas�dato la tempesta per recapitare ad Harry un biglietto:

Caro Harry,causa gli spiacevoli fatti appena accaduti, in accordo con gli Au-ror dell'U�cio, abbiamo ritenuto necessario anticipare l'incon-tro che servirà a testare le tue capacità di Auror. Per metterealla prova le tue abilità dovrai sostenere un esame pratico al Mi-nistero che servirà a stabilire un piano di addestramento il piùpossibile adeguato a te.Presentati alle 8.30 presso l'u�cio Auror del Ministero, secon-do livello. Per arrivarci usa la Polvere Volante, partendo dalcamino dell'u�cio della preside McGranitt.Kingsley.PS: Stasera a cena ti consiglio una salamandra in salmì.

Ron aveva appreso la notizia annuendo piano e dandogli quellache voleva essere una rassicurante pacca sulla spalla. Hermionenon aveva detto una parola, ma dal suo sguardo si capiva cheera sinceramente preoccupata. Non aveva avuto il coraggio didirlo a Ginny, che già era salita nel suo dormitorio.

Quel biglietto, al contrario, aveva avuto su di lui l'e�etto diun eccitante: tutto ciò che voleva era combattere e dimostraredi essere all'altezza.

Qualche minuto più tardi, nel suo accogliente letto a bal-dacchino era riuscito a liberare la sua mente dai pensieri chel'opprimevano ed era caduto in un sonno agitato, tutt'altro cheristoratore.

Harry si ridestò dai pensieri della sera precedente e decise di

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alzarsi dal letto; vide il suo ri�esso allo specchio e scoprì di avereocchiaie ancora più profonde e segnate di quando era andato adormire. Si vestì, si sciacquò la faccia e tentò inutilmente diappiattirsi i capelli, ma il suo aspetto non migliorò molto. Pernon svegliare Ron, che ancora ronfava beato, e gli altri, scesele scale a chiocciola il più silenziosamente possibile. Giunto inSala Comune, guardando fuori, si rese conto che era molto pre-sto: dall'aura di luce rossastra che circondava gli scuri pro�lidelle montagne e �ltrava appena visibile tra le dense nubi, Har-ry concluse che doveva essere appena l'alba. Quando distolselo sguardo dalla �nestra, notò sorpreso che dallo schienale diuna delle poltrone davanti al caminetto spuntava una ciocca diriccioli castani.

Hermione dormiva, la testa appoggiata sul bracciolo dellapoltrona, con addosso ancora il leggero maglioncino di cotoneazzurro che portava la sera prima. Era rimasta lì tutta la notteal freddo. Harry pensò quasi di svegliarla, ma abbandonò l'idea;guardandola si rese conto che non aveva avuto la possibilità diraccontarle neanche la metà delle cose che gli erano accadutein quei mesi: le visioni, l'aggressione a Ron, l'incidente sul tre-no. . . Sicuramente lei, brillante com'era, gli avrebbe dispensatoi giusti consigli.

Non voleva con�dare a Ginny le sue preoccupazioni, avevapaura di ferirla e di metterla in ansia: ciò che più desideravaera che lei fosse felice, sempre. Hermione e Ron attraversavanoun periodo di�cile, e�ettivamente uno dei più complicati cheavessero mai passato, e lui era ancora una volta costretto arinunciare a Hermione. Tra l'altro aveva la strana impressioneche l'amica lo evitasse: quel giorno al Ministero gli era parsa

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così sfuggente!In quel momento Harry decise che avrebbe messo �ne a quel-

la situazione, una volta tornato dal Ministero. Ron e Hermionepotevano evitarsi quanto volevano, ma nessuno poteva proibir-gli di essere amico e di con�darsi con entrambi. Non avrebberinunciato né a uno né all'altra. Acceso il fuoco, fece per andarein Sala Grande, quando un asse del pavimento scricchiolò sottoi suoi piedi.

�Non mi saluti neanche?� sussurrò Hermione con voce as-sonnata.

Harry si voltò in tempo per cogliere un sorriso stiracchiatosul suo viso. Aveva gli occhi rossi e stanchi. Si avvicinò a lei esi appoggiò al bracciolo della poltrona dove era seduta.

�Scusa. . . dormivi. . .mi dispiace di averti svegliata . . . � dissesincero.

�Oh, non importa. . . ho dormito poco e male e a giudicaredalla tua faccia lo stesso deve valere per te� disse guardandolocon rimprovero. �Avresti dovuto concederti un po' di riposo,viste le prove al Ministero che dovrai a�rontare questa mattina�.

Harry sbu�ò. . . Tipico di Hermione, si preoccupava sempreper gli altri, mai per se stessa.

�A proposito, hai detto a Ginny della prova?� chiese lei conil tono di chi conosce già la risposta.

�No, non mi va di svegliarla e poi. . . è meglio così. Sai comeè fatta, si preoccuperebbe troppo; almeno lei riuscirà a dormire�no a tardi. Potresti spiegarle la situazione tu, quando si sve-glia?� chiese Harry, ma capì subito, dalla smor�a di Hermione,che la ragazza non era tanto d'accordo, ma accettò ugualmente.

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�Va bene. Ora però vai, o arriverai in ritardo� mormoròdandogli una piccola spinta.

�Veramente sono in anticipo e poi volevo parlarti di una cosa. . . �.

�Si tratta di Ron?� chiese lei, acida.�Sì. . . e no�. rispose Harry, cauto.�Harry per favore ascoltami . . . � iniziò Hermione, ma fu

subito interrotta.�No, ascoltami tu. Non si tratta solo di Ron. Non ti sei

resa conto che, per colpa dei vostri rapporti di�cili, noi non cisiamo praticamente ne visti ne parlati per tutta l'estate? Nonti sto chiedendo di fare pace con Ron, ma di fare pace con me,Hermione!� disse d'un �ato.

�Ma Harry. . . noi non abbiamo litigato. . . non ce l'ho con te. . . � ribatté debolmente Hermione.

�Ho bisogno di te, come allo stesso modo ho bisogno di Ron!E non per copiare i compiti! Quindi, ti prego, non mi evitare.Ti chiedo almeno il sacri�cio di sedere tutti e tre allo stessotavolo. Bisogna scoprire qualcosa in più sul conto del tipo cheha cercato di rubare la Bacchetta di Sambuco . . . �. Finito ilsuo monologo alzò lo sguardo verso Hermione: aveva gli occhilucidi.

�Hai ragione Harry. Tutto quello che hai detto è vero. . .mami sforzerò da questo momento, te lo prometto. Ora però vai.Appena Ginny si sveglia, le parlerò io� disse, la voce incrinatadall'emozione. �Veramente, Hermione, ho ancora molto tempo!Sono in anticipo. . . be' direi di almeno un paio d'ore! Quindi, senon ti dispiace, rimango qui� rispose sorridente.

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Hermione lo guardò rassegnata: il tono di Harry non am-metteva repliche. Poi abbassò lo sguardo.

Harry sentì uno scricchiolio alle sue spalle: si voltò, ma nonvide nessuno. Passarono una manciata di minuti in cui Harry eHermione rimasero silenziosi, entrambi immersi nei loro pensieri.Fu Harry a rompere il silenzio. �Hermione, ti prego non te laprendere con me ma. . . si può sapere il motivo per cui tu e Ronavete litigato?� chiese Harry.

�Be', è iniziato tutto quest'estate, dopo morte di Vold-Voldemort.Eravamo felici, ma provavamo un senso di vuoto e tristezza pertutto quello che era successo, avevamo bisogno di sostenerci l'u-no con l'altro. . . � mormorò Hermione continuando a �ssare ilpavimento �poi una sera, mentre tu eri via, è successo. . . �.

�Non capisco Hermione, cos'è successo? Cos'ha combinatoRon? Ha fatto qualcosa che non doveva?�.

�No, anzi. . . ha fatto tutto quello che doveva. . . � sussurròHermione strapazzando nervosamente il berretto di lana cheteneva in mano.

�Forza, adesso devi dirmelo! Mi avete fatto impazzire, sta-vo pensando di utilizzare il Veritaserum per farvi parlare! Perfavore, per la mia salute mentale non puoi tirarti indietro�.

�Oh, insomma! Non è facile parlare di queste cose. . . sei ilmio miglior amico, ma sei un ragazzo; per Ron sarebbe sta-to più facile!� sbottò improvvisamente Hermione, lanciandogliun'occhiataccia.

Harry la guardò perplesso e lei, alzando gli occhi al cielo,sibilò qualcosa che assomigliava molto aOttuso. �Io e Ron siamoandati �no in fondo nel nostro rapporto� disse d'un �ato.

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�Io. . . cosa?� balbettò Harry sgranando gli occhi e intuendo,�nalmente, la ragione del litigio.

�Non capisci? Devo essere più chiara?�.�N-non serve . . . � biascicò Harry. �Penso di aver capito�.Harry arrossì imbarazzato: era felice di sapere, ma allo stesso

tempo si era pentito di avere iniziato quella conversazione. Ine�etti non era il genere di argomento di cui si parla con unaragazza e lui aveva fatto la �gura dello stupido. Cercò di direqualcosa di sensato, ma con scarsi risultati.

�A-avete f-fatto l'am.?� farfugliò, con la vana speranza diaver frainteso.

�Vuoi i particolari?� chiese lei acida.�Io-no-ma. . . � farfugliò Harry, ormai convinto di essersi spin-

to troppo in là, ma di non potersi più tirare indietro �Ma poi,poi cos'è successo? Voglio dire, non mi sembra una cosa brutta!Quando sono arrivato eravate già ai ferri corti e tutte le volteche vi chiedevo spiegazioni era come infrangere un incantesimoScudo senza bacchetta�.

�È un po' imbarazzante� sbottò Hermione senza guardarlo.�Non vedo come possa essere più imbarazzante di così� sog-

giunse Harry�Ecco. . . la sera che abbiamo fatto l'amore. . be' alla �ne ho

pianto�.Harry a quel commento rimase un po' sconcertato e, dopo

qualche attimo d'incertezza, disse �N-non sono un esperto, mapenso che possa capitare�.

Hermione lo �ssò con le lacrime agli occhi. �Infatti!� pro-ruppe. �Ma quel testone ipocr . . . �.

�Hermione!�.

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�Scusa� sussurrò lei, tirando su col naso, �come al solito nonha capito niente ed ha pensato che piangessi perché lui non erastato bravo o qualcosa di simile. . .ma ti rendi conto di quantopossa essere stupido?�.

�Non dire così Hermione�.�Ecco! Sempre a difenderlo, anche io sono tua amica Harry!�

urlò, esasperata dall'atteggiamento del ragazzo.Harry scrollandosi di dosso il momentaneo imbarazzo, si

avvicinò all'amica e l'abbracciò .�No, Hermione. Io non lo sto difendendo e non mettere in

dubbio la mia amicizia. Tu per me sei come una sorella�.A quelle parole la ragazza guardò l'amico e poi lo strinse

forte singhiozzando.�Ti stavo solo dicendo,� riprese, �prima che ti mettessi a

urlare, che Ron ha poca �ducia in sé stesso� disse lui in tonorassicurante.

�M-ma cosa d-dici? Io n-non ho f-fatto niente per renderloinsicuro� rispose tremante.

�È che tu. . . insomma, tu a volte lo spaventi! Non credi possapensare che tu sia troppo per lui?� continuò lui con calma.

�Allora non doveva essere cosi cretino, così idiota, così vi-gliacco da dire che le mie erano scuse, e . . . �.

�Ma tu cosa gli hai detto?� domandò Harry.�Niente, ma avrei voluto dirgli che piangevo perché ero fe-

lice! Felice di stare con lui, di vivere quel momento insiemeperchè. . . io lo amo�.

�E perché non me lo hai detto prima?�. I due trasalironoquando sentirono quella voce e, alzando gli occhi, videro Ron.

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�Da quando sei arrivato?� sussultò sorpresa Hermione, stac-candosi immediatamente dall'amico.

Ron sembrò pensarci su, poi, con una calma che nasconde-va una forte agitazione interiore, disse: �Da quando Harry hadetto di volerci versare del Veritaserum per farci parlare e tugli hai risposto che ora gli potevi confessare - non so per qualemotivo - che io e te . . . � si fermò un attimo, deglutì, � io e tes-siamo. . . siamo stati insieme e tutto il resto�.

Hermione lo guardò torva, poi incrociò le braccia e disse:�Ebbene? Cosa hai da dire a riguardo?�.

Ron guardò prima lei e poi l'amico che lo �ssava con ansia eannuiva con la testa incoraggiandolo a parlare.

�Hai ragione, mi sono comportato come un ottuso Knarl, ilpiù grande e stupido di Hogwarts; anche i gargoyle all'ingressosono più intelligenti di me!� cominciò il ragazzo guardandosi leunghie della mano.

�Dài, Ron! Può bastare� lo interruppe Harry.�No, lascialo �nire� disse acida Hermione.�Lo so che ho sbagliato tutto e. . . e quelle parole non le do-

vevo dire, dovrebbero fare una nuova strofa di Perché Weasley èil nostro re, aggiungendo che più idiota non c'è né e di fesseriene fa per tre!�.

A quelle parole si sentì uno sbu�o e l'inizio di una risatinarepressa. Harry ebbe un tu�o al cuore: forse c'era una speranza.Il suo sguardo si spostò da Hermione a Ron, aspettando chesuccedesse qualcosa.

�Dimmi, cosa devo fare di te?� sussurrò Hermione guardan-dolo intensamente.

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�A�atturami!� esclamò lui, chiudendo gli occhi e abbassandoil capo.

Hermione rimase ferma a lungo, poi gli si avvicinò lentamen-te, lo abbracciò e lo baciò.

�Molto meglio di una fattura, grazie!� sussurrò Ron, quandosi separarono.

Harry, non sapendo che fare, diede un'occhiata all'orologio edecise che era meglio accorgersi di quanto fosse tremendamentein ritardo.

�Io devo andare� esclamò dirigendosi verso il buco del ri-tratto. �Hermione. . .mi sei mancata! Ron . . . � non sapendoche dire gli strizzò l'occhio ed uscì.

Finalmente pace è fatta pensò sorridendo; rincuorato, si di-resse verso l'u�cio della Preside.

Arrivato davanti al Gargoyle di pietra, l'agitazione tornò afarsi più forte: cosa avrebbe detto la McGranitt? Lo avrebbetrattato freddamente? Lo avrebbe rimproverato?

Harry fece un respiro profondo: �Salamandra in Salmì!�. Ilgargoyle di pietra balzò di lato lasciando aperto il passaggio checonduceva all'u�cio. Quando entrò, la professoressa lo accolsecon un sorriso.

�Ah! Potter, �nalmente. . . � disse la McGranitt alzando-si dalla sedia. Harry era imbarazzato ma capì che lo avevaperdonato.

�Buongiorno, professoressa!� disse sorridendo a sua volta.�Da questa parte� disse la preside conducendolo al camino di

pietra. Vi entrò e prese una manciata di Polvere Volante da uncontenitore che gli veniva o�erto. Quando si voltò per salutarla,

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non fece in tempo ad aprire bocca che lei disse: �Su sbrigati,non far aspettare il Ministro! Ah. . . buona fortuna, Potter�.

Harry sorrise: era tornata la professoressa severa di sempre.�Ministero della Magia, U�cio Auror!� esclamò. Sentì di

essere risucchiato nel camino. L'odore acre della fuliggine lo fecestarnutire. Si ricordò della prima volta in cui aveva viaggiatocon la Polvere Volante e per sbaglio era �nito a Notturn Alley,nel negozio di Magie Sinister. Quando si riscosse, capì di esserearrivato: la stanza in cui Harry si ritrovò era ampia e spaziosa,il pavimento era di marmo e le pareti di pietra bianca eranotappezzate di poster, foto di maghi oscuri ricercati e articoli digiornale de La Gazzetta del Profeta; i più grandi erano quelli cheannunciavano la fuga di massa di Mangiamorte da Azkaban, dicirca tre anni prima, e la scon�tta de�nitiva del Signore Oscuroad Hogwarts.

Si riassettò i vestiti e uscì. Era rimasto così sbalordito dal-l'ampiezza della sala da non accorgersi che il Ministro in personalo stava aspettando. Harry si diresse esitante verso Kingsley: ilsuo corpo cercava di opporre resistenza, aveva paura di rileggerenei suoi occhi la delusione. Non lo avrebbe potuto sopportare.�Buongiorno, signor Ministro� disse imbarazzato, mantenendoun tono formale. �Harry per favore, ti ho già detto che quandoti rivolgi a me devi chiamarmi Kingsley� rispose, pacato comesempre.

�Ma io. . . cioè tu, non sei arrabbiato? M-mi dispiace. . .midispiace veramente. Io non dovevo. . . � farfugliò Harry cercandodi spiegare il rimorso che sentiva dentro e che lo tormentava.

�Ehi, ehi, Harry! Calmati e prendi �ato!� disse Kingsley�Certo, ciò che è accaduto è molto grave. Dicendomi di aver

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nascosto la Bacchetta di Sambuco quando in realtà l'avevi conte, mi hai mentito. Hai messo la tua scuola e la preside in unaposizione molto scomoda. Ma credo tu abbia capito l'errore,quindi non serve che tu dica nulla. So bene che ti sei reso contodella gravità delle tue azioni e che ti impegnerai per rimediare;credi che ti darei un'altra possibilità, se non ne fossi convinto?E poi, Harry, mi rendo conto della complicata situazione in cuiti trovi. Lo so che è un grosso peso, ma devi imparare a sop-portarlo. Devi imparare a ri�ettere sulle conseguenze delle tuescelte, perché da queste non dipende solo la tua vita ma anchequella degli altri�.

Mentre procedevano verso un corridoio, Harry sentì nasceredentro di sé una nuova determinazione: ora che sapeva di averela �ducia di Kingsley, avrebbe fatto di tutto per dimostrarglidi avere le capacità per diventare un Auror. Finalmente si fer-marono davanti ad uno specchio che funzionava come tutte lealtre nuove porte introdotte dagli americani. Kingsley si voltòverso di lui e gli disse: �Anche se io preferisco ancora le portedi legno massiccio, questi specchi sono molto comodi. Riesconoa rilevare se una persona è autorizzata ad entrare o meno in unluogo�. Mentre parlava il vetro svanì.

�Funzionano come gli Avversaspecchi, rilevano la presenzadi intrusi?� chiese Harry.

�L'idea di base è quella, però gli americani hanno apportatopesanti modi�che . . . � spiegò entrando. Nella stanza in cui sitrovava adesso c'era solo un altro specchio. L'unica decorazionepresente era il quadro di una vecchia strega addormentata.

All'interno c'era qualcuno ad aspettarli. �Harry ti presen-to Dawlish, anche se credo vi siate già conosciuti. Sarà lui a

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metterti alla prova�. disse Kingsley.

�È un piacere rivederla, signore� rispose Harry, rivolgendosia Dawlish.

�Harry, non c'è bisogno che mi chiami signore, soprattuttoora che lavoriamo insieme. Chiamami pure Daw!�.

�Bene,� disse Kingsley col suo vocione, �è tempo che tornialle noiose faccende burocratiche da Ministro. Ti lascio in buonemani, Harry�. E, dopo averlo salutato, uscì dalla stanza. Harrytornò ad osservare l'Auror: era piuttosto alto, magro e con gliocchi azzurri, che si intonavano alla perfezione con la sua vesteceleste. L'unica nota stonata nella sua �gura composta erano icapelli castano scuri che, arru�atissimi, gli ricordavano un po' isuoi.

�Harry, è ora di cominciare!� disse Dawlish. �Per metterealla prova le tue capacità ho escogitato un percorso ad ostacolimagici per valutare la tua forze e la tua iniziativa. In totale sonocinque livelli in altrettante stanze, separate da una porta. Peravere accesso alla stanza successiva, e quindi proseguire, dovraiaver superato l'ostacolo precedente. Ti avverto che una voltaentrato non potrai uscire a meno di evocare un incantesimo diaiuto; in quel caso interverrò io personalmente e interromperemola prova� spiegò. �Bene, se sei pronto avvicinati alla porta.Appena mi farai un cenno l'aprirò�.

Harry inspirò profondamente, chiuse gli occhi, poi li riaprìe con grande determinazione alzò di scatto la testa; la portasi spalancò ed entrò nella prima stanza. Questa era lunga edilluminata debolmente da candele sospese a mezz'aria vicino also�tto, l'atmosfera era tetra: un brivido percorse la sua schiena.

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In fondo alla stanza, di �anco alla porta di collegamento con lastanza successiva, vide un armadio.

Non capiva in cosa potesse consistere la prova,non sentivaalcun rumore dentro l'armadio e, in fondo, non sembrava pe-ricoloso. Si avvicinò circospetto, pronto a qualsiasi evenienzae, infatti, mentre lo stava osservando sentì scattare la serratu-ra.Fece un balzo indietro e tese la bacchetta appena in tempoper evitare un gruppo di Dissennatori che �uttuavano fuori dal-le ante aperte; alla loro vista raggelò, ma la solita sensazionedi nausea, che aveva avvertito per la prima volta al terzo anno,non lo assalì.

Rimase stupito e paralizzato: come mai la sua mente nonera invasa da ricordi infelici? Ma si riscosse dai suoi pensieriquando si rese conto che i Dissennatori si erano moltiplicati avista d'occhio: ora occupavano quasi tutta la sala. Harry sapevaesattamente cosa fare: pensare a Ginny, la persona che più lorendeva felice. �Expecto Patronum!�.

Un cervo, più luminoso di quanto Harry avrebbe mai pensatodi poter evocare, prese vita dalla sua bacchetta ed in un turbiniodi luce si scagliò contro i Dissennatori. Il suo bagliore era cosìforte che lo costrinse a coprirsi gli occhi. Quando la luce sia�evolì, Harry fece in tempo a vedere il cervo che, a suon dicornate, rispediva gli ultimi dentro l'armadio. Quando questo sichiuse e il cervo fu sparito, Harry si sentì più leggero. Una delleprove era superata. Infatti proprio in quel momento lo specchiosvanì. Con passo deciso si diresse verso la porta della stanzasuccessiva.

Si fermò di colpo sulla soglia: strani rumori provenivano dal-l'interno. Deciso a completare tutte le prove, abbassò la mani-

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glia ed entrò. Una puzza nauseabonda lo investì. La riconobbesubito: era fetore di Mostro di Montagna come quello che avevasentito il primo anno nel bagno dove Hermione si era nasco-sta. Ma questa volta non era uno solo bensì tre, giganteschi, earmati di clave dall'aspetto particolarmente feroce. Harry eraancora bloccato all'ingresso: doveva escogitare una strategia.Pensò che forse sarebbe stato meglio a�rontarli uno alla volta:era impossibile stenderli tutti insieme!

L'occasione giusta si presentò quando uno di loro si accor-se di lui e si staccò dal gruppo. Harry lanciò un incantesimoMu�iato ai due rimanenti: ciò gli permetteva di combatterecon uno senza che gli altri si accorgessero di qualcosa. Provòa stendere il Mostro con uno Stupe�cium, ma questo rimbalzòsul suo corpo senza fargli un gra�o. Allora si ricordò come, sucerte creature magiche, alcuni incantesimi fossero vani. Cercòun diversivo: �Incarceramus!�. Dal nulla apparvero catene chesi strinsero attorno alle braccia e alle gambe della creatura ma,con un piccolo sforzo, questi le spezzò: come erano comparse,svanirono.

Iniziava a pensare di non riuscire a scon�ggerlo, quando lasoluzione gli balzò alla mente. �Wingardium Leviosa!� esclamòpuntando alla clava del nemico. Questa sfuggì dalle sue manie rimase sospesa sopra la sua testa proprio come avvenne set-te anni prima nel bagno delle ragazze. Poi, con un colpo dibacchetta, gliela sbatté in testa. Il Mostro, che era rimasto aguardarla inebetito, stramazzò al suolo con un grugnito e untonfo assordante.

Harry si girò per a�rontare gli altri due giusto in tempo perevitare la mazza del secondo bestione. Ma non fu abbastanza

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rapido da schivare il colpo che gli sferrò il terzo mostro: unadelle borchie a�ondò nel suo braccio aprendogli una profondaferita; un �otto di sangue uscì dal suo braccio.

Harry provò un dolore allucinante e si sentì svenire. Conmolta fatica, cercando di non perdere completamente i sensi,strisciò qualche metro in là dai due e rimase accucciato in unangolo nel tentativo di far passare la forte nausea. Poi capì e simaledisse per non aver prestato molta attenzione alle lezioni diCura delle Creature Magiche, i Mostri di Montagna, anche seerano stupidi, avevano un olfatto molto �ne: l'avevano �utato!

I due si avvicinavano a passi lenti. Per evitare altre ferite cheavrebbero potuto impedirgli di proseguire, decise di ricorrerealle Maledizioni Senza Perdono. Non sapeva come l'avrebbepresa Dawlish ma non poteva rischiare oltre. Puntò la bacchettacontro il più vicino e urlò �IMPERIO !�. Il Mostro si fermò: losguardo ancora più confuso di prima. Harry iniziò a sudarefreddo: se il suo piano non avesse funzionato, si sarebbe trovatoin una situazione molto pericolosa. Una sensazione di potere lopervase, la stessa che aveva provato nell'incantare Travers allaGringott.

Fece girare l'essere in modo che si trovasse faccia a faccia colsuo simile; questi si fermò, i due si �ssavano: lo avevano comple-tamente dimenticato. Harry non si spiegò come, ma nell'istantein cui ordinò al Mostro a�atturato di attaccare il suo complice,l'altro fece altrettanto. Gli parve di osservare una scena allospecchio, i due si colpirono e caddero simultaneamente.

Harry si riprese dallo stupore e cercò di alzarsi, ma le onda-te di nausea continuavano. Col braccio dolorante e la manicainzuppata di sangue si avviò al passaggio. Non ne poteva più

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di quel tanfo, così non si fermò nemmeno un attimo a pensarecosa potesse aspettarlo.

Entrò nella terza stanza, più piccola delle precedenti ma il-luminata allo stesso modo. Non sapeva cosa aspettarsi, ma nonavrebbe resistito ad un altro combattimento. Cercò di ignorareil dolore e di capire cosa fosse quella �gura che vedeva muoversial centro della stanza.

Poi comprese. Tornò indietro con la mente al Torneo Tre-maghi, all'interno del labirinto: la creatura che aveva davantiera una s�nge e si muoveva avanti ed indietro.

Allora si rese conto che non avrebbe dovuto sostenere alcunsforzo �sico : l'unico modo per poter proseguire era risponderecorrettamente all'indovinello . La s�nge si fermò, lo �ssò negliocchi ed iniziò a recitare con voce roca e tremante:

Se proseguir per la tua strada vorrai,rispondere correttamente dovrai.Attento all'indovinello che ti tocca,sol tre tentativi ha la tua bocca:Più ne hai, meglio stai,son preziosi assai.Se li perdessi non ti perdonerestiperché servon tutti,seppur in diverso modo manifesti.

Dovette farselo ripetere un'altra volta poi di getto rispose: �Sol-di!�. Ma si pentì subito: era troppo ovvia ed inverosimile. In-fatti era sbagliata.

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Risposta errata,ti restan sol due tentativiper darne una adeguata.

Si mise a girare per la stanza. Pensava, pensava, ma il dolo-re pulsante al braccio gli impediva di concentrarsi. Non sapevaquanto tempo fosse passato, quando ebbe un'ispirazione. Dicolpo gli parve ovvia e amara la risposta. �Horcrux� esclamò.Questi erano preziosi per chi li possedeva, in fondo vi era con-tenuta parte della propria anima e potevano essere di qualsiasitipo. Tutto combaciava. Per questo rimase paralizzato dalla ri-sposta negativa della s�nge. . . Non era possibile: aveva sbagliatodi nuovo!

Ma perché? pensò. Coincide tutto!Una sensazione di vuoto e di panico iniziò a di�ondersi in

lui, le �tte al braccio continuavano e lo rendevano nervoso. Nonsapeva cosa fare.

Se almeno ci fossero qui Ron ed Hermione, pensò.Sorrise immaginandosi come Ron sarebbe andato nel panico

e come invece Hermione avrebbe mantenuto la calma, ragionan-do logicamente. Non riusciva a capire come due persone cosìdiverse potessero amarsi. Diverse, ripeté fra sé. Gli sarebberoserviti entrambi, anche se diversi.

Finalmente aveva capito: la soluzione dell'indovinello era -amici! Horcrux non poteva essere quella giusta: Voldemort nonsi era accorto che i suoi preziosi pezzi di anima erano andatiperduti'.

Tutto ora era chiaro.Più rivolto a sé che alla s�nge ripeté ad alta voce: �Amici�.

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Quanto è vero l'indovinello! ri�etté. Ancora sognava lamorte di Cedric nel cimitero di Little Hangleton: non si era maiperdonato quanto era successo: sentiva che era colpa sua.

La s�nge si fece da parte e gli permise di accedere alla porta-specchio successiva, che poi scomparve.

Con un incantesimo cicatrizzante era riuscito ad arginare laperdita di sangue, ma era rimasto comunque indebolito. Nonpoteva rischiare di compromettere la prova per una sbadataggi-ne. La ferita pulsava sempre di più ma doveva andare avanti,perciò si fece forza e proseguì.

Harry temette il peggio: la quarta sala era completamentebuia e non si sentivano rumori. �Lumos!� disse, ed un �otto diluce illuminò tutta la stanza. Notò che era presente soltanto untavolo; gli si avvicinò e vi vide appoggiato un biglietto su cuiera scritto:

Recupera la chiave per passare oltre.

Solo allora si accorse della chiave sospesa in aria. Dopo averlaosservata notò che si trattava di una semplice chiave arrugginitae dall'aria piuttosto antica. Pensò che non sarebbe stato di�-cile a�errarla, ma si sbagliava: tentò di appellarla ma questanon si mosse. Capì che avrebbe dovuto prenderla con le mani.Ma come? si domandò. Era sospesa ad almeno quindici metridi altezza, come avrebbe fatto ad arrivare lassù? Tras�gura-re il tavolo in un manico di scopa era da escludere; forse solocon la Bacchetta di Sambuco avrebbe potuto ottenere un buonrisultato.

Nonostante il forte dolore al braccio, Harry si sforzò di ragio-

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nare e, ri�ettendo, misurò a grandi passi la sala. La luce dellabacchetta illuminava l'impolverato pavimento di pietra. Harryraggiunse il tavolo e vi si appoggiò.

La mano del braccio sano stringeva con forza il duro legno,cercando di attenuare il fastidioso dolore dell'altro braccio. De-cisamente non sono nelle condizioni di volare pensò. Salì sultavolo con un piccolo sforzo e cominciò a ragionare.

Allungò la mano illuminando la chiave, poi il pavimento; laluce della sua bacchetta passava rapidamente dai suoi piedi allachiave. Era decisamente troppo in alto, ma doveva trovare ilmodo di raggiungerla. Poi la soluzione gli balenò nella testa.

�Geminio� esclamò quasi entusiasta per la sua trovata. Ac-canto al tavolo su cui era salito ne apparì un altro, uguale.

�Geminio� continuò a voce più alta. Ripeté l'incantesimopiù volte e cominciò a disporre i tavoli uno sopra l'altro, in mododa formare una piramide, che poi, non senza dolore e stenti, risalì�no ad avere davanti agli occhi la chiave.

Allora si accorse che la ruggine della chiave era avvolta da unalone azzurrino. L'a�errò con decisione, ed eccitato si apprestòa scendere dalla piramide. Lo fece lentamente, e quando posòi piedi a terra, la sua espressione soddisfatta si trasformò: lachiave era sparita dalla sua mano ed era tornata in cima allapiramide. Contrariato, Harry risalì tutta la pila.

Riprendendola in mano, notò che si rimpiccioliva �no a spa-rire per poi materializzarsi dove era stata tolta. �Engorgio!�quasi urlò, tenendola in mano. Il braccio ferito gli tremava,ma con convinzione ripeté l'incantesimo, �no a stringere tra lebraccia una chiave che avrebbe aperto la porta di un gigante.Durante il tragitto verso l'uscita dovette continuamente ripete-

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re l'incantesimo di ingrandimento. Finalmente riuscì a inserirlanella toppa, la serratura scattò da sola e si aprì.

Ormai era a un passo dalla conclusione, gli rimaneva solol'ultima prova. Nella stanza successiva si trovò di fronte soloun piccolo piedistallo di pietra; con grande so�erenza, appog-giandosi al muro e gemendo per il dolore, ma determinato adarrivare �no in fondo alla prova, vi si avvicinò. Su di esso c'eraun altro biglietto. Harry lo a�errò un attimo prima di accasciar-si a terra, con la vista che gli si annebbiava e, dopo un respiroprofondo, riuscì a leggerlo:

L'ultima prova consiste in uno scontro a duello. Procedi pu-re nella stanza successiva.

Come avrebbe fatto a combattere se non riusciva nemmeno areggersi in piedi? Con molta fatica si rialzò, si trascinò versol'ultima porta e si trovò davanti il Ministro in persona e Daw-lish. Entrambi si apprestarono a sorreggerlo senza nasconderela soddisfazione per il fatto che fosse arrivato �n lì: �Sono pia-cevolmente colpito dal fatto che tu sia riuscito a terminare laprova; nessuno - noi due compresi - l'ha più completata tan-to rapidamente da molto tempo. Penso che gli ultimi a farcelasiano stati due Auror più di vent'anni fa. . . �.

�Ma prima, lascia che ti curi quella ferita, non puoi a�ron-tare un duello in queste condizioni!� disse il Ministro. Con uncolpo di bacchetta la ferita scomparve insieme a gran parte deldolore che lo aveva torturato; Harry si sentì molto più leggero,gli sembrò che l'incantesimo lo avesse addirittura rinvigorito: sisentiva fortissimo e pronto all'azione.

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Oltre la porta, si trovò davanti una sala molto spaziosa, chegli ricordava un po' la Stanza delle Necessità quando, tre an-ni prima, l'avevano usata come quartier generale dell'ES. Eradotata di tutto il necessario per allenarsi a combattere, ma sivedeva che era destinata all'uso di Auror professionisti e non diragazzini ribelli.

�La quinta prova consisterà nell'a�rontare i membri del cor-po Auror. È ora che tu venga presentato al resto della squadra,sono nella sala accanto, seguimi!�. Detto questo, si avvicinò allospecchio ma non successe nulla.

�Maledetti aggeggi americani!� sbottò Dawlish che, supe-rando il Ministro, tirò un pugno allo specchio che vibrò e poiscomparve. �Non ne possiamo più di queste invenzioni . . . �.

�Ecco, Harry, te li presento: Christopher Gri�ths, AdolphGray, Dorian Wilkinson, Cassandra e Amanda Gray. Questisono gli Auror che sorvegliano a turno i con�ni di Hogwarts equindi, lavorerai a stretto contatto con loro� disse il Ministroindicandoglieli.

�Piacere di conoscervi!� sorrise nervosamente Harry, strin-gendo loro la mano a turno.

�È un piacere anche per noi signor Potter� si sentì rispondereda qualcuno.

�Chiamatemi pure Harry� rispose, imbarazzato.�C'è un altro membro della squadra che al momento non è

presente, si chiama Augustus Merlin ed è assegnato al pattu-gliamento di Hogsmeade�.

�Più che le strade, Merlin pattuglia tutti i pub!� intervenneWilkinson, sollevando una risata generale.

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�Ragazzi!� disse in tono di ammonimento Kingsley �Ve l'hogià detto, ma è meglio che lo ripeta: Merlin è stato ed è tut-t'oggi uno dei migliori Auror del Dipartimento. Durante la suacarriera ne ha passate tante e l'unica soluzione che ha trovatoper dimenticare è stato l'alcool�.

Mentre il Ministro parlava, il ragazzo scrutava i suoi �col-leghi� - gli suonava strano chiamarli così - uno ad uno: non liaveva mai visti, se non in qualche fotogra�a. Gri�ths era unuomo alto, muscoloso e pieno di cicatrici; Adolph Gray e la so-rella Amanda erano due individui molto curiosi, bassi e tarchia-ti, con uno sguardo penetrante e un'aria attenta e intelligente;Wilkinson era un tipo smilzo e gli occhiali che portava sul nasolo rendevano alquanto bu�o. In�ne Dawlish gli presentò Cas-sandra Marshall, che non poteva avere più di venticinque anni,facendogli notare che era un'animagus provetta: si trasforma-va in falco e questo le permetteva di svolgere ricognizioni aereenelle missioni più di�cili e impegnative.

Tutti indossavano una divisa scarlatta con alti stivali di cuoionero. Harry non sapeva cosa pensare, tutti quei maghi gli met-tevano una certa soggezione, erano molto più esperti di lui. Ese non fosse stato in grado di resistere più di qualche secondo alduello? Se non avesse messo a segno alcun incantesimo? Avreb-be fatto di certo una �guraccia, deludendo le loro aspettativesulle sue �grandiose capacità.

Gri�ths avanzò verso di lui, mentre tutti gli altri si fecero daparte. Il duello iniziò: Harry schivò per un so�o un incantesimodisarmante dell'Auror e scagliò due schiantesimi di seguito cheGri�ths scansò senza di�coltà. Prima che Harry potesse pen-sare ad un altro incantesimo, dalla bacchetta del suo avversario

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scaturirono una decina di �otti di luce blu elettrico che si intrec-ciarono fra loro in un complicato disegno per poi raggiungere, inun istante, il petto di Harry. Il ragazzo non vide e non sentì piùnulla. Provò ad aprire gli occhi, a muovere qualche muscolo, manon ci riuscì. Non riusciva a spiegarsi cosa stava succedendo.

Poi si ritrovò nuovamente nella stanza rotonda con gli Auror,disteso a terra. Si sentiva stanco come se avesse camminatoininterrottamente per ore, senza mangiare, bere o dormire. Eraesausto, stava per perdere i sensi. Raccogliendo tutta la forzache aveva, mormorò: �Cos-cos'era quello?�.

�Era un incanto Fatigatus!� rispose Adolph Gray. �È unincantesimo che colpisce la mente della vittima, che crede ditrovarsi sospesa nel vuoto e annulla tutti i cinque sensi. Questafase dell'incantesimo dura qualche minuto, dopodiché la mentedella vittima si libera e colui che ha subito il Fatigatus torna,per così dire, alla realtà. Ma attenzione, �nché l'autore dell'in-cantesimo non decide di fermarsi il suo avversario rimane inerte,esausto. Nessuno riesce ad alzarsi� e, detto questo, liberò Harry.

�Potete insegnarmelo?� chiese il ragazzo un po' frastornatodall'incanto.

�Be', non era in programma ma penso che potremmo fareun'eccezione� disse Amanda Gray guardando Dawlish.

L'Auror aveva l'aria dubbiosa ma, alla �ne, acconsentì. Wil-kinson spiegò ad Harry il movimento da fare con la bacchetta eil ragazzo lo ascoltò attentamente. Al primo tentativo, i �ottiblu non riuscirono a percorrere più di qualche metro, ma poimigliorò velocemente; solo dopo una dozzina di tentativi riuscìa tramortire Gri�ths seppur solo per qualche secondo.

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�L'incantesimo non era abbastanza potente, devi concentrar-ti un po' di più!� spiegò Dawlish.

Alla �ne dell'allenamento riuscì ad usare il Fatigatus su Cas-sandra e a vincere il duello. �Bravo Harry, complimenti! Pensache una volta, con questo incantesimo, mi sono colpito da solo!�esclamò ridendo Wilkinson e anche Harry si abbandonò ad unarisata spensierata.

�Per concludere� disse Dawlish, �un paio di suggerimen-ti riguardo alle prove che hai eseguito: nella prima prova haia�rontato i Lethifold in maniera egregia, il tuo Patronum eraperfetto�.

�Cosa sono i Lethifold? Pensavo fossero Dissennatori� chiesesorpreso Harry.

�No Harry, non sono Dissennatori. Non ce ne sono più inInghilterra. I pochi che sono sopravvissuti alla battaglia di Hog-warts si sono dileguati, anche se non sappiamo dove si trovinotutt'ora. Comunque, ritengo che non ci daranno più fastidio.

�I Lethifold, in e�etti, ricordano molto i Dissennatori, masi nutrono di prede di ogni tipo, anche umane. Fortunatamenteper te, hanno un altro punto in comune con i Dissennatori: pos-sono essere respinti solo con l'Incanto Patronum. Il Ministeroli ritiene più pericolosi dei Dissennatori. Per quanto riguarda iMostri, la tua idea è stata ingegnosa ma rischiosa, contro crea-ture così pigre è su�ciente un incantesimo dormiente. Nellaquarta prova hai lavorato tanto per nulla, potevi semplicementefar levitare il tavolo, sarebbe stato più semplice, no?�.

Harry si sentì uno stupido, perché non ci aveva pensato?.�Bene, per oggi è tutto. Continuerai il tuo addestramento

a scuola e, se ce ne sarà bisogno, seguirai altre lezioni qui al

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Ministero�.Harry annuì ma, avendo ancora qualche ora libera prima

di dover tornare ad Hogwarts, decise di fare una passeggiata aDiagon Alley.

Come aveva già notato durante le visite precedenti, il quar-tiere aveva riacquistato i fasti di un tempo: le vetrine risplende-vano alla luce del sole e per le strade si aggirava un gran numerodi maghi, intenti a sbrigar le proprie faccende.

Harry si recò immediatamente da Accessori di Prima Qualitàper il Quidditch poichè aveva bisogno di una scopa nuova: la suaera andata distrutta l'anno precedente.

All'uscita del negozio si ritrovò con le tasche decisamentealleggerite, ma con un ordine di acquisto di una Firebolt Mil-lennium, ultima uscita sul mercato e ottima per i cercatori grazieall'ottimo compromesso tra maneggevolezza e accelerazione.

Soddisfatto della propria scelta, Harry si avviò verso unazona di Diagon Alley che non aveva mai esplorato: lì avevaun appuntamento con una sua vecchia amica, alla quale avevachiesto un grosso favore.

Dopo circa due ore, Harry salutò l'amica e si diresse al Mini-stero per tornare ad Hogwarts. All'U�cio Auror, Harry salutòDawlish ed entrò nel camino.

�Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, U�cio dellaPreside� esclamò e si sentì risucchiare all'interno del camino.Rientrato, vorticando, nell'u�cio della Preside, Harry si diresseverso la Torre di Grifondoro, ripensando all'esercitazione; nonpoteva dire che le esperienze di quel giorno fossero nuove per lui,ma una cosa diversa c'era: non aveva agito per salvarsi la vita, oper cambiare il mondo, ma per una sua scelta. Era il suo lavoro,

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quello che aveva sempre desiderato! Quella giornata era statadavvero piacevole, nonostante tutto ciò che era accaduto, e sisentiva soddisfatto di sé. Si massaggiò il braccio nel punto dellaferita: Kingsley l'aveva rimarginata, ma faceva ancora male.

Raggiunse la Signora Grassa e, dopo aver litigato per la paro-la d'ordine cambiata proprio quel giorno, entrò nella Sala Comu-ne assieme ad uno studente del secondo anno di passaggio. Or-mai quasi tutti erano scesi a cena, ma la stanza non era deserta:Ginny era lì; Harry se lo aspettava.

Non appena lo vide, Ginny scattò in piedi. Aveva l'espres-sione tirata, le mani che tormentavano insistentemente la veste.Harry osò accennare un sorriso come a tranquillizzarla, ma nonraggiunse l'e�etto desiderato; tutt'altro. Ginny coprì la brevedistanza che li separava e si fermò davanti a lui senza mai di-stogliere lo sguardo da quello del ragazzo. Harry fu costretto aritirare il mezzo sorriso.

Senza preavviso Ginny levò la mano mollandogli un ce�oneben assestato. �Sei un cretino! Dovevi dirmelo�. Poi respiròprofondamente e lo strinse in un abbraccio. �Per fortuna seitutto intero!�.

Harry alzò il bracciò ferito per stringerla a sé e il dolore siacuì. �Non proprio� disse con una smor�a in volto. Mollò lapresa da Ginny e tenne l'altra mano sulla ferita. Poi, veden-do che Ginny aveva ripreso un'espressione severa, si a�rettò adaggiungere: �Niente di grave, il Ministro ha già chiuso la ferita�.

�Ferita? Come niente di grave? Dovresti andare da MadamaChips, per sicurezza . . . �.

�Te l'ho detto, ci ha pensato Kingsley; per domattina saròcome nuovo!�.

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�Va bene,� disse per nulla rassicurata, �ora scendiamo, haibisogno di mangiare e poi mi racconti tutto per �lo e per segno,intesi?�.

Harry sorrise: anche se Ginny aveva il tono da arrabbiata,capiva benissimo che si era tranquillizzata.

Quando arrivarono in Sala Grande rimasero senza parole, eradavvero bellissima: illuminata dalle candele, il so�tto stellato,limpido e senza nuvole. Anche il cielo si era rasserenato daquella mattina, così com'era capitato a lui. Harry pregustavagià una bella chiacchierata con i suoi migliori amici, sprofondatinelle loro poltrone preferite davanti al fuoco scoppiettante delcamino della Sala Comune.

�Aaaaaahhhhhh!� un urlo si alzò dal tavolo di Corvone-ro. Ci fu un improvviso silenzio e tutti si guardarono intornopreoccupati.

�Non lo schiacciare!� strillò un ragazza con voce isterica.Harry si voltò e vide Lip Styk che saltellava vicino alla sua sediae con le braccia teneva tutti lontani.

Mormorii nervosi serpeggiarono tra gli altri studenti.�Che succede qui?� chiese Hermione avvicinandosi; Lip la

guardò sconvolta e le indicò un piccolo scarafaggio sotto il tavolo.Hermione rimase un attimo sconcertata, poi un leggero sorri-

so le increspò le labbra e tranquillizzò la biondissima Corvoneroindicandole Jatturius seduto al tavolo dei professori impegnatoin una �ttaconversazione con Lumacorno.

La ragazza si accasciò sulla sedia arrossendo violentemente,poi con un gesto di rabbia spiaccicò lo scarafaggio.

Molti ragazzi ridacchiavano mentre altri bisbigliavano tra lo-ro chiedendosi se Lip fosse improvvisamente impazzita. Renden-

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dosi conto che soltanto gli studenti del settimo anno potevanocapire il comportamento della ragazza, Hermione raccontò co-sa era accaduto durante la prima lezione di tras�gurazioni delprofessor Jatturius.

Finita la cena, dopo che Ron ebbe divorato la sua quintafetta di torta marmorina e che Harry ebbe mangiato così tantobudino da sentirsi un po' molle anche lui, Hermione e Ginnyproposero di salire e i due ragazzi, satolli e un po' assonnati,accettarono di buon grado.

Superarono il ritratto della Signora grassa e presero postosulle poltrone. Harry salì a prendere Snitch: lo aveva un po'trascurato e voleva rimediare. Quando lui �nalmente si stravac-cò sulla poltrona, la piccola pu�ola dorata gli si accoccolò suuna spalla.

Ron tese un dito verso Harry e gli tastò la guancia. �Ron,si può sapere che diavolo stai facendo?� gli chiese sorpreso daquel singolare comportamento. �Vedi Harry . . . � cominciò Ronsghignazzando �stavo ehmdire? Stavo controllando la tua con-sistenza!�. Harry lo guardò di sbieco.

�Signor Potter!� disse quindi in un �nto tono serio e pom-poso, vagamente somigliante a Percy. �Sono lieto di informarlache lei non è diventato un budino. E contro ogni previsione,dato che ne ha divorato da solo uno intero alla fragola!�.

Harry rise di gusto, poi pian piano si fece serio. �Bene, pensoche vogliate sapere com'è andata oggi?�.

�No, Harry� disse Hermione, �penso che abbiamo cose piùimportanti di cui parlare�. La ragazza era molto seria, Harryaveva notato che era stata strana tutta la sera, ma i continui

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mutamenti del rapporto tra lei e Ron rendevano di�cile capirlaultimamente.

�Di che si tratta?� chiese Harry, sorpreso dal tono dell'amica.

�Riguarda quello che è successo la notte di sabato. . . ci hopensato molto, ho fatto delle ricerche e letto un paio di cosette�.

�Sì, Harry, un paio di cosette. . . ha messo sotto sopra mezzabiblioteca!� puntualizzò Ron.

�Cos'hai scoperto?� domandò Harry curioso.

�Nulla, purtroppo nulla. Ci ho ri�ettuto molto ma non sonoancora riuscita a capire come sia potuto accadere. Ho rilettoStoria di Hogwarts almeno tre volte senza trovare nessun casoanalogo: mai la scuola era stata violata così facilmente�.

Il silenzio calò tra i quattro: le parole di Hermione avevanoscosso il gruppo.

�Quello doveva essere un mago davvero potente . . . � disseHarry per spezzare il silenzio.

�Le difese di Hogwarts non sono cosa da nulla. Si tratta diuna magia antica quanto la scuola stessa, impregnata nelle suemura; per riuscire a violare il con�ne, è necessaria una magiaancora più grande!�.

Harry non aveva nemmeno avuto il tempo di pensare a questiparticolari, non aveva considerato le implicazioni dell'intrusio-ne. Anche dopo la morte di Silente aveva ritenuto il castelloinespugnabile, ma alla luce degli ultimi avvenimenti doveva am-mettere che si sbagliava. Il suo errore aveva messo in pericolotutti gli studenti, i suoi professori e gli amici. In qualche modoavrebbe dovuto rimediare a quanto successo.

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�Com'è strana la vita,� ri�etté Ron, �questo chissà che fa-ticaccia ha fatto per entrare ad Hogwarts, e io invece non riescoad uscirne!�.

�Ron!� lo richiamò Ginny. �Lo sai che se volessi ti bastereb-be aprire il cancello e andartene, poi però dovresti trovare unposto ancora più sicuro per sfuggire alla mamma!�.

Una smor�a di sacro terrore si dipinse sul volto di Ron: laprospettiva era tutt'altro che allettante.

Harry scattò in piedi. �Ma certo Hermione! Come abbiamofatto a non pensarci!�.

Gli altri lo guardarono in attesa di spiegazioni. �Hai sco-perto come sono stati infranti gli incantesimi di difesa?� chieseincredula Ginny.

�Secondo me nessun incanto è stato rimosso� rispose fred-damente Harry. �Hogwarts è, e sarà sempre, impenetrabile; madall'esterno!�.

Hermione fu la prima a capire: �Harry! Ti rendi contodi quello che stai insinuando? Vorresti dire che qualcuno l'haaiutato ad entrare?�.

Harry allargò le braccia lasciando intendere che non c'eranoaltre possibili spiegazioni.

�Non ci posso credere . . . � disse Ginny.�Ma tutto quadrerebbe� intervenne Hermione elaborando

la scoperta. �Come ho fatto a non pensarci prima? Sabatosera con la storia di Minami eravamo tutti intenti a �ssare ilcielo. . . scommetto che anche gli Auror erano un po' distratti,chiunque avrebbe potuto appro�ttarne per introdurre qualcunodi nascosto. Dopotutto noi stessi abbiamo sperimentato almenoun paio di modi per farlo; con un aiuto interno tutta questa

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situazione si spiegherebbe! E poi considerate anche la sicurezzacon cui ha agito l'intruso, nonostante ci fossero in giro pattu-glie di Auror si è spinto �no al gargoyle senza che loro se neaccorgessero�.

�Io non ci capisco più nulla� disse Ron, grattandosi la testa.�Che cosa è venuto a fare?� domandò Harry. �Cosa cerca-

va? E poi, se c'è una spia dentro la scuola, a cosa gli servivaentrare?�.

�Già . . . � sospirò Ron. �Ed ora cosa si fa?�.�Be', sapere che c'è una spia ad Hogwarts, è già un passo

avanti; ma il problema è trovarla tra centinaia di studenti . . . �rispose Hermione �ssando il fuoco con fare pensieroso. �Escludigià i professori? Ricordati cosa ci è capitato con Raptor e CrouchJr.� disse Ron.

�Non hai tutti i torti� s'intromise Ginny, �però bisogna tro-vare un modo per riuscire a dare una controllata agli studentisenza dare troppo nell'occhio�.

�Be', basterebbe mettere uno specchio come quello che ave-va Malocchio, nascosto all'ingresso della Sala Grande, così davedere quando passa qualcuno cosa succede . . . � disse Ron.

�Non funzionerebbe mai! Il nostro nemico potrebbe capireperché c'è un Avversaspecchio vicino alla porta. . . e magari po-trebbe aggirarlo con la magia!� sbottò Hermione. �E poi dovepensi di trovarlo?�.

�In ogni caso non possiamo contare solo sulle nostre forze�intervenne Harry.

�Hai ragione, dovremmo essere di più, e io ho una mezzaidea di come fare� suggerì Hermione. �Poi mi farò venire un'i-

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dea migliore, ma per il momento la cosa migliore è riconvocarel'ES!�.

L'Esercitò di Silente! Harry non ci aveva pensato: era sicuroche se avesse chiesto aiuto nessuno si sarebbe tirato indietro.Ma nutriva alcune perplessità. �Non lo so Hermione, non me lasento di coinvolgere tutti in questa faccenda, il pericolo è troppogrande. . . e se succede qualcosa ad uno di loro?�.

�Ma non ho in mente nulla di pericoloso, solo di vigilare, con-trollare comportamenti sospetti. . . una ventina di sguardi sonosempre meglio che quattro! Non ti pare?�.

Harry dovette ammettere che in fondo l'amica aveva ragio-ne: non c'era alcun bisogno di nominare la Bacchetta di Sambu-co; sarebbe stato su�ciente dire che un intruso stava cercandoqualcosa a Hogwarts.

�Va bene. Speriamo che i Galeoni funzionino ancora, ci pensitu a mandare i messaggi?�.

Detto questo, Harry prese in grembo Snitch e iniziò a giocarcicon la mano facendolo rotolare da una parte all'altra, poi preseuna caramella che qualche studente distratto aveva dimenticatosul tavolino e la scartò.

Hermione seguì la scena disgustata: �Siete tutti uguali. . . bastache una cosa sia commestibile che ve la �ccate subito in bocca!�.

Harry, ignorando il rimprovero dell'amica, mise la caramellain bocca. All'improvviso provò una sensazione terribile, comese qualcosa gli fosse esploso in testa. Si portò le mani alla gola esentì Ron gridare allarmato: �Oddio Harry! Ti sta succedendodi nuovo!? Ancora una visione?�.

Harry stava provando un senso di so�ocamento, non riuscivaa respirare. Una sensazione di impotenza lo pervase, non toccava

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più terra, era così leggero che gli pareva di galleggiare in aria.Poi non capì più nulla, tutto si fece nero. . .

Aprì gli occhi e vide il volto di Ginny a due centimetri dalsuo. �Harry, Harry! Come ti senti?� stava dicendo la ragazza,tenendolo per la maglia. Ron e Hermione erano subito dietro dilei e lo �ssavano con aria preoccupata.

Harry, ancora scosso, si rese conto di trovarsi disteso sultappeto vicino al camino. Si alzò lentamente, barcollando; Ronlo prese di peso e lo trascinò verso le poltrone.

Si sentiva la bocca impastata da una sostanza inde�nita: silevò un brandello dai denti e lo esaminò. �Ceh cafa gnalo?�tentò di parlare.

�Una Bubblemuu� disse Hermione. �Spero che ora ci pen-serai due volte prima di �ccarti qualcosa in bocca�.

Harry sbatté gli occhi ancora stralunato.�Adesso capisci cos'ho provato quest'estate? Non è tanto

divertente, vero?� chiese Ron.Il ragazzo scosse il capo sorridendo.Hermione, invece, era rimasta seria. �Ron, cosa intendevi

prima conUna visione? Di nuovo?� chiese stupita, senza peròricevere alcuna risposta.

Harry non riusciva a parlare, ancora evidentemente scossodall'accaduto; così Ginny prese la parola ed iniziò a raccontarequello che sapeva: la visione e i fatti successi a Diagon Alley.

Harry e Ron erano in evidente imbarazzo, entrambi eranopreoccupati per la reazione di Hermione: temevano che si sa-rebbe arrabbiata moltissimo per esser stata tenuta all'oscuro ditutto.

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Invece la ragazza reagì in maniera completamente diversa,parlò con voce quasi spezzata: �Scusatemi, scusatemi tutti! Voistavate passando tutto questo mentre io . . . �.

Ron le si avvicinò e la strinse a sé. Harry la rincuorò strin-gendole dolcemente la mano, poi prese coraggio e proseguì dadove Ginny si era fermata: era l'occasione adatta per raccontaretutto quello che era successo nei mesi precedenti, �nalmente.

�Questo non è tutto, Hermione: come ti ho detto stamattina,ci sono molte cose che ti sei. . . ehm. . . persa, quest'estate�.

Per mezz'ora Harry raccontò all'amica tutto ciò che era ca-pitato, cercando di non tralasciare il minimo dettaglio: era es-senziale che fossero messi al corrente di tutto. Spiegò cosa eraaccaduto sull'Espresso per Hogwarts: aveva visto il treno cade-re nel burrone, come un'anticipazione dell'incidente. Poi si eraritrovato in una stanza buia dove c'era un vecchio che leggevaun libro dall'aspetto molto antico, pieno di simboli strani.

�Come strani? Che libro era? Come era fatto?� chiese Her-mione saltando sulla poltrona. Harry le fece cenno di tacere econtinuò a raccontare, non tralasciando i dettagli, come nell'ul-tima visione aveva visto l'intruso che subito dopo era riuscitoad intrufolarsi nel castello.

�Tutto questo non ha senso!� continuò testarda Hermione.La ragazza, frustrata, si mise a misurare a grandi passi la sala.Harry e Ron si scambiarono uno sguardo signi�cativo.

�Dobbiamo risalire alla fonte delle tue visioni. . . non capisco,ormai il collegamento che avevi con Voldemort è chiuso� disseHermione sconsolata. �C'è qualcosa che non mi quadra nel tuoracconto, o meglio, qualcosa che mi sfugge!�.

�Di cosa parli?�.

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�Non lo so. Sono sicura che c'è un collegamento! È qui nellamia testa. . .ma non riesco a coglierlo del tutto!�.

Ron, che ormai poteva permettersi di scherzare normalmen-te, fece roteare l'indice intorno alla tempia, facendo capire chenon seguiva del tutto i ragionamenti della ragazza.

Harry guardò la scena sollevato: quella sera non avrebbe-ro scoperto l'identità dell'intruso, né l'origine delle sue stranevisioni, ma �nalmente aveva raccontato tutto ad Hermione, edera tornata la normalità nel gruppo. Tutto sarebbe stato piùsemplice.

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Capitolo 14

L'ARTICOLO CHE

BRUCIA

�Harry, Harry svegliati!� la voce di Ron gli giungeva da un luogomolto lontano, troppo debole perché riuscisse a sentirla nel suostato di dormiveglia.

�Alzati!�. Perché continuava a chiamarlo? Stava ancorasognando.

BANG.Harry venne sollevato dal letto e poi cadde a terra, aggro-

vigliato nelle tende del baldacchino. Si rialzò, districandosi afatica e inforcando gli occhiali, per poi ributtarsi sul letto, mu-gugnando ancora mezzo addormentato mentre i suoi compagnidi stanza ridevano di lui.

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�Scusa� ridacchiò Ron. �Ho dovuto farlo� continuò mo-strando la bacchetta che ancora teneva in mano, �oggi ci sonole selezioni, ricordi?�.

Imprecando a mezza voce, Harry si precipitò a prendere ladivisa dal baule.

Si vestì in tutta fretta, in�lando più volte la veste nel versosbagliato. Quando fu pronto, si catapultò giù dalle scale conRon alle calcagna.

�Allora Ron� iniziò a spiegare tutto trafelato, �tu radunitutti quelli che vogliono partecipare, poi mi raggiungi giù alcampo. Io intanto vado a preparare l'occorrente per le selezioni�.

Non avendo nemmeno il tempo di fare colazione, Harry su-però la sala grande con un po' di rimpianto per non essersi sve-gliato prima. Uscì dal portone di quercia e si incamminò versoil campo.

Si ritrovò immerso nel silenzio mattutino e respirò a pie-ni polmoni guardando il cielo terso di �ne settembre. Eranopassate tre settimane dall'intrusione del mago oscuro e dall'e-sercitazione al Ministero: venti giorni in cui tutto era andatoper il meglio. Ron e Hermione andavano d'amore e d'accordo,le lezioni procedevano senza grossi intoppi e, soprattutto,non siera presentato nessun pericolo mortale.

Appoggiò a terra la cassa di legno contenente le palle da giocoche aveva appena recuperato dallo stanzino di Madama Bumb esi guardò attorno controllando che tutto fosse in ordine. L'ariafresca gli solleticava la pelle e lo rendeva felice, ricordandoglitutti i bei momenti che aveva passato in quel luogo.

Ron e gli altri non si vedevano, così aveva ancora qualcheminuto per provare la nuova scopa: voleva veri�care se tutto ciò

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che aveva decantato il commesso del negozio fosse vero. Spiccò ilvolo puntando verso il cielo, come aveva fatto con la Firebolt cheaveva ricevuto in regalo da Sirius. Presto si rese conto che eraschizzato troppo in alto, come non era mai accaduto con le altrescope: se voleva essere sicuro di acchiappare il Boccino dovevaimparare a governare meglio la sua nuova Firebolt Millennium.

Stanco delle acrobazie, si concesse un giro attorno al campo.Aveva quasi percorso l'intero perimetro quando scorse un foltogruppo di Grifondoro, guidati da Ron, sopraggiungere al campoche ora luccicava, illuminato dai primi coraggiosi raggi solarispuntati da dietro i monti.

Vedendo quanti erano gli prese un colpo; adesso viene il bello!pensò.

Accelerò per raggiungerli e sferzando l'erba atterrò davantial gruppo.

Ron gli si avvicinò sorridendo. �Già qui? Ti sei svegliatopresto!� commentò ironico.

�Ma non vorranno mica fare tutti le selezioni?� gli chieseHarry preoccupato.

�No, tranquillo! Quelli equipaggiati per il volo sono sì e nouna ventina, gli altri sono solo venuti ad assistere. Ti ho vistovolare sulla nuova scopa: è una bomba!�. Harry annuì felice,sollevato che gran parte del gruppo si stesse sistemando suglispalti e solo in pochi entrassero in campo.

Si schiarì la voce. �Benvenuti a tutti� esordì. �Oggi decide-rò chi farà parte della squadra della nostra casa per quest'anno�.Fece una pausa. �Voglio che sia subito chiaro che questo nonè solo un gioco, è sopratutto un grosso impegno: chi entrerànella squadra dovrà faticare molto più degli altri, ci aspetteran-

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no estenuanti allenamenti e nessun insegnante vi giusti�cherà setrascurerete le lezioni. Se qualcuno non è disposto a sopportarequesti sacri�ci, può andarsene già adesso�.

Nessuno si mosse. Guardò negli occhi tutti i candidati: inmezzo a loro c'era la sua futura squadra.

�Bene, adesso ditemi per che ruolo vi siete . . . �. Harry sifermò, improvvisamente si era reso conto che, tra tutti i ragazziche aveva di fronte, mancava Ginny.

�Scusate . . . � continuò una volta ripresosi �ditemi in cheruolo intendete giocare così iniziamo�.

Avrebbe desiderato fermare tutto e correre a cercarla o, per-lomeno, tentare di guadagnare un po' di tempo. Ma non potevafare preferenze: per quanto doloroso fosse, in quell'occasionela sua ragazza era come tutti gli altri.La maggior parte in liz-za per i posti da Cacciatore, altri per quelli da Battitori e. . . eRon. Fortunatamente per l'amico non si era presentato nessunaltro Portiere: doveva essersene accorto perchè non sembravaper niente ansioso come al solito.

Divise i Cacciatori in due squadre e lo stesso fece con iBattitori.

�Userete una sola porta� spiegò, �e, al termine di ogni azio-ne, la Plu�a dovrà superare la metà campo prima che l'altrasquadra possa ripartire�.

Aprì il baule, prese la Plu�a e la lanciò in alto, subito iCacciatori iniziarono a scaldarsi con qualche passaggio di pro-va; poi liberò i bolidi che sfrecciarono contro i giocatori perdisarcionarli.

Si avvicinò a Ron che si stava dirigendo verso gli anelli.�Dov'è tua sorella?�.

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�E io che ne so?� rispose, �non la vedo da ieri sera!�.�Se non arriva subito, �nirà fuori squadra. . . non so cosa

fare!�.�Povero Harry, se Ginny non entrerà in squadra non vorrei

essere al tuo posto!�.L'amico aveva ragione, si sarebbe arrabbiata veramente! Ma

non era colpa sua, era lei ad essere in ritardo. Cosa aveva dafare di così importante?

�Sì, ma cosa ci posso fare io?� chiese retorico.�Potresti scappare, cambiare stato, nasconderti per l'eterni-

tà . . . � disse Ron divertito.�Ma cosa stai dicendo?�.�Rilassati� gli rispose dandogli una pacca sulla spalla, �ec-

cola che arriva, a quanto pare ti è andata bene!�.Ginny stava arrivando a passo spedito con Hermione, che

andò a sistemarsi sugli spalti..�Ginny, dove diavolo eri �nita?�.�Avevo da fare. . . perché cos'è successo?�.�Ancora niente. . .ma se fossi arrivata un momento dopo. . . saresti

�nita fuori squadra!�.�Ma sono qui, no?� disse prima di montare sulla scopa e

raggiungere gli altri in volo.Ron scrollò le spalle e seguì la sorella.Harry si sistemò vicino Hermione e diede il via.Cosa ha per la testa Ginny? pensò. Si sta comportando in

modo troppo strano.Tra i candidati Cacciatori, Harry conosceva, oltre Ginny, solo

Demelza Robins, che aveva fatto parte della squadra due anniprima.

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Ron era in forma e fece delle parate davvero eccezionali; an-che se non mancarono i punti segnati dagli aspiranti Cacciatori.Ginny, al solito, aveva dimostrato di avere una marcia in più,anzi, diventava sempre più brava. Anche Demelza continuava acavarsela bene. Il terzo Cacciatore scelto per entrare in squadrafu Ben Willar, un ragazzo con i capelli a spazzola del quartoanno, che si rivelò molto abile sia nel volo che nella mira. Inol-tre Harry invitò anche un altro ragazzo - del secondo anno - adallenarsi con loro, poiché, seppur molto inesperto, dimostravaun'ottima predisposizione.

Anche Jimmy Peakes, della vecchia squadra, fu riconfermato.In quei due anni era cresciuto parecchio mettendo su un �sicopossente. Era diventato un perfetto Battitore. L'altro giocatorescelto per quel ruolo - o meglio l'altra - fu Rosy Bladger, una ra-gazza del sesto anno, che, oltre ad avere un' insospettabile forza,era anche notevolmente carina. Decise però che forse sarebbestato più saggio non condividere con Ginny quest'impressione.

La formazione era al completo: Ron, portiere; Harry, cerca-tore; Jimmy e Rosy, Battitori; Ginny, Demelza e Ben, Caccia-tori. Harry era soddisfatto della nuova squadra, avevano ottimeprobabilità di far bene. Inoltre Ron e Ginny erano stati riconfer-mati per i loro meriti senza che nessuno potesse insinuare nientea proposito della loro amicizia.

�Bene� si rivolse alla squadra, �d'ora in poi rappresentere-mo tutti i Grifondoro: se avremo successo potremo fare felicel'intera casa, se falliremo dovremo assumerci le nostre respon-sabilità�.

Non trovando Ginny tra i ragazzi, guardò oltre e si accorseche stava già lasciando il campo e le corse dietro.

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�Complimenti, sei stata fantastica!� le disse appena la rag-giunse.

�Grazie� rispose lei senza smettere di camminare, �è statobello tornare a volare!�.

Harry le si parò davanti bloccandola. �Ehi, si può sapereperché hai tutta questa fretta?�.

�Hermione mi aspetta, dobbiamo fare una cosa. . . �.�Ma pensavo che avremmo potuto festeggiare!�.�Ora non posso, te l'ho detto. Più tardi forse. . . � poi cor-

se su per la collina, lasciando Harry inebetito: mai si sarebbeaspettato una reazione simile da parte della sua ragazza.

Fu costretto a tornare alla realtà da Ron, che attirò la suaattenzione toccandogli la spalla e indicando l'entrata del campo:col berretto calcato sui lunghi capelli biondi, Bryan Hyde eraentrato nello stadio.

�Ehi, Potter!� fece l'americano ormai poco distante da lui,�Quella che correva non era la tua ragazza? Avete litigato?�chiese cercando di farsi sentire da tutti i presenti. �Se vuoi cipenso io a tenerle compagnia� continuò, �ci so fare con le donne,con me sarà in ottime mani� e scoppiò in una risata di scherno.

Harry era furioso: Hyde lo aveva messo in ridicolo davantia metà dei Grifondoro, ma ciò che gli faceva più male erano lesue insinuazioni sul rapporto tra lui e Ginny.

�Razza di cane rabbioso! Io lo distruggo, lui e tutti i suoiamichetti americani insolenti, deve solo provare ad avvicinarsi alei!� sussurrò Ron tra i denti. Aveva i pugni serrati e le orecchierosso peperone: poteva esplodere da un momento all'altro.

Harry sentì crescere in lui l'imbarazzo e la rabbia, voleva can-cellare quella smor�a soddisfatta dalla faccia di Hyde. D'istinto

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portò la mano alla tasca della divisa cercando la bacchetta, masi fermò: era il Capitano, doveva dare il buon esempio agli altrigiocatori. Così si limitò a trattenere l'amico per un braccio, im-pedendogli di scagliarsi contro l'americano. Hyde, intanto, erarimasto lì, senza muoversi.

Ron, che si era liberato dalla presa di Harry, gli si paròdavanti: �Cosa vuoi ancora?�.

�Partecipare alle selezioni . . . � rispose un po' be�ardo.�Oh. . . non penso proprio, qui dobbiamo fare la squadra di

Grifondoro e non c'è posto per gli americani! Diglielo anche tuHarry . . . �.

�Ho gli stessi tuoi diritti Weasley!� rimbeccò.Harry non si sarebbe mai aspettato che avrebbe osato tanto:

presentarsi in ritardo e pretendere di entrare nella sua squadra,soprattutto dopo che lo aveva messo in ridicolo poco prima.Cosa aveva in mente?

Però aveva ragione, aveva lo stesso diritto di tutti gli altri diessere lì.

�Ron, lascia stare, ha ragione lui� lo zittì, poi si rivolse aBryan. �Solo che sei arrivato tardi, ormai ho già scelto Battitorie Cacciatori . . . �.

�Ho visto. . .ma io sono un Cercatore!�.Harry rimase un momento interdetto, ma si riprese subito.

�Bene� disse sotto lo sguardo sbalordito di Ron, �vediamo cosasai fare�.

Harry era il Capitano e avrebbe anche potuto liquidarlo velo-cemente: la squadra aveva già un Cercatore, lui. Ma non volevaperdere l'occasione di confrontarsi con Hyde: volare era ciò chegli riusciva meglio.

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�La cosa è semplice . . . � spiegò, �il primo che prende ilBoccino diventa il Cercatore della squadra!�.

�Ottimo� rispose Bryan.�Ron, quando siamo in aria, libera il Boccino d'Oro�.Il ragazzo lo guardò perplesso. �Harry, sei sicuro che . . . �.�Fai quello che ti ho detto, quando saremo lassù, libera il

Boccino�. Poi inforcò la scopa e spiccò il volo. L'americano nonaspettava altro e lo seguì subito.

Sentiva l'adrenalina scorrergli nelle vene e cercò di concen-trarsi per raggiungere la maggior velocità possibile: voleva im-pressionare Hyde. Sorrise di sé, quel giorno era proprio in forma,si sentiva imbattibile.

Puntò la scopa ancora più in alto raggiungendo una velocitàesagerata. Ma, in quel momento, scorse una sagoma alla suadestra: Hyde gli teneva testa! Gli fece un cenno con la mano efrenò di colpo; l'altro lo imitò ed insieme guardarono giù. Quelpiccolo puntino indistinto, che era Ron, ora stava agitando lamano, segnalando che il Boccino era libero.

Iniziò a scrutare il campo alla ricerca di uno scintillìo dorato.Si sentiva eccitato come in una partita vera; e in e�etti, per lui,quella era forse più di una partita vera, era la �sua� partita.

Bryan, senza preavviso, scattò in direzione degli anelli piùlontani. Harry esitò e partì al suo inseguimento solo qualcheistante dopo. Ma dov'era il Boccino? Cercava di individuarlosenza successo. . . non riusciva a vederlo.

L'americano volò �no agli anelli e poi si bloccò. Harry,che non se ne era accorto impegnato a setacciare il cielo, quasigli franò addosso. L'avversario esibì uno dei suoi soliti sorrisicanzonatori.

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Aveva blu�ato! Nemmeno lui aveva visto nulla.�Così in America ricorrete a questi trucchetti?� lo stuzzicò

Harry.�Non sono trucchetti. . . è strategia! Fa parte del gioc . . . �

si interruppe guardando qualcosa alle spalle del rivale, poi par-tì repentinamente travolgendolo. Harry quasi si capottò dallascopa e solo quando riprese il controllo capì che questa voltal'aveva visto davvero: Hyde stava volando dietro ad un pallinogiallo luminoso.

Harry scattò lanciandosi alle sue calcagna, era già la secon-da volta in pochi minuti che l'americano guidava il gioco. Benpresto si rese conto che la sua Firebolt Millennium gli dava undiscreto vantaggio: ogni secondo guadagnava qualche centime-tro. Ma quando stava quasi per a�ancarlo, Bryan lo guardòsorridendo e aumentò la velocità.

Ho fatto male a sottovalutarlo, constatò.Inaspettatamente il Boccino cambiò direzione salendo in al-

to e poi saettando verso Harry. Purtroppo non fu abbastan-za veloce da reagire e il pallino gli passò talmente rasente dascompigliarli i capelli; ma ora era lui ad essergli più vicino.

Compiendo un mezzo giro della morte e un mezzo avvitamen-to, Harry si portò a ridosso del Boccino. Lo stava raggiungendoe Bryan era diversi metri dietro.

Il suo obiettivo ormai era a portata di mano, si allungò pron-to ad a�errarlo. L'americano l'aveva raggiunto e lo stava supe-rando dall'alto, praticamente era sopra di lui. Ma ormai ce l'a-veva quasi fatta, Bryan non sarebbe riuscito a prenderlo primadi lui.

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Sentì le ali del Boccino s�orargli le dita, ma quando le chiu-se. . . strinse l'aria.

Bryan volava sopra di lui e, appeso con le mani al mani-co di scopa, aveva tirato un potente calcio alla piccola pallalanciandola chissà dove.

Harry si bloccò. Non aveva mai visto niente del genere: ilQuidditch americano era pieno di sorprese.

�Non te l'aspettavi, vero Potter?� lo derise �La prima regolaper un Cercatore è di non pensare mai di aver vinto �nché ilBoccino non è al sicuro nella propria mano!�.

�Smettila di blaterare e concentrati sul gioco!� sbottò Harryprima di ricominciare ad esplorare il campo dall'alto. L'avevafregato ben bene, una mossa del genere non se la sarebbe maiaspettata: Hyde era davvero un giocatore eccezionale. Forseaveva fatto male a s�darlo così apertamente, stava rischiando diperdere la faccia. Lo aveva sottovalutato. . .

�HARRY! CHE FAI LÌ IMMOBILE? SVEGLIATI!� urlòRon dal basso.

Si rese conto che Bryan era di nuovo in movimento dietroal suo obiettivo. Stava volando spaventosamente bene: ad ognicambio di direzione del Boccino reagiva velocemente, virandocon la scopa. Harry partì di scatto, utilizzando tutta la forzache aveva in corpo.

Incrociò la traiettoria del Boccino e di Bryan a metà campo,a solo qualche metro dal manto erboso. I due ragazzi volarono�anco a �anco senza risparmiarsi spallate e mosse poco puli-te: erano entrambi molto determinati. Fecero alcune acrobaziepericolose per non rischiare di rimanere indietro.

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Ad un tratto il boccino scattò verso l'alto; Bryan intuì il cam-bio di direzione un attimo prima di lui portandosi in vantaggio.Harry ormai non poteva far nulla. Si sentiva pesante come aves-se un enorme masso sulle spalle; nonostante ciò si riportò sottoBryan, ma l'americano ce l'aveva quasi fatta.

Bryan salì in piedi sulla scopa come avevano visto fare alprofessor Willis, pronto a vincere in modo spettacolare; ormaiaveva quasi preso il boccino. Ma di nuovo questo svoltò repenti-namente dirigendosi proprio contro Hyde: il ragazzo era in piedisulla scopa e non aveva il pieno controllo dell'equilibrio. Oscillòpericolosamente, fece ruotare le braccia per ristabilizzarsi. . .maera troppo tardi.

Bryan, Boccino d'Oro e scopa iniziarono a precipitare. Harrysi ritrovò, suo malgrado, nella traiettoria di caduta e non potéfar altro che cercare di prepararsi all'urto.

In quel caos gli sembrò di sentire le urla di spavento dei suoicompagni provenire dagli spalti. Poi più nulla.

Era a terra, Bryan sopra di lui e le scope malamente inca-strate tra loro. L'americano si rialzò dolorante.

�Hai cercato di strafare, se fossi rimasto seduto ce l'avrestifatta!� gli disse Harry.

L'altro rispose con una smor�a.Harry cercò di rimettersi in piedi, ma una �tta intensa lo

colpì alla schiena all'altezza del rene destro. Portò una mano inquel punto e capì l'origine del dolore.

Bryan stava già risistemando la scopa per partire.�Cosa fai?� gli chiese.L'altro lo guardò senza capire il senso della domanda.

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Harry continuò: �Qualcuno ha detto che la prima regola perun Cercatore è di non pensare mai di aver vinto �nché il Boccinonon è al sicuro nella propria mano!�.

�E allora?�.Harry tirò fuori il boccino che gli si era incastrato sotto la

schiena durante la caduta. �Be', adesso penso di aver vinto!�.Poi si alzò in piedi massaggiandosi il sedere.

Hyde sgranò gli occhi. �Non hai dimostrato niente, è statasolo fortuna!�.

�In partita conta anche quella. . . l'importante è prendere ilboccino, non importa come!�. Però aveva perfettamente ragio-ne, era riuscito a vincere solo per un'incredibile coincidenza; involo, Bryan si era dimostrato nettamente superiore.

Hyde raccolse con rabbia la scopa e gli voltò le spalle perandarsene.

�Dove vai?� disse Harry.L'altro si fermò. �Ma che razza di domande fai? Me ne

torno al castello, dove vuoi che vada?�.�Ma io non ho ancora �nito con te. Hai dimostrato di essere

un giocatore eccezionale; hai perso la s�da, ma io penso siagiusto o�rirti un posto come riserva. Accetti?�.

�Ma Harry. . . � protestò Ron avvicinandosi.Bryan sputò per terra. �Io riserva a te? Ma non hai visto di

cosa sono capace?�.�Io sono il Capitano e io decido. Questo è quello che ti o�ro,

prendere o lasciare. . . �.Hyde sputò nuovamente a terra. �Va bene, ma presto capirai

il grosso errore che stai facendo: sui giornali potrai pur far più

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scalpore di me, ma sul campo di Quidditch sono sicuramente ioil migliore�.

�Ah, e stai attento alla tua ragazza!� aggiunse voltando lespalle e lasciando il campo.

�Perché ha parlato di giornali?� chiese Ron, ancora nervoso.�Non lo so Ron, io quello lo capisco sempre meno!�.I due amici impiegarono una buona mezz' ora a rimettere in

ordine il campo. Assicurarono i bolidi dentro la cassa, richiuseroil boccino nel suo contenitore e riportarono baule e scope nellostanzino di Madama Bumb.

Ormai non mancava molto al pranzo quando rientrarono alcastello. Giunti nell'Atrio, Hermione andò loro incontro conun'espressione di totale disappunto in viso. �Hyde ha fattoarrabbiare Malfoy e ora si stanno a�rontando nel corridoio diBarnaba il Babbeo!� disse a�annata.

�Cosa?� chiese Ron incredulo. �Ma se era al campo pocofa! È proprio uno . . . �.

Hermione partì con la sua ramanzina. �Non ci posso credere,Malfoy è sempre il solito: non è un comportamento adatto, èall'ultimo anno, dovrebbe dare il buon esempio!�.

Harry e Ron la guardarono sbigottiti. �Hermione, è di Dra-co Malfoy che stai parlando!� esclamò quest'ultimo. �Il buonesempio? Non scherziamo!�.

�Speravo che dopo quello che è successo l'anno scorso fos-se rinsavito un po', in fondo ha evitato Azkaban per il rottodella cu�a! E mettersi a litigare con un americano non mi sem-bra proprio un idea geniale, sopratutto dopo le raccomandazionidella McGranitt�.

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Raggiunsero velocemente il settimo piano, una folla di stu-denti bloccava il passaggio per il corridoio dove, Harry lo sapevabene, si trovava la Stanza delle Necessità. Molti ragazzi eranoappiattiti contro le pareti e al centro due �gure si fronteggiavanogirando in tondo come lupi, le bacchette puntate l'uno control'altro, pronti a colpire. Il pubblico era percorso da un chiac-chiericcio curioso ed eccitato, esaltato dalla prospettiva di uncombattimento.

�Se uno di voi sudici americani osa ripeterlo lo a�atturotanto velocemente che non avrà neanche il tempo di farsela ad-dosso!� stava dicendo Malfoy con il solito sorriso maligno sulvolto distorto dalla rabbia.

�Se chiami ancora uno di noi �sudicio americano� sarai tuquello a�atturato!� gli rispose a tono Hyde.

Risa di scherno si levarono dai ragazzi americani dietro dilui, un risolino acuto spiccò tra le ragazze. Hermione sbu�òindignata: anche lei, come Harry, aveva riconosciuto Hawaii,l'americana a cui avevano chiesto �il Settimanale delle Streghe�.

�Io vi chiamo come mi pare e piace!� ribatté Malfoy. �Per-ché è questo che siete: sudici traditori della madrepatria e quelloche avete detto è disgustoso e ignobile! Non dovete permetter-vi. . . voi non sapete come sono andate le co . . . �.

�Io non sarò un inglese bello e damerino, ma i giornali li leg-go� replicò Hyde, facendo un passo in avanti e voltandosi versola folla sempre più numerosa. �Tutti sanno cos'è successo!�.

�Mi domando se davvero capisci quello che leggi . . . � con-tinuò Malfoy, sempre più risentito. �Dubito che voi americanicreduloni siate in grado di distinguere la vera informazione dallavolgare spazzatura�.

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Harry non si trattenne. �Di che parlate?� chiese a entrambi.�Non sono . . . � cominciò Malfoy.�. . . a�ari tuoi!� concluse Hyde.�Almeno su questo vi trovate d'accordo� disse ironico Harry.�Non credevo che gli americani fossero capaci di dire cose

sensate� disse Malfoy schernendo Hyde.Quest'ultimo alzò la bacchetta e la puntò su Malfoy. �At-

tento a ciò che dici . . . �.Harry si apprestò a fare un passo avanti, ma Hermione lo

trattenne per la manica. �Harry, fermati! Non ti impicciare, timetteresti nei guai. Aspetta i professori!�. Ma Harry non avevaintenzione di ascoltare il suggerimento.

�Vogliamo passare ai fatti?� ringhiò il Serpeverde, alzandola bacchetta. �Dalle tue parti sanno cosa vuol dire duellare? Ovi insegnano a colpire solo alle spalle?�.

�Ci insegnano a colpire sempre per primi, Malfoy!� disse soa-vemente Hyde senza perdere di vista la mano dell'altro. �Cosache tu non sei in grado di fare ora!�. Poi gridò: �Devicto!�.

Malfoy fu colpito al volto da un fascio di luce argentata ebarcollò tentando inutilmente di tenersi in equilibrio. Si accasciòa terra con un gemito.

Harry non si trattenne più: estratta la bacchetta, si liberòcon uno strattone dalla presa di Hermione e si staccò dalla follaavanzando sicuro verso i due s�danti. Hyde scagliò un'altramaledizione contro Draco, ma Harry lo anticipò, la respinse euna giovane ragazza americana si ritrovò con il viso coperto diviscide verruche viola.

�Potter, che diavolo fai?�. Lanciò una maledizione scarlattasu Harry che lo sbalzò due metri indietro, sulla folla. Harry

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si rialzò tenendosi il petto, colpito duramente; intanto Malfoy,rialzatosi da terra, lo sguardo feroce, stava per partire al con-trattacco. I ragazzi che prima urlavano, si stavano lentamentecalmando.

�Cosa succede qui?� la professoressa McGranitt era spuntatadal fondo del corridoio. Si fece avanti a passo di marcia mentrela folla si disperdeva al suo passaggio, gli occhi che mandavanolampi da dietro gli occhiali. �Qualcuno me lo vuole spiegare?�.

Harry guardò gli altri due che rimanevano in silenzio, squa-drandosi ostili; il desiderio di sapere cosa fosse successo tra Hydee Malfoy ardeva dentro di lui come una �amma.

�Molto bene� proseguì adirata la Preside. �Tutti e tre nelmio u�cio, immediatamente! E voi andate in Sala Grande, è oradi pranzo� continuò rivolta ai ragazzi che non avevano ancoralasciato il corridoio.

Seguirono la professoressa in silenzio ed entrarono nel suou�cio sotto lo sguardo torvo dei presidi nei loro quadri. Lavoce della McGranitt sembrava molto calma, ma si intuiva chereprimeva a stento la rabbia. �Mai in tutti gli anni di insegna-mento in questa scuola ho visto studenti del settimo anno avereun comportamento tanto irresponsabile. Signor Potter, signorMalfoy mi meraviglio di voi. Quanto a lei signor Hyde sappiache in questa scuola non si tollerano comportamenti del genere�.

La McGranitt incrociò lo sguardo dei tre ragazzi, uno ad uno.Bryan fu il solo a parlare. �È inaccettabile signora preside, nonsiamo venuti qui per farci prendere in giro! Se la nostra presenzanon è gradita, ce ne torniamo subito a casa�.

Draco so�ocò una risata eloquente.

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�Non capisco cosa sia successo Hyde, ma non mi pare chetu stessi fraternizzando con Malfoy� ribatté Harry. Non potevacredere che lo stesse difendendo.

�Non devi fare l'avvocato difensore in ogni situazione. Per-ché non ti fai gli a�ari tuoi, Potter? Tu non c'entri niente conquesta storia!� sbottò Malfoy.

�Insomma silenzio! Voglio fare chiarezza: Potter, è vero chenon c'entri nulla?� domandò la Preside squadrandolo dubbiosa.

�Sono arrivato alla �ne, non so . . . � cominciò titubanteHarry, subito interrotto dalla preside.

�Allora signor Malfoy? Me lo vuole dire lei cos'è successo?�chiese perentoria.

Malfoy si guardò in giro facendo �nta di non sentire.�Si rende conto che dovrò prendere provvedimenti?�.Il ragazzo si alzò in piedi scostando rumorosamente la sedia.

�Provvedimenti? Va bene, faccia quello che crede. Anche leiora sputa sentenze senza conoscere i fatti�. Detto questo uscìdallo studio lasciando tutti di sasso.

La preside rimase impassibile, se era rimasta turbata non lodava a vedere. Biascicò qualche parola incomprensibile tra sé,poi guardò in direzione di Hyde. �Lei ha nulla da dire?�.

�Certo! In America sarebbe inaccettabile che un professorevenga trattato in questo modo!�.

La McGranitt lo �ssò duramente. �Ragazzo, bisogna saperandare al di là delle apparenze, spesso le situazioni sono piùcomplesse di quanto sembrino. E comunque non è lei che devedirmi quello che devo fare. Vuole aggiungere qualcosa?�.

L'americano scosse il capo rimanendo in silenzio: aveva persogran parte della sua favella.

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�Potter, se tu non sai come si sono svolti i fatti puoi andare,ti comunicherò la mia decisione�.

�Ma io . . . �.

�Vorrei rimanere sola con il signor Hyde, grazie� disse indi-candogli la porta.

�Sì, certo . . . �. Harry friggeva dalla curiosità, ma si rassegnòad andarsene. Si alzò lentamente e, sotto lo sguardo severo dellaPreside, uscì dall'u�cio.

Ancora sorpreso, si sforzò di muoversi verso la Sala Grande.Camminò lentamente sotto il sole che �ltrava dalle �nestre. Siera davvero messo in mezzo a quella situazione per cercare diaiutare Malfoy? Forse avrebbe dovuto ascoltare Hermione, do-potutto Malfoy stesso non sembrava aver gradito a�atto la suaintromissione, e si era comportato in maniera alquanto anomala.C'era qualcosa che non riusciva a capire di quella situazione.

Subito prima di scendere la scalinata di marmo per arrivarein Sala Grande, scorse una �gura vicino ad un'armatura di rameammaccata; il metallo della corazza ri�etteva la luce di unapiccola �amma. Draco Malfoy si allontanò, lasciando a terraqualcosa che stava piano piano iniziando a bruciare.

Appena il Serpeverde prese a scendere le scale, Harry rag-giunse l'armatura e spense il fuoco con un colpo di bacchetta.Era un foglio di giornale: il numero di quel giorno de La Gaz-zetta del Profeta. Scosse la cenere che aveva iniziato a sostituirela carta sul bordo, ma per fortuna era ancora leggibile. Il suocuore fece una capriola quando dalla pagina la sua foto gli ri-cambiò lo sguardo sorridente; piegò velocemente il foglio e scesela scalinata.

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Pian piano sentì il calore che gli saliva �n sulla punta delleorecchie: Angelina Jonhson era stata di parola, ma non si sareb-be mai aspettato di vedere l'articolo così presto. Era soddisfattoma anche un po' a disagio: non aveva ancora detto agli amicicosa aveva architettato, ed ora era troppo tardi, l'avrebberoscoperto direttamente dalla prima pagina del Profeta!

Com'era possibile che non si fosse accorto prima di quell'ar-ticolo? Quella mattina non aveva avuto un attimo di tempo perleggere la Gazzetta, e nessun altro lo aveva avvertito.

Poi ricordò che qualcuno in e�etti lo aveva fatto: Bryan Hy-de. Ecco a cosa si riferiva l'americano quella mattina al campoe anche durante lo scontro con Malfoy.

Senza rendersene conto raggiunse la Sala Grande gremita distudenti e, individuati Ron ed Hermione, li raggiunse.

�Allora?� domandò curioso Ron al suo arrivo, smettendoper�no di mangiare il suo bacon.

�Cos'hai scoperto?� chiese Hermione.�Niente� rispose Harry ancora stranito.�Come niente?� Ron era visibilmente deluso.�Niente, non sono riuscito a capire cos'è successo, però Draco

ha letto questo . . . �..Harry aprì il giornale sul tavolo. Hermione, Ron e altri ave-

vano fatto capannello dietro di lui e stavano guardando l'artico-lo.

�Ma perché non ci hai detto niente?� chiese la ragazza intono risentito.

�Già!� intervenne, a sua volta Ron, cercando di dare man-forte alla sua ragazza. �Perché non ce ne hai parlato?�.

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Il titolo sul giornale, recitava: �HARRY POTTER: ECCOLA VERITA SU PITON di Angelina Johnson.

�Non capisco perché ci hai tenuti all'oscuro� riprese Hermio-ne con aria di rimprovero.

�Avevi paura che non te l'avremmo fatto fare?� intervenneancora Ron, visibilmente contrariato.

�No. . . il fatto è che non so neppure come la prenderà il Mi-nistero!� continuò Harry rivolto ai suoi amici. �Ho provato aparlarne con Kingsley: mi ha rassicurato dicendomi che prima opoi tutto si sarebbe risolto e che sarebbe stato meglio se me nefossi stato tranquillo. Ma io non potevo aspettare: Piton nonsi era guadagnato molte simpatie con il suo modo di fare e, contutte le grane che ha ora il Ministero, penso proprio che unasua riabilitazione non sia una grande priorità per loro. Così hoprovato ad accelerare i tempi con questa intervista, solo che hovoluto agire da solo�.

�Ma Harry, lo sai che �nire nei guai dopo averti aiutato èdiventata un'abitudine per noi� fece notare Hermione. Dallasua voce, tuttavia, traspariva un'insolita dolcezza.

�Non volevo mettervi in mezzo� replicò Harry.�Oh, sciocchezze!� disse risoluta Hermione. �Noi siamo con

te perché lo vogliamo!�.Harry, imbarazzato, si concentrò sul giornale, lisciandolo per

bene in modo che fosse leggibile da tutti.

HARRY POTTER: ECCO LA VERITÀ SU PITONdi Angelina Johnson.

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Cari lettori, se vi state chiedendo cosa c'entri il tito-lo con il Quidditch, non meravigliatevi perché oggi nonvi parlerò di quanto siano scarsi i Cannoni di Chud-ley o di come sia maledettamente insuperabile ViktorKrum a cavallo di un manico di scopa; oggi tenterò diraccontarvi una storia molto controversa, la storia diSeverus Piton.

Quest'uomo, ex professore nonché Preside della Scuo-la di Magia e Stregoneria di Hogwarts, è stato additatodai più come spia doppiogiochista e braccio destro diColui-Che-Non-Poteva-Essere-Nominato, ma che orapossiamo chiamare Lord Voldemort.

Ebbene, dal giorno della grande Battaglia di Hog-warts molti gu� sono volati dentro le nostre �nestre emolte rivelazioni, non sempre veritiere, sono state fat-te da maghi e streghe che si dicevano vicine a SeverusPiton.

Poche persone, tuttavia, possono dire di averlo co-nosciuto davvero, e fortunatamente una di queste è quicon me proprio ora. Oggi il mio caro amico HarryPotter mi aiuterà a far luce su chi fosse realmente ilprofessor Piton.

Harry, grazie di essere qui.Sono io che devo ringraziarti, Angelina. In fondo, è grazie

alla tua grande disponibilità se ho �nalmente l'opportunità didire la mia riguardo a questo argomento, che mi sta molto acuore.

Penso che la questione stia a cuore non solo a te, maa tutta la comunità magica. È per questo che la redazio-

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ne ha ritenuto giusto concederti un'intervista. Quindi,Harry, descrivici il Piton che hai conosciuto tu, nonsolo quello severo e arcigno, ma anche quello che sinascondeva dietro la maschera. Racconta la verità chei nostri lettori devono conoscere; dagli l'occasione diessere giudicato per quello che e�ettivamente era e nonper quello che crediamo fosse.

Grazie Angelina. Devo ammettere che il primo incontro conPiton non fu molto. . . piacevole, almeno per me. Durante la pri-ma lezione di Pozioni mi fece capire subito che non mi stimavaa�atto facendomi domande che andavano oltre le conoscenze diun allievo del primo anno, per poi denigrarmi davanti a tutta laclasse.

Dunque gli inizi con lui non sono stati dei migliori.Alla luce di ciò che so oggi lo capisco benissimo: aveva

un ruolo da recitare davanti a tutti, me compreso, e c'era delvecchio rancore nei confronti di mio padre.

In che senso?Be', per farti capire ti racconto un episodio che accadde

quando frequentavano Hogwarts: il mio padrino Sirius (SiriusBlack, ex criminale ricercato dal ministero per l'uccisione diPeter Minus e prosciolto da ogni accusa successivamente allasua morte N.d.R.), insieme a mio padre e ad altri due compa-gni (Remus Lupin, recentemente deceduto durante la battagliadi Hogwarts, e lo stesso Peter Minus N.d.R.), aveva architet-tato uno scherzo di pessimo gusto contro Piton e probabilmentesarebbe �nita davvero male se mio padre non si fosse tirato in-dietro all'ultimo momento, salvandogli la vita. Ma non vogliofarlo passare per un eroe: non si trattò a�atto di un gesto no-

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bile o eroico, mio padre capì solamente quanto fosse pericolosala situazione e si tirò indietro, spaventato. Piton, per quantopossa sembrare assurdo, non lo perdonò mai per avergli salvatola vita.

Non si può dire che non fossero vivaci anche a quel-l'epoca. . .

Sì, chiedilo a Gazza: possiede un intero archivio tutto perloro. Ma non è di questo che dobbiamo parlare. . .

Severus Piton.Esatto, molti lo hanno descritto come un individuo meschi-

no, traditore, opportunista; altri ne hanno parlato senza neancheaverlo mai davvero conosciuto; poi c'è chi, per un motivo o perun altro, vuole solo distruggerne la memoria.

Di chi stai parlando Harry?Parlo della Skeeter e della sua illusoria biogra�a, solo un

ammasso di sporche menzogne. Quella donna sarebbe capaceanche di scrivere Rita Sketeer: giornalista o tru�atrice pur diguadagnare due galeoni e avere cinque minuti di notorietà! Poi,parlo di Lucius Malfoy che, pur di non marcire ad Azkaban per ilresto dei suoi giorni, sarebbe disposto a infangare la reputazionedi chiunque.

Sento molta amarezza nelle tue parole.Sì, logico che le mie parole siano aspre e dure, perché non do-

vrebbero esserlo? Ho perso molte persone a causa di Voldemort,ma non cerco stupide vendette e non incolpo meschinamente glialtri. Invece è questo che stanno facendo ora molti maghi: se laprendono con Piton per trovare un capro espiatorio alle loro col-pe. Nei giorni di�cili, quando quest'uomo ha dovuto fare dellescelte che andavano contro la sua volontà, nessuno gli è stato vi-

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cino. Proprio per questo io oggi sono venuto qui per riconoscerei meriti che ha avuto.

Cosa ti ha fatto cambiare la tua opinione su di luicosì radicalmente?

Be', è una storia lunghissima, durante la Battaglia di Hog-warts sono successe molte cose, ma questo non è né il tempo néil luogo adatto per parlarne; vi basti sapere che in quell'occasio-ne sono venuto a conoscenza della verità su Piton, attraverso iricordi che lui stesso mi ha consegnato prima di morire.

Continua Harry, spiegati meglio. So che non è facileper te, ma puoi tentare di raccontarci cosa ti hannorivelato i ricordi di Piton.

Sì, Angelina. Tenterò di essere chiaro, perché la verità sia�nalmente di tutti. Attraverso quei ricordi ho scoperto, primadi tutto, che Piton è sempre stato fedele a Silente, sin dallamorte dei miei genitori. Per anni ha fatto la spia per contodell'Ordine della Fenice a suo rischio e pericolo, mentendo per-sino a Voldemort: il più grande Legilimens che il mondo abbiamai conosciuto. Ha dato la vita per quell'Ordine, che io avevosempre pensato che tradisse, e ha combattuto strenuamente perle persone che ne facevano parte. Non pago, questo presuntotraditore, ha cercato di opporsi a quello che era il mio destinosino a mettersi in contrasto con Silente stesso per salvarmi.

E cosa hai da dire, Harry, in merito alla morte diSilente? Tu stesso hai dichiarato che sia avvenuta permano di Severus Piton. . .

L'ho detto prima e lo premetto ancora: Piton è sempre statodalla parte di Silente. Detto questo, sì, è stato lui a compierequel gesto, io ero presente, ma devo spiegare come sono andate

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le cose. Il Preside aveva deciso di sacri�carsi per salvare un in-nocente, così supplicò Piton di ucciderlo quando sarebbe giuntoil momento, era consapevole che non gli restava molto da vive-re perché durante l'estate precedente alla sua morte, era statocolpito da una terribile maledizione che Piton tentò più volte dicontrastare invano. Inoltre, quando divenne preside, si adoperòper difendere Hogwarts ed i suoi studenti �no alla �ne, sia peruna sacra promessa fatta a Silente, sia perché la sentiva comecasa sua.

Ho scoperto anche che ci ha dato tutti gli appoggi e gli aiutipossibili durante la nostra latitanza, sempre di nascosto, senzamai prendersi alcun merito, senza mai lamentarsi o rinunciare.

Harry, le tue sono dichiarazioni forti.

Me ne rendo conto, ma il mondo magico non può semplice-mente andare avanti e dimenticarsi tutto. E di Piton cosa nesarà? Solo una stupida nota a piè pagina nel futuro libro Storiadi Hogwarts.

Mi trovi pienamente d'accordo; purtroppo, però, mol-ti di Piton conoscono solo quello che è stato scritto e,se il Ministero della Magia non interviene, come puòil mondo magico sapere se ciò che è stato raccontato èvero?

È proprio per questo che mi trovo qui a render giustizia allasua memoria. Oggi io difendo quest'uomo: una persona cheho odiato, a cui davo le colpe di tutto quello che mi accadevaintorno; inoltre non ho mai creduto a Silente quando mi dicevache aveva una cieca �ducia ne suoi confronti.

Ma Harry, non potevi sapere. . .

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È la scusa che continuo a ripetermi, ma sbagliavo; e oggivoi rischiate di fare lo stesso errore. Vi prego, ri�ettete: nonvi chiedo, tutto ad un tratto, di trovare simpatico Severus Pi-ton o di dedicargli un monumento. Vi chiedo solo di accettarela verità per quella che è, senza pregiudizi o vecchi rancori, velo chiedo per non commettere un errore di cui un giorno potre-ste pentivi, come io oggi mi pento di non aver potuto conosceremeglio Severus Piton.

Cari lettori, abbiamo voluto farvi sentire anche l'al-tra versione della storia in modo che, alla luce di questenuove dichiarazioni, possiate farvi un'opinione criticae informata e comprendere meglio non solo chi fosserealmente Severus Piton, ma anche il ruolo unico cheha avuto nella lotta e nella de�nitiva scon�tta di LordVoldemort. Forse in futuro la verità verrà inconfuta-bilmente chiarita, ma �no ad allora, il giudizio sta allavostra ragione.

Tra Plu�e, manici di scopa e non solo, la vostraAngelina Johnson.

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Capitolo 15

L'ARTIGLIO

L'autunno si era ormai de�nitivamente sostituito all'estate: nem-meno un angolo di azzurro in cielo, solo grossi nuvoloni neripronti a sprizzare pioggia. Harry non sapeva bene cosa prova-re, considerato che i mormorii e i prevedibili commenti suscitatidalle dichiarazioni che aveva rilasciato si erano già a�evoliti.L'eroismo di Piton era già argomento dimenticato, probabilmen-te perché nessuno voleva credere alla sua buona fede, essendopiù facile avere qualcuno su cui scagliare accuse che fare i conticon la propria indi�erenza. Era seduto accanto a Ron in SalaGrande e, nonostante tutte le prelibatezze posate sul tavolo da-vanti a lui, il suo sguardo vagava nel vuoto. Quella mattina lalezione di Erbologia era stata piuttosto noiosa: la professoressaSprite non aveva fatto altro che parlare di una pianta esoticadal nome impronunciabile, della quale solo Neville ed Hermione

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conoscevano l'esistenza.Era passato quasi un mese dalle selezioni di Quidditch ed

era da allora che Ginny lo evitava: aveva sempre qualcosa dafare e sembrava non avesse mai tempo o voglia di stare con lui,anche se Harry non riteneva di aver detto, né fatto, niente disbagliato.

Anche adesso era lì, seduta in disparte a pranzare con Her-mione, e sembrava evitare il suo sguardo.

Le due erano intente a parlottare tra di loro. Harry nonriusciva proprio a capire per quale motivo passassero tutto queltempo insieme.

�Senti, tu e Ginny non avete mai avuto problemi, ma oravedo che non ve la cavate molto bene� gli sussurrò Ron, quasi gliavesse letto nella mente. �Io e Hermione ci siamo appena rimessiinsieme, ma da qualche giorno lei non mi dedica nemmeno unattimo. Insomma, io vorrei passare un po' di tempo con lei, dasoli e . . . � si bloccò imbarazzato.

Harry, di fronte all'espressione dell'amico, non riuscì a trat-tenersi e scoppiò in una gran risata attirando l'attenzione didiversi studenti.

�Cosa avete voi due?� chiese Hermione, interrompendo laconversazione con Ginny.

�Niente, una battuta di Ron� mentì Harry.�Ma non avete di meglio da fare? Fossi in voi, mi a�retterei

a �nire, così poi abbiamo più tempo per ripassare le materiedel pomeriggio!� sottolineò la ragazza, ben sapendo di aprire labocca per nulla.

Ron scacciò quella prospettiva dalla mente. �Se non ci fos-sero i compiti, l'ultimo anno a Hogwarts sarebbe perfetto! Ci

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sono dei vantaggi ad essere veterani, no?� disse mentre s�lava unvassoio di patate al forno dalle mani di un ragazzo del secondoanno, sedutogli accanto.

�Ci sono i M.A.G.O. quest'anno!� lo rimbeccò Hermione,requisendogli il vassoio per restituirlo all'impaurito e giovanestudente con un sorriso.

�Grazie!� fece timidamente il ragazzo. �Ehm, ne vuoi?�chiese, poi, rivolto a Ron.

�No, grazie! Non ho fame . . . � rispose lanciandogli unosguardo di fuoco, poi abbassò la voce e, rivolgendosi ad Har-ry, sibilò: �. . . e non ne avrò più �no a quando la Caposcuolanon mi permetterà di averne!�.

�Mi sa che farai la fame per un pezzo, amico!� rise Harry.�E ti farebbe anche bene!� intervenne Ginny, continuando

ad evitare lo sguardo di Harry.�Sì, certo!� sospirò Hermione. �Ginny, forse è meglio che

andiamo. . . e potrebbero venire anche loro: lo studio non hamai ucciso nessuno!�.

Le ragazze si alzarono e uscirono dalla Sala Grande; Ron leseguì controvoglia, ma non prima di aver colpito di proposito latesta del ragazzo mandandola nel piatto colmo di patate. Harry,dopo aver rimediato un tovagliolo pulito dal tavolo, lo porse algiovane.

�Scusa, non è sempre così!� lo giusti�cò Harry.�Grazie, Harry Potter!� disse, riuscendo a prendere il tova-

gliolo a tentoni per pulirsi la faccia.�Occhi aperti!� lo salutò dandogli una pacca sulla schiena e

raggiungendo Ron che lo aspettava sulla porta.

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�Occhi aperti?� chiese stupito l'amico. �Che razza di salutoè?�.

�Ehm. . . direi un saluto da Auror! Ricordi Moody?� risposeHarry. �Vigilanza costante!�.

Oltrepassata la Sala d'ingresso, Harry avvistò Hermione eGinny a metà della scalinata di marmo con la professoressaCooman; a�rettarono il passo per raggiungerle.

Quella che era stata la loro insegnante di Divinazione stavasaldamente aggrappata al collo di Hermione e numerosi sciallierano sparsi sotto di lei su diversi scalini.

�Molte grazie, signorina Granger!� biascicò, tentando di ti-rarsi in piedi sulle gambe malferme.

Harry avvertì subito un forte odore di sherry.�Lo sapevo che, anche se si ha un cervello limitato come il

suo, una buona azione non la si può mancare. . . il suo OcchioInteriore è coperto da strati e strati di sciocchezze e frivolez-ze. . .ma, di certo, agisce ancora nel bene!�.

�Grazie, professoressa!� rispose Hermione senza �ato, mas-saggiandosi il collo.

�Cosa ci fa così lontano dall'aula, professoressa?� intervenneRon, reggendola per un braccio per evitare ulteriori danni allasua ragazza. �Le lezioni pomeridiane stanno per ricominciaree. . . �.

�Al diavolo le lezioni, signor Weasley!� strillò la Cooman.�Il suo Occhio Interiore avrebbe dovuto farle capire che qualcosanon va. . . o non le ho insegnato niente?�.

�Be', in e�etti. . . � cominciò Ron, troncato subito da unagomitata di Hermione.

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�Leggevo le carte e, improvvisamente, ho intravisto ciò chenessun Veggente vorrebbe mai svelare� boccheggiò la Coomane, prendendo �ato, con un gesto teatrale estrasse una carta dalmantello: l'Artiglio.

Era unta e stracciata e sopra vi era dipinta �nemente unamano tenebrosa che si serrava come un artiglio che cerca dia�errare la preda.

�Che vuol dire. . . cioè, sono sicuro che sta a signi�care l'im-minente morte di qualcuno!� disse Ron alzando gli occhi alcielo.

�Certo che no!� sbottò o�esa la Cooman. �Ma il suo signi-�cato è altrettanto agghiacciante!�.

�Cosa rappresenta?� chiese Harry, suo malgrado incuriosito.La professoressa lo prese per il bavero. Il �ato della Coo-

man, impregnato di Sherry, lo investì in pieno volto facendoglilacrimare gli occhi e appannare gli occhiali.

�Uno studente è in grave pericolo! L'Artiglio, una voltaestratto dal mazzo, è rovina per lo sciagurato designato. Essolo troverà e rinchiuderà nelle tenebre il suo prigioniero, celandoloagli occhi di coloro che lo amano!� la voce le venne meno e oscillòpericolosamente.

�Ridicolo!� sibilò Hermione. Ginny annuì comprensiva.�Bene, giovani menti ottenebrate da un enormità di stu-

pidaggini. . . � esclamò improvvisamente la Cooman, ignorandoil commento di Hermione �. . . ora è meglio che vada!�. Feceper scendere qualche gradino ma i piedi le si impigliarono negliscialli.

�Serve una mano?� chiese divertito Ron, a�errandola per ilgomito, evitandole così una dolorosa caduta.

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�Professoressa. . . non dovrebbe avvisare la Preside?� doman-dò preoccupato Harry.

�Ah. . . avvisare Minerva? Ah, ah, ah! Questa sì che è buona,Potter. . . � gridò isterica la Veggente tentando di districarsi dalgroviglio di scialli colorati. Estraendo la bacchetta continuò:�Maledizione! Non mi serve aiuto, Weasley, bada all'ultimoscalino invece!�. Con un piccolo svolazzo della bacchetta si libròdi qualche centimetro da terra e prese a scendere lentamente.Harry e gli altri la guardarono toccare terra e barcollare �noalla porta che conduceva verso i sotterranei.

�Secondo voi dove sta andando?� chiese Ron, guardando ilbordo del mantello scomparire.

�Probabilmente in cucina a scolarsi qualcosa di fetido!� ri-spose Hermione.

Improvvisamente udirono un grido so�ocato. Allarmato,Harry estrasse la Bacchetta.

�Ma cosa diav. . . � sbottò Ron.�Shhh! Ascoltate!� lo zittì Ginny, portandosi un dito alle

labbra.�Grazie, signor Malfoy!� la voce ansante della Cooman li

raggiunse dalle segrete. �Il Destino me lo diceva che oggi mol-ti giovani avrebbero trovato l'occasione per riscattare i loroenormi sbagli del passato. . . una buona azione ne cancella unacattiva. . . �.

�Mi tolga subito le mani di dosso!� sentirono gridare Malfoy.�Oh be', penso che la professoressa non abbia più bisogno

del nostro aiuto!� esclamò Ron allegro.Ripresero a salire la scalinata.

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�Sapete una cosa?� chiese Ron gioviale. �Mi domando per-ché la McGranitt non l'abbia ancora buttata fuor. . . � ma nonriuscì a �nire la frase che inciampò nell'ultimo gradino �nendolungo disteso a terra.

�Vedi di non fare brutte �gure, Ron!� sibilò Hermione, su-perandolo.

�E guarda dove metti i piedi!� aggiunse Ginny, oltrepassan-dolo.

Harry gli allungò la mano e lo aiutò a rialzarsi. Ron si ras-settò la veste, poi, accertandosi che le ragazze non potesserosentirlo, gli disse: �La vecchia megera lo aveva previsto . . . �.

�Sì, Ron! Non sono a�atto tranquillo� cominciò Harry.�E lo credo!� ribatté Ron guardando la bacchetta ancora

sguainata in mano.�Da quando quei Maghi sono entrati nella scuola non mi

sento più molto sicuro� disse, riponendola in una tasca interna,�e poi troviamo la Cooman in vena di catastro�. . . �.

�Coincidenza?� chiese Ron, dubbioso.�Lo spero!�.Harry allungò il passo raggiungendo Ginny. �Avevo voglia

di andare a trovare Hagrid, è da un po' che non lo vediamo, vuoivenire anche tu?� chiese speranzoso.

�Mi spiace, verrei molto volentieri, ma devo andare a. . . �.Harry le risparmiò di trovare l'ennesima scusa, come ormai

faceva quasi abitualmente; �Ok, ho capito, non preoccuparti�mentì. �Ci vediamo dopo�.

Ginny fece un cenno di assenso come se le parole di Harryfossero state convincenti, poi ripartì lungo il corridoio.

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Harry incrociò lo sguardo di Hermione, che voleva essererassicurante. Non se la sentiva di chiedere all'amica cosa stesserofacendo per non sembrare sgarbato o troppo immaturo.

�Non fare domande, presto ti sarà tutto chiaro. . . � gli dissein tono consolatorio, come se avesse capito cosa stesse pensandolui.

Adesso era decisamente di malumore. �Vieni con me daHagrid o ci devo andare da solo?� chiese in�ne a Ron, con unsorriso tirato.

�Vengo, vengo. Andiamo�.Varcarono il grande portone del castello e si fermarono un

attimo sulla soglia chiedendosi se la loro fosse stata una buonaidea. Si fecero coraggio e uscirono all'aperto; per quanto fosseroriparati sotto i mantelli, la pioggia incessante, tagliente, trovavaspazio per raggiungere la pelle e pungerla, quasi fosse fatta diin�niti aghi appuntiti.

Harry e Ron si guardarono, a entrambi sfuggì un sorriso:avevano avuto la stessa idea. Tirarono sulla testa i cappuccie un �schio, impercettibile per chiunque altro, diede il via allaloro gara infantile. Spintonandosi a vicenda, attraversarono dicorsa il parco.

Ron atterrò davanti alla porta di legno della capanna e, conil �ato corto, vi battè la mano, per poi rivolgersi indietro, versol'amico che l'aveva ormai raggiunto.

�P-primo� gli disse, con un sorriso che andava da un orec-chio all'altro; tremava violentemente ma il freddo non avrebbecertamente scal�to la soddisfazione di aver vinto la s�da.

Non appena bussarono, i latrati di Thor echeggiarono dal-l'interno.

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�Hagrid, siamo noi!� disse Harry, picchiando nuovamente ilduro legno per farsi aprire. Ra�che di vento gelido colpirono iragazzi.

�Giù! Stai giù, Thor!� sentirono la voce del guardiacacciaappena oltre la porta.

�E mu-o-vi-ti!� balbettò Ron, stringendosi addosso il man-tello bagnato e battendo rumorosamente i denti. Bussaronoancora e contemporaneamente i latrati di Thor si interruppero.

�Ehi, Harry! Ron. . . � li accolse Hagrid mentre l'enormeterrier nero tentava di leccar loro la faccia. �Tutto bene?�.

�Ciao, Hagrid!� rispose Harry respingendo Thor e in�landosiall'interno della capanna dove un bel fuoco acceso riscaldaval'ambiente.

�È bello che siete qui! Finalmente! Pensavo che vi eravatescordati di me. Vi faccio il tè� disse richiudendo la porta. �Fuorifa un freddo cane!�.

Si sedettero intorno al tavolo osservando l'amico che tentavadi recuperare il bollitore in cima alla credenza.

�Come sta Hermione?� chiese Hagrid, dando loro le spallementre prendeva la scatola del tè da una mensola che sembravastar su per miracolo.

�Bene!� risposero all'unisono i ragazzi.�Non è potuta venire, lei e Ginny avevano da fare� continuò

Ron con tono di palese disapprovazione.Un improvviso rumore distrasse i due ragazzi, che si volta-

rono verso una grossa gabbia, della quale si scorgeva solo l'e-stremità inferiore, nascosta in un angolo in fondo alla capanna;sopra vi era stata gettata una vecchia coperta patchwork.

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Hagrid si voltò verso di loro con un piattino di dolcetti cheparevano duri come mattoni e lo appoggiò sul tavolo. Preso unpezzo di carne, si avvicinò alla cassa e, sollevando la coperta, loin�lò dentro.

�Che fai, Hagrid?� chiese Ron, allungando il collo per seguirei movimenti del guardiacaccia.

�Do da mangiare ad una creaturina un po' vivace� disseallegramente Hagrid. La gabbia iniziò a tremare violentemente,parecchi sibili provennero dal suo interno e numerosi pezzetti dicarne volarono fuori dalle sbarre.

�Cos'è?� domandò Harry, non riuscendo a distinguere cosasi nascondesse nell'ombra.

�Uno di questi qua non l'hai mai visto, Harry!� esclamòl'amico prendendo un altro pezzetto di carne. �Certo, se tufacevi ancora Cura delle Creature Magiche, magari ci si studiavainsieme!�.

�Con tutto il tempo che ho a disposizione. . . � rispose sarca-stico il ragazzo. La gabbia prese a vibrare ancora più violente-mente. La creatura dentro si dibatteva con una forza spavento-sa, sibilando e ringhiando.

�Oh, oh!� fece Hagrid, improvvisamente preoccupato. Rag-giunse il tavolo dove i ragazzi si guardavano incerti e, apertoprecipitosamente un cassetto, rovistò al suo interno estraendoenormi tovaglie dai colori vivaci e posate annerite.

�Ma dove si sono �ccati? Ah, eccoli!�. L'enorme mano delguardiacaccia emerse dal cassetto stringendo tra l'indice e il pol-lice due falci d'argento. Tornato vicino alla gabbia che continua-va ad agitarsi in maniera spaventosa, vi gettò le due monete.

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Lo strano e incredibile pagamento parve bloccare la furia dellacreatura che, con un guaito, rimase immobile.

�Come hai fatto Hagrid?� esclamò Ron stupito.�Ecco, i demonietti come lui è così che si fanno stare tran-

quilli. L'argento è l'unica cosa che riesce a farli star buoni. Anzi,in grande quantità può anche spedirli all'altro mondo! Ma non èche ce ne abbia bisogno più di tanto lui, è solo un po'. . . agitato,tutto qui!� guardò sognante la gabbia ora taciturna.

�Ehm. . . Hagrid? Che cos'è di preciso?� chiese preoccupatoHarry.

�Questo esseruccio è un Kakura� disse amabilmente �statea guardare com'è delizioso!�.

Il loro gigantesco amico si chinò sulla gabbia, imitando la po-stura di quello che ad Harry parve un rozzo ballerino di danzaclassica; poi, con un gesto teatrale, tolse la coperta e la scagliòin aria svelando la sorpresa. Un grossolano pon-pon, grandecome una plu�a, attaccato all'angolo della trapunta, colpì inpieno Ron in un occhio, che imprecò senza trattenersi, portan-dosi le mani al viso. Harry si voltò preoccupato verso l'amico,ma Hagrid, ignaro dell'incidente, iniziò a parlare.

�Che creature meravigliose i demoni giapponesi� sospirò am-maliato.

Harry, nonostante conoscesse le stravaganti opinioni di Ha-grid, non potè far a meno di rimanere atterrito alla visione diquella che era una delle creature più raccapriccianti che avessemai visto. Ricordava vagamente la �gura di un essere umano,ma aveva la testa deformata che si attaccava direttamente sullespalle, segnate da quella che doveva essere una gravissima formadi scoliosi. Le due braccia, di di�erente lunghezza, terminavano

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ognuna in tre nodose protuberanze che dovevano essere le mani.Il tutto era ricoperto da una spessa pelle rossastra con evidentipurulente escrescenze.

�Allora? Che ve ne pare? Roba forte questa, eh?� domandòorgoglioso.

�Oh!� fu tutto ciò che riuscì a pronunciare Ron, con il paleseintento di non ferire l'amico che attendeva, contento, una lorogioiosa reazione di sorpresa.

�Hagrid, ma non sarà pericoloso?� domandò cauto Harry,cercando di non far trasparire il suo profondo disgusto.

�Ma no. . . tendono ad attaccare l'uomo, ma se ci si sta at-tenti sono innocui! Ah. . . be'. . . se poi li si mette alla luce pe-rò. . . comunque, è meglio starci lontani sapete, i dentini so-no molto a�lati, e le mani hanno una presa piuttosto salda�.Ridacchiò felice guardando dolcemente la creatura.

Intanto il demone aveva ripreso ad agitarsi: Harry e Ron siscambiarono uno sguardo, terrorizzati.

�Sigghy. . . saluta gli amici di papà!�, continuò picchiettandosulla gabbia. �Guarda Ron, è te che vuole! Forse ci piaccionoi tuoi capelli rossi!� ma proprio quando il ragazzo si avvicinòper guardarlo da vicino, il demone allungò le braccia fuori dallesbarre, tentando di avvinghiarlo.

�Perchè proprio io?� squittì Ron, spaventato a morte, scan-sando per un so�o gli arti del mostro.

Il demone si agitò ancora più forte facendo cigolare minac-ciosamente la gabbia.

�Ohi, ohi. . . è meglio se lo facciamo dormire un pò a questoqua� borbottò il mezzogigante come per scusarsi, a�rettandosia ricoprire la gabbia con l'enorme coperta.

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�Mi hanno detto che vai al Ministero a imparare a farel'Auror!� continuò, cambiando discorso.

Harry e Ron si scambiarono uno sguardo interrogativo; Ha-grid non era mai stato bravo a deviare i discorsi su argomentidiversi da quelli potenzialmente problematici.

�Si!� confermò comunque Harry, sorpreso che ne fosse aconoscenza. �Chi te l'ha detto?� chiese sospettoso.

�Oh, non è che è di�cile scoprirlo!� rispose Hagrid allegro�Merlin, tra un bicchiere e l'altro, alla Testa di Porco, ci haraccontato la tua prima prova. Ottimo lavoro, Harry! Tutti alpub ne parlano!�.

�Alla faccia della segretezza� sibilò Ron, ridacchiando.

�Merlin non era presente alla mia prima lezione!� sbottòHarry, risentito. �Da come ne parlano gli altri Auror non riescoa capire se faccia e�ettivamente parte del gruppo�.

�Io mica ho mai capito come c'è diventato Auror, quello!�esclamò Hagrid, dandogli una pacca a�ettuosa sulla schiena,rischiando di incrinargli qualche costola. Poi continuò: �Se c'èriuscito lui. . . �.

�Grazie Hagrid� lo interruppe Harry, lanciando occhiate in-fuocate a Ron che si rotolava dalle risate.

�Be', io non penso che avrai rogne Harry. Sei un tipo aposto! E poi dopo la prova che hai fatto. . . �.

�Mah! Non ho certo cominciato nel migliore dei modi. . . �esclamò Harry.

�Ma non devi starci a pensare per niente!� Intervenne Hagridcon foga, sferrando un pugno al tavolo.

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�Kingsley è della scuola di Silente e ce lo sappiamo benecome la pensa su chi sbagliava! Lui ci dava sempre una secondapossibilità. . . a chi sbagliava. . . Si, ecco. . . �.

�A dire il vero lui mi ha perdonato� disse Harry, guardandosisconfortato le mani. �Ma devo ancora riuscire a farlo io!�.

�Su, Harry!� borbottò l'amico, sedendosi pesantemente sullapoltrona. �Basta che segui le regole e ci stai attento. A Uglicknon è andata altrettanto bene. Non ti possono buttar fuori, manon riesco ad immaginare . . . �.

�Il professor Uglick?� domandò Harry, alzando lo sguardo.�Si lui. . . grande mago, sia chiaro, ma. . . i fantasmi nel baule

li ha pure lui!� disse Hagrid, con aria di chi la sa lunga. �LaMcGranitt l'ha preso per il posto di Tras�gurazioni, ma per meera meglio un altro�.

�Perchè? Che ha fatto?� chiese Harry, lanciando un occhiatastupita a Ron.

�È stato cacciato da . . . � ma si zittì all'improvviso, guar-dando i ragazzi con sospetto, come se fosse colpa loro se lui siera fatto sfuggire qualcosa che non doveva dire.

�È stato cacciato da?� chiesero i due in coro, quasi conaria casuale, ma lo sguardo di Hagrid la diceva lunga: non gliavrebbero estorto nient'altro.

�Non posso, ragazzi. . . non posso proprio! Sono cose top se-cret, cercate di capire; ci sono cose che non posso dire nemmenoa voi� disse sottovoce, più per convincere se stesso che gli altri.

�Ma Hagrid, non pensi che abbiamo diritto di sapere? È ilnostro insegnante!� iniziò Harry. �O non ti �di di noi?� continuòben sapendo che con quella domanda avrebbe colpito in pienol'obiettivo.

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Come previsto, il mezzogigante ricambiò con sguardo allar-mato e ferito.

�Ma non lo dire nemmeno perscherzo! Io mi �do di voieccome! E solo che non voglio che vi cacciate nei guai. . . ecco�.

Harry lo �ssò con sguardo implorante, e il guardiacacciacedette.

�Va be' qualcosa ce lo posso dire. . .ma voi dovete prometteredi non rivelarlo a nessuno!� disse per giusti�carsi. Poi, abbas-sando la voce, con�dò: �È stato cacciato dal suo paese. . . almenocosì si dice�.

�Ma cosa ha combinato?� chiese Ron, stupefatto. �Noi ce l'abbiamo in classe!�.

�Al tempo di Grindelwald, sapete, quando ha tentato diprendere il potere, sono accadute cose molto brutte. Davvero,si! Lui ci ha perso il posto!�.

�Cosa è successo?�.�Non lo so, Harry! Per anni non si è più sentito parlare di

lui. . . � bisbigliò Hagrid, lanciando uno sguardo verso la �nestra.Il parco era ormai avvolto dall'oscurità.

�Quindi non ha potuto più insegnare lì ed è venuto qua!�concluse Ron, con lo stomaco che brontolava.

�No, non ci insegnava allora!� con�dò Hagrid con tono de-ciso. �Era un Auror!�.

I due ragazzi si guardarono stupiti. Harry ripassava mental-mente il modo di fare del vecchio professore, cercando di trovarequalche indizio che lo portasse a confermare le parole di Hagrid.Gli tornò alla mente la prima sera a Hogwarts, quando avevaprovato a nascondere la Bacchetta di Sambuco nella tomba diSilente e Uglick era apparso all'improvviso, mandando a monte

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i suoi piani. Possibile che fosse un ex-auror con il pallino perla sicurezza come Moody? Perchè si trovava proprio lì? Sapevacosa stava facendo?

�È tardissimo ragazzi. Ho un sacco di cose da fare!� disseHagrid, saltando su dalla sedia e dirigendosi frettolosamente ver-so la porta. �Ora andate, che è meglio!� incitò i due, spingendoliverso la porta.

Quando uscirono all'aperto, il gelido vento autunnale li colpìin piena faccia e un freddo brivido corse lungo la loro schiena;fortunatamente aveva smesso di piovere, si strinsero comunquenei mantelli e si avviarono lungo il sentiero verso il castello.

�Mi dai la rivincita?� chiese Harry, ma Ron scoppiò a ridere.Harry non vedeva l'ora di raccontare tutto a Hermione e

Ginny. Le rivelazioni di Hagrid avevano �nalmente confermatoi suoi sospetti: il professor Uglick non era quello che sembrava.Ma non riusciva a spiegarsi come mai la McGranitt l'avesse re-clutato; certo, se lo aveva portato ad insegnare in una scuola,tanto pericoloso non doveva essere.

Seguendo il �usso dei suoi pensieri non si accorse che eranogiunti davanti al ritratto della Signora Grassa.

�Allora? Vi decidete ad entrare o no? Violet mi sta aspet-tando per il tè!� borbottò.

�Sì, certo. . . � rispose Harry osservando Ron varcare il bucodel ritratto.

La Sala Comune era a�ollata, vicino all'ingresso Hyde tor-mentava un ragazzino del primo anno con uno strano elasticomagico che sprizzava scintille quando veniva teso. Harry feceuna rapida panoramica della folla nella sala, ma le due ragazzenon c'erano.

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�Dove si saranno cacciate?�.�Sicuramente in quello stramaledetto dormitorio� sbottò Ron

�chissà quale diavoleria stanno combinando!�.Harry non rispose, si sedette sull'unica poltrona libera e co-

minciò a pensare a Ginny. Gli sarebbe piaciuto che fosse lì conlui in quel momento, soprattutto ora che nella sua mente vorti-cavano mille pensieri: le parole di Hagrid sul vecchio professorelo avevano un po' turbato.

�Harry! Calì dice che le ha viste salire su nel dormitoriosubito dopo pranzo� disse Ron interrompendo le sue ri�essioni.

�Aspettiamo, prima o poi dovranno scendere, no?�.Come previsto, le ragazze si presentarono a cena. La Sala

Grande era rumorosa come sempre, sembrava che tutti avesse-ro trattenuto un �ume di parole in tutta la giornata per poiriversarle a tavola.

�Eccole!� disse Ron indicandole. �Ehi, ehi! C'è posto qui!�urlò tentando di sovrastare il chiacchiericcio.

Catturata l'attenzione di Hermione, il ragazzo si accomodònuovamente di fronte ad Harry.

�Vediamo se riesco a scambiarci quattro parole senza litigare,almeno stasera� bisbigliò.

Harry ridacchiò nervoso, anche lui desiderava enormementeriuscire ad intrattenere una conversazione vera con Ginny. Siappiattì contro uno studente del primo anno, che lo �ssò incu-riosito, in modo da lasciare un posto ancora più comodo proprioal suo �anco.

�Ciao� salutò lei sedendosi, ed evitando accuratamente diincrociare il suo sguardo.

�Ginny, �nalmente!� iniziò Harry felice.

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�Allora, come sta Hagrid?� proruppe Hermione, mentre siaccomodava al �anco di Ron, mandando in fumo il tentativo diHarry di dialogare con Ginny.

Harry le scoccò un'occhiata furiosa ma lei sembrò o fece �ntadi non capire, ricambiando serena il suo sguardo.

�Hagrid si caccerà di nuovo nei guai, parola mia! Quellouna volta o l'altra ci resterà secco� fece Ron con consapevolezza,iniziando a servirsi un'abbondante porzione di cavol�ori al forno.

�Perchè? Che ha combinato stavolta?�.�Secondo te cosa può combinare Hagrid? Conosci anche tu

le sue passioni. . . �.Hermione lo guardò con aria interrogativa. Anche Ginny

alzò la testa dal piatto.�Sta facendo da babysitter ad un demone giapponese� am-

mise Harry, alzando gli occhi al so�tto.�Davvero?� chiese Hermione esterrefatta. �Ne ho sentito

parlare! Ho letto da qualche parte che sono delle creature davve-ro rare e che sono anche utili per . . . � ma il suo sorriso entusiastasi raggelò di fronte all'ennesima occhiataccia di Harry. �Vogliodire, per quanto siano interessanti e utili, sono delle creatureimprevedibili e malvagie. . . potrebbe risultare pericoloso tenerlein casa. Ma non si rende conto dei pericoli che corre?� si a�ret-tò ad aggiungere sinceramente preoccupata, facendo tintinnareuna posata nel piatto.

�Hermione, devo ricordarti che Hagrid ha una percezionedel pericolo diversa dalla norma? Ma no! Non è pericoloso!Attacca gli esseri umani. . . ah sì, i suoi denti sono a�latissimie la sua stretta è so�ocante. . .ma a parte queste sciocchezze,

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non è pericoloso!� imitò Ron, in maniera purtroppo veritiera, leparole del guardiacaccia.

Harry scoppiò a ridere, anche Ginny non riuscì a trattenersi.�C'è poco da ridere, se la creatura riesce a liberarsi da quella

gabbia, Hagrid rischia davvero; lo tiene anche ai piedi del letto!�.�Che di�erenza c'è tra un demone giapponese ed uno del-

le nostre parti?� chiese Ginny mentre prendeva un vassoio dicostolette di agnello.

�Tutte le di�erenze non le so, ma di una cosa sono certo,quello giapponese è davvero disgustoso! Ha la carnagione rossacon tanti brufoli purulenti! Puah. . . sembra della stessa consi-stenza di uno Schiopodo Sparacoda� fece Ron con una smor�adi disgusto.

�Chissà dove l'avrà trovato. . . Comunque sia, dobbiamo con-vincerlo a darlo via� commentò pensierosa Hermione.

�Sei pazza? Io non ci provo nemmeno! Sono stanco di ri-schiare la vita ogni volta che entro in quella capanna!� urlò Ronacido rovesciando distrattamente il succo di zucca sul tavolo.Molti si voltarono a guardarlo, ma lui non ci badò e, estratta labacchetta, ripulì il tutto come meglio potè.

�Hai ragione, Hermione� intervenne Harry, �comunque Ha-grid sa come tenerlo a bada, almeno spero. Pensa che lo hazittito mettendo nella gabbia due falci d'argento!�.

�Ha detto anche che in grandi quantità lo manda al cimite-ro!� esclamò Ron, �fossi in lui, mi procurerei tutti i pezzi d'ar-gento della Gringott! Si tratta di sopravvivenza!� poi dedicòtutta l'attenzione al suo piatto riprendendo ad ingozzarsi.

Continuarono a cenare senza aggiungere altro. Quando Gin-ny �nì l'ultimo pezzo di crostata, Harry le prese la mano e le

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rivolse un sorriso. Lei ricambiò felice: per un attimo sembròfosse tornata la Ginny di sempre. Era quello il bello, con leibastava un sorriso per dire tutto. Non servivano parole.

Gli dispiacque rovinare quell'atmosfera serena che si era crea-ta, ma le ragazze dovevano sapere anche il resto della conversa-zione con il guardiacaccia.

�Noi non vi abbiamo detto tutto prima. . . � disse, esitan-do. Le ragazze gli rivolsero uno sguardo attento e lui continuò:�Hagrid ci ha raccontato dell'altro, o meglio, si è lasciato scap-pare dell'altro. . . � disse, pensando a quello che avevano saputosul professore di Tras�gurazioni �. . . alcune cosette sul professorUglick�.

�Si, si!� intervenne Ron rischiando di rovesciarsi il contenutodel piatto sulle ginocchia. �Cose molto brutte, Uglick era unseguace di Grindelwald e pare che prima fosse un Auror� siguardò intorno con aria circospetta, ma erano tutti impegnatiin altre conversazioni.

�Un Auror?� chiese Ginny, incredula.�Già. Solo che poi è stato cacciato, anche se Hagrid non ha

voluto dirci perché. . . � concluse, con aria insoddisfatta.Harry vide Hermione rabbuiarsi di colpo; poi, senza guar-

dare nessuno in particolare, alzò la bacchetta e, sottovoce, iso-lò il gruppo dal resto degli studenti della Sala Grande con unmu�iato.

Ron rischiò di strozzarsi nella fretta di deglutire il boccone.�E o-ra che suc-cede?� chiese, mentre Hermione gli dava una

pacca sulla schiena.�Non volevo spaventarvi, ma quello che ci avete detto mi ha

convinta de�nitivamente che è arrivato il momento di parlare

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di quell'altra questione. . . � cominciò la ragazza, scoccando unosguardo preoccupato all'indirizzo di Harry.

�Quale questione?� le rispose lui, che proprio non riusciva acapire il motivo di tanta segretezza.

�La questione Dobbiamo-Nascondere-la-Bacchetta� disse, scan-dendo ogni parola.

Harry non capiva come mai volesse tirar fuori quell'argomen-to spinoso. Avevano già tante cose su cui rimuginare.

�Perchè proprio adesso . . . � iniziò, ma lei non gli consentìdi continuare.

�Ascoltatemi. La Cooman che parla di un misterioso Arti-glio che vuole carpire chissà chi o cosa. . . il professor Uglick cheimpedisce ad Harry di nascondere la bacchetta. . . le parole diHagrid sul suo passato. . . non riuscite a fare due più due?�.

I tre rimasero interdetti. Ginny fu la prima a reagire. �Ma. . . dai,Hermione, hai visto anche tu in che condizioni era la Coo-man dopo pranzo. . . da quando dai credito alle parole di quellamatta?�.

�Ginny, lo sai che anche io ho sempre pensato che fosseun'impostora, ma devo ammettere che in casi rari ha azzeccatoqualche premonizione. . . e poi sappiamo da tempo che dobbiamonascondere la Bacchetta, solo che siamo stati distratti da altrecose�.

�Hai ragione� disse Harry mesto, �ma il problema è che nonabbiamo nemmeno trovato un posto davvero sicuro! E poi, comepotrei lasciare la scuola, nascondere la Bacchetta e tornare quisenza che nessuno se ne accorga?�. Harry era molto abbattuto.

�Sul �dove�, l'ultima decisione spetta a te. Ma sul �co-me�, ho un piano. . . però ne dobbiamo riparlare, stanno andan-

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do via tutti, non possiamo dare nell'occhio. Tu intanto pensaci,d'accordo?�. Poi si rivolse all'amica �Andiamo, Ginny?�.

�Devo andare, mi dispiace Harry� disse lei, cambiando im-provvisamente espressione e lasciandogli la mano. Si alzò, esenza aggiungere altro si allontanò dal tavolo lasciandolo senzaparole.

Anche Hermione li congedò con un semplice gesto e seguìl'amica fuori dalla Sala Grande.

�Tu ci capisci qualcosa?� chiese Ron, �ssandolo dall'altrolato del tavolo.

Il mattino seguente Harry si svegliò avvertendo una stranasensazione. Quando aprì gli occhi fu accecato da una luce abba-gliante, non riusciva a distinguere nulla eccetto qualche ombrache passava veloce. Scosse la testa nel tentativo di riscuotersidal torpore del sonno e si rese conto che l'accecante luce nonera altro che un raggio di sole che entrava dalla �nestra e chele ombre non erano che gu�, che planavano dolcemente versola Sala Grande. Guardò gli altri cinque letti vuoti: erano sicu-ramente tutti a colazione. Nello s�orare involontario del piedesinistro con il destro le sue dita vennero a contatto con un qual-cosa di appiccicoso e �nalmente capì cosa lo aveva svegliato:qualcosa che. . . gli leccava i piedi?! Si tirò su a sedere, poggia-to sui gomiti, e guardò perplesso verso il fondo del letto; sentìnuovamente qualcosa di vischioso solleticarlo sotto le pesanti co-perte invernali. Incredulo, rivoltò le lenzuola e si trovò davantiil piccolo Snitch che sbatteva le palpebre, disorientato dalla luceimprovvisa.

�Snitch!� disse, sollevato nel vederlo. Tentò di accarezzarela palla di pelo ma non era semplice: la pu�ola aveva preso a

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saltellare come un ossessa e solo dopo numerosi tentativi riuscìa fermare la guizzante creaturina.

�Dai Snitch, salta su!� incitò il ragazzo, speranzoso: nonera mai stato molto incline ad obbedire ai suoi comandi ma,con enorme sorpresa di Harry, questa volta si arrampicò sul suobraccio e si accoccolò sulla sua spalla.

�Wow! Cosa ti è successo?� chiese ancora incredulo.In realtà poteva capire il perché di tanto entusiasmo: era

da un po' che non gli dedicava una briciola del suo tempo, macon tutti i recenti avvenimenti non aveva avuto un attimo direspiro. Per questo aveva deciso di portarlo con sé quel giorno:Snitch avrebbe potuto allietare un po' il loro lungo e noiososabato all'insegna dello studio; anche se a dire il vero, speravadi trovare di meglio da fare!

Arrivato in Sala Comune Harry vide Ron seduto al tavo-lo, con un grande libro davanti e una piuma tra le mani, e ilvolto vicinissimo alle pagine; sembrava che stesse cercando ditradurre qualche scritta piccolissima. Possibile che stesse dav-vero studiando? Evidentemente l'in�uenza di Hermione si stavafacendo più forte. Snitch saltò dalla spalla di Harry alla testadi Ron, che sobbalzò. � Ma chi . . . � e a�errò la pu�ola sullasua testa, portandosela davanti agli occhi strabici di sonno. �Misa che non stavi studiando, eh, amico? Hai un po' di bava agliangoli della bocca!� aggiunse Harry, scoppiando in una sonorarisata.

Ron non ebbe il tempo di ribattere perché proprio in quelmomento una luminosissima donnola d'argento attraversò la �-nestra e si fermò sul tavolo. �È il patronus di mamma . . . �disse, senza riuscire a mascherare la sua perplessità. Harry era

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colpito: non aveva mai visto il patronus della signora Weasley,ma era logico che fosse una donnola, come quello del marito.

�Come fai a sapere che non è di tuo padre?� chiese all'a-mico. In quel momento la donnola cominciò a parlare con lavoce di Molly. �Ginny è in pericolo. La lancetta dell'orolo-gio è su pericolo mortale. Ho mandato un patronus a Minerva,per avvertirla, ma nel frattempo ti prego, cerca di capire dov'è eguadagna tempo, io e tuo padre raggiungeremo Hogwarts primapossibile�.

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Capitolo 16

DEFACTIO

INSINUERE

Il patronus della signora Weasley svanì in uno svolazzo di fu-mo argenteo, lasciando Harry e Ron senza parole. Proprio inquel momento Hermione varcò il buco del ritratto e subito i dueragazzi le si avvicinarono allarmati.

�La m-mamma. . . l'or-rologio. . . Gi-ginny. . . Ginny è in peri-colo!� cercò di spiegare Ron, malamente.

�Lascia stare, Ron� intervenne Harry alzando una mano perinterromperlo. �Hermione, dov'è Ginny?�.

La ragazza sbu�ò spazientita �Harry, ho promesso di man-tenere il segreto!�. Poi li guardò in faccia e sembrò capire chec'era qualcosa che non andava. �Ragazzi. . . Cosa succede?�.

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�La mamma ci ha appena mandato un Patronus. . . dice chela l-lancetta di Ginny, quella dell'orologio d-del nonno, è supericolo mortale. . . dov'è? Che sta facendo?�.

�Ma che storia è questa? Quello che sta facendo è una cosaassolutamente sicura . . . �.

Harry non riusciva a stare fermo, l'ansia lo attanagliava,avrebbe voluto strappare le parole di bocca all'amica.

La ragazza perse un po' della sua sicurezza, scosse la testa.�Ginny mi ucciderà . . . � disse prendendo un lungo respiro echiudendo gli occhi. �Ma, in e�etti, se tua madre ti ha man-dato quel messaggio, forse dobbiamo davvero preoccuparci . . . �.Guardò in direzione dei due ragazzi che, visibilmente nel panico,aspettavano con impazienza la sua risposta. �Ginny ha decisodi dare l'esame che avrebbe dovuto sostenere l'anno scorso�.

�Esame? Quale esame?� esclamò Ron.�Ron, l'esame che ha annunciato la McGranitt il primo gior-

no di scuola� sibilò Hermione.�Cosa?� chiese Harry spiazzato. �E perché?�.�Come perchè? Così quest'anno frequenterete le lezioni in-

sieme e l'anno prossimo non dovrete dividervi nuovamente! L'e-same sarà composto da prove al suo livello e, per di più, si svol-gerà in presenza degli insegnanti, quindi non dovrebbe essercialcun pericolo�.

�Ma quando si dovrebbe tenere questo esame?� chiese Ron.�Si sta svolgendo proprio in questo momento�.�Ora?� scattò Harry.�Sì, è uscita mezz'ora fa . . . � rispose Hermione, ma Harry

non l'ascoltava più; la sua mente era invasa da un senso di orgo-

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glio misto a preoccupazione. �Ragazzi, non so più cosa pensare. . . � continuò la ragazza.

Il messaggio della signora Weasley lo faceva stare sulle spine.�Dove si tiene l'esame? Te l'ha detto?� la interruppe agitato.�Aveva appuntamento con la McGranitt fuori dal portone�Harry strinse i pugni guardando il cielo fuori da una �nestra

in fondo alla Sala: aveva preso la sua decisione.�Devo andare!�, tagliò corto il ragazzo, lanciandosi verso le

scale del dormitorio.�Ma Harry! Non puoi andare lì!� gli gridò dietro la ragazza;

ma lui, ignorandola, spalancò con violenza la porta e si precipitòverso il suo letto.

Doveva controllare che Ginny stesse bene, ma l'idea di esserescoperto e di rovinarle l'esame non era una bella prospettiva.Aveva solo un modo per riuscire nel suo intento.

Aprì il baule e cominciò a rovistarci dentro freneticamen-te, �nchè non avvertì fra le dita il familiare tessuto setoso;appallottolò il Mantello nella tasca e sfrecciò via veloce.

Quando giunse al portone di quercia lo tirò fuori e, prima divarcare la soglia, se lo gettò sulle spalle.

Non riusciva proprio a tranquillizzarsi, nonostante le rassicu-razioni di Hermione: le sue erano solo preoccupazioni inutili co-me diceva lei, o tutto aveva una logica che gli altri non riuscivanoa cogliere? Anche se era in ansia, una piccola parte di lui erafelice, aveva �nalmente scoperto il perché del comportamento diGinny e ne era sollevato: lui non c'entrava nulla.

Immerso in questi pensieri, non si accorse di aver raggiuntola capanna di Hagrid. Poco lontano, proprio al limitare della

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foresta, la professoressa McGranitt e il professor Vitious stavanoparlottando tra loro.

Raggiunse a grandi passi il punto in cui si trovavano e sentì latensione crescere quando si accorse che i due insegnanti avevanoun'aria preoccupata.

�Minerva, ci sta mettendo troppo tempo, avrebbe dovutoessere già di ritorno; non pensi che dovremmo andare a cercarla?Ieri la signorina Lovegood è stata più veloce, e considera che èmolto meno preparata della signorina Weasley�.

�Non ha ancora chiesto aiuto, ma forse è meglio andarea controllare� replicò la Preside guardandosi intorno con ariaansiosa.

Harry si chiese fugacemente quanti dei suoi compagni stes-sero tentando di dare quest'esame. Tuttavia non ascoltò oltree corse all'interno della foresta; addentrandosi nella �tta bosca-glia, tese i sensi al massimo per individuare qualche segno dellapresenza della sua ragazza.

Scrutando nella penombra che perennemente invadeva la fo-resta, �nalmente la trovò: Ginny era poco distante e avanzavaverso di lui con una camminata lenta e rilassata; la prova dovevaessere �nita e stava tornando dai professori.

Rallentò l'andatura, Ginny stava bene. Era così sollevatonel vederla che fu fortemente tentato di togliersi il Mantello eraggiungerla.

Improvvisamente uno strano sibilo squarciò il silenzio facen-doli sobbalzare. Harry si voltò in direzione del suono ma nonriuscì a scorgere nulla; serrò la presa sulla bacchetta e ancheGinny alzò la propria, pronta a colpire.

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Una �gura rossastra, dall'aspetto viscido e deforme, apparveda dietro un grosso abete, muovendosi velocemente in direzionedei due ragazzi. Con orrore, Harry capì di cosa si trattava: ilnuovo animaletto domestico di Hagrid marciava a piede liberonella Foresta; prima che Harry potesse in qualche modo inter-venire, la bestia sembrò misteriosamente attratta dalla ragazzae le si avventò contro.

Lei riuscì a sfuggirgli con un movimento fulmineo, ma in-ciampò in una radice che sporgeva dal terreno ed il demone lefu addosso. Ginny cercò di urlare e la bacchetta le sfuggì dimano.

�Ginny!� Harry imprecò osservando con orrore la scena.Scattò in avanti facendosi furiosamente spazio tra i cespu-

gli spinosi. Il mantello rimase più volte impigliato rischiandodi tradirlo, ma, incurante di questo, riuscì ad avvicinarsi aldemone.

�Relascio� mormorò.La creatura grugnì mentre veniva sbalzata indietro dalla

forza dell'incantesimo �nendo in un cespuglio di rovi.Ginny si rialzò indietreggiando spaventata e si guardò attor-

no con aria circospetta. Si abbassò per recuperare la bacchettasenza distogliere lo sguardo dal demone che, con un movimentorepentino, si rialzò e riprese il suo attacco. Harry era pronto adintervenire di nuovo, ma la ragazza fu più veloce, alzò la bac-chetta e gridò: �Stupe�cium!�. L'incantesimo sembrò colpire lacreatura in piena faccia, ma in realtà non gli fece alcun danno;il demone, con uno scatto, si raddrizzò e continuò ad avanzare.

�Che cosa . . . � mormorò Ginny �Incarceramus!�.

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Spesse funi apparvero dal nulla e iniziarono ad avvolgere legambe della creatura. Quella si dimenò scalciando per cercaredi liberarsi ma l'incantesimo inesorabile continuò a risalire ilsuo corpo. Ormai le funi avevano immobilizzato ogni parte deldemone: era neutralizzato! Harry tirò un sospiro di sollievo:Ginny ce l'aveva fatta.

Un urlo raccapricciante provenne dalla bestia ormai ino�en-siva, ma non era un urlo di dolore. Le �bre della fune iniziaronoa s�lacciarsi ed a rompersi una dopo l'altra, �nché non sparironodel tutto.

�No!� esclamò stupefatta.Harry, puntando la bacchetta, lanciò un incantesimo di pro-

tezione su Ginny proprio nel momento in cui il demone, con unvelocissimo movimento, si slanciava su di lei.

La creatura si bloccò a pochi centimetri, come paralizzata,ma rimase ferma solo per qualche secondo e scattò nuovamentein avanti.

Non sapevano più cosa fare: nessun incantesimo a loro notosembrava funzionare.

In quell'attimo di tregua lo sguardo di Ginny si fece piùdeterminato, come se avesse avuto un'improvvisa illuminazione;la ragazza puntò velocemente la bacchetta contro di lui e gridò:�Argentea Vincula!�.

Robuste catene d'argento scaturirono dalla bacchetta per av-volgere il demone in una possente stretta. La creatura urlò,come impazzita, dimenandosi senza controllo, mentre Ginny laguardava con occhi sgranati; poi, con un ultimo lungo spasmo,svanì, come smaterializzata, tra le catene, che caddero a terracon un sonoro CLANG.

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Inspirando profondamente e ancora turbato dalla scena a cuiaveva assistito, Harry �ssò la ragazza: era visibilmente scossa estava immobile con lo sguardo �sso sul punto in cui �no ad unattimo prima si trovava il demone.

Non riusciva a capacitarsi della lucidità di Ginny in un mo-mento simile. Era stata una fortuna che avessero parlato deldemone la sera prima, a cena. Senza volerlo lui e Ron l'ave-vano messa a conoscenza dell'unica arma in grado di eliminareSigfrido!

Fu costretto a riscuotersi, perché la ragazza stava comin-ciando a muoversi e lui non ci teneva a farsi scoprire. Camminòpiano, cercando di mettere spazio tra se e Ginny ed evitando difare il minimo rumore. Ma mentre retrocedeva verso un puntoin cui i cespugli si facevano meno radi, calpestò accidentalmenteun ramo che si spezzò di colpo. Harry rimase immobile, tratte-nendo il respiro; Ginny cominciò a muoversi cauta tra gli alberi,facendosi strada tra i �tti cespugli.

Harry si appiattì ancora di più al tronco dell'albero a cui siera appoggiato e si strinse nel mantello.

Ad un tratto il frusciare di foglie secche calpestate fece notareloro che non erano soli nella foresta: qualcuno avanzava nellaloro direzione; Harry distinse a fatica le voci della McGranitt edi Vitious.

�Accidenti! Non ricordavo fosse così selvaggia� stava dicen-do il piccolo professore tra un go�o tentativo e l'altro di distri-carsi da un rovo particolarmente lungo che lo tratteneva per labarba; Ginny si diresse verso di loro.

Harry, divertito, si avvicinò in modo da poter osservare lascena: la preside stava tentando di liberare il minuscolo profes-

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sore, tagliuzzando a colpi di bacchetta il ramo spinoso.�Oh, eccola! Signorina Weasley!� esclamò Vitious, scrollan-

dosi un ammasso di foglie dalla testa.�Sta bene?� le chiese la McGranitt avvicinandosi. �Ab-

biamo sentito delle urla, e abbiamo pensato che fosse successoqualcosa�.

�Tutto a posto. Sto bene, grazie!� rispose Ginny.Vitious tirò un sospiro di sollievo.�Bene� le disse la McGranitt con un cenno compiaciuto,

�allora possiamo andare avanti con l'esame�.�Sì, certo professoressa� rispose lei e, con un'espressione

determinata sul volto, si avviò dietro agli insegnanti.Si diressero verso una zona della foresta che Harry non cono-

sceva; cercò di mantenere le distanze. Di rado qualcosa riuscivaa sfuggire all'occhio aquilino della McGranitt e voleva evitare difarsi scoprire e di mettere a repentaglio l'esame della sua ragaz-za. All'improvviso udì delle urla provenire dalla parte opposta,proprio dove si trovava la capanna di Hagrid. Si fermò di colpoe si mise in ascolto.

�No! No! E no! Come le è saltato in mente? Perché l'haliberato?�.

Non c'era alcun dubbio: Harry avrebbe riconosciuto anchelontano un miglio quella voce roca e profonda: la voce di Hagrid.

In quel momento si accorse di aver perso di vista Ginny e iprofessori. Quando si era distratto, li aveva lasciati vicino adun bivio, ma ora era impossibile individuarli. La foresta era�tta e silenziosa, non c'erano tracce che suggerissero il sentieroche avevano imboccato. Così decise di dirigersi verso la casa

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del guardiacaccia; in fondo ora Ginny era insieme ai professorie non avrebbe dovuto correre altri pericoli.

Raggiunta la capanna riuscì ad intravedere Hagrid dalla �-nestra aperta: era lì, fermo, nel mezzo della stanza, non profe-riva parola, ma tremava dalla rabbia. All'improvviso sferrò unpugno, forse contro il tavolo, che fece tremare tutta la capanna.

�Vada via! Se ne vada! Non so cosa ci potrei fare altrimen-ti!� urlò contro qualcuno che Harry non riusciva a scorgere.

�Non vedo perché scaldarsi tanto, Hagrid� era la voce diUglick. �Insomma, sei un insegnante, hai visto quell'esame.Nozioni elementari, argomenti del terzo anno. Puah! Sarebbestato una bazzecola se io non fossi intervenuto. Altro che esameper accedere all'anno dei M.A.G.O.! È ridicolo, i livelli di questascuola si stanno abbassando vertiginosamente. Ne parlerò allaPreside, stanne certo. Dovresti essere contento: la tua bestiola,pace all'anima sua, ha movimentato la situazione che era di unapiattezza esasperante!�.

Harry si sentì raggelare a quelle parole; aveva pensato cheHagrid avesse perso il controllo sul demone e che questo fosseriuscito a liberarsi ma non avrebbe mai immaginato che fos-se il frutto della mente di un professore. Certo, �n dall'inizionon si era �dato di Uglick, ma mai si sarebbe aspettato uncomportamento e una malignità simili.

Hagrid scoccò al professore un'occhiata furente. �Avevi det-to che non ci facevi del male, a Sigfrido! Era solo un cucciolo!Avevi detto che lo volevi osservare a scopo ditattico. . . cosa gli èsuccesso?�. Gli scappò un singhiozzo, e tirò su rumorosamentecol naso.

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�Ehm. . . didattico, Hagrid. Ebbene è quello che ho fatto!�rispose Uglick, seccato.

�Baggianate! Tu volevi farci del male, ci volevi, ecco! Paz-zoide dei miei stivali. . . Te lo do io il tuo ditattico!�.

Hagrid sembrava ormai una bomba innescata, sul punto diesplodere. La miccia era il suo faccione rosso, completamente in�amme.

�Molto bene, vedo che non capisci, quindi tolgo il disturbo.Ho un esame da �nire� concluse il professore alzandosi e diri-gendosi verso l'uscita con passo �n troppo veloce per un vecchioqualsiasi.

Hagrid, con gli occhi appannati da lacrime di rabbia, provòad agguantarlo per il bavero, ma, incredibilmente, il professoreevitò l'enorme braccio peloso del mezzogigante. Harry sbatté lepalpebre, stupito.

�Ah già, Hagrid. . . dovresti dare un'occhiata a quei tuoi scaf-fali ammu�ti, non sembrano molto stabili. Sarebbe un peccatose cadessero tutti quei barattolini puzzolenti che ci tieni appog-giati, immagino che ti servano a scopo. . . ehm. . . ditattico�.

SBAM!Hagrid gli aveva probabilmente sbattuto la porta in faccia; al

rumore della porta seguì un tonfo sordo di qualcosa che cadeva,vetri che si spezzavano a terra e un urlo di rabbia.

Una nuvola di polvere uscì dalle �nestre, insieme ad unamontagna di imprecazioni.

Harry si a�acciò alla �nestra per poter vedere meglio quelloche era successo: gli sca�ali erano caduti addosso ad Hagrid, cheaveva tentato inutilmente di ripararsi alzando un braccio. Il pa-vimento era cosparso di vetri e di sostanze non identi�cabili. Il

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professor Uglick, poco distante, si so�ermò per un attimo uden-do il rumore, poi riprese a camminare verso il castello, ingobbitopiù che mai.

Harry si stava chiedendo se fosse il caso di entrare per dareuna mano all'amico, quando questi uscì velocemente dalla portasul retro e, pieno di polvere com'era, puntò dritto �lato all'ab-beveratoio. Harry era indignato. Uglick, in pochi minuti, avevamesso in pericolo Ginny e sbe�eggiato Hagrid. Rimase qualchesecondo fermo ad osservarlo mentre si muoveva svelto verso ilcastello.

All'improvviso gli tornò in mente la frase che il professoreaveva pronunciato poco prima, e si ricordò il motivo per cuisi trovava lì: accertarsi dell'incolumità della sua ragazza. Leurla di Hagrid lo avevano distratto dal suo scopo, ma, se avevainterpretato bene le parole di Uglick, Ginny doveva sostenereuna prova proprio con lui.

Mantenendo l'opportuna distanza si avviò verso il castello.Alzando lo sguardo intravide di sfuggita la chioma rossiccia diGinny oltrepassare la soglia del portone. Le prove all'esternoerano �nite.

Salì in fretta i gradini di pietra che conducevano al portone diquercia, dribblando il professor Willis che stava uscendo proprioin quel momento.

�È solo un bene se continua a fare così!� sorrise tra sè ilprofessore, calcandosi il cilindro sulla testa e avviandosi verso leserre.

Harry varcò in fretta la soglia e scorse Ron in un angolo dellasala d'ingresso.

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�Hai visto dov'è andata Ginny?� lo assalì, facendolo trasa-lire.

�Maledizione, Harry! Togliti il Mantello prima di fare que-ste imboscate, almeno! Mia sorella è scesa pochi minuti fa giùnei sotterranei con la McGranitt e Vitious, credo si stesserodirigendo verso l'aula di Pozioni�.

�Ah, bene!�, commentò Harry tirando un sospiro di sollie-vo; l'amico lo guardò con espressione interrogativa. �Ecco, sonosuccesse un po' di cose quando eravamo nella Foresta� ammiseHarry, in risposta al suo sguardo. �Andiamo!� Diede una paccaalla spalla di Ron e a�rettò il passo verso i sotterranei; il ragazzolo seguì, turbato per la mancanza di spiegazioni. Si appostaro-no vicino all'aula di Pozioni per essere lì quando sarebbe �nitol'esame ed intanto Harry raccontò a Ron cosa era accaduto nellaforesta e alla capanna. Quando la porta si aprì, i tre professoristavano facendo i loro complimenti alla ragazza.

�Grazie, Horace; Filius, ci vediamo dopo� disse la preside,congedando il minuscolo professore di incantesimi, poi la portasi richiuse e si sentirono dei passi allontanarsi.

Harry si rimise in fretta il Mantello e corse loro dietro perraggiungerle, lasciando Ron perplesso.

Ginny e la McGranitt stavano percorrendo il corridoio dipietra dei sotterranei; la professoressa non proferiva parola, ren-dendo quel tragitto ancora più snervante. Oltrepassato l'u�cioche era appartenuto a Piton, la Preside �nalmente bussò ad unaporta che dava l'accesso ad una stanza di cui Harry ignorava l'e-sistenza. Entrarono e anche lui scivolò veloce, appena in tempoper in�larsi al suo interno.

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L'u�cio del professor Uglick era desolante, scarno, privo diqualsivoglia calore umano.

Quelli degli altri professori, in cui Harry era stato, ri�et-tevano tutti il carattere dei loro occupanti; in questo caso, selo scorbutico professore era come la sua stanza, c'era davveroda preoccuparsi. Quell'uomo continuava ad essere impenetrabi-le ed enigmatico nel suo atteggiamento ed inquietante nel suoaspetto, proprio come il luogo in cui lavorava.

L'arredamento della stanza consisteva in un grande tavoloadibito a scrivania posto in un angolo, sulla parete destra unalibreria con solo qualche volume, due solitari quadri appesi l'unodi fronte all'altro i cui abitanti mormoravano un qualche lorodiscorso e al centro un grande camino freddo con un cumulo dicenere, vago ricordo di un bel fuoco scoppiettante.

Il decrepito occupante dell'u�cio deambulò lento, puntandolo sguardo sulla Preside. �Finalmente siete arrivati� disse fer-mandosi di colpo. �Ci sono stati problemi?� riprese accigliato.

�Nessun problema, Jatturius, solo un piccolo ritardo� rispo-se la McGranitt, un po' seccata dal tono del professore.

�Un ritardo? La signorina forse non si è rivelata all'altezzadelle vostre prove?� rispose lui, sarcastico, e si voltò per scrutarea fondo Ginny, con il suo classico ghigno sul volto.

Poi, improvvisamente, si staccò da loro e si diresse verso iltavolo, dove gettò sgraziatamente il mantello che ancora portavaindosso, nonostante fosse tornato al castello molto prima di loro,ed Harry lo vide estrarre la bacchetta dalla veste.

La McGranitt, nel frattempo, cominciò a dare qualche spie-gazione su quello che Ginny avrebbe dovuto a�rontare. �Questanon è una prova di abilità, signorina Weasley, né di pragmati-

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smo, né di combattimento, né assomiglia a niente di ciò che haa�rontato �nora. Questa, infatti, è una prova di resistenza�. LaPreside aveva un'espressione seria, ma anche un po' ansiosa.

�Consiste nel resistere ad un unico, potente e di�cile incan-tesimo, il cosiddetto Incantesimo dell'Immagine�.

�Non è questa la de�nizione esatta dell'incantesimo� la inter-ruppe Uglick, �più correttamente si dovrebbe dire Incantesimodella Tortura�.

Ginny non parve per nulla intimidita, rimase impassibilea sostenere lo sguardo del professore. La McGranitt sembròcompiaciuta per la determinazione della sua allieva.

�Molto bene, Minerva. Da quanto mi hai detto, la Signo-rina Weasley è molto abile, quindi penso non ci sarà nessunproblema. Se la caverà, anche con un cattivone come me�.Accompagnò la frase con un sorriso stiracchiato.

�Bene, la mia presenza non è più necessaria� disse poi, ri-volgendosi al collega.

�Non rimani a farci compagnia?� chiese il vecchio.�Vorrei uscirne incolume, caro Jatturius�.La McGranitt lasciò la stanza, lasciando Ginny un po' per-

plessa e il professor Uglick impegnato in una sguaiata risata.�Proseguiamo. Questo incantesimo, signorina Weasley, si

insinua nella mente, come la Legilimanzia. Non ci sono contro-fatture o incanti che lei possa usare, solo concentrazione, e puraforza mentale. Io le farò credere di essere in tutt'altro luogo,scoverò i suoi peggiori ricordi e li sfrutterò per insinuare nel-la sua mente immagini distorte e situazioni, anche già vissute,che il suo cervello ha etichettato come estremamente pericolose,nonché di grande rilevanza emotiva�.

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Harry strinse i denti, gli sembrava impossibile che la McGra-nitt avesse approvato un incantesimo del genere, ma non potevafarci nulla.

�Lei si sentirà smarrita, e solo con una resistenza adeguatadella sua mente e dei suoi sensi potrà scacciarmi e tornare insé� continuò Uglick.

�Naturalmente, se io dovessi accorgermi che lei èincapace diresistermi . . . � dal tono di voce sembrava quasi che ci sperasse,�io interromperò l'incantesimo�. Il viso del professore si stavaaccendendo di esaltazione mentre impugnava più saldamente lasua bacchetta e cominciava a sollevarla.

�Una domanda� disse Ginny non facendo trasparire la mi-nima agitazione, �se la mia realtà viene sconvolta, vuol direche io sono del tutto inerme, inconsapevole dei reali nemici chemi circondano. Quindi. . . perché non ho mai visto usare questoincantesimo in battaglia?� chiese, aggrottando la fronte.

�Buona osservazione. Il problema è che anche colui che pra-tica l'incantesimo cade in uno stato di trance. È troppo con-centrato ed immerso nella mente del suo avversario per potersiaccorgere di ciò che succede attorno a lui. Ed è per questo cheè sconsigliabile usarlo in battaglia, a meno di non poter agireal riparo dai nemici, o comunque, esser coperto dai compagni.Inoltre, pochi maghi hanno la capacità e la concentrazione peruscire dallo stato di incoscienza in cui si cade quando si pratical'incanto della tortura. Auror, perlopiù. . . e solo i più capaci.Il rischio è infatti quello di rimanere intrappolati nella propriamente per sempre, e gli Auror sono tra i pochi che apprezzanoil rischio. Non è quella che possiamo chiamare una prospetti-

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va piacevole, vero?� chiese, vedendo Ginny sgranare gli occhiall'idea.

�Se lei è sicuro non ci sono problemi, allora�.�Oh, non si preoccupi per me! Io e il rischio siamo vecchi

compari� sorrise amaramente. �Dovrebbe preoccuparsi per lei,piuttosto. Si sente pronta? È ancora in tempo per ritirarsi�.

�Sono qui per a�rontare questa prova� ribatté Ginny, osten-tando sicurezza.

�Ottimo, allora possiamo proseguire. Cominciamo!�.Le parole di Hagrid a proposito del professore continuavano

a martellare la testa di Harry, ma non c'era niente da fare: il suoruolo quel giorno era solo ed esclusivamente quello di spettatore,spettatore di un bruttissimo �lm.

Ginny si posizionò di fronte al professore, le braccia rigide sui�anchi e lo sguardo �sso sulla parete. Di colpo scese un silenzioirreale. I quadri che prima bisbigliavano tra di loro tacqueroall'unisono, come cicale al tramonto. Anche Harry trattenne ilrespiro per paura di venire sorpreso.

Dopo alcuni secondi, Uglick scandì piano: �Defactio Insi-nuere�.

Dalla sua bacchetta scaturì lentamente un'aura rossastra; siavvolse come una rete intorno a Ginny, poi si insinuò nella suatesta.

Entrambi rimasero immobili, gli occhi serrati. Harry si reseconto che erano come assenti e le loro menti chissà dove. Tuttociò lo spaventava. Terribilmente.

Poi l'aria si spezzò e i respiri si fecero pesanti. Qualcosacambiò impercettibilmente. Le rughe sulla fronte del professore

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si ispessirono e Ginny iniziò a muoversi. Fece un passo avanti,incerta.

�Stupe�cium!�. Un �otto di luce rossa esplose dalla bac-chetta della ragazza, andando a colpire violentemente la libreriadietro la schiena di Harry e passando ad un so�o dal suo viso.Lui sobbalzò e si gettò a terra istintivamente.

Lei, catapultata in un mondo virtuale, vedeva cose diverseda quelle che realmente la circondavano e reagiva di conseguen-za: chissà quale ricordo spaventoso stava rivivendo ora; chis-sà cosa vedeva intorno a sè, quali nemici e pericoli la stavanoattaccando.

Ora capiva le parole della McGranitt: non era sicuramentesaggio stare nella stanza durante quell'incantesimo.

La ragazza si voltò di scatto, come sentendo un rumore. Sidiresse verso la porta a passi veloci, sembrava che con le bracciasi proteggesse da qualcosa che le veniva scagliato contro.

Inciampò su qualcosa che non esisteva. Quando, ansimante,si rialzò, l'urlo che emise fu come una lama con�ccata nel pettodi Harry.

Ginny era in ginocchio, piangeva. A�errava l'aria, l'abbrac-ciava, l'accarezzava.

�Lurido cane bastardo, cosa gli hai fatto? È mio fratello! ÈMIO FRATELLO, COSA HAI FATTO! Bill!�. Una disperatasupplica al cielo, che nessuno avrebbe ascoltato.

�Lasciami stare! No, non voglio andare via! Prendetelo, por-tatelo in infermeria. . . siamo troppo pochi. . . siamo TROPPOPOCHI!�.

Per un attimo eterno le orecchie di Harry furono piene sol-tanto dei singhiozzi della ragazza.

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Combatteva contro il feroce istinto di avvicinarsi a lei, quan-do Ginny si rialzò di scatto; lui si paralizzò.

La ragazza indietreggiò verso la scrivania, mentre con lebraccia tentava di coprirsi il volto. Il suo respiro era irrego-lare, oppresso dall'invisibile immagine che doveva essere reginaincontrastata della sua mente. Harry capiva che stava provandoemozioni fortissime, destabilizzanti. . . avrebbe resistito? Il suoviso era così pallido che sembrava sul punto di svenire.

La voce di Ginny cancellò tutti i suoi pensieri, come unaspugna su una lavagna.

�Harry. . . Harry sono troppi, non ce la faccio da sola! Pensaa qualcosa di felice, Harry!�.

Era in ginocchio, tremante. La sua pelle era bianca e pervasada brividi incontrollabili.

Ora Harry aveva capito, Ginny provava freddo, un freddoterribile che si insinuava nelle ossa, un freddo che lui conosceva�n troppo bene.

E seppe, così come sapeva che l'amava, chi era il ladro chele aveva rubato il colore dal viso e tolto il sorriso dal volto. . .

Era tutto così reale che anche per lui le voci iniziarono atornare. . . quelle voci temute, ma allo stesso tempo amate, quellevoci contro cui tanto aveva combattuto.

Dissennatori.Poteva quasi rivivere i loro gelidi respiri sul collo, la loro

fremente voglia di strappare la felicità dai cuori umani.E proprio mentre provava quella sensazione terribile dentro

di sé e si immaginava al suo �anco a cercare inutilmente dispronarla, la vide reagire. Ginny si alzò, brillante di una nuovadeterminazione, ed urlò la sua speranza contro il vuoto.

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�EXPECTO PATRONUM !�. Quell'urlo trasudava tanta �-ducia che Harry si sentì meglio, in tempo per vedere una cosache lo sconvolse, forse ancora di più.

Un enorme, possente cervo illuminava la stanza, etereo ebellissimo. Il suo cervo.

Ma come era possibile? Harry era confuso: la sua bacchettaera in tasca, proprio come le sue forze in quel momento. C'eraun sola spiegazione, la più sensata.

Ginny aveva lanciato l'incantesimo, il Patronus era di Ginny.Aveva cambiato forma.

Sbalordito, guardò Uglick.Notando l'espressione del professore, il �ore nel suo cuore ap-

passì proprio come era sbocciato. Credeva fosse �nita, credevache Ginny avesse scon�tto l'incantesimo. . .

Ma allora perché lei non aveva ancora aperto gli occhi? Per-ché sul volto di Uglick, sulla sua fronte imperlata dal sudore,sulle sue palpebre serrate, Harry poteva scorgere l'acuirsi dellaconcentrazione? Stava ancora leggendo la mente di Ginny comeun libro ed era palese che stesse forzando la mano. Il Patro-nus, come la riacquistata sicurezza di Harry, si dissolse in millepiroettanti puntini argentei ed il �tto buio mentale e materia-le, che per poco li aveva abbandonati, tornò a spadroneggiaresull'aula e sulle loro menti.

Harry tornò ad osservare preoccupato la ragazza, ancora unavolta in balia dell'incantesimo.

Per un istante, sembrò nuovamente sul punto di crollare,ma si vedeva che stava lottando con maggiore forza, tanto dariuscire a contrastare Uglick, che quasi perse l'equilibrio.

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Il professore sembrò colpito da qualcosa: una sorta di shockgli deformò ulteriormente il già deturpe viso, come se avessepreso consapevolezza di quello che stava realmente accadendonell'aula. �Basta!� sussurrò Ginny; prese la testa fra le manie la scosse violentemente come a cercare di scrollarsi di dossoqualcosa.

Proprio quando Harry aveva deciso di intervenire il professo-re interruppe l'incantesimo. �Defactio Finite� sputò con rabbia,�ssando per alcuni secondi la ragazza, che ricambiò lo sguardomostrando un velo di preoccupazione. �Quel nome. . . cosa nesai tu?� chiese sconcertato.

Lei per tutta risposta si asciugò le lacrime velocemente e lo�ssò senza più batter ciglio.

�Cinereus! Come fai a conoscerlo?� incalzò il vecchio rab-bioso.

Harry sentì un �usso di sangue salire al cervello: �no a chepunto si era spinto tra i ricordi di Ginny? E perché quel nomelo sconvolgeva a tal punto? Chi era Cinereus?

�PARLA! DIMMI QUELLO CHE SAI!� strillò avvicinan-dosi furente alla ragazza; una luce maniacale brillava nei suoiocchi. Ginny indietreggiò spaventata, Harry strinse la bacchettapronto ad intervenire.

�Io. . . niente, non so niente� mormorò lei �ssando i linea-menti dell'uomo distorti dalla rabbia.

Harry non poteva fare niente per lei, ma qualcun altro si!

�Alohomora� mormorò il più silenziosamente possibile men-tre agguantava la bacchetta; la porta dell'u�cio si aprì.

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La McGranitt, che aveva atteso la �ne della prova nel corri-doio, si a�acciò sull'uscio e �ssò la scena incredula. �Jatturius,si può sapere cosa sta . . . �.

Con l'interruzione della Preside, la luce negli occhi di Uglicksi spense, le sue spalle si a�osciarono. Harry si chiese se sifosse reso conto della sua reazione spropositata. Perché avevareagito così, notando quel nome nella mente di Ginny? Harryera basito. Che cosa nascondeva?

�Minerva. Perdonami, mi sono lasciato prendere la mano. . . �. La voce del professore era �ebile, il suo volto era co-sì stanco e segnato da una nuova, inspiegabile preoccupazione.Pareva invecchiato di cent'anni.

Poi, riscuotendosi improvvisamente, iniziò a muoversi scom-posto per l'u�cio raccogliendo gli oggetti più disparati.

�Jatturius, si può sapere cosa stai facendo?�.Il professore continuò ad occuparsi delle sue cose, apparen-

temente non accorgendosi delle parole della preside.�Minerva� iniziò, mentre prendeva in mano anche il pesan-

te mantello da viaggio ancora bagnato, �Non posso più resta-re. . . cercati un nuovo insegnante�.

Poi a passo incredibilmente spedito si diresse dritto in dire-zione di Harry. Il ragazzo fece appena in tempo a spostarsi perlasciargli il passo quando il professore, sputando qualche incertaparola, sparì nella �amma del camino.

La McGranitt era chiaramente sconcertata dalla decisione re-pentina del suo collega, ma si riscosse subito e si rivolse a Ginny�Signorina Weasley, dunque. . . direi che il suo esame è termina-to. Se vuole seguirmi, la accompagnerò prima in infermeria epoi nel mio u�cio dove i suoi genitori l'attendono�.

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Harry si era completamente dimenticato dei Weasley, scioc-cato com'era dalla reazione del professore quando aveva letto ilnome di Cinereus nella mente della ragazza.

Uglick l'aveva sorpreso di nuovo. Sentiva che c'era un colle-gamento tra le sue visioni e quanto stava succedendo, anche senon riusciva a coglierlo pienamente. Ormai la questione andavarisolta.

�I miei genitori?� chiese la ragazza. �Cosa ci fanno qui?�.�Andiamo nel mio u�cio, le spiegheranno tutto loro�.Detto questo le due donne si avviarono lungo il corridoio.Harry si precipitò fuori dall'u�cio e raggiunse velocemente

la Sala Comune.Entrò in maniera così irruenta che Hermione e Ron si alza-

rono di scatto dalle poltrone e, appena videro la sua espressionegrave, il loro sorriso si tramutò in una maschera di preoccupa-zione.

�È successo qualcosa a Ginny?� chiese Ron allarmato.�No, lei ora è nell'u�cio della McGranitt con i tuoi genitori�

rispose Harry trafelato �Sedetevi. Dobbiamo parlare�.�Cosa . . . � iniziò Hermione atterrita.Harry inspirò. �Dobbiamo pensare alla Bacchetta� disse

d'un �ato, �ssandoli.

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Capitolo 17

IL PROFUMO DELLA

PIOGGIA

�Allora squadra,� esordì Harry mentre prendeva la sua scopain mano, �oggi dobbiamo assolutamente dare il meglio di noi�continuò meccanicamente. �Dovete stare attenti a seguire glischemi che abbiamo provato durante gli allenamenti: Ron, turicordati di stare al centro tra i tre anelli; Ginny, Demelza e Ben,cercate di volare bassi e fate più passaggi di Plu�a possibili, evoi due� disse rivolgendosi a Rosy e Jimmy, �state attenti a queimaledetti bolidi e cercate di . . . �.

�Harry! Non è la prima volta che giochiamo a Quidditch�sbottò Ginny, interrompendo il ragazzo. �Piuttosto, chi sono igiocatori dell'altra squadra?�.

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Harry venne colto alla sprovvista. �Be'. . . ehm. . . immaginoche sicuramente ci saranno Malfoy e Goyle . . . � continuò unpo' imbarazzato, �e poi ho sentito dire che hanno deciso diingaggiare due americani�.

�Davvero? Due americani?� chiese Ben abbastanza sbalor-dito. �Draco ha lasciato che due americani entrassero nella suasquadra? Non posso crederci! Lui li odia! Devono proprio essermessi male per averli reclutati�.

�Secondo te perchè Malfoy l'ha fatto?� chiese pensierosoRon, in�landosi la casacca.

�Non lo so, ma pare che siano ottimi giocatori, e lui non seli è fatti sfuggire; forse ora è convinto di avere qualche possibi-lità di batterci, anche se devo ammettere che è strano� replicòHarry mentre passava il pollice sulla sua Firebolt Millenniumper controllare che fosse in perfetto stato.

�Secondo me è rimasto un po' tocco! Dopo la storia di Tu-Sai-Chi non è più lo stesso� riprese Ron facendo una smor�a.

�Sì, è vero. L'ho notato anch'io!� intervenne Demelza guar-dandoli.

�Non importa� si a�rettò a replicare Harry. �Chiunque siail nostro avversario dobbiamo dare il meglio e portare a casala vittoria!�. Detto questo uscì dallo spogliatoio, seguito daicompagni.

Giunse in mezzo al campo e, �nalmente, si trovò di fronte imembri della squadra avversaria: Millicent Bullstrode, la ragaz-za corpulenta ed aggressiva che al secondo anno si era accapiglia-ta con Hermione al Club dei duellanti, era in testa; seguivano:Goyle, più grosso che mai; Blaise Zabini; Theodore Nott, cheera stato membro della banda di Malfoy negli anni precedenti;

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e un altro Serpeverde del terzo anno che Harry non aveva maivisto. Dietro di loro apparve il primo studente americano: unragazzo alto e robusto, dai capelli rossi, che armeggiava aggres-sivo con una mazza e, viste la stazza e l'espressione, ad Harrysembrò fosse proprio adatto per il loro piano; in fondo aveva de-cisamente l'aspetto del tipo che non faceva grossa di�erenza traun cranio ed un bolide. Al suo �anco c'era una ragazza alta piùo meno come lui e probabilmente avrebbe giocato da cacciatrice.

C'era qualcosa che non quadrava: cinque inglesi e due ame-ricani, sette giocatori in tutto. Ma non era Malfoy ad indossarela spilla da capitano, bensì Millicent Bulstrode. Harry ne rima-se sorpreso ma non ebbe il tempo di pensare anche a quello: lapartita stava per cominciare e voleva dare il meglio di sé.

A quel punto una voce conosciuta iniziò a presentare le squa-dre. Harry si volse verso il podio del cronista. Un ragazzopiccolo coi capelli color topo che riconobbe subito come Den-nis Canon iniziò a parlare. �Buongiorno studenti e professori,benvenuti alla prima partita di Quidditch dell'anno. E dunquepresentiamo le squadre: per i Grifondoro . . . �.

Un boato di voci e di applausi si alzò della tifoseria deiGrifondoro.

�Il capitano, nonché cercatore, Harry Potter, il portiere Ro-nald Weasley, i cacciatori Ginny Weasley, Delmeza Robins, BenWillar e in�ne i battitori Jimmy Peakes e Rosy Bladger! Orapassiamo all'altra squadra, per i Serpeverde . . . �. Di nuovo ungran vociare echeggiò nell'aria, questa volta erano i Serpeverdeche sovrastavano i Grifondoro. �. . . abbiamo il capitano nonchéportiere Millicent Bulstrode . . . �.

�Capitano quell'armadio?� commentò Ron incredulo.

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�. . . i cacciatori Chase Turner, Theodore Nott e Shirley Po-well; il cercatore Blaise Zabini; in�ne i battitori: Gregory Goylee John Headwood�.

Una volta �nita la presentazione, Madama Bumb si diresseverso il centro del campo stringendo il suo manico di scopa.�Bene Capitani. Visti i precedenti delle due squadre vi chiedoun gioco pulito, non voglio che nessuno �nisca in infermeriaquesta volta. Stringetevi le mani�.

Harry e Millicent Bulstrode si avvicinarono con le rispettivebraccia destre tese. Harry, allarmato, notò che la ragazza eradavvero enorme, ma si sforzò di sorridere.

Madama Bumb diede il �schio d'inizio e la partita cominciò.Harry scattò in aria prendendo quota e iniziò a scrutare il cielo.

�Ecco Powell con la plu�a, evita un bolide, ne evita unaltro, gran passaggio per Nott che dribbla Robins, ripassa laplu�a a Powell che schiva ancora un bolide, è davanti a Wea-sley. . . serpeverde ha segnato! E che �nta! Che gran giocatrice!Dieci a zero per Serpeverde�.

Harry si rese conto che quella ragazza aveva davvero straordi-narie capacità, ma fu un pensiero fuggente. L'ansia che crescevadentro di lui col passare dei minuti gli stava togliendo il respi-ro. Era giunto il momento di provare quella Finta Wronsky cheaveva visto fare a Krum alla Coppa del Mondo.

La partita si stava protraendo da parecchio tempo e, fortu-natamente, del boccino neanche l'ombra.

Aveva già provato anche a mettere in atto il piano un paiodi volte, ma Headwood era sempre stato poco tempestivo.

Mentre Shirley si dirigeva verso gli anelli, Harry rivolse unosguardo attento tra gli spalti. Quando incontrò gli occhi di

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Hermione, una scarica di adrenalina gli percorse le membrasvegliandolo più del vento gelato che tormentava il suo viso.

Una strana lucidità si impadronì di lui: stavolta niente do-veva andare storto. Cercò con lo sguardo Zabini: il Serpeverdenon gli staccava gli occhi di dosso. Harry pensò che fosse proprioil momento giusto.

Virò alla sua destra e si diresse verso le porte di Grifondoro,�ngendo un'eccitazione improvvisa. Zabini abboccò, planò tra isuoi compagni e puntò dritto �lato verso Harry che, guardandolocon la coda dell'occhio, diede inizio alla picchiata suicida.

Mentre la eseguiva, Harry cercò di percepire quello che sta-va accadendo sopra di loro. Il battitore, Headwood, stava perfare esattamente quello che lui si aspettava, così continuò la suaazione diversiva.

All'ultimo si scansò alzando il manico di scopa con abilità,mentre Zabini, preso alla sprovvista, si schiantò sul terreno er-boso. Poi un sibilo assordante squarciò il vento ed Harry sentìun violento colpo al capo.

Un bolide l'aveva colpito in piena nuca.Mentre cadeva per terra sull'erba folta capì che aveva rag-

giunto il suo scopo.Poi i pensieri si fecero confusi, uno strano torpore lo avvolse.

Non vedeva più niente, non sentiva la terra sotto di sé. Vociallarmate lo circondavano. Un �schio, piedi che si appoggiavanoa terra, scope che strusciavano sull'erba.

�Harry! HARRY!�. Sentì la voce di Hermione, rotta dalpianto. �Portate una barella! Chiamate Madama Chips!�. Isuoi singhiozzi gli riempivano le orecchie rendendo la situazio-ne terribilmente reale. Per un attimo pensò che qualcosa fosse

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andato storto. Poi non riuscì più neanche a pensare. Le forzelo stavano abbandonando. Si limitò ad ascoltare. Riconobbe lavoce autoritaria, solo screziata da un �lo di ansia, di MadamaBumb.

�Molto bene, che ci fate voi qui? Signorina Weasley, tornia giocare! Potter sta bene, ha la testa dura. Salite sulle scope!Rigore per Grifondoro! Il cercatore di riserva! Maledizione,dov'è il cercatore di riserva?�.

�Eccomi� rispose Hyde sicuro di sé.�Bene. Tutti in sella, e aspettate il mio �schio. Headwood,

che non si ripeta mai più!�.Harry sentì il rumore inconfondibile di scope che si stacca-

vano dal suolo e capì che il gioco stava riprendendo.�Signorina Granger, signorina la prego! Lasci stare, stia

tranquilla, me ne occupo io. Ora lo portiamo in Infermeria�.La voce calda e sicura di Madama Chips gli infuse un po' disollievo.

Harry non si accorse che Hermione gli tormentava il braccio�nchè l'infermiera non l'allontanò da lui con la forza.

Lo trasportarono su una barella, e un dolore lancinante gliinvase la testa, stordendolo.

�Lasciatemi venire con lui, vi prego�. Riuscì a mala pena adudire la supplica di Hermione.

�Va bene, andiamo�.Harry percepì di essere stato sollevato da terra, poi il dolore

ebbe il sopravvento e perse de�nitivamente i sensi.

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*

�Innerva!�. I raggi del sole ravvivarono le sue palpebre. �Harry,Harry!�.

Harry aprì gli occhi, un po' stordito, il dolore alla testa era di-minuito sensibilmente. Il viso di Hermione, sorridente, occupavail suo orizzonte.

�Finalmente!� esclamò lei, porgendogli gli occhiali. �Tuttoè andato per il verso giusto! Madama Chips è nel suo stu-dio, bisogna fare in fretta!�. Tirò fuori dalla borsa una �alettacontenente un liquido color fango.

�Per il verso giusto? Hermione! Sei sicura di averlo sgon�atoper bene, quel bolide? Ho preso una bella botta, sai?� feceHarry, contrariato, massaggiandosi la testa.

�Ti avevo avvertito, è normale che un po' ti sia fatto malevista la velocità con cui l'ha scagliato Headwood. È davvero unidiota! E, comunque, meglio il mio bolide manomesso che quellodi Dobby�.

�Già, ti devo dare ragione!�. Harry fece un mezzo sorriso,mentre scendeva dal letto.

L'imbarazzo gli macchiò le guance quando realizzò che in-dossava il pigiama e che forse era stata Hermione a metterglielo,anche se in quel momento era incosciente.

L'amica parve leggergli nel pensiero. �Non preoccuparti. . . èstata Madama Chips a cambiarti�.

Tirò fuori dalla borsetta un paio di jeans e una felpa; sgatta-iolarono in bagno, Harry si cambiò velocemente e poi aspettò chela ragazza indossasse il suo pigiama. Fortunatamente MadamaChips aveva da fare nel suo studio.

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�Tutto sta andando secondo i piani, altrimenti Ron ci avreb-be avvisati�. Gli agitò davanti al volto uno dei vecchi Galeonidell'ES. �Okay, ora ho bisogno dei tuoi capelli, Harry!�.

�Come se non lo sapessi� disse lui amareggiato, strappandosiuna piccola ciocca sulla nuca, �ormai siamo polisucco dipenden-ti�.

Porse i capelli all'amica, che li lasciò cadere nella boccetta.Appena vennero a contatto con la super�cie, il liquido fangosofu sostituito da uno stupefacente e brillante color oro.

�Continuo a sostenere che sei più appetitoso di Goyle, manon lo dire a Ron!� disse lei, ridendo. Era di buonumore. Certo,il piano era suo. . .

�Salute!�. Hermione si tappò il naso e tracannò il contenutodella boccetta. Il suo volto assunse un'espressione disgustata e,quasi immediatamente, i suoi lineamenti divennero sfuocati, ilvolto si modellò come fosse di cera sciolta sul fuoco, si alzò diqualche centimetro, i suoi capelli si accorciarono e si scurirono.

Harry salutò con un sorriso il suo gemello, Hermione saltò nelletto e chiuse gli occhi, avvolgendosi nelle lenzuola. �Sai Her-mione� disse lui, scherzoso �se non dovessi passare i M.A.G.O.,Hollywood ti accoglierebbe a braccia aperte. Sei un'attrice sen-sazionale!�. Rise di gusto.

�Vai� lo incalzò lei, forse un po' seccata per la stoccatina suiM.A.G.O., �e ricordati di controllare il galeone, ti prego!�.

�Ho sempre detto che prendi la tua istruzione troppo sulserio� borbottò Harry, divertito.

Poi si voltò e varcò la soglia dell'infermeria, con la Bacchettadi Sambuco al sicuro nella tasca dei jeans e il mantello in mano.Hermione aveva pensato proprio a tutto.

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*

La porta era aperta e, senza bussare, entrò. Il pub era tornato adessere come lo ricordava: sudicio e deserto, non solo per l'ora.Il pavimento era incrostato dal ritrovato strato di luridume, itavoli di legno erano miseri e disseminati disordinatamente nelpiccolo spazio angusto e opprimente.

Un uomo stava dietro al bancone: il viso rugoso che sembravauna prugna avvizzita, avvolto da quella che pareva una nuvoladi cotone grigio; le sopracciglia folte e aggrottate gli conferivanoun'espressione di perenne disappunto, e la barba lanosa e aggro-vigliata, lunga come quella del fratello, nascondeva al mondo labocca sottile ed i suoi rari sorrisi.

A guardarlo così da lontano, non dava certo una bella impres-sione. Se poi lo si conosceva, pensò Harry, era ancora peggio:tremendamente rude e trasandato, sempre pronto a rimprovera-re con la sua voce rauca e i suoi pungenti commenti sarcastici,pessimista ormai cronico.

Eppure ogni volta, perdendosi nei suoi occhi color del vetro,Harry provava una strana sensazione alla bocca dello stomaco,e sentiva ra�orzarsi dentro di sé la profonda convinzione che,sotto quel groviglio grigio e quelle lenti spesse ed appannate, cifosse un uomo fondamentalmente buono.

Ed allora tutti i suoi difetti passavano in secondo piano.Harry si tolse il mantello con un gesto svelto, ed esclamò:

�Un succo di zucca, per favore!�.

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Aberforth alzò la testa dal boccale e dallo straccio con il qua-le lo stava lucidando, e le sue lenti brillarono mentre sfoderavala bacchetta. Quando lo riconobbe, emise una specie di grugnitoe borbottò: �Potter. . . per quale maledettissimo motivo piombinel mio pub a quest'ora?�.

�Salve Aberforth, volevo un succo di zucca� ripeté Harry.�Non dovresti essere a scuola?� sputò secco Aberforth.�Siamo in gita� mentì Harry.Il vecchio barista rivolse lo sguardo fuori. La via era deserta.

Alzò un sopracciglio, interdetto, e lo guardò interrogativo.Harry si limitò a sorridere e, avvicinatosi al bancone, si

sedette.Aberforth lo squadrò dalla testa ai piedi, poi si arrese e lo

servì. Due minuti dopo, Harry aveva davanti una brodaglia colorarancione. Iniziò a sorseggiarla incerto, sentendosi addosso gliocchi indagatori del vecchio.

�Molto bene, stendendo un velo pietoso sulla tua strafotten-za, ora che ti sei rifocillato, mi fai il favore di spiegarmi perchései qui?�.

�Visita di cortesia . . . � mugugnò Harry tra un sorso e l'altro.�Sì, certo; e hai pensato bene di coprirti con quella diavoleria

di mantello invisibile. Cos'è, fa freddo fuori, o volevi evitare lacalca?�.

�Mi dispiace essere piombato qui così all'improvviso, ma housato il mantello perché nessuno deve sapere che sono venuto�iniziò Harry.

�Ma non mi dire. . . cos'è che vuoi?�.�Be'. . . volevo farle un saluto. . . stavo pensando, non l'ho mai

ringraziata come si deve per quello che ha fatto per me e i miei

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amici�. Possibile che si sentisse sempre così ingessato quandoparlava con Aberforth?

�Sai che non mi piacciono i convenevoli Potter. Ma ho fattoquello che ritenevo giusto fare, niente di più, niente di meno.Anche se, senza dubbio, la tua insistenza è stato un fattoreimportante�. Sorrise debolmente e la sua barba si increspò.

�Perlomeno non avrà più problemi a far uscire il gatto� siscusò Harry scherzando. Sapeva di essere stato la causa di tan-ti inconvenienti, e di avergli fatto tornare a galla tanti bruttiricordi.

Aberforth scoppiò in una roca risata. �Sì, devo ammettereche è un vantaggio notevole, e il mio gatto è molto più felice.E anche non avere più intorno quei brutti ce� e i loro intrugli. . . �. Storse il naso. �Alla �ne ha vinto il bene superiore, non ècosì?� concluse amaro.

Il cambio di tono paralizzò Harry, che non seppe dire nientese non un vuoto già.

Il silenzio tra loro era opprimente, le cose non dette eranoincastrate nelle loro gole e si ri�utavano di uscire.

Harry avrebbe voluto parlare, ma, in fondo, lui e Aberfortherano poco più che due estranei che avevano voluto bene allastessa persona, e che, forse, erano anche stati delusi, dalla stessapersona.

Harry aveva già da tempo capito e perdonato Silente pertutte le verità che gli aveva tenuto nascoste. Anche perché, alla�ne, come sempre, il Preside aveva dimostrato di avere ragionee, cosa più importante, gli aveva dimostrato anche il suo a�etto.Quell'a�etto su cui Harry tanto aveva contato, e di cui tantoaveva dubitato.

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Ma il perdono di un fratello richiedeva molto più tempo,molti più dubbi, molte più lacrime.

�So a cosa stai pensando. Te lo leggo negli occhi, ma nonti devi preoccupare di questo. Non è distruggendo il più grandeMago Oscuro di tutti i tempi che puoi risolvere un vecchio litigiotra fratelli. So che vuoi una rassicurazione, Harry, e io te la darò.Albus è stato spesso tanto generoso con le altre persone quantoè stato egoista e stupido con me, ma gli voglio bene. Però lecose sono complicate e non puoi tentare di risolvere tutto, anchese sei il prescelto�.

Gli occhi di Aberforth brillavano, Harry sapeva che questosarebbe stato il massimo che avrebbe ottenuto da lui.

�Non sono venuto qui per risolvere le cose� borbottò Harry,abbassando gli occhi. Ora più che mai, temeva la reazione delvecchio. Non erano nemici, e non voleva che lo diventassero.

Aberforth lo squadrò con i suoi occhi azzurri ed Harry pro-vò sempre la stessa, stranissima sensazione di vulnerabilità chepercepiva ogni volta che Silente posava il suo sguardo su di lui.

�Cosa devi chiedermi Potter?� fece Aberforth, ritornando alsuo tono decisamente brusco mentre si accomodava su uno deglisgabelli.

�Ho bisogno di un favore�. Esitò, prima di buttarsi de�ni-tivamente nel precipizio. �Ha sentito dell'attacco sul treno edell'intrusione a scuola?� buttò lì, quasi casualmente.

�Sì, ho sentito, gli Auror brancolano nel buio. Baggianatesecondo me, da quando ci sono gli americani, si sono tutti unpo' rammolliti. Non sanno cosa cercano, eppure la questioneva avanti da mesi� rispose il barista, la voce macchiata da unvelato disprezzo.

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�Io so cosa cercano. Cercano me� a�ermò secco Harry.�In che guai ti sei cacciato ancora Potter?�. L'espressione

di Aberforth era confusa ed esasperata.Harry prese un respiro profondo. �Be', in realtà non cerca-

no me, ma una cosa che io possiedo: vogliono la bacchetta diSambuco�.

Solo al sentir pronunciare quel nome, Aberforth quasi caddedallo sgabello. Le vene dei suoi polsi tremarono tanto che Harrypotè quasi sentire il sangue a�uire alla testa, il viso del vecchioera più bianco e pallido della sua barba. I suoi occhi azzurridiventarono umidi e i ricordi lo catturarono, travolgendolo comeun �ume in piena.

�Sei un incosciente! Come puoi portare con te quell'abomi-nio? Scommetto che è lì, nella tua tasca. Esci subito da questolocale! SUBITO!�.

Harry rimase spiazzato, ma non si mosse. Aspettò che l'agi-tazione sul volto di Aberforth si consumasse.

Dopo un po', la sua collera scemò e il vecchio barista sembròrecuperare la sua abituale calma.

�Mi dispiace, Potter. È un argomento delicato. . . Hai in-tenzione di distruggerla, non è così?� domandò, le mascelleserrate.

Harry prese il coraggio a due mani e disse: �No, veramenteno. Non conosciamo quali sono i suoi poteri, e non penso chesolamente spezzandola la bacchetta lì perderà. Ci ho pensatoseriamente e la soluzione migliore è nasconderla�.

�Suppongo che tu abbia già in mente dove . . . � borbottòAberforth. Il blu nei suoi occhi si era solidi�cato come se avessecapito tutto.

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�Sì. E sono qui per questo. Mi permetterà di a�dare labacchetta ad Ariana?�.

Le dita di Aberforth si serrarono ad a�errare l'aria, tantoche le sue unghie si con�ccarono nei palmi. Questa volta nonurlò, si limitò a dire, con voce tremante di rabbia: �Esci. SubitoPotter�. La sua voce era rotta e �ebile, il suo corpo scosso datremiti.

Harry ne appro�ttò per parlare e d'un �ato disse: �Ma per-ché? Non capisce? È la soluzione migliore. . . nessuno potrebbesospettare e, se morirò di morte naturale, la bacchetta perderài suoi poteri. Il cerchio si chiuderà! Non è questo che vuole?�.

�Certo che lo voglio, Potter� riuscì a dire Aberforth. �Manon puoi. Non puoi chiedermi una cosa del genere. Quellabacchetta è stata la causa delle morte di Ariana. Albus la de-siderava tanto che l'ha preferita a sua sorella. Non te ne rendiconto?�.

�Capisco quello che prova. . . anzi, forse non posso capirlo maso per certo che in quegli anni ed in quella situazione, anche suofratello fu una vittima. Una vittima di Grindelwald, esattamen-te come Ariana. Silente subì tutto il fascino della sua follia. Eradebole, come lo era Ariana, ed ha ceduto. Non se lo è mai per-donato. Ma lui voleva i doni per una ragione molto diversa daquella che animava Grindelwald. Sì, lui voleva la pietra, ma perfar tornare indietro i suoi genitori. Voleva il mantello, ma pernascondere Ariana. E se lei si ostina e si obbliga a pensare chelui bramasse il potere più di quanto amasse la sua famiglia, èsolo uno sciocco che tenta di so�ocare una verità che conoscebenissimo. E io non voglio più avere niente a che fare con lei�.

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Harry si girò, stizzito e schiumante di rabbia, e si diresseverso la porta, mentre la speranza lo abbandonava lasciandospazio al crudo risentimento.

�Potter, aspetta�.Harry si voltò, sorpreso.�Vieni di sopra� disse Aberforth secco. Si avviò verso la

scala, ed Harry lo seguì in silenzio.Salendo Harry si a�acciò ad una delle �nestre lungo la scala

e si accorse che era buio, all'esterno di ogni casa di Hogsmeadec'erano zucche intagliate; la luce balenante delle candele al lorointerno fuoriusciva dai raccapriccianti lineamenti.

Entrambi arrivarono nella stanzetta scarna che era stata illoro rifugio tempo prima, e lo sguardo di entrambi si posò sulgrosso quadro sopra il camino spento. Una ragazza bionda edeterea li guardava con occhi benigni.

Harry rimase in disparte, mentre Aberforth si avvicinava asua sorella. Li sentì bisbigliare: probabilmente Aberforth lestava spiegando la richiesta di Harry. Solo quando vide Arianaannuire piano, e suo fratello girarsi verso di lui facendogli cennodi avvicinarsi, Harry li raggiunse.

S�lò la bacchetta dalla tasca dei jeans e gliela porse esitante.Era leggermente luminosa; Harry guardò Aberforth sorpreso.

�Stasera Minami brillerà di nuovo� mormorò l'uomo indi-cando con la mano il cielo.

�Come?�.�Minami, la stella. Oggi è il giorno della seconda apparizio-

ne, per questo la bacchetta brilla�.Harry alzò la bacchetta soppesandola con le dita e ammiran-

do il leggero bagliore. Poi la porse all'uomo.

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Il vecchio la prese tra le mani, incerto. La guardò, con occhiduri e tristi, tanto che per un attimo Harry pensò volesse spez-zarla. Fortunatamente parve non lasciarsi dominare da tuttol'astio che nutriva verso quell'oggetto. Ripresosi, Aberforth tesela mano verso la tela ed appoggiò il palmo con sotto la bacchet-ta sul quadro. Bisbigliò qualche parola, e accadde qualcosa cheHarry non aveva mai visto. La bacchetta passò attraverso latela, ed Ariana la a�errò.

�Credevo che fosse necessario aprire il passaggio . . . � feceHarry, sorpreso.

�Pensavo avessi intuito che questo quadro è molto specia-le. . . e poi, cosa credi Potter? Mio fratello era un genio, ma ionon faccio magie solo sulle capre . . . �.

Sorrisero entrambi e guardarono Ariana che la nascondevanella tasca del suo vestito: la bacchetta era al suo posto, ed eraal sicuro. Il cerchio si sarebbe �nalmente chiuso?

*

Rientrò al castello; gli doleva la testa nel punto in cui il bolidel'aveva colpito: gli era spuntato un bel bernoccolo.

Appena varcata la soglia del grande portone notò subito unaluce diversa dal solito provenire da due grandi zucche posizio-nate ai lati della scalinata: accoglievano i visitatori con occhimaligni e un ghigno disegnato dalla luce che le animava. Siguardò intorno. Ce ne erano altre più piccole, colme di cara-melle e dotate di ali aggraziate, che svolazzavano festose per i

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corridoi in cerca di studenti a cui regalare il loro ghiotto con-tenuto: quest'anno Vitious aveva superato se stesso. Harry, intutti i suoi anni ad Hogwarts, aveva sempre aspettato questa fe-sta con ansia, ma questa volta aveva dovuto pensare a questionipiù importanti, più urgenti.

Per i corridoi non c'era nessuno, erano tutti a gustarsi il ban-chetto che, sicuramente, era magni�co come sempre. Un bronto-lio gli riecheggiò nello stomaco vuoto, il profumo di costolette diagnello che giungeva dalla Sala Grande era irresistibile, ma nonpoteva nemmeno avvicinarsi, teoricamente lui era in infermeria.

Decise di nascondersi in una nicchia dietro ad un'armaturaal primo piano; doveva essere un nascondiglio molto usato da-gli studenti perchè vi trovò alcuni libri, qualche piuma rotta epergamene usate. Agguantò uno dei libri: Tras�gurazione; l'im-magine di Uglick che svaniva nel camino gli apparve nella mente.Le sue parole durante la prova di Ginny avevano scatenato lafrenesia per trovare un modo per nascondere la bacchetta, maora che questo era fatto dovevano dedicarsi a Cinereus: lo stessonome che aveva sentito nella sua visione del vecchio. . . Hermionese ne stava già occupando, ora l'avrebbe aiutata anche lui.

Proprio in quel momento sentì il galeone riscaldarsi tra ledita e seppe che era ora di salire sulla Torre di Astronomia.Uscì dal nascondiglio e percorse frettolosamente il tratto �noalle scale. Bruciava dalla curiosità di sapere il risultato dellapartita, ma se fosse passato in Sala Comune avrebbe corso ilrischio di ritrovarsi davanti un altro sé stesso. Hermione era giàsulla torre, o sarebbe arrivata a breve così da potergli restituirela sua identità. Quando aprì la porta che dava all'esterno unabrezza fredda, preludio dell'acquazzone che stava per scatenarsi,

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scompigliò i suoi capelli.Si guardò intorno: anche la torre era stata addobbata con

alcune zucche decorate che rischiarivano il buio della notte nu-volosa e senza luna.

L'amica non era ancora arrivata; si diresse verso la muratache dava sul lago e, appoggiandosi ai merli, iniziò a �ssare unpunto inde�nito della distesa d'acqua scura. I nuvoloni scuricarichi di pioggia si stavano ammassando nel cielo; in uno deipochi sprazzi ancora liberi il suo sguardo venne attratto quasicon forza da un alone rosso: una stella speciale e bellissima,dominava la scena notturna con la sua magni�cenza; le nubigon�e di pioggia sembravano trattenersi con reverenza per daremodo alla stella Minami di illuminare la terra.

Sentì dei passi e si girò di scatto. �Ginny! Che ci fai qui?Aspettavo Hermione . . . �.

�Madama Chips non ha voluto assolutamente lasciarla alza-re, e le ha somministrato qualcosa per riposare. Poi mi ha dettodi andarmene�.

�Che guaio! Se riprende il suo aspetto naturale . . . �.�Non preoccuparti, mentre la salutavo ho sostituito la poli-

succo al calmante che le aveva prescritto Madama Chips�.�Ingegnoso! E poi sei venuta qui . . . �.�Sono venuta ad avvertirti, non puoi andare in giro per il

castello mentre tutti sanno che sei in infermeria! Ti dispiace?�concluse sarcastica.

�No, anzi. . . � rispose Harry mostrando un grosso sorriso.�Piuttosto. . . com'è andata la partita?�.

�È andata benissimo, abbiamo vinto alla grande! E la tuamissione? È riuscita?� gli chiese lei ammiccando felice.

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�Ho nascosto la bacchetta, è tutto a posto�. Rimase in si-lenzio per alcuni attimi guardando il cielo. �Così mi toccheràpassare la notte nascosto quassù . . . �. Poi qualcosa attirò la suaattenzione.

�Guarda il cielo: ogni tanto tra le nuvole si vede apparireMinami�.

Ginny alzò lo sguardo, i suoi occhi brillarono alla luce dellecandele e Harry ne appro�ttò per tirarla a sè e abbracciarladolcemente.

�Ora mi sento più leggero, era una cosa che andava fatta. . . �.

�Anche io mi sento più leggera . . . � iniziò in un sospiro. �Ache ora abbiamo Difesa lunedì?�.

Solo allora Harry si ricordò dell'esame della ragazza. . . la ten-sione per la sua missione l'aveva fatta passare in secondo piano.Fu talmente spiazzato da quella domanda che non dovette sfor-zarsi molto a �ngere il necessario stupore. �Cosa intendi? Noiabbiamo Difesa le prime due ore, ma tu . . . �.

�Ah bene, allora scendiamo insieme subito dopo colazione!�.�Non capisco . . . �. Harry assunse un espressione imbaraz-

zata.Ginny sorrise e gli scompigliò dolcemente i capelli.�Scemo!� lo canzonò. �Ti sto prendendo in giro. Credevi

non mi fossi accorta che durante l'esame mi stavi seguendo? Tiho visto troppe volte in azione con il Mantello perchè potessiriuscire ad ingannarmi�.

�Ecco io. . . non volevo. . . lo giuro! Il patronus, l'Artiglio. . . �.

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La ragazza sorrise di nuovo e gli posò le labbra sulla guancia.�Grazie. Saperti vicino mi ha dato forza�.

�Mi fai sentire un imbecille�.�Lo sei!� scherzò lei. �Comunque domani mattina usciranno

i risultati in bacheca�.�Come? Non sei ancora sicura di essere passata?�.�Vuoi dire che dubiti del mio esame?� sorrise lei.�No. . . sei stata brava. Anche se avrei preferito che mi avessi

chiesto di aiutarti invece di tenermi all'oscuro di tutto . . . �.�Hai ragione, forse ho sbagliato a non dirti niente. È stata

dura starti lontano e mentirti per così tanto tempo�.�E�ettivamente. . .mi hai fatto penare un bel po'� rispose

con un sorriso Harry �ssandola negli occhi e accarezzandole icapelli.

�Mi dispiace per questo. . .mi sei mancato�.�Anche tu . . . �.Harry sentiva il suo cuore martellare, parlare a Ginny co-

sì vicina lo coinvolgeva quasi dolorosamente, l'aria stessa cherespirava era carica di emozione.

�Sai, a volte ripenso a quanto ti desideravo mentre tu nonmi vedevi o a quando eri troppo preso dalla tua lotta controVoldemort e tutto il suo mondo� iniziò la ragazza.

�Erano altri tempi . . . �.�Ormai ci avevo quasi rinunciato e quando mi hai bacia-

to la prima volta io sono quasi impazzita dalla gioia. Non saiquanto ho so�erto quando mi hai detto che dovevamo lasciarcima. . . sono stata costretta a farlo. Quell'ultimo bacio che ti hodato al tuo diciassettesimo compleanno mi ha dato la forza ditirare avanti per mesi . . . �.

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�Sì, è stato un bacio fantastico� disse perdendosi nei ricordi.�E quando Ron ha spalancato la porta?� continuò Harry, poiabbassò lo sguardo e vide il volto di Ginny: era luminoso ecandido . Voleva dirle quanto fosse bella ma la voce gli vennemeno.

Il chiarore che proveniva dalle candele, mescolato all'alonerossastro di Minami che oscillava da dietro le nuvole esaltava labellezza della sua ragazza conferendole un'aura sovrannaturale,tanto che sembrava risplendere di luce propria: era veramentestupenda.

Le si avvicinò e la baciò con trasporto.Poi il suo profumo, dolce e sensuale, il profumo che lei usava

e che gli faceva venire in mente i �ori selvatici che crescevano in-torno alla Tana, lo assalì arrivando alle sue narici, inebriandolo,regalandogli le stesse sensazioni che provava quando faceva qual-che acrobazia con la sua Firebolt o catturava il boccino d'oro.Solo che questa volta era ampli�cato al massimo.

�Ginny, pensavo al tuo profumo�.�Ma che dici?� chiese lei imbarazzata.�Ti spiego� rispose preoccupandosi che lei potesse spezzare

l'atmosfera che si era creata.Per Harry, quella era magia, la magia di cui parlava Silente:

la più grande di tutte.�Sai, questo non l'ho detto mai a nessuno� a�ermò tenten-

nante, �ma quando Lumacorno ha fatto la sua prima lezione, hapreparato diverse pozioni; io, che non avevo la più pallida ideadi cosa ci fosse nei calderoni, mi sono posizionato vicino a quel-lo che il professore, o meglio, Hermione, ci ha detto contenereAmortentia . . . �.

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�. . . il �ltro d'amore più potente al mondo!�, continuò lei conuna voce che era un misto di sorpresa ed enorme curiosità.

�Sì, proprio quello.� continuò lui. �Ma la cosa che volevodirti è che poi, Hermione, su richiesta di Lumacorno, ha de-scritto le sue caratteristiche. La più importante è che chiunque,davanti a quella pozione, sente un profumo diverso a seconda diquello che più lo attrae e io . . . �, tacque un attimo �ssandolanegli occhi, �io, anche se ancora non ne ero cosciente, ho sentitoil tuo�.

�Il mio . . . � ripeté lei tentennando, con gli occhi umidi e leguance rosse.

�Sì, il profumo della tua pelle; lo stesso che sento ora e chemi sta facendo impazzire�.

Quando Harry pronunciò quelle parole vide Ginny quasi tre-mare dall'emozione, mentre si stringeva più forte al suo corpo,Harry vide qualcosa di diverso nei suoi occhi e anche lei sembra-va diversa, aveva assunto un nuovo atteggiamento più sicuro edeciso e in quel momento si rese conto che erano diventati partel'uno dell'altro.

Tutto ad un tratto iniziò una pioggerella leggera che portavail profumo della foresta. Harry quasi si destò quando l'acquatocco la pelle del suo viso. �Dai, torniamo dentro�. Fece permuoversi, ma Ginny non si spostò di un passo. �Rimaniamo,non mi da fastidio e io. . . io sto bene qui con te�.

Harry non seppe cosa fare: il desiderio che quel momento non�nisse era troppo forte, ma la pioggia aumentava e rischiava didiventare un diluvio.

Prese la bacchetta. �Impervium protego!�. Subito una cap-pa trasparente, come un ombrello gigante, si frappose tra loro e

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la pioggia.�Come hai fatto?� chiese stupita Ginny.�Vitious una volta ha detto quando non sai, improvvisa,

come sono andato?�.La ragazza sembrò colpita e scattò verso di lui, che rimase

sorpreso dal gesto; poi pian piano gli in�lò le braccia sotto lacamicia e s�orò dolcemente la sua pelle.

Harry si irrigidì �Cosa fai?�.�Ssshh . . . � sussurrò lei premendogli un dito sulle labbra.Lo provocava e lui, rigido e impacciato, non muoveva un mu-

scolo; ad un tratto, gli occhi della ragazza ebbero un guizzo mali-zioso ed esclamò: �Questa pioggia fa troppo rumore�. Estrasseuna mano dalla camicia del ragazzo, prese la sua bacchetta emormorò: �Acuisces�.

La torre divenne subito silenziosa.Harry rimase imbambolato mentre Ginny lo guardava con

occhi sornioni allontanandosi da lui; un brivido gli percorse laschiena, la ragazza esibiva un sorriso malizioso. Si chiese cosale stesse passando per la testa.

Ginny fece un movimento con la bacchetta e la camicia diHarry si s�lò dal suo corpo.

�Che fai? Così giochi sporco, stai usando incantesimi nonverbali!�.

Lei sorrise e gli mostrò la lingua; poi, con un altro abilemovimento, gli levò anche la maglia: rimase a torso nudo.

Harry, a quel punto, stette al gioco e brandì anche lui labacchetta. �Accio blusa di Ginny!�.

Ma lei fu più veloce. �Protego� replicò, mandando a vuotol'attacco poco convinto di Harry.

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�Allora è la guerra che vuoi?� disse lui e con una fulmineamossa senza dir niente s�lò sia la veste che la camicia a Ginny.

�Harry!� esclamò lei, ma lui la �ssava inebetito come se fossestato colpito dal �Petri�cus Totalus�; ai suoi occhi era semplice-mente stupenda: �ne e gentile nelle forme, il suo corpo seminudoera perfetto, il colore chiaro della sua pelle la faceva sembravauna ninfa, tanto era candida. Il suo corpo risplendeva nono-stante i nuvoloni avessero oscurato Minami e le altre stelle nelcielo.

Lei arrossì, abbassò lo sguardo e, senza dire nulla, lo abbrac-ciò.

Il contatto della loro pelle fece provare a Harry un brivido dipiacere: le loro labbra si s�orarono, lui l'accarezzò dolcementepoi la passione li vinse, e lei posò delicatamente la mano sullacintura del ragazzo.

�Ti desidero Harry, come non ho mai desiderato nessun'al-tro�.

�Anche io, Ginny. . .ma sei davvero sicura?� chiese Harrycon un brivido.

�Sì. Non so cosa accadrà domani. Voglio che tu sia mio persempre.� gli disse guardandolo negli occhi.

�Non dire cosi. . . io ti amo e impazzirei se non ti avessi almio �anco� rispose Harry �ssandola a sua volta.

Lei sostenne il suo sguardo e poi, in risposta, gli accarezzòil viso. �Harry, sono sicura� gli sussurrò all'orecchio facendolofremere ancora di più.

Harry non seppe resistere, la baciò appassionatamente e lastrinse a sé.

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Capitolo 18

TITOLO DA

DECIDERE

Era molto presto quando Harry riuscì a liberarsi dalle oppri-menti cure di Madama Chips. Entrare all'alba in infermeriae prendere il posto di Hermione non era stato neanche lonta-namente di�cile quanto uscirne legittimamente con la propriaidentità. L'infermiera era sempre molto premurosa, ed Harry,per evitare una dose di sciroppo che voleva fargli ingurgitarecon forza, dovette impegnarsi parecchio; malgrado lo stato diperfetta salute, lei continuava a vedere in lui un malessere daaltro-giorno-in-infermeria.

Uscendo da quella stanza si sentiva ancora euforico per quel-lo che era accaduto la sera prima, ma un leggero imbarazzo

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cominciava a tormentarlo; il pensiero che di lì a poco avrebbeincontrato Ginny lo agitava.

Arrivò velocemente nell'Atrio, dove doveva esserci la bachecacon i risultati. Non avrebbe mai pensato di trovare qualcuno lìa quell'ora, ma si sbagliava.

La longilinea �gura di Draco Malfoy stava guardando at-tentamente il tabellone. Indossava il mantello da viaggio giàaccuratamente allacciato.

Non capiva cosa ci facesse lì abbigliato di tutto punto peruscire.

Si avvicinò lentamente guardando nella stessa direzione delSerpeverde; tra le ordinate righe del tabellone lesse:

Malfoy Draco ha superato i M.A.G.O. del settimo anno, risul-ta pertanto diplomato a tutti gli e�etti alla Scuola di Magia eStregoneria di Hogwarts.

Harry rimase senza �ato.Draco si voltò verso di lui. �Che c'è Potter? Problemi?�. Poi

tornò a guardare il tabellone. �Tranquillo. . . la tua �danzatinaha superato gli esami. . . non stare in pena!� concluse con unapunta di spavalderia nella voce.

Harry non si lasciò provocare, conosceva già l'esito dell'esamedi Ginny ed in quel momento nella sua mente c'era posto soloper quello che aveva appena scoperto.

�Ma tu. . . hai . . . � tentennò.�Non riesci neanche a parlare? Certo. . . ho sostenuto gli esa-

mi di ottobre� disse. �L'anno scorso io ho studiato . . . � persela frase tra chissà quale pensiero.

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�Quindi tu adesso . . . �.Nuovamente Draco lo anticipò. �Io adesso me ne vado. . . lascio

questa scuola�. Poi si avvicinò osservando l'espressione stupi-ta di Harry. �Ti sembra una cosa così strana voler lasciareHogwarts?� disse con la voce che iniziava a spezzarsi.

Solo un paio di mesi prima, Harry aveva ri�ettuto sul fattoche alla �ne dell'anno sarebbe stato costretto a lasciare la scuola.Per lui era un fatto ineluttabile, ma doloroso.

�Non ti viene in mente che, forse, non per tutti queste murahanno lo stesso signi�cato che hanno per te?�. Si stava alterandosenza motivo. Harry aveva come l'impressione che qualcosa diprofondamente represso stesse cercando di uscire allo scoperto;Draco aveva passato degli anni terribili. Probabilmente non alpari di Harry, ma quella storia aveva segnato profondamenteanche la sua vita.

�E quando pensi . . . ?�.�Subito� rispose prima che fosse completata la domanda.

�Ho già fatto portare alla stazione i bagagli. . . il treno parte trapoco�.

Draco Malfoy stava lasciando Hogwarts per sempre.Il Serpeverde diede le spalle ad Harry, per dirigersi verso il

portone d'ingresso.�Aspetta. . . che farai ora?�.�E che t'importa?�. Tornò a guardare Harry. �A chi im-

porta? Non importa nemmeno a me! Mi basta lasciare questoposto, i professori, quegli odiosi quadri petulanti. . . e mi bastalasciare te, Harry Potter!�.

�Ma cosa dici, Malfoy?�.

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�Non capisci cosa signi�ca per me tutto questo? Non capisciche dolore mi provoca?�.

�Non puoi parlare così. . . dopotutto hai vissuto sette anniqui . . . �.

�E allora? Che senso hanno avuto questi sette anni? Per meadesso non hanno alcun senso. . . per me adesso nulla ha senso!Tutto quello in cui ho sempre creduto ora non vale niente! Hosempre cercato di comportarmi come era richiesto a un magodel mio genere. . . e adesso?�.

�E come ti era richiesto comportarti? Cercare di ucciderequelli che credevano in te?�.

�Certo che no! E poi, secondo te, io veramente avrei avutoil coraggio di uccidere Silente?�.

Harry non seppe rispondere.Per mesi si era posto quella stessa domanda: se Piton non

fosse intervenuto, Malfoy sarebbe andato �no in fondo?�Come avrei potuto uccidere Silente? È impossibile solo pen-

sare di conoscerlo veramente e. . . e decidere di ucciderlo. Crediche abbia contato qualcosa solo per te?�.

�E non potevi chiarirti le idee un po' prima? Se due anni faavessi fatto questo discorso chiaro . . . �.

�Taci� sputò. �Tu non puoi nemmeno tentare di capire . . . �.Poi raggiunse l'entrata e tirò il portone di quercia. L'aria

esterna entrò violenta e fredda. Ma Harry non la sentì, il geloche provava in quel momento era molto più intenso. La nebbiamattutina che ricopriva il parco iniziò ad insinuarsi all'interno.

Draco mosse un passo fuori dal portone, sembrò so�ermarsiquasi volesse aggiungere qualcosa, ma poi continuò a cammina-re.

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Harry corse sulla porta. �Aspetta!�.Malfoy si bloccò sull'ultimo gradino e si girò, i suoi occhi

erano ricoperti da un velo di lacrime.�Tutto a posto tra di noi?�.�Potter, tra di noi non sarà mai tutto a posto�. Si asciugò

gli occhi. �Maledetta nebbia� si giusti�cò.�Come potrà mai essere tutto a posto?� sembrava quasi par-

lare a sè stesso, strinse i pugni. �Anche l'intervista su Piton . . . �alzò gli occhi su di lui.

Lo sguardo si indurì. �Tu sei la causa di tutti i miei guai, giàquesto è duro da accettare. Ma dato che tu sei Harry Potter,come se questo non bastasse, hai dovuto anche salvarmi la vitae, perciò, sarò costretto ad esserti sempre riconoscente� fece unasmor�a. �Ed è questo che non riuscirò mai a sopportare!�.

Harry non ne era totalmente sicuro, ma quello che avevadetto Draco poteva sembrare un ringraziamento. Quello eraprobabilmente il massimo di gratitudine che poteva aspettarsida lui.

Finalmente ebbe l'impressione che Draco stesse per esplode-re e tirare fuori tutte le so�erenze provate negli ultimi mesi. Masapeva benissimo che se c'era una cosa che quel ragazzo sapevafare maledettamente bene era contenersi. Questi voltò per l'ul-tima volta le spalle al castello senza guardarsi indietro, e presea scendere dalla collina. Ben presto la nebbia lo inghiottì total-mente. Harry lo guardò sparire mentre lasciava Hogwarts perchissà quale meta, mentre lasciava la sua vita per cercarne unanuova.

Non gli sarebbero mancate le sue frecciatine, i loro contra-sti. . . quelli no, in ogni caso Malfoy rimaneva una persona sgra-

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devole e indisponente. Tuttavia i recenti avvenimenti gli ave-vano fatto capire che, in fondo, non erano poi tanto diversi;Draco era solamente nato nella famiglia sbagliata. Fu così chela nostalgia e la compassione per quello che era il suo miglior ne-mico, allo stesso tempo arrogante e fragile, attenuarono la gioiadirompente provata la sera prima.

Le loro strade si dividevano: Malfoy intraprendeva la stradadella maturità, la strada che lo avrebbe portato ad un lavoro,ad una vita diversa. . . e lui?

Un lavoro ce l'aveva già, quello di Auror, ma per poter af-fermare di esserlo a tutti gli e�etti doveva completare l'ultimoanno scolastico.

Non seppe mai quanto rimase lì, immobile, senza fare casoalle dita che si intorpidivano poco a poco, mentre cercava dicogliere uno scintillio di capelli biondi tra la nebbia mattutinache avvolgeva il parco. Si riprese quando una piccola folla distudenti iniziò ad assieparsi intorno al tabellone, tutti curiosidei cambiamenti che ci sarebbero stati. Si intrufolò anche lui inmezzo agli altri per dare una scorsa ai risultati: oltre a quelli diGinny e Malfoy altri nomi spiccavano tra le �le dei promossi ailoro rispettivi anni. Persino Pansy Parkinson aveva conseguitoi M.A.G.O. insieme ad altri Serpeverde, qualche Corvonero eun Grifondoro, Seamus Finnigan. Anche lui avrebbe lasciato lascuola.

Notò in�ne, con grandissimo stupore, che aveva sostenuto esuperato l'esame anche Luna.

A questo punto lui, Ginny, Ron, Hermione, Neville e Lunasi trovavano allo stesso anno.

Sorrise.

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Era l'ultimo anno per tutti e il capitolo Hogwarts, che erastato e probabilmente sarebbe rimasto uno dei più belli dellasua vita, si stava avviando alla conclusione. La divisa scolasticaormai gli andava stretta, in tutti i sensi.

Il vento gelido continuava a battergli sulla schiena: il portoneera ancora aperto. La nebbiolina �ne, che si insinuava dentroil castello, dava un'aria tetra all'Ingresso. Raggiunse la pesanteanta e la richiuse con tutte le sue forze.

Lo stomaco reclamò la sua attenzione con un cupo brontolio,distogliendolo dalle sue silenziose considerazioni; Harry si diresseverso la Sala Grande.

L'esito degli esami aveva animato notevolmente, nel benee nel male, l'atmosfera �acca che caratterizzava le quotidianecolazioni. Un chiacchiericcio eccitato dominava la Sala seguitoda abbracci e commozione; solo Pansy Parkinson era scossa dasinghiozzi senza controllo.

Dai brandelli di conversazione che riuscì a cogliere, Harrycapì il motivo del pianto irrefrenabile: Draco se n'era andatodal castello senza di lei. Questo confermò quello che aveva pen-sato poco prima: il ragazzo voleva tagliare per sempre dalla suavita tutto ciò che riguardava la sua permanenza a Hogwarts, leicompresa.

Pansy fulminò Harry con lo sguardo quando si accorse chela stava osservando, mentre le sue amiche ricambiarono con unghigno.

Si avvicinò al tavolo dei Grifondoro dove poco più in là Sea-mus stava salutando i compagni che si congratulavano con lui.Harry si sedette al solito posto, avrebbe salutato il compagno

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nel dormitorio più tardi. Era stanco. Le sue gambe eranoincredibilmente pesanti. Non aveva dormito.

�Guarda che Madama Chips ti dà ancora la caccia�.Ron si era avvicinato, buttando svogliatamente la borsa a

terra.�Eh? Ah. . . si?� balbettò impacciato. Per un attimo aveva

temuto il peggio.�Pensavo fossi ancora in infermeria ed ero venuto per vede-

re come stavi, ma Madama Chips mi ha accolto con un cer-to. . . disappunto� continuò Ron inarcando le sopracciglia persottolineare l'ultima parola. Iniziò a servirsi di uova e pancetta.�Come hai fatto a svignartela?�.

�In e�etti pensavo che non ce l'avrei mai fatta. . .ma appenaè entrata nel suo u�cio, ne ho appro�ttato!� disse compiaciuto.

�E il resto. . . com'è andato?� chiese l'amico abbassando lavoce.

�Il resto? Ehm. . . benissimo, tutto benissimo!� rispose Har-ry cercando di rimanere impassibile. Faceva fatica a portareavanti quella conversazione, doveva pesare accuratamente le pa-role oltre che controllare le sue espressioni; la sua risposta peròsoddisfece pienamente Ron che si servì sereno di un abbondantepiatto di porridge. Continuarono a mangiare in silenzio, ognunoimmerso nei propri pensieri. Cercava di ri�ettere ancora sulleparole di Draco ma, adesso che era seduto alla lunga tavola deiGrifondoro, non riusciva a concentrarsi su altri che non fosseGinny.

Era talmente assorto che non si accorse che lei ed Hermioneerano entrate in Sala Grande.

Deglutì forzatamente e si alzò di scatto.

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�Ma che ti prende?� chiese allarmato Ron, alzando la testadal piatto. �Ah. . . sono arrivate�.

Harry incrociò lo sguardo di Ginny e sentì lo stomaco con-torcersi.

Ora la guardava sotto un'ottica diversa, tra loro si era crea-ta un'intesa molto più profonda, erano diventati estremamentecomplici. Sentì improvvisamente caldo quando lei appoggiò lelabbra sulla sua guancia per salutarlo.

Il ricordo della sera prima, ancora molto vivido, fu o�uscatoper un istante dal burrascoso arrivo di Hermione.

�Buongiorno!� li salutò. �Pronti per il ripasso domenicale?�chiese ammiccando.

�Hermione, siamo appena a Novembre, e ieri è stata unagiornata devastante, risparmiaci!� disse Ron, cercando in Harrye Ginny degli alleati.

�Questa mattina sono sceso presto, volevo leggere i risultatidegli esami, e ho visto Draco che lasciava la scuola�.

�Anche Draco ha sostenuto gli esami? Veramente?� chieseHermione, sorpresa.

�Sembra quasi che ti dispiaccia� le disse scocciato Ron. �Beh,a me no! Ha sempre dato un sacco di fastidio, e poi. . . conHyde sempre tra i piedi sarà come se Malfoy non se ne fossemai andato, temo. Non credi, Harry?� concluse, con rinnovatolivore.

�Sì . . . � rispose distrattamente Harry.�Andiamo a salutare i ragazzi che se ne vanno?� propose

Ron.�Io vado in biblioteca. E voi ricordate che avete un mucchio

di compiti da fare. Io vi ho avvertiti!�. Puntando il dito contro i

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tre, si dileguò tra i tavoli della Sala Grande. Rimasero silenziosi,guardandosi negli occhi.

Harry sapeva benissimo che, dopo un'a�ermazione del gene-re, non gli restava altro che aprire i libri e studiare; ma pensòbene di ignorare il senso di colpa e godersi la domenica.

*

Man mano che passavano le settimane, Harry non faceva qua-si più caso alla mancanza dei molti alunni che avevano decisodi terminare anzitempo l'anno scolastico; altri e più spassosipersonaggi si erano aggiunti ad animare le lezioni. I commen-ti di Luna su improbabili congiunzioni astrali durante l'ora diAstronomia o il continuo stuzzicarsi di Ginny e Ron rendevanole lezioni molto più leggere.

Solo Hermione pareva non godere dei cambiamenti; volevascoprire qualcosa di più su Uglick e non faceva altro che ripeterela sua solita tiritera: i M.A.G.O. si stanno avvicinando. Tuttele materie si stavano rivelando sempre più complesse e di�cilida gestire, man mano che procedevano col programma.

�Potter, fai attenzione per piacere!�. Il rimprovero della pro-fessoressa Sprite lo fece sobbalzare in modo colpevole. A nullaservì il suo tentativo di riconcentrarsi sulle Cynoglosse, piantineesili color ambra, rimedio e�cacissimo contro la spruzzolosi, chedovevano inna�are con cura: lo scoppio di risate arrivò fragoro-so e irritante. Come poteva prestare attenzione ora che Ginnystava nella sua stessa classe?

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Harry guardò Ron, come per scusarsi, ma l'amico era tuttopreso dal suo compito per eseguire esattamente ciò che Hermionegli sibilava all'orecchio. Il ragazzo sapeva bene che una mancataesecuzione voleva dire un voto molto, molto scarso.

A malincuore tornò a �ssare la sua Cynoglossa; Harry nonriusciva proprio a concentrarsi.

Fortunatamente, l'ora �nì presto e i ragazzi cominciarono araccogliere le proprie cose e a imbacuccarsi con sciarpe e mantellipesanti per ripararsi dal vento gelido.

Harry tenne la porta della serra aperta per lasciare passarei tre amici; si diressero veloci verso il portone di quercia.

�Una lezione inutile!� sbottò Ron, una volta varcata la so-glia, togliendosi la sciarpa rosso e oro. �Buona solo a farci pren-dere il ra�reddore. . . � ma venne fulminato da un'occhiata diHermione.

�Ci sarà sicuramente nell'esame dei M.A.G.O.!� esclamò con-trariata la ragazza.

�Io ho appena �nito gli esami, per un po' non voglio sentirneparlare!� intervenne Ginny, agitando la rossa chioma per toglierealcune foglie che erano rimaste impigliate.

�Aspetta, ti aiuto io!� si o�rì Harry, avvicinandosi.�Lascia perdere i miei capelli. . . non dovresti andare, piutto-

sto?� lo rimproverò lei, guardandolo di traverso mentre termi-nava da sola l'operazione.

�In che guai ti sei cacciato, questa volta, Potter?� lo canzonòRon, con una vocina in falsetto che assomigliava in manierasorprendente a quella della Preside.

�Di cosa state parlando, voi tre?� si informò Hermione,curiosa.

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Harry sapeva che non le piaceva venire a conoscenza dellenovità dopo gli altri, ma non aveva voglia di sorbirsi una ra-manzina per il fatto di essersi dimenticato di lei, quindi le spie-gò velocemente la situazione, senza darle il tempo di replicare.�Stamattina ho trovato nel tuo canguro un messaggio di King-sley. Mi pregava di raggiungerlo nei sotterranei subito dopo lalezione di erbologia. Mi è passato di mente� troncò subito.

Ma non era la frase giusta da dire.

�Certo, ormai pare che tu abbia solo. . . altro, per la testa�brontolò.

Sembrava sapesse. Possibile che Ginny avesse già spi�eratotutto?

Questa volta fu il turno di Ron di non comprendere ciò dicui stavano parlando; la bocca semi-aperta e lo sguardo un pòperso erano segni inequivocabili. Deciso a non o�rire il �ancoper altri eventuali a�ondi, Harry chiuse la questione sostenendodi essere già in grave ritardo. Senza ulteriori indugi, si dileguòoltre il portone e scese a passo di marcia verso i sotterranei.

Percorse per qualche metro il lungo corridoio illuminato da�oche torce opalescenti, �nchè non vide un'aula aperta: il Mini-stro della Magia si era accorto di lui e gli stava venendo incontrocon la mano tesa.

La stanza era desolante, senza alcun mobile, per fortunache il camino situato nell'unica rientranza in fondo alla stanzaospitava un fuoco scoppiettante.

�Harry tutto bene?� chiese tendendogli a sua volta la mano.

�Diciamo di sì . . . � fece, stringendola.

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�Devo parlarti Harry. . . ci sono brutte notizie� disse con vo-ce ferma. Si avvicinò al camino e appoggiò una mano sullamensola.

Harry rimase in silenzio mentre Kingsley sospirò sonoramen-te.

�Lo scorso cinque Settembre, quando Minami ha brillato laprima volta, non è stata solo Hogwarts a subire un attacco�.

Il ragazzo trattenne il �ato: era accaduto qualcosa di grave.�Quattro Auror, in missione, hanno perso la vita, uccisi bru-

talmente�. Sì girò e lo guardò negli occhi. �Stavano seguendouna pista, e vista la �ne che hanno fatto, doveva essere buona.È stata una tragedia. Ho dovuto informare le famiglie, è statodavvero penoso. Gli Auror avevano tutti moglie e. . . due di loroanche dei �gli� scosse la testa, quasi volendo cacciare il doloredalla sua espressione.

Il ragazzo fece un paio di passi indietro appoggiando la schie-na al muro.

Orfani! pensò stringendo i pugni con rabbia. Stava acca-dendo di nuovo: sangue innocente e so�erenza stavano ricomin-ciando a dilagare nella comunità magica.

�Non te ne ho parlato prima perché non volevo distrartidai tuoi studi, ma ora. . . vedi, ad Halloween, quando Minamiha brillato di nuovo, eravamo all'erta, tutti gli Auror erano inservizio. C'era una squadra intera appostata nel luogo in cuiabbiamo trovato i corpi dei nostri colleghi l'ultima volta. Nonavevamo nessun indizio su dove iniziare le ricerche e, anche se leprobabilità erano scarse, abbiamo pensato che avessero ancoraqualcosa in sospeso�.

�E avete visto giusto?�.

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�In e�etti è apparso un mago, nello stesso esatto luogo e nelpreciso istante in cui Minami era al massimo della sua lumino-sità�. Si fermò, sembrava esitasse ad arrivare al nocciolo deldiscorso.

�L'avete preso?�.�No. . . ci è sfuggito, però. . . però l'hanno riconosciuto�.L'attesa stava diventando snervante. �Arriva al dunque, chi

era? Racconta�.�Scusa, è che non trovo le parole. Quel mago era il professor

Uglick, era dal giorno in cui ha lasciato la scuola che non aveva-mo sue tracce, ed ora è riapparso proprio in quel punto. C'eranomolte voci sul suo conto. . .ma Minerva era così sicura. . . temoche farlo insegnare in questa scuola sia stata una mossa più cheavventata�.

�Non mi è mai piaciuto quel professore. . . � cominciò titu-bante cercando di non lasciar trapelare tutti i suoi sospetti �siè comportato in modo strano �n dal primo giorno. �.

Il Ministro lo �ssò attentamente facendogli capire che avevaattirato la sua attenzione, ma Harry non voleva scoprirsi troppo.

�Ma come posso io. . . � un groppo in gola gli bloccò la vo-ce. �Ma come posso io starmene qua a perdere tempo sui libriquando fuori succedono queste cose? È chiaro che anche io faccioparte di questa faccenda. . . io. . . o quello che vogliono da me�.

�Harry. . . tu non stai perdendo tempo. E soprattutto nonvoglio avere un bersaglio come te in giro per il mondo. Anche sehai ragione su una cosa: fai parte della faccenda, e per questovoglio che tu sia pronto� riprese il Ministro appoggiandogli unbraccio sulle spalle �Abbiamo allora pensato di farti fare un po'

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di esperienza con i migliori e potrebbe esserci qualcuno che nonapprezzerebbe questo scambio di sapere tra popolo e popolo�.

Harry capì che si riferiva agli americani.�Abbiamo pensato che il professor Willis potrebbe adde-

strarti mentre gli altri Auror sono impegnati nelle indagini�abbozzò un sorriso poi continuò �Comunque, bando alla ciance,ho poco tempo e parecchie raccomandazioni da farti�.

�Pensavo me le avessi fatte tutte ormai� intervenne Harry.�Quasi� lo rassicurò Kingsley. �Ora. . . voglio che tu capisca

un paio di cose: Willis è un americano e quindi non sappiamoche tipo di addestramento abbia in serbo per te. Se ti sembrache le sue prove siano troppo dure e pericolose, avvertimi. Cisono dei regolamenti da rispettare e non posso permettere cheHudson faccia qualcosa d'illegale. Mi sono raccomandato anchecon lui�.

�Non è permesso a Willis portarti a spasso con scope o cosesimili. Se la S.M.S. si svolge fuori dai con�ni di Hogwarts èbene che il Ministero sia avvisato della vostra meta e durata delviaggio�.

�Una S.M.S. ?� chiese Harry curioso.�Una Spedizione Magica Segreta rispose sorridendo il Mini-

stro. �È chiaro, Harry?� continuò poi, �ssandolo negli occhi.�Chiaro� annuì Harry, sostenendo lo sguardo e mettendo da

parte a malincuore l'idea di farsi insegnare qualche trucchettodi volo da Willis

I due si scrutarono per un attimo; poi Kingsley sorrise e siavviò verso il camino.

�Devo scappare, adesso. Sono in ritardo alla riunione con icapi settore. . . penso che troverai il professor Willis nel suo uf-

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�cio� esclamò Kingsley, prendendo della Polvere Volante da unsacchetto sopra il camino. �Stammi bene Harry, e non cacciartinei guai! �.

�A presto� salutò Harry.Kingsley sparì in una vampata smeralda.Harry uscì dal sotterraneo richiudendosi la porta alle spalle.

Salì in fretta gli scalini, sbucando nella Sala d'ingresso nellasperanza di trovare Ginny, Ron ed Hermione lì ad aspettarlo,ma la trovò vuota fatta eccezione per un ragazzo riccioluto cheappendeva a colpi di bacchetta un messaggio in bacheca.

Avrebbe voluto poter dire agli amici che andava da Willise perché, ma sicuramente erano già in aula e lui non volevaattirare l'attenzione entrando a lezione iniziata.

Arrivato nel corridoio del terzo piano lo trovò totalmentebuio, l'unica fonte di luce era quella proveniente dall'u�cio diWillis attraverso la porta socchiusa. Si avvicinò con caute-la, tenendo la mano appoggiata al muro, per non inciampare.Sentì chiaramente la voce del professore e un'altra cantilenanterispondergli.

�Sempre così catastro�co, eh?�. Il sarcasmo nella voce diWillis si poteva quasi toccare con mano.

�Il tempo d'agir ti è stato concesso,ma tu non hai fatto nessun progressova' a �darti di un mago scelleratonon se ne avrà niente di guadagnato�.

�Certo, certo! Non capisco proprio perché perdo tempo adascoltarti � riprese Willis, alzando la voce.

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�Mentre tu rimembri a ciò che egli videGiano il Bifronte si è voltato e ride:pensavo che tu fossi un mago abile,non uno ignorante e vulnerabile�.

�Io vulnerabile?� domandò esterrefatto Willis, quasi come sefosse stato colto alla sprovvista. Harry, che ormai era vicinoalla porta, si allungò per poter sbirciare nella fessura. Il man-tello turchese di Willis gli copriva gran parte della visuale. Sullaparete a destra del professore, l'unica visibile, un enorme posterlo ra�gurava in tenuta da Quidditch mentre compiva spettaco-lari giravolte e diversivi. Harry non riusciva a scorgere il suointerlocutore.

�NON HO MAI PERSO UNA BATTAGLIA! DEVE AN-CORA NASCERE IL MAGO CAPACE DI METTERMI ALTAPPETO!� l'improvvisa ira fece sobbalzare Harry, tanto cherischiò di appoggiarsi alla porta e spalancarla.

�Il Sacro Fuoco sempre di più brucia.Lo scopo raggiungerà con ferocia.Non ti cullare sulla dotta pianta,la promessa può essere infranta.

Harry sentì i passi del professore percorrere la stanza verso laparete opposta dove si apriva una piccola porta. Il ragazzo videche non c'era nessuno a parte il professore e. . . il suo cilindroviola. Era proprio quest'ultimo che fremeva e si contorceva soprala scrivania del professore.

�La tua insolenza lascia senza �ato,

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continua così e verrai rimpiazzato,e adesso dove vorresti scappare?Non ho ancora �nito di cantare!�.

�Adesso devo dirti anche quando vado in bagno? Chi sei tu?La mia balia o il mio cappello? Quando avrò bisogno di cartaigienica te lo farò sapere!� sbottò Willis sbattendosi la porta allespalle. Harry avvicinò ulteriormente l'occhio alla fessura. Stavapensando a cosa fare quando. . .

�Entra Harry Potter, non tergiversare;credimi, non fa bene tentennare.Dal mio teso canto sei stato attrattoe adesso ti avvicini di soppiatto�.

Harry si guardò ai lati e alle spalle, poi, non potendo far altro,spinse la porta ed entrò nell'u�cio. Numerose lampade ad oliorischiaravano un ambiente che di u�cio aveva poco. Le paretierano costellate di cartine geogra�che con numerose spille rosseferme in alcuni punti. Sulle spille pendeva un cartellino con unnome. Harry si chiese se erano maghi pedinati dal professore odal M.B.I stesso.

�Scusi!� cominciò a bassa voce tentando di giusti�carsi. �Do-vevo vedere il professor Willis e . . . � ma il cilindro lo interruppecontinuando il suo canto.

�Dal genio di un grande mago son natoe da quel momento mai ho sbagliato.In America ho ottenuto esperienzain Inghilterra porto conoscenza�.

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Harry fece qualche passo incerto verso la scrivania. Il Cilindropiroettò due volte su se stesso, poi proseguì.

�Non mordo mica, non aver paura,per bocca ho solamente una fessura.Son detentore di grandi abilitànessuno al mondo ne ha neppur la metà�.

�Maghi potenti bramano di udirema non a tutti spetta di riusciresolo un mago giovane e beniaminofa al caso del Cilindro Canterino�.

Il cilindro tacque rimanendo immobile. Harry si guardò intor-no preoccupato. La porta dietro cui era sparito Willis non siaprì come sperava, e fu costretto a volgere l'attenzione verso ilcilindro.

�Le verità non saranno celatema le risposte che cerchi svelate,tutte le porte ti si schiuderannoe ti sarà rivelato ogni inganno�.

Risposte? Cosa sapeva il cilindro? Harry deglutì arretrando diun passo.

�Se senza di�dare mi indosseraison sicuro che mai te ne pentirai,per te solo intono il sublime cantoperché per te sia motivo di vanto�.

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�La tua decisione non rinnegheraiperché ciò che ti spetta scopriraiUglick per te ora è un grande mistero,insieme scopriremo chi è davvero�.

Harry rimase perplesso, come faceva il Cilindro Canterino asapere di Uglick e che cercava notizie su di lui?

�Il Sacro Fuoco truce su Hogwarts brucia,da lunghissimo tempo ormai si crucia.Se noi due una cosa sola saremoson convinto che lo paleseremo�.

Harry rimase estrefatto sembrava che il Cilindro gli leggesse nel-la mente e che rispondesse alle sue domande inespresse. Nonsapeva cosa fare. Forse, per la prima volta, avrebbe avuto l'oc-casione di snodare gli enigmi e i misteri che lo perseguitavanodall'estate, magari sapere cosa signi�cavano le visioni che avevaavuto. Aveva tutto ciò a portata di mano?

Si guardò intorno ancora una volta. Il professor Willis neiposter sfrecciava tra le nubi inseguendo il boccino d'oro senzaprestargli la minima attenzione. Sarebbero bastati pochi attimiper in�larsi il cilindro in testa e ascoltare ciò che aveva da dire.

�Un dono speciale ti voglio fare,a�nché di me ti possa �dare.Là l'instabilità potrai osservare,in colui che si è deciso a scappare�.

�I congiunti doppi e da odio legati,

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Li hanno per l'eternità condannati.Intelletto d'uomo e forza bestiale,lo rende pericoloso e mortale�.

�Ad Hogwarts dimora e custodisce,ciò che allo stregone il sangue unisce.inchiodato sempre sta nel suo posto,non si può di certo abbatterlo tosto�.

�Il tuo sguardo carico d'attenzionerivela un'imminente evoluzionesu, dài, allunga le mani e a�erramiponimi sul giovin capo e serrami�.

Harry allungò le braccia per a�errarlo, appoggiò i polpastrellisul tessuto lucido e uno strano brivido lo percorse risalendo lebraccia e propagandosi per il corpo. Lo a�errò portandolo sopradi sè quando. . .

�Potter!�.Harry sobbalzò rimettendo a posto il cilindro.�Non credo di averti dato il permesso né di entrare né di

toccare le mie cose� disse Willis perentorio.�Mi scusi. . . ho sentito una voce. . . credevo che . . . �.�Credevi. . . che?� chiese dirigendosi nervosamente verso il

cappello e a�errandolo dalla scrivana.�Che . . . � Harry divenne paonazzo non trovando una scusa

plausibile ma il professore non sembrava interessato alla suarisposta. Dopo aver rigirato il Cilindro più volte nelle ma-ni ed evidentemente accertato l'integrità, la sua espressione sirasserenò.

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�Bando alle ciance, abbiamo cose più urgenti da fare�. Poisorrise tornando il professore accomodante di sempre. �Seipronto ad allenarti con me?�.

�Ehmù o meno. Comunque si, sono pronto� rispose Harrylanciando un occhiata al cilindro, che però rimase immobile efermo nelle mani del proprietario.

�Benissimo, allora direi che potremmo vederci sabato pros-simo� fece l'americano calcandosi il cilindro sul capo �Ora ciaspettano a lezione, vieni!�.

Harry seguì il professore giù per le rampe di scale e i cor-ridoi. Nella sua testa continuavano a rimbombare le parole delCilindro. Come poteva sapere tante cose su Uglick? Che legameaveva il Cilindro americano con il vecchio professore?

�Bene Potter. Riscaldato la bacchetta?� chiese il professorWillis appena fuori dall'aula.

�Come?�.�Oggi niente noiose spiegazioni!� rispose senza dare altri

dettagli.Entrando nell'aula di Difesa Contro le Arti Oscure si sorpre-

se trovando tutti i compagni in piedi in fondo all'aula. Banchi esedie non c'erano più, unico pezzo d'arredamento era una peda-na appositamente disposta nel punto in cui normalmente c'erala cattedra.

Si avvicinò con aria interrogativa ai suoi amici.�Cos' hai?� chiese Ginny.�Nulla, nulla. . . immagino sia inutile chiedere cosa sta suc-

cedendo�.�No invece, Lezione di Duello Magico. C'era un avviso della

McGranitt fuori dalla porta. La preside ha dato il permesso per

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e�ettuare, durante le ore di Difesa, un duello dimostrativo in cuinoi dell'ultimo anno dobbiamo a�rontare Willis, come se fosseun Mago Oscuro�.

Il professor Willis amava soprenderli con lezioni poco con-venzionali, anche se questa per molti di loro non sembrava essereuna novità: in fondo era quanto avevano già fatto al tempo dellaUmbridge, assieme all'Esercito di Silente. Questa volta, però,sarebbe stata diversa: avrebbero dovuto duellare con il professorHoudson Willis.

�Accidenti� esclamò Ron. �Non mi sembra vero di doverincrociare le bacchette con il professor Willis, anche se credo misarebbe piaciuto di più fare una partita a Quidditch, con lui�concluse ridendo.

�E magari nella stessa squadra!� aggiunse Ginny.�Preferibilmente nella stessa squadra!� confermò Ron.�Bene ragazzi� richiamò il silenzio il professore, �possiamo

cominciare la nostra esercitazione pratica. Ricordo, innanzitut-to, che lo scopo è di simulare, per quanto possibile, cosa potreb-be capitarvi nella realtà. In proposito so bene che molti di voi,nonostante la giovane età, hanno partecipato alla battaglia diHogwarts dello scorso anno, e ciò dovrebbe mettervi allo stessolivello di chi, come i miei studenti americani, è già abituato atale tipo di esercitazione�.

Mentre il professore continuava a spiegare come si sarebbesvolta la lezione, sul suo capo il cilindro se ne stava immobile eassopito come un comune copricapo babbano. �Ciò che faremooggi è la simulazione di un vero duello, dove nessuna delle dueparti sa che incantesimo gli verrà scagliato contro e che tipo didifesa verrà elaborata dall'avversario. È per questo� continuò,

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�per garantire la vostra incolumità, che sarò solo io il vostroantagonista. Prima di cominciare, vi ricordo che sono ammessitutti i tipi di incantesimo, anche e soprattutto provenienti dallecorrenti magiche alternative che abbiamo studiato nelle scorselezioni. Meno, ovviamente, le maledizioni senza perdono�. Ilprofessore fece una pausa. �Tra l'altro, la cattedra di Difesacontro le Arti Oscure ha una brutta fama, qui ad Hogwarts enon vorrei continuare la tradizione!� concluse in tono scherzoso.

A questa battuta, tutti risero e, in un certo senso, la tensionesi allentò.

�Bene� concluse Willis �vi ricordo, in�ne, che escluderemo,almeno nelle prime esercitazioni, gli incantesimi non verbali, inmodo che tutti possano conoscere e valutare ciò che avrete ela-borato per l'occasione; se non c'è altro, possiamo cominciare.Chi vuole essere il primo?�.

Hawaii si face subito avanti salendo sulla pedana.�Vediamo cosa ci combina la secch . . . � commentò Ron a

bassa voce, �, volevo dire la sapientona americana�.Ginny, invece, sembrava più interessata a Harry che al duello.

�È successo qualcosa?� chiese. �Ti vedo strano . . . �.Il cilindro lo aveva profondamente turbato; non riusciva pro-

prio a celare la sua preoccupazione.�In e�etti sì� il ragazzo fece segno agli amici di avvicinarsi.

�Vi devo parlare� disse a bassa voce scagliando un Mu�iatocon un impercettibile movimento della bacchetta e delle labbra.

Hawaii, intanto, fece un breve inchino verso Willis, dopo-diché estrasse la sua bacchetta facendole e�ettuare degli stranighirigori prima di puntarla verso il professore, dopodiché esordì:

�Incanto de�exo!�.

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Dalla sua bacchetta scaturirono diversi raggi di luce mul-ticolori, che si diramarono nelle varie direzioni per poi punta-re tutti su Houdson Willis che, per nulla sorpreso, pronunciò:�Convergo-devio�.

I raggi di luce, a questo punto, cominciarono a dirigersi unosull'altro, convergendo su loro stessi ed annullandosi, sino ascomparire, in una sorta di vortice creato dalla bacchetta diWillis.

�Ben fatto, miss May�owers� esordì Willis, vedendo l'espres-sione demoralizzata della ragazza. �Se non avessi conosciutol'incantesimo, mi avrebbe sicuramente abbattuto�.

�Ma professore� chiese Hawaii, �potrei sapere dov'è che hosbagliato?�.

�Come dicevo, una cosa è la teoria ed un'altra è la pratica:tutto quel rituale iniziale mi ha fatto immediatamente capireche incanto stava per scagliarmi contro, e mi sono predisposto�spiegò il professore. �Vede, nella realtà occorre dissimulare,utilizzando una buona dose di fantasia�.

Mentre Neville si faceva avanti, Harry raccontò agli amicicosa era successo nell'u�cio di Willis quando era rimasto solocon il Cilindro, cercando, faticosamente, di ricordare i versi cheaveva sentito.

�Ma sei sicuro di non aver frainteso?� chiese Ron. �In fondoquel Cilindro ne spara molte di cose sgangherate�.

�Fidati Ron, sapeva esattamente quello che diceva�.�Non ha molto senso quello che ci hai riportato . . . � lo

interruppe Hermione. �Pensi di riuscire a ricordare le paroleesatte?�. Probabilmente la ragazza era già un passo avanti neiragionamenti.

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�È succeso tutto troppo velocemente. . . non lo so. . . ricordovagamente; le parole non avevano molto senso�.

�Ora avanti un altro� li interruppe Willis, mentre Nevilletornava al suo posto un po' abbacchiato. �Venga lei signorWeasley� disse rivolto a Ron, probabilmente attirato dalla loropoca attenzione alla lezione.

�Io?� chiese Ron�Si, lei! Su, non è il caso di essere timidi, proprio lei, uno de-

gli eroi di Hogwarts� lo canzonò il professore provocando l'ilaritàdei ragazzi americani.

Ron, dopo aver dato uno sguardo ai suoi amici, prese po-sto sulla pedana; si concentrò per un attimo come se voles-se focalizzare un ricordo, dopodiché pronunciò: �Honaoko ka-kun. . . ehm. . . dara!�.

Con sommo stupore di tutti - Ron compreso - accanto al pro-fessor Willis, comparve un enorme mazzo di girasoli a grandezzad'uomo, legati tra loro da un grazioso nastro rosa.

�La ringrazio sentitamente per il gentile omaggio, SignorWeasley� esordì il professor Willis, �anche se penso che nonfosse proprio questa la sua vera intenzione�.

Ron era diventato rosso fuoco, sino alla punta delle orecchie,anche perché aveva fatto una �guraccia davanti al suo campionedi Quidditch preferito.

Hermione si portò vicino all'orecchio di Harry. �Da quelloche mi hai raccontato ritengo assolutamente necessario riascol-tare esattamente le parole del Cilindro�.

�Hermione sai qualcosa che noi non sappiamo?� chiese Gin-ny.

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�Ne parleremo. . .ma ora dobbiamo concentrarci sulla lezio-ne. Oggi pomeriggio andrò dalla McGranitt e proverò a chiederlein prestito il pensatoio�.

�Geniale! Ma come pensi di convincerla a dartelo?� chieseGinny ammirata.

�Suppongo che basterà dirle che una compagna si è sentitamale e l'ho dovuta accompagnare in bagno, perciò ho perso unaparte della lezione. . . adesso però, fatemi seguire!�.

Harry riportò lo sguardo sul Cilindro ancora sopito sulla te-sta di Willis. �Signor Weasley, non si demoralizzi: il problemacon gli incantesimi di origine orientale è che bisogna fare moltaattenzione a come si pronunciano. Almeno per noi occidentaliè molto meglio utilizzarli come incantesimi non verbali, foca-lizzandoci sugli e�etti che si vogliono ottenere eliminando, nelcontempo, tutti i problemi di pronuncia�. Detto questo, puntòla sua bacchetta verso il mazzo di girasoli e pronunciò: �Verto�.

Al posto del mazzo di girasoli, comparve un mostruoso Trolldall'aria feroce, che, subito, si avventò su Willis.

�Hokaoko nakundara!� pronunciò con la bacchetta puntata:subito il Troll crollò a terra, come un burattino disarticolato,incapace di reggersi sulle gambe e di muovere coordinatamentebraccia e mani.

�Risano. . .Reprendo� pronunciò, ed il Troll tornò normale,per ritrasformarsi nel mazzo di girasoli.

�Ora, signor Potter, tocca a lei� la voce di Willis lo fecetrasalire.

Salutò Ron che tornava al suo posto dandogli una paccasulla spalla e salì sulla pedana malvolentieri mentre con la co-

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da dell'occhio seguiva Hermione che usciva velocemente dallaclasse.

Il professor Willis, con la bacchetta già puntata su di lui, loscrutava da sotto il Cilindro e solo allora Harry si rese conto chenon aveva idea di cosa avrebbe fatto. Preso dai discorsi, nonaveva pensato a�atto a come avrebbe a�rontato il professore.

Poco male: avrebbe improvvisato come al solito; lo avevafatto tante volte, in situazioni di reale pericolo.

Questa, se non altro, era solo una esercitazione. Non la sipoteva nemmeno confrontare con il duello con Voldemort nellaBattaglia di Hogwarts. Anche se il fatto di essere l'unico asapere di avere la fedeltà dell'Arma che il Signore Oscuro stavautilizzando gli aveva dato un discreto vantaggio. . .

E improvvisa, come una pugnalata a tradimento, un'ideanuova e spaventosa si fece strada tra i suoi pensieri. Harry siimpietrì. Ora non aveva quel vantaggio. . . anzi ora lo sapevanotutti.

�Vinca il migliore!� disse il professore chinando leggermenteil capo.

Harry era bloccato, come poteva essere stato così stupido danon pensarci �no a quel momento?

Prima di agire, doveva capire bene come funzionavano lecose, aveva poco tempo, e qualsiasi sua decisione gli si sarebbepotuta ritorcere contro.

Willis lo �ssò attentamente mentre impugnava la bacchettae sorridente lo incoraggiò: �Su Potter, sia un po' più veloce.Non possiamo certo star qui �no a domani e non penso che ilresto della classe abbia voglia di saltare il pranzo per lei�.

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Harry, nel frattempo, aveva estratto la sua Bacchetta diAgrifoglio che docile scivolava fra le sue mani, facendo riacqui-stare al ragazzo un briciolo di sicurezza.

Doveva fare qualcosa ma non sapeva cosa. �Accio bacchet-ta�, provò.

�Protego!� si difese con disinvoltura Willis. �Inusuale inun duello. L'incantesimo d'appello è ine�cace se colui che tia�ronta ha la bacchetta stretta in mano. Non sai fare di meglio?Devi attaccare! Tarantallegra�.

Harry non sperava che l'incantesimo di appello funzionasse,per cui prontamente schivò la risposta del professore spiccandoun salto e spostandosi di lato. Willis non attaccò, evidentementeaspettava la sua contromossa.

Peccato che dei veri nemici non sarebbero così leali, pensò.�Potter, coraggio! Hai paura forse di farmi del male?� escla-

mò la sua voce sprezzante. Mosse la bacchetta per prepara-re l'incantesimo �ssandolo negli occhi. Sapeva quale sarebbestata la mossa del professore e ne ebbe conferma non appenapronunciò l'incanto. �Confundus!�.

Harry strinse la bacchetta di agrifoglio eseguendo un incan-tesimo di protezione non verbale. Si voltò velocemente di latoper poi cadere a terra chiudendo gli occhi, senza mollare la presadalla bacchetta.

�Questo Voldemort non doveva essere un mago poi così for-te se è stato steso da uno che non riesce a schivare nemmenoun semplice incantesimo Confundus� lo canzonò il professore.�Oppure dobbiamo dedurre che hai avuto solo una grossa dosedi fortuna?�.

Le risate degli americani riempirono l'aula.

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Ma a lui non importava, era andato tutto �n troppo bene.Si mise seduto guardandosi attorno spaesato. Ginny gli si

fece vicino velocemente.�Signorina Weasley si prenda cura di lui e lo porti giù dalla

pedana, devo continuare la lezione�.Lei annuì seria.Lo prese sotto braccio e lo accompagnò in fondo all'aula

aiutata da Ron e Hermione. Lo fecero sedere a terra contro ilmuro, mentre lui continuava a strabuzzare gli occhi in manierafolle.

Hermione levò la bacchetta per farlo ritornare in sé ma, men-tre stava per formulare l'incantesimo Harry le strizzò l'occhio eriprese un'espressione presentabile.

�Ma che diavolo . . . � bisbigliò Ron.�Mi sembrava strano che non avessi schivato quel semplice

Confundus. Cosa ti è saltato in mente?�.�È l'unica cosa che mi è venuta in mente di fare, non mi ero

reso conto di quello che stavo rischiando�.�In che senso parli di rischiare. È solo un'esercitazione!�

disse Hermione, interrompendo il �usso dei suoi pensieri. Mala risposta di Harry morì sulle sue labbra. Il professore si eragirato ancora una volta verso di loro.

�Bene, continuiamo, chi vuole provare? SignorinaWeasley?�chiese Willis, visibilmente ansioso di andare avanti con la lezio-ne.

Ginny si mosse verso il centro dell'aula.Alcuni americani la indicarono facendo smor�e, ma Hyde li

fece smettere. L'espressione della ragazza era così risoluta chetutti si zittirono.

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Ginny sfoderò la bacchetta.

Proprio quando i due duellanti erano pronti a combattere,qualcuno bussò lievemente alla porta dell'aula facendola risuo-nare fragorosamente nel silenzio.

�Avanti!� esclamòWillis, senza nascondere la sua irritazione.

Dalla porta entrò strascicando i piedi Gazza, seguito dal-la sua inseparabile gatta. �La signora preside richiede la suapresenza, professore� sbottò torcendosi le mani callose.

�Può dire a Minerva che la raggiungerò non appena avrò con-cluso la lezione� dichiarò l'americano, agitando la mano comeper scacciare una mosca fastidiosa.

�Vede, professore, c'è anche il signor Derriger che l'attendenell'u�cio della preside� continuò Gazza, scoccando occhiatemalevoli agli studenti intorno a lui.

�Logan?� fece Willis, come preso alla sprovvista.

�È arrivato da pochi minuti, signore� disse Gazza, tornandozoppicando verso la porta e tenendola aperta per invitarlo ada�rettarsi. �La stanno aspettando�

Il professor Willis, senza indugiare oltre, si avviò verso l'usci-ta. �Lezione �nita, ragazzi. Ci vediamo lunedì mattina. Comecompiti ripassate gli incantesimi non verbali!�.

Le lampade si a�evolirono. Uscirono tutti lentamente bisbi-gliando sulla novità appena appresa.

Ron si avvicinò a Harry, seguito da Neville.

�Cosa pensi sia venuto a fare qui Derriger di così importan-te?� chiese Ron.

�Chi è?� chiese Neville curioso.

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�Il Segretario del Presidente dei Maghi d'America� risposeHarry. �Come va, Neville, tutto bene?� aggiunse poi guardandola faccia tesa dell'amico.

�Stanco da morire, Harry. La professoressa Sprite non riescepiù a seguire tutte quelle nuove piante americane da sola, sonorimasto tutto il pomeriggio ad aiutarla�.

�Eh, sì. Ultimamente passi più tempo fuori che in sala co-mune� fece Ron, guardando in direzione del bagno delle ragazze.�Finirai per lasciare la pelle attaccata a un Tentacolo Velenoso�.

�Tentacula velenosa� lo corresse Neville, stiracchiandosi. �Si-curamente mi ci vorrebbe un po' di riposo�.

�Magari una bella partita a scacchi?� propose speranzoso.�E la consideri riposante?� sibilò Ginny, arrivando e met-

tendo un braccio attorno alla vita di Harry.�E�ettivamente preferirei un po' di vacanza� rispose cauto

Neville, tentando di allontanare il discorso dal gioco in cui Ronera un rinomato, indiscusso e imbattuto campione.

�Su!� esclamò Ron, dandogli una pacca sulla spalla. �Levacanze di Natale sono vicine!�

�Bastassero quelle per risolvere tutto. . . � rispose Harry cu-po.

Ginny lo guardò preoccupata. Ma lui lo era ancora di più.Tempo prima aveva creduto di aver risolto almeno uno dei

problemi che aveva sulle spalle, almeno momentaneamente. Maora si rendeva conto che era stato solo un piccolo passo; la gran-de responsabilità che aveva non poteva certo essere nascostaanch'essa.

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Indice

1 RITORNO AD HOGWARTS 1

2 IL PIÙ OSCURO DEI LIBRI 9

3 VITA ALLA TANA 19

4 COMPLEANNO A GODRIC'S HOLLOW 29

5 STRANI INCONTRI A DIAGON ALLEY 51

6 UN NUOVO AUROR AL MINISTERO 85

7 IL RIFLESSO DI UNO SPECCHIO 109

8 CUORI E LETTERE 137

9 IN VIAGGIO PER HOGWARTS 161

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10 IL PRIMO TENTATIVO 197

11 IL PRINCIPE SOTTO INCHIESTA 227

12 LA PRIMA STELLA 259

12 e ½ LA PRIMA TRACCIA 293

13 UFFICIO AUROR 299

14 L'ARTICOLO CHE BRUCIA 337

15 L'ARTIGLIO 365

16 DEFACTIO INSINUERE 389

17 IL PROFUMO DELLA PIOGGIA 411

18 IL PROFUMO DELLA PIOGGIA 435

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