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1 “PENSAMI ADULTO” Un progetto di vita per crescere Questo documento è stato redatto dalle scuole della Rete del Magentino in collaborazione con la Neuropsi- chiatria Infantile (NPI)di Magenta. È un opuscolo pensato per le famiglie, per offrire infor- mazioni pratiche alla luce delle recenti normative. Questa guida è rivolta principalmente ai genitori di figli con bisogni educativi speciali ma anche a tutti coloro che si occupano di inclusione scolastica, nel tentativo di rispondere a domande che a volte non trovano risposte adeguate. Forma semplice, consultazione agevole ed immediata per permettere al lettore di trovare le informazioni utili nell’immediatezza della ricerca. I.C. “D. Alighieri” Vittuone D.D. “G. Rodari” Bareggio D.D. “S. Caterina” Magenta I.C. “A. Moro” Corbetta I.C. “D. d’Aosta” Ossona I.C. “G. Perlasca” Bareggio I.C. “Matteotti” Sedriano I.C. “S. Pellico” Arluno ITIS “Alessandrini” Vittuone Servizio di NPI Magenta

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“PENSAMI ADULTO”

Un progetto di vita per crescere

Questo documento è stato redatto dalle scuole della

Rete del Magentino in collaborazione con la Neuropsi-

chiatria Infantile (NPI)di Magenta.

È un opuscolo pensato per le famiglie, per offrire infor-

mazioni pratiche alla luce delle recenti normative.

Questa guida è rivolta principalmente ai genitori di figli

con bisogni educativi speciali ma anche a tutti coloro

che si occupano di inclusione scolastica, nel tentativo di

rispondere a domande che a volte non trovano risposte

adeguate.

Forma semplice, consultazione agevole ed immediata

per permettere al lettore di trovare le informazioni utili

nell’immediatezza della ricerca.

I.C. “D. Alighieri” Vittuone

D.D. “G. Rodari” Bareggio

D.D. “S. Caterina” Magenta

I.C. “A. Moro” Corbetta

I.C. “D. d’Aosta” Ossona

I.C. “G. Perlasca” Bareggio

I.C. “Matteotti” Sedriano

I.C. “S. Pellico” Arluno

ITIS “Alessandrini” Vittuone

Servizio di NPI Magenta

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GUIDA ALL’INTEGRAZIONE SCOLASTICA

PAG.

ISCRIZIONE E CERTIFICAZIONI NECESSARIE 3

COMPITI DELLA SCUOLA 3

GRUPPI DI LAVORO 5

COMPITI ENTE LOCALE e/o PROVINCIA 7

COMPITI ASL/SERVIZIO di NPI 8

STRUMENTI PER LA REALIZZAZIONE DELL’INTEGRAZIONE 9

VALUTAZIONE 10

ORIENTAMENTO 14

SIGLE DI RIFERIMENTO 21

RECAPITI UTILI 22

NORME RELATIVE AI DIVERSI ORDINI E GRADI DI SCUOLA 23

DOCUMENTI 24

LEGISLAZIONE 28

SITOGRAFIA 47

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ISCRIZIONE

La famiglia provvede all’iscrizione1 nelle date previste (entro gennaio) presentando alla scuola: • certificazione e relazione sintetica funzionale redatte dagli organismi collegiali nominati dalle

ASL, secondo la normativa vigente.2 • MOD. DF (diagnosi funzionale)3, redatto dal Srvizio di NPI di riferimento, con accertamento del

tipo e della gravità del deficit di cui è affetto l’alunno, e con indicazione delle aree da potenzia-re.

• Domanda di iscrizione La documentazione deve essere trasmessa tempestivamente dalla famiglia alla scuola prescelta e deve essere firmata da un genitore o tutore.

COMPITI DELLA SCUOLA

La scuola provvede • all'accoglimento ed iscrizione del bambino certificato. • all'assegnazione di personale docente in attività di sostegno. • alla formazione e aggiornamento dei docenti sulle tematiche dell'integrazione. • all'utilizzo di personale per l'assistenza, l'autonomia e la comunicazione degli alunni h, tramite

richiesta al settore sociale dell'ASL o agli Enti locali. • all'acquisizione di sussidi e materiali didattici specifici attingendo da contributi ministeriali (scuo-

le snodo), Enti locali o Provinciali, secondo gli accordi di programma stipulati. • alla collaborazione con gli operatori sociali, sanitari e con le famiglie dei disabili per l'elabora-

zione, le verifiche e l'aggiornamento del profilo dinamico funzionale.

1 Normativa • Sentenza - Corte Costituzionale 03/06/1987 n. 215 • Circolare Ministeriale - Ministero della Pubblica Istruzione - Ufficio Studi e Programmazione 04/01/1988

n. 1 "Continuità educativa nel processo di integrazione degli alunni portatori di handicap." • Circolare Ministeriale - Ministero della Pubblica Istruzione 22/09/1988 n. 262 "Attuazione della sentenza

della Corte costituzione n.215 del 3 giugno 1987. Iscrizione e frequenza nella scuola secondaria di II grado degli alunni portatori di handicap."

• Nota Ministeriale - Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca 17/09/2001 "Integrazione sco-lastica degli alunni in situazione di handicap"

2 • Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri - 23/02/2006 n. 185 "Regolamento recante modalità e criteri

per l'individuazione dell'alunno come soggetto in situazione di handicap, ai sensi dell'articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289."

• Legge - 27/12/2002 n. 289 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2003)" - Si veda in particolare: [ art. 35 comma 7 ]

• Circolare Ministeriale - Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca 20/07/2001 n. 125 - "Certi-ficazioni per gli alunni in situazione di handicap"

• Legge - 27/10/1993 n. 423 • Legge - 05/02/1992 n. 104 "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone

handicappate." Si veda in particolare: [ art. 12 comma 5 ] 3 La famiglia deve rivolgersi all’ASL per avere la certificazione dell’alunno in situazione di handicap e all’UONPIA/Servizio di NPI per avere la Diagnosi Funzionale. Ogni ASL ha un’ UONPIA di riferimento. “Nella redazione della certificazione e della relazione sintetica funzionale, le strutture pubbliche possono anche av-valersi di documentazione specialistica prodotta dall’utente. Il richiedente l’accertamento può inoltre presen-tare altra documentazione ritenuta utile ad un maggior approfondimento (verbale L. 104/92, test, esami dia-gnostici, …)

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• alla definizione, attuazione, verifiche e aggiornamento della Programmazione Educativo-didattica Individualizzata (PEI/PdV) art. 12 L. 104/92, in collaborazione con le famiglie e gli specialisti del Servizio di NPI.

• all'attivazione di forme sistematiche di orientamento, particolarmente qualificate per la persona dva.

• a garantire la continuità educativa fra i diversi gradi di scuola prevedendo forme obbligatorie di consultazione tra gli insegnanti.4

• alla costituzione presso ogni Istituzione Scolastica del gruppo di studio e di lavoro avente il compito di collaborare alle iniziative educative e di integrazione predisposte dal PEI/PdV (art. 15 L. 104/92).

• alla collaborazione con l'ASL, il Servizio di NPI, gli Enti locali e le Associazioni delle persone dva nell'ambito - accordi di programma (C.R. 33/93)

Il Dirigente Scolastico • invia all’Ufficio Integrazione alunni dva la documentazione raccolta con l’iscrizione oltre alla ri-

chiesta delle ore di sostegno necessarie per l’alunno, seguendo la nuova procedura di gestione informatica dei dati elaborata dall’Ufficio integrazione alunni diversamente abili ( Progetto dad@), sulla base delle disposizioni emanate dalla Regione Lombardia ai sensi del DPCM 185/2006

• distribuisce le ore assegnate alla scuola, su tutti gli alunni diversamente abili segnalati • si preoccupa, previo incontro con la famiglia, di eliminare ogni ostacolo (barriera architettonica)

che possa limitare o impedire a chiunque la comoda e sicura utilizzazione dell’edificio scolasti-co (spazi, attrezzature, …)

• promuove l'assistenza di base5 agli alunni disabili, parte fondamentale del processo di integra-zione scolastica e della sua concreta attuazione che contribuisce a realizzare il diritto allo stu-dio costituzionalmente garantito

• si assicura che siano coinvolti tutti gli operatori (docenti, collaboratori scolastici, genitori, tecnici della riabilitazione, …) in un unico disegno formativo che la norma definisce come Piano Edu-cativo Individualizzato. Il PEI, a sua volta, si colloca all'interno della più generale progettualità delle scuole autonome che, ai sensi del DPR 275/99, sono tenute a redigere il Piano dell'Offer-ta Formativa (POF), nel quale sono indicati i criteri e le modalità organizzative dell'intero servi-zio formativo che ciascuna istituzione intende attuare, anche in relazione alle varie e diversifi-cate esigenze degli alunni e delle famiglie.

I docenti provvedono • all’accoglienza del bambino nel gruppo classe. • A collegare i bisogni alle risorse necessarie, secondo una logica progettuale, che si realizza

con il concorso di tutte le professionalità disponibili e le risorse utilizzabili, dopo aver individuato i fattori che determinano la situazione degli alunni.

• A creare le condizioni per la piena espressione dell’identità e delle capacità dell’alunno dva, suggerendo percorsi di apprendimento, risorse, ausili, sussidi e tutto quello che può essere uti-le a ridurre i limiti e gli ostacoli incontrati.

• A riconoscere, gestire, contenere e/o risolvere le difficoltà di insegnamento che le “diversità” comportano, favorendo le relazioni con ciascun allievo e l’interscambio tra i pari.

• Ad effettuare interventi mirati soprattutto ad accompagnare il progetto di vita dell’alunno dva (legge 8 novembre 2000, n.328, art. 14) e a qualificare i contesti in cui questo si realizza, occu-

4 Si effettua tramite: • trasmissione di notizie e di documentazioni • incontri tra gli insegnanti dei differenti cicli e gli operatori sociali e sanitari È prevista la possibilità che l’insegnante di sostegno segua l’alunno nella fase di passaggio e di frequenza iniziale in una nuova struttura scolastica (C.M. 1/88). 5 L'assistenza di base, di competenza della scuola, va intesa come il primo segmento della più articolata as-sistenza all'autonomia e alla comunicazione personale prevista dall'art.13, comma 3, della legge 104/92.

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pandosi di attivare diversi supporti di sostegno e collaborando con tutta la comunità scolastica, in una logica di reti di sostegno, coordinando, in particolare, il lavoro delle diverse figure, inter-ne ed esterne alla scuola, impegnate nella realizzazione del progetto.

• A svolgere attività sistematica di osservazione dell’alunno, della classe e più in generale dei contesti in cui avviene il processo di integrazione/inclusione.

Il collaboratore scolastico provvede all'ausilio materiale degli alunni dva • nell'accesso dalle aree esterne alle strutture scolastiche e nell'uscita da esse, in cui è ricom-

preso lo spostamento nei locali della scuola • per esigenze di particolare disagio e per le attività di cura alla persona ed ausilio materiale

nell'uso dei servizi igienici e nella cura dell'igiene personale dell'alunno, nelle scuole di ogni or-dine e grado

GRUPPI DI LAVORO

Caratterizzazioni nelle istituzioni scolastiche della Rete del Magentino G.L.H. - Gruppo di studio e di lavoro di Circolo e d’Istituto (ambito operativo scolastico) Il Gruppo di lavoro presso le istituzioni scolastiche (la cui costituzione è compresa tra gli obblighi che riguardano direttamente il Capo d'istituto) presiede alla programmazione generale dell'integra-zione scolastica nella scuola e ha il compito di «collaborare alle iniziative educative e di integrazio-ne previste dal piano educativo individualizzato» (Legge n. 104/1992, art. 15, comma 2) dei singoli alunni. Nella costituzione e nella promozione delle attività dei gruppi di studio e di lavoro, il capo d’Istituto tiene conto delle particolari esigenze espresse nel territorio e nella scuola, avendo cura di integra-re comunque l’attività dei predetti Gruppi di studio e di lavoro con quella di analoghe aggregazione preesistenti nel circolo o istituto, al fine di non disperdere in ogni caso le eventuali esperienze effi-cacemente condotte e consolidate. Lo scopo primario dovrebbe mirare alla finalità di perseguire unitariamente in favore di tutti gli alunni e, in particolare, di quelli portatori di handicap, l'attuazione dei precoci interventi atti a pre-venire il disadattamento e l'emarginazione; e la piena realizzazione del diritto allo studio. In particolare per quanto attiene il compito più specifico l'integrazione scolastica nella scuola, inter-viene per: � analizzare la situazione complessiva nell'ambito dei plessi di competenza (numero degli alunni

in situazione di handicap, tipologia degli handicap, classi coinvolte); � analizzare le risorse dell'Istituto scolastico, sia umane che materiali; � verificare periodicamente gli interventi a livello di Istituto. � formulare proposte per la formazione e l'aggiornamento per il personale impegnato in piani

educativi e di recupero individualizzati. Le competenze L'azione del Gruppo di studio e di lavoro a livello di scuola può essere riassunta in competenze di tipo organizzativo, progettuale e valutativo, e consultivo. Competenze di tipo organizzativo: � Gestione delle risorse personali (assegnazione delle ore di attività di sostegno ai singoli alunni;

utilizzo delle compresenze fra docenti; pianificazione dei rapporti con gli operatori extrascola-stici; reperimento di specialisti e consulenze esterne; ecc.).

� Definizione delle modalità di passaggio e di accoglienza dei minori in situazione di handicap; gestione e reperimento delle risorse materiali (sussidi, ausili tecnologici, biblioteche specializ-zate e/o centri di documentazione, ecc.).

� Censimento delle risorse informali (volontari, famiglie, alunni, competenze non ufficialmente ri-conosciute, ecc.).

Competenze di tipo progettuale e valutativo: � Formulazione di progetti per la continuità fra ordini di scuola.

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� Progetti specifici per l'handicap, in relazione alle tipologie. � Progetti relativi all'organico (ad esempio, per la riduzione delle classi che ospitano alunni disa-

bili). � Progetti per l'aggiornamento del personale, anche in una prospettiva interistituzionale. Competenze di tipo consultivo: � Assunzione di iniziative di collaborazione e tutoring fra docenti (in presenza di specifiche mino-

razioni); � confronto interistituzionale nel corso dell'anno; � documentazione e costituzione di banche dati. Si tratta di una operatività intesa a impegnare

preventivamente la disponibilità della scuola, predisponendo in anticipo gli interventi che pro-muovano l'integrazione, concepita quale fenomeno complesso, richiedente competenze pluri-me e una cultura condivisa;

� Collaborazione per la redazione del P.D.F. � Collaborazione per l’elaborazione e la verifica del P.E.I. GLHI - Gruppo di lavoro per l’handicap d’Istituto COMPITI confronto sull’organizzazione d’Istituto, risorse, strutture, strumenti, proposte INCONTRI 2 volte all’anno (Novembre-Maggio)

COMPONENTI DS, FS o docente/i referente/i, Docenti di sostegno (tutti), Servizi sociali + Ufficio Scuola (per AEC – assistenti educatori comunali), almeno un docente per livello di scuola, genitori (tutti)

INTERFACCIA CdD (POF), Team/equipe pedagogica o consiglio di classe, CdI, Gr. Intermedio, Ente Locale, Associazioni specialistiche e/o di volontariato sul territorio

GRUPPO INTERMEDIO Struttura verticale che si colloca tra il GLHI e i Gruppi operativi

COMPITI Favorire la continuità, i progetti ponte, l’orientamento, la prevenzione, la segnala-zione, il sostegno, la verifica dell’andamento dei gruppi operativi

INCONTRI almeno 2 volte all’anno

COMPONENTI DS (1 o più), FS o docente/i referente/i (1 o più), Servizi di NPI, Ente Locale (As-sistente sociale/Ufficio Scuola), eventuale psicopedagogista d’Istituto

INTERFACCIA CdD, Team/equipe pedagogica o consiglio di classe, Ente Locale, Associazioni specialistiche e/o di volontariato sul territorio, operatori Servizi di NPI

GRUPPI OPERATIVI Si riferiscono ad ogni alunno dva con sostegno o in fase di riconoscimento. Potrebbero riferirsi anche ad alunni con DSA (disturbi specifici d’apprendimento) certificati o in fa-se di certificazione COMPITI Confronto docenti/specialisti (parte tecnica), Confronto docenti/specialisti/famiglie

INCONTRI 2/3 volte all’anno per verifica: PEI inizio anno scolastico, andamento fine 1° qua-drimestre, termine anno scolastico

COMPONENTI

Parte tecnica: Docente di sostegno, almeno 1 docente di classe (per la seconda-ria di primo grado il coordinatore), eventuale assistente AEC, Operatori ASL/ Servizi di NPI; Parte educativa: Docente di sostegno, almeno 1 docente di classe (per la secondaria di primo grado il coordinatore), eventuale assistente AEC, Genitori alunno

INTERFACCIA Team/equipe pedagogica o consiglio di classe, CdD, Terapisti/specialisti, Ente Locale, DS/FS, eventuali associazioni specialistiche e/o di volontariato sul territo-rio

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COMPITI ENTE LOCALE e/o PROVINCIA

L'obiettivo prioritario di garantire l'effettiva realizzazione dei servizi di integrazione scolastica per gli alunni disabili, si realizza anche attraverso la cooperazione dei vari soggetti istituzionali nelle ri-spettive aree di competenza, senza soluzione di continuità. Tale obiettivo va concretamente per-seguito attraverso gli accordi di programma6 previsti dall' art. 13, comma 1, lettera A, della l. 104/92, già in atto in modo efficace in molte realtà territoriali. Essi dovranno costituire, in un siste-ma in cui l'integrazione del soggetto disabile è affidata a diversi centri di competenza e responsabi-lità, anche dopo l'attuazione del trasferimento di funzioni e compiti al sistema dei governi territoriali ai sensi del D. L.vo 112/987, lo strumento più efficace per un'attività coordinata e finalizzata a ga-rantire la realizzazione di progetti educativi, riabilitativi e di socializzazione.

Rimane all'Ente Locale il compito di fornire l'assistenza specialistica da svolgersi con personale qualificato sia all'interno che all'esterno della scuola, (Protocollo d'Intesa del 13/9/2001) come se-condo segmento della più articolata assistenza all'autonomia e alla comunicazione personale pre-vista dall'art. 13, comma 3, della Legge 104/92, a carico degli stessi enti. Si tratta di figure che svolgono assistenza specialistica nei casi di particolari deficit. Tale servizio potrà essere assicurato anche attraverso convenzioni con le istituzioni scolastiche nella logica degli accordi di programma territoriali previsti dalla Legge 104/92.

La programmazione dell’offerta integrata acquista pregnanza dopo l’approvazione della legge n. 144/99 che prevede nell’art. 68 l’adempimento dell’obbligo formativo sino al 18° anno d’età, da adempiersi anche in percorsi misti di istruzione e formazione professionale.

Spettano ai Comuni (per la scuola di base) e alle Province (per la scuola superiore): “I servizi di supporto organizzativo del servizio di istruzione per gli alunni in situazione di handicap” (art. 139 del Decreto Legislativo n. 112/98)

Ai Comuni spetta il trasporto gratuito degli alunni diversamente abili da casa a scuola e viceversa (art. 28 – comma 1 – legge n. 118/71).

L’art. 40 della Legge Quadro pone a carico dei Comuni l’obbligo dei servizi sociali per l’integrazione delle persone diversamente abili, la riqualificazione e il riordino dei servizi esistenti per le attività extra-scolastiche.

6 Essi dovranno costituire, in un sistema in cui l'integrazione del soggetto disabile è affidata a diversi centri di competenza e responsabilità, anche dopo l'attuazione del trasferimento di funzioni e compiti al sistema dei governi territoriali ai sensi del d. lgs.112/98, lo strumento più efficace per un'attività coordinata e finalizzata a garantire la realizzazione di progetti educativi, riabilitativi e di socializzazione.

7 Con l’art. 138 del Decreto Legislativo n. 112/98 vengono attribuite deleghe alle Regioni in materia di pro-grammazione dell’offerta formativa integrata con quella professionale, la programmazione della rete scola-stica, la suddivisione del territorio in bacini d’utenza, la determinazione del calendario scolastico, i contributi delle scuole private.

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COMPITI ENTE ASL/Servizio di NPI 8

L’ASL garantisce la tutela della salute della scuola, con particolare riferimento agli interventi sanita-ri programmati, assimilabili ad interventi di assistenza infermieristica domiciliare, per gli alunni che ne necessitano, assicurando la realizzazione degli interventi stessi tramite persone con competen-ze di tipo sanitario e attraverso il Servizio di medicina di base. Il servizio di medicina di comunità si impegna a predisporre delle linee-guida, a cui le scuole si dovranno attenere, sulla somministra-zione dei farmaci a scuola agli alunni. All’ASL spetta, altresì, il compito di accreditare eventuali Centri specialistici privati che lo richiedessero. L’Azienda Ospedaliera garantisce, tramite il Polo Territoriale di NPIA competente, le seguenti pre-stazioni: • individuazione dell’alunno come persona handicappata (ai sensi dell’art. 3 Legge 104/92 e art.

7 comma 35 Legge 2002), al fine di assicurare l’esercizio del diritto all’educazione, all’istruzione ed all’integrazione scolastica, attraverso appropriato iter diagnostico sulla base delle certificazioni prodotte da strutture accreditate dall’ASL Milano 1 e delle segnalazioni da parte di strutture non accreditate;

• formulazione della diagnosi funzionale, da parte dell’equipe multidisciplinare di NPIA con il coinvolgimento, per quanto di competenza, degli operatori sociali di ASL e Comuni;

• formulazione, congiuntamente con i docenti curriculari e gli insegnanti specializzati che seguo-no l’alunno individuato, del profilo dinamico-funzionale in collaborazione con i familiari dell’alunno;

• certificazione delle richieste di insegnante di sostegno didattico, dell’assistente di base e di quello specialistico;

• partecipazione, su motivata richiesta, ai gruppi H d’Istituto (Gruppi Intermedi, gruppi Operativi, GLH) per la valutazione, integrazione e coordinamento degli interventi rivolti all’alunno handi-cappato;

• verifica periodica, per quanto di competenza, degli effetti degli interventi messi in atto.

8 INTESA TRA I COMUNI DELL’AMBITO TERRITORIALE DI LEGNANO, NERVIANO, LEGNANO , CERRO MAGGIORE, CANEGRATE, S. VITTORE OLONA, SAN GIORGIO SU L., DAIRAGO, PARABIAGO, BUSTO GAROLFO, VILLA CORTESE, RESCALDINA, L’AZIENDA OSPEDALIERA DI LEGNANO, L’ASL MILANO 1 E L’UFFICIO SCOLASTICO DELLA REGIONE LOMBARDIA SULL’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI POR-TATORI DI HANDICAP - 2004

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STRUMENTI PER LA REALIZZAZIONE DELL’INTEGRAZIONE

La legge 104/92 dispone l’utilizzo dell’insegnante di sostegno specializzato in ogni ordine di scuo-la.

Il docente viene assegnato dall’USP all’Istituto in cui è inserito l’alunno diversamente abile per “realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni” (L. 517/77).

Il Dirigente Scolastico assegna l’insegnante di sostegno, in contitolarità con i docenti curriculari, al-la/e classe/i che accolgono gli alunni diversamente abili.

La legge 449/97 prevede un docente di sostegno in relazione al numero degli alunni totali frequen-tanti la scuola: un posto in organico ogni 138 alunni. Il Capo d’Istituto quantifica il numero di ore per ogni allievo in base al rapporto tra le ore assegnate dall’USP e le necessità emergenti.

Ai Comuni e alle Province9 – in base al D.L. 112/98 – spetta l’assegnazione rispettivamente di per-sonale per l’assistenza di base e degli assistenti “alla comunicazione” nelle scuole in cui vi siano allievi con disabilità sensoriali (ciechi o sordi). L’assistenza ai disabili sensoriali può anche attuarsi a domicilio per lo svolgimento dei compiti o a scuola per facilitare la comunicazione.

Sempre la Legge Quadro all’art. 13 prevede inoltre, che le scuole siano dotate di materiali struttu-rati, attrezzature ed ausili – anche tecnologici – sofisticati che garantiscano il diritto allo studio di tutti. Si utilizzeranno, a tale proposito, i fondi assegnati ai Comuni dalle specifiche Leggi Regionali e dalla Legge Quadro, ed agli U.S.P.

Nella scuola superiore con la pre-iscrizione si trasmettono tutte le informazioni utili per adottare tut-ti gli interventi e le attività di sostegno necessarie al piano educativo riabilitativo dell’alunno diver-samente abile. Gli insegnanti di sostegno saranno scelti tra quelli specializzati in una delle due aree principali, quella umanistica e scientifica, ed abilitati all’insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado. Possono essere inoltre presenti assistenti mandati dall’Amministrazione Comu-nale e/o Provinciale.

I corsi di formazione professionale sono organizzati dai Centri di Formazione Professionale (CFP), che possono essere pubblici o privati. A conclusione dei corsi, dopo una prova tecnico pratica, viene rilasciato un attestato di qualifica o di specializzazione. Questo attestato, se proviene da una struttura pubblica o da centri convenzionati o “riconosciuti” ha il valore di titolo di qualificazione professionale, necessario per iscriversi alle liste di collocamento.

9 La Provincia interviene in favore dei disabili sensoriali inseriti in percorsi scolastici, per assicurare un supporto personaliz-zato a scuola e/o domicilio, attraverso un assistente alla comunicazione

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VALUTAZIONE 10

Per gli alunni dei diversi tipi di scuola è prevista una valutazione periodica, trimestrale o quadrime-strale, e una valutazione finale, riferite sia ai livelli di apprendimento acquisiti sia al comportamen-to. Per gli alunni del primo ciclo (scuola primaria e scuola secondaria di I grado) la valutazione tie-ne conto delle modifiche apportate dalla legge 53/2003, mentre per gli studenti degli istituti supe-riori valgono tuttora i riferimenti alle norme precedenti. La valutazione nelle classi intermedie av-viene per scrutinio, mentre per le classi terminali (terzo anno di scuola media, ultimo anno delle superiori) avviene per esame di Stato. Una disposizione che, per il momento, si applica solamente agli alunni della scuola secondaria di I grado (ex-scuola media) prevede che l'anno scolastico non sia considerato valido, indipendentemente dalla valutazione degli apprendimenti, se l'alunno ha frequentato per meno dei tre quarti delle ore di lezione previste. Valutazione nella scuola primaria: la valutazione degli apprendimenti acquisiti e del comporta-mento dell'alunno, nonché le decisioni relative alla promozione alla classe successiva vengono adottate dai docenti della classe. La valutazione viene registrata su un apposito documento di va-lutazione (scheda individuale dell'alunno) nei modi e nelle forme che ciascuna scuola ritiene oppor-tuni; viene consegnata alla famiglia e accompagnata da un colloquio esplicativo. Per quanto ri-guarda la decisione circa la promozione alla classe successiva (art. 8 decreto legislativo n. 59/2004), l'eventuale non ammissione deve avere carattere eccezionale ed essere motivata. La decisione di non ammissione deve comunque essere assunta all'unanimità. Nella scuola primaria non è previsto un esame finale di licenza. Valutazione nella scuola secondaria di I grado : la valutazione degli apprendimenti acquisiti e del comportamento dell'alunno, nonché le decisioni relative alla promozione alla classe successiva vengono adottate per scrutinio dai docenti della classe. La valutazione viene registrata su un ap-posito documento di valutazione (scheda individuale dell'alunno) nei modi e nelle forme che cia-scuna scuola ritiene opportuni; viene consegnata alla famiglia e accompagnata da un colloquio esplicativo. Per quanto riguarda la decisione circa la promozione alla classe successiva (art. 11 decreto legislativo n. 59/2004), l'eventuale non ammissione deve essere motivata. Ai fini della validità dell'anno, per la valutazione è richiesta la frequenza di almeno tre quarti dell'o-rario annuale personalizzato di ciascun alunno. Per casi eccezionali, le istituzioni scolastiche pos-sono autonomamente stabilire motivate deroghe al suddetto limite. Il corso di studi si conclude con l'esame di Stato il cui superamento è titolo indispensabile per l'iscrizione agli istituti del 2° cicl o.

Dall'anno scolastico 2006-2007, insieme al titolo di licenza finale, verrà consegnata all'alunno la certificazione delle competenze acquisite (note di indirizzo del 31 agosto 2006 per l'anno 2006-2007).

10 O.M. n. 90/01, art. 15: Valutazione degli alunni in situazione di handicap

[…]

2. Per gli alunni in situazione di handicap psichico la valutazione, per il suo carattere formativo ed educativo e per l'azione di stimolo che esercita nei confronti dell'allievo, deve comunque aver luo-go. Il consiglio di classe, in sede di valutazione periodica e finale, sulla scorta del Piano educativo individualizzato a suo tempo predisposto con la partecipazione dei genitori nei modi e nei tempi previsti dalla C. M. 258/83, esamina gli elementi di giudizio forniti da ciascun insegnante sui livelli di apprendimento raggiunti, anche attraverso l’attività di integrazione e di sostegno, verifica i risul-tati complessivi rispetto agli obiettivi prefissati dal Piano educativo individualizzato

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L'art. 16, comma 1 della Legge Quadro dispone che la valutazione degli alunni dva debba avvenire sulla base del Piano Educativo Individualizzato, “… base della valutazione del progetto didattico personalizzato, …” La norma precisa inoltre che � la valutazione è effettuata da tutti gli insegnanti. … � … deve essere evidenziato se per talune discipline sono stati adottati «particolari criteri didatti-

ci». … � … occorre indicare quali attività integrative o di sostegno siano state svolte, anche in sostitu-zione dei contenuti parziali di alcune discipline. … Se dopo queste considerazioni il consiglio di classe, in qualunque grado di scuola ci si trovi, riten-ga che l'apprendimento sia globalmente riconducibile agli apprendimenti ritenuti idonei per una va-lutazione positiva con riguardo ai programmi ministeriali, promuove l'alunno alla classe successiva, come avviene per tutti gli alunni. Questo criterio è stato espressamente formulato in tutte le ordi-nanze ministeriali sugli scrutini e da ultimo nell'O.M. n.128/99 all'art. 4 commi 1 e 3, rispettivamen-te per gli alunni con minorazione fisica e o sensoriale e per quelli con minorazione intellettiva. Anzi per questi ultimi il comma 2 sottolinea l'importanza della valutazione formativa. Tale normativa è stata ribadita dall'O.M. n. 126/2000. In forza dell'art. 16, comma 3 della legge-quadro nella scuola secondaria sono ammessi tempi più lunghi per l'effettuazione delle prove scritte e prove equipollenti. Il concetto di «prove equipollenti» si rinviene nella C.M. 163/83 e nell'art. 6, comma 1 del regolamento dei nuovi esami di Stato, ap-provato con DPR n. 323/98, che è quindi applicabile a maggior ragione alle prove svolte durante la frequenza. Le prove equipollenti consistono nella sostituzione di elaborati scritti con questionari da completare, nella sostituzione di un colloquio con una prova scritta, nell'uso di strumenti tecnici, nello svolgimento di contenuti culturali diversi da quelli di prove ufficiali. Tali prove comunque sono diverse nei modi di accertamento, ma non nei risultati. Esse cioè deb-bono consentire l'accertamento di risultati finali tali da permettere una valutazione legale idonea al rilascio della promozione alla classe successiva o al titolo di studio, diploma di qualifica professio-nale, licenza di maestro d'arte, diploma conclusivo degli studi superiori. E' infine necessario far presente che gli alunni dva, in forza dell'art. 14, comma 1 lett. c della Legge Quadro, possono ripetere la stessa classe per tre volte, oltre al primo anno di frequenza, purché vi sia una delibera favorevole del collegio dei docenti, su proposta del consiglio di classe o interclas-se, sentiti gli esperti che seguono l'alunno. Per quanto riguarda le prove d’esame: • “in ciascuna scuola è costituita una commissione per gli esami di licenza composta d’ufficio da

tutti i professori delle classi terze che insegnano le materie d’esame previste … nonché dai do-centi che realizzano forme di integrazione e sostegno a favore degli alunni handicappati” (O.M. n. 90 del 21 maggio 2001 – art. 9)

• “nel quadro delle finalità della scuola media, gli allievi in situazione di handicap che vengono ammessi a sostenere gli esami di licenza, possono svolgere prove differenziate, in linea con gli interventi educativi didattici attuati sulla base del percorso formativo individualizzato … Tali prove devono essere idonee a valutare l’allievo in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali” (art. 11 – comma 11)

• “Ove si accerti il mancato raggiungimento degli obiettivi del PEI, il Consiglio di Classe può de-cidere che l’alunno ripeta la classe o che sia comunque ammesso agli esami di licenza al solo fine del rilascio di un attestato di credito formativo. Tale attestato è titolo per l’iscrizione e la fre-quenza delle classi successive, ai soli fini del riconoscimento di crediti formativi da far valere anche per percorsi integrati” ( art. 11 – comma 12).

• “Nei diplomi di licenza di scuola media e nei certificati da rilasciare alla conclusione degli esami stessi non è fatta manzione delle prove differenziate sostenute dagli alunni handicappati” (art.11 – comma 13).

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Valutazione nella scuola secondaria di II grado : oltre alla legge 104/92, art.16, comma 1, l'O.M. 128/99, art. 4 comma 1, 3, 4, spiega che: 1. Nei confronti degli alunni con minorazioni fisiche e sensoriali non si procede, di norma, ad alcu-na valutazione differenziata; è consentito, tuttavia, l'uso di particolari strumenti didattici apposita-mente individuati dai docenti, al fine di accertare il livello di apprendimento non evidenziabile attra-verso un colloquio o prove scritte tradizionali. 2. Per gli alunni in situazione di handicap psichico la valutazione, per il suo carattere formativo ed educativo e per l'azione di stimolo che esercita nei confronti dell'allievo, deve comunque aver luo-go. Il Consiglio di classe, in sede di valutazione trimestrale o quadrimestrale e finale, sulla scorta del Piano Educativo Individualizzato a suo tempo predisposto con la partecipazione dei genitori nei modi e nei tempi previsti dalla C. M. 258/83, esamina gli elementi di giudizio forniti da ciascun in-segnante sui livelli di apprendimento raggiunti, anche attraverso l'attività di integrazione e di soste-gno, verifica i risultati complessivi rispetto agli obiettivi prefissati dal Piano Educativo Individualiz-zato. 3. Ove il Consiglio di classe riscontri che l'allievo abbia raggiunto un livello di preparazione con-forme agli obiettivi didattici previsti dai programmi ministeriali o, comunque, ad essi globalmente corrispondenti, decide in conformità dei precedenti artt. 2 e 3. 4. Qualora, al fine di assicurare il diritto allo studio ad alunni in situazione di handicap psichico e, eccezionalmente, fisico e sensoriale, il Piano Educativo Individualizzato sia diversificato in funzio-ne di obiettivi didattici e formativi non riconducibili ai programmi ministeriali, il Consiglio di classe, fermo restando l'obbligo della relazione di cui al paragrafo 8 della Circolare ministeriale n. 262 del 22 settembre 1988, valuta i risultati dell'apprendimento, con l'attribuzione di voti relativi unicamente allo svolgimento del citato piano educativo individualizzato e non ai programmi ministeriali. Tali voti hanno, pertanto, valore legale solo ai fini della prosecuzione degli studi per il perseguimento degli obiettivi del piano educativo individualizzato. I predetti alunni possono, di conseguenza, essere ammessi alla frequenza dell'anno successivo o dichiarati ripetenti anche per tre volte in forza del disposto di cui all'art.316 del D.Lvo 16.4.1994, n.297. In calce alla pagella degli alunni medesimi, deve essere apposta l'annotazione secondo la quale la votazione è riferita al P.E.I e non ai pro-grammi ministeriali ed è adottata ai sensi dell'art.4 della presente Ordinanza. Gli alunni valutati in modo differenziato come sopra possono partecipare agli esami di qualifica professionale e di licenza di maestro d'arte, svolgendo prove differenziate, omogenee al percorso svolto, finalizzate all'attestazione delle competenze e delle abilità acquisite. Tale attestazione può costituire, in particolare quando il piano educativo personalizzato preveda esperienze di orienta-mento, di tirocinio, di stage, di inserimento lavorativo, un credito formativo spendibile nella fre-quenza di corsi di formazione professionale nell'ambito delle intese con le Regioni e gli Enti locali. In caso di ripetenza, il Consiglio di classe riduce ulteriormente gli obiettivi didattici del Piano Edu-cativo Individualizzato. Non può, comunque, essere preclusa ad un alunno in situazione di handi-cap fisico, psichico o sensoriale, anche se abbia sostenuto gli esami di qualifica o di licenza di maestro d'arte, conseguendo l'attestato di cui sopra, l'iscrizione e la frequenza anche per la terza volta alla stessa classe. Qualora durante il successivo anno scolastico vengano accertati livelli di apprendimento corrispondenti agli obiettivi previsti dai programmi ministeriali, il Consiglio di classe delibera in conformità dei precedenti artt 2 e 3,senza necessità di prove di idoneità relative alle di-scipline dell'anno o degli anni precedenti, tenuto conto che il Consiglio medesimo possiede già tutti gli elementi di valutazione. Gli alunni in situazione di handicap che svolgono piani educativi individualizzati differenziati, ripe-tenti la terza classe degli istituti professionali e d'arte, possono frequentare, nel quadro dei principi generali stabiliti dall'art.312 e seguenti del D.Lvo n.297/1994, lezioni e attività delle classi succes-sive, sulla base di un progetto - che può prevedere anche percorsi integrati di istruzione e forma-zione professionale, con la conseguente acquisizione del relativo credito formativo - concordato dai rispettivi consigli di classe al fine del raggiungimento degli obiettivi educativi e del pieno svilup-po della persona, in attuazione del diritto allo studio costituzionalmente garantito. Per gli alunni medesimi, che al termine della frequenza dell'ultimo anno di corso, essendo in possesso di crediti formativi, possono sostenere l'esame di Stato sulla base di prove differenziate coerenti con il per-corso svolto e finalizzate solo al rilascio dell'attestazione di cui all'art.13 del Regolamento, si fa rin-vio a quanto previsto dall'art.17, comma 4, dell'O.M. 38/1999.

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5. Qualora un Consiglio di classe intenda adottare la valutazione differenziata di cui sopra, deve darne immediata notizia alla famiglia fissandole un termine per manifestare un formale assenso, in mancanza del quale la modalità valutativa proposta si intende accettata. In caso di diniego espres-so, l'alunno non può essere considerato in situazione di handicap ai soli fini della valutazione, che viene effettuata ai sensi dei precedenti artt.2 e 3. 6. Per gli alunni che seguono un Piano Educativo Individualizzato differenziato, ai voti riportati nello scrutinio finale e ai punteggi assegnati in esito agli esami si aggiunge l'indicazione che la votazione è riferita al P.E.I e non ai programmi ministeriali. 7. Trovano applicazione, in quanto connessi con il momento della valutazione, le disposizioni con-tenute nelle circolari n.163 del 16 giugno 1983 e n.262 del 22 settembre 1988, paragrafi n.6) svol-gimento dei programmi, n.7 prove scritte, grafiche, scrittografiche, orali e pratiche e n.8) valutazio-ne. 8. … 9. … 10. I docenti di sostegno, a norma dell'art.315, comma quinto, del D.Lvo n.297/1994, fanno parte del Consiglio di classe e partecipano, pertanto, a pieno titolo alle operazioni di valutazione, con di-ritto di voto per tutti gli alunni della classe. Infine l'O.M. n. 126/00 che aggiunge all'art. 4, il 4 bis e il 4 ter. … L'art. 16, comma 1 della Legge Quadro dispone che la valutazione degli alunni dva debba avvenire sulla base del Piano Educativo Individualizzato, “… base della valutazione del progetto didattico personalizzato, …” La norma precisa inoltre che la valutazione è effettuata da tutti gli insegnanti. … … deve essere evidenziato se per talune discipline sono stati adottati «particolari criteri didattici». …occorre indicare quali attività integrative o di sostegno siano state svolte, anche in sostituzione dei contenuti parziali di alcune discipline. … … E' infine necessario far presente che gli alunni dva, in forza dell'art. 14, comma 1 lett. c della Legge Quadro, possono ripetere la stessa classe per tre volte, oltre al primo anno di frequenza, purché vi sia una delibera favorevole del collegio dei docenti, su proposta del consiglio di classe o interclas-se, sentiti gli esperti che seguono l'alunno, come i membri dell'unità multimidisciplinare dell'ASL. …

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ORIENTAMENTO11 L'orientamento costituisce un’attività formativa processuale obbligatoria e specifica che accompa-gna l’alunno lungo il percorso scolastico. L'azione di orientamento, intesa come processo che diventa fondamentale nella costruzione del progetto di vita dell'individuo, non può che avere come nucleo centrale l'acquisizione di competen-ze trasversali, di capacità di valutazione, di strategie di riorganizzazione delle quali il soggetto di-venterà un efficace utilizzatore solamente se nel processo educativo avrà avuto modo di farle pro-prie. In tal senso, perciò, la scuola prima e il mondo del lavoro poi, sono considerati sotto il profilo degli interventi che possono mettersi in atto al fine di contribuire a realizzare un individuo in grado di orientarsi. Scuola e mondo del lavoro debbono operare in modo sinergico per "contribuire a realiz-zare un individuo in grado di orientarsi.

Vi è sempre la necessità di rendere il giovane disabile protagonista di questo momento, nelle for-me e nei modi consentiti dalle capacità individuali.

La scelta dopo la scuola media è rivolta agli Istituti Secondari Superiori.

In alternativa si potrebbe optare verso un Centro di Formazione Professionale (C.F.P.) finanziato dalle Regioni. Non è previsto di norma l'insegnante di sostegno per gli allievi in difficoltà integrati in corsi normali. Si tratta di istituzioni in cui si forma al lavoro attraverso una didattica improntata alla manualità e dove viene promossa, anche attraverso la realizzazione di appositi stages formativi, la progressiva assunzione di un "professional self" negli allievi, cioè di un'identità legata al ruolo lavo-rativo. Per giovani con limitate capacità di elaborazione simbolica, ma anche per quanti possiedo-no modelli socio-culturali poveri, ciò diventa un fondamentale contributo alla costruzione di un'iden-tità personale positiva, non raramente in grado di recuperare devianze ed handicap.

I C.F.P. rientrano spesso nelle scelte di quanti pongono l'integrazione del giovane disabile come una delle finalità del processo educativo, la meta da perseguire realizzando tutte le condizioni af-finché vi possa essere, ad un certo punto della storia di un soggetto, una effettiva integrazione. Finalità dell’Orientamento � Rispondere all’esigenza di fornire informazioni e supporto nell’elaborazione dei progetti struttu-

rati orientativi riguardanti i ragazzi disabili (Percorsi Misti e Percorsi Integrati). � partire dalla situazione descritta e dal fabbisogno espresso dai partecipanti, delineando possi-

bili alternative percorribili per supportare lo studente disabile nel processo di scelta o di transi-zione ad che lo vede coinvolto (dalla scuola secondaria di primo grado a quella di secondo, dal percorso scolastico a quello della formazione).

� individuare le attività, i laboratori ed i progetti attivi nel corso di studio che potrebbero essere utilizzati.

� favorire la trasparenza delle azioni intraprese dalle singole scuole e di mettere in rete le diverse risorse per rendere attuabili i progetti educativi individualizzati dei ragazzi.

� superare le difficoltà organizzative che a volte accompagnano le progettazioni e promuovere lo scambio tra le diverse istituzioni.

� Raccogliere le disponibilità (personale, spazi, attrezzature, consulenza, …) Strumenti � schede da inviare alle Scuole Secondarie di II Grado del Territorio ed a Centri di Formazione

con richiesta di indicazione di caratterizzazioni per alunni dva � contatti telefoni e/o via e-mail con le Istituzioni del territorio 11 Si può consultare anche la pubblicazione redatta dall’Assessorato all’Istruzione e all’Edilizia Scolastica della Provincia di Milano: “Viaggio nel sistema di istruzione e formazione dopo la scuola media – iter 200...” – Cisem http://temi.provincia.mi.it/formazione/

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Alcuni indirizzi utili C.F.P. http://www.corsincitta.it/centri_formazione_professionale/regioni/Lombardia.asp “L. Clerici” - http://www.clerici.lombardia.it/portale.asp?sect=chi&pag=3 • Via FRATELLI DI DIO 1/a - 20081 ABBIATEGRASSO (MILANO)

Telefono: 02/94960153 - Fax: 02/94965932 Orari: (h. 8.30/12,30-13,30/16,30) Email: [email protected]

• Via S.Ambrogio, 9 - 20015 PARABIAGO (MILANO)

Telefono: 0331/551015 - Fax: 0331/559033 Email: [email protected]

• Via Europa - Pregnanza Milanese (MI)

Tel. 02.93595040 - 02.93591104 Proposta formativa: attraverso l'acquisizione di abilità lavorative e tecniche specifiche si mira in-nanzitutto alla realizzazione personale e sociale dell'interessato. Il lavoro è considerato una delle dimensioni centrali ed imprescindibili della vita dell'uomo e fattore di crescita personale prima che sociale. L'impostazione metodologica delle diverse attività formative ha sempre collocato lo stage azienda-le come momento qualificante del processo educativo in quanto permette un efficace raccordo con la realtà economica e produttiva. Aziende, imprese artigiane, Comuni, Enti e Associazioni sono parte attiva della proposta formativa e, in alcuni casi, gli utenti stessi diventano partner della Fon-dazione, stimolando l'offerta di corsi e soluzioni. Ciascun Centro mantiene rapporti con numerose aziende e imprese artigiane locali in diversi settori (elettronico, meccanico, delle telecomunicazioni, calzaturiero...). Questa collaborazione consente di sviluppare insieme un'attenta analisi dei profili professionali, di realizzare l'alternanza scuola-lavoro e di incrementare le conoscenze del mondo produttivo. Le principali attività corsuali vengono realizzate prevalentemente nelle seguenti aree: Area Information Communication Technology: corsi di informatica di base e avanzata, corsi per di-segnatore Autocad, Web Designing, percorsi CISCO, linguaggi Web, sistemistica. Abbiategrasso, Brugherio, Lecco, Lodi, Merate, Milano Belloni, Milano sede centrale, Mortara, Pa-rabiago, Pavia, San Giuliano Milanese. Area Industria/Produzione: corsi di formazione per addetti alle aree industriali meccaniche, elettri-che e metallurgiche (addetto macchine a controllo numerico, elettricista, magazziniere, manutento-re/aggiustatore meccanico-elettrico, montatore meccanico, operaio metalmeccanico, fresatore, saldatore, tornitore, lamierista, operaio metalmeccanico e tessile), corsi di formazione per addetti alle aree industriali della cartotecnica/legatoria. Abbiategrasso, Brugherio, Lecco, Lodi, Merate, Mi-lano Belloni, Mortara, Parabiago, Pavia, San Giuliano Milanese. Area Amministrazione: corsi di segreteria generale, di direzione, di produzione e di contabilità (pa-ghe, contributi, rapporto cliente/fornitore), corsi per centralinista e operatore di call-center. Abbia-tegrasso, Brugherio, Lecco, Lodi, Merate, Milano Belloni, Milano sede centrale, Mortara, Parabia-go, Pavia, San Giuliano Milanese. Area Generale: corsi di formazione e approfondimento delle lingue straniere, corsi di estetista e parrucchiere, corsi nel settore socio sanitario-assistenziale (ASA e OSS), corsi di ristorazione col-lettiva e aiuto cuoco, corsi per cameriere di sala e barman, panificatore-pasticcere, corsi di fotogra-fia di base, evoluta e digitale, corsi di sicurezza sul lavoro. Abbiategrasso, Brugherio, Lecco, Lodi, Merate, Milano Belloni, Milano sede centrale, Mortara, Parabiago, Pavia, San Giuliano Milanese.

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CFP CASCINA BIBLIOTECA - http://www.anffasmilano.it/cfp.htm • Via Valla, 25 20141 Milano - Direttrice sede: Nadia Galbiati

tel.02/84.47.01.36 fax 02/84.47.01.40 E-mail: [email protected] Sede di Via Casoria, 50 20134 Milano - Direttore: Marco Coquio tel.02/26.41.35.52 fax 02/21.53.516 E-mail: [email protected] Sede di Via Satta, 23 20157 Milano - Direttore Marco Coquio tel.02/39.00.31.67 fax 02/39.00.52.49 e-mail: [email protected]

Corsi di Formazione Professionale: percorsi triennali sperimentali di qualifica, rivolti a soggetti con disabilità - FLAD - Formazione al Lavoro per Allievi Disabili Settori formativi: operatore/trice alimentare e della ristorazione, operatore/trice dei servizi d’impresa, addetto/a alla manutenzione del verde Durata dei Corsi: 3 - 4 anni Il Servizio di Orientamento e Accompagnamento al Lavoro: All’interno del CFP, l’Agenzia Media-zione al Lavoro (AML) gestisce i percorsi di raccordo tra la formazione e l’istruzione e l’ingresso nel mondo del lavoro e il mantenimento del posto di lavoro attraverso attività di orientamento al lavoro con formazione specialistica per l’inserimento lavorativo in particolari ambiti professionali; tirocini in azienda; accompagnamento e inserimento al lavoro; mantenimento mirato del posto di lavoro; consulenza riguardo le normative vigenti e le procedure per l’avviamento al la-voro; formazione per lavoratori disabili, tutor aziendali, operatori della mediazione ISTITUTO DEI CIECHI DI MILANO - http://www.istciechimilano.it/it-IT/home.html • Via Vivaio, 7 - 20122 Milano Italy

Tel. 02 77 22 61 - Fax 02 76 02 21 58 • Segreteria dei corsi di formazione - Rag. Paola Monti – Responsabile

tel. 02 77 22 62 40 - Corsi professionali IstCiechiMilano

Attività a valenza di prerequisito (acquisizione/recupero competenze di base)

• Autonomia individuale nell'ambiente e nella vita quotidiana (55 ore) • Autonomia motoria e orientamento (75 ore) • Autonomia nella comunicazione: Braille (letto-scrittura) (55 ore) • Autonomia nella comunicazione: Corso Firma (20 ore) • Informatica (tastiera e alfabetizzazione) (75 ore)

Attività formative consolidate

• Centralinista telefonico minorato della vista (legge 113/85) (980 ore) • Formazione al Lavoro per disabili visivi con deficit aggiuntivi (980 ore)

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FONDAZIONE ENAIP LOMBARDIA - http://www.enaip.lombardia.it/ • P.za Don Cermenati, 2 - 20011 CERELLO DI CORBETTA Provincia di MI

Telefono: 02/97480027 - Fax: 02/97480005 EMail: [email protected]

Operatore meccanico - operatore elettrico - operatore elettronico CFP ROZZANO • Via Oleandri , 5 20089 Rozzano (Mi) - Tel. 02-8254263 - Fax 02-8250095

e-mail [email protected]

FLAD CFP CASCINA BIBLIOTECA - http://www.anffasmilano.it/cfp.htm ANFFAS MILANO ONLUS ASSOCIAZIONE FAMIGLIE DISABILI INTELLETTIVI E RELAZIONALI • via Valla 25/ via casoria 50 - Milano • Operatore/trice alimentare e della ristorazione - aiuto cuoco - addetto alla manutenzione del

verde CAPAC CENTRO ADDESTRAMENTO PERFEZIONAMENTO ADDETTI AL COMMERCIO • Milano (MI) - viale Murillo 17 • Percorso di orientamento al settore alberghiero/alimentazione FONDAZIONE DON CARLO GNOCCHI ONLUS • Milano - via Gozzadini 7 • Corso flad di formazione Orientativa e specialistica CENTRO MULTIZONALE DI RIABILITAZIONE – CORSI FLAD • Centro di formazione, orientamento e sviluppo - CeFOS - Direttore: Saverio Lorini • Via Gozzadini, 7 - 20148 MILANO • E-mail: [email protected] - http://www.dongnocchi.it/centri/milano_cefos/index.htm • Tel. 02 40308328 – Fax 02 40091777 ANFFAS http://anffaslombardia.it/index.c/p-4/homepage.htm • 20081 ABBIATEGRASSO (MI) - STRADA PER CASSINETTA, 27

Telefono: 02-9420060 02-9420307 Fax: 02-9420060 E-mail: [email protected] - Web: www.anffasabbiategrasso.it Sig. Francesco Tonoli

• Via Livigno, 2 - 20158 MILANO (MI) - Tel .02/6570425 (dalle 8.30 alle 12.00) - Fax 02/6570426 Email: [email protected]

Servizi offerti

CA Comunità di accoglienza

CDD Centro Diurno per Disabili

CSE Centro Socio Educativo

CSS Comunità Alloggio Socio-Sanitaria per persone con disabilità

P.I. Pronto Intervento

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RSA Residenza sanitaria-assistenziale per persone con disabilità

SAI? Servizio di Accoglienza e Informazione

SFA Servizio Formazione all'Autonomia

ALTRI Altri Servizi

Centro Salesiano di Formazione Professionale “S. Domenico Savio Via Don Francesco della Torre 2 - Arese (MI) - 02.9381854 C.D.D. • Centro Multizonale di riabilitazione – Corsi FLAD - Via Capecelatro 66 - 20148 Milano

http://www.dongnocchi.it/centri/milano1/index.htm

Servizio Socio Educativo : 120 posti in 4 Centri Diurni per Disabili (CDD) Centro Multiservizi di Legnano: 30 posti nel Centro Diurno per Disabili (CDD)

C.S.E. Associazione di Famiglie “La Quercia” http://www.associazionelaquercia.it/ Via per Pontevecchio 20 - Magenta (MI) – tel. 02.97299135 Il C.S.E. "La Quercia" si propone come un luogo di crescita per persone disabili che necessitano di un percorso di acquisizione e mantenimento delle autonomie personali e sociali Il Servizio accoglie disabili che hanno concluso o stanno concludendo il percorso scolastico, attra-verso un Progetto Educativo Individualizzato (P.E.I.) che può anche prevedere la collaborazione con altre strutture educative frequentate (per esempio, la Scuola Media oppure un altro Servizio Educativo inviante). La frequenza può essere a tempo pieno, dalle 9.00 alle 16.00, o parziale, concordata a partire dal-le esigenze dell'ospite e della sua famiglia. CSE-SFA : " LA LUNA SULLA GRU " CSE 20010 Vittuone (MI) - 8, VIA LIBERTA' - tel: 02 90111129 S.F.A. Cooperativa GPII (SFA) Via Volta 3 San Pietro all’Olmo – Cornaredo (MI) 02.93561352 CSE-SFA : " LA LUNA SULLA GRU " http://www.cooplacometa.it/cse_-_sfa.html Cooperativa Sociale “La Cometa” - Sede Amministrativa - Via Piatti 12 - 20081 - ABBIATEGRAS-SO – Milano - Tel. e Fax. 02 9496.3730 [email protected]

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INTERVENTI OFFERTI : attività suddivise in 5 macroaree: il termine laboratorio non fa riferimento ad uno spazio fisico ma indica quel momento educativo caratterizzato da un apprendimento attivo che si esplica nell’”imparare facendo”. Ogni laboratorio è dunque pensato e strutturato quale mappa pedagogica entro cui ogni attività trae le sue coordinate programmatiche. Area funzionale: laboratori finalizzati all’incremento o al mantenimento delle autonomie personali, cura e igiene personale, uso funzionale di alcuni strumenti es.lettura dell’orologio, capacità di muoversi sul territorio, cucinare alcune pietanze elementari: LABORATORIO DI CUCINA - LABORATORIO DELLE AUTONOMIE. Area cognitiva: laboratori finalizzati al potenziamento o al mantenimento delle principali funzioni cognitive, abilità di lettura, scrittura, comprensione, pensiero astratto, capacità logiche, funzioni prassiche : LABORA-TORIO INFORMATICO - LABORATORIO DEL MANTENIMENTO E POTENZIAMENTO SCOLASTICO - LABORATORIO DI LETTURA - LABORATORIO DI CERAMICA E LABORATORIO ARTIGIANALE. Area espressivo-relazionale: laboratori finalizzati a favorire la socializzazione e la scoperta di nuove modalità comunicative e relazionali: LABORATORIO TEATRALE – DANZATERAPIA - LABORATORIO MUSICALE. Area sportiva: laboratori finalizzati a favorire l’esercizio di una salutare attività fisica: LABORATORIO SPOR-TIVO - PISCINA. Area lavorativa: si propone lo scopo di introdurre l’utente in un contesto intermedio tra quello lavorativo e quello educativo attraverso una loro stretta integrazione (laboratorio ergoterapico): LABORATORIO ERGO-TERAPICO. SFA – ARLUNO (Comune) • attività di sviluppo dell’autonomia personale: intese come attività volte a consolidare nei sog-

getti disabili la capacità di cura del sé e le capacità di accudimento domestico; • attività di socializzazione: intese come attività capaci di sviluppare le abilità del soggetto di sta-

bilire relazioni con gli altri sia all’interno che all’esterno del servizio; • attività di conoscenza del contesto sociale: intese come attività capaci di sviluppare una di-

mensione di “conquista dello spazio circostante” del soggetto disabile ed una conseguente abi-lità di muoversi nell’ambiente in modo autonomo;

• attività di tipo aggregativo: intese come attività capaci di “includere” il soggetto disabile all’interno di attività rivolte alla generalità delle persone utilizzando spazi aggregativi già pre-senti (Centri di Aggregazione, Centri o Società Sportive, altri servizi per il tempo libero ecc.);

• attività a contenuto occupazionale: intese come attività nelle quali il disabile possa sperimenta-re processi di formazione lavorativa in realtà produttive con lo scopo di verificare un possibile inserimento, in forme da definire, in processi lavorativi normali;

• attività a contenuto culturale: intese come attività capaci di consolidare, attraverso un “uso fun-zionale” le abilità scolastiche acquisite precedentemente.

VARIE Il Cerchio Aperto – Presidente: Sampietro Maria Via IV Novembre 27 – Vittuone - Tel. 02.9023253 Organizzazione di volontariato CISEM - Centro per l'innovazione e Sperimentazione Educativa Milano http://www.cisem.it/ Via Petrarca, 20 - 20123 Milano [piantina] - T [+39] 0277404763/4764 - F [+39] 0277404166 [email protected]

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Si occupa di ricerca educativa, in particolar modo relativa all'istruzione secondaria di secondo gra-do. Collabora con enti e istituzioni come il Ministero della Pubblica Istruzione, le Università, le re-gioni Lombardia e Campania e l'Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia. FONDAZIONE SACRA FAMIGLIA – CESANO BOSCONE http://www.sacrafamiglia.org/fisf/mooffanka/?doc=1 Servizi per persone in età evolutiva, giovani, adulti e anziani con disabilità cognitive e non autosuf-ficienti con tipologia di prestazioni diverse che spaziano dall’attività residenziale alle CSS (Comuni-tà Socio Sanitarie), ai Centri Diurni (Centri Diurni per Disabili, Centri Diurni Integrati) all’attività am-bulatoriale e domiciliare. CENTRO MEDEA – BOSISIO PARINI http://www.emedea.it/ • Via Don luigi Monza , 20 - 23842 Bosisio Parini (Lecco)

tel ++39 031 877.111 - fax ++39 031 877.499 e-mail: [email protected]

COFOL http://www.cofol.it/gruppo_erre/gr_erre.html Uffici e laboratori: via Oberdan, 2 - 20015 Parabiago, MI tel.0331-556873 - fax 0331-552201 [email protected]

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SIGLE DI RIFERIMENTO A.S.L. Azienda Sanitaria Locale

CSE Centro Socio Educativo

I Centri Socio Educativi (C.S.E) I C.S.E. sono servizi diurni in funzione da lunedì a venerdì. Sono rivolti a disabili che presentano notevoli compromissioni dell'autonomia delle funzioni elementari e non possono essere inseriti nel normale ambiente formativo e lavorativo. Il C.S.E. mira alla crescita evolutiva dei soggetti, attraverso la realizzazione di Progetti Riabilitativi Individualizzati. Per informazioni rivolgersi alle ASL.

FLAD Formazione Lavoro Allievi Disabili

Il Corso FLAD offre un percorso di Formazione e di Orientamento a quella parte di utenza disabile ancora in età minore che, avendo usufruito di un sostegno scolastico nella scuola dell'obbligo, ha necessità di intraprendere un percorso mirato e personalizzato che lo con-duca gradualmente ad intraprendere un percorso per l'assolvimento dell'Obbligo Formativo o un percorso Lavorativo.

GLIP Gruppi di Lavoro Inter-istituzionali Provinciali

È organo di consulenza e di proposta al Provveditore agli Studi, di consulenza alle singole scuole, di collaborazione con gli Enti Locali e le Unità Sanitarie Locali per la conclusione e la verifica dell'esecuzione degli Accordi di Programma; È autonomo nella sua attività di studio e di elaborazione. Ha carattere interistituzionale.

I.S. Insegnante di Sostegno

N.P.I. Neuro Psichiatria Infantile

P.D.F. Profilo Dinamico Funzionale

P.d.V. Progetto di Vita

P.E.I. Piano Educativo Individualizzato

P.O.F. Piano dell’Offerta Formativa

S.F.A. Servizio Formazione Autonomia

Il Servizio di Formazione all'Autonomia (SFA) è un servizio sociale territoriale rivolto a per-sone disabili che, per le loro caratteristiche, non necessitano di servizi ad alta protezione, ma di interventi a supporto e sviluppo di abilità utili a creare consapevolezza, autodetermi-nazione, autostima e maggiori autonomie spendibili per il proprio futuro, nell'ambito del contesto familiare, sociale, professionale. È caratterizzato dall’offerta di percorsi socio educativi e socio formativi individualizzati, de-terminati temporalmente e condivisi con la famiglia. La finalità del servizio è favorire l’inclusione sociale della persona potenziando o svilup-pando le sue autonomie personali. Il servizio contribuisce inoltre all’acquisizione di prere-quisiti di autonomia utili all’inserimento professionale che dovrà avvenire in raccordo con i servizi deputati all’inserimento lavorativo.

U.S.P. Ufficio Scolastico Provinciale (ex Provveditorato agli Studi)

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RECAPITI UTILI

Istituto

Dirigente Scolastico

Segreteria

Tel.

Fax

E-mail

Scuole

U.S.P.

Via Ripamonti, 42 - 20136 Milano • Tel. 02 58382.1 • Fax 02 58304055 • http://www.istruzione.lombardia.it/milano

Uffici comunali

Operatori comunali

Educatore

Assistente sociale

Psicopedagogista/Psicologo/NPI12

Specialisti servizio NPI Magenta - 02 97963427

Bareggio - 02 97963600

Altri specialisti

ASL Centralino sede di Magenta: 02.97.973.1 Numero Verde info sui servizi ASL: 800.671.671 (dal lunedì al venerdì 09.00-17.00)

12 Sportello all’interno dell’Istituzione Scolastica

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NORME RELATIVE AI DIVERSI ORDINI E GRADI DI SCUOLA

ASILO NIDO L’inserimento (Legge 104/92) è garantito a tutti i bambini da 0 a 3 anni, anche in presenza di mino-razione fisica o psichica. Gli Enti Locali hanno il compito di adeguare le strutture scolastiche alle esigenze di questi bambini, di fornire gli operatori e gli assistenti specializzati eventualmente ne-cessari. Nella domanda di iscrizione deve essere allegata l’opportuna documentazione medica at-testante l’handicap. SCUOLA DELL’INFANZIA L’integrazione è assicurata dalla legge 207/82 e dal DM 3/6/91. i bambini che frequentano hanno diritto all’assegnazione di un insegnante di sostegno, da parte della Direzione Scolastica per le scuole materne statali, del Comune per quelle comunali; per le scuole private valgono le medesi-me regole. La composizione delle classi che accolgono alunni diversamente abili, nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria, può oscillare, previa valutazione della gravità dell’handicap, da un minimo di 20 alunni ad un massimo di 25. l’assegnazione di particolari sussidi didattici è di competenza dell’ASL e/o del Comune. SCUOLA PRIMARIA All’atto dell’iscrizione al primo anno, tutta la certificazione che riguarda l’alunno viene automatica-mente trasmessa dalla scuola materna di provenienza. La documentazione relativa alla segnala-zione dell’handicap con la richiesta del docente di sostegno deve essere controfirmata dal genito-re. SCUOLA SECONDARIA L’iscrizione deve essere effettuata in gennaio. Gli interventi per gli alunni diversamente abili sono quelli previsti per ogni ordine e grado di scuola. Le scuole considerano l’orientamento e la scelta della scuola dopo la 3^ media un obiettivo primario, essenziale per “formare e potenziare le capa-cità degli studenti di conoscere se stessi, l’ambiente in cui vivono, i mutamenti culturali e socio-economici, le offerte formative, affinché possano essere protagonisti di un personale progetto di vita”. Dopo la scuola secondaria di primo grado, gli alunni diversamente abili possono proseguire gli studi: • nella scuola superiore, avendo superato gli esami di idoneità, • nei corsi di formazione professionale • negli SFA (servizio formazione autonomia) • o nei CSE (centri socio educativi), dove si perfezionano le abilità di autonomia personale degli

alunni e/o si attuano percorsi mirati e graduati di inserimento nel mondo del lavoro.

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DOCUMENTI

PROTOCOLLO D’INTESA - SCUOLE DELLA RETE DEL MAGENTINO Nell’ambito dell’attività di coordinamento per lo sviluppo dell’area alunni dva effettuata dall’IC “D.Alighieri”, nella persona del D.S. e della FS, è stato stipulato un accordo tra le scuole della rete del Magentino intervenute per la condivisione e l’applicazione delle modalità organizzative dei gruppi di lavoro istituzionali, definite dal gruppo di lavoro H in relazione al progetto I CARE: GLHI, Gruppi Intermedi e gruppi Operativi. PROFILO DINAMICO FUNZIONALE (PDF) • “Indica il prevedibile livello di sviluppo che l’alunno in situazione di handicap dimostra di posse-

dere nei tempi brevi (6 mesi) e nei tempi medi (2 anni)”; • “Viene redatto dall’unità multidisciplinare, dai docenti curriculari e dagli insegnanti specializzati

della scuola … con la collaborazione dei familiari degli alunni”; • “Comprende la descrizione dell’alunno in relazione alle difficoltà che incontra nelle attività, … lo

sviluppo potenziale a breve e medio termine … “- esaminando l’ambito cognitivo, affettivo-relazionale e psicomotorio;

• Viene compilato collegialmente (L. 104/92 art. 12) per la prima volta all’inizio del primo anno di frequenza ed è verificato periodicamente (ogni biennio) ed aggiornato a “conclusione della scuola materna, della scuola elementare, della scuola media e durante il corso di istruzione se-condaria superiore”

• È di fondamentale importanza per la formulazione del PEI/PEP PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO o PERSONALIZZATO (PEI o PEP) • È: “il documento nel quale vengono descritti gli interventi predisposti per l’alunno in un deter-

minato periodo di tempo” (DPR 24/2/94 – art. 5) • “tiene presente i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati, oltre

alle eventuali forme di integrazione adottate tra le attività scolastiche ed extra scolastiche” • riferendosi agli elementi emersi dalla diagnosi funzionale e dal profilo dinamico funzionale, nel

PEI si definiscono gli interventi finalizzati alla piena realizzazione del diritto all’educazione, all’istruzione e all’integrazione scolastica dell’alunno diversamente abile.

• È elaborato collegialmente (DPR 24/2/94 – art. 49) dagli insegnanti del Consiglio di Classe e il docente di sostegno, dagli operatori sanitari ASL, in collaborazione con i genitori.

• È formulato all’inizio di ogni anno scolastico e verificato o aggiornato in itinere, in riferimento alla suddivisione dell’anno scolastico (quadrimestrale o trimestrale).

PROGETTO CONTINUITA’ • documento che si propone di agevolare l’inserimento dell’alunno nel nuovo ordine di scuola, at-

tivando un ponte di collegamento tra le due istituzioni coinvolte, mediante iniziative condivise tra i docenti.

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PROGETTO CONTINUITA’

ANNO DI PRESENTAZIONE ……………………..

SCUOLA DELL’INFANZIA – SCUOLA PRIMARIA

SCUOLA PRIMARIA – SCUOLA SECONDARIA 1°

SCUOLA SECONDARIA 1° - SECONDARIA 2°

FINALITA’

Il progetto si propone di agevolare l'inserimento nella scuola ……………………………………………………………………………….. dell’alunno ……………………………………….. attivando, mediante svariate iniziative, un ponte di collegamento tra i due ordini di scuola. I motivi che hanno determinato il progetto sono la necessità di individuare percorsi di conoscenza ed accoglienza per l’alunno/a iscritto/a alla classe ………………… per: 1) superare l'ansia derivante dall'ingresso in una realtà nuova e facilitare

l'inserimento ; 2) acquisire conoscenze significative che indirizzino gli interventi (docenti). Attraverso un confronto con i docenti del successivo ordine di scuola, il pro-getto si propone di: - individuare strategie cognitive che sviluppino in un processo educativo

continuo le competenze del soggetto; - costruire attività ponte che consentano all’alunno/a di sperimentare la

collaborazione con i compagni e i docenti della scuola in cui si inserirà; - individuare strumenti di passaggio di informazioni sulle competenze so-

ciali, sugli atteggiamenti di apprendimento e sulle caratteristiche cogniti-ve dell’alunno/a dva.

OBIETTIVI GENERALI

- Condividere con gli insegnanti della scuola ………………………. finalità, strategie e metodi di lavoro.

- Creare un archivio che accompagni gli studenti . - Creare un continuum tra i due ordini di scuola. - Facilitare l'inserimento degli alunni nella nuova scuola. - Favorire il primo ambientamento del bambino nella nuova istituzione

scolastica ed il passaggio a nuove figure di riferimento. - Favorire la conoscenza dell’alunno ai docenti della nuova Istituzione. - Garantire una continuità di insegnamento adeguato alle potenzialità ed

alle capacità del bambino nel passaggio tra i due ordini di scuola.

AZIONI CORRELATE

- Supportare le famiglie e gli alunni disabili nella scelta del percorso di scuola

primaria secondaria di 1° grado secondaria di 2° grado - Counseling orientativo rivolto alla persona disabile e alla sua famiglia - Supportare le famiglie e gli alunni disabili nel passaggio tra gli ordini di

scuola interessati - Programmazione di percorsi esperienziali e conoscitivi del disabile e del-

la sua famiglia presso gli ordini di scuola di interesse - Sostenere gli ordini di scuola interessati nell’accoglienza dello studente

disabile - Effettuare incontri info/formativi col personale docente interessato ed at-

tivare l’accompagnamento all’inserimento dell’alunno disabile. - Definizione del cronogramma del piano operativo

DOCENTI COINVOLTI

DOC. CLASSE/SEZIONE

DOC. SOSTEGNO

EDUCATORE

ORARIO DOCENTI

UTILIZZO CONTEMPORANEITA’

PROGETTO “COMPRESENZE”

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ORE AGGIUNTIVE13

DESTINATARI

RISORSE UMANE

AREE COINVOLTE

FASI DI ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO

- Predisposizione del progetto - Contatti docenti-FS - Ricerca disponibilità ordine scolastico successivo (docenti, aree, …) - Attivazione gruppo operativo - Incontro docenti due ordini di scuola - Definizione attività - Inizio progetto continuità

- Definizione necessità per eventuali richieste Ente Locale

- Sintesi punti di forza e di debolezza riscontrati - PDF orientamento - Gruppo operativo - Eventuali richieste Ente Locale - possibile continuazione nei primi mesi del nuovo a.s. qualora si rilevasse

la necessità

ATTIVITA’

Con l’alunno: - verifica delle abilità possedute dall’alunno; - predisposizione di compiti e strategie di lavoro adeguate al bambino; - giochi per favorire una maggior integrazione nel gruppo - classe; con i docenti: - comunicazione di informazioni analitiche sul livello di sviluppo raggiunto,

sulla personalità ( apprendimento, condizioni affettivo-emotive, compor-tamenti…) utili per la conoscenza del bambino, per la formulazione del nuovo piano educativo individualizzato e per raccordare gli obiettivi edu-cativi e didattici al livello di maturazione raggiunto ed alle conoscenze possedute dall’alunno.

STRUMENTI DI VERIFICA

REFERENTE/I

F.S.

DOCENTI

EDUCATORE

FAMIGLIA

13 RICHIESTA DA SOTTOPORRE AL DS E AL CdD

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CRONOGRAMMA PROGETTO CONTINUITA’ – ALUNNO ………………………………………...

DATA PARTECIPANTI ATTIVITA’ DETTAGLI

Compilatori …………………………………………………………………..

…………………………………………………………………..

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LEGISLAZIONE Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, 23 febbraio 2006, n. 185 "Regolamento recante modalità e criteri per l'individuazione dell'alunno come soggetto in situazio-ne di handicap, ai sensi dell'articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289." - (Pub-blicato in Gazzetta Ufficiale 19 maggio 2006, n. 115)

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Visto l'articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, che prevede la definizione, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di modalità e criteri per l'individuazione, da parte delle Aziende Sanitarie Locali, dell'alunno come soggetto portatore di handicap; Vista la legge 5 febbraio 1992, n. 104, legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate; Visti, in particolare, gli articoli 3, 12 e 13 della suddetta legge; Visto il decreto del Presidente della Repubblica del 24 febbraio 1994, concernente l'atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanitarie locali in materia di alunni portatori di han-dicap; Visto il decreto-legge 3 luglio 2001, n. 255, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 agosto 2001, n. 333; Vista la legge 8 novembre 2000, n. 328, concernente la legge quadro per la realizzazione del si-stema integrato di interventi e servizi sociali; Visto l'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400 e successive modificazioni; Acquisita l'intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sancita nella seduta del 16 giugno 2005 ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131; Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso nella Sezione consultiva per gli atti normativi nell'a-dunanza del 29 agosto 2005; Acquisiti i pareri delle competenti commissioni della Camera dei deputati e del Senato della Re-pubblica, espressi da entrambe le commissioni nelle rispettive sedute del 9 novembre 2005; Sulla proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e del Ministro della salute;

Adotta il seguente regolamento: Art.1. - Finalità

1. Il presente decreto stabilisce le modalità e i criteri per l'individuazione dell'alunno in situazione di handicap, a norma di quanto previsto dall'articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289.

Art. 2. - Modalità e criteri

1. Ai fini della individuazione dell'alunno come soggetto in situazione di handicap, le Aziende Sa-nitarie dispongono, su richiesta documentata dei genitori o degli esercenti la potestà parentale o la tutela dell'alunno medesimo, appositi accertamenti collegiali, nel rispetto di quanto previsto dagli articoli 12 e 13 della legge 5 febbraio 1992, n. 104.

2. Gli accertamenti di cui al comma 1, da effettuarsi in tempi utili rispetto all'inizio dell'anno scola-stico e comunque non oltre trenta giorni dalla ricezione della richiesta, sono documentati attra-verso la redazione di un verbale di individuazione dell'alunno come soggetto in situazione di handicap ai sensi dell'articolo 3, comma 1 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e successive modificazioni. Il verbale, sottoscritto dai componenti il collegio, reca l'indicazione della patolo-gia stabilizzata o progressiva accertata con riferimento alle classificazioni internazionali dell'Organizzazione Mondiale della Sanità nonché la specificazione dell'eventuale carattere di particolare gravità della medesima, in presenza dei presupposti previsti dal comma 3 del pre-detto articolo 3. Al fine di garantire la congruenza degli interventi cui gli accertamenti sono preordinati, il verbale indica l'eventuale termine di rivedibilità dell'accertamento effettuato.

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3. Gli accertamenti di cui ai commi precedenti sono propedeutici alla redazione della diagnosi funzionale dell'alunno, cui provvede l'unità multidisciplinare, prevista dall'articolo 3, comma 2 del decreto del Presidente della Repubblica 24 febbraio 1994, anche secondo i criteri di classi-ficazione di disabilità e salute previsti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il verbale di accertamento, con l'eventuale termine di rivedibilità ed il documento relativo alla diagnosi fun-zionale, sono trasmessi ai genitori o agli esercenti la potestà parentale o la tutela dell'alunno e da questi all'istituzione scolastica presso cui l'alunno va iscritto, ai fini della tempestiva adozio-ne dei provvedimenti conseguenti.

Art. 3. - Attivazione delle forme di integrazione e di sostegno

1. Alle attività di cui ai commi 1 e 3 del precedente articolo 2 fa seguito la redazione del profilo di-

namico funzionale e del piano educativo individualizzato previsti dall'articolo 12, comma 5, del-la legge 5 febbraio 1992, n. 104, da definire entro il 30 luglio per gli effetti previsti dalla legge 20 agosto 2001, n. 333.

2. I soggetti di cui all'articolo 5, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 24 febbraio 1994, in sede di formulazione del piano educativo individualizzato, elaborano proposte relative alla individuazione delle risorse necessarie, ivi compresa l'indicazione del numero delle ore di sostegno.

3. Gli Enti locali, gli Uffici Scolastici Regionali e le Direzioni Sanitarie delle Aziende Sanitarie, nel quadro delle finalità della legislazione nazionale e regionale vigente in materia adottano accor-di finalizzati al coordinamento degli interventi di rispettiva competenza per garantire il rispetto dei tempi previsti per la definizione dei provvedimenti relativi al funzionamento delle classi, ai sensi del decreto-legge 3 luglio 2001, n. 255, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 ago-sto 2001, n. 333. Gli accordi sono finalizzati anche all'organizzazione di sistematiche verifiche in ordine agli interventi realizzati ed alla influenza esercitata dall'ambiente scolastico sull'alunno in situazione di handicap, a norma dell'articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 24 febbraio 1994.

Art. 4. - Situazione di handicap di particolare gravità ed autorizzazione al funzionamento dei posti

di sostegno in deroga

1. L'autorizzazione all'attivazione di posti di sostegno in deroga al rapporto insegnanti/alunni, a norma dell'articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, è disposta dal dirigente preposto all'Ufficio Scolastico Regionale sulla base della certificazione attestante la particolare gravità di cui all'articolo 2, comma 2 del presente decreto.

Art. 5. - Disposizioni finali

1. Le disposizioni del presente decreto si applicano agli accertamenti da effettuarsi successiva-

mente alla sua entrata in vigore. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e farlo osservare.

Roma, 23 febbraio 2006 p. Il Presidente del Consiglio dei Ministri Letta Il Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca Moratti Il Ministro della salute Storace Visto, il Guardasigilli: Castelli Registrato alla Corte dei conti il 4 maggio 2006 Ufficio di controllo preventivo sui Ministeri dei servizi alla persona e dei beni culturali, registro n. 2, foglio n. 36

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C.M. – M.P.I. - 4 gennaio 1988 n. 1: Continuità ed ucativa nel processo di integrazione degli alunni portatori di handicap La continuità del processo educativo, fattore rilevante per la positività dell'esperienza scolastica di ogni alunno, per il bambino portatore di handicap diviene condizione di garanzia di interventi didat-tici che non procurino difficoltà nei passaggi dalla scuola materna alla scuola elementare e da questa alla scuola media. … Modalità operative di raccordo: 1) Nel periodo immediatamente successivo alle preiscrizioni degli alunni sarà utile effettuare incon-tri tra i capi d'istituto, gli insegnanti della sezione o della classe che il bambino portatore di handi-cap frequenta, i docenti di sostegno delle scuole materna ed elementare, o elementare e media, interessate al passaggio dell'alunno da un ordine di scuola a quello successivo, gli operatori dei servizi socio-sanitari e i genitori, per un primo esame della situazione ambientale nella quale il bambino dovrà inserirsi e per una prima valutazione di eventuali obiettive difficoltà riferite all'inte-grazione. 2) Al termine dell'anno scolastico conclusivo di una fase di scolarità dovrà essere fornita all'istitu-zione che accoglierà il bambino nel successivo ordine scolastico ogni notizia relativa agli interventi realizzati sul piano dell'integrazione e delle attività specificamente didattiche; dovrà altresì essere trasmessa integralmente la documentazione che riguarda l'alunno: diagnosi funzionale, piano edu-cativo individualizzato con le indicazioni relative alla sua attuazione, relazioni del docente di soste-gno e degli insegnanti di sezione o di classe, scheda di valutazione ed ogni altro documento utile a favorire una iniziale conoscenza dell'iter scolastico del bambino e del livello di sviluppo raggiunto. Si richiamano, a questo proposito, le indicazioni contenute nella C.M. n. 250 del 3/9/1985. 3) All'inizio dell'anno scolastico che segna il passaggio al successivo ordine di scuola, un incontro tra i capi d'istituto e gli insegnanti di sezione o di classe e di sostegno, che lasciano e accolgono l'alunno portatore di handicap, costituirà un impegno essenziale per l'integrazione del bambino nel-la nuova istituzione scolastica. L'incontro, finalizzato alla comunicazione di informazioni analitiche sulla personalità dell'alunno (e, in particolare, con riferimento alle difficoltà nell'apprendimento, alle condizioni affettivo-emotive, ai comportamenti...), potrà fornire elementi utili per la formulazione del nuovo piano educativo individualizzato e per accordare gli obiettivi educativi e didattici al livello di maturazione già raggiunto e al grado delle conoscenze già acquisite dall'alunno. Ci si avvarrà, in questa fase, della collaborazione degli operatori dei servizi socio-sanitari, secondo intese e accordi locali. 4) Un'ulteriore possibile forma di raccordo può essere costituita dalla partecipazione - a titolo con-sultivo - del docente di sostegno della scuola di provenienza dell'alunno alla programmazione del nuovo piano educativo individualizzato, partecipazione che il capo d'istituto della scuola che acco-glie l'alunno, d'intesa con il direttore didattico competente, avrà cura di attivare, secondo le modali-tà indicate dal collegio dei docenti. 5) Nel caso in cui, per problematiche connesse alla situazione di handicap, il primo ambientamento nella nuova istituzione scolastica e il passaggio a nuove figure di riferimento costituiscano per l'a-lunno difficoltà tali da compromettere i risultati già raggiunti, potranno eccezionalmente essere sperimentati - previa autorizzazione del Provveditore agli Studi e limitatamente ai primi 2 - 3 mesi di frequenza del nuovo corso scolastico - interventi rivolti all'alunno da parte dell'insegnante di so-stegno che lo ha seguito nel precedente ordine di scuola. L'iniziativa, adeguatamente motivata, dovrà essere assunta, d'intesa, dai colleghi dei docenti delle due scuole interessate e la proposta dovrà essere trasmessa al Provveditore agli Studi dalla scuola che accoglierà o ha già accolto l'a-lunno. Ovviamente l'utilizzazione dell'insegnante di sostegno dovrà essere programmata sulla base di un'attenta individuazione degli interventi e quantificando l'impegno orario strettamente necessario, il relazione anche alla diversa posizione giuridica del docente. Tali iniziative, opportunamente programmate e realizzate all'interno del nuovo gruppo-classe in collaborazione con gli altri docenti che hanno parte attiva nell'integrazione, potranno contribuire a rassicurare il bambino accompagnandolo nella delicata fase del cambiamento. I Provveditori agli Studi delle province nelle quali saranno realizzate esperienze di questo tipo, av-valendosi della collaborazione degli ispettori tecnici periferici, avranno cura di seguire le relative

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modalità di attuazione e di accertare, mediante un'attenta verifica, i risultati conseguiti e gli esiti che l'iniziativa ha prodotto sul processo educativo del bambino portatore di handicap; in merito sa-rà inviata un'esauriente relazione ai competenti Uffici di questo Ministero. I Collegi dei docenti, nell'ambito delle competenze istituzionali, potranno prevedere altre forme di coordinamento tra le istituzioni scolastiche del sistema formativo di base: appropriate iniziative di raccordo, infatti, organizzate in funzione delle situazioni scolastiche reali e dei concreti problemi logistici ed organizzativi ad esse collegati, possono porsi come fattori determinanti nella costruzio-ne di significativi rapporti tra le scuole dei diversi livelli, affinché il cammino scolastico dell'alunno portatore di handicap rispetti e accompagni la continuità del suo processo di sviluppo. Linee operative per il processo di individuazione e accompagnamento dell’ alunno con handicap ai fini dell’integrazione scolastica (Regione Lombardia) Le fasi del processo L’accertamento collegiale L’accertamento della situazione di alunno disabile può essere effettuato solo per gli alunni che ab-biano già eseguito un inquadramento diagnostico e funzionale dal quale sia emersa la presenza di una situazione di disabilità associata alla necessità di garantire supporti all’integrazione scolastica. Particolare attenzione andrà posta per i bambini che stanno frequentando la scuola e per i quali in corso d’anno scolastico siano emersi problemi. In tal caso la scuola si premurerà di suggerire ai genitori la necessità dell’inquadramento diagnostico presso i servizi specialistici, indicando un invio entro novembre-dicembre dell’anno in corso. Solo in tal caso sarà infatti possibile rispettare una tempistica che consenta una richiesta di supporto scolastico per l’anno successivo. L’accertamento è effettuato dal collegio istituito presso le Aziende Sanitarie Locali e collocato fun-zionalmente all’interno del Dipartimento ASSI. E’ opportuno segnalare che il percorso di integrazione scolastica della persona con disabilità non si esaurisce con l’accertamento che invece costituisce il primo passo a garanzia del diritto allo stu-dio delle persone disabili. Il Collegio ha infatti la funzione di accertare la disabilità ed il conse-guente diritto soggettivo ad usufruire di supporti per l’integrazione scolastica. Sarà poi il servizio che ha in carico il ragazzo, in base al risultato dell’accertamento, a indicare/concordare con fami-glia e scuola la tipologia dei supporti più opportuni, farsi garante dei successivi adempimenti e for-nire la consulenza alla scuola. Il collegio è composto da • 1 neuropsichiatra infantile appartenente alle Unità Operative di Neuropsichiatria dell’Infanzia e

dell’Adolescenza delle Aziende Ospedaliere • 1 psicologo della Azienda Sanitaria Locale • 1 assistente sociale della Azienda Sanitaria Locale Domanda di accertamento Per la domanda si deve utilizzare il modello allegato e si precisa che la stessa: deve essere pre-sentata dal genitore/tutore, di norma, al collegio della ASL di residenza.; • deve essere corredata da: - certificazione con definizione della patologia, classificata con l’ ICD-10 multiassiale o in subor-

dine l’ICD9-CM, nonché con indicazione se trattasi di patologia stabilizzata o progressiva - detta certificazione deve essere redatta da un medico di struttura pubblica specialista nella

branca di pertinenza della patologia rilevata. In caso di patologia psichica la certificazione può essere redatta dallo psicologo di strutture pubbliche per l’infanzia e l’adolescenza;

- relazione clinica funzionale sintetica, contenente i dati richiesti nel modello di domanda, che deve essere rilasciata da medico specialista nella branca di pertinenza della patologia rilevata o da psicologo di strutture pubbliche;

Nella redazione della certificazione e della relazione sintetica funzionale, le strutture pubbliche possono anche avvalersi di documentazione specialistica prodotta dall’utente. Il richiedente

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l’accertamento può inoltre presentare altra documentazione ritenuta utile ad un maggior approfon-dimento (verbale L. 104/92, test, esami diagnostici ecc.) Si ricorda che la presenza di una diagnosi codificata in ICD10 o in subordine in ICD9CM è elemento necessario, ma non sufficiente per il ri-conoscimento della disabilità ai fini dell’integrazione scolastica. E’ indispensabile la contempora-nea presenza di un quadro funzionale che evidenzi lo ‘stato’ di persona disabile secondo quanto indicato dall’articolo 3 della L.10414. Nel caso dei codici Z dell’ICD10, per poter accedere al Collegio è inoltre indispensabile la contem-poranea presenza di un’altra diagnosi. TEMPISTICA per DOMANDE di accertamento per bambini di prima iscrizione (al nido, alla materna o alla scuola primaria) e in genere già noti e in carico ai servizi specialistici: di norma en-tro il 31 dicembre dell’anno precedente all’inizio della frequenza scolastica. per bambini che stanno frequentando (vedi pag. 3 al capoverso ‘ Accertamento collegiale’ ) entro aprile-maggio Accertamento L’accertamento: - è sempre reso in forma collegiale; - produce un verbale che deve essere sottoscritto da tutti i componenti del collegio, secondo il

modello approvato con DGR 3449/2006, (allegato) e consegnato contestualmente al richieden-te al termine della valutazione collegiale.Tale verbale ha validità dalla data dell’accertamento;

- ha valenza medico-legale; - è rivolto, a partire dall’anno scolastico 2007/2008, ai bambini disabili di nuova individuazione,

secondo la definizione dell’art.3 della L.104/92 che si iscriveranno a scuole statali o paritarie; - non può essere sostituito dal verbale di riconoscimento dell’invalidità civile e dell’handicap. - presume, analogamente a quanto avviene per l’invalidità civile, la valutazione della documen-

tazione prodotta dal genitore, la presenza del minore da valutare e del genitore/tutore. In pre-senza di particolari situazioni, e nell’esclusivo interesse del minore, l’accertamento potrà esse-re integrato da visita diretta, anche domiciliare, del collegio;

- svolge una funzione “pubblica” pertanto i componenti del collegio non possono avere con - l’Azienda di provenienza un rapporto di lavoro “libero professionale” o “a progetto”. Il numero dei collegi è determinato dalle singole ASL, secondo valutazioni demografiche e territo-riali, nell’ottica di agevolare il cittadino e snellire il lavoro. Il collegio di accertamento: - è costituito con atto formale e deve prevedere, per tutte le figure professionali componenti un

titolare e un supplente nominati formalmente; - può avvalersi, nell’interesse del minore, della consulenza di altre figure professionali (esempio

assistenti sociali di enti locali, medici specialisti di altre discipline ecc) senza diritto di voto; - è affiancato da personale amministrativo (ricevimento domande, convocazioni, calendario visi-

te, comunicazioni ecc.) individuato nell’ambito della rete organizzativa dell’ASL già esistente; ha titolarità per l’accertamento dei residenti nel territorio ASL. In caso di minori sottoposti a tutela della magistratura minorile (es. minori stranieri non accompagnati o in affido eterofamiliare) è competente l’ASL di residenza del tutore. Per trasferimenti di residenza da altre ASL del territorio regionale, ovvero da altre regioni, sono comunque ritenuti validi gli accertamenti già effettuati. In caso di ospiti/ricoverati in strutture ubicate extra territorio di residenza può essere attivata la pro-

14 è persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale,stabilizzata o progressiva, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione…” e “…qualora la minorazione …. abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, conti-nuativo e globale …. la situazione assume connotazione di gravità’ )

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cedura di “visita domiciliare/visita su delega”analogamente a quanto previsto dalla normativa della invalidità civile; - i componenti dei collegi effettuano l’accertamento nell’ambito delle proprie attività di istituto,

pertanto non è previsto gettone di presenza; - il Collegio in base alla situazione funzionale del ragazzo indica i tempi di validità

dell’accertamento (possono essere più brevi o più lunghi del singolo ciclo scolastico oppure essere validi fino al termine dell’obbligo scolastico). In caso di variazione delle condizioni fun-zionali o di altri giustificati motivi, la famiglia può comunque richiedere un nuovo accertamento;

TEMPISTICA per la visita di ACCERTAMENTO Entro 60gg dalla domanda (completa della do-cumentazione richiesta) e comunque in tempo utile per la formazione delle classi, come stabilito dalla DGR 3449 e dal DPCM 185/2006. Organismo di riesame Per dirimere eventuali contenziosi ed evitare ricorsi avanti alla magistratura ordinaria, si da indica-zione alle ASL di nominare un Organismo di riesame composto dalle medesime professionalità previste per il collegio con professionisti differenti dai componenti dei collegi istituiti sul proprio ter-ritorio . Il genitore/tutore dovrà essere messo a conoscenza dell’esistenza di tale organismo con una in-formativa da consegnare contestualmente al verbale di accertamento. La domanda è formulata secondo il modello allegato. TEMPISTICA per il ricorso:entro 30 gg dalla data di consegna del verbale per la visita di ac-certamento dell’Organismo del riesame: entro 60gg dalla domanda ( completa della documenta-zione richiesta) Diagnosi funzionale La diagnosi funzionale è il secondo importante elemento del processo di integrazione scolastica del bambino disabile . Per la redazione della diagnosi funzionale è stato predisposto e approvato uno specifico modello, allegato, che le strutture pubbliche e private accreditate sono invitate ad adottare in via sperimentale per un anno a partire dalle diagnosi funzionali finalizzate all’integrazione scolastica per l’anno scolastico 2008/2009. - è un atto di natura socio sanitaria; - è redatta, come stabilito dal DPR 24 febbraio 1994, dall’èquipe multidisciplinare di struttura sa-

nitaria pubblica o privata accreditata che ha il carico il minore; - è consegnata alla famiglia che provvederà a consegnarla all’Istituto scolastico frequentato

scuola. secondo i tempi indicati dal DPCM 185/2006 e comunque in tempo utile per consentire alla scuola la determinazione dell’organico necessario alla integrazione dell’alunno disabile;

- descrive la situazione clinico-funzionale del minore al momento dell’accertamento ed evidenzia i deficit e le potenzialità sul piano cognitivo, affettivo-relazionale, sensoriale….);

- include le informazioni essenziali utili per individuare con i diversi attori coinvolti i supporti più opportuni e consentire alla scuola e all’ente locale l’attribuzione delle necessarie risorse;

- è aggiornata al passaggio di ciclo scolastico ovvero in qualsiasi altro momento vi siano cam-biamenti significativi del quadro con conseguente necessità di modifiche alle forme di ‘soste-gno’.

Si fa presente a tale proposito che per venire incontro alle esigenze dei bambini e delle loro fami-glie la Giunta regionale ha introdotto per le strutture pubbliche e private accreditate per la riabilita-zione la tariffazione delle sedute diagnostiche a decorrere dal 2008.

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TEMPISTICA per la stesura della DIAGNOSI FUNZIONALE per bambini di prima iscrizione (al nido, alla materna o alla scuola primaria) entro la scadenza delle iscrizioni (in genere gennaio) per bambini che stanno frequentando (vedi pag.3 al capoverso ‘Accertamento collegiale’) entro aprile maggio aggiornamenti: al passaggio di ciclo e/o in presenz a di significativi cambiamenti del quadro Coordinamento del processo L’obiettivo della integrazione scolastica dei disabili si raggiunge attraverso il coinvolgimento dei molti e differenti attori, come peraltro sottolineato anche dal DPCM 185/2006. Per governare e presidiare il processo nelle differenti articolazioni e livelli (amministrativoprocedurale, sui singoli casi, ….) è fondamentale la funzione di coordinamento. In attesa di una articolata e condivisa ela-borazione a livello regionale , si da’ indicazione di continuare ad avvalersi degli organismi già attivi (GLIP, ACCORDI, TAVOLI vari…) avendo cura di coinvolgere tutti gli attori coinvolti nel processo comprese le Associazioni delle Famiglie. Allegati Modello di domanda di accertamento Modello di domanda di accesso all’ organismo del riesame Modello di verbale DDG 16286 del 21.12.2007 (approvazione del modello di diagnosi funzionale) completo di modello Flow chart LEGENDA • pag. 35: modello domanda 1° accertamento da presen tare all’Ospedale di Magenta per la ri-

chiesta di sostegno • pag. 37: modello da utilizzare in caso di “ricorso” al Collegio di accertamento • pag. 39: modello verbale utilizzato dal Collegio di accertamento • pag. 42. modello Diagnosi Funzionale compilato a cura dello specialista di riferimento a seguito

dell’individuazione della necessità di sostegno

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Modello domanda accertamento Alla Azienda Sanitaria Locale….. Collegio per l’individuazione dell’alunno in situazione di handicap

Il/La…sottoscritto/a ……..…………………………………………………………………………………..

nella sua qualità di: Genitore Tutore

nato/a a ………………………………………… prov……………….. il ……………………………………

residente in …………………………………………………………………. C.a.p. .………………………..

via ………………………………………………………………………………………………………………

telefono………………………………………. telefono cellulare …………………………………………...

CHIEDE

che il/la minore:

Cognome …………………………………………. Nome ………………………………………………….

Nato/a a ……………………………… prov………………... il ...............................................................

Residente in ……………………………………………. C.a.p. ….…………………………………………

Via ………………………………………………………………………………………………………………

codice fiscale |__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|

venga sottoposto, ai fini dell’integrazione scolastica, all’accertamento dello stato di handicap, ai

sensi del DPCM n. 185 del 23 febbraio 2006.

A tal fine

DICHIARA

che l’alunno/a sarà iscritto/a per l’anno scolastico ………………………………………………… alla

Scuola dell’infanzia ……………………………………………………………………………………..

Scuola Primaria – alla classe ………………………………………………………………………….

Scuola Secondaria di I grado – alla classe …………………………………………………………..

Scuola Secondaria di II grado – alla classe ………………………………………………………….

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ALLEGA

Certificato medico che riporta: • la diagnosi clinica codificata preferibilmente secondo l’ICD 10 multiassiale o in subordine

secondo l’ICD 9 CM; • la indicazione se trattasi di patologia stabilizzata o progressiva.

N.B. Il certificato medico è obbligatorio e deve essere rilasciato da un medico specialista nella branca di pertinenza della patologia segnalata e che opera in una struttura pubblica o da medico specialista di IRCCS accreditato per attività di neuropsichiatria infantile. In caso di patologia psi-chica la certificazione può essere redatta dallo psicologo di struttura pubblica dell’infanzia e dell’adolescenza;

Relazione clinica che evidenzia: • lo stato di gravità della disabilità; • il quadro funzionale sintetico del minore con indicazione dei test utilizzati (eventualmen-

te allegando copia dei test stessi) e dei risultati ottenuti, che descriva le maggiori pro-blematiche nelle aree:

o cognitiva e neuropsicologica; � o sensoriale; o motorio-prassica; o affettivo-relazionale e comportamentale; o comunicativa e linguistica; o delle autonomie personale e sociali.

N.B. La relazione clinica è obbligatoria e deve essere redatta da un medico specialista nella bran-ca di pertinenza della patologia segnalata o da uno psicologo dell’infanzia e dell’adolescenza di struttura pubblica.

Altra documentazione : • Copia del verbale di invalidità e certificato di gravità ai sensi L. 104/92 (se in possesso); • Altri test (specificare).

…………………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………………

Data …………………… Firma ……………………………………………..

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Ai sensi del D. Lgs.196/03 “Codice in materia di protezione dei dati personali” si comunica che i dati vengono gestiti, per via informatica e cartacea, dal personale incaricato ASL e dal Collegio di Accertamento. Modello domanda accesso organismo riesame

Alla Azienda Sanitaria Locale… Organismo di Riesame per l’individuazione dell’alunno in situazione di handicap

Il/La…sottoscritto/a ………….………………………………………………………………………………..

nella sua qualità di: Genitore Tutore

nato/a a ………..………………….………… prov. ……………….. il ……………………………………..

residente in ………………………………………………………………………. C.a.p. …………………..

via ………..……………………………………………………………………………………………………..

telefono …………….…………………………..…. telefono cellulare ……….…………………………….

CHIEDE che il/la minore :

Cognome …………………………………….……. Nome ……………………………………………..

Nato/a a ……………………………… prov. ………………... il ………………………………............

Residente in ……………………………………………. C.a.p. …………………………..........................

Via …………………………………………………………………………………….…………….………….

codice fiscale |__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|

venga sottoposto, tenuto conto del Verbale di Accertamento del Collegio di ………………….………

in data …………., alla valutazione dell’Organismo di Riesame per l’ accertamento dello stato di

handicap, ai sensi del DPCM n. 185 del 23 febbraio 2006.

A tal fine

DICHIARA che l’alunno/a sarà iscritto/a per l’anno scolastico …………………………………………………... alla

Scuola dell’infanzia ……………………………………………………………………………………..

Scuola Primaria – alla classe ………………………………………………………………………….

Scuola Secondaria di I grado – alla classe …………………………………………………………..

Scuola Secondaria di II grado – alla classe ………………………………………………………….

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ALLEGA

Certificato medico che riporta: • la diagnosi clinica codificata preferibilmente secondo l’ICD 10 multiassiale o in subordine

secondo l’ICD 9 CM; • la indicazione se trattasi di patologia stabilizzata o progressiva.

N.B. Il certificato medico è obbligatorio e deve essere rilasciato da un medico specialista nella branca di pertinenza della patologia segnalata e che opera in una struttura pubblica o da medico specialista di IRCCS accreditato per attività di neuropsichiatria infantile. In caso di patologia psi-chica la certificazione può essere redatta dallo psicologo di struttura pubblica dell’infanzia e dell’adolescenza;

Relazione clinica che evidenzia: • lo stato di gravità della disabilità; • il quadro funzionale sintetico del minore con indicazione dei test utilizzati (eventualmen-

te allegando copia dei test stessi) e dei risultati ottenuti, che descriva le maggiori pro-blematiche nelle aree:

o cognitiva e neuropsicologica; � o sensoriale; o motorio-prassica; o affettivo-relazionale e comportamentale; o comunicativa e linguistica; o delle autonomie personale e sociali.

N.B. La relazione clinica è obbligatoria e deve essere redatta da un medico specialista nella bran-ca di pertinenza della patologia segnalata o da uno psicologo dell’infanzia e dell’adolescenza di struttura pubblica.

Altra documentazione : • Copia del verbale di invalidità e certificato di gravità ai sensi L. 104/92 (se in possesso); • Copia del verbale di Accertamento del Collegio di ………………………………………; • Altri test (specificare).

…………………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………………

Data …………………… Firma ……………………………………………..

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Ai sensi del D. Lgs.196/03 “Codice in materia di protezione dei dati personali” si comunica che i dati vengono gestiti, per via informatica e cartacea, dal personale incaricato ASL e dal Collegio di Accertamento. Modello Verbale

REGIONE LOMBARDIA

Azienda Sanitaria Locale …………………………………

COLLEGIO PER L’INDIVIDUAZIONE DELL’ALUNNO IN SITUAZ IONE DI HANDICAP AI SENSI DEL DPCM N. 185 DEL 23 FEBBRAIO 2006

Cognome …………………………………………. Nome ……………….………………………………..

nato a ………………………………………………….. il ……………………………………...................

residente in ……………………………………………. C.a.p. ….…………………………....................

Via ……….…………………………………………………………………………………….……………...

codice fiscale |__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|__|

data di presentazione della domanda …………………………………..…………………………………

da parte di …………………………………………. in qualità di …………………………………………. Iscrizione per l’anno scolastico ……………………………….……………………………………………

Scuola dell’infanzia ……………………………………………………………………………………..

Scuola Primaria – alla classe ………………………………………………………………………….

Scuola Secondaria di I grado – alla classe …………………………………………………………..

Scuola Secondaria di II grado – alla classe …………………………………………………………. Il Collegio, riunito in data ………….……………., esaminata e valutata la documentazione prodotta,

ACCERTA

che l’alunno/a: Cognome ……………..……………………….. Nome …………..…………..…………..

ai fini dell’integrazione scolastica, risulta:

NON ESSERE PERSONA IN STATO DI HANDICAP

PERSONA IN STATO DI HANDICAP (L. 104/92, art. 3 c.1)

PERSONA IN STATO DI HANDICAP GRAVE (L. 104/92, art. 3 c.3)

Che la patologia ………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………………

……………………………………………………………………………………………………………… é:

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fisica

psichica

sensoriale

plurima

E RISULTA

Stabilizzata

Progressiva Il presente accertamento è valido fino :

AL PASSAGGIO DI CICLO

ALL’ANNO …………………………..

IL COLLEGIO:

Neuropsichiatria infantile ……………..…………………………………………………………………….

Psicologo ……………..……………………………………………………………………………………...

Assistente Sociale ………….……………………………………………………………………………….

Data ……………………………… E’ facoltà del richiedente sottoporre il presente verbale al collegio del riesame costituito presso la ASL……. Avverso il presente verbale di accertamento è fatta salva la possibilità di ricorso in via giurisdizionale al tribunale di………………………………………….Sez. Lavoro DDG 16286 del 21.12.2007 Identificativo Atto n. DIREZIONE GENERALE FAMIGLIA E SOLIDARIETA' SOCIALE LINEE OPERATIVE PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEI M INORI CON DISABILITA’: APPROVAZIONE DEL MODELLO DI DIAGNOSI FUNZIONALE (DP R 24 febbraio 1994, DPCM 23 febbraio 2006, n. 185).

IL DIRETTORE GENERALE RICHIAMATI: • la legge 5 febbraio 1992, n.104 “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti

delle persone handicappate” e in particolare l’art.13 che assicura l’integrazione scolastica at-traverso azioni per lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione;

• la legge regionale 14 dicembre 2004, n. 34 ed in particolare l’art. 7 c.2 lett. g) che sancisce l’approccio multidisciplinare, nonché l’integrazione tra i servizi sanitari, socio-sanitari, sociali ed educativi per la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione dei disturbi neuropsichici in età evolutiva;

• il DPR 24 febbraio 1994 “Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanita-rie locali in materia di alunni portatori di handicap” che definisce l’ articolazione del processo di integrazione scolastica e individua i compiti dei servizi sanitari e socio-sanitari anche in partico-lare nella redazione della diagnosi funzionale;

• l’obiettivo specifico 5.2.1. del P.R.S. “Governo della rete dei servizi socio-sanitari e sociali”;

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VISTO il DPCM 23 febbraio 2006, n.185 “Regolamento recante modalità e criteri per l’individuazione dell’alunno come soggetto in situazione di handicap, ai sensi dell’art.35, comma 7 della legge 27 dicembre 2002, n. 289”; RILEVATO che detto DPCM ha introdotto per l’individuazione dell’alunno con handicap l’accertamento collegiale e ha stabilito che la diagnosi funzionale, definita dal DPR 24 febbraio 1994, deve essere redatta sulla base dell’accertamento; ATTESO che per fornire un supporto tecnico alla elaborazione di percorsi e strumenti in attuazione del dettato del DPCM citato è stato istituito un Gruppo di lavoro interistituzionale ed interdireziona-le con la partecipazione della Direzione Generale Sanità, e della Direzione Generale Istruzione Formazione e Lavoro; CONSIDERATO che, dopo aver disciplinato e monitorato l’attività di accertamento, prima fase del processo di integrazione scolastica dei minori con disabilità, il gruppo di lavoro ha elaborato un modello di diagnosi funzionale, strumento indispensabile per la realizzazione della seconda fase del processo stesso; DATO ATTO che la diagnosi funzionale, atto di natura socio sanitaria, deve essere redatta, così come stabilito dal sopracitato DPR 24 febbraio 2004, dall’équipe multidisciplinare di struttura sani-taria pubblica o privata accreditata che ha in carico il minore e che la stessa deve essere conse-gnata all’Istituto scolastico frequentato secondo i tempi indicati dal DPCM 185/2006 e comunque in tempo utile per consentire alla scuola la determinazione dell’organico necessario alla integrazione dell’alunno disabile; RITENUTO opportuno, al fine di rendere efficaci ed omogenei a livello regionale gli strumenti e le procedure finalizzate alla integrazione scolastica, • approvare il modello di diagnosi funzionale allegato A al presente decreto del quale forma parte

integrante e sostanziale • stabilire che il modello sia utilizzato, dalle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, in

via sperimentale per la durata di un anno a far tempo dal gennaio 2008; VISTE: • la l.r. n. 34/78, il Regolamento regionale di Contabilità n. 1/01 e loro successive modifiche ed

integrazioni nonché la legge regionale di approvazione del bilancio per l’esercizio in corso; • la l.r. n. 16/96 e successive modifiche e integrazioni, nonché i provvedimenti organizzativi

dell’VIII legislatura; • la d.g.r. 18 maggio 2005, n. 2 “Costituzione delle direzioni generali, incarichi e altre disposizioni

organizzative - I provvedimento organizzativo - VIII legislatura”, con la quale è stato affidato l’incarico di Direttore Generale della Direzione Famiglia e Solidarietà Sociale al dott. Umberto Fazzone;

D E C R E T A

Per quanto in premessa esplicitato: 1. di approvare il modello di diagnosi funzionale per l’integrazione scolastica dei minori con disa-

bilità allegato A al presente decreto del quale forma parte integrante e sostanziale; 2. di stabilire che il modello di cui al precedente punto 1. sarà adottato in via sperimentale per un

periodo di un anno a far tempo dal mese di gennaio 2008 dalle strutture sanitarie pubbliche o private accreditate che hanno in carico il minore;

3. di stabilire che copia del presente decreto sarà pubblicato sul sito direzionale e sul B.U.R.L.

Il Direttore Generale Umberto Fazzone

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Allegato ( ndr modello di diagnosi funzionale)

(carta intestata della struttura) REGIONE LOMBARDIA

AZIENDA _______________ SERVIZIO DI ...........................................

DIAGNOSI FUNZIONALE

COGNOME...........................................................................NOME..................................................... NATO A ......................................................... IL................................................................................. RESIDENTE A.............................................VIA...............................................Tel …….................... SCUOLA.......................................................................................CLASSE.......................................... REFERENTE DEL CASO................................................................................................................…. N.B. Il presente documento vincola al segreto professionale chiunque ne venga a conoscenza (art. 622 C.P.). Il presente atto va conservato all'interno del Fascicolo personale con facoltà di visione da parte degli operatori che si occupano del caso.

La Diagnosi Funzionale descrive la situazione clinico-funzionale del ragazzo al momento dell’accertamento (qual è la situazione nel qui e ora); deve quindi evidenziare non solo i deficit ma anche le potenzialità (sul piano cognitivo, affettivo-relazionale, sensoriale linguistico, ecc.).

E' un documento dettagliato, redatto dal servizio specialistico che ha in carico il minore e con-segnato alla famiglia, che a sua volta lo fa avere alla scuola, sulla base del quale verrà poi predisposto collegialmente il PDF e il PEI. Include conseguentemente le informazioni essenziali utili per l’integrazione scolastica, tra cui la specifica del livello di gravità e tipo di disabilità e delle eventuali tipologie di assistenza neces-sarie, onde consentire alla scuola e all'ente locale l'attribuzione delle risorse necessarie.

Per gli allievi di primo inserimento a scuola, viene effettuata entro la scadenza delle iscrizioni a gennaio, per gli allievi già inseriti a scuola e inviati al collegio di accertamento in corso d’anno, viene redatta entro fine maggio. Viene aggiornata al passaggio di ciclo scolastico (entro la scadenza delle iscrizioni a gennaio) o in qualunque momento vi siano cambiamenti significativi del quadro di base, tali da richiedere modifiche relative alle tipologie di assistenza necessarie.

DIAGNOSI CLINICA (si veda il Verbale di Accertament o di Handicap allegato) Patologie prevalenti � PSICOFISICA � VISTA � UDITO

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EVIDENZIARE POTENZIALITA’ E DIFFICOLTA’ NELLE SEGUENTI AREE: COGNITIVA (Sviluppo raggiunto / Capacità di integrazione dell e competenze) AFFETTIVO-RELAZIONALE ( Rapporti interpersonali, controllo pulsionale, toll eranza alle frustrazioni, autostima) COMUNICAZIONE (Comprensione / Produzione / Modalità compensative) SENSORIALE ( � Vista: specificare tipo e grado di deficit / � Udito: specificare tipo e grado di deficit ) MOTORIO-PRASSICA (Motricità globale / Motricità fine)

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NEUROPSICOLOGICA (Memoria / Attenzione / Organizzazione spazio -temporale) AUTONOMIA (Personale / Sociale) EVENTUALI NOTE DESCRITTIVE DELLE FUNZIONI COMPROMESSE

NOTE DESCRITTIVE DELLE POTENZIALITA’ E RISORSE

In base a quanto sopra esposto, per garantire il diritto allo studio secondo quanto previsto dagli artt. 12 e 13 della L 104/92 e dall’art. 2, comma 2 bis della L.R. 31/80, l'alunno ha bisogno di: NECESSITA’ DI SOSTEGNO PER LA DIDATTICA

LIEVE MEDIO ALTO

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NECESSITA’ DI ASSISTENZA

di base 15 accompagnamento per gli spostamenti

non deambulante non vedente

assistenza per l'igiene personale assistenza durante la mensa

specialistica per l’autonomia personale 16 per :

accompagnamento per la comunicazione non udente non vedente gravemente ipovedente

assistenza educativa per la comunicazione e le relazioni sociali

Scuola Casa Entrambi

AUSILI SPECIFICI (ausili motori e/o posturali, protesi, tecnologie compensative):

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SERVIZIO TRASPORTO

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DATA................................... TIMBRO E FIRMA.......................................................................

15 Di competenza della scuola ai sensi della Legge 124 del 3 maggio 1999, art. 8, Protocollo d'Intesa tra il Ministero P.I. con ANCI UPI UNCEM e OO.SS del 13 Settembre 2000, e CCNL 1998/2001, Nota MP 3390 del 30.11.2001, CCNL 24.07.2003 (comparto scuola) 16 Di competenza dell’Ente Locale, Protocollo d'Intesa tra il Ministero P.I. con ANCI UPI UNCEM e OO.SS del 13 Settembre 2000 e/o della Provincia

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Legge 5 febbraio 1992, n. 104 "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate." (Pubblicata in G. U. 17 febbraio 1992, n. 39, S.O.) con ultime modifiche introdotte dalla Legge 8 marzo 2000, n. 53 e dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 Circolare Ministeriale - Ministero della Pubblica I struzione - 28 luglio 1979, n. 199 Oggetto: "Forme particolari di sostegno a favore degli alunni portatori di handicap."

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SITOGRAFIA • http://www.jobtel.it/Default.aspx?sezid=10&id=4&idt=83

formazione e disabili

• http://www.regione.lombardia.it cittadini > menu: bandi > agevolazioni > contributi acquisto strumenti tecnologicamente avan-zati

• http://www.edscuola.it/archivio/handicap/leggi_handicap.htm • http://www.handylex.org/ • http://www.milano.istruzione.lombardia.it/

Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia - via Ripamonti, 85 - 20141 - Milano (ambito territoriale di Milano)

• http://www.istruzione.it/web/hub;jsessionid=732979984B064E7F4DECB8FC98413B36 Ministero Istruzione Università e Ricerca

• http://www.istruzione.lombardia.it/ Ufficio Scolastico Regionale