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Ufficio E-commerce e Commercio Estero Sportello per l’internazionalizzazione Guida Paese REPUBBLICA DI INDONESIA

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Ufficio E-commerce e Commercio Estero Sportello per l’internazionalizzazione

Guida Paese

REPUBBLICA DI INDONESIA

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INDICE

PARTE PRIMA: PROFILO PAESE

INDONESIA IN BREVE pag. 4 INFORMAZIONI GENERALI pag. 6 Quadro politico Relazioni internazionali Rischio Paese

pag. pag. pag.

6 7 7

ECONOMIA Quadro Macroeconomico

pag. pag.

10 10

Settori Interscambio commerciale Investimenti esteri

pag. pag. pag.

13 15 16

Zone a sviluppo industriale Prospettive future NORMATIVA

pag. pag. pag.

16 17

19 Normativa doganale pag. 19 Normativa degli Investimenti Esteri Normativa societaria Normativa del lavoro Normativa fiscale Marchi e Brevetti

pag. pag. pag. pag. pag.

21 23 26 27 29

SISTEMA BANCARIO

pag. 31

SISTEMA FIERISTICO

PARTE SECONDA

pag. 33

SETTORI pag. 34

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INDIRIZZI UTILI FONTI

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PARTE PRIMA: PROFILO PAESE

INDONESIA IN BREVE

SUPERFICIE 1.904.443 km2

POPOLAZIONE 255.461.700 (2015)

(densità: 131 abitanti per km2)

LINGUA Bahasa Indonesia (lingua ufficiale), Inglese,

dialetti

RELIGIONE Musulmani 87,18%; Protestanti 6,96%;

Cattolici 2,91%; Induisti 1,69%; Buddisti 0,72%; Confuciani 0,05%

CAPITALE Jakarta

FORMA ISTITUZIONALE Repubblica Presidenziale

UNITA’ MONETARIA Rupiah Indonesiana (IDR)

TASSO DI CAMBIO 1 Euro = 14549,6 IDR (01/08/2016)

TASSO D’INFLAZIONE 5,5% (2015)

TASSO DI DISOCCUPAZIONE 6% (2015)

COMPOSIZIONE SETTORIALE DEL PIL

Meccanica strumentale 61,6%; Metallurgia 6,3%; Prodotti chimici 5,3%; Moda 4,5%; Apparecchi elettrici 4,2%;

Materiali da costruzione 3,4%; Mezzi di trasporto 2,9%; altro 11,8%

PIL PRO CAPITE 11.588 Dollari

IDE 17.033,76 mln. di Euro (2014) Inward; 7.692,59 mln. di Euro (2014) Outward

PRINCIPALI INVESTITORI Giappone – Cina – Stati Uniti d’America

(Italia al 16°posto)

RISCHIO PAESE M3 (6 su 10 categoria SACE)

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SITUAZIONE ECONOMICA E POLITICA Successivamente alla transizione democratica, i Governi che si sono succeduti sono stati eletti con regolari elezioni, senza contestazioni da parte degli sconfitti. Dal 2014 vi è al potere il Presidente Joko Widodo, che ha generato grandi aspettative di cambiamento tra gli osservatori stranieri e locali. La stabilità politica sembra fare da fondamento a una sensibile crescita, sebbene leggermente rallentata rispetto al triennio 2010-2013. POSIZIONE GEOGRAFICA Costituita da ben 17.508 isole, sebbene solo 7000 di queste siano abitate, l’Indonesia è un Paese transcontinentale, appartenente sia all’Asia che all’Oceania, in quanto posta in ambo i lati della linea di Wallace. È il sedicesimo al mondo per estensione, avendo una superficie di 1.904.443 km

2. Situata lungo l’equatore, in Indonesia vi è un clima tropicale con due ben

distinte stagioni, una molto umida e l’altra alquanto secca. Il Paese confina a nord con Singapore, Malesia e Filippine e a sud con l’Australia. POPOLAZIONE Le isole più grandi e più abitate sono Giava, dove si trova la capitale Jakarta, Sumatra, Kalimantan, Nuova Guinea e Sulawesi. Ha una densità media di 131 persone per km

2, sebbene

sull’isola di Giava, si arrivi a ben 940 persone per km2.

L’Indonesia è il Paese più popoloso a maggioranza musulmana del mondo (ben l’87,18%). Solo piccole percentuali rilevano altre religioni, quali il Protestantesimo, la religione Cattolica, l’Induismo e il Confucianesimo. Nel Paese vi sono sei religioni ufficiali, in quanto la costituzione indonesiana riconosce di fatto la libertà religiosa. Le diverse comunità sono in genere molto pacifiche, sebbene negli ultimi anni si siano verificati alcuni episodi di fondamentalismo islamico, che preoccupano le minoranze religiose a causa di una possibile influenza sulle politiche governative. La lingua ufficiale è il Bahasa Indonesia, l’indonesiano, che è parlato dalla totalità della popolazione. Sono inoltre parlate altre centinaia di lingue locali (tra cui il giavanese) e la parte di popolazione più anziana conosce anche l’olandese. RISORSE NATURALI L’Indonesia offre eccellenti opportunità nel settore minerario e ha grande disponibilità di risorse naturali, tra le quali petrolio, gas, stagno, rame e oro. Altra rilevante risorsa naturale è l’habitat marino, il cui eccessivo sfruttamento rischia di causare problemi ambientali. SETTORI DI MAGGIOR INTERESSE Riguardo ai comparti di maggior interesse per gli investimenti in Indonesia, le migliori opportunità sono offerte in settori quali:

Costruzioni;

Macchinari e apparecchiature;

Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata;

Fornitura di acqua;

Agricoltura, pesca e silvicoltura. I settori in cui poter avviare interessanti relazioni commerciali sono:

Servizi di informazione e comunicazione;

Costruzioni;

Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi;

Miniere e cave;

Trasporto e magazzinaggio. PROSPETTIVE FUTURE L’Indonesia, grazie alle dimensioni del suo mercato e alle risorse di cui dispone, può aspirare a una posizione di leadership all’interno dell’ASEAN, l’area di libero scambio dei Paesi dell’Asia Sudorientale. Le disponibilità finanziarie non mancano, essendo uno Stato poco indebitato, con un numero crescente di investitori asiatici, un’economia e un clima politico stabili e una domanda interna in grande crescita.

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INFORMAZIONI GENERALI QUADRO POLITICO L’Indonesia è il quarto Paese al mondo per popolazione, il primo per numero di fedeli musulmani e la terza più larga democrazia. La transizione dell’Indonesia alla democrazia (“Reformasi”), tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio dello scorso decennio, è considerata una storia di successo. I governi che da allora si sono succeduti sono scaturiti dallo svolgimento di regolari elezioni presidenziali, senza contestazioni di massima da parte dei candidati sconfitti, né da parte della comunità internazionale o delle locali ONG. Pur in una cornice istituzionale di natura presidenziale, il Parlamento detiene poteri significativi, legati al processo di legiferazione. L’evoluzione democratica dell’ultimo decennio ha visto altresì lo sviluppo di una stampa libera ed indipendente e il proliferare di ONG e organizzazioni particolarmente attive nel monitoraggio e scrutinio delle decisioni e iniziative del Governo e del Parlamento. Dalla “Reformasi” sono emersi numerosi partiti politici, privi tuttavia di precise connotazioni di orientamento ideologico o di programma, fatta eccezione per alcuni partiti di ispirazione islamica. Nonostante il sostanziale successo dell’esperimento democratico indonesiano permangono alcuni fenomeni quali la diffusa corruttela e la generale inefficienza della pubblica amministrazione e della giustizia. Negli ultimi anni le Autorità indonesiane si sono impegnate in un programma anti-corruzione che ha visto l’istituzione della Commissione anti-corruzione (KPK), la creazione di corti speciali per i reati di corruzione e l’istituzione di una task force presidenziale per la lotta alla corruzione all’interno della magistratura. Il processo di decentralizzazione, lanciato nei primi anni della transizione democratica, non ha ancora prodotto gli incrementi di efficienza attesi, creando nuove dinamiche del processo di decision making, talvolta con risultati non efficienti. Sono rimaste sensibili le situazioni politiche legate ai conflitti separatisti ad Aceh e a Papua. Inoltre, all’inizio del nuovo millennio, sono avvenuti casi di violenti scontri tra cristiani e musulmani nelle isole orientali di Maluku e Sulawesi. Il Governo è molto attento a mantenere l’unità del Paese e a garantire condizioni di stabilità politica su tutto il territorio, anche riconoscendo ambiti di autonomia ad alcune regioni coinvolte. Un altro problema piuttosto attuale è il terrorismo di matrice islamico-fondamentalista. Infatti nel 2002 Bali è stata colpita da un attentato di un gruppo terrorista legato ad Al Qaeda, che ha causato 200 vittime, soprattutto turisti stranieri. Nel 2009 si sono verificati altri attacchi a due hotel a Jakarta, seguiti nel 2011 da altri attentati minori con obiettivi interni. Il Governo, in collaborazione con la comunità internazionale, è molto attivo nella lotta al terrorismo e sono stati compiuti notevoli progressi, sebbene l’allerta resti piuttosto elevata. Pur nelle inevitabili imperfezioni di un’esperienza democratica ancora giovane, tra i principali successi raggiunti vi è la capacità di tenere insieme un Paese che, alla fine degli anni '90, sembrava sull’orlo dello smembramento, sapendo persino mantenere l’indirizzo democratico e garantire una crescita economica significativa in una sostanziale stabilità politica. L’elezione del Presidente Joko Widodo “Jokowi”, al potere dall’ottobre 2014, ha costituito un’importante novità nel panorama politico indonesiano. Già Sindaco di Surakarta prima e Governatore di Jakarta poi, Jokowi non appartiene alle tradizionali élite familiari, militari, economiche e religiose e la sua rapida ascesa politica ha generato in alcuni ambienti, e soprattutto tra gli osservatori stranieri, un’aspettativa di un veloce e profondo cambiamento del Paese.

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Il Presidente, fortemente sostenuto dall’opinione pubblica, ma con una forte opposizione in Parlamento, deve in realtà confrontarsi con le complessità del sistema politico indonesiano e con le sfide che il Paese deve affrontare per mantenere elevati tassi di crescita e raggiungere uno sviluppo socialmente più equo e sostenibile.

Nella versione completa della Guida sono, inoltre, disponibili informazioni dettagliate su: - Relazioni internazionali - Rischio Paese

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ECONOMIA

Fonte: InfoMercatiEsteri, Agosto 2015 QUADRO MACROECONOMICO L’Indonesia è una nazione caratterizzata da una buona stabilità politica e finanziaria. Questo ha notevolmente incrementato la fiducia dei mercati internazionali che stanno finanziando lo sviluppo indonesiano nel medio-lungo termine, anche grazie al fatto che il Governo indonesiano ha dato avvio a politiche monetarie e fiscali molto prudenti. L’economia è prevista in crescita a un tasso tra i più elevati al mondo. Il mercato interno è molto ampio e rappresentato principalmente dalla classe media. Il Paese ha una popolazione superiore ai 250 milioni di abitanti e una classe media composta da 45 milioni di persone. La popolazione è molto giovane e questo rappresenta un driver dei consumi interni che, insieme agli investimenti, sono alla base della crescita. Gli elevati consumi interni e la crescita permettono all’Indonesia di dipendere in misura non rilevante dagli andamenti economici mondiali. L’Indonesia è anche dotata di un settore bancario molto evoluto caratterizzato da banche con alti livelli di capitalizzazione e asset di qualità. La manodopera è a basso costo e il territorio risulta essere ricco di materie prime, prodotti agricoli e risorse energetiche che, ad oggi, risultano essere ancora poco sfruttate. La nazione indonesiana ha bassi livelli di debito pubblico, alti rating finanziari ed elevati stock di riserve valutarie. Il Governo sta attuando un piano di riforme infrastrutturali e di sviluppo, che prende il nome di Master Plan for the Acceleration Development 2011-2025 (MP3EI) avviato dal Presidente Yudhoyono nel 2011 al fine di accelerare lo sviluppo economico per il periodo dal 2011 al 2025. L’Indonesia è uno dei membri fondatori dell’ASEAN e della relativa area di libero scambio e questo gli permette di commerciare con gli altri Paesi membri (Vietnam, Malesia, Filippine, Singapore, Tailandia, Brunei, Laos, Myanmar e Cambogia) pagando una tariffa effettiva preferenziale comune che varia dallo 0% al 5%. In aggiunta, l’ASEAN ha concluso anche accordi di libero scambio con altri Paesi, quali Cina, Giappone, Corea, India, Australia e Nuova Zelanda consentendo così all’Indonesia di commerciare anche con questi Stati a tariffe preferenziali. L’economia dell’Indonesia è caratterizzata da elevati tassi di inflazione che sono in crescita a causa del taglio dei sussidi che ha portato i prezzi del carburante a livelli molto alti. Anche i livelli di disoccupazione sono molto elevati e il sistema legale risulta essere arretrato, farraginoso e caratterizzato da opacità. Il livello delle esportazioni è molto basso, in quanto risulta essere pari al 25% del PIL. L’unica eccezione è rappresentata dalle materie prime. In questo ambito, l’Indonesia è molto dipendente dalla Cina.

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Infine, le infrastrutture risultano essere non adeguate rispetto alla rapida crescita del Paese, in particolare per quanto riguarda la rete energetica.

I dati sui fondamentali macroeconomici del 2014 (PIL 5,7%, inflazione all’8,4%) confermano la capacità di ripresa e la solidità della prima economia del Sud-Est asiatico che, a partire dal 2004, ha registrato tassi di crescita tra i più alti dell’area asiatica. Nel 2014 l’economia indonesiana ha riportato un aumento del PIL a prezzi costanti del 5,78% rispetto al 2013 e un tasso d’inflazione all’8,4% circa. In termini di crescita settoriale, il 2014 ha registrato una sensibile crescita del settore delle costruzioni (7,7%). La produzione manifatturiera è cresciuta del 4,2% mentre il clima e la diminuzione del prezzo globale dell’olio di palma e della gomma hanno invece rallentato la crescita del settore agricolo (2,8%). Il settore minerario ha invece avuto un aumento del 2,2%. In forte evoluzione è anche il settore finanziario non bancario (assicurazioni, fondi pensione), per il quale gli analisti prevedono un aumento a doppia cifra nei prossimi anni. La produzione petrolifera è invece scesa a 818.000 barili, la metà di quanto l’Indonesia produceva nel 1995, principalmente a causa dello scarso interesse da parte degli investitori del settore. Dopo la flessione degli investimenti diretti esteri (IDE) nel 2013, anche a seguito della revisione della Negative Investment List, nel 2014 gli IDE hanno registrato una discreta ripresa, superando il target auspicato dall’Agenzia Nazionale per il Coordinamento degli Investimenti (BKPM), che prevedeva aumenti del 14,5%, attestandosi a fine 2014 a 27,4 miliardi di Euro, +16% rispetto all’anno precedente. Dai presupposti senz’altro positivi (stabilità politica, prudenti politiche monetarie e fiscali, solidità del sistema bancario), emergono quali nodi tuttora da risolvere l’adeguamento delle infrastrutture alla capacità di sviluppo del Paese, la semplificazione normativa e il miglioramento dell'efficienza della pubblica amministrazione, un maggior grado di apertura del mercato e l'abolizione delle barriere non tariffarie al commercio. L'attuale amministrazione ha intrapreso una serie di riforme che hanno parzialmente consentito alcuni progressi, anche se vi è spazio per ulteriori miglioramenti del clima degli investimenti.

2011a 2012a 2013a 2014a 2015b 2016b

PIL

PIL nominale in (miliardi di

US$) 893,0 917,9 910,5 888,5 877,2 888,4

PIL nominale (trilioni di Rp) 7.831.7 8.615.7 9.524.7 10.542.7 11.743.1 13.104.4

Crescita reale del PIL (%) 6,2 6,0 5,6 5,0 4,9 5,1

Spesa sul PIL (% reale)

Consumi privati 5,1 5,5 5,4 5,3 4,6 5,0

Consumi pubblici 5,5 4,5 6,9 2,0 2,5 3,9

Investimenti lordi fissi 8,9 9,1 5,3 4,1 4,3 6,4

Export di beni e servizi 14,8 1,6 4,2 1,0 -0,3 3,0 Import di beni e servizi 15,0 8,0 1,9 2,2 -3,7 1,7

Origine del PIL (% reale)

Agricoltura 3,9 4,6 4,2 4,2 4,1 4,5

Industria 6,3 5,3 4,2 4,2 4,5 5,0

Servizi 8,4 6,8 6,5 6,1 4,5 2,9 Demografia e reddito

Popolazione (m) 245,6 248,2 250,8 253,3 255,8 258,2

PIL pro-capite (US$ a PPP) 8.841 9.443 10.015 10.565 10.977 11.609

Tasso di disoccupazione 7,5 5,8 5,7 5,9 6,1 6,0

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(media;%)

Indicatori fiscali (% del

PIL) Entrate del settore pubblico 15,5 15,5 15,1 14,7 14,3 14,2

Spesa del settore pubblico 16,5 17,3 17,3 16,9 16,6 16,4 Saldo del settore pubblico -1,1 -1,8 -2,2 -2,2 -2,3 -2,2

Debito pubblico 21,4 22,0 22,8 25,9 27,7 28,9

Prezzi e indicatori

finanziari Tasso di cambio Rp:US$ (fine

periodo) 9.068 9.67 12.189 12.44 14.216 14.506

Tasso di cambio Rp:¥100

(fine periodo) 11.579 11.144 11.998 10.647 11.371 11.766

Prezzi al consumo (fine

periodo;%) 3,8 3,7 8,1 8,3 4,6 6,4

Tasso di interesse di prestito

(media; %) 12,4 11,8 11,7 12,6 12,7 12,7

Conto corrente (US$ m)

Bilancia commerciale 33.825 8.68 5.833 6.982 14.151 11.626

Merci: export fob 191.109 187.347 182.089 175.293 155.304 160.56

Merci: import fob -

157.284 -

178.667 -

176.256 -

168.311 -

141.153 -148.934

Bilancia dei servizi -9.804 -10.565 -12.071 -10.008 -9.369 -8.167 Bilancia dei redditi -26.547 -26.628 -27.05 -29.678 -28.039 -29.318

Bilancia dei trasferimenti di

conto 4.21 4.094 4.179 5.22 5.154 5.22

Bilancia in conto corrente 1.685 -24.418 -29.109 -27.485 -18.103 -20.638

Debito estero (US$ m)

Stock di debito 219.62 245.821 259.069 277.027c 284.267 305.9 Servizio del debito pagato 31.073 35.887 40.276 45.948c 48.997 50.902

Rimborsi di capitale 25.164 29.508 32.047 38.409c 41.038 41.944

Interesse 5.909 6.379 8.229 7.539c 7.959 8.958

Riserve internazionali

(US$ m) Totale delle Riserve

internazionali 110.137 112.777 99.387 111.863 104.988 106.147

a Attuale; b Previsioni EIU; c Stime EIU. Fonte: IMF, International Financial Statistics. Agg. 7 Settembre 2015

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Nella versione completa della Guida sono, inoltre, disponibili informazioni dettagliate su: - Settori Principali INTERSCAMBIO COMMERCIALE

I principali partner commerciali dell’Indonesia sono Giappone, Cina e Stati Uniti. L’Italia è il 16° Paese fornitore a livello globale (3° in UE dopo Germania e Francia). Nel primo semestre 2015 le esportazioni italiane in Indonesia hanno registrato una contrazione del 14%. Continuano a crescere invece le importazioni che nei primi sei mesi del 2015 hanno registrato un +5% rispetto al primo semestre 2014, superando il miliardo di Euro. Gli investimenti italiani sono principalmente diretti nel settore minerario e dei trasporti.

INTERSCAMBIO COMMERCIALE CON INDONESIA 2004-2014 (milioni di €)

Fonte: Sace – Schede Paese

Interscambio Italia-Indonesia

L’interscambio con l’Italia ha recuperato e superato il livello pre-crisi, dopo la flessione del 2009 imputabile al generale rallentamento del commercio internazionale. L’interscambio Italia-Indonesia si è attestato nel 2015 a 3,10 miliardi di Euro, in diminuzione rispetto al 2014, nondimeno è proseguito il calo iniziato nel 2012 del deficit commerciale italiano, pari a 883 milioni di Euro nel 2015 con una conseguente diminuzione del gap commerciale con l’Indonesia. Per quanto riguarda le principali voci dell’interscambio, l’Indonesia è un mercato di sbocco significativo per l’Italia soprattutto per il settore dei beni strumentali (macchinari e apparecchiature) e per il settore agricolo, a seguire quello dei prodotti della

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metallurgia, prodotti chimici, apparecchiature elettriche e per uso domestico, pesca e silvicoltura e infine autoveicoli. Le importazioni italiane sono rappresentate soprattutto da materie prime, prodotti agricoli e alimentari (oli e grassi vegetali e animali), in particolare l’olio di palma con una quota del 31% del nostro import, i prodotti dell’industria estrattiva (antracite) in diminuzione del 26% per una quota di circa il 10% del nostro import, fibre tessili e prodotti chimici. Questi prodotti costituiscono i settori di punta dell’export indonesiano verso il resto del mondo insieme a gas naturale e petrolio greggio. Per quanto riguarda la presenza imprenditoriale italiana in Indonesia, secondo le rilevazioni della banca dati Ice Reprint sono presenti 61 filiali e uffici di rappresentanza di aziende italiane. Le filiali sono distribuite nei settori del commercio all’ingrosso, della logistica, della chimica e delle costruzioni, dell’energia.

Interscambio commerciale Italia-Indonesia (in milioni di Euro)

Interscambio Genova-Indonesia L’interscambio commerciale tra Genova e Indonesia raggiunge il valore di 6.784.325 di Euro per le esportazioni, un importo superiore a quello delle importazioni che arrivano a 7.766.194 di Euro, evidenziando una bilancia commerciale leggermente sbilanciata a favore delle importazioni. Le imprese genovesi che hanno dichiarato di avere relazioni commerciali con l’Indonesia sono 31. Per lo più sono esportatori di macchinari e attrezzature e importatori di caffè. Nella versione completa della Guida sono, inoltre, disponibili informazioni dettagliate su: - Investimenti esteri - Zone a Sviluppo Industriale - Prospettive future

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NORMATIVA

NORMATIVA DOGANALE

Documenti di spedizione Oltre alla dichiarazione in dogana (DAU) usualmente richiesta per tutte le spedizioni (salvo all’interno dell’Unione Europea), le spedizioni destinate all’Indonesia devono essere accompagnate dai documenti di seguito riportati. Per ulteriori informazioni consultare il sito: www.schedeexport.it a) Fattura commerciale Minimo in tre esemplari, deve contenere le menzioni abituali e dovrà essere redatta in inglese. b) Certificato di origine Su richiesta dell’importatore, il documento deve essere predisposto sul formulario comunitario e vistato dalla Camera di Commercio competente. c) Certificato fitosanitairo Richiesto per la frutta, i legumi le sementi ed altri vegetali. d) Certificato sanitario Necessario per le carni. Riguardo il latte, è importante tener presente che il certificato sanitario comprende un certificato di non contaminazione radioattiva. e) Certificato Halal Per l’importazione di carni e prodotti derivati. Ovviamente risulta esclusa la carne di porco, per definizione non halal. Il decreto dispone che il certificato debba essere emesso dal MUI (Majelis Ulama Indonesia, Indonesian Council of Ulama) o da enti stranieri a ciò preposti approvati dal MUI (solo se si tratta di materie prime, in quanto i beni finali destinati alla vendita diretta ai consumatori necessitano in ogni caso del certificato MUI). f) Certificato di libera vendita dei cosmetici Sulla base delle indicazioni fornite dall'esportatore, attesta che i prodotti spediti sono conformi alla legislazione italiana in vigore e in libera vendita in Italia. Spedizione temporanea Il Paese non aderisce alla convenzione ATA. L’impresa è quindi soggetta alle procedure del diritto comune attraverso un agente. Esistono due tipologie di beni che sono importati per un utilizzo determinato nel tempo e per uno scopo determinato al momento dell’importazione, possono essere non sottoposti alla tassazione doganale, ai sensi della legge indonesiana. Le tipologie di beni sono le seguenti:

1) Beni che devono essere utilizzati a fini dimostrativi e di esibizioni. Ad esempio merci che devono essere utilizzate per fiere, ricerche, fini educativi, campioni, modelli, veicoli per il trasporto dei turisti, macchinari utilizzati per operazioni di ricerca petrolifera, beni che devono essere ripartiti, modificati e simili. Per questa prima tipologia, ai fini dell’importazione temporanea degli stessi, deve essere deposita una somma;

2) Beni che devono essere utilizzati per progetti di lavoro, a fini produttivi o per il trasporto domestico. Per questa seconda tipologia, ai fini dell'importazione

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temporanea degli stessi deve essere effettuato un pagamento mensile pari al 2% delle tasse che sarebbero state dovute in caso di importazione.

Se i beni non risultano essere riesportati entro un certo arco temporale, le tasse di importazioni dovranno essere versate obbligatoriamente insieme a una sanzione amministrativa pari al 100% dell’ammontare di tasse dovuto. Sono previste da una normativa speciale ulteriori esenzioni dal pagamento dei dazi per tutti i macchinari, le parti e i componenti degli stessi fino a un massimo del 5% del loro valore. Lo stesso è previsto per l’importazione di materiali grezzi, necessari alla produzione industriale per un termine di due anni dalla data in cui viene rilasciata l’autorizzazione. Nella versione completa della Guida sono, inoltre, disponibili informazioni dettagliate su: - Normativa degli Investimenti Esteri - Normativa Societaria - Normativa del Lavoro - Normativa Fiscale - Marchi e Brevetti - Sistema Bancario

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SISTEMA FIERISTICO

DATA E LUOGO INIZIATIVE SETTORE

D’INTERESSE

11 – 14 marzo 2017

Jakarta

IFEX - Indonesia International Furniture Expo

Arredamento

22 – 24 marzo 2017

Jakarta

INPALME – International Palm Oil Expo

Multisettoriale

29 marzo – 1° aprile 2017

Jakarta

6^ TYRE & RUBBER INDONESIA

Automobilistico

5 – 8 aprile 2017

Jakarta

FOOD & HOTEL INDONESIA

Industria alimentare, alberghiero

17 – 21 maggio 2017

Jakarta

WORLD STONE INDONESIA 2017

Macchine lavorazione marmo

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PARTE SECONDA-ANALISI SETTORIALE

Nella versione completa della Guida sono disponibili informazioni dettagliate su:

AGRICOLTURA, ALLEVAMENTO E PESCA INDUSTRIA COMMERCIO E TURISMO TRASPORTI Inoltre sono reperibili informazioni riguardanti gli indirizzi utili.

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Ufficio E-Commerce e Commercio Estero

Sportello per l’Internazionalizzazione

C.C.I.A.A Genova

Via Garibaldi, 4 16124 Genova

Tel: 010 2704560 Fax: 010 2704298

E-mail: [email protected] Sito: www.ge.camcom.gov.it

Agosto 2016

La guida è stata redatta con la collaborazione della Dott.ssa Ludovica Bombelli