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La Banda in Lussemburgo GUIDIZZOLO MN - BIMESTRALE DI ATTUALITA’, CRONACA, CULTURA E POLITICA N. 62 - OTTOBRE 2005 La Banda in Lussemburgo La carta d’identità La carta d’identità Il Papa in mezzo ai giovani Il Papa in mezzo ai giovani Direttore responsabile Andrea Dal Prato - Anno XI - Tariffa R.O.C.: ”Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 n°46) art. 1 comma 1, DCB - Mantova - Euro 0,20

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La Banda inLussemburgo

GUIDIZZOLO MN - BIMESTRALE DI ATTUALITA’, CRONACA, CULTURA E POLITICA N. 62 - OTTOBRE 2005

La Banda inLussemburgo

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Agosto 2005 Colonia, i giovani di tutto il mondo si ritrovanoper la XX Giornata Mondiale della Gioventù

In copertina:15 agosto 2005, il gruppodi amici è pronto per il tradizionale Pellegrinaggio

sommario

3 Editoriale - Il Papa in mezzo ai giovani

5 Una via per Franco Bombana

6 Salute - La medicina predittiva

8 Festivaletteratura 2005

9 Quattro bagole

10 Spazio giovani - I giovani a Colonia

11 Spazio giovanissimi - Intervista al capitano

12 Noi e la legge - Riforma Biagi

13 Noi e il fisco - Redditi soggetti a tassazione separata

Arte e dintorni

14 Giuseppe Roverselli

17 L’Urlo nella folla

18 I Conti Ceresara

21 San Lorenzo

27 Cronaca

33 La carta d’identità

34 Tacabanda

36 Gruppo Micologico Naturalistico

37 Notizie dall’Amministrazione

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editoriale

In una società come la nostra, abituata a misurare tutto in termini di immagine, anche ilPapa viene sottoposto ai "criteri d'ascolto". Per questo motivo non sono mancati i para-goni, in questi giorni, tra il “globetrotter di Dio” trascinatore di folle, e “l'umile lavoratorenella vigna del Signore” che, a quasi 80 anni, si è trovato sul trono papale dopo aver tra-scorso gran parte della sua vita tra i libri.A guardare ciò che è accaduto a Colonia, in occasione della XX Giornata Mondiale dellaGioventù, si può senz'altro affermare che Papa Ratzinger ha superato la difficile prova delsuo primo viaggio internazionale.E' stato sorridente, sensibile e sempre misurato, sembrava quasi volesse scomparire difronte all'entusiasmo della gente, di fronte al muro umano di ragazzi che si protendevanoper salutarlo. E' stato se stesso, preferendo la parola, la riflessione, il contenuto rispettoall'esteriorità. Il suo contatto con i giovani della Gmg non è stato di certo aiutato dall'or-ganizzazione che, a dispettodella fama teutonica, è statadisastrosa e ha tra l'altro impe-dito al Pontefice di percorrere lagrande spianata di Marienfeldfacendosi vedere almeno per unistante da coloro che eranodistanti dall'altare e che per interminabili ore avevano attesoil suo passaggio.L'atteggiamento dell'anziano Papa ha però reso visibile un messaggio al quale Ratzingertiene molto e che ha ripetuto più volte: il vescovo di Roma non deve far risplendere la pro-pria luce, non deve essere il protagonista, ma deve piuttosto far risplendere la luce diColui del quale è vicario. L'introduzione dell'adorazione eucaristica nella veglia finale, l'attenzione alla liturgia bencelebrata: sono piccoli grandi segni di questa direzione intrapresa e che i giovani hannomostrato di capire e di condividere.Benedetto XVI è stato se stesso anche e soprattutto nella parola. Non ha censurato le dif-ferenze. Ha invitato cristiani ed ebrei a un dialogo teologico comune, ha condannato senza mezzi termini ogni forma di terrorismo e l'abuso del nome di Dio cheviene fatto da chi cerca di giustificare religiosamente la violenza. Ha parlato ai “fratelliseparati” delle altre confessioni cristiane senza omettere ciò che la Chiesa cattolica credee senza preoccuparsi di concedere l'indulgenza plenaria per una Gmg tutta concentratasull'adorazione eucaristica proprio nella terra di Martin Lutero.Il Papa chiede che la messa diventi il centro della vita dei giovani: “Non è positivismo obrama di potere, se la Chiesa ci dice che l'eucaristia è parte della domenica. Il fine setti-mana libero, rimane vuoto, se in esso non c'è Dio”. Poi Benedetto XVI nota come accan-to alla “dimenticanza di Dio” esista anche un “boom del religioso”, una religione che “nondi rado diventa quasi un prodotto di consumo. Si sceglie quello che piace, e certuni sannoanche trarne profitto. Ma la religione cercata alla maniera del fai-da-te alla fine non ciaiuta”.Ha chiesto ai giovani di aiutare “gli uomini a scoprire la vera stella che ci indica la stra-da: Gesù Cristo!” e li invita a “cercare la comunione nella fede conservando la comunio-ne con il Papa e con i vescovi”.Ha saputo parlare al cuore dei giovani con parole dense ed essenziali, invitandoli a cerca-re la risposta alle loro domande nel volto del Bambino di Betlemme e chiedendo loro dicamminare nella Chiesa, nonostante i difetti di tanti suoi esponenti.Concludiamo con la frase pronunciata all’inizio dell’incontro con i giovani: “Grazie per queste ore meravigliose che mi donate”.

Andrea Dal Prato

Il Papa in mezzoai giovani

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DIRETTORE RESPONSABILEAndrea Dal Prato

CAPO REDATTOREGraziano Pelizzaro

REDAZIONEElisa CorradiMarco BadiniGiusi NobiliniElodio PeraniAntonio MalaguttiMarika Busca

COLLABORATORISergio DesideratiFranco MondadoriGiulia AvanziMariavittoria SpinaFrancesca CappaLaura LeoratiFrancesca CargnoniGiorgio ArientiCristina DelmenicoMartina GrandelliLuca PiazzaGiovanni ZangobbiSira Castagna

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Una via per Franco BombanaLa delibera della giunta comunale di Mantova èdel marzo scorso, ma la notizia ha iniziato a diffon-dersi in Guidizzolo nei giorni scorsi: il Comune diMantova ha intitolato una via all’industriale guidiz-zolese Franco Bombana scomparso, a soli 49anni, il 30 dicembre 1986. La via che prende il suo nome è nella zona produt-tiva ‘Olmo lungo’ e la motivazione che ha ispiratoi criteri di scelta, come si legge nella deliberazio-ne, è la seguente: “Trattandosi di una zona produt-tiva si sono individuati nomi di donne imprenditri-ci o che hanno avuto ruoli significativi nel mondodel lavoro nazionale ed internazionale. In collabo-razione con Assindustria si sono individuati anchenomi di imprenditori mantovani” e FrancoBombana è proprio uno di questi. Un imprenditore che, come scrisse la ‘Domenicadel Corriere’ nel 1977 parafrasando un romanzo diCronin, era “Un capitano coraggioso che invece discavare una trincea per mettersi al riparo, andavaall’attacco”. Giovanissimo era già espertissimo meccanicopresso i primi calzifici della zona; nel 1963 inizianello scantinato di casa l’attività in proprio purcontinuando quella di meccanico. Dal 1966 in poi la sua è una costante ascesa indu-striale che gli farà attribuire anche le onorificenzedi Cavaliere, Cavaliere Ufficiale e Commendatore.Nel 1969, forte della sua grande passione per ilciclismo e della convinzione che un industriale haanche il dovere di impegnarsi nello sport qualescuola di vita, fonda il ‘GS Franco Bombana’,società ciclistica con la quale per trent’anni ver-ranno formati numerosi giovani che mieterannoovunque straordinari successi e che varranno alsuo fondatore il prestigioso premio del ‘Timoniered’oro’.

Oggi a dirigere il Calzificio che porta il suo nomec’è la figlia Signora Desirèe che ha proseguito econsolidato l’opera del padre accogliendo congrande soddisfazione l’intitolazione della via.Soddisfazione che è stata espressa anche dal sin-daco Giorgio Gandini secondo il quale “…grazie aFranco Bombana con questo riconoscimentoviene valorizzata la forte imprenditorialità del sin-golo ed anche di tutto il territorio”.Anche la figlia Desirèe ha in animo un grande pro-

getto che le auguriamo di portare a termine: la“Fondazione Franco Bombana”. Fondazione cheintende valorizzare ed incrementare uno stretto eproficuo rapporto tra il mondo della scuola e quel-lo dell’industria.

1 - Alla sei giorni diMilano. Da sinistra:Gilberto Pozzi,Giuliano Fontanesi,Franco Bombana,Aldo Balasso,Marino Ceni,Miss Calze eRoberto Bordanzi

2 - FrancoBombana con lafiglia Desirèe

3 - FrancoBombana edil pittore EdoardoBassoli

di Sergio Desiderati

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salute

Argomenti medici semplificati dal Dottor Elodio Perani

La medicina predittiva

“Da tanti anni siamo nella medicinadella prevenzione biologica”; così ci siamodetti nell' argomento dell'ultimo aprile. Così èoggi, ma già esistono all'orizzonte nuovi ed affa-scinanti studi che ci indicano come si potrà anti-cipare la pericolosità di una malattia laddove nonsi può prevenire biologicamente.

Un esempio emblematico è quello inerente aitumori e ad altre malattie genetiche.

All'inizio del '900 chi si ammalava di tumoreper il 95% era destinato a morire; oggi più del 60%guarisce.

Fino agli anni '70 per un carcinoma mammarioveniva effettuata una mastectomia con asporta-zione dei muscoli pettorali e di tutti i linfonodiascellari e intramammari, con esiti deturpanti perl'immagine femminile e difficoltà estrema alla suc-cessiva riabilitazione funzionale dell'arto superioreomolaterale. Dagli anni '80 in poi, per gli stessitumori di piccole dimensioni precocemente dia-gnosticati, la mammella poteva venire conserva-ta; ai giorni nostri, con la radioterapia intraopera-toria l'intervento è sempre più esiguo e sicuro.

L'osteosarcoma del bambino fino a pochi annifa richiedeva la totale amputazione dell'arto odirittura la disarticolazione dell' anca con gravehandicap psicologico e di protesizzazione; oggi,grazie ad una particolare chemioterapia preopera-toria, si possono conservare l'arto e la vita.

Così avviene per molti altri tumori poiché, perle possibilità di guarigione, l'anticipazione diagno-stica ha assunto fondamentale importanza.

Negli Stati Uniti sono stati addirittura svilup-pati siti internet dove si può fare una autovaluta-zione del proprio rischio individuale di contrarreun cancro, basata su sistemi di esame critico(screening). A questo si è arrivati in base ad unragionamento che prende in considerazione l'inci-denza patologica per classi di età, sesso, ambien-

te di vita e di lavoro, rischio familiare, stili di com-portamento.

In tal modo si arriva ad anticipazioni diagnosti-che che rappresentano la Medicina Predittiva ovequeste vagliazioni permettono di scoprire neopla-sie addirittura in fase precancerosa. Questo valeper i tumori della mammella, del collo dell’utero,del colon, del fegato (importante la vaccinazioneantiepatitica), della cute (melanomi).

Esiste poi anche la Farmacoprevenzione cheattraverso circa 600 sostanze finora identificate, èin grado di bloccare il processo di trasformazionecellulare e prevenire la ricomparsa della malattia.

Ma c'è un altro settore entusiasmante cheaprirà nei prossimi dieci anni le frontiere alla scon-fitta di molte patologie tra cui il cancro, le malat-tie ereditarie, i problemi di trapianto ed altre: èquello della genetica che rappresenta lo studio deicaratteri ereditari, di come si trasmettono e sidistribuiscano nella popolazione, aumentando laprobabilità di ammalarsi.

I TEST GENETICI PREDITTIVI sono particolariesami di laboratorio in cui si analizza il materialegenetico di una persona, il DNA (acido desossiri-bonucleico), per individuare la predisposizione adalcune specifiche malattie.

Il DNA è il costituente dei Geni che sono i por-tatori dei caratteri ereditari e determinano il cor-retto sviluppo cellulare.

Durante la divisione delle cellule, per la loroprogrammata moltiplicazione, i geni si organizza-no in strutture chiamate CROMOSOMI: nella cel-lula neoformata si allineano a due a due, unomaschile XY ed uno femminile XX, formando 46coppie.

In una fase della suddetta divisione cellularec'è un momentaneo blocco statico (METAFASE)in cui i cromosomi possono essere colorati inmodo da essere evidenziati al microscopio.

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Questa figura forma il CARIOTIPO che rappresen-ta l'assetto tipico definitivo in numero e forma.

L'analisi di questi dittonghi permette di eviden-ziare eventuali mutazioni che possano portare amolte patologie malformative di sviluppo fisico,mentale, biologico, a morti perinatali senza causecliniche evidenti ed alla genesi dei tumori.

In quanto “predittivi” i test genetici non con-sentono di stabilire con certezza se e quando econ quale gravità la persona interessata si amma-lerà; sono però in grado, specie se ripetuti, di indi-

viduare i soggetti per i quali il rischio di ammalar-si è significativamente più elevato rispetto allapopolazione generale. Quindi non disegnano unsicuro destino ma possono controllare una situa-zione prevenendo una evoluzione sfavorevole.

Di fondamentale importanza è la ricerca dimutazioni a livello del gene p53, regolatore cellu-lare e soppressore della crescita tumorale in cel-lule patologiche, perché, se presenti, aumentanoesponenzialmente la probabilità di proliferazioneneoplastica maligna in altri geni.

salute

L'uso di questi test però apre una sequenza diquestioni etiche, sociali e giuridiche perché noncoinvolgono solo l'interessato, ma anche i familia-ri e i possibili discendenti che dovranno essereesaminati. Dal punto di vista sociale inoltre devo-no essere assolutamente coperti dalla segretezzaprofessionale e non utilizzati per discriminare lepersone in qualsiasi senso. Potrebbero infattiessere determinanti in assunzioni lavorative, con-dizionamenti di carriera, alterazioni di atti legali,travisazioni di percorsi religiosi, etichettature par-ticolari, ecc..

Secondo il responsabile del progetto Genoma,Francis COLLINS, entro il 2010 saranno disponibi-

li test genetici predittivi per 20 - 30 malattie edentro il 2020 saranno approntati i farmaci specifi-ci; fra meno di 40 anni questa sarà l'unica medici-na praticata.

Per affrontare questo nuovo mondo occorre-ranno nuove compagini di medici di cui già esisteil progetto di formazione presso la Scuola Europeadi Medicina Molecolare. Essi potranno capirecome questa scoperta possa essere applicata all'uomo ma soprattutto come una metodica tera-peutica adottata in un centro superspecializzatopossa essere trasferita all'attività medica corren-te.

Parte di mappa del genoma

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Festivaletteratura 2005

Cosa rappresenta Festivaletteratura? Rito colletti-vo settembrino, sempre più premiato dalla criticae dal successo mediatico; meta obbligata per icosiddetti “lettori forti” (gli stacanovisti del libro,coloro che “divorano” più di 12 libri l'anno); occa-sione sempre più apprezzata da molti mantovani,“semplici curiosi”, che approfittano con piaceredelle giornate festivaliere per scoprire unaMantova sconosciuta; ricorrenza fissa, quasi unsegno rosso in più sul calendario, per i mantovanicittadini, che osservano sornioni la trasfigurazionedella città; comunque lo si guardi, da diverse pro-spettive, il Festival è indubbiamente un momentounico per la città.Provare a raccontare in poche righe il Festivalrisulta dunque impresa ardua, per l'ampiezza delprogramma, per l'eterogeneità delle proposte, perla difficoltà di condensare la ricchezza di parole,riflessioni, nomi noti e meno noti, il tutto quest'an-no condito anche dall'incognita maltempo che harivoluzionato i programmi, costretto gli organizza-tori a una dose aggiuntiva di creatività e che hainfine aggiunto ulteriori note di colore alla cronacadelle “cinque giornate mantovane”. Ci sono peròalcune immagini forti che meritano di esserericordate, al di là dei numeri, al di là delle temati-che degli incontri, al di là dei libri venduti e pre-sentati, rapide pennellate di colore, istantaneepersonalissime scattate da angolature insolite. Innanzi tutto la festa, l'aggregazione, lo stare edessere insieme. Le lunghe file di aspiranti spetta-tori alla ricerca di biglietti introvabili, sono stateinteressanti “laboratori sociali”: non sono ovvia-mente mancate le polemiche nei confronti diun'organizzazione non sempre perfetta, (qualcheescluso inveiva con toni coloriti contro una simileressa che “…neanche alla Scala di Milano!”), mala grande maggioranza dei presenti accettava dibuon grado l'attesa, la calca ed eventualmenteanche la delusione finale, cogliendo l'occasioneper socializzare, stringere sodalizi, programmarefuturi scambi di ospitalità.

Un'altra bella immagine del Festival si rivelava neicrocchi spontanei di persone, nel chiacchiericcioche faceva da sottofondo a tutte le attese, neichiostri gremiti al limite di qualsiasi norma di sicu-rezza: è il “melting pot” festivaliero, il ventaglio didialetti, di accenti, di lingue parlate, non solo dagliautori invitati, arrivati da ogni parte del mondo,ma soprattutto dagli spettatori. Numerosi gli stra-nieri affascinati dalla magia gonzagesca e moltis-simi i “pellegrini” provenienti da varie province eregioni d'Italia: ben organizzati, pronti ad affronta-re la loro personale maratona letteraria, bigliettialla mano, tessera dell'Associazione Filo-festivalnel portafogli programma ormai imparato amemoria per non perdere minuti preziosi nellaconsultazione delle pagine; ma soprattutto armatidi un entusiasmo e un'euforia, davvero stupefa-centi, che si riassumono in modo perfetto nellasemplice sentenza di un romano, che durante unadelle ennesime code, mi dice, emozionato quasipiù lui di me ,“Voi mantovani oggi dovete esserefieri della vostra città”.Infine l'immagine più significativa del Festival: lafiumana di gente. È sabato pomeriggio, il sole ècaldo come in piena estate, il cielo terso; da PonteSan Giorgio, Mantova offre il suo profilo più bello,quello della città gonzaghesca intatta nel suofascino medievale. Il Ponte è attraversato da unflusso ininterrotto di persone che scorre lento econtinuo verso il cuore della città. Come il sangueva al cuore e portandogli nutrimento, in esso sirinnova e ripulisce, così questa folla che invadeMantova la anima e la rende viva, e se ne esce asua volta rinvigorita, ciascuno si porta a casa unpezzetto di ricchezza, lo si legge nei volti delle per-sone, negli sguardi contenti, nei sorrisi aperti dichi ha concluso il proprio tour. Motore di questoflusso virtuoso è la letteratura, sono le parole dipoeti e scrittori, filosofi ed economisti, le voci diattori e cantanti, declamatori e narratori.Qualcos'altro di cui essere fieri.

Francesca Quiri

Dal 7 all'11 settembre si è svolta la IX edizione di Festivaletteratura ed anchequest'anno si è rinnovata la magia che trasforma Mantova da cittadina di pro-vincia in capitale dei libri e della cultura.

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- Davvero? Ma allora…- Non capisco perché una coppia cosidetta “di fatto” sia dispo-sta a firmare un impegno, un “contratto”, uguale al matrimonio,ma non vogliono che si chiami matrimonio… mi sembra solo esoltanto ipocrisia bella e buona!- Cioè, le coppie di fatto vogliono i diritti degli sposati, magarisono disposti ad assumere gli stessi impegni, ma non voglionosentir parlare di matrimonio...- Scusa, ma quanto costa sposarsi?- Per mettere su casa?- No, dico di costi burocratici…- Poche decine di euro…- E allora?- Mi sembra, te l'ho detto, un po' ipocrita la cosa…- E allora, come mai in questi giorni sembra il problema piùgrosso…- Che ne so… per me i nostri problemi sono altri…- Già, pensa al problema della Cina… ci sta massacrando…- Sai cosa penso…? Secondo me dovremo mandare in Cina…- Che cosa?- Qualche decina di migliaia di sindacalisti nostrani…- Perché…- Per aiutare i cinesi ad ottenere i diritti dei lavoratori che noiabbiamo già conquistato…- E secondo te i cinesi lo permettono?- Non lo so, però noi abbiamo dei sindacati che ormai per riem-pire la loro giornata fanno i CAF, si occupano dei consumatori,degli inquilini… cioè di tutto oltre le condizioni dei lavoratori…- Mentre invece in Cina, ce ne sarebbe da fare…- E ci guadagneremmo anche noi in Italia…- Cioè… dei sindacalisti missionari…?- Esatto!- Non so, ma credo che sarà difficile…- Dici?- Vedremo...- Beh... te salude!

- Ciao!- Ah, ciao... senti, tu cosa ne pensi?- Di che?- Delle coppie di fatto…- Come me e te?- Ma va... Come quelli che stanno insieme, ma non sono spo-sati...- Perché me lo chiedi?- Perché io mi chiedo… sposati o no… due che stanno insie-me, hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri?- Certo…- Si sentono obbligati alla reciproca assistenza, morale e mate-riale, alla collaborazione, alla coabitazione?- Beh… mi pare ovvio…- Mettono in comune le proprie sostanze?- Chiaro…- Contribuiscono tutti e due ai bisogni della famiglia?- Ovvio…- Decidono insieme sulle scelte che riguardano la famiglia?- Si...- Anche per quanto riguarda i figli?- Sicuro…- Cioè tutti e due hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri?- Certo…- E sarebbero disposti a firmare una specie di contratto per sta-bilire, nero su bianco, questo impegno, così che sia valido echiaro di fronte a tutti?- E' quello che vorrebbero…- E sai come si chiama questo contratto?- Pacs?- No, si chiama da sempre “matrimonio”!- In che senso?- Nel senso che questi impegni che ti ho detto e che ti trovanod'accordo, altro non sono che gli articoli del codice civile cheregolano il matrimonio.

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Foto ricordo deigiovani guidizzolesia Colonia

Rubrica a cura di Marika Busca

I giovania Colonia

“Siamo venuti per adorarlo”... questo il tema scel-to dal Santo Padre per la XX Giornata Mondialedella Gioventù (Colonia 16-21 Agosto) che anchequest'anno ha visto partecipare una schiera digiovani guidizzolesi (più di 60).Il riferimento della frase evangelica è al pellegri-naggio compiuto dai magi che dall'oriente percor-rono molta strada per arrivare da Gesù aBetlemme.Così 2005 anni dopo, i giovani di tutto il mondo simettono in cammino per arrivare a Colonia, lungoil fiume Reno, città nella cui Cattedrale sonocustodite le reliquie dei santi magi, Qui c'è stata l'occasione per pregare e soprattuttocondividere un'esperienza con tanti giovani prove-nienti dai luoghi più sperduti del mondo.Nelle nostre riflessioni una domanda è sorta spon-tanea: perché un milione di persone si mettono in

pellegrinaggio il giorno d'oggi, nonostante i tantirischi che ci sono a viaggiare e stare in luoghimolto affollati?Come ha detto Giovanni Paolo II in un suo mes-saggio per i giovani un anno fa: “bisogna esseretestimoni dell'amore di Cristo perché sono tanti inostri contemporanei che non lo conoscono anco-ra o che cercano di riempirsi con altri mezzi”.Il discorso è stato ripreso dal pontefice BenedettoXVI durante la sua omelia a Marienfeld, luogodella veglia, nella quale egli ha ribadito che la verarivoluzione è quella dell'amore e che a noi giovani,in particolare, è chiesto di non rimanere indiffe-renti di fronte ai mali e alle povertà del nostrotempo. Anzi, come ha concluso il Papa, a noi èchiesto di “dimostrarlo al mondo”.

Alberto Piadena

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Rubrica a cura di Martina Grandelli

Intervista al Capitano

Ho avuto la grande fortuna d’incontrare MattiaNotari, capitano del Mantova, a cena da amici.Una gioia per me e per tutti i tifosi guidizzolesi.

Ciao Mattia, raccontami un po' la tua storia.

Quando e dove sei nato?Sono nato a Como il 20 maggio 1979, ben 26 annifa!

Come hai cominciato la tua storia nel calcio?Già a sette anni vedevo mio fratello che giocavanel Como; io avevo la passione per il calcio, gio-cavo nella squadra dell'oratorio: “Libertas SanBartolomeo”; poi a dodici anni sono andato alMilan dove sono rimasto fino a diciotto, nelle tra-file giovanili. Avevo fatto anche un provino per ilTorino, ma la città era troppo lontana da casa,dalla mia famiglia...

Prima di giocare nel Mantova, dove giocavi?Ho cominciato nel C1 Atletico Catania, poi sonostato nel Novara per tre anni e infine nel Mantova.

Tu che sei nativo di Como, hai trovato differen-za tra Como e Mantova dove adesso vivi?No, perché sono due città che hanno circa lo stes-so numero di abitanti e poi ho trovato grandi amiciche ho tuttora.

So che ti piace stare con i ragazzi e frequentigli oratori. Quali insegnamenti riesci a trasmet-ter loro?Qui a Mantova, nell'oratorio “Lunetta”, faccioincontri con gli adolescenti sul tema “Amicizia”. Iodo il mio tempo e il mio entusiasmo, ma credosiano loro a trasmettermi veri valori.

Il campionato appena finito è stato esaltante:tu come hai passato questo momento con latua squadra?

Vivere i Play-off è stata una cosa indimenticabile,tutti sentivamo la tensione che non ci faceva dor-mire e nei lunghi ritiri ci aiutavamo l'un l'altro: unacosa bellissima! Poi beh, quando abbiamo vinto èstata una gioia immensa. Non riesco neanche aspiegare la felicità nostra e di tutti i tifosi!

Fare il capitano rappresenta un grande puntod'incontro di modi di pensare, agire e opinioni.Questo ti pesa o hai trovato amicizia e disponi-bilità nei tuoi compagni?Fin dal mio primo giorno da capitano, ho trovato

l'aiuto di tutta la squadra, molta collaborazione edisponibilità. Per me più che un peso è un onore espero in futuro di esserlo ancora.

Pensi di rimanere sempre nel Mantova o sognila Serie A?Io sogno la cosa più ovvia: andare in serie A conil Mantova. Mi trovo molto bene a Mantova espero davvero in una nostra ascesa.

Come passi il tuo tempo libero quando non faiallenamento? Che musica ti piace? Che film?Hai degli hobby?Di solito, quando non mi alleno, ascolto musicapop o contemporanea, magari neglispogliatoi porto anche lo stereo perravvivare un po’ la squadra! Parlandodi film mi piacciono i triller psicologi-ci ed i film romantici, passo molte orea guardarli e vado spesso al cinema.Non riesco a coltivare hobbies, per ilpoco tempo libero, ma comunqueamo usare il computer e navigare suinternet.

Cosa pensi di fare dopo il calciato-re?Non ho un’ idea di quello che faròdopo... quando arriverà il momentodeciderò.

Ti ringrazio moltissimo per la tua disponibilità, tiauguro una lunga carriera e di coronare il tuosogno arrivando in serie A!Grazie, lo spero anche io!Ciao! Ciao!Sono molto contenta di avere conosciuto Mattia.È una persona semplice, cordiale e simpatica e,grazie a lui, ho fatto la mia prima intervista.

La nostra “inviata”Martina Grandellicon Mattia Notari

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La riforma del diritto del lavoro ha inquadrato in un“progetto” le prestazioni di lavoro caratterizzate da col-laborazione, continuità e coordinazione. L'elaborazionedi questa tipologia di lavoro è stata generata dallanecessità di tutelare quei rapporti situati al di fuori delvincolo della subordinazione tra prestatore e datore dilavoro. Pensiamo ai cosiddetti co.co.co (rapporti di col-laborazione coordinata e continuativa) che sono statispesso utilizzati per eludere la normativa sul lavorosubordinato. La soluzione approntata dal legislatore èstata quella di creare una condizione essenziale di vali-dità: un progetto o un programma di lavoro all'internodel quale queste prestazioni coordinate e continuativesi devono ricondurre. Il progetto deve contenere unachiara e precisa individuazione di un risultato finale cheil collaboratore deve realizzare. Il programma, invece,prevede il mero contributo parziale del singolo lavora-tore che dovrà poi coordinarsi sinergicamente conquello degli altri collaboratori. Ne consegue che, qualo-ra il rapporto di collaborazione risultasse svincolato daun progetto o programma predeterminato ed effettiva-mente rispettato, esso sarebbe sanzionato con la con-versione, sin dalla stipula iniziale, in rapporto di lavorosubordinato a tempo indeterminato. Un'ulteriore tipologia di contratto è quella del lavoro “achiamata” o “intermittente” che trae origine dall'esi-genza di massima flessibilità nella gestione del lavoroda parte di imprese che operano in settori soggetti adoscillazioni di mercato. E' il caso, ad esempio, deglialberghi che, in alcuni periodi dell'anno, necessitano diun numero maggiore di custodi, fattorini, uscieri, inser-vienti, personale addetto al servizio in tavola o allacucina. La disciplina del lavoro “a chiamata” prevedeche la prestazione non abbia carattere continuativobensì intermittente, ovvero a richiesta del datore dilavoro (con un termine minimo di preavviso non infe-riore ad un giorno). Questo non significa che dal con-

tratto derivi automaticamente l'obbligo per il lavorato-re di rispondere affermativamente alla chiamata deldatore di lavoro; tale obbligo, infatti, deriva solamenteda espressa e specifica statuizione in tal senso. In que-st'ultimo caso, al lavoratore che decida esplicitamentedi impegnarsi ad accettare la prestazione ogniqualvol-ta essa sia richiesta, il datore dovrà corrispondereun'indennità di disponibilità. In mancanza di un'esplici-ta previsione contrattuale, ove non intervengano chia-mate, il lavoratore non ha diritto ad alcun trattamentoeconomico. E' posto il divieto di ricorrere al lavoro intermittente

per la sostituzione di lavoratori in sciopero, oppure(salva diversa disposizione degli accordi sindacali)presso unità produttive che abbiano nei sei mesi pre-cedenti proceduto a licenziamenti collettivi di lavorato-ri adibiti alle stesse mansioni, o per le imprese che nonabbiano effettuato la valutazione dei rischi per la sicu-rezza del lavoro. Una peculiare disciplina è dettata anche per il lavoro“ripartito” tra due lavoratori che si assumono, in solido,l'adempimento di un'unica e identica obbligazione. Inun contratto, avente forma scritta ai fini probatori, sistabilisce la rispettiva misura della prestazione per cia-scun lavoratore (entrambi al 50% oppure in misuradiversa ad es. 30% e 70%) nonché la frequenza giorna-liera, settimanale o mensile con cui essa deve avveni-re. Il vincolo di solidarietà rende entrambi i lavoratoripersonalmente e direttamente responsabili dell'intera(al 100%) prestazione. Il datore di lavoro potrà, quindichiedere ad uno solo l'esecuzione dell'intera prestazio-ne, indipendentemente dalla misura nominale dellaprestazione indicata in contratto. Va precisato che la disciplina dei contratti su indicati èdemandata ai singoli CCNL relativi allo specifico setto-re di riferimento.

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Noi e la leggea cura di Laura Leorati, dottore in legge

I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale

Riforma Biagi

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Noi e il fiscoa cura di Giulia Avanzi, ragioniere commercialista

I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale

Redditi soggetti a tassazione separataDa pochi mesi, secondo quanto previsto dallaFinanziaria per il 2005 ed illustrato con la Circolare n.30/2005, stanno pervenendo ai contribuenti delle rac-comandate con le quali l'Amministrazione Finanziariacomunica gli esiti delle liquidazioni effettuate in relazio-ne ai redditi soggetti a tassazione separata.Si parla di tassazione separata quanto l'imposta dovutadal privato contribuente viene calcolata direttamentedall'Agenzia delle Entrate. I redditi interessati da questa disciplina, seppur di natu-ra diversa tra loro, sono accomunati dal trarre origineda fatti economici a formazione pluriennale, che avven-gono in modo sporadico, non con cadenza regolare, ocomunque in modo non ripetitivo.Rientrano a far parte di tale ipotesi, ad esempio, il TFRe le altre somme percepite al termine dei un rapporto dilavoro dipendente, le indennità e le atre somme relati-ve alla cessazione di rapporti di collaborazione coordi-nata continuativa, le plusvalenze derivanti da cessioneonerosa di aziende posseduta da più di cinque anni, iriscatti di assicurazioni sulla vita, le indennità per ces-sazione di rapporti di agenzia, le plusvalenze dovute allacessione a titolo oneroso di aree edificabili, le indenni-tà risarcitorie ed alcuni redditi prodotti dal defunto, mapercepiti dagli eredi.I metodi seguiti per effettuare tale calcolo variano aseconda del tipo di reddito; generalmente viene appli-cata l'aliquota media calcolata con riferimento al bien-nio precedente all'anno di riferimento, mentre regoleparticolari sono previste, ad esempio, in presenza diun'eredità giacente o di una liquidazione di società.Il contribuente è tenuto ad indicare i redditi in esame inun apposito quadro della propria dichiarazione dei red-diti ed in molti casi, nell'attesa della liquidazionedell'Ufficio, è anche tenuto a pagare un acconto

calcolato nella misura del 20%. La tassazione separata dovrebbe consentire al contri-buente di evitare che il reddito “straordinario” percepi-to si vada a sommare con gli altri redditi dell'anno e chefinisca così per scontare un'aliquota Irpef più alta.Qualora lo si ritenesse opportuno, per alcune tipologieè prevista la possibilità di optare per la tassazione ordi-naria.Le comunicazioni di cui all'inizio del presente articolo(quelle recapitate negli ultimi mesi riguardano i redditipercepiti a decorrere dal 2001) contengono quindi l'esi-to del calcolo effettuato dall'AmministrazioneFinanziaria con l'indicazione delle somme che risultanodovute ed il modello F24 precompilato per il pagamen-to delle imposte. E' possibile, per chi riceve tale documentazione, chie-dere chiarimenti alla compente Agenzia delle Entrate equalora si ritenga che sia stato compiuto un errore, èpossibile chiedere che venga effettuata una rettificadegli esiti del controllo.Per escludere la successiva applicazione di sanzioni edinteressi, il pagamento di quanto dovuto va effettuatoentro i 30 giorni dal ricevimento; naturalmente in casodi predisposizione di una nuova comunicazione a segui-to del riscontro di errori, i 30 giorni decorrono dalla datadi consegna di tale comunicazione. A completamento di quanto sopraesposto occorreaggiungere che anche per alcuni redditi percepiti daimprenditori individuali che esercitano un'attività com-merciale e che di regola vengono tassati nei modi ordi-nari è prevista la possibilità di optare in dichiarazionedei redditi per la tassazione separata.

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Francesca Cargnoni

Giuseppe Roverselli

Statua del donato-re, particolare,marmo bianco diCarrara, 2001

La rubrica “Arte e Dintorni” ha presentato di recente l'attività di alcuni pittoriguidizzolesi, in questo numero parliamo invece di uno scultore: GiuseppeRoverselli, meglio noto come “Pep”.

Guidizzolese, classe 1937, Giuseppe Roversellidedica la propria vita al lavoro, prima presso loscatolificio Perani e poi per l'azienda di filatiLonati. Con l'arrivo della pensione “Pep” cominciaa praticare, come passatempo, l'attività artistica:senza avere alle spalle una particolare formazionesi diletta a lavorare il ferro, creando, a partire daglianni '80, portavasi; si appassiona poi all'intagliodel legno e crea dei tavolini decorati ad intarsio.

Una decina d'anni fa Roverselli inizia a lavorare ilmarmo e, sempre da autodidatta, si applica dili-gentemente a scolpire questa pietra; utilizzandoperlopiù materiali di recupero, compone pure deicolorati mosaici che diventano spesso il pianod'appoggio di graziosi tavolinetti decorati a motivinaturalistici o geometrici.Per scoprire la cultura e l'arte di altri popoliRoverselli ha girato, da quand'era trentenne, pra-ticamente mezzo mondo: “Pep” racconta entusia-sta di essere stato, oltre che in vari stati europei,anche in Marocco, in Kenya, alle isole Comore,per ben sette volte in Madagascar, ma anche inAustralia. Egli ha visitato anche l'India, il Nepal, laBirmania il Laos, la Cambogia, il Giappone e,recentemente, la Cina, ma è stato anche inMessico, in Perù e negli Stati Uniti, dove nel 1997ha partecipato, a Milwaukee, ad una gara interna-zionale di sculture di ghiaccio, vincendo il primopremio.Nell'esecuzione dei suoi lavori “Pep” trae talvoltaspunto da sculture o soggetti che ammira duran-te i suoi viaggi: nel cortile dell'abitazione di viaVeneto ha esposto ad esempio una lastra lavora-ta a bassorilievo con un motivo egizio, in questoperiodo sta invece ultimando una scultura ispira-ta ad una della Malaysia e abbozzando un mosai-co raffigurante dei fiori di stile cinese.Diversi sono i guidizzolesi che hanno scelto leopere di Roverselli per abbellire le loro case o iloro cortili e tutti quanti, passando dinnanzi allasede Avis di Via Carlo Alberto dalla Chiesa, abbia-mo certamente notato una scultura raffiguranteun fanciullo protetto da una mano: la statua deldonatore è un'opera del “Pep” ed è stata lì collo-cata nel 2001.Presto sarà un'altra associazione del paese a rice-vere un omaggio di “Pep” che sta ultimando unlavoro per il Gruppo Alpini.

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Tutti quanti possiamo inoltre ammirare un'opera diRoverselli nella Cattedrale di Asola: “Pep” ha rea-lizzato nel 2002, con grande soddisfazione deisacerdoti, le statue dei Santi Filippo e Giacomoper le nicchie dell'altare di Santa Barbara (ilsecondo della navata destra) che erano prive diornamenti dal 1989 quando erano state rubate lesculture originali.Un po' più difficile forse per i guidizzolesi vedere lastatua della “Madonna delle Missioni” che è stataportata nel 1999 presso la missione del cesaresePadre Schenato in Madagascar.

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Bambino che abbrac-cia la mamma, marmobianco di Carrara, cm55x80, 2002

Pescatori, mosaico inmarmi colorati,diametro cm 80, 2005

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L’artista al lavoro

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Francesca Piazza

Speciale 62° Festival di Venezia:film, eventi e curiosità dal Lido

È divenuta ormai fissa la nostra presenza tra le filadi giornalisti, cinefili o semplici curiosi che ognianno affollano il Lido di Venezia in occasione dellaMostra d’Arte Cinematografica.Nove i film visti, tra cui: “La bestia nel cuore” diCristina Comencini, con Giovanna Mezzogiorno(Coppa Volpi), “Vers le sud” con CharlotteRampling, il russo“Garpastum” (il giocodel pallone), “East ofParadise” di LechKowalski, vincitore dellasezione “Orizzonti”; infi-ne l’ultimo film d’anima-zione di Tim Burton“Corpse Bride” (lettera-rio “La sposa cadave-re”), favola ebraica dallesfumature gotico- dark,tanto care al regista(vedi “Tim Burton’s TheNightmare BeforeChristmas”).Ma veniamo con ordine.Quest’anno la nostraincursione al Festival èstata “ufficializzata” dat-shirt personalizzate ingrado di distinguercidalla massa di “accredi-tati” e giornalisti, tutti“pass-muniti”.L’altra novità è un Lido“blindato”, a causa dellagiustificata psicosi daattentato e dunque forzedell’ordine, metal detec-tor e perquisizioni, uncordone di sicurezzadavanti ad ogni salacinematografica. Ma imassicci controlli nonsono piaciuti ai Globalbeach, soliti “facinoro-si” dalle parvenze anar-chico-insurrezionali, che, anche quest’anno, hannooccupato una spiaggia del Lido e si sono fatti por-tavoce di una manifestazione libera e senza barrie-re, evitando i controlli o rendendosi protagonisti dipatetiche sceneggiate, di cui, tra l’altro, siamostati testimoni.Ancora presenti, tra la passerella ed il Palazzo delCinema, i Sessantuno leoni d’oro, opera dello sce-nografo premio Oscar Dante Ferretti, quest’anno acapo della giuria. Una giuria che ha premiato con ilLeone d’oro “Brokeback Mountain”, film sull’amoretra due giovani cowboy; decisione che non man-

cherà di suscitare qualche polemica.Contro ogni nostra aspettativa è stato premiatoanche il provocatorio ed irriverente “East ofParadise”, in cui il regista ha voluto contrapporre(se non paragonare) il dramma della madre, depor-tata in un gulag durante la guerra, al proprio, di gio-vane regista eroinomane nell’America di fine anni

Settanta. Quasi snobbatii film italiani, tra questi“Texas” (forse il migliorlungometraggio visto alFestival), “una storia diperiferia”, come l’hadefinito il regista, unaperiferia dove le vicendeed i personaggi appaio-no da subito come cli-chè e macchiette, ma daquesta apparente “bana-lità” e dal “caos” inizialesi dipana una vicendacarica di pathos e dram-ma.Premiata invece con laCoppa Volpi l’interpreta-zione di GiovannaMezzogiorno ne “Labestia del cuore”, unfilm intenso che tratta ildelicato tema della vio-lenza sui minori; dasegnalare inoltre leinterpretazioni di AngelaFinocchiaro e StefaniaRocca.Interessante il francese“Vers le sud”, un film-documentario chemostra uno scorcio dellaHaiti di fine anniSettanta: la dittatura e lamiseria che si contrap-pongono alle magnifichespiagge, ma soprattuttoil potere del denaro, con

cui tre donne americane, mature e disilluse,ottengono le attenzioni dei giovani locali.Tra una proiezione e l’altra non poteva mancare laconsueta “pausa aperitivo”, in cui poter esprimeregiudizi e pareri sui film e sulla trascorsa giornata.La nostra avventura veneziana si è poi conclusa,come consuetudine, al ristorante, con l’ormai “sto-rica” cena luculliana a base di pesce, pinot grigio efragolino locale, ed infine l’altrettanto “storica” sor-presa del conto, come sempre troppo salato.

1 - L’approdo per ilFestival al Lido

2 - L’attrice mkov-deawòoih vdenò-oidsv,m òmod-svsuip

3 - Gli inviati de “La Notizia”

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L’Urlo nella folla arte &dintorni

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Mariavittoria Spina

Ottobre è voglia di fuggire dalle frivole chimereestive e tornare alla realtà, per assaporarne l'aro-ma dolce amara, tentare di ricondurre un senso alvano passato e vivere il presente senza temerel'incerto avvenire. La vita è un miracolo, una sortadi misteriosa, poliedrica, follia cronica celata dalvelo dell'apparenza. Ma quando la follia diviene unpericolo per se stessi e per gli altri, un'acuta mani-festazione del disagio esistenziale che infondocolpisce ognuno di noi, anche se in modo diverso,il problema assume proporzioni titaniche. Follia:un baratro aperto sul vuoto in una vita cui mancaqualcosa di essenziale. Follia: l'estrema espres-sione di lucidità di chi si ritrova solo e indifeso nelmondo, così come lo sarà ogni uomo davanti allamorte, in compagnia delle sue certezze più omeno salde, ma pur sempre solo, e indifeso.Quale destino è riservato all'uomo che prima deglialtri avverte l'abisso, tanto da diventare un pesoper gli altri e per se stesso? Che posto riserva lasocietà al folle che non si sente a casa in nessu-no luogo, che non avverte il suo posto nel mondoe che il mondo sembra rigettare continuamente?La legge Basaglia ha sancito la chiusura dei mani-comi, ghetti dove la paura di vivere si trasforma-va in terrore di morte, dove la solitudine e ilmalessere degeneravano in isolamento e dispera-zione e dove le cure si limitavano a procedimentiche oggi classificheremmo come mere torture. Dadiversi anni l'orrore legalizzato è stato abolito,sono cadute le sbarre degli edifici che lo contene-vano, ma ancora molte barriere resistono nellanostra mente, restia ad estirpare il pregiudizio chevede il malato di mente come una minaccia daallontanare. Forse è proprio questa pretesa incon-dizionata di controllo che rende ciechi all'evidenzadei dati clinici e statistici: un italiano su cinque hasofferto almeno una volta nella vita di disturbi psi-chiatrici quali fobie (aracnofobia, agorafobia, clau-strofobia…), disturbi comportamentali (paranoia,bipolarità del comportamento…) sino al terribilemale oscuro, la depressione, della quale si satroppo poco e contro cui si fa ancor meno. Laricerca nel settore psichiatrico è declassata tra lepriorità della sanità e di queste malattie non siparla volentieri: per il 70% dei parenti e congiuntiè ancora una vergogna avere in casa una personaaffetta da disturbi psichiatrici. In genere abbiamola tendenza ad attenuare, se non proprio nascon-dere i temi collegati alle malattie, ma quelle psi-chiatriche hanno un posto a parte tra i mali dellacontemporaneità, perché piaghe come il cancro e

l'AIDS sono state riconosciute malattie sociali ecome tali l'informazione oggi è attiva nel campodella prevenzione e della lotta all'emarginazionedei malati, mentre ancora si stenta a pronunciareparole come “depressione” o “schizofrenia”, comese esse fossero più una colpa che una malattia dacombattere. Aperte le porte dei manicomi restanoda spalancare quelle della comprensione e forsepuò aiutare la storia di chi, superato l'incubo dellareclusione in manicomio, ha trovato il coraggio ditornare a vivere. Un nome importantissimo nellaletteratura contemporanea spicca tragli altri: Alda Merini, poetessa nata aMilano nel 1931. I suoi scritti rappre-sentano l'essenza della poesia profon-da, intensa, riflessiva, fatta di grandimomenti di tristezza e gioia, l'essenzadella vita. La sua storia è l'emblemadel dramma dell'incomprensione e delpregiudizio: a seguito di un forte esau-rimento nervoso il marito la fa ricove-rare diverse volte, sino a decidere dirinchiuderla in manicomio: cinqueanni di terrore, oblio e isolamento die-tro le sbarre, senza la possibilità divedere i figli o scrivere e quarantaseielettroshock che eliminano la memo-ria di quel periodo, cancellano tutto,tranne la paura e il vuoto incolmabile,inspiegabile, carico di difficili silenzi eparole non dette troppo a lungo bramate. Pare chequel vuoto doloroso sia impossibile da colmare,ma la poetessa continua a scrivere, dell'amore edella vita, anche se la sua esistenza sembra tenu-ta insieme solo dalla grigia nostalgia di ricordi,nitidi e obliati, e dalla consapevolezza di un sensoprofondo proprio degli artisti, troppe volte incom-preso. Recente, tra le altre innumerevoli, la pubbli-cazione di una sua raccolta di poesie “A Marina”.Sono molte le persone che si affidano all'artecome mezzo di espressione per superare i propriblocchi mentali; attori di teatro, pittori, scrittori:ex degenti di cliniche psichiatriche, exreclusi/esclusi che hanno trovato nell'arte unmodo salvifico per ricondurre senso a vite spezza-te dalla sofferenza e dall'isolamento. Essere follicoincide con il voler essere liberi; ma il grido delfolle è una disperata richiesta di senso, a volte diaiuto, è un grido isolato tra la folla incurante.

Il Grido 1893Munch

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Franco Mondadori

I Conti Ceresara

Non è questa la sede per ricostruire la storia dellaFamiglia Ceresara, secondo alcuni originaria diMilano, per altri in Italia al seguito di FedericoBarbarossa (XII sec.) al quale deve il feudo omo-nimo. Qui è descritta la presenza a Guidizzolo dellapotente famiglia.A Mantova la sfarzosa dimora fatta costruire dal

letterato e scienziatoParide nel corso Pradellae battezzata dal popolo“Palazzo del diavolo",perchè si credevaapprontato dal diavolo inuna sola notte, recava lascritta 'Ceresareorum etamicorum domus". Altre"domus” e altrove appar-tenevano ai Ceresara.Ruffino risiedeva aCavriana qando dal mar-chese Gian FrancescoGonzaga ebbe l'investitu-ra del vasto feudo diGuidizzolo (“oppidum etterritorium Guiditioli”)per la somma di 400ducati d'oro. Il rogito,intestato anche al figlioFrancesco, fu sottoscrit-to a Mantova il 12 otto-bre 1413. Non piacendoagli abitanti di Guidizzolo

di essere stati a quel modo "venduti" ai Ceresaramossero contro costoro lunghi e ostinati litigi finquando Francesco a nome proprio e come procu-ratore di suo padre il 31 luglio 1414 rinunciò ildominio agli Uomini e al Comune di Guidizzolo, iquali si obbligavano entro due anni a pagare aiCeresara 400 ducati d’oro e pure altri 40 a GianFrancesco, signore e capitano di Mantova.Guidizzolo e il suo territtorio non fu concesso infeudo ad altri, ma tornò a far parte del Ducatomantovano. All’epoca feudale subentrava quellasignorile. E, a ben pensarci, a sborsare il denarofurono i guidizzolesi.I Ceresara che si distinsero sempre quali “mili-

tes”, uomini di cultura, legisperiti, diplomatici,affermarono anche la propria potenza economicacome prova il loro sia pur breve signoraggio sulfeudo di Guidizzolo. Venuti meno come feudatari essi non rinunciaro-no affatto ai tanti altri beni allodiali tra cui "la pos-sessione a Guidezolo di biolche 200 con casa-menti”.E’ l'anno 1547: messer Ceresara vorrebbe a fittouno scudo d'oro per biolca e una cauzione di 100ducati "innanzi contratto" per 5 anni.Un inventario del 1670 annota una sepoltura nellachiesa parrochiale dell'Ill. Sig. Conte Ceresara,sotto l'organo vicino all'altare del Rosario. Pure inchiesa il Ceresara possiede un banco, un altro èintestato all'Ill. Sig. Contessa. Tutto ciò fa pensarea un forte legame con il paese, dove probabilmen-te abitavano nel palazzo di piazza del Mercato,oggi sede dell'Agenzia BAM. Del 1693 è il lascitodi Caterina Ceresara Rizzini per mantenere accesala lampada ad olio davanti al SS. Sacramento.Tuttavia, almeno dalla metà del '700, non risiede-vano a Guidizzolo tutto l'anno, ma saltuariamente.L'anagrafe parrocchiale, che aveva come scaden-za la Pasqua, a volte li registra, in altri anni nonrisultano. Anche se si trattasse di un ramo latera-le, non è detto sia meno importante, come si èvisto nella vicenda del feudo guidizzolese e comeprova il nome Paride ricorrente nell' albero geneo-logico. Negli anni ‘70 capofamiglia è appuntoParide Antonio fu Francesco, conte Ceresara deiMrarchesi di Merenzana (investitura del 1611 delduca Vincenzo I). La moglie é Ginevra dei contiGiusti. Hanno tre figli, Luigi, Dorotea e Carlo, tra iventi e i quindici anni. Numerosa la servitù,cuoco, credenziere, cocchiere, staffiere, sguatte-ro, questi era un giovane diciottenne nel ‘75,Jacopo Bonati detto Limonata. Tralasciamo per ragioni di spazio i nomi e l’età ditutti gli altri. Completano la “famiglia” il precetto-re don Ignazio Madoschi e la damigella della con-tessa.Alto tenore di vita, andamento da casa signorile,quale l’epoca allora consentiva. Non era lontano il1789, l’anno della Bastiglia.

I Ceresara, una delle poche famiglie feudatarie sopravvissute alle signorie deiBonacolsi e dei Gonzaga, decaddero nel XVIII secolo, all'epoca della Lombardiaaustriaca.

Stemma della fami-glia Ceresara: unciliegio con canebracco rampante

Grandi Famiglie

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Deliziose Memorie

La serata è stata curata da “Il Melograno” ungruppo culturale giovanile nato di recente aGuidizzolo con lo scopo di coinvolgere i giovaninel campo della cultura e con la speranza chepossa presto trasformarsi in un'associazione incui le nuove generazioni si ritrovino per comunica-re sui temi dell'arte, della storia, della letteratura edella musica.Il progetto di Deliziose Memorie è stato sostenutodall'Assessorato alla Cultura e all'iniziativa, patro-cinata dalla Provincia di Mantova, hanno aderitoanche le Amministrazioni di Cavriana, Medole eVolta Mantovana.L'Oratorio, esempio eccellente di un significativointervento di restauro di un bene di grande valore,è stato scelto come cornice per “parlare” di altribeni artistici siti in territori vicini e di recente pro-tagonisti di importanti opere di risistemazione.La serata è stata animata da un singolare raccon-to che si è sviluppato per immagini -un montaggiodi fotografie a testimonianza del “prima” e “dopo”restauro-, parole -alcune lettrici (Roberta

Boncompagni, Valeria Compagnoni e PatriziaGallucci) hanno interpretato brani letterari di: J.W. Goethe, S. Vassalli, G. Bassani e G. Gozzano,significativi per alcune descrizioni di castelli, bor-ghi e palazzi-, musiche -una selezione di composi-zioni di, A. Corelli, A. Vivaldi, J. S. Bach chehanno scandito la successione fotografica-.Il risultato è stato un suggestivo mixage che harichiamato negli spettatori la memoria di alcuneimportanti “delizie” del patrimonio architettonicolocale, fra cui il castello di Cavriana, la torre civi-ca di Medole e il palazzo Cavriani di VoltaMantovana.Con questa serata che “Il Melograno” spera dipoter replicare anche negli altri paesi, il gruppo siè proposto di focalizzare l'attenzione del pubblicosulle bellezze dei nostri luoghi e di suggerire ilvalore di una scoperta del territorio che non silimiti al singolo Comune di appartenenza, ma cheabbracci spazi più ampi.

arte &dintorni

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Due momenti dellaserata nella sugge-stiva “cornice”dell’Oratorio di SanLorenzo

Venerdì 16 settembre presso la suggestiva cornice dell'Oratorio di San Lorenzoun pubblico numeroso ha assistito a Deliziose Memorie. Immagini, parole emusiche per scoprire l'architettura locale. L'evento è stato ideato per far riflette-re sulla necessità della salvaguardia delle bellezze dei nostri luoghi, una ricchez-za immensa per tutti che va tutelata e non distrutta, come però purtroppo acca-de frequentemente anche nel nostro paese.

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STOP AND GOBAR TAVOLA CALDA SELF SERVICE

Inaugurato il nuovo “punto di ristoro” Self Service dei fratelli Turini.La serata inaugurale ha visto, allietata dal DJ Roby, una partecipazio-ne numerosa e interessata a questa “novità” per Guidizzolo. Qui potremo trovare gustosi piatti caldi e freddi per uno spuntino velo-ce o un pranzo di lavoro, il tutto accompagnato da ottime birre o daivini più pregiati. L’accurata selezione dei fornitori e la piena disponibi-lità verso le richieste dei clienti saranno gli ingredienti fondamentalidi una ricetta vincente che lo renderà un sicuro punto di riferimento.

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San Lorenzo

L'Oratorio chiuso all'accesso pubblico da parecchianni, aveva subito un forte degrado nella struttu-ra, negli arredi, sulle pitture murali interne, dovu-to all'incuria dell'uomo.Dopo l'acquisizione nel 1995 da parte del Comunedi Guidizzolo, in epoca di grandi eventi (...) si èdata mano ai restauri dell’Oratorio e l’occhio delvisitatore è stato colpito da una vividezza innatu-rale. Alcuni interventi sono stati eseguiti in frettae male interpretati dai tecnici anche supportatidalle Sopraintendenze artistiche. L’obiettivo era diriportare all’originaria dignità religiosa e ridarememoria storico-documentale al monumento.

Gli interventi hanno dato risultati che ad unaattenta lettura risultano discutibili.L'ultima pubblicazione “Quaderni guidizzolesi”,dedicata all'Oratorio, riporta in copertina unaimmagine fotografica degli anni '60 che documen-te il sapore storico della struttura, com'era e comenoi la ricordiamo.Il restauro mette in evidenza come il senso dellamemoria, della storia, dell'arte ora sia perso. Lastruttura restaurata -come fosse nuova- ci hadisorientato. All'edificio è stato messo il vestitonuovo. Ciò è deprecabile.

L’intervento, pur attuato con tecniche moderne,avrebbe dovuto essere condotto consolidando lastruttura, ma conservando il significativo caratte-re del tempo e dello stile e rispettando gli intona-ci che si sarebbero dovuti fissare e reintegrare. Chi non ricorda nei tempi passati, le passeggiatefuori “le mura” nei pomeriggi domenicali, per ritro-varci sul sagrato di San Lorenzo? Il sagrato era ordito con ciotoli ed erba, ora èsostituito con passatoie in marmo chiaro, funzio-nali sì, ma di dubbio gusto estetico nell’insieme.Anche l’interno appare rinnovato e come prima

accennato ci coglie con stupore la vividezza deicolori e dei disegni dipinti. Il restauro delle operemurali, particolarmente complesso nei modi e neitempi di attuazione, ci lascia stupiti.

Pubblichiamo alcune riflessioni, del prof. Franco Bassignani, per l’affetto neiconfronti del luogo sacro ed anche per l’importanza dell’evento dal punto divista culturale e storico.

L’Oratorio nel 1960e nel 2004, dopo ilrestauro

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E’ molto difficile descrivere la tecnica, ma possia-mo valutarne il risultato. L’intonaco di supportoalla pittura ha richiesto il consolidamento, il rein-tegro ove fosse mancante, la pulitura accurata deidipinti ed infine la parte più sensibile, il restauropittorico.Questa operazione va valutata attentamente: ilreintegro ed il ritocco dei colori delle forme man-canti cosa ci deve restituire? In teoria rispondiamo decisamente che il sensodella pittura, il carattere, l’impianto espressivo,mantenga il significaoto artistico e la memoriastorico-documentale di quel periodo (sec. XV).Altrimenti il significato è falsato. Il restauro esige molta cautela ed interventi con-tenuti: i reintegri pittorici, ove mancanti, devonoessere neutri, alcuni segni o profili di figure eoggetti non andavano rinfrescati, ricostruiti ointerpretati.Altro elemento architettonico ricostruito, discuti-bile, è la pavimentazione che doveva esseremeglio valutata e realizzata con un cotto più ido-neo e meno lucente.

Tutto questo è evidente e richiama l'attenzionedegli studiosi, dei critici e di tutti coloro che riten-gono l'opera d'arte identità storica, espressioneartistica come frutto di creazione unica e irripeti-bile del suo tempo: insieme di cultura, costume,economia, storia che con una ben definita manua-lità e sensibilità, produceva opere inimitabili.

Il Prof. Marco Ciatti, Direttore del Laboratorio diRestauro dell'Opificio delle Pietre dure di Firenze,afferma: “Se un'opera non chiede aiuto a gran voce megliolasciarla com'è piuttosto che intervenire senza lacalma necessaria. Ricordiamoci che, il restauroha comunque una conseguenza drammatica:cambia per sempre l'aspetto di un’opera.”

Prof. Franco Bassignani

Lo stesso dipinto:nel 1994 e dopoil restauro del 2004

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San LorenzoNel 1995 l'Oratorio di San Lorenzo è stato acquisito dall'AmministrazioneComunale, dopo alcuni anni di studi si è dato il via ad un intervento di restauroche ora è completato per quanto riguarda la struttura e le pitture murali. Tantecose si erano dette, tante proposte si erano fatte sulla futura destinazione diquesto monumento, attualmente è aperto al pubblico una volta alla settimana.Abbiamo rivolto ad alcuni cittadini le seguenti domande e pubblichiamo lerisposte, per una attenta valutazione, quale contributo della Notizia ad unutilizzo sempre più vicino ai desideri dei guidizzolesi.

1 - L'utilizzo che oggi viene fatto: concerti, con-vegni, riunioni e apertura domenicale per lavisita del pubblico lo ritiene adeguato all'impe-gno sostenuto e alle aspettative dei guidizzole-si e delle sue in particolare?

2 - E' al corrente delle manifestazioni culturaliche vi si sono tenute? Vi ha partecipato? Cosane pensa?

3 - Ritiene che dovrebbe avere un orario diapertura maggiore, magari tutti i giorni?

4 - Il regolamento approvato dal ConsiglioComunale nel 2004 le sembra idoneo, oppureavrebbe proposte e/o suggerimenti per meglioutilizzare questo bene comune?

Risponde il Prof. Giovanni Zangobbi1 - L'acquisizione, avvenuta nel 1995, dell'anticooratorio di San Lorenzo ed il successivo restauro,iniziato nel 1998, sono stati, probabilmente, la piùimportante “operazione culturale” avvenutadurante il mio mandato di sindaco. Dopo il recu-pero dell'edificio, avevamo previsto la sua restitu-zione alla comunità, considerando che il luogo ècaro alla memoria popolare e civica dei guidizzo-lesi; contestualmente ci sarebbe stato l'inseri-mento della chiesetta in un circuito museale e cul-turale provinciale, in particolar modo collegato albacino turistico del Lago di Garda, salvaguardan-done, nel contempo, il carattere sacro. Detto questo, anche considerando il numero deivisitatori, nei quali vengono sempre conteggiatiquelli numerosissimi del giorno dell'inaugurazione(nel 2004, circa 3.000 persone), mi sembra chel'interesse sia via via un poco scemato e, quindi,l'utilizzo appare, nel complesso, frammentario,senza una idea precisa di come possa e debbaessere usato l'oratorio. Non mi sembra ci sia statoun grande coinvolgimento delle istituzioni locali.

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Ma non si è mai pensato di organizzare qualcosadi specifico, idoneo al carattere e alla tipologia delmonumento? Pochi sono stati gli approcci fatticon sensibilità e competenza. Fino ad ora mi èparso che San Lorenzo sia stato più un prestigio-so contenitore di “manifestazioni” che avrebberopotuto svolgersi altrove in sedi più deputate, piut-tosto che uno stimolo, un motore di cultura e tra-dizione al servizio del territorio; insomma un belfondale, piuttosto che un soggetto vivo.Non da ultimo andrebbe completato il restaurodegli arredi (candelabri, reliquiari, ecc.), in mododa restituire l'oratorio alla sua integrità. Nei mieiconfronti c'era, inoltre, l'impegno, da parte del-l'ing. Diana, ribaditomi dal figlio, di donare tuttoquanto ancora di proprietà della famiglia; cosache arricchirebbe ulteriormente il patrimonio dellachiesetta.

2 - Ho appreso delle manifestazioni culturali comehanno potuto fare tutti. Non ho partecipato e miastengo dai giudizi.

3 - Credo che un orario di apertura maggiore siauna condizione indispensabile per una sempremigliore fruibilità di San Lorenzo. Abbiamo spesocosì tanti soldi per il restauro che non ci si puòpermettere di tenerlo aperto solo per qualche orala domenica pomeriggio. La gente, specialmenteda fuori, può venire per una visita solo se conosceil valore del monumento. Ritengo che, a tutt'oggi,si sia fatto molto poco per fare conoscere il suovalore fuori Guidizzolo. Forse avrò guardato in

modo distratto, ma non mi sembra di avere vistoin giro particolari forme di pubblicità. Va rimarca-to altresì che sono ancora oggi moltissimi i guidiz-zolesi che non hanno visto o rivisto San Lorenzo.Da più parti si vanta il fatto che Guidizzolo sia uncomune ricco di associazioni, anche di volontaria-to; credo, pertanto, che non sia impresa titanicatrovare persone disponibili per garantire una aper-tura quotidiana, anche serale. Sono convinto cheuna apertura maggiore sia la condizione prioritariaper uno sviluppo di San Lorenzo.

4 - Risposta: Per come San Lorenzo è attualmen-te utilizzato, il Regolamento può considerarsi ade-guato. Bisognerà vedere in futuro come si pense-rà di fruire al meglio il luogo e se, quindi, sarànecessario procedere alla sua modifica. Se c'è unpunto che sarebbe possibile rivedere da subito, sipotrebbe pensare a quello del canone d'affitto. Percerte richieste, 300 euro sono molto, molto pochi.

Risponde la prof.ssa Giusi NobiliniColgo l'occasione per esprimere il mio parere sulrestauro di San Lorenzo. Non sono un'esperta, maho frequentato molto le chiese d'Italia dove hopotuto ammirare molti affreschi restaurati per cuimi è sorto un dubbio: o i restauratori che hannolavorato nel Duomo di Modena o a Nonantola, percitare le ultime cose che ho visto, sono incompe-tenti oppure lo sono quelli che… Mai ho vistocolori così brillanti e forme ben tornite e definiteriacquistare miracolosamente la vita come nelnostro amato oratorio. Trattasi forse di miraco-lo???? Forse i Guidizzolesi poco avvezzi a stranetrasferte, come andare a curiosare nelle chiesealtrui, lo credono. Meglio per loro.

1 - Ritengo che l'utilizzo di San Lorenzo sia insigni-ficante rispetto a ciò che si potrebbe organizzare.Secondo me potrebbe diventare un centro di cul-tura a scadenza fissa, addirittura settimanale.Andare a San Lorenzo, aperto anche solo il saba-to e la domenica o altri giorni fissi, dovrebbeimplicare automaticamente un evento culturale.Diceva Garcia Lorca, grande poeta drammaturgoe patriota spagnolo, che per salvare il popolo eranecessario portare la cultura nelle campagne.

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Diceva Giovanni Gentile, ministro della cultura diSua Eccellenza Benito Mussolini, che non la scuo-la deve abbassarsi alla massa, ma la massa deveelevarsi alla scuola. Ne deduco che anche lementi migliori considerano la cultura pane quoti-diano e non un imprevisto.

2 - Si sono al corrente delle manifestazioni e adalcune ho anche partecipato.

4 - Condivido le richieste di rispetto del locale, mail canone d'affitto mi sembra improponibile, que-sto significa che mai nessuna organizzazionepotrà utilizzarla, resterà perciò a disposizione del-l'amministrazione, (che è poi quello che vuole),unica e topica depositaria e distributrice della cul-tura che gli abitanti di Giudizzolo possono fruire edi questo umilmente ringraziamo.

Risponde la prof.ssa Stefania Fontanesi Quiri1 - Come molti vecchi guidizzolesi preferivo che laChiesa di San Lorenzo fosse utilizzata prevalente-mente per cerimonie religiose.

2 - Sì. Ho partecipato ad alcune manifestazioni.Nel complesso le ritengo abbastanza interessanti.

3 - Sì. Anche tutti i giorni.

4 - Sì

Risponde Sandra Ferri1 - L’utilizzo che oggi viene fatto dell’Oratorio loritengo adeguato alle aspettative in generale, mabisognerebbe fare in modo che i visitatori avesse-re un percorso di avvicinamento all’Oratorio moltopiù curato e visivamente più allettante.Questo non è solo il mio pensierto, ma è ciò chesi augurano le persone che giornalmente arrivano,oltre che all’Oratorio, al Mulino: lamentano che lastrada, polvere d’estate e fango d’inverno siapoco agevole, vuoi per le auto che per chi vuolefare una passeggiata a piedi. Un miglioramentodel fondo stradale, la tombinatura del fossato(spesso maleodorante), fiori, panchine, alberi..., lorenderebbero più confortevole.

2 - Ho partecipato alcune volte alle manifestazio-ni culturali e sono soddisfatta delle proposte, madato il numero minimo di persone che possonopartecipare, proporrei la ripetizione delle manife-stazioni stesse.

3 - Terrei aperto al sabato pomeriggio e la dome-nica tutto il giorno, almeno per ora.

4 - Poichè la “passeggiata” all’Oratorio, spesso,arriva al vecchio Mulino, ritengo utile una siste-mazione della strada. Per l’Oratorio sarebbe utile:un parco giardino antistante e illuminato di sera(bisognerebbe effettuare, anche, una deratizzazio-ne e disinfezione per le molte zanzare). Il regolamento attuale mi sembra adatto, salvo unsuo miglioramento a seconda delle attività cheverranno svolte. Proposte da valutare:Teatro all’aperto? Mostre? Sala lettura, e venditalibri, souvenir e ricordi del luogo? Punto di ristorocon degustazione e vendita di prodotti tipici?Saletta per la proiezione di cortometraggi inerentila storia del paese?

Risponde il Prof. Franco MondadoriL'Oratorio di San Lorenzo dovrebbe essere consi-derato e gestito come Chiesa, oserei dire sola-mente come Chiesa, con un arredo confacente, ilrentauro della statua del santo titolare, del paliot-to e di alcuni oggetti, quali candelieri, portapalmee altri, ora in custodia presso la parrocchia, e qua-lora fossero ritenuti idonei secondo la liturgiaPerchè Chiesa? Perchè tale è stata costruita. Per

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fedeltà alle origini, in quanto xenodochio dellaPieve nel Medioevo, luogo di preghiera e di acco-glienza e soccorso a viandanti e pellegrini; perchèl'Oratorio, dopo la partenza dei Padri Eremiti, dagliinizi del '600 tornò a essere unito alla Chiesa par-rocchiale per circa due secoli; perchè Cappellafuneraria: nella cripta sono sepolti alcuni membridella famiglia Rizzini.Un accordo tra l'Amministrazione comunale, nelrispetto delle prerogative proprietarie, potrebbeaffidare ai Sacerdoti locali l'officiatura dellaChiesa, senza escludere manifestazioni culturaliprofane, purchè di alto livello artistico.Questa prospettiva nel suo insieme, in attesa cheSan Lorenzo possa disporre di nuovi spazi intorno,è forse la sola a dare una garanzia di continuitànel futuro.

Risponde l’Architetto Chiara Dal FuriaL'aver fatto rivivere l'Oratorio di San Lorenzo, dopoaverlo riportato agli antichi splendori, ritengo siastato forse l'intervento più significativo di questiultimi anni, per i guidizzolesi da sempre legatiaffettivamente a questo luogo. La vasta gamma dipossibilità di utilizzo che è derivata dall'interventonon può che soddisfare le varie aspettative dellacomunità anche se, come spesso avviene qui, laconcretezza del risultato non è così immediata.I concerti, data anche la splendida acustica del-l'ambiente, sono estremamente suggestivi e coin-volgenti, come pure ogni altro tipo di manifesta-zione sia religiosa che culturale. L'ambiente inter-no, nella sua interezza, non può che agire positi-vamente su quanto vi si svolge e su quanti vi par-tecipano.Ritengo necessario un intervento di riqualificazio-ne dell'esterno soprattutto relativamente alla zonaantistante al nuovo condominio, dove quella spe-cie di spoglio piazzale che si è creato distrae let-teralmente il visitatore nel suo cammino, non piùincanalato nella giusta direzione.Un'adeguata piantumazione penso servirebbe alloscopo, affiancata ad eventuali cordoli che megliodelimitino la viabilità. Ampliando la visione ester-na, cartelli stradali (quelli marroni) posti agliingressi del paese potrebbero portare anche chi dipassaggio a visitare il luogo, cosa che ovviamen-te comporterebbe un orario di apertura diverso da

quello attuale, da segnalare sui cartelli stessi e suogni canale di informazione.Ritengo che l'attuale orario di apertura sia assolu-tamente insufficiente a far sì che questo benecosì prezioso venga meglio conosciuto, soprattut-to nel periodo estivo.II visitatore dovrebbe anche avere la possibilità diacquistare in loco materiale informativo, qualibrochures, video, o altro si ritenga necessario permeglio apprezzare e ricordare. Per quanto riguar-da il "regolamento per l'utilizzo dell'Oratorio" pensoche l'Amministrazione Comunale abbia saputointerpretare i desideri e le necessità della comuni-tà anche nell'applicazione degli oneri.Auspico che un giorno vi sia anche la possibilitàdi affiancare all'Oratorio un ambiente dove si pos-sano ammirare reperti, documenti e testimonian-ze relativi alla storia del nostro paese, in modo dacreare un polo di attrazione turistica di cuiGuidizzolo avrebbe necessità per adeguarsi alleesigenze di un pubblico sempre più sensibile allebellezze del passato e sempre più oppresso dallecarenze estetiche del presente.

Risponde il Prof. Severino SpazziniL'utilizzo attuale va bene.L'apertura domenicale -se possibile- potrebbeessere estesa anche al mattino.Molto buono iI profilo delle manifestazioniCulturali fin qui attuate.Si suggerisce, altresì, la presentazione di eventiculturali artistici che interessano e coinvolgonoparticolarmente il territorio mantovano.Quando l'Aministrszione Comunale avrà acquisitoIa disponibilità d'uso dei locali annessi all’Oratoriosi potrebbe vedere, progettualmente, la possibili-tà di effettuare talune Mostre d’Arte: con appro-priati supporti espositivi idonei alla prestigiosasede; includere nel regolamento specifiche dispo-sizioni in merito. Il regolamento approvato dalConsiglio Comunale nel 2004 lo ritengo adeguato.

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Scuola: arrivi e partenzeIn ogni ambiente di lavoro il turn-over è cosa nor-male, ma quando le persone interessate sonodiverse e tutte insieme, per di più in un serviziopubblico, la cosa non può passare inosservata.E' quanto è avvenuto di recente all'IstitutoComprensivo di Guidizzolo.Il prof. Sergio Rebecchi, dopo 28 anni di presenzaa Guidizzolo prima come preside della scuolamedia, poi come direttore dell'IstitutoComprensivo, è stato chiamato a dirigere il Liceo“Francesco Gonzaga” di Castiglione delle Stiviere.Vi è poi da ricordare anche quanti hanno ottenutoinvece il collocamento a riposo, dopo tanti anni diservizio nella scuola.E' il caso di ricordare, allora, la sig.ra Maria RosaCalabresi Bulgherini, che dopo 35 anni di servizio,iniziati nel 1970 come segretaria, ha raggiuntol'età pensionabile con la qualifica di direttore deiservizi generali ed amministrativi.Anche Dina Grassi ha concluso la sua carriera, ini-ziata come maestra e conclusa con una lungaesperienza di assistente amministrativa.Infine il sig. Eugenio Bazzarelli che, con oltre 12anni di servizio a Guidizzolo, aggiunti ai preceden-ti periodi lavorativi come autista, ha visto realiz-zarsi l'obiettivo del pensionamento.A tutti la riconoscenza di quanti ne hanno apprez-zato le doti umane e professionali.E insieme, un augurio di buon lavoro ai nuovi arri-vati: al direttore prof. Sanzio Salami ed alla segre-taria sig.ra Maria Strangis, direttore dei serviziamministrativi.

Atletica GuidizzoleseDomenica 11 settembre “Atletica Guidizzolese” e“CAM”, Calcio Alto Mantovano, hanno presentatole squadre che giocheranno questa stagione nell'impianto sportivo di Guidizzolo. Per il CAM sonostate presentate le giovanili e la seconda catego-ria del Savoia, dove militano giocatori guidizzole-si, mentre per l'Atletica Guidizzolese, sono statepresentate le formazioni di calcio a 7 e 11 gioca-tori dei rispettivi campionati amatori CSI, con iresponsabili organizzativi Panigalli, Bianchera,Gazzara e Madella; i responsabili tecnici Brunoni

Luca e Azara Giuliano. Questi giocatori per la squadra a 7:Ruggiero, Zuanon, Arduini, Carletti, Bignotti, Boni,Gandellini, Bianchera, Forgione, Bazzoli, Saba,Galvani, Lombardi, Cappa, Prati, Santi, Bonoldi,De Giuli, Bompieri, Angelini, Gobbi, Zoli, Massaro,Rivera, Sganzerla.Questa la rosa dei giocatori per la squadra a 11:Azara, Bassignani, Bellini, Buzzacchetti,Daldosso, Dalzini, Federici, Ferrante,Franceschetti, Gandini, Gatti, Mozzanica,Negrisoli, Oczoli, Pallavicini, Prestini, Rosa,Saccani, Tedoldi, Tomasi, Tosoni, Valbusa,Weldeghebriel, Zecchini, Bianchera e Campione.Dopo la presentazione si è svolto un momento diristoro grazie alla collaborazione con Avis e Aidoche compariranno sulle maglie dei giocatori comepubblicità del nostro volontariato.Il “battesimo per la squadra a 11 (erano 3 anniche guidizzolo mancava nel campionato amatoria-le) è stato contro i rivaltesi della Pizzeria Stella inuna emozionante gara casalinga dove, sotto didue gol nel primo tempo i ragazzi di Azara hannonel secondo tempo rimontato con le doppiette diMozzanica e Daldosso vincendo 4 a 2... chi beninizia...

Protezione CivileNello scorso settembre l'associazione ProtezioneCivile Guidizzolo ha rinnovato i propri vertici.Dopo che Claudio Busca ha lasciato la presidenza,il nuovo consiglio direttivo ha eletto presidenteSergio Provezza. Alla vice presidenza viene con-fermato Davide Lanfredi, mentre l'incarico disegretaria è affidato a Matilde Claudia Bignotti.Completano i quadri i consiglieri Luigi Azzini,Arianna Broccaioli e Claudio Busca. A ClaudioBusca ed Angelo Pironi sono stati espressi i sen-timenti di gratitudine per l'impegno ed il tempodedicato all'attività del gruppo.Il nuovo consiglio direttivo si è prefisso di conti-nuare con impegno le iniziative ed i programmi giàavviati e sperimentati, nel segno della continuità,coinvolgendo tutti gli iscritti ed incrementandol'adesione di altri volontari.E' previsto l'inizio di nuovi corsi per addetti antin-cendio su rischio medio, per servizi presso teatro

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cronaca

comunale e manifestazioni sportive. Il programmacontempla inoltre un nuovo corso per soccorritoriper trasporti, per servizi di manifestazioni sporti-ve, di soccorso per feste, fiere e manifestazionipaesane con ambulanza. Per dare la propria ade-sione presentarsi presso la sede in via Fabio Filzi,con ingresso dal cortile del Comune, oppure chia-mare il n. 349.8608653.

I 60 spendidi “ragazzi”Due guidizzolesi Arnaldo Angioletti con la moglieLivetta hanno partecipato ad uno “storico” radunosullo Stelvio riservato agli ultrassettantenni.Riportiamo l'articolo apparso a pagina 194 delnumero di luglio della rivista, a diffusione naziona-le, “Ciclo turismo”. Ha perso sette chili in tre giorni il vulcanicoGiancarlo Maini di Bologna per realizzare un suosogno: portare gli Over 70 sullo Stelvio e dire airagazzi basta con il fumo, non buttate la vita.Missione compiuta: nei mesi scorsi 60 “ragazzi”hanno tentato l'impresa.Ma anche i suoi lo ringraziano “per la sfacchina-ta”, come ha fatto, a pochi metri dal Passo, conun filo di voce, Livetta Piadena, guidizzolese,unica donna della compagnia, uno scricciolo da40 chili con una straordinaria forza interiore. Era laporta bandiera del raduno perché ne riassume

tutti gli ingredienti, racconta Giancarlo Maini:vero amore per lo sport, spirito di sacrificio, altrui-smo, modestia e una immensa voglia di vivere,tutti valori condivisi senza riserve anche dagli altri59 partecipanti. Come Franco Cuaz, ottantenneingegnere-scrittore, agile come una gazzella.Abdon Pamich, medaglia d'oro alle olimpiadi diTokio nei 50 km di marcia, ancora atleta formida-bile a 73 anni e grande campione di modestia.Oppure Germano Seganfredo, che si è “bevuto” loStelvio in meno di 2 ore, a 76 anni suonati. OmeroFini, storico meccanico di squadre femminili, cheha portato al traguardo 79 anni e 108 chili di peso.Ma ognuno dei “ragazzi” meriterebbe una menzio-ne: chissà che presto non esca un libro dal titolo:“Stelvio Over 70, perché la vita comincia a settan-t'anni”.

Harley-DavidsonIl marchio motociclistico più amato del mondo èanche l'azienda più vitale del settore, tanto daessere oggetto di continui studi da parte dell'indu-stria automobistica americana. Harley-Davidsonnon sbaglia una mossa dal 1982 quando la pro-prietà, passata a Willie Davidson, con una serie diinterventi indovinati conquista il mondo degliappassionati americani ed europei.A Guidizzolo alla domenica mattina, da tutta laprovincia e oltre, si ritrovano in via IV novembreal Bar Gobbi, molti di questi “Cultori” del mitoHarley e, dopo una breve pausa di riposo, partonoper le mete prestabilite, giro del lago di Garda,città d'arte, paesaggi Alpini e altri itinerari semprepercorsi con l'entusiamo che contraddistingue

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questi “amanti” della moto e della vita in libertà.La passione comune, come spesso accade, si tra-sforma in amicizia, i rapporti si estendono adappassionati di altre province e regioni, gli scam-bi di esperienze si integrano e il mito Harley con-tinua.

Auto: Inverno in sicurezzaD'inverno la strada è meno sicura perché spessobagnata, ghiacciata, innevata, quindi il livello diaderenza dei pneumatici al fondo stradale è infe-riore. Le condizioni ambientali avverse, come unanevicata improvvisa, richiedono la massima effi-cienza dei propri pneumatici. A Guidizzolo EuroPneus, di Cargnoni Alessandro, si mobilita inmaniera cospicua per la sicurezza stradale,mediante numerose azioni per contribuire alladiminuzione dei rischi sulla strada. Un impegnoconfermato dalle sue attrezzature d'avanguardiaper il controllo dei pneumatici, che possono assi-curare la mobilità in sicurezza per tutto l'invernosenza dover montare dispositivi supplementared’aderenza, sia dalla disponibiltà di una vastagamma di pneumatici invernali di ultima genera-zione che forniscono prestazioni superiori in ade-renza e frenata nelle condizioni critiche, e manten-gono buone prestazioni anche su strada asciutta.Unico contatto tra il veicolo e la strada, il pneuma-tico svolge un ruolo fondamentale nella sicurezzastradale. Deve essere capace di adattarsi allevarie condizioni di circolazione, pur garantendo lemigliori prestazioni possibili in termini d'aderenza,

di longevità e di comportamento. Inoltre, indipen-dentemente dalle prestazioni, dobbiamo sfruttarele innovazioni che contribuiscono a favorire lecondizioni di guida. Oggi la normativa prevederegole molto precise per le gomme invernali, perle chiodate o per l'uso delle catene, sia per l'omo-logazione che per le velocità consentite. A secon-da delle nostre esigenze possiamo rivolgerci confiducia da Europneuns, sicuri di avere il miglioreconsiglio, personalizzato, per la massima sicurez-za nell'uso della nostra macchina nel periodoinvernale.

In pellegrinaggio ai Santuari MarianiA chiamare a raccolta gli amici di sempre è, comedi consueto, il Dr. Elodio Perani, guidizzoleseattualmente residente a Rovereto, ma legatissimoal nostro paese. Oltre all'amicizia a fare da collan-te è la comune passione per la bicicletta che,come di consueto, porta il gruppetto (una quindi-cina in tutto) a far visita ai santuari mariani nelperiodo delle ferie agostane ed in concomitanzacon la festa della B.V. Vergine delle Grazie, con ilsantuario di Curtatone che risulta essere una dellemete, con quello del Frassino di Peschiera delGarda. E, come suol dirsi nell'ambiente, per 'farela gamba' qualche giorno prima c'è stata la loro'Rovereto - Trento' lungo le sponde dell'Adige.Una passione ed un incontro che durano da annie che nessuno intende abbandonare tanto chel'appuntamento è già fissato per il 2006. Nella foto, scattata davanti al luogo di ritrovo per

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eccellenza di Guidizzolo, il ristorante Alla Torre diGilberto Pozzi, riconosciamo da sinistra: GianniRedini, Sergio Cigala, Mario Bonesi, GuerrinoPiadina, Gilberto Pozzi, Giuliano Fontanesi, ElodioPerani, Arnaldo Angioletti, Aldo Balasso, AldoCastagna, Giovanni Vicenzi; accosciato LucianoRosa.

Memoria storica In questi giorni si parla di abbattere o quantome-no “abbassare” (altezza 1 metro) una delle mura-glie del nostro centro storico. E’ triste osservarecome oggi manchi una cultura che rispetti ilnostro passato, l’arte povera, l’arte popolare, latradizione locale e come il benessere economicopossa, in nome di una fittizia necessità, soppri-

merle e cancellarle. Non possiamo non ricordareche questa semplice muraglia è una concretatestimonianza del suo tempo, frutto di una culturaautentica che merita di essere ricordata comeuna pagina della nostra memoria e che il distrug-gerla è un atto moralmente e intellettualmenteriprovevole.

Premio “Bontà” 2005 Nel ventaglio degli associati all'Unione nazionalecavalieri non c'è solo il volontariato ai vari settorioperativi, ma anche la beneficenza.In questi giorni, con l'amicizia e la sensibilità che

caratterizzano gli appartenenti all'Unci, la sezioneprovinciale di Mantova (che ha sede in corsoVittorio Emanuele 35) ha devoluto un contributo indenaro, raccolto attraverso i versamenti volontaridelle persone insignite e dei simpatizzanti.«Anche se modesta è la somma, rispetto allemolte realtà di bisogno esistenti -spiega in propo-sito una nota dell'Unione cavalieri d'Italia-, questovuole essere un gesto concreto di disponibilitàsociale».L'iniziativa si rinnova in varie occasioni, secondole tradizioni e lo spirito dello statuto dell'unione.In questa circostanza i contributi sono stati asse-gnati al responsabile del Cse (Centro sociale edu-cativo per i disabili) di Suzzara, al Fais di Mantova,all'Andos di Mantova ed al gruppo missionario «P.Tullio Favalli» di Montanara.«Il nostro impegno -ha detto il presidente provin-ciale dell'Unci, Renzo Dalmaschio- è quello difavorire la promozione di attività benefiche, filan-tropiche ed umanitarie, patrocinando od istituen-do premi e riconoscimenti alla bontà e all'impegnonel sociale, come i premi scolastici assegnati ilmese scorso».Dalmaschio ha inoltre ringraziato tutti gli associa-ti, durante la consegna dei premi, ed ha dato unarrivederci al prossimo convegno interprovincialeche si terrà in autunno.

Gara Sociale del Ciclo Club 77William Conti si è riconfermato campione socialedel Ciclo Club 77 Guidizzolo durante una garacombattuta che lo ha visto nella volata finalesopravanzare Angelo Pironi e Tiziano Lavelli; 4°Gianni Bonesi e 5° Adriano Roverselli. Una trenti-na i corridori alla partenza di una corsa che, com-

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Nella foto scattataa Merano, da sini-stra: Angela Gobbi,Ferruccio Grassi,Egles Costa,Giancarlo Alghi,Zeni Piadena,Fulvio Bettoncelli,Lucia Bernardelli,Carlo Rosoli, EddaBoselli e LucaGhisolfi.

plice anche la bella mattinata, meritava probabil-mente una maggior partecipazione trattandosiproprio della gara sociale. Il tracciato è quelloclassico che partendo da Guidizzolo porta i corri-dori a Birbesi e nuovamente a Guidizzolo per pocopiù di 9 Km. da ripetere 6 volte per un totale di 55chilometri che il vincitore ha percorso alla mediadi 35,600 orari. Come di consueto il primo giro èpercorso tutti insieme ad andatura 'turistica'(sempre comunque oltre i 30!) e dal secondo pas-saggio si accende la bagarre. Ma è sul terzo giroche i continui cambi di ritmo imposti da alcuni trai più forti velocisti tagliano le gambe agli scalato-ri che si attardano un po'. Sostenuto l'ultimo giroche porta alla volata regolata da William Conti.Alla manifestazione il Ciclo Club aveva invitato gliospiti della locale Casa di Riposo, alcuni dei qualisono stati tutto il tempo sul percorso ad applaudi-re i concorrenti incitandoli ad ogni passaggio.

Guidizzolo-Merano e ritornoLa bicicletta è una grande passione che continuaa suscitare entusiasmi ed attirare nuovi appassio-nati. Questo almeno negli ultimi anni. Se infattitorniamo indietro un po' nel tempo vediamo comequella della bici fosse anche una necessità: e tal-volta fortunato era colui che ne possedeva una.Quando poi la necessità e la passione vanno dipari passo ne possono uscire anche delle belleimprese che, viste oggi, appaiono magari 'epiche'.Raccontiamo di una “gita” degli anni ‘40.Siamo nel 1947; la guerra è finita da poco. C'èvoglia di lasciarsi alle spalle quegli anni, c'è ildesiderio di divertirsi un po'. E lo si fa con ciò chec'è a disposizione. Basta la bicicletta. Così un

giorno d'agosto, dopo un po' di passi di danzanella balera di via Filzi in 5, partono per l'impresa.Luca Ghisolfi, Carlo Rosoli, Ferruccio Grassi,Fulvio Bettoncelli e Giancarlo Alghi inforcano leloro biciclette con al seguito la tenda, un paio dicoperte, un paiolo, 5 chili di farina gialla, un sala-me, 1 chilo di formaggio, un po' di frutta e 40 lirea testa. La prima tappa li porta a Pinzolo dove dor-mono in tenda. Il secondo giorno raggiungonoMadonna di Campiglio, il passo Tonale e Ponte diLegno dove trovano asilo per la notte in un fienile.I soldi non sono molti così che presto incontranoalcuni operai con i quali barattano qualche chilo difarina con alcune schiacciatine. Il terzo giorno liattende passo Gavia (chi l'ha scalato sa cosasignifichi, e con bici senza cambio...!) da doveraggiungono Bormio e trovano ospitalità all'orato-rio parrocchiale. Il giorno seguente c'è lo Stelvio,interessante e bellissimo con tutti i suoi tornanti;poi giù fino a Merano dove si incontrano con alcu-ne ragazze guidizzolesi, da qualche giorno lì in vil-leggiatura, che riusciranno a trovare per loro unasistemazione notturna. La mattina successiva daMerano, via Bolzano e Trento, raggiungonoTremosine: “Gli ultimi chilometri della salita, cidice Luca Ghisolfi, sono stati tremendi tanto dadover percorrere un po' di strada a piedi”. Il gior-no dopo, il sesto, c'è il rientro a Guidizzolo, dopoaver percorso, in 6 giorni, circa 700 chilometri.Ed i protagonisti che sono ancora con noi cihanno assicurato che di doping non c'era traccia!.

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Luci dalle vacanze...L'Italia non finisce mai di sorprenderci: non voglia-mo qui ripetere che prima di andare all'esterobisognerebbe aver girato in lungo e in largo ilnostro bel Paese, anche se… Ma non si puònegare che anche per il viaggiatore più incallitoc'è sempre una piccola parte d'Italia che riservadelle sorprese.Capita così che in quella meravigliosa parte dellaPuglia che va sotto il nome di Salento, dalleincomparabili bellezze naturalistiche ed architetto-niche, ci si imbatta in una tradizione che non hariscontri di pari imponenza.

E' usanza, infatti, in quei paesi, celebrare la festadel santo patrono addobbando il centro cittadinocon allestimenti (luminarie) dallo straordinarioeffetto scenografico, al cui confronto alle lumina-rie natalizie dei nostri paesi vien voglia di… spe-gnersi da sole!Una delle più imponenti è senza dubbio quellaallestita per la festa di Santa Domenica aScorrano (Lecce), paese che è anche la patria deifabbricanti di questi straordinari addobbi.80.000 lampadine per un allestimento che traccianella notte straordinari, quanto effimeri, merlettied arabeschi e che lascia negli occhi del turistaun ricordo incancellabile.

Per non dimenticareLa Società Solferino e San Martino, fedele agliscopi per cui è sorta oltre un secolo fa (l'Ente è ilcustode dei musei e dei monumenti dei due cen-tri collinari), proseguendo nell'iniziativa già attua-ta in giugno all'interno della rocca ha organizzatodomenica 11 settembre, alle 21 davanti allaChiesa Ossario di Solferino, una serata dal titolo“Per non dimenticare” con un concerto dellaCorale Polifonica “Ars Nova” di Carpenedolo (BS). L'intento è stato quello di ricordare le vittime dellatragedia dell'11 settembre, che tanto ha sconvol-to il mondo per l'odio e la barbarie con cui è stataportata a termine. Averlo fatto davanti all'Ossariodi Solferino, ove sono custodite le spoglie mortalidi migliaia di soldati che in questo posto, quel 24giugno di 146 anni fa, persero la vita, ha assuntoun significato particolare. Pur nella differenza tra loro, i due eventi hanno ununico denominatore: l'uomo che uccide l'uomo.Un messaggio ben diverso da quello ispirato dalgrido “Tutti fratelli” con cui le donne del postosoccorrevano i feriti di ogni nazionalità e credoall'indomani del conflitto di Solferino.La Corale “Ars Nova”, diretta dal Maestro MarioTononi, ha eseguito un insieme di brani compostiin un vasto periodo di tempo che va dal 1500 finoai giorni nostri comprendenti opere di Mozart eBach, ma anche di Verdi e Mendelsshon, interval-lati dalla ferma voce di Ilaria Feole, che ha lettoalcune poesie e brani di autori contemporanei, trai quali il poeta Mario Luzi, Giuseppe Ungaretti, ilnobel Wislawa Szymborska. Il guidizzoleseEdoardo Bassoli ha recitato in dialetto la poesia diF. Ferretti sui Martiri di Belfiore. L'evento, partecipe un numeroso pubblico, nono-stante l'incertezza del tempo, è stato organizzatograzie al sostegno del Sistema dei Musei e deiBeni Culturali Mantovani ed alla collaborazionecon l'associazione Ar.ti.co Artisti in Concerto diCastiglione.E' stata un'ulteriore occasione per stare insiemeascoltando buona musica e buone parole ed ono-rando, senza retorica, i morti di tutte le battaglie ele vittime del terrorismo. Oltre a far rivivere deimonumenti che tutti abbiamo nel nostro cuore.

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Ci sono voluti ben otto anni di sperimentazione. Inquesto periodo alcuni Comuni, tra i quali la città diMantova, hanno sperimentato diverse soluzioni, siariguardo alla tecnologia da adottare, sia per i conte-nuti da inserire nel documento.Nelle intenzioni la carta di identità dovrà contenerenon solo le generalità ed i dati caratteristici, maanche altri dati, sanitari, fiscali, ecc. così da farladiventare anche una carta servizi.La nuova carta di identità è simile ad un bancomat,ma è munita anche di una memoria elettronica, cheassomiglia a quelle delle sim-card dei telefoni cellu-lari.Per legge, ora tutti i Comuni dovranno attrezzarsiper produrre la carta di identità a partire dal pros-simo primo gennaio 2006, anche se non sarà facileche tutti i Comuni siano pronti per quella data.La fase di preparazione, infatti, è assai complessa,prevedendo l'allineamento dell'anagrafe comunalecon l'anagrafe tributaria, la predisposizione deinecessari piani di sicurezza e la connessione conl'Indice Nazionale delle Anagrafi, oltre naturalmenteall'acquisto e avviamento dell'attrezzatura necessa-ria.Per ora la carta di identità conterrà le generalità, ilcodice fiscale, oltre alla fotografia ed all'impronta

digitale (rilevata elettronicamente, non ad inchio-stro). Per la fotografia sarà possibile sia “fotografa-re” la persona sul posto, al momento, sia utilizzareuna fotografia fornita dalla persona stessa.Prossimamente è previsto che possa servire cometessera elettorale, mentre per i dati sanitari e fisca-li bisognerà attendere ancora.Anche il Comune di Guidizzolo naturalmente si staattrezzando per rispettare la scadenza. Nelle inten-zioni vi è quella di essere tra i primi Comuni dellaprovincia a partire, se non il primo.Con l'assistenza tecnica della “Computer Center“ diTreviso, le attrezzature sono già state acquisite e lafase preparatoria è in via di completamento.Va chiarito, infine, che chi è in possesso di unacarta di identità cartacea non scaduta, per cam-biarla dovrà attenderne la scadenza. Per quantoriguarda il costo all'utente, bisogna attendere che ilMinistero dell'Interno ne comunichi l'importo.

Graziano Pelizzaro

La Carta d’Identità diventa “elettronica”E' dal maggio1997, con la legge 127/97, che si parla dell'introduzione della cartadi identità elettronica. Questa manderà in soffitta il vecchio modello cartaceo, chenel modello originario risale al 1915. Guidizzolo è pronto per il suo rilascio.

Un “facsimile” dellanuova carta di identità

Graziano Pelizzaromentre tiene unalezione ad “Ufficialid’anagrafe” perve-nuti dallaLombardia,dall’EmiliaRomagna e dalVeneto.

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Notiziario del Corpo Bandistico di Guidizzolo - a cura di Francesca Cappa

Quest'anno, per cominciare al meglio la nuovastagione, volevamo che il primo concerto diven-tasse indimenticabile, così abbiamo deciso difarlo in Lussemburgo!Idea geniale, tutti entusiasti di partire, rimanevasolo un piccolo dettaglio da sistemare: come farea portare in Lussemburgo quarantanove persone?Semplice: ci pensa Antonio, il nostro presidente,che è riuscito ad organizzare un fine settimanaeccezionale, intenso, purtroppo un po' bagnato,ma comunque perfetto.Beh, visto che il problema dell'organizzazione erarisolto a noi è bastato impegnarci nelle prove,lucidare gli strumenti, preparare le valigie e farcitrovare tutti pronti in piazza per la partenza.

Il viaggio è andato liscio, dodici ore di pullman incui si è giocato a briscola e dormito tanto, prati-camente ovunque. Al nostro risveglio eravamogià in Lussemburgo, una bellissima città circon-data dal verde e molto tranquilla, così abbiamosubito approfittato del pomeriggio di libertà cheavevamo per andarla a visitare e devo dire che nesiamo rimasti entusiasti.Noi però eravamo lì con uno scopo ben preciso,lasciare un segno! Così sabato ci siamo recati aGrevenmacher, una cittadina al confine con laGermania dove era in corso la festa dell'uva edove dovevamo sfilare insieme alle altre bandearrivate da tutt'’Europa.Così sotto uno splendente sole abbiamo sfilato tra

le vie del paese gremite di gente ebancarelle per la degustazione delvino. E’ stato un successo, soprat-tutto per il nostro “capitano”, BrunoRevenoldi, che ci ha guidato a suondi fischietto e si è aggiudicato ilbacio di benvenuto dalla Miss del-l'uva.Alla splendida sfilata sotto il sole èseguito il concerto tenutosi nellapiazza centrale di Lussemburgo,purtroppo sotto una battente piog-gia. Non sono mancati comunquegli applausi del pubblico che, arma-to di ombrello, ci ha seguito pertutta la durata del concerto. La gior-nata e la manifestazione stessa si èconclusa con una cena in un'immen-sa sala dove sono state riunite tutte

Lussemburgo 2005:Un concerto... fuori casa

Sfilata aGrevenmacher

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le bande che hanno preso parte a questo evento,più o meno trecento persone.A questo punto sono d'obbligo i ringraziamenti,cominciando dal nostro Presidente AntonioMalagutti che si è incaricato di tutta l'organizza-zione di queste due splendide giornate, a FrancoMarchesini il nostro Segretario che ci ha accom-pagnato, ma soprattutto ha trovato i fondi perpoter partire, ai nostri accompagnatori che ciseguono sempre fedelmente, ad OrianoParmeggiani che ci ha letteralmente guidato pertutto il viaggio, al nostro maestro Nicola Ferraresiche ci ha preparato al meglio ed a BrunoRevenoldi che si è assunto il compito di guidarciper tutta la sfilata. Il ringraziamento più dovutoperò è da fare ai quaranta bandisti che si sonoimpegnati in quest'avventura e, visti i risultati,speriamo di replicare il prima possibile.

Colpo “Basso” in Lussemburgo Avere una passione per la musica è normale pertante persone, ma trovare un ragazzo innamoratodi uno strumento chiamato “Sousafono” è abba-stanza raro.Che cosè il Sousafono? Il Sousafono è un bassotuba con la campana ad esposizione verticale,strumento molto noto ed usato nelle bandeAmericane.Durante le varie serate della partecipazione dellaBanda in Lussemburgo, vi è stata la presenza diun gruppo locale lussemburghese che aveva consé tale strumento ed al nostro giovane bandista,Andrea Bertasi, affascinato da tale strumento,non è mancata l'occasione per provare l'ebrezza disuonare il Sousafono e ricevere anche l'applausodelle circa quattrocento persone presenti all'even-to. Noi siamo stati pronti ad immortalarlo ed a pubbli-care questo “piccolo” momento di gloria.

1 - Presidente evice davanti allaCamera deiDeputati

2 - In gruppo con laBanda diLussemburgo

3 - Andrea Bertasidurante il suo“saggio”

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Come già ricordato in un precedente articolo, que-st'anno ricorrono i 10 anni di fondazione del nostroGruppo; faremo in seguito un consuntivo dellemolteplici attività svolte.Le varie attività, nella prima parte di quest'anno,sono state molte: il Corso di Micologia, abbinatoa lezioni di determinazione pratica dei funghi fre-schi, le gite sociali, l'organizzazione di quattromostre e non ultime per ordine di importanza lecene sociali…A proposito di mostre è utile ricordare la MostraMicologica allestita per la prima volta aPozzolengo (Bs), fortemente voluta dai numerosisoci ivi residenti, nel bellissimo androne delMunicipio del paese collinare gentilmente con-cesso dalla locale Amministrazione; la mostratenutasi nella giornata di domenica 7 agosto (con-siderando che la fiera di S. Lorenzo e relativemanifestazioni si sarebbero svolte nella giornata

di mercoledì 10) ha ottenuto un lusinghieroriscontro di visitatori i quali hanno potuto ammira-re (nonostante il clima avverso per la raccolta deifunghi) ben 110 specie.In sintesi, il 2005 è stato un anno ricco di avveni-menti che premiano l'impegno divulgativo intra-preso: si auspica che le varie tensioni e problema-tiche che purtroppo emergono di tanto in tantonon ci scoraggino, anzi, che le stesse siano di sti-molo per un maggior impegno nel raggiungimentodei traguardi che il Gruppo si è prefissato: divul-gare la conoscenza botanica, in particolare quellamicologica ed esaltare l'amore per la conservazio-ne del patrimonio ambientale e naturalistico.

GRUPPO MICOLOGICO NATURALISTICO

“COLLI MORENICI”Notiziario del Gruppo Micologico Naturalistico “Colli Morenici” - a cura di Giorgio Arienti

Esposizione a Pozzolengo

PH Diego Debattisti

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Notiziedall’Amministrazione

NOTIZIARIO A CURA DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI GUIDIZZOLO

Alcuni giorni or sono hanno incominciato il loro serviziole prime due piazzole a scomparsa per la raccolta rifiutiche il Comune di Guidizzolo, con la CooperativaNetturbini di Sirmione che gestisce il servizio, ha posizio-nato nel centralissimo piazzale Marconi ed in via Filzi.Primissime in provincia di Mantova, non risulta infattiche ve ne siano altre, le piazzole sono realizzate dalladitta Eco Park di Castiglione delle Siviere e fanno parte diun più ampio progetto che mirerebbe a servire tutto ilterritorio urbano con una ventina di punti ecologici per iquali il Comune ha già inoltrato richieste di finanziamen-to ed attende la sperimentazione di queste prime due.Risultati più che positivi si sono peraltro già ottenuti inaltre regioni italiane. Come spesso accade con le novità,anche il posizionamento di queste due piazzole ha raccol-to tra la gente consensi entusiastici accanto alle perples-sità di qualcuno legate principalmente ai siti individuatiper la loro collocazione. Questi ultimi però, spiegano itecnici, devono garantire un fondo stabile, essere centra-li rispetto alle utenze ed anche trovare l'area priva di sot-toservizi: tutte cose che in un centro urbano sono nonsempre facilmente reperibili. L'assoluta igienicità delnuovo impianto da comunque tutte le garanzie necessa-rie anche nei centri storici, molto più degli attuali antie-stetici e spesso mal utilizzati cassonetti. In una nota indi-rizzata a tutte le utenze interessate al nuovo servizio ilcomune spiega infatti che le piazzole funzionerannoanche in senso educativo verso la raccolta differenziata.Infatti se sotto il pavimento vengono collocati cassonet-ti sufficientemente capienti, in superficie si trovano 4torrette per l'introduzione degli scarti (3 per il secco eduna per l'umido domestico in ognuna delle piazzole) conimbocchi che consentono di abbandonarvi solamentesacchetti piccoli; questo dovrebbe scoraggiare il conferi-

mento di cassette di legno o plastica, oppure scatoloni dicarta o polistirolo, materiali per i quali funziona già unattento servizio di raccolta differenziata porta a porta,oppure sono da conferire presso il centro comunale diVia Palladio. Il sistema di funzionamento di queste piat-taforme, fortemente volute dall'assessore all'ecologiaLino Valbusa e realizzate su progetto dell'Ufficio Tecnicocomunale di concerto con l'assessore ai Lavori PubbliciGiovanni Milani, è semplice ed efficace al tempo stes-so. Quando i contenitori sottostanti sono pieni, il mezzodeputato alla raccolta azionando una semplice pompaoleodinamica fa emergere il fondo del basamento e, diconseguenza i contenitori che vi si trovano collocatisopra, i quali vengono svuotati e poi nuovamente incas-sati. Tutti i rifiuti rimangono così nel sottosuolo senzache all'esterno vi sia nulla di sgradevole. Sempre chel'utilizzo sia corretto.

COME SI UTILIZZANO LE PIAZZOLE?Rispetto al passato nulla cambia, nel senso che la rac-colta avviene allo stesso modo ed i contenitori non sonopiù in superficie, ma sotto il piano stradale. All'esternosono collocati 4 imbuti: 3 di colore verde riservati ai rifiu-ti ordinari, il cosiddetto SECCO, ed 1 di colore marroneper l'UMIDO DOMESTICO. Quest'ultimo va conferito uti-lizzando unicamente gli appositi sacchetti in amido dimais che il Comune fornisce gratuitamente e che vengo-no distribuiti dalla Ferramenta Ricca di Via Veneto. Restacomunque inteso che tutti i rifiuti oggetto di raccolta dif-ferenziata (carta/cartone - vetro - lattine - plastica - poli-stirolo - materiali legnosi o ferrosi - pile - medicinali sca-duti, ecc.) devono essere trattati come sempre, utilizzan-do i servizi attivi per la raccolta in forma separata.

Le piazzole a scomparsa

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DOMENICA 6 NOVEMBRE 2005

DUE SCAPOLI E UNA BIONDA Grande profilo di Neil SimonRegia di Alessandro Benvenuticon Franco Oppini, Nini Salerno e BarbaraTerrinoni

Andy e Norman, amici in eterna bolletta dividonola loro esistenza da scapoli e collaborano ad unarivista indipendente che prende di mira usi ecostumi tipicamente americani. La precaria convi-venza dei due entra in crisi quando nella loro vitairrompe Sophie “...una ragazza estremamentedotata dal collo in giù...” di cui entrambi si inna-morano. La commedia è punteggiata di battuteirresistibili e di episodi spassosi, dove si rideaggiornando vecchie ricette o cogliendo l'attualitàin maniera spiritosamente deformante.

SABATO 19 NOVEMBRE 2005

LA TRAVIATAdi Giuseppe Verdi Selezione in forma scenica con AlessandraFoschiatto soprano, Federico Lepre tenore, IvanInverardi baritono; pianoforte M° Sem Cerritelli;attore Prof. Michele Nocera

Durante una festa Alfredo si innamora della “mon-dana” Violetta Valéry. L'amore è ricambiato ma aturbare questa relazione sopraggiunge il padre diAlfredo che cerca di convincere Violetta a rompe-

re il legame: l'altra figlia rischia di non potersi spo-sare per lo scandalo provocato dall'unione “pec-caminosa” del fratello. Violetta, per non mettere indifficoltà la famiglia dell'amato, decide allora dilasciare Alfredo. L'uomo però non si rassegna...La celebre opera di Verdi viene proposta in formascenica: tutte le romanze saranno interpretate dacantanti lirici, mentre il recitativo sarà narratodalla voce di un attore fuori campo.

Evento in collaborazione con Arti.Co.Fuori abbonamento

SABATO 3 DICEMBRE 2005

HARRY TI PRESENTO SALLYStar Dust Communications di Nora Ephron Regia di Daniele Fallericon Marina Massironi e Giampiero Ingrassia

Fra un uomo e una donna può esserci “solo” ami-cizia? O, come afferma Harry, il sesso rende tuttoimpossibile?Queste sono le domande su cui si scontranoHarry (Giampiero Ingrassia) e Sally (MarinaMassironi) in questa commedia romantica tra-boccante di stile, intelligenza e sorprendenti bat-tute di spirito. Harry e Sally si incontrano, si scrutano, si attrag-gono e si respingono per undici lunghissimi annicombattendo quella che il loro inconscio (e il pub-blico!) sa essere la storia d'amore della loro vita. Riusciranno alla fine a capire di essere fatti l'unoper l'altra, o il destino li separerà per sempre? Tratta da uno dei film più amati degli ultimi anni,Harry ti presento Sally diverte, appassiona e com-muove finalmente anche in teatro.

Si apre il sipario

INIZIO SPETTACOLI ore 21,00

Biglietteria del Teatro aperta dalle ore 18,30

nei giorni di spettacolo (tel. 0376 847387)

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Come recitava la canzone “l'estate sta finendo”con lei terminano anche tutte quelle iniziative chela caratterizzano. Una tra queste è sicuramente ilCrest, che per tutto il mese di luglio, riunisce i pic-coli guidizzolesi in giochi, laboratori e gite. Ma, insieme all'estate anche le attività ricreativefiniscono? …tutti chini sui libri?Certo che no!Diverse sono le proposte che la CooperativaOrizzonti sta mettendo a punto. Oltre agli ormaiconsolidati Laboratori evolutivi per i bambini delleelementari, che oltre a garantire lo svolgimentodei compiti scolastici, coinvolgono i ragazzi in atti-vità ludico-espressive, da quest'anno per i ragazzidelle medie si aprirà un nuovo canale espressivocon “l'educatore di strada”, cioè di un educatoreche conosce e coinvolge i più grandi nei loro luo-ghi di incontro abituali.Anche per i piccolissimi le sorprese non manca-no! Infatti, oltre al nido-famiglia, che ora può con-tare 10 posti, per ora tutti occupati, è stato attiva-to una servizio di Baby-parking rivolto ai bambinidai 8 mesi a 3 anni, che ospita bebè fino a tardasera e il sabato mattina. Nei prossimi mesi ver-ranno fissate le date per le attività inerenti il pro-getto “Patapunfete”, finanziato tramite il progetto-

famiglia di Guidizzolo, durante il quale genitori ebambini della Scuola Materna saranno coinvolti inmomenti di gioco.Tutte queste iniziative sono solo una parte dell'in-tensa attività della Cooperativa; tramite il finanzia-mento della l.45, infatti, viene gestito il progetto“On the bus” per la prevenzione all'utilizzo di stu-pefacenti; con finanziamento Cariplo è stato strut-turato un progetto rivolto, da un lato ai bambiniemarginati, dall'altro finalizzato al recupero di per-sone coinvolte nella prostituzione; infine il finan-ziamento dall'Unione Europea per la creazione dinuove imprese.Significativo è il riavvicinamento che ha dimostra-to Birbesi nei confronti delle attività dellaCooperativa, infatti dopo alcuni anni di assenza èstato possibile organizzare il Crest anche nella fra-zione, grazie alla volontà del parroco don Renato,ed ora si prospetta l'eventualità di costituire unasezione dei Laboratori Evolutivi anche a Birbesi.Tante sono le proposte e le attività per i bambini eragazzi che la Cooperativa gestirà per l'inverno,quindi non si può far altro che augurarle BuonLavoro.

Le attività invernali dellaCooperativa Orizzonti

Stagione Teatrale 2005-0606/11/2005 Due scapoli e una bionda19/11/2005 La traviata (fuori abbonamento)03/12/2005 Harry ti presento Sally21/01/2006 Atti Unici09/02/2006 Il piacere dell'onestà - TEATRINSIEME04/03/2006 Buffi si nasce30/03/2006 Pigmalione

PrezziAbbonamento: 100,00 (fino a venerdì 21 ottobre c/o Biblioteca Comunale in orario d'apertura)

- Biglietti spettacoli in abbonamento: 18,00 - ridotto* 15,00- Biglietti spettacolo fuori abbonamento (19/11/'05 “La Traviata”): 10,00 - ridotto** 5,00

* per ridotto si intende età under 18 e over 65** verrà esercitata la riduzione anche ai possessori di abbonamento

Per gli studenti fino ai 26 anni muniti di documento, saranno riservate fino alle ore 20.30, con pos-sibilità di ingresso a tariffa ridotta, le ultime file del loggione.

Prevendita biglietti e prenotazioni:dal lunedì che precede lo spettacolo (per lo spettacolo della prima dal 24/10/2005) Cartoleria - Edicola “Carta & Matita” Guidizzolo - via Bruno Rodella, 8 - tel. 0376 818455.Per Mantova, Castel Goffredo, Castiglione delle Stiviere e Goito: Boxoffice - tel. 0376 224599

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