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G Y N E C O ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE OSTETRICI GINECOLOGI OSPEDALIERI ITALIANI La salute è buona, ma non per tutti Nord-Sud, uomini-donne, status sociali: le “forbici” della salute in due indagini sulla sanità italiana Un convegno “Alla salute delle donne” A Napoli presentati il Piano di Azioni del ministro Turco e il nuovo libro dell’Aogoi sulla violenza contro le donne Donne: stop a ogni forma di disuguaglianza Le iniziative italiane e internazionali nell’Anno europeo delle Pari Opportunità 2 2007 MENSILE ANNO XVIII N. 2 - 2007 - POSTE ITALIANE SPA - SPED. IN ABB. POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N.46) ART. 1, COMMA 1, DCB ANCONA CONTIENE I.P. Fermiamo ogni discriminazione e violenza La salute delle donne è una risorsa preziosa Gyneco 2-2007:Layout 1 6-04-2007 11:43 Pagina 1

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G Y N E C OORGANO

UFFICIALE

DELL’ASSOCIAZIONE

OSTETRICI

GINECOLOGI

OSPEDALIERI

ITALIANI

� La salute è buona, ma non per tuttiNord-Sud, uomini-donne, status sociali:le “forbici” della salute in due indaginisulla sanità italiana

�Un convegno“Alla salute delle donne”ANapoli presentati il Piano di Azionidel ministro Turco e il nuovo libro dell’Aogoisulla violenza contro le donne

�Donne: stop a ogni formadi disuguaglianzaLe iniziative italiane e internazionalinell’Anno europeo delle Pari Opportunità

22007

MENSILE ANNO XVIII N. 2 - 2007 - POSTE ITALIANE SPA - SPED. IN ABB. POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N.46) ART. 1, COMMA 1, DCB ANCONA CONTIENE I.P.

Fermiamo ogni discriminazione e violenza

La salute delle donneè una risorsa preziosa

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I BENEFICI DEI 4 TIPI DI PAPILLOMAVIRUS UMANOPRIMA DEL CANCRO DEL COLLO DELL’UTERO

E OLTRE IL COLLO DELL’UTERO

• Prima del cancro del collo dell’utero, GARDASIL previene le CIN 2/3 ed ha un’efficacia comprovata contro le CIN 1*

• Oltre il collo dell’utero, GARDASIL può prevenire i condilomi genitali e le VIN 2/3*

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Patologie correlate ai tipi 6, 11, 16 e 18 di Papillomavirus Umano

Per la protezione degli adolescenti e delle giovani donne*Co

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È ARRIVATO GARDASIL IL PRIMO VACCINO IN GRADO DI PREVENIRE IL CANCRO DEL COLLO DELL’UTERO

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NUMERO 2 - 2007ANNO XVIII

ORGANO UFFICIALEDELL’ASSOCIAZIONE OSTETRICIGINECOLOGI OSPEDALIERI ITALIANI

PresidenteGiovanniMonniDirettore ScientificoFelice Repetti

Comitato ScientificoGiovanni BrigatoAntonio ChianteraValeria DubiniCarlo SbiroliDirettore ResponsabileEva AntoniottiCoordinamento editorialeArianna Albertiemail: [email protected]àPubliem srlCentro Direzionale ColleoniPalazzo Perseo 1020041 Agrate (Milano)Tel. 039 6899791Fax 039 6899792

EditoreHealth Communicationvia Vittore Carpaccio, 1800147 RomaTel. 06 594461 - Fax 06 59446228Progetto graficoGIancarlo D’OrsiUfficio graficoDaniele Lucia, Barbara RizzutiStampaTecnostampa srlVia Le Brecce, 60025 Loreto (Ancona)AbbonamentiAnnuo: € 26 Prezzo singola copia: € 4Reg. Trib. di Milano del 22.01.1991 n. 33Poste Italiane spa Sped. in abb. postaleD.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.

46) Art. 1, comma 1, DCB AnconaFinito di stampare: marzo 2007Tiratura 9.000 copie

La riproduzione e la ristampa, anche parziali, diarticoli e immagini del giornale sono formalmentevietate senza una preventiva ed esplicitaautorizzazione da parte dell’editore. I contenuti dellerubriche sonoespressionedel punto di vista degliAutori.Questa rivista le è stata inviata tramiteabbonamento: l’indirizzo in nostro possesso verràutilizzato, oltre cheper l’invio della rivista, ancheperl’invio di altre riviste o per l’invio di proposte diabbonamento. Ai sensi della legge 675/96 è nel suodiritto richiedere la cessazione dell’invio e/ol’aggiornamento dei dati in nostro possesso. L’Editoreè a disposizione di tutti gli eventuali proprietari deidiritti sulle immagini riprodotte, nel caso non si fosseriusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione.

Organo ufficiale

Testata associata

Editore

G Y N E C O

Con le 9 mila copie dell’ultimo numero di GynecoAogoi ab-biamo raggiunto la quasi totalità dei ginecologi italiani. In treanni il nostro giornale ha cambiato veste grafica due volte equasi raddoppiato il numero delle pagine.Il restyling di un giornale è sempre un azzardo, soprattutto seben accetto. Quasi una scommessa. È infatti necessario misu-rarsi con le abitudini consolidate e superare le perplessità dichi dovrà abituarsi a un nuovo amico che lo accompagnerà inuna parte della sua vita professionale.Dietro questa nuova impostazione del giornale c’è lo sforzocollettivo dell’intera Aogoi per rendere sempre più fertile il ter-reno di dibattito sui piccoli e grandi temi della nostra profes-sione, ma anche per portarli all’attenzione delle istituzioni edell’opinione pubblica. Il presupposto di tutto ciò è mantene-re costante il colloquio con i soci, mettendo a disposizione unforum in cui discutere i problemi della sanità italiana, in gene-rale, e della ginecologia in particolare.Sempre più spesso i media diffondono notizie che ci toccanoda vicino (negli ultimi mesi i riflettori sono stati puntati sugliepisodi drammatici verificatisi in alcuni ospedali della Tosca-na): una pubblicazione mensile, come è GynecoAogoi, nonpuò proporsi di contrastare l’informazione quotidiana, ma puòfornire ai suoi lettori gli argomenti, le informazioni e le rifles-sioni che fanno da sfondo ai singoli episodi.Su questo numero proponiamo due importanti indagini sullesalute degli italiani: un tema strategico perché rappresenta iltermometro del funzionamento del Ssn e quindi della nostraattività medica che, chiamata a confrontarsi con le scarse ri-sorse del sistema, a volte è costretta a compiere veri e proprimiracoli.Parleremo poi della salute della donna: la Festa internaziona-le della donna dell’8 marzo, quest’anno celebrata all’insegnadell’”Anno europeo delle Pari Op-portunità per tutti”, ha vistonumerose iniziative contro lediscriminazioni di genere eper la promozione della sa-lute femminile tout court.

Più spessoree visibilità

Editoriale Indice numero 2 - 2007

Terza pagina Y

Attualità

4 Rapporto Osservasalute 2006:la salute degli italiani e delle Regioni

6 Pianeta Sanità:la parola ai cittadini /Indaginemultiscopo dell’Istata cura di Alessia Romano

7 Parola d’ordine:ripartire dalle donnedi Ester Maragò

8 “Violenza contro le donne:compiti e obblighi del ginecologo”Il nuovo libro dell’AogoidiValeria Dubini

9 La salute sessuale e riproduttiva delle donne immigrate in Italiadi Serena Donati e Angela Spinelli

10 “La violenza sulle donne non ha più scuse”di Arianna Alberti

13 Comunicare correttamente è“salutare”,non solo per i pazientidi Antonio Onorato Succu

13 Notizie“fresche”di stampa:un cimitero per i feti abortitidi Claudio Crescini

Professione

15 Che differenza c’è tra un primario ospedaliero e uno yogurt?di Carlo Sbiroli

18 La colpa professionale nell’attività chirurgica in équipedi Pier FrancescoTropea

19 Tre buoni motivi per una giornata di sciopero nazionale

La Fesmed a fianco degli ex specializzandidi Carmine Gigli

21 La vescica iperattiva:un problema emergentedi Mauro Garaventa

23 La campagnaAogoi per la prevenzione delle infezionivaginali e delle vulviti allergichea cura diValeria Dubini e Fabio Parazzini

Aggiornamenti

24 Vaccinazione anti-HPV,un futuro più sereno per la donnadi Paolo Scollo ed Emilio Lomeo

26 Secchezza vaginale,quando una corretta igiene non bastadi G.Bonomo,I.Chiacchio,A.Chiantera

Rubriche

27 Lettere / Mondo � 29 Libri / Mondo � 30 Congressi

Pagina 16

Apertala nuovacampagna Aogoiper le iscrizioni2007

Iscriviti!Nella homepagedel sitowww.aogoi.itle modalità e lascheda di iscrizione

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Giovanni MonniPresidente AOGOI� Segue a pagina 29

READER SATISFACTION SURVEYRispondi a 13 domande per aiutarci a migliorare GynecoAogoiIl questionario di gradimento è disponibile sul sito ww.aogoi.it

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“Vicini ma nonabbastanza,così la salutee la qualitàdell’assisten-

za nelle Regioni italiane” è il ti-tolo scelto per presentare allastampa i risultati della quartaedizione del “Rapporto Osser-vasalute 2006” lo scorso febbra-io, presso il Policlinico Univer-sitario “A. Gemelli” di Roma. “Lavicinanza, e implicitamente la di-stanza, cui si fa riferimento, haspiegato il prof. Walter Ricciar-di, direttore dell’OsservatorioNazionale sulla Salute nelle Re-gioni Italiane, sono le direttricilungo le quali si gioca il succes-so e si misurano le inevitabili dif-ficoltà del processo della devo-lution, cioè della prossimità traistituzioni e cittadini”.Il quadro che emerge dal rap-porto è sostanzialmente quellodi una popolazione in buona sa-lute e, soprattutto per quei datidove è possibile fare un con-fronto rispetto agli altri Paesi eu-

ropei, di un Sistema sanitario na-zionale mediamente buono. Purtuttavia permangono o tenden-zialmente paiono acuirsi le dif-ferenze regionali, sia per quan-to riguarda la diffusione di al-cuni fattori di rischio e stili di vi-ta, sia riguardo gli aspetti legatialla programmazione e all’or-ganizzazione di servizi sanitari.I dati positivi che “avvicinano”le varie regioni riguardano la so-pravvivenza. L’Italia è tra i pae-si più longevi del mondo tantoper gli uomini quanto per ledonne: al 2004, la speranza di vi-ta alla nascita, mostra l’ormainoto vantaggio delle donne ri-spetto agli uomini, con un’aspet-tativa di vita mediamente di 6anni più elevata per le prime ri-spetto ai secondi (83,7 anni perle donne contro i 77,7 per gli uo-mini).Sul fronte degli stili di vita si ag-gravano invece alcuni fattori dirischio, fumo e obesità su tutti.I dati del 2006 confermano ilprogressivo decremento della

prevalenza dei fumatori, ma ilfumo rimane un’abitudine an-cora molto diffusa in particola-re tra i più giovani. Sul frontedel soprappeso, solo poco più dimetà della popolazione italianaha un peso normale, il 42,6/o èin soprappeso e, rispetto al rap-porto dello scorso anno, gli obe-si sono aumentati dall’8,5 al 9%della popolazione, in particola-re nelle Regioni meridionali.A eccezione della Sardegna e delMolise, tutte le Regioni del Sudpresentano, ad esempio, tassistandardizzati di mortalità perdiabete mellito considerevol-mente superiori rispetto alla me-dia nazionale” e un progressivoavvicinamento ai dati delle Re-gioni del Nord, ma su un fron-te negativo. Le malattie tumo-rali vedono un progressivo avvi-cinamento epidemiologico del-le Regioni del Sud tradizional-mente meno colpite, rispetto aquelle del Nord. Tra le causeprincipali, a fianco dell’inade-guato contrasto al tabagismo, la

progressiva sostituzione delladieta mediterranea con una die-ta più “nordica” associata a unmaggior rischio oncologico”.Differenze notevoli inoltre per-mangono sul fronte della diffu-sione dei programmi di scree-ning per la prevenzione secon-daria dei tumori, in particolaredella cervice uterina, della mam-mella e del colon-retto, con al-cune Regioni del Sud ancora ter-ribilmente in ritardo nella atti-vazione di programmi di questotipo.

Check-up della devolutionin sanitàLa progressiva devoluzione del-le competenze del Ssn ha favo-rito lo sviluppo di modelli isti-tuzionali e organizzativi moltodifferenti tra le Regioni italiane.“Particolarmente rilevante è losvantaggio accumulato da alcu-ne Regioni, soprattutto meri-dionali, nella riorganizzazionedei propri servizi, sia ospedalie-ri che territoriali – ha afferma-

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AttualitàY

Rapporto Osservasalute 2006

NELLE PAGINE DI ATTUALITÀ Due indagini sulla salute: | OSSERVASALUTE La salute degli italiani e la performance dei servizi

sanitari regionali post Devolution. | PIANETA SANITÀ Ssn, un terzo degli italiani ne è soddisfatto ma le “forbici” della salute si am-

pliano: Nord-Sud, uomini-donne, status sociali le differenze che contano. | A Napoli una giornata “ALLA SALUTE DELLE DONNE”. Pre-

sentato il libro Aogoi contro la violenza sulle donne. | IMMIGRATE e salute | VIOLENZA I numeri e le iniziative italiane e comunita-

rie nell’Anno europeo delle Pari Opportunità. Commissione ONU: la priorità quest’anno sono le ragazze/bambine

Osservasalute2006� 453 pagine di analisi di datisulla salute e la qualitàdell’assistenza nelle Regioniitaliane frutto del lavoro di oltre200 ricercatori distribuiti su tuttoil territorio italiano checollaborano con l’OsservatorioNazionale sulla Salute nelleRegioni Italiane, con sede pressol’Università Cattolica di Roma, eche operano presso Università,Agenzie regionali e provinciali disanità, Assessorati regionali eprovinciali, Aziende ospedaliere eAziende sanitarie, IstitutoSuperiore di Sanità, ConsiglioNazionale delle Ricerche, IstitutoNazionale Tumori, Ministero dellaSalute, Istat.Obiettivo del Rapporto, chefornisce annualmente i risultatidel check-up della devolution insanità, è di evidenziare le aree dieccellenza della sanità pubblicache possano essere d’esempio direaltà organizzative e strumentodi valutazione comparativa.A questa quarta edizione diOsservasalute hanno collaboratoanche Caritas e Fish (Federazioneitaliana per il superamentodell’handicap).Direttore dell’OsservatorioNazionale sulla Salute nelleRegioni Italiane èWalterRicciardi, direttore dell’Istituto diIgiene dell’Università Cattolica diRoma.

VI edizione

La salute degli italiani e delle RegioniUna popolazione italiana in buona salute e un Ssnmediamente buono in confrontoagli altri Paesi europei. Stazionarie, invece, se non acuite, le variazioni regionali siarispetto alla diffusione di alcuni fattori di rischio e stili di vita, sia riguardo gli aspettilegati alla programmazione e all’organizzazione dei servizi sanitari

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to Gianfranco Damiani, mem-bro della Segreteria scientificadell’Osservatorio –. Emblemati-co è, ad esempio, lo squilibrioNord-Sud per i servizi per le fa-sce di popolazione più fragili,anziani e disabili fisici e psichiciin primis. Per questi ultimi, adesempio le persone assistite, siacon interventi educativo-assi-stenziali, sia dai centri diurni, so-no nel Nord-Est circa 10 voltequelle assistite nel Sud e nelleIsole”.Anche riguardo lo stato di salu-te dei sistemi sanitari delle Re-gioni italiane emergono dal Rap-porto distanze e differenze di ap-proccio. A fronte di una spesasanitaria complessivamente inaumento dell’8% tra il 2005 e il2006 le Regioni continuano adavere performance economicofinanziare fortemente eteroge-nee. La maggior parte delle Re-gioni del Nord sembra ormaiaver raggiunto l’equilibrio strut-turale. A fronte di situazioni disquilibrio strutturale palese, san-cite dai provvedimenti di af-fiancamento intervenuti du-rante il 2006 (vedi Lazio, Abruz-zo, Molise, Campania, Sicilia,Liguria), i casi positivi di alcu-ne Regioni del Sud come la Ba-silicata e la Puglia dimostranoancora una volta che i buoni ri-sultati derivano dall’adozionedi politiche di riequilibrio atti-vate grazie alla mobilitazionemassiccia di tutte le competen-ze professionali disponibili perl’organizzazione e la program-mazione sanitaria a supporto discelte politiche difficili ma ri-solutive. La devoluzione delleresponsabilità nel campo dellasanità è stata assunta in mododiverso da Regione a Regione.Sul fronte delle scelte organiz-zative, grazie alla collaborazio-ne con il ministero della Salu-te, il Rapporto quest’anno hapreso in esame il processo di di-partimentalizzazione ospeda-liera per monitorare i cambia-menti in corso. Dall’osserva-zione di 1.800 dipartimentiospedalieri distribuiti su più di300 aziende sanitarie emergeche ancora oggi una larga par-te dei dipartimenti appare co-struita non intorno a percorsidi cura riferiti a raggruppa-menti omogenei di pazienti, masecondo il criterio della specia-lizzazione, ovvero privilegiandoancora le esigenze degli opera-tori piuttosto che quelle dei pa-zienti che imporrebbero, inve-ce, la presenza di team multi-disciplinari e concordanza in-torno a linee guida e standardassistenziali secondo il para-digma dell’Evidence based me-dicine”.In conclusione, le Regioni rap-presentano il fulcro decisiona-le delle attività sanitarie e nellamaggior parte dei casi svolgo-

no questo ruolo con buoni e, inqualche caso, ottimi livelli di ef-ficacia ed efficienza. Proprioper questo, secondo il rappor-to, è stridente il ritardo di al-cune realtà regionali che fati-cano, per diversi motivi, a stareal passo con le Regioni più di-namiche anche se questo, d’al-tra parte, è un fenomeno tipi-co dei sistemi sanitari con ele-vati livelli di devoluzione che,pur garantendo una buonaprossimità tra i cittadini e i li-velli decisionali in tema di sa-lute, alimentano forti elemen-ti di disuguaglianza e di possi-bile “inequità”, soprattutto asfavore delle persone e dellearee geografiche socio-econo-micamente meno avvantaggia-te. I meccanismi di compensa-zione a questi squilibri vannoricercati in attività di verifica ecoordinamento che aiutino asuperare i ritardi e a supporta-re le Regioni, in particolarequelle in difficoltà, a stare alpasso con la complessa evolu-zione dei sistemi sanitari. “Spet-terà alle stesse Regioni concor-dare le modalità di costruzionedi rapporti sinergici con le Isti-tuzioni centrali perchè solol’aggregazione delle miglioricompetenze a livello nazionalee la leale collaborazione con i

decisori regionalipossono aiuta-

re a dare ri-sposteadeguateai proble-mi sem-pre più

complessidei modernisistemi sani-

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Piemonte. La più bassa prevalen-za di persone (dai 18 anni in poi)in soprappeso e obese: 29,4%7,6%, contro i dati nazionali ri-spettivamente del 33,6% e del 9%.Valle d’Aosta. I tassi standardiz-zati più bassi di dimissioni ospeda-liere potenzialmente evitabili (anni2001/2004) per asma e per com-plicanze a lungo termine del diabe-te mellito, rispettivamente dello0,13 e dello 0,30 ogni 1.000 abi-tanti, contro i dati nazionali ri-spettivamente dello 0,24 e 0,53 permille.Lombardia. Il più alto numero ditrapianti effettuati (655 trapiantinel 2005).P.A.di Bolzano. La più bassa per-centuale di parti cesarei tra tuttele regioni italiane: 23,1%,mentrea livello nazionale si arriva a toc-care il 38% sul totale dei parti.P.A. di Trento. Il più basso consu-mo farmaceutico territoriale (paria 638 contro il valore nazionale di807, conteggiato calcolando la do-se giornaliera di mantenimento diun farmaco, in pazienti adulti ogni1.000 abitanti) e la più bassa spe-sa farmaceutica lorda pro capite(circa 168 milioni di euro contro i231 della media nazionale), en-trambi a carico del Ssn.Veneto. La spesa sanitaria pubbli-ca pro capite è in crescita nel 2005,con un incremento del 5% circa ri-spetto al 2004 (dato nazionale1.661 euro).La speranza di vita al-la nascita, sia per gli uomini che perle donne (77,9 anni e 84,3 anni) èsuperiore ai valori nazionali.Friuli Venezia Giulia. La più alta“soddisfazione cliente-utente” neiconfronti dell’assistenza medica einfermieristica ospedaliera. Il43,18o/o degli utenti si dichiara“molto soddisfatto”per l’assisten-za medica,mentre per quella infer-mieristica i valori si attestano al46,80%. I dati nazionali sono ri-spettivamente del 24,22% e del23,60%.Liguria. Il più alto tasso di dona-tori d’organo segnalati,utilizzati ed

effettivi, che nel 2005 sono rispet-tivamente pari a:56,6,37,5 e 40,7per milione di abitanti (valori na-zionali rispettivamente del 34,4,19,6 e 21).Emilia Romagna.La più alta“im-munizzazione sociale”, nel 2003registra le più alte percentuali di:ex fumatori 24,7% (Italia 21,3%)copertura vaccinale per il morbillo,parotite e rosolia 92,9% (Italia88,3%) e influenzale negli anziani75,1% (Italia 68,3%); screeningmammografico 92,8% (Italia51,1%).Toscana. Il maggior consumo per-centuale di farmaci a brevetto sca-duto pari al 26,4% contro il24,1% del dato nazionale.Umbria.La più alta percentuale diinterventi conservativi per neopla-sia mammaria, pari al 75,8% nel2003 (dato nazionale 67,6%).Marche.La più alta speranza di vi-ta alla nascita (78,8 anni per gliuomini e 84,7 (dati nazionali 77,7e 83,7 anni), oltre al tasso di mor-talità, in questo caso più basso ol-tre l’anno di vita:84,54 per 1.000abitanti).Lazio. Il tasso di mortalità sugli in-fortuni sul lavoro più basso: 4,46per 100.000 abitanti nel 2005 (da-to nazionale 6,95).Abruzzo. La speranza di vita è incostante crescita:77,7 anni per gliuomini e 84,2 anni per le donne nel2004 (il dato per le donne è supe-riore alla media nazionale).Molise. Il più alto numero di casitrattati in assistenza domiciliare in-tegrata (Adi) in rapporto alla po-polazione: 2.167 ogni 100.000(Italia 645); la percentuale di an-ziani trattati domiciliarmente è ol-tre il 67,8 ogni 1.000 (Italia 28,2).Campania. Il più basso consumo dialcol: la prevalenza dei consuma-tori di bevande alcoliche nel 2003è dell’80,8% per gli uomini e del51% per le donne (Italia rispetti-vamente 87,4% e 59,8%).Puglia. Il più basso tasso di mor-talità per infarto nel 2004 per10.000 abitanti: 5,58 per gli uo-

mini, e 2,72 per le donne (Italia ri-spettivamente 7,28 e 3,22).Basilicata. Il più basso tasso dimortalità per tumore della mam-mella: 1,59% (Italia 2,76) e unotra i più bassi tassi di incidenza perquesto tumore nelle donne tra 0-84anni, che nel periodo 2001-2006 èpari al 70,8% contro il 92,6% deldato nazionale.La regione è parti-colarmente attiva anche per quan-to riguarda lo screening mammo-grafico: nel periodo 2003/2004,nella fascia di età di donne tra i 50-69 anni, la percentuale di estensio-ne effettiva raggiunge il 119,1%,superiore al 100% perché è statoinvitato allo screening un numerodi donne superiore a quelle previstenell’obiettivo annuale. Il dato na-zionale si attesta invece intorno al51,1%Calabria. Il più basso tasso di inci-denza per tumore al polmone nel-la fascia di età 0-84 anni: 28,8%(tasso standardizzato per 100milaabitanti); la più bassa percentualedi fumatori:nel 2003 solo il 19,2%della popolazione over 14 si di-chiara fumatore.Sicilia.Aumento del rating in con-trotendenza rispetto al resto d’Ita-lia, passato da A2 a A1. Il ratingsintetizza la capacità dell’am-ministrazione di farfronte ai debitinei confronti deiterzi e derivada una detta-gliata analisidelle condizio-ni di finanzapubblica conside-rando però anche la stabili-tà politica e la solidità deiprocessi di ammini-strazione pubblica,sanità compresa.Sardegna. Il piùbasso tasso stan-dardizzato di abor-tività volontaria:5,72% nel 2003,contro il 9,29% deldato nazionale.

L’“Atlante”della salutePunti di forza (equalchedéfaillance)RegioneperRegione

(Fonte: RapportoOsservasalute 2006))

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Il 61,3% degli italiani dichiaradi sentirsi in forma, anche sele condizioni di salute appa-

iono disomogenee e, se si pren-dono in considerazione indica-tori di ripartizione geografica esociale, le condizioni di salutepeggiori si registrano al Sud e trale persone di status sociale basso.Sei italiani su 10 dunque si sen-tono bene o molto bene, mentre1 su 10 dichiara di stare male omolto male. Tra questi due pic-chi un 30/35% della popolazio-ne esce da una malattia o in ognicaso soffre di disturbi percepiticome non gravi. Le donne piùdegli uomini denunciano un cat-tivo stato di salute, l’8,3% controil 5,3%, con uno svantaggio chesi aggrava nell’età più avanzata.Le malattie, e nello specificoquelle croniche, sono in aumen-to e ad esserne più colpiti sonosempre le donne e gli anziani. Il10% delle famiglie italiane ha al-meno un componente con disa-bilità: a soffrire di una perdita,più o meno grave, di abilità psi-cofisica sono 2milioni e 600 mi-la cittadini. Le donne denuncia-no il fenomeno in misura mag-giore: 6,1% contro il 3,3% degliuomini e sono in maggioranzaanche tra coloro che l’handicapcostringe a letto o sulla sedia arotelle, che sono circa la metà deltotale dei cittadini con disabilità,ovvero 1 milione e 300mila.Emergenza donne, non autosuf-ficienza e cronicità, insieme alproblema delle disuguaglianze,dal punto di vista geografico e dellivello d’istruzione, sono dunquele criticità più importanti messea fuoco dal Rapporto.Per quel che riguarda la salutefemminile, in particolare, l’in-dagine conferma la necessità diun forte rilancio delle politichedi promozione, prevenzione e tu-tela della salute con programmispecifici per tutte le classi di etàe grande attenzione alla terza età.Un segnale confortante è dimo-strato dal fatto che le donne han-

no un atteggiamento responsa-bile verso la propria salute, piùdegli uomini. Troviamo, infatti,una diminuzione delle donneche fuma in gravidanza, un con-trollo più attento del proprio pe-so e una maggiore attenzione eperiodicità per visite sia generi-che sia specialistiche. Tutto que-

sto però non basta e le donne ri-mangono in ogni caso la catego-ria più debole, a prescindere dal-lo stato sociale. Di questo, so-prattutto, ma anche dei tanti al-tri aspetti legati alla salute fem-minile si è parlato nelle varie ini-ziative che si sono svolte in occa-sione della Festa della donna. Tra

queste, la Giornata dedicata “Al-la salute delle donne” il 7 marzoa Napoli, promossa dal ministe-ro della Salute di cui parliamo al-la pagia a fianco.Lo studio Istat ci offre poi diver-si spaccati sugli stili di vita, lan-ciando l’allarme su fumo e obe-sità. Per il fumo, se da una parte

si registra un aumento delle per-sone che hanno deciso di smet-tere, dall’altra c’è un pericolosoincremento dei nuovi fumatori,soprattutto nelle fasce di età piùgiovani (14/17 anni). Quanto al-l’obesità, anche se l’Italia è ai li-velli più bassi d’Europa, il trendè in crescita, soprattutto nel Sude nelle Isole. Alla luce di questidue elementi, ma anche osser-vando l’incremento di alcune pa-tologie croniche dell’apparatocardiocircolatorio e muscolo-scheletrico e del diabete, l’inda-gine conferma la necessità di po-tenziare l’azione di informazio-ne e sensibilizzazione sui corret-ti stili di vita in grado di coinvol-gere i diversi attori pubblici e pri-vati, come del resto si propone ilprogramma “Guadagnare Salu-te”, appena varato dal Consigliodei Ministri. Un terzo ambito in-dagato da Pianeta sanità riguar-da la valutazione che gli italianidanno dei servizi sanitari. L’in-dagine in questo senso è impor-tante perché aiuta a ragionare sulSsn partendo dal “vissuto” dei cit-tadini e non solo da ciò che pen-sano gli operatori, i program-matori e i decision makers delsettore. Inoltre, come ha sottoli-neato il ministro della Salute, è“uno strumento prezioso per ve-rificare, a poco meno di un an-no dall’avvio dell’attività di Go-verno, la validità delle scelte per-seguite o programmate”Un terzo della popolazione si di-chiara soddisfatta dei servizi sa-nitari, con differenze di gradi-mento che cambiano da regionea regione. A dare il giudizio piùnegativo del Ssn sono i cittadinicalabresi, pugliesi e siciliani, men-tre il livello di soddisfazione piùalto si riscontra nelle province diTrento e Bolzano, in Valle d’Ao-sta ed Emilia Romagna. Anchein questo caso troviamo un’Italiaspaccata in due, con un Nord fi-ducioso nei confronti dei servizi

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6 Pianeta Sanità a cura di Alessia Romano

I risultati� Il 61,3% delle persone di 14 an-ni e più dichiara di stare “bene” o“molto bene” a fronte del 6,7%che invece dichiara di stare “ma-le” o“molto male”.Le donne e so-prattutto quelle anziane si sento-no peggio a causa della maggiorediffusione di patologie croniche.• Le malattie croniche più diffusetra la popolazione sono: l’artro-si/artrite (18,3%), l’ipertensionearteriosa (13,6), le malattie al-lergiche (10,7%) con tassi moltoelevati fin dall’infanzia. Le donnesono affette soprattutto da: artro-si/artrite (21,8% contro il 14,6%degli uomini), osteoporosi (9,2%contro l’1,1%), e cefalea (10,5%contro il 4,7%).Per gli uomini in-vece le malattie più diffuse sono:bronchite cronica/enfisema (4,8%

contro il 4,2% delle donne) e in-farto (2’4% contro l’1,1%).• Le persone con disabilità sono 2milioni 600 mila. La disabilità èpiù diffusa tra le donne (6,1%contro il 3,3%). Il 10,3% dellefamiglie ha almeno un componen-te con problemi di disabilità, qua-si l’80% delle famiglie con perso-ne disabili non risulta assistita daiservizi a domicilio e oltre il 70%non si avvale di alcuna assistenza,né pubblica né a pagamento, so-prattutto al Sud dove si trovano itassi più elevati per patologie gra-vi e la disabilità (14% di cronicigravi contro il 12,4% del nord-ovest e il 12,6 del nord-est, per ladisabilità il 5,8% contro il 4,1%del nord-ovest e il 4,0% del nord-est).• La percentuale delle persone chedichiarano di stare male o molto

male è molto più elevata in perso-ne che hanno conseguito al massi-mo la licenza elementare (16,7%)rispetto ai laureati e diplomati(2,5%).• L’Italia è ai livelli più bassi inEuropa per l’obesità degli adulti,ma la quota di obesi è in crescita:sono 4 milioni e 700 mila le per-sone obese in Italia.• I fumatori in Italia sono il21,7% della popolazione over 14anni. Il 27,5% sono maschi e il16,3% femmine.Gli adolescenti ei giovani iniziano a fumare primarispetto a 5 anni fa: il 7,8% deigiovani di 14/24 anni ha iniziato afumare prima dei 14 anni. Rispet-to al 1999-2000 la percentuale diquanti iniziano a fumare prima dei14 anni aumenta solo per i maschi(+60%).L’autodeterminazione ri-sulta essere la strada principale

per smettere di fumare infatti il93,8% degli ex fumatori dichiaradi aver smesso da solo. Si riduceinoltre la quota delle donne che fu-mano in gravidanza dal 9,2% al6,5%.• Aumentano le visite mediche ri-spetto al periodo 1999-2000:quel-le generiche del + 20,5% mentrequelle specialistiche del + 10,5%.Le visite specialistiche più nume-rose sono quelle odontoiatriche(26,9%, ortopediche (11,4%),oculistiche (10,8%) e cardiologi-che (9,5%). Il 57% delle visitespecialistiche è pagato interamen-te dalle famiglie, anche dalle fa-miglie di status sociale basso(46,8%). Il 21% degli accerta-menti specialistici è a pagamento.Si ricorre a visite ed accertamen-ti a pagamento soprattutto per lafiducia nel medico (71,5%) o nel-

Salute: la parola ai cittadiniStato di salute della popolazione, stili di vita che hanno rilevanzaper la salute e ricorso ai servizi sanitari. Queste le tre dimensioniessenziali esaminate dall’indagine multiscopo Istat, con lacollaborazione del Ministero della Salute e delle Regioni, su uncampione di 60mila famiglie, il più vasto d’Europa

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Parola d’ordine:ripartire dalle donneIn arrivo un Piano strategico intersettorialeper la tutela dell’Universo femminile

Napoli, convegno “Alla Salute delle donne” di Ester Maragò

sanitari e un Sud in difficoltà.Con l’aumentare dell’età crescela percentuale di persone chehanno un giudizio positivo sulSsn. Una delle note dolenti ri-guarda l’eccessivo ricorso al pri-vato. Oltre il 50% delle visite spe-cialistiche (odontoiatriche, orto-pediche, oculistiche ginecologi-che ecc) è pagato interamente

dalle famiglie. Questa scelta sem-brerebbe dettata non tanto daitempi di attesa delle Asl ma piùche altro dal bisogno di affidarsiad un medico o ad un centro difiducia. Il maggiore ricorso a vi-site specialistiche a totale caricodegli utenti si osserva nelle re-gioni del Centro (Marche e Um-bria). Situazione totalmente op-posta è quella dei ricoveri, doveappena il 5% risultano total-mente a carico delle famiglie.Nei tre mesi precedenti la rile-vazione si registra una diminu-zione dei ricoveri, con una me-dia che si stabilizza sui 7 giorni,rimanendo però più lunga pergli anziani, in particolare per gliultraottantenni. Tra le personericoverate non compaiono diffe-renze di genere ma come preve-dibile il ricorso ai servizi ospe-dalieri cresce con l’avanzare del-l’età.Dal punto di vista territoriale ledegenze ospedaliere più lungheavvengono nelle grandi città (La-zio in primis). Chi consiglia il ri-covero è soprattutto il medico difamiglia, seguito da un medicospecialista di un ospedale e da unmedico del pronto soccorso. So-no dunque diverse figure pro-fessionali che indirizzano i pa-zienti al ricovero.Un ultimo aspetto riguardante lafruizione dei servizi sanitari èl’aumento delle visite, soprattut-to quelle generiche (principal-mente tra gli over 75), che pro-babilmente incide sulla diminu-zione dei ricoveri.La figura professionale verso laquale i cittadini hanno più fidu-cia è il medico di famiglia, se-guito dal medico specialista equello ospedaliero. Per prende-re decisioni importanti ci si ri-volge al medico di famiglia, per-centuale che aumenta con l’età.Dal punto di vista geografico ledifferenze sono ancora una vol-ta marcate: il ricorso al medicodi famiglia per decisioni impor-tanti è più frequente nelle Mar-che, Toscana e Emilia Romagna,quello al medico privato inveceè più frequente in Liguria, Cam-pania e Sicilia, mentre il ricorsoal medico delle Asl è più fre-quente nelle province di Trentoe Bolzano, e in Veneto. Y

la struttura di riferimento (55%).• I ricoveri diminuiscono (-18,7%)rispetto agli ultimi 5 anni, e anchele persone che si ricoverano (-17,2%). Solo il 5% dei ricoveri èa carico delle famiglie. Le figureprofessionali che indirizzano il cit-tadino verso il ricovero sono: il me-dico di famiglia nel 24,4% dei ca-si, il medico di pronto soccorso nel26,9%, il medico ospedaliero nel28,7% e medico privato nel16,5%. Un terzo delle persone siricovera per interventi chirurgici(34,2%), il 26,4% per cure me-diche, il 16,9% per controlli del-lo stato di salute (nel sud il20,6%).• Un terzo della popolazione è sod-disfatto del Ssn, il 43,4% ne dauna valutazione intermedia e il17,2% esprime insoddisfazione.Le Regioni più negative verso il

Ssn (punteggio da 1 a 4) sono:Ca-labria (35,9%), Puglia (28%) eSicilia (25,6%), quelle con un li-vello di soddisfazione maggiore(punteggio da 7 a 10) sono le pro-vince di Trento (58,8%) e Bolza-no (68,8%), Valle d’Aosta(59,6%) ed Emilia Romagna(46,8%). Se si osserva la valuta-zione che i cittadini hanno dato suicambiamenti avvenuti nel Ssn nei12 mesi precedenti la rilevazione,emerge che il 44,9% pensa chenon ci siano sostanziali cambia-menti mentre il 28% ritiene chestia peggiorando, l’11,6% che stiamigliorando e il 15,6% non saesprimere un giudizio.• La figura professionale in cui siha più fiducia è il medico di fami-glia (64,3%) seguito dallo spe-cialista privato (32,1%) e dal me-dico ospedaliero (13,3%).

La salute della donna come“cartina di tornasole” del-la qualità e dell’efficienza

del Servizio sanitario nazionale.Ma anche “della qualità di unademocrazia, della coesione so-ciale e dello stesso sviluppo eco-nomico”.Parte da qui il piano di battagliaper la promozione e la tutela del-la salute delle donne le cui stra-tegie future sono state anticipa-te dal ministro della Salute, LiviaTurco, nel corso della giornataconclusiva della manifestazione“Civiltà delle donne” promossadall’assessorato campano alle Pa-ri opportunità alla Stazione ma-rittima di Napoli. Una kermessenell’ambito della quale è stato or-ganizzato il convegno “Alla salu-te delle donne” dedicato proprioalle problematiche di salute del-l’Universo rosa. Il Piano strategi-co intersettoriale, didurata triennale pre-sentato da Livia Tur-co, assume la salutedell’altra metà delcielo come obiettivodi politica sanitarianazionale, e culmine-rà nella prima Confe-renza nazionale dedi-cata al tema che si ter-rà a ottobre 2007, an-no europeo delle pa-ri opportunità.“Non è pretestuosoparlare oggi di donne e salute –ha precisato il Ministro – in quan-to è proprio la condizione fem-minile a meglio illuminare, nel-la nostra Italia, le disuguaglianzee le falle del Ssn. Un sistema chevogliamo, con la massima priori-tà politica, rendere più equo, uni-versalistico e solidale”.La salute delle donne – ha ag-giunto è: “L’indicatore più effi-cace per valutare l’impatto dellepolitiche nazionali sulla salute, eper rimuovere tutte le disugua-glianze, non solo quelle econo-miche e sociali, ma anche quel-le fra uomini e donne. E il pianodi azioni che abbiamo predispo-sto parte dalla consapevolezza

che il diritto alla salute delle don-ne è il diritto forte che promuo-ve e tutela tutti gli altri diritti, so-ciali, civili e politici”.Per centrare lo scopo occorre pe-rò un uso appropriato delle ri-sorse; bisogna dire basta alle ap-partenenze politiche che conta-no più delle competenze profes-sionali, all’eccessivo ricorso ai ce-sarei, e all’assenza di una linea dicontinuità tra gravidanza, partoe puerperio, ha sottolineato conforza il Ministro.Partendo da questi presupposti,Livia Turco ha quindi lanciato laproposta di un “patto per la sa-lute delle donne”. Obiettivo: ren-dere più efficiente la Sanità in

Italia. Dove efficienza significaspendere bene, al meglio, le ri-sorse pubbliche disponibili. “Ledonne – ha affermato – sonoconsapevoli dell’efficace utilizzodelle risorse. Più di altri sono por-tatrici del bisogno complesso disalute sul quale tutti si devono in-terrogare”.Le 39 pagine dello schema di“Piano per la promozione e la tu-tela della salute della donna e delbambino” non solo raccolgonoil bilancio delle iniziative già in-traprese dalla Salute, ma metto-no nero su bianco le azioni cheverranno intraprese.Alle donne italiane Livia Turcopromette interventi in numero-si settori. A cominciare dal-l’apertura in tutta Italia di “spor-telli contro la violenza” sulle don-ne. I luoghi deputati all’apertu-ra degli sportelli dedicati saran-no i pronto soccorso ospedalie-

Pianetasanità� L’obiettivo dell’indaginemultiscopo dell’Istat, i cui risultatisono stati presentati lo scorsomarzo presso l’Auditorium delMinistero della Salute, è dirilevare informazioni sullo statodi salute, il ricorso ai principaliservizi sanitari, alcuni fattori dirischio per la salute e icomportamenti di prevenzione. Ilcampione complessivodell’indagine, che prima era di24mila famiglie, è stato oraampliato a circa 60mila(diventando il più alto a livelloeuropeo) grazie al contributo delFondo sanitario nazionale sumandato della Conferenza Stato-Regioni. Nel 2006 sono statipubblicati alcuni risultati diquest’indagine: “Gravidanza,parto, allattamento al seno” e“Prevenzione dei tumorifemminili in Italia: ricorso a paptest e mammografia”.

Indagine Istat

“La salutedelle donneè l’indicatore piùefficace per valutarel’impatto dellepolitiche nazionalisulla salute”

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ri. Punti di ascolto che “dovran-no prevedere anche la presenzadi mediatrici culturali per le vit-time di violenza straniere chenon siano in grado di compren-dere le possibilità di aiuto e in-tervento proposte”.Tra le azioni future c’è poi la pro-mozione di uno “spazio adole-scenti” all’interno dei consultorifamiliari: l’intento è quello di co-ordinare con gli organi scolasti-ci l’offerta attiva di corsi di in-formazione ed educazione allasalute nelle scuole, predispo-nendo incontri con i genitori de-gli alunni delle scuole elementa-ri e medie sulle problematichedella sessualità in età adolescen-ziale.Sono previsti inoltre modificheper l’articolo 11 della legge 53del 2000 sui congedi per neona-ti pre-termine. In questo caso ver-rà concesso alle madri di bebè ve-nuti alla luce prima delle 37 set-timane di gestazione un periododi permesso aggiuntivo per unmassimo di tre mesi, rispetto ai 5mesi tradizionali di congedo giàprevisti.Arriveranno anche Linee guidaper il corretto e appropriato ri-corso al taglio cesareo nelle strut-ture del Ssn, in coerenza con iLea e le raccomandazioni del-l’Organizzazione mondiale del-la sanità.E ci sono novità anche per leostetriche: il ministero della Sa-lute ha deciso di investire il Con-siglio superiore di sanità del com-pito di trovare, nel rispetto dellalegislazione in vigore, spazio per

il recepimento della direttiva eu-ropea che riconosce alle ostetri-che la competenza ad accertarela gravidanza e, in seguito, a sor-vegliarla ed effettuare gli esaminecessari.Sono previsti interventi per at-tuare un più efficiente sistema disorveglianza della mortalità ma-terna, e sarà dato il via a provve-dimenti mirati per patologie “inrosa” come l’endometriosi, il tu-more della mammella, la meno-pausa e l’osteoporosi.Per il perfezionamento del Pia-no strategico intersettoriale è invia di definizione una Commis-sione ministeriale Salute delledonne, che prevede la presenzadei rappresentanti dei Ministericompetenti, delle Regioni, del-l’Istat e del Consiglio superiore

di Sanità, oltre all’apporto dicompetenze specifiche. La com-missione dovrebbe promuovere,tra l’altro, la costituzione di grup-pi di lavoro ad hoc per metterea punto, di concerto con le Re-gioni, le Linee guida per l’ag-giornamento del Progetto obiet-

tivo materno infantile.Nel corso della kermesse parte-nopea sono stati puntati i riflet-tori anche sullo stato dell’arte deiconsultori in Italia, sulle donneimmigrate e altro ancora. Sul pri-mo tema è intervenuto MicheleGrandolfo dell’Istituto superio-

re di sanità, che ha ricordato l’im-portanza strategica di questi ser-vizi per la tutela della salute deigiovani. “I consultori familiari –ha precisato – possono svolgereun ruolo di primo piano nell’in-formazione e nella prevenzionedi malattie dei giovani che sem-

pre di più richiedono maggiorecomunicazione per raggiungereuna piena consapevolezza”. Èquindi urgente per Grandolfoperfezionare le strutture già ope-ranti sul territorio investendo sul-la competenza e sviluppandoun’equipe multidisciplinare cheabbia le giuste doti per trattarecon i pazienti quali la gentilezza,il rispetto, l’empatia e la com-passione, qualità indispensabileper gli operatori sanitari. “Nel-l’approcciarsi ai giovani e alledonne – ha affermato – bisognasuperare il modello paternalisti-co e passare invece a quello del-la partecipazione, al modello del-l’empowerment. È questa, infat-ti, la richiesta che arriva dai cit-tadini: essere coinvolti nei pro-cessi di riflessione”.E ancora, durante il Convegno èstato posto l’accento sulle struttu-re per il parto alternative al-l’ospedale, come le “Case di ma-ternità” che, secondo Sandra Mo-rano, ginecologa dell’ospedale SanMartino di Genova “rappresenta-no un ambiente più umano per ledonne e per la loro famiglia”.

Il dibattito è stato animato anchedalla discussione sul tema dellatutela delle donne immigrate, af-frontato da Susanna Diku, coor-dinatrice del gruppo “Salute del-le donne” della neo commissio-ne Salute e Immigrazione delministero di Lungotevere Ripa.Un tema particolarmente caldo:dal 1986 ad oggi la popolazioneimmigrata è aumentata consi-derevolmente, soprattutto quel-la femminile. Basta guardare lecifre: nel ‘91 le donne stranieresuperavano le 300mila unità,ora sono quasi un milione. Ar-rivano principalmente dalla Ro-mania (11,2% della popolazio-ne immigrata), dall’Ucraina(9%) dall’Albania (8,4%), dalMarocco (6,6%). Donne cultu-ralmente diverse tra loro. Don-ne povere, spesso scarsamentetutelate sul posto di lavoro e conuna precarietà abitativa che fa-vorisce l’esposizione ai rischi disalute. Donne che non cono-scono la parola prevenzione, eche difficilmente riescono ad ac-cedere ai servizi sanitari. Perquesto, ha sottolineato Diku, di-venta prioritario trovare dellesoluzioni: in primis occorre ele-vare la fruibilità dei servizi sa-nitari e migliorare l’offerta, masoprattutto bisogna aumentarela conoscenza delle opportuni-tà di cura che il Servizio pub-blico offre anche alla popola-zione immigrata. Y

� Nella cornice di una Napoli de-dicata all’altra metà del Cielo (laCittà delle Donne), nello spazio ar-gutamente intitolato “alla Salutedelle Donne!”, si è tenuta in ante-prima la presentazione del nuovoLibro dell’Aogoi “Violenza controle donne: compiti e obblighi del gi-necologo”.Certamente è un libro specialisti-co, un manuale indirizzato ai me-dici, ma si occupa di un argomen-to talmente scottante e attuale cheobbliga al confronto con questio-ni di natura complessa che riguar-dano il contesto sociale e cultura-le in cui il fenomeno nasce e si svi-luppa. È anche un libro dedicatoalle donne, perché la violenza è unreato che viene in gran parte per-petrato da uomini contro donne ebambini, individui cosiddetti “de-boli”. Un reato, però, che troppospesso fa scalpore solo nelle sueforme eclatanti, per essere poi tra-scurato, se non dimenticato, nellaquotidianità. In quelle tante con-sulenze che ciascuno di noi esegue,magari per patologie sfumate, cro-niche, spesso è difficile riconosce-re un’origine chiara: basti pensa-re al Dolore pelvico cronico, tantoper fare un esempio. Dunque è unlibro dedicato alla salute delle don-ne in senso globale, che necessa-riamente si occupa delle sue tan-te sfaccettature, ma anche dei si-lenzi, delle cose non dette, delledomande non poste.Perché L’Aogoi ha pensato ad unmanuale per i ginecologi sulla vio-lenza sessuale?Innanzi tutto perché queste tema-tiche sono state finora semplice-mente omesse dalla nostra forma-zione: solo adesso, e con molto ri-tardo, comincia a formarsi nel no-stro Paese una coscienza circa lareale consistenza del problema ele possibili conseguenze sulla sa-lute delle donne, non solo sul pia-no psichico ma anche su quello fi-sico.Sono passati solo 10 anni dal-l’approvazione della legge che ha

trasformato la violenza sessualein delitto contro la persona da de-litto contro la morale, quale è sta-to fino al 1996. Forse anche perquesto motivo in passato capita-va molto di rado che il ginecologodovesse attivare le sue competen-ze tecniche, come una buona re-fertazione, una buona raccolta econservazione di elementi proba-tivi, ovvero tutto quanto può poirisultare utile alla donna nel casoche decida di sporgere denuncia.Oggi, della nostra modalità di ap-proccio al problema è possibile es-sere chiamati a rispondere in se-de di giudizio, e questo costituisceun ulteriore motivo per acquisireuna professionalità che fino ad oraè mancata, consci che si tratta non

solo di una responsabilità etica,ma anche sanitaria, medica e le-gale. La nostra associazione giàdal 2000, quando in Italia si ten-ne un importante convegno inter-nazionale organizzato dalla Figosu questi temi, si è impegnata adapprofondire e diffondere le co-noscenze sulla violenza alle don-ne: è stata elaborata una cartellaclinica per minori e adulte, e sonoandate via via sviluppandosi variecompetenze attorno a questo de-licato problema. Inoltre, da circa5 anni, una parte del sito web del-l’Aogoi è dedicato alla violenzasulle donne e mette a disposizio-ne materiale informativo, percor-si per la formazione e le cartellecliniche guidate.L’assunto di base è far sì che an-che questo aspetto della nostra at-tività clinica venga affrontato conprofessionalità e si realizzi quan-to l’Oms auspica, e cioè che la don-na possa trovare operatori “for-mati” e “competenti” in grado diaccoglierla nel luogo più vicino adove è accaduto l’episodio violento.Con questo libro è nostra inten-zione fornire elementi di cono-scenza, ma anche consigli di ordi-ne pratico e organizzativo che pos-sano essere utili quando ci si trovidavanti ad un caso di violenza ses-suale.Realizzato con il contributo di me-dici legali, ginecologi esperti delsettore, psicologi e operatori deicentri antiviolenza, il libro – ar-ricchito da una presentazione delministro della Salute Livia Turco– spazia nei vari aspetti della co-noscenza cercando di affrontare ilproblema a 360 gradi.Nel ringraziare quanti hanno pre-so parte alla stesura del testo, inparticolare il comitato editorialecomposto dalle dottoresse Ales-sandra Kusterman, Metella Dei eAngela Citernesi, ci auguriamo chequesto volume possa essere un va-lido strumento di lavoro e stimo-lare riflessioni e azioni positive perulteriori futuri sviluppi.

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“Violenzacontro ledonne:compiti eobblighi delginecologo”

Presentato a Napoli il nuovo Libro dell’Aogoi di Valeria Dubini

Alle donne LiviaTurco prometteinterventi innumerosi settori.A cominciaredall’apertura di“sportelli controla violenza”

La tutela delleimmigrate, untema che haanimato ildibattito

“…sarà determinante lasensibilità, e questo libro miconforta in tal senso, di tuttiquegli operatori della sanità,dai ginecologi agli psicologi,dagli infermieri agli assistentisociali, che quelle donneincontrano per primi nel lorocammino di“ripresa dellavita”, per avviare un nuovopercorso basato sull’ascolto esulla riconquista di unarinnovata fiducia nei confrontidell’altro.”(Dalla presentazione al librodel ministroTurco)

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L’immigrazione nel nostroPaese non può più esse-re considerata un feno-

meno emergenziale, bensì unadimensione strutturale della so-cietà: al 1° gennaio 2005, la po-polazione straniera residente inItalia era pari a 2.402.157 perso-ne, di cui il 49,4% di sesso fem-minile. Complessivamente la po-polazione straniera rappresenta-va il 4,5% della popolazione to-tale con una considerevole di-versificazione sul territorio na-zionale (6,4% al Nord, 5,7% alCentro, 1,6% al Sud e 1,4% nel-le Isole). Il continente da cui pro-viene la maggior parte delle don-ne immigrate in Italia è l’Europa(55%) in prevalenza l’Europadell’Est, seguita da Africa(15,5%), Asia (15,3%) e Ameri-ca (14,2%).

Minori e nuovi natiI minori residenti nel 2005 era-no 585.496, di cui 51.971 nuovinati. La popolazione dei minoristranieri in Italia è aumentatanon solo per effetto dei ricon-giungimenti familiari, ma anchea seguito dell’incremento dellenascite. Infatti nel 1986 i nati dagenitori stranieri in Italia eranol’1% del totale, nel ‘96 il 4,5%, eoggi rappresentano il 10% del to-tale dei nati. Il tasso di feconditàdegli stranieri è stimato intornoa 2,4 figli per donna contro 1,25degli italiani. La giovane età del-la popolazione immigrata e ilsuo modello di fecondità tendeanche ad anticipare l’età al par-to rispetto alle donne italiane conconseguenti proporzioni di na-scite più elevate alle età più gio-vani e più contenute tra le tren-tenni. Dall’analisi dell’evento na-scita attraverso i certificati di as-sistenza al parto si evidenzia un75% di parti da madri dell’est Eu-ropa sotto i 30 anni di età, con-tro un 40% delle italiane.

I ricoveriOltre la metà dei ricoveri dellestraniere residenti in Italia ri-guarda l’assistenza a gravidanza,parto, puerperio e l’Ivg, dato cheriflette la giovane età e il modellodi fecondità adottato dalle cop-pie immigrate. Le fonti infor-mative disponibili a livello na-zionale sono: i certificati di assi-stenza al parto (Cedap), rispet-to ai quali permane un proble-ma di copertura insufficiente alivello nazionale, le schede di di-missione ospedaliera (Sdo), leschede Istat per aborto sponta-neo e per Ivg. Occorre tuttaviaricordare che i flussi correnticonsentono di descrivere solo icasi che hanno trovato rispostanell’ambito delle reti di assi-stenza del sistema sanitario na-zionale. Una piccola parte dei bi-sogni assistenziali potrebbe sfug-gire alle rilevazioni correnti inquanto gestite da reti di assi-stenza informale che operano al-l’interno delle comunità, o dalvolontariato sociale o esitare inrimpatrio volontario. Altre fontiinformative sono costituite dal-le indagini campionarie di po-polazione che permettono diesplorare ambiti non rilevabiliattraverso la raccolta di dati daiflussi correnti.

Il percorso nascitaSebbene l’assistenza al percorsonascita tra le straniere sia com-plessivamente migliorata, anchegrazie alle normative che hannoesteso il diritto all’assistenza so-cio-sanitaria in area materno-in-fantile alle donne prive di per-messo di soggiorno, permango-no delle differenze tra stranieree italiane. Complessivamente gliindicatori di qualità dell’assisten-za alla nascita tra le donne stra-niere sono leggermente peggio-ri paragonati alle donne italianee permangono, specie per alcu-

ne etnie, problemi di accesso aiservizi e di fruizione di alcune op-portunità assistenziali. Tuttavia, ilpercorso nascita appare menomedicalizzato tra le donne stra-niere rispetto alle italiane.

Assistenza prenataleL’assistenza prenatale tra le don-ne immigrate avviene per lo più(circa 70%) ad opera del servi-zio pubblico (ginecologo di unastruttura pubblica e/o gineco-logo dei consultori familiari)mentre il 75% delle donne ita-liane viene assistito dal gineco-logo privato in gravidanza. Gli

indicatori di qualità dell’assi-stenza al percorso nascita, rile-vati mediante l’analisi dei Cedapdi alcune regioni e mediante in-dagini campionarie, risultanopeggiori tra le donne straniererispetto alle italiane. Tra le stra-niere risulta maggiore la pro-porzione di donne che non ven-gono assistite in gravidanza e lapercentuale di quelle che entra-no tardivamente in contatto (ol-tre la 12a settimana di gestazio-ne) con un operatore sanitario.Poche sono quelle che frequen-tano i corsi di accompagnamen-to alla nascita.

PartoLe donne straniere presentanouna maggiore proporzione diparti pretermine, specie ad etàgestazionali <32 settimane, dibasso peso alla nascita specie peralcune etnie (donne Africane enomadi), un maggior ricorso al-la rianimazione in sala parto etassi più elevati di natimortalitàe mortalità neonatale precoce ri-spetto alle donne italiane.L’Istat ha calcolato per il 1994un tasso di natimortalità pari a6,6/1000 per le coppie stranie-re, a fronte del 4,9/1000 per lecoppie miste e del 4,1/1000 perle coppie italiane, disparità con-fermate da studi successivi. Perquanto riguarda le modalità diespletamento del parto a livellonazionale nel 1990 e nel 1996 laproporzione di taglio cesareonelle donne straniere rispetto al-le italiane era rispettivamente19,7% vs. 21,2% e 24,2% vs.28,1%. Nella Regione Lazio taledifferenza permaneva nel 2000(28,4% vs. 35,6%), specialmen-te per la proporzione di tagliocesareo elettivo tra le donne stra-niere (8,3%) rispetto alle italia-ne (16,2%). I dati regionali delLazio relativi all’anno 2005 de-scrivono una sostanziale dimi-nuzione di tale differenza conuna proporzione di TC pari al42% nelle straniere e al 43% nel-le italiane. I dati della Toscanainvece confermano una mag-giore proporzione di cesarei trale italiane rispetto alle straniere(28,5% vs. 22,4% nel 2004) inanalogia a quanto rilevato inEmilia Romagna (30,7% vs.25,9%) nel 2005.

Post partum e puerperioGli aspetti critici rilevati tra ledonne straniere riguardano lestesse aree critiche identificatetra le donne italiane: scarsa pro-mozione e sostegno dell’allatta-mento al seno esclusivo e pro-lungato, insufficienti informa-zioni circa la ripresa dei rappor-ti sessuali e i metodi contraccet-tivi e scarso sostegno domicilia-re in puerperio.L’indagine Iss del 2001 ha evi-denziato anche una ridotta co-noscenza degli aspetti normati-vi relativi al percorso nascita trale donne immigrate (conoscen-za dei consultori familiari, dellalegge che regolamenta i dirittidelle donne lavoratrici in gravi-danza, della legge che permettedi partorire anonimamente inospedale).

L’interruzione volontariadella gravidanza (Ivg)Come conseguenza dell’aumen-to della popolazione immigratanegli ultimi 20 anni in Italia, si èosservato anche un incrementodel numero di Ivg effettuate dadonne straniere (36.323 nel 2004rispetto a 10.131 nel 1996). Que-sto valore corrisponde ormai al27% di tutte le Ivg effettuate a li-vello nazionale. Anche i tassi diabortività evidenziano un ricor-so all’aborto volontario maggio-re tra le donne straniere rispet-to alle italiane. Nel 2003 i valorierano rispettivamente 34,0 perle straniere e 7,8 per le italiane

La salute sessuale eriproduttiva delle donneimmigrate in ItaliaLa popolazione immigrata è prevalentemente costituita da giovaniin buona salute. Ma per le donne straniere condizioni fisiologichecome gravidanza e parto possono presentare particolari criticità

di Serena Donati e Angela Spinelli Centro Nazionale di Epidemiologia,Sorveglianzae Promozione della Salute Istituto Superiore di Sanità,Roma

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Èormai noto come la vio-lenza sulle donne rappre-senti, a livello planetario,

uno dei principali problemi sa-nitari che colpiscono le donne.La sua dimensione e gravità intermini di conseguenze fisiche,psicologiche e sociali di lungoperiodo è suffragata da nume-rosissimi studi epidemiologiciche la individuano anche comefattore eziologico in una serie dipatologie rilevanti per la popo-lazione femminile – malattie gi-necologiche, gastroenterologi-che, disturbi alimentari, distur-bi d’ansia e attacchi di panico.Particolare attenzione è stata da-ta dall’Oms alle patologie men-tali e alla depressione. Tra ledonne che hanno subito vio-lenza si riscontra anche unamaggiore frequenza di suicidio.La rilevanza che il fenomeno as-sume nel nostro Paese è stata

sottolineata anche nell’inter-vento del Presidente della Re-pubblica in occasione delle ce-lebrazioni per la giornata delladonna. “Grave e intollerabile”,così è stato definito il fenomenoda Giorgio Napolitano, il qualeha aggiunto che si tratta di vio-lenze sessuali, fisiche e psicolo-giche contro le quali serve unimpegno collettivo ma anche esoprattutto “un robusto tessutonormativo”.I primi passi avanti arrivano dauna proposta che prevede, en-tro il 30 giugno l’istituzione del-l’Osservatorio contro la violen-za alle donne che “ancora scan-dalosamente” – ha ammesso ilministro delle Pari Opportuni-tà Barbara Pollastrini – non esi-ste in Italia. Inoltre, All’Assem-blea Generale dell’Onu sulla vio-lenza alle donne tenutasi a NewYork all’inizio del mese di mar-

zo, cui ha partecipato il mini-stro con una delegazione, è sta-to varato un piano d’azione in-ternazionale contro la violenzae la discriminazione sulle don-ne. A detta della Pollastrini: “sitratta di assumere il contrasto al-la violazione dei diritti umanidelle donne come ossessione delXXI secolo”.L’impegno italiano dovrà cata-lizzarsi soprattutto in Parlamen-to dove si dovrà “discutere intempi rapidi” la proposta di leg-ge del governo sulla violenza al-le donne “misure di sensibiliz-zazione e di prevenzione controla violenza in famiglia, di gene-re e contro le discriminazioni”varata dal Consiglio dei ministrilo scorso 22 dicembre. “Siamoaperti al dialogo per migliorareil testo – ha precisato Pollastrini– ma di questa legge c’è biso-gno”. Un’ulteriore progetto ar-

“La violenza sulle donne n

No, non è una malattia.Ma uccide come il cancro di Arianna Alberti

ogni 1000 donne in età feconda.Rispetto alle donne italiane, lestraniere presentano delle diffe-renze per età nel ricorso all’Ivg.Se per le italiane i livelli maggiorisi registrano nella fascia fra i 25e i 34 anni (sebbene negli ultimianni si stia assistendo ad uno spo-stamento verso le età più giova-ni), per le donne straniere è pre-sente un trend fortemente de-crescente dalle età più giovani aquelle più avanzate.La maggior parte delle straniereche abortiscono in Italia sono cit-tadine dell’Est Europa, ma an-che di Paesi del Centro-SudAmerica, Africa e Asia, aree geo-grafiche da cui provengono lamaggioranza delle donne pre-senti nel nostro Paese.Per capire meglio il fenomeno eindividuarne le criticità, nel 2004l’Istituto Superiore di Sanità hacoordinato, in collaborazionecon l’Agenzia di sanità pubblicadella Regione Lazio, un’indagi-ne multicentrica riguardante ilricorso all’Ivg tra le donne im-migrate.Lo studio è stato condotto abbi-nando a un’indagine quantitati-va (605 donne) delle intervistesemistrutturate (43 donne) del-la durata di circa un’ora, realiz-zate con donne provenienti da

Romania, Ucraina, Perù, Ecua-dor, Marocco, Nigeria e Cina. Ingenerale si sono osservati bassilivelli di conoscenza sulla saluteriproduttiva e sui contraccettivi:una parte consistente delle don-ne non è stata in grado di iden-tificare il periodo fertile del ci-clo, conosce superficialmente imetodi contraccettivi che usa espesso li utilizza in modo im-proprio (la metà delle immigra-te è rimasta incinta nonostantel’uso di contraccettivi di elevataefficacia). Il coito interrotto è ri-sultato il metodo maggiormen-te utilizzato tra le donne dell’EstEuropa, mentre tra le donne delSud America la pillola e il pre-servativo risultano spesso fallirea seguito di uso improprio.Le motivazioni per l’Ivg riporta-te più frequentemente sonol’aver raggiunto il numero di fi-gli desiderato e i problemi eco-nomici, in analogia a quanto ri-levato in altre indagini sulle stra-niere e nel passato tra le italia-ne. Nella quasi totalità dei casi ilcertificato per l’Ivg è stato rila-sciato da un consultorio pubbli-co e da un servizio Ivg. In gene-rale le donne hanno dichiaratodi essere soddisfatte dell’assi-stenza ricevuta, anche se alcune

hanno lamentato lunghi tempidi attesa e mancanza di infor-mazioni.

LE AZIONI PERMIGLIORAREL’ASSISTENZA ALLEDONNE IMMIGRATEI dati disponibili evidenzianouna diminuzione delle situazio-ni di totale esclusione degli im-migrati dai servizi sanitari ma in-dicano allo stesso tempo una fra-gilità sociale e ambiti di soffe-renza sanitaria rispetto ai qualioccorre riorganizzare i serviziconsiderando la figura del mi-grante anche da un punto di vi-sta culturale. Le azioni priorita-rie volte a promuovere la salutesessuale e riproduttiva delle don-ne immigrate in Italia dovreb-bero riguardare interventi in gra-do di:• favorire l’informazione e l’ac-

cesso ai controlli prenatali trale etnie che frequentano pocoe tardivamente i servizi rivoltiall’assistenza al percorso na-scita (visite prenatali, corsi diaccompagnamento alla nasci-ta) attraverso attività di infor-mazione e promozione me-diante il coinvolgimento dellecomunità di appartenenza el’arruolamento di mediatriciculturali per le etnie a maggiorrischio

• informare gli operatori sanita-ri (ginecologi ed ostetricheospedaliere e territoriali e me-dici di famiglia) circa il mag-gior rischio di esiti sfavorevoliper la madre e il neonato (par-to pretermine, basso peso allanascita, maggiore natimortali-tà e mortalità neonatale pre-coce) nelle diverse etnie di pro-venienza in modo da favorireun’appropriata sorveglianzadelle gravidanze a rischio

• sfruttare l’occasione dei con-tatti con gli operatori sanitaridurante l’assistenza al percor-so nascita (pre, intra e post par-tum) per offrire informazionie counselling sulla contracce-zione (prevenzione Ivg)

• promuovere la formazione de-gli operatori sanitari sulla “con-traccezione interculturale” eorganizzare collaborazioni conle comunità di immigrati al fi-ne di favorire l’accesso e l’usoappropriato della contracce-zione

• potenziare i servizi territorialirivolti all’assistenza pre e post-natale e favorire l’offerta atti-va di assistenza socio-sanitariaalle donne straniere secondoun modello di approccio oli-stico alla salute caratteristicodell’équipe multidisciplinaredei consultori familiari

• favorire la flessibilità organiz-zativa dei servizi tenendo con-to delle esigenze della popola-zione straniera (orari e giornidi apertura, almeno una gine-cologa donna nei punti nasci-ta e nei servizi Ivg)

• prevedere attività di assistenzapost-natale nei servizi territo-riali e/o a domicilio per il so-stegno all’allattamento e allagenitorialità e la precoce iden-tificazione dei casi a rischio. Y

Istat: oltre 14milionidi italiane hannosubito violenza nelcorso della loro vita.Ma il 90 per centodegli abusi non vienedenunciato.A compierliè soprattuttoil partner.

Pollastrini:“un drammaquotidiano rimosso”

Diminuisconole situazionidi totaleesclusione daiservizi sanitari,ma permangonoambiti disofferenzasanitariache richiedonoazioni mirate

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riva dal ministero della Saluteche propone di aprire deglisportelli dedicati alle donne chesubiscono violenza domestica al-l’interno dei pronto soccorsoospedalieri di maggiore af-fluenza, con il compito di for-nire loro un primo supporto siafisico che psicologico.A conferma della necessità di untempestivo intervento per la ri-soluzione del problema si pone

anche la recente indagine mul-tiscopo condotta dall’Istat, perla prima volta interamente de-dicata al fenomeno della vio-lenza fisica e sessuale contro ledonne, e commissionata dal Mi-nistero per le Pari Opportunitàcon il finanziamento del Fondosociale europeo, realizzata su uncampione 25.000 donne di etàcompresa fra i 16 e 70 anni nelperiodo gennaio-ottobre 2006.L’Italia, insieme alla Finlandia ealla Spagna è uno dei pochi pae-si europei a condurre su largascala una simile indagine.Il quadro su violenza e maltrat-tamenti contro le donne è in-quietante: oltre 14 milioni didonne italiane risultano esserestate oggetto di violenza fisica,sessuale o psicologica nel corsodella vita. Di queste, circa1.100.000 hanno subito lo stal-king (comportamenti persecu-tori). Nel totale, la maggior par-te di queste violenze sono ad

opera del partner (co-me il 69,7% degli stu-pri) e la grandissimamaggioranza (oltre il90%) non è stata de-nunciata, solo nel24,8% dei casi la vio-lenza è stata ad operadi uno sconosciuto,mentre si abbassal’età media delle vitti-me: il 6,6% del totaledelle vittime ha subi-to uno stupro primadei 16 anni.L’indagine, presenta-ta a Palazzo Chigi il 21febbraio scorso dalministro Barbara Pol-

lastrini e dal presidente del-l’Istituto centrale di statisticaLuigi Biggeri, rileva che sono6.743.000 le donne italiane tra i16 e i 70 vittime di violenza fisi-ca o sessuale (31,9%), 5 milionisubiscono o hanno subito vio-lenze sessuali (23,7%) e3.961.000 violenze fisiche(18,8%). Circa 1 milione di don-ne ha subito stupri o tentati stu-pri. Ben 6.092.000 donne

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e non ha più scuse”

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�Una campagna stampa, unospot tv e due spot radio persensibilizzare l’opinione pubblicaa combattere il silenzio checontorna la violenza, spessoalimentato dalle stesse vittimeche tacciono per paura o pervergogna. È la campagna dicomunicazione contro la violenzasulle donne cheMcCann Ericksonha realizzato per il Ministero perle Pari Opportunità - Presidenzadel Consiglio dei Ministri. Lospot televisivo ha comeprotagonista una giovane donna,

con un livido in volto, mentre unavoce fuori campo invita chiunquea chiamare il numero verde 1522.Nella campagna stampa, il visualritrae il volto di una giovane edelegante donna, deturpato da unlivido. Mentre la headlinecommenta ‘É stato il tappo dellospumante’ e la bodycopy invita achiamare il 1522 perché laviolenza sulle donne non hascuse. Infine, negli spot radio,una voce femminile fa un appelloagli uomini, sfidandoli aimmedesimarsi nei panni di una

donna, costretta a vestirsi inmodo castigato o ad evitare rischitornando tardi a casa.

� Purtroppo sono ancora moltele pubblicità che veicolano inmodo più o meno esplicitomessaggi violenti o machisti.Come il recente manifesto dellanuova campagna pubblicitaria didue noti stilisti milanesi (giàritirata in Spagna) contro la qualesono scesi in campo la Sezioneitaliana di Amnesty Internationale il ministro per le Pari

Opportunità che con tredicisenatrici e senatori di Ulivo eForza Italia ne hanno chiesto ilritiro al Giurì per l’autodisciplinapubblicitaria in una letterabipartisan: “Si tratta di unapubblicità che istiga allostupro…Ci chiediamo come siapossibile far passare immaginicosì sapendo che poi diventanomodelli di comportamento”.

� Si è svolta a New York, dal 26febbraio al 9 marzo, la 51a sessio-ne della Commissione sulla condi-zione della Donna (CSW), organodel Consiglio economico e socialedelle Nazioni Unite (ECOSOC), che

si occupa di uguaglianza di generee di emancipazione delle donne.Ogni anno, i rappresentanti degliStati membri si riuniscono nella se-de delle Nazioni Unite per valuta-re i risultati ottenuti, i futuri obiet-tivi e le politiche da attuare perpromuovere l’uguaglianza di gene-re e il rispetto dei diritti umani sul-le donne di tutto il mondo. Nel-l’ambito della programmazionepluriennale della Commissione,2007-2009, la 51a sessione dellaCommission on the status of wo-men ha trattato il tema dell’elimi-nazione di tutte le forme di discri-minazione e violenza contro le gio-vani donne e le bambine.Le tematiche affrontate nel corsodella 51a sessione si sono svolteprincipalmente su due direttrici:l’Eliminazione di tutte le forme didiscriminazione e violenza controle ragazze/bambine (The elimina-tion of all forms of discriminationand violence against the girl child);la Valutazione dell’implementa-zione delle conclusioni raggiunte altermine della 48a sessione (2004)inerente il ruolo degli uomini e deiragazzi nel raggiungimento della

parità di genere (Evaluation of pro-gress in the implementation of theagreed conclusions on the role ofmen and boys in achieving genderequality). In vista della partecipa-zione alla sessione della CSW, il

Dipartimento per i Diritti e le Pa-ri Opportunità ha raccolto in ununico documento i contributi ela-borati dalle varie amministrazionidella delegazione italiana e deglialtri ministeri coinvolti, oltre alCnel, Istat, Consigliera nazionaledi parità, Ong e tutto il partena-riato sociale) affinché la Commis-sione possa recepire proposte in-novative ai fini dell’attuazione del-la Piattaforma di Pechino.Nel corso dei lavori il ministro Pol-lastrini ha avuto modo di esporrele strategie di governo italiano nelcampo dei diritti umani, civili e deidiritti sociali.L’impegno è quello di dar vita a unprogramma d’azione straordinariopluriennale che contempla in par-ticolare nel campo dei diritti uma-ni: un Piano contro le molestie con-tinuative e la violenza contro lebambine, le donne, i gay, le lesbi-che; un piano avviato da una pro-posta di legge per i diritti delle vit-time di violenza; un Osservatoriocontro la violenza di genere e perl’orientamento sessuale; un pro-gramma contro il traffico degli es-seri umani, in prevalenza donne e

bambini; azioni contro le mutila-zioni genitali femminili;misure con-tro ogni forma di discriminazionedi genere e identità di genere e con-tro ogni forma di razzismo. Il Pia-no prevede la formazione obbliga-

toria di tutti gli operatori che han-no a che fare con le donne vittimedi violenza: in primo luogo il per-sonale ospedaliero, le forze del-l’ordine, i magistrati, gli psicologie gli psichiatri, che coinvolgerà an-che le associazioni ed i centri an-tiviolenza.Sul tema del ruolo degli uomininella promozione dell’uguaglianzatra donne e uomini il Dipartimen-to Pari Opportunità ha recente-mente promosso il progettoP.A.R.I. - Padri Attivi nella Re-sponsabilità Interna alla famigliache si inserisce nel contesto deli-neato dalla “carta dei Diritti Fon-damentali dell’Unione Europea”(http://www.retepariopportuni-ta.it/). Il progetto ha realizzatouno studio sul ruolo degli uomininella promozione dell’uguaglianzadi genere, e in particolare sul com-portamento degli uomini e dei pa-dri in vista della conciliazione trala vita professionale e la vita pri-vata, elaborando delle linee guidaal fine di integrare l’obiettivo dicondivisione delle responsabilitàfamiliari nelle politiche nazionalie comunitarie.

Un aiuto in più arrivada uno spot televisivonell’ambito dellaCampagna antiviolenzadel ministero che invita achiamare il numeroverde 1522 chiunque siatestimone o soggetto diviolenza. Lo slogan è:“La violenza sulle donnenon ha più scuse”

Pubblicità progresso

Pubblicità regresso

Commissione Onu sulla condizione della donna

Stopallediscriminazioni e alla violenzacontro le ragazze/bambine

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12(36,9% delle donne che vi-

vono al momento in coppia)hanno subito violenza psicolo-gica dal partner attuale.Negli ultimi 12 mesi, il numerodelle donne vittime di violenzaè di 1.150.000 (5,4%): il 3,5% hasubito violenza sessuale, il 2,7%fisica. La violenza domestica hacolpito il 2,4% delle donne,quella al di fuori delle mura do-mestiche il 3,4%. La mancata de-nuncia di violenza raggiungepercentuali elevatissime sia nelcaso in cui l’aggressore non siail partner (96%) sia al contrarioche si tratti del compagno del-l’aggredita (93%). Solo il 18,2%delle donne che hanno subitoviolenza fisica osessuale in fami-glia considera laviolenza subitaun reato.Per l’Istat, unterzo delle vitti-me subisce vio-lenze fisiche esessuali ripetute(il 67,1% adopera del par-tner, il 52,9%dal non par-tner). Tra tuttele forme di vio-lenza sessuale, la più diffusa è lamolestia fisica, ossia essere statatoccata sessualmente contro lapropria volontà (79,5%), l’averavuto rapporti sessuali non de-siderati accettati per paura(19%), il tentato stupro (14%),lo stupro (9,6%) e i rapporti ses-suali degradanti ed umilianti(6,1%). Se si considerano gli ul-timi 12 mesi, è maggiore il pesodella violenza solo sessuale e mi-nore quello della violenza sia fi-sica che sessuale.

La letteratura internazionalemostra il legame tra gravidanzae violenza, nel nostro Paese so-no l’11,2% le donne incinte chehanno subito violenza dal par-tner. Per il 52,5% di queste, laviolenza durante il periodo digestazione è rimasta uguale eper il 15,9% è diminuita, men-tre per il 17,2% è aumentata eper il 13,6% è addirittura ini-ziata.Un dato particolarmene allar-mante riguarda le più giovani: il6,6% di tutte le donne italianetra i 16 e i 70 anni ha subito unaviolenza prima dei 16 anni (1milione 400mila), anche in que-sti casi, i responsabili delle vio-

lenze sono quasisempre personeconosciute dallavittima. Lo stereo-tipo dell’immigra-to che stupra ledonne nel parco,come ha sottoli-neato la curatricedella ricerca LauraSabbadini, è ap-punto uno stereo-tipo, visto che dal-le interviste realiz-zate risulta che ilmaggior numero

di stupri e violenze è ad operadel partner e comunque di pa-renti.I dati proiettano una situazionedrammatica: nella fascia di età16-50 anni le donne muoionopiù per violenza che per malat-tia e incidenti stradali. Si trattadi “un dramma quotidiano ri-mosso – ha commentato il mi-nistro Pollastrini – perché ledonne hanno paura di denun-ciare se non c’è una rete di ser-vizi che le accoglie. Y

�Con il 1° gennaio 2007 èincominciato anche l’"Annoeuropeo delle pari opportunità pertutti". L’Ue infatti dedica ogni annoad un determinato argomento, conlo scopo di sensibilizzare i cittadinieuropei e i governi nazionali sutematiche comuni. Il 2007 èdedicato alla lotta contro lediscriminazioni basate sul genere,razza, origine etnica, religione,diversità di opinione, disabilità, etàe orientamenti sessuali.L’obiettivo è rendereconsapevoli gli europeidel proprio diritto a nonessere discriminati esoprattutto aconsiderare ledifferenze culturali esociali comeuna fontedi ricchezza che puòcontribuire a renderel’Europa sempre più

forte e competitiva. I quattro temichiave sono: i diritti, larappresentanza, il riconoscimentoe il rispetto.L’ “Anno europeo delle pariopportunità per tutti" cadeesattamente dieci anni dopol’"Anno europeo contro il razzismo"e l’introduzione, nel trattatoCE,dell’articolo 13, che vietaall’interno dell’Unione europeaogni forma di discriminazione.

2007: Anno europeo dellepari opportunità per tutti

Il progetto, dedicato a eminentiricercatrici che pur avendorealizzato significativi progettiscientifici non hanno ricevuto ilPremio Nobel, “è nato perricordare e celebrare questeimportanti figure femminili egettare un cono di luce sul lorocontributo al progresso dellascienza", scrivono i promotori di“futuro@lfemminile”.L’iniziativa – presentata il 19marzo scorso alla Triennale diMilano in occasione dellamanifestazione "I giardini dimarzo. Percorsi e proposte per lepari opportunità” – ha offertouno spaccato di culturascientifica ignorato e poco citatodal mondo Accademicoattraverso un percorso espositivoe una tavola rotonda cui hapartecipato l’astronoma JocelynBell-Burnell. La Bell-Burnell,l’unica scienziata vivente tra

quelle considerate, rappresentauno dei casi più eclatanti delladiscriminazione perpetrata dalmondo scientifico nei confrontidelle ricercatrici di sessofemminile: fu lei a scoprire nel1968 le stelle pulsar ma laprestigiosa Accademia diStoccolma ritenne di assegnare ilNobel sei anni dopo alsupervisore dei suoi lavori,Anthony Hewish.Dal 1901, anno dell’istituzionedel premio Nobel ad oggi, suoltre 500 riconoscimentiassegnati soltanto 11 sonoandati a scienziate donne, tra lequali l’italiana Rita LeviMontalcini, nei settori dellafisica, chimica e medicina. Unarisposta indiretta l’ha offerta iltributo che la Fondazione Nobelha dedicato sul suo sito, inoccasione dell’8 marzo, alle 33,donne laureate nella storia

generale del premio: “Only 33are women!”

� In occasionedellaGiornatainternazionale delle donne laSezione Italiana diAmnestyInternational ha proposto comediconsueto una serie di iniziative e diappelli per sensibilizzare l’opinionepubblica e sollecitaremisureconcrete per porre fine al più grandescandalo dei diritti umani dei nostritempi: la violenza sulle donne. Ledonnemessicane sono state alcentro di unadelle principaliiniziative diAmnesty: la proiezionedel film“Bordertown”, presentato alrecente FilmFestival di Berlino, inuscita a finemarzo in Italia colpatrocinio diAmnesty International,racconta 14 anni di omicidi seriali didonnenello StatomessicanodiChihuahua. La protagonista,Jennifer Lopez, cuiAmnestyInternational ha conferitoquest’anno il premio“Artists forAmnesty”, è unagiornalista cheindaga suquesti delitti irrisolti. Dal1993, più di 400donne sono statebarbaramente assassinate aCiudadJuárez e in altre città dello StatomessicanodiChihuahua. Leindagini locali sono risultateprofondamente inadeguate, tradepistaggi, colpevoli ritardi,mancato transennamento eprotezionedella scenadel delitto efalsificazionedelle prove.Al dibattito cheneè seguitohapresoparte l’esponentedell’associazione“Rivogliamo lenostre figlie a casa”,che riunisce lemadri delle donneassassinate inMessico.

Amnesty International“Mai piùviolenzasulle donne”

Jeans & stuproSe hai i jeans devi per forza essere con-senziente al rapporto sessuale, e quindinon è stupro. Dopo tre anni dalla sen-tenza n. 1636/99 che ha suscitato tantoclamore nella coscienza degli italiani, laCassazione è però tornata a pronunciar-si sull’argomento “Jeans e stupro”, adot-tando un orientamento di segno opposto(Cass. Sez. III n. 42289/2001). Moti-vando sul presupposto che il jeans non ècerto una cintura di castità, e che a se-conda del modello è anche facilmente le-vabile, ha stabilito che anche chi indos-sa i jeans può essere vittima di stupro.

Violenza su minore mon più vergineUno stupro è meno grave se la vittima ha già avuto dei rapporti ses-suali. La Terza sezione penale della Cassazione accoglie il ricorso diun 41enne ad avere uno sconto di pena per l’abuso sessuale commes-so nei confronti della figlia tredicenne della convivente (17 febbraio2006 - sentenza n. 6329). La Terza sezione penale, la stessa, ma conun collegio differente, dopo qualche settimana fa dietrofront e sanci-sce, per un caso simile, che chi abusa di una minorenne non ha dirittoad alcuno sconto di pena (6 marzo 2006 - sentenza 7824).

Botte more uxorioPicchiare una donna con la quale si convive è meno grave che alzarele mani sulla propria moglie. La Quinta sezione della Corte di Cassa-zione accoglie il ricorso di un uomo precedentemente condannato peraver provocato lesioni alla sua convivente cancellando l’aggravante chegli era stata inflitta dai giudici di merito. La Corte (interpretando l’art.577 del c.p. nella parte in cui è prevista l’aggravante per la sola com-missione del fatto contro il coniuge) ha precisato che in caso di con-vivenza moro uxorio, “il diverso trattamento normativo nei confrontidel coniuge non è irrazionale, tenuto conto della sussistenza del rap-porto di coniugio e del carattere di tendenziale stabilità e riconoscibi-lità del vincolo coniugale” (2 marzo 2007 - sentenza n. 8121/2007).

ShockdaCassazione3 sentenze(poi superate da 2 dietrofront)restano particolarmente impresse:

Le regionipiù a rischio

L’Emilia Romagna ha iltriste primato (38,2%)dei casi di violenzafisica o sessuale,seguita da Lazio,Liguria e Lombardia(34,8%). In fondo cisono Calabria (22,5%)e Sicilia (23,3%).

Ma al Sud prevalgonole violenze domestiche

I Nobel negati alle donne

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L’astronomaJocelyn Bell-Burnell

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In questi giorni una parte del-la stampa ha montato ad arteun caso inesistente attorno ad

una delibera regionale lombar-da, approvata da tutte le forzepolitiche di maggioranza ed op-posizione, che riguarda la rego-lamentazione delle attività fune-rarie e cimiteriali. Questa deli-bera prevede che i “prodotti”abortivi anche di poche settima-ne (del peso quindi di pochigrammi) possano essere conse-gnati ai genitori, se lo richiedo-no, e da questi essere trasferitiad un cimitero per la sepoltura.La notizia è talmente recenteche risale a diciassette anni fa.L’art. 7 del Regolamento di Po-lizia Mortuaria Dpr 285/90 men-tre prevedeva per gli aborti di 20settimane o superiori l’assimila-zione a resti mortali, e quindil’applicazione della conseguen-te normativa (sepoltura nel ci-mitero), per gli aborti di età in-feriore lasciava la facoltà, e nonl’obbligo, per i genitori di ri-chiedere la sepoltura come restimortali, secondo le indicazionidella Organizzazione mondiale

della sanità (Oms). Infatti, il Dprdel 1990 recitava: “a richiesta deigenitori, nel cimitero possonoessere accolti con la stessa pro-cedura (sepoltura) anche pro-dotti del concepimento inferio-ri alle 20 settimane”.Ciò significa che in Italia, da 17anni, è possibile per la donnache ha un aborto provvedere aproprie spese alla sepoltura del-l’embrione. Se nessuno si è maiavvalso di questa opportunità incaso di aborto dei primi mesi di

gravidanza probabilmente è do-vuto al fatto che nessuno ne hasentito la necessità o ha ritenu-to giustificata la spesa.È comunque giusto che questapossibilità esista, anche se a desi-derarlo fosse una sola persona.Sempre per rimanere nell’ambi-to delle notizie “fresche”: unaparte della stampa ha presenta-to come ulteriore novità il fattoche la direzione sanitaria del-l’ospedale dove avviene l’abortodebba informare i genitori della

possibilità di ritirare l’embrionee di provvedere alla sua sepoltu-ra. Da sempre le direzioni sani-tarie dovrebbero informare tuttigli utenti dei loro diritti: la Car-ta dei servizi garantisce all’uten-te il diritto a tutte le informazio-ni sanitarie.Altra sbandierata novità è il com-ma che regolamenta lo smalti-mento degli aborti in mancanzadi richiesta di sepoltura da partedei genitori. In questo casol’aborto viene equiparato dalcomma 1 quater della nuova leg-ge alle parti anatomiche ricono-scibili, come per esempio gli ar-ti amputati per gangrena, chevengono da sempre inviate al ci-mitero in apposite cassette di le-gno per l’inumazione invece cheall’incenerimento presso le azien-de abilitate al trattamento dei ri-fiuti speciali ospedalieri (partianatomiche non riconoscibili).

In altri termini, l’unica vera no-vità della legge è di considerarel’aborto una parte anatomica ri-conoscibile ai fini di regolamen-tarne lo smaltimento dal puntodi vista tecnico-sanitario.Già una circolare del Ministerodella Sanità del 1989 rilevaval’inopportunità di smaltire gliaborti inferiori alle venti setti-mane come rifiuti speciali.Le due norme inoltre erano giàcontenute nel Regolamento Re-gionale del 2004 e nella circola-re applicativa pubblicata nel BurN. 24 del 13 giugno 2005, per-tanto non si riesce proprio a ca-pire quali siano le novità.Quello che di sicuro non si do-vrebbe fare è usare l’embrione ela sofferenza delle donne cheabortiscono, sia volontariamen-te sia per le crudeli leggi della na-tura, solo per conquistare qual-che voto alle elezioni. Y

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Attualità

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�Nell’ambito delle PrimeGiornate Barbaricine diGinecologia eOstetricia si èsvolto a Nuoro, dal 17 al 18febbraio 2007, il 1° Corsoresidenziale “LaComunicazioneMedico-Paziente in Perinatologia eGinecologia”

Il corso, organizzato dal pri-mario ginecologo dell’Ospe-dale San Francesco di Nuoro,

Antonio Onorato Succu, con lacollaborazione dell’Aogoi (e conl’incoraggiamento personale delsuo presidente nazionale, Gio-vanni Monni), dell’Ufficio For-mazione della Asl n.3 di Nuoroe dell’Ordine dei Medici dellaProvincia, è stata un’occasione di

incontro e formazione pensataper andare oltre gli aspetti tec-nici e scientifici delle varie pro-blematiche afferenti alle disci-

pline perinatologiche e gineco-logiche.La comunicazione medico-pa-ziente infatti costituisce un aspet-

to rilevante nella costruzione diun rapporto qualitativamentesoddisfacente tra chi usufruiscedelle prestazioni sociosanitarie echi le offre. Per comunicare cor-rettamente è essenziale conosce-re il contesto antropologico e cul-turale in cui si opera: tradizioni,usanze, cultura e aspettative, edè per questo che siamo stati par-ticolarmente lieti di poter ospi-tare un antropologo sardo di fa-ma, quale il professor BachisioBandinu, e il regista sardo, tra-piantato in Spagna, Marco An-tonio Pani, che ha proiettato uncortometraggio sulla leggendadelle morti da parto in Sardegna.Riuscire a comprendere il con-testo socio-culturale in cui si in-nestano le moderne conoscenzesignifica per noi operatori dellasanità essere in grado di comu-nicare meglio con l’utenza, sem-pre più informata ed esigente, ri-spondendo in maniera adegua-ta ai suoi bisogni e alle sue atte-se. L’informazione e la comuni-cazione non sono solo un dove-re che il sanitario ha nei con-fronti del paziente e dei suoi fa-miliari, ma rappresentano ancheuna tutela sul fronte del conten-zioso medico-legale, sia per glioperatori sia per la struttura sa-nitaria. Insomma, comunicarecorrettamente è “salutare” nonsolo per i pazienti ma anche peril personale sanitario.Una buona comunicazione, pe-rò, non si improvvisa, occorre for-mazione. Il progresso scientifico,le iperspecializzazioni in seno al-le varie specialità rendono que-

sta abilità sempre più complessae un approccio basato solo sul-l’equilibrio, il buon senso, la de-ontologia non è più sufficiente,sono richieste conoscenze mira-te e profonde.Il corso è stata occasione per ap-profondire anche altri aspetti cheruotano intorno all’agire medi-co, e anzi ne sono parte inte-grante: ogni atto medico, infatti,non solo diagnostico-terapeuti-co, ma anche “comunicativo”, ècondizionato dall’etica, dalla de-ontologia, dalla morale e dallareligione.Il dibattito sugli aspetti etici del-la comunicazione è stato vivaciz-zato dagli apprezzati interventidella senatrice Binetti e del Ge-suita monsignor Carrasco DePaula. L’incontro, che ha riscos-so un grande successo, ha vistola partecipazione di oltre 300 par-tecipanti tra ginecologi, pediatri,neonatologi, anestesisti, medicidi base, giornalisti, sociologi,bioeticisti e di illustri relatori, trai quali: D. Arduini, L. Arru, S.Bennici, P. Binetti, M. Campo-grande, V. Caredda, I. CarrascoDe Paula, D. Celleno, G. Ettore,F. Fadda, E. Imparato, V. R. Lai,S. Lepori, G. Monni, A. M. Pao-letti, F. Raspagliesi, A. Regalia, G.Serra ed E. Tajani. La valenzascientifica del corso, insieme al-la rinomata ospitalità barbarici-na saranno sicuramente un otti-mo auspicio per le Seconde Gior-nate Barbaricine, richieste da tut-ti i partecipanti per il 2008. Arri-vederci a Nuoro per il prossimoincontro! Y

Comunicare correttamenteè “salutare”, non soloper i pazienti

di Antonio Onorato Succu

Notizie “fresche” di stampa� Fa scalpore una delibera della Regione Lombardia che prevede l’obbligo di cremazionee il trasferimento in un cimitero anche per i feti di poche settimane, quando i genitori nonne abbiamo richiesta la sepoltura

di Claudio Crescini | Segretario regionale Aogoi Lombardia

Nella foto, da sinistra: Antonio Onorato Succu, Paola Binetti,Giovanni Monni, Luigi Arru

Milano

Uncimiteroper i feti abortiti� Sulla base del regolamento va-rato dalla Lombardia, uno spa-zio per le ceneri dei bambini mainati. Battaglia in ConsiglioLa Giunta del sindacoMoratti spie-ga la nascita di un giardino per i fe-ti abortiti come effetto delle nuovenorme sui cimiteri volute dalla Re-

gione Lombardia, ma è anche “undoveroso segno di pietas umana”se-condo l’assessore ai Servizi funebriStefano Pillitteri.Per l’opposizionequel luogo diventerà“una memoriaperpetua e dunque una violenza perla donna che ha deciso di abortire.Un attacco indiretto alla legge 194sull’aborto per molte associazionidi donne. Secondo la collega gine-cologa Alessandra Kustermann del-la Mangiagalli di Milano:“non hasenso creare un cimitero per le ce-neri dei feti, a meno che non si vo-

glia creare una tomba del bambinomai nato”.Le due letture contrap-poste della proposta di creare un ci-nerario dedicato all’interno del piùgrande camposanto di Milano per ifeti per i quali non sia richiesta lasepoltura vengono presentate su LaRepubblica del 21 marzo 2007,chenella notizia annuncia la battagliapolitica in seno al Consiglio comu-nale chiamato ad approvare la no-vità, inserita in un documento tec-nico, la revisione del “Regolamen-to di polizia mortuaria della città”,

da mettere ai voti in aula.L’appro-vazione è scontata,come spiega l’ar-ticolo, visti i numeri della Casa del-le libertà.DopoMilano,spetterà aglialtri Comuni lombardi recepire lanuova norma approvata due mesi fadalla Regione Lombardia, che pre-vede che i feti sotto le 20 settima-ne derivanti da aborti volontari,nonpiù assimilabili a rifiuti ospedalieri(e dunque smaltiti dagli ospedali),vengano cremati e le ceneri porta-te nei cimiteri, ove non ne venga ri-chiesta la sepoltura.

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Next Focus onY

Madri in difficoltà e depresse,la strage degli innocentiInfanticidi e abbandoni. Una cronaca nera ormai quotidia-na racconta i gesti orrendi di madri all’apparenza “norma-li”. Le cause di queste atrocità che suscitano un grande al-larme sociale sono varie e complesse, ma la depressionepost partum è tra le principali imputate. Cosa c’è dietro que-sto “lusus naturae”? Il ginecologo, che spesso accompa-gna la donna dall’inizio della gravidanza al post partum,può riconoscere i segni di questo disagio?� Mamma segreta, l’esperienza del Policlinico Casilino diRoma: la Ruota del Terzo millennio e altre iniziative persostenere le donne in difficoltà e prevenire gli abbandoni“selvaggi”.

PrematurissimiÈ etico o no fornire cure intensive ai bambini nati primadelle 25 settimane o dovrebbero essere salvati solo incasi eccezionali?Le immagini della minibimba di Miami nata di 284 gram-mi dopo neppure 22 settimane di gestazione, e ora inbuona salute, hanno commosso il mondo e acceso spe-ranze. Ma si tratta di casi del tutto eccezionali poiché peri nati ad età gestazionali estreme la sopravvivenza bas-sa, come pure la qualità di vita che aspetta chi ce la fa.Il dibattito sull’eticità delle terapie intensive per bambi-ni nati prima delle 25 settimane di gestazione continuaa scuotere le coscienze. Per molti medici le cure costanotroppo e i piccoli pazienti “bloccano le culle” che po-trebbero essere destinate a bambini meno a rischio.A pensarla così è anche il Royal College of Obstetriciansand Gynaecologyst di Londra che un anno fa ha parlatodi scelta obbligata perché “le risorse non sono infinite”.Per ora l’Olanda è l’unico Paese europeo ad accettare ilritiro delle cure per bimbi nati così prematuri.� La Carta di Firenze dei medici italiani, con la propo-sta di linee guida per evitare l’accanimento terapeuticonei feti nati a 22-23 settimane, e le linee guida inter-nazionali.

Diagnosi prenataliBoom di analisi, ma i margini di errore sono ancora trop-po alti? A riaccendere le ultime polemiche il caso del bam-bino sopravvissuto all’aborto terapeutico praticato alla22esima settimana all’ospedale di Careggi per il rischio,rivelatosi inesistente, di una malformazione all’esofagodiagnosticata da ecografie. Era sano, ma dopo sette gior-ni in terapia intensiva al Meyer di Firenze è deceduto. Inballo non sembrano esserci responsabilità mediche, ma ènecessaria una maggiore informazione sul margine di er-rore delle indagini prenatali, soprattutto ecografiche, cheè relativamente alto nonostante i prodigiosi progressi del-le tecniche, come dimostra una recente indagine europea.Sull’episodio, che ha riaperto il periodico dibattito sulla194, in questo caso relativamente alla proposta di stabi-lire un tempo massimo per l’aborto terapeutico, è inter-venuto il ministro Turco in risposta all’interrogazione pre-sentata da alcuni parlamentari.In un articolo sul settimanale Panorama, che ha raccoltoil dibattito sul tema, molti esperti sostengono l’inutilità difissare un limite temporale e concentrano l’attenzione sul-la necessità di fornire ai genitori informazioni comprensi-bili sui risultati dei test prenatali per una scelta consape-vole. Tra le voci autorevoli, quella del presidente AogoiGiovanni Monni secondo il quale: “lo spirito della leggeè chiaro” e “ogni attenzione del medico va posta princi-palmente alla salute della donna”.

Ecco alcuni degli argomenti che tratteremonei prossimi numeri del Focus

Vescica Iperattiva asciutta o bagnata

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Cambiate le prospettive al vostro paziente.

La redazione Vi invita a partecipare ai Focus on inviando articoli o segnalando eventi, libri e altriapprofondimenti su questi o altri temi di interesse comune. Scriveteci a [email protected]

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Professione Y

Dirla così sembrauna di quelle bar-zellette stupide chenon fanno ridere.Anzi, a ben pensa-

re, mettono melanconia e tri-stezza. In realtà questo titolo, inparte modificato, è stato presoin prestito da un bellissimo arti-colo di Vittorio Zucconi che trat-tava però tutt’altro argomento.Ho voluto utilizzarlo perché fo-tografa, come in un’istantanea,l’obbligatorietà di pensiona-mento dei primari ospedalieriitaliani per raggiunti limiti d’età.Vi è una precisa scadenza. A 65-67 anni si alza una sorta di car-tellino rosso: si esce dal campo,o meglio dall’ospedale, e si va inpensione.Molti abbandonano completa-mente l’attività medica, per al-tri invece non vi è un reale riti-ro dalla professione, si realizzapiuttosto una sorta di “trasloco”(questo avviene soprattutto neigrossi centri urbani), in cui i me-dici si trasferiscono dal Serviziosanitario nazionale a una Sanitàprivata convenzionata. E cosìcon loro se ne va anche il patri-monio intellettuale e quello del-l’esperienza accumulata in mol-ti anni di lavoro sul campo, queltipo di conoscenza che nemme-no il più diligente e motivato de-gli studenti può imparare sui li-bri di medicina.Certo, per chi ha trascorso granparte della propria vita in re-parto, a contatto con i pazienti,in sala operatoria, sempre in pri-ma linea per fare fronte alleemergenze quotidiane, la pro-spettiva di un meritato riposopuò essere più che giustificata eper questo deve essere garanti-ta. Ma anche se si va in pensio-ne non si smette di essere me-dici, e lo dimostra il fatto che so-lo a Roma negli ultimi due annipiù di seicento medici pensio-nati hanno aderito alla Rete diSolidarietà (Res) organizzata dalComune e si sono messi a di-sposizione delle organizzazionidi volontariato della città.Non va ignorato, infatti, che c’èchi non sente la necessità di ri-tirarsi a vita privata e potrebbe

invece continuare a contribuireal progresso e al buon funzio-namento della nostra Sanità, as-sumendo il ruolo di “formato-re” e indirizzando l’impegno ver-so la trasmissione ai più giovanidel proprio bagaglio di cono-scenze, il proprio sapere e an-che i “trucchi” del mestiere. Ilfatto di dover andare in pensio-ne per forza, anche per favori-re l’occupazione giovanile, rap-presenta a mio modo di vedereun punto di debolezza per ilSsn, che viene privato di perso-ne attive, ancora nel pieno del-le proprie capacità intellettualie professionali, con un bagagliodi conoscenze ed esperienzeche potrebbero invece essereutili alla crescita delle nuove ge-nerazioni.Al giorno d’oggi, del resto, nes-suno più definirebbe anzianauna persona di 65 anni, e que-sto è ancor più vero per un pro-fessionista come il medico chenel nostro Paese mediamente ar-riva ai vertici della carriera ver-

so i cinquant’anni, se non piùtardi.Va detto, inoltre, che la possibi-lità di mantenere all’interno delnostro Ssn dei medici anzianicon ruoli di grande importanza(anche se non strettamente con-nessi all’attività clinica) i quali,seppur molto competenti, po-trebbero non possedere più lacreatività e le capacità di inno-vazione che caratterizzano i piùgiovani, non deve essere vista co-me un ostacolo che si frapponea quel rinnovamento e cambia-mento che sappiamo essere co-sì necessari per la nostra Sanità.Albert Einstein, per fare unesempio illustre, ha ottenuto isuoi risultati più significativi econdotto la maggior parte dellericerche prima dei 35 anni, maper il progresso della scienza èstato altrettanto fondamentaleil suo impegno nel trasferire leproprie idee ai giovani studiosi.Quindi, per non disperdere unpatrimonio di conoscenze diffi-cilmente sostituibile, a mio avvi-

so, andrebbe individuata un’al-ternativa alla pensione per quan-ti hanno ancora energie e vo-lontà da mettere a disposizione.I primari, da parte loro, do-vrebbero accettare serenamen-te l’idea di rinunciare all’inqua-dramento gerarchico, al ruolodirettivo e alle elevate indenni-tà, per assumere quello di inse-gnanti, o meglio di “tutor”, e af-fiancare i giovani medici, di-ventando il loro punto di riferi-mento per l’apprendimento e lacrescita professionale.Quella del tutor è una figura dif-fusa soprattutto nei Paesi an-glosassoni, per esempio negliStati Uniti, dove i professori uni-versitari intorno ai cinquanta-cinque anni cambiano il proprioruolo, abbandonano la sala ope-ratoria e il reparto ma manten-gono il compito di formatori.Meno frequentemente questoprocesso avviene negli ospedalinon universitari dove però esi-ste una figura specifica che si de-dica alla formazione ed è re-

sponsabile dei “residents”, i gio-vani medici ancora in formazio-ne, seguendoli fino al momen-to in cui diventano autonomi eindipendenti.Questo tipo di sostegno implicaanche l’organizzazione di riu-nioni di aggiornamento sulla let-teratura scientifica, di appunta-menti a cadenza settimanale perdiscutere e sviscerare le difficol-tà incontrate sui casi clinici, diseminari con gli esperti di unadeterminata materia e via di se-guito. All’interno dei nostriospedali questa attività pratica-mente non esiste mentre invecerappresenterebbe un valido edefficace strumento per miglio-rare le capacità professionali deimedici e assicurare una buonaqualità dell’assistenza. E il tuttoa buon mercato.Le modalità pratiche per conci-liare il diritto alla pensione conil mantenimento di un ruolo at-tivo all’interno dell’ospedalenon rappresentano un ostacolo,come dimostrato da alcune re-gioni, come il Trentino, che sisono trovate nelle condizionidi fare appello ai professionistigià in pensione, richiamati inservizio con il ruolo di consu-lenti, per fare fronte alla ca-renza di personale medico cherischiava di compromettere ilcorretto funzionamento di al-cuni servizi.Va tenuto presente, infine, chedopo aver ricoperto ruoli digrande responsabilità, sia dalpunto di vista clinico che orga-nizzativo, i primari in pensionepotrebbero svolgere incarichi di-rettivi all’interno delle societàscientifiche o delle organizza-zioni mediche. La loro grandeesperienza accumulata negli an-ni, la piena conoscenza delle va-rie problematiche della catego-ria, “vissute” e maturate nei variperiodi della loro vita, costitui-scono senz’altro risorse prezio-se da non disperdere, ma damettere piuttosto al servizio del-l’intera classe medica.Certamente c’è chi la pensa inmodo diverso, magari obiettan-do che “arrivati a una certa età,ci si dovrebbe fare da parte e la-sciare spazio ai giovani”. Su que-sto punto vorrei essere chiaro:anch’io sono un sostenitore delrinnovamento e penso sia giustofavorire e incoraggiare i giovanivolenterosi e appassionati del lo-ro lavoro, sostenendoli e moti-vandoli anche attraverso avan-zamenti di carriera e di respon-sabilità. Credo però che pro-muovere i giovani e non disper-dere le risorse rappresentate dachi ha accumulato anni di co-noscenza ed esperienza, non sia-no due concetti antitetici. En-trambi sono ingredienti neces-sari al rafforzamento e consoli-damento del nostro sistema sa-nitario pubblico. Y

Che differenza c’è tra un primarioospedaliero e uno yogurt?“Non c’è differenza: entrambi hanno una data di scadenza”

Esperienza: un patrimonio che rende sempre di Carlo Sbiroli

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CAMPAGNA AOGOI PER LE NUOVE ISCRIZIONI 2007 CAMPAGNA AOGOI PER LE NUOVE ISCRIZIONI 2007 CAMPAGNA AO

L’Aogoi è la più antica erappresentativa Associazionescientifica e sindacale dellaGinecologia italiana

L’Aogoi,è l’unica associazionedi categoria che rappresentatutte le componenti del mondoginecologico ospedaliero edextraospedaliero italiano

L’Aogoi è impegnata in grandibattaglie sul fronte legislativo,professionale e sindacale asostegno dell’intera categoria

CHI È AOGOI

PERCHÈISCRIVERSI

L’AOGOI, l’Associazione degli ostetrici eginecologi ospedalieri italiani, è nata nel1949 e oggi è forte di 4.702 iscritti.Da organizzazione rivolta prevalentementeal settore ospedaliero, dal 2000 l’AOGOIha esteso l’iscrizione anche ai colleghiginecologi extraospedalieri, così comeprevisto dall’art. 5 del nuovo Statuto.In breve tempo l’AOGOI è così divenutaanche la più rappresentativaorganizzazione italiana dei ginecologi liberiprofessionisti, consultoriali e universitari,capace di cogliere le loro istanze e diaffrontare i loro problemi professionali esindacali. Si è trattato di una scelta decisivanella vita dell’Associazione, un’iniziativaimportante nella direzionedell’arricchimento professionale edell’unitarietà della professione. Nostrofermo convincimento, infatti, è che solo sesarà unita la categoria sapràadeguatamente affrontare questo nuovomillennio ricco di cambiamenti culturali,scientifici, demografici, sindacali enormativi. Anche quest’anno la Segreterianazionale AOGOI, insieme a tutti iSegretari regionali e provinciali e ai membridel Consiglio direttivo, ha promosso la“Campagna Soci 2007” con l’obiettivo diportare nuovi iscritti all’Associazione. Conla loro adesione, i nuovi Soci, da una parte,contribuiranno a rendere l’AOGOI semprepiù forte e autorevole nel rappresentare gliinteressi della categoria e, dall’altra,potranno usufruire di tutti i vantaggi chel’Associazione offre e che è costantementeimpegnata ad arricchire.

L’IMPEGNO DELL’AOGOIl’AOGOI è presente in ogni Regione eProvincia, tramite coordinatori eletti, peressere sempre vicina ai bisogni di ogniSocio. Formazione, aggiornamentoprofessionale, tutela sindacale, medico-legale e assicurativa sono i punti piùqualificanti del suo impegno

FORMAZIONE E AGGIORNAMENTOSin dalla sua fondazione, l’AOGOI hapromosso, organizzato e coordinatonumerosi Corsi di aggiornamento dielevato livello scientifico in ogni brancaspecialistica dell’Ostetricia e Ginecologia,oltre a Congressi nazionali e internazionali eProgetti di ricerca scientifici. Ricordiamo

inoltre le innumerevoli collaborazionidell’Associazione conMinisteri e altriimportanti organismi istituzionali sia per ladifesa dell’intera categoria, così comerichiesto dalle diverse realtà professionalidegli iscritti, sia per la promozione diiniziative volte amigliorare il serviziodiagnostico-terapeutico offerto alle donne.

TUTELA MEDICO-LEGALEM.A.M.M.A. AOGOI. In questo periodo diforte tensione per la professionemedica, lanostra Associazione ha varato una nuovainiziativa denominataMovement AgainstMedicalMalpractice and Accident, che halo scopo di diffondere tra tutti gli associati leconoscenze nell’ambito della ginecologiaforense e di fornire assistenza agli iscritticoinvolti in contenziosi giudiziari perproblematiche attinenti l’esercizio dellaprofessione. www.ginecologiaforense.it. Èil sito web, attivo dal settembre 2004, chepermette di accedere alle ultime notizie inmateria di ginecologia forense, a unarchivio delle sentenze di maggior interesseper lo specialista ostetrico-ginecologo, allerisposte degli esperti alle domande piùfrequenti su problematiche legali esindacali, agli articoli della rivistaGinecologia Forense e anche ai Forum didiscussione sugli argomenti di maggiorinteresse per la professione.Per i soci coinvolti in contenziosi giudiziarivi è la possibilità di compilare on-line ilmodulo per richiedere l’assistenza diM.A.M.M.A. AOGOI e ulterioriinformazioni.

L’UFFICIO LEGALEe l’UFFICIO STAMPASono i due principali strumenti per tutelare idiritti degli associati e dar voce alle istanzedella categoria. Due esempi, per citare gliultimi in ordine di tempo, sonoesemplificativi della loro preziosa attività:l’uno del 2006, quando, grazie all’operatodell’ufficio legale, fu sventato il tentativo diclinicizzazione dell’Ospedale di Pistoia;

AOGOI: UNIT

COMUNICAZIONE E INFORMAZIONEL’iscrizione all’AOGOI dà dirittoall’abbonamento gratuito alle quattro rivistedell’Associazione: GynecoAOGOI, mensiled’informazione; la Rivista di OstetriciaGinecologia Pratica eMedicina Perinatale;Risveglio Ostetrico; Ginecologia e OstetriciaForense. Su queste riviste gli iscritti potrannopubblicare gratuitamente i loro lavori scientifici.Tutti i soci, inoltre, riceveranno gratuitamente ivolumi della collana “I Libri dell’AOGOI” cheannualmente vengono pubblicati.

PER INFORMAZIONI SU COME ISCRIVERSI: CONTATTARE LA SEGRETERIA NAZIONALE A

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L’Aogoi garantisce a tutti isuoi iscritti una forte tutelasindacale e medico-legale.Unapolizza assicurativa gratuita,tra l’altro,copre fino a 25milaeuro di eventuali spese legali eperitali in caso di contenzioso

L’Aogoi offre ai suoi soci unaggiornamento e unaformazione di elevatocontenuto scientifico

l’altro, dello scorso 17 gennaio, a operadell’Ufficio stampa (al quale era pervenutala segnalazione di un Socio) il cuiintervento ha permesso la riabilitazionedell’immagine di un collega, uno dei tantiaccusati ingiustamente e poi assolti, sullepagine del “Corriere della Sera”.

POLIZZA ASSICURATIVAGRATUITATutti i Soci AOGOI acquisiscono, con lasemplice iscrizione, il diritto a una polizzache prevede la copertura per le eventualispese legali e peritali in caso dicontenzioso, fino a 25.000 euro. Talecopertura vale anche per i contenziosi dinatura amministrativa che dovesseroinsorgere nei riguardi delleAmministrazioni.

NORMATIVA SULLA COLPAPROFESSIONALEPer tutelaremaggiormente i suoi iscritti,l’AOGOI ha sollecitato un progetto dilegge che verrà a breve presentato agliorganismi istituzionali competenti.

TUTELA SINDACALEL’AOGOI, insieme ad altre organizzazionimediche, ha fondato la FESMED,Federazione SindacaleMedici Dirigenti,che ha raggiunto la significatività sindacaleprevista dalle direttive della Presidenza delConsiglio deiMinistri. Pertanto, ogni socioAogoi è automaticamente iscritto allaFesmed, che tutela i colleghi ospedalieri edextraospedalieri, così come doveroso datala diversa estrazione professionale dei SociAogoi.

COLLABORAZIONI SCIENTIFICHENel campo scientifico, l’AOGOI è federatacon l’AGUI, l’Associazione GinecologiUniversitari Italiani, in seno allaFederazione SIGO.Quest’unico pologinecologico italiano, che abbracciacolleghi universitari, ospedalieri edextraospedalieri, confluisce a livello

internazionale nella FIGO, alla quale tuttigli iscritti AOGOI sono automaticamenteassociati attraverso la SIGO.L’AOGOI ha inoltre affiliato,condividendone l’indirizzo scientifico, leseguenti Società: SIGITE (Società Italianadi Ginecologia della Terza Età), AMAMI(AssociazioneMedici Accusati diMalpractice Ingiustamente), AIUG(Associazione Italiana di UrologiaGinecologica e del Pavimento Pelvico) eSIDIP (Società Italiana di DiagnosiPrenatale eMedicinaMaterno-Fetale).

NUOVE SINERGIE NEL CAMPODELLA STERILITÁ ECONTRACCEZIONEL’AOGOI ha creato per tutti i Soci che sioccupano in particolare di sterilità, RMA econtraccezione:� la SIOS, Società ItalianaOspedaliera perla Sterilità. Aperta a tutti i Soci, e inparticolare ai liberi professionisti, intendeoffrire loro adeguate opportunità dicrescita e di rappresentatività anche nelsettore della diagnosi e della terapia dellasterilità involontaria, condividendo e/ofacendosi artefice di linee guida e percorsidi aggiornamento che li coinvolganoattivamente.� La SMIC, SocietàMedica Italiana per laContraccezione. Creata insieme allaSIMG, Società Italiana diMedicinaGenerale, è dedicata in particolare aimedici ginecologi che operano neiconsultori familiari d’Italia. La SMIC vuoleunire l’azione, gli intenti, la cultura, leprofessionalità di tre fondamentali attori diquesto settore, rappresentati nellafattispecie dai ginecologi ospedalieri, daquelli consultoriali e dai medici di medicinagenerale. Gli obiettivi principali sono: unconfronto sulle realtà internazionali delfamily planning, valorizzando la saluteriproduttiva e i diritti sessuali, favorendo losviluppo di standardizzazione delleprocedure, nella cultura dell’accoglienza edel counselling; il consenso sulle lineeguida nel vasto campo dellacontraccezione e, non ultime, alcunequestioni riguardanti differentiinterpretazioni medico-legali, dallasterilizzazione, alle minorenni, allacontraccezione d’emergenza. Il goldengoal è dar vita a una cultura comune nelcampo della contraccezione, capace diuna sollecita modernizzazione del sistemafamily planning, così da rispondere allenuove sollecitazioni che i tempi richiedonoe all’esigenza delle donne di effettuarescelte consapevoli anche in questo campo.

NITI SI VINCE

Con i suoi4.702 iscritti,L’Aogoirappresenta laquasi totalitàdeiginecologi cheoperanonellestrutturepubbliche e lagrandemaggioranzadi quelli del settoreprivato:3.359ospedalieri,1.343 extraospedalieri suddivisitra1.144 liberi professionisti,166nei consultori e33universitari

L’Aogoipersegue l’unitarietàdellaprofessionepermeglio farfrontealle nuove sfidedellasocietà edella sanità

ALE AOGOI AL NUMERO 02.525380 O COLLEGARSI AL SITO INTERNET WWW.AOGOI.IT

Per informazionisu come iscriversi:Segreteria nazionale Aogoitelefono 02.525380www.aogoi.it

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Una delle più classicheevenienze di collabora-zione interdisciplinare è

costituita dalla prestazione chi-rurgica, non soltanto in ragionedel concorso lavorativo di unnon trascurabile numero di col-laboratori (medici, infermieri,tecnici ecc…), ma anche a cau-sa del necessario intervento at-tivo, strettamente concorrenteall’ottenimento del risultato, dialmeno due équipe (quella chi-rurgica e l’altra anestesiologica)che, portatrici di competenzesettoriali specifiche, afferisconoa discipline ben distinte tra diloro.Sebbene la differenza di man-sioni e competenze sia del tuttoevidente, da quando le specia-lizzazioni mediche hanno rice-vuto una loro consacrazione, tut-tavia i giudici non hanno man-cato di sottolineare l’obbligo deisanitari, pur appartenenti aduna diversa disciplina, di inter-venire (nel caso di attività sani-taria multidisciplinare) per sup-portare o rimediare l’opera diun medico rivelatasi carente oevidentemente errata, e ciò nel-l’ottica di una convergenza del-la prestazione verso il fine co-mune che è quello della salutedel paziente.Interpretando alla lettera taleprincipio, la Magistratura, in uncaso di incidente anestesiologi-co occorso ad una paziente inprocinto di essere sottoposta ataglio cesareo, aveva ritenutocorresponsabili dell’evento av-

verso, oltre che gli anestesisti,anche gli ostetrici, non interve-nuti attivamente a riparare le evi-

denti carenze dei colleghi ane-stesisti (Tribunale Palmi, luglio1996). Più recentemente, e inmodo ancor più evidente, i Giu-dici della Corte di Cassazione(Sezione IV, n. 18548, maggio2005) chiamati ad esprimersi suldecesso di un neonato al parto,hanno riconosciuto la respon-sabilità in egual misura, sia del-l’ostetrico, sia di un medico nonspecialista in ginecologia ma fa-cente parte dell’équipe di salaparto, quest’ultimo per non averriconosciuto in tempo i segnidella sofferenza fetale, talmen-

te evidenti da non richiedere,per la loro individuazione, par-ticolari cognizioni specialistiche.Se un’affermazione del generesuscita qualche perplessità, ovesi tenga conto della rigida sud-divisione di compiti assistenzia-li, specifici per specialità medi-che tra di loro differenti, è bencomprensibile viceversa il con-cetto della corresponsabilità deicomponenti di un’équipe chi-rurgica che afferiscano ad unastessa disciplina, strettamentecompartecipando all’effettua-zione di una prestazione sanita-

ria. Argomentando su un casodi morte di una paziente, avve-nuta per accertato incidenteanestesiologico in caso di tagliocesareo, la Corte di Cassazione(Sez. IV, n. 33619, ottobre 2006)ha ritenuto corresponsabili del-l’evento letale i due anestesistiche si erano succeduti nella pre-stazione sanitaria e ciò in quan-to, pur essendo stato acclaratoche l’errore di intubazione cheaveva portato la paziente al-l’anossia era stato compiuto dalprimo anestesista, è pur vero cheanche il secondo medico avevaripetuto l’erronea manovra, par-tecipando attivamente alle duefasi dell’anestesia, entrambe sba-gliate e quindi contribuendo inegual misura all’esito disastrosodella prestazione sanitaria.Sul punto i Giudici hanno pun-tualizzato che, “in materia dicolpa professionale per attivitàsvolta in équipe, ogni sanitarioè responsabile non solo del ri-spetto delle regole di diligenzae perizia connesse alle specifi-che ed effettive mansioni svol-te, ma deve anche conoscere evalutare le attività degli altricomponenti dell’équipe in mo-do da porre rimedio ad even-tuali errori posti in essere daglialtri, purché siano evidenti perun professionista medio, giac-ché le operazioni effettuate con-vergono verso un unico risulta-to finale”.Un altro aspetto di rilevante in-teresse giuridico è quello rela-tivo alla Sentenza a Sezioni Uni-te emessa dalla Corte di Cassa-zione nel luglio 2002 (Franze-se) che consente ai Giudici diesprimere un giudizio assoluto-rio nei riguardi del Medico ove,in tema di causalità omissiva,non se ne possa affermare lacolpevolezza basata su un crite-rio di probabilità logica o ra-zionale e non soltanto pura-mente statistico.In questi ultimi anni il richiamoa tale importante pronuncia èstato molto frequente da partedella classe medica incriminata,per la quale la sentenza in og-getto ha costituito un formida-bile punto a favore.Su questo particolare aspettodella problematica, la Corte diCassazione non ha mancato dipuntualizzare che, nel caso diun banale taglio cesareo, effet-tuato su soggetto sano, e privodi controindicazioni anche ane-stesiologiche, tragicamente con-clusosi con il decesso della pa-ziente per un’errata manovra diintubazione (come avvenuto nelcaso oggetto della sentenza quirichiamata) il convincimentodei Giudici sia di merito che dilegittimità risulta in sintonia coni principi affermati dalla Cortedi Cassazione a Sezioni Unitenella sentenza n. 30328 del lu-glio 2002. Y

Contenzioso medico-legale / Sentenze di Pier FrancescoTropea

La colpa professionalenell’attività chirurgica in équipe� Il tema della responsabilitànell’attività medica svolta in équipeha da anni polarizzato l’attenzione deigiuristi dando luogo ad accesidibattiti caratterizzati da posizioniconcettuali distinte, taloracontrapposte. In parallelo, lagiurisprudenza ha assunto su questotema posizioni non sempre univoche,oscillanti tra l’esigenza di individuareun preciso responsabile di un attomedico cui consegua un danno alpaziente e la tendenza a coinvolgerel’intera équipe nella responsabilità di

una qualsivoglia attività sanitaria cheveda la compartecipazione di molteunità mediche e/o paramediche.Tali posizioni giurisprudenziali sirichiamano nei loro presuppostirispettivamente a due principipresenti nella manualistica penale,apparentemente contrapposti tra loro:il principio dell’affidamento, in virtùdel quale ciascuno è responsabile deicompiti che gli sono statispecificamente affidati, rispondendopersonalmente della mancatadiligenza impiegata, e l’istituto della

cooperazione colposa che, viceversa,chiama in causa i vari componentidell’équipe laddove la prestazionecomporti l’apporto di svariate unitàoperative. Tra questi due opposticapisaldi giuridici, si pone una serie disfumature interpretativegiurisprudenziali che tengono contoovviamente delle differenti situazionidi fatto, oggetto dell’indaginegiudiziaria, ed anche degliorientamenti personali degli operatorichiamati di volta in volta a giudicaresu un evento avverso.

Distinte, e taloracontrapposte,le posizionidei giuristisul tema dellaresponsabilitànell’attivitàmedica svoltain équipe

Professione

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19�Rinnovodei contratti dilavoro e impegno sulprecariato, una soluzionecondivisa per l’eserciziodell’intramoenia, attivazionedi un fondodi previdenzaintegrativa specifico. Eccoquanto laDirigenzamedica,veterinaria, sanitaria eamministrativa del Ssnrivendica compatta con losciopero del 4maggio

Le organizzazioni sindacalidella Dirigenza medica, ve-terinaria, sanitaria e ammi-

nistrativa del Ssn hanno preso at-to del fallimento delle proceduredi conciliazione esperite il 22 mar-zo a seguito della proclamazionedello stato di agitazione. In man-canza di fatti nuovi da parte di Go-verno e Regioni, ed essendo ri-sultato infruttuoso anche l’in-contro odierno con il ministrodella salute, le organizzazioni sin-dacali hanno proclamato unagiornata di sciopero nazionale perl’intera giornata di venerdì 4 mag-gio 2007 per rivendicare:• il rinnovo dei contratti di lavo-ro per le aree negoziali della Di-rigenza del Ssn scaduti ormai da15 mesi e la predisposizione del-l’atto di indirizzo da parte del co-mitato di settore propedeutico al-

l’avvio della trattativa dei Ccnl peril quadriennio 2006-2009. Nel-l’ambito dei tavoli negoziali andràtrovata adeguata soluzione ancheal problema del precariato.• Una soluzione condivisa per as-sicurare l’esercizio della liberaprofessione intramoenia (Lpi) peri Dirigenti del Ssn nell’approssi-marsi della scadenza del 31 lugliofissata dal Decreto Bersani con ilquale cessa la possibilità di eser-citare la libera professione pressogli studi privati (la cosiddetta in-tramoenia allargata). La liberaprofessione intramoenia rappre-senta un diritto dei medici e deidirigenti sanitari e una opportu-nità per i cittadini nella scelta delmedico. L’esercizio della liberaprofessione intramoenia, regola-mentata in modo appropriato se-condo le norme legislative e con-trattuali vigenti, non solo può evi-tare effetti negativi sulle liste d’at-tesa, ma al contrario può contri-buire alla loro diminuzione. A tut-t’oggi, nonostante i ripetuti im-pegni del ministro della salute avoler garantire e valorizzare la Lpi,le Regioni e le aziende sanitarie eospedaliere non risulta che ab-biano provveduto alla istituzionedi spazi distinti e separati all’in-terno delle strutture pubbliche.Di conseguenza, se non saranno

presi adeguati provvedimenti, imedici, i veterinari e i dirigenti sa-nitari del Ssn vedranno negato lo-ro il diritto di esercitare la liberaprofessione come previsto dalDLgs 229/99 e dalle norme con-trattuali vigenti e ai cittadini sarànegata l’opportunità della sceltadel medico. Perdurando tale si-tuazione di grave carenza orga-nizzativa, la scadenza del 31 luglio2007 per l’esercizio della liberaprofessione presso gli studi priva-ti non può che determinare uninevitabile deterioramento deirapporti sindacali di cui le istitu-zioni ed il Ministero della Saluteportano la diretta responsabilità.L’esercizio della LPI va regolatacontestualmente all’esclusività dirapporto nell’ambito di un unicotavolo negoziale.• L’attivazione di un fondo di pre-videnza integrativa specifico perla dirigenza medica e sanitariacoerente con il Ccnl vigente.

AnaaoAssomed,Anpo,Aupi,Cimo-Asmd (UglMedici – SnamiOspedalieri -UnioneMedica),Civemp (Sivemp-Simet),ConfedirSanità, FederazioneCislMedici,FederazioneMedici aderenteUil Fpl(FederazioneMediciUil Fpl - Smi -NuovaAscoti), Fesmed (Acoi-Anmco-Aogoi-Sumi-Sedi-Femepa-Anmdo),FpCgilMedici, Sidirss, Sds, Snabi,Sinafo,Umsped (Aaroi-Aipac-Snr)

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4 maggio 2007

� Recenti sentenze, come quelladella II sezione civile del tribuna-le di Roma, hanno riconosciutoagli ex-specializzandi degli anni1983-1991, il diritto a percepireun’adeguata remunerazione perl’attività professionale espletatapresso le strutture sanitarie pub-bliche, durante il periodo di svol-gimento del corso di specializza-zione.Il problema non può essere risol-to automaticamente, perché il di-ritto decade se lo specializzandonello stesso periodo aveva perce-pito dei redditi. Di conseguenza,ogni caso richiede di essere esa-minato singolarmente, anche perverificare l’esistenza o meno di at-ti interruttivi della prescrizione.La Fesmed, attraverso uno stu-dio legale di sua fiducia, so-sterrà l’azione giudiziaria chegli iscritti alle associazioni fe-

derate (Acoi - Anmco - Anmdo- Aogoi - Femepa - Sedi - Sumi)intendono affrontare per il ri-conoscimento di questo loro di-ritto.I soci interessati sono invitati acontattare al più presto la Segre-teria nazionale Fesmed (tel.02.29525380), la quale provve-derà a metterli in contatto con lostudio legale, per verificare la lo-ro posizione. In presenza dei re-quisiti richiesti dalle precedentisentenze, verrà intrapresa la cau-sa per ottenere il corrispettivo del-la mancata corresponsione delleborse di studio, alle quali aveva-no diritto per la partecipazione al-le scuole di specializzazione. Inquesto caso, verrà richiesto ai ri-chiedenti un contributo “una tan-tum” di euro 300 (trecento) perle spese ed in caso di vittoria, il6% dell’importo ottenuto.

La Fesmed sostienela causa degliex specializzandidi Carmine GigliPresidente Coordinatore Fesmed

Tre buoni motivi per unagiornata di sciopero nazionale

Professione

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nome cognome indirizzo

città provincia cap sede di lavoro

e-mail mobile telefono faxSOCIO

EVENTO

DESCRIZIONE

TIPO � evento sanitario avverso � atti della magistratura � contenzioso amministrativo

ASSISTENZA � parere legale � parere sindacale o amministrativo � altro � parere di esperto clinico � verifica della linea difensiva già in atto

CONTATTO � telefono � e-mail � fax � mobile Indicare la modalità con cui si preferisce essere contattati

Questo modulo può essere utilizzato per richiedere l’assistenza di “M.A.M.M.A. AOGOI”.Dopo averlo compilato, dovete ritagliarlo ed inoltrarlo alla Segreteria nazionale AOGOI,via G. Abamonti, 1 - 20129 Milano, per posta, oppure via fax (02.29525521).In maniera più semplice, potrete compilare il modulo “on line”, andando al sito

www.ginecologiaforense.it, nel settore “Help-desk”, sotto l’icona “Help-desk on line”, dovetroverete un percorso guidato che vi aiuterà a compilare correttamente la richiesta di

assistenza. È anche possibile telefonare alla Segreteria nazionale AOGOI(tel. 02.29525380) ed esporre a voce il problema.

M.A.M.M.A AOGOIMovement Against Medical Malpractice and accident

of Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri ItalianiWWW.GINECOLOGIAFORENSE.IT

descrivere in modo sintetico l’evento per il quale si richiede assistenza

descrivere in modo sintetico il tipo di assistenza richiesto

CONSENSO il sottoscritto dichiara di aver preso visione e di accettare integralmente lecondizioni generali di funzionamento del servizio di “tutela legale” pubblicatesil sito www.aogoi.it e sulla rivista dell’associazione “Gynecoaogoi”

data il socio

Sciopero

dei medici

dirigenti

del Ssn

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RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO. Vesiker® 5 mg, compresse rivestite con film. 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE. VesikerVesiker® 5 mg, compresse rivestite con film. 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA. Una compressa contiene 5 mg di solifenacina succinato, equivalente a 3,8 mg di solifenacina. Per gli eccipienti, vedi 6.1.Per gli eccipienti, vedi 6.1. 3. FORMA FARMACEUTICA. Compresse rivestite con film. Vesiker 5 mg è una compressa rotonda di colore giallo chiaro contrassegnata dal logo e dal numero “150”. 4. INFORMAZIONI CLINICHE. 4.1 Indicazioni terapeutiche. Trattamento sintomatico dell’incontinenza da urgenza e/o aumento della frequenza urinaria e dell’urgenza che si possono verificare inaumento della frequenza urinaria e dell’urgenza che si possono verificare in pazienti con sindrome della vescica iperattiva. 4.2 Dose, modo e tempo di somministrazione. Posologia. Adulti, compresi gli anziani. La dose raccomandata è di 5 mg di solifenacina succinato una volta al giorno. Se necessario, la dose può essere aumentata a 10 mg di solifenacina succinato una volta al giorno. Bambini e adolescenti. La sicurezza e l’efficacia nei bambini non sono ancora state stabilite. Pertanto, Vesiker non deve essere somministrato ai bambini. Popolazioni speciali. Pazienti con alterazione della funzionalità renale. Per i pazienti con alterazione della funzionalità renale da lieve a moderata (clearance della creatinina >30 ml/min) non è richiesto alcun aggiustamento della dose. I pazienti con alterazione della funzionalità renale grave (clearance della creatinina 30 ml/min) devono essere trattati con cautela, con una dose non superiore a 5 mg una volta al giorno (vedere sezione 5.2). Pazienti con alterazione della funzionalità epatica.à epatica. Per i pazienti con lieve alterazione della funzionalità epatica non è richiesto alcun aggiustamento della dose. I pazienti con alterazione della funzionalità epatica moderata (valori di Child-Pugh da 7 a 9) devono essere trattati con cautela, con una dose non superiore a 5 mg una volta al giorno (vedere sezione 5.2). Potenti inibitori del citocromo P450 3A4. La dose massima di Vesiker deve essere limitata a 5 mg quando il paziente è trattato in contemporanea con ketoconazolo o dosi terapeutiche di un altro potente inibitore del CYP3A4 come ritonavir, nelfinavir, itraconazole (vedere sezione 4.5). Modo di somministrazione. Vesiker deve essere assunto per via orale. Le compresse vanno deglutite intere con dei liquidi, in concomitanza o meno con l’assunzione di cibo. 4.3 Controindicazioni. Solifenacina è controindicata in pazienti con ritenzione urinaria, gravi condizioni gastro-intestinaliè controindicata in pazienti con ritenzione urinaria, gravi condizioni gastro-intestinali (compreso megacolon tossico), miastenia grave o glaucoma ad angolo stretto e in pazienti a rischio per tali condizioni. Pazienti con ipersensibilità verso il principio attivo o uno qualsiasi degli eccipienti Pazienti in emodialisi (vedere sezione

5.2). Pazienti con alterazione epatica grave (vedere sezione 5.2). Pazienti con grave alterazione della funzionalità renale o con insufficienza epatica moderata in trattamento concomitante con un potente inibitore del CYP3A4, per esempio il ketoconazolo (vedere sezione 4.5). 4.4 Avvertenze speciali e speciali precauzioni per l’uso. Cause diverse di minzione frequente (scompenso cardiaco o malattia renale) devono essere accertate prima del trattamento con Vesiker. In presenza di infezione delle vie urinarie, deve essere attivata una appropriata terapia antibatterica. Vesiker va usato con cautela neiVesiker va usato con cautela nei pazienti con: Ostruzione allo svuotamento vescicale clinicamente significativa con il rischio di ritenzione urinaria. Disturbi ostruttivi a carico dell’apparato gastrointestinale. Rischio di ridotta motilità gastrointestinale. Grave alterazione della funzionalità renale (clearance della creatinina 30 ml/min; vedere sezioni 4.2 e 5.2); per tali pazienti la dose giornaliera non deve essere superiore a 5 mg. Alterazione della funzionalità epatica moderata (valori di Child-Pugh da 7 a 9; vedere sezioni 4.2 e 5.2), e per tali pazienti la dose giornaliera non deve essere superiore a 5 mg. Assunzione concomitante di un potente inibitore del CYP3A4, ad esempio ketoconazolo (vedere sezioni 4.2 e 4.5). Ernia iatale/reflusso gastro-esofageo e/o nel soggetto che assume correntemente farmaci (come i bifosfonati) che possono essere la causa o possono aggravare una esofagite. Neuropatia su base autonomica. La sicurezza e l’efficacia nei pazienti con iperattività del detrusore di origine neurogena non sono ancora state stabilite. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al lattosio, con deficienza di Lapp lattasi o con malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale. Il massimo effetto terapeutico di Vesiker può essere valutato non prima di 4 settimane di trattamento. 4.5 Interazioni con altri medicinali o altre forme di interazione. Interazioni farmacologiche. Il trattamento concomitante con altri farmaci con proprietà anticolinergiche può dare origine a effetti terapeutici ed effetti indesiderabili più pronunciati. In caso di sospensione del trattamento con Vesiker, occorre attendere circa una settimana prima di cominciare un’altra terapia anticolinergica. L’effetto terapeutico della solifenacina può essere ridotto in caso di concomitante somministrazione di farmaci agonisti dei recettori colinergici. La solifenacina può ridurre l’effetto dei farmaci stimolatori della motilità dell’apparato gastrointestinale, quali la metoclopramide e la cisapride. Interazioni farmacocinetiche. Studi in vitro hanno dimostrato che, alle concentrazioni terapeutiche, la solifenacina non inibisce gli isoenzimi CYP1A1/2, 2C9, 2C19, 2D6 e 3A4 derivati da microsomi epatici umani. Pertanto, non si ritiene che la solifenacina possa alterare la clearance dei farmaci metabolizzati dai suddetti enzimi CYP. Effetti di altri farmaci sulla farmacocinetica della solifenacina. Solifenacina viene metabolizzata dall’isoenzima CYP3A4. LaSolifenacina viene metabolizzata dall’isoenzima CYP3A4. LaLaconcomitante somministrazione di ketoconazolo (200 mg/die), un potente inibitore di CYP3A4, ha determinato un aumento di due volte dell’AUC della solifenacina, mentre una dose di ketoconazolo di 400 mg al giorno ha determinato un aumento dell’AUC di solifenacina pari a tre volte. Pertanto la dose massima di Vesiker deve essere limitata a 5 mg quando viene impiegato insieme a ketaconazolo o a dosi terapeutiche di altri potenti inibitori del CYP3A4 (come ad esempio ritonavir, nelfinavir, itraconazolo) (vedere sezione 4.2). Il trattamento concomitante con solifenacina e un potente inibitore del CYP3A4Il trattamento concomitante con solifenacina e un potente inibitore del CYP3A4 è controindicato nei pazienti con grave insufficienza renale o con moderata insufficienza epatica. Gli effetti dell’induzioneGli effetti dell’induzione enzimatica sulla farmacocinetica di solifenacina e dei suoi metaboliti così come l’effetto di substrati ad alta affinità perì come l’effetto di substrati ad alta affinità per CYP3A4 sull’esposizione a solifenacina, non sono stati studiati. Poiché la solifenacina viene metabolizzata dall’isoenzima CYP3A4, sono possibili interazioni farmacocinetiche con altri substrati del CYP3A4 ad alta affinità (ad esempio verapamil, diltiazen) e induttori del CYP3A4 (ad esempio rifampicina, fenitoina, carbamazepina). Effetti della solifenacina sulla farmacocinetica di altri medicinali. Contraccettivi orali. L’assunzione di Vesiker non ha evidenziato interazioni farmacocinetiche tra la solifenacina e i contraccettivi orali (etinil-estradiolo/levonorgestrel). Warfarin. L’assunzione di Vesiker non ha determinato un’alterazione della farmacocinetica degli isomeri R-warfarin o S-warfarin né del loro effetto sul tempo di protrombina. Digossina. L’assunzione di Vesiker non ha evidenziato effetti sulla farmacocinetica della digossina. 4.6 Gravidanza e allattamento. Gravidanza. Non sono disponibili dati su donne che sono entrate in gravidanza durante l’assunzione di solifenacina. Gli studi sugli animali non indicano effetti nocivi diretti sulla fertilità, sullo sviluppo embrionale/fetale o sul parto (vedere sezione 5.3). Il rischio per gli esseri umani non è noto. É necessaria cautela nella prescrizione di Vesiker a donne in stato di gravidanza. Allattamento. Non sono disponibili dati sull’escrezione della solifenacina nel latte umano. Nei topi la solifenacina e/o i suoi metaboliti vengono escreti nel latte, e hanno provocato una riduzione della crescita dei topi neonati, dose dipendente (vedere sezione 5.3). Pertanto l’uso di Vesiker deve essere evitato durante l’allattamento. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare e usare macchinari. Poiché la solifenacina, analogamente ad altri anticolinergici, può causare annebbiamento della vista e, raramente, sonnolenza e affaticamento (vedere la sezione 4.8 degli effetti indesiderati), possono risultare effetti negativi sulla capacità di guida e sull’uso di macchine. 4.8 Effetti indesiderati. A causa degli effetti farmacologici della solifenacina, Vesiker può produrre effetti indesiderati anticolinergici in forma (generalmente) lieve o moderata. La frequenza degli effetti indesiderati anticolinergici è dose dipendente. La reazione avversa segnalata più frequentemente in seguito al trattamento con Vesiker è stata la secchezza delle fauci. Tale reazione si è verificata nell’11% dei pazienti trattati con la dose di 5 mg una volta al giorno, nel 22% dei pazienti trattati con la dose di 10 mg una volta al giorno e nel 4% dei pazienti trattati con placebo. La secchezza delle fauci si è presentata in generale in forma lieve, rendendo necessaria la sospensione del trattamento solo in rari casi. La compliance del farmaco si è generalmente rivelata molto elevata (pari a circa il 99%) e circa il 90% dei pazienti trattati con Vesiker ha completato il periodo di trattamento dello studio, previsto di 12 settimane. La tabella seguente riporta i dati raccolti nei trial clinici relativi al medicinale Vesiker.La tabella seguente riporta i dati raccolti nei trial clinici relativi al medicinale Vesiker.

Eventi avversi classificati secondo il sistema MedDRA

Comuni >1/100, <1/10

Non comuni >1/1000, <1/100

Rari <1/1000

Disturbi a carico dell’apparato gastrointestinale

Costipazione, nausea, dispepsia, dolori addominali

Reflusso gastroesofageo, secchezza delle fauci

Ostruzione del colon, occlusione da feci

Infezioni e infestazioni Infezione delle vie urinarie, cistite*

Disturbi a carico del sistema nervoso Sonnolenza, disgeusia

Disturbi visivi Vista sfocata Secchezza oculare

Disturbi generali e condizioni del sito di somministrazione

Stanchezza, edema agli arti inferiori

Disturbi respiratori, toracici e mediastinici Secchezza nasale

Disturbi cutanei e disturbi a carico dei tessuti sottocutanei Secchezza cutanea

Disturbi renali e urinari Difficoltà della minzione Ritenzione urinaria

Nel corso dello sviluppo clinico non si sono osservate reazioni allergiche. Tuttavia, la possibilità che si verifichino reazioni allergiche non può mai essere esclusa. 4.9 Sovradosaggio. La dose singola massima di solifenacina succinato somministrata a volontari umani è stata di 100 mg. A tale dosaggio, gli eventi avversi riportati più frequentemente sono stati: cefalea (in forma lieve), secchezza delle fauci (in forma moderata), vertigini (in forma moderata), sonnolenza (in forma lieve) e vista sfocata (in forma moderata). Non sono stati segnalati casi di sovradosaggio acuto. In caso di sovradosaggio da solifenacina succinato, il paziente va trattato con carbone attivo. È possibile eseguire una lavanda gastrica, evitando tuttavia di indurre il vomito. Come per gli altri anticolinergici, i sintomi possono essere così trattati: Gravi effetti anticolinergici centrali quali allucinazioni o marcata eccitazione: trattare con fisostigmina o carbacolo. Convulsioni o marcata eccitazione: trattare con benzodiazepine. Insufficienza respiratoria: trattare con respirazione artificiale. Tachicardia: trattare con beta-bloccanti. Ritenzione urinaria:

trattare con cateterizzazione. Midriasi: trattare con pilocarpina collirio e/o porre il paziente in ambiente buio. Come per gli altri antimuscarinici, in caso di sovradosaggio, occorre valutare attentamente i pazienti a rischio palese di un prolungamento dell’intervallo QT (ad esempio ipopotassiemia, bradicardia e contemporanea somministrazione di farmaci riconosciuti per prolungare l’intervallo QT) e con notevoli disturbi cardiaci preesistenti (ad esempio ischemia del miocardio, aritmia, insufficienza cardiaca congestizia). 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE. 5.1 Proprietà farmacodinamiche. Categoria farmacoterapeutica: Antispastici urinari. Codice ATC: G04B D08. Meccanismo d’azione. La solifenacina è un antagonista competitivo specifico dei recettori colinergici. La vescica è innervata da nervi parasimpatici colinergici. L’acetilcolina determina contrazione della muscolatura liscia del detrusore per mezzo di recettori muscarinici, di cui M3 rappresenta il sottotipo principalmente coinvolto.

Studi farmacologici in vitro e in vivo indicano che la solifenacina è un inibitore competitivo dei recettori muscarinici M3.Inoltre la solifenacina ha mostrato di essere un antagonista specifico per i recettori muscarinici avendo dimostrato una bassa o assente affinità per vari altri recettori e canali ionici testati. Effetti farmacodinamici. Il trattamento con Vesiker alle dosi giornaliere rispettivamente di 5 mg e 10 mg è stato esaminato in vari studi controllati, randomizzati in doppio cieco, condottiè stato esaminato in vari studi controllati, randomizzati in doppio cieco, condotti su uomini e donne con vescica iperattiva. Come evidenziato dalla tabella seguente, entrambe le dosi giornaliere di Vesiker,Come evidenziato dalla tabella seguente, entrambe le dosi giornaliere di Vesiker, ovvero 5 mg e 10 mg, hanno determinato miglioramenti statisticamente significativi rispetto al placebo negli end point primari e secondari. L’efficacia del farmaco si è osservata entro una settimana dall’inizio del trattamento e si stabilizzava nel corso di. L’efficacia del farmaco si è osservata entro una settimana dall’inizio del trattamento e si stabilizzava nel corso di 12 settimane. Uno studio in aperto a lungo termine, ha dimostrato il mantenimento dell’efficacia per almeno 12 mesi. Dopo 12 settimane di trattamento circa il 50% dei pazienti affetti da incontinenza prima del trattamento non presentava più episodi d’incontinenza; inoltre, nel 35% dei pazienti la frequenza giornaliera delle minzioni era scesa a meno di otto al giorno. Il trattamento dei sintomi della vescica iperattiva ha prodotto un effetto positivo su numerosi indici di qualità della vita, quali la percezione generale della salute, l’impatto dell’incontinenza, i limiti di ruolo, i limiti fisici, i limiti sociali, le emozioni, la gravità dei sintomi, le misure relative alla gravità e il rapporto tra riposo ed energia. Risultati (dati cumulati) di quattro studi controllati di Fase 3 con durata del trattamento di 12 settimane.

Placebo Vesiker 5 mg o.d.

Vesiker 10 mg o.d.

Tolterodina 2 mg b.i.d.

Numero di minzioni/24 hMedia basaleRiduzione media rispetto ai valori basali Variazione percento rispetto ai valori basalinValore p*

11.9 1.4

(12%)1138

12.12.3

(19%)552

<0.001

11.9 2.7

(23%)1158

<0.001

12.11.9

(16%)250

0.004

Numero di episodi di tenesmo vescicale/24 hMedia basaleRiduzione media rispetto ai valori basali Variazione percento rispetto ai valori basalinValore p*

6.3 2.0

(32%)1124

5.9 2.9

(49%)548

<0.001

6.2 3.4

(55%)1151

<0.001

5.4 2.1

(39%)250

0.031

Numero di episodi d’incontinenza/24 hMedia basaleRiduzione media rispetto ai valori basali Variazione percento rispetto ai valori basalinValore p*

2.9 1.1

(38%)781

2.61.5

(58%)314

<0.001

2.9 1.8

(62%)778

<0.001

2.3 1.1

(48%)157

0.009

Numero di episodi di nicturia/24 hMedia basaleRiduzione media rispetto ai valori basali Variazione percento rispetto ai valori basalinValore p*

1.8 0.4

(22%)1005

2.0 0.6

(30%)494

0.025

1.8 0.6

(33%)1035

<0.001

1.9 0.5

(26%)232

0.199

Volume evacuato/minzioneMedia basaleAumento medio rispetto ai valori basaliVariazione percento rispetto ai valori basalinValore p*

166 ml 9 ml(5%)1135

146 ml 32 ml (21%)552

<0.001

163 ml 43 ml (26%)1156

<0.001

147 ml 24 ml (16%)250

<0.001

Numero di assorbenti/24 hMedia basaleRiduzione media rispetto ai valori basali Variazione percento rispetto ai valori basalinValore p*

3.0 0.8

(27%)238

2.8 1.3

(46%)236

<0.001

2.7 1.3

(48%)242

<0.001

2.7 1.0

(37%)250

0.010

Note: in 4 studi pilota sono stati impiegati Vesiker 10 mg e placebo. In 2 dei 4 studi è stato usato anche Vesiker 5 mg e in uno è stata impiegata tolterodina 2 mg due volte al giorno. Non tutti i parametri e i gruppi di trattamento sono stati valutati in ciascun studio. Pertanto, il numero di pazienti elencati può differire a seconda del parametro e del gruppo di trattamento. * Significatività statistica: valore di “p” in confronto con placebo. 5.2 Proprietà farmacocinetiche. Caratteristiche generali. Assorbimento. Successivamente all’assunzione delle compresse di Vesiker, i picchi plasmatici (Cmax) di solifenacina vengono raggiunti dopo 3-8 ore. Il tmax è indipendente dalla dose. La Cmaxe l’AUC aumentano in proporzione alla dose tra 5 e 40 mg. La biodisponibilità assoluta è pari a circa il 90%. L’assunzione di cibo non ha alcun effetto sulla Cmax e sulla AUC della solifenacina. Distribuzione. Il volume di distribuzione apparente della solifenacina in seguito a somministrazione per via endovenosa è pari a circa 600 litri. La solifenacina è legata in larga misura (ovvero per circa il 98%) alle proteine plasmatiche, in primo luogo all’ 1-glicoproteina acida. Metabolismo. La solifenacina viene ampiamente metabolizzata dal fegato, principalmente dal citocromo P450 3A4 (CYP3A4). Vi sono tuttavia vie metaboliche alternative, che possono contribuire al metabolismo della solifenacina. La clearance sistemica della solifenacina è pari a circa 9,5 litri/h, mentre la sua emivita terminale varia tra 45 e 68 ore. Successivamente alla somministrazione per via orale, nel plasma sono stati identificati, oltre alla solifenacina, un metabolita farmacologicamente attivo (4R-idrossi solifenacina) e tre metaboliti inattivi di solifenacina (N-glucuronide, N-ossido e 4R-idrossi-N-ossido). Escrezione. Successivamente a una singola somministrazione di 10 mg di solifenacina (marcata 14C), è stata rilevata la presenza di radioattività per circa il 70% nell’urina e per il 23% nelle feci nei 26 giorni seguenti. Nell’urina circa l’11% della radioattività viene recuperata come sostanza attiva immodificata, circa il 18% come metabolita N-ossido, il 9% come metabolita 4R-idrossi-N-ossido e l’8% come metabolita 4R-idrossi (metabolita attivo). Proporzionalità della dose. La farmacocinetica risulta lineare nell’intervallo del dosaggio terapeutico. Caratteristiche nei pazienti. Età. Non è richiesto alcun aggiustamento della dose in relazione all’età dei pazienti. Gli studi sugli anziani hanno dimostrato che l’esposizione alla solifenacina, espressa come AUC, successivamente alla somministrazione di solifenacina succinato (5 mg e 10 mg una volta al giorno), non presentava differenze significative tra i soggetti anziani sani (di età compresa tra 65 e 80 anni) e i soggetti giovani sani (di età inferiore a 55 anni). La velocità media di assorbimento espressa come tmax è risultata leggermente inferiore negli anziani, mentre l’emivita terminale negli stessi soggetti anziani presentava una durata superiore di circa il 20%. Tali lievi differenze non sono state considerate clinicamente significative. La farmacocinetica della solifenacina nei bambini non è stata ancora definita. Sesso. La farmacocinetica della solifenacina non è influenzata dal sesso. Razza. La farmacocinetica della solifenacina non è influenzata dalla razza.è influenzata dalla razza. AlterazioneAlterazione della funzionalità renale. La AUC e la Cmax della solifenacina nei pazienti con lieve o moderata alterazione della funzionalità renale non differiscono in modo significativo dalla AUC e dalla Cmax rilevate nei volontari sani. Nei pazienti con grave alterazione della funzionalità renale (clearance della creatinina 30 ml/min) gli effetti dell’esposizione alla solifenacina sono risultati superiori in misura significativa rispetto ai controlli con aumenti della Cmax pari a circa il 30%, della AUC pari a oltre il 100% e del t½ pari a oltre il 60%. Tra la clearance della creatinina e la clearance della solifenacina è stata rilevata una correlazione statisticamente significativa. Nei pazienti in emodialisi la farmacocinetica non è stata ancora studiata. Alterazione della funzionalità epatica. Nei pazienti con moderata alterazione della funzionalità epatica (valori di Child-Pugh da 7 a 9) non si sono rilevate variazioni della Cmax, mentre la AUC è aumentata del 60% e il t½ è raddoppiato. La farmacocinetica della solifenacina nei pazienti con grave insufficienza epatica non è stata ancora studiata. 5.3 Dati preclinici di sicurezza. I dati preclinici non mostrano rischiI dati preclinici non mostrano rischi particolari per gli esseri umani sulla base di studi convenzionali di farmacologia di sicurezza, tossicità per somministrazionià per somministrazioni ripetute, fertilità, sviluppo embriofetale, genotossicità, potenzialità cancerogena. Negli studi sullo sviluppo pre- e postnatale nei topi, la solifenacina somministrata alle madri durante l’allattamento ha provocato in maniera dose-dipendente una riduzione di sopravvivenza dei nati vivi, una riduzione di peso dei cuccioli e un ritardo dello sviluppo fisico valutato su base clinica. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE. 6.1 Elenco degli eccipienti. Nucleo della compressa. Amido di mais. Lattosio monoidrato. Idrossipropilmetilcellulosa. Magnesio stearato.Magnesio stearato. Rivestimento. Macrogol 8000. Talco Idrossipropilmetilcellulosa. Titanio biossido (E171). Ossido di ferro giallo (E172).Ossido di ferro giallo (E172). 6.2 Incompatibilità. Non pertinente. 6.3 Validità. 3 anni.3 anni. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione. Vesiker. Il farmaco non richiede nessuna particolare condizione di conservazione.Vesiker. Il farmaco non richiede nessuna particolare condizione di conservazione. 6.5 Natura e contenuto del contenitore. Contenitore. Le compresse sono confezionate in blister di PVC/Alluminio. Dimensioni delle confezioni. 3, 5, 10, 20, 30, 50, 60, 90 o 100 compresse (è possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate). 6.6 Istruzioni per l’impiego e per la manipolazione. Non sono richiesti requisiti speciali. 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONEALL’IMMISSIONEINCOMMERCIO.AstellasPharmaSpA,Viadelle Industrie1,20061Carugate(Milano).8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO. 3 compresse rivestite con film in blister PVC/AL – AIC 036564019/M. 5 compresse rivestite con film in blister PVC/AL – AIC 036564021/M. 10 compresse rivestite con film in blister PVC/AL – AIC 036564033/M. 20 compresse rivestite con film in blister PVC/AL – AIC 036564173/M. 30 compresse rivestite con film in blister PVC/AL – AIC 036564045/M. 50 compresse rivestite con film in blister PVC/AL – AIC 036564058/M. 60 compresse rivestite con film in blister PVC/AL – AIC 036564060/M. 90 compresse rivestite con film in blister PVC/AL – AIC 036564072/M. 100 compresse rivestite con film in blister PVC/AL – AIC 036564084/M. 9. DATA DI PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE. 13 giugno 2005. 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO. Gennaio 2006.

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YProfessione

GYN

EC

OA

OG

OI

/N

UM

ER

O2

-200

7

21

�Può interferire con ilsonno, il lavoro, i viaggi, lasessualità, la vita direlazione in tutti i suoimolteplici aspetti. Il timoredi perdere il controllovescicale induce amodificare drasticamente ilproprio stile di vita, con unaperdita di autostima chepuò innescare ansia,depressione e isolamento.La maggior parte dellepersone affette da questasindrome non ricorreall’aiuto medico, mentre untrattamento adeguatopermette di ottenere buonirisultati

Anche se poco conosciutacome entità clinica bendefinita, la sindrome da

vescica iperattiva è al contrariouna condizione medica moltodiffusa in tutto il mondo, con unimpatto purtroppo molto im-portante in senso negativo sullaqualità di vita dei soggetti affetti.In questa “sindrome” rientranotutte quelle situazioni nelle qua-li non sia dimostrata o dimo-strabile una causa organica: inpratica il termine empirico di“vescica iperattiva” dovrebbe es-sere impiegato solo in assenza diuna comprovata infezione uri-naria o di altre patologie orga-niche note (ad esempio patolo-gie organiche proliferative ve-scicali ecc.).Disporre di dati epidemiologiciben precisi è molto difficile, senon quasi impossibile. Uno stu-dio inglese, pubblicato sul Bri-tish Journal of Urology del 2001,dimostrerebbe che il 17% deglieuropei di età superiore a 40 an-ni (22 milioni di persone circa)ha una sintomatologia da vesci-ca iperattiva e che solo il 27% sisottopone a un qualunque trat-tamento terapeutico. Anche al-tri dati provenienti dagli StatiUniti indicherebbero che anchenegli Usa un adulto over 40 sucinque soffre di vescica iperatti-va, con una percentuale di pa-zienti trattati non superiore al20%. La maggior parte dei sog-getti che sono afflitti da questasindrome, infatti, spesso non ri-corre all’aiuto medico, nella er-rata convinzione che essendo idisturbi del controllo vescicale

parte integrante del processo diinvecchiamento, non vi sia inpratica nulla da fare; purtroppodobbiamo ammettere che anchequando lo fa non sempre trovamedici con una sufficiente co-noscenza della patologia in gra-do di offrirgli risposte concrete.

I sintomiMolti studi sulla sintomatologiadella vescica iperattiva mostranochiaramente l’importanza della

sua influenza sulla qualità di vi-ta, superiore anche rispetto a pa-tologie senz’altro molto più con-siderate in questo senso (comeil diabete o la depressione).Il sintomo statisticamente più fre-quente è la pollachiuria ovverola necessità di minzioni fre-quenti; il meno frequente è l’in-continenza urinaria (per ragio-ni anatomiche più frequente nelsesso femminile), ma il sintomodeterminante è “l’urgenza”, l’im-provviso e incoercibile stimoloalla minzione. Questa sintoma-tologia può interferire con il son-no, il lavoro, i viaggi, l’attività ses-suale, la vita di relazione in tuttii suoi molteplici aspetti: il timo-re della possibile perdita dellacapacità di controllo vescicale in-duce le persone a modifiche dra-stiche del proprio stile di vita perl’inevitabile acquisizione di mec-canismi di adattamento preven-tivo (limitazione degli sposta-menti quotidiani, “mappatura”delle toilette cittadine, riduzio-ne dell’apporto idrico, cessazio-ne dell’attività sessuale, uso di as-sorbenti o pannoloni ecc.). Tut-to ciò porta chiaramente, direiquasi inevitabilmente, a una for-te riduzione dell’autostima, fa-cilitando la depressione.

I fattori di rischioI possibili fattori di rischio, chenel tempo sono stati associati conla vescica iperattiva, sono: l’età,la menopausa, l’obesità, altri sin-tomi urinari, le alterazioni fun-zionali e/o della sfera cognitiva,i rischi occupazionali, le infezio-ni croniche delle vie urinarie,l’anamnesi positiva per prece-dente chirurgia uro-ginecologi-ca, il fumo di sigaretta, le malat-tie neurologiche, ecc. ma l’elen-co potrebbe continuare.

Stili di vita e trattamentimedici di prima istanzaUna volta realizzata una diagno-si di presunzione, escluse pato-logie organiche determinanti, ilprimo trattamento da realizzareriguarda la modifica di alcuni sti-li di vita, come la perdita di pe-so, la sospensione del fumo, laregolarizzazione della dieta e del-l’apporto idrico e l’eliminazionedi sostanze irritanti per l’urote-lio, come caffeina e teina; nelledonne, si può considerare la pos-sibilità di una terapia estrogeni-ca locale o generale. Le primeopzioni terapeutiche per il trat-tamento della vescica iperattivasono rappresentate dagli eserci-zi di riabilitazione del pavimen-

to pelvico, dal training vescicalee dall’uso di prodotti farmacolo-gici, tra i quali gli “antimuscari-nici”, ad oggi considerati la clas-se di farmaci maggiormente ef-ficace sulla sintomatologia.Ogniqualvolta vi sia una sospet-ta diagnosi di sindrome da vesci-ca iperattiva, con o senza incon-tinenza da urgenza, è lecito quin-di iniziare una terapia farmaco-logica antimuscarinica, in assen-za di residuo vescicale post min-zionale significativo (uguale o su-periore ai 100 cc) e di controin-dicazioni specifiche, come il glau-coma ad angolo chiuso o la stip-si grave.Il farmaco capostipite e di riferi-mento è stato per lungo tempol’ossibutinina, sul cui impiego pe-rò grava da sempre la presenzadi importanti effetti collaterali in-desiderati, come la secchezza del-le fauci o la stipsi; per ovviare aciò si sono proposte nel tempovarie formulazioni come il tro-spio o la tolterodina; ottimi ri-

sultati si sono recente-mente ottenuti conl’introduzione della so-lifenacina, molecolache gli studi interna-zionali più accreditatiindicano come la ri-sposta attualmente piùindicata per ottenereuna soddisfacente ri-duzione della sinto-matologia associata auna migliore tollerabi-lità e accettazione daparte delle pazienti.Casi particolarmentegravi, resistenti alle te-rapie di prima linea,possono essere avviatia forme di terapia più

invasive, come la neuro-modula-zione sacrale o l’applicazione difarmaci endovescicali (es. la tos-sina botulinica); l’impiego peròdi queste terapie è e deve al mo-mento essere limitato ai centri dialta specializzazione. In conclu-sione, la sindrome da vescica ipe-rattiva è una condizione moltofrequente, che provoca nei pa-zienti che ne sono affetti una no-tevole riduzione della qualità divita; ciò nonostante molte per-sone hanno difficoltà anche so-lo a parlarne e/o a chiedere aiu-to alla classe medica. Spesso puòcapitare anche che il pazientetrovi risposte inadeguate o noncorrette e non venga avviato adalcuna forma di terapia. Dob-biamo invece considerare che,dopo una diagnosi corretta, èpossibile attuare un trattamentoadeguato, che prevede modifi-che di alcuni stili di vita, una te-rapia fisica riabilitativa e una te-rapia farmacologica mirata. Peri casi più impegnativi è indicatoil ricorso a terapie più comples-se in centri iperspecialistici. L’in-sieme di queste metodologie per-mette già ora di ottenere buonirisultati in gran parte dei pa-zienti, risultati che auspichiamoveder migliorati nel prossimo fu-turo grazie al costante sviluppodella ricerca sia in campo dia-gnostico che terapeutico.*Responsabile Area Funzionale Uro-ginecologia, S.C. Ostetricia e Gineco-logia, E.O. Ospedali Galliera Genova

Y

La vescica iperattiva:un problema emergente

Uroginecologia di Mauro Garaventa*

DefinizioneCon il termine di vescicaiperattiva si intende unasintomatologia che comprendel’”urgenzaminzionale”, definitacome sensazione improvvisa eimpellente di “dovere” urinare,e l’aumento della frequenzaminzionale diurna e/o notturna.A queste due condizioni puòessere omeno associata unaparticolare tipologia diincontinenza urinaria definita“da urgenza”, in quantol’intensità dello stimolova a superare la capacitàdi autocontrollodella o del paziente

È un disturbourologico cheriguarda circa 3milioni di italiani(oltre 50milioniin tutto il mondo),uomini e donne,anchein giovane età

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Le infezioni vaginali rap-presentano una delle pa-tologie che più frequen-

temente il ginecologo incontranella sua pratica clinica: si trat-ta di forme che tendono a ripe-tersi nel tempo e che non sem-pre sono riconducibili ad entitàpatologiche ben definite.Spesso si creano circoli viziosi,in cui la necessità di ripetere lecure finisce per favorire l’alte-razione dell’ecosistema vagina-le, contribuendo al ripetersi disuccessive infezioni, e svolgen-do un’azione di sensibilizzazio-ne che automantiene il ciclo pa-tologico.Non possiamo negare che even-ti di tal genere, che richiedonoun intervento che potrebbe es-sere ritenuto banale, possono arompere la fiducia tra noi e lenostre pazienti, dal momentoche viene scambiata per trascu-ratezza o scarsa capacità la diffi-coltà oggettiva a risolvere la pro-blematica in maniera radicale.D’altra parte la maggior partedelle donne, si rivolgono ai ser-vizi ginecologici prevalente-mente nel momento della pato-logia, limitandosi a riportare isintomi, e non sono consapevo-li di quanto possono influire suqueste patologie anche com-portamenti, stili di vita e abitu-dini errate.La vita delle donne e le loro abi-tudini sono, infatti, cambiate: ac-canto ad una maggiore cura nel-l’igiene, anche quella intima, lavita lavorativa, che costringe arestare molte ore fuori casa, creadifficoltà al mantenimento di al-cune precauzioni igieniche.Ecco allora che il mercato met-te a disposizione una serie diprodotti in grado di “tampona-re” ma non di risolvere la situa-zione, come salviette, salvaslipche impediscono la traspirazio-ne e costituiscono un ottimo“pabuluum” per lo sviluppo digermi oppure spray profumatiche, come mostra la letteratura,possono essere implicati nellosviluppo e il mantenimento divaginosi batteriche.L’Aogoi ha voluto promuovereuna campagna di educazione inquesto settore poco conosciutoper saggiare le abitudini di vitadelle donne, la possibile corre-lazione con la frequenza di in-

fezioni e l’attitudine dei suoiiscritti a conoscere e farsi caricodi questo problema.

Materiali e metodiAbbiamo svolto due di-stinte indagi-ni: la pri-ma, mirata

a conoscere le abitudini e i com-portamenti delle donne, si basasu 637 interviste a donne di etàcompresa tra i 18 e 66 anni (il48% di età inferiore o uguale a35 anni), afferite ai centri, 43 di-stribuiti in tutta Italia, per unavisita ginecologica di routine oper controllo in gravidanza.La seconda, mirata a saggiarel’opinione dei ginecologi relati-

vamente ai consigli uti-li nella pratica clinicaper prevenire le infe-zioni e l’uso correttodi assorbenti, si basasui questionari inviatiagli iscritti Aogoi nel pe-riodo maggio-settembre2006. Complessivamentehanno risposto 437 gine-cologi (età media 49 anni),in prevalenza di maschi(64%), con attività preva-lente in ospedale(65%).

RisultatiDalle nostre indagini

risulta come ci sia attenzioneda parte della donna versol’igiene intima, con la diffusaabitudine a lavarsi spesso. In-fatti, il 47% delle donne inter-vistate riferisce di sentire la ne-cessità di lavarsi per l’igiene in-tima 2 volte al giorno e circa il44% 3 volte o più. La grandemaggioranza delle donne in-cluse nello studio, inoltre, rife-risce di utilizzare un detergen-te specifico per l’igiene intima(81%) (Tabella 1).

Le infezioni vagi-nali e le vulviti allergi-che sono un problema co-mune e sono associate in ma-niera significativamente mag-giore all’uso di pantaloni at-tillati o jeans o biancheria in-tima sintetica.Nel 20% delle donne sono sta-ti riportati due o più episodidi infezioni vaginali: la pre-senza di infezioni vaginali osintomi vaginali sono stati cau-sa di disagio nel 25% circa del-le donne intervistate (Tabella2).Il rischio di infezione ripetutaera aumentato del 90% nelledonne che riferivano di in-dossare spesso jeans o panta-loni attillati e del 50% nelledonne che utilizzavano bian-cheria intima sintetica rispet-to a chi non la utilizzava.Le opinioni dei ginecologi so-no sostanzialmente coerenticon quelli che sono i risultatidello studio: infatti vengonoindicati come fattori di rischiodi infezione vaginale, in ordi-ne decrescente: la terapia an-tibiotica (indicata nell’85%),il diabete (80%), il numerodei partner sessuali (70%),l’uso di biancheria sintetica(30%) e l’uso di indumentistretti (25%).I consigli suggeriti dai gineco-logi per ridurre il rischio di in-fezione vaginale sono stati:non usare biancheria sintetica(75%), non usare indumentistretti (70%), usare sempre ilpreservativo (35%).

Assorbenti e proteggi slipL’uso di proteggi slip è riporta-to dal 35% delle donne (mino-re nelle donne di età superiorea 50 anni) (Tabella 3).La grande maggioranza delledonne intervistate preferiscel’assorbente esterno durante lemestruazioni: è questo il tipo diassorbente più comunemente

usato anche nella fascia

di età più giovane. Il 75% circadei ginecologi dichiara di in-formarsi sulle abitudini delladonna riguardo all’uso di as-sorbenti: sempre il 75% dichia-ra inoltre di consigliare la don-na rispetto all’uso di assorben-ti, suggerendo, nel 90% dei ca-si, l’uso di assorbenti di cotone.Infine il 70% dei ginecologi ri-tiene che le vulviti allergicherappresentino un problema cli-nico comune, e valuta che, nel-la propria pratica clinica, sonocirca il 15% le donne che ven-gono in consulenza per questoproblema.Per l’80% dei ginecologi l’usodi assorbenti sintetici è associa-to a insorgenza di vulviti aller-giche e il 98% ritiene che l’usodi assorbenti in cotone riduca ilrischio di vulviti allergiche.

ConclusioniLa vulva, sede di recettori sen-soriali di ogni tipo, è una re-gione anatomica estremamentesensibile e vulnerabile a diversistimoli, endogeni ed esogeni,tanto da costituire il bersagliodi numerosi disturbi e condi-zioni patologiche, talvolta a pa-togenesi misconosciuta e di dif-ficile diagnosi. Accanto alle no-te vulviti specifiche, microbiche,fungine e virali sono sempre piùfrequenti, e in continuo au-

Professione

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Tab.2 Frequenza diinfezioni sintomi vaginali

Episodi di infezioni vaginali nelcorso dell’ultimo anno

Donne (N. e %)0 ..............................312 (53.7)1 ..............................150 (25.8)2 ................................90 (15.5)3 o più ..........................29 (5.0)

Si è mai sentita a disagioper questi motivi?Mai ..........................339 (55.9)Quasi mai ................127 (20.9)Qualche volta ...........122 (20.1)Di frequente .................19 (3.1)

Tab. 3 Uso di proteggi slip e assorbenti *

Fa uso di proteggi slip?Donne Età 18-35 Età 36-50 Età 51-65(N.e%) N. (%) N. (%) N. (%)

Sempre 97 (15.8) 49 (16.1) 37 (15.4) 11 (17.5)Spesso 117 (19.1) 64 (20.9) 44 (18.3) 8 (12.7)Qualche volta 239 (39.0) 126 (41.2) 94 (39.2) 17 (27.0)Mai 160 (26.1) 67 (21.9) 65 (27.1) 27 (42.9)

Quale tipo di assorbente usa durante le mestruazioni?EsternoSempre 488 (85.9)^ 241 (81.4) 210 (90.1)^ 34 (97.1)^Qualche volta 48 (8.5) 33 (11.2) 15 (6.4) 0Mai 32 (5.6) 22 (7.4) 8 (3.4) 1 (2.9)

Interno con applicatoreSempre 44 (8.1) 26 (9.2) 16 (7.1) 1 (2.9)Qualche volta 98 (18.0) 58 (20.6) 34 (15.2) 5 (14.3)Mai 403 (73.9) 198 (70.2) 174 (77.7) 29 (82.9)

In alcuni casi la somma non arriva al totale a causa di valorimancanti^ donne in pre-menopausa* risposte multiple

segue a pagina 26

In alcuni casi la sommanon arriva al totale a causadi valori mancanti

Tab.1 Abitudini igieniche*

Quante volte al dì sente lanecessità di lavarsi per l’igieneintima?

Donne (N. e %)1..................................55 (8.7)2..............................298 (47.1)3..............................175 (27.7)4 o più......................105 (16.6)

Quale tipo di detergente usa?Sapone normale .......113 (18.8)Detergente specifico....488 (81.2)

In alcuni casi lasomma non arrivaal totale a causadi valori mancanti

* rispostemultiple

L’uso di assorbentie le infezioni vaginali

Campagna di prevenzioneAogoi a cura di V.Dubini e F.Parazzini

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� Promuovere unamaggiore attenzione allaqualità della curadell’igiene intima, evitandocomportamenti e abitudiniscorrette. È quanto sipropone la campagnaAogoi per la prevenzionedelle infezioni vaginali edelle vulviti allergiche,rivolta alle donne e aiginecologi

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Il carcinoma del collo dell’ute-ro rappresenta il primo tumo-re maligno della donna nei

Paesi in via di sviluppo (Pvs) e ilsecondo a livello mondiale in ter-mini di incidenza: ogni anno ven-gono diagnosticati nel mondo 500mila casi. L’incidenza varia moltoda area geografica, ma è comun-que più elevata nei Pvs. Tra i Pae-si della Comunità Europea, dovesi osservano oltre 13 mila decessie circa 24 mila nuovi casi per an-no, l’Italia si colloca in una posi-zione intermedio-bassa, con circa1.500 decessi all’anno per tale pa-tologia (1, 2).Il carcinoma del collo uterino è ilprimo tumore di cui sia stata iden-tificata, in modo incontestabile,la causa virale (3,4): lo Human Pa-pilloma Virus (Hpv). Oggi, grazieai progressi della ricerca, è in com-mercio un vaccino che protegge-rà le donne dai tipi di questo vi-rus responsabili del 70-75 per cen-to dei cervicocarcinomi (5,6).L’immunità conferita ai soggettivaccinati, da quanto emerge daidati di efficacia ormai giunti al tra-guardo di 5 anni di follow-up, èpersistente ed è dovuta non soload un’improbabile “sterilizzazio-ne completa” delle mucose geni-tali, ma anche attraverso una ri-duzione della carica virale, agisceimpedendo de facto l’attecchi-mento dell’infezione (7, 8, 9).Screening e diagnosi precoce og-gi permettono di individuare, at-traverso Pap test e Hpv test, le al-terazioni tumorali delle cellule pri-ma che compaiano i sintomi cli-nici; l’effettuazione del pap testdall’inizio dell’attività sessuale esuccessivamente ogni due o treanni nella fascia di età tra i 25 edi 64 anni comporterebbe a regi-me una riduzione fino al 90% del-l’incidenza di tumore invasivo delcollo dell’utero (10, 11, 12).Com’è noto, il virus del Papillo-

ma umano si trasmette per via ses-suale e il rapporto tra la presenzadel virus e il tumore del collo del-l’utero è molto stretto: quest’ulti-mo, infatti, compare quasi esclu-sivamente in donne che hannouna infezione da Hpv, anche seciò non significa necessariamen-te che chi contrae il virus debbasviluppare il tumore. Le lesioni daPapillomavirus sono infatti fre-quenti: si calcola che il 75% del-le persone che hanno o hannoavuto un’attività sessuale presen-tano un’infezione da Hpv (13, 14, 15).Nella maggioranza dei casi le in-fezioni scompaiono autonoma-mente e solo una parte se lascia-ta a sè, progredisce verso il can-cro(16). In ogni caso, molto tempo

prima dell’insorgenza del tumo-re, compaiono lesioni pretumo-rali che vengono evidenziate da-gli screening permettendo di in-tervenire precocemente. La pos-sibilità di verificare, mediantel’Hpv-test, la presenza o meno diun virus ad alto/basso rischio è digrande utilità in integrazione conil Pap-test (17, 18, 19). Non si mette indiscussione il ruolo insostituibiledel Pap-test all’interno dei pro-grammi di screening, ma l’inte-grazione con il test virale (peresempio nelle donne dopo i 30anni o in quelle con risposta ci-tologica dubbia) riesce a discri-minare quelle che, nella realtà,non corrono alcun rischio da co-loro che invece devono affronta-

re un ulteriore livello diagnosticocome la colposcopia (20). In Italiavengono registrati ogni anno3.500 casi di tumore al collo del-l’utero, con un’incidenza mag-giore nella fascia di età tra 30-35anni e, in minor numero, in quel-la intorno ai 60 anni, con unamortalità a cinque anni del 35%(21, 22, 23). La prevalenza dell’infe-zione da Hpv è molto alta negliadulti sessualmente attivi e au-menta con il numero di partnersessuali, per cui un’infezione per-sistente può essere determinantenella carcinogenesi (16, 24, 25, 26). Perquesto è importante che attra-verso un’informazione corretta emirata si crei una cultura dellaprevenzione. Lo scenario per laprevenzione del cervicocarcino-

ma si sta rapidamente evolvendograzie alle migliori conoscenze sul-la sua storia naturale, soprattuttoper la stretta correlazione dimo-strata tra alcuni tipi virali della fa-miglia degli Hpv e lo sviluppo del-la neoplasia (27). I sottotipi 16 e 18sono stati riconosciuti responsa-bili di più del 70% delle neopla-sie cervicali (28, 29). In base alle evi-denze disponibili sul ruolo carci-nogenetico dell’Hpv e della cor-relazione tra infezione persisten-te e insorgenza della neoplasia

cervicale appare chiaro che l’in-troduzione di un vaccino anti-Hpvrappresenta un evento rilevantenella prevenzione primaria (30). In-fatti si tratta del primo vaccinomesso in commercio che puòprevenire l’insorgenza di unaneoplasia maligna. La vaccina-zione può diventare la chiave diprevenzione dei tumori malignicausati da agenti infettivi e do-vrebbe essere attuata già in tene-ra età, quando la donna non haancora iniziato la sua vita sessua-le. Ideale sarebbe effettuare lavaccinazione sulle bambine perdare una futura copertura controil Papillomavirus Umano (Hpv)(31, 32, 33). Tuttavia, le problemati-che connesse all’introduzione sularga scala di un vaccino preven-tivo per Hpv potrebbero esseremolteplici.Tra gli aspetti legati alle strategieoperative da adottare con l’intro-duzione della vaccinazione anti-Hpv, rivestono una certa impor-tanza i criteri di selezione del sot-togruppo di popolazione che puòtrarre maggiore beneficio da que-sta forma di prevenzione prima-ria e quindi destinataria del pro-gramma vaccinale. Infatti è prio-ritario assicurare un buon livellodi copertura nella fascia di popo-lazione femminile in cui si stimala massima incidenza di acquisi-zione dell’infezione. Numerosistudi nazionali e internazionali in-dicano che la prevalenza massimadi positività per infezione da Hpvsi pone tra i 20 e i 30 anni di etàper poi decrescere progressiva-mente nelle fasce di età più avan-zate (34). Pertanto la vaccinazioneanti-Hpv in età adolescenziale opreadolescenziale, prima cioè chepossano correre il rischio di con-trarre il Papillomavirus, rappre-

senta la fascia di etàideale per intraprende-re la vaccinazione (35, 36,

37). Per facilitare l’ade-sione alla vaccinazionepreventiva, è indispen-sabile avviare percorsi adhoc per promuoverel’integrazione dei diver-si settori (reparti e ser-vizi di ginecologia, re-parti e servizi di pedia-tria, consultori, servizi diigiene pubblica, distrettisocio-sanitari, speciali-sti liberi professionistiginecologi e pediatri,

scuole, ecc.) ricercando e solle-citando la collaborazione dei me-dici e dei pediatri del Ssn chepossono fungere da anello di col-legamento con i genitori. Il me-dico di medicina generale(Mmg) italiano potrebbe avereil compito di fornire un coun-selling di orientamento e soste-gno per le pazienti che devonofare il pap test, e sorvegliare sul-la adesione del paziente al pro-tocollo previsto. Il Mmg inoltrepuò avere un ruolo di mediato-

Human Papilloma Virus di Paolo Scollo, Emilio Lomeo*

AggiornamentiY

Vaccinazione anti-HPV, unfuturo più sereno per la donnaPer prevenire il primo tumore di cui sia stata identificata, in modoincontestabile, la causa virale: lo Human Papilloma Virus è ora incommercio un vaccino che proteggerà le donne dai tipi di questovirus responsabili del 70-75 per cento dei cervicocarcinomi.Si tratta del primo vaccino commercializzatoin grado di prevenire l’insorgenza di una neoplasia maligna

L’introduzione delvaccino anti-Hpvnon deve significareuno stop ai pap test.Il programma divaccinazione e quellodi prevenzionecitologica devonoprocedereparallelamente,come in simbiosi

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25re/informatore del paziente sulproblema Hpv/carcinoma dellacervice uterina e sulla disponibi-lità di un vaccino preventivo. Sul-l’esito di una campagna vaccina-le, in termini di copertura dellapopolazione bersaglio, potrebbe-ro incidere negativamente le me-desime problematiche che at-tualmente comportano (soprat-tutto in alcune fasce socio-econo-miche più svantaggiate) una mi-nore attenzione verso i program-mi di prevenzione del cervico-carcinoma e, di fatto, una dise-guaglianza nell’accesso a questaforma di prevenzione (38). Infatti,la percentuale di adesione alloscreening per il carcinoma dellacervice uterina nel nostro Paeseè solo il 50%. Solo una donna sudue, tra i 25 e i 64 anni, effettuaquesto test con la cadenza e la re-golarità prevista dai protocolli pre-ventivi, con notevoli differenza frail Centro-Nord (75%) e il Sud checomplessivamente non supera il35%. Tutto ciò quando è ormairisaputo che l’adesione ad un pro-gramma di screening potrebbeportare alla quasi eradicazione deltumore del collo dell’utero inte-so come invasivo (39). Pertanto illivello di istruzione e la condizio-ne socio-economica della popo-lazione target potrebbero condi-zionare l’adesione o meno ad unacampagna di vaccinazione controil Papillomavirus analogamente aquanto già avviene per i pro-grammi di screening mediante ilpap test, ove la percentuale di uti-lizzo del test cresce con l’aumen-tare del titolo di studio ed è piùalta per le donne occupate. Pren-dendo come riferimento le per-centuali di adesione alle attualicampagne di screening quale in-dicatore di sensibilizzazione del-la popolazione femminile, un al-tro fenomeno da tenere in consi-derazione è quello legato alla di-somogenea situazione tra le varierealtà regionali.I sintomi di una carenza di infor-mazione, che porta ad una sotto-conoscenza del fenomeno da par-te della popolazione femminile,e organizzativa, sono più eviden-ti in quelle regioni dove i pro-grammi di screening sono attiva-ti solo parzialmente e in quelle incui non risulta attivato alcun pro-gramma. Da ciò si evince che l’im-pegno a colmare le lacune a livelloinformativo/comunicativo me-diante azioni di promozione, mi-rate e differenziate a seconda del-le diverse aree geografiche, rien-tra tra le azioni prioritarie. Unprogramma di prevenzione pri-maria mediante immunizzazioneattiva deve essere inserito all’in-terno del contesto delle strategiepreventive del cervicocarcinoma,vaccinazione da un lato, e pro-gramma di prevenzione citologi-ca, dall’altro, che devono proce-dere parallelamente come in sim-biosi, auspicando l’introduzione

del test per l’identificazione ela tipizzazione dell’Hpv al fine divalutare la diffusione dei diversisierotipi nella popolazione bersa-glio di una determinata area geo-grafica, che può risultare impor-tante per una sorveglianza suc-cessiva all’introduzione dei vac-cini anti-Hpv disponibili (40, 41, 42,

43, 44, 45). Un altro elemento daconsiderare è la modalità con cuil’offerta vaccinale possa giunge-re all’intera popolazione bersa-glio, che consenta di operare perchiamata attiva. È altrettanto evi-dente che per l’implementazio-ne del programma vi è la neces-sità di un coordinamento tra i va-ri attori coinvolti, che garantiscail monitoraggio del programmastesso con indicatori per la valu-tazione di processo e di risultato

(lista della popolazione invitatae degli aderenti, tassi di parteci-pazione, copertura della popo-lazione bersaglio, ecc.) e checonsenta la sorveglianza post vac-cinale. Dai mass media sta giun-gendo l’errata informazione, siaai medici di medicina generaleche alle pazienti, dello “stop aipap test”: tale prospettiva non èipotizzabile, se non quando lavaccinazione avrà coperto in tut-to il mondo un’alta percentualedella popolazione femminile intenera età. In ogni caso per va-lutarne l’impatto sull’incidenzadel carcinoma cervicale si do-vranno attendere molti anni, percui dovrà persistere un pro-

gramma di prevenzione se-condaria efficace e capillare, se-condo schemi di integrazionedelle due azioni preventive (pre-venzione primaria e prevenzio-ne secondaria).Comunque è necessario ricor-dare che anche ipotizzando unacopertura del 100% della popo-lazione con la campagna di vac-cinazione si potrebbe prevenirel’insorgenza del 70% delle neo-plasie cervicali, pertanto la cito-logia manterrà sempre il suoruolo, anche se probabilmenteverrà rimodulata la frequenzadel suo impiego (46, 47, 48, 49). L’in-troduzione del vaccino per Hpvdunque non significherà che ledonne possano evitare i controllipreventivi, soprattutto in una fa-se in cui tali controlli non han-

no ancora raggiunto percentua-li ottimali nemmeno in tutte leregioni italiane. Viceversa, oc-corre diffondere il messaggio cheil vaccino si aggiungerà allo scree-ning al fine di aumentare la pro-tezione di tutte le donne controil cervicocarcinoma. Uno deglieffetti dell’introduzione del vac-cino anti-Hpv dovrebbe essereproprio quello di potenziare leattività di screening esistenti peruna maggiore sensibilizzazionedel pubblico sull’argomento, alfine di offrire la prevenzione siaalle donne che ricevono il vacci-no sia a quelle che non lo rice-vono nonché per controllare glieffetti del vaccino stesso.*U. O. C. di Ginecologia e OstetriciaAzienda Ospedaliera Cannizzaro,Catania (Direttore: Prof. P. Scollo)

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48. Skjeldestad FE for the FUTURE IIsteering committee.Prophylactic qua-drivalent human papillomavirus(HPV) (types 6,11,16,18) L1 virus-like particles (VLP) vaccine (Garda-sil) reduces cervical intraepithelialneoplasia (CIN) 2/3 risk. 43rd An-nual Meeting of IDSA,2005 October6-9 - San Francisco.Abstract LB-8a

49. Harper DM,Franco EL,Wheller CMet al.Sustained efficacy up to 4.5 ye-ars of bivalent L1 virus-like particlevaccine againsta human papillomavi-rus type 16 and 18: follow-up from arandomised trial. Lancet 2006;367:1247-55

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Si parla di secchezza vagi-nale, quando la naturalesecrezione, fondamentale

per il benessere dell’ecosistemavulvovaginale, è scarsa o addi-rittura assente. Essa non è sol-tanto un problema della donnain menopausa, riconoscendo,oltre alla carenza estrogenica ti-pica di quella età, anche altrecause, quali lo stress, la con-traccezione, l’abuso di lavandevaginali, l’allattamento, il post-partum, il diabete, l’uso di as-sorbenti interni, ecc…, perciòessa si può verificare in tutte leetà, ed anche in donne chehanno ancora un’attività ses-suale regolare.Con la menopausa si ha la ces-sazione dell’attività ormonaleovarica, fondamentale per ilmantenimento di un’adeguatalubrificazione vaginale – infat-ti, in tale periodo si verifica ungraduale assottigliamento del-la mucosa vaginale, che deter-mina secchezza, bruciore, pru-rito e soprattutto disagi ai rap-porti sessuali, con inevitabili ri-percussioni sui rapporti di cop-pia – e la caduta della libido,che frequentemente ad essa siaccompagna, è spesso dovutapiù alla insufficiente secrezio-ne vaginale che alla caduta deltasso estrogenico.La minore produzione di mu-co, inoltre, rende ancor più vul-nerabile la vulva e la vagina al-le infezioni, infatti durante irapporti sessuali si possono ve-rificare delle piccole abrasioni,attraverso le quali i germi co-

munemente presenti in vaginapenetrando in profondità ge-nerano infezioni. I cosiddettidetergenti neutri, talvolta, peril loro eccessivo potere sgras-

sante, risultano ancora più dan-nosi per la mucosa vaginale ag-gravando ulteriormente la sin-tomatologia, per questo la scel-ta del detergente intimo, spe-

cie in queste situazioni, deve es-sere molto oculata, ed in parti-colare, essi devono soddisfarealcune fondamentali caratteri-stiche, quali, non alterare il pHvaginale, mantenere una buo-na lubrificazione ed idratazio-ne e al contempo detergere lazona delicatamente.Non è quindi sufficiente soloun’attenta e scrupolosa igieneper assicurare il benessere del-la propria intimità, ma soprat-tutto garantire un’adeguata ecorretta lubrificazione vagina-le. A tale proposito è stato con-dotto uno studio sull’uso di ungel lubrificante vaginale giàcommercializzato in Italia (Eu-clointima Gel) a base di acidojaluronico, acido lattico ed al-tri componenti, particolarmen-te indicato nei casi di secchez-za vaginale.

Materiali e metodiHanno preso parte all’indagine40 donne, comprese tra 55 e 65anni, afferite presso gli ambu-latori per la menopausa, che la-mentavano disturbi vaginali perlo più legati alla secchezza va-ginale, quali bruciori, prurito efastidio nei rapporti sessuali, al-le quali è stata consegnata unaconfezione del gel in esame, daapplicare in vagina una volta aldì, per una durata di 10 giorni.Sono stati eseguiti, ad inizio e afine studio, degli esami coltu-rali vaginali per escludere even-tuali vaginiti o vaginosi da trat-tare secondo le terapie più ido-nee ed in caso di positività le

donne sono state escluse dallostudio.Sono stati annotati su due sche-de i sintomi lamentati e la lorointensità, all’atto dell’arruola-mento e alla fine del tratta-mento con il gel lubrificante.A fine indagine le donne sonostate invitate ad esprimere unparere, su un apposito questio-nario, riguardo l’uso del lubri-ficante, omettendo volontaria-mente la valutazione della qua-lità dei rapporti sessuali, che si-curamente ne ha beneficiato,per evitare di accostare l’uso dellubrificante all’atto sessuale, fa-cendolo così considerare comeun prodotto “erotico”.

Risultati e considerazioniTutte le donne hanno portatoa termine lo studio, ed in 32 ca-si si è avuto la completa remis-sione dei sintomi, mentre in 6casi è stato registrato un nettomiglioramento della sintoma-tologia, specie per il bruciore,nei rimanenti 2 casi (63 e 65 an-ni) si è avuto solo un’attenua-zione dei disturbi. Alle 32 don-ne del primo gruppo è statoconsigliato di continuare adusare il prodotto, nei modi pre-scritti, mentre le 8 che non han-no beneficiato appieno dell’usodel gel lubrificante, sono stateinvitate ad usarlo 2 volte al dìper altri 10 giorni.Al successivo controllo dopo 20giorni di trattamento, tutte ledonne si sono ritenute soddi-sfatte dell’uso del lubrificante,senza sintomi e/o reazioni av-verse. In conclusione l’uso di“Euclointima Gel” lubrificantevaginale, è consigliabile, a do-si secondo l’entità del proble-ma, in tutte quelle situazioni disecchezza e/o irritazione vagi-nale che si accompagnano co-sì frequentemente nella vita diuna donna, specie in meno-pausa, evitando così l’uso di ri-medi fai da te alternativi comeoli per bambini, vaselina, latteidratante, creme cosmetiche edaltro.* Ospedale Buon Consigliodei Fatebenefratelli, Napoli** Clinica Santa Patrizia, Napoli

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mento, quelle ad etiologia in-certa, che possono essere consi-derate un problema medicoemergente.Si può ipotizzare che le continueaggressioni alla cute vulvare, daparte di detergenti e sostanze chi-miche ad azione irritante finisca-no per danneggiare il film lipidi-co cutaneo e la componente in-tercellulare dello strato corneo,fino a compromettere il suo fi-

siologico stato di barriera. Tuttociò si traduce in una vulvite irri-tativa, vera e propria dermatite,che origina da errate abitudini siaigieniche che comportamentali,probabilmente attraverso fattoriche, fungendo da agenti iper-sensibilizzanti, una volta scatena-to lo stimolo irritativo lo perpe-tuano nel tempo anche dopo chelo stesso viene rimosso.I risultati della nostra indagine so-stanzialmente confermano quan-to è necessaria una campagna disensibilizzazione e quanto sia im-portante che i ginecologi si con-

vincano che promuovere unamaggiore attenzione alla qualitàdella cura della propria igiene in-tima possa in realtà essere un con-tributo importante a prevenire ecurare una serie di problemi chesi vedono in emergenza: l’uso diindumenti di tessuto naturale, lalimitazione dei tessuti colorati acontatto diretto con le mucose,la proscrizione di abiti troppo at-tillati e irritanti e infine l’uso disaponi e prodotti per l’igiene in-tima più rispettosi possibile del-l’ambiente vaginale costituisconopiccoli “atti di salute” che posso-

no aiutare ad evitare tutta una se-rie di sgradevoli ricadute. In que-sto ambito evitare l’uso di salva-slip e assorbenti che limitano larespirazione delle mucose pareessere un elemento di importan-za critica nella salvaguardia dellasalute sessuale e nell’evitare sen-sibilizzazioni che espongono a ri-schi futuri.Forse dovremo far sì che le don-ne che incontriamo comprenda-no che scegliere i presidi igienicirappresenta un atto importantenella cura della propria personanon inferiore a tante altre scelte

che ogni giorno ci troviamo a fa-re per la nostra salute.

Bibliografia1. Schmid GP.The epidemiology of bac-

terial vaginosis. Int J Gynaecol Obstet1999; 67:S17-20

2. Geiger AM,Foxman B,Gillespie BW.The epidemiology of vulvovaginal Can-didiasis among university students.AmJ Public Health 1995;85:1146-1148

3. Spinillo A,Capuzzo E,Egbe tO,Bal-taro F,Nicola S,Piazzi G.Torulopsisglabrata Vaginitis Obstet Gynecol1995; 85:993-998

4. Chiaffarino F,Parazzini F,De Besi P,Lavezzari M.Risk factors for bacte-rial vaginosis. Eur J Obstet GynecolReprod Biol 2004; 117:222-226

Ysegue da pagina 23L’uso di assorbentie le infezioni vaginali

Euclointima: gel lubrificante vaginale G. Bonomo*, I. Chiacchio**, A. Chiàntera**

Secchezza vaginale,una corretta igiene non basta

� La secchezza vaginale, spesso accompagnata da prurito,bruciore e inevitabile disagio durante i rapporti sessuali,non è solo un problema della donna in menopausa,ma può verificarsi a tutte le età.Per contrastare questo disturbo non basta una correttaigiene intima, soprattutto ai fini di un’adeguatalubrificazione vaginale, e i normali detergenti spessopossono risultare perfino dannosi per la mucosa vaginale.“Euclointima gel”, a base di acido jaluronico, acido latticoe altri componenti, si è dimostrato un rimedio efficacecontro la secchezza e/o l’irritazione vaginale, comedimostrano i risultati di una nostra indagine

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NEW JERSEY

L’abitonon fa il monacoSecondo quantodichiarato sull’American Journal of Obstetrics andGynecology, la scelta del looknoncambia il giudiziodel pazientechiamatoagiudicare la prestazionedi unmedico. L'abbigliamento,infatti, non influenza ilmalato e il suolivello di soddisfazionenei confrontidel servizioprestatodal “camicebianco”, comedimostrauno studiocondottoper tremesi suuncampionedi 1.116donne che sierano recate in visita da unginecologo.Gli esperti dellaUniversity ofMedicine andDentistry di Camdenhannodomandato alle pazienti dicompilare unquestionario disoddisfazione subito dopo la visitaspecialistica. Aimedici, invece, èstato chiesto di cambiareabbigliamento varie volte durante lasettimana, alternando casual avestiti eleganti. Ne è emerso che ilgiudizio di professionalità ecompetenza espresso dalle donnenonaveva subito alcun tipodiinfluenza dal look esteriore delmedico. L’elementopiù importanterimane la fiducia e il buon rapportodi comunicazione framedico epaziente.

LONDRA / 1

Il cesareo per unposto a scuolaIl boom economico di Londracontinua ad attirare giovanicoppie di professionistidall’estero, con il risultato chel’offerta scolastica di qualitàper i figli degli inglesi e deinuovi immigrati di lussocomincia a scarseggiare.Tanto che la corsa alleelementari private diantiche tradizionicomincia quandol’alunno è ancora nelgrembomaterno.Jenny Aviss,preside dellaWetherby’s, aHyde Park,consiglia alledonne chevoglionopartorire con ilcesareo “diprogrammarloper i primi giornidel mese, cosìpossonochiamarci subitoe aspirare a unodei cinque postiriservati ognimese ai neonati”.

LONDRA / 2

Ovuli per laricerca scentificaLa Gran Bretagna dà il via liberaalla donazione di ovuli peresperimenti di clonazione diembrioni volti a trovare cure permalattie come diabete o morbo diAlzheimer tramite l'uso di cellulestaminali embrionali. In un primomomento la notizia checircolava era quella, divulgatadal quotidiano britannico TheGuardian, che le donnebritanniche sarebbero statepagate per donare i loroovuli da destinare allaricerca scientifica (250sterline più le spese diviaggio, salvo lo scopoaltruistico), ma l'HFEA(Human Fertility andEmbriology Authority),l'Autorità governativaper la fertilità umana el'embriologia hasmentito taleaffermazionedichiarando, il 21febbraio scorso, che idonatori possonoesigere soltanto le speseche realmente hannoaffrontato.L’Authority ha poi

affermato che “il potenzialevantaggio scientifico superaqualsiasi probabile obiezione”.Attualmente le cliniche del RegnoUnito non possono accettareovuli per la ricerca scientifica,salvo quelli rimasti inutilizzati intrattamenti contro la sterilità enella fecondazione in vitro. Ciò hacreato una cronica mancanza diovuli umani, indispensabili airicercatori per far progredire lericerche sulle staminali e le loroapplicazioni nella cura dellecardiopatie, infertilità, diabete,morbo di Alzheimer e diParkinson. Alcuni ricercatoridell'Università di Padova rilevanotuttavia che le donatricipotrebbero essere esposte adalcuni rischi, dovuti allasomministrazione dei farmaci chealimentano la produzione diovuli, e che secondo gli scienziatipotrebbero provocare

conseguenze anche gravi, tra cuila paralisi.

BERLINO

Sesso: in Europale italiane lofanno di piùSecondo lo studio “Yasminelle”,un'indagine internazionalecondotta su 11.490 donne di etàvariabile fra i 15 e i 49 anni di 14nazioni e coordinata dal Prof.David Cibula, Presidente dellaSocietà europea di contraccezione,le donne italiane risulterebbero lepiù attive sessualmente con il 59%che ha uno o più rapporti sessualialla settimana. Seguono le ceche(57), le russe (56), le francesi (55) ele spagnole (54); ultime leaustriache, con una percentuale

Mi ha stupito in sensoestremamente negativo il corsivoapparso a pag. 7 a firma (pensodi Carlo Sbiroli, date le iniziali), dicui peraltro ho sempreapprezzato in questi anni il rigorescientifico e l'equilibrio morale.Prescindendo dal principio chequalsiasi cittadino è libero discegliere il luogo ed i medici a cui

affidare la propria salute, mi hacolpito la fonte da “gossip” delcorsivo.Una rivista di una associazionemedico-scientifica dovrebbeattingere a fonti di ben altrospessore. Inoltre questa notizia"scandalistica" risultacompletamente avulsa dalprosieguo del testo ed addirittura

contradditoria.Infine tengo a precisare alcunemie considerazioni:- La scelta è stata indirizzataverso centri di eccellenza (vediultimo capoverso del corsivo)- Con il centro Dott. Martensesiste un rapporto specificolegato al ruolo di PresidenteAC Milan

- Nessuno ha mai obiettato sullescelte americane dell'Avv.Agnelli- Qualsiasi personaggiocondiziona sempre la normaleattività clinica del reparto di cura,in cui viene ricoverato- Un'ultima considerazione: nonvorrei che il Dr. Berlusconivenisse considerato anche in

questo caso la causa dei mali disettore, trascurando le vereragioni del problema(proprio in questi giorni vengonoriportati i dati Cergas:20% di pazienti extra regionecurati in Lombardia per lamodica cifra (!) di 4 miliardi diEuro annui).

Stefano Quaranta

Anzitutto ci scusiamo con il dottor Quaranta per il ri-tardo con cui rispondiamo alla sua lettera, che è giuntain redazione quando il numero precedente di Gyneco-Aogoi era già in stampa.Molti ritengono che un giornale come il nostro debbaperorare questa o quella causa, schierarsi a favore diquesto o quel partito politico. E qui bisogna intendersi.GynecoAogoi è un giornale di una Associazione Scien-tifica e Sindacale. Si adopera affinché vengano prese de-cisioni o si desista da altre, ma sempre in favore di unadeterminata categoria: i ginecologi italiani. Non perchési vogliono raggiungere determinati favoritismi o, tan-

to meno, creare delle lobby. Ma soltanto per far sentirela propria voce in maniera chiara, pubblica, senza sot-terfugi, soprattutto in un periodo in cui la nostra cate-goria è presa di mira dall’opinione pubblica e dai me-dia. In qualche modo dobbiamo difenderci. Questo nonsignifica fare una campagna di stampa. Vuol dire inve-ce evidenziare di volta in volta le distorsioni, le falsifi-cazioni e le aberrazioni del sistema.È in questo contesto che va inquadrato il corsivo di Car-lo Sbiroli (GynecoAogoi, 09/10, 2006) a cui fa cenno lalettera del collega. L’articolo prende spunto dai dati, pub-blicati nelle stesse pagine, sulla eccessiva mobilità pas-

siva dei pazienti italiani nella Ue. E nella linea del gior-nale si sottolineava la poca opportunità di propaganda-re il viaggio della salute di Berlusconi negli Usa.Si deve convenire che chi è ai vertici delle istituzioni na-zionali deve necessariamente sottostare a delle regoleche proiettino un’immagine positiva del Paese, indi-pendentemente dal partito a cui appartiene. Non è no-stro compito, e neanche nelle nostre possibilità, cam-biare il mondo, ma criticarlo sì, soprattutto quando l’im-magine della Sanità italiana può in qualche modo esse-re adombrata.

La redazione

Il viaggio americano del Cavaliere

Lettere

Mondo

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1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALEGardasil, sospensione iniettabile in siringa preriempita. Vaccino del Papillomavirus Umano [Tipi 6,11, 16, 18] (Ricombinante, adsorbito). 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA

1 dose (0,5 ml) contiene circa:Proteina2,3 L1 Tipo 6 di Papillomavirus Umano1 20 microgrammi Proteina2,3 L1 Tipo 11 di Papillomavirus Umano1 40 microgrammi Proteina2,3 L1 Tipo 16 di Papillomavirus Umano1 40 microgrammi Proteina2,3 L1 Tipo 18 di Papillomavirus Umano1 20 microgrammi 1 Papillomavirus Umano = HPV. 2 proteina L1 sotto forma di particelle simili al virus prodotte da cellule di lievito (Saccharomycescerevisiae CANADE 3C-5 (Ceppo 1895)) mediante tecnologia da DNA ricombinante. 3 adsorbita su adiuvante alluminio idrossifosfato solfato amorfo (225 microgrammi di Al). Perl’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. 3. FORMA FARMACEUTICASospensione iniettabile in siringa preriempita. Prima di agitare, Gardasil può presentarsi comeun liquido limpido con un precipitato bianco. Dopo essere stato accuratamente agitato si presen-ta come un liquido bianco, opalescente. 4. INFORMAZIONI CLINICHE4.1 Indicazioni terapeuticheGardasil è un vaccino per la prevenzione della displasia di alto grado del collo dell’utero (CIN 2/3),del carcinoma del collo dell’utero, delle lesioni displastiche di alto grado della vulva (VIN 2/3) edelle lesioni genitali esterne (condilomi acuminati) causate dal Papillomavirus Umano (HPV) tipi 6,11, 16 e 18. L’indicazione è basata sulla dimostrazione di efficacia di Gardasil in donne adulte dietà compresa tra 16 e 26 anni e sulla dimostrazione dell’immunogenicità di Gardasil in bambinied adolescenti di età compresa tra 9 e 15 anni. L’efficacia protettiva non è stata valutata neimaschi (vedere paragrafo 5.1). L’impiego di Gardasil deve essere stabilito in accordo alle racco-mandazioni ufficiali ove applicabili. 4.2 Posologia e modo di somministrazione La vaccinazione primaria consiste di 3 dosi distinte da 0,5 ml, somministrate in accordo con laseguente schedula: 0, 2, 6 mesi. Ove sia necessaria una schedula vaccinale alternativa, laseconda dose deve essere somministrata almeno 1 mese dopo la prima dose, e la terza dosealmeno 3 mesi dopo la seconda dose. Tutte e tre le dosi devono essere somministrate entro ilperiodo di 1 anno. Non è stata stabilita la necessità di una dose di richiamo. Popolazione pedia-trica: Gardasil non è raccomandato per l’impiego nei bambini di età inferiore ai 9 anni, poiché idati di immunogenicità, sicurezza ed efficacia in questa fascia di età non sono sufficienti (vedereparagrafo 5.1). Il vaccino deve essere somministrato per iniezione intramuscolare. Il sito prefe-rito è la regione deltoidea del braccio o l’area anterolaterale superiore della coscia. Gardasil nondeve essere iniettato per via intravascolare. Le somministrazioni per via sottocutanea e intrader-mica non sono state studiate e, pertanto, non sono raccomandate (vedere paragrafo 6.6).4.3 Controindicazioni Ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Gli individui che sviluppano sin-tomi indicativi di ipersensibilità dopo aver ricevuto una dose di Gardasil non devono ricevere dosiulteriori di Gardasil. La somministrazione di Gardasil deve essere rimandata nei soggetti affettida malattie febbrili gravi in fase acuta. Tuttavia la presenza di un’infezione minore, come una lieveinfezione del tratto respiratorio superiore o un lieve rialzo febbrile, non rappresenta una controin-dicazione all’immunizzazione. 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego Come per tutti i vaccini iniettabili, un adeguato trattamento medico deve essere sempre pronta-mente disponibile in caso di una rara reazione anafilattica a seguito della somministrazione delvaccino. Come con qualsiasi altro vaccino, la vaccinazione con Gardasil potrebbe non assicura-re la protezione di tutti i soggetti vaccinati. Gardasil proteggerà soltanto contro le patologie cau-sate da HPV tipi 6, 11, 16 e 18. Pertanto, devono continuare ad essere seguite precauzioniappropriate contro le malattie sessualmente trasmesse. Gardasil non ha mostrato di avere effet-to terapeutico. Il vaccino non è pertanto indicato per il trattamento del carcinoma del collo del-l’utero, delle lesioni displastiche di alto grado del collo dell’utero, della vulva e della vagina o deicondilomi genitali. Il vaccino non è altresì indicato per prevenire la progressione di altre lesionigià esistenti correlate con il Papillomavirus Umano. La vaccinazione non sostituisce l’abitualescreening del collo dell’utero. Poiché nessun vaccino è al 100% efficace e poiché Gardasil nonprotegge contro i tipi HPV non contenuti nel vaccino o contro infezioni preesistenti da HPV, l’abi-tuale screening del collo dell’utero mantiene importanza critica e deve essere effettuato in accor-do con le raccomandazioni locali. Non vi sono dati disponibili circa l’impiego di Gardasil in sog-getti con una risposta immunitaria ridotta. I soggetti con una risposta immunitaria ridotta, dovu-ta all’impiego di una forte terapia immunosoppressiva, ad un difetto genetico, ad infezione daVirus dell’Immunodeficienza Umana (HIV), o ad altre cause, possono non rispondere al vaccino.Questo vaccino deve essere somministrato con cautela nei soggetti affetti da trombocitopenia oda ogni altro disturbo della coagulazione poichè in questi soggetti può verificarsi un sanguina-mento a seguito della somministrazione per via intramuscolare. La durata della protezione con-ferita non è attualmente nota. Una efficacia protettiva prolungata è stata osservata per un perio-do di 4 anni e mezzo dopo il completamento del ciclo di 3 dosi. Sono in corso studi di follow-upa più lungo termine (vedere paragrafo 5.1). 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione In tutti gli studi clinici sono stati esclusi soggetti che avevano ricevuto immunoglobuline o prodot-ti derivati dal sangue umano nei 6 mesi precedenti la prima dose di vaccino. Uso con altri vacciniLa somministrazione concomitante (tuttavia, in siti diversi di iniezione per i vaccini iniettabili) diGardasil con il vaccino dell’epatite B (ricombinante) non interferisce con la risposta immunitariaai tipi di HPV. La risposta al vaccino dell’epatite B è stata in qualche misura ridotta per quantoconcerne le medie geometriche dei titoli anticorpali (GMTs). Il significato clinico di questa osser-vazione non è stato stabilito. I tassi di sieroprotezione (proporzione di soggetti che raggiungonoun livello sieroprotettivo anti-HBs ≥ di 10 mUI/ml) non hanno subito modifiche (96,5% per la vac-cinazione concomitante e 97,5% per il vaccino dell’epatite B somministrato da solo). La sommi-nistrazione concomitante di Gardasil con altri vaccini, diversi da quello dell’epatite B (ricombinan-te), non è stata studiata. Uso con i contraccettivi ormonaliNel corso degli studi clinici, il 57,5% delle donne (di età compresa tra 16 e 26 anni) che hannoricevuto Gardasil faceva uso di contraccettivi ormonali. L’uso di contraccettivi ormonali non sem-bra abbia influenzato la risposta immunitaria a Gardasil. 4.6 Gravidanza e allattamento Non sono stati effettuati studi specifici sul vaccino in donne in stato di gravidanza. Tuttavia, duran-te il programma di sviluppo clinico pre-registrativo, 2.266 donne (di cui 1.115 avevano ricevutoil vaccino e 1.151 il placebo) hanno presentato almeno una gravidanza. Nel complesso, la partedi gravidanze con esito negativo è stata paragonabile nelle donne che avevano ricevuto Gardasiled in quelle che avevano ricevuto il placebo. Per le gravidanze con inizio stimato nei 30 giornisuccessivi alla vaccinazione, sono stati osservati 5 casi di anomalia congenita nel gruppo cheaveva ricevuto Gardasil rispetto a 0 casi di anomalia congenita nel gruppo che aveva ricevuto pla-cebo. Nelle gravidanze con inizio dopo i 30 giorni successivi alla vaccinazione, sono stati inveceosservati 10 casi di anomalia congenita nel gruppo che aveva ricevuto Gardasil rispetto a 16 casidi anomalia congenita nel gruppo che aveva ricevuto placebo. Le tipologie di anomalie osserva-te sono state consistenti con quelle generalmente osservate nelle gravidanze di donne di etàcompresa tra i 16 ed i 26 anni. Gli studi sugli animali non indicano effetti pericolosi diretti oindiretti nei confronti della gravidanza, dello sviluppo embrionale/fetale, del parto o dello svi-luppo postnatale (vedere paragrafo 5.3). I dati sulla somministrazione di Gardasil durante lagravidanza non hanno fornito alcuna segnalazione relativamente alla sicurezza di impiego.Tuttavia, tali dati sono insufficienti per raccomandare l’uso di Gardasil durante la gravidanza.La vaccinazione deve, pertanto, essere rimandata a dopo il completamento della gravidan-za. Nel corso degli studi clinici, durante il periodo di vaccinazione, un totale di 995 madri inallattamento ha ricevuto Gardasil o placebo. L’incidenza di reazioni avverse nelle madri e neilattanti è stata paragonabile tra il gruppo che aveva ricevuto il vaccino e quello che avevaricevuto placebo. Inoltre, l’immunogenicità del vaccino è stata paragonabile tra le madri inallattamento e le donne che non erano in allattamento durante la somministrazione del vac-cino. Gardasil può essere somministrato a donne in allattamento. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari Non sono stati effettuati studi riguardanti gli effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’usodi macchinari. 4.8 Effetti indesiderati Nel corso di 5 studi clinici (di cui 4 controllati con placebo), i soggetti arruolati hanno ricevu-to Gardasil o placebo nel giorno dell’arruolamento e dopo circa 2 e 6 mesi dall’arruolamen-to. Pochi soggetti (0,2%) hanno interrotto la sperimentazione a causa di reazioni avverse. Lasicurezza è stata valutata, sia per l’intera popolazione in studio (4 studi) che per un sotto-gruppo predefinito della popolazione in studio (1 studio), sulla base della sorveglianza effet-tuata tramite la scheda di vaccinazione (VRC - vaccination report card), nei 14 giorni succes-sivi ad ogni iniezione di Gardasil o di placebo. I soggetti che sono stati monitorati sulla basedella sorveglianza effettuata tramite la scheda di vaccinazione VRC includevano 6.160 sog-getti che avevano ricevuto Gardasil (di cui 5.088 donne di età compresa tra 9 e 26 anni e1.072 maschi di età compresa tra 9 e 15 anni, al momento dell’arruolamento) e 4.064 sog-getti che avevano ricevuto placebo. Le seguenti reazioni avverse correlate al vaccino sonostate osservate nei soggetti che hanno ricevuto Gardasil con una frequenza almeno pariall’1,0% e inoltre con una frequenza maggiore rispetto a quella osservata nei soggetti chehanno ricevuto placebo. Le reazioni sono state raggruppate per frequenza in accordo allaseguente convenzione: [Molto Comuni (≥ 1/10); Comuni (≥ 1/100, < 1/10); Non comuni (≥1/1.000, <1/100); Rari (≥ 1/10.000, < 1/1.000); Molto rari (< 1/10.000), inclusi rapportiisolati]Disordini generali e alterazioni del sito di somministrazioneMolto comune: piressia.Molto comune: al sito di iniezione: eritema, dolore e gonfiore.

Comune: al sito di iniezione: sanguinamento, prurito. Inoltre, nel corso degli studi clinici, sono state osservate, con una frequenza inferiore all’1%,reazioni avverse che sono state ritenute correlate al vaccino o al placebo dagli sperimenta-tori: Alterazioni dell’apparato respiratorio, del torace e del mediastinoMolto raro: broncospasmo. Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo Rari: orticaria. Sette casi (0,06%) di orticaria sono stati riportati nel gruppo Gardasil e 17casi (0,18%) sono stati osservati nel gruppo placebo contenente l’adiuvante. Nel corso degli studi clinici, i soggetti facenti parte della popolazione valutata per la sicurez-za di impiego hanno segnalato ogni nuova situazione clinica durante il periodo di follow-upfino a 4 anni. Nell’ambito di 11.813 soggetti che hanno ricevuto Gardasil e 9.701 soggettiche hanno ricevuto placebo, sono stati riportati 8 casi di artrite non specifica, di cui 6 nelgruppo Gardasil e 2 nel gruppo placebo. 4.9 Sovradosaggio Sono stati riportati casi di somministrazione di dosi di Gardasil superiori a quelle raccoman-date.In generale, il profilo degli eventi avversi riportato in caso di sovradosaggio è risultato para-gonabile a quello delle singole dosi raccomandate di Gardasil.

5. PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche Categoria farmacoterapeutica: Vaccino virale, codice ATC: J07BM01Meccanismo di azione Gardasil è un vaccino quadrivalente ricombinante non infettante preparato da particelle simi-li al virus (VLPs) dalla proteina capsidica maggiore L1 dell’HPV tipi 6, 11, 16 e 18 altamentepurificate. Le VLPs non contengono DNA virale, non possono infettare le cellule, riprodursi ocausare malattia. L’HPV infetta soltanto l’uomo, ma gli studi sugli animali con papillomavirusanaloghi suggeriscono che l’efficacia dei vaccini L1 VLP sia mediata dallo sviluppo di unarisposta immune di tipo umorale. Dei tipi HPV contenuti nel vaccino: • L’HPV 16 e 18 sono responsabili di circa il 70% dei casi di displasia del collo dell’utero

di alto grado (CIN 2/3) e di adenocarcinoma in situ (AIS), e di circa il 70% dei casi didisplasia della vulva di alto grado (VIN 2/3) nelle giovani donne in premenopausa. HPV16 e 18 sono anche responsabili della maggioranza delle lesioni squamose di alto gradodella vagina (VaIN 2/3). Altri tipi di HPV non contenuti nel vaccino sono responsabili delrestante 20-30% dei casi di CIN 2/3, VIN 2/3 e VaIN 2/3. CIN 3 è considerato un pre-cursore diretto del carcinoma invasivo del collo dell’utero. VIN 3 è un importante fattoredi rischio per lo sviluppo del carcinoma della vulva nelle giovani donne in premenopausainfettate dai tipi di HPV oncogeni.

• L’HPV 6 e 11 sono responsabili di circa il 90% dei casi di condilomi genitali. • L’HPV 6, 11, 16 e 18 sono responsabili per una quota variabile dal 35 al 50% di CIN1 o

displasia di basso grado del collo dell’utero. Studi clinici L’efficacia di Gardasil è stata valutata in 4 studi clinici di Fase II e III, randomizzati, in doppiocieco, controllati con placebo che includevano un totale di 20.541 donne di età compresatra 16 e 26 anni che sono state arruolate e vaccinate senza effettuare uno screening preli-minare per la presenza di una infezione da HPV. Gli endpoints di efficacia primaria include-vano le lesioni della vulva e della vagina (condilomi genitali, VIN, VaIN) correlati all’HPV tipi 6,11, 16 o 18 e il CIN di qualunque grado (Protocollo 013, Future I), il CIN 2/3 e l’adenocarci-noma in situ (AIS) correlati all’HPV 16 o 18 (Protocollo 015, FUTURE II), l’infezione persisten-te correlata all’HPV di tipo 6, 11, 16 e 18 (Protocollo 007) e l’infezione persistente correla-ta all’HPV 16 (Protocollo 005). Come marker clinico surrogato del carcinoma del collo del-l’utero è stata utilizzata negli studi clinici la Neoplasia Intraepiteliale Cervicale (CIN) di grado2/3 (displasia di grado da moderato ad alto). Efficacia della profilassi Le analisi primarie di efficacia sono state effettuate nella popolazione per protocollo (PPEPer-protocol Efficacy) (n = tutte e 3 le vaccinazioni entro 1 anno dall’arruolamento, nessunadeviazione maggiore dal protocollo di studio e naïve nei confronti dei relativi tipi di HPV primadella dose 1 e fino ad 1 mese dopo la dose 3 (Mese 7). L’efficacia è stata misurata a parti-re dalla visita al mese 7. Complessivamente il 73% dei soggetti erano naïve (negativi alla PCRe sieronegativi) per tutti e 4 i tipi di HPV.Efficacia nei soggetti naïve ai tipi HPV contenuti nel vaccinoNella Tabella 1 vengono presentati i risultati di efficacia rispetto ai relativi endpoints nellapopolazione per protocollo. Tabella 1: Analisi dell’efficacia di Gardasil contro CIN 2/3 e condilomi genitali nellapopolazione PPE

L’efficacia di Gardasil contro CIN (1, 2, 3) o AIS correlati all’HPV di tipo 6-, 11-, 16-, 18-, è statadel 100% (97,5% IC: 87,4%, 100,0%) nel Protocollo 013 dove era un endpoint primario e del95,2% (95% IC: 87,2%, 98,7%) nei protocolli combinati insieme.L’efficacia di Gardasil contro le CIN 1 correlate all’HPV 6, 11, 16 e 18 è stata del 100% (95% IC:84,1, 100) nel Protocollo 013 e nell’analisi combinata è stata del 93,1% (95%, IC: 81,4, 98,2).In un’analisi integrata (Protocolli 007, 013, 015), l’efficacia di Gardasil contro le lesioni della vulvadi alto grado (VIN 2/3) correlate all’HPV tipi 6, 11, 16 o 18 è stata del 100% (95% IC: 41,4,100,0). L’efficacia del vaccino contro le lesioni vaginali di alto grado (VaIN 2/3) non ha raggiun-to una significatività statistica. In tutto vi sono stati 8 casi di VIN 2/3 e 5 casi di VaIN 2/3, tuttiosservati nel gruppo placebo. Sulla base di una definizione a 12 mesi di infezione persistente (peresempio almeno 2 campioni positivi nell’arco di un intervallo minimo di 12 mesi), l’efficacia con-tro l’infezione persistente da HPV 16 è stata del 93,3% (95% IC: 79,1, 98,7) nel Protocollo 005.Nel Protocollo 007, l’efficacia di Gardasil contro l’infezione persistente da HPV 16 o 18 è statadel 100% (95% IC: 100,0). Vi sono stati sei casi di infezione persistente da HPV 16 e due casi diinfezione persistente da HPV 18 tutti nel gruppo placebo. Efficacia nei soggetti con infezione in corso o prima dell’infezione Non vi è stata evidenza di pro-tezione dalla patologia causata dai tipi di HPV per i quali i soggetti erano positivi alla PCR e/o sie-ropositivi al basale. Tuttavia, gli individui che erano stati già infettati con uno o più tipi di HPV con-tenuti nel vaccino prima della vaccinazione sono risultati protetti dalla patologia clinica causatadagli altri tipi di HPV contenuti nel vaccino. Nella Tabella 2 sono stati sintetizzati i risultati nellapopolazione intention to treat modificata (ITT), definita come donne che avevano ricevuto almenouna vaccinazione indipendentemente dallo status per HPV al basale al giorno 1 con conteggio deicasi a partire da 1 mese dopo la dose 1. Questa popolazione è simile alla popolazione generaledi donne rispetto alla prevalenza dell’infezione da HPV e della malattia al momento dell’arruola-mento. Tabella 2: Efficacia di Gardasil nelle popolazione ITT modificata che includeva donneindipendentemente dallo status per HPV al basale

L’efficacia di Gardasil contro le CIN (1, 2, 3) o AIS correlati all’HPV 6-, 11-, 16-, 18- è stata del46,4% (95% IC: 35,2, 55,7) nella stessa popolazione. Complessivamente, il 12% della popola-zione di studio combinata aveva un Pap test anormale indicativo di CIN al giorno 1. Nell’ambitodei soggetti con Pap Test anormale al giorno 1, che erano naïve ai tipi HPV contenuti nel vacci-no al giorno 1, l’efficacia del vaccino è rimasta alta. Non è stata osservata efficacia del vaccinonell’ambito dei soggetti con Pap Test anormale al giorno 1 che erano stati già infettati dai tipi HPVcontenuti nel vaccino.ImmunogenicitàTest per misurare la risposta immunitariaPer i vaccini HPV non è stato identificato un livello minimo anticorpale associato alla protezione. L’immunogenicità di Gardasil è stata valutata in 8.915 donne (Gardasil n = 4.666; placebo n =4.249) di età compresa tra 18 e 26 anni e in 3.400 adolescenti di età compresa tra 9 e 17 annidi sesso femminile (Gardasil n = 1.471; placebo n = 583) e di sesso maschile (Gardasil n =1.071; placebo n = 275). Per valutare l’immunogenicità a ciascun tipo contenuto nel vaccino,sono stati utilizzati saggi immunologici tipo-specifici, in particolare il saggio competitivo basatosulla tecnologia Luminex (cLIA) con standard tipo-specifici. Questo saggio misura gli anticorpicontro gli epitopi neutralizzanti per ciascun tipo HPV. Risposte immunitarie a GARDASILNel complesso, il 99,8%, 99,8%, 99,8%, e 99,6% degli individui che avevano ricevuto Gardasilhanno mostrato la sieropositività rispettivamente all’anti-HPV 6, anti-HPV 11, anti-HPV 16 e anti-HPV 18, entro 1 mese dopo la dose 3 in tutti i gruppi di età valutati. Gardasil ha indotto un’ele-

vata media geometrica di titoli anticorpali (GMTs) anti-HPV 1 mese dopo la dose 3 in tutti i grup-pi di età valutati.I livelli anti-HPV nei soggetti del gruppo placebo che avevano superato un’infezione da HPV (sie-ropositivi e PCR negativi) sono risultati sostanzialmente inferiori ai livelli indotti dal vaccino. Inoltrei livelli anti-HPV in soggetti vaccinati sono rimasti più elevati durante il follow-up a lungo terminedegli studi di Fase III.“Bridging” di efficacia di Gardasil tra giovani donne adulte e giovani adolescenti Uno studio clinico (Protocollo 016) ha confrontato l’immunogenicità di Gardasil in ragazzi e ragaz-ze di età compresa tra 10 e 15 anni con quella osservata in adolescenti e giovani donne di etàcompresa tra 16 e 23 anni. Nel gruppo vaccino, una quota variabile dal 99,1 al 100% ha mostra-to la sieropositività a tutti i sierotipi contenuti nel vaccino nell’arco di 1 mese dalla dose 3. LaTabella 3 fornisce un confronto tra le GMTs anti HPV 6, 11, 16 e 18 osservate 1 mese dopo ladose 3 in ragazzi e ragazze di età compresa tra 9 e 15 anni rispetto a quelle osservate in donnegiovani di età compresa tra 16 e 26 anni. Tabella 3: Bridging di immunogenicità tra soggetti maschi e femmine di età compresatra 9 e 15 anni e donne adulte di età compresa tra 16 e 26 anni (popolazione per-pro-tocol) basato sui titoli anticorpali misurati con il metodo cLIA

Le risposte anti-HPV al 7° mese nei ragazzi e ragazze di età compresa tra 9 e 15 anni non eranoinferiori alle risposte anti-HPV nelle giovani donne di età compresa tra 16 e 26 anni per le qualil’efficacia era stata definita negli studi di fase III. L’immunogenicità risultava relativa all’età, e alMese 7 i livelli anti-HPV erano significativamente più alti negli individui più giovani di età inferiorea 12 anni rispetto a quelli di età superiore. Sulla base di tale bridging di immunogenicità, è estra-polata l’efficacia di Gardasil nelle ragazze di età compresa tra 9 e 15 anni. L’immunogenicità e lasicurezza di impiego di Gardasil è stata dimostrata nei ragazzi di età compresa tra 9 e 15 anni.L’efficacia protettiva nei maschi di età piu avanzata non è stata valutata. PersistenzaNel Protocollo 007 sono stati osservati picchi GMTs anti-HPV 6, 11, 16, 18, al mese 7. Le GMTssono diminuite fino al Mese 24 e quindi si sono stabilizzate almeno fino al Mese 60. Il periodo diosservazione è ad oggi limitato a 2 anni, per gli studi clinici di Fase III su giovani donne, e a 18mesi per gli studi clinici su adolescenti. La durata esatta dell’immunità a seguito di una schedulaa 3 dosi non è stata stabilita. Evidenza di risposte anamnestiche (memoria immunitaria)L’evidenza di una risposta anamnestica è stata osservata in soggetti vaccinati che erano siero-positivi ai relativi tipi di HPV prima della vaccinazione. Inoltre, un sottogruppo di soggetti vaccina-ti che hanno ricevuto una dose addizionale di Gardasil 5 anni dopo l’inizio del ciclo di vaccinazio-ne, hanno mostrato una rapida e forte risposta anamnestica con livelli di GMTs anti-HPV superio-ri a quelli osservati un mese dopo la dose 3. 5.2 Proprietà farmacocinetiche La valutazione di studi farmacocinetici non è richiesta per i vaccini. 5.3 Dati preclinici di sicurezza Gli studi di tossicità in dose singola e dose-ripetuta e gli studi di tolleranza locale non hanno evi-denziato rischi particolari per l’uomo. Gardasil ha indotto in ratti in gravidanza risposte anticor-pali specifiche contro HPV tipi 6, 11, 16 e 18, a seguito di singole o multiple iniezioni intramu-scolari. Anticorpi contro tutti e quattro i tipi di HPV sono stati trasmessi alla progenie durante lagestazione e probabilmente durante l’allattamento. Non ci sono stati effetti correlati al trattamen-to sui parametri dello sviluppo, sul comportamento, sulla capacità riproduttiva o sulla fertilitàdella progenie. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipientiSodio cloruro, L-istidina, Polisorbato 80, Sodio borato, Acqua per preparazioni iniettabili. Perl’adiuvante, vedere paragrafo 2. 6.2 Incompatibilità In assenza di studi di compatibilità, questo medicinale non deve essere miscelato con altri pro-dotti. 6.3 Periodo di validità3 anni. 6.4 Precauzioni particolari per la conservazione Conservare in frigorifero (2°C – 8°C). Non congelare. Conservare la siringa preriempita nel-l’astuccio esterno per proteggerla dalla luce. 6.5 Natura e contenuto del contenitore0,5 ml di sospensione in siringa preriempita (vetro di Tipo 1) con guarnizione del pistone (elasto-mero bromobutile rivestito con FluroTec siliconizzato o elastomero clorobutile non rivestito) e cap-puccio (bromobutile), con dispositivo (di sicurezza) di protezione dell’ago, senza ago o con 1 o 2aghi separati – confezione da 1, 10 o 20 dosi. 0,5 ml di sospensione in siringa preriempita (vetrodi Tipo 1) con guarnizione del pistone (elastomero bromobutile rivestito con FluroTec siliconizza-to o elastomero clorobutile non rivestito) e cappuccio (bromobutile), senza dispositivo (di sicurez-za) di protezione dell’ago, senza ago o con 1 o 2 aghi separati – confezione da 1 o 10 dosi. E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate. 6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione Il vaccino deve essere utilizzato così come fornito; non è necessaria alcuna diluizione o ricostitu-zione. Deve essere somministrata l’intera dose raccomandata di vaccino. Agitare bene prima dell’uso. E’ necessaria una accurata agitazione immediatamente prima del-l’uso per mantenere in sospensione il vaccino I prodotti medicinali da somministrare per via paren-terale devono essere ispezionati visivamente per escludere la presenza di materiale particolatoe alterazione del colore prima della somministrazione. Non impiegare il medicinale in presenza diparticolato o se il colore appare alterato. Uso della siringa preriempitaNOTA: Utilizzare gli aghi inclusi nella confezione per la somministrazione. Vengono fornite due eti-chette staccabili contenenti le informazioni relative al numero di lotto, data di scadenza e nomedel prodotto. SmaltimentoIl medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in confor-mità alla normativa locale vigente.Istruzioni per l’uso delle siringhe preriempite monodose pre-assemblate con dispositivo (di sicu-rezza) di protezione dell’ago Il dispositivo (di sicurezza) di protezione dell’ago è destinato a proteggere l’ago dopo il rilasciodel pistone.

Attacco dell’ago Rimuovere il cappuccio della siringa. Inserire l’Ago con attacco Luer. Premere entrambe le aletteanti-rotazione per tenere ferma la siringa ed inserire l’Ago con attacco Luer ruotandolo in sensoorario fino a che l’ago non sia saldamente fissato alla siringa. Rimuovere il Cappuccio dell’Ago. Se si sceglie di utilizzare un ago diverso da quelli forniti, dovrà essere fissato saldamente allasiringa e non essere più lungo di 25mm per consentire il corretto funzionamento del dispositivo(di sicurezza) di protezione dell’ago. Somministrazione del vaccino Somministrare per iniezione come da protocollo standard sopra indicato al paragrafo 4.2(Posologia e modo di somministrazione). Spingere il pistone tenendo saldamente le Flange deldispositivo fino a che l’intera dose non sia stata somministrata. Il dispositivo di protezione del-l’ago NON si attiverà fino a che l’INTERA dose non sarà stata somministrata. Estrarre l’ago dalsito di iniezione del soggetto vaccinato. Rilasciare il pistone per permettere il movimento versol’alto della siringa fino a che l’ago non sia completamente protetto dal dispositivo. Le etichettepossono essere rimosse solo dopo che l’ago sarà stato protetto. Istruzioni per l’uso delle siringhe preriempite monodose pre-assemblate senza dispositivo (di sicu-rezza) di protezione dell’ago Tenendo fermo il corpo della siringa inserire l’ago ruotandolo in senso orario fino a che l’ago nonsia saldamente fissato. 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO Sanofi Pasteur MSD SNC, 8 rue Jonas Salk, F-69007 Lyon, Francia 8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO EU/1/06/357/003-004-005-006-007-008-009-010-011-012-013-014-015-016-0179. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE 20/09/200610 . DATA DI REVISIONE DEL TESTO 20/09/2006

Riassunto delle caratteristiche del prodotto

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Una bella favola che offre lospunto per riflettere su uno deipiù importanti temi della vita,quello della nascita. È la storiadi un angelo e della suaavventura terrena quellaraccontata nel suo libro daSergio Basile, un “veterano”dell’Aogoi, cui di recentel’Ordine provinciale dei MediciChirurghi di Modena ha

tributato un riconoscimento perun progetto di una innovativatermoculla per "grandiprematuri" in avanzato stato direalizzazione.“La vicenda si svolge in unvillaggio dai contorni sfumati,l’atmosfera è quella incantata,appartenuta alla nostracondizione di bambini, quando igrandi’ ci regalavano libri con la

copertina robusta e le paginepiene di disegni multicolori e lanostra fantasia correva libera aimmaginare di vivere in queiposti che non corrispondevanomai, chissà perché, alla realtàche ci circondava…” comescrive il presidente dell’Ordinedei Medici di Modena, N. G.D’Autilia, nella recensione allibro sul bollettino dell’Ordine.

È un racconto della gioia che lanascita, come pochi altri fattidella vita, sa regalare:un’emozione che pervade nonsolo chi la vive dall’interno maanche a chi la percepiscedall’esterno. Ad accompagnareil testo sono le magicheillustrazioni di DessilavaVitanova.Sullo sfondo c’è un progetto,quello dell’associazione noprofit “La vita dentro”(http://www.lavitadentro.it/),creata da Sergio Basile persviluppare tutti gli aspettirelativi alla gestione dei bambiniprematuri, non ultimo quellodella termoculla Nuvola Azzurra“nato dalla passione edall’impegno che meritano ilnostro più sentito e meritatoappoggio”.

del 38%. L’indagine è statapresentata a Berlino in occasionedell'arrivo di “Yasminelle”, pillolaanticoncezionale a basso dosaggiodi estrogeni che impiega l'ormonedi sintesi drospirenone. “Lapeculiarità di Yasminelle – spiegaFranca Fruzzetti, responsabiledell’ambulatorio di Endocrinologia,Ginecologica e controllo dellaFertilità della Clinica GinecologicaFioretti del S. Chiara di Pisa – è dicontenere non solo un più bassodosaggio di etinilestradiolo, (20mcg), ma anche un tipoparticolare di progestinico, ildrospirenone, che contrasta laritenzione idrica e attraverso la suaattività antiandrogenica bloccal'effetto degli ormoni maschili ineccesso, causa di acne, seborrea opelle grassa“.

PECHINO

Viagra/1Battaglia sulnomecommerciale

L'Alta Corte del popolo cinese harespinto la richiesta della Pfizer,colosso farmaceutico nazionale, diimpedire a una società cinese diusare il nomeWie Ge e cioé“Potente Fratello” per uno deisuoi farmaci. La Pfizer, che haottenuto il brevetto per la venditadel Viagra nel 2003 e lo hachiamatoWan Ai Ke, sostiene chela maggior parte dei cinesi chiamala pillola bluWei Ge e che dunqueè improprio che una società

concorrente utilizzi questadenominazione. Il Tribunale cineseha invece sentenziato che lasocietà cinese aveva regolarmenteregistrato questo nome e nonc'era alcunmotivo di modificarlo.

LONDRA / 3

Viagra 2 /Bimbo in fin divita salvo grazieal viagra

È successo in un ospedale diNewcastle nel norddell’Inghilterra. Un bimbo natoprematuro dopo sole 24settimane, era in fin di vita a causa

di una grave insufficienzarespiratoria. Uno dei polmoni,ancora non perfettamenteformato, aveva smesso difunzionare e nel sangue nonarrivava più sufficiente ossigeno.Come ultima speranza al bambinoè stato somministrato il Viagra,farmaco contro l’impotenza usatoin via sperimentale inneonatologia perché agisce suivasi sanguigni dilatandoli(vasodilatatore). I medici hannosfruttato proprio questomeccanismo e l'esperimento haavuto successo. Il medicinale haaperto vasi sanguigni ancora chiusie portato in circolo preziosoossigeno che ha salvato la vita alneonato. Dopo 5mesi di ospedaleè pronto per tornare a casa con igenitori.

La piuma dell’angelo

Libri

Mondo

La piuma dell’angelo

una favoladi Sergio Basileillustrata da DessislavaVitanovaDI SERGIO BASILE

Per acquistare il libro:http://www.lavitadentro.it/

Valeria Dubini, tra i fondatori del Gruppo Violenzadell’Aogoi, da anni tenacemente impegnata su que-sto fronte, ha presentato in anteprima al convegno“Alla salute delle donne”, tenutosi a Napoli, il nuo-vo libro Aogoi “Violenza contro le donne: compitie obblighi del ginecologo”. Di particolare rilievo lapresentazione del volume a firma del ministro dellaSalute Livia Turco che, nel corso della sua parteci-pazione alla manifestazione partenopea, ha illustra-to le linee programmatiche del suo Piano naziona-le per la promozione della salute materno infantile.Immigrazione e salute. Le donne immigrate rappre-

sentano un’importante componente femminile nelnostro Paese (ce ne rendiamo conto ogni giorno dipiù anche nelle nostre sale parto), che pone nuoveistanze sia ai servizi socio-sanitari sia più in genera-le alle politiche di integrazione rispetto alla tradizio-nale immigrazione prevalentemente maschile. Se-rena Donati e Angela Spinelli del Centro nazionaledi Epidemiologia dell’Istituto superiore di sanità, cipresentano il quadro della salute sessuale e ripro-duttiva delle immigrate, con le azioni per migliora-re l’assistenza e riorganizzare i servizi sulla figura delmigrante, anche da un punto di vista culturale.E ancora sui temi della violenza e delle discrimina-zioni contro le donne (una scandalosa violazione deidiritti umani finalmente riconosciuta come uno deiprincipali problemi sanitari a livello planetario) le ini-ziative portate avanti in Italia e nel mondo.

Medici in pensione. Esiste davvero un’età in cui si“deve” smettere di fare il medico? È giusto che ilpatrimonio intellettuale e di esperienza, accumula-ti in anni di lavoro, vadano completamente disper-si? Carlo Sbiroli in questo numero affronta un ar-gomento che sta a cuore ai più anziani, ma che ri-guarda anche i medici più giovani poiché investe gliaspetti formativi della professione.Giochiamo d’anticipo. Non saltate la pagina sui NextFocus con gli argomenti che intendiamo affrontaresui prossimi numeri. Contiene una richiesta: scrive-teci! Inviateci i vostri articoli, le vostre segnalazionie proposte su questi o altri approfondimenti. Aiu-tateci a dare più spessore e visibilità alle nostre idee,a coinvolgervi in questa avventura!

Giovanni Monni

Più spessore e visibilitàEditoriale

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30Congressi

20-21 aprileCosenzaIL PERCORSO NASCITAURGENZE-EMERGENZE INSALA PARTOSegreteria organizzativaCS Centro Servizi SrlVia AldoMoro 8 - 87040Castrolibero (Cs)Tel.: 0984-853005Fax: [email protected]

5-6 maggioNapoli2° CORSO A.O.G.O.I.DI AGGIORNAMENTO PEROSTETRICHESegreteria organizzatrice:A.O.G.O.I.Via G. Abamonti 1 - 20129MilanoTel.: 02.29525380Fax: [email protected]

24-27 maggioVillasimius (CA)7° CORSO AOGOI DIAGGIORNAMENTO TEORICOPRATICO IN MEDICINAEMBRIO-FETALE EPERINATALESegreteria organizzatrice:Imc srlViale Trieste 93 09123 CagliariTel. 070.273470 Fax: [email protected]

25-26 maggioRomaIII INTERNATIONALCONGRESS ONENDOMETRIOSISSegreteria organizzatrice:MillenniumCongressViale deL Vignola 3D 00196 RomaTel 06.3221854 Fax: [email protected]

26 maggioBolognaECOGRAFIATRANSVAGINALE EMETODICHE INTEGRATE INGINECOLOGIA ONCOLOGICASegreteria organizzatrice:Dolphin OrganizationStradaMaggiore 90 - 40125BolognaTel. 051.6360801 Fax:[email protected]

31 maggio-1° giugnoSalerno5° CORSO TEORICO-PRATICO DI CHIRURGIA ERIABILITAZIONE DELPAVIMENTO PELVICOSegreteria organizzatrice:S.P.I.G.C. - Dott. Davide De VitaVia Palermo 29 - 84091Battipaglia (Sa)Tel. 339.8503997 Fax:[email protected]

31 Maggio1° Giugno 2007NapoliVI TRAINING DI ECOGRAFIAIN GINECOLOGIA EDOSTETRICIASegreteria organizzatrice:Sirene Eventi SrlVia San Nicola 480067 Sorrento (Na)Tel.: 081.8770604 Fax:[email protected]

4-8 giugnoBusto ArsizioCORSI POSTUNIVERSITARIDI CHIRURGIAENDOSCOPICAGINECOLOGICA AOGOISegreteria organizzatrice:OverMedia Consult Srl

Via Pagliari 8 – 26100 CremonaTel. 0372.23310 Fax:[email protected]

8-10 giugnoMarina di Ostuni (BR)4TH CONGRESS ONULTRASOUND INOBSTETRICS ANDGYNECOLOGYSegreteria organizzatrice:Centro Italiano Congressi (Cic)Via Escrivà 28 70124 BariTel. 080.5043737 Fax:[email protected]

10-13 giugnoCarezza (Bz)DALL'ANATOMIACHIRURGICA ALLACHIRURGIA ANATOMICA INGINECOLOGIASegreteria organizzatrice:C.I.C. SudVia Camillo Rosalba Trav. 47/e 2870124 BariTel.: 080/5043737 Fax:080/[email protected]

14 giugnoReggio EmiliaLA VIA EMILIADELL'ENDOSCOPIASegreteria organizzatrice:MediacomVia Brescia 541041 Casinalbo (Mo)Tel.: 059.551863 Fax:[email protected]

14-16 giugno Milano19° CONGRESSONAZIONALE - SIOG -ADVANCES INGYNAECOLOGICALONCOLOGYSegreteria organizzatrice:Endogroup International SrlVia Turati 7/E 22036 Erba (Co)Tel. 031.646141 Fax: [email protected]

16 giugnoAscoli PicenoFISIOPATOLOGIADEL CANALE CERVICALE-DALLA MORFOLOGIA,ALLA DIGNOSTICA, ALLETERAPIESegreteria organizzatrice:Etrusca ConventionVia Bonciario 6/D 06123 - PerugiaTel. 075.5722232 Fax:075.5722232

[email protected]

20-23 giugnoPalermoIST AAGL INTERNATIONALCONGRESSIN CONJUNCTIONWITH SEGISegreteria organizzatrice:Bluevents SrlVia L. Bodio 57 00191 - RomaTel. 06.36304489 Fax:[email protected]

14-17 ottobreNapoli83° CONGRESSONAZIONALE SIGO- 48°CONGRESSO AOGOI- 15°CONGRESSO AGUISegreteria organizzatrice:S.E.L. Congressi & TriumphCongressiVia Lucillo 60 - 00136 RomaTel. 06.355301 Fax: [email protected]@tiscali

Direttore scientificodel Corso:CarloMaria StiglianoU.O.C.Ginecologia PreventivaeConsultori FamiliariAsl Castrovillari (Cs)

Segreteria scientifica:A. Fabrizio, D. Graditone,F. Pacifico, F. Schifino, R. I.VotoSegreteria organizzativa:Mediacom – Via Brescia, 541041 Casinalbo (Mo)Tel. 059.551863Fax [email protected]

22-24 maggio 2007U.O. Ginecologia-OstetriciaP.O. S.Francesco D’Assisi - Via ClementeOliveto Citra, (Salerno)TRAINING DI UROGINECOLOGIAE DI CHIRURGIA RICOSTRUTTIVA VAGINALEPROTESICA IN SALA OPERATORIA

Ecm: Evento formativo n° 2119-273990accreditato con 22 crediti formativi perMedici-ChirurgiNumero di partecipanti: 5Area di interesse: chirurgia ginecologia, uro-ginecologia,colonproctologia, urologiaSegreteria OrganizzativaDavide De Vita, SPIGC, tel. 339-8503997Fax [email protected] - http://www.spigc.it

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Secchezza vaginale 94%*

Prurito e bruciore 96%* Rapporti dolorosi 88%*

EuclointimaEuclointima®

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Intimità serena senza etàEuclointima è un dispositivo medico innovativo formulato con componenti ad azione integrata percontrastare la secchezza vaginale e/o prevenire ed attenuare le irritazioni vaginali. L’acido ialuronico ed ilcarbopol formano un gel con proprietà equivalenti a quelle del muco vaginale: Euclointima ha una viscositàadeguata a garantire un’elevata aderenza alle mucose così da poter idratare, lenire e proteggere a lungo, senzaperaltro provocare fastidiose perdite. Durante il rapporto sessuale Euclointima acquista, invece, le caratteristichedi un gel fluido atto a garantire un elevato grado di lubrificazione. L’estratto di Padina pavonica stimola laproduzione di glicosaminoglicani con conseguente miglioramento del metabolismo e della tonicità delle mucose.L’acido lattico mantiene il pH fisiologico, fondamentale per prevenire le infezioni, mentre il ricinoleato dizinco cattura le sostanze maleodoranti bloccando gli odori sgradevoli. L’ottimale tollerabilità di Euclointimaè stata clinicamente dimostrata in studi condotti su 90 donne. Euclointima è idonea all’uso con i profilattici.

Dall’esperienza

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* Donne con totale scomparsa del disturbo. Boselli F. Valutazione di efficacia di un gel intimo a base di ricinoleato di zinco nel trattamento della secchezza vaginale: studi prelininari. Pifarotti P. Valutazione della tollerabilità e gradevolezza di un gel lubrificante umettante vaginale, mediante test clinico d’uso.

Dispositivo medico con 8 applicatori monouso

Secchezza vaginale 94%*

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