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Unità Didattica N.2/do Graziano Servida

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Unità Didattica N.2/do Graziano Servida

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Istruttore Federale 3°Livello-Master in Salto OstacoliDirettore di campo di 2° livelloDocente F.I.S.E.

Docente…

+39 339 84 78 736 [email protected]

www.grazianoservida.it

I miei riferimenti…

Graziano Servida

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Percorso Formativo O.T.E.B.La struttura dei corsi per OPERATORI TECNICI EQUESTRI DI BASE (O.T.E.B.)prevede: UNITA’ DIDATTICA N.1 “CONOSCENZE DI BASE” della durata di 56 ore(parte introduttiva).Esame finale: colloquio con una Commissione composta da due membri nominatidal Comitato Regionale, ed il Tutor del corso, oppure test scritto con Quiz.Se superato con esito positivo, il candidato sarà ammesso alla frequenza dell’Unità didattica N.2,

UNITA’ DIDATTICA N. 2 (parte specialistica per le discipline olimpiche).Esame finale:La prova d’esame consiste in:◊ colloquio con una Commissione composta da un Presidente di Commissionepiù due membri, nominati dal Dipartimento Formazione; il Tutor del corsodovrà presenziare all’esame,◊ conduzione di una ripresa elementare e/o lavoro individuale con un cavaliereprincipiante,◊ esecuzione Test Caprilli.Vvvv

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al termine dalla quale si conseguirà la qualifica diOPERATORE TECNICO EQUESTRE DI BASE.

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Competenze O.T.E.B.La figura tecnica così formata è l’ Operatore Tecnico Equestre di Base (O.T.E.B.), chesvolge la propria opera all’interno delle Associazioni Affiliate e Aggregate DisciplineOlimpiche e/o Associazioni di Equitazione di Campagna, alle dirette dipendenzetecniche dell’Istruttore Federale e/o Tecnico di Equitazione di Campagna titolari, conle seguenti mansioni: coadiuvare e/o sostituire l’istruttore o il tecnico di specialità con almeno il1°N.R./2°/3° livello o meriti sportivi all’interno dei centri ippici con particolareriferimento alla messa in sella, alla conduzione di riprese elementari diequitazione per principianti, controllo scuderie, assistenza mascalcia, primosoccorso veterinario, attività promozionale; accompagnare cavalieri esperti in passeggiate in percorsi e terreni a lui noti, sudirettive dell’Istruttore Federale o Tecnico di Equitazione di Campagna titolaridell’Associazione.

NOTA IMPORTANTE: agli O.T.E.B. che acquisiscono il titolo con icorsi di Nuova Programmazione (come anche a coloro che, inpossesso di Brevetto B, hanno conseguito il titolo con la vecchiaprogrammazione) non è data possibilità, in nessun caso, di accessoai campi di prova né di acquisire delega alcuna per operare al difuori dell’Associazione.

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Competenze O.T.E.B.

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Obiettivi UD N.2/do…

…Teoria Codice Etico Tecnica Equestre Conoscenza delle discipline olimpiche (Dressage, Salto Ostacoli, Completo) Autorizzazioni a montare e Regolamenti Veterinaria Gestione cavallo e pony Storia

…Pratica Idoneità in Sella (posizione e uso dell’assetto) Posizione in Campo e Sicurezza Messa in sella Conduzione Esercizi su barriere a terra e primi salti Valutazione cavalli idonei per la scuola

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Obiettivi UD N.2/do…

Pratica di scuderia – Gestione della scuderia ore 4Horsemanship e Etologia ore 8Lavoro a cavallo (montato):Lavoro in piano – Lavoro su ostacoli fissi e mobili ore 16Tecnologie Educative – Psicologia e pedagogia ore 4Attività professionale specifica (messa in sella – conduzione di riprese elementari) ore 32

Totale ore 64Totale giornate 8

64 ORE SPECIALISTICHE – 8 GIORNATE

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1° giorno Tecnica Equestre Le Buone Regole Andature e difetti di andatura La scuola degli aiuti Principi di base dell’addestramento sul cavallo La conduzione di riprese elementari

2° giorno

Tecnologie Educative Psicologia e pedagogia

La nostra settimana… 1/2

Dressage Caratteristiche della disciplina e regolamento Tipo di cavallo idoneo e Metodi di allenamento

Prix Caprilli (mattina) Prova pratica

3° giorno Completo Caratteristiche della disciplina e regolamento Tipo di cavallo idoneo e Metodi di allenamentoSalto ostacoli Caratteristiche della disciplina e regolamento Tipo di cavallo idoneo e Metodi di allenamento

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La nostra settimana… 2/2

4° giorno

Veterinaria Come funziona un cavallo (anatomia, malattie più frequenti) Tare e Vizi Horsemanship Etologia

5° giorno

7° giorno Quiz

Autorizzazioni a montareMessa in sella Prova pratica

6° giorno Gestione del cavallo Scuderie e Lettiere Alimenti e Bevande Igiene della pelle

Storia Equitazione … nella storia Federico Caprilli - Rivoluzione Caprilliana I fratelli Piero e Raimondo D’Inzeo Graziano Mancinelli

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Le prove d’esame…

Colloquio con una Commissione composta da un Presidente diCommissione più due membri, nominati dal DipartimentoFormazione; il Tutor del corso dovrà presenziare all’esame, Conduzione di una ripresa elementare e/o lavoro individuale conun cavaliere principiante, Esecuzione Test Caprilli.

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Test CaprilliProva in piano e su salti semplici di altezza max 1 metro, su test tipo PrixCaprilli, con tracciato precostituito atto a dimostrare il controllo del cavallo el’uso corretto degli aiuti, nonché l’attitudine al salto.Prix Caprilli è una test di dressage con inclusi alcuni salti.I giudici valutano il test con gli stessi criteri di una ripresa di dressage (andatura,impulso, sottomissione e posizione-assetto del cavaliere).L'enfasi non è lo stile di salto del cavallo, è la serenità del cavallo, l'obbedienza el'uniformità del ritmo.Si tratta di una prova di dressage dove si trovano dei salti sul tracciato che nondovrebbero ‘disturbare’ la prestazione.

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Test Caprilli

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Test Caprilli

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… altro?

Per la partecipazione all’UD N.2 è obbligatorio avere al seguito uncavallo idoneo, con adeguato grado di addestramento, e deve: avere buone condizioni di salute, essere in regola con il tesseramento e con le vigentidisposizioni sanitarie.I cavalli ritenuti non idonei potranno essere allontanati adiscrezione del tutor del corso.

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Le Buone regole Andature e difetti di andatura

Tecnica Equestre

Principi di base dell’addestramento sul cavallo La conduzione di riprese elementari

La scuola degli aiuti

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Le Buone regoleNell’addestramento del nostro cavallo è fondamentale seguire un programma di allenamento mirato e attento. Alcuni consigli per riuscire a lavorare nel modo più corretto a casa ed in gara.

Così facendo il nostro cavallo sarà in grado di regalarci quelle meravigliose sensazioni ed emozioni per le quali abbiamo scelto questo sport!

E’ importante iniziare il lavoro nell’andatura che meglio si addice al cavallo Prima di iniziare a trottare o galoppare facciamo dieci minuti di passo per scioglierele articolazioni del cavallo Quando si lavora bisogna iniziare dal lato in cui il cavallo è meno rigido perchépossa sciogliersi più agilmente, quindi proseguire con un lavoro simmetrico a manodestra e sinistra Le transazioni e le variazioni di andatura sono fondamentali per aiutare il cavallo atrovare il giusto equilibrio e la corretta elasticità Variamo sempre gli esercizi, in modo che il cavallo non anticipi le nostre richieste enon si annoi calando l’attenzione Premiamo sempre il nostro cavallo quando esegue correttamente un esercizio eterminiamo il lavoro quando sentiamo che è sciolto e in mano così da poter iniziareil giorno successivo la dove avevamo finito il giorno precedente ossia finiamo illavoro lasciando al cavallo sensazioni positive e piacevoli

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Andature 1/3Sono i movimenti naturali del cavallo ed hanno 3 caratteristiche principali: Impulso: impegno con cui il cavallo si muove nelle tre andature, Ritmo: isocronia dei movimenti = stesso tempo, Cadenza: distanza che il cavallo percorre in un determinato tempo = velocità dellediverse andature.PassoIl passo è un’andatura “camminata” nella quale gli arti del cavallo si posano uno dopol’altro in “quattro tempi” ben marcati e mantenuti tali durante tutto il lavoro al passo.Il passo si distingue in: Passo Riunito, Passo Medio, Passo Allungato, Passo Libero.Il passo libero è un’andatura di riposo nella quale si dà al cavallo la completa libertà diabbassare la testa e di distendere l’incollatura.La velocità media del passo è di circa 100/110 mt. al minuto.

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TrottoIl trotto è un’andatura in “due tempi” separata da un tempo di sospensione, nellaquale il cavallo avanza per bipedi diagonali con appoggio simultaneo dell’anteriore edel posteriore corrispondente (anteriore sinistro – posteriore destro e inversamente).Il trotto si distingue in: Trotto Riunito, Trotto Di Lavoro, Trotto Medio, Trotto Allungato.La velocità media del trotto è di 150/250 mt. al minuto.GaloppoIl galoppo è un’andatura a “tre tempi” nella quale al galoppo destro, per esempio, lebattute si succedono nell’ordine, posteriore sinistro, diagonale sinistro (anterioresinistro si muove contemporaneamente al posteriore destro), anteriore destro, seguitoda un tempo di sospensione dei quattro arti prima dell’inizio della falcata successiva.Il galoppo si distingue: Galoppo Riunito, Galoppo Di Lavoro, Galoppo Medio, Galoppo Allungato.La velocità media del galoppo è di circa 300 mt. al minuto. La velocità delle prove disalto ostacoli va da 350 a 400 mt. al minuto.

Andature 2/3

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BipedeSono due arti considerati contemporaneamente.Il cavallo ha 6 bipedi quello: Laterale destro (anteriore e posteriore destro) Laterale sinistro (anteriore e posteriore sinistro) Anteriore (i due anteriori) Posteriore (i due arti posteriori) Diagonale destro (anteriore destro, posteriore sinistro) Diagonale sinistro (anteriore sinistro, posteriore destro).

Andature 3/3

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L'andatura si definisce bella quando: il ritmo è regolare, gli arti si muovono parallelamente al piano mediano del corpo, i movimenti sono decisi ed elastici, le oscillazioni laterali del tronco, quelli della testa e del collo si svolgono in giustamisura.Quando una delle condizioni sopra elencate non si verifica, si hanno diversi difetti delleandature, dei quali ricorderemo solo i principali.Cavallo che rade il tappetoSi dice che il cavallo "rade il tappeto" quando gli zoccoli oscillano troppo vicini al suolo,in modo che sono facili ad inciampare se il terreno è irregolare.Cavallo che falciaSi verifica quando le parti estreme degli arti, specialmente gli anteriori, nell'andaturadescrivono una specie di arco all'infuori. Questo difetto è frequente nei cavalli cagnoli ein quelli che hanno piedi grandi e piatti.Cavallo che si incrociaIl bipede in levata esegue in elevazione un movimento laterale molto marcato, in mododa incrociare l'arto in appoggio dello stesso bipede in avanti o all'indietro, mageneralmente senza toccarlo.Cavallo che si cullaAvviene quando il corpo del cavallo presenta un oscillazione laterale molto spiccata.

Difetti di andatura 1/3

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Cavallo che forgiaSi verifica quando il cavallo al passo o al trotto provoca un caratteristico rumoremetallico dovuto al fatto che con il piede posteriore tocca quello anteriore sui rami delferro. Questo difetto oltre a dipendere dalla cattiva conformazione degli arti del cavallopuò manifestarsi anche per debolezza o per fatica dell'animale.Cavallo che s'intagliaAvviene quando l'arto del bipede anteriore o posteriore, che è in levata, colpisce con lozoccolo l'arto dello stesso bipede che è in appoggio. A volte l'animale "si sfiora", a volte"si tocca" causandosi dolore ma senza produrre lesioni, raramente "s'intaglia"causandosi contusioni e ferite generalmente all'interno del nodello. I cavalli s'intaglianopiù spesso al bipede posteriore per il fatto che generalmente esse tendono ad esserepiù ravvicinate. A volte il difetto è causato da una cattiva ferratura. Qualche volta lacausa può essere la conformazione difettosa degli arti, difetti di appiombi, piedi grandio piatti.Cavallo che arpeggiaE' un movimento che interessa gli arti posteriori. Durante la camminata gli artiinteressati sono involontariamente sollevati in modo esagerato, quasi di scatto perpredominio dell'azione dei muscoli flessori. Alcuni, sebbene a torto, classificanol'arpeggio fra le zoppie.

Difetti di andatura 2/3

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Cavallo che trafalcaSi tratta di un'andatura irregolare del trotto, ma più veloce. Il cavallo trotta con gli artianteriori e galoppa con i posteriori. Spesso questo difetto si osserva in cavalli moltoaffaticati, quando la velocità del trotto ha raggiunto il suo limite e il cavallo sta percambiare andatura.Cavallo che si trainaIl cavallo in questo caso galoppa con gli arti anteriori e trotta con quelli posteriori.Questo difetto è frequente in cavalli molto vecchi o stanchissimi.

Difetti di andatura 3/3

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La scuola degli aiuti - Posizione e AssettoPosizioneE' il modo di disporre le sezioni del corpo dell'allievo a cavallo. In base alle esigenzedinamiche del cavallo e quindi della staffatura, si individuano tre posizioni principali:seduta, sollevata, da corsa.

AssettoE' la capacità di adeguare le posizioni al movimento del cavallo, in modo che vi sia uncostante equilibrio. E' misurato dal rapporto tra il baricentro del cavallo e quello delcavaliere, che consente l'insieme.

La posizione è costantemente da perfezionare, come la sensibilità e l'assetto.La posizione cambia in base alle esigenze dinamiche; l'assetto permane.

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ContattoIl contatto, ovvero la capacità di tenere le redini tese tra mano e bocca del cavallosenza dover operare trazioni o improvvisi cedimenti, richiede una sensibilità che deveessere ricercata fin dall'inizio, perché è indispensabile alla corretta comprensionedell'aiuto fornito dalle mani.Requisiti perché il contatto possa essere trovato sono: una corretta, anche seelementare, posizione delle braccia e del busto; una discreta confidenza e un equilibriosufficiente a rendere indipendenti le mani dal corpo; l'elasticità delle braccia, pronte aseguire il movimento della bocca del cavallo.

L’avambraccio con la redine deve formare una linea rettache parte dal gomito e giunge alla bocca del cavallo.

La scuola degli aiuti - Contatto

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Gli AiutiPrimari e secondariSono gli strumenti che il cavaliere possiede per comunicare la propria volontà alcavallo; i principali sono le gambe, il peso del corpo, le mani, secondario, perché non sempre utilizzabile, la voce.E’ richiesta una condizione sufficiente di assetto per il loro utilizzo.AusiliariSono tutti quei mezzi che moltiplicano le azioni dagli aiuti (speroni, frustino, ecc.) oche in assenza o a sostegno degli aiuti, condizionano l’impiego muscolare del cavallo aifini del lavoro di addestramento (sistemi abbassatesta ecc.).

La scuola degli aiuti

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Le gambeStimolano il movimento, ne determinano la qualità. Contengono o stimolano glispostamenti laterali. La loro azione ha un rapporto diretto con l'azione del posterioredel cavallo.

Il peso del corpoStimola lo spostamento laterale o longitudinale del baricentro del cavallo. Consentel'insieme. Agisce sempre.

Le maniDirigono o regolano il movimento, contribuendo a determinarne la qualità. Hanno unrapporto diretto con l'incollatura del cavallo e con le sue spalle.

La scuola degli aiuti

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Si può insegnare la meccanica degli aiuti, indispensabile anche ai migliori talenti, sipuò accrescere la sensibilità, ma il grado del sentire appartiene al talento degliindividui: la si può stimolare, ma non insegnare.In estrema sintesi possiamo distinguere tre differenti gradi di apprendimento: Indipendenza e Coordinazione efficace, Tempismo, Intensità.Se nel primo livello di lavoro è richiesto l'ottenimento del comando senza che sìverifichino incomprensioni o ribellioni, nel secondo si chiede la buona esecuzione dellarichiesta senza che si inneschino rigidità o squilibri nel cavallo; al terzo livello il cavallodeve muoversi come per sua propria iniziativa, per nulla infastidito dalla presenza delcavaliere.L'impiego degli aiuti non può in alcun caso essere separato dalla sensibilità: non si puòparlare di intensità senza fare riferimento alla rispondenza del cavallo. Più si eleva laqualità dell'intervento, più aumenta la qualità della risposta e di pari passo diminuiscel'intensità.

La scuola degli aiuti

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Indipendenza degli aiutiE' la capacità di agire con un singolo aiuto senza coinvolgere altre parti del corpo: ècondizione indispensabile per ottenere la coordinazione.

Coordinazione degli aiutiE' la capacità di porre in relazione tra loro gli aiuti, indispensabile per comunicareefficacemente la propria volontà al cavallo.

Tempismo nell'impiego degli aiutiE' la capacità di intervenire con ogni aiuto e con gli aiuti coordinati nel momentogiusto; indispensabile per la precisione della risposta.

Intensità degli aiutiE' la capacità di dosare l'azione di ogni aiuto, in base alla necessità richiesta. L'aiuto, inbase al grado di addestramento raggiunto, deve essere il meno intenso possibile edare il massimo della risposta.

La scuola degli aiuti

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Il cavallo deve prima di tutto essere calmo ed andare diritto, Non possiamo spingerci oltre se questi principi non sono confermati, Dopodiché possiamo passare ad un lavoro su delle transizioni, Nell’addestramento la parte più importante è saper ascoltare il proprio cavallo e dali modulare il lavoro, Saper quando, come e quanto fare, fanno la differenza tra un buon addestratore egli altri.

Principi di base dell’addestramento sul cavallo 1/2

RITMO

DECONTRAZIONE

CONTATTO

IMPULSO

CAVALLO DRITTO

RIUNIONEFase di sviluppo della forza propulsiva in alto

Fase di Conoscenza

Fase di sviluppo della forza propulsiva avanti

CAVALLO NEGLI AIUTI

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Principi di base dell’addestramento sul cavallo 2/2

RITMO

DECONTRAZIONE

CONTATTO

IMPULSO

CAVALLO DRITTO

RIUNIONE

CAVALLO NEGLI AIUTI

Fase di sviluppo della forza propulsiva in alto

Fase di sviluppo della forza propulsiva avanti

Fase di Conoscenza

Scaletta addestrativa

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La conduzione di riprese elementari 1/3Struttura di una lezioneUna lezione deve essere strutturata in fase: preparatoria, principale conclusiva.

Fase preparatoria

Fase principale

Fase conclusiva

Introduzione all’acquisizione degli obiettivi della lezione.Riscaldamento

Apprendimento degli obiettivi prescelti.Acquisizione di una tecnica

Processo di recupero e di distensione.Eventuale valutazione

GeneraleSpecifica

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La conduzione di riprese elementari 2/3La fase preparatoria ho lo scopo di: diminuire le tensioni muscolari, favorire la massima elasticità possibile e unaadeguata mobilità delle articolazioni, preparare i sistemi cardiocircolatorio, respiratorio e

metabolico allo sforzo, aumentando l’attività cardiaca e intensificando laventilazione polmonare, elevare la temperatura corporea, raggiungere una maggiore capacità di reazione, provocare uno stato di eccitazione ottimale al sistema nervoso, diconcentrazione e di disponibilità allo sforzo, attivare i meccanismi motivazionali.Come preliminari a questa fase, dovranno essere eseguiti tutti i controlli allabardatura del cavallo e alla tenuta del cavaliere. Per compiere queste azionie consentire la verifica da parte dell’istruttore, nonché per preveniresituazioni di pericolo, gli allievi dovranno entrare in maneggio con il cavallo‘’sotto mano’’ e montare in sella all’interno del maneggio stesso. Gli esercizidella fase preparatoria debbono essere conosciuti dagli allievi e propedeuticiai compiti della seguente fase principale.

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La conduzione di riprese elementari 3/3La fase principale prevede di seguire in ordine lasuccessione dei seguenti compiti: l’apprendimento e il perfezionamento di nuovetecniche devono avvenire all’inizio perché richiedonouna elevata concentrazione, gli esercizi che richiedono rapidità e forza devonoessere richiesti all’inizio di questa fase, gli esercizi che richiedono resistenza possono esseresvolti nella seconda parte di questa fase.

La fase conclusiva prevede il processo di recuperofinalizzato alla distensione; occorre far rilassare imuscoli e la tensione nervosa diminuendo laconcentrazione, normalizzando l’apparatocardiocircolatorio e respiratorio, normalizzare lastimolazione psichica.

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Caratteristiche della disciplina e regolamento Tipo di cavallo idoneo Metodi di allenamento

Dressage (Disciplina Olimpica)

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DressageIl Dressage ha lo scopo di mettere in evidenza le andature naturali e l'attitudine delcavallo che deve esprimersi con eleganza ed in completa sintonia con il propriocavaliere. Nelle gare, che si svolgono all'interno di un rettangolo di gara (mt. 20x60)delimitato ai lati da una bassa recinzione sul cui perimetro sono posizionate dellelettere che servono come riferimento, il binomio è chiamato ad eseguire una "ripresa",cioè una sequenza di movimenti prestabiliti. Ogni "figura" che il binomio esegue vienevalutata da più giudici con un punteggio espresso in percentuale del massimoottenibile. Il livello di difficoltà varia a seconda della complessità delle figure richiestee le gare più importanti sono il "Grand Prix Special", una ripresa con movimentiobbligatori, e il "Free Style" in cui è il concorrente che sceglie l'ordine dei movimentiche verranno eseguiti con un accompagnamento musicale.E’ una disciplina antica, che affonda le sue radici nel Rinascimento italiano, quando lerinomate Scuole di Cavalleria erano frequentate dai rappresentanti delle famiglie e deicasati più nobili, perché il saper cavalcare e soprattutto il saper addestrare allaperfezione un cavallo era considerata non solo una necessità (per motivi bellici, perben figurare in occasione delle parate o delle caccie, ecc.) ma una vera e propria“arte”, al pari della danza, della musica, della scherma.

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Dressage – RegolamentoRegolamento ufficiale attualmente in vigore, disponibile sul sito FISE:

Federazione Italiana Sport Equestri - Regolamenti – Regolamenti(https://www.fise.it/sport/dressage/documenti/regolamenti.html)

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Regolamento Dreassage 2017

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Dressage – Tipo di cavallo idoneo

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Dressage – Metodi di allenamento

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Caratteristiche della disciplina e regolamento Tipo di cavallo idoneo Metodi di allenamento

Salto ostacoli (Disciplina Olimpica)

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Salto ostacoliIl Salto Ostacoli è la specialità principe dell'equitazione. Nel nostro paese è la piùdiffusa e praticata e quella che vanta le maggiori tradizioni. I concorrenti debbonoaffrontare, all'interno di un campo di gara circoscritto (in erba o in sabbia, all'aperto o"indoor") un percorso composto da ostacoli mobili costruiti in legno e composti da varielementi come barriere, tavole, cancelli e balaustre. Gli ostacoli possono essere divario tipo, definiti dritti se con uno sviluppo solo in verticale, larghi o triplici sepresentano anche una profondità , e devono essere superati senza essere abbattutimentre il livello di difficoltà delle gare dipende dall'entità degli ostacoli e dai diversitipi di categorie (a barrage, a tempo, a due manches, di potenza, derby etc.). Ogniabbattimento (errore) da parte del concorrente viene penalizzato, così comel'eventuale rifiuto di fronte a un ostacolo o la caduta di cavallo e/o cavaliere. Il cavalloda salto ostacoli deve essere potente e maneggevole, oltre che preciso, veloce ecompletamente rispondente alle azioni del cavaliere.Il primo concorso ippico ufficiale si tenne agli inizi di questo secolo – era il 1902 – aTorino, e fu la consacrazione dello stile “caprilliano” ovvero l’inizio del concorso ippicomoderno, sia nello stile in sella che nella concezione dei percorsi.Federico Caprilli era un ufficiale di cavalleria che aveva rivoluzionato il modo di stare acavallo. A Lui si deve lo stile odierno che vede il cavallo assecondato e non contrastatoal momento del salto.Nel 1912 il salto ostacoli entrò a far parte ufficialmente delle disciplineolimpiche, ai Giochi di Stoccolma, e fino agli anni 50 restò sempreprerogativa dei militari, che potevano contare su un parco cavallidecisamente ampio.

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Salto ostacoli – Prontuario FISEI concorsi si differenziano tra loro per la progressiva difficoltà (altezza e complessitàdel percorso), per la tipologia (a tempo, di precisione, ecc...) in numerosecombinazioni che sono raccolte all'interno del Prontuario FISE (Federazione ItalianaSport Equestri) che ne regola lo svolgimento.Regolamento ufficiale (e successive modifiche) attualmente in vigore, disponibile sulsito FISE:

Federazione Italiana Sport Equestri - Regolamenti - Regolamenti(https://www.fise.it/sport/salto-ostacoli/documenti/regolamenti.html)

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Regolamento Salto Ostacoli

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Salto ostacoli – Categorie di Stile 1/3Le Categorie specificatamente di “stile” sono delle gare a giudizio a carattereaddestrativo - agonistico da effettuarsi su un percorso di salto ostacoli,opportunamente predisposto, dove vengono valutati lo STILE e la CAPACITA’ delCavaliere.Lo scopo è quello di porre le opportune attenzioni sulle BASI dell’Equitazione,incentivare un maggior lavoro dei cavalli a partire dal lavoro in piano per consentire alCavaliere di evidenziare le sue capacità equestri e maturare corrette esperienze, inmaniera non disgiunta dalla componente agonistica.L’oggetto della valutazione in queste categorie è il Cavaliere.Il Cavaliere per poter dare dimostrazione delle sue capacità (senso del cavallo,capacità tecniche, efficacia ed eleganza) dovrà presentare un cavallo idoneo,razionalmente preparato sia in piano che sugli ostacoli.Le categoria di S.O. nelle quali sì è stabilito di formulare una seconda classifica per lavalutazione di stile, conservano le caratteristiche tecniche della gara di S.O. diriferimento, considerando quindi la necessità dia parte le cavaliere di adeguarsi adesse. (ad esempio, se si valuta lo stile nell’ambito di una categoria a tempo, si dovràconsiderare nel voto “svolgimento del percorso” la adeguatezza al contenuto dellagara.)Per maggior chiarezza un percorso anche se svolto correttamentema con curve esageratamente allargate e sotto ritmo, dovràessere rilevato nell’assegnazione del voto.

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Salto ostacoli – Categorie di Stile 2/3ValutazioneIn un percorso di stile, vengono presi in considerazione i seguenti aspetti:1. STATUS del BINOMIO e PRESENTAZIONE: per “STATUS” si intende l’immaginegenerale che offre il binomio, per la “PRESENTAZIONE”, alla chiamata dellospeaker, il Cavaliere si deve avvicinare alla Giuria e procedere al saluto.2. STILE DEL CAVALIERE: per “STILE DEL CAVALIERE” si intende l’insieme delleposture delle varie parti del corpo del cavaliere a cavallo, sia nella visione lateraleche in quella frontale. Per “ASSETTO” si intende la capacità del Cavaliere dimantenersi in equilibrio e di seguire i movimenti del cavallo. Un Cavaliere con unbuon assetto, deve inoltre essere in grado di utilizzare i propri “aiuti” per dirigere econtrollare il Cavallo.3. SVOLGIMENTO DEL PERCORSO: per “SVOLGIMENTO” si intende lo svolgimento delpercorso, inteso come “esecuzione” dal suo inizio alla fine.Scheda di valutazione e Regolamento ufficiale attualmente in vigore, disponibile sulsito FISE:

Federazione Italiana Sport Equestri - Modulistica – ModulisticaFederazione Italiana Sport Equestri - Programmi - Programmi Dipartimento

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(https://www.fise.it/sport/salto-ostacoli/documenti/modulistica-salto-ostacoli.html)(https://www.fise.it/sport/salto-ostacoli/programmi-so.html)

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Salto ostacoli – Categorie di Stile 3/3

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Regolamento Categorie di Stile

Nota chiarimento 2017

Scheda Valutazione 2017

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Salto ostacoli – Tipo di cavallo idoneo

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Salto ostacoli – Metodi di allenamento

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Federico Caprilli - Rivoluzione Caprilliana I fratelli Piero e Raimondo D’Inzeo

Storia

Graziano Mancinelli

Equitazione … nella storia

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L'equitazione è una delle attività più antiche a cui si è dedicato l'uomo.Il primo manuale,‘’La cura e l'alimentazione del cavallo da carro’’, a noi pervenuto, fu redatto dalmitanno Kikkuli (Mitanni o Mitani era il nome di un impero situato sulla sponda sinistradell’Eufrate), nell'anno 1.350 a.C.Il più antico e più noto manuale,in cui è trattato anche il modo di montare a cavallo è ‘’Sull'equitazione’’ di Senofonte(350 a.C.). In quest'opera, Senofonte illustra la selezione, la gestione el'addestramento dei cavalli, sia per uso militare che per lavoro. Una delle qualità piùimportanti del cavallo, scrive Senofonte, è di avere una schiena muscolosa.Il trattato di Senofonte è anche considerato uno dei primi lavori che descrivono iprincipi del dressage classico, compreso la raccomandazione di utilizzare una tecnica diaddestramento senza dolore (un cavallo felice è più efficiente di uno infelice, è piùefficace convincere un cavallo piuttosto che costringerlo).

Equitazione…nella storia

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Nella storia greca e romanachi sapeva equitare acquistava un "valore aggiunto" nelle società.Da allora in poi il titolo di cavaliere divenne espressione di nobiltà, ma anche, percontro, nei secoli successivi, i nobili furono costretti ad imparare l'arte di equitare perpartecipare alla vita politica e militare.Durante il Rinascimento (‘500 d.C.)i caroselli, grandiose feste equestri, divennero elementi centrali della vita di corte.L’elemento di maggior rilievo del carosello era un elegante ballo nel quale cavalli ecavalieri eseguivano passi, movimenti e salti dell’Alta scuola equestre. La prima e piùfamosa fu organizzata a Napoli da Giovan Battista Pignatelli.Le varie figure di Alta scuola venivano insegnate per costituire movimenti utili inguerra, sia per l'attacco che per la difesa.

… …………

Equitazione…nella storia

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Ambiente MilitareL'approfondimento tecnico dell'arte di montare a cavallo fu ovviamente sempreappannaggio della cavalleria e per questo motivo chi ha scritto libri di tecnica equestreè spesso collegato all'ambiente militare.(Federico Grisone -fine 1400, Giovan Battista Pignatelli, Cesare Fiaschi-metà1500, Federigo Mazzuchelli- fine 1700, Federico Caprilli-inizio 1900, ecc.)Il NovecentoIl rapporto tra uomo e cavallo che si stabilì nei secoli, si modificò gradualmentenell'ultimo periodo storico, da quando cioè il motore a scoppio trasformò il modo diviaggiare e il modo di fare la guerra.Dal novecento in poi l'equitazione perse la propria importanza utilitaristica e sitrasformò in attività solamente ludico-sportiva.

Equitazione…nella storia

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I MaestriFrançois Robichon de La Guérinière (1688 –1751), maestro di equitazionefrancese, autore di Ecole de Cavalerie e Eléments de Cavalerie, testi che sono ancoraoggi considerati "Il Vangelo dell'equitazione classica".de La Guérinière rimane nella storia dell'equitazione per aver inventato un particolare"movimento" utilissimo per ginnasticare e rendere agili e flessibili i cavalli: "la spallain dentro".

Equitazione…nella storia 1/2

François Baucher (1796-1873); il primo metodo Baucherera la "distruzione" delle forze istintive del cavallo in modoche il cavaliere ne avesse il totale controllo. Ma la veraintuizione fu l'aver capito che le resistenze che il cavallooppone al suo cavaliere sono concentrate nell'insiememascella – incollatura. Il suo metodo era improntatonell'esecuzione di una serie di esercizi, da compiere sia daterra che in sella, volti all'ammorbidimento della mascella edell'incollatura mediante una serie di flessioni eseguite conl'aiuto della briglia (metodo molto coercitivo per l'animaleprevedendo l'uso contemporaneo sia delle mani che deglisperoni).

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Con il secondo metodo, Baucher ammorbidì le sue posizioni e la sua ricerca si spostòdalla "distruzione" delle forze istintive del cavallo alla loro "armonizzazione",abbandonò anche l'uso contemporaneo delle mani e delle gambe limitandolo soloall'esecuzione della mezza fermata ("mani senza gambe, gambe senza mani’’).Anche per quanto riguarda l'imboccatura passò dall'uso della briglia al semplice filettoBaucher.Gustav Steinbrecht (1808–1885) è considerato uno dei maestri di dressage. E’ suo ilprincipio del cavallo “in avanti e dritto”.Generale L’Hotte (1825-1904), ebbe il merito di fare una sintesi dei metodi diBaucher, eliminando tutto quanto era inutile ed eccessivo. Il suo motto era ‘’calmo, inavanti e dritto’’. Per primo introdusse il trotto leggero all’inglese nell’insegnamentomilitare e cercò di spostare l’attenzione sul lavoro in campagna.

Equitazione…nella storia 2/2

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Federico Caprilli - Rivoluzione Caprilliana 1/3

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Federico Caprilli e il Sistema NaturaleIl Capitano di Cavalleria Federico Caprilli (Livorno, 8 aprile 1868 – Pinerolo, 6dicembre 1907) è stato l'ideatore del Sistema Naturale di Equitazione, basato sulprincipio di permettere al cavallo un movimento il più naturale possibile.Il salto pre e post CaprilliPer il militare livornese, la maggiore estensione del collo (e la minore azione sullabocca, parte più sensibile alle azioni dolorose operate dal cavaliere) eraindispensabile ogni qual volta il cavallo, per fare un'azione qualunque, avesse bisognodi spostare il centro di gravità in avanti. Atteggiamento questo, che il cavallo prendenaturalmente quando galoppa e quando si cede con le mani ogni qual volta il cavallomostri di averne bisogno. A questo scopo, a utile alleggerirsi in sella portando un po'il busto in avanti, senza - nel frattempo - attaccarsi alla mano.Osservando il cavallo nel salto si vede che, giungendo in prossimità dell'ostacolo,porta la punta del naso in avanti distendendo l’incollatura, contemporaneamentepunta fortemente gli anteriori a terra che ricevono il peso del corpo per buttarlo suiposteriori quando questi saranno nella posizione più comoda per riceverlo.Con questo susseguirsi di movimenti, il cavallo porta più agevolmente sotto il centrodi gravità il treno posteriore e si dispone come meglio conviene per addossarsi granparte del peso del corpo e lanciare in seguito la massa in aria mediante lo scatto. Ciòfatto, il cavallo - ritraendo la testa e il collo e contraendo i muscoli del tronco, porta ilcentro di gravità indietro e permette cosi agli anteriori di elevarsi.

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Giunto all'altezza voluta (l’apice della parabola di salto), sposta il centro di gravità inavanti allungando nuovamente e marcatamente la testa e il collo e distendendo glianteriori che ricevono il peso in caduta. Contemporaneamente, contribuisce aspostare il centro di gravità di nuovo in avanti "la contrazione del muscoli del troncodall'indietro all'innanzi".Chiaro che, quindi, il cavaliere si muova per assecondare questo naturale movimento,conservando - durante l'avvicinamento al salto - il cavallo con la testa dritta etenendo le mani ferme e basse all'altezza del garrese, il corpo dritto e in equilibrio ele gambe utilizzate solo per l'indispensabile necessità di mantenere il cavallo allastessa cadenza o andatura. Non appena il cavallo ha staccato per il salto, il cavalieredeve accompagnare con il busto lo spostamento del centro di gravità in avanti, senzaperò staccare troppo il sedere dalla sella, facendo avanzare quanta più possibile ipugni, cedendo completamente le redini o facendole anche scorrere fra le dita.Spostando il busto in avanti, il cavaliere non ha però spostato il baricentro del cavalloin avanti, anzi è più indietro e più basso e gli permette di sentire con maggioreelasticità il peso del cavaliere.Le elucubrazioni di Caprilli erano ovviamente in netto contrasto con quelle classichein auge, in base alle quali nel salto il cavaliere rimane 'indietro' sulla sella, manda legambe in avanti e tira le redini (vedi foto pag. seguente).

Federico Caprilli - Rivoluzione Caprilliana 2/3

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… Post Caprilli

Pre Caprilli…

Federico Caprilli - Rivoluzione Caprilliana 3/3

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I fratelli Piero e Raimondo D’Inzeo

Raimondo D'Inzeo (1925-2013) è statocavaliere italiano, fu campione olimpico aiGiochi olimpici di Roma 1960 svolti dal 25agosto all'11 settembre 1960. e due voltecampione del mondo (1956 e 1960).Con otto presenze ai Giochi olimpici, è l'atletaitaliano che vanta il maggior numero dipartecipazioni olimpiche, alla pari con ilfratello Piero e con Josefa Idem.

Piero D'Inzeo (1923-2014) è stato ufficiale dell'arma di cavalleria e cavaliere italiano, vincitore di sei medaglie ai Giochi olimpici in otto partecipazioni.

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Graziano Mancinelli

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Graziano Mancinelli (Milano, 18 febbraio 1937 – Concesio, 8 ottobre 1992) è statoun cavaliere italiano. Specialista del salto ostacoli, fu tra i maggiori protagonisti dellascena equestre internazionale del dopoguerra con i fratelli Piero e Raimondo D'Inzeo.

Oltre alle vittorie nei Campionati Italiani tra il 1960 e il 1980: ai Campionati Europei Roma 1963 - Medaglia d'oro individuale ai Campionati del Mondo La Baule 1970 - Medaglia d'argento individuale alle Olimpiadi Tokio 1964 - Medaglia di bronzo a squadreMonaco 1972 - Medaglia di bronzo a squadreMonaco 1972 - Medaglia d'oro individuale.

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Caratteristiche della disciplina e regolamento Tipo di cavallo idoneo Metodi di allenamento

Completo (Disciplina Olimpica)

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Concorso CompletoIl Concorso Completo di Equitazione è una gara con classifica combinata articolata sutre prove. Anche il Completo è una disciplina di marcato stampo militare, tanto che alivello internazionale era un tempo chiamata “MILITARY”.Successivamente è stato definito “THREE DAY EVENT” perché è un evento che sidisputa in tre giornate di gara. (Il primo giorno prove di DRESSAGE – il secondo giornoprove di FONDO ed il terzo giorno con la prova di SALTO OSTACOLI).Ai giorni nostri le tre prove si disputano (per la maggior parte dei casi) in un giornosolo con la seguente successione: Prima prova DRESSAGE: test di addestramento. I binomi sono chiamati adeseguire una serie di esercizi alle tre andature. Lo scopo della prova ed i criteri divalutazione sono i medesimi delle gare di dressage anche se il punteggio vieneespresso in punti negativi.• Seconda prova SALTO OSTACOLI: questa prova è normalmente programmatanella terza giornata di gara e si rivela spesso determinante per la classifica finaleche scaturisce dalla somma dei punti negativi acquisiti dai binomi nelle tre prove.• Terza prova FONDO (dal quale sono state tolte le marce e lo steeple):l'impegnativo cross country si svolge lungo un tracciato su terreno variodisseminato da una serie di ostacoli naturali e fissi come laghetti, macerie, tronchiabbattuti, cataste di legna, fossi, staccionate, banchine, ed altri,da affrontare entro un tempo prestabilito. La velocità , la resistenzae il coraggio dei binomi vengono esaltati da questa provaaltamente spettacolare che prevede penalità agli ostacolie per i fuori tempo.

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Concorso Completo – RegolamentoRegolamento ufficiale attualmente in vigore, disponibile sul sito FISE:

Federazione Italiana Sport Equestri - Regolamenti - Regolamenti(https://www.fise.it/sport/completo/documenti-completo/regolamenti.html)

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Regolamento Concorso Completo Regolamento Avviamento al Completo

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Concorso Completo – Tipo di cavallo idoneo

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Concorso Completo – Metodi di allenamento

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Autorizzazioni a montare

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Autorizzazioni a montare

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Regolamento ufficiale attualmente in vigore, disponibile sul sito FISE:Federazione Italiana Sport Equestri - Circolari - Circolari - Results from #15(https://www.fise.it/attivita-federazione/formazione/circolari.html?start=15)

DIsciplina delle Autorizzazioni a Montare

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Come funziona un cavallo (anatomia, malattie più frequenti) Tare e Vizi

Veterinaria

Horsemanship Etologia

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Anatomia del cavallo

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Anatomia del cavallo

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Età del cavalloGeneralitàLa conoscenza dell’età ha grande importanza, poiché da essa si può desumerel’idoneità a prestare un servizio più o meno redditizio e duraturo e, per conseguenza,giudicare del valore commerciale dell’animale in esame.Il colore dei peli, che generalmente all’epoca della giovinezza è meno pronunciatoche nell’età adulta; mentre nella vecchiaia in alcune regioni (come tempie, fronte,criniera, coda), si ha la depigmentazione dei peli stessi; i mantelli grigi acquistanocolore sempre più chiaro fino a diventare bianchi; la lunghezza della faccia, cheaumenta col progredire dell’età; la forma della fronte, che nei puledri è convessa epoi si spiana; le variazioni della voce; le localizzazioni dell’adipe.I dati suddetti non sono sufficienti per la determinazione dell’età degli animali, maservono semplicemente come elementi ausiliari.Il sistema che può fornire, invece, dati più sicuri per la conoscenza dell’età è l’esamedei denti.

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Dentatura 1/2Nozioni Generali sui DentiI denti sono corpi di apparenza ossea, durissimi, impiantati negli alveoli, lungo ilmargine libero delle ossa mascellari, nella cavità della bocca.I denti sono formati da cemento, smalto ed avorio.

A seconda della loro posizione ed ufficio, i denti sidividono in incisivi, canini o scaglioni e molari.Gli incisivi sono 12, sei per ciascuna mascella,destinati a prendere ed incidere gli alimenti.Gli scaglioni sono 4 due per ciascuna mascella, unoper lato, e mancano ordinariamente nelle femmine.I molari sono 24, dodici per ciascuna mascella seiper lato, e servono a triturare le sostanze alimentariprima della deglutizione.In totale 40 nei maschi e 36 nelle femmine.

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Diconsi denti da latte o caduchi quelli che spuntano poco dopo la nascita del puledroe che cadono poi nell’età adulta, per essere sostituiti dai denti da adulto opermanenti. All’epoca dell’eruzione dei denti da latte, il loro consumo, l’epoca dellaloro caduta e sostituzione con i permanenti ed il consumo di questi, forniscono glielementi maggiormente probatori per la conoscenza dell’età. E soprattutto si faassegnamento sopra l’arcata incisiva, poiché i canini danno indizi molto incerti ed imolari sono meno accessibili all’esame dell’osservatore.Le coppie mediane delle arcate incisive si dicono picozzi, i denti terminali delle arcatestesse cantoni, gli intermedi tra i picozzi ed i cantoni diconsi mediani.In seguito all’attrito durante la masticazione, tra le porzioni libere delle arcate oppostee degli alimenti, la corona si consuma e forma la tavola dentaria, ma con la suaprogressiva consumazione, il dente viene spinto anche fuori dall’alveolo in modo che ledue tavole dentarie opposte combaciano sempre.

Dentatura 2/2

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Cenni generaliTemperatura− 38° a riposo, 39° sotto sforzo.Frequenza cardiaca− 30/40 pulsazioni al minuto, a riposo,− 90/130 pulsazioni al minuto, sotto sforzo normale.Il cavallo nel suo corpo contiene circa 60 litri di sangue; a riposo il cuore muovespinge circa un litro di sangue a battito, sotto sforzo circa un litro e mezzo mameno ossigenato.

Frequenza respiratoria− 10/20 atti respiratori al minuto, a riposo,− 100 atti respiratori al minuto, sotto sforzo, che in un cavallo sano, rientrano

nella norma dopo circa 1 ora di riposo. Ogni atto muove circa 25 litri d’aria.

SudorazioneAiuta a mantenere la temperatura costante altrimenti si altererebbero le attivitàenzimatiche e quelle muscolari.

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Anatomia del cavallo – La testa

1- Ciuffo e fronte2- Tempia3- Regione sopraorbitale4- Regione dell'occhio5- Dorso del naso6- Narice7- Labbra8- Orecchio

9-Nuca10- Regione parotidea11- Gola12- Piatto della guancia13- Ganascia14- Tasca della guancia15- Barbozza

1- Orecchio2- Regione sopraorbitale3- Regione dell'occhio4- Dorso del naso5- Narice6- Labbro superiore7- Nuca

8- Ciuffo9-Tempia10- Fronte11- Palpebre12- Guancia13- Punta del naso

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Anatomia del cavallo – Lo scheletro 1 - Mascella inferiore (mandibola)2 - Denti molari3 - Osso Nasale4 - Osso parietale5 - Osso occipitale6 - Atlante7 - Epistrofeo8 - Vertebre cervicali (n.7)9 - Vertebre dorsali (n.18)10 - Vertebre lombari (n.6)11 - Vertebre sacrali (n.5)12 - Vertebre coccigee (n.15/20)13 - Costole (n.36, 18 per parte)14 - Scapola15 - Omero16 - Radio17 – Olecrano18 - Ossa del carpo19 - Ossa del metacarpo o stinco20 - Metacarpale accessorio21 - Sesamoidei22 - Prima, seconda e terza falange23 - Ileo23a - Ischio23b - Pube24 - Femore25 - Rotula26 - Tibia27 - Perone28 - Calcaneo29 - Ossa del tarso30 - Grande metatarso31 - Metatarso accessorio32 - Prima, seconda e terza falange33 - Osso navicolare

Veterinaria –Anatomia del cavallo

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Anatomia del cavallo – Regione Pettorale e Parti del Collo

1- Collo2- Spalla3- Petto4- Regione interascellare5- Avambraccio6- Stinco7- Pastoia8- Zoccolo o unghia9- Torace10- Ascella11- Ginocchio12- Nodello13- Corona

1- Parotide2- Gola3- Giugulare4- Margine inferiore del collo5- Punta del petto6- Nuca7- Margine superiore del collo8- Garrese9- Margine anteriore della spalla74

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Anatomia del cavallo – Regione del Tronco e Arti

1- Punta dell'anca2- Groppa3- Linea sacrale4- Coscia5- Natica6- Punta della natica7- Coda8- Plica della grassella9- Ventre10- Grassella11- Gamba12- Piega del garretto13- Stinco14- Tendini15- Nodello16- Pastoia17- Corona18- Unghia19- Punta del garretto21- Corda del garretto22- Cavo del garretto24- Sperone25- Piega della pastoia26- Tallone

1- Margine anteriore della spalla2- Spalla3- Gomito4- Petto5- Avambraccio6- Ginocchio7- Stinco8- Nodello9- Pastoia10- Garrese11- Dorso12- Reni13- Regione interascellare14- Regione sterno costale posteriore15- Regione toracica16- Sperone17- Corona

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MantelliPer mantello si intende l’insieme dei peli e dei crini che, nei loro diversi colori,ricoprono il corpo degli equini. Le classificazioni dei mantelli sono varie e nessuna èesente da obbiezioni, ma possiamo elencarne alcuni dei più importanti: Mantelli semplici Mantelli composti: Binari (a due colori) e Ternari (a tre colori).

SEMPLICI(ad un solo colore)

COMPOSTIBINARI

(a due colori)TERNARI

(a tre colori)Con localizzazioni

determinateCon miscela

uniformePezzati Con miscela

uniformePezzati

1.Nero (Morello)MaltintoOrdinarioCorvino2.BiancoArgentinoSmortoSporcoRoseoPorcellana3.SauroChiaroOrdinarioFocatoVinosoDoratoBronzinoBruciato

4.IsabellaChiaroScuro5.BaioChiaroScuroCiliegiaDoratoCastagnoMarroneBruno6.SorcinoChiaroOrdinarioScuro

7.UberoChiaroOrdinarioScuroMillefioriFior di pesco8.FalboChiaroOrdinarioScuro9.GrigioChiaroScuroSporcoStornoMoscatoArdesiaFerro

NeroSauroBaio

10.Grigio compostoRoanoVinosoTrotinoTordino11.RoanoChiaroOrdinarioScuroVinoso

UberoRoanoEcc.

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Mantelli semplici 1/21° NERO o MORELLO: Peli e crini neri pelle e zoccoli neri o molto scuri.Ha tre varietà:Morello mal tinto: somiglia alla stoffa nera un po’ sbiadita dalla luce, specialmentealle ascelle, cosce, coda, gomiti, fianchi e grasselle;Morello ordinario: è come l’inchiostro di china;Morello corvino, gaietto o gavazzo: è nero, vivace, lucido, come le penne delcorvo.2° BIANCO: Peli e crini bianchi. Alcuni dicono che il bianco vero e proprio non esista,perché si trova sempre, nei mantelli detti bianchi, qualche pelo che ricorda la loroprovenienza da altri mantelli: i mantelli grigio-chiari, per esempio, possono nell’etàavanzata diventare bianchi.Ha le seguenti varietà:Bianco argentino o armellino: splende al sole come seta bianca;Bianco latte o bianco smorto: simile al piumaggio dei piccioni bianchi;Bianco sporco: presenta sfumature giallognole che possono anche derivare dasudiciume;Bianco roseo: si avvicina all’albinismo; i peli fini e corti fanno trasparire la pellerosea;Bianco porcellana: dovuto alla trasparenza, attraverso i peli, del color nero dellapelle, sicché si ha il riflesso della porcellana.

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Mantelli semplici 2/23° SAURO: Ha tutti i peli e crini biondi, fulvi o rossicci, con gradazioni differenti.Ha le seguenti varietà:Sauro ordinario: Colore cannella;Sauro chiaro o sbiadito o slavato : si avvicina al colore caffè e latte;Sauro ciliegia o sauro focato: ricorda il colore di alcune ciliegie rosse, mature;Sauro vinoso o sanguigno: color feccia di vino e perciò più carico del precedente;Sauro dorato: ha il riflesso dell’oro;Sauro bronzino: ha colore somigliante a quello del bronzo;Sauro bruciato o scuro o bruno: somiglia al caffè torrefatto e può essere così scuroda confondersi col morello; questo però non ha mai riflessi e toni rossastri nelle partidel corpo a pelo corto.

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Mantelli composti a due colori separati4° ISABELLA: Composto di peli e crini giallastri, con tinta più o meno intensa.Ha le seguenti varietà:Chiaro: quando si avvicina al bianco sporco;Scuro: se tende al sauro.Qui si deve notare che alcuni autori considerano il mantello isabella come varietà delsauro quando ha i crini e le estremità dello stesso colore dei peli; come varietà delbaio, quando ha criniera, coda ed estremità nere.5° BAIO: E’ composto di peli rossi, estremità e crini neri. Se le estremità sonointeramente del colore del corpo e soltanto la criniera e la coda sono nere, si ha ilsauro sopra baio; se sono nere le estremità, ma la criniera e la coda del colore delcorpo, si ha il baio sopra sauro.Ha le seguenti varietà:Baio chiaro: quando la tinta è uniformemente molto sbiadita;Baio scuro: se ha tinta rosso-brunastra;Baio ciliegia o sanguigno: quando la tinta è poco scura e risplendente;Baio dorato: allorché tendendo al giallastro, è molto brillante e ed ha il riflessodell’oro;Baio castagno e baio marrone: quando ricorda il colore della buccia di questi frutti;Baio bruno: se è quasi nero; quando il colore dei peli è rossastro attorno al muso, frale cosce ecc. allora dicesi baio bruno focato.6° SORCINO: E’ costituito da peli color plumbeo, grigio, ma non di mescolanze di pelibianchi e neri. Ricorda il pelame del sorcio ed ha crini ed estremità nere.

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Mantelli composti a due colori mescolati 1/27° UBERO: E’ formato da peli bianchi e rossi mescolati: così pure sono i crini,quantunque possano essere completamente dell’uno o dell’altro colore.Ubero chiaro: quando predomina il bianco;Ubero carico se predomina il rosso;Ubero ordinario se in proporzioni eguali il bianco e il rosso;Ubero millefiori se la mescolanza non è uniforme ed il bianco si trova sparso afiocchetti;Ubero fior di pesco se invece sono i peli rossi distribuiti a fiocchetti.8° FALBO, LUPINO o CERVATO: E’ costituito da un miscuglio di peli neri e gialli, concrini ed estremità nere: spesso le due tinte esistono sulle stesso pelo, la cui base ègiallastra e la punta nera.Ha tre varietà: ordinario, chiaro e scuro, a seconda che, nella mescolanza dei peli, idue colori siano in proporzioni uguali o prevalga il giallo od il nero.9°, 10° GRIGIO: E’ un mantello risultante di peli bianchi mescolati con peli neri oscuri, talora associati con altri rossi o giallo-chiari. Le estremità e i crini sono sempredel colore del fondo del mantello. Vi sono dunque dei grigi binari e grigi ternari.Le varietà dei binari sono:grigio chiaro: quando predominano i peli bianchi sui neri;grigio scuro: quando i neri sono in maggior numero dei bianchi;

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grigio sporco: se i peli bianchi hanno tinta giallastra;grigio storno, stornello o leardo: predomina il nero ed i peli bianchi sono disseminatiin piccoli fiocchetti come nello storno;grigio moscato: se i piccoli fiocchetti sono neri;grigio ardesia: quando predominano peli neri, ma con tono bluastro che ricordaquello della lavagna;grigio ferro: la cui tinta è simile a quella del ferro spezzato da poco.Le varietà dei ternari o grigi composti sono:grigio roanato: è formato da un miscuglio di peli e crini bianchi, neri e rossi orossastri, ma con proporzione minima di questi ultimi; può essere chiaro o scuro aseconda della prevalenza dei peli bianchi o neri;grigio vinoso: è come il precedente, ma il rosso è più abbondante;grigio trotino: è costituito da un fondo grigio chiaro in cui sono disseminatemacchiette di peli rossicci che ricordano il colore della trota;grigio tordino: quando, su un fondo grigio chiaro-roano, ci sono fiocchetti bianchiccisparsi:11° ROANO: Formato da peli bianchi e rossi mescola ti uniformemente, con estremitàe crini normalmente neri, oppure con crini rossi e neri, con prevalenza di questi ultimi.Ha le seguenti varietà: ordinario, chiaro e scuro. A seconda delle proporzioni in cuisono mescolati i peli bianchi e rossi; vinoso o sanguigno: quando la tinta rossa èanaloga a quella del vino.

Mantelli composti a due colori mescolati 2/2

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La presenza di peli color bianco, rosso e nero, disseminati oppure riuniti in chiazze,liste o linee persistenti sui mantelli, costituisce i segni particolari che meglio servonoall’identificazione degli equini.Tali particolarità possono riguardare: Tutto il mantello o parte del tronco, La testa, Il tronco, Le estremità.Tutto il mantello o parte del tronco, ma a sede non fissa.Rabicano dicesi il mantello: baio, sauro o morello allorquando presenta radi pelibianchi sparsi su tutto il corpo o limitati in qualche regione soltanto. Secondo che talipeli sono più o meno numerosi il mantello e fortemente o leggermente rabicanato.Al contrario i mantelli che non hanno peli bianchi sono detti zaini.Quando i peli bianchi sono disseminati come i fiocchi di neve, il mantello si dicenevicato o nevato.Pomellato o pomato dicesi del mantello grigio che presenti macchie rotondeggiantigrandi quanto uno scudo, più chiare o più scure del mantello stesso. Se dette macchiesi trovano sopra mantelli morello o baio o sauro e sono dello stesso colore del pelo, macon riflesso brillante, diconsi specchiettature ed i mantelli specchiettati.Moscato dicesi del mantello sul quale si trovano disseminate macchiette di peli neri afoggia di mosche.

Segni particolari dei Mantelli 1/4

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Tigrato, invece, se i peli neri o scuri sono riuniti in strisce disposte, come nella tigrereale, quasi secondo il decorso delle costole.Focato, quando è di colore rossiccio specie nei punti in cui il pelo è più corto e fino(occhi, muso, ascelle, piatto delle cosce, ecc.).Macchie di carbone (dette anche impropriamente di sugna): sono macchie nere suimantelli chiari.Morfee: sono quelle macchie irregolari, bianche o giallicce, che si trovano più spessosulle parti coperte di pelle fine (occhio, labbra, prepuzio, ano, vulva, ecc.) dei mantelliscuri e che hanno la proprietà di crescere, estendersi o sparire.Macchie accidentali: sono formate da peli bianchi e consecutive a contusioni, feriteprodotte da cadute, arnesi, ecc.La testaPochi peli bianchi in fronte; quando rari peli bianchi si trovano in questa regione.Fiore: quando i peli bianchi sono in maggior quantità e mescolati a quelli del mantello.Stella: quando detti peli sono raggruppati a costituire una macchia più o menogrande, di varia forma e posizione (anulare, a mezza luna, ad arco, prolungata,biforcata, orlata, macchiata, ecc.)Lista: è una striscia di peli bianchi che scende giù dalla fronte lungo il naso: puòessere piccola o stretta, grande o larga; spesso è una continuazione della stella ed intal caso, se si estende ai lati del naso e sulle guance, il cavallo si dirà bella faccia omascherino.Bevente in bianco, dicesi il cavallo che ha le labbra bianche: può essere bevente daambo le labbra, di sopra, di sotto, completamente, incompletamente.

Segni particolari dei Mantelli 2/4

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Liscio: è una macchia rosea coperta da fine peluria, che generalmente ha sede sulnaso e sulle labbra, unito o non alla lista. Trovasi più di frequente nei mantelli chiari eresta invariato, a differenza delle morfee che, come si è detto, sono variabili e sitrovano di preferenza nei mantelli scuri.Testa di moro: quando la testa ha tinta molto più scure del resto del corpo dicesitesta di moro; quando la testa è di colore molto scuro soltanto nella sua estremitàinferiore dicesi cavezza di moro.Tra le particolarità della testa si usa notare anche certe colorazioni dell’iride: così sidirà occhio vaio quello con l’iride grigia, gazzuolo con iride celeste e tali particolaritàpossono esistere in entrambi od in uno dei due occhi.Il TroncoRiga dorsale o di mulo, è una striscia nera o molto scura che percorre la schiena dalgarrese alla coda: se è incompleta o poco visibile, si dirà traccia di riga e si diràcrociata se è attraversata da un’altra striscia, che corre lungo le due spalle ed ilgarrese. Tale particolarità si riscontra di frequente nei mantelli chiari.Ventre di biscia o di cervo: si ha quando in un mantello scuro il ventre è chiarissimoo bianco.Le EstremitàBalzana: è una macchia bianca che, partendo dalla corona, si estende più o meno inalto. Secondo l’estensione prende diversi nomi.

Segni particolari dei Mantelli 3/4

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Le macchie bianche sulle estremità degli arti si chiamano balzane: alto calzata se arriva al ginocchio o al garretto, calzata a metà stinco, piccola se copre il pastorale, corona se copre solo la corona, traccia se è appena accennata.

Segni particolari dei Mantelli 4/4

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Arti e Appiombi 1/4ArtiGli arti ANTERIORI sopportano il 60-65% del peso del cavallo e sono di conseguenza piùsoggetti a problemi.AppiombiSono le linee direttrici degli arti relativamente al filo a piombo.Gli appiombi corretti sono importanti per l’attività lavorativa del cavallo. E’ importanteche gli arti ed i piedi si trovino in ottimo stato. Una viziata conformazione degli arti puòcontribuire allo sviluppo di zoppicature o esserne la causa diretta.Una cattiva conformazione, anche se ereditaria, predispone a malattie come lanavicolite, spavento, fissazione superiore della rotula ecc..Il cavallo ideale deve poter essereracchiuso in un quadrato che passa da:1° lato = suolo2° lato = suolo punta della spalla3° lato = garrese-punto più alto della groppa4° lato = punta della natica–garreseIl cavallo racchiuso nel quadrato è perfetto inquanto le proporzioni del suo corpopermettono la massima perfezione deimovimenti.Non esiste la perfezione assoluta nei cavalli.L’allevamento dovrebbe però mirare ad essa.

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Base Strettasi trova più facilmente in cavalli a petto largo, con muscoli pettorali ben sviluppati. Puòessere accompagnato da CAGNOLISMO o MANCINISMO. Il cavallo carica più spessosulla parete esterna dello zoccolo. Conseguenze: mollette articolari del nodello,formelle laterali del pastorale, ossificazione della cartilagine alare laterale.Base Largacavalli a petto stretto. Spesso accompagnato da mancinismo. Causa attinture. Ilcavallo carica più spesso sulla parete interna dell’arto e della parete dello zoccolo.Conseguenze: idrartrosi del nodello, periartrite mediale pastoro-coronale, ossificazionedella cartilagine alare mediale.Cagnolismo (Difetto Congenito)nel puledro può essere corretto da un appropriato pareggio dei piedi e giovani cavallipossono essere ferrati con sistema correttivo. Tendenza a falciare (buttare in fuoril’arto dal ginocchio in giù). Il piede si stacca dal terreno facendo perso esternamentealla punta e atterra sempre sul lato esterno del piede.MancinismoIn genere è congenito. Può essere controllato e parzialmente corretto a mezzo dipareggi e ferrature adeguate. Causa attinture all’arto opposto.Ginocchio Da MontoneLa parte sotto del ginocchio è curvata in avanti.

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Ginocchio ArcatoL’arto non è diritto ma presenta una leggera arcatura dal ginocchio in giù.Ginocchio Valgo o di BueVisto frontalmente dal ginocchio in giù l’arto si apre.Ginocchio VaroVisto frontalmente dal ginocchio in giù l’arto si chiude.Sotto di sè AnteriormenteQuesta condizione è un sovraccarico degli arti anteriori con limitazione della faseanteriore del passo e sovraccarico dell’arto opposto rimasto sul terreno. Predispone adinciampare in quanto il piede rade il terreno e predispone alla caduta.Disteso AnteriormenteE’ opposto al “sotto di sé anteriormente”. E’ comune in alcune lesioni come la malattianavicolare bilaterale.Sotto di sè PosteriormenteVisto di lato, l’intero arto è situato troppo in avanti oppure sono presenti i GARRETTI AFALCE. Logorio dei legamenti.Disteso PosteriormenteL’arto intero appare spostato all’indietro. Questa condizione si trova associata apastorale posteriore dritto.

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Arti e Appiombi 4/4

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PastoraleInclinazione del Pastoraleil pastorale è la zona tra la corona ed il nodello. La giusta inclinazione èdi 60-65°.Può essere: lungogiuntato (pastorale) o cortogiuntato (pastorale corto)Pastorale Corto e DrittoAumento dell'effetto della concussione sull'articolazione del nodello.Predisposizione alla artrite traumatica dell'articolazione del nodello,formelle e malattia navicolare. Spesso associato al difetto "base strettae cagnolismo" ed è per lo più presente nel cavallo ad arti corti, potentemuscolatura del tronco e degli arti. Spesso accompagnato da spallaverticale.Pastorale Lungo e ObliquoE' caratterizzato da un’angolatura subnormale del piede anteriore, con un pastoraleche è troppo lungo rispetto alla lunghezza dell'arto. Questo tipo di conformazionepredispone a lesioni dei tendini flessori (tenosinovite), a lesioni delle ossa sesamoidee(situate posteriormente sul nodello) e del legamento sospensore.Pastorale Lungo e DirittoNon "funziona" il normale meccanismo anti-concussione di una pastoia ad obliquitànormale. Le sollecitazioni sono molto simili a quelle che si trovano in caso di pastoralecorto e diritto. Più il pastorale è dritto, meno ammortizza. Più il pastorale è inclinato,più lavorano i tendini. La conformazione ideale prevede l'inclinazione della spallaequivalente all'inclinazione del pastorale.

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Scheletro: il dito del cavallo che inizia dal nodello,è costituito da tre ossa principali (falangi) e treossa secondarie.Le falangi sono:- osso pastorale (B);- osso coronario (C)- osso triangolare (D).Le tre secondarie sono:- due sesamoidi superiori (grandi sesamoidi) (E);- sesamoide inferiore (piccolo sesamoide o ossonavicolare) (compreso tra C e D).

Anatomia del piede 1/2

A) StincoB) NodelloC) PastoraleD) CoronaE) ZoccoloF) GlomiG) Barbetta

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Anatomia del piede 2/2Gli equini hanno un solo dito come terminazione di ciascun arto.Il dito comincia dal nodello (B) che è formato dall'incrocio dello stinco (A) con il dito: lostinco scende perpendicolarmente , mentre il dito è inclinato in avanti di 60 gradi negliarti anteriori e 65 gradi in quelli posteriori.Nel dito si distinguono:la regione pastorale o pastoia (C), la regione coronale o corona (D) e in fine il piede ozoccolo (E).Il piede è costituito da due parti:- una parte esterna insensibile, lo zoccolo;- una parte interna sensibile chiamata vivo del piede o tuello.

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Anatomia del piede - Zoccolo e Tuello 1/3Lo zoccolo è l'unghia del piede che, avvolgendo l'estremità distale (inferiore) dell'arto,contiene e protegge il vivo del piede.Lo zoccolo è diviso in quattro parti distinte: Parete o muraglia, Suola, Fettone, Benda perioplica.Parete o muragliaLa parete o muraglia è quella lamina cornea che ricopre la parte anteriore e le partilaterali del piede, fino ad arrivare al limite posteriore dove si piega ad angolo acutoverso il centro del piede stesso.La parete si divide in:- Orlo superiore o orlo coronario, che delimita il confine tra la pelle e l'unghia epresenta internamente, per tutta la lunghezza, il solco coronario,- Orlo inferiore o plantare che poggia sul suolo. Al margine interno, in uno zoccoloappena pareggiato, si scorge la linea bianca, formata da una sostanza corneadepigmentata che unisce la parete alla suola,- Una faccia esterna convessa e liscia,- Una faccia interna concava.

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Nella muraglia si distinguono inoltre:- la punta (parte centrale anteriore),- le mammelle (poste lateralmente alla punta),- i quarti (posti dietro le mammelle),- i talloni (situati posteriormente),- gli angoli di inflessione (che sono gli angoli formati dalla muraglia nel punto in cui sipiega all'interno per dirigere verso il centro del piede),- le barre o puntelli (che sono le estremità ripiegate della muraglia che si dirigonoverso il centro del piede incastonate tra la suola e il fettone).Il colore e lo spessore della muraglia sono variabili, il colore dal grigio al nero e lospessore non è mai minore di un centimetro nel piede normale, è massimo in punta ediminuisce verso le parti posteriori.La suolaSi tratta di una piastra cornea che ricopre la maggior parte della pianta del piede, sipresenta incurvata a volta con la forma approssimativa di mezza luna.Il fettoneSi tratta di una massa di sostanza cornea che, incastrandosi tra le barre e la suola,completa la parte inferiore dello zoccolo. Il suo colore è più scuro di quello della suolae la consistenza è minore, quasi pastosa.La faccia rivolta verso il suolo è divisa posteriormente in due rami (rami del fettone),da una profonda incavatura detta lacuna mediana.La parte di fettone compresa tra la punta ed i rami prende il nome di corpo del fettone;i rami del fettone presentano posteriormente due rigonfiamenti detti bulbi del fettone oglomi.

Anatomia del piede - Zoccolo e Tuello 2/3

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La benda perioplicaE' un sottile strato di unghia che ricopre esternamente la parte superiore dellamuraglia, verso i talloni si allarga e ricopre i bulbi del fettone.Il tuello è l'insieme delle parti del piede contenute all'interno dello zoccolo. Adifferenza dello zoccolo che è formato di sostanza priva di vita (insensibile), il tuello èinvece costituito di ossa, legamenti, tendini, vasi sanguigni … tutti organi dotati disensibilità.

Anatomia del piede - Zoccolo e Tuello 3/3

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Si considera come "piede equino" l'insieme della seconda e terza falange contutti i tessuti che le circondano compresa la scatola cornea che riveste il tutto ovvero lozoccolo o meglio muraglia; bisogna però ricordare che la prima falange, ovvero ilpastorale, ha delle connessioni anatomo-funzionali talmente importanti con il piedeche non si potrà omettere di darne una breve descrizione.La prima falange o pastorale si articola in alto con l'osso dello stinco andando aformare con questo e con altre due piccole ossa chiamate sesamoidi e posteposteriormente (ovvero palmarmente) il "nodello". Sempre sulla prima falange esempre palmarmente, ma più in basso, si vanno ad inserire alcuni importantilegamenti che prendono origine a livello dei sesamoidi. Verso il basso la prima falangesi articola con la seconda falange, un osso relativamente piccolo, ma estremamentecompatto e resistente che ha forma rettangolare. L'importanza della seconda falangerisiede anche nel fatto che è al suo livello, in posizione palmare, che si va ad inserireun importante tendine flessore: il tendine flessore superficiale. Alla seconda falange faseguito la terza falange; questa ha una particolare forma Piramidale tant’è che vieneanche chiamata osso triangolare o piramidale.Sempre posteriormente, anche qui s'inserisce, a livello di un'apposita "cresta" dettasemilunare, un altro importante tendine flessore: il tendine flessore profondo. Allasommità della terza falange prende attacco un altro tendine: il tendine estensorecomune delle falangi; inoltre la faccia posteriore della terza falange oltre adarticolarsi con la seconda falange trova contatto anche con un'ulteriore basescheletrica: l'osso navicolare.La terza falange rappresenta la base scheletrica principale all'interno dellozoccolo andando a costituire la vera base d'appoggio per l'arto del cavallo.

Anatomia del piede - cenni 1/3

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Le connessioni legamentose e tendinee che sono presenti all'interno del piede sono poiin diretto contatto anatomo-funzionale con numerose altre strutture situate più in alto;bisogna poi anche considerare che ogni articolazione, quindi anche quelle contenutenel piede, presenta tutta una serie di legamenti, guaine e cartilagini indispensabili perassicurare robustezza e resistenza alla parte.Il tutto rende ancora più complessa un'articolazione e ciò senza aver fatto alcun cennoall'ancora più complessa rete vascolo-nervosa caratteristica del piede equino.La terza falange s'ingrana poi con la parete esterna del piede, ovvero lozoccolo, tramite una serie di finissime lamelle e tubuli che assicurano laconnessione tra le parti.All'osso triangolare, attaccate come due ali, s'inseriscono le cartilagini alari che,insieme al cuscinetto digitale tra di esse compreso, svolgono la funzione diammortizzare a ridurre le pressioni provenienti dal basso. E' importante ricordare chelo strato corneo dello zoccolo, detto muraglia, è in continua crescita così come lestrutture lamellari sottostanti e insieme a queste prende origine a livello del cercinecoronario che è un sottile strato cutaneo posto appena al di sopra dello zoccolo stesso.La muraglia viene poi suddivisa in: punta, mammelle, quarti e talloni. Alzando ilpiede del cavallo possiamo poi vedere come è fatta la suola: ovvero la parte che èrivolta verso il terreno. In un piede che non sia ferrato possiamo facilmente vedere chela suola ha forma concava e quindi, non entra a diretto contatto con il terreno se non alivello di quella parte che la congiunge al resto della muraglia; questa parte, cheprende il nome di linea bianca, è un importante punto di riferimento per ilmaniscalco.

Anatomia del piede - cenni 2/3

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Infatti essendo il punto d'unione tra due parti cornee rappresenta il confine tra la partesensibile da quella non sensibile del piede, dà indicazioni per lo spessore dell'unghia edè il punto all'interno del quale non si può andare per inserire i chiodi usati per fissare ilferro.Sulla superficie soleare è facilmente identificabile una specie di "V", il cui apice èrivolto verso la punta e la base che prende origine a livello dei talloni, è il fettone.Questo viene delimitato posteriormente dal punto in cui la muraglia piega ad angoloacuto formando quelle che vengono chiamate barre. Da una parte e dall'altra delfettone le barre delimitano una depressione per parte, che rappresentano le lacunelaterali del fettone; al centro c'è un'altra depressione: la lacuna centrale.Il fettone è costituito da un tessuto più morbido ed elastico del resto dellasuola ed è in contatto, all'interno dello zoccolo, con il cuscinetto digitale.Questa connessione di carattere anatomico, oltre al fatto di essere "incastrato" a livellodelle barre, assicura al fettone stesso una duplice funzione di ammortizzatore e dipompa elastica del piede determinando così un adeguato ritorno del flusso venoso e lagiusta elasticità (elaterio del piede) soprattutto a livello di quarti e talloni.La crescita dell'unghia è di circa 7-10 mm al mese ed è variabile da cavallo acavallo, a seconda della stagione e delle condizioni climatiche e dal tipo dilavoro che svolge il soggetto; per rinnovare completamente la parte cornea cheriveste il piede occorre circa un anno.

Anatomia del piede - cenni 3/3

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Patologia del piede 1/4Laminite o PodoflemmatitePossono essere frequentemente colpiti da laminite tutti i cavalli nella cui alimentazionesi fa abuso di mais, d’orzo e di fave. L'insorgenza della patologia è improvvisa. Derivadal processo infiammatorio a carico dei tessuti molli del piede. Caratteristica di questapatologia sono i disturbi di movimento, causati da processi infiammatori della paretedorsale degli zoccoli (possono essere interessati tutti i quattro arti, sebbene piùfrequentemente lo sono i due anteriori).I cavalli colpiti da laminite evitano di muoversi e se lo fanno sembra che "cammininosulle spine", in modo forzato e tendono a mantenere gli arti molto ravvicinati tra loro,per disporre meglio le pressioni.Quando sono interessati solo gli arti anteriori, essi vengono distesi in avanti persottrarli al peso mentre i posteriori vengono portati avanti sotto il ventre.Una terapia tempestiva e mirata può portare alla guarigione. Una terapia tardiva puòcausare la caduta degli zoccoli o addirittura la morte del cavallo.Malattia NavicolareE' un'infiammazione dell'ultima articolazione falangea con erosione parziale dell'ossonavicolare e della aponeurosi plantare. I sintomi sono oscuri, spesso confusi con quellidi malattie delle regioni sovrastanti, se non è presente gonfiore e calore della corona.L'arto è meno sollevato e nel cammino copre un minor tratto di terreno, l'estensionedell'articolazione del ginocchio resta incompleta.La malattia si può prolungare con continuo alternarsi di miglioramenti e dipeggioramenti, sia nel riposo, sia nel movimento. L'unghia a poco a poco si restringealla corona, poi il restringimento si estende ai quarti e ai talloni e il piede divieneincastellato.Le cause di questa malattia sono diverse ma spesso si possono attribuire ad eserciziviolenti quali il salto ostacoli.

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Patologia del piede 2/4Putrefazione del fettoneE' uno stato irritativo del fettone che diviene caldo e tende ad ulcerarsi. La sostanzacornea del fettone si rammollisce, si sfibra e dal tessuto podovilloso offeso esce unumore tremendamente maleodorante. Non è una lesione pericolosa se è leggera e bencurata, ma se trascurata può trasformarsi nel così detto "cancro" del fettone.Fra le cause più frequenti della comparsa della malattia è la scarsa pulizia del fettone,l'infrequenza eccessiva della ferratura, la lettiera sporca e bagnata di urina.Si cura pulendo bene in profondità il fettone e introducendo preparati appositiconsigliati dal veterinario.Chiodo di strada e inchiodaturaSi usa chiamare "chiodo di strada" le ferite prodotte da chiodi o altri corpi estranei allafaccia plantare del piede. Possono essere gravi quando il corpo estraneo entra inprofondità nei tessuti. Se il corpo estraneo penetra in profondità e giunge atraumatizzare le parti più profonde possono verificarsi gravi conseguenze e perfino lamorte per tetano.E' importante disinfettare sempre la parte e, se la ferita è profonda, provvedere ad unacopertura antibiotica. E' bene praticare un'iniezione di siero antitetanico anche sel'animale è già stato vaccinato.L'inchiodatura è la ferita prodotta dalla penetrazione di uno o più chiodi destinati atenere fisso il ferro allo zoccolo. L'inchiodatura causa una zoppia più o meno spiccata.Il rimedio è togliere immediatamente i chiodi male applicati; se vi è fuoriuscita disangue è bene praticare un'iniezione antitetanica, disinfettare e adottare una coperturaantibiotica.

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Patologia del piede 3/4SobbattituraE' la contusione della suola, dei talloni e di ogni altra parte del piede. Secondo lagravità si manifesta con ecchimosi o trasudazione di sangue nella sostanza cornea, avolte con suppurazioni e formazione di ascessi. Le sobbattiture spesso fanno zoppicareil cavallo senza che sia visibile una lesione. Per questo il veterinario comprime con unatenaglia adatta il punto sospetto, per capire esattamente dove l'animale prova dolore.Le sobbattiture sono prodotte da terreni duri, irregolari e sassosi o da ferri non adattial piede.SetoleSono fenditure che si formano sulla parete dello zoccolo secondo la direzione dellefibre. Si tratta di fenditure ristrette, più o meno irregolari, del margine superiore dellaparete, che scendono successivamente verso il margine inferiore. Possono esseresuperficiali, senza provocare zoppia, oppure profonde con gravi zoppie. I cavallimaggiormente predisposti sono quelli che hanno unghie secche o sottili, piedi troppogrossi o poco resistenti.Le setole possono essere anche prodotte da ferite alla corona, da ferrature strette, dacorse violente, ecc.

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Patologia del piede 4/4Tarlo (onicomicosi dell'unghia)E' una forma sostenuta dall'Achorion Keratophagus. Si insinua nei tramiti dei chiodi oin piccole fratture o screpolature della parete dello zoccolo, demolendola sotto lasuperficie.Le condizioni della lettiera possono influire sull'insorgenza della malattia, in particolaresi è notato che un clima umido, un pascolo molto fangoso e una lettiera sporca ebagnata possono incrementare l'insorgenza dei casi. Alcune carenze nutrizionali chepossono favorire l'indebolimento dell'unghia possono di conseguenza favorirel'insorgere di questa malattia. In genere i soggetti che hanno unghie deboli e delicatepossono essere più facilmente preda di tale patologia.Solitamente il primo segnale della presenza del tarlo è una fessura in corrispondenzadella linea bianca, visibile dopo aver tolto il ferro. Per questo motivo la personamaggiormente coinvolta nella diagnosi precoce del tarlo è il maniscalco, il quale, dopoaver effettuato il consueto pareggio dell'unghia, ha la possibilità di controllare tutto lozoccolo.

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Difetti del piede 1/2Piede PiattoSi dice che il piede è "piatto" quando i quarti sono bassi e troppo distanti, il che rendela suola molto allargata e piatta.Piede ColmoQuando la suola forma una convessità che supera il livello del margine inferiore dellaparete. I cavalli con questo difetto non possono camminare su terreni duri, ineguali esu lastricato senza sentire dolore. Tali cavalli sono soggetti a zoppicare.Piede GrossoQuando lo zoccolo eccede nel volume. Spesso questo difetto è causa di scarsaresistenza della sostanza cornea.Piede PiccoloQuando lo zoccolo è esiguo nel volume. Frequentemente gli zoccoli piccoli sono anchemolto duri e la suola è incavata col fettone piccolissimo.Piede IncastellatoQuando i talloni sono molto alti e stretti in modo che si comprimano dolorosamente; ilfettone è depresso e schiacciato, qualche volta ulcerato, la corona è rigonfia.Piede Troppo Lungo In PuntaQuando la punta del piede si accresce eccessivamente mentre le altre parti cresconopochissimo. Il piede ha talloni bassi e deboli ed è facile alle sobbattiture.

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Piede troppo corto in puntaSpesso la causa è da imputare ad un'alimentazione scorretta o da cattiva disposizionedell'articolazione interfalangea. L'appoggio pesa maggiormente sulla punta conconseguente logorio della parte.Piede RampinoQuando la parte anteriore della parete, invece di avere direzione obliqua, cade quasiperpendicolarmente dalla corona alla punta. Dipende solitamente dalla trazione deitendini flessori.Questo difetto rende i movimenti rigidi e raccorciati e più spesso interessa gli artiposteriori.Piede stretto e troppo allungato in punta (cotogno)Quando il piede è troppo sviluppato alla punta e ai talloni mentre è ristretto ai quarti.Questo difetto rende il cavallo incerto nell'andatura e soggetto alle setole.Piede ScheggiatoQuando la parete, troppo secca, si rompe e si scheggia al suo margine inferiore.Piede di traversoCioè con un quarto più alto dell'altro, difetto che rende l'andatura difficile, stentata. Avolte tale difetto deriva dall'imperizia del maniscalco che, nel pareggiare il piedeabbatte un quarto più dell'altro.Piede CerchiatoQuando la parete presenta delle prominenze circolari che si estendono da un talloneall'altro, nascono dalla corona, progrediscono in basso e sono solitamente conseguentialla laminite.

Difetti del piede 2/2

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Malattie più frequentiNon riesce sempre facile poter rilevare le prime manifestazioni delle malattie. D’altraparte, ai fini dell’intervento veterinario, tanto più efficace quanto più pronto ilpersonale di custodia dei cavalli deve portare tutta la sua più vigile ed assiduaattenzione per sorprendere nei quadrupedi il più piccolo cambiamento del complessodelle caratteristiche che ne costituiscono lo stato di sanità e che si possono cosìriassumere:aspetto sereno, sguardo vivace, pronta reazione a qualsiasi stimolo esterno conmovimenti svelti ed ordinati, pelo liscio e lucente, pelle morbida, fianco dolcementearrotondato, mucose apparenti color roseo, appetire bene gli alimenti, bere senzaalcuna difficoltà, respiro calmo.Gli equini ammalati, per contro, in generale, rimangono in stazione con atteggiamentoirregolare e talvolta disordinato, hanno la testa bassa, con espressione diabbattimento, come se fossero in preda a sonnolenza, rimangono indifferenti aglistimoli, oppure sono in decubito, le mucose apparenti si mostrano arrossate, ricusanol’alimento o mangiano svogliatamente, devono con difficoltà oppure con eccessivaavidità per l’arsura data dalla febbre, possono avere tosse, rigurgito delle narici, ecc.Relativamente alla sede, le malattie si distinguono in locali e generali, esterne edinterne. A seconda della loro natura, si distinguono anche in : mediche comuni,chirurgiche, infettive ed infestive.

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Malattie esterne 1/2Ferite – superficiali e penetrantiTra le ferite meritano speciale menzione, per la loro frequenza e talvolta gravità: Le ferite della suola e della forchetta del piede, determinate da corpi acuti otaglienti, indicate comunemente sotto il nome di ferite da chiodo di strada,perché il più delle volte, i chiodi che si trovano sul terreno s’infliggono nella facciaplantare dello zoccolo ledendo il tessuto vivo del piede. Qualunque sia la gravità ditali ferite, deve essere sempre richiesto l’intervento del veterinario, il quale, inquesto caso, provvede anche a praticare la sieroprofilassi antitetanica. Le incapestrature prodotte dalla pressione o sfregamento di una corda o catenasulla faccia posteriore dei pastorali. Le ragadi dovute alla mancanza di pulizia, all’azione dell’acqua fredda o del fangoe che si presentano alla parte interna delle pieghe articolari.ContusioniPer contusione si intende l’acciaccamento della cute e dei tessuti sottostantideterminato da traumi, senza lesioni di continuo della pelle. Di particolare importanzaè la contusione da sfregamento o compressione delle bardature (sella in specialmodo), designata comunemente col nome di fiaccatura Sono cause occasionali didette lesioni: lo stato di denutrizione, la poca pulizia della pelle, gli arnesi nonperfettamente adatti o male applicati, la secchezza dei cuoi, la durezza delleimbottiture, dei cuscinetti, feltri ecc. Se la contusione è grave, nella regione colpita siappalesa una tumefazione molle, determinata da sangue travasato e che è nota colnome di ematoma.

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Malattie esterne 2/2EscoriazioniLe escoriazioni sono lesioni superficiali della cute.Malattie cutaneeSi distinguono in non parassitarie e parassitarie. Le più frequenti malattie cutanee nonparassitarie sono: l’eritema, che si manifesta con l’arrossamento della pelle ed èpercepibile quando questa non è pigmentata; l’eczema e la foruncolosi.Malattie delle estremitàTra esse meritano speciale menzione: Le distrazioni, che sono date dallo stiramento o dalla parziale lacerazione deilegamenti, dei tendini e dei muscoli delle varie regioni. Le teniti o sinoviti, prodotte dall’infiammazione dei tendini e relative guaine discorrimento. Le artriti, date dall’infiammazione delle articolazioni e delle capsule articolari;quando il processo è localizzato ai capi articolari, si ha l’artrite secca, quandoinvece è interessata la relativa capsula si ha l’artrosinovite; la più frequente èquella del garretto. La podoflemmatite o infiammazione del tessuto vivo del piede. Le osteiti, prodotte dall’infiammazione dell’osso e del periostio, con possibilineoformazioni di tessuto (schinelle, formelle); Le setole, soluzioni di continuo del tessuto corneo della muraglia dello zoccolo. L’impuditrimento del fettone, che si localizza nella lacuna mediana ed in quellelaterali della forchetta.

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Malattie interne 1/2Esse colpiscono tutti gli organi facenti parte dell’organismo animale e sono determinateda cause diverse. Le più comuni sono date da alterazioni dell’apparato respiratorio(rinite, laringite, tracheite, bronchite, polmonite, pleurite) e da alterazioni degliorgani della digestione (stomatite, faringite, esofagite, gastrite, enterite, ecc.)Tutte queste affezioni, a seconda della gravità, possono essere accompagnate dafebbre più o meno alta. Le malattie dell’apparato respiratorio hanno, inoltre, comesintomo caratteristico generale, la tosse.Tra le affezioni dell’apparato digerente degli equini, assumono particolare importanzale coliche.Queste sono di natura varia: più comuni le gassose, quelle a frigore e le costipazioni.Nella considerazione che il buon risultato, che può essere ottenuto nella cura dellecoliche, dipende essenzialmente dal sollecito intervento del veterinario, occorre nonindugiare nel richiedere la di lui opera.E’ opportuno, pertanto riassumere i sintomi principali che caratterizzano le coliche ingenere: l’animale ricusa l’alimento, è irrequieto, si guarda spesso il fianco, cerca di coricarsie se in movimento si ferma di sovente, si piega sui garretti, se riesce a coricarsi siabbandona a movimenti disordinati, dal suo sguardo fisso traspare l’espressione deldolore da cui è agitato e l’indifferenza per tutto ciò che lo circonda, non defecaoppure emette feci molto molli.In attesa dell’’intervento del veterinario, passeggiarlo impedendo che per la violenzadei dolori, compia movimenti disordinati e soprattutto che si rivolti su se stesso.

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Malattie interne 2/2In seguito a lungo e faticoso lavoro, si può osservare la febbre da strapazzo. I cavallidebilitati dalla fatica si arrestano, tremano, sono in preda ad abbondanti sudorazioni,hanno respirazione affannosa ed infine cadono a terra. In tali casi, la cura d’urgenzaconsiste nel cercare con ogni mezzo di trasportarlo in luogo riparato, fresco edarieggiato. In seguito si ricorrerà a bagni freddi sulla fronte e sulla nuca.Malattie infettive ed infestiveA questo gruppo appartengono tutte le malattie sostenute da un agente specifico che,passando da un animale ammalato ad uno sano, sia in grado di contagiarequest’ultimo. Per la specie equina le malattie infettive più pericolose e più facili averificarsi: l’adenite equina, l’influenza, la piroplasmosi, il tetano.Malattie infestiveL’insorgenza di queste malattie si deve alla invasione di uno o più organi da parte diparassiti animali o vegetali. Le infestioni che maggiormente interessano e che sono piùfacilmente rilevabili sono le cutanee (rogna, micosi) e le gastro-intestinali dovute alarve di strongili, ascaridi, ecc..

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Tare 1/2Le Tare sono difetti in grado di compromettere l'integrità fisica del cavallo.Esistono tare molli e tare dure:Tare MolliLupia: Bursite al gomito dovuta soprattutto a traumi quando il cavallo, sdraiandosi, siappoggia sul tallone. E' curabile ed evitabile applicando al cavallo una ‘ciambella’.Mollette: Vesciche piene di liquido sinoviale causate da stiramento delle guainetendinee. Possono essere articolari e tendinee a seconda della localizzazione. Nonprovocano zoppia; se queste tumefazioni sono accompagnate da flogosi(infiammazione), significa che la struttura sinoviale è alterata.Le sedi più comuni sono: nodello, guaina dei tendini flessori delle falangi sopra le ossasesamoidee prossimali, guaine degli estensori anteriori e laterali delle falangi.Vescicone articolare del garretto e vescicone articolare d.g. trafitto: Sonosituati rispettivamente lateralmente al garretto o interessano ambedue i lati delgarretto (trafitto). Come per le mollette, se non ci sono infiammazioni o alterazionipatologiche, non causano zoppia.Cappelletto: Borsa sinoviale più o meno dura sulla punta del garretto dovuta atrauma.Spavenio acquoso: Dilatazione cronica della capsula articolare del garretto che causal'aumento di volume della faccia antero-mediale del garretto. Può essere causato dadifettosa conformazione (garretti troppo diritti), traumi (giravolte improvvise, frenatebrusche o altri traumi), rachitismo. La parte è calda e dolente. Esiste zoppia solo incaso di trauma. Nello spavenio acquoso non complicato non si hanno alterazioni ossee.Può essere guarita se presa in tempo con riserva di prognosi, è difficilmente guaribilese dovuta a cattiva conformazione.

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Tare DureFormella: (Soprosso) può essere articolare e non articolare. Nel 1° caso causa attritoe di conseguenza zoppia. Nel secondo non dà disturbo ed è solo un difetto estetico.Situate alla 1.a, 2.a e 3.a falange. Si formano in seguito a traumi che interessano ilperiostio (membrana che ricopre l'osso) e ne provocano un alterazione che porta allaformazione di una infiammazione con neoformazione ossea (soprosso). I cavalli cagnolisono predisposti allo sviluppo di formelle sulla faccia laterale delle articolazioni. Icavalli mancini lo sono sulla faccia mediale.Schinella: Si forma normalmente tra il metacarpo/metatarso principale e accessorio.Dovuta ad una lesione dei legamenti che congiungono le due ossa. E' grave se causazoppia interferendo sul normale lavoro dei tendini. Colpisce spessissimo i cavalligiovani ed è direttamente correlabile al duro allenamento, ad una conformazionedeficiente o ad una cattiva nutrizione. Può essere a seguito di attinture. Causa zoppianei cavalli giovani in quanto sussiste una infiammazione. Può essere curata.Spavenio osseo: Tumefazione ossea all'interno del garretto sulla parte inferiore deltarso e superiore al metatarso. Frequente in cavalli con garretto a falce o vaccino.Causato anche da traumi (improvvise fermate) e anche squilibri alimentari possonopredisporre certi cavalli alla formazione dello spavenio. Causa zoppia e non è guaribilese lo spavenio è dovuto ad una difettosa conformazione in quanto la causa non èeliminabile.Corba: Ingrossamento della faccia posteriore del calcaneo (del legamento che va dalgarretto alla punta del metatarso) a causa di un'infiammazione e di un ispessimentodel legamento plantare. Causa: garretti a falce e vaccini che provocano uno sforzoaddizionale del legamento, traumi da violento esercizio fisico, calci alle pareti e violentitentativi di estendere il garretto. Guaribile anche se rimane un difetto permanentedopo la guarigione e se non dipende da cattiva conformazione.

Tare 2/2

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Vizi rebiditori 1/6I vizi redibitori, sono vizi e malattie riconosciute legalmente.I vizi devono essere denunciati al venditore entro 8 giorni dalla consegna (gli usi didiverse province prolungano questo termine fino a 40 giorni).Se non vengono denunciati dal proprietario o se sono tenuti nascosti consentono dopoaver comprato un cavallo di restituirlo.• Ballo dell‘Orso,• Tic d’Appoggio,• Oftalmia Periodica,• Atassia Spinale,• Corneggio,• Bolsaggine.I primi due (ballo dell'orso e tic d'appoggio) nel gergo equestre e veterinario sonodefiniti comportamenti stereotipati, definizione che sta ad indicare un comportamentoinvariato e ripetitivo non in rapporto con la realtà.Sono in realtà gravi tic nervosi la cui causa è da ricercare nella condizione di vita a cuiil cavallo è costretto: nella forzata inattività e privazione di contatti sociali (il cavallo èun animale con un forte istinto di branco) che la prolungata stabulazione in boxcomporta.

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Vizi rebiditori 2/6Ballo dell‘OrsoIl cavallo di fronte alla porta del box oscilla in continuazione da un lato all'altro.Questo è un vizio che col tempo porta ad un certo logoramento dei tendini e dellearticolazioni oltre ad essere molto difficile da togliere.Essendo un vizio che deriva spesso dalla mancanza di movimento e dalla noia ènecessario distrarre il cavallo facendolo spesso lavorare e distraendolo dividendo in piùparti le razioni di cibo giornaliere.Si consiglia di tenere questi cavalli al pascolo ed in compagnia di piccoli animali ( ponyo caprette)…Ticchio d‘AppoggioIl cavallo serra con i denti il bordo della porta del box, arcua il collo e fa continuimovimenti di deglutizione, causandosi consumo precoce dei denti anteriori e disturbidigestivi, fino a gravi coliche, per via dell'ingestione continua d'aria.Per evitare questo tic bisogna far muovere il cavallo il più possibile non consentendoalcuna possibilità di "appoggio" nel box verniciando spigoli, supporti e superfici conprodotti idonei a tenerlo lontano.Inoltre bisogna usare un collare con rinforzo in acciaio intorno al collo da rimuoveresolo quando il cavallo mangia. Comunque la soluzione definitiva al "ticchio d'appoggio"è l'intervento chirurgico da affidare ad un buon veterinario.

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Vizi rebiditori 3/6Oftalmia periodica o "mal della luna"Frequentemente è possibile vedere cavalli che presentano un'opacità diffusa dellacornea, il cosiddetto "mal della luna", chiamato così sia perché l'occhio diventatraslucido e sembra una luna piena, ma anche perché la malattia ricorre a fasi alterne.La patologiaIn termine medico è chiamata oftalmia periodica o uveite ricorrente, si presentainizialmente monolaterale (localizzata in un solo occhio) come una congiuntivitesierosa, con edema della congiuntiva e della cornea, forte lacrimazione, fotofobia(riluttanza a tenere gli occhi aperti alla luce del sole). L'animale è abbattuto, confebbre e riduzione dell'appetito. Gli attacchi successivi possono interessare entrambi gliocchi, sono più severi, imprevedibili e la risoluzione non è mai completa.Normalmente fra un attacco doloroso e l'altro gli occhi dei cavalli presentano una fortevascolarizzazione della cornea che determina l'opacamento, l'ispessimento dell'iride einfine lesioni retiniche.CauseLa causa di questa malattia non è ancora del tutto accertata. Alcuni autori la mettonoin relazione con la Leptospirosi e, infatti, si riscontrano sempre nel siero alti valorianticorpali; altri pensano a forme di microfilaria (Onchocerca cervicalis) infiltratasi alivello oculare e trasmessa dalle zanzare.CureUna volta diagnosticata l'oftalmite, dovrà essere curata mediante somministrazione dicortisonici sia per via generale sia locale.

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Vizi rebiditori 4/6Atassia Spinale (sindrome di wobbler)DESCRITTA PER LA PRIMA VOLTA NEL CAVALLO NEL 1939Con queste terminologie si indica un complesso di manifestazioni derivanti da unfenomeno compressivo che si verifica a carico del midollo spinale cervicale quando lacompressione è dovuta a malformazioni di sviluppo, ad instabilità vertebrale o avariazioni del lume del canale spinale.DescrizioneSindrome caratterizzata da barcollamento, instabilità e atassia del treno posterioreSintomatologiaSintomi clinici variabili a seconda della sofferenza del midollo spinale da una insufficiente coordinazione dei movimenti ad una atassia bilaterale camminando ondeggia e barcolla sul posteriore (il treno posteriore è più colpito in quanto il numero dei suoi tratti motori è inferiore a quello degli anteriori in più i tratti motori destinati al posteriore sono più superficiali nella porzione del midollo cervicale), trascina i posteriori, arti anteriori rigidi e che incrociano nella camminata, deficit propriocettivi, resistenza alla manipolazione della regione cervicale, peggioramento nei cambi di direzione e nello spostamento laterale del posteriore, grandi difficoltà ad alzarsi, cadute durante il movimento, incapacità' alla monta, incontinenza urinaria e fecale.

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Vizi rebiditori 5/6Le possibili cause Crescita veloce concomitante con un'alimentazione qualitativamente equantitativamente spinta, Predisposizione genetica, Conformazione corporea, Fatti traumatici.Portano ad una compressione sul midollo spinale che dal punto di vista clinico sitraduce in barcollamento ed atassia soprattutto del treno posteriore.Terapia idealeLa terapia ideale dovrebbe : eliminare lo schiacciamento del midollo, far regredire i sintomi neurologici, non essere invasiva.non è possibile stabilire una terapia elettiva che possa risolvere tutti i casi che sipresentano. Anche l'opinione del proprietario influenza la scelta terapeutica.La sindrome, non curata, ha un decorso progressivo.

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Vizi rebiditori 6/6CorneggioÈ dovuto a parziale paralisi dei nervi laringei, e più precisamente del "ricorrente disinistra", di guisa che l'aria nella inspirazione e, nei casi gravi, anche nell'espirazione,produce un sibilo o un rantolo caratteristico e tanto più percepibile se si mettel'animale al trotto ("cavallo fischiatore").Vi sono razze più recettive di altre. Il malanno può essere ereditario oppure postumodi qualche malattia infettiva (pleuropolmonite, bronchite, adenite, ecc.), oconseguenza della ingestione di sostanze tossiche od anche di fatti traumatici: allevolte è accompagnato da tosse; è compreso tra i vizi redibitori.Bolsaggine (enfisema polmonare cronico)È causata dallo sfiancamento degli alveoli polmonari e si appalesa col cosiddetto"contraccolpo". Le cause possono essere pregresse infezioni. La malattia è di solitoaccompagnata da tosse debole e secca, a decorso lungo e di azione redibitoria:l'animale può però egualmente essere utilizzato purché si abbia l'avvertenza disottoporlo a cure e ricostituenti, di cibarlo con foraggi verdi e beveroni, escludendo invia assoluta il fieno polveroso, ammuffito.Malattia tipica dei cavalli ricoverati in condizioni inadeguate. La causa principale sonogli allergeni contenuti nella paglia e nel fieno. Sintomi sono respiro alterato edifficoltoso, narici dilatate, tosse costante. Nei primi stadi può essere curata ma il piùdelle volte diventa cronica.

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Horsemanship: conoscere per potere insegnareLa doma dolce è una tecnica di comunicazione naturale con il cavallo.Nel mondo anglofono è nota con il nome di natural horsemanship.

La doma gentile ha forse inizio con il trattato sull'equitazionescritto nel 350 a.C. da Senofonte. Egli raccomanda unaddestramento privo di dolore, esprimendo il concetto che uncavallo felice è più efficiente di uno infelice. Per questo motivoscrive anche che è più efficace convincere un cavallo piuttostoche costringerlo. Questo è considerato in assoluto il primotrattato di equitazione.Circa duemiladuecento anni più tardi Federico Caprilli, capitanodi cavalleria a Pinerolo, diffuse le proprie idee su come fosse piùefficace adattare i movimenti del cavaliere alla naturalemeccanica anatomica del cavallo piuttosto che costringere ilcavallo a movimenti innaturali limitandone così l'efficacia delleprestazioni. Il suo nuovo metodo, che rappresentò una verarivoluzione nel panorama mondiale dell'equitazione del tempo,venne chiamato dal suo ideatore: ‘sistema naturale diequitazione’.

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Così non dicevano, ma facevanogli uomini di cavalli

di una volta Merce ormai rara purtroppo!!!

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Etologia 1/4SignificatoIl termine etologia (dal greco ethos e logos che significano rispettivamente«carattere» o «costume» e «discorso») indica la moderna disciplina scientifica chestudia il comportamento animale nel suo ambiente naturale.Il cavallo come oggi lo conosciamo è assai distante dal suo antenato selvatico, peraltroscomparso, non solo da un punto di vista anatomico, ma anche e soprattutto da unpunto di vista comportamentale. Il cavallo moderno è, infatti, il risultato di migliaia dianni di manipolazioni genetiche ottenute tramite incroci volti a migliorare questa oquella caratteristica dell’animale e da questa lunga consuetudine con l’uomo anche ilcomportamento e la psicologia del cavallo si è modificata per adattarsi sempre di piùalle richieste dell’uomo.Intelligenza e IstintoTalvolta ci si sente rivolgere la domanda se i cavalli siano, o meno, intelligenti. L’erroreche sta alla base della domanda quello di chiedersi se un cavallo è intelligente secondoparametri umani. Infatti, parlando di un animale, con intelligenza dovremo intendere lasua capacità di risolvere con successo i problemi nuovi che l’ambiente gli pone, nonchél’abilità di far tesoro dell’esperienza imparando dai risultati.Etologia del CavalloDomandarsi quale sia il comportamento del cavallo in natura, è ormai privo di sensonon esistendo più branchi di cavalli realmente selvaggi. La quasi totalità di cavalli liberiche si trovano oggi sono, infatti cavalli allevati allo stato brado, cioè che non vengonoricoverati in scuderie e che non vengono nutriti dall’uomo, ma sono lasciati liberi ingrandi pascoli.

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Tali cavalli, però, sono tutt’altro che naturali in quanto i prelievi di capi eseguiti dagliallevatori, l’abbattimento di capi malati, il controllo e la difesa dai possibili predatori,svolto magari dall’elicottero, alterano non poco le condizioni ambientali e le condizionisociali all’interno del branco.Il Comportamento gregarioIl cavallo è un erbivoro e quindi la sua sopravvivenza è legata a due fattori principali:la capacità di trovare cibo e la capacità di difendersi in qualche modo dai predatoricarnivori. La prima necessità è soddisfatta dall’anatomia stessa del cavallo, che gliconsente di effettuare lunghi spostamenti a buona velocità alla ricerca di pascoli ricchi.La seconda necessità è invece soddisfatta dai comportamenti sociali e individuali delcavallo. I grandi predatori, quali il lupo o il leone, tendono a cacciare in gruppo e acacciare individui isolati. Se, infatti, i predatori mettono in allarme il branco, che si dacompatto alla fuga, si può osservare gli stessi predatori che si guardano attorno conaria disorientata non sapendo quale individuo attaccare. Da questo si può intuire comela prima difesa dai predatori sia rimanere in un branco compatto, e questa è la ragioneper cui il cavallo è un animale gregario, che cerca cioè di stare assieme e vicino ai suoisimili.I Rapporti con gli altri cavalliIl cavallo è un animale territoriale e gerarchico, questo significa che in un branco èpossibile individuare una serie di ruoli e individui che dominano su altri, e che il brancostesso delimita una zona, il suo territorio, marcandone i confini con urine e fiande. Talezona viene difesa dalle intrusioni di animali appartenenti ad altri branchi. Ciascunbranco è solitamente composto da un maschio adulto, lo stallone, e da alcune femminecon i puledri.

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I maschi restano nel branco della madre fino ai tre anni di età circa, ma durante ilperiodo del calore, lo stallone li tiene distanti dalle femmine. Dopo i tre anni dannoorigine a piccoli branchi di coetanei che vivono ai margini dei branchi principaliattendendo il momento opportuno per sfidare lo stallone, e in caso di vittoria,diventare loro i nuovi maschi dominanti. Le femmine invece restano nel branco diorigine fino al primo calore, quando si aggregheranno ad altri branchi. All’interno delbranco, inoltre, si stabiliscono dei legami di amicizia e di simpatia tra i vari individuiche si manifestano attraverso lo stare sempre vicini, e dal fatto che gli amici sigrattano reciprocamente quelle parti difficili da raggiungere. La coesione e l’equilibrionel branco viene mantenuta anche attraverso l’espulsione dal territorio di individuiestranei e un comportamento analogo lo si può riscontrare anche da parte di cavallidomestici.La LottaIl cavallo è costretto a lottare, quando ad esempio si trova chiuso in un angolo e nonriesce a scappare o quando nel branco vi sono dei puledrini piccoli non ancora in gradodi muoversi. Il cavallo, quindi, è dotato anche di armi di difesa personale. Esse sonoprincipalmente i morsi e i calci con i posteriori. Dare il posteriore a qualcuno per ilcavallo, perciò, è un gesto intimidatorio del quale si deve tener debito conto. Analogocomportamento il cavallo lo tiene di fronte a pericolo di cui non riesce a capire laprovenienza.

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ComunicazioneIl passaggio di segnali da un individuo ad un latro, passaggio che ha la conseguenza dimodificare il comportamento di chi riceve questi segnali, è definito comunicazione.L’uomo ha plasmato il cavallo per renderlo più ‘abile nella comunicazione’.Il Cavallo Hans

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Scuderie e Lettiere Alimenti e Bevande Igiene della pelle

Gestione del cavallo

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Scuderie e LettiereScuderieI locali nei quali vengono ricoverati i cavalli nelle ore in cui non prestano servizio sidicono scuderie Le scuderie devono essere costruite in località sane, su terrenoasciutto, alquanto elevato sul circostante e provviste di acqua per l’abbeverata. Dallato igienico, per quanto riguarda le dimensioni, le piccole scuderie corrispondonomeglio delle grandi. Oltre il minor inquinamento ed il più facile rinnovamento dell’ariaambientale, le piccole scuderie offrono il notevole vantaggio di permettere che, in casodi epizoozie, i cavalli si possono parzialmente isolare e le necessarie disinfezioni sipraticano con la minore spesa possibile. Le scuderie devono essere tenute pulite esufficientemente aerate, curando che il grado della temperatura interna non sorpassi dimolto quella dell’ambiente esterno.LettiereLa lettiera è costituita da uno strato di materiale soffice che ricopre tutto il pavimentodei box, fornendo comodo mezzo di riposo, garantendo dal freddo e conservando ilbuono stato dei piedi. Le sostanze migliori per formare la lettiera sono le paglie deicereali, specialmente quelle di frumento, avena, orzo, segale, ecc. ma possono essereusati anche altri materiali, come la torba ed in casi di necessità anche l’arena, i trucioli,e la segatura di legno, la loppia dei cerali, le paglie delle leguminose, le felci, foglied’albero disseccate ecc. La lettiera può essere temporanea, quando è rimossagiornalmente, o permanente, quando è lasciata sul posto per un tempo non superiorea tre mesi. La sua lunga conservazione dipende dalle condizioni speciali di umidità esecchezza della località, esposizione e situazione delle scuderie, qualità della paglia,cura dell’impianto e manutenzione, permanenza dei cavalli in scuderia. Quando lalettiera permanente è ben impiantata e scrupolosamente conservata, ritarda ladecomposizione delle orine ed impedisce che i gas prodotti da questa si diffondanonella scuderia.

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Alimenti e BevandeAlimentiSono alimenti tutte quelle sostanze che, introdotte nell’apparato digerente, vengonotrasformate, assorbite ed assimilate, per formare la materia costituente l’organismo el’energia indispensabile al compimento delle funzioni.Gli alimenti degli equini sono, per maggior pare, forniti dal regno vegetale e sisomministrano allo stato secco e verde. Le loro qualità e quantità devono variare edessere in relazione all’età e razza del soggetto, nonché alla sua costituzione ed allavoro che deve prestare.BevandeL’acqua è il solo liquido usato quale bevanda ordinaria dagli equini. Perché sia buonadeve essere fresca, limpida, incolore, sapida, inodore e ben satura d’aria.Ordinariamente si usa far bere i quadrupedi almeno due volte al giorno e cioè prima disomministrare loro l’avena; nell’estate almeno tre volte, delle quali l’ultima prima dellaprofenda serale.Quando i cavalli sono molto assetati, non conviene lasciarli bere sino a sazietà, perchél’ingestione di grande quantità di acqua sovraccarica lo stomaco e può cagionareindigestioni o coliche.Eguale precauzione dovrà essere usata quando l’acqua è troppo fredda. Il quantitativodi acqua indispensabile per un cavallo è in relazione alla sua taglia, al regimealimentare, alla stagione ed al lavoro; varia dai 18 litri ai 35 litri al giorno.

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Alimenti Secchi 1/3Alimenti SecchiSotto la denominazione collettiva di alimento secco si comprendono ordinariamente ifieni, la paglia ed i semi di varie piante graminacee e leguminose, come pure le farinee le crusche che da essi si ottengono.L’alimento secco è il più pratico e profittevole, poiché conserva i principi nutritivi sottoun volume relativamente piccolo.FienoE’ costituito dall’erba dei prati falciata allorché è nel suo pieno sviluppo e fioritura, ediligentemente disseccata. Fra le piante che lo compongono primeggiano legraminacee, le leguminose, le crocifere, le composite. I migliori fieni sono quelliforniti da prati alquanto elevati e da regioni asciutte. I fieni provenienti da prati bassiabbondano di piante poco nutrienti o nocive come i giunchi, gli equiseti, le carici, glieuforbi, i ranuncoli, ecc. Sono anche cattivi e da rifiutarsi: i fieni che hannosoverchiamente fermentato e che perciò sono friabili, nericci, quasi abbruciati, di odorepenetrante; quelli invasi da ruggine con macchie rosso-brune sugli steli e sulle foglie;quelli ammuffiti, sui quali si osservano macchie bianco-verdastre ed hanno odoresgradevole caratteristico; quelli troppo vecchi e polverosi.PagliaLa paglia è costituita dagli steli e foglie essiccati del frumento, dell’avena, dell’orzo, edella segala, privati dei grani. Quelle di frumento, di avena ed anche di orzo sono lemigliori perché le più nutritive; quella di segala è meno usata a causa della suadurezza. Le paglie devono essere asciutte, pieghevoli, non troppo lunghe, a steli sottili,ricchi di foglie, di color bianco-giallastro lucente, senza cattivo odore e di saporezuccherino. Esse riescono nocive allorché sono umide, ammuffite od invase da ruggine.

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Avena o BiadaE’ l’alimento più indicato per il cavallo e, fra i grani, è uno dei più nutrienti ed eccitanti.Ve ne sono di molte varietà; la buona avena è quella piena, pesante, secca, asciutta esenza odore. Non deve contenere sabbia, terra, pietruzze e grani eterogenei, comesemi di loglio, senape, veccia, ecc..OrzoQuello di buona qualità è di color giallo-paglia, duro e con poca o senza arista.Questo cereale ha valore nutritivo quasi uguale a quello dell’avena. Per la sua durezzaviene masticato meno agevolmente e perciò conviene somministrarlo, fioccato,schiacciato, cotto o macerato.SegalaE’ meno nutriente dell’orzo, ma più rinfrescante e trova salutare applicazionesomministrata in farina mista con l’acqua, ai cavalli giovani, irritabili, convalescenti,ecc..FrumentoE’ fra i cereali, il più nutritivo; il suo uso non è consigliabile, poiché può essere causa dicongestioni intestinali e di laminiti.Granoturco (Mais)In via eccezionale per scarsità di avena, questa può venire sostituita o mescolata congranoturco. Il mais però non può essere impiegato lungamente nell’alimentazione, nondeve superare il 10% della razione.

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FaveSono molto nutrienti, ma possono dar luogo a fenomeni congestizi se adoperate inquantità elevata e per lungo periodo di tempo.CarrubeCostituiscono alimento molto gradito al cavallo e perciò di esse si fa largo uso nell’ItaliaMeridionale ed in Sicilia. Sono ricche di principi zuccherini e di facile digestione;riescono perciò molto nutrienti, leggermente lassative e particolarmente adatte neipaesi caldi. Si distribuiscono sole o associate a crusca, curando di sminuzzarle e diliberarle, il più possibile, dai semi, che sono indigesti.CruscaLa buona crusca deve essere fresca, untuosa al tatto e contenere una certa quantità difarina, di cui deve avere l’odore ed il sapore. Il valore nutritivo di detto mangime variaa seconda il titolo di abburattamento delle farine da cui è ricavata; comunque, da sola,non costituisce alimento adatto per i quadrupedi in lavoro. L’uso della crusca, quandosi effettui in modiche quantità, circa mezzo chilogrammo al giorno, riesce giovevoleagli equini, principalmente perché facilita lo svuotamento dell’intestino. Somministratain quantità eccessive e per lunghi periodo di tempo, può dar luogo a turbe intestinali.MangimiPellettati, fioccati, di produzione industriale, in varie formulazioni. Il cavallo necessitadi un costante apporto di sale (cloruro di sodio o sale da cucina) che dovrebbe esseresempre lasciato a disposizione in rulli o in grani; sarebbe preferibile utilizzare sale a cuivengono aggiunte tracce di iodio, ferro, rame, cobalto, manganese, zinco e selenio.

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Regime Verde 1/2Regime VerdeE’ costituito dalle erbe fresche dei prati, rappresenta il mangime naturale degli equini,ai quali riesce sempre gradito.In base al suo maggiore coefficiente di digeribilità e per la sua ricchezza di acqua divegetazione, l’erba fresca dei prati, in confronto al fieno, riesce più benefica perchéfavorisce la regolarità delle funzioni digestive e quindi la nutrizione.Il passaggio dal regime secco al verde e viceversa deve effettuarsi gradatamente.L’erba deve essere di buona qualità, tratta da prati buoni ed asciutti, se naturali: quelladei prati bassi, acquosi, paludosi, riesce nociva.Le erbe dei prati artificiali più usate sono la medica e la sulla. L’erba dasomministrare non deve essere bagnata, né tenuta raccolta nella scuderia edammassata, poiché subirebbe fermentazioni e potrebbe riuscire nociva.La quantità varia da un minimo di Kg. 10 per il primo giorno fino a 30-40-50-chilogrammi nei successivi, in sostituzione di tutta la razione secca. La stagione piùpropizia per la somministrazione del verde è il principio della primavera e la sua durataè ordinariamente di 10 – 15 giorni.Effetti salutari analoghi a quelli dell’erba dispiegano alcune radici, come le carote, lerape, ecc., che vengono somministrate non come abituale alimento, ma quale mezzoadatto per rimettere gli equini in buono stato di nutrizione dopo malattie o intensefatiche sofferte; perciò il loro uso, come pure, quello della gramigna e dei semi di linocotti, può essere prescritto a titolo di trattamento dietetico.

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Regime Verde 2/2Distribuzione della razioneUn cavallo non dovrebbe mai lavorare a stomaco pieno e se vengono somministrati 3pasti al giorno, la razione di foraggio dovrebbe essere divisa tra mattina e sera eofferta almeno 1 o 2 ore prima del lavoro. La razione di mezzogiorno dovrebbe essereleggera e in questo senso sono sufficienti 0,5-1,5 Kg. di cereali.Un'alternativa a questo schema potrebbe essere 1/4 della dose di foraggio al mattinoun altro quarto a mezzogiorno e la restante metà alla sera. A causa della marcatasensibilità dei cavalli alle tossine presenti nel cibo ammuffito o andato a male, tutti icereali e i fieni dovrebbero essere di ottima qualità e privi di muffe. L'alimentodovrebbe essere conservato ad una umidità inferiore al 15% e mossi ogni 2 mesi perevitare la formazione di muffe.Allo stesso modo si dovrebbero eliminare gli alimenti polverosi per la loro tendenza afar insorgere o ad aggravare problemi respiratori. Un'altra buona regola è quella diimmergere in acqua il fieno, scrollando successivamente l'eccesso di liquido, subitoprima della somministrazione. Le differenze individuali nei fabbisogni di ogni soggettorendono difficile una generalizzazione sulla quantità di razione da somministrare,soprattutto per cavalli in attività agonistica intensa (galoppo, trotto), cavalle gravide oin lattazione, puledri in svezzamento o in accrescimento dove sono richieste diete edintegrazioni particolari. Le regole seguenti sono una guida indicativa, ma non si potràmai prescindere da una osservazione attenta ed un giudizio caso per caso.Cavalli con lavoro leggero: circa 0,5 kg di concentrato e 1,5 di fieno ogni 100 kg dipeso corporeo.Cavalli con lavoro moderato: circa 1 kg di concentrato e 1,25 di fieno per 100 kg dipeso corporeo.Cavalli con lavoro intenso: circa 1,5 di concentrato e 1kg di fieno per 100 kg di pesocorporeo.

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Igiene della pelle 1/2Governo alla manoIl Governo alla mano è la successione di atti diversi che hanno per scopo di pulire lasuperficie esterna del corpo e stimolare le funzioni della pelle. Con l’accurato governoalla mano si ottengono: l’allontanamento del sudiciume cutaneo e dei parassiti chevivono sulla superficie del corpo, maggiore traspirazione, l’aumento dell’attivitàcircolatoria e linfatica alla periferia, il più regolare funzionamento degli organi interni econseguente miglioramento dello stato di nutrizione e sanitario del cavallo. Gli attrezziusati per il governo sono: la striglia, la brusca, la spugna, il nettapiedi, lo strofinaccio otortoro o buccione di paglia.TosaturaLa tosatura è l’operazione con la quale si accorciano i peli che costituiscono il mantellodegli equini e, secondo che si pratica su tutto il corpo o su di una sola parte di esso, sidice completa o parziale. Sotto questo denso pelame, specialmente se obbligati alavori faticosi od a rapide andature, i cavalli sudano facilmente; ma non con la stessafacilità si asciugano perché vi si oppone la bassa temperatura dell’ambiente. Per talefatto la superficie del corpo si raffredda e questo raffreddamento si ripercuote sugliorgani interni determinando, spesso, malattie diverse che per la loro stessa natura, avolte riescono gravi. Prevenendo la soverchia traspirazione cutanea ed il successivoraffreddamento periferico, la tosatura completa degli equini rende meno facilel’insorgenza di dette malattie, facilita il governo alla mano, ma aumenta alquanto ladispersione di calorie, che peraltro è altamente compensata dall’aumentata attività deiprocessi di nutrizione. Gli animali tosati devono, dopo la tosatura, esseremaggiormente riguardati da correnti d’aria fredda e venir coperti con coperteadeguate.

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Igiene della pelle 2/2Generalità sulla ferraturaLa ferratura propriamente detta, o l’arte di ferrare gli equini, consiste nellafabbricazione del ferro, nel pareggiamento dello zoccolo e nell’applicazione del ferromedesimo. Essa serve in maniera generica ad impedire il troppo rapido consumodell’unghia (ferratura ordinaria o igienica), a rendere meno gravi certi difetti diappiombo e di andature (ferratura correttiva) ed anche per favorire la guarigione ditalune malattie dei piedi (ferratura terapeutica). L’applicazione del ferro può esserefatta a caldo o a freddo. La ferratura a caldo consiste nel provare più volte il ferroancora caldo sullo zoccolo, in modo da far combaciare bene il ferro all’unghia,applicandolo, poi, dopo raffreddato. La ferratura a freddo si esegue per lo più nei piedicolmi, ad unghia sottile, affetti da ferite, ecc., e si fa previo accurato esame e precisamisurazione della faccia plantare del piede da ferrare, allo scopo di preparare un ferroperfettamente adatto. Per l’applicazione del ferro vengono usati speciali chiodi.I chiodi debbono essere infissi sulla linea bianca facendoli uscire sulla parete tutti allastessa altezza.La durata della ferratura dipende dall’ accrescimento dell’unghia e dal consumo delferro, condizioni queste che, a loro volta, sono subordinate alla qualità dell’unghia edel ferro e alla natura del terreno.In generale, la ferratura ordinaria deve essere rinnovata ogni 5-6 settimane, maquando, le condizioni d’uso del ferro lo consentono, si può previo pareggiamentodell’unghia, rimettere il ferro vecchio con chiodi nuovi, operazione questa che va sottoil nome di rimessa. Quando gli animali debbono essere impiegati su terreni particolariper impedire che scivolino, si fa uso di ramponi fissi o mobili.

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Graziano ServidaIstruttore Federale 3°Livello-Master in Salto OstacoliDirettore di campo di 2° livelloDocente F.I.S.E.

Grazie

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