Hans Jörg Glattfelder - MENHIR ARTE · Nella pittura concreta il colore trova la massima libertà...

33

Transcript of Hans Jörg Glattfelder - MENHIR ARTE · Nella pittura concreta il colore trova la massima libertà...

Hans Jörg GlattfelderUn’idea concreta

a cura di Clara Festorazzi

Questo catalogo è stato pubblicato in occasione

della mostra

This catalogue was published on the occasion

of the exhibition

Hans Jörg Glattfelder | Un’idea concreta

Menhir Arte Contemporanea, Milano

8 giugno - 1 settembre 2017

Hans Jörg Glattfelder | A concrete idea

Menhir Arte Contemporanea, Milan

June 8th - 1st September 2017

20129 MILANO - VIA MARIO GIURIATI, 9 19121 LA SPEZIA - VIA ALESSANDRO MANZONI, [email protected] - WWW.MENHIRARTE.COM

SPONSOR

TESTO DI

TEXT BY

PROGETTO GRAFICO

GRAPHIC DESIGN

TRADUZIONI

TRANSLATIONS

CREDITI FOTOGRAFICI

PHOTO CREDITS

RINGRAZIAMENTI

ACKNOWLEDGEMENTS

Clara Festorazzi

Clara Festorazzi

Michael Haggerty

Bruno Bani

Antonio Addamiano | Dep Art

Michael Biasi | Maab Gallery

Roberto Rizzo

Carolina Cozzi Mazzucchelli

SOMMARIOContents

Un’idea concreta

A concrete idea

Clara Festorazzi

Opere d’arte

Artworks

Biografia

Biography

Esposizioni personali

Solo exhibitions

Esposizioni collettive

Group exhibitions

Opere in collezioni pubbliche

Public collections artworks

__________________ 10

__________________ 15

__________________ 48

__________________ 54

__________________ 54

__________________ 57

10 11

Un tempo era relativamente semplice comprendere l’importanza e la bellezza di un’opera, oggi

il passaggio dall’osservazione alla comprensione dell’arte sembra essere destinato ad un’élite.

Questo perché, per secoli, si è pensato bastasse la propria esperienza visiva, emozionale o ana-

litica per esprimere un giudizio: approccio non più efficace quando lo strumento del “fare arte”

è passato dalla tecnica all’idea.

Se fino ai primi anni del Novecento la tecnica era fondamentale -la tecnica era il “mestiere”- l’in-

troduzione dell’idea, esigendo più attenzione e informazione, ha rivoluzionato il nostro modo di

percepire le nuove espressioni artistiche che, da quel momento in poi, hanno avuto bisogno di

una spiegazione.

Questa è una di quelle mostre che non ammette il solo utilizzo della percezione sensibile ed

emotiva dello spettatore, ma necessita della conoscenza dell’idea alla base di queste opere. Ed

è per questo che Hans Jörg Glattfelder, fra i più noti pittori concreti e costruttivisti, ci mette a

disposizione uno dei più comuni strumenti per apprendere: un glossario, un vocabolario finaliz-

zato alla comprensione del linguaggio utilizzato dall’artista per creare le sue opere. La volontà

di Glattfelder di spiegare, di discutere e di condividere il suo pensiero è probabilmente ciò che lo

caratterizza maggiormente. Artista, filosofo e storico dell’arte uniti in un’unica persona in grado

di rimanere saldo ai principi originali dell’Art Concret di Theo Van Doesburg, sviluppando un me-

talinguaggio necessario allo scorrere del tempo: fare arte concreta riflettendo sui presupposti

dell’arte concreta.

Dalla maggior parte dei suoi scritti emerge un attento e minuzioso studio della storia dell’arte e

in particolare della corrente artistica sotto cui viene identificato. Data l’origine dell’arte concreta

negli anni Trenta, l’artista-storico sostiene vivamente che, per non cadere in etichette postmo-

derne, è necessario «riattivare nella riflessione la forza originaria di quest’arte. Chi decide di ope-

rare in questo campo deve misurarsi con le sue idee fondatrici, idee forti, che hanno una decisa

carica utopica». La matematica e la geometria erano solo un aspetto molto parziale per Van

Doesburg, la sua idea rivoluzionaria fu lo spostamento nel processo artistico dal “significato” al

“significante”, dal contenuto raccontato al segno puro, del quale egli esigeva «non significasse

altro che se stesso».

«In questo modo -afferma Glattfelder- Van Doesburg portò a termine il ribaltamento iniziato da

UN’IDEA CONCRETA

Clara Festorazzi

Duchamp e Malevich, razionalizzando e consolidandone le conquiste, portando le arti visive in

quell’autonomia che la musica aveva conquistato già molte generazioni prima. Questo spazio di

ricerca è tuttora aperto».

Ed è proprio in questo spazio che Glattfelder-filosofo si muove quando crea le sue opere e

scrive saggi e riflessioni teoriche: non si fossilizza su ciò che è stato ma ricerca continuamente,

da più di quarant’anni, una nuova interpretazione, assumendo, negando o elaborando i principi

dell’arte concreta.

Fin dagli inizi della sua produzione negli anni ’60 con i suoi Approcci, Primi Rilievi e i più famosi

Rilievi Piramidali nega la dottrina “dell’angolo retto” e introduce il tema della geometria “non-eu-

clidea” nell’arte costruttiva con la serie delle Metafore Non-Euclidee (NEM). Con i Reticolati e Metri Cromatici degli anni ’70, la percezione visiva viene studiata all’interno di spazialità più

complesse e immaginative: rilievi cromatici della tela che diventa vera e propria “struttura” e

piano d’indagine. I NEM Come Permutazioni degli anni ’80, usando le parole dell’artista, sono:

«riflessioni sulla correlazione epistemologica fra cultura scientifica e linguaggio plastico» e con

i Rilievi Sintetici degli anni ’90 nega le campiture uniformi e crea le superficie bicromatiche, nega

le rette e le sostituisce con linee oscillatorie.

In molti articoli, interviste e interventi congressuali Hans J. Glattfelder si batte per un esercizio

razionale dell’arte che teorizza, nel manifesto Elogio del raziocinio del 1982, come “meta-ra-

zionalismo”: un discorso non solo razionale, ma anche sulla razionalità che possa essere alla

base per un dialogo fra cultura scientifica e arti plastiche (“costruttivismo metodico”). Con il

suo “meta-razionalismo” intende proporre l’elaborazione di un linguaggio per cui, attraverso

la sovrapposizione di sistemi e rapporti contrapposti (ad esempio la geometria euclidea con-

tro quella non-euclidea), la razionalità sia l’argomento tematico e nello stesso tempo l’oggetto

in discussione.

Secondo Glattfelder è necessaria una base razionale dell’attività artistica che possa rendere

durevole nel tempo la costruzione dell’opera che ne segue: un’idea concreta da cui partire quin-

di, per poi coinvolgere quelle qualità considerate specifiche dell’arte come l’intuito, la sensibilità.

Un’idea concreta è forse alla base della longevità delle opere in mostra che nascono da un bi-

sogno di razionalità: «un bene comune che resta accessibile a tutti attraverso le generazioni».

12 13

A CONCRETE IDEA

Clara Festorazzi

visual arts towards the autonomy that music had gained many generations before. This area

of research is still open».

It is in this very area that Glattfelder the philosopher acts when he creates his works and wri-

tes essays and theoretical ideas: he does not fossilise what has been but has continuously

searched, for more than forty years, for a new interpretation by accepting, rejecting or elabo-

rating the principles of Concrete Art.

From the beginning of his art production in the 1960s, with his Approaches, Early reliefs, and his

famous Pyramid-reliefs, he has rejected the doctrine of “right angles” and has introduced the

idea of “non-Euclidean” geometry into Constructive art with his series of Non-Euclidean Me-taphors (NEMs). With his Nets and Colour-Rulers from the 1970s, he studied visual perception

within a more complex and imaginative spatiality: these works were colour reliefs made from

canvas that became a genuine “structure” and plane of inquiry. Such NEMs as the Permuta-tions of the 1980s, to use the artist’s words, are «thoughts about the epistemological correla-

tion between scientific culture and plastic language». With the Synthetic Reliefs of the 1990s

he rejected straight lines and substituted them with oscillating ones.

In many articles, interviews, and conferences, Hans J. Glattfelder fought for a rational approach

to art which he theorised, in his manifesto In Praise of Reason, 1982, as a “meta-rationality”:

a discourse that is both rational and also about a rationality that could be the basis for a dia-

logue between scientific culture and the plastic arts (“methodical constructivism”). With his

“meta-rationality” he meant to suggest a redevelopment of language, as a result of which,

through the superimposition of contrasted systems and relationships (for example, Euclidean

geometry contrasted with non-Euclidean geometry), rationality would be both a thematic ar-

gument and, at the same time, the object of the discussion.

According to Glattfelder, a rational basis is necessary for an art activity that can make the re-

sulting work durable in time: a concrete idea, then, for starting from and for then involving such

qualities considered specific to art as intuition and sensitivity. A concrete idea is perhaps at the

heart of the longevity of the works on show, ones which were born from a need for rationality:

«a common heritage that remains accessible to everybody over the generations».

Once it was relatively easy to understand the importance and beauty of a work of art, today

the path from observation to an understanding of art seems reserved for an élite. This is be-

cause for centuries it has been thought that one’s own visual, emotional or analytical expe-

rience was enough to express a judgement: an approach that was no longer efficient when the

tools for “making art” passed from techniques to ideas.

If until the early twentieth century technique was fundamental –the technique was the “craft”–

the introduction of ideas, ones needing more attention and information, has revolutionised our

way of perceiving new art expressions which, from then onwards, have had the need for an

explanation.

And so this is not a show that needs just the involvement of the sensitive and emotive percep-

tion of the viewers, but also knowledge of the idea at the heart of these works. It is due to this

that Hans Jörg Glattfelder, one of the best known Concrete and Constructivist painters, has

made available to us one of the most common tools for learning: a glossary, a dictionary for un-

derstanding the language utilised by the artist for the creation of his works. Glattfelder’s wil-

lingness to explain, discuss, and share his thoughts is probably what characterises him most.

An artist, philosopher, and art historian, and all united in a single person capable of faithfully

following the Art concret of Theo Van Doesburg by developing a meta-language necessary for

the passing of time: to make Concrete Art by rethinking the prerequisites of Concrete Art.

There emerges from most of his writings a close and attentive study of art history and, in par-

ticular, of this art movement. Given the origins of Concrete Art in the 1930s, this artist-historian

fervently holds that, in order not to be subject to postmodern labels, it is necessary «to reacti-

vate the original strength of this art through thought. Those who decide to operate in this field

must measure themselves against its basic ideas, strong ideas that have a marked utopian

character». Mathematics and geometry were only a very small aspect for Van Doesburg; his

revolutionary idea was to shift the art process from the “signified” to the “signifier”, from the

content recounted to pure marks, which he demanded «should not mean anything other than

themselves».

As Glattfelder has stated, «In this way Van Doesburg completed the upheaval begun by Du-

champ and Malevich, by rationalising and consolidating their conquests, and by bringing the

15

OPERE D’ARTEArtworks

Arte«Stabilire in breve cos’ è arte porterebbe inevitabilmente ad una conclusio-

ne paradossale; si può però stabilire che almeno quattro condizioni devono

essere rispettate per definirla:

1. Una creazione spontanea, un’invenzione costruttiva.

2. Una qualsiasi forma di materializzazione (realizzazione spazio-tem-

porale, dunque percettibile).

3. Integrazione e inserimento nell’ambito del mondo dell’arte.

4. Riattivazione nella coscienza di un osservatore esterno.

Qualora venisse a mancare anche una sola di queste premesse l’opera

(d’arte) sarebbe incompleta, amputata o semplicemente non potrebbe

più essere considerata arte. Dire che l’attività artistica trasforma “non

arte” in “arte” può sembrere una formula tautologica ma questa definizio-

ne permette di lasciare aperto il coinvolgimento a futuri sviluppi.»

Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016

16 17

Colore«Nel 1930 Theo van Doesburg scriveva «Il colore è la sola cosa vera nella

pittura. Il colore è un’energia costante determinata dal confronto con un

altro colore. Il colore è la materia base della pittura e non ha altro significato

che sé stessa. La pittura è un mezzo per rendere visibile il pensiero. Ogni

dipinto è un pensiero di colore».

Nella pittura concreta il colore trova la massima libertà di movimento e

nessun obbligo figurativo o simbolico tranne le leggi strutturali della sua

propria natura. Accanto alla superficie materiale colorata si è aggiunta la

luce colorata e il colore dello spazio e lo spazio-colore si sono aggiunti all’e-

sperienza concreta.»

Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016

PYR 123/67

1969, rilievo vernice su pvc, 70x70 cm

(Collezione privata)

18 19

Astrazione«È Il processo che estrae da un oggetto una o più proprietà per paragonar-

le a quelle di altri oggetti e renderle disponibili a manipolazioni intellettuali,

che formula regole e regolarità, mette in rilievo ciò che accomuna un insie-

me di oggetti e rende possibile l’enunciazione di concetti scientifici.

L’astrazione può essere: “idealizzante” se crea modelli ideali; “isolante” se

mette in rilievo gli aspetti particolari di un concettto dato; “generalizzante”

se prende in considerazione delle affinità nell’essenza dei singoli oggetti

di un insieme.

La parola astrazione si riferisce sia alla procedura che al risultato. In questo

senso tutta la pittura e tutta la scultura figurativa vanno considerate

come astratte; la superficie piana della pittura astrae la terza dimensione

degli spazi e degli oggetti raffigurati mentre la scultura astrae il movimen-

to e la materia particolare dei corpi rappresentati.

Tramite un‘operazione soggettiva si sottraggono alla natura le forme vi-

sibili. Opere d’arte di questo genere non possono esistere per sé, in sé e

mediante sé stesse.»

Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016

PYR 147

1970, rilievo vernice su pvc, 70x70 cm

(Collezione privata)

20 21

PYR 273

1970, rilievo vernice su pvc, 70x70 cm

Concreto«La parola concreto significa cosa o fatto spontaneamente presente nel-

la nostra coscienza e immediatamente identificabile.

La percezione e conoscenza di una cosa -un questo presente qui e ora- è

la cognizione più completa e sicura poichè nessuna proprietà del concreto

è sottratta con l’astrazione, ma è anche la più povera perché la percezione

immediata ci dà solamente la certezza: il concreto è là, presente, esiste.

Solamente la riflessione concettuale funziona da mediatrice tra queste

due posizioni estreme e apre la via alla conoscenza. In questo senso Hegel

parla di “concreto-universale” concreto è contemporaneamente la sor-

gente e la nozione opposta di astratto.»

Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016

22 23

PYR-401

1974, rilievo vernice su pvc, 50x50 cm

Concrezione«La concrezione è l’opposto speculare dell’astrazione, l’idea che inizial-

mente esisteva soltanto nell’immaginazione viene mutata, materializza-

ta in oggetto visibile, concreto, come, ad esempio, un’invenzione si concre-

tizza in un oggetto pratico. Un’opera d’arte veramente concreta non deve

fare alcun riferimento ad alcuna cosa concreta esistente e le decisioni

soggettive dovrebbero essere ristrette al minimo. Nella sua struttura l’o-

pera deve mostrare il concetto base della sua costruzione. Nella discussio-

ne sui modi come le idee generali (universalia) si manifestano nella realtà

materiale riappare la disputa scolastica medievale sugli universali.»

Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016

24 25

MIR-230

1975/1983, rilievo vernice su pvc, 25x25 cm

(Collezione privata)

Corpo«L’arte concreta ha prestato in passato poca attenzione al corpo inteso

come «questo mio proprio corpo» l’effettivo interprete di ogni forma di per-

cezione; perciò è indispensabile includerlo nelle riflessioni sull’arte perché

non solo è il punto di contatto tra esterno e interno ma anche il luogo dove

si amalgamano idealità mentale e l’impatto sui sensi. In tutte le culture il

ruolo del corpo non è solo evidente nella rappresentazione dei numeri ma è

anche onnipresente nella percezione dell’opera d’arte materiale, concreta.

Prima di essere definita verbalmente i sensi generano un’emozione che,

seppure incompleta, è indispensabile per iniziare un discorso artistico.»

Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016

26 27

MIR-231

1975/1983, rilievo vernice su pvc, 25x25 cm

(Collezione privata)

Costruzione«Si definisce costruzione la creazione di un oggetto materiale o ideale

realizzato seguendo esclusivamente delle regole razionali e intuitive, vi-

sibili e dimostrabili nell’oggetto stesso. Le regole costruttive poggiano su

una base razionale e sistematica (a differenza dei procedimenti magici o

esorcistici). Molte opere d‘arte concreta, ma non tutte, hanno un’origine

costruttiva e non tutte le costruzioni plastiche e pittoriche sono opere

d’arte concreta come ad esempio le costruzioni che servono per rappre-

sentazioni figurative (es. la prospettiva).»

Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016

28 29

Immagine«Un diffuso luogo comune afferma che un`opera d’arte concreta “rappre-

senta sé stessa”. Questo è il proposito di molti artisti ed è ovvio in quanto

ogni oggetto reale nella coscienza dell’osservatore diventa immagine, ma

è anche un’affermazione ingannevole perchè si riferisce ad un oggetto

inserito nel mondo dell’arte dove per convenzione è rimandato al suo au-

tore ed eo ipso diventa immagine nel senso tradizionale, messaggera di

un significato. Si è pure tentato di definire l’arte concreta come “esempli-

ficazione” e di attribuirle la funzione di “campione”, ma anche questo ten-

tativo allontana dall’idea di un ‘arte totalmente non-figurativa poiché un

campione si riferisce ad un insieme per il quale fa da esempio.»

Glossario: Parole e concetti dell’arte concreta

Hans Glattfelder, 2016NICHT-EUKLIDISCHE METAPHER-SINGULARITÄT II

1984, acrilico su tela su tavola, 70x179 cm

30 31

FUNFER-PERMUTATION UNTER SCHWARZ

1992, acrilico su tela su tavola, 83x101 cm

Luce«Nella pittura figurativa la luce ha una funzione importante come metafo-

ra delle forze immmateriali e spirituali. L’orchestrazione o la modulazione

della luce assumono una forma di illusionismo che può compromettere

l’assolutezza dell’opera concreta in cui hanno un ruolo legittimo soltan-

to le differenze di luminosità dei colori e il loro rapporto di contrasto. Nella

fotografia concreta, invece, la luce non è soltanto il tema centrale ma an-

che fonte di energia indispensabile.»

Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016

32 33

Materia«A volte sono reputate arte concreta quelle pitture che volutamente

ostentano la massa di materia che le compongono. Ma la particolarità che

determina l’appartenenza di un’opera all’arte concreta non è il materiale in

sé, ma la concezione che è intesa come idea e il modo della sua organiz-

zazione.»

Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016

DOPPELRAUM MIT 25 AKZENTEN

1999, acrilico su tela su tavola, 40x50,4 cm

34 35

Metodo««......il metodo presenta sé stesso, è l’immagine» scriveva Richard Paul

Lohse in Linee di sviluppo. Queste sue parole indicano lo stretto rapporto

tra concrezione, costruzione metodica e trasparenza razionale. Soltanto

in questo insieme si può creare un’ opera d’arte concreta autentica che si

distingue dagli altri procedimenti artistici mostrando palesemente il meto-

do, tema principale.»

Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016

IMBRICATO IN BLAU

2007, acrilico su tela su tavola, 70x125 cm

36 37

TENSION CHROMATIQUE

2008, acrilico su tela su tavola, 90x126 cm

Oggettività«I Costruttivisti russi prima, poi anche i fondatori dell’arte concreta vedeva-

no nell’oggettività una particolarità distintiva e innovatrice della loro arte.

Formati nell’accettazione incondizionata del culto positivista delle Scienze

naturali dell’ottocento essi affidarono a questo credo la base sicura del

loro lavoro futuro e non si resero conto che questa concezione sarebbe

divenuta ambigua con la scoperta della teoria dei quanti e dall’indetermi-

nismo della fisica delle particelle. Per ridurre al minimo le tracce soggettive

nell’opera d’ arte, il ricorso a forme universali - geometriche o numeriche - si

presentava come il più idoneo perché queste oggettività ideali si riprodu-

cono inalterate attraverso il tempo e lo spazio. La presenza o assenza di

tali forme è un criterio valido per distinguere opere oggettive e concrete da

quelle soggettive e astratte.»

Glossario: Parole e concetti dell’arte concreta

Hans Glattfelder, 2016

38 39

Percezione«Un punto molto importante distingue la percezione di un dipinto figura-

tivo - n cui lo sguardo si focalizza sugli oggetti rappresentati, penetra e

attraversa il piano dipinto e ricostruisce uno spazio illusorio- da uno non

rappresentativo dove lo sguardo non riceve alcuna indicazione di profondi-

tà ma rimane fisso sulla superficie concreta dipinta: la pura visibilità dell’o-

pera. Le ricerche sulla psicologia della percezione affermano che il vedere

è composto da una serie di formule contestuali, come delle scorciatoie

che assistono e abbreviano la percezione mentre il soggetto ricostruisce

l’immagine. Il dipinto concreto impedisce allo sguardo di immaginare una

profondità, l’osservatore è spinto a riflettere su quel che vede: “cosa e

come vedo mentre guardo”.»

Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016

GRÜN-ROTE VERSCHRÄNKUNG 0910

2009, acrilico su tela su tavola, 44x57 cm

40 41

VEKTORIELLE POSITIONEN

2011, acrilico su tela su tavola, 73,5x106,5 cm

Riduzione«Nell’uso corrente riduzione vuol dire diminuzione: si riduce la velocità, il

peso... Nell’ambito dell’arte non ha questo significato. In alcuni movimenti

artistici nati nella seconda metà del secolo scorso e particolarmente nella

“minimal art” la riduzione è un obbiettivo di qualità necessario e la parola

riacquista il significato latino di reductio cioè riportare qualcosa allo sta-

to originale, di renderlo essenziale mediante omissioni. Sia il detto di Ad

Reinhardt «nell’ arte, meno non è di meno» che il «less is more» di Mies van

der Rohe, confermano questo concetto. La riduzione avviene con astra-

zioni ed eliminando gli elementi superflui nella ricerca di una forma pura, da

sempre uno tra gli aspetti più importanti nel lavoro artistico.»

Glossario: Parole e concetti dell’arte concreta

Hans Glattfelder, 2016

42 43

Razionalità«Per i suoi principi di metodo e di costruzione l’arte concreta è essenzial-

mente razionale. La generazione dei pionieri faceva parte del movimento

modernista nell’architettura e nella progettazione industriale e al polo op-

posto sia del surrealismo che del “realismo” nazista e socialista. Nel mon-

do artistico contemporaneo il culto antiromantico di numeri e proporzioni

è considerato con un certo scetticismo e non pochi avvenimenti del XX°

secolo hanno fatto sorgere dei dubbi sulla fiducia incondizionata nel pro-

gresso e nel razionalismo ingenuo. L’arte concreta deve tener conto di

questi cambiamenti e riconsiderare la sua posizione nella piena coscien-

za del contesto attuale escogitando nuove strategie e creando sinergie

senza rinunciare a opporsi al culto dell’irrazionalità, della mistificazione e

dell’oscurantismo. Con il suo meta-razionalismo Hans J. Glattfelder intende

proporre l’elaborazione di un linguaggio con cui, per mezzo della sovrappo-

sizione di sistemi e rapporti contrapposti (es. geometria euclidea contro

non-euclidea), la razionalità sia l’argomento tematico e nello stesso tem-

po messa in questione.»

Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016

FELD AUS 4 DUNKLEN 4 HELLEN PASSAGEN

2012, acrilico su tela su tavola, 115x150 cm

44 45

GEGENLÄUFIGE GRADUIERUNG ROT 1218

2012, acrilico su tela su tavola, 45x57 cm

Sistema«Un sistema definisce un insieme di elementi interattivi opportunamen-

te determinati in modo che niente possa essere aggiunto o tolto senza

turbare l’ordinamento proposto; può essere chiuso e generare reazioni in-

terne, o aperto e creare dei rapporti anche con l’ambiente che lo circonda.

Accanto ai grandi sistemi filosofici che aspiravano all’universalità, i micro-

sistemi cercano di comprendere con esauriente precisione un particolare

dominio. Negli anni `60 apparve, come continuazione dell’arte costruttiva,

l’arte «sistematica o seriale» che, avvalendosi di un programma predefinito

con esattezza ( quindi un microsistema), permetteva la realizzazione di

serie di opere a cui venne attribuita la funzione di modello. La limitazione

formale di questi sistemi chiusi che li rendeva presto assai ridondanti, ne

fece diminuire l’ interesse. Al contrario, i sistemi aperti - come l’opera di Ri-

chard Paul Lohse - sono ancora oggi adatti ad allargare l’orizzonte delle

invenzioni dell’arte concreta.»

Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016

46 47

GRAND ONDOYANT BLEU 1223

2012, acrilico su tela su tavola, 115x150 cm

Spazio«Nell’opera d’arte concreta lo spazio è l’attore e l’oggetto essenziale del

processo pittorico insieme al colore e alla struttura che nasce delle divisio-

ni e dai contrasti, a differenza dalla pittura tradizionale figurativa e rappre-

sentativa (che è, come detto, astratta), lo spazio è presente, reale non

rappresenta altro che sé stesso in quanto è ciò che è e come è: spazio

concreto.»

Glossario: Parole e concetti dell’arte concreta

Hans Glattfelder, 2016

48 49

Struttura«Descrivere una struttura vuol dire comprendere il modo particolare in cui

una sostanza o un insieme sono articolati e composti. Dai dati concreti,

materiali si ricavano vari tipi di connessioni che hanno un’esistenza dura-

tura nel tempo e rimangono invariati col cambiare del contesto. Vi sono

strutture ideali come le strutture geometriche, algebriche, logiche, oppure

materiali come strutture fisiche, chimiche e biologiche. Nell’era tecnologica

l’uso di strutture ha un’importanza crescente come nell’edilizia, nelle reti

di trasporto e di comunicazione. Nell’arte costruttiva le strutture visive

rendono comprensibili e le regole degli ordinamenti mettono in evidenza il

modo di dividere e comporre e si può osservare la loro doppia funzione dei

dati materiali e delle forme dove si si realizza l’atto percettivo.»

Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016

FÜNFMAL HELLE U FÜNFMAL DUNKLE

2015, acrilico su tela su tavola, 44x57 cm

50 51

ABSCHATTUNG AUF SCHWARZ, GELBE SPITZE

2015, acrilico su tela su tavola, 48x59 cm

Visibilià««... dai tempi di Lascaux ai nostri giorni la pittura figurativa e non-figura-

tiva, pura o applicata, non ha celebrato altro enigma che quello della visi-

bilità», con queste parole Maurice Merleau-Ponty definisce un obbiettivo

che è anche l’intimo desiderio dell’arte concreta ossia di creare delle opere

che servono esclusivamente all’atto del vedere. Soltanto quando un’idea

plastica viene materializzata interamente e in maniera innovativa si può

parlare di riuscita dell’arte concreta. Merleau-Ponty parla di un’enigma: ri-

nunciando ad elementi figurativi e di illusione, obbligando lo spettatore a

concentrarsi sulla propria visione, l’arte concreta celebra a suo modo il mi-

stero della visibilità.»

Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016

52

BIOGRAFIABiography

54 55

Hans Jörg Glattfelder è nato nel 1939. A Zurigo. Agli inizi la pittura di Glat-

tfelder é influenzata dal geometrismo rigoroso dei “concretisti di Zurigo”, al

quale però, nella luce del Rinnascimento Fiorentino, da un’interpretazione

del tutto personale. Nel 1966 fa una prima mostra personale nella galleria

‘Numero’ di Fiamma Vigo a Milano. Col poeta Claudio Popovic pubblica a Fi-

renze la rivista d’arte “comunicazione”. Nel 1970 trasferisce il suo domicilio

a Milano dove intrattiene legami amichevoli con Mario Ballocco, Antonio Cal-

derara, Gianni Colombo, Mario Nigro e Luigi Veronesi. Segue l’insegnamento

di Ludovico Geymonat e Silvio Ceccato. Inizia così nel 1977 la serie delle “me-

tafore non-euclidee”.

Nel 1977 il pittore R. P. Lohse lo presenta al filosofo tedesco Hans Heinz

Holz che da molti anni si interessa particolarmente alle implicazioni sociali

dell’arte costruttiva. Nasce un dialogo che si protrae nei decenni successivi.

H. H. Holz ha dedicato al lavoro di Glattfelder una serie di studi approfonditi.

Nel 1982 pubblica un manifesto contro il culto dilagante dell’irrazionalismo

nell’arte e vi contrappone la propria posizione del ‘meta-razionalismo’.

Nel 1987 per iniziativa del poeta Eugen Gomringer e del critico Willy Rotzler a

Zurigo gli viene attribuito il “Premio Camille Graeser”. Nel 1990 passa un’an-

no sabatico a New York grazie ad una borsa di studio della città di Zurigo.

Come ricordo più vivo di questo soggiorno restano le visite frequenti nello

studio di Leon Polk Smith.

Nel 1992 una grande mostra retrospettiva è organizzata dal Museo Albers

di Bottrop, nel 1997 alla Fondazione Saner in Svizzera e nel 1999 nel museo

per l’arte concreta a Ingolstadt in Germania.

Nel 1998 si trasferisce a Parigi dove viveva fino al 2014. Continua a esporre

regolarmente in Germania, Francia, Svizzera e Austria.

2012 nel ambito della ‘Sommerakademie Plauen’ tiene un seminario sul

tema « ars inveniendi - strategie d’inventività » .

2013, in occasione della mostra personale “Tutto ciò che accade“ il museo

haus konstruktiv di Zurigo pubblica una grande monografia che contiene

anche numerosi scritti teoretici di Glattfelder. L’anno dopo la mostra fu

ripresa dal Vasarély Muszeum di Budapest dove la Pinacoteca Nazionale

acquistò due grandi opere. Nello stesso anno la mostra fu allestita nel Le-

opold Hoesch – Museum di Düren e nel 2015 nel Museum der Wahrnehmung

in Graz.

Nel Novembre 2016 la città di Würzburg gli conferisce il Premio Peter C. Rup-

pert dedicata all’arte concreta in Europa.

Dal 2014 Glattfelder vive e lavora a Basilea.

Hans Jörg Glattfelder was born in 1939 in Zurich. Initially GlattfelHans Hans

Jörg Glattfelder was born in 1939 in Zurich. Initially Glattfelder’s painting

was influenced by “Zurich concretist’” rigorous geometric abstraction of

which, however, in the light of the Florentine Renaissance, he made a

wholly personal interpretation. In 1966 he held his first solo show in Fiamma

Vigo’s “Numero” gallery in Milan. In Florence, together with the poet Claudio

Popovic, he published the art magazine “Comunicazione”. In 1970 he mo-

ved to Milan where he made friends with Mario Ballocco, Antonio Calderara,

Gianni Colombo, Mario Nigro, and Luigi Veronesi. He followed the teaching of

Ludovico Geymonat and Silvio Ceccato and, in 1977, he began his series of

“non-Euclidean metaphors”.

In 1977 the painter R. P. Lohse introduced him to the German philosopher

Hans Heinz Holz who had for many years been particularly interested in the

social implications of Constructive Art. There began a dialogue that was to

last into the following decades. H. H. Holz devoted a series of in-depth stu-

dies to the work of Glattfelder. In 1982 Glattfelder published a manifesto

against the wide-spread cult of irrationality in art, and he opposed it with

his own “meta-rationalist” position.

In Zurich in 1987, on the endorsement of the poet Augen Gomringer and

the critic Willy Rotzler, he was awarded the Camille Graeser prize. In 1990 he

spent a sabbatical year in New York having benefitted from a study bur-

sary awarded by the city of Zurich. His most lively memories of this time

were of his frequent visits to the studio of Leon Polk Smith.

In 1992 a large retrospective show of his work was organized by the Albers

museum in Bottorp; other exhibitions followed at the Saner Foundation in

Switzerland in 1997, and then at the Concrete Art museum in Ingolstadt,

Germany, in 1999.

In 1998 he moved to France where he lived until 2014. He continued to exhi-

bit regularly in Germany, France, Switzerland, and Austria.

In 2012, as part of the “Sommerakademie Plauen”, he held a seminar de-

voted to “ars inveniendi – inventive strategies”. In 2013, on the occasion

of the solo show “This is the case too”, the Haus Konstruktiv museum in

Zurich published an in-depth monograph that also contains numerous the-

oretical writings by Glattfelder. In the following year the show was tran-

sferred to the Vasarély Museum in Budapest; the Budapest national gal-

lery then bought two large-scale works by him. In the same year the show

was installed in the Leopold Hoesch – Museum, Düren, and in 2015 in the

Museum der Wahrnehmung in Graz. In November 2016 the city of Würzburg

awarded him the Peter C. Ruppert prize for Concrete Art in Europe. Since

2014 Glattfelder has lived and worked in Basel.

56 57

Mostre personaliSolo exhibitions

1966

Galleria Numero, Milano

1967

Galeria Dom Omladine,

Beograd (con Lia Drei und Francesco Guerrieri)

Galerie Friedrich Tschanz, Solothurn

(con Jakob Bill)

1968

Goethe Institut, Torino

Galleria la Polena, Genova

Galleria il Parametro, Milano

1969

Galleria Sincron, Brescia

Galerie Aurora, Genève

Galerie 58, Rapperswil

Galerie Fürneisen - Dröscher, Hamburg

1970

Galerie Mutzenbach, Dortmund

Galerie Bischofberger, Zürich

Galerie Daedalus, Berlin

White Gallery, Lutry

CIPS Palazzo Strozzi, Firenze

1971

Galleria la Polena, Genova

Galleria dei Mille, Bergamo

Visual studio - Biffi in Galleria, Milano

1972

Galleria Adelphi, Padova

Studio t-zero, Torino

Galerie Gimpel & Hanover, Zürich

Galerie Sybille Schmidt, Detmold

1973

Galleria Vismara, Milano

Studio F22, Palazzolo sull’Oglio

1974

Galleria la Piramide, Firenze

Galleria Adelphi, Padova

Galleria Sincron, Brescia

Studio A, Parma

1975

Galerie Gimpel & Hanover, Zürich

Galerie Seestrasse, Rapperswil

1976

Galeria Litoarte, Bergamo

1977

Galerie Seestrasse, Rapperswi

Galerie Latzer, Kreuzlingen

1979

Galleria Sincron, Brescia

1980

Galleria Adelphi, Padova

Galleria Arte Struktura, Milano

1982

Studio 8 + 1, Venezia – Mestre

Galerie konstruktiv tendens, Stockholm

Studio F22, Palazzolo sull’Oglio

Galerie am Schlosswall, Osnabrück

1983

Galerie Wengihof, Zürich

Galerie Quartett, Hannover

1984

Galerie Schoeller, Düsseldorf

(mit Imre Koscis)

1985

Galerie konstruktiv tendens, Stockholm

1986

Galleria il Salotto, Como

Studio Dabbeni, Lugano

Studio F22, Palazzolo sull’Oglio

1987

Galerie Teufel, Köln

Stiftung für konkrete und konstruktive Kunst,

Zürich

Galerie Iynedjian, Lausanne

1988

Galerie Hoffmann, Friedberg

1989

Galerie Schoeller, Düsseldorf (mit Torsten

Ridell)

1990

Galerie im Trudelhaus, Baden CH (mit Leon

Polk Smith)

Galerie Teufel, Köln

1991

Galerie am See, Zug

Orangerie Draenert, Immenstaad a/ Bod.

1992

Josef Albers-Museum, Bottrop

1993

Museum moderner Kunst, Otterndorf

Galerie am See, Zug

Symposium „Raum-Klang-Bild“, Gmunden

1994

Galerie Schoeller, Düsseldorf

Galerie Schlégl, Zürich

1995

Iynedjian art, Lausanne

Galerie Schlégl, Zürich

1996

Galerie am See, Zug

1997

Galerie Schlégl, Zürich

(mit Hans Hinterreiter)

1998

Fondation Saner, Studen

Villa Turque, La Chaux-de-Fonds

1999

Museum für konkrete Kunst, Ingolstadt

Galerie am See, Zug

2000

Galerie Schoeller, Düsseldorf

Atelier Fanal, Basel

Galerie St. Johann, Saarbrücken

Galerie Eva Mack, Stiuttgart

2001

Galerie Schlégl, Zürich

2002

Galerie am See, Zug

2003

Galerie Latzer, Kreuzlingen

2004

Galerie Hoffmann, Friedberg

2006

Galerie Nicole Schlegl, Zürich (mit Klaus Staudt)

2007

Galerie Carmen Weber, Zug

2008

Galerie Lahumière, Paris

Galerie ARTOPOI, Freiburg i. Br.

Galleria l’Incontro, Chiari (Brescia)

Projektraum 4, Mannheim

2009

Atelier Fanal, Basel

Galerie am Lindenplatz, Vaduz

Galerie Leonhard, Graz

Galerie ARTOPOI, Freiburg

Galerie Hoffmann, Friedberg

2010

Sommerakademie im Weisbachschen Haus,

Plauen

2011

Galerie Leonhard, Graz

Galerie Geiger, Konstanz

2012

Galerie Anna Wenger, Zürich

Galerie B55, Budapest

Galerie Lindner, Wien

Galerie Geiger, Konstanz

Galerie ARTOPOI, Freiburg i. Br.

2013

Museum haus konstruktiv, Zürich

2014

Galerie Geiger, Konstanz

Galerie la Vitrine“, Fribourg CH

Vasarely Museum, Budapest

Museum Chasa Jaura, Valchava, CH

Leopold Hoesch Museum, Düren

2015

Museum der Wahrnehmung, Graz

Galerie Wenger, Zürich

2016

Jan Kubicek-Hans Glattfelder,

Galerie Zaloudek,

Galerie Geiger, Konstanz

RossovermiglioArte, Padova

2017

Galerie Wenger, Zürich

Menhir arte contemporanea, Milano

58 59

Mostre tematiche e collettiveGroup exhibitions

1965

“strutture significanti”, Casa della Cultura,

Livorno

“Zürcher Künstler im Helmhaus”, Zürich

1966

“operazione confronto”, Gal. Numero,

Firenze

“strutture organizzate”, Studio di musica

elettronica, Firenze

“strutture significanti 2”, gal. La Carabaga,

Genova

“Premio Castello Svevo”, Termoli

1967

“Museo sperimentale d’arte

contemporanea”, Galleria Civica, Torino

“ipotesi linguistiche intersoggettive”, Firenze

“Panorama due“, Gal. La Polena, Genova

“Jakob Bill,Christen, Glattfelder, Müller-

Brittnau“,

Studio d’informazione estetica, Torino,

Gal. Cenobio, Milano

Gal. Bruno Bischofberger, Zürich

1968

“Wege und Experimente”, Kunsthaus Zürich

1969

“tendencije IV”, gal. Umjetnosti, Zagreb

“konstrukltive kunst:elemente und prinzipien“,

II. Biennale Nürnberg

“Recherche visuelle en Suisse“, Musée de la

Majorie, Sion

“konkrete und phantastische Richtungen“,

Helmhaus Zürich

1970

“konkrete Kunst“, Strauhof Zürich

“Arte e Critica“, Modena

“II Triennale“, New Delhi

“ART 1“, Kunstmesse Basel (Gal. Hoffmann)

“multiples“, Art Council of Great Britain,

London

1971

“The Swiss Avantgarde“, the New York

Cultural Center, New York

“arte concreta“, westfälischer

Kunstverein,Münster

1972

“graphic biennial: Grafika Swajcarska“,

Krakau

1973

“Schweizer Konkrete“, Kunstverein Biel

“Tendences del’art concret en Suisse“, Gal.

Média, Neuchâtel

“XXI. Premio del Fiorino“, Firenze

1974

“1. Biennale de l’image multiplié“, Musée

Rath, Genève

“Sviluppo del Segno“, studio F22,

Palazzolo sull’Oglio

“Per un Museo Progressivo“, Pinacoteca

Civica, Livorno

1975

“L’esplorazione percettiva“, Palazzo della

Ragione, Bergamo

“La scuola di Zurigo“, Gal. A, Parma

1977

“sul concetto di serie“, Symposium des

IAFKG, Varese

“Oggetto e Processo“, Studio Marconi,

Milano

“Rationale Konzepte“, Kunstcentrum

Badhuis, Gorinchem (NL)

1979

“Aspekte konstruktiver Kunst – die Slg. Mc

Crory“, Kunsthaus Zürich

V Biennale di S. Martino di Lupari

“L’occhio del collezionista d’oltralpe“,

Gal. Narcioso, Torino

1980

“Arte in Italia negli ann ’60: oltre

l’informale“, Museo Progressivo, Livorno

“Reliefs“, Kunsthaus Zürich

1981

“Arte ed Architettura“, S. Martino di Lupari

“Nel Luogo di Palladio“, Basilica

Palladiana, Vicenza

1982

“Schaffhauser Sammlungen“,

Museum Allerheiligen, Schaffhausen

1983

“arte concreta“, Cesena

“Jüngere Schweizer Künstler“, Gimpel

Hanover & Emmerich Galerien, Zürich

1984

“Die Sprache der Geometrie“, Kunstmuseum

Bern

1985

“1930 - 1980: Astrattismo in Italia“, Slg.

Cernuschi-Ghiringelli, Villa Croce, Genova

“20 Jahre Gal. Seestrasse: konkret-

konstruktiv“, Gal. Seestrasse, Rapperswil

1986

“Arte e Scienza - Colore“, Biennale di

Venezia

“konkret schweiz heute”, Wanderausstellung

in Helsinki, Tampere,Ulm,Bonn, Münster,

und Freiburg i. Br.

“Konstruktivisme“, Museum Louisiana,

Humlebaek/Dänemark

1987

“Mathematik in der Kunst der letzten

30 Jahre“, Wilhelm Hack-Museum,

Ludwigshafen

1988

“Helvet-Art “ VI Schweiz. Biennale, St Gallen

89

“Neuere Schweizer Konkrete“,

Gal. Fischer Luzern

1989

“zwischen malerei und objekt: böhm,

glattfeldert, rompza, staudt“ Schloss

Philippsruhe, Hanau

1990

“konkrete und konstruktive Kunst“,

Gal. am See, Zug

1994

“Stankowski, Glattfelder, Morandini“,

Orangerie Draenert, Immenstaad a/B.

1995

“Schweizer Konkrete“, Fondation Saner,

Studen

1996

“Hypothese, Experiment, Erfindung“,

Gal. Hoffmann, Friedberg

“Open Door“, Akademie Budapest

1997

“Von der Fläche in den Raum“, Forum

1998

“Der Grund zum Druck“, Wanderausstellung

druckgrafisches Schaffen in der Schweiz, u.

a. Mexico, Caracas, Australien

1999

“positionen der konkreten und konstruktiven

kunst“, Bauhaus, Dessau

“Hommage an Vordemberge-Gildewart“,

Kunsthalle Osnabrück.

2000

“art concret“, Espace de l’art concret,

Château de Mouans-Sartoux

2001

“das entgrenzte bild“, Wanderausstellung

der Gal. St. Johann, Saabrücken, in

Salzgitter, Bonn und W. Hack-Museum

Ludwigshafen

“20 Jahre Quadrat Bottrop“, Bottrop

2002

“Die Sammlung Peter C. Ruppert“, Museum

im Kulturspeicher, Würzburg

2003

“konkrete kunst: die Sammlung Holze“,von

der Heydt - Museum, Wuppertal

“einheit und vielfalt“, Villa Kobe, Halle

2004

“pour un art concret“, la donation Albers-

Honegger, Espace de l’art concret, Mouans-

Sartoux

“stets konkret“, die Schenkung Hubertus

Schoeller,Leopold-Hoesch-Museum, Düren

“into the room“, Gal. Nicole Schlégl, Zürich

2005

“experiment konkret“, Museum f. konkrete

Kunst, Ingolstadt

“Square“, die Sammlung Marli Hoppe -

60 61

Museum Ritter, Waldenbuch

“Dialog über Grenzen - Die Sammlung

Riese“, L. Hoesch -Museum, Düren

2012

“Multiples“, Galerie Geiger, Konstanz

“Pariszji Koka“, Galerie Tretjakof, Moskau

“arte cinetica e programmata“, Galleria

d’Arte Moderna, Roma

2013

“vice-versa”, Gal. Linder zu Gast bei

Dr. Julius App, Berlin

“Sammlung Grauwinkel“, Vasarély

Muszeum, Budapest

“young collectors choice“, Galerie Geiger,

Konstanz

“zeitlos gut”, Galerie Geiger, Konstanz

“Dialog über Grenzen - die Sammlung

Riese”, Ostdeutsche Galerie, Regensburg

2014

“hauptsache grau“, Mies van der Rohe -

Haus, Berlin

“8 evropskych konkretistu“, Galerie Petr

Zaloudek, Prag

“eckig rund und bunt”, MKK Ingolstadt

“internationale Buchkunst“, Galerie und

Edition Hoffmann, Friedberg

2015

“our artists, our friends“, Galerie Geiger,

Konstanz

“a square is a square is a square“, Museum

Ritter, Waldenbuch

“Rendezvous der Länder”, Museum im

Kulturspeicher, Würzburg

“schwarz auf weiss“, Museum für konkrete

Kunst, Ingolstadt

“Kinesis“, Viennafair, Wien

2016

« perpetuum mobile –art cinétique »,

galerie la Vitrine, Fribourg

« Glattfelder, special guest », Stand Wenger,

drawing now, Paris

“für sehen gemacht“,

galerie konkret, Sulzburg

Ritter, Museum Ritter, Waldenbuch

“visionäre Sammlung1“, haus konstruktiv,

Zürich

2006

“Die neuen Tendenzen“ Museum für konkrete

Kunst, Ingolstadt

“stets konkret“, Galerie Lausberg, Düsseldorf

2007

“ausgerechnet... Mathematik und konkrete

Kunst“, Museum im Kulturspeicher,

Würzburg

“8 X konret“, Beardsmore Gallery, London

“Exemplifizieren wird Kunst“, W. Hack –

Museum, Ludwigshafen, Vasarely Muzeum,

Budapest, Museum Ludwig, Koblenz

“surprises concretes“, Espace Art Concret,

Mouans-Sartou

2008

“Bildertausch 3”, Museum Ritter,

Waldenbuch

2009

“l’oblique“, Musée du Château des Ducs de

Wurtemberg, Montbéliard

“reconnaître“, Paksi Keptar

“Schweiz Konkret“, collection Vass,

Vészprém

“konkrete Zeichnung“, Galerie Artopoi,

Freiburg i. Br.

2010

“100 jahre konkrete kunst“, Kunsthalle

Rehau-Art, Rehau

“ganz konkret, Folge 1“, (kur. Dorthea

Strauss), haus konstruktiv, Zürich

“summer special“, Galerie Nicole Schlegl,

Zürich

“konkrete Konzepte“, Galerie Ruhnke,

Potsdam

2011

“Linien und Flächen“,Galerie Artopoi,

Freiburg i./Br.

“quadratisch... Werke aus der Sammlung

Marli Hoppe-Ritter“,

“im Fokus der 1950er -1970er Jahre“,

Opere in collezioni pubblichePublic collections artworks

Aargauer Kunsthaus, Aarau

Espace de l’art concret, Mouans Sartoux

Kunstsammlung der Schweizerischen Eidgenossen-

schaft, Bern

Fondation Saner, Studen

Galleria civica d’arte moderna e contemporanea, Torino

Joseph Albers Museum, Bottrop

IKKP Kunsthaus , Rehau

Kunsthaus Zürich

Kunstmuseum Bern

Kunstmuseum Luzern

Kunstmuseum Olten

Kunstmuseum Stuttgart

Kunstsammlung Stadt Zürich

Kunstsammlung Kanton Zürich

Lehmbruck-Museum, Duisburg

Leopold-Hoesch-Museum, Düren

Louisiana Museum of Modern Art, Humlebaek

Märkisches Museum, Witten

Musée d’Art et d’Histoire, Genève

Musée d’Art et d’Histoire, Neuchâtel

Musée de Grenoble

Musée des Beaux Arts, La Chaux-de-Fonds

Musée de la Rumine, Lausanne

Museo Civico d’Arte Contemporanea Umbro Apollonio, S.

Martino di Lupari

Museo d’Arte Moderna, Parma

Museo de Arte Contemporaneo, Buones Aires

Museo Progressivo d’Arte Contemporanea, Livorno

Museum im Kulturspeicher, Sammlung Ruppert, Würz-

burg

Museum für konkrete Kunst, Ingolstadt

Museum gegenstandsfreier Kunst, Otterndorf

Museum Ritter, Waldenbuch

Museum haus konstruktiv, Zürich

Neue Galerie im Johanneum, Graz

Palais Rumine, Lausanne

Pinacoteca Comunale di Rimini

Staatsgalerie Stuttgart

Staatsgalerie Budapest

Vasarély Muszeum, Budapest

Von der Heydt-Museum, Wuppertal

Vass Collection, Veszprém

Finito di stampare nel mese di Giugno 2017a cura di Graphic & Digital Project, Milano

Printed in June 2017edited by Graphic & Digital Project, Milan