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    *Prima Lezione*

    12 Gennaio 1999

    Il corso si divide in due grosse parti: la prima, che inizia oggi, durer 6 mesi in tutto. E laparte di presentazione del modello teorico, clinico e terapeutico.A questo proposito la prima parte e` fondamentale anche se appare avulsa dai programmi chesi fanno nei corsi di specializzazione, universitari e non, ed prevalentemente di tipo

    epistemologico. Questo approccio teorico importante perch, per le scienze psicologiche, apartire dall'inizio del Novecento, il problema e` quello di definire l'inquadramentoepistemologico cio l'ottica con cui si vuole osservare una determinata cosa e quindi stabilirequali sono le cose da osservare. Nell'ambito delle scienze psicologiche, cui appartengono la

    psichiatria e la psicopatologia, il problema epistemologico e` ancora piu` grosso.E' grosso nelle scienze cosiddette "esatte" dove c'e` un rapporto differenziato tra osservatoree osservato. Nelle scienze psicologiche siamo in un ambito dove l'osservatore osserva sestesso e ci determina una serie di fenomeni di cui bisogna tener conto.L'epistemologia, in parole povere, si occupa della conoscenza, in cosa consiste la conoscenza,come sia possibile la conoscenza e che rapporto ha con la realta`. E` un rapporto uno a uno,letterale, interpretativo, riassuntivo, schematico, etc. Questi sono i quesiti basici che

    riguardano proprio l'epistemologia come studio della struttura della conoscenza in se`.Anche l'aspetto storico e` importante nello studio della conoscenza poiche` questa e` sempre

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    qualcosa che e` situato in un contesto. Anche gli organismi sono intrinsecamente storici.Tutto ci importante soprattutto se riferito al problema "dell'osservatore che si osserva".

    Ma per parlare di cio` e` necessario introdurre il concetto di coscienza e le trasformazioni dellastessa che hanno avuto luogo nel corso della evoluzione storica. La coscienza contemporaneae` molto diversa da quella di 40 anni fa, cent`anni fa, per non parlare delle epoche passate.Quindi attraverso uno sforzo epistemologico occorre sempre situare i problemi con cuisiamo alle prese, sempre in riferimento alla struttura di coscienza della quale siamo portatoricome evoluzione di un processo che va avanti da molto tempo.Questo un aspetto talmente importante su cui ci soffermeremo per tutta la prima parte delmodello teorico. Parleremo dei problemi epistemologici piu` rilevanti per poi arrivare a quellache dovra` essere la metodologia di base di qualsiasi scienza di tipo biologico e/o psicologico,cio lepistemologia evolutiva. Questa lo studio, in termini di processi evolutivi, di come sisiano progressivamente organizzate sul pianeta Terra, nei sistemi viventi, tutte le strutture

    conoscitive.L'epistemologia evolutiva una scienza nuova sorta nel XX sec. e ha avuto il merito didefinire lo studio della conoscenza come competenza specifica del campo biologico, definire laconoscenza proprio in termini biologici.Prima della insorgenza della epistemologia la conoscenza era vista come appannaggio didiscipline come la filosofia, la metafisica, insomma non soggette alla metodologia scientifica.Inoltre quando si parla di problemi epistemologici si parla di problemi sia di carattere generalesia di tipo applicativo: lo studio dei principi che compongono i processi psicologici ma ancheci che chiamiamo il sistema del se` (SELF). Successivamente si passa, come parte delmodello teorico agganciato a questo tema del sistema del self, al tema dei significati, cioe' delsignificato personale.

    Ogni struttura del senso di se` corrisponde anche ad una struttura del senso del mondo. Ognimodo di sentirsi e` anche un modo di sentirsi rispetto ad un mondo, rispetto ad una realta`. Ilsenso che ognuno ha di se stesso e` sempre strettamente correlato al senso degli altri edellalterit (cio a quello che e` fuori di noi). In questo senso sono possibili varie modalita' diorganizzazione del dominio emotivo umano ed un modo di organizzarsi un senso di se` e dellarealta`. A queste modalita` di organizzazione noi diamo il termine di "ORGANIZZAZIONIDISIGNIFICATO PERSONALE"

    Generalmente noi ne distinguiamo 4 che poi, in taluni casi, possono essere anche combinate traloro. Quindi un aspetto importante sara` proprio la descrizione, tappa per tappa, di tutte leorganizzazioni di significato. Questo sara` preceduto da un aspetto importante della parte

    teorica che e` tutto l'inquadramento dei processi di sviluppo: l'infanzia, gli anni prescolari, lafanciullezza, la puberta`, l adolescenza, la giovinezza ed infine, in generale, i principi chereggono l'andamento del ciclo di vita individuale. Si approfondiranno inoltre lo sviluppomaturativo e l'andamento del ciclo di vita adulta nelle singole organizzazioni dopo averdescritto le loro caratteristiche, di come si struttura il senso di se`, come si struttura il dominioemotivo, come si struttura l'immagine del mondo di riferimento, quali andamenti hanno questestrutture, come si formano nel corso di un quadro maturativo.Questo ci permettera` poi di passare sempre piu` alla seconda parte, quella clinica, chesignifica gettare le fondamenta per una nosografia psichiatrica diversa. in opposizione a quellaclassica che e` una nosografia prevalentemente descrittiva e statica. Quindi cercheremo dirivedere tutta la psicopatologia nei termini di una nosografia processuale e soprattutto

    esplicativa. Una nosografia che ci spieghi il rapporto che c'e` fra un sintomo e l'organizzazionedi vita che lo produce. In che senso quel sintomo fa parte della coerenza interna di quella

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    organizzazione. Oggi abbiamo una nosografia prevalentemente iconografica, statica comeriportato dal DSM-IV o dal ICD-10.

    Soprattutto queste classificazioni non spiegano che rapporto c'e` fra sintomo e organismo chelo ha prodotto. Il sintomo e` considerato staccato, quasi fosse una specie di abberrazione cheva cancellata.Uno dei temi sara` quello di far vedere come tutte le organizzazioni di significato possonoessere articolate in un modo normale, nevrotico o infine psicotico . La normalita`, la nevrosi ela psicosi piu` che categorie a se` stanti sono modalita` differenti di elaborazione di uno stessotema di significato.

    Nell'ambito psicopatologico e clinico verr dato particolare rilievo al tema delle psicosi e dellaschizofrenia in particolare. Quest' ultimo e` uno dei temi piu` controversi della psicopatologiae di tutte le scienze comportamentali di questo secolo. E controverso sia dal punto di vistaeziologico, sia dal punto di vista psicopatologico, sia come inquadramento sindromico. Non

    parliamo poi dell'aspetto terapeutico poiche`sino a tutt'oggi il cardine basico dellacomprensione della schizofrenia e` stata l'incomprensibilita`. Non c'e` mai stato nessuno, che iomi ricordi, che abbia deciso di studiare e correlare le allucinazioni per come vengono, quandovengono, perche` vengono, come cessano, perche` sono uditive e che contenuti hanno. Ildelirio che struttura formale ha, che contenuti, come si succedono. Questi sono sintomi taliche nella prassi psichiatrica corrente, una volta accertatane l'esistenza, debbono assolutamenteessere tagliati fuori.E da un po` che ci stiamo dedicando a questi studi, anche in termini psicoterapeutici, eabbiamo avuto, soprattutto negli ultimi anni, risultati incoraggianti. Abbiamo descritto unlavoro psicoterapeutico con psicotici, sia acuti che cronici, con buoni risultati e questo e` unaspetto cui va dato spazio e risalto anche per un prossimo futuro, e` un tema grosso.

    La terza parte e` invece quella della descrizione del metodo e della strategia terapeutica.Questo include sia il metodo della ricostruzione, di come si struttura il setting terapeutico, dicome si ricostruisce la dinamica dello scompenso, di come si riformula il problema con cui il

    paziente arriva, le varie fasi con cui di solito si procede in una strategia terapeutica di questotipo. Infine cercare di fare degli schizzi piu` particolareggiati, ma sempre generali, sullestrategie terapeutiche che in genere si possono utilizzare con le 4 organizzazioni di significato.

    Poiche` questo e un modello formativo, ai 6 mesi di teoria seguira` una partepratica/applicativa.Nella seconda parte del training questo modello teorico sara` applicato su due settori diversi.Il primo settore e` quello personale dove si vedra` la ricostruzione del proprio materiale

    personale. Questa parte molti training non la fanno. Io credo che sia indispensabile soprattuttoperch occorre una buona conoscenza di se` per fare questo lavoro e questo non solo perch sientra piu` facilmente in crisi ma soprattutto perch altrimenti non si notano molte cose. Se unoe` ipocondriaco e inconsapevole di esserlo difficile che riconosca un paziente ipocondriacocome tale, cio` che vede e` assolutamente normale. Il nostro e` un lavoro che ha un certorischio, non e` un lavoro facile, e` un lavoro che comporta molti problemi a livello emotivo,

    personale. Quindi mi sembra giusto che andando a fare un lavoro di "trincea" si faccia ancheun addestramento a sopravvivere; il terapeuta deve sapere come e` fatto, come reagisce, comecerte cose lo colpiscono e altre no, altrimenti si va a fare un lavoro pericoloso completamentesguarniti, con il rischio che uno o non fa il lavoro, per non ferirsi, o se lo fa, lo fa male,ferendosi ma anche facendolo male. Ci sono vari dati che ne dimostrano l'utilita` da un punto

    di vista strettamente professionale. Sono oramai 40 anni che si fanno studi sul terapista, chi e`,che caratteristiche possiede. Si anche studiato quali sono i fattori importanti nella

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    formazione. Uno dei fattori piu` importanti, riconosciuto da 20 anni, e` la ricostruzione delmateriale personale.

    In America addirittura hanno fatto parecchi studi e alcuni di questi, appartenenti ad un unicofilone, identificavano e differenziavano i fattori piu` variabili nella formazione dei terapisti"talented" dai non talented". Da questi studi venne fuori che quelli "talented" avevano iniziatoil training di formazione con un indice apprezzabile di psicopatologia personale. Nel corsodella formazione, con la ricostruzione del materiale personale, sono andati incontro ad unariorganizzazione della psicopatologia personale che ha coinciso con l'apprendimento di questotraining.Quindi gli psicoterapeuti "talented" avevano questo pattern formativo pressoche` costante.Perci questa un'altra indicazione dell'importanza di fare un lavoro su di se` non solo intermini di difesa personale me anche in termini di qualita`di professionalita`.

    Questo lavoro lo faremo in maniera graduale, ripetendo quello che e` l'andamento direzionaledi una psicoterapia. Inizieremo, nel corso del primo anno, subito dopo la fine della teoria,riproponendo la ricostruzione della dimensione della vita attuale di tutti noi. Questo avverra`con la costruzione in due tappe che sono artificiali in quanto create a scopo puramentedidattico.La prima tappa e` una ricostruzione dello stile aggressivo, come ognuno di noi si arrabbia,come viene espressa la rabbia. Questo utile perch fare unindagine su un repertorioattidudinale/comportamentale attuale, che sia pero` specifico, ci consente di avere uno schema,una traccia di costruzione di un intervista.

    Nella seconda tappa si affronter la dimensione di vita attuale. Qui troveremo difficoltmaggiori perch in questo ambito non possibile fare uno schema. Si parte ricostruendo

    quello che e` il problema esistenziale attuale che la persona avverte senza uno schema dato. Cideve quindi essere gi un minimo di abilita` a cogliere il filo del problema che la persona portae iniziare a svolgerlo. In una seconda parte c'e` la ricostruzione del proprio stile affettivo equi gia` andiamo su un passato o passato prossimo, iniziamo con la puberta` e l'adolescenza esi arriva sino ai giorni nostri ricostruendo proprio qual'e il modo con cui una persona hastrutturato i suoi rapporti affettivi significativi. Ricostruendo, di ogni rapporto significativo, lefasi principali e cioe` le fasi di formazione, mantenimento e rottura del legame affettivo.

    L'ultima parte, che e` quella dell`ultimo anno e che e` la parte anche piu` interessante, maanche la piu` complicata tecnicamente, e` la ricostruzione della storia di sviluppo che va dazero anni fino alla giovinezza.

    Questo e` il primo versante applicativo, che e` il materiale personale, l'altro versanteapplicativo e` invece la supervisione dei vostri casi clinici. Quando finiremo il modello le 4 orele dividiamo regolarmente in maniera schematica.Le prime due ore facciamo tutte le varie ricostruzioni personali poi, dopo il break, le secondedue ore portate i vostri casi clinici e iniziamo a inquadrare e a riordinare i termini del modelloche stiamo seguendo anche dando le indicazioni di strategia terapeutica che poi, tornando levolte successive, possiamo seguire sui casi anche a distanza di tempo.

    La fase di rito e` che quando finisce il modello si fanno gli "accoppiamenti" con i sorteggipilotati dove quelli che si conoscono da anni vengono separati.

    Guidano risponde ad una domanda su come iniziare con i pazienti nuovi a raccogliere dati

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    importanti per una supervisione, insomma che schema seguire.

    E` importante raccogliere i seguenti dati: il problema che il paziente porta al suo primo appuntamento;

    da quanto tempo il problema e` presente;

    ricostruire la dinamica di scompenso.

    Cioe` se un determinato problema esiste da tre anni e` importante cercare di ricostruire glieventi di vita, sia interni che esterni, che possono essere comunque concomitanti al problema.Allora otterremmo dei dati su cui possiamo lavorare iniziando cos a fare delle ipotesi sia didinamica di scompenso, sia di strategie che possiamo portare avanti.

    MODELLO TEORICO

    A questo punto possiamo iniziare con la prima parte teorica che inizia con una panoramicastorica che da` i punti di riferimento di tipo cronologico degli eventi, ma anche quali sono itemi di fondo, nell'ambito psicologico e psicoterapeutico, che poi ci rimandano a vedere i

    problemi di tipo puramente epistemologico.

    Cenni StoriciTutto il settore della psicologia/psicoterapia cognitiva e` una filiazione diretta delcomportamentismo.Generalmente si dice che il comportamentismo sia sorto come reazione alla psicoanalisi.Probabilmente lo e`, ha ragioni storiche di fondo, ma secondo me la ragione e` un'altra.Io credo che il comportamentismo sia sorto, non a caso intorno agli anni 40, quando ilpositivismologico, il Circolo di Vienna, raggiunge il suo massimo apogeo.Questo rappresenta forse la punta piu` alta dello scientismo del secolo. Questo conato, quasi

    puro, di arrivare ad una logicizzazione totalmente oggettivante dove tutto quanto il soggettivofosse completamente disciolto, inesistente.Dico questo perche` il comportamentismo non nasce unicamente come antitesi alla psicoanalisima anche taglia alle radici - e sara` dimenticata per piu` di 50 anni - quella che era unatradizione psicologica e fenomenologica anglosassone molto importante. Mi riferisco aWilliam James, Denton Cooley, a George Herbert Mill, persone che sono state riscopertedopo la cosiddetta "Rivoluzione Cognitiva", anzi dopo l'introduzione dei Sistemi allargati alla

    psicologia, quindi negli anni '70-'80.Sicuramente tutta la psicologia scientifica occidentale avrebbe avuto un altro decorso se non cifosse stato questo iatus di personaggi cosi grande. Quindi e` proprio una reazione, untentativo di creare una scienza pura, che significa trasformare la psicologia in fisica.Quindi diventa necessario rendere la psicologia una scienza totalmente oggettivata in cui ogniaspetto soggettivo interno fosse completamente escluso.Questa esigenza cosi` assurda di oggettivazione, di arrivare ad un oggettivismo totale era unanecessita legata alla ricerca costante del vedere meglio. E un punto abbastanzaimportante.Questo e` uno dei temi cui accennavo all'inizio, quando presentavo il programma.Per capire bene questo aspetto dobbiamo per un attimo vedere la struttura dell evoluzione

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    della coscienza umana sino ad arrivare a quella contemporanea.Questa e` una evoluzione abbastanza particolare, adesso salto alcune parti che vedremo piu` in

    la`, con calma, e cioe` tutta l'influenza che ha avuto su questo il linguaggio, la scrittura, etc.Prima dell'avvento della scrittura la coscienza era una coscienza puramente collettiva, non c'e`una coscienza individuale. L' individualita` e` totalmente nella collettivita` e nell'azionecollettiva.

    Nel mondo orale, prima dellavvento della scrittura, non c'era un senso dell internalit.L'interiorita` compare con la scrittura ed appartiene a tutto l'uomo Medievale, sino al1300/1400, ma e` un interiorita` "de-individualizzata", e` un interiorita` di massa, e`collettiva per tutti.E` uninteriorita` che inizia con il fatto che ci si confessa, ci si pente, si dicono le preghiere,

    pero` e` come se fosse un interiorita` ancora standardizzata, massificata. Non e` unainteriorita` legata ad un senso di unicita` individuale.

    Tutto il tema dell'avventura dell'unicita` individuale inizia, come sapete, con l'Umanesimo e ilRinascimento. E proprio qui che inizia ad esserci il senso dell'individuo come protagonista delmondo.Questo e` l' inizio di un cammino che poi culminera` in due tappe importanti fino all iniziodella coscienza moderna. Sono tappe determinate da due filosofi fondamentali in questo

    processo. Entrambi studiati a scuola, (i filosofi erano tutti degli ossessivi), il primo e` statoCartesio che con il "cogito ergo sum" pose il pensiero al centro dell'universo, il pensiero comefondamento stesso dell'esperienza, dell'esistenza. L'opera principale invece la fa Kant. E` luiche da` una sterzata decisa, inizia ad instaurare la coscienza moderna con tutti i suoi drammi ei suoi dubbi. Kant impone che il mondo, l'esperienza del mondo sia il prodotto dell'attivita`

    percettiva e categoriale umana. Quindi se per Cartesio il pensiero di per se era fondamento

    dell'esistenza, per Kant esso diventa addirittura il fondamento dell'universo, la stessa strutturadella realta`. Qui inizia un grosso problema che ci permette di capire tutta la dinamica dellacoscienza moderna, perche` il discorso Kantiano e` un discorso estremamente complesso e conuna dicotomia irrisolubile. In un certo senso e` vero che le categorie di tempo, di spazio, dicausalita`, come diceva Kant sono trascendentali, cioe` fanno parte dell'apparato percettivo(Conrad Lorenz, che ha elaborato ulteriormente il pensiero kantiano, diceva: "quello che perKant e` a priori nell'individuo e` a posteriori nella evoluzione"). Nell'individuo appena nato cisono gia` categorie percettive che funzionano a priori. Pero` questo e` un prodotto che,visto dal punto di vista della evoluzione, e` a posteriori, ha una lunga categoria di selezioni.Quindi se da un lato effettivamente le categorie del pensiero sono produttive della realta` incui viviamo, c'e` anche il fatto che la produttivita` coincide con il limite.

    Noi possiamo vivere la realta` che ci e` consentita solamente dalle nostre categorie percettuali.Il che significa che la stessa produttivita` creativa coincide con i limiti della nostra conoscenza,non c'e` distinzione fra creativita` e limitazione. Da allora e da questi concetti e` partito latteggiamento per cui di volta in volta l'una scuola o l'altra hanno cercato di eliminare uno deidue aspetti della dicotomia.O si elimina l'aspetto dei limiti, quindi diventa tutto "soggettivismo", di teorie puramentesoggettive, oppure privilegiamo al massimo il fatto dei limiti, tagliamo fuori la produttivita`, equindi, nei limiti, azzeriamo la mente, come hanno fatto i comportamentisti, evitando almassimo la soggettivit. Abbiamo quindi avuto un fluire continuo, in ogni campo, maspecialmente nel nostro, di queste due contrapposizioni: il tema che fa appello maggiormenteagli aspetti "soggettivisti" o il tema che fa maggiormente appello agli aspetti "oggettivisti".

    Questo lo vedete bene nelle ultime tendenze delle scienze psicologiche. Ad esempio tutto ilgruppo della teoria della mente, che di norma e` nato con l'autismo, etc.

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    Nel campo dellautismo si vede bene questa distinzione netta dove c'e` un gruppo che fa capoa Trevarthen e a Hobson, che e` il gruppo dei "Soggettivisti" per cui la teoria della mente e`

    l'aspetto emotivo, dell'immaginazione come simulazione del mondo, e` l'aspetto dellaintersoggettivita` nei rapporti con le figure parentali. In opposizione a questi c'e` il gruppo"Oggettivista", che e` il gruppo che fa capo a Werner a Baron-Coen in cui la rete della mentedel bambino e` puramente computazionale, e` un algoritmo che serve a derivare gli algoritmidegli altri. Quindi il bambino e` un computer specializzato nel ricostruire il programma deglialtri computers.Questo aspetto, che e` assolutamente tipico della coscienza moderna inizia proprio con Kant.In cui c'e` un tentativo di trovare una via che scegliesse una parte e ne cancellasse l'altra e nonquindi un tentativo di armonizzare che tentasse di spiegare entrambe le sfaccettature della"soggettivit" e della "oggettivit".Quindi il Comportamentismo nasce cos come uno di questi aspetti estremi che, del resto, e`

    portato avanti dal positivismo logico del Circolo di Vienna che e` la massima espressione dell'oggettivismo post-Kantiano.

    Nel Comportamentismo il tema teorico di base e` che la "Black Box" (la mente in quanto tale)si pu tranquillamente ignorare, cio` che conta e` studiare le afferenze e le efferenze.

    Nel 1970-71 la concezione di base era molto piu` gretta. Il cervello essenzialmente noncontava, la mente non esisteva. Comunque la cosa interessante del Comportamentismo (chenon e` tutta roba da buttar via) la modalit con cui entra in crisi. Avviene come "crisi dasuccesso", cioe` il Comportamentismo entra in crisi proprio nel momento in cui si ha ilmassimo del suo successo, cosa non frequente da vedere. L'impatto sul mondo americano abbastanza forte, ed un impatto che cambia la prognosi di molte malattie fino ad allora

    considerate impossibili da aggredire, prima fra tutte la nevrosi ossessiva. Poi miglioranettamente la prognosi di disturbi fortemente invalidanti come quelli fobici. Altri disturbi sonostati pilotati come gli psicotici cronici con la cosiddetta "token economy", in cui interi ospedali

    psichiatrici con migliaia di degenti che erano vegetali diventano comunit sociali con unminimo di attivit, di relazioni sociali che chiaramente produsse quasi dei miracoli. IlComportamentismo non riusciva, per la sua rozzezza teorica, basato sul paradigma S/L(stimolo/risposta), neanche a spiegare i successi che otteneva. Non riusciva a darne neancheuna spiegazione razionale. Non solo, ma la rozzezza teorica era ad un punto tale che gliinquinamenti di quello che doveva essere la purezza metodologica ed epistemologicadell'approccio erano fortemente violati anche dai fondatori stessi. Pensate ad una tecnica cheera il fiore all'occhiello del Comportamentismo la desensibilizzazione sistematica, che

    significava fare immaginare lo stimolo ansiogeno per produrre un progressivo livello d'ansia. Aparte che c'e` l'uso dell'immaginazione che e` una chiara violazione del postulato ideologico dibase della "black box", ma poi non e` soltanto una violazione da un punto di vista "purista", cisono delle implicazioni epistemologiche notevolissime. Significa che se una persona deveimmaginare in un altro modo una situazione ansiogena, e si riduce l`ansia, allora vuol dire chel`immaginazione e` una anticipazione di realta`.Allora che rapporto c'e` tra come noi ci rappresentiamo la realta` e l'esperienza di realta` chenoiabbiamo? Tutto questo un tema complessissimo che veniva completamente ignorato in unatecnica che faceva ampiamente uso dell immaginazione utilizzandola come anticipazione direalta`. Quindi c'erano dei buchi di tipo epistemologico, metodologico, esplicativi e soprattutto

    c'era un senso crescente che i successi che si avevano, non si ottenevano per la tecnica maerano legati ad altri fattori, assolutamente incomprensibili. Io lo posso dire perche` essendo

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    stato un comportamentista dell'arco neo-Skinneriano, anche se poi per pochissimo tempo,ricordo questa esperienza estremamente frustrante in cui ci si rendeva conto, molte volte, che

    il miglioramento che si notava, a volte quasi miracoloso, con il paziente che si sbloccava dopo20 anni di invalidita`, non aveva niente a che fare con le tecniche perche` il terapista non avevaneanche fatto in tempo ad utilizzarle. Io ricordo un paziente molto grave, parliamo del 1972,era un fobico di quelli classici, invalido da 25 anni, doveva essere accompagnato dalla mogliein ogni frangente, cioe` non poteva neanche stare ad una distanza di 20 metri dalla moglie.Doveva sempre stare a contatto ravvicinato con lei. Ricordo che iniziai a vederlo sempre conla moglie che stava in sala d'attesa. La prima volta voleva anche che ci fosse la porta apertacosi` poteva vedere la sala d'attesa, poi riuscimmo a chiudere la porta. All'inizio cercavo difare tutta la preparazione della scaletta per fare, come allora era prassi, la gerarchia disituazioni ansiogene per procedere alle esposizioni in vivo. Avevo quasi finito di fare la miaricostruzione, ero pronto a partire con l'esposizione in vivo che avrei iniziato la volta

    successiva. Allo stesso tempo pero` ero un po`preoccupato della situazione con la moglie,litigavano sempre, anche se stavano sempre attaccati, lui la trattava malissimo, lei siarrabbiava, lo insultava indisposta, lui le dava pizzicotti, discussioni continue. Allora

    preoccupato che questo continuo litigio potesse danneggiare la "tecnichetta" che avevo fatto,vado di la` nella sala d'attesa, pensando: "adesso li frego", e faccio la tipica prescrizionedicendo: " guardi ora lei non e` che si puo` frenare, se ha l'istinto di insultare a sua moglie lainsulti pure, per ogni volta che lo fa le metta un braccio su una spalla". Io non so` che cosaha prodotto questa cosa, ma la volta successiva, in cui io mi ero gia` preparato a fare laseconda parte di terapia, lui mi arriva da solo. Entra in stanza e mi dice: " dotto` io non so chee` successo, ma dal giorno dopo la scorsa seduta, mi sono sentito di fare cose che non facevoda 25 anni, ho ripreso la macchina, vado in giro da solo, gioco a biliardo con gli amici che non

    facevo da 25 anni". Io guardavo la scaletta di fronte a me e non capivo, mi sentivo uncompleto cretino. Non capivo, non avevo fatto nemmeno mezza scaletta. Non solo, poi, adistanza di pochi giorni incontro la moglie per strada, usciva da un negozio, mi sento chiamareed era lei, anche lei sorpresa, estasiata, mi ringrazia: "ma pensi io non sono stata mai cosi`

    bene nemmeno in luna di miele". Io mi sono reso conto che qualcosa era successo al loromatrimonio, collegato forse alla cosa che avevo detto loro, ma il senso della relazione cheesisteva tra il matrimonio del paziente e il suo essere bloccato per 25 anni mi sfuggivatotalmente.Questo era per tutti noi incomprensibile, ed e` per questo che il Comportamentismo entro` incrisi.Cerano dei forti dubbi che questi successi potessero essere attribuiti alle tecniche della

    terapia.

    Il Primato della Razionalita

    Devo per ribadire che non tutto il Comportamentismo da buttare. Esso ha dimostrato dellecose in termini di principi di psicologia ed epistemologia che vanno tenuti presenti. Uno diquesti quello che si chiama il primato dellazione.Questo significa sostanzialmente che spesso (e questo ve lo dimostra l'esperienza personale diognuno di voi) quando vi trovate a dover agire in modo imprevisto, diverso dall'usuale tendetead avvertire un senso diverso, in termini di esperienza immediata, di voi stessi.

    E` la cosa, che piu` di tutte cambia proprio l'esperienza di voi stessi.Questa e` la cosa indiscutibile che il comportamentismo ha messo a fuoco e che e` stata

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    confermata poi negli ultimi 40 anni e oggi ha tutta una sua collocazione anche nell ambito delfunzionamento mentale, della motricita` e della corporeita` ed strettamente collegata ad un

    altro dominio importante che quello delle emozioni. Ogni emozione si accompagna a unadisposizione ad agire, quindi ogni azione imprevista dai nostri schemi si accompagneranch'essa ad una attivazione del dominio emotivo che avra` collocazioni diverse da quelle a cuisiamo usualmente abituati. Quindi si avranno connotazioni di esperienza immediata di noistessi diverse da quelle che noi siamo soliti avvertire in maniera continuativa. Questo forse ilfattore piu` importante, il cambiamento del senso di noi in termini di immediatezza.La crisi del Comportamentismo si verifica agli inizi degli anni '70, anche se la prima avvisagliadi crisi si verifica nel 1969 con un libro di Bandura intitolato: "Principles of behaviourmodification", dove Bandura, che e` un comportamentista con tutti i crismi, e` il primo adinfrangere il "Paradigma". Lui mette al centro dei suoi principi di apprendimento l'Imitazionee il Modeling in cui l'aspetto dell'immaginazione e` centrale. Bandura e` il primo a violare i

    termini scientifici. E` comunemente attribuita a lui l'inizio di quella che viene chiamata la"Rivoluzione Cognitiva", che come ho detto iniziera` all'inizio degli anni '70.Su questa rivoluzione ci sono molti partiti diversi, la maggior parte degli autori, con i quali iosono daccordo, non ritengono che la rivoluzione sia mai accaduta, infatti la definiscono, o ne

    parlano in termini della "Cosidetta Rivoluzione Cognitiva". L'unica voce che apparentementepuo` sembrare dissonante e` quella di Jerome Bruner che dice che secondo lui non c'e` maistata nessuna rivoluzione cognitiva e che non ci sara` mai essendo essa sempre in corso

    poiche` tutto quello che si fa nella vita e` sempre cognitivo. Difatti la Rivoluzione Cognitiva giustamente chiamata la "Cosidetta" in quanto e` semplicemente un ampliamento del

    paradigma comportamentista. Cio il paradigma S/L ( stimolo/risposta) diventa semplicementeS/O/R dove "O" significa "la variabile intermedia". Le variabili intermedie di cui parliamo

    sono: il pensiero, le emozioni, l'immaginazione. Ed e` proprio questo il punto, ancora non siparla affatto di "Mente". In questi primi anni, siamo nel '70-'71-'72, l'esplosione di questaprima parte si stabilizza nel '74 con un libro di Michael Mahoney che si intitola " Cognitionand behavioural modification", che e` un libro divenuto storico nella psicologia americana. I

    pensieri, le emozioni, le immagini, vengono tutti visti come processi isolati che stanno inquesto interno, che prima si supponeva fosse vuoto o privo di cose influenti. Non sono maivisti in modo organizzato, in cui c'e` un qualcosa che fa si che i pensieri, la memoria,l'immaginazione, le emozioni siano legate in una configurazione unitaria. Questo e` tipico diquesta prima fase. Le cose venivano viste proprio come fossero "catenelle", cioe` c'e` unostimolo esterno che attiva un pensiero, il pensiero attiva una emozione e l'emozione attiva ilcomportamento. Quindi vanno ricostruite queste "catenelle". Siamo sempre nello schema

    INPUT/OUTPUT solo che, tra i due, ora vengono ammessi alcuni pasaggi interni e vieneanche ammesso che questi passaggi sono abbastanza significativi. Questa epoca attuale e`l'epoca in cui iniziano le terapie cognitive ortodosse, quelle che poi del resto esistono ancoraoggi, ed e` un epoca in cui pero` c'e` un aspetto importante in termini epistemologici.Anche se la Mente non e` mai nominata (anzi c'e` ancora un settore che accusa di"Mentalismo" coloro che, viceversa, le attribuiscono una certa importanza), in quegli anni, edera ancora una specie di eresia, c comunque il riconoscimento netto di quello che e` il

    primato della razionalit.Cio esplicitamente detto che le emozioni sono sostanzialmente dei sottoprodotti dellacognizione. Dipendendo dalla cognizione esse sono prevalentemente legate alleconvinzioni/credenze che l'individuo ha. La credenza e le convinzioni sono viste proprio come

    delle leggi operative, su di se` e sul mondo, che contengono anche delle istruzioni co-cellulari.Per cui questo sara` poi il tema della psicoterapia cognitiva. Il problema ovviamente in termini

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    di sintomi e di disturbi sono le emozioni. Si parla di disturbi emotivi e sono infatti le emozioniche debbono essere modificate. Il tema di base di allora, che pero` trovate anche oggi molto in

    voga, e` che le emozioni disturbanti dipendono da convinzioni relazionali. Se uno ha unaconvinzione relazionale che e` disadattativa rispetto all'ambiente, ai rapporti con gli altri,quella convinzione disadattativa produrra` una reazione emotiva disagevole, disturbante,

    perturbante, per cui se uno cambia quella convinzione, cambia automaticamente l'attivazioneemotiva disturbante sottostante. Su questo aspetto sono fiorite teorie diverse, quella piu`famosa era quella di Schachtere Singer la quale postulava che le emozioni sono aspecifiche,cioe` che esiste un unica attivazione la quale prende la forma di paura, curiosita`, tristezza,rabbia a seconda di come viene etichettata dalla cognizione. L attivazione emotiva aspecifica in s, se uno pensa che sia paura diventa paura, se uno pensa che sia rabbia diventarabbia, se uno pensa che sia tristezza diventa tristezza, etc. Si sono fatti anche molti studi suquesto, studi fatti dagli stessi Schachtere Singer uno dei quali fu di iniettare, ad alcuni studenti

    volontari, dell'adrenalina dicendo che invece era un ricostituente/soluzione fisiologica.Successivamente questi venivano divisi in due gruppi e ad ognuno dei due gruppi vennero dateindicazioni diverse sull'attivazione che avevano.Il loro intento era di dimostrare che se al primo gruppo veniva detto che l'emozione chesentivano era rabbia loro avrebbero letto la loro attivazione emotiva come rabbia, se alsecondo gruppo, viceversa, avessero detto che l'emozione che sentivano era felicita`,avrebbero letto la loro attivazione in termini di felicita`. Questo doveva dimostrare che leemozioni dipendevano esclusivamente dalle cognizioni.C'e` da dire che nessuno ha mai piu` replicato gli esperimanti di Schachtere Singer, nessunomai c'e` piu` riuscito, anzi nel tentativo di replicarli, parliamo degli anni '70, tutto un gruppo diricercatori di Berkley e di Stanford, che poi divennero famosi, hanno invece visto un effetto

    che era sfuggito, o cancellato, e cioe` che qualsiasi attivazione interna e imprevedibile per ilsoggetto di appartenenza, quindi come puo` essere l'iniezione di adrenalina non comunicata,

    produce sempre e irrimediabilmente un effetto negativo,viene sempre percepita in termini diestraneita`, fino a poter essere vissuta a volte come una vera e propria perdita di controllo.Questo e` un aspetto originale che non risulto` mai negli esperimenti di Schachtere Singer mache poi nei laboratori che tentavano di replicare, 15-20 anni dopo, questi esperimenti si e`sempre evidenziata in maniera invariante.Questa diatriba, che e` durata sino al 1972, termina con gli studi di Ekman il quale dimostro`che ogni emozione, ogni "Basic Feeling" specifico, ha un suo pattern di attivazioneneurovegetativa assolutamente specifica e assolutamente differenziata dalle altre, cioe` paura,curiosita`, rabbia, disperazione, tristezza, tutte hanno una specifica curva di attivazione

    neurovegetativa, di patternpsicomotorio che sono ampiamente specifiche e differenziate. Quindi con questo non si hannopiu` dubbi, ciascuna delle modalita` specifiche emotive di base ha una sua specifica attivazioneneurovegetativa e una specifica attivazione motoria, cioe` una specifica disposizione ad agireche implica l'attivazione subliminale di alcuni muscoli e il rilassamento di altri. Con cio`vengono a cadere tutti i discorsi precedentemente fatti dagli studiosi. Pero` rimane sempre ilfatto, che e` ancora in auge, che le emozioni disturbate (stiamo ancora all'approccio di tipoortodosso alla Beck, alla Ellis, che e` ancora il modello imperante), vengono modificateattraverso il cambiamento delle convinzioni, il che significa che sono prevalentemente terapiedialettiche, terapie persuasive. Sono terapie in cui la modalit di persuasione cambia a secondadella personalita` del terapista, ma e` sempre una disputa, un confronto abbastanza vivace fra

    terapista e paziente. Ricordo che al centro di Beck passando per i corridoi se c'erano 10terapisti in 10 stanze diverse tutti urlavano applicando proprio il metodo socratico in cui il

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    terapista prima faceva esporre il paziente, gli faceva dire tutte le sciocchezze che i pazientidicono, che loro chiamano "convinzioni irrazionali" , dopo che il paziente si era esposto per

    una mezz'oretta, il terapista cominciava l'attacco frontale iniziando a smantellare tutti i singoli"belief" uno per uno con il paziente che ovviamente reagiva, e alle reazioni del paziente ilterapista tirava fuori ancora pi materiale da smantellare. Comunque quelli sono stati anniveramente importanti perche` se non altro hanno tolto il divieto d'accesso all'interno. Per la

    prima volta era consentita " l'esplorazione dell'interno". Quelli sono stati anni di forteentusiasmo in cui per la prima volta si poteva iniziare a ricostruire il rapporto fra pensieri edemozioni, pensieri e memoria e differenziarli nei vari quadri clinici. Sono gli anni in cui e`iniziata la comprensione dei Disturbi Alimentari, cioe` la comprensione di cosa fossel'anoressia, che invece rimanevano completamente escluse dal mondo comportamentista ilquale invece puntava a fare un programma, un contratto di dieta alimentare con l'anoressica eal massimo le faceva pagare le sedute il doppio se non lo rispettava e li` la faccenda finiva.

    Quindi sono stati indubbiamente anni importanti che hanno portato poi ad un altro problema,cioe` la biforcazione a cui siamo arrivati oggi. Dopo 4-5 anni, e qui sottolineo proprio questadata, dal '74 quando appare questo libro di Mahoney, egli il primo che pone seriamentequesto problema attraverso la metafora che viene utilizzata nel libro per dare l'immagine delcambio cognitivo. Mahoney scrive una metafora, che poi e` rimasta famosa, che il tipo dimodello umano che il Cognitivismo presentava a quel tempo era l'individuo o l'essere umanocome se fosse uno scienziato. Quindi la metafora e` la seguente: come l'attivita` di unoscienziato (i libri che studia, gli esperimenti che progetta, etc.) e`diretta dalla teoria scientificaa cui lo scienziato aderisce cosi` si potra` dire che tutta l'attivita`, il comportamento, il modo diessere di un individuo e` diretto dalla teoria di s e del mondo che l'individuo ha. Con questametafora si pone per la prima volta il problema di prendere tutte queste cose dette prima, cioe`

    convinzione di primo e di secondo ordine, pensieri, emozioni e metterli in un quadro unitario,poiche` una teoria ha una struttura unitaria. Quindi si inizio` a configurare il problema di doverdare una cornice che inquadrasse in modo unitario tutti gli ingredienti interni cognitivi edemotivi, in altre parole si poneva il problema di arrivare ad una concezione della mente. Daallora si iniziarono a differenziare due correnti. La prima, che e` quella piu` tendenzialmente"oggettivista" che e` quella piu` "razionalista", e la corrente che vede la mente come unaelaboratrice di informazioni, "Information Processing Approach". Questa ha le sue origini laCibernetica di primo e secondo ordine e oggi e` arrivata alla scienza cognitiva, alle scienzecomputazionali, l'intelligenza artificiale, etc. La Mente come elaboratrice di informazioni e`uno stampo epistemologico di tipo assolutamente Razionalista, il primato e` sempreRazionalista.

    E` importante sottolineare una cosa e cioe` che la mente, come elaboratrice di informazione,presuppone che le informazioni siano gia` fatte fuori della mente, che le informazioni siano gia`a disposizione del mondo. Questo significa chiaramente che la mente, una volta prese questeinformazioni, semplicemente le elabora, le costruisce, le mette insieme, ma sono gia` presenti,sono gia` date, sono gia` a disposizione.

    Empirismo

    L'altro settore che si sviluppa a partire sempre da quegli anni, e quello, rappresentato

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    maggiormente da Bruner, in cui la mente e` vista piuttosto come "Costruttrice di Significati".In questo secondo settore non si ammette che esistono informazioni gia` fatte al di fuori della

    mente stessa. Quello che si ammette e` che, al di fuori, esistono perturbazioni che diventanoinformazioni nel momento in cui la mente le elabora, ma non esistono informazioni al di fuori,l'informazione e` gia` un prodotto della mente, e` gia` un prodotto di elaborazione.

    Naturalmente tutto l'aspetto del cognitivismo post-Razionalista, al quale noi apparteniamo, siascrive alla seconda branca, e` nella mente come costruttrice di significati.Cerchiamo di vedere un attimo questa differenziazione perche` e` importante capirlo in terminiepistemologici. C' il tema della mente come elaboratrice di informazioni e il tema del "

    primato della razionalita`". Per capire bene tutto questo bisogna far riferimentoall'epistemologia empirista che stata quella che ha retto tutta la scienza per 400 anni, sino al'900. Per 400 anni non c stata differenza fra il concetto di empirismo e quello di scienza.Con il '900 c'e` stato un grosso cambiamento prima nella fisica e in ultimo anche nella

    psicologia. L'empirismo consiste in questo assunto di base: esiste un ordine univoco, che unaforma data per tutti in cui gi contenuto il significato delle cose. Tale significato pu esseredesunto se l'osservatore si mette in una posizione metodologica particolare: la famosa

    posizione dell'osservatore "privilegiato".Nella versione classica baconiana, che rimasta immutata, l'osservatore si mette in unaposizione in cui non fa ipotesi, e` scevro da pregiudizi, e fa per cosi` dire un osservazione"pura: quell'osservazione pura e` come se fosse un'istantanea della realta`. Se uno sommatante istantanee ha la realta` per come fatta. Ovviamente l'empirismo baconiano e` unempirismo "sensoriale", infatti Bacon parla di "impressioni sensoriali, osservazioni pure",questa era la formulazione adeguata al '600. E` strano oggi vedere empirismo e razionalismocome contrapposti, anche se si tratta soprattutto di una contrapposizione di scuole, quella

    inglese per lempirismo e quella tedesca per il razionalismo. In realt il razionalismo, per comelo vediamo adesso, un sistema di pensiero che strutturalmente pu essere fatto derivare dallempirismo. Nellimpostazione del "Circolo di Vienna" il discorso infatti lo stesso. C unordine esterno univoco che non solamente un ordine sensoriale come lo vedeva Bacon, ma maggiormente comprensibile in termini di assiomi logici, di standard logici, di assiomi logico-matematici, e la posizione privilegiata dell'osservatore quella in cui le leggi del mondoconcreto in cui egli vive vengono desunte in maniera deduttiva/argomentativa-logica da quegliassiomi e postulati con cui viene identificato l'ordine esterno. L'aspetto, come vedete, e`sempre lo stesso: per Bacon la corrispondenza era sensoriale, nel '900, nel "Circolo di Vienna"e` piu` una corrispondenza logica. Il modo con cui derivare le leggi quotidiane dalle leggiuniversali, astratte e logiche, avviene attraverso un esercizio deduttivo- argomentativo-

    induttivo.Quindi se uno segue attentamente questa catena e` nella posizione dell'osservatore privilegiato.Va specificato che con la definizione di osservatore privilegiato si intende una condizione

    particolare. In essa l'osservatore pu prescindere dal suo essere tale ed come se vedesse ilmondo con gli occhi di Dio, come il mondo senza che lui ci sia, come il mondo in s, siache egli osservi le regole metodologiche baconiane sia che osservi quelle dei positivisti logici.Conseguentemente da notare che in tutto il mondo empirista l'organismo e` sempre inqualche misura passivo, perche` l'ordine e` gia` costituito dall esterno, il massimo chequest'organismo puo` fare e` rifletterlo, ma comunque e` sempre rispondente. Da questo e`sempre sorto il problema di tutto il mondo empirista di come dare ragione dellesistenzanelluomo dell intenzionalit. Pensate ad un grande razionalista studioso della coscienza quale

    John Searle. Per Lui il problema principale e` l'intenzionalita . E` difficile avere un ottica incui la mente e` semplicemente ricevente di informazioni che hanno gia` un significato da fuori,

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    e conciliarla con il concetto di "agency", cio con lessere il protagonista della propriaesperienza, con lavere un intenzione. Difatti uno dei piu` grossi problemi epistemologici

    basici di tutto il comportamentismo, che a noi oggi farebbere ridere, era capire il rapporto chec'e` tra pensiero e azione. Perche` per un comportamentista non era automatico che pensaresignificasse agire. Pensate che per loro questa era una cosa passiva, poi come il pensiero desseluogo all'azione questo era uno dei dubbi apocalittici. Ricordo che una volta, era gia` nell'81,in cui andai a trovare Bandura a Stanford e passai un giorno intero con lui, alla fine dellagiornata di fronte a un bicchiere di vino lui mi disse: " io vorrei dedicare la vita a chiarirequesto dubbio, il rapporto tra pensiero e azione".In tutte le teorie in cui la mente e` attiva, non c'e` differenza fra pensiero e azione, a tal puntoche anche al solo pensare si accompagna unattivazione subliminale, motoria e dei muscolidella fonazione.

    GUIDANO risponde ad una domanda continuando: noi (nel campo della psicologia) siamo leCenerentole della scienza. Pensa che nella fisica il pensiero empirista entra in crisi nel 1903.Data storica quando Bertrand Russel scrisse una lettera matematica a Gottlob Frege, il piu`grande logico del tempo, dimostrandogli l'insostenibilita` matematica della posizione diosservatore privilegiato. Poi nel 1905 arriva Einstein, il quale la mette proprio in atto. Quindinella fisica questa rivoluzione avviene nel 1905. Da noi e` iniziata negli anni '80 e oggiriguardera` il 20% degli operatori epistemologici. L'80% segue ancora l'approccio empiristatradizionale di tipo razionalista. Anzi c'e` tutto un movimento in America allinterno della

    psicologia che si chiama "il ritorno alla realta`". Questo si propone di creare una psicologia oepistemologia anti-idealistica. E siamo nel '99. C'era una psicologa, Barbara Hainly, che hascritto un libro l'anno scorso, e` stato un boom enorme, io non sono riuscito nemmeno a

    leggerlo perche`era di una stupidita` totale. Questo e` un libro contro il costruttivismo, cio afavore del fatto che la realta` e` gia` data, e lei lo ha chimato " Matto-reale" . Essicontrappongono la loro psicologia anti-idealistica alle psicologie cognitive e costruttiviste e alfatto che non esiste piu` l'osservatore privilegiato, che la realta` e` co-costruita: queste ultimesono epistemologie non-realiste, la cui presenza sta ad indicare la necessit di un ritorno allarealta`, la realta` che e` gia` data.GUIDANO risponde ad un'altra domanda. Negli anni '70 la linguistica, per certi settori diderivazione psicologica, era una linguistica prettamente comportamentista che vedevaunicamente il rapporto tra il segno semantico e la cosa rappresentata.Pensate agli studi di Isborg e al tema degli aspetti "ondulatori" e "corpuscolari" della luce chehanno avuto gli effetti che hanno avuto. Isborg li ha presi da William James che e precedente

    a Bertrand Russell. William James distingue nella coscienza gli aspetti "transitivi" e gli aspetti"sostantivi". Questi ultimi sono gli aspetti che Isborg definirebbe "corpuscolari", sono i singoli

    pensieri, immagini. Gli aspetti "transitivi" sono il senso di continuita`, di permanenza neltempo che non si vedono mai perche` sono ondulatori. Isborg lo diceva : quella era unametafora che gli aveva suggerito un incontro personale con James. Noi ci siamo dimenticati diquesti, se li avessimo seguiti noi saremmo stati quasi allo stesso passo con la fisica.. E tutto ildiscorso della dialettica se`/altro in cui il se` si costruisce proprio attraverso il rapporto conl'altro noi lo vediamo oggi come novita` ma Miller lo diceva negli anni '30.Comunque in effetti tutto il cambio e` avvenuto nel passaggio dalla psicologia empirista aquella non empirista. Di fatto per stato un cambiamento dovuto anche ad una convergenzainterdisciplinare.

    Per esempio un primo elemento importante in questa influenza interdisciplinare, che riguardala psicologia, e` stata lepistemologia. L'epistemologia una branca scientifica oggi

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    considerata come disciplina autonoma e deve la sua nascita principalmente a Karl Popper.All'inizio faceva parte della filosofia, cioe` faceva parte di quella che era la filosofia della

    scienza. Popper e` il primo che la comincia a definire come una disciplina autonoma. Lui se neinteressa da un punto di vista molto particolare, se ne interessa per stabilire i criteri chedifferenziano una teoria scientifica da una teoria metafisica e in questo stabilire i criteri arriva aquello che lui individua come "principio di falsificabilita ".Questa teoria formulata nel suo libro "la logica della scoperta scientifica" che non viconsiglio di leggere perche` e` un libro da specialisti, leggete il primo capitolo e poi vi fermate.Ci sono tantissimi altri libri da leggere, scritti da Popper, di cui uno molto interessante misembra sia intitolato: "Evoluzione e Oggettivita`".Uno dei libri di Popper che in particolare e interessante, scritto con Eccles, e` "L'Io e il suocervello". Poi, se vi piace, per diletto personale, di Popper molto bello: "Congetture eConfutazione", dove potete vedere la grande capacita` di ragionamento sistematico che ha

    Popper. Ma l'aspetto piu` importante del contributo dell'epistemologia viene dall'opera di unaltro autore, per quanto riguarda la psicologia, ossia Thomas Kuhn con il suo libro "Lastruttura dell'evoluzione scientifica" del '62. Forse e` uno dei piu`importanti di questo ambitonel '900. Kuhn si e` dedicato ad un'altro aspetto (fine della prima cassetta).

    Generalmente un cambio paradigmatico, cioe il cambio di una teoria basica, era sempredovuto ad una necessita` mai ad una libera iniziativa di qualcuno. Era sempre dovuto al fattoche quella teoria oramai produceva un numero talmente alto di anomalie che non era piu`funzionante. Quindi doveva essere per forza rivista perche il numero di anomalie che

    produceva non erano piu` neanche in grado di spiegare l'operare corrente. Pero` una volta chesi era messa a punto la teoria in corso, si entrava in quello che era il periodo di scienza

    normale in cui gli scienziati erano unicamente interessati a confermare i singoli aspetti, items,diremmo, anche i dettagli previsti dalla teoria. Eventuali innovazioni sorgevano sempre esoltanto come necessita` di correggere o spiegare le anomalie impreviste che sorgevano.Questo non solo dava (capisco la polemica con Popper, che si arrabbio notevolmente perche`si vedeva la sua opera attaccata ) unenfasi abbastanza grossa, in ambito scientifico, a quelliche sono i processi "irrazionali", di automatismo procedurale, a quelle che sono le reazioniemotive che uno ha di fronte ad una anomalia che emerge, ma poi cercava di creare teoriepost-hoc per inglobarla. Comunque non ha atteggiamenti che siamo classicamente usi achiamare "razionali" o "deduttivi" o "logici". Soprattutto, per quanto riguarda quest'atto dienfasi, la cosa a cui gli scienziati tengono di piu`, in una teoria, non e` tanto la loro veridicita`quanto la coerenza interna. La teoria si deve mentenere coerente con tutti gli elementi, gli

    esperimenti che si programmano, come se queste teorie scientifiche una volta costruiteavessero una loro vita autonoma che sfuggiva ampiamente anche dall'azione di chi l'aveva

    prodotta. Per la prima volta si mette in evidenza che nell'evoluzione delle teorie scientifiche,massimo esempio di razionalita , erano in atto molti meccanismi che alla razionalit "toutcourt" non appartenevano. Quindi questo e` uno dei primi aspetti che si evidenziano ed infattisuccessivamente si sviluppo` una scuola di pensiero, costituita da allievi di Popper fra cuiLakatos, i quali svilupperanno questi temi, messi in evidenza da Kuhn. Questi temidescrivono gli aspetti che nel linguaggio di Popper sono chiamati metafisici e che nel nostrolinguaggio, invece, sono gli aspetti emotivi dell immediatezza che ogni teoria della razionalita`ha inevitabilmente eliminato. Molti dei cambiamenti delle teorie scientifiche venivano presianche come esempio di come potevano essere possibili i cambiamenti personali. Ci furono

    grossi lavori negli anni '70 di correlazioni fra tutto il lavoro di Kuhn, la struttura dellerivoluzioni scientifiche, e la struttura delle rivoluzioni personali.

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    Questo in particolare mi ricordo che fu una prima occasione di incontro, in Pennsylvania, conun gruppo di colleghi americani, che avevano scoperto, negli anni intorno al '77, che mentre

    loro stavano studiando le correlazioni fra i cambiamenti nelle teorie scientifiche previsti daKuhn applicate ai cambiamenti personali, noi invece a Roma studiavamo i cambiamenti delleteorie scientifiche previsti da Lakatos applicati ai cambiamenti personali. Quindi una primacollaborazione venne fuori da questa specie di programma comune su questo tema diapplicazione dell epistemologia alla psicologia che in quegli anni si faceva. Poi un secondosettore importante fu l'applicazione della teoria dei sistemi, che risale a Von Bertalanffy neglianni '60, che ha trovato tutte le sue applicazioni nella prima e seconda cibernetica, ma ha avutoanche degli altri interpreti e autori, teorici di grande rilevanza ma purtroppo poco conosciuti,anche nel mondo degli addetti ai lavori, che invece hanno un importanza assolutamentesostanziale. Mi riferisco a uno come von Hayek che fu un premio Nobel per l'economia nel'77, ma e` stato sicuramente il piu` grande studioso, morto nel '90, sui fenomeni di

    organizzazione spontanea. Credo che sia stato uno dei piu` grandi esperti della teoria degliaspetti evolutivi dei sistemi complessi,cio di come si sviluppano i sistemi complessi e come siorganizzano. Ha scritto varie cose anche di attinenza psicologica e uno dei suoi libri storici e`stato nel '52 "L'ordine sensoriale". Questo e` un libro per quei tempi assolutamenterivoluzionario, rivolto agli psicologi (pur essendo lui un economista) in cui dicevasostanzialmente che i fisici si erano dati tanto da fare per sostituire al nostro ordine sensorialeun ordine della materia che i nostri sensi non vedono. Agli psicologi toccava quindi risponderea questa domanda: l'ordine sensoriale che noi abbiamo e che non corrisponde alla materia dadove viene? Visto che non e` l'immagine-fotocopia di quella materia che i fisici hanno dettoessere completamente diversa. Era un primo grosso esempio di come anche la percezione, lavalidita` dei dati oggettuali del mondo fisico e` ampiamente costruita. Sicuramente il libro che

    merita maggiormente di essere letto, anche se e` il libro di un economista, e` un libro dell'88,che e` una specie di testamento e si intitola "La Presunzione Fatale". Hayek e` uno dei

    personaggi talmente universali, leonardeschi, e` uno che e` stato amico di scuola, d infanzia eper tutta la vita di Popper, era cugino di Wittgenstein, e` stata una figura, ripeto, universale.In questo libro si parla anche del socialismo ma per Hayek la presunzione fatale e` qualcosa dimolto piu` grande. Lui considera la storia di tutto il pensiero occidentale da Aristotele fino aoggi. La presunzione fatale e` la pretesa della razionalita` di sostituirsi all'ordine del mondo, la

    pretesa della razionalita` di costituire i principi basici della vita. In questo centra anche ilsocialismo, il fatto di definire come vivere, che gli ideali vanno perseguiti, quello di essere e

    pensare. Ma il problema reale di sempre e` quello di sostituire i principi della ragione a quelloche e` l'ordinamento del mondo che e` nato in modo spontaneo. Quindi Hayek fa una storia

    ricostruttiva dall'inizio del pensiero occidentale sino ai giorni nostri. Ci sono dei punti chepossono essere presi in quanto tali proprio come un decalogo di quello che significa unapsicoterapia non razionalista. Hayek enuncia dei punti a mo` di decalogo che potrebberoessere presi esattamente per come sono per una psicoterapia, come ho detto post-razionalista.Un altro settore molto importante, in questa influenza interdisciplinare, e` stata laTermodinamica Irreversibile di Prigogine, che studiava "I Sistemi lontani dal punto diequilibrio". Questo sostanzialmente e` uno degli aspetti cardine per due motivi: i sistemilontani dal punto di equilibrio, per dirla in termini molto semplici, sono i sistemi complessi,riferibile a tutti i sistemi viventi. I sistemi vicini al punto di equilibrio, invece, sono i sistemiinerziali, i sistemi fisici. I sistemi viventi, anche fosse un sistema unicellulare come l'ameba, e`sempre un sistema "Lontano dal punto di equilibrio", quindi sempre un sistema complesso. I

    sistemi complessi, che e` il punto importante della "termodinamica irreversibile", sono sistemiche non sono governati da equilibri circolari/statici a feedback, ma sono sistemi retti da

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    equilibri dinamici, equilibri in cui il sistema cambia continuamente il punto di equilibrio. C'e`sempre uno slittamento o in avanti o indietro, in cui il sistema, per assimilare sia l'aumento di

    complessita` interna, che deriva dalla assimilazione dell'esperienza, e le perturbazioni chevengono dall'ambiente, deve continuamente cambiare il suo punto di equilibrio. E un sistemagenerativo, un sistema che si sposta. Quindi l'equilibrio segue una direzione. Questo tipo diequilibrio Prigogine lo chiamava "ordine attraverso fluttuazione". Tutta la vita del sistemacomplesso, tutto il ciclo di vita e`sempre rappresentato da questo quadro: dell'ordine attraverso la fluttuazione in cui il punto diequilibrio cambia continuamente. Queste cose che io adesso vi dico cosi` per fare l'impalcaturaal modello, hanno un applicazione immediata nel campo della psicologia e del funzionamentomentale. Il fatto che tutto il ciclo di vita individuale sia sempre l'espressione di un ordineattraverso fluttuazioni in cui il punto di equilibrio viene continuamente spostato, significa chemai, nel ciclo di vita individuale, ci sia la possibilita` di raggiungere un punto di equilibrio

    stabile e permanente.In altre parole significa che non c'e` mai un punto nel ciclo di vita in cui si raggiunge unqualcosa che si chiama "saggezza", "maturita`", etc. Questa e` stata una delle tante illusioniche abbiamo avuto, infatti non c'e` mai un momento in cui il sistema raggiunge un suo culminedi maturita`.Il sistema tende sempre ad evolvere e a spostare continuamente il suo punto di equilibrioanche se vivesse fino a 150 anni. Questa e` ovviamente una ripercussione ad hoc. Un'altroaspetto importante dell interdisciplinariet tutto l'approccio del neo-darwinismo evolutivo, i

    post-neo-darwinisti, principalmente l'approccio di S.J.Gould, di R. Lewontin, che fannomaggiormente vedere l'evoluzione della vita sulla Terra, come il prototipo di andamento delsistema complesso. Soprattutto Gould e Lewontin, insieme nella stessa scuola, hanno

    dimostrato che l'evoluzione e la selezione cosi` come l'aveva configurata Darwin, si applicanoai membri di una specie e non alla specie, dando cos ad essa meno importanza rispettoDarwin. La specie ha alcune sue proprie evoluzioni che sono interne e che dipendonosoprattutto dalla sua coerenza interna di specie e non dal binomio selezione naturale conl'ambiente. La selezione naturale agisce prevalentemente a livello di singoli individui, la speciee` di un ordine organizzativo di un livello piu` alto. E soprattutto la stessa selezione naturaleopera anche in altri modi. A questo proposito c' tutto un concetto abbastanza complesso cheGould e altri hanno portato avanti. Insieme al discorso di " adattamenti" c'e` un processo chegli inglesi chiamano "exaptation" che consiste nel fatto che l'organismo tende a trasformarecerte sue strutture morfogenetiche, che originariamente erano sorte per la funzione "X", inaltri tipi di funzione ossia per altri scopi. Questo proprio come organizzazione interna. C'e` un

    famoso articolo di Gould e Lewontin, che forse conoscete e che e` del '77, che e` il manifestodei neo-darwinisti evolutivi, che si intitola "I Pinnacoli di San Marco: la critica al meccanismodella selezione naturale". L'idea venne a Gould quando stava visitando San Marco, che comevoi sapete ha dei pinnacoli che sono forse l'aspetto piu` importante della basilica, per ledecorazioni, per i mosaici ma i pinnacoli furono fatti all'inizio unicamente per reggere la voltadella Basilica stessa. Alla fine si sono trovati questi spazi vuoti che hanno riempito condecorazioni che sono poi risultate quelle piu` importanti. E Gould parlava, a propositodell'evoluzione, proprio in questo senso qua, cioe` quelle che possono essere le strutture piu`significative di un organismo, quelle che hanno raggiunto la funzione piu` adattativa,originariamente possono esser sorte proprio come dei sottoprodotti che non avevano nessunafunzione e che anzi sarebbero dovuti essere eliminati proprio come i pinnacoli di San Marco.

    C'erano questi buchi vuoti che servivano a sorreggere la cupola che per i processi dicostruzione del tempo avevano esclusivamente questa funzione. Ma poiche` erano brutti,

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    come tentativo di miglioramento estetico, i buchi sono stati riempiti con le decorazioni cheoggi hanno assunto l'aspetto principale, piu` importante. Questo e` il modo con cui

    normalmente opera l'evoluzione. Quanto ho detto finora ha anche una applicazione enorme sullinguaggio. Voglio dire, anche una novita` evolutiva che emerge all'inizio puo` emergere comerisposta ad una necessita`, ad una contingenza molto limitata, molto settoriale.Tutti gli sviluppi che potra` avere questa novita` emergente erano ampiamente imprevedibiliall'inizio e sono dipesi unicamente da casualita` e questo poi e` il dato importante.

    Accenni Evolutivi del Linguaggio

    Un aspetto importante dellesempio sopra citato applicabile al linguaggio.

    Il linguaggio all'inizio e` sorto proprio come modalita` interna di controllo delle dinamicheaggressive all'interno del gruppo, e` sorto proprio con una funzione di contenimento. E statoun po` l'equivalente del "grooming", dello "spidocchiamento" nei primati. Nessuno mai aveva

    pensato, quando il linguaggio e` sorto, che avrebbe assunto le funzioni che ha assunto poi inquesti ultimi anni fino a trasformare completamente non solo il mondo esterno ma soprattuttoquello interno, il senso di se`, la coscienza individuale, etc. E` sorto come uno strumento dicontingenza necessaria quando le dinamiche del gruppo non potevano essere piu` regolate conil semplice contatto fisico del "grooming", allora sorge la necessit di iniziare a vocalizzare. Daci fino ad arrivare a dove siamo adesso e` un fenomeno dovuto anche a contingenze chehanno reso stabile quello che poteva essere un inizio puramente accidentale, che potevarompersi o fermarsi in ogni momento. La cosa incredibile dell'evoluzione, e specialmente nelle

    luci evolutive post-darwiniane, come l'elemento di casualita` giochi un ruolo fondamentale,come il caso e la necessita` siano inestricabili, in fondo la stessa evoluzione umana e` unacasualita` assolutamente irrepetibile. Se noi rivedessimo il ciclo dell'evoluzione della vita sullaTerra avremmo una possibilita` su un miliardo che si ripeta. E si e` verificata in maniera deltutto accidentale, in una zona piccolissima dell'Africa che va dalla Tanzania alla costa Kenianadel Mar Rosso, che e` la "Rift Valley", per un fenomeno geologico per cui la valle si spaccacon una fenditura in cui la parte a destra, quella vicino al mare, rimane foresta, la parte sinistradiventa tutta savana. Quindi molte delle scimmie che stavano li` sono scappate nella foresta. Ilgorilla, per esempio, non ha mai tirato fuori gli aspetti delle altre scimmie che hannosviluppato il "bipedalismo", e ha un "mentalismo" molto ridotto. Il gorilla ha rifiutato lanovita` della savana, si ritirato nei monti dove c'erano rimasti gli alberi. Quelle poche

    scimmie che invece sono rimaste nell'ambiente savanizzato sono state costrette ad esserebipedi. Quindi la bipedalita` ha cambiato la dinamica dei pesi sulla colonna vertebrale, hasganciato le braccia e questo ha permesso di localizzare sul braccio tutte quelle attivita` chevenivano svolte dalla faccia. Come conseguenza di ci si realizzato un alleggerimento delcarico facciale che ha permesso lo sviluppo della volta cranica. Questo fu una contingenzadovuta ad un fenomeno geologico che poteva, per esempio, apparire 200 Km piu` in l.Sarebbe apparso in mare e sarebbe stato completamente diverso. Ci poteva accadere anchese alcune scimmie fossero state testarde rimanendo in un ambiente a loro ostile, nonseguendo l'istinto naturale, come molte altre, di rifugiarsi nell'ambiente di appartenenza. Tuttala storia evolutiva e` costellata da questo fenomeno e cioe` come un aspetto casuale,imprevedibile sia poi diventato un aspetto evolutivo di necessita`, che ha condizionato tutta

    l'evoluzione di un intero filone organizzativo. L'aspetto ulteriore importante del neo-darwinismo evolutivo questa concezione dell'evoluzione come "equilibri puntuati", come

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    dice Gould. Cioe`che una specie puo` anche rimanere statica, in termini di evoluzionemorfogenetiche, per molte migliaia di anni e che invece i cambiamenti sono cambiamenti

    quantici, a gradino, non sono mai graduali, sono dei salti. Tutto questo lo trovate sempre inaltre discipline come ad esempio tutto il settore, che adesso poi vedremo, dei sistemi complessie dei sistemi autorganizzati. Tutti gli aspetti evolutivi o di sviluppo sono sempre a scatti, comeanche lo sviluppo individuale. Voi potrete notare che anche il tipico esempio di sviluppograduale che e` lo sviluppo "maturativo" e` sempre a scatti. Se vedete un adolescente, i ragazzisono drammatici se li vedete, lasciate un ragazzino in prima media lo rivedete in secondamedia e` unaltra persona, in una estate ha fatto un salto enorme. E questo accade in tutte lefasi di sviluppo, sia progressivo che regressivo. Anche l'invecchiamento avviene a scatti,vedete una persona che ha 60 anni e ne dimostra 38, poi ne fa 61 e ne dimostra 72.

    Conoscenza e Linguaggio

    Iniziamo ora a tratteggiare i punti piu` importanti come riferimenti sia disciplinari, sia diepistemologia di tutto quell'approccio di cui parlavo prima che preferisce vedere la mentecome costruttrice di significati. Come vi dicevo questo approccio si basa sul fatto delcambiamento del rapporto fra osservatore e osservato, fra osservatore e realta`. Non ammette

    piu` che l'osservato, cioe` la realta`, sia un ordine univoco in cui sono gia` contenuti isignificati delle cose. Anzi, la realta` stessa definita come il medium da autori come

    Maturana che e` uno di quelli che piu` si e` occupato di questo aspetto dei sistemiautorganizzati. Il "medium" visto come un succedersi, un fluire continuo di perturbazioniche sono risposte, a piu` livelli, a piu` direzioni, sono multilivellari, multidirezionali e chehanno un andamento assolutamente aleatorio, o meglio per usare un termine pi specifico, unandamento "caotico". All'interno di questo andamento caotico, qualsiasi ordine e` semprel'ordine che viene da un punto di vista dell'osservatore. E, meglio ancora, in questo insieme difluire multiforme, multi direzionale di perturbazione sono possibili tanti mondi quanti sono i

    possibili punti di vista dell'osservatore. Se si danno mille osservatori possibili si dannoaltrettanti mondi o dimensioni di mondo a disposizione. Prorpio perche` l'atto di osservare e`un atto di ordinamento. Osservare e` un qualcosa che introduce una regolarita` in questo fluiredi stimoli, e` un qualcosa in cui si avviano processi di riconoscimento, similitudini, differenze

    e comunque rappresenta l'instaurare un ordine al caos. Una cosa importante e` che in tutte leteorie dei sistemi organizzati c' sempre questo aspetto iniziale essenziale di processualita`, intutta l'ottica sistemica (io non amo molto usare la parola sistemica in italiano perch initaliano sistemico significa relazionale, cio sinonimo di "familiare", in realta` non c'e` unatraduzione italiana della parola inglese "systems"). Quello che noi chiamiamo l'approcciosistemico in inglese "system's approach" la cui traduzione letteraria italiana dovrebbe essere"approccio in termini di teoria dei sistemi", che poi brevemente si dice "Sistemico", ma vorreichiarire che sistemico non ha niente a che fare con il "Sistemico-Relazionale". Quindinell'aspetto processuale non si parla mai di " entita`", mai di "cose", si parla di processi chesono entita` inafferrabili, l'essenza di un processo e` nel suo svolgersi, nel movimento. Spessoun atteggiamento riduzionista tenta di identificare il processo con gli ingredienti del processo

    stesso. Ogni processo ha degli ingredienti che si svolgono ma l'essenza del processo e` nellosvolgimento, in questo incedere, questo procedere e, di per se`, il movimento non e` un

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    qualcosa di afferrabile alla stregua di un oggetto. Tentare di afferrare un processo e di definirlocome si definisce un'entita` discreta, un oggetto sarebbe come il tentativo di afferrare il

    movimento di una trottola fermandola. E il movimento della trottola, e questo e` un buonesempio, non e` che appartiene alla trottola in se`, come struttura, come ingrediente, come i

    pezzi di cui e` composta. Questo e` un aspetto essenziale in tutta la "Teoria dei Sistemi",differenziare processi da strutture. Le strutture sono gli ingredienti e all'osservazione direttasono soltanto visibili gli ingredienti.L'osservazione diretta tende ad annullare tutte le forme processuali. L'esempio piu` tipico, e fu

    una delle scoperte di James, fu proprio sullo studio dello stream of consciousness " dellacoscienza, e cioe` che se uno si mette a fare una osservazione molto scrupolosa, moltodettagliata, si concentra proprio su quello che e` lo studio della coscienza, coglie soloquelli che lui chiamava gli aspetti "sostantivi" della coscienza, cioe` gli ingredienti. Cogliespecifiche immagini, specifiche memorie, specifici processi di pensiero, non coglie mai gli

    aspetti "transitivi", cio il senso di continuita` di se`, il senso di unicita`, il senso dipermanenza nel tempo che e` dato dal modo con cui nel suo insieme si svolgono i singoliingredienti. Difatti uno degli aspetti piu` interessanti e` che proprio questa osservazionecapillare, questa introspezione, questa attenzione rivolta ai processi di coscienza chechiaramante porta ad un senso di annullamento della coscienza, porta a un senso didissolvimento di quelle che sono le caratteristiche continuative del "Se`". A parte chequesto e` anche uno dei metodi usati in tutte le tecniche di concentrazione e dimeditazione, in cui si arriva a un senso di svuotamento proprio perche` si perdono gliaspetti di "transitivit", di permanenza nel tempo. Questo e` un fenomeno importanteanche in termini psicologici, molti aspetti della coscienza psicotica , nella schizofrenia,c proprio questo aspetto di coscienza frammentata dovuto a questo scrutinio, a questa

    attenzione esasperata rivolta al processo stesso del fluire, in cui si perdono le strutture dibase del senso di unitarieta`. Come se si diventasse attenti alla esperienza della esperienza.Tutte le propriet su cui si poggia il senso di individualita , di autonomia del "self",vengono completamente dissolti. Quindi questo e` un aspetto da tener presente perche` la

    prima enfasi e` tipica perche` tutto e` sempre visto in termini processuali.Quindi abbiamo visto l'aspetto "processuale. Altra cosa: se la realta` esterna e` daconsiderarsi semplicemente come un fluire multidirezionale di perturbazioni in piu` direzioni ea piu` livelli ne consegue che l'ordine esperienziale, a cui noi siamo abituati e che noi

    percepiamo come un qualcosa di costante e coesistente con noi stessi, non e` un qualcosa checi viene dato dall'esterno ma e` un prodotto della costruzione del nostro interagire conl'ambiente. Quindi si pone il problema che l'esperienza umana, per esempio, non puo` essere

    presa per scontata come poteva essere negli approcci di tipo empirista. Non c'era il problemadi che cosa fosse l'esperienza umana, il senso delle cose era gia` contenuto al di fuoridell'esperienza stessa, bastava semplicemente ricavarla dall'ordine assiomatico esterno. Adessoil punto importante e` che ogni organismo all'interno di questo fluire multidirezionale,multilivellare di stimoli costruisce i suoi punti di riferimento spaziali, temporali edesperienziali. Punti di riferimento a cui da` caratteristiche di stabilita`, di permanenza nellospazio che gli consentono una ubicazione costante di se stesso.Questa e` una delle prime caratteristiche di quello che si chiama un sistema che siautorganizza. Cioe autorganizzarsi significa costruire proprio un suo ordine esperienzialeattraverso una situazione di interazione continua con il mezzo esterno. Ecco, questo approccioha delle consequenze epistemologiche molto importanti. La prima, che e` quella che dicevamo

    prima e che in America ha fatto risorgere questo tema delle epistemologie realiste, e` quellache dice che noi non abbiamo un accesso privilegiato per vedere la realta` com'e` in se`, come

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    sarebbe la realta` senza di noi. Ogni volta che sperimentiamo la realta` la sperimentiamoinsieme al nostro modo di ordinarla che e` inseparabile dall'esperienza che ne abbiamo. E`

    praticamente la stessa cosa. Quindi significa sostanzialmente che nessuna cosa e` conoscibile,significa che tutta l'esperianza, la conoscenza che noi abbiamo e` sempre coesistente al nostroordinamento di realta`, non si puo`prescindere da questo. In questo senso non c'e` un accesso

    privilegiato a vedere la realta` in se stessa, indipendentemente da noi. Qualsiasi visione noiabbiamo, abbiamo sempre una visione dal punto di vista di animali umani, molto specifici,tridimensionali, con un apparato percettivo molto particolare, sensibile a certe bande dilunghezza d'onda e non ad altre. Vi dico queste cose perche` spesso questa posizione, che erastata, secondo me, erroneamente chiamata di "Costruttivismo Radicale", e` stata sempreequiparata a sinonimo di negazione della realta`, nessuno dice niente di tutto cio`, diciamosemplicemente che la realta` e` sempre coesistente con noi, ma non si ha alcuna possibilita divederla indipendentemente da noi. Questo qui, fra parentesi, e` uno dei problemi, dei famosi

    limiti della conoscenza di cui parlavo menzionando Kant. La realta` e` sempre presente con ilnostro ordinamento, quindi il nostro ordinamento e` la natura stessa della realta` che vediamo.Per il nostro ordinamento e` anche un limite. Noi possiamo vedere solo quella realta` li` e

    basta. Questo vuol dire che quando uno come Maturana, nel sottolineare questo aspetto - ecio che noi non abbiamo accesso privilegiato a vedere la realta` in quanto tale - dice che pernoi umani tutto accade nel linguaggio, questa e` una cosa che va specificata nella sua diversita`fondamentale dalle teorie razionaliste.

    Autopoiesi e Autoreferenzialita

    Maturana dice che tutto quello che accade per noi umani accade nel linguaggio, questo nonsignifica che non esistono altre realta` che accadono al di fuori dal linguaggio, queste non sonoaccessibili a noi perche` per noi tutto accade nel linguaggio. E con questo anche i nostrifenomeni interni, quindi questo non coincide con una negazione, coincide soltanto con unenfasi, con quella che e` la limitazione della conoscenza umana. Limitazione che, ripeto,coincide con le sue capacita` costruttive. Mi vorrei soffermare su questo aspetto dei sistemicomplessi che si autorganizzano e che sono le cose che piu` facilmente sono fonte di malintesi.Uno e` il concetto di autopoiesi, che originariamente si deve a Maturana e al suo amico Varela

    quando lavoravano insieme. Questo e` un termine che deriva dal greco e che significa"autoriprodursi" ed una connotazione con la quale si cerca di spiegare la caratteristica e la

    peculiarit per cui ogni sistema vivente costantemente riproduce la sua identita` di sistema,cioe` detto in altri termini forse pi comprensibili significa che uno degli elementi centrali di unsistema autorganizzato e` quello di mantenere durante tutto il suo ciclo di vita la sua identita`come sistema.O meglio ancora quello di subordinare qualsiasi cambiamento al mantenimento dellacontinuita` di se` come sistema. Questo, per esempio, ha delle applicazioni importanti efondamentali in psicoterapia. Cioe` il fatto che ogni cambiamento, anche importante, ancheradicale in un paziente e` sempre perseguibile attravero il mantenimento della sua continuita`,di vita, di temi di vita e non e` possibile raggiungerlo attraverso una discontinuita`. Percio`

    significa che tutti gli atteggiamenti terapeutici, che purtroppo sono ancora molti, che inizianocon un attacco frontale che mettono a repentaglio le strutture di identita` dell'individuo,

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    producono effetti devastanti negativi. Produce anche un altro aspetto importante, cioe` moltidi quei fenomeni che vengono chiamati "resistenze" in psicoterapia, altro non sono che

    l'espressione dei processi di mantenimento della continuita` di se` che ogni individuo haproprio come una sua struttura di mantenimento. Quindi, per esempio, converrebbe ad ogniterapista, non lavorare contro le resistenze bensi` lavorare con le stesse, capire quali sono i

    processi attraverso i quali il paziente mantiene nel tempo la sua identita` come individuo, comeunicita`, la sua continuita` nei temi di vita, perch proprio attraverso la continuita` che si

    possono produrre i cambiamenti significativi. Questo e` importante perche` in un sistemaautorganizzato, cambiamento e mantenimento sono due aspetti complementari. Perche` ci siaqualcosa che cambia ci deve essere qualcosa che rimane immutato, altrimenti il sistema non siaccorgerebbe nemmeno del cambiamento. Quindi ogni processo di cambiamento, in un sistemacomplesso, e` sempre un gioco interattivo fra processi di mantenimento della continuita` e

    processi di innovazione. E` importante tenere d'occhio entrambi se si vuole procedere

    secondo la linea evolutiva del soggetto che ne ha bisogno. Quindi questo e` il temadell'autopoiesi, il mantenimento della propria identita` e continuita` nel tempo e` l'invariante di

    base di un sitema organizzato da cui dipende tutta la sua continuita` storica.Un altro punto importante e` il concetto di autoreferenzialit. Noi siamo abituati a considerareil termine di autoreferenzialita` soltanto in termini umani, cioe` considerando la coscienzacome autoriflessiva. In realta` l'autoreferenzialita` e` una proprieta` basica di qualsiasi sistemavivente anche di un organismo unicellulare, anche di un'ameba. E lo dicevo anche prima suldiscorso del mantenimento dell'identit. Avere un sistema autoreferenziale significa che tuttal'attivit del sistema, sia all'esterno sia all'interno, sempre finalizzata al mantenimentodell'identita` di se` come sistema, questo perche` il sistema e` tutto autocentrato, anche senzache ci siano aspetti conoscitivi di un certo rilievo, come potrebbe essere un organismo

    unicellulare. Quindi cio` che poi vediamo nella scala evolutiva e` un progressivo accrescere dicomplessita` al meccanismo dell'autoreferenzialita`. Si parte dall'autoreferenzialita` che e`esclusivamante biologica, di un sistema centrato su di se` in termini di massimizzazione

    biologica adattativa, per passare ad una autoreferenzialita` che e` piu` di tipo cognitivo, cioe`che la conoscenza e`........ eppoi arriviamo ad una autoreferenzialita` che e` riflessiva, cioe` cheanche la coscienza della coscienza di se, cioe` il pensare sul pensiero e` sempre finalizzatocomunque al mantenimento del senso di se`, dell'immagine di se`, della continuita` dei propritemi di vita. Questo e` sostanzialmente l'aspetto autoreferenziale.Un altro aspetto importante e` che un sistema autorganizzato e` un sistema chiuso. Questa e`un'altra fonte di malintesi. Intendiamoci, noi diciamo che un sistema autorganizzato e`comunque un sistema aperto a livello biologico, che fa degli scambi con l'ambiente, anche se

    non sono scambi diretti. Se uno mangia carote mica diventa carota, trasforma le carote inquelli che sono gli elementi di sussistenza, anche in termini metabolici, adatti alle propriestrutture morfogenetiche. Ma la cosa piu` importante e` proprio la mente come sistema chiuso.Questa e` stata la fonte di grossi malintesi peche` la maggior parte della gente ha interpretato ilfatto di sistema chiuso come sinonimo di cancellazione dell'alterita`, cioe` che non esistono leinterazioni con gli altri. Le interazioni con gli altri sono illusorie, quindi una specie di sistemaegocentrico, una specie di sistema "solipsistico", etc. Il senso di se` e` strutturalmenteinterattivo, non c'e` il senso di se` senza un senso dell' alterit e viceversa. E questo significache nelle interazioni con gli altri la comunicazione non e` mai "istruttiva" cio non c' mai un

    passaggio diretto d'informazione da un sistema all'altro, un passaggio diretto "tout court". Nonaccade che se un sistema "A" passa al sistema "B" uninformazione "X", "B" la riceve

    passivamente come "X" esattamente nel modo con cui "A" gliel'ha mandata. All'informazione"X" che "A" gli manda "B" ci aggiunge il suo tema autoreferenziale, nel riferirsela a se` ci

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    aggiunge un tratto che esula completamente da quelle che erano le intenzioni di "A". Questosignifica che la comunicazione non e` istruttiva. Non e` istruttiva nel senso che non c'e` un

    passaggio diretto come contenitore. Non che l'informazione come ce l'ha il soggetto "A",nel momento in cui passa a "B", assume esattamente il ruolo che aveva nel soggetto "A" e ilsignificato che poteva avere per il soggetto "A". Questa e` la fonte di maggiori malintesi ed e`la fonte di malintesi anche perche` e` l'elemento basico nel senso comune. Tutto il fatto che lacomunicazione sia istruttiva e` alla base della nostra cognizione comune che se abbiamo unmalinteso con una persona ci sediamo un attimo, ti spiego e la cosa e` risolta. Sonoinformazioni dirette che hanno risolto il problema. Non succede mai, se la comunicazionefosse istruttiva la psicoterapia sarebbe una passeggiata, basterebbe una seduta. Nell'ottica deisistemi complessi e autorganizzati c'e` un nome specifico con cui si definisce questo aspettodelle interazioni che non sono istruttive. Le interazioni vengono descritte come"accoppiamenti strutturali", che significa che quando il sistema "A" e il sistema "B" (Giovanni

    e Antonio) interagiscono, piu` che esserci uno scambio di comunicazioni/istruzioni direttec'e` una "perturbazione reciproca" di cui poi ognuno si tira fuori i significati inerenti ai suoitemi di vita, alle modalita` percettive, ai suoi momenti storici particolari. Ma questo c'e` anchenell'atto comunicativo piu` elementare, se voi state in una conferenza, c'e` un sacco di gente,ce n'e` uno vicino alla finestra e dite: "Per favore apre la finestra?", quello non e` che lo prendeunicamente come comunicazione istruttiva ( e non c'e` comunicazione piu` istruttiva diquesta), quello pensa : "l'ha detto a me perche` sono il piu` scemo, il piu` alto, il piu` basso,quello piu` disattento, m'ha richiamato perche` m'ero distratto, etc.", l'ha collocata, s'e`collocato lui nel ricevere l'istruzione.( fine primo lato, seconda cassetta).

    Tutto questo e` vero anche a livello biologico, l'unica eccezione sembrava, sino agli anni '70 ilsistema immunitario. Dove c'e` l'antigene esterno che produce l'anticorpo l c' effettivamenteuna trasmissione di tipo istruttivo. Questo problema lo risolse nel '71-'72 Niels Jerne, ungrande immunologo di Basilea, il quale dimostro` che non c'era nessuna comunicazioneistruttiva e che i ceppi di anticorpi erano geneticamente definiti e che l'antigene poteva avereunazione di stimolo solo se entrava in quel range, era come mettere una moneta nel juke-boxin cui si puo` scegliere fra cento canzoni ma non si puo` scegliere nient`altro che una di quellecento. Quindi l'antigene funziona unicamente se va a selezionare uno dei ceppi anticorpali chesono gia` presenti nel repertorio, non ci sono possibilita`di produrre quanti anticorpi unovoglia per tutti gli antigeni che possono comparire nell'organismo, quindi anche qui` lacomunicazione non e` istruttiva. Nemmeno a livello biologico/immunitario. Oggi poi ci sono

    moltissimi studi che dimostrano proprio che il sistema nervoso e` come un sistema chiuso, daquelli che sono gli studi di Maturana sino a quelli di....Questi sono i punti che volevo sottolineare proprio per chiarire possibili equivoci poiche`questi concetti li trovate sempre accompagnati da questi tipi di critiche. Recentemente c'e statoun articolo comparso sull'American Psychology contro il "Se` autopoietico", in quanto questoe` un "Se` Solipsistico" che escludeva gli altri, quindi secondo l'ottica delle epistemologierealistiche dire che la comunicazione non e` istruttiva e che due sistemisemplicemente si perturbano e` negare la realta`, e` avere un atteggiamento epistemologicoantirealistico. Naturalmente questi aspetti sono ancora molto vivi nel dibattito epistemologico,non sono esenti da tutta la polemica che in genere c'e` sempre nei dibattiti e nei confronti fradiverse teorie. Infatti i costruttivisti e i post-empiristi chiamano arealisti o irrealisti i sostenitori

    dellepistemologia realista ossia coloro che tendono a vedere la realt come univoca edesterna.

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    Ora, venendo a noi, il punto piu` importante e` che se non esiste una realta` gia` data , e invecela realta` in cui viviamo e` una realta` che noi autorganizziamo, dobbiamo iniziare a porci il

    problema di individuare come e` fatta l'esperienza umana, di iniziare a delineare lecaratteristiche che ha. Questa e`, come dicevo prima, la base irrinunciabile dell epistemologiaevolutiva, cioe` noi non possiamo ignorare di partire dal fatto di considerare che qualita`, chetipo di animali siamo, che tipo di priorita` abbiamo come animali tanto da aver sviluppato unsistema conoscitivo in cui si sono centrati alcuni aspetti e alcune caratteristiche. Voglio dire

    perch siamo animali che hanno un bisogno di avere un senso di se`, individualizzato e distintogli uni dagli altri, perche` abbiamo poi bisogno di mantenerlo costante nel tempo? Quali sono

    poi le caratteristiche che definiscono il campo emozionale in cui compare questo senso di s?Queste sono le caratteristiche tipiche dell'esperienza umana che dobbiamo inizialmentederivare come sua origine evolutiva, e poi iniziare a capire come ci siamo arrivati econseguentemente come oggi possiamo vederla applicata o meno. Il punto di partenza, in

    unottica di epistemologia evolutiva, e` innanzi tutto quello di iniziare a collocarci all'internodella scala zoologica. Cominciare ad individuarci come specie e vedere le caratteristichespecifiche che come specie abbiamo rispetto ad altre specie di mammiferi.

    Evoluzione e Conoscenza

    Noi umani apparteniamo ai primati, siamo un gruppo di scimmie particolari, non siamo ex-primati, intendiamoci, siamo tutt'ora primati. Vent'anni fa si faceva ancora questa distinzione,

    oggi non si fa piu` noi apparteniamo ai primati. In questo gruppo sono inclusi lo scimpanz,l'orangotango, il gorilla e gli umani. Alcuni ancora cercano la distinzione e dicono "primatiumani" e "primati non umani, normali". Il nostro DNA e`simile aquello di uno scimpanze`al98,9%, praticamente e` la stessa specie. Non una specie di derivazione, e` praticamente lastessa. I primati sono un gruppo particolare di mammiferi, e questo e` un punto di partenzache e` importante individuare, hanno una novita` emergente rispetto a tutti gli altri mammiferi.I primati vivono i