Guido Zucconi Città Dell_800

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Storia della città e del territorio: l'Ottocento.

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Guido Zucconi, “La città dell’Ottocento”.

Introduzione: “la città della crescita”

1) DefinizioneLa città dell’Ottocento può essere definita da tante espressioni: <<la città della rivoluzione industriale>> a <<città nell’epoca della crescita>>, da <<città del progresso tecnico>> a <<città del ciclo haussmanniano>>. Il termine più convincente è <<città di ieri>> , perché ci riporta a un termine non remoto e a una serie di immagini ancora percepibili. Tra settecento e ottocento prende il via un ciclo di espansione che si impernia sulle città. Esempio le tre capitali mediterranee, Roma, Madrid e Atene, che triplicheranno il numero di abitanti nel corso del novecento. A partire da una certa data , che varia da luogo a luogo, l’impulso dinamico sarà fornito dalla demografia, prima che dalla economia. È proprio la crescita demografica che ha coinvolto in modo ineguale le diverse aree dell’Europa: nella prima metà dell’ottocento essa riguarda la sola Inghilterra, poi il Belgio nel 1830 e la Francia dopo il 1850. Dappertutto il fenomeno darà luogo a concentrazione di risorse nei centri urbani e di popolazione, un vero proprio <<ciclo di urbanizzazione>>, sancendo la prevalenza quantitativa e qualitativa della cittàLa moltiplicazione del numero di metropoli è un altro dato che caratterizza il ciclo ottocentesco di urbanizzazione. Nel 1914 ci sono 22 città che hanno raggiunto il milione di abitanti, mentre all’inizio dell’ottocento non vi era che Londra. Ora si diffonde il termine di <<metropoli>>

2) Industria e crescita urbanaOvunque i grandi numeri, legati allo stupefacente incremento di popolazione, si distribuiscono in modo disuguale, favorendo la crescita dei centri urbani a discapito delle campagne. Lo sviluppo dei trasporti e l’espansione degli scambi convogliano prodotti, risorse di popolazione nei centri produttivi e in alcuni nodi del sistema di comunicazione.Oltre alle città capitali, o città portuali si configurano città con funzione di capoluogo amministrativo. In Inghilterra nell’arco temporale ci cinquant’anni si vanno a insediare più di settemilioni di individui: è come se una <<seconda Gran Bretagna>>, interamente urbana, fosse andata ad aggiungersi alla originaria popolazione censita nel 1750. Il fenomeno dell’inurbamento e della concentrazione è stato letto con gli occhi di chi ha demonizzato il processo di industrializzazione. Pensiamo a Charles Dickens di Hard Times(1853), ma soprattutto Friedrich Engels de Le condizioni della classe operaia in Inghilterra(1845).Sovraffollamento, promiscuità, mancanza di condizioni igieniche accettabili, degrado materiale e morale, sono alcuni tratti di questo novello inferno. Lo straordinario processo di crescita e di concentrazione urbana viene di norma attribuito alla <<rivoluzione industriale>>.Sia lo sviluppo industriale che la crescita demografica si appoggiano ad una rete di centri preesistenti (piazze di mercato, nodi stradali, porti e centri amministrativi), rafforzati dopo il 1850, da un sistema integrato di collegamenti ferroviari.

3) Nuove tipologie urbane

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Nuove tipologie urbane entrano a far parte della geografia dello sviluppo urbano: ad esempio le <<città aziendali>>, centri autosufficienti, fondati dal nulla attorno alla presenza dominate di uno stabilimento industriale. Nascono varie tipologie di città, esempio le città-porto: come Liverpool, Rotterdam o Barcellona. Tra il 1856 e il 1914, alcune città-porto triplicano la loro consistenza. Nati praticamente dal nulla altre città consolidano la finalità essenzialmente militare, esempio la Spezia, Odessa o Pola. Vi sono anche città di cura e soggiorno (Biarritz, Vichy), città consacrate al tempo libero (Nizza), le città dei grandi alberghi e delle grandi occasioni mondane (Montecarlo e Cannes).Il successo di molte città è all’origine di un collegamento ferroviario, come per il caso di Nizza, città di mare, che grazie all’avvento del treno ha avuto una tendenza all’espansione, entrando a far parte di una rete di relazioni di lunga distanza.

4) L’età dello sviluppo.Dopo il 1850, i nuovi flussi e surplus demografici tenderanno a concentrarsi attorno ad alcuni nodi ferroviari, a capoluoghi politico-amministrativi.La prima fare rappresenta l’avvio di formazione delle metropoli, il periodo che va dal 1850 al 1914, essa sancisce la prima fare travolgente fase di espansione.Una tendenza allo sviluppo è quella di adeguare la struttura della città alle logiche proprie della crescita economica. La città appare ora come una figura misurabile, e modificabile.Se risulta sovraffollata potrà essere estesa a piacimento, e si dimostra malata, potrà essere sottoposta a terapie radicali.Ora nella città si prefigura un programma di adeguamento, il primo fattore è l’impatto con la ferrovia. L’arrivo nel treno delle città richiede la soluzione a una serie di problemi: tra questi la localizzazione di attrezzature collegate alla città, il collegamento rapido tra quella e il centro cittadino, la creazione di un quartiere della stazione che ne sancisce il ruolo di motore del dinamismo urbano.Ma anche sviluppo e adeguamento è individuabile in città dove non vi è un forte incremento di popolazione e industriale, dando vita a processi di trasformazione, di ridisegno e di adattamento delle parti rilevanti della città, come frange, il cuore, le direttrici principali. Viene modellata la struttura urbana della città, la cinta muraria o le grandi proprietà religiose.Questi manufatti simbolo dell’antico, ora necessità di rinnovamento per raggiungere obbiettivi di sviluppo e adeguamento, i complessi conventuali cambiano la destinazione.

5) Oltre i confini tradizionaliLa città del secolo della crescita hanno riguardato non solo la parte occidentale dell’Europa, le più toccate dai processi di scambio. L’onda del processo procede da ovest a est, come abbiamo già visto nel confronto tra Gran Bretagna e Germania. La tendenza al progresso tocca le aree comprese tra il Mediterraneo e il Baltico, vivendo un processo di urbanizzazione. La loro crescita è stata determinata dai flussi migratori, es. per Praga, questo processo ha permesso un’apertura di gruppi che si rimescolavano fino ad allora divisi tra città e campagna, tra attività e occupazioni nettamente distinte.In alcuni posti la presenza di flussi migratori necessitò la nascita di quartieri e attrezzature collettive separate all’interno della città.L’alternarsi dei confini tra città e contado si accompagna al generale collasso dei vincoli feudali e militari che limitava la mobilitazione di persone e merci. A partire dalla seconda metà del secolo il processo di apertura riguarderà l totalità dei centri urbani. La nozione di città non sarà più associabile a un complesso di elementi statici ereditati dal

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passato: non solo i detentori di un potere assoluto o i militari potevano intervenire a rimodellare nodi rappresentativi, perimetri difensivi ecc.L’ottocento corrisponde a una fare di transizione fra un antico regime e la piena attuazione del principio in base al quale uomini e prodotti possono circolare liberamente.

Cap. 1 “forma e limiti della città”

1) La demolizione delle mura.Le mura fino al seicento segnavano il limite urbano, segnando la linea di demarcazione fiscale, politica, militare e amministrativa. Ora la demolizione delle mura segna il passaggio tra età moderna e contemporanea. Dopo il 1815 si pone il problema di ridimensionare la cinta, e si procede al ridimensionamento e non alla demolizione, realizzando una serie di interventi: apertura di varchi e di passaggi, creazione di barriere.La liberalizzazione di aree sottoposte a servitù militare introduce una serie di trasformazioni fisiche: l’area spianata intorno alle mura diviene edificabile, mutando nel corso del 1848 il regime dei suoli, procedendo ad un frazionamento anche di grandi proprietà aristocratiche che circondano la città. In Italia gli spalti trasformati in passaggi sopraelevati, tra il 1750 e il 1860 vengono trasformati in stradoni alberati. Le città del limes orientale, spezzano il complicato dispositivo di difesa, portando a compimento nuove soluzioni, nascendo nuovi Stati nazionali che funzionano da cuscinetto, formandosi nuove province, diventando capoluoghi governativi le ex-fortezza.Vienna offre una soluzione a tale problema di limes orientale, realizzando il ring tra il 1860 e il 1890.Con la realizzazione del Rinstrasse, Vienna rappresenta l’esempio forte di repentina risposta la problema di destinare lo spazio smilitarizzato tra il muro di cinta e i borghi esterni.

2) Nuovi anelliNella seconda fase tra il 1860 e il 1930 si procede all’abbattimento delle mura, ponendo il problema di ridefinire il nuovo agglomerato nel suo complesso e di stabilire il limite tra città e il suo intorno. Criteri di controllo fiscale vengono reintrodotti sotto forma di cinta daziaria o di confine del centro abitato. Nel lessico urbano entrano nuove espressioni come ring, circular road, boulevard peripherique, circonvallazione, definendo il nuovo anello esterno che viene formandosi sul sedime delle antiche mura. Un anello di circonvallazione sarà realizzato solo dopo che il municipio potrà estendere la sua potestà oltre le vecchia cinta difensiva, il problema della sua realizzazione quindi non era tecnico ma giuridico-amministrativo. Il nuovo anello periferico corrisponde alla fascia di sutura tra città interna e le aree di espansione, il nuovo tracciato circolare servirà a razionalizzare la viabilità e a definire un più attendibile limite urbano. La formazione di un ring-circonvallazione riguarda le città radio concentriche: Mosca,Vienna, Colonia, Milano, Firenze e Bologna.

3) Parigi e HaussmannCon le ambizioni neoimperiali di Napoleone III e la capacità tecnico-amministrativa del prefetto della Senna E. Haussmann, si realizza a Parigi una maglia di percorsi che raccordano i luoghi nodali: la stazione di testa, i punti cardinali consacrati dalla tradizione e i nuovi capisaldi funzionali della città capitale, rafforzando quei caratteri di unità e coesione. La realizzazione di questa grande maglia metropolitana, si divide in tre fasi prendendo il nome di réseau.

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Con il primo réseau, tracciato nel 1855, si delinea la grande crociera, incarnata sul nodo di Chatelt-Hotel de ville, ridefinendo il riassetto dell’Ile de la Cité, con la liberazione della Cattedrale di Notre-Dame , la demolizione degli isolati residenziali e loro sostituzione con una serie di edifici pubblici. Il secondo (1858) prevede l’apertura di nuovi assi di raccordo, risalgono al quel periodo il completamento dei grand boulevard con la creazione di nuovi poli come l’Opérà, la caserma e la grande spianata dello Chatéau-d’Eau.Il terzo nonché il più grande résau (1860), periodo in cui Parigi assorbe la fascia compresa tra le due linee di cinta, definendo il nuovo confine tra metropoli ingrandita e la banliene, oltre al perimetro del dipartimento della Senna. I tre reseaux haussmanniani non sono soltanto uno schema viario, arricchito da un adeguata cornice architettonica, ma fanno parte di un programma di riordino generale della città rimodellandone la struttura funzionale.È una strategia che si basa sul raccordo tra fuochi monumentali e assi scenografici.

4) Il modello di haussmannizzazioneI grands travaux coinvolgono una grande quantità di problemi: la sistemazione delle acque e di altri servizi a rete nel sottosuolo, il riordino del traffico viario e il raccordo con la rete ferroviaria, la predisposizione e il ridisegno di attrezzature collettive, come mercati generali, scuole e ospedali.Per i grands travaux si aggiungono tante figure di consulenti e specialisti, non solo tecnici-funzionari, ma anche giuristi che si occupano del settore finanziario. A Parigi è la mano pubblica, attraverso la Prefettura, a definire lo snodo principale di un sistema di investimenti: essa costituisce il tramite fra risparmio e investimento, rivelandosi in grado di convogliare il flusso finanziario verso una serie di grandi interventi edilizi di iniziativa pubblica. La Parigi di haussman costituisce l’esempio più efficace di centralizzazione finanziaria, mettendo a punto un modello operativo basato sull’impiego sistematico di quelle risorse, sperimentato dall’Inghilterra georgiana con forme di investimento in edilizia originate dal risparmio privato.

5) Londra e la logica dell’<<estate>>Parigi rappresenta il caso estremo di sviluppo promosso dalla mano pubblica e attivato dall’ azione dello Stato. Diversamente da Londra la quale le dinamiche di crescita e di trasformazione discendono direttamente dai disegni della proprietà fondiaria e dall’azione degli investitori immobiliari, competendo i regolamenti edilizi alla sfera pubblica e tutto il resto all’iniziativa dei singoli. Nel 1856 viene creato un organismo centralizzato, il Metropolitan Board of Works, rispondendo alle necessità tecnico-amministrative (acquedotto, fognatura, apertura strade).I sovrani operano nel mercato immobiliare con gli stessi obblighi degli altri proprietari, ciò sta a dimostrare che la mano pubblica opera all’interno della città secondo le stesse regole del gioco degli attori privati.La realizzazioni immobiliari si legano al nome della casata che possiede l’estate, i grandi estate si realizzano a partire dal 1750 prendendo forma secondo un modello costante: lo square al centro, abbellito da un giardino condominiale, costituisce l’unica eccezione nella trama di strade e fronti regolari. Con vincoli imposti dal Building Code: altezza massima e costante, omogeneità dei materiali e dei particolari dei prospetti, allineamento di linee di gronda. Lo square a differenza della piazza parigina nasce come iniziativa autonoma del proprietario, di cui spesso porta il nome, la piazza parigina invece era l’espressione di un atto d’impero che l’autorità pubblica imponeva alla trama preesistente. A Londra il disordine della grande strada si contrappone all’ordine della trama edilizia, diversamente da Parigi, la geometrica rettilineità, la grande arteria commerciale (boulevard), fende l’irregolare orditura del tessuto preesistente.

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6) Confronto tra Londra e ParigiIl confronto tra Parigi e Londra è il modo di intendere la costruzione di una grande città Parigi e il suo processo di trasformazione passa attraverso uno sforzo del ridisegno che salda le diverse parti in un’unica entità fisica e funzionale. Londra invece manca di uno schema generale e di una volontà unificatrice mantenendo il carattere frangiato, policentrico esaltando le vocazioni originarie. Anche le divisione amministrative si oppongono, per Londra si creano nel 1898 i borougts, mentre per Parigi gli arrondissements haussmanniani corrispondendo agli spicchi casuali di un0entità di fatto indivisa.Le metropoli diventano il centro di un sistema tolemaico che propaga idee e modelli in tutto il pianeta attraverso le riviste illustrative, le esposizioni universali e altri strumenti di veicolazione. Per quanto riguarda i problemi della forma urbis, per Parigi si realizza un forte disegno omogeneizzante reso possibile da un sistema centralizzato che riesca ad assorbire la crescita impetuosa, per Londra si realizza una frammentazione come dato riconoscibile anche sul piano dell’organizzazione fisica e spaziale, realizzata dalla forza autonoma del singolo estate governando con proprie logiche decisionali e formali.

Scheda: Royal Estate di Regent’s Park Durante il periodo della Reggenza, viene realizzata nel West End londinese una grande operazione immobiliare. Progetto commissionato a John Nash, quale disegna eleganti terrance-house abbelliti da colonne, timpani e attici, attorno a figure geometriche come cerchi e semicerchi.Nel 1812 l’architetto progetta il collegamento tra il nuovo estate e la residenza del Reggente, prendendo forma la Regent street, che taglia aree già edificate e rivela le difficoltà di un confronto con i vincoli e ostacoli di ogni tipo. In queste condizioni Nash realizza il Quadrant, grande edificio curvilineo e colonnato che compensa il disassamento dei due tronchi della nuova strada, realizzato tra nel 1813 e completato nel 1835.

Scheda: Il Ring di ViennaTra il 1815-1817, lo smantellamento della macchina bellica apre la strada a l’insediamento di un nuovo prestigioso quartiere, nello spazio che corrisponde alla spianata, tra la linea delle mura abbattute e i borghi esterni. Si configura la Ringstrasse, ove si collocano l’indomani del 1848 le funzioni di una grande capitale imperiale, il parlamento, il municipio, l’università, i musei nazionali, il teatro lirico.

Cap. 2 “La teoria. La città come soggetto specialistico”

1) Descrizione e storia della cittàLa città nel corso del XIX sec. Viene intesa come soggetto autonomo, diventando oggetto di descrizione definendo il carattere urbano: le attività economiche, la distribuzione di popolazione, la diffusione delle malattie. La parola chiave è indagare, fissando un approccio oggettivo delle città. Approccio messo a punto da Ildefonso Cerdà, individuando 3 approcci: il linguaggio dei numeri, il disegno planimetrico e la parola scritta. Ma anche Elime Zola attraverso un romanzo naturalista, riesce a descrivere e restituire i caratteri della città. Dopo il 1850 questo modo di guardare alla città offre un campo d’azione a diverse forme di specialismo.

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Carlo Cattaneo nei suoi saggi ha cercato di individuare nelle vicende dei centri urbani il fulcro della storia italiana, egli propone di guardare ad essa con gli occhi di uno scienziato. Cattaneo afferma che <<la città è il principio della storia>>.

2) La rappresentazione cartograficaAll’inizio del secolo grazie ai progressi tecnici la rappresentazione cartografica della città arriva a ottimi livelli. Fino ad allora esse costituivano un genere riservato agli specialisti(militari, funzionari del fisco). All’inizio veniva utilizzato per descrivere i beni immobili in forma topografica rivelando le particelle fondiarie, nel corso del tempo la loro produzione diventa sempre più diffusa e alla moda. La mappa inizia a svolgere un ruolo indispensabile chiave di lettura di un oggetto alla portata del turista.

3) L’indagine staticaL’indagine statica consente di rilevare la città secondo categorie: le variazioni demografiche, il volume degli scambi, della produzione agricola e manifattura. Ci permette di fare confronti tra città e tra parte del territorio. L’indagine statistica ha permesso di mettere in discussione la relazione che esiste tra il sovraffollamento e l’esplosione di alcune malattie di carattere collettivo. Occorre partire da quest’analisi, posta al centro dell’indagine è la questione degli slums, termine inglese che designa aree i degrado sociale ed edilizio. Si serviranno dopo 50 anni come fece Jacob Riis anche della macchina fotografica per documentare e denunciare le condizioni disperate in cui vivono molti degli immigrati per es. a New York.

4) Topografia e staticaBooth nel corso del XIX sec. si serve della topografia statistica, ovvero la traduzione dei dati analitici su base planimetrica con tratti e colori di diversa intensità. In quegli anni inizia a raccogliere una mole di dati e in seguito redige una grande mappa colorata, con campiture diverse indica la popolazione divisa in 8 categorie quale evidenziano il tasso di povertà. Questo passo decisivo di analisi è stato compiuto soprattutto dai medici e dagli uffici sanitari per esplorare la città nelle sue diverse parti. Attraverso l’uso comparato della statistica prenderà corpo un’idea di <<urbanista>> fondato sul ricorso sistematico dell’indagine e del confronto quantitativo.

5) Il contributo dei militariI militari forniscono un contributo speciale ai problemi territoriali e urbani. L’esercito è chiamato a fronteggiare non solo problemi di guerra, ma anche epidemie e catastrofi naturali. Spetta il compito definire e progettare le attrezzature civili. Si afferma il primato della <<ragion militare>> sulle fasce liberalizzate, quando non si occupano gli tecnici del Genio a disegnare le strade e gli isolati, il loro parere sarà decisivo nella riconfigurazione urbana. L’esercito si farà carico di tutte le questioni legate alla sfera urbana.

6) Idraulica e urbanisticaL’acqua componente decisiva di un modello funzionale, il problema idraulico nell’800 i sposta dalla generalità del territorio alla città. Abbiamo la nascita di uffici chiamati a progettare e coordinare i lavori pubblici nei settori delle acque, delle strade e dell’edilizia.

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Un primo tentativo di dare alla città un impianto compiutamente scientifico proviene dalla Spagna di metà ottocento con Ildefonso Cerdà. La sua è la pressa d’atto di una fase presente legata a quantità, a bisogni, a tecnologie sostanzialmente diverse del passato. Si pensa che le basi dell’urbanistica siano legate al caso delle grandi epidemie del’800, in realtà la città è sempre stata colpita da catastrofi sanitarie. È cambiato nell’800 il modo di guardare al problema, l’epidemia non più vista come castigo divino, ma come rimedio da fronteggiare con impianti di deflusso, abitazioni salubri e spazi a verde.Dare vita ad una <<scienza della città>>.

Cap. 3 “Linee, reti e flussi”

1) Nuove linee di collegamentoMolte arterie nel corso del XIX sec. vengono realizzate ex novo. Se prima nasce la ferrovia per collegare due punti, accelerando gli scambi e gli spostamenti, ora nasce l’esigenza di <<tagliare>> la vecchia trama. Si realizza una direttrice di attraversamento, la quale può coincidere con il preesistente (cardo o decumano) oppure richiedere a creazione di un nuovo asse di transito. In un caso si tratta di ampliare o di rettifica, nell’altro di tracciare un rettifilo. È proprio in questa <<linea di forza>> che si concentreranno le nuove funzioni del terziario. Questi assi nati con finalità prospettiche e celebrative ora reinterpretati come fattori di mobilità. Dopo il 1840 viene ad aggiungersi un altro polo di attrazione: la stazione ferroviaria, il treno entra di prepotenza nella città ponendo problemi analoghi di localizzazione e di raccordo a un più ampio sistema di mobilità. Il fine prioritario è quello di connettere la nuova stazione direttamente al baricentro cittadino, secondo direttrici spesso coincidenti con la <<linea di forza>>. A Londra i terminal diversamente da Parigi si attestano su arterie già esistenti, mantenendo la forma concentrica.

2) La regolamentazione delle acque urbaneL’apertura dei nuovi assi stradali investe il sistema dei flussi idrici, progetti per nuove reti del gas e dell’acqua potabile, nuove linee di traffico e trasporto collettivo, e di sistemi per inca lanare le risorse idriche e per far defluire i residui organici entro un reticolo sotterraneo (la fognatura).Solo dopo il 1850 l’opinione pubblica guarderà alla loro realizzazione. L’ottocento è il secolo delle grandi opere di arginatura, dentro e fuori dai centri abitati.A Parigi come a Roma si attua la costruzione del <<muraglione>>che trasforma il rapporto con il fiume, interrompendo i legami funzionali e visivi. I <<muraglioni>> permettono di creare passeggiate e strade carrozzabili di grande scorrimento, all’interno di un nuovo sistema di viabilità di cui nuovi ponti e i nuovi argini sono parte integrante. Verona, Parma, Firenze, Londra, Parigi, Vienna ecc. saranno oggetto di un piano di trasformazione delle rive, che decollerà nel 1870.

3) Egemonia delle acqueL’acqua intesa come modo per quantificare il concetto di equilibrio. Si crea il principio della <<perfetta corrispondenza>>, che fornirà uno schema logico anche per gli altri settori. Dai ranghi dell’idraulica rientra il concetto di <<equilibrio>>, <<rete>>. L’uso e la regolamentazione delle risorse idriche è da sempre prerogativa della mano pubblica. Dopo il 1880 emerge il concetto di <<servizio a rete>> per definire il carattere coordinatore e continuativo nella distribuzione di alcuni fluidi all’interno della città: oltre all’acqua, il gas, i trasporti e l’energia elettrica.

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I primi a realizzare i servizi a rete sono stati gli inglesi, accollandosi l’onere dell’opera, in seguito farà lo stesso la Francia, mentre per Germania e Italia subentreranno i municipi.

4) Gas e altri servizi a retePrimo servizio a entrare nella città è stato il gas per l’illuminazione.Per la prima volta usato a Londra(1818) e a Parigi(1819), in Italia comparirà vent’anni dopo. La sua distribuzione per molto tempo resta limitato a situazioni di eccellenza, per esempio per illuminare la piazza centrale, soltanto a partire dal 1860 si consolida anche in materia di gas l’idea di una rete e di un sistema continuo di illuminazione pubblica. Assai simile sarà la vicenda dell’elettricità 50 anni o 60 anni dopo. L’avvento della trazione elettrica permette la realizzazione della <<ferrovia metropolitana sotterranea>> aperta prima a Budapest nel 1895 e poi a Parigi nel 1900.

5) La fognaturaLa seconda fase dei lavori riguarda il sottosuolo e la rete di condotte fognarie. Vengono predisposti collettori di sezione e pendenza adeguate a consentire un rapido deflusso delle acque nere. Nelle viscere delle grandi centri nasce una città sotterranea d’acqua: racconto <<figlio di Parigi>> di Fantomas. la fognatura apre prepotentemente nelle città, specialmente dopo il 1880, quando una serie di scoperte scientifiche stabilirono il rapporto diretto tra epidemie e condizione ambientale. <<ingegneria sanitaria>> sta a indicare negli anni ’80 la funzione trainante svolta dalla rete fognaria nei confronti di altre opere pubbliche, come l’apertura di nuove strade, demolizioni di edifici insalubri e la loro sostituzione con abitazioni igieniche. Nel settecento le strade erano lastricate e si rischiava di sporcarsi gli stivali di fango, nell’ottocento le strade sono pavimentate.

Cap. 4 “Nuove attrezzature urbane”

1) Capitali del primo OttocentoDurante il secolo si iniziò a concepire i maggiori edifici civili e religiosi come fulcri di risistemazione a scala urbana. Nella tradizione venivano collegati nelle parti centrali, ora questi contenitori di funzione civile e culturale vengono collocati anche in aree di espansione fornendo dei punti fissi di disegno della nuova città. Si inizino ad affermare altri temi architettonici che acquistano una nuova valenza urbana: il teatro, il museo, la biblioteca, l’università. Il principio delle nuove polarità urbane trova conferma nel lungo elenco di città-capitali, casi urbani come Atene, Berlino e Monaco di Baviera.In Italia, i governatori nella fase della Ricostruzione, si concentrano sulla progettazione del singoli edifici pubblici, dando vita a una moltiplicazione di luoghi destinati alla cultura secondo una progressione che si intensifica all’indomani del 1848. Alcune funzioni, con i relativi edifici, arrivano a duplicarsi, specie la dove è più forte la compresenza di diverse comunità linguistiche.

2) Gli edifici di cultoL’edificio di culto ridimensionato nel ruolo resta escluso da quel processo di ridefinizione di tipi edilizi che caratterizza l’Ottocento. La chiesa perde il ruolo di aggregazione ma consolida l’identità

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municipale: insieme con il teatro o il palazzo municipale si colloca negli spazi più rappresentativi della città. Al ruolo di aggregazione si candidano vari soggetti: la scuola, la biblioteca, il centro civico che sottolineano l’aggregazione di <<quartiere>>. Ora gli edifici per il culto diventano in pochi casi il fulcro di un’opera di rettifica e riordinamento dello spazio urbano. Nel corso del XIX sec. gli edifici religiosi diventano oggetto di consistenti campagne di ricostruzione, la ragioni sono politiche, legata alla tendenza di riconoscere libertà di culto alle minoranze.

3) Town Hall, Standthaus, Hotel de villeL’edificio comunale non viene inteso come semplice sede degli uffici e delle rappresentanze municipali, ma come luogo per manifestazioni di carattere collettivo, tema ricorrente nella città vittoriana. A differenza delle città di antica tradizione, la localizzazione del municipio appare dettata dalla disponibilità di terreni a buon mercato, soltanto in seguito con le collette pubbliche antistante all’edificio municipale verrà aperta la piazza, intesi come capisaldi dell’identità locale.In Italia, in Francia e in Germania si valorizzano le tradizionali sedi municipali.

4) Il teatroUn altro edificio che rappresenta l’identità municipale aprendo le porte al pubblico borghese è il teatro. Il teatro la dove viene ostruito ex novo, non è mai pensato in modo casuale, ma determina il nuovo baricentro della città, diventando il perno di nuove piazze ma anche perno attorno alla quale si dispone la trama dei nuovi isolati.Nei centri medi e mediogrnadi, come Palermo, la sua valenza urbana appare evidente soprattutto dopo il 1860, quando vengono lanciati ambiziosi programmi edilizi. La sua ascesa a rango di status symbol accresce il grado di popolarità e di gradimento da parte del pubblico, la sua <<democratizzazione>>. Necessita di ingrandimento, bisogno di accessibilità e rappresentatività generano squarci nel tessuto preesistente: la creazione di slarghi, piazze accompagna l’opera ottocentesca di adeguamento alle mutate esigenze.

Palermo: la localizzazione dei teatri Politeama e Massimo, sovrapposti alla maglia di espansione prevista dal paino Giarrusso, 1886. Iniziato nel 1864, il Teatro Massimo di Palermo è posto all’intersezione dei due nuovi assi che stanno al di fuori della città murata. Mutando forma e nome dal tradizionale baricentro della città, i <<quattro canti di campagna>> traggono dalla presenza del teatro la legittimazione a candidarsi come nuovo fulcro dell’organizzazione urbana.

5) Altri luoghi della culturaGli atri luoghi della cultura come le biblioteche, i musei si avviano a diventare gli edifici-simbolo della nuova città liberale, intese come attrezzature aperte a tutti, di un processo di liberalizzazione.Questi edifici come abbiamo già visto nelle città-capitale, diventano i fulcri di una nuova organizzazione dello spazio urbano. Il loro ruolo viene evidenziato dall’enfasi stilistica: per molto tempo appariranno ancora le facciate dominate da colonnati neoclassici, fronti barocchi, timpani <<alla greca>>. Nella loro organizzazione planimetrica, biblioteche, musei e sedi universitarie riproducono uno schema simile, basato su forma rettangolare e organizzato, in modo simmetrico, attorno a dei cortili interni. Più che nell’assetto distributivo risultano interessanti per il loro rapporto con il contesto urbano, variabile da luogo a luogo secondo specifiche caratteristiche.

6) I palazzi governativi

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I palazzi del governo concorrono a creare nuove polarità. In questa categoria non rientrano solo le sedi del Parlamento, che dopo il 1848 compaiono in tutte le città capitali d’Europa, ma anche prefetture, palazzi delle poste, licei, sedi dell’amministrazione fiscale e giudiziaria costituiscono i campioni del nuovo repertorio edilizio. Tanti <<piccoli Partenoni>> sorgono nei nodi principali della città, con annessa piazza che serve ad evidenziare il ruolo protagonista sulla scena pubblica.Elementi comuni di questi edifici sono la scalinata e il colonnato d’ingresso. Un altro elemento distintivo rimanda alla forma rettangolare, di solito impostata a una o più corti centrali. La collocazione di questi edifici crea nuovi rapporti con l’ambito urbano: es. in Francia è il caso dei palais de justice.

7) L’esempio di città coloniali. Vi sono situazioni in cui il nucleo originario si è sdoppiato. Di grande interesse è il processo di adattamento di alcune città meridionali al nuovo ordine urbano imposto dai colonizzatori nel corso dell’Ottocento. Lo spiega bene il geografo Elisée Reclus, visitando Tunisi nel 1886, ubito dopo la conquista francese. Qui i palazzi pubblici saranno i fulcri del processo di haussmannizzazione, i tasseli del nuovo ordine urbano che i francesi impiantano prima di consolidare una trama esistente. Le nuove funzioni amministrative e militari riescono a incidere profondamente l’orditura tortuosa della città araba. Algeri è anche un ottimo esempio di sovrapposizione di un nuovo ordine, basata sul posizionamento in luoghi chiave di funzioni altamente rappresentative della vita politica, culturale e religiosa.

Scheda: La piazza e il teatro alla ScalaNel 1858 dopo che viene abbattuto l’isolato compreso tra il fronte del teatro alla Scala e la facciata incompiuta del Palazzo Marino, il Comune insedierà la propria sede. Il prospetto diventa il fondale di questo nuovo spazio, contornato da due degli edifici significativi della città, il tetro lirico e il municipio, da li si diparte lo sbocco della nuova Galleria Vittorio Emanuele, che mette in relazione la pizza della scala con il Duomo.

Scheda: La grande <<parade achitecturale>>A decretare il successo del ring di Vienna è la spettacolare sequenza di edifici pubblici realizzate con forme monumentali. Esse si configurano lungo il semianello tra il 1865-1890, un catalogo completo di tutte le sedi e le funzioni attribuite a grande capitale imperiale. Oltre a due musei eretti di gusto neocinquecentesco, abbiamo la sede del Parlamento in stile neogreco, il municipio di stile neogotico, il teatro e l’università in stile neobarocco.

Cap. 5 “I luoghi dell’abitare e i luoghi del lavoro”

1) Città inglesi e città continentaliIn materia di edilizia residenziale, il modello continentale si contrappone a un modello britannico.Nel Regno Unito la crescita si articola in brani distinti, ciascuna dei quali corrisponde alle singole proprietà immobiliari (estate), ne nasce un mosaico di pezzi indipendenti. Il processo tende a saturare le porzioni comprese tra le preesistenti direttrici viarie, per lo più immutate nel loro originario tracciato sinuoso carrarecce. La libertà concessa al proprietario producono effetti forti sulla forma urbis, questo dall’assenza di vincoli precostituiti nel tracciare il disegno viario e volumetrico. Poiché è ammesso costruire su oni estate, viene a mancare il consolidarsi del monopolio delle aree edificabili. Il regime di leasehold

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permette il distacco aristocratico dalle logiche commerciali: il carattere inalienabile della nuda proprietà impedisce passaggi che accrescerebbero il valore finale del suolo.Al contrario nell’Europa continentale, e in particolare nell’area centro-orientale, il 1848 e le conseguenti liberalizzazioni producono effetti tangibili. Nasce un vero e proprio mercato dell’area, si inizia a parlare di investimenti e profitto, il settori si avvia a diventare uno dei tanti possibili canali di impiego del capitale, ove ottimizzare la redditività dell’investimento. In questo contesto dove dominano le regole del profitto, prendono forma i grandi blocchi residenziali che occupano la trama viaria definita dagli schemi urbanistici. La casa di prigione ne rappresenta la cellula costitutiva, moltiplicandosi in serie di alloggi, spesso identici per taglio e dimensione. I caratteri e le dimensioni vengono predeterminati dalle norme del regolamento edilizio ( o building code). Il principio può essere esteso ad una molteplicità di casi, in cui siamo in grado di riconoscere valori costanti di uniformità tipologica e densità volumetrica, spianta fino alla monotonia. Questa tendenza alla ripetitività discende da un comune maniera di intendere l’edilizia e di collocarla sul sottile crinale che divide il rispetto (minimo) delle norme dallo sfruttamento (massimo) della redditività.Al di qua e al di là della Manica, tra in tipo prevalente <<a grandi blocchi>> da una parte e un tipo prevalente <<a casa individuale>> dall’altra parte.

2) Sobborghi e quartieri a villiniIn Inghilterra la diffusione di un modello residenziale a bassa densità ha origine da quelle caratteristiche intrinseche al sistema immobiliare di cui abbiamo parlato. si realizzano i sobborghi-giardino, dove condizioni strutturali consentono un generale abbassamento della densità residenziale. Il processo di riduzione della densità porta a configurare un rapporto tra volume e superficie associabile a tipo di abitazione unifamiliare, questo avviene specialmente nelle fasce più esterne della città, dove il costo del terreno è più basso. Es. il caso di Alessandria d’Egitto. Si vengono a formare tipi unifamiliari corredate di orti, giardini e spazi di propria pertinenza. La villa tende a trasformarsi in un multiplo di un insieme divenendo il modulo per i nuovi tipi di aggregazione edilizia concepiti in grande serie. Emerge con evidenzia l’icona del cottage, la quale rappresenta la casa contadina di tradizione preindustriale, espressione di una nostalgia per un passato lontano e felice. Da questa idea si realizza nel 1875 il Bedford Park. Il cottage si associa all’idea di sobborgo, alla quale poi viene aggiunto il termine di giardino. Al contrario, nei centri dell’Europa continentale la divulgazione del tipo unifamiliare produce ha un fenomeno più limitato, resta circoscritta a un ben preciso strato sociale. Il fenomeno appare più esteso nei luoghi termali e nei centri di villeggiatura, anche in questo case si tratta di case isolate nel verde, che a differenza del sobborgo britannico, non hanno nessuna pretesa di uniformità ambientale. Questo modello si diffonde anche nel Nord America, e soprattutto nelle maggiori città: Chicago (autentica garden city), Philadelphia, New York.

3) Il quartiere degli affariAccanto al cottage suburbano (al margine della città), si afferma il grattacielo (nel cure della città). Non a caso questo avviene nel boom city come Chicago. A partire dall’Ottocento, il grattacielo fornisce una veste spettacolare al palazzo degli uffici, processo alimentato da un decisivo incremento del terziario. La presenza della borsa valori di un altro luogo di contrattazione richiama gli edifici terziari, creando le condizioni perché si formi un <<quartiere degli affari>>.

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Negli edifici che rappresentano l’ascesa del capitale finanziario di manifesta una tendenza alla semplificazione: spariscono i colonnati dorici, mentre si impongono in facciata, le regole ferree che hanno dettato la successione regolare degli spazi interni, con una sequenza di finestre uguali per cadenza e dimensione, che si ripetono su un telaio ortogonale.

4) Stabilimenti e quartieri industrialiUn terzo elemento che spicca legato alle attività produttive è l’industria, imponendosi come protagonista. La fabbrica costituisce il fulcro dell’organizzazione urbana. Per necessità di spazio e luce si realizzano spazi continui e campate utilizzando nuove tecniche costruttive come travi e pilastri in ferro, e il vetro per la copertura (tetto a shed) permettendo l’illuminazione dall’alto.Per avere zone omogenee o veri e propri quartieri industriali dovremmo aspettare la fine del XIX sec. e l’iniziativa di alcune municipalità. Prima di allora lo stabilimento tende ad adattarsi all’orditura preesistente, cogliendo le opportunità offerte dal sito, attestandosi lungo le strade radiali e lungo i corsi d’acqua. Con il loro carattere pervasivo e la loro capacità di adattamento, le attività produttive penetrano nelle maglie larghe di un’espansione discontinua, esempio nella città inglese, dove la crescita si rivela meno compatta, esse si collocano nei grandi varchi lasciati liberi dagli estate residenziali.Per trovare aree omogenee industriali bisogna prendere in considerazione le grandi città-emporio, in diretto rapporto con gli approdi marittimi e fluviali: es. Docklands londinese, Rotterdam, Lubecca e Brema.

5) Il rifiuto della città industriale L’espressione <<industriale>> sta a indicare il contrario di <<pre-industriale>>, un modo in cui si comincia a guardare con rimpianto.Il termine centro storico nasce per ribadire la diversità dell’’insediamento pre-ottocentesco rispetto alle parti più recenti. Le espressioni città moderna o città industriale rivelano un senso di disagio nei confronti dei luoghi dell’abitare e del lavoro. Nel 1889 Camillo Sitte accusa la maniera di intendere l’espansione urbana ottocentesca. Nel suo libro L’urbanistica secondo principi artistici, egli rivendica un’astratta superiorità delle ragioni del sentimento rispetto al gretto tecnicismo dominante.

Scheda: <<Mietkasern>> a BerlinoCon il termine caserme d’affitto, Werner Hegemann realizza nel 1930 i blocchi edilizi tipici del secondo Ottocento. Il piano per la capitale Reich unificato è definito in previsione di un aumento di popolazione. Nel 1855 con l’approvazione del nuovo regolamento edilizio si fa seguito alla demolizione delle mura di cinta: vi sono indicate le altezze massime dei fronti e le larghezze minime dei cortili interni. Prende forma un tipo edilizio con corpi in linea di 5-6 piani, paralleli alla strada e organizzati attorno a una serie di piccole corti quadrate. La trama regolare delle vie e degli isolati disegna il centro di Berlino su tutti i lati.

Scheda: Bedford Park, il primo sobborgo-giardinoL’arch. Norman Shaw nel 1877 realizza il sobborgo-giardino di Bedford Park alla periferia occidentale di Londra. Shaw appronta un numero ristretto di soluzioni edilizie, tutte improntate a grande semplicità architettonica, ma dominato da elementi tradizionali (tetti incombenti, gradni finestre vetrate e contornate da pietra). Bedforn Park viene ultimato nel 1880, cottage che rappresenta un modello per le successive iniziative.

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Cap. 6 “I luoghi dell’utile e i luoghi della cura”

1) Ospedali, cimiteri, scuoleNel passaggio tra Sette e Ottocento viene messo in discussione le funzioni di interesse collettivo svolte dall’organizzazione religiose. Grazie a una serie di riforme istituzionali e amministrative, i servizi pubblici vengono accentrati nelle mani dello Stato. A partire dalla Restaurazione i conventi sono trasformati in scuole, caserme, ospedali. Soltanto in una seconda fase nasceranno nuove strutture concepite ad hoc e si darà forma edilizia ai timi edilizi richiesti da una sociètà in trasformazione: la scuola, l’ospedale, il cimitero emergono come temi nodali ai quali conferire decoro e centralità nella riorganizzazione dello spazio urbano. Inizialmente, anche gli ospedali progettati ad hoc ricalcano il tipo conventuale organizzato attorno a una serie di corti chiuse. Il principio dell’isolamento avrà grande peso nel definire il rapporto tra centri di cura e i nuclei urbani. Accanto a nuove strutture, obbligatoriamente decentrate, il necessario viale di raccordo con il centro acquista rilevanza, fornendo una direttrice essenziale alla crescita urbana. Questa prerogativa vale più per i cimiteri e non solo per gli ospedali che si sanzioneranno a debita distanza dal nucleo abitato.Soltanto dopo l’800 il principio dell’isolamento si afferma. Questo si realizzerà anche per le scuole, prima adattante negli ex monasteri, poi allocate in aree salubri.

2) I luoghi del commercioIl processo tocca anche la sfera dell’economia e dell’igiene pubblica, in particolare le funzioni annesse al settore dello scambio, nella cultura mercantile, acquistano sempre più peso. Un modello che assumerà valore paradigmatico nell’Ottocento per quanto riguarda i mercati generali costruiti in vetro e ferro è le Halles parigine. I passages parigini, le arcades londinesi, i grand magasin parigini rappresentano le tappe fondamentali di un progressivo affermarsi del <<templi della merce>> nel paesaggio urbano ottocentesco: prima seminascosti nelle maglie della città, si imporranno come scintillanti simboli di ricchezza e di progresso. A Parigi, dopo il 1815, le gallerie commerciali attraversano i grandi isolati del centro e devono essere illuminati dall’alto, entrano in questo nuove scenario da protagonisti il vesto e il ferro. Non si tratta solo di realizzare una copertura, ma di riuscire a offrire un’immagine adeguata alle aspirazioni di una borghesia in ascesa sociale. Parigi con Galerie de fer (1829) e Au bon marché (1870), a Londra Crystal way (1855).In questo modo sembra essere sublimato il modello del cosiddetto gran bazaarnato dall’esempio dei mercati orientali.

3) La stazione ferroviariaTra i nuovi soggetti emergenti quello che più esprime lo slancio verso l’innovazione tecnologica ed economica è la stazione ferroviaria. La costruzione dei grandi fabbricati viari si concentra tra il 1840 e il 1860.La stazione di testa si colloca a conclusione delle nuove linee ferroviarie che convergono sulle grandi città-capitali: Londra, Parigi e Berlino. Tutte sono composte da due parti distinte: la tettoia per i treni e il fabbricato per i viaggiatori. L’inserto degli impianti ferroviari produce effetti rilevanti sulla forma urbis. Nella Parigi haussmanniana, questi punti di <<accumulazione>> diventano i fulcri di una sistemazione ad ampio raggi: le facciate del fabbricato viaggiatori servono a inquadrare nuovi assi, di cui la stazione stessa costituisce l’elemento generatore.

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Accanto alle vie di penetrazione generatrici di nuove testate, vi sono linee passanti le quali danno vita a stazioni di transito. La distanza tra stazione e il centro genera u vuoto che l’espansione urbana sarà in grado di colmare nei decenni successivi all’apertura della linea. La capacità di attrazione della ferrovia è tale da condizionare in quel senso la direzione di crescita.

4) Le esposizioni universaliLa combinazione di vetro e ferro diventano espressione di dinamismo, quindi l’architetture delle ferrovie può collegarsi alle grandi esposizioni universali. L’idea stessa di involucro metallico si identifica con i manufatti-simbolo dell’esposizioni: il Crystal Palace e la Galerie des Machines eretti tra il 1850 e il 1860 proprio quando si realizzano i terminal ferroviari. Infine c’è pure la Torre Eiffel realizzata per l’esposizione del 1889. Si mette in scena nelle grandi esposizioni l’idea di progresso tecnico. Qualcosa di simile potranno dirsi delle Olimpiadi o dei Campionati mondiali di calcio, riproporrà nel XIX sec. il nesso tra grandi folle e manifestazioni effimere, tipica della città ottocentesca.

5) Luoghi per la cura del corpoAl centro delle iniziative di massa si collocano le attrezzature sportive. Spetta alla cultura anglosassone il merito di avere elaborato per prima i principi della <<pratica sportiva<< e di averla stabilita all’interno degli agglomerati urbani, in un contesto di attività all’aria aperta.All’inizio si collocavano nei luoghi di ritrovo all’interno dei grandi centri urbani, es. nei archi pubblici, in seguito si realizzano impianti ad hoc destinati ad ospitare spettacoli sportivi: si realizza lo sport arena (o stadio).Questo fenomeno testimonia il peso crescente che riveste la cura del corpo nella sensibilità collettiva. Associato ai modelli salutisti, viene rilanciato un altro topos dell’antichità: le terme. I centri termali si affermano prima in Inghilterra, poi in Francia e dopo il 1870 in Europa.

6) Città attrezzate per il mareL’avvento della ferrovia produce un processo di decentramento anche in materia di balneazione: nata sulle rive della Manica, dell’Atlantico e del Mar Nero, la pratica dei bagni a mare si diffonde anche sulle sponde del Mediterraneo. Lo stabilimento sorgono all’insegna di un utilizzo terapeutico delle risorse marine. Oltre i centri termali, attorno al 1840 nascono i Kursaal (o casinò) , che non hanno niente a che fare con la cura, ma racchiude sale da gioco, lettura,concerti, caffè e ristoranti. A questo punto il processo di <<invenzione della spiaggia>> ha accantonato il carattere terapeutico originario, rafforzandosi sul carattere ricreativo.

Schede: Le Halles di Parigi Su progetto dell’arch. Victor Baltard nel 1853 si realizza il mercato generale di Parigi. Il complesso si compone di una sequenza simmetrica di 14 padiglioni in ferro e veto, raccordati l’un l’altro da grandi passaggi coperti a volta. Le Halles diventeranno uno dei simboli del XIX sec. e del suo dinamismo economico, replicato in molte città europee.

Schede: Il grande magazzino <<Bon marché>> a ParigiNel 1872 il proprietario lancia l’emporio Au bon marchè. Il fronte monumentale in sintonia con la facciata del Secondo Impero, al di là si compone di una successione di tre piani liberi, ciascuno dei quali collegato da scale a vista e articolato attorno a un vuoto centrale da cui proviene luce.

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Questo emporio parigino e il suo carattere di scatola vetrata resteranno associati all’idea i grande magazzino.

Schede: La Galleria di Vittorio Emanuele a MilanoNel 1858 la Galleria è parte integrante di u programma urbanistico di risistemazione del cuore rappresentativo di Milano. Ispirato alla cultura francese del passage, è pensata come una strada coperta per la comunicazione diretta tra la piazza del Duomo e la Scala. La Galleria risulta bipartita, in basso i fronti in muratura degli edifici e il alto la copertura trasparente che conclude l’insieme. Come nelle Halles Parigine, anche qui una grande cupola trasparente è posta al centro, nel punto di intersezione dei 4 quattro bracci. Anche questa rappresenta il dinamismo economico, inaugurata nel 1878.