Guida Terracina [RR]

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Terracina Guida alle meraviglie di

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TerritorioLa città è situata al bordo meridionale della pia-

nura pontina, alla foce del fiume Amaseno, sulla costa tirrenica (golfo di Gaeta); si sviluppa da una propaggine del Monte Sant’Angelo (Monti Ausoni), dove giace il centro storico, fino al lungomare Circe. La rupe di Pisco Montano segna nettamente il confine meridionale del centro abitato; a sud si apre la pianu-ra di Fondi, a nord l’urbanizzazione degrada progres-sivamente verso la campagna aperta e i borghi rurali. Di certo si sa che appartenne agli Ausoni, poi ai Vol-sci agli inizi del V sec, i quali la dedicarono alla loro divinità, Anxur.Diverrà poi colonia romana nel 321 a. C. In epoca im-periale sarà centro di villeggiatura di patrizi ed impe-ratori.Saccheggiata e distrutta dai Saraceni nel IX sec. farà poi parte dello Stato della Chiesa. Inizierà un lungo periodo di decadenza, legato alla malaria, che sarà interrotto solo con Pio VI che bonificherà le paludi della zona.L’economia di Terracina si basa in particolare sull’agricoltura, sul turismo e sullapesca.Clima: Particolarmente mite grazie alla protezione dei monti Ausoni, situati a settentrione della città, che la proteggono dalle correnti di aria fredda. Il mese più freddo, gennaio, ha una temperatura min di 5 °C, mentre quello più caldo, luglio, presenta una temperatura max tra i 30 °C e i 35 °C. La temperatu-ra media su base annua è di 17,4 °C. Le precipitazio-ni sono generalmente comprese fra gli 800 e i 1000 mm annui.

StoriaI ritrovamenti più antichi nel territorio si riferiscono a materiali preistorici rinvenuti nella Caverna della Catena al Pisco Montano. Secondo una leggenda eru-dita, riportata da Dionigi di Alicarnasso la città sareb-be stata fondata da profughi di Sparta. Nei racconti mitologici fu identificata con il paese dei Lestrigoni o con la sede della maga Circe (Odissea). La città fu probabilmente in origine un centro ausonio, sorto su due modeste alture sotto il monte Sant’Angelo: su quella più elevata (colle di San Francesco) ebbe sede l’acropoli. La città ebbe il nome di Tarracina, di pre-sumibile origine pre-indoeuropea e secondo alcuni collegato al vocabolo etrusco Tarchna, dal quale de-riva anche il nome dei re di Roma Tarquinio Prisco e Tarquinio il Superbo.

Terracina RomanaSembra che la città sia presto entrata nell’orbita romana, forse già nel VI secolo a.C.: viene infatti menzionata nel primo trattato tra Roma e Cartagine, riportato da Polibio. Alla fine dello stesso secolo fu tuttavia occupata dai Volsci, che le diedero il nome di Anxur, come riporta Plinio. Riconquistata dai Ro-mani nel 406 a.C. vi fu dedotta nel 329 a.C. la colonia romana, che inizialmente prese il nome di “Colonia

Anxurnas”. Ai Volsci o ai Romani potrebbero riferir-si resti di mura di fortificazione in opera poligonale. Secondo alcuni nel 316 a.C. si svolse nei pressi della città la battaglia di Lautulae, nell’ambito della se-conda guerra sannitica. Nel 312 a.C. vi passò la via Appia, che collegava Roma con Capua e la città creb-be di importanza, cominciando ad espandersi nella

pianura, in collegamento con lo sfruttamento agricolo del territorio, mentre la città più antica venne pro-gressivamente trasformandosi in zona monumentale. Importanti trasformazioni urbane avvennero sotto Lucio Cornelio Silla (inizi del I secolo a.C.), al quale si devono la costruzione del teatro e la ricostruzione in forme scenografiche del tempio di Giove Anxur sulla cima del monte Sant’Angelo. A quest’epoca si devono anche altre costruzioni in opera incerta. Tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C. si ebbe la ricostruzione del “Foro Emiliano”, che fu pavimentato da un magistrato locale della famiglia degli Aemilii e dotato di portici e di nuovi edifici civili e religiosi. All’epoca di Traiano si deve il taglio del Pisco Mon-tano per un’altezza di 128 piedi romani (37,88 m), che permise il nuovo tracciato della via Appia, e la ricostruzione del porto. Agli inizi del V secolo l’ultimo intervento cittadino riguarda l’erezione di una nuova cinta di mura che racchiuse anche parte della città bassa.

Terracina MedievaleLa via Appia venne ancora rimessa in funzione sotto Teodorico, che intraprese anche a questo scopo una bonifica delle paludi pontine, riformatesi in seguito alla mancanza di manutenzione delle canalizzazioni romane. In epoca bizantina fu un’importante piazza-forte militare e lo storico Procopio riferisce la buo-na conservazione della strada ancora nel VI secolo. Nell’VIII e IX secolo fece parte del nascente Stato pontificio e fu interessata dalla fondazione di alcune chiese urbane e di monasteri e santuari dei martiri fuori della città. Le milizie di papa Adriano I nel 778 respinsero il tentativo di occupare la città condotto dalla bizantina Gaeta alleata al longobardo ducato di Benevento. Alla fine del X secolo papa Silvestro II concesse la città in feudo a Dauferio, conte di Traet-to. Nel 1074 venne solennemente consacrata la catte-drale dal vescovo Ambrosio e qui ebbe luogo nel 1088 l’elezione di papa Urbano II. La città fu interessata dalle lotte tra le grandi famiglie romane: i Crescenzi eressero un castello nella parte alta, poi conquistato dai Frangipane nel 1153. Questi furono poi cacciati poi a loro volta nel 1202 da un’insurrezione popolare: il castello fu distrutto e fu istituito il comune. Sotto il pontificato di Niccolò III, Terracina fu conquistata dal conte Giovanni Anibaldo de Ceccano. Nel 1295 fu eletto podestà papa Bonifacio VIII, che riportò l’ordi-ne e risanò le finanze cittadine.La città era cresciuta con borghi murati fuori delle mura più antiche, in corrispondenza delle porte prin-cipali e fino alla città bassa. A quest’epoca risale il rifacimento della cattedrale e l’erezione delle case-torri dei privati cittadini. La città fu dotata di edifici pubblici e l’ordinamento cittadino si basò sull’urbani-

stica romana e non più sulla divisione in parrocchie. Durante il soggiorno dei papi ad Avignone, nel XIV secolo il Comune si oppose ai Caetani di Fondi, che giunsero ad occupare il monte Sant’Angelo nel 1346 e ne furono cacciati per intervento della flotta geno-vese. Nel XV secolo la città fece parte dei domini dei re di Napoli Ladislao I e Giovanna II, ma al ritorno di papa Martino V nella sede papale di Roma fu restitui-ta al pontefice nel 1420.Terracina fu rioccupata dal re di Napoli Alfonso I nel 1435.

Monumenti

Città altaComplesso Monumentale del Foro Emiliano: La parte alta della città si imposta intorno alla piazza centrale, l’antico Foro Emiliano, centro cittadino del nostro tempo, conservatosi nei secoli e sede della cattedrale di San Cesario e del Municipio (piazza del Municipio). L’antico Foro romano è attraversato lungo il lato settentrionale dalla via Appia, separata dall’area forense per mezzo di una serie di pilastrini. La piazza in pavimentazione in lastre di calcare (fine del I secolo a.C. - inizi del I d.C.), sulla quale si con-serva l’iscrizione in lettere di bronzo del magistrato locale che ne ordinò la realizzazione (Aulus Aemilius). Ai lati del Foro sorgono i principali edifici pubblici della città romana. Sul lato orientale sorge la basili-ca. Sul lato nord vi è un porticato affacciato sulla via Appia e sopraelevato di tre gradini, con colonne e

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Stato: Sacro Romano ImperoRegno delle Due Sicile, Provincia di TdlCoordinate: 441°16′00″N 13°15′00″EAltitudine: 22 m s.l.m.Superficie: 136,40 km²Nome abitanti: terracinesiSanto patrono: San CesarioGiorno festivo: lunedì successivoalla prima domenica dopo il5 novembre

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pavimentazioni in marmo, alle spalle del quale vi è il teatro romano, in parte ricoperto dalle case. Sul lato occidentale sorge un grande tempio marmoreo di età imperiale, inglobato nella cattedrale, che conserva parte dell’alto podio, in cui si aprono locali per il de-posito degli oggetti sacri.A fianco di questo, verso nord, un secondo tempio più piccolo, identificato nel Capitolium della colonia ro-mana.

La concattedrale di San CesarioLa cattedrale che inglobò il tempio maggiore fu co-struita e consacrata a San Cesario nel 1074, mentre ad un rifacimento del XII-XIII secolo risalgono il cam-panile e il portico antistante, con fusti di colonna riu-tilizzati da più antichi edifici romani e capitelli ionici, basi decorate con leoni e trabeazione, in parte scolpi-ta e con fregio a mosaico (prima metà del XIII secolo) in stile cosmatesco.L’interno a tre navate è suddiviso da colonne ugual-mente romane riutilizzate, conserva uno splendido pavimento cosmatesco. Alla stessa epoca si devono il pulpito e il cero pasquale.

Chiese e palazzi storiciNel centro cittadino si trova la medioevale chiesa de-dicata a San Lorenzo, con un bellissimo campanile. Antica chiesa di San Nicola. Presenta pianta centrale ed una facciata con alto ordine unico di lesene, sor-montato da un timpano mistilineo. In posizione domi-nante sull’abitato si erge il castello dei Frangipane, costruito in più fasi successive a partire dalla fine del X secolo e ingrandito fino ad oggi. Numerosi altre case cittadine: case-torri fortificate o case gotiche con bifore e a volte scale esterne con ballatoi (prof-ferli), risalenti per la maggior parte al XII-XIII secolo. Altri palazzi sono dovuti alle ristrutturazioni rinasci-mentali di case.Fuori dall’antico centro abitato si trovavano invece alcune altre chiese:- Santa Maria della Basilica Nuova nel 1163 .- Chiesa e convento dell’Annunziata, risalente al XIII secolo e danneggiata dai bombardamenti.- Chiesa di San Domenico, edificato alla metà del XIII secolo. La facciata con un rosone e un portale sor-montato da un piccolo protiro.- Chiesa di San Francesco, fondato secondo la tradi-zione dallo stesso santo nel 1222 .

Le MuraLe antiche mure di cinta di epoca volsca e romana, sono state in seguito sormontate dalla nuova fortifica-zione costruita nel V secolo. Dopo il loro abbandono, una parte del camminamento di ronda fu trasformata in passeggiata pubblica e circondata da abitazioni. Nella parte alta della città si trova una torre, realizza-ta in blocchetti di calcare inframmezzati da filari con mattoni e datata al X secolo.

Città bassaLa parte bassa della città ebbe un momento di espan-sione sotto i Romani, lungo la via ad Portum, tra il porto e la fertile valle agricola a nordovest (soprat-tutto tra I secolo a.C. e I d.C.). Alla fase romana ap-partengono una seconda piazza forense (cosiddetto “Foro Severiano”), un anfiteatro e delle terme (“Ter-me alla marina”), a cui si aggiungono ville e residen-ze (la villa detta delle “Terme Nettunie”, resti di ville presso i “Granai Antonelli”). Lo sviluppo crebbe con il cambiamento di percorso della via Appia, reso pos-sibile dal taglio del Pisco Montano, e con la ricostru-zione del porto (tradizionalmente attribuiti all’epoca traianea, ma secondo un’ipotesi da retrodatare al I secolo a.C.). Sono visibili i due moli e i magazzini portuali. La collina di sabbia del Montuno, viene a formarsi probabilmente in seguito ai lavori di scavo per la realizzazione del porto. Le mura del V secolo racchiusero solo una parte di questo abitato inferiore, che doveva essere già parzialmente abbandonato.

Cultura

Feste, fiere e sagre

- S.Cesario, 5 novembre, patrono di Terracina. Festeggiamenti sabato, domenica e lunedì successivi al 5 novembre. (Grande mercato di merci varie)- S.Silviano, 1 maggio, protettore dei raccolti (Processione e festa religiosa e popolare)- Madonna del Carmine, domenica successiva al 16 luglio (Processione di barche a mare e festa religiosa e popolare)- San Giuseppe, 19 marzo (Caratteristici focheracci la sera della vigilia)- Madonna della Delibera, 8 settembre, Processione e festa religiosa e popolare- Sant’Antonio da Padova, presso Borgo Hermada, 1ª domenica di luglio- Festa del Vino Moscato e dell’Uva, presso la Fiora, nei mesi di agosto e settembre- Festa della Birra, presso Borgo Hermada, mese di luglio/Agosto- Festa della Fragola di Terracina, di solito in Piazza Garibaldi, mese Maggio/Giugno.

Cittadini celebri

- Servio Sulpicio Galba, imperatore romano.- Gregorio, vescovo di Terracina.- Giordano Pironti, cardinale dal 1262 al 1269.

Personaggi celebri

- Urbano II, papa della prima crociata, eletto a Terracina il 12 marzo 1088.- San Francesco, una leggenda lo vuole a Terracina, fondatore dell’omonimo convento.

DialettoIl dialetto terracinese è piuttosto singolare. Infatti la cittadina è sempre appartenuta allo Stato Pontificio, ma è situata a breve distanza dal confine con l’antico Regno di Napoli. Inoltre, la sua posizione geografi-ca, in zona costiera, ha favorito nel corso dei secoli l’attività peschereccia soprattutto con pescatori pro-venienti dai paesi costieri della Provincia di Napoli. Se aggiungiamo a tutto ciò l’immigrazione di genti provenienti dai piccoli comuni dell’entroterra (anche dell’attuale Provincia di Frosinone), possiamo rileva-re una notevole mescolanza lessicale, caratteristica di questa parlata. Non è infrequente, comunque, nelle

nuove generazioni, l’utilizzo di vocabili ed espressioni del dialetto romanesco. Il dialetto di Terracina viene solitamente considerato “mediano”, ma lo è sicura-mente molto di meno di altri paesi “pontifici” collina-ri, soprattutto quelli dei vicini Monti Lepini.Esplorando il “lessico” troviamo sicuramente termini del dialetto ciociaro e abruzzese, come mammòc-ce (ragazzo), l’articolo jù (il), il verbo servile dènga (devo), zàmpa (gamba), capòcce (testa), déndo (den-tro) ecc.. Anche l’utilizzo del verbo ausiliare “essere”, per la costruzione verbale è in accordo con le parlate del restante Lazio “pontificio”, di una parte di quello “borbonico” e dell’Abruzzo aquilano (es. so vìste = ho visto, mé sì chiamàte = mi hai chiamato ecc.). Tutta-via, vi sono alcune “spie” linguistiche che riconduco-no ai dialetti meridionali, come ad esempio le vocali atone finali, che sono esattamente le stesse del dia-letto napoletano e di alcuni comuni che appartengono al Regno delle due Sicilie. Vi è quindi il conguaglio in e, che abbiamo già visto in alcuni esempi di cui sopra, che viene definito “schwa velarizzato”. Per le vocali all’interno della parola, alcune volte si assiste al “dileguo” di esse, soprattutto nel discorso veloce (es. v’r’tà per dire “verità”, che nel discorso veloce capita anche nei vicini paesi di Fondi e Monte San Biagio). Possiamo trovare alcuni vocaboli “campani”, anche se in forma molto minoritaria come l’avverbio di luogo accà. Per dire “là” è utilizzato allà o anche allàne, mentre “in codesto posto” è detto a ssà, come nei vicini dialetti di Fondi e Monte San Biagio. La me-tafonesi è di tipo “sabino” in alcuni casi (es. trone per dire “tuono”), mentre è napoletana in altri (es. liètte = letto). In altri casi è comunque napoletana, ma con condizioni diverse da quelle normali ( es. buéne = buono).

EconomiaTerracina è un centro turistico-storico, meta di visi-tatori provenienti soprattutto dall’Europa settentrio-nale e dalle regioni limitrofe. La città di Terracina è prima nella provincia per numero di alloggi utilizzabi-li per vacanza. Le attività principali, oltre il turismo, sono la pesca , l’agricoltura (ortaggi e floricoltura), l’allevamento delle bufale per la produzione della mozzarella, e dei servizi. Il susseguirsi di fertili valli e altopiani carsici fra i Monti Ausoni e il mare permet-tono la coltivazione di prodotti di nicchia come la fra-gola di Terracina o il moscato di Terracina; a queste si è aggiunta l’agricoltura specializzata nei territori acquisiti dopo la bonifica delle paludi pontine.

Da non perdereIl Duomo che è un’antichissima costruzione ricava-ta dalla cella di un tempio probabilmente dedicato a Roma o ad Augusto e trasformata per il culto cristia-no. Fu consacrato nel 1074, rimaneggiato nel XII sec.Sulla facciata, preceduta da scalinata, si trova un portico con 6 colonne romane e capitelli ionici; nella zona dell’architrave, si noti il fregio a mosaico di arte siculo-normanna del XII sec. Il campanile romanico-gotico, è del XIII sec. All’interno della chiesa, divisa in 3 navate da colonne romane, nella zona presbi-teriale, troviamo un vasto pavimento a mosaico, un candelabro per il cero pasquale e un ambone di stile cosmatesco.Il Palazzo Comunale e la Torre Frumentaria, tardo-medioevale.Il Tempio Capitolino, del I sec. a. C., mostra solo parti del basamento, colonne scana-late e alcuni tratti delle pareti perimetrali delle celle in opus reticulatum, a due colori. Sempre del I sec. a. C., è la Cinta Sillana, costituita da una cortina di muratura con torri circolari destinate a difendere l’antica Acropoli della città, che sorgeva sul mon-te. Sul Monte S. Angelo sorge il Tempio di Giove Anxur, del I sec. a. C., dedicato alla massima divi-nità pagana, di cui rimane l’imponente basamento a dodici arcate e un criptoportico, all’esterno con i basamenti dell’edificio riservato ad indovini ed auguri per interrogare gli dei ed interpretare i segni. Situato sulla cima del Monte S. Angelo (a 227 metri di altez-za), comprende edifici di varia natura tra i quali il Piccolo Tempio e il Tempio di Giove, sorto in epoca romana, insieme alla cinta muraria e all’Acropoli. La tradizionale identificazione della divinità del tempio è quella del “Giove Fanciullo”. Il santuario più antico doveva invece essere dedicato al culto della dea Fero-nia.Pisco Montano: Rupe alta quasi 300 metri ai piedi del Monte S. Angelo. Sulla roccia è visibile un piccolo posto di guardia medievale, la cosiddetta casa Ma-strilli, che prende il nome dal rinomato bandito loca-le che vi trovava riparo dopo le sue numerose scorri-bande.Al di là della porta è scavata una nicchia rettangolare che ha l’ingresso fiancheggiato da due colonnette e sormontato da una piccola cornice: si dice sia un anti-chissimo tempio del Sole.Il Pisco Montano viene considerato dalla leggenda come il punto dove attraccò Ulisse una volta arrivato sulle terre della maga Circe.

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Vergato nel Novembre 1459

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