GuidaLaboratori_DISMIC_ver2_29_1_2010 (1)

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Guida alla Sicurezza nei Laboratori Chimici Dipartimento di Scienza dei Materiali e Ingegneria Chimica Documento per uso interno versione 2 (28012010)

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Guida alla Sicurezza nei Laboratori Chimici 

Dipartimento di Scienza dei Materiali e Ingegneria Chimica 

Documento per uso interno  versione 2 (28‐01‐2010) 

 

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

Norme generali di comportamento Primo accesso in laboratorio Modalità operative generali Igiene e pulizia Precauzioni nell’uso di sostanze chimiche

Strumenti di protezione Manipolazione di liquidi

Prevenzione dei pericoli d’incendio Segnaletica Segnaletica di sicurezza e cartellonistica

Dimensioni Forma e colori

Disposizione dei cartelli nei laboratori chimici Segnaletica delle tubazioni che contengono fluidi Protezione del corpo Camice da laboratorio Occhiali, mascherine e visiere Guanti per prodotti chimici Calzature Protezione delle vie respiratorie Respiratori a filtro

Facciali dei respiratori a filtro Respiratori a filtro antipolvere non assistiti Elettrorespiratori a filtro antipolvere Criteri di selezione dei respiratori a filtro antipolvere Durata dei filtri antipolvere

Respiratori a filtro antigas e filtri combinati Criteri di selezione dei respiratori a filtro antipolvere Durata dei filtri antigas. Conservazione dei filtri Modalità d'impiego della maschera antigas

Respiratori isolanti Cappa chimica Uso di una cappa chimica Verifiche periodiche delle cappe chimiche

Efficienza dell’aspirazione Scorrimento del frontale Filtri

Prodotti Chimici Classificazione in base alle proprietà tossicologiche Classificazione in base agli effetti specifici sulla salute Classificazione in base agli effetti sull’ambiente Valutazione della tossicità Limiti di esposizione Deposito dei Prodotti chimici pericolosi

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

Norme per il deposito dei prodotti chimici Etichette e schede di sicurezza Etichetta

Categoria di rischio Simboli di rischio chimico Frasi di rischio Consigli di prudenza

Scheda di sicurezza di un prodotto chimico

Sostanze cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione

Norme per l’uso di sostanze o preparati cancerogeni e/o mutageni

Liquidi criogenici Ventilazione del laboratorio I contenitori Protezione dell’operatore Manipolazione di liquidi criogenici Sommario dei simboli di rischio chimico Elenco delle frasi di rischio (frasi R) Elenco delle combinazioni di frasi di rischio Elenco di consigli di prudenza (frasi S) Elenco delle combinazioni dei consigli di prudenza Elenco di alcune sostanze chimiche incompatibili con rischio di reazioni violente Elenco di alcune sostanze chimiche incompatibili con rischio di formazione di sostanze tossiche Elenco di sostanze cancerogene per inalazione - Frase 49 Elenco di sostanze cancerogene per inalazione (categorie 1 e 2) - Frase 45 Metodi di rimozione per alcuni versamenti di sostanze chimiche. Elenco dei segnali di sicurezza. Segnali di divieto Segnali di avvertimento Segnali di prescrizione Segnali di salvataggio o soccorso Segnali antincendio

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Norme generali di comportamento Primo accesso in laboratorio

Quando si accede per la prima volta in un laboratorio si deve:

-Leggere il cartello all’ingresso con riportato il responsabile del laboratorio e i numeri di telefono di emergenza (responsabile, infermeria, Vigili del Fuoco, portineria, ecc.).

- Leggere la segnaletica di emergenza.

- Informarsi sulla presenza e la posizione dei presidi di sicurezza del laboratorio (cassetta di pronto soccorso, estintori antincendio, docce oculari, vie di uscita, scale di emergenza ecc.).

- Informarsi su come accedere alla documentazione disponibile (schede di sicurezza, manuali, procedure di smaltimento, regolamenti del laboratorio, ecc.).

Modalità operative generali

- Rispettare tutte le regole definite dal responsabile del laboratorio (norme di sicurezza, smaltimento rifiuti, prenotazione strumenti, ecc.).

- Prima di utilizzare una qualsiasi apparecchiatura, è necessario essere addestrati su come utilizzarla correttamente, in particolare su come intervenire in caso di emergenza (manuale dell’apparecchiatura, procedura operativa, istruzione da parte del personale ecc.).

- Utilizzare esclusivamente apparecchiature elettriche a norma collegandole alla rete elettrica in modo corretto, senza perdere la protezione contro i contatti diretti, mantenendo il collegamento con l’impianto di messa a terra e l’adeguato grado di protezione IP.

- Tutte le operazioni svolte durante l’attività di laboratorio vanno pianificate stimandone le possibili fonti di incidenti.

- Non lasciare mai senza controllo apparecchiature pericolose in funzione.

- Segnalare ogni guasto, mal funzionamento o problema di sicurezza al responsabile del laboratorio.

- Segnalare al responsabile ogni incidente anche se lieve che si è verificato nel laboratorio.

- Evitare l'eccessivo affollamento nei laboratori.

Igiene e pulizia

- Lavarsi in caso di contatto con una qualsiasi sostanza chimica. Lavare abbondantemente con acqua e sapone le mani, il viso e qualsiasi altra parte del corpo che sia venuta a contatto con sostanze chimiche.

- Indossare sempre un camice di cotone o di un materiale non infiammabile e mantenerlo pulito. Il camice e gli altri indumenti indossati possono trattenere discrete quantità di sostanze tossiche e trasmetterle mediante inalazione o assorbimento cutaneo. Pertanto, si consiglia di lavare con frequenza il proprio camice e evitare di indossare a casa le scarpe e i vestiti usati in laboratorio.

- Mantenere pulita e ordinata la propria postazione di lavoro. La pulizia riduce il possibile contatto con sostanze pericolose, l’ordine riduce la possibilità di causare incidenti quali il rovesciamento di contenitori o di vetreria, o lo scambio nell’uso di sostanze; inoltre,una postazione ordinata rende più facile l’intervento in caso di incidente.

- Evitare di introdurre alimenti o bevande in un laboratorio chimico. Non consumare cibi o bevande nei laboratori chimici e evitare, anche per breve tempo, di conservare in laboratorio

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

qualsiasi genere alimentare. Il rischio di contaminazione riguarda anche caramelle, gomme da masticare, sigarette presenti nelle tasche del camice. Non usare recipienti del laboratorio come contenitori per alimenti. Precauzioni nell’uso di sostanze chimiche - Prima di manipolare una sostanza chimica, informarsi sulla sua pericolosità in modo da adottare tutte le precauzioni necessarie. Tutti gli operatori devono conoscere le caratteristiche chimico-fisiche e di pericolosità (infiammabilità, tossicità, compatibilità chimica ecc.) delle sostanze chimiche in uso nel laboratorio. Consultare attentamente le etichette dei contenitori e le relative schede di sicurezza dei prodotti chimici utilizzati e attenersi alle indicazioni riportate per la manipolazione, stoccaggio e smaltimento. Informazioni aggiuntive si possono ottenere consultando banche dati cartacee o informatizzate. - Verificare la compatibilità chimica tra le sostanze utilizzate.

- Se possibile adottare metodiche in grado di ridurre la presenza di concentrazioni pericolose di sostanze infiammabili e chimicamente instabili.

- Evitare la presenza di fonti di accensione che potrebbero dar luogo ad incendi ed esplosioni (ad esempio, è vietato utilizzare becchi bunsen o qualsiasi altra fiamma libera, in presenza di sostanze infiammabili e all'esterno della cappa chimica). Non scaldare mai solventi infiammabili usando “fiamme libere” ma usare riscaldatori elettrici. - Non lasciare mai senza controllo reazioni chimiche in corso. - Il trasporto di solventi o di sostanze pericolose deve essere effettuato con secchielli di protezione. - Non abbandonare materiale non identificabile nel laboratorio e all'interno della cappa. - Tutte le sostanze chimiche vanno riposte negli appositi armadi di sicurezza al termine dell’attività, in particolare le sostanze infiammabili.

- Raccogliere, separare ed eliminare in modo corretto i rifiuti chimici, solidi e liquidi, prodotti in laboratorio; è vietato scaricarli in fogna o abbandonarli nell'ambiente; in particolare non versare materiale infiammabile nei cestini porta rifiuti.

Strumenti di protezione - Proteggere gli occhi. Indossare sempre degli occhiali da vista o di protezione quando si opera con sostanze chimiche. Chi porta delle lenti a contatto deve comunque sempre indossare degli occhiali di protezione. Le lenti a contatto possono ostacolare le operazioni di lavaggio, pertanto è preferibile rimuovere le lenti a contatto prima di entrare in laboratorio. In caso di contatto di una sostanza con gli occhi, eseguire, in attesa dell’intervento del medico, un lavaggio continuo per una decina di minuti mediante doccia oculare o con canna del rubinetto rivolta verso l’alto. - Proteggere le mani con guanti adatti. Guanti di lattice o altro materiale idoneo nelle operazioni di tipo chimico. Guanti da lavoro nel caso di operazioni particolari quali infilare un tubo di vetro in un tubo di gomma o in un tappo. - Indossare gli opportuni Dispositivi di Protezione Individuali (occhiali, visiere, schermi, maschere etc.) come richiesto dalla scheda di sicurezza della sostanza o da eventuali altre fonti di informazione integrative. - Le operazioni che coinvolgono prodotti volatili, tossici-nocivi o prodotti esplosivi devono essere eseguite sotto cappa chimica (della cui efficienza di aspirazione occorre essere certi a seguito di verifiche periodiche) . Le cappe chimiche hanno lo scopo di eliminare il rischio di esposizione a sostanze pericolose. La conduzione di un’operazione all’interno di una cappa chimica consente di eliminare il rischio di esposizione a sostanze pericolose e di ridurre i rischi di innesco, sviluppo di incendio ed esplosione. Una cappa chimica va utilizza per il travaso o prelievo di

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solventi (specie se volatili) per le reazioni chimiche con sviluppo di gas o vapori pericolosi, per l'uso di apparecchiature che possono liberare nell'ambiente fumi, gas o vapori (ad esempio, un evaporatore rotante senza sistema di recupero dei solventi). Manipolazione di liquidi - Non usare mai la bocca per aspirare un liquido. In particolare, non usare pipette aspirando direttamente con la bocca, ma utilizzare sempre delle propipette (porcellini). - Aggiungere i reagenti sempre molto lentamente e agitando in continuo in un modo da evitare reazione violente e incontrollate. - Nelle diluizioni, versare gradualmente la soluzione concentrata nel solvente o nella soluzione più diluita agitando continuamente la miscela. Non eseguire mai l’operazione versando la soluzione diluita (o il solvente) in quella concentrata. Prevenzione dei pericoli d’incendio -Rispettare il divieto di fumo nei locali. Evitare di fumare in zone a rischio o di non utilizzare il posacenere. - Evitare di usare fiamme libere. - Mantenere sgombre da ogni ostacolo le vie di esodo e le uscite di sicurezza. - Ridurre al minimo necessario i quantitativi di sostanze chimiche pericolose. - Evitare l’accumulo di rifiuti, carta o altro materiale combustibile che possa essere facilmente incendiato. - Evitare pericolose vicinanze tra materiali combustibili (carta, legno, liquidi infiammabili) e sorgenti d’innesco (apparecchiature elettriche, apparecchiature di riscaldamento, ecc.). - Usare quadri elettrici protetti, evitando l’uso di prese multiple, adattatori e prolunghe. - Evitare sovraccarichi nelle utenze elettriche. - Non ostruire la ventilazione di apparecchiature elettriche o apparecchi per il riscaldamento. - Non utilizzare apparecchiature elettriche non a norma e non tenerle accese se inutilizzate.

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    Esempi di segnali di sicurezza Significato o scopo Indicazioni e precisazioni Esempi

Segnali di divieto

Atteggiamenti pericolosi

Materiali e attrezzature

antincendio Identificazione e ubicazione

Segnali di

avvertimento Attenzione, cautela, verifica

Segnali di prescrizione Comportamento o azione

specifica, obbligo di portare un mezzo di sicurezza

personale.

Segnali di salvataggio o soccorso

Porte, uscite, percorsi, materiali, postazioni, locali

Situazione di sicurezza

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

Disposizione dei cartelli nei laboratori chimici Nella disposizione dei cartelli con segnali di sicurezza nei laboratori chimici seguire le seguenti indicazioni:

- Affiggere un cartello all’ingresso del laboratorio con i divieti, le prescrizioni e gli avvertimenti principali (un esempio è riportato in figura).

- Affiggere in ogni armadio, frigorifero o altra struttura contenente prodotti chimici i necessari segnali di avvertimento e pericolo.

- Affiggere all’interno del locale cartelli con i principali divieti, pericoli, avvertimenti ecc. presenti nel laboratorio.

Elenco dei principali segnali di sicurezza

Segnaletica delle tubazioni che contengono fluidi Le tubazioni che contengono o servono a trasportare fluidi hanno dei colori distintivi che identificano la categoria del fluido presente. Colori segnaletici delle tubazioni che contengono fluidi

Rosso Antincendio Verde Acqua Grigio o Argento Vapore e acqua surriscaldata Marrone Oli minerali, oli vegetali e oli animali, combustibili liquidi Giallo ocra Gas o fluido liquefatto (esclusa l´aria) Arancione Acidi Giallo Fluidi pericolosi Azzurro chiaro Aria Nero Altri liquidi  

LABORATORIO CHIMICO

     

    

MATERIALE COMBURENTE    

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

Protezione del corpo Camice da laboratorio Il camice da laboratorio deve essere in materiale adatto a prevenire contatti accidentali e deve poter essere tenuto per tutta la giornata lavorativa. Il normale camice da laboratorio in cotone o cotone e poliestere è adatto allo scopo ma protegge solo da rischi molto lievi; pertanto, se si eseguono operazioni in cui si manipolano ingenti quantità di sostanze pericolose, si consiglia di usare dei camici in materiali speciali, definiti antiacido. Nel caso in cui sia richiesta la protezione da un rischio specifico, il camice deve essere composto da materiali resistenti al tipo di agente chimico in questione.

Nell’uso del camice adottare le seguenti regole:

- indossare il camice tutte le volte che si entra in laboratorio o che si maneggiano liquidi pericolosi o che possono essere assorbiti dalla pelle;

- tenere il camice in laboratorio e non indossarlo al di fuori della zona dei laboratori.

- pulire il camice regolarmente; qualora il camice o l’abbigliamento personale vengano contaminati significativamente devono essere decontaminati prima del loro uso successivo.

Occhiali, mascherine e visiere La protezione degli occhi deve essere scelta in base allo stato fisico, alle operazioni e al livello di tossicità dei prodotti. Occhiali di sicurezza

Occhiali di sicurezza con schermi laterali sono richiesti per chiunque operi in laboratorio. Gli occhiali di sicurezza proteggono gli occhi dai materiali solidi (schegge) ma sono meno efficaci nel proteggere dagli schizzi.

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

Occhiali a mascherina

Le maschere o occhiali a mascherina si utilizzano quando è possibile che ci siano schizzi o se si è costretti a portare occhiali da vista. Devono avere aperture per evitare l'appannamento. Visiere

Visiere, schermi facciali o maschere protettive sono richiesti quando si versano o si travasano materiali corrosivi o liquidi pericolosi soprattutto se in grande quantità. Gli schermi non sono un sostituto dei protettori oculari, si devono usare entrambe le protezioni. Chi indossa lenti a contatto deve essere informato dei particolari rischi che comportano (ad es. assorbimento di agenti chimici dall’aria), soprattutto se del tipo gas permeabile. Gas e vapori possono condensarsi tra lente e occhio causando danni permanenti all'occhio stesso. Schizzi che arrivassero dietro la lente sarebbero difficili da rimuovere con i lavaggi oculari. Inoltre, alcuni tipi di solventi “sciolgono” le lenti polimeriche. Prima di indossare occhiali e schermi ispezionarli per evidenziare eventuali danni o deterioramenti.

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Guanti per prodotti chimici I guanti hanno il compito di proteggere le mani dal contatto con sostanze dannose. I materiali più comunemente utilizzati sono lattice, nitrile, neoprene, PVC etc.; per quelli privi di supporto tessile all’interno è possibile utilizzare un sottoguanto in maglia che eviti il contatto diretto con la pelle. Nel caso dei guanti in lattice sono possibile reazioni allergiche.

Nell’uso dei guanti ricordarsi che:

- Tutti i guanti proteggono solo per un limitato periodo di tempo; infatti, consentono sempre una seppur lieve permeazione della maggior parte delle sostanze in misura proporzionale al loro spessore. - I guanti devono essere indossati ogni volta che si ha un potenziale rischio di contatto con la pelle. - La selezione del tipo di guanti (materiale e spessore) va eseguita sulla base della scheda di sicurezza e di eventuali altre informazioni reperibili (resistenza chimica del materiale, indici di penetrazione e permeazione). In caso di rischio sconosciuto usare almeno guanti di gomma nitrilica. I materiali caldi o abrasivi richiedono guanti speciali che non sono adatti per manipolare prodotto chimici. - Ispezionare i guanti prima di ogni uso in modo da rilevare danni o contaminazioni (tagli, punture, punti scoloriti). - I guanti devono essere rimossi prima di toccare superfici che non devono essere contaminate (maniglie, telefono ecc.). - I guanti vanno tolti avendo cura di rovesciarli e successivamente vanno posti tra i rifiuti pericolosi. - I guanti monouso non devono essere mai riutilizzati. - I guanti non monouso vanno comunque sostituiti periodicamente in funzione della frequenza d’uso e della loro resistenza alle sostanze impiegate. I lavaggi e l’utilizzo di solventi non polari rimuovono gli agenti plastici degradando rapidamente il guanto. - In caso di versamento sui guanti è necessario toglierseli e lavarsi subito le mani. - Lavarsi sempre le mani dopo essersi tolti i guanti. Caratteristiche e marcatura dei guanti Le due caratteristiche principali che determinano il comportamento dei guanti relativamente alla protezione chimica sono rappresentate dalla resistenza alla penetrazione e alla permeazione. Con il termine penetrazione si intende il passaggio di una sostanza chimica o di un microorganismo attraverso la porosità dei materiali, le cuciture, eventuali microforature o altre imperfezioni del materiale del guanto di protezione, mentre per permeazione si intende il passaggio della sostanza chimica attraverso il guanto mediante diffusione. Penetrazione La resistenza alla penetrazione è valutata sottoponendo il guanto a prove standardizzate di tenuta con aria e/o acqua. Il risultato che deve essere controllato in conformità con il livello medio di qualità (AQL) è quantificato mediante in indice di prestazione a tre livelli. Indice di penetrazione  Livello medio di qualitàLivello 3  < 0.65Livello 2  <1.5 Livello 1  <4.0 

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Il livello 2 nella prova di penetrazione eseguita con acqua è considerato sufficiente per costituire un’efficace barriera contro i microrganismi. In questo caso è apposto il seguente pittogramma.

Permeazione La resistenza alla permeazione è espressa tramite un indice funzione del tempo necessario a una particolare sostanza liquida ad impregnare completamente lo spessore del guanto. I produttori di guanti rendono normalmente disponibile ai clienti gli indici di permeazione dei loro prodotti per un numero elevato di sostanze in modo da agevolare la selezione del guanto più adatto.

Indice di permeazione   Tempo di permeazione (min) 0  <101   >10 2   >30 3   >60 4   >120 5   >240 6   >480 

La normativa ha definito una lista di dodici sostanze chimiche caratteristiche da usare per l’esecuzione delle prove di permeazione. Un guanto per essere considerato resistente ai prodotti chimici deve avere un tempo di permeazione superiore a 30 min (indice di permeazione 2)  per almeno tre di queste sostanze standard. Le sostanze standard sono state codificate mediante delle lettere come riportato nella seguente tabella.  Codice Lettera  Sostanza Classe

A  Metanolo  Alcol primarioB  Acetone ChetoneC  Acetonitrile  NitrileD  Diclorometano  Alcano cloruratoE  Bisolfuro di carbonio  Solfuro organicoF  Toluene Idrocarburo aromaticoG  Dietilammina 1  AmminaH  Tetraidrofurano  Etere ed eterociclicoI  Acetato di etile  EstereJ  n‐eptano  AlcanoK  Idrossido di sodio 40%  Base inorganicaL  Acido solforico 96%  Acido minerale inorganico

Il pittogramma “Resistenza ai prodotti chimici” è seguito da almeno tre lettere che si riferiscono alle sostanze chimiche standard che hanno un indice di permeazione almeno pari a 2, ad esempio:   

         ACK 

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Nel caso in cui gli indici di permeazione siano superiori a due i loro valori possono essere riportati prima della sequenza di lettere.

Il pittogramma “Bassa resistenza ai prodotti chimici” è applicato ai guanti che non ottengono un tempo di permeazione di almeno 30 minuti per almeno tre sostanze chimiche delle dodici sostanze di riferimento, ma che sono conformi alla prova di penetrazione (indice di penetrazione 2). I guanti chimici devono avere comunque un’adeguata protezione dai pericoli di natura meccanica, essa è rappresentata dal pittogramma “rischio meccanico” seguito da quattro cifre (indici di prestazione), ciascuna delle quali indica il livello di prestazione del guanto rilevato dalla prova per un determinato rischio.

Gli indici di prestazione rappresentati in figura con delle lettere sono i seguenti: a. resistenza all’abrasione indicata dal numero di cicli richiesti per raschiare completamente il guanto di prova; b. resistenza al taglio (da lama) indicata da un fattore calcolato sul numero di passaggi necessari per tagliare il guanto di prova a velocità costante; c. resistenza allo strappo indica la forza necessaria per lacerare il provino; d. resistenza alla perforazione indica la forza necessaria per perforare il provino con una punta di dimensioni standard. Prova  Indice di prestazione  0  1 2 3 4 5a. Resistenza all’abrasione (cicli)  <100 100 500 2000 8000b. Resistenza al taglio (fattore) <1,2 1,2 2,5 5,0 10,0 20,0c. Resistenza allo strappo (newton)  <10 10 10 25 50 75d. Resistenza alla perforazione (newton)  <20 20 20 60 100 150 Infine, il seguente pittogramma indica che i guanti sono forniti con delle istruzioni d’uso.

  6363 ACKL 

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Selezione dei guanti Nella scelta dei guanti è necessario prima individuare il materiale più adatto, cioè che abbia una resistenza chimica adeguata alla sostanza/sostanze da cui devono proteggere le mani dell’operatore. Questa prima selezione si può basare su tabelle fornite dal produttore, una grossolana indicazione è ottenibile dalla seguente tabella. Sostanze  Lattice  Nitrile Neoprene PVCAcidi  x  x  x xBasi  x  x  x xIdrocarburi  x  xChetoni  x    xSolventi organici  x  xOli  x  x xGrassi  x  x x

Scelto il materiale, si seleziona il guanto sulla base del suo indice di permeazione. Il suo valore deve infatti essere sufficiente a proteggere l’operatore per tutto il tempo in cui si ha un contatto tra i guanti e la sostanza chimica. Di norma 30 minuti ( indice 2) sono più che sufficienti, ma se è necessario proteggere l’operatore per un’intera giornata lavorativa (otto ore di continuo contatto un la sostanza) allora è necessario un guanto con indice di permeazione 6. Nel caso in cui gli indici di permeazione della sostanza chimica non siano disponibili conviene usare come riferimento quelli della sostanza chimicamente più simile per cui sono disponibili.

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Calzature Le calzature da lavoro possono essere: - calzature di sicurezza, contraddistinte dalla lettera “S” (safety); - calzature protettive, contraddistinte dalla lettera “P” (protective); - calzature professionali, contraddistinte dalla lettera “O” (occupational). Calzature di sicurezza Le calzature di sicurezza sono divise in sette categorie: SB, S1, S1P, S2, S3, S4 e S5. La categoria base, indicata con la sigla SB (B=base), corrisponde ai seguenti requisiti minimi: - puntale con altezza e base portante in grado di assorbire 200 J; - zona del tallone chiusa; - altezza base sufficiente per lo scopo della calzatura; - tomaia (nel tipo basso può anche essere aperta); - fodera anteriore; - sottopiede; - suola in qualsiasi tipo di materiale (può essere liscia). Le categorie successive S1, S1P, S2, S3, S4 e S5 devono possedere ulteriori requisiti identificati nella marcatura dai simboli: A, E, WRU, P, HI, CI, HRO.  Simbolo  Requisito A  proprietà antistatiche E  assorbimento di energia nella zona del talloneWRU  penetrazione e assorbimento d’acqua ‐ tomaiaP  resistenza alla perforazione HI  isolamento dal calore CI  isolamento dal freddo HRO  resistenza al calore da contatto   

Categoria  Requisiti supplementari a quelli minimi  A  E  WRU P  HI  CI HROS1  X  X         S1P  X  X    X     S2  X  X  X       S3  X  X  X  X  (*)  (*) (*)(*) requisito non obbligatorio, indicato sulla calzatura se presente.  Le categorie S4 e S5 sono degli stivali adatti in ambienti con forte presenza di liquidi. Hanno proprietà antistatiche e di assorbimento di energia nella zona del tallone. La S5 ha come requisito supplementare la resistenza alla perforazione. Calzature protettive e professionali Queste calzature sono analoghe a quelle di sicurezza, l’unica differenza consiste nel puntale di protezione. Nelle calzature protettive ha un’energia di assorbimento di 100 J, in quelle professionali è assente.

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Protezione delle vie respiratorie Nei laboratori chimici si può operare con sostanze volatili, gas o polveri che possono essere assimilate tramite inalazione e provocare effetti tossici. Se l’uso di una cappa chimica con un’adeguata ventilazione non è sufficiente a garantire la sicurezza degli operatori, allora è necessario proteggere le vie respiratorie con dei Dispositivi di Protezione Individuale detti respiratori. Questi dispositivi possono essere distinti in due categorie: i respiratori a filtro che operano rimuovendo i contaminati dall’aria ambiente prima che questa venga ispirata dall’operatore e i respiratori isolanti i quali sono muniti di bombole autonome d'aria.

I respiratori a filtro sono quelli più comunemente usati; tuttavia, vi sono delle situazioni in cui il loro impiego non è possibile. Ad esempio non sono in grado di supplire all'eventuale mancanza dell’ossigeno necessario alla respirazione (fatto che può verificarsi durante un incendio in un ambiente poco arieggiato) o quando la concentrazione del contaminante è elevata o ignota.

Respiratori a filtro I respiratori a filtro sono distinguibili sulla base delle sostanze nocive da rimuovere nelle seguenti tre categorie: - Antipolvere per polveri, fibre, fumi (particelle inferiori a 4 micron) e nebbie (goccioline liquide su base acquosa o organica). - Antigas per gas e vapori (forma gassosa di sostanze liquide a temperatura ambiente). - Combinati contro particelle, gas e vapori. Poiché i filtri hanno un tempo limitato di funzionamento, i respiratori sono normalmente costituiti da due elementi separabili: un facciale e un filtro sostituibile. Esistono però anche dei respiratori monouso detti facciali filtranti in cui il facciale e il filtro costituiscono un unico elemento. Il seguente schema rappresenta le possibili combinazioni facciale/filtro per le tre categorie di respiratori.

Dispositivi di protezione delle vie respiratorie

Respiratori a filtro (dipendenti dall’aria ambiente)

Respiratori isolanti (indipendenti dall’aria ambiente) 

Respiratori a filtro 

Combinati: contro gas, vapori

e polveri

Facciale filtrante

combinato

Filtro combinato + facciale

Antipolvere: contro polveri

Facciale filtrante

antipolvere

Filtro antipolvere + facciale

Antigas: contro gas e vapori

Facciale filtrante antigas

Filtro antigas

+ facciale

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Nel caso delle polveri la resistenza al flusso d’aria provocata dal filtro può rendere così difficoltosa la respirazione da rendere necessario l’uso di elettrorespiratori nei quali la ventilazione è assistita da un elettroventilatore. In questi respiratori l’aria aspirata da un elettroventilatore è filtrata e convogliata al facciale (maschera intera, semimaschera, cappuccio o casco completo) mantenendo una certa sovrappressione per impedire l’ingresso dell’aria inquinata. In base alla ventilazione si possono distinguere tre tipi di respiratori: - Respiratori non assistiti, dove la ventilazione è dovuta solamente all’atto respiratorio dell’operatore. - Respiratori a ventilazione assistita che sono progettati per garantire una certa protezione anche in caso di blocco dell’elettroventilatore - Respiratori a ventilazione forzata che non forniscono protezione senza il contributo dell’elettroventilatore. Facciali dei respiratori a filtro Facciali filtranti (mascherine) I facciali filtranti consistono in una mascherina che copre il naso e la bocca costituita interamente o prevalentemente da materiale filtrante attraverso il quale passa l’aria inspirata. L’aria espirata può essere scaricata attraverso il materiale filtrante o attraverso un’apposita valvola di espirazione. Molti facciali filtranti, per migliorare l’adattamento al volto, ricorrono ad un adattatore sagomabile intorno al naso (stringinaso). Sono usati prevalentemente per trattenere corpuscoli tuttavia alcuni tipi di facciali filtranti trattengono anche vapori (organici o acidi). Sono dei respiratori monouso utilizzabili per un solo turno di lavoro (otto ore).  

Facciale filtrante senza valvola di espirazione  Facciale filtrante con valvola di espirazione 

   Particolare dell'interno

della mascherinaParticolare dell'interno

della mascherinaMaschere o semimaschere Le maschere a filtro sono costituite da un elemento facciale completo (maschere integrali, maschere a pieno facciale) che protegge anche gli occhi o da una semimaschera che copre solo naso e bocca accoppiato a uno o più elementi filtranti. Ogni maschera è dotata sia valvole di inspirazione che di valvole di espirazione. Le maschere a pieno facciale hanno una migliore tenuta rispetto alle semimaschere. Semimaschera a doppio elemento filtrante 

    

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Maschera integrale a singolo elemento filtrante e a doppio elemento filtrante

    Respiratori a filtro antipolvere non assistiti I respiratori antipolvere non assistiti filtrano l’aria inspirata mediante un’azione meccanica abbinata generalmente un’azione elettrostatica. Essi sono generalmente contraddistinti da una colorazione bianca e sono costituiti o da dei facciali filtranti o da delle semimaschere con filtro. Le norme europee definiscono 3 classi di protezione ad efficienza filtrante totale crescente. I facciali filtranti sono indicati dalla sigla FFP (Facciali Filitranti antiPolvere) seguita dal numero della classe di protezione, mentre le sigla P seguita del numero della classe indica un filtro antipolvere da utilizzare con una semimaschera. Si osserva che a parità di classe antipolvere, il facciale filtrante e la semimaschera con filtro forniscono lo stesso livello di protezione.  Classi di protezione   Efficienza filtrante 

totale minima  

FFP1/P1   78%  

FFP2/P2   92%  

FFP3/P3   98%  

Esiste un’ulteriore suddivisione basata sul tipo di inquinante. Abbiamo, infatti, le seguenti due classi: - S per solidi e nebbie a base acquosa - SL per nebbie a base organica (classe non prevista per FFP1). A riguardo è importante osservare che i filtri antipolvere P2 e P3 privi di indicazione del tipo di inquinante sono da intendersi di classe SL.  Elettrorespiratori a filtro antipolvere Si tratta di respiratori elettroventilati attrezzati con dei filtri antipolvere. Rispetto ai respiratori a filtro non assistiti, questi respiratori forniscono un comfort maggiore, in quanto la minore resistenza respiratoria consente di utilizzarli anche per lunghi periodi. Questi sistemi possono essere dotati di allarme per segnalare eventuali anomalie, l’insufficiente carica della batteria o l’esaurimento del filtro. Se devono essere usati in un’atmosfera esplosiva od infiammabile, per evitare l’innesco di scintille della parte elettrica, è necessario usare sistemi a sicurezza intrinseca. Il grado di protezione fornito dal respiratore cambia a seconda che l’elettrorespiratore sia munito di una maschera (maschera intera o semimaschera) o di un cappuccio/elmetto (casco integrale).

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Elettrorespiratori a filtro antipolvere con maschera Si tratta di respiratori a ventilazione assistita che pertanto garantiscono un certo grado protezione a elettroventilatore spento anche se e questa situazione è da considerarsi anomala (guasto dell’elettroventilatore). Le classi di protezioni sono state definite considerando entrambe le condizioni di funzionamento (elettroventilatore accesso o spento): si hanno quindi due valori di efficienza per ogni classe. La classe di protezione dell’apparecchio coincide con la marcatura del filtro. Questo tipo di respiratore è identificato dalla sigla TM (Turbo Mask) seguita da una P (antiPolvere) e dalla classe di protezione.   

Classi di protezione e marcatura 

Efficienza filtrante totale minima Elettroventilatore 

  Acceso  Spento 

TMP1  95%   90% 

TMP2   99%   90% 

TMP3   99.95%   90% 

Elettrorespiratore a filtro antipolvere con cappuccio/elmetto Si tratta di respiratori a ventilazione forzata cioè non garantiscono alcuna protezione in caso di blocco dell’elettroventilatore. Sono identificati dalla sigla TH (Turbo Hood/Helmet) seguita da una P (antiPolvere) e dalla classe di protezione. Anche in questo caso la classificazione dell’apparecchio coincide con la marcatura sul filtro.  Classi di protezione   Efficienza filtrante 

totale minima  

THP1  90%  

THP2   95%  

THP3   99.8%  

 Criteri di selezione dei respiratori a filtro antipolvere La scelta del respiratore dipende dalla concentrazione della sostanza nociva presente nell’aria dell’ambiente di lavoro ( ) e dalla concentrazione di massima di contaminante che deve avere l’aria per essere ritenuta respirabile senza essere nociva all’operatore ( ). Il rapporto tra queste due concentrazioni misurato in laboratorio in opportune condizioni fissate dalla normativa vigente è chiamato Fattore di Protezione Nominale (FPN). Poiché le condizioni operative sono le stesse utilizzate per determinare l’efficienza totale filtrante, le due grandezze sono legate dalla seguente relazione:

100100 %

Il Fattore di Protezione Nominale calcolato con l’equazione precedente è cautelativamente arrotondato per difetto. Se si assume che le condizioni operative siano analoghe alle condizioni standard di laboratorio, allora nota la concentrazione massima della sostanza nociva respirabile dall’operatore (ad esempio ponendola uguale al TLV del contaminate) si può valutare per ogni respiratore la massima

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concentrazione esterna per cui esso è utilizzabile. Questo metodo presenta l’inconveniente che le condizioni operative reali possono differire significativamente da quelle di laboratorio in cui si è misurato il FPN soprattutto nel caso di alte efficienza filtranti. Il calcolo è stato allora reso più realistico introducendo una nuova grandezza più conservativa chiamata Fattore di Protezione Operativo (FPO) da utilizzare in sostituzione del Fattore di Protezione Nominale. Nella tabella che segue sono riportati i valori del Fattore di Protezione Operativo corrispondenti a diverse tipologie di respiratori a filtro antipolvere non assistiti. Fattori di Protezione Operativi definiti dalla noma UNI 10720   Respiratori a filtro antipolvere  FPO   Respiratori non assistiti   FFP1/semimaschera + P1  4  4×TLV FFP2/semimaschera + P2  10  10×TLV FFP3/semimaschera + P3  30  30×TLV Pieno facciale + P1  4  4×TLV Pieno facciale + P2  15  15×TLV Pieno facciale + P3  400  400×TLV Elettrorespiratori con maschera intera (a ventilazione assistita)   TMP1  10  10×TLV TMP2  100  100×TLV TMP3  400  400×TLV Elettrorespiratori con cappuccio/elemetto (a ventilazione forzata) 

 

THP1  5  5×TLV THP2  20  20×TLV THP3  100  100×TLV  Confrontando la massima concentrazione esterna di contaminante così calcolata (FPOxTLV) con quella effettivamente presente si può quindi selezionare un respiratore adatto all’ambiente di lavoro. Questa procedura rende necessaria la misura della concentrazione di contaminate presente nell’ambiente di lavoro. Nel caso eccezionale e temporaneo in cui non si conosca la concentrazione del contaminante si può stimare il livello minimo di protezione basandosi unicamente sulla tossicità della sostanza (TLV) utilizzando come riferimento i valori riportati nella seguente tabella:  Tossicità della sostanza  Livello minimo di protezione  TLV ≈10 mg/m3  FFP1/P1 10 mg/m3>TLV >0,1 mg/m3  FFP2/P2 TLV<0,1 mg/m3  FFP3/P3  Durata dei filtri antipolvere I filtri antipolvere devono essere sostituiti quando si avverte un aumento sensibile della resistenza respiratoria. I facciali filtranti antipolvere sono utilizzabili solo per un numero limitato di ore (le norme tecniche prevedono la sostituzione del facciale dopo ogni turno di lavoro) in quanto nel tempo si ha una perdita di tenuta. Nel caso in cui abbiano un bordo di tenuta possono essere utilizzati per l’equivalente di tre turni di lavoro.  

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Respiratori a filtro antigas e filtri combinati I respiratori a filtro antigas proteggono le vie respiratorie depurando l'aria inspirata da gas o vapori nocivi; poiché la resistenza alla respirazione dovuta all’elemento filtrante non è elevata, questi respiratori sono non assisiti; di norma sono costituiti da una maschera e un filtro; tuttavia, esistono anche facciali filtranti che trattengono gas e vapori. Il materiale presente nel filtro può adsorbire il contaminante, può reagire chimicamente con esso o esercitare un’azione catalitica. Il materiale adsorbente più utilizzato è il carbone attivo. Se l’azione del carbone attivo è insufficiente, si impiegano reagenti solidi in forma granulare (alcali, ossidi metallici, ecc.) o composti chimici supportati da materiali vari (carboni attivi, pomice e gel di silice o carboni attivi impregnati). La reazione può essere una neutralizzazione che blocca il contaminante acido o basico nel filtro oppure se il componente è neutro una conversione in prodotti gassosi non tossici o almeno tollerabili dall’organismo umano. Filtri catalitici sono disponibili per la rimozione dell’ossido di carbonio: catalizzano la sua ossidazione a biossido. I filtri possono essere costituiti da più materiali filtranti in modo da proteggere da differenti tipologie di sostanze. Abbiamo quindi che i filtri antigas possono essere monovalenti (quando proteggono da un solo gas/vapore nocivo) o polivalenti (quando proteggono da più gas/vapori nocivi). Nel caso in cui sia presente anche una protezione da aerosol (antipolvere) si parla di filtri combinati. Filtri A,B,E e K La normativa europea ha definito una serie di tipologie di filtri identificati dalle lettere A, B, E e K e da un colore (A-marrone, B-grigio, E-giallo e K-verde) riportato sul contenitore del filtro o sul facciale filtrante. Ciascuna tipologia di filtro è distinta in tre classi caratterizzate da una differente capacità di rimozione (quantità di contaminante che il filtro è in grado di eliminare) e quindi durata della filtrazione. Nonostante tutti i filtri abbiano la medesima efficienza filtrante (efficienza unitaria), esistono, per ogni classe, delle concentrazioni limite di utilizzo. Le classi dei filtri di tipo A, B, E e K e le corrispondenti concentrazioni massime sono indicate nella seguente tabella. Classe Capacità Concentrazione massima di uso

1 bassa 0,1% in volume- 1000 ml/m3 2 media 0,5% in volume - 5000 ml/m3 3 alta 1% in volume - 10000 ml/m3

Filtri AX I filtri per vapori con temperatura di ebollizione minore di 65°C, a differenza dei vapori organici rimossi dai filtri di Tipo A, non sono caratterizzabili tramite le classi precedenti. La normativa prevede la medesima colorazione dei filtri A ma limiti sulla concentrazione del contaminante e sul tempo di utilizzo dipendenti della capacità del filtro (1 o 2 g di sostanza rimossa). Filtri SX La normativa prevede l’uso sigla SX (colore violetto) per riferirsi ad un filtro da utilizzare per uno particolare composto che il fornitore deve specificare (ad esempio diclorometano). Filtri speciali I fumi azotati o i vapori di mercurio sono sempre accompagnati da aerosol che richiede un filtro antipolvere di classe di protezione 3. Nel marchio di questi filtri è riportato il simbolo del filtro antipolvere P3 e la colorazione bianca per segnalare la presenza del filtro antipolvere. Abbiamo quindi che i fumi azotati sono identificati dalla sigla NO-P3 e dai colori blu e bianco, mentre i filtri per vapori di mercurio hanno il simbolo Hg-P3 e i colori rosso e bianco.

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Principali tipologie di filtro definite dalla normativa europea Colore   Tipo  Protezione  Classe Limiti di utilizzo  Norma  

Gas e vapori organici con punto di ebollizione superiore a 65°C come specificato dal produttore. 

1 2 3 

1000 ml/m3 

5000 ml/m3 

10000 ml/m3 

EN141 

 

Gas e vapori inorganici (salvo CO) come specificato dal produttore. 

1 2 3 

1000 ml/m3 

5000 ml/m3 

10000 ml/m3 

EN141 

 

Anidride solforosa, gas e vapori acidi come specificato dal produttore. 

1 2 3 

1000 ml/m3 

5000 ml/m3 

10000 ml/m3 

EN141 

 

Ammoniaca e suoi derivati come specificato dal produttore. 

1 2 3 

1000 ml/m3 

5000 ml/m3 

10000 ml/m3 

EN141 

 

AX 

Gas e vapori organici con punto di ebollizione inferiore a 65°C come specificato dal produttore. 

‐ 

1 g 100 ml/m3  max 40min 

1 g  500 ml/m3 max 20min 

2 g 1000 ml/m3 max60min 

2 g 5000 ml/m3 max20min EN371 

 SX  Composti specifici  ‐  da specificare  EN372 

 Filtri speciali definiti dalla normativa europea Colore   Tipo  Protezione  classe  Limiti di utilizzo  Norma  

NO‐P3 Fumi azotati (NO, NO2, NOX e aerosol ) 

‐  Max 20 min  EN141   

Hg‐P3 Vapori di mercurio e aerosol 

‐  Max 50 ore  EN141   Altri filtri speciali La normativa europea consiglia l’uso di respiratori isolanti nel caso di gas particolarmente pericolosi come l’ossido di carbonio e gas radioattivi. Esistono in commercio filtri per questi e altri gas pericolosi che fanno riferimento ad esempio alla normativa tedesca (DIN 3181).

Colore   Tipo  Protezione  Note  Norma  

CO  Monossido di carbonio  Filtro monouso. DIN 3181 

  Reaktor‐P3 

Iodio radioattivo e antipolvere  

Filtro monouso. DIN 3181  

 

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 Marcatura dei filtri La sigla di un filtro monovalente è costituita dal simbolo letterale del tipo di filtro seguito dalla sua classe se esistente. Ad esempio E2

indica un filtro per anidride solforosa di classe 2. Nel caso di facciali filtranti il simbolo è preceduto da FF, diventa quindi FFE2. Nei filtri combinati è presente anche del materiale filtrante per abbattere aerosol. In questo caso è riportata oltre alla colorazione indicante il tipo di gas/vapore rimosso anche la colorazione bianca (rimozione aerosol, nebbie,..) e alla sigla del filtro antigas è aggiunta la sigla del filtro antipolvere. Ad esempio K2-P3

indica un filtro combinato con materiale filtrante di classe 2 per rimuovere ammoniaca e suoi derivati e materiale filtrante per rimuovere aerosol di classe 3. Nel casi di filtri polivalenti, i quali forniscono una protezione per più di una tipologia di sostanze, sono riportati sul contenitore i colori di ogni tipologia di filtro. Analogamente, la sigla riportata sull’etichetta è ottenuta indicando in sequenza simbolo e classe ( se esistente) di ogni tipo di filtro. Ad esempio: A2B2E2K1 e nel caso di un filtro combinato A2B2E2K1-P3  

 

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Criteri di selezione dei respiratori a filtro antipolvere La selezione del filtro è importante avere le indicazioni del fabbricante circa l’idoneità del filtro nei confronti della sostanza nociva per cui si intende utilizzarlo. Se fossero presenti sostanze di più tipi è necessario utilizzare filtri combinati già predisposti dal produttore. La conoscenza della concentrazione della sostanza nociva presente nell’ambiente in cui si deve operare ( ) è fondamentale per la scelta del tipo di respiratore. In primo luogo è necessario verificare se essa è sufficientemente bassa per poter operare con un respiratore a filtro. In caso di risposta positiva, si deve scegliere una classe di capacità del filtro tale che la concentrazione della sostanza nociva sia minore o uguale della concentrazione massima consentita della classe :

Successivamente, si seleziona il tipo di maschera sulla base del fattore di protezione operativo necessario per soddisfare la seguente disuguaglianza:

In questo caso, si ha infatti che il livello di protezione del respiratore espresso dal fattore di protezione operativo non dipende dalla efficienza del filtro, che è sempre unitaria, ma dalla tenuta della maschera: una maschera a pieno facciale ha una migliore tenuta di una semimaschera.

Fattori di protezione operativi (UNI 10720) 

Respiratori antigas  FPO  Limiti di utilizzo 

Semimaschera + filtri antigas di classe 1 

Facciale filtrante antigas di classe 1 30  1000 ml/m3 

Semimaschera + filtri antigas di classe 2 

Facciale filtrante antigas di classe 2 30  5000 ml/m3 

Semimaschera + filtri antigas di classe 3 

Facciale filtrante antigas di classe 3 30  10000 ml/m3 

Pieno facciale + filtri antigas di classe 1  400  1000 ml/m3 

Pieno facciale + filtri antigas di classe 2  400  5000 ml/m3 

Pieno facciale + filtri antigas di classe 3  400  10000 ml/m3 

In conclusione, selezionata una classe di capacità per cui:

utilizzando i fattori di protezione riportati nella tabella precedente abbiamo che:

se 30 si può operare con una semimaschera o un facciale filtrante

mentre se 400 30 si deve operare con una maschera a pieno facciale.

Nel caso di filtri combinati è necessario applicare separatamente i criteri di selezione per i filtri antipolvere e quelli per i filtri antigas.

Durata dei filtri antigas. La durata del filtro dipende dalla natura e dalla concentrazione del contaminante, dall’umidità, temperatura, ritmo respiratorio e capacità polmonare. Non è pertanto possibile stabilire a priori la

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durata dei filtri. Il filtro va sostituito quando si avverte l’odore o il sapore della sostanza. Questo significa che il filtro è saturo e non assorbe più. Alcuni filtri hanno un avvisatore olfattivo che produce un odore caratteristico poco prima dell'esaurimento del filtro stesso. Conservazione dei filtri I filtri vanno conservati in luogo fresco ed asciutto, chiusi come pervenuti dal fornitore. In tal modo essi mantengono inalterate le caratteristiche di efficienza per il periodo di tempo indicato dal fabbricante. Essi possono subire una notevole o totale diminuzione della loro efficienza se sono stati impiegati anche una sola volta o se comunque sono stati dissigillati e aperti. Modalità d'impiego della maschera antigas La maschera deve essere indossata senza che il filtro sia già avvitato al facciale in modo da rendere più agevole l’operazione. Per indossare la maschera e verificare la tenuta, occorre procedere come segue: - appoggiare la mentoniera al mento; - indossare il facciale in modo che aderisca perfettamente al viso; - tendere i tiranti superiori, facendoli passare sopra il capo, e sistemarli sulla nuca; -agire immediatamente su tutti i cinghiaggi; - chiudere ermeticamente col palmo della mano la sede di avvitamento per il filtro; - aspirare profondamente: non si dovrà avvertire nessuna infiltrazione d'aria. Una volta tolto il filtro dalla borsa-custodia, controllare che il tappo di gomma al fondello ed il coperchio metallico al bocchello siano impegnati nella loro sede. Togliere i tappi ed applicare il filtro al bocchettone, avvitando a fondo. Dopo tale operazione l'operatore è pronto per intervenire. Respiratori isolanti I respiratori isolanti hanno una sorgente di aria indipendente dall’aria presente nell’ambiente, garantiscono quindi un elevato grado di protezione. Sono spesso usati in situazioni di emergenza quando le condizioni in cui si deve operare non sono note. Le seguenti condizioni richiedono necessariamente l’uso di respiratori isolanti: - percentuale di ossigeno minore del 17%; - concentrazione dei contaminanti superiore al limite di utilizzo dei respiratori a filtro. - presenza di gas/vapori inodori o con una soglia olfattiva superiore ai limiti per operare in

sicurezza.(es. TLV/TWA) - natura e/o concentrazione dei contaminanti ignota. In tutti gli altri casi è possibile utilizzare dei respiratori a filtro.

I respiratori isolanti possono essere: - autorespiratori a circuito aperto o chiuso; respiratori a presa d’aria fresca con maschera; - respiratori con semimaschera/maschera ad adduzione di aria compressa. Negli autorespiratori a circuito aperto, l’aria proveniente dalla bombola viene espulsa dopo la respirazione dalla maschera. Essi sono costituiti da delle bombole di aria compressa, normalmente da 200 bar, da sistema di riduzione della pressione, un erogatore, una maschera, uno zaino di supporto, dei dispositivi di corredo (manometro di controllo e un allarme sonoro di fine carica. Questi respiratori possono essere: - a pressione negativa dove durante la inspirazione si crea nella maschera una pressione negativa che richiama l’aria dalla bombola

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- a pressione positiva (sovrappressione), in questo caso all’interno della maschera è mantenuta una pressione positiva che impedisce assolutamente il passaggio di contaminanti e offre generalmente una minor resistenza alla inspirazione. Gli autorespiratori a circuito chiuso sono apparecchi nei quali l’aria non è espulsa dopo la respirazione ma è fatta ricircolare dopo la depurazione da anidride carbonica e arricchimento di ossigeno. Si tratta di autorespiratori complessi, con ampie autonomie ma costi elevati e notevole difficoltà di uso e manutenzione. I respiratori a presa d’aria fresca con maschera sono dispositivi composti da maschera e un sistema di presa d’aria esterna, sia non assistiti che assistiti con sistemi di ventilazione manuale o a motore. I respiratori con collegamento a rete di aria compressa sono sistemi di protezione che sfruttano la rete di aria compressa per la alimentazione di maschere, caschi, cappucci. E’ importante che l’aria addotta sia sicuramente esente da CO, da polveri, vapori organici e umidità. I filtri per aria compressa sono composti da più stadi che eliminano i contaminanti, ma non l’ossido di carbonio. Esistono dispositivi che dispongono di un segnale di allarme di presenza di ossido di carbonio.  

Fattori di protezione operativi (FPO)   

Respiratore isolante  FPO 

Auto respiratore a circuito aperto  ad aria compressa a pressione negativa. 

400 

Auto respiratore a circuito aperto ad aria compressa a pressione positiva  1000 

Auto respiratore a circuito chiuso – aria compressa arricchita   400 

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Respiratore con semimaschera/maschera ad adduzione di aria compressa con erogatore a domanda 

30/400 

Respiratore con semimaschera/maschera ad adduzione di aria compressa con erogatore a domanda con pressione positiva (sovrappressione) 

1000 

 

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

Cappa chimica Uso di una cappa chimica Le cappe chimiche sono zone di potenziale pericolo in quanto all'interno di esse possono svilupparsi atmosfere anche estremamente infiammabili, esplosive o tossiche. Per tale motivo la cappa deve essere utilizzata correttamente e mantenuta sempre in perfetta efficienza e l’operatore deve conoscere le procedure di emergenza da compiere in caso di esplosione o incendio nella cappa. Nell’uso di una cappa chimica seguire le seguenti indicazioni: - Prima di iniziare le attività, verificare che il frontale scorra senza particolari resistenze, che le eventuali apparecchiature elettriche che si intendono utilizzare abbiano un impianto elettrico a norma e infine accertarsi che la cappa aspiri correttamente. Ciò si può effettuare mediante l'apposita strumentazione (se disponibile) oppure con altri metodi meno accurati (ad esempio con un foglio di carta posto sul piano di lavoro della cappa). Se ci sono dubbi sul funzionamento o sulla effettuazione delle verifiche contrattare il responsabile del laboratorio. - Evitare di creare correnti d'aria in prossimità di una cappa in funzione (apertura di porte o finestre, transito frequente di persone). - La zona lavorativa e tutto il materiale devono essere tenuti il più possibile verso il fondo della cappa, senza dover per questo sollevare maggiormente il frontale mobile. - Abbassare il frontale mantenendo un’apertura massima di 40 cm durante il lavoro (più il frontale è abbassato, meno l’interno della cappa risente di correnti spurie nella stanza); non introdursi all'interno della cappa (ad es. con la testa) per nessun motivo. - Tenere sotto cappa solo il materiale strettamente necessario all'attività (non usare la cappa come deposito). Non ostruire il passaggio dell'aria lungo il piano della cappa e, qualora sia necessario utilizzare attrezzature che ingombrano il piano, sollevarle di almeno 5 cm rispetto al piano stesso con opportuni spessori e tenerle distanziate anche dalle pareti. In ogni caso le feritoie di aspirazione della cappa non vanno ostruite. - Non utilizzare la cappa come mezzo per lo smaltimento dei reagenti mediante evaporazione forzata. - Mantenere pulito ed ordinato il piano di lavoro dopo ogni attività. - Quando la cappa non é in uso, spegnere l'aspirazione e chiudere il frontale.

Verifiche periodiche delle cappe chimiche Su un apposito registro vanno annotati tutti i dati relativi alla manutenzione e alle verifiche di efficienza, compresa la data della verifica e la firma di chi ha eseguito l'operazione.

Efficienza dell’aspirazione

Una cappa utilizzata per il trattamento di sostanze pericolose (etichettate con croce di Sant'Andrea e/o teschio) ha una buona efficienza di aspirazione quando garantisce una velocità frontale dell'aria aspirata non inferiore a 0,5 m/s. Tali valori sono da intendersi riferiti a 40 cm di apertura del frontale e sono da controllare con cadenza almeno annuale. Per sostanze pericolose non volatili è possibile l'uso di una cappa con velocità frontale dell'aria fra 0,4 e 0,5 m/s. L’uso di sostanze cancerogene e/o mutagene richiede una velocità frontale di almeno 0,7 m/s.

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

Classificazione delle cappe chimiche 

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Scorrimento del frontale

Lo schermo saliscendi deve essere mantenuto efficiente: annualmente va verificato il sistema di scorrimento. Tale verifica deve essere annotata nell'apposito registro. Spesso una cattiva manutenzione del frontale può portare a spiacevoli infortuni (ad esempio, lesioni per frantumazione del vetro) o ad un uso non efficace della cappa stessa (ad esempio, frontale bloccato alla massima apertura).

Filtri

Sono consigliabili, soprattutto in caso di concentrazioni elevate di sostanze tossiche e nocive, sistemi di abbattimento degli inquinanti. La periodicità della sostituzione dei filtri, è in funzione di diversi fattori (portata dell'elettroventilatore, tipologia di contaminante, ecc.); in ogni caso, in assenza di indicazioni più specifiche, va prevista la sostituzione almeno ogni 9-12 mesi, indipendentemente dall'utilizzo della cappa.

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

Prodotti chimici pericolosi Le sostanze ed i preparati (le miscele o soluzioni costituite da due o più sostanze) sono suddivisibili in quattro gruppi di pericolosità.

- Non pericolose (es. acqua potabile e aria atmosferica in condizioni normali). In questi casi non sono da assumere particolari precauzioni.

- Non pericolose ma impiegate in condizioni tali da poter costituire pericolo (es. acqua ad alta temperatura, aria compressa). Il pericolo in questi casi non è di tipo chimico ma può derivare principalmente dalle alterazioni delle variabili fisiche, quali temperatura, pressione, concentrazione o dalle particolari condizioni di impiego.

- Pericolose ma non classificate dalle norme sulla classificazione, etichettatura ed imballaggi dei prodotti chimici pericolosi (es. materiali organici degradati maleodoranti o infetti, acque di scarico con rischio biologico o materiali e prodotti esclusi dalle norme come farmaci, rifiuti etc.). Non tutte le sostanze pericolose sono regolamentate dalle stesse norme previste per l'impiego dei prodotti chimici "tradizionali".

- Pericolose così come indicato dalle norme sulla classificazione, etichettatura ed imballaggi dei prodotti chimici pericolosi (fanno parte di questo gruppo la maggior parte delle sostanze e preparati chimici normalmente presenti nei luoghi di lavoro).

La pericolosità può essere valutabile in base a proprietà chimico-fisiche delle sostanze o dei prodotti chimici utilizzati oppure dalle loro caratteristiche tossicologiche o da altri effetti specifici sulla salute (cancerogenità, induzione di mutazioni genetiche, tossicità per il ciclo riproduttivo) e da proprietà ecotossicologiche (pericolo per l’ambiente).

La pericolosità dovuta a proprietà chimico-fisiche mette a rischio la sicurezza immediata dell'individuo (incendio, esplosione) mentre negli altri casi è in gioco la sua salute o quella dell’ambiente.

La normativa europea, utilizzando i criteri di classificazione precedenti, ha definito per le sostanze e i preparati le categorie di seguito descritte.

Classificazione in base alle proprietà chimico-fisiche Esplosivi: le sostanze ed i preparati solidi, liquidi, pastosi o gelatinosi che, anche senza l’azione dell’ossigeno atmosferico, possono provocare una reazione esotermica con rapida formazione di gas e che, in determinate condizioni di prova, detonano, deflagrano o esplodono in seguito a riscaldamento in condizioni di parziale contenimento.

Comburenti: le sostanze ed i preparati che a contatto con altre sostanze, soprattutto se infiammabili, provocano una forte reazione esotermica.

Estremamente infiammabili: le sostanze ed i preparati liquidi con un punto di infiammabilità estremamente basso ed un punto di ebollizione basso e le sostanze e i preparati gassosi che a temperatura e pressione ambiente si infiammano a contatto con l’aria.

Facilmente infiammabili

Sono facilmente infiammabili:

a) le sostanze ed i preparati che, a contatto con l’aria, a temperatura ambiente e senza l’apporto di energia, possono riscaldarsi ed infiammarsi;

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

b) le sostanze ed i preparati solidi che possono facilmente infiammarsi a causa di un breve contatto con una sorgente di accensione;

c) le sostanze ed i preparati liquidi il cui punto di infiammabilità è molto basso;

d) le sostanze ed i preparati che , a contatto con l’acqua sprigionano gas estremamente infiammabili in quantità pericolose.

Infiammabili: le sostanze ed i preparati liquidi con un basso punto di infiammabilità.

Classificazione in base alle proprietà tossicologiche Molto tossici: le sostanze ed i preparati che in caso di inalazione, ingestione o penetrazione cutanea in piccolissime quantità, possono essere mortali oppure provocare lesioni acute o croniche.

Tossici: le sostanze ed i preparati che in caso di inalazione, ingestione o penetrazione cutanea in piccole quantità, possono essere mortali oppure provocare lesioni acute o croniche.

Nocivi: le sostanze ed i preparati che in caso di inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono essere mortali oppure provocare lesioni acute o croniche.

Corrosivi: le sostanze ed i preparati che a contatto con i tessuti vivi possono esercitare su di essi una azione distruttiva.

Irritanti: le sostanze ed i preparati non corrosivi il cui contatto diretto, prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose possono provocare una reazione infiammatoria.

Sensibilizzanti: le sostanze ed i preparati che per inalazione o penetrazione cutanea, possono dar luogo ad una reazione di ipersensibilizzazione per cui una successiva esposizione alla stessa sostanza o al preparato da luogo a una violenta risposta allergica.

Classificazione in base agli effetti specifici sulla salute Cancerogeni: sostanze o preparati che per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea possono provocare il cancro o aumentarne la frequenza.

Mutageni : le sostanze ed i preparati che, per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono produrre difetti genetici ereditari o aumentarne la frequenza.

Tossici per il ciclo riproduttivo: le sostanze ed i preparati che, per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea possono provocare o rendere più frequenti effetti nocivi non ereditari nella prole o danni a carico della funzione o delle capacità riproduttive maschili o femminili.

Questi rischi sono difficili da valutare per cui queste sostanze sono state ulteriormente distinte in tre categorie (danni sulla salute certi, probabili o possibili) che saranno definite successivamente.

Classificazione in base agli effetti sull’ambiente Pericolosi per l’ambiente: le sostanze ed i preparati che, qualora si diffondano nell’ambiente, presentano o possono presentare rischi immediati o differiti per una o più delle componenti ambientali.

Una qualsiasi sostanza appartenente ad una delle categorie di pericolo precedenti deve essere etichettata associandola ad un indicatore di pericolo, a un segnale e un simbolo di rischio chimico come riportato nella seguente tabella.

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

ritiene che la maggior parte dei lavoratori possa rimanere esposta ripetutamente giorno per giorno senza effetti negativi per la salute. Questi limiti non costituiscono una linea di demarcazione netta fra concentrazione non pericolosa e pericolosa, né un indice relativo di tossicità; quasi sempre, inoltre, sono molto più alti di quelli indicati a protezione della popolazione. I TLV si suddividono in TLV-TWA (Threshold Limit Value -Time Weighted Average), TLV-STEL( Threshold Limit Value - Short-Term Exposure Limit) e TLV-C ( Threshold Limit Value - Ceiling). Il TLV-TWA o Valore limite di soglia con media ponderata nel tempo è la concentrazione media ponderata nel tempo al quale si ritiene che tutti i lavoratori possono essere ripetutamente esposti durante una normale settimana lavorativa (turno giornaliero di 8 ore, 40 ore settimanali). E’ permessa l’escursione al disopra del valore di TLV-TWA se questa è compensata, durante la giornata lavorativa, da un escursione al disotto di esso. La TLV-STEL o Valore limite di soglia con limite per breve tempo di esposizione è la concentrazione a cui si crede i lavoratori possono essere esposti per un periodo continuativo di 15 minuti senza soffrire di irritazione, alterazione cronica o irreversibile dei tessuti, o narcosi di intensità sufficiente da accrescere la probabilità di infortuni, o limitata la possibilità di mettersi in salvo in caso di incidente o ridotta l’efficienza lavorativa, sempre che il limite medio giornaliero imposto dal TWA sia soddisfatto. Uno STEL è un TWA di 15 min di esposizione che non deve mai essere superato durante la lavorazione perfino se il TWA è soddisfatto. Il superamento del TWA non deve avvenire più di quattro volte al giorno e deve passare almeno un ora tra due esposizioni successive. TLV-C o Valore limite di soglia Ceiling è la concentrazione che non deve assolutamente essere superata durante ogni istante della giornata lavorativa. Se il monitoraggio istantaneo non è possibile durante tutta l’esposizione, allora il TLV( C) può essere valutato su un intervallo di campionamento di 15 min, eccetto per le sostanze che possono causare immediata irritazione per brevi esposizioni. Ai fini di tutelare la salute nei luoghi di lavoro si attua spesso anche il monitoraggio biologico, che consiste nella misura di un indicatore chimico in un mezzo biologico delle persone esposte (sangue, urina, ecc.). Per valutare i risultati del monitoraggio si utilizzano gli IBE o Indici Biologici di Esposizione dei valori di concentrazione al di sotto dei quali si ritiene che la maggior parte dei lavoratori esposti non subisce effetti negativi sulla salute.

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

 

Deposito dei Prodotti chimici Le sostanze chimiche devono essere contenute in armadi a ripiani, di sicurezza (armadi aspirati/antincendio) per particolari categorie di prodotti (acidi, basi, sostanze infiammabili e/o tossiche), dotati di porte che ne permettano la chiusura. Gli armadi contenenti prodotti chimici devono avere le seguenti caratteristiche: - avere dei ripiani con bordo esterno rialzato per evitare lo scivolamento dei contenitori e per contenere eventuali perdite o versamenti; - avere una vasca di raccolta almeno alla base della pila di ripiani; - riportare all'esterno i simboli di pericolo e avvertimento dei prodotti chimici contenuti.

Nella scelta delle strutture di contenimento di sostanze pericolose seguire le seguenti indicazioni:

- I liquidi infiammabili devo essere contenuti in appositi armadi di sicurezza antincendio reperibili in commercio con garanzia di idoneità;

- Gli infiammabili da conservare a bassa temperatura devono essere posti in frigoriferi antideflagranti (AD) nelle loro parti sia interne che esterne, meglio se alimentati tramite interruttore preferenziale separato. Le sostanze infiammabili non devono essere conservate in ambienti in cui siano presenti possibili fonti d'innesco come i frigoriferi di tipo domestico. Affiggere un avviso sui frigoriferi non idonei con scritto: “Non introdurre sostanze infiammabili”.

- I frigoriferi, come gli armadi, devono essere contrassegnati all’esterno con i simboli di pericolo e avvertimento propri dei prodotti contenuti. - Controllare periodicamente lo stato delle guarnizioni dei frigoriferi e se necessario sostituirle.

- Le sostanze cancerogene e/o mutagene di categoria 1 e 2 devono essere separate dalle altre sostanze e contenute in armadi chiusi a chiave.

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

Norme per il deposito dei prodotti chimici

- Tenere un elenco aggiornato di tutte le sostanze chimiche presenti in laboratorio e affiggere un foglio all’esterno di ciascun armadio con l’elenco delle sostanze chimiche contenute, la data di aggiornamento dell’elenco stesso e i riferimenti su dove trovare le relative schede di sicurezza. - Eseguire una verifica periodica (almeno una volta l’anno) dei prodotti chimici immagazzinati: quelli non identificabili, deteriorati o molto vecchi devono essere eliminati. - Ridurre al minimo necessario le quantità di prodotti chimici pericolosi e sostituire, quando possibile, i prodotti pericolosi con altri che non lo siano o che siano meno pericolosi. - Detenere per ciascuna sostanza chimica presente in laboratorio la Schede di Sicurezza aggiornata e rispettare le eventuali indicazioni particolari riportate nella Scheda (voce Manipolazione e Stoccaggio).

- Rendere disponibile in prossimità di armadi contenenti prodotti chimici il materiale per l’assorbimento e la neutralizzazione di eventuali versamenti così come indicato nelle Schede di Sicurezza. - Tutti i contenitori di sostanze chimiche devono essere etichettati in modo da poterne riconoscere in qualsiasi momento il contenuto. - Mantenere separati i prodotti fra loro chimicamente incompatibili. - Mantenere separati i solidi dai liquidi. - Indicare sull’etichetta delle sostanze particolarmente reattive o soggette a diminuzione della loro stabilità chimica col tempo o al contatto con l’aria ( es. acido perclorico e perossidi in genere) la data di acquisto del prodotto e la data di apertura del contenitore.

- Le sostanze corrosive, caustiche o irritanti devono essere stoccate ad un’altezza inferiore a quella degli occhi. - I contenitori più grandi e quelli contenenti le sostanze più pericolose vanno posizionati nei ripiani più bassi.

- Evitare di ammassare i contenitori uno sopra all’altro.

- Evitare un eccessivo peso sui ripiani.

- Assicurarsi che le sostanze non siano vicino a fonti di calore o all’azione diretta dei raggi del sole.

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

Etichette e schede di sicurezza

L’etichetta presente sul contenitore di un prodotto chimico consente di acquisire rapidamente le informazioni di base necessarie per movimentare e manipolare il prodotto in sicurezza. Informazioni più dettagliate sono disponibile nella scheda di sicurezza del prodotto.

Etichetta Nell’etichetta sono riportate, in base alla normativa europea, le seguenti indicazioni:

- il nome del prodotto chimico (spesso sono indicati anche alcuni suoi sinonimi e numeri identificativi del prodotto quali il codice del produttore, il numero CAS e il numero CEE).

- L’origine della sostanza (il nome e l’indirizzo del fabbricante, del distributore o dell’importatore).

- La categoria di rischio della sostanza.

- Il simbolo di rischio chimico.

- Le frasi di rischio.

- I consigli di prudenza.

Categoria di rischio

I prodotti chimici sono classificati nelle seguenti categorie di rischio: corrosivo (C), esplosivo (E), comburente (O), infiammabile (F), estremamente infiammabile (F+), tossico (T), estremamente tossico (T+), irritante (Xi), nocivo (Xn) e pericoloso in ambiente (N). A ciascuna categoria corrisponde un simbolo di rischio chimico che è stampato sull’etichetta di ogni confezione insieme ad alcune frasi convenzionali che forniscono informazioni sui rischi (frasi R) e dei consigli di prudenza (frasi S).

Simboli di rischio chimico

A ciascuna categoria di rischio è associato un simbolo di rischio chimico che serve ad informare immediatamente riguardo ai tipi di pericoli connessi all'uso, alla manipolazione, al trasporto ed alla conservazione degli stessi. I simboli di rischio chimico sono di colore nero in un quadrato arancione incorniciato di nero. Le dimensioni minime di questo quadrato sono di 10 mm × 10 mm, oppure almeno il 10% della superficie totale dell'etichetta.

Frasi di rischio

Le frasi di rischio dette anche frasi R sono alcune frasi convenzionali che descrivono i rischi per la salute umana, animale ed ambientale connessi alla manipolazione di sostanze chimiche. Ad ogni frase è associato un codice univoco composto dalla lettera R seguita da un numero.

Consigli di prudenza

I consigli di prudenza chiamati anche frasi S sono alcune frasi convenzionali che danno indicazioni a cui si consiglia di attenersi in caso di manipolazione di sostanze chimiche. Ad ogni frase è associato un codice univoco composto dalla lettera S seguita da un numero.

Un esempio di etichetta è riportato in figura

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

Scheda di sicurezza di un prodotto chimico Tutte le sostanze chimiche ed i preparati pericolosi posti in commercio in Italia devono essere accompagnati da una scheda di sicurezza compilata a cura e sotto la responsabilità di chi la immette sul mercato (fabbricante, importatore, distributore). La scheda di sicurezza è un documento informativo dettagliato il cui scopo è quello di consentire agli utilizzatori professionali di prendere le misure necessarie per la protezione dell’ambiente nonché della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro. La scheda deve essere aggiornata sulla base delle conoscenze tecniche e scientifiche più recenti, deve essere redatta in lingua italiana e riportare la data di redazione e quella dell’eventuale ultima revisione (le schede aggiornate a prima del 2007 non sono conformi alla normativa vigente). In una scheda di sicurezza sono riportate le seguenti informazioni: 1 Identificazione della sostanza/del preparato della società/dell’impresa Sono riportati il nome del prodotto e il suo codice, la società (ragione sociale, indirizzo, numeri di telefono, fax e indirizzo e-mail) e sopratutto un numero di telefono per le emergenze. 2 Identificazione dei pericoli in base alla classificazione CE. 3 Composizione/Informazioni sugli ingredienti. Contiene una descrizione chimica del prodotto, la concentrazione delle differenti sostanze presenti, e il numero di CAS che identifica la sostanza. 4. Misure di primo soccorso. Sono descritti in modo dettagliato gli interventi di primo soccorso in base al tipo di contatto avuto con la sostanza (ad esempio: inalazione, contatto cutaneo, contatto oculare e ingestione). 5 Misure antincendio Sono riportate le condizioni di infiammabilità, i mezzi di estinzione da utilizzare, i pericoli particolari presenti in caso di incendio e l’equipaggiamento protettivo da indossare. 6 Misure in caso di rilascio accidentale. Contiene i metodi di bonifica e le precauzioni da seguire per evitare o limitare i danni a persone o all’ambiente in caso di dispersione accidentale. 7 Manipolazione e immagazzinamento Sono riportate le precauzioni da seguire nella manipolazione del prodotto e una serie di raccomandazioni per prevenire i rischi d'incendio ed esplosione, i rischi tossicologici e la contaminazione dell'ambiente. Sono riportate inoltre le condizioni di immagazzinamento, il tipo

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

d'imballaggio necessario e la quantità limite secondo la Direttiva 96/82/CE~2003/105/CE (Seveso III). 8 Controllo dell’esposizione/protezione individuale In questa sezione sono riportati i valori limite d'esposizione, i controlli dell'esposizione professionale, i dispositivi di protezione individuale da usare e i controlli dell'esposizione ambientale. 9 Proprietà fisiche e chimiche Sono riportate le principali proprietà fisiche e chimiche disponibili come lo stato fisico, la densità, il punto di ebollizione, il punto di fusione, il punto di infiammabilità , la temperatura di autoaccensione, il limiti di esplosività eccetera. 10 Stabilità e reattività Sono specificate le condizioni in cui il prodotto chimico è stabile, le condizioni da evitare e quelle che possono comportare reazioni pericolose. 11 Informazioni Tossicologiche Sono riportati i sintomi da esposizione, gli organi del corpo umano che potrebbero essere danneggiati e quali malattie potrebbe provocare il prodotto. 12 Informazioni ecologiche Sono indicati gli effetti dannosi che può provocare lo spargimento della sostanza nel suolo o in acqua e le sua emissione in atmosfera. Sono inoltre riportate la persistenza e la degradabilità della sostanza e eventuali altri effetti nocivi. 13 Considerazioni sullo smaltimento Si forniscono indicazioni sulla manipolazione dei residui, l’eliminazione degli imballaggi vuoti e i procedimenti di neutralizzazione o distruzione del prodotto. 14 Informazioni sul trasporto Sono riportate le indicazioni da fornire per il trasporto di merci pericolose in base ad accordi internazionali, ad esempio il codice del pericolo (o numero Kemler) e il codice della merce (numero ONU, sigla UN) da riportare sul pannello di pericolo durante il trasporto. I principali accordi internazionali sono i seguenti: ADR - European Agreement concerning the International Carriage of Dangerous Goods by Road (trasporto via terra); RID - Règlement concernant le trasport International ferroviaire des merchandises Dangereuses (trasporto via ferrovia); IMDG - International Maritime Dangerous Goods Code (trasporto via nave); IATA - International Air Transport Association e ICAO - Organizzazione Internazionale dell'Aviazione Civile (trasporto aereo). 15 Informazioni sulla regolamentazione Si trovano le indicazioni normative riguardanti la classificazione e l’etichettatura della sostanza. Sono riportate le frasi R e le frasi S. 16 Altre informazioni Sono riportate informazioni supplementari sul prodotto. Vincoli sull’uso (esempio per ricerca e sviluppo).

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DIS

Sostanze

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Categoria 

 

SMIC ‐ Guida 

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DIS

 

Sostanze e 

Categoria 

Sostanze e 

Categoria 

SMIC ‐ Guida 

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Definizion

Sostanze mutageno

Sostanze mutagenoeffettuati

Sostanze mutagenoimmetter

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Definizion

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all’uso di Pro

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odotti Chimici

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411 

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

Frasi di rischio usate per sostanze/preparati cancerogeni, mutageni o tossici per la riproduzione Sostanze o preparati cancerogeni Categorie 1 e 2 R45  Può provocare il cancroR49  Può provocare il cancro per inalazioneCategoria 3 R40  Possibilità di effetti cancerogeni ‐ Prove insufficienti Sostanze o preparati mutageniCategorie 1 e 2 R46  Può provocare alterazioni genetiche ereditarieCategoria 3 R68  Può provocare effetti irreversibiliSostanze o preparati mutageni tossici per la riproduzioneCategorie 1 e 2 R60  Può ridurre la fertilità.R61  Può danneggiare i bambini non ancora nati.Categorie 3 R62  Possibile rischio di ridotta fertilità.R63  Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati 

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

Norme per l’uso di sostanze o preparati cancerogeni e/o mutageni Le presenti norme si riferiscono a sostanze o preparati cancerogeni e/o mutageni di categoria 1 o 2.

Custodia e modalità di prelievo

- Le sostanze o i preparati cancerogeni e/o mutageni devono essere conservati in un armadio di deposito chiuso a chiave con affisse le necessarie indicazioni di pericolo.

- Il prelievo di sostanze o preparati cancerogeni e/o mutageni deve essere autorizzato dal Responsabile delle attività Didattiche e di Ricerca - Le sostanze o i preparati cancerogeni e/o mutageni non devono essere prelevati e/o accumulati in laboratorio in quantità superiore alle necessità dell’esperimento.

- Le modalità di prelievo sono definite dal Responsabile delle attività Didattiche e di Ricerca

Sorveglianza sanitaria, Registro di esposizione e Registro d’uso

- La sorveglianza sanitaria è eseguita nel rispetto delle procedure di ateneo definite dal Medico Competente e può comportare l’iscrizione degli operatori nel registro di esposizione.

- Soltanto il personale autorizzato può utilizzare sostanze o preparati cancerogeni e/o mutageni.

- Ogni operatore che utilizza una sostanza cancerogena e/o mutagena dove compilare giornalmente un registro di utilizzo in cui riporta il tempo di esposizione, la quantità e la procedura adottata.

Procedure operative

- La procedura operativa è definita dal Responsabile delle attività Didattiche e di Ricerca

- La procedura deve minimizzare la quantità di sostanze o preparati cancerogeni e/o mutageni e ridurre al il numero le persone potenzialmente esposte.

- La procedura si deve basare sulla scheda di sicurezza del materiale e su ogni altra fonte di informazioni disponibile. - La procedura deve assicurare che l’utilizzo di sostanze o preparati cancerogeni e/o mutageni avvenga con la più assoluta sicurezza di non contaminazione delle superfici dei banchi di lavoro (uso di vassoi anti-versamento, carta stagnola, carta assorbente con fondo impermeabile, ecc.). L'operatore dovrà provvedere, dopo l'uso, alla sistematica pulizia dei locali, dei banchi da lavoro, delle attrezzature.

- La procedura deve prevedere immediati interventi di decontaminazione in caso di spandimenti delle sostanze o preparati cancerogeni e/o mutageni.

- Le sostanze o i preparati cancerogeni e/o mutageni devono essere manipolate sotto una cappa chimica di classe 3 (velocità frontale maggiore o uguale a 0,7 m/s). Nei laboratori dove non sono installate cappe idonee è fatto assoluto divieto di uso di prodotti cancerogeni e/o mutageni.

- Nel caso di particolari esigenze e per motivi eccezionali per cui devono essere eseguite operazioni fuori cappa (es: pesatura di precisione o in calma d'aria) è necessario usare un respiratore che fornisca una protezione adeguata (almeno un facciale filtrante o semimaschera di classe 3 per polvere o aerosol a seconda del tipo di esposizione e quanto riportato nella scheda di sicurezza).

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

- L’esposizione degli operatori che utilizzano apparecchiature (es reattori da laboratorio, prototipi) che impiegano/producono sostanze o preparati cancerogeni e/o mutageni deve essere nulla.

Azioni preliminari da eseguire

- Aerare il locale e attivare i sistemi di aspirazione valutandone l’efficienza.

- Indossare i necessari dispositivi di protezione individuale verificandone preventivamente l’integrità e lo stato di efficienza. L’operatore deve come minimo sempre indossare occhiali, un camice a maniche lunghe, guanti e manichette protettive. - Evitare di operare con le lenti a contatto. - Coprire con appositi dispositivi (cerotti, garze, ...) eventuali parti lese della cute. - Togliere gli effetti personali che potrebbero venire esposti ad agenti contaminanti. - Predisporre il contenitore idoneo per i residui. Comportamento durante la sperimentazione - Evitare di riporre i contenitori su ripiani non provvisti dei dispositivi antiribaltamento e dei dispositivi di contenimento degli eventuali versamenti. - Smaltire i residui con riferimento alle procedure di smaltimento dei rifiuti. - Prima di lasciare il laboratorio lavarsi accuratamente le mani e dismettere gli abiti da lavoro che potrebbero risultare contaminati. - In caso di esposizione non prevedibile, si raccomanda interrompere la sperimentazione, avvisare del pericolo gli altri operatori presenti, abbandonare immediatamente l'area interessata, impedirne l’accesso ed infine avvertire il Responsabile del laboratorio e il Responsabile delle attività Didattiche e di Ricerca

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

Liquidi criogenici I liquidi criogenici a causa della loro temperatura estremamente bassa producono sulla cute delle ustioni, mentre la loro rapida evaporazione può rendere facilmente l’ambiente sotto-ossigenato causando asfissia. Si ha infatti che quando la concentrazione dell’ossigeno scende al di sotto del 16% una persona può perdere i sensi senza alcun sintomo premonitore. Una atmosfera sotto-ossigenata può essere causata ad esempio da spandimenti accidentali di liquido sul pavimento o su altre superfici oppure dallo scaricarsi di una certa quantità di fluido dalle valvole di sicurezza per il verificarsi di improvvise sovrappressioni.

Nell’uso dei fluidi criogenici attenersi alle seguenti norme:

Ventilazione del laboratorio

- Dotare il locale di aperture che garantiscano il ricambio naturale e permanente dell'aria ambiente; in alternativa, installare idonei mezzi di ventilazione meccanica ubicati a livello pavimento o delle parti più basse del locale, in grado di eliminare i vapori che si possono formare.

- Nel caso di manipolazione e uso di liquidi criogenici in un ambiente scarsamente aerato, è indispensabile la presenza di un apposito sensore di ossigeno (ossimetro) con segnalatore acustico-luminoso che entra in funzione quando la concentrazione di ossigeno scende a livelli inferiori al 18%.

I contenitori

- Usare soltanto contenitori progettati e certificati appositamente per contenere liquidi criogenici.

- Riempire i contenitori soltanto con i liquidi che essi sono destinati a contenere.

- I contenitori (non di deposito) devono essere di tipo aperto oppure protetti da uno sfiato od altro dispositivo di sicurezza che permetta lo scarico di gas. - I grandi recipienti di deposito non aperti devono essere muniti di dispositivi di limitazione della pressione. - Quando si usa uno speciale tappo distributore a pressione con sfiatatoio, oppure un tubo di sfiato, come nel caso di piccoli contenitori portatili, controllare lo sfiato ad intervalli regolari per accertarsi che non sia ostruito dall'umidità atmosferica ghiacciata. - Utilizzare solo i tappi forniti con i contenitori.

- Non tappare mai contenitori di piccole dimensioni, bensì coprirli quando non sono in uso per proteggere lo sfiato dall'umidità.

Protezione dell’operatore

- Proteggere gli occhi con una visiera od occhiali di protezione.

- Indossare sempre dei guanti per maneggiare qualsiasi oggetto che è o possa essere stato in contatto con il liquido. I guanti dovranno calzare in maniera larga in modo che possano essere gettati via rapidamente, qualora si versasse o schizzasse del liquido dentro di essi.

- Calzare sempre della scarpe chiuse, evitare di indossare scarpe aperte o porose.

- Indossare camice e pantaloni lunghi o tuta in modo da proteggersi contro gli spruzzi alle gambe o altre parti del corpo.

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

Manipolazione di liquidi criogenici

- Tenersi sempre a distanza sicura da un liquido che bolle e schizza e dal gas da esso emanato. Ciò avviene sempre quando si riempie un recipiente “caldo” (es. temperatura ambiente), oppure quando si inseriscono degli oggetti nel liquido.

- Eseguire sempre queste operazioni lentamente per minimizzare ebollizione e schizzi.

- Evitare sempre il contatto di qualsiasi parte del corpo non protetta con tubazioni o recipienti non isolati contenenti gas atmosferici liquefatti: il metallo estremamente freddo può infatti aderire saldamente alla pelle e lacerarla.

- Non estrarre oggetti immersi in un liquido criogenico con le mani anche se protette da guanti, usare ad esempio delle tenaglie.

- Usare un imbuto ogni qualvolta si versi gas liquefatto in un vaso di Dewar o altro contenitore di piccole dimensioni. Quando risulta pericoloso o scomodo inclinare il contenitore, usare un tubo di travaso per estrarre il liquido.

- Nel caso si usi un tubo di travaso, immergere a fondo il tubo di travaso nel liquido, fino a che il materiale di guarnizione, o il tappo sul tubo di travaso formi una tenuta con il collo del contenitore. L'evaporazione normale produce di solito una pressione adeguata per l'estrazione del liquido.

- Se si vuole ottenere una estrazione continua, il contenitore può essere pressurizzato con il gas corrispondente al prodotto liquido, oppure con un altro gas inerte esente da olio. Non usare una pressione più elevata di quella appena sufficiente per l'estrazione del liquido. - Il trasporto di contenitori con liquidi criogenici in ascensori deve avvenire senza personale all’interno (uso come montacarichi). Gli ascensori sono ambienti piccoli e non ben areati; pertanto, in caso di una perdita accidentale di liquido o di un blocco dell’ascensore, esiste il pericolo di asfissia per il personale eventualmente presente.

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DIS

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47

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DIS

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Precauzioil contatto

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odotti Chimici

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oni: i vaporo con la pell

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ri non devone deve esser

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••

• Idrogen• Acetilen• Etere eti

• Cloruro • Monoss

carbonio• Metanol

• Cianuro• Nicotina

• Cloruro • Carbona

• Laudano• Diclorom• Cisteina

• Fosforo • Cianuro

48

o ne ilico

di bario ido di o lo

o a

di calcio ato di sodio

o metano a

o di potassio

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Elenco delle frasi di rischio (frasi R) R 1 : Esplosivo a secco. R 2 : Rischio d'esplosione per urto, attrito, presenza di fuoco o di altre fonti d'infiammazione. R 3 : Grande rischio d'esplosione per urto, attrito, in presenza di fuoco o altre fonti d'infiammazione. R 4 : Forma dei composti metallici esplosivi molto sensibili. R 5 : Rischio d'esplosione in presenza di calore. R 6 : Rischio d'esplosione a contatto o meno con l'aria. R 7 : Può provocare incendio. R 8 : Favorisce l'infiammazione di sostanze combustibili. R 9 : Può esplodere componendosi con sostanze combustibili. R 10 : Infiammabile R 11 : Molto infiammabile. R 12 : Estremamente infiammabile. R 13 : Gas liquefatto estremamente infiammabile. R 14 : Reagisce violentemente a contatto con l'acqua. R 15 : A contatto con l'acqua sviluppa gas molto infiammabili. R 16 : Può esplodere componendosi con sostanze comburenti. R 17 : Infiammabile spontaneamente in presenza di aria. R 18 : Con l'uso, formazione possibile di miscela vapore / aria infiammabile / esplosivi. R 19 : Può formare perossidi esplosivi. R 20 : Nocivo per inalazione. R 21 : Nocivo a contatto con la pelle. R 22 : Nocivo in caso di ingestione. R 23 : Tossico per inalazione. R 24 : Tossico a contatto con la pelle. R 25 : Tossico in caso d'ingestione. R 26 : Molto tossico per inalazione. R 27 : Molto tossico a contatto con la pelle. R 28 : Molto tossico in caso d'ingestione. R 29 : A contatto con l'acqua sviluppa gas tossici. R 30 : Può diventare molto infiammabile in esercizio. R 31 : A contatto con un acido sviluppa gas tossico. R 32 : A contatto con un acido sviluppa gas molto tossico. R 33 : Pericolo di effetti cumulati. R 34 : Provoca ustioni. R 35 : Provoca gravi ustioni. R 36 : Irritante per gli occhi. R 37 : Irritante per le vie respiratorie. R 38 : Irritante per la pelle. R 39 : Pericolo di effetti irreversibili molto gravi. R 40 : Possibilità di effetti cancerogeni - Prove insufficienti. R 41 : Rischio di lesioni oculari gravi. R 42 : Può causare sensibilizzazione per inalazione. R 43 : Può causare sensibilizzazione a contatto con la pelle. R 44 : Rischio d'esplosione se riscaldato in ambiente chiuso. R 45 : Può provocare il cancro.

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R 46 : Può provocare alterazioni genetiche ereditarie. R 47 : Può procurare malformazioni congenite. R 48 : Rischio di effetti gravi per la salute in caso di esposizione prolungata. R 49 : Può provocare il cancro per inalazione. R 50 : Altamente tossico per gli organismi acquatici. R 51 : Tossico per gli organismi acquatici. R 52 : Nocivo per gli organismi acquatici. R 53 : Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico. R 54 : Tossico per la flora. R 55 : Tossico per la fauna. R 56 : Tossico per gli organismi del terreno. R 57 : Tossico per le api. R 58 : Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente. R 59 : Pericoloso per lo strato di ozono. R 60 : Può ridurre la fertilità. R 61 : Può danneggiare i bambini non ancora nati. R 62 : Possibile rischio di ridotta fertilità. R 63 : Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati. R 64 : Possibile rischio per i bambini allattati al seno. R 65 : Nocivo: può causare danni ai polmoni in caso di ingestione. R 66 : L'esposizione ai vapori può provocare secchezza e screpolature alla pelle. R 67 : L'inalazione dei vapori può provocare sonnolenza e vertigini. R 68 : Possibilità di effetti irreversibili.

Elenco delle combinazioni di frasi di rischio R 14/15 : Reagisce violentemente con l'acqua liberando gas infiammabili. R 15/29 : A contatto con l'acqua libera gas tossici e facilmente infiammabili. R 20/21 : Nocivo per inalazione e contatto con la pelle. R 21/22 : Nocivo a contatto con la pelle e per ingestione. R 20/22 : Nocivo per inalazione e ingestione. R 20/21/22 : Nocivo per inalazione, ingestione e contatto con la pelle. R 23/24 : Tossico per inalazione e contatto con la pelle. R 24/25 : Tossico a contatto con la pelle e per ingestione. R 23/25 : Tossico per inalazione e ingestione. R 23/24/25 : Tossico per inalazione, ingestione e contatto con la pelle. R 26/27 : Altamente tossico per inalazione e contatto con la pelle. R 26/28 : Molto tossici per inalazione e per ingestione. R 27/28 : Altamente tossico a contatto con la pelle e per ingestione. R 26/27/28 : Altamente tossico per ingestione, inalazione e contatto con la pelle. R 36/37 : Irritante per gli occhi e le vie respiratorie. R 37/38 : Irritante perle vie respiratorie e la pelle. R 36/38 : Irritante per gli occhi e la pelle. R 36/37/38 : Irritante per gli occhi, le vie respiratorie e la pelle. R 39/23 : Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione. R 39/24 : Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle. R 39/25 : Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione. R 39/23/24 : Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a contatto con la pelle.

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R 39/23/25 : Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e ingestione. R 39/24/25 : Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle e per ingestione. R 39/23/24/25 : Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione. R 39/26 : Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione. R 39/27 : Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle. R 39/28 : Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione. R 39/26/27 : Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a contatto con la pelle. R 39/26/28 : Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto per inalazione e per ingestione. R 39/26/27/28 : Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione. R 42/43 : Può provocare sensibilizzazione per inalazione e a contatto con la pelle. R 48/20 : Nocivo: pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata per inalazione. R 48/21 : Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle. R 48/22 : Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per ingestione. R 48/20/21 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e a contatto con la pelle. R 48/20/22 : Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e ingestione. R 48/21/22 : Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle e per ingestione. R 48/20/21/22 : Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione. R 48/23 : Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione. R 48/24 : Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle. R 48/25 : Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per ingestione. R 48/23/24 : Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e a contatto con la pelle. R 48/23/25 : Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e per ingestione. R 48/24/25 : Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle e per ingestione. R 48/23/24/25 : Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione. R 50/53 : Altamente tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico. R 51/53 : Tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico. R 52/53 : Nocivo per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico. R 68/20 : Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione. R 68/21 : Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle. R 68/22 : Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per ingestione.

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R 68/20/21 : Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e a contatto con la pelle. R 68/20/22 : Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e ingestione. R 68/21/22 : Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle e per ingestione. R 68/20/21/22 : Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione.

Elenco di consigli di prudenza (frasi S) S 1 : Conservare sotto chiave. S 2 : Conservare fuori portata dei minori. S 3 : Conservare in luogo fresco. S 4 : Conservare lontano da qualsiasi locale abitato. S 5 : Conservare in ... (liquido adatto consigliato dal produttore). S 6 : Conservare in ... (gas inerte consigliato dal produttore). S 7 : Conservare il recipiente perfettamente chiuso. S 8 : Conservare il recipiente protetto dall'umidita'. S 9 : Conservare il recipiente in un luogo ben ventilato. S 12 : Non chiudere ermeticamente il recipiente. S 13 : Conservare lontano da prodotti alimentari e bevande, compresi quelli per animali. S 14 : Conservare lontano da ... (sostanze incompatibili specificate dal produttore). S 15 : Conservare lontano da fonti di calore. S 16 : Conservare lontano da qualsiasi fonte d'infiammazione. Non fumare. S 17 : Tenere lontano da sostanze combustibili. S 18 : Manipolare e aprire il recipiente con precauzione. S 20 : Non mangiare e bere durante l'utilizzazione. S 21 : Non fumare durante l'utilizzazione. S 22 : Non respirarne le polveri. S 23 : Non respirarne i gas e i vapori, i fumi, gli aerosol (termini adatti specificati dal produttore). S 24 : Evitare il contatto con la pelle. S 25 : Evitare il contatto con gli occhi. S 26 : In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente e abbondantemente con acqua e consultare uno specialista. S 27 : Togliere immediatamente qualsiasi indumento insudiciato o spruzzato. S 28 : Dopo contatto con la pelle, lavarsi immediatamente e abbondantemente con ... (prodotto adeguato specificato dal produttore). S 29 : Non gettare i residui nelle condotte fognarie. S 30 : Non versare mai acqua in questo prodotto. S 33 : Evitare l'accumulo di cariche elettrostatiche. S 34 : Evitare movimento d'urto e di attrito. S 35 : Non gettare il prodotto e il recipiente senza aver preso tutte le precauzioni indispensabili. S 36 : Indossare un indumento di protezione adeguato. S 37 : Indossare guanti adeguati. S 38 : In caso di insufficiente ventilazione, far uso di un apparecchio respiratorio adeguato. S 39 : Far uso di un apparecchio di protezione degli occhi e del viso. S 40 : Per la pulizia del pavimento o di oggetti, insudiciati dal prodotto, utilizzare ... (prodotto specificato dal produttore). S 41 : In caso d'incendio e/o di esplosione non respirare i fumi. S 42 : In caso di irrigazione liquida o gassosa indossare un apparecchio respiratorio adeguato (indicazioni a cura del produttore). S 43 : In caso d'incendio utilizzare ... (apparecchi estintori specificati dal produttore. Qualora il

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rischio aumenti in presenza di acqua aggiungere: "Non utilizzare mai acqua"). S 44 : In caso di malore consultare un medico (recando possibilmente l'etichetta). S 45 : In caso d'infortunio o di malore, consultare immediatamente un medico (recare possibilmente con sé l'etichetta). S 46 : In caso d'ingestione consultare immediatamente un medico recando con se' l'imballlaggio o l'etichetta. S 47 : Conservare a temperatura non superiore a ... °C (da specificare a cura del produttore). S 48 : Mantenere in ambiente umido con ... (prodotto adeguato da specificare a cura del produttore). S 49 : Conservare unicamente nel recipiente originale. S 50 : Non mescolare con ... (da specificare a cura del produttore). S 51 : Utilizzare unicamente in zone perfettamente ventilate. S 52 : Non utilizzare su grandi superfici in locali abitati. S 53 : Evitare l'esposizione, procurarsi istruzioni particolari prima dell'utilizzazione. S 54 : Procurarsi il consenso delle autorità di controllo dell'inquinamento prima di scaricare negli impianti di trattamento delle acque di scarico. S 55 : Utilizzare le migliori tecniche di trattamento disponibili prima di scaricare nelle fognature o nell'ambiente acquatico. S 56 : Non scaricare nelle fognature o nell'ambiente; smaltire i residui in un punto di raccolta rifiuti autorizzato. S 57 : Usare contenitori adeguati per evitare l'inquinamento ambientale. S 58 : Smaltire come rifiuto pericoloso. S 59 : Richiedere informazioni al produttore/fornitore per il recupero/riciclaggio. S 60 : Questo materiale e/o il suo contenitore devono essere smaltiti come rifiuti pericolosi. S 61 : Non disperdere nell'ambiente. Riferirsi alle istruzioni speciali/schede informative in materia di sicurezza. S 62 : In caso di ingestione non provocare il vomito: consultare immediatamente un medico. S 63 : In caso di ingestione per inalazione, allontanare l'infortunato dalla zona contaminata e mantenerlo a riposo. S 64 : In caso di ingestione, sciacquare la bocca con acqua (solamente se l'infortunato è cosciente).

Elenco delle combinazioni dei consigli di prudenza S1/2 : Conservare sotto chiave e fuori della portata dei bambini. S3/7/9 : Tenere il recipiente ben chiuso in luogo fresco ben ventilato. S3/9 : Tenere il recipiente in luogo fresco e ben ventilato. S3/9/14/49 : Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato lontano da (materiali incompatibili da precisare da parte del fabbricante). S3/9/49 : Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato. S3/14 : Conservare in luogo fresco lontano da (materiali incompatibili da precisare da parte del fabbricante. S7/8 : Conservare il recipiente ben chiuso e al riparo dell’umidità. S7/9 : Tenere il recipiente ben chiuso e in luogo ben ventilato. S7/47 : Tenere il recipiente ben chiuso e a temperatura non superiore a °C (da precisare da parte del fabbricante). S20/21 : Non mangiare né bere né fumare durante l’impiego. S24/25 : Evitare il contatto con gli occhi e con la pelle. S29/56 : Non gettare i residui nelle fognature. S36/37 : Usare indumenti protettivi e guanti adatti. S36/37/39 : Usare indumenti protettivi e guanti adatti e proteggersi gli occhi/la faccia. S36/39 : Usare indumenti protettivi adatti e proteggersi gli occhi/la faccia.

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S37/39 : Usare guanti adatti e proteggersi gli occhi/la faccia. S47/49 : Conservare soltanto nel contenitore originale a temperatura non superiore a °C (da precisare da parte del fabbricante).

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Elenco di alcune sostanze chimiche incompatibili con rischio di reazioni violente ACETILENE fluoro, cloro, bromo, argento, rame e mercurio ACETONE miscele di acido nitrico e solforico concentrati ACIDO ACETICO acido cromico, acido nitrico, perossidi e permanganati ACIDO CIANIDRICO acido nitrico e alcali ACIDO CROMICO E TRIOSSIDO DI CROMO ac. acetico, naftalene, canfora, glicerolo, acqua ragia, alcool e altri liquidi infiammabili ACIDO NITRICO CONCENTRATO ac. acetico, acetone, alcool, anilina, ac. cromico, ac. cianidrico, solfuro di idrogeno, liquidi infiammabili, gas infiammabili, sostanze nitrabili ACIDO OSSALICO argento e mercurio ACIDO PERCLORICO anidride acetica, bismuto e sue leghe, alcool, carta, legno,grasso e olii ACIDO SOLFORICO clorato, perclorati, permanganati AMMONIACA ANIDRA mercurio, cloro, calcio ipoclorito, iodio, bromo e fluoruro di idrogeno ANILINA ac. nitrico,perossido di idrogeno ARGENTO acetilene, acido ossalico, ac. tartarico, ac. fulminico BROMO ammoniaca, actilene, butadiene, butano e altri gas petroliferi, carburo di sodio, acqua ragia, benzene CARBONE ATTIVO ipoclorito di calcio, ossidanti CLORATI sali di ammonio, acidi polveri metalliche, zolfo CLORO vedi bromo DIOSSIDO DI CLORO ammoniaca, metano, fosfina, solfuro di idrogeno FLUORO reattivo con tutti FLUORURO DI IDROGENO ammoniaca acquosa o anidra FOSFORO BIANCO aria e ossigeno IDRAZINA perossido di idrogeno, ac. nitrico, qualsiasi ossidante IDROCARBURI (BENZENE, BUTANO,PROPANO, BENZINA)

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fluoro, cloro, ac. cromico, perossidi IODIO acetilene, ammoniaca acquosa o anidra MERCURIO acetilene, ac. fulminico, ammoniaca METALLI ALCALINI E ALCALINO TERROSI anidride carbonica, tetracloruro di carbonio e altri idrocarburi clorurati NITRATO DI AMMONIO acidi, polveri metalliche, liquidi infiammabili, clorati nitriti, zolfo sostanze organiche o combustibili NITROPARAFFINA basi inorganiche ammine OSSIDO DI CALCIO acqua OSSIGENO olii, grassi, idrogeno, liquidi ,solidi o gas infiammabili POTASSIO PERMANGANATO glicerolo, glicole etilenico, benzaldeide, ac. solforico PEROSSIDO DI IDROGENO rame, cromo, metalli o loro sali, liquidi infiammabili, materiali combustibili

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Elenco di alcune sostanze chimiche incompatibili con rischio di formazione di sostanze tossiche PRODOTTI ARSENIACALI qualsiasi agente riducente si genera ARSINA ACIDO NITRICO rame, ottone, qualsiasi metallo pesante si genera DIOSSIDO DI AZOTO CIANURI acidi si genera ACIDO CIANIDRICO FOSFORO alcali caustici o agenti riducenti si genera FOSFINA IPOCLORITI acidi si genera CLORO, ACIDO IPOCLOROSO NITRATI acido solforico si genera DIOSSIDO DI AZOTO SOLFURI Acidi si genera SOLFURO DI IDROGENO

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Elenco di sostanze cancerogene per inalazione Frase R49 Berillio Berillio composti esclusi i silicati doppi di alluminio e berillio Cadmio ossido Cadmio solfato Dinichel triossido Nichel ossido Nichel monossido Nichel solfuro Trinichel solfuro Elenco di sostanze cancerogene per inalazione (categorie 1 e 2) Frase 45 AAT Acido arsenico e sali Acido cromico (VI), sale di cromo Acrilamide Acrilonitrile Amianto Amianto actinolite Amianto amosite Amianto antofillite Amianto crisotilo Amianto cricidolite Amianto tremolite 4-Aminobifenile 4-Aminobifenile, sali 4-Amino-2, 3-dimetilazobenzene 4-Amino-3-fluorofenolo o-Anisidina Aziridina Benzene Benzidina Benzidina sali Benzotricloruro Benzo (a) antracene Benzo (a) pirene Benzo (b) fluoroantene Benzo(d,e,f) crisene Benzo (e) acefenanatrilene) 1.3 Butadiene Cadmio cloruro Calcio cromato Captafol Carbadox 2-Cloroallide dietiltiocarbammato Cloroetilene

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Clorometil (metil) etere Clorometil (metil) ossido bis (Corometil) etere bis (Clorometil) ossido 1-Cloro-2,3-epossipropano Cromo (III) cromato C-I Direct Brown96 4,4-Diminodifenile 4,4-Diaminodifenilmetano 2,4-Diaminotoluene o-Dianisidina sali Diarsenico pentossido Diarsenico triossido Diazometano Dibenz(a,h) antracene 45 1,2-Dibromoetano 1,2-Dibromo-3-cloropropano 3,3-Diclorobenzidina sali 1,2- Dicloroetano 2,4-Diclorofenil-4-nitrofenil ossido 1,3-Dicloropropan-2-olo 1,4-Dicloro-2-butene 2,2-Dicloro-4,4 metilendianilina sali Dietilsolfato Dimetilcarbamoil cloruro 1,2-Dimetilidrazina Dimetilnitrosamina Dimetilsolfamoil cloruro Dimetilsolfato Disodio-(5-(4’-(2,6-diidrossi 3-((2-idrossi-5-solfofenil) azo) fenil) azo) (1,1-bifenil)-4- il) azo) salicilato (4) cuprato (2-) Epicloridrina (Epossietil) benzene 1,2-Epossipropano Erionite Esaclorobenzene Esametilfosforo triamide Estratti (petrolio) frazione paraffinica leggera distillata con solvente Estratti (petrolio) solvente gasolio leggero, sotto vuoto Estratti (petrolio) frazione naftenica leggera distillata con solvente Estratti (petrolio) frazione paraffinica pesante distillata con solvente Estratti (petrolio) distillati naftenici pesanti con solvente Etil carbammato Etilene dibromuro Etilene dicloruro Etilene ossido Etilenimina Fenilossirano Idrazina Idrazina bis (3-carbossi-4-idrossibenzensolfonato

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Idrazina sali idrazobenzene Idrocarburi C26-55, ricchi di aromatici Metil 3-(chinossalin-2-ilmetilen)carbonato 1,4-diossido Metil acrilamidoetossiacetato (contenente >=0.1% di acrilamide) Metil acrilamidoglicolato (contenente >=0.1% dimacrilamide) 2-Metilaziridina Metilazossimetile acetato 4,4’-Metilenbis (2-cloroanilina) 4,4’-Metilenbis (2-cloroanilina) sali 4,4’-Metilendianilina 4,4’- Metilendi-o-toluidina Metilossirano 1-Metil-3-nitro-1-nitrosoguanidina Metil-ONN-azossimetile acetato 4-Metil-m-fenilendiamina 2-Metossianilina 2-(Metossicarbonil idrazonomeil)-chinossalina-1,4-diossido Beta-naftilamina 2-Naftilamina 5-Nitroacenaftene 4-Nitrobifenile Nitrofene 2-Nitronaftalene 2-Nitropropano Nitrosodipropilamina N-nitrosodimetilamina N-nitroso-N-propil-1-propanamina N,N-dimetilidrazina Ossirano Potassio bromato 3-Propanolide 1,3-Propansultone Propilene ossido Propilenimina 1,3-Propriolattone Stirene ossido Stronzio cromato Sulfallate 1,2,3,6-tetraidro-N-(1,1,2,2-tetracloroetiltio) ftalimide Tioacetamide o-Tolidina o.Tolidina sali 4-o-Tolilazo-o-toluidina o-Toluidina Alfa, alfa, alfa-Triclorotoluene Uretano Vinile cloruro Zinco cromato compreso il cromato di zinco e potassio 

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Metodi di rimozione per alcuni versamenti di sostanze chimiche

Tipo di versamento Pulizia consigliata

Acidi organici Applicare bicarbonato di sodio. Assorbire con granuli o vermiculite

Acidi inorganici Applicare bicarbonato di sodio/ossido di calcio o sodio carbonato/ossido di calcio. Assorbire con granuli o vermiculite. NOTE: L'acido fluoridrico è un'eccezione (vedi sotto)

Acido cloridrico Non usare acqua. Assorbire con sabbia o bicarbonato di sodio

Aldeidi Assorbire con granuli o vermiculite

Ammine alifatiche Applicare bisolfato di sodio. Assorbire con granuli o vermiculite

Ammine aromatiche Assorbire con granuli o vermiculite. Evitare il contatto con la pelle e l'inalazione.

Ammine aromatiche alogenate

Assorbire con granuli o vermiculite. Evitare il contatto con la pelle e l'inalazione.

Azidi (potenzialmente esplosivi)

Assorbire con granuli o vermiculite. Decontaminare con una soluzione al 10% di ammonio nitrato cerico.

Basi (alcali caustici) Neutralizzare con acido o altri neutralizzatori chimici in commercio e assorbire con granuli o vermiculite.

Carbonio solfuro Assorbire con granuli o vermiculite

Cloridrina Assorbire con granuli o vermiculite. Evitare il contatto con la pelle e l'inalazione

Cianuri Bagnare o inumidire i solidi prima di spazzare o utilizzare un aspiratore con filtro HEPA. Assorbire i liquidi con granuli o vermiculite

Alidi, organici o inorganici Applicare bicarbonato di sodio

ldrocarburi alogenati Assorbire con granuli o vermiculite

ldrazina Assorbire con granuli o vermiculite. Evitare i materiali organici.

Acido fluoridrico

Assorbire con carbonato di calcio (o ossido di calcio) piuttosto che bicarbonato di sodio che può portare alla formazione di sodio fluoruro considerato più tossico dei calcio fluoruro. Curare molto la scelta dei granuli per l'assorbimento dell'acido, quelli che contengono silicati incompatibili con l'acido fluoridrico

Soluzioni di sali inorganici Applicare soda

Mercaptani/solfuri organici Neutralizzare con una soluzione di ipoclorito di calcio. Assorbire con granuli o vermiculite

Nitrili Spazzare via i solidi. Assorbire i liquidi con granuli o vermiculite

Nitro composti organici Assorbire con granuli o vermiculite. Evitare il contatto con la pelle e l'inalazione

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Agenti ossidanti Applicare bisolfito di sodio

Perossidi (reazioni violente con l'acqua) Assorbire con granuli o vermiculite

Fosfati, organici Assorbire con granuli o vermiculite

Sostanze riducenti Applicare soda o bicarbonato di sodio

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Elenco dei segnali di sicurezza

Segnali di divieto

DIVIETO TRANSITO PEDONI

VIETATO USARE FIAMME LIBERE

DIVIETO TRANSITO CARRELLI

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NON TOCCARE

ACQUA NON POTABILE

VIETATO USARE ESTINTORI

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

Segnali di avvertimento

MATERIALE COMBURENTE

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

PERICOLOSO PER L’AMBIENTE

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

Segnali di prescrizione

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

Segnali di salvataggio o soccorso

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

Segnali di antincendio

IDRANTE

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DISMIC ‐ Guida all’uso di Prodotti Chimici

PULSANTE ALLARME